Sport Industry Magazine 14

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l’informazione sull’industria dello sport, del fitness, della piscina e del benessere trimestrale - anno 4 - n. 14 - ottobre-dicembre 2013

www.sportindustry.com SPORT & FITNESS

PISCINE

News

Legge di stabilità Più vicini o più lontani dall’approvazione di una nuova normativa sull’impiantistica sportiva?

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Primo Piano

Associazioni sportive I vantaggi e le opportunità offerte dalle reti di impresa

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Primo Piano

ForumSport Congress La formazione professionale per chi opera negli impianti sportivi

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WELLNESS

COMPLEMENTI

La forza attrattiva dello sport “Sul campo da gioco ho imparato il senso della parola comunità, che vuol dire vita di relazione, vuol dire condivisione, vuol dire avere presente che hai dei compagni sui quali puoi contare, vuol dire sapere che si vince solo se si gioca in squadra e che, se vuoi ottenere dei risultati, hai solo una strada: allenarti”. Nell’ascoltare queste parole, pronunciate di recente dal Ministro Graziano Delrio (si veda a pagina 2), ho ricordato quanto lo sport sia in grado di coinvolgere, attrarre e appassionare le persone. E non solo coloro che lo praticano e lo giocano in prima persona, ma anche tutti coloro che siedono sugli spalti, a bordo campo, e alla fine poco importa se ci si trovi nel campetto della chiesa dietro casa o in uno stadio da migliaia di posti. Questo bisogna ricordare, prima di qualsiasi legge sugli impianti sportivi, prima di qualsiasi riforma. Dobbiamo ricordare la forza attrattiva che lo sport ha sempre esercitato e impegnarci per trovare nuovi modi per coinvolgere i tifosi da una parte e i praticanti dall’altra e riportarli negli stadi, nei palazzetti, negli impianti di ogni forma e dimensione. I nostri impianti sportivi hanno bisogno di una nuova “era gestionale”, dove al centro dell’attenzione ci sia il “cliente”, sportivo o tifoso, con le sue esigenze (si veda pagina 10), dove vengano messe in pratica idee e soluzioni improntate sul marketing, sulla sponsorizzazione, sul naming right, sul potere mediatico dei Social Network (si

veda pagina 14), sfruttando appieno tutte le opportunità che ognuno di questi strumenti può offrire al nostro settore. L’obiettivo finale? Poter contare su impianti sportivi efficienti dal punto di vista gestionale ancor prima che da quello energetico e strutturale (si veda a pagina 8). E tutto questo non può essere fatto semplicemente con una legge. Una normativa sugli impianti sportivi potrebbe certo (e finalmente) snellire la burocrazia, ma se la si considera la panacea di tutti i mali e ci si aspetta che, da sola, possa far svoltare il nostro settore, allora siamo ancora fermi ai blocchi di partenza.

TENIAMO LE FILA

Rassegna

D E L S E T TO R E . DA QUINDICI EDIZIONI. Tribune e sedute Le ultime novità per allestire gli spalti di qualsiasi centro sportivo

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news

Legge sugli stadi: ancora in attesa Fa di nuovo parlare di sé la ormai ribattezzata “Legge sugli Stadi”. A fine novembre, in piena preparazione di questo numero di Sport Industry Magazine, la nuova disciplina sull’impiantistica sportiva era stata inserita, con un emendamento governativo, nella Legge di Stabilità. La riforma doveva riguardare tutti gli impianti, a partire da strutture con 500 posti indoor e 2000 all’aperto. L’inserimento dell’emendamento ha, sin da subito, riportato alla luce le problema-

Esempi positivi

tiche già evidenziate nel testo di legge, primo fra tutti il timore che vi si nasconda un incentivo alla cementificazione incontrollata. Ad oggi (primi di dicembre) sembra che l’emendamento sia stato “bloccato”. Da parte nostra, seguiremo da vicino le prossime tappe di questa legge che legge non è, sperando che prima o poi una nuova normativa venga approvata perché il settore ha bisogno di nuovi stimoli, di sapere che le alte cariche di Governo credono nell’importanza di dare allo sport luoghi adeguati alla crescita di nuovi campioni e ad accogliere tutti coloro che lo sport amano praticarlo o anche solo seguirlo.

L’esempio virtuoso di una società sportiva (l’Atalanta) che è riuscita a portare a termine i lavori di completamento del proprio centro d’allenamento, ampliando e migliorando l’offerta (non solo sportiva). “Il centro sportivo Bortolotti – si legge nell’articolo pubblicato su Sport Business Management – situato a Zingonia in provincia di Bergamo, è oggi dotato di sala wellness, sala massaggi, vasche per il ghiaccio, piscina, palestre con attrezzature all’avanguardia,

Per approfondire: bit.ly/sid2stadi

Campania: nuova legge regionale Nuova legge regionale per lo sport approvata dal Consiglio Regionale della Campania. La nuova legge-quadro regionale nasce per favorire la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attività motorio-educativoricreative. Come si legge nell’articolo redatto da Vincenzo Marra, commercialista in Napoli, su FiscoSport: “La nuova legge, approvata a fine ottobre e non ancora pubblicata sul bollettino ufficiale, sostituisce la numero 42 del 1979”. “Molte perplessità - scrive

sala che accoglie le riunioni tecniche, uffici, magazzino e naturalmente campi da gioco, di cui uno dotato di tribuna coperta”. Oggi, l’impianto sportivo si estende su 85000 mq tra campi d’allenamento e strutture e 600 mq di palestra. Le ultime migliorie sono costate alla società circa 10 milioni di euro. Dove sono stati trovati i finanziamenti? Scoprilo su www.sportindustry.com. (foto da Atalantini.com) Per approfondire: bit.ly/sid2atalanta

L’impegno del Ministro Delrio

l’autore - ha destato l’istituzione del Registro regionale delle Associazioni sportive e delle Associazioni per le attività motorio-educativericreative. La sezione A è infatti riservata dalla legge regionale agli enti iscritti nel registro del Coni, mentre la sezione B a quelle realtà non riconosciute dal Coni”. Il risultato è che, si legge sempre nell’articolo di Marra, “diversi dirigenti sportivi della Campania hanno lamentato che il registro non è altro che una duplicazione del registro pubblico del Coni, con un aggravio di burocratizzazione delle attività amministrative degli enti sportivi”. Per approfondire: bit.ly/sid2campania

“A Reggio Emilia, da sindaco, siamo riusciti a far partire più di 10 impianti sportivi in un anno e mezzo, con una partnership pubblico-privato che ha coinvolto Comune, società sportiva e banche. Vi assicuro che, in questo modo, si riescono a fare anche interventi importanti, perché una rata da 40mila euro all’anno, se si divide in tre, si può sopportare”. Dentro queste poche parole, pronunciate dal Ministro dello Sport Graziano Delrio in occasione del Convegno Nazionale LND “Giocheremo

domani?”, sono racchiusi molteplici aspetti molto importanti per la crescita del nostro settore, quello dell’impiantistica sportiva. C’è dentro la voglia di costruire, di cambiare, di sperimentare nuove strade. C’è dentro la volontà di mettere in campo un impegno concreto per favorire lo sport e per venire in soccorso delle strutture e degli impianti deputati a ospitare l’attività fisica e motoria. “Perché investire oggi in tecnologia e innovazione conclude il Ministro - significa poter offrire, domani, strutture adeguate ai nostri giovani che vogliono giocare e divertirsi”. Per approfondire: bit.ly/sid2delrio

Bandi per lo sport: le ultime novità Per chi ancora non ne fosse venuto a conoscenza, vi segnaliamo che, sul sito di SCAIS, Consulenza e Assistenza Impiantistica Sportiva, è liberamente accessibile un’area dedicata ai finanziamenti e ai bandi attivi in materia di impianti sportivi, piscine, campi da gioco o servizi correlati. Un’area sicuramente molto utile, che vi invitiamo a consultare. Per approfondire: bit.ly/sid2bandi

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Sempre meno soldi per lo sport Ridotto del 42-43% il bilancio dell’assessorato allo sport del Comune di Milano, che passa a 20 milioni dagli oltre 33 investiti nel 2012. “In attesa dei preannunciati rincari per l’uso delle strutture sportive pubbliche (che scatteranno tra meno di un anno) - si legge nell’articolo a firma di Mario Pagliara apparso sulla Gazzetta dello Sport della Lombardia del 13 novembre 2013 - il sacrificio è pesante. Rispetto ai 33,2 milioni di budget a disposizione nel 2012 (di cui 9 milioni per le spese correnti e 24,2 per gli investimenti), nei mesi scorsi negli uffici della sede dell’assessorato si puntava a limitare il danno a un meno 15 per cento. O, al massimo, un meno venti. La chiusura del bilancio ha presentato, invece, un conto molto più salato: dai 33,2 del 2012, la promozione sportiva è passata ai 19,2 milioni

Certificati medici in Emilia Romagna

del 2013”. Di certo in Italia quello di Milano non è l’unico esempio, però è indicativo di quello che sta accadendo in materia di finanziamenti pubblici verso lo sport. Cosa accadrà nel futuro? Staremo a vedere.

Con la delibera dello scorso 7 ottobre, l’Emilia Romagna ha approvato la direttiva “Disciplina delle certificazioni di idoneità alla pratica sportiva agonistica e non agonistica: precisazioni in ordine alla definizione di attività ludico-motoria o amatoriale”. Nel documento, che può essere scaricato e consultato direttamente dalla notizia pubblicata su www.

Per approfondire: bit.ly/sid2milano

sportindustry.com, si individuano quattro tipologie di attività fisica e sportiva, sottoposte a specifiche regolamentazioni. Approfondisci sul nostro Portale i casi in cui è richiesto il certificato. Per approfondire: bit.ly/sid2certificati

Puglia: limitazioni per la costruzione di piscine Attualmente in fase di adozione il nuovo Piano Paesaggistico emanato dalla Regione Puglia con delibera n. 1435 del 2 agosto 2013, pubblicata sul BURP n. 108 del 06.08.2013. Un documento che dovrebbe catturare l’attenzione di tutti gli operatori del settore piscina in quanto prevede, nelle “Linee Guida per la tutela, il restauro e gli interventi sulle strutture in pietra a secco della Puglia”, una serie di limitazioni alla realizzazione di piscine private in zone rurali dove siano presenti manufatti costruiti con pietre a secco (ad esempio i trulli). Se, da un lato, la volontà del legislatore è di percorrere con decisione la direzione della tutela paesaggistica - morfologica e idrogeologica - del territorio, il nuovo PPTR prevede, al paragrafo 4.5 “Organizzazione degli spazi esterni” precise limitazioni, che vi invitiamo a consultare su www.sportindustry.com.

Per approfondire: bit.ly/sid2puglia

A.A.A. gestori cercasi A seguito della riconversione dell’ex palazzetto del ghiaccio in centro benessere e ricreativo, l’Amministrazione Comunale di Ayas, Valle D’Aosta, ha dato il via a un’indagine esplorativa per individuare i soggetti interessati alla partecipazione alla gara per l’individuazione del gestore. Il nuovo complesso, ACQUANATURA, è dislocato su una superficie di circa 4.000 mq e prevede impianti benessere ludici e rigenerativi, aree massaggi e trattamenti, spazi sauna, bar con cucina, auditorium e attività all’esterno. Il primo edificio, ottenuto dal recupero del precedente palazzo de ghiaccio e integrato con consistenti ampliamenti, ospita il complesso benessere e ricreativo. Il secondo corpo di fabbrica, attiguo al primo, è destinato ad attività complementari e di servizio (studio medico, farmacia, sci club, centro traumatologico, foresteria, depositi). Scopri come presentare la domanda per diventare il futuro gestore di quest’opera su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid2gestori

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Gestire una SPA come fosse un’impresa L’architetto Alberto Apostoli approfondisce per noi l’importanza dell’organizzazione d’impresa nella gestione di un centro benessere. Un aspetto che si rivela fondamentale e che deve essere affrontato sin dalla fase progettuale, contribuendo alla definizione del layout. È il gestore, o comunque chi si assume l’onere e l’onore di tale organizzazione, a dover stabilire la qualità e la quantità del personale, gli approvvigionamenti, il livello di outsourcing dei servizi, la gestione dei turni, delle manutenzioni quotidiane, periodiche o a chiamata, il controllo e monitoraggio dei consumi, il livello e qualità delle pulizie e delle aree critiche ecc. Nella realtà quotidiana, capita molto spesso che il gestore e l’imprenditore non condividano le soluzioni proposte dal progettista, e che quest’ultimo difenda le sue scelte di natura estetica e tecnica. Serve dunque un confronto diretto e sincero che, tenendo in considerazione le esigenze di entrambe le parti e analizzando i principali aspetti critici, si traduca nella realizzazione di una SPA in grado di raggiungere gli obiettivi stabiliti, ovvero conquistare il target al quale ci si rivolge e produrre buoni risultati economici. Continua a leggere su www.sportindustry.com. Nella foto: il Resort Poiano di Garda, progettato dall’arch. Apostoli. Per approfondire: bit.ly/sid2gestione

Prevenire l’obesità infantile L’obesità, in Italia, oggi colpisce il 34% dei bambini in età scolare, con un’intensificazione del problema da Nord a Sud e con una distribuzione diseguale tra classi sociali. Sui bambini in età prescolare mancano, invece, a livello europeo, informazioni e statistiche certe in materia. Eppure, sono tanti i bambini che iniziano a soffrirne sin da piccolissimi. Da queste premesse nasce un progetto pilota volto alla creazione di un sistema di sorveglianza nutrizionale in età prescolare, che sfrutta i dati raccolti dai pediatri durante i Bilanci di Salute (BdS). Leggi i risultati della ricerca su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid2obesità

1.900.000 € a Ragusa Al contrario di quello che si potrebbe pensare, gli investimenti pubblici dedicati all’impiantistica sportiva non sono del tutto “bloccati”. Qualche Comune che continua a investire risorse nella riqualificazione e completamento di strutture sportive continua ad esserci. Un esempio è fornito dal Comune di Ragusa che, a metà ottobre, ha presentato all’assessorato regionale al turismo due progetti esecutivi per altrettanti impianti sportivi, già ammessi a finanziamento per un importo complessivo di 1.900.000 euro. Si tratta dei progetti concernenti: - la copertura della tribuna, la realizzazione di un nuovo spogliatoio e il rifacimento del terreno di gioco dell’impianto di Rugby di Via Forlanini (1.500.000 €); - la realizzazione del campo di salto a ostacoli e altri interventi per il maneggio comunale di Contrada Selvaggio (400.000 €). Per altri bandi si prega di consultare la categoria “finanziamenti e bandi per l’impiantistica sportiva” su www.sportindustry. com Per approfondire: bit.ly/sid2ragusa Senza 1 Senzatitolo-1 titolo-1

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primo piano gestione

I vantaggi delle reti d’impresa Potenzialità e caratteristiche del contratto di rete d’impresa, uno strumento giuridico che trova nello sport un ambito di applicazione decisamente interessante. In chiusura, un appello al legislatore. di Alberto Manzotti VISTO DA VICINO

Alberto Manzotti. Laureato in Economia e Commercio, è stato amministratore delegato di Sportiva di Reggio Emilia, società che opera nel settore dello sport e del benessere in qualità di gestore di nove centri polifunzionali. Oggi è consigliere di amministrazione e membro del comitato di gestione della Fondazione dello Sport del Comune di Reggio Emilia e docente presso la LUISS Business School di Roma, in alcuni master e progetti specifici di formazione. Contatto: alberto.manzotti@ libero.it

La crisi economica che attraversa tutti gli strati della nostra società non ha certamente risparmiato lo sport, costringendo gli operatori a modificare i propri comportamenti, all’interno della propria organizzazione, nei confronti del cliente e nel rapporto con gli stakeholder. La frammentazione di comportamenti e di situazioni che caratterizza il mondo sportivo italiano ha evidenziato tutti i suoi limiti di fronte al rapido cambiamento delle condizioni esterne alle società sportive. I fenomeni aggregativi sono la prima e più naturale reazione allo stato di crisi che gli operatori economici adottano naturalmente. La logica del campanile o del “piccolo è bello” si è duramente scontrata con una realtà di Comuni che hanno profondamente cambiato le politiche di gestione e di affidamento degli impianti sportivi e i vecchi modelli che avevano sempre funzionato improvvisamente ci si è accorti che non reggono più. La logica è trasversale a qualunque disciplina, modalità e organizzazione dell’attività sportiva. La mutata situazione economica ha evidenziato la necessità di rivedere anche gli assetti che si ritenevano consolidati. Una possibile soluzione che si sta affermando riguarda la costituzione di reti d’imprese. Le imprese hanno oggi, in molti casi, bisogno di una forma di aggregazione più flessibile e innovativa rispetto a quelle tradizionali, in grado di aumentarne la capacità competitiva senza

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però costringerle a rinunciare alla propria autonomia. Il “Contratto di rete” risponde a queste esigenze.

Le caratteristiche delle Reti

Il contratto di rete è stato introdotto recentemente nel nostro ordinamento giuridico ed è disciplinato dall’art. 3, commi 4-ter, 4-quater, 4-quinquies, della Legge n. 33 del 9 aprile 2009 (di conversione del D.L. n. 5 del 10 febbraio 2009), così come modificata dal D.L. n. 78 del 31 maggio 2010, convertito nella Legge n. 122 del 30 luglio 2010. Si tratta un accordo con il quale più imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere, sia individualmente (cioè la propria impresa) sia collettivamente (cioè le imprese che fanno parte della rete), la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Prima della legge n. 33/2009, gli strumenti giuridici utilizzati dalle imprese per dare vita a tali aggregazioni erano rappresentati dal contratto di società o di consorzio, dall’A.T.I., R.T.I., dalla joint venture, dal contratto di franchising, ecc. Di recente l’Agenzia delle Entrate, con Circolare n. 20/E del 18 giugno 2013, è intervenuta sull’argomento Reti di impresa disciplinando due ambiti precisi: - le Reti Contratto - le Reti Soggetto chiarendo che le imprese della rete, mediante l’iscrizione nella sezione ordinaria del registro delle imprese nella cui circo-

scrizione è stabilita la sede della “rete”, danno vita a un nuovo soggetto di diritto, giuridicamente autonomo rispetto alle singole imprese aderenti al contratto. Con la predetta circolare vengono forniti i chiarimenti sulle conseguenze fiscali derivanti dalla possibilità per la rete di imprese di acquisire autonoma soggettività giuridica e una propria partita IVA. Non c’è un numero minimo di imprese per la costituzione della Rete, pertanto, per fare una Rete possono bastare anche solo due aziende. Il numero ottimale di imprese aderenti alla Rete dipenderà naturalmente dall’oggetto della Rete stessa. Per esempio, se l’oggetto della Rete è la riqualificazione e la gestione di una piscina pubblica la rete potrebbe essere considerata una valida alternativa all’ATI ed essere conveniente avere un ampio numero di imprese. Occorre però aggiungere che per potere beneficiare di contributi pubblici o per la partecipazione a bandi pubblici ai sensi dell’art. 34 del D.lgs 163/2006 (codice degli appalti) potrebbero venire richieste particolari formalità di costituzione. In secondo luogo non vi sono limiti di natura territoriale, di conseguenza alla Rete possono partecipare imprese collocate in diverse parti del territorio italiano. Inoltre, come ha specificato la circolare dell’Agenzia delle Entrate 15/E del 14/4/2011, possono partecipare anche le filiali di società estere. Infine, non vi sono neppure limiti settoriali, alla stessa Rete possono aderire aziende facenti parte di settori diversi tra loro rappresentando così una valida alternativa anche al consorzio. Di conseguenza appare evidente che lo sport potrebbe essere un ambito decisamente interessante per l’applicazione di questa fattispecie.

Quali sono gli obbiettivi?

La rete di imprese ha l’obbiettivo di potenziare la competitività delle organizzazioni aderenti per accrescerne la


primo piano gestione

redditività. Il tema centrale riguarda lo scopo della Rete (o del contratto di rete di imprese). La norma chiarisce che il fine deve essere quello di “accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato” incrementando la capacità innovativa e la competitività delle imprese che partecipano alla Rete. In pratica essa dovrebbe aiutare le imprese che ne fanno parte ad aumentare i propri ricavi e/o ridurre i costi, consentendo così di ottenere migliori risultati economici e finanziari. Per questo il contratto deve riportare le modalità per realizzare gli obiettivi di innovazione e competitività fissati. La normativa non dice però come si possano realizzare gli obiettivi, poiché è compito delle aziende nel concreto stabilire come le loro attività specifiche possano permettere il raggiungimento degli stessi. Ritornando all’esempio riportato in precedenza: se oggetto della rete fosse la realizzazione o riqualificazione di un impianto sportivo, con lo scopo di assicurarsene la gestione per diversi anni, le modalità potrebbero essere tutte quelle attività che, per le singole imprese, potrebbero risultare eccessivamente onerose, o semplicemente difficili da eseguire, non avendo le competenze necessarie. La gestione di un impianto sportivo è infatti molto complessa, perché coinvolge ambiti anche molto differenti tra loro: - Predisposizione rete commerciale - Analisi tecnica - Valutazione economica e finanziaria - Progettuale - Installazione delle attrezzature - Manutenzioni ordinarie e straordinarie - Gestione del rischio e del credito - Organizzazione delle attività sportive - Sviluppo di un sistema di controllo di gestione. Il quadro si complica ulteriormente nel caso di impianti polifunzionali molto complessi o la gestione di più strutture situate in località diverse.

ro ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”.

Conclusioni

Sia la “Rete contratto” che la “Rete soggetto giuridico” rappresentano un’importante opportunità per gli operatori dello sport, i vantaggi sono stati dettagliatamente evidenziati, anche se il processo di aggregazione a rete non è pienamente conosciuto e di conseguenza poco sfruttato. Gli ultimi interventi legislativi credo siano determinanti per favorirne la diffusione, manca però un importante tassello che il legislatore dovrà affrontare. La gran parte delle strutture sportive è utilizzata e gestita da associazioni spor-

tive non costituite in forma di impresa, credo che un ampliamento anche a favore di tali soggetti sia assolutamente auspicabile consentendo così a un vasto mondo di soggetti qualificati e fortemente impegnati a diffondere i valori dello sport, della tutela e prevenzione della salute e con importantissime implicazioni sociali di potere utilizzare queste opportunità. Questo articolo si chiude pertanto con un appello al Legislatore perché prenda in considerazione questi aspetti, estendendo queste opportunità anche alle associazioni, chiarendone i ruoli e le forme di vigilanza.

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INCONTRA L’AUTORE

Per chi volesse approfondire l’argomento, Alberto Manzotti sarà presente in qualità di relatore all’evento ForumClub/ ForumPiscine, che si terrà in concomitanza con la seconda edizione di ForumSport Congress (si veda pag.16). In particolare, l’autore terrà un seminario dedicato al controllo di gestione.

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Di cosa potrebbe occuparsi la Rete

In termini pratici, la Rete si potrebbe occupare di attività di realizzazione delle opere e dei servizi di ricerca, di marketing, di commercializzazione in nuovi segmenti o mercati, ma potrebbe erogare anche servizi accessori di interesse comune, oppure servizi professionali, quali quelli contabili e fiscali, legali, o ancora quelli di natura finanziaria o tecnica. Mentre le singole società sportive (pur appartenendo alla rete) potrebbe proseguire l’organizzazione delle proprie attività agonistiche in maniera autonoma tra loro.

Gli impegni che ci si assume nella Rete

Una ulteriore indicazione che compare nella Legge è la previsione di obblighi a carico delle imprese che formano una Rete. Infatti essa chiarisce che “… a tal fine [gli imprenditori] si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovve-

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Dall'immagine è possibile vedere le dispersioni termiche della struttura intorno alla porta in particolare nelle zone di giunzione.

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Soluzioni concrete per risparmiare Una realtà che, da diversi anni, lavora al fianco dei gestori di piscine pubbliche e private per riqualificare gli impianti non solo dal punto di vista strutturale e impiantistico, ma soprattutto da quello gestionale. L’obiettivo? Rendere efficienti gli impianti sportivi.

I centri sportivi, in particolare le piscine, sono impianti altamente “energivori”. Ma invertire la tendenza è possibile.

di Alice Spiga

La situazione in cui versano gli impianti sportivi italiani credo sia ormai universalmente nota. Non ci riferiamo solamente ai problemi di obsolescenza strutturale e impiantistica, ma anche e soprattutto a problematiche di carattere gestionale. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, si tratta di impianti di proprietà pubblica gestiti da società sportive private che, fino ad oggi, hanno svolto un ruolo sociale fondamentale, di promozione dell’attività fisica e sportiva, con un approccio però più vicino al volontariato che al manageriale. Oggi, tra la crisi economica e la pubblica amministrazione che ha sostanzialmente chiuso i cordoni della borsa, il mondo sportivo deve per forza di cose cambiare questo tipo di approccio e diventare protagonista di una trasformazione che è già in atto. Una metamorfosi che va nella direzione di una sempre maggiore responsabilità per chi ha in gestione l’impianto. E qui la domanda sorge spontanea: “Come posso, io gestore, mandare avanti un im-

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pianto dove piove dentro per colpa delle infiltrazioni nel tetto, dove i conti sono sempre in rosso, visto che mi ritrovo con una caldaia a gas del 1960?”. In definitiva: “Dove trovo i finanziamenti per rendere l’impianto efficiente e gestibile?”

Una possibile soluzione

A metà ottobre siamo entrati in contatto con una realtà da diversi anni impegnata nell’aiutare i gestori nel rendere efficienti

gli impianti: Refit Solutions. In sostanza, ci raccontano Fabio Ferrario e Alberto Cervi: “Lavoriamo al fianco del gestore, progettando e realizzando gli interventi (tecnologici e non) su misura per gli impianti e i modelli gestionali esistenti. Ogni impianto sportivo viene analizzato, cercando di capire quali sono i problemi, e insieme al gestore troviamo le soluzioni più adeguate. Per questo non operiamo secondo percorsi progettuali e operativi


primo piano energie rinnovabili

standard, perché ogni impianto sportivo presenta le proprie peculiarità e ogni gestore le proprie esperienze, esigenze e aspettative”. Quali sono i principali problemi che avete riscontrato negli impianti sportivi italiani? “Quello che abbiamo potuto constatare è che i gestori, negli ultimi anni, si sono focalizzati soprattutto sull’attività ordinaria, con una scarsa o nulla attenzione all’obsolescenza degli impianti tecnologici, la cui manutenzione straordinaria è stata spesso rimandata a lungo per mancanza di risorse, da parte sia del gestore sia della Proprietà. Il risultato attuale è che i centri sportivi sono sempre più complessi ed energivori, con bollette energetiche (gas, energia elettrica ed acqua) ormai difficilmente sostenibili, tanto da mettere in discussione la sopravvivenza stessa dei gestori nel futuro. L’obiettivo finale è quindi di contenere l’impiego di risorse, evitando sprechi, diseconomie e limitando le spese, così da poter gestire queste strutture in modo più efficiente e sostenibile, sfruttando le possibilità economiche e di sviluppo insite in ogni progetto di efficienza energetica”. Le parole chiave sono dunque efficientamento energetico e miglioramento dell’attività gestionale? “Sì, e anche la ricerca di nuovi flussi di ricavi, oggi sempre più importante. In questo senso, aiutiamo il gestore a mettere in pratica nuove strade, sulla base del bacino di utenza potenziale dell’impianto, ad esempio specializzandosi nel proporre attività per la riabilitazione, oppure attrezzandosi per venire incontro alle esigenze di persone affette da patologie fisiche oppure ai bambini. Rimarreste stupiti di quanto possa fare la differenza la presenza a bordo piscina di un sollevatore per disabili”. E per quanto riguarda la sostenibilità ambientale? “Secondo studi recenti (ci riferiamo alle stime del programma RSPEC - Reduce Swimming Pool Energy Costs del U.S. Department of Energy’s Institutional Conservation Program), è possibile ottenere un risparmio medio del 50%, sui consumi dei centri natatori, semplicemente sfruttando le tecnologie oggi disponibili. E sono stime reali, che abbiamo avuto modo di avvalorare grazie a casi studio e reali che abbiamo seguito in prima persona, come ad esempio quello da noi svolto sulla piscina Lampugnano di

Milano (si veda il caso studio presentato di seguito), o la bellissima esperienza con Paolo Picozzi, direttore generale della piscina Mc2 Sport Way, a Buccinasco, Milano, con il quale siamo riusciti a portare a termine un bellissimo intervento di ristrutturazione. (Si veda il box Per approfondire)”. Ma… come trovare i fondi necessari per la riqualificazione? “Trovare finanziamenti non è un problema. Abbiamo accordi, già stipulati, con primari istituti di credito, con i quali riusciamo a creare piani di finanziamento specifici, disegnati su misura sulle esigenze dell’impianto, del gestore e del Comune, facendo da tramite sia con la banca sia con l’Amministrazione Pubblica”.

Un caso studio: la piscina Lampugnano a Milano Gestita dal Comitato Regionale Lombardo della Federnuoto, la piscina Lampugnano è un complesso sportivo che si estende su circa 10.000 mq, costruito dal Coni tra il 1974 e il 1976. L’edificio che ospita la piscina è costituito da una struttura portante in calcestruzzo armato a vista, con tamponamenti in laterizio pieno e forato, con molte parti trasparenti (infissi apribili e non). In tutti i punti di interconnessione tra strutture di diverso materiale risultano evidenti problemi di ponte termico non risolto e scarse prestazioni dei serramenti e dei vetri U-glass, installati lungo le pareti perimetrali della piscina, causa di dispersione termica. Una situazione che si traduce in elevate dispersioni di calore durante l’inverno e surriscaldamento durante l’estate. Nel corso degli anni sono stati fatti pochi interventi, mirati per lo più a risolvere problemi contingenti senza un chiaro progetto di manutenzione programmata. Riscaldamento e illuminazione sono i due elementi più critici nel bilancio: il primo è affidato a una centrale termica composta da tre generatori funzionanti a metano. La seconda è demandata a plafoniere e fari con un fabbisogno stimato di oltre 9600 kWh/anno. Un dato interessante deriva dalla comparazione tra le letture effettuate mensilmente in piscina e da quanto contabilizzato in bolletta; emerge infatti un’importante differenza nei consumi, che non solo evidenzia una leggera discrepanza nel numero di kWh utilizzati dalla struttura, ma rende anche indispensabile la lettura mensile.

Risparmiare? Si può!

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PER APPROFONDIRE

Il progetto di saving muove i primi passi nella direzione della riduzione del fabbisogno energetico. Risulta di fondamentale importanza intervenire per limitare tali dispersioni, attraverso una adeguata coibentazione di tutte le parti a contatto con l’ambiente esterno (sia esso riscaldato che non). Da questo primo passo, discendono le altre soluzioni tecnologiche e strutturali dedicate all’adeguamento di impianti vetusti, all’isolamento delle strutture, alla produzione di energia tramite fonti di energia rinnovabili, al controllo e all’eventuale rinegoziazione delle tariffe di elettricità e gas, all’inserimento di rompigetto aerati nelle docce ad azionamento automatizzato, così come di sistemi per l’accensione e lo spegnimento automatico dell’illuminazione. Per le piscine, è necessario dotarsi di impianti adeguati per la filtrazione e il rinnovamento dell’acqua, per la regolazione della temperatura e per la copertura della vasca, così da tenere sotto controllo i costi e risparmiare.

Come finanziare gli interventi?

Abbiamo prospettato due possibilità: con finanziamento bancario e con Project Financing. Con finanziamento bancario, ad esempio, partendo da una spesa attuale di gas+elettricità+acqua pari a 230.000€/anno, dopo la riqualificazione si scenderà a 90.000€ (-140.000€/anno). Con un mutuo di 15 anni pari a 95.000€/ anno, prima di detrazioni fiscali e altre agevolazioni, si arriva ad avere un risparmio di 45.000€/anno (-19,6%). Per quanto riguarda i risultati ottenibili con Project Financing. Partendo sempre da una base di spesa attuale pari a 230.000€/anno, a fronte di un canone fisso e predeterminato (“Full Service”), il gestore non ha altri oneri se non il pagamento di un canone periodico omnicomprensivo, con un risparmio di 21.000€/ anno (-9%). Rispetto al caso precedente il saving è minore, ma non sono necessarie garanzie bancarie da parte del gestore/ della proprietà per le pratiche di finanziamento. Dal punto di vista dell’investor, il rendimento è calcolato pari a TIR 8,67% e ROE 13,76%. In ambedue i casi vanno aggiunte detrazioni, agevolazioni, Titoli di Efficienza Energetica, Certificati Bianchi e via di seguito, oltre al risparmio gestionale ed energetico dato da un impianto sportivo nuovo ed efficiente.

Alberto Cervi, di Refit Solutions (nella foto), e Paolo Picozzi, direttore dell’impianto sportivo Mc2 Sportway, saranno presenti, in qualità di relatori, in occasione di ForumSport Congress (si veda a pag. 16 e 17), per raccontare la riqualificazione energetica dell’Mc2 (realtà privata) e di aree sportive di proprietà comunale, entrando nel dettaglio delle tecnologie adottate, dei benefici ottenuti e delle modalità di finanziamento.

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primo piano piscine

Una piscina tutta da gestire Nuove idee e tanti suggerimenti su come gestire una piscina in modo proficuo e redditizio. In questa intervista, Marco Tornatore approfondisce problemi, rischi e nuove opportunità per chi gestisce o intende gestire impianti natatori.

di Alice Spiga

“Rinunciare alla categoria dei bambini under 6 è un errore macroscopico: è l’unica per cui la propensione alla spesa resta altissima.”

Più volte campione e primatista italiano di nuoto, e allenatore di levatura internazionale, Marco Tornatore oggi è imprenditore, opinionista, editorialista, guida una rivista dedicata alla gestione dei centri acquatici oltre ad essere fondatore, direttore e consulente di gruppi e associazioni attivi nel settore piscina. Nella sua lunga esperienza, ha lavorato a stretto contatto con gestori e titolari di piscine in tutta Italia, esplorando da vicino le problematiche che essi affrontano giornalmente e stringendo importanti collaborazioni con imprenditori “illuminati” che hanno saputo trasformare i loro impianti in esempi di eccellenza. Da moltissimi anni, Marco Tornatore è inoltre collaboratore dell’evento congressuale ed espositivo ForumClub-ForumPiscine, per il quale organizza ogni anno convegni dedicati alla gestione dei centri acquatici, invitando imprenditori, gestori e titolari a confrontarsi sulle proprie esperienze.

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In questa intervista esclusiva, traccia lo stato dell’arte delle piscine nel nostro paese, approfondendo le problematiche che i gestori affrontano ogni giorno e le possibili soluzioni che chiunque potrebbe mettere in pratica per migliorare la propria attività. L’intervista mette inoltre in luce le nuove tendenze legate all’acquaticità e le opportunità offerte dalle piscine di dimensioni medio-piccole, dove i costi di gestione sono relativamente bassi, con prospettive di marginalità e redditività invitanti che le grandi vasche non permettono di ottenere. Qual è lo “stato dell’arte” delle piscine in Italia? “Stiamo vivendo una protratta fase di stallo, che forse è un po’ la fotografia del nostro Paese. Da una parte brilla chi intraprende con successo, affrancandosi da schemi desueti, figli di dettami tecnici e di un’idea di piscina tradizionalmente intesa. In genere si tratta di privati, che

vengono dal settore e sono l’avamposto imprenditoriale e manageriale che converge con le eccellenze del mondo del fitness, sensibile anche a una razionale offerta di acquaticità. Dall’altra parte chi ancora vive la vecchia, anacronistica sudditanza alle istituzioni (sportive, amministrative, politiche) secondo cui è meglio non cambiare nulla, per conservare quello che era adeguato negli anni ‘90, senza rendersi conto che in questi 5 lustri le trasformazioni sociali-sistemiche e la domanda del consumatore sono radicalmente cambiate. Risultato? Da 7-8 anni i numeri dei frequentanti stagnano, mentre sono aumentati i centri acquatici e contestualmente si è abbassata la qualità dei servizi erogati, con prezzi stracciatissimi e marginalità che rasentano il sottocosto (tutto a vantaggio di chi sa invece lavorare su standard elevati senza ridurre i prezzi). Così stanno aumentando fallimenti a catena.” Che cosa dovrebbe cambiare nelle logiche che regolano la gestione degli impianti pubblici? “Il primo fattore su cui bisogna lavorare è la creazione di una cultura manageriale e imprenditoriale, sovente assente. Nella maggioranza dei casi, chi governa le piscine è di estrazione prettamente tecnica, quindi generalmente insensibile al concetto di centralità del cliente. Un retaggio del passato, che risale a un decennio fa e più, quando ancora le pisci-


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ne aprivano i battenti e avevano le liste d’attesa. Oggi sta verificandosi un deflusso progressivo, risultato delle lacune, da una parte, di chi gestisce piscine senza la dovuta preparazione manageriale e, dall’altra, delle amministrazioni locali, colpevoli di fare gare d’appalto non più adeguate ai tempi attuali, così come degli imprenditori che, da altri settori, si avventurano su questo terreno senza conoscere le piscine e come esse vadano condotte. Una catena di deficit, complicata da iter formativi inidonei che producono scarsa professionalità, il cui gap viene colmato solo da quelle realtà sensibili all’aggiornamento costante. Una serie di variabili negative che dovrebbero suggerire un cambiamento, almeno nella direzione di una logica di accoglienza e attenzione da riservare alla clientela, primo giudice nel decretare il successo di un centro acquatico.” Quali sono, in sintesi, le principali problematiche che i gestori di piscine si trovano ad affrontare? Oggi la prima grande criticità sono i costi, energetici e delle utenze in primis, ma anche del personale. Se pensiamo che le piscine danno lavoro a oltre 350.000 persone, di cui almeno il 35% opera a tempo pieno, forse una normativa che regolamenti tale rapporto sarebbe non solo auspicabile, ma fondamentale. Anche per evitare una delle altre complicazioni di chi gestisce piscine, come le non sempre eque incursioni di controllori da parte di ispettorato del lavoro, ASL, Inps, Enpals etc., anche se i furbi da perseguire e sanzionare ci sono sempre. A questo, oggi si aggiunge una certa contrazione della domanda, dovuta certo alla crisi, ma anche a un’omologazione dell’offerta, spesso vincolata ai limiti strutturali degli impianti, progettati e concepiti secondo schemi arcaici, fonte di diseconomie e scarsa sostenibilità gestionale.” Quali sono le principali competenze che essi dovrebbero maturare, così da fronteggiare tali problemi/difficoltà? “In parte lo si evince da quanto già indicato, ma credo che, di base, risulti fondamentale una crescita di sensibilità circa vari aspetti, primo il servizio, secondo un’offerta più tagliata sul singolo che non su macro categorie d’utenza e, terzo, scelte qualitative che muovono dalla selezione dei migliori professionisti, per arrivare anche alle soluzioni atte a rendere accoglienti e fruibili ambienti sovente freddi e poco curati igienicamente. Insomma una cultura dell’accoglienza e della vendita a dimensione di “ospite”, che in genere le reception delle nostre piscine (in molti casi l’accezione più adeguata per le piscine è “segreteria”), inclini a modalità di iscrizione e pagamenti quote diffuse negli sportelli postali di un trentennio fa, non sono assolutamente in grado di interpretare.” Entrando nel dettaglio di impianti di piccole/medie dimensioni, quali sono le tre regole d’oro per una gestione eccellente? “Sicuramente: specializzazione, un’idea di business chiarissima già in fase progettuale, selezione e crescita costante e puntuale dello staff e del vertice aziendale. Questi sono i tre ingredienti imprescin-

dibili. Se poi si parla di piccoli impianti, ulteriori elementi vincenti sono l’acqua a temperature più elevate, la cura dei dettagli nel servizio e un palinsesto coerente con le scelte strategiche e la connotazione dell’impianto. È inutile pensare di far coesistere, in una medesima piccola vasca, attività di riabilitazione e di aquafitness: si disturberebbero a vicenda. Un piccolo impianto può accoglierle entrambe senza problemi, ma vanno pianificate in momenti distinti.” Quali sono invece i rischi e le “insidie” che la gestione di piccoli impianti potrebbe nascondere? “Il più grande rischio è di non avere idea di quali siano gli obiettivi perseguibili con un impianto di dimensioni contenute. Chi gestisce la piscina deve avere una vision e una strategia ben chiara, che tenga in considerazione obiettivi, tempi di rientro dell’investimento, la marginalità che ogni attività considerata deve garantire, senza vendere un prezzo, ma un valore: il valore del brand. Quest’ultimo deve sottendere una gamma di servizi di alto contenuto, possibilmente originali, che confluiscano in esperienze poco replicabili altrove, in grado di garantire benefici e la soddisfazione entusiastica del cliente. Altri rischi? Errori come la profondità della vasca – è meglio una 120 cm, ideale per tutto, che una “ibrida” profondità di 160 cm o un’inutile altezza di 90-100cm – o come aree accessorie inadeguate. Spessissimo si sottovalutano le dimensioni necessarie per gli spogliatoi, il numero di armadietti e delle docce, che deve offrire un buon servizio anche negli orari di punta. Senza contare l’area reception/attesa, che va considerata in una piscina di qualsiasi foggia e dimensione. Infine, per chi è attento al sociale, vanno realizzati anche ambienti idonei per le categorie di persone più penalizzate, perché sociale e sanità saranno il binomio vincente dei prossimi anni.” Qual è o quali sono le attività che non possono mancare in un impianto? “Oggi rinunciare alla categoria dei bambini under 6 è un errore macroscopico, anche se si tratta di piscine di centri sportivi. È l’unica categoria per cui la propensione alla spesa resta altissima. Questo vale ancor di più per impianti di piccole dimensioni. Se invece parliamo di piscine tradizionali, è venuto il momento di allontanarsi dalle mega strutture o dalle vasche da 50 m; si nuota benissimo anche in piscine di 20 m e di profondità 120 cm. Spazio quindi alla didattica natatoria di qualità, che può dare grandi soddisfazioni. Attenzione, sottolineo di qualità perché oggi il fitness acquatico è sovente un must imprescindibile, ma il suo successo dipende molto dalla presenza di istruttori capaci, dalla predisposizione a proporre nuove idee collaudate e da attrezzature che si rivelino all’altezza. Un focus particolare merita, infine, l’aquafitness che unisca anche prevenzione e salute, perché i senior saranno i veri dominatori delle piscine, ma solo se ben ideate e ben condotte.” In chiusura: quali consigli e/o suggerimenti si sente di offrire a chi gestisce, o a

chi è in procinto di prendere in gestione, una piscina di piccole/medie dimensioni? “Personalmente non ho titolo per dare consigli, ma per quello che ho potuto constatare in prima persona, di solito piccolo e altamente specializzato è sovente sinonimo di successo. In Francia, ad esempio, sono diverse le piscine esclusivamente dedicate all’aquabike, con 8-10 corsi al giorno sempre affollatissimi. Molto in voga in diversi Paesi - Italia inclusa - sono gli impianti di piccole dimensioni dedicati all’olistico e ai nuovi trend dove l’acqua calda è il primo elemento distintivo (30°C-32°C la media). Infine, neonatale (che va fortissimo negli States) e riabilitazione restano servizi ad alta redditività. Uniche certezze poco sindacabili sono i costi di esercizio, che vanno sempre monitorati. Una piccola/media piscina può anche richiedere poco più di 30.000-40.000 euro l’anno per utenze e altri costi, ma è indispensabile che non si vada oltre. La ragione? Per quanto il servizio erogato sia eccellente, e la vasca lavori sette giorni su sette, non possiamo pensare a fatturati stellari veicolati da tariffe salatissime. E se le tariffe saranno molto alte, il rapporto istruttore/allievi sarà per forza molto basso (1:5 o 6 massimo). Un ultimo consiglio, affidatevi a poco e selezionatissimo personale, perché è la vera risorsa che fa la differenza, a maggior ragione in un medio-mini impianto: sarà ben pagato, e motivato a dare sempre il massimo sia nei confronti dell’azienda/club/centro al quale si lega, sia verso gli ospiti, che non rinunceranno più al momento di evasione che la piccola, accogliente piscina può regalare loro”.

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VISTO DA VICINO

Marco Tornatore, Imprenditore. È titolare dell’azienda Swim & Fit, direttore generale della European Aquatic Association, direttore editoriale di Happy Aquatics e consulentecoordinatore di Aqquatix Group.

INCONTRA L’AUTORE

Marco Tornatore sarà presente in qualità di moderatore alla tavola rotonda dedicata alla gestione di piccolemedie piscine, che si svolgerà in occasione di ForumPiscine 2014 (si veda a pag.16 e 17). I relatori? Paolo Gecchelin, Luigi Vecchio e Francesco Confalonieri.

UN CLASSICO DELL’ACQUA Piscine Oggi è la rivista che, da oltre 40 anni, propone ai suoi lettori le migliori realizzazioni di piscine private e pubbliche, parchi acquatici, centri termali, Spa e ogni altra struttura architettonica che abbia nell’acqua il suo elemento caratterizzante. In ogni numero sono presentati gli impianti più innovativi nel design, nella tecnologia e negli accessori, i sistemi per la filtrazione e il trattamento dell’acqua, le normative di riferimento, i prezzi e le ricerche di mercato. Ogni numero è unico e prezioso, abbonandoti ora sarai sicuro di ricevere, comodamente a casa tua, tutti i numeri della rivista e dei due numeri speciali Guida Piscina e Progetto Wellness.

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focus norme e leggi

Una voce fuori dal coro

Le posizioni dell’avvocato Martinelli su due questioni controverse: l’obbligatorietà del certificato medico e i compensi per attività sportiva dilettantistica. Il primo tema caratterizzato da un caotico susseguirsi di norme negli ultimi mesi; il secondo, da un quadro giurisprudenziale incerto. Con un dubbio: qual è il futuro previdenziale di chi opera nello sport dilettantistico?

“Il sistema sportivo italiano continua a pensare che nello sport non si lavori. Ma come si pensa che siano gestite le migliaia di impianti sportivi pubblici affidati al volontariato?”

VISTO DA VICINO

di Guido Martinelli Guido Martinelli, avvocato e docente a contratto presso l’Università di Bologna e Ferrara. Consulente di diverse Federazioni affiliate al Coni, autore di numerose pubblicazioni. Socio fondatore dello Studio Martinelli e Rogolino.

La redazione di questa testata mi perdonerà se toccherò solo nell’incipit di questo mio articolo il tema che mi era stato assegnato. Non amo infatti entrare nel dibattito di quando il certificato medico, alla luce delle recenti e incoerenti modifiche avvenute (per la cronistoria, si vedano gli articoli pubblicati su www.sportindustry.com), sia obbligatorio o meno. La sensazione è che su questo tema poco si discuta di “salute” dei partecipanti

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alle attività sportive e molto di “elettrocardiogramma sì o no” (con potenziali interessi di bottega sottesi) e principalmente, per quanto riguarda i gestori di palestre e impianti sportivi, di poter non chiedere il certificato, evitando così il rischio di perdere un cliente che non possa o non voglia presentarlo, stante la nota idiosincrasia italica di frequentare i malfunzionanti ambulatori del nostro sistema sanitario nazionale.

La mia posizione è sempre stata chiara: il certificato sempre e comunque è prassi che si deve suggerire come unico comportamento perché, in caso malaugurato di infortunio nell’impianto, esso rappresenta l’unica prova di avere fatto tutto il possibile per evitare incidenti e, di conseguenza evitare, per quanto possibile, conseguenze sotto il profilo risarcitorio.


focus norme e leggi

Anche nello sport si lavora

L’altra domanda che in questo periodo appare gettonatissima è legata alla possibilità di retribuire le risorse umane utilizzate nel centro con i compensi per attività sportiva dilettantistica, di cui all’art. 67 primo comma lett. M) del Tuir. L’obiettivo è pacifico: così facendo i costi si riducono di oltre il 40%, in quanto questa fattispecie non prevede il pagamento di contributi previdenziali. Risparmio che spesso è vitale per garantire la compatibilità economica del sodalizio sportivo che gestisce l’impianto e l’attività. (Sugli orientamenti del quadro giurisprudenziale a seguito delle recenti decisioni di diversi Tribunali, con dettaglio delle sentenze emesse, si veda l’approfondimento pubblicato su www.sportindustry.com). A questo punto non voglio, però, che mi si rinfacci poi un tema, che già oggi le giovani generazioni rimproverano ai miei “coetanei”, ossia quello che, sotto il profilo previdenziale, con il sistema retributivo li abbiamo impoveriti. Noi abbiamo infatti un numero importante di soggetti che a vario titolo opera nello sport dilettantistico (atleti, istruttori, tecnici, dirigenti, personale addetto agli impianti) che per un lungo periodo della loro vita lavorativa non versano alcun contributo previdenziale o assicurativo, restando, di fatto, per l’assistenza, a carico della collettività. A quanto ammonterà questo buco contributivo che rimarrà a carico della collettività quando, tra 25/30 anni, queste persone, per ragioni anagrafiche o fisiche, non saranno in grado di sostenersi autonomamente sotto il profilo economico? Il sistema sportivo italiano continua a pensare che nello sport non si lavori. Ma cosa fanno le migliaia di giocatori di pallavolo, pallacanestro, rugby, baseball, pallanuoto, ecc. che, spesso lontano dalla residenza dei propri familiari, partecipano ai vari campionati nazionali di queste discipline, portando a casa “rimborsi spese” che sicuramente gratificano le loro esigenze immediate, ma non certamente quelle della loro vecchiaia? Pensiamo che i maestri di scherma, di tennis, di nuoto, di pattinaggio, di ginnastica ecc. svolgano questa attività per “diletto”, nelle ore lasciate libere dalla loro attività principale? Come si pensa che siano gestite le migliaia di impianti sportivi pubblici affidati al “volontariato”? Sui quotidiani di questi giorni si leggono le dichiarazioni del Presidente della Federazione Pallacanestro, Gianni Petrucci, per diversi mandati Presidente del Coni, che chiede di rivedere la legge sul professionismo sportivo che impone “spese ormai insostenibili”. Ma cosa sono queste spese insostenibili se non i contributi previdenziali che le 16 società di serie “A” di pallacanestro, le uniche rimaste professioniste al di fuori del calcio, sostengono? Pertanto, presto, anche gli unici sportivi che avevano garantita una pensione grazie ai contributi versati, i professionisti, si vedranno presto ridurre questa garanzia.

Il problema va affrontato

Allora mi chiedo: ci preoccupiamo, giustamente, degli esodati, ma non ci rendiamo conto (sindacati, se ci siete battete un colpo!) di questa massa di soggetti che

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rischia di arrivare alla pensione contributiva con cifre che consentiranno di erogare trattamenti al di sotto del livello minimo di sussistenza? Conosco già l’obiezione: il mondo dello sport non ha le risorse per regolarizzare queste posizioni. Perfetto, ma quando, inevitabilmente, il problema si dovrà affrontare (ricordiamoci che l’accentuata professionalità nello sport dilettantistico è fenomeno di circa una decina d’anni e, pertanto, il momento della resa dei conti deve ancora arrivare), probabilmente, non potrò assistere per ovvie ragioni anagrafiche ma, da dove sarò, consentitemi di fare un sorriso. In chiusura, Il Corriere della Sera di oggi, 24 novembre, pubblica un trafiletto con alcune statistiche divulgate dalla Società italiana di pediatria. In genere diffido da dati per i quali non conosco il meccanismo di raccolta, ma credo che valga la pena citarli almeno come linea di tendenza, visto che confermano quella che era una sensazione in me ben presente: “Tra il 2011 e il 2012 la quota di praticanti continuativi (attività sportiva) è diminuita persino nella fascia d’età 11 – 14 anni, passando dal 56% al 53,4%. La percentuale tra i 15 e i 17 anni diventa del 48,5% e del 34,7% tra i 18 e i 19 anni”. Capite ora perché non riesco ad entusiasmarmi all’idea dell’organizzazione di eventuali giochi olimpici a Roma nel 2024…

La nostra sfida è semplificare l’operatività delle vostre strutture

ambienti innovativi per spogliatoi e servizi

INCONTRA L’AUTORE Dall’approvazione del c.d. “Decreto Balduzzi” in avanti è stato un continuo susseguirsi di interventi normativi a livello statale e regionale, che hanno finito con ingenerare un’enorme confusione, in materia sia di certificati medici sia di defibrillatori, tra gli operatori del settori e gli stessi medici. In occasione di ForumSport Congress, che si terrà in concomitanza con ForumClub-ForumPiscine (si veda a pag. 16 e 17), l’avvocato Guido Martinelli farà chiarezza in merito ai concetti di attività ludico-motoria o amatoriale, sportiva non agonistica e ad elevato impegno cardiovascolare, evidenziando gli obblighi previsti, le cautele da adottare e le possibili responsabilità per i gestori.

Modulabili Personalizzati Rispondenti alle normative vigenti di igiene e sicurezza

PER APPROFONDIRE Questo articolo pone l’accento su temi di grande importanza per il settore sportivo. Da una parte la questione ancora aperta dei certificati medici, dall’altra quella dell’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e, non da ultimo, l’annosa questione dei contributi previdenziali. Molteplici sono gli articoli scritti in materia, dalla nostra redazione come dall’avv. Guido Martinelli e dal suo studio, e molteplici saranno i futuri aggiornamenti. Vi invitiamo pertanto a leggere gli articoli dedicati ai temi certificati medici, defibrillatori e contributi previdenziali pubblicati su www.sportindustry.com nella categoria “Norme e leggi per l’impiantistica sportiva”. Link diretto: bit.ly/sid2normative

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primo piano web

Social non si nasce… si diventa Facebook, Twitter e Youtube possono essere strumenti di grande importanza per ampliare la visibilità e gli introiti di un centro sportivo. Però, attenzione, non sono strumenti facili da utilizzare, almeno non in un’ottica di marketing.

Per un centro sportivo, fingere che i Social Network non esistano è il modo migliore per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi occasioni di business.

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Luca Ercolani. Da 28 anni nel mondo del fitness, da 15 istruttore, consulente e formatore. Da anni si occupa di Consulenza, Gestione e Formazione in Social Media Marketing, proponendo corsi ad hoc per aziende e professionisti del Fitness e del Benessere.

a cura della redazione

Partiamo da una premessa fondamentale: l’impianto sportivo che avete in gestione è un prodotto. Un prodotto che va raccontato, condiviso, promosso e venduto. Nella maggior parte dei casi è di proprietà di qualcun altro, qualcuno che ve l’ha affidato affinché lo facciate funzionare nel migliore dei modi possibili. Gli utenti, dal canto loro, quelli che ogni giorno si avvicinano il vostro prodotto (i bambini della scuola calcio, le ragazze della pallavolo, i cestisti del venerdì sera), ogni singola volta vivono un’esperienza e la condividono. È sempre stato così. Prima si passavano ore a parlare al telefono, ora si postano foto su Facebook, si twitta, si caricano video sul proprio canale di Youtube. Per un centro sportivo, fingere che questo mondo virtuale, multiforme e in continua evoluzione non esista è il modo migliore

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per perdersi grandi opportunità che, se gestite a dovere, possono rivelarsi occasioni di business. Perché voi magari su Facebook non ci siete mai entrati, ma il vostro centro sportivo c’è. E non solo su Facebook. C’è nei commenti dei vostri ragazzi, c’è nelle foto scattate con il telefonino dai genitori durante una partita, e ogni singolo ragazzo/genitore ha degli amici, che a loro volta hanno degli amici, che hanno a loro volta altri amici, in una catena di relazioni che procede sin quasi all’infinito. In questo senso, “l’avvento dei social network – racconta Luca Ercolani – ha completamente ribaltato le regole del marketing e rimesso in discussione il rapporto azienda-cliente. Il rapporto con l’azienda o il brand è diventato un rapporto personale, alla pari, quasi tra amici. Nella piazza virtuale dei social media sono gli utenti che dettano le regole, creando e condividendo commenti e contenuti. Questi utenti sono disposti ad accogliere

anche le aziende, a patto che si adeguino alle loro regole del gioco. Per questo motivo non si deve entrare a gamba tesa, proponendo di acquistare fin da subito i propri servizi/prodotti. Questi possono essere proposti solo dopo aver conquistato la fiducia del cliente, con la pazienza, il dialogo e l’ascolto. Se non si coltiva adeguatamente questa capacità di relazione si arrecano gravi danni d’immagine, e quindi economici”.

Buttarsi a capofitto? No grazie!

Come già si può comprendere, essere presenti sui social network senza la dovuta preparazione, sottovalutandone i rischi, è quindi quasi peggio che non esserci affatto. “Buttarsi a capofitto nel mondo dei social – continua Ercolani – senza ad esempio sapere che cosa si debba fare per aprire una pagina Facebook o, ancor più importante, cosa comunicare tramite il web, può essere dannoso per il proprio business. Prendendo proprio


primo piano web

Facebook come esempio, uno degli errori più comuni, assolutamente da evitare, è aprire un profilo personale al posto di una pagina fan. Se desiderate attivare una presenza su Facebook per motivi professionali o imprenditoriali, dovete optare per una fanpage. Utilizzo volutamente l’imperativo perché per Facebook utilizzare un profilo personale al posto di una fanpage è una violazione dei termini stabiliti per l’utilizzo della piattaforma. Se ciò accade, Facebook, nella migliore delle ipotesi si sente autorizzato a bannarvi, ovvero a togliervi la password d’accesso al vostro profilo. Ma potrebbe anche chiudervi definitivamente il profilo. L’ho visto fare diverse volte, credetemi. Non ci sono se e ma: da un giorno all’altro Facebook chiude il profilo di chi sgarra”.

Strategie che funzionano

Quindi? Come impostare la mia presenza, ad esempio, su Facebook? “Facebook funziona se è vivo”. Così sintetizza la propria esperienza su questo famoso social network Paolo Finestra, titolare del club Agorà di Latina. “Sono moltissime le modalità con sui si possono coinvolgere le persone, prime tra tutte quelle che già frequentano il vostro centro. Ad esempio, potete invitarle a postare una loro foto scattata all’interno, stabilendo che chi riceve più mi piace vincerà un premio. Solamente con i mi piace e con le condivisioni una campagna attuata a costo zero consente di raggiungere 25-30.000 contatti in una settimana. Alcuni anni fa risultati di questa portata erano impensabili, se non sostenendo investimenti a più zeri”. Della medesima opinione anche Andrea Pambianchi, project manager e co-proprietario dei club Hard Candy Fitness: “Attraverso l’utilizzo dei social, in particolare di Facebook, cerchiamo di coinvolgere gli utenti facendoli divertire, raccontando ciò che avviene nel club, postando le foto dei soci e degli eventi tra i quali, ad esempio, ha figurato la visita di Madonna”. Due strategie che mirano quindi a coinvolgere chi già conosce il centro (sportivo o fitness che sia), portandoli a condividere foto, video e link con gli amici, che a loro volta condivideranno con i loro amici, allargando a macchia d’olio i possibili futuri frequentatori del centro sportivo.

Però, non c’è solo Facebook

Per chi si rivolge al pubblico finale, cercando nuovi clienti e utenti interessati a provare un’attività fisica o sportiva, Facebook è sicuramente il social più adatto, ma non è il solo, anche Youtube e Twitter sono degli ottimi mezzi di comunicazione e interazione. “Se si vuole utilizzare Twitter come strumento efficace di marketing – raccontano Fabio Grossi e Michela Verardo – sono cinque i passi fondamentali da seguire: 1. seguire e prendere informazioni dai cosiddetti opinion leader del vostro settore di riferimento e cercare e seguire i clienti, presenti su Twitter, che usufruiscono dei vostri servizi; 2. iniziare a conversare e a interagire amichevolmente con i clienti per comprendere più a fondo le loro esigenze, avviando un servizio di customer care online a basso costo e promuovendo sconti,

coupon, promozioni riservate esclusivamente ai follower dell’account; 3. condividere e pubblicare, con un linguaggio appropriato, messaggi simpatici e coinvolgenti: questi renderanno il vostro centro più umano, contribuendo a un’ulteriore fidelizzazione di chi vi segue; 4. rendere concreto il proprio network, non fermandosi al web e organizzando incontri dal vivo con i follower. La regola generale è trascinare senza spingere, visto che il valore sta nella relazione e non nell’autopromozione esasperata”. Consigli che valgono anche per gli altri social network, dove si rivela di fondamentale importanza la creazione di un rapporto diretto con chi decide di seguirvi, premurandosi sempre di rispondere, in tempi ragionevolmente rapidi, ai commenti, anche e soprattutto a quelli negativi. “Una strategia vincente pone infatti le sue basi – specificano Grossi e Verardo – sull’ascolto dell’utente, sulla capacità di accogliere consigli e critiche, sulla disponibilità al dialogo e la costanza nella pubblicazione di contenuti interessanti. Assolutamente da evitare lo spam con l’inserimento eccessivo di messaggi pubblicitari”. E Youtube? “Youtube è decisamente il social più impegnativo – conclude la coppia – Ci porta via circa 6/7 ore settimanali per il montaggio e il rendering video, alle quali vanno sommate almeno altre 2 ore la settimana per l’ideazione e la gestione dei contenuti e dei relativi commenti”.

Me li gestisco da solo, cosa ci vorrà mai?

Come si evince da questa seppur breve carrellata, la gestione dei social network non è un’attività che si possa intraprendere nei ritagli di tempo, senza un’adeguata preparazione e, soprattutto, senza una strategia. “I social network sono strumenti molto complessi e delicati, in continua evoluzione, quindi la formazione specifica è una componente essenziale – racconta Luca Ercolani – Una gestione adeguata dei social media richiede varie conoscenze molto specifiche (marketing, comunicazione, SEO, SEM, e-mail marketing, Web Analitycs, etc.). Non bisogna dunque commettere l’errore di affidare questa delicata attività alla segretaria o al ragazzo smanettone”. Dello stesso avviso anche Andrea Pambianchi: “Facebook funziona esclusivamente se s’interagisce davvero e in modo costante. Ma affinché ciò avvenga serve una persona che almeno otto ore al giorno si occupi di questo, che tenga monitorata la piattaforma, che risponda ai post, che interagisca con tutti. È, a tutti gli effetti, un lavoro”.

svolga quest’attività dovrebbe essere in grado di coinvolgere i clienti, incoraggiare i membri dello staff a utilizzare questi strumenti e a interagire; dovrebbe anche e necessariamente comunicare con lo staff in modo continuativo e costante. Chiunque lavori per il centro sportivo dovrebbe conoscere la strategia riguardante i social media e dovrebbe essere incoraggiato a partecipare”.

INCONTRA GLI AUTORI L’argomento social network verrà sviscerato nei dettagli durante gli eventi concomitanti ForumClub/ForumPiscine e ForumSport Congress. Luca Ercolani, Fabio Grossi e Michela Verardo saranno protagonisti di una tavola rotonda e sessioni dedicate al tema. Non perdete l’occasione di imparare come sfruttare appieno le opportunità offerte dal social media marketing. Per maggiori informazioni si veda a pag. 16 e 17.

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VISTO DA VICINO

Fabio Grossi e Michela Verardo. Ideatori e titolari dello studio di Personal Training Saluteinmovimento di Genova, di cui Grossi è direttore tecnico e Verardo direttrice scientifica, si occupano di comunicazione sul web, networking e formazione. Attualmente sono partner di YouTube/ Google con i canali multilingua sul fitness.

PER APPROFONDIRE Questo articolo nasce da una rielaborazione di due interviste a Luca Ercolani, pubblicate su www.sportindustry.com, da un articolo dedicato a Twitter a firma di Fabio Grossi e Michela Verardo e da un’approfondita inchiesta dedicata al mondo dei social network a firma di Davide Venturi, entrambi pubblicati sulla rivista Il Nuovo Club, Strumenti di Management per Centri Sportivi e Fitness Club, n°135, settembre-ottobre 2013.

Ci vuole un leader

A chi affidare dunque questo delicato lavoro? “È importante che ci sia un leader che configuri la strategia riguardante i social media e supervisioni la sua implementazione”. Spiega Fred Hoffman, formatore e consulente di livello internazionale, in ambito sia tecnico sia manageriale, nel settore del fitness. “Può essere un membro dello staff, con un’eccellente conoscenza dei social media, oppure un esterno, applicando in questo modo il principio dell’outsourcing. Chiunque

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focus formazione

ForumSport Congress: la formazione a 360° I cambiamenti nella gestione di impianti sportivi, il reperimento di risorse, le ultime novità in materia di certificati medici, defibrillatori, normativa sul lavoro; il tutto condito con case history di successo. In febbraio 2014 torna ForumSport Congress.

a cura della redazione

Idee, consigli e suggerimenti da mettere in pratica sin da subito per migliorare la propria attività. Questa la volontà alla base dell’evento ForumSport Congress.

Si rinnova l’appuntamento con ForumSport Congress, il congresso dedicato a coloro che gestiscono impianti sportivi sia pubblici sia privati, alle associazioni sportive dilettantistiche, ai tecnici, ai dirigenti e ai responsabili di federazioni ed enti di promozione sportiva, nazionale e periferici, alle aziende che vogliono mantenersi informate su un settore, quello degli impianti sportivi, che sta subendo continue trasformazioni. L’evento, che si terrà il 21 e il 22 febbraio 2014 alla Fiera di Bologna, vedrà la partecipazione di gestori, amministratori, dirigenti, professionisti e consulenti, che metteranno a disposizione della platea idee, consigli e suggerimenti da mettere in pratica sin da subito per migliorare la propria attività. I contenuti spazieranno dai cambiamenti in atto nella concessione degli impianti sportivi pubblici, alle modalità per il reperimento di risorse e di finanziamenti, al marketing realmente innovativo, alle ultime novità in materia di norme e leggi, ad esempio certificati medici, defibrillatori, normativa sul lavoro, ecc. Il tutto sempre condito con case history di successo in tema di gestione di impianti sportivi pubblici da parte di enti privati. (Per maggiori dettagli sul programma, si veda la pagina dedicata qui accanto).

Perché partecipare?

Un appuntamento imperdibile anche alla luce di un fatto che teniamo a sottolinea-

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re. Nella stessa sede e quasi nelle medesime date, si terrà anche il duplice evento, congressuale ed espositivo, ForumClub – ForumPiscine (20-22 febbraio 2014, Fiera di Bologna). Per chi non lo conoscesse, l’appuntamento mette a disposizione un expo internazionale ampio e articolato (ad accesso gratuito) di prodotti e tecnologie riguardanti la costruzione, l’allestimento, l’installazione e l’attrezzatura di impianti sportivi, piscine pubbliche e private, fitness club e centri benessere. In parallelo all’expo, torna anche l’appuntamento con un Congresso Internazionale che, da 15 anni, risponde in maniera professionale e approfondita alle esigenze di carattere gestionale e manageriale di titolari, manager e professionisti che operano nei settori fitness, piscina e benessere. Tantissime sono quest’anno le occasioni di formazione date dalla partecipazione all’evento, diviso in percorsi dedicati, che vengono incontro a tutte le necessità di aggiornamento delle diverse figure che operano in centri sportivi, natatori e wellness: Manageriale, Commerciale, Accoglienza, Instructor Program e, infine, Aquatic Management, il percorso dedicato ai gestori della piscina che affronta le principali tematiche legate al management degli impianti natatori. Per meglio farvi comprendere la varietà di contenuti proposti dal Congresso di ForumClub – ForumPiscine, abbiamo selezionato per voi alcune sessioni, nelle quali siamo sicuri troverete sugge-

rimenti e spunti pratici di sicuro interessanti. Il programma completo degli eventi ForumClub, ForumPiscine e ForumSport Congress, così come tutti i curriculum dei relatori, sono disponibili ai siti www.forumclub.it e www.forumpiscine.it. GROM: creatività e audacia made in Italy La storia delle gelaterie Grom inizia con un negozo di 25mq in Piazza Paleocapa, a Torino, aperto da due amici, Federico Grom e Guido Martinetti, con una passione e con un budget di 32.500 euro (a testa). Guido Martinetti parlerà di motivazione e forza, di come perseguire il proprio sogno senza venir meno ai propri principi e ai propri ideali, della costante ricerca di sistemi e soluzioni nuovi, fornendo spunti di riflessione ed elementi motivazionali per chiunque, in questi anni difficili, operi nel mondo imprenditoriale italiano. Relatore: Guido Martinetti Pianificazione e controllo di gestione “La mia organizzazione produce buoni risultati in confronto ai concorrenti? I risultati stanno migliorando? Sto realizzando i miei obiettivi? Come si fa a far andare le cose un po’ più “per conto loro”? Come posso far capire ai miei collaboratori dove voglio andare? Come posso trasferire loro gli obiettivi dell‘organizzazione? Come si può legare la retribuzione delle persone a quello che fanno? Come si fa a rendere le persone più partecipi ai risultati?”.


focus formazione

Queste e a molte altre domande troveranno risposta in questo seminario all day. Relatore: Alberto Manzotti L’inquadramento previdenziale e assicurativo dei collaboratori di ASD/SSD Un rilevante filone giurisprudenziale, per giustificare l’assoggettamento a contribuzione, ha cominciato a far leva su concetti quali “professionalità”, “continuità” e “abitualità” della prestazione, uniti a compensi di entità tale da poter costituire una fonte autonoma di sostentamento. Da non trascurare, poi, i primi precedenti in materia di ordinanze ingiunzioni comminate dalle DTL (Direzioni Territoriali del Lavoro) per “lavoro irregolare” che vedono i legali rappresentanti quali trasgressori e responsabili in via principale. Relatore: Ernesto Russo Investire in piccolo per guadagnare in grande Oggi non è più tempo di grandi opere in ambito acquatico, ma è strategicamente vincente investire in piccole-medie piscine, i cui costi di gestione sono relativamente bassi, con la prospettiva di marginalità e redditività invitanti, che le grandi vasche assolutamente non permettono più di ottenere. Idee vincenti, perché in un piccolo contenitore si possono sviluppare una serie di servizi coerenti con le dimensioni dello stesso, con il cui duplice obiettivo è di avere sempre un impianto molto frequentato e un ritorno dell’investimento relativamente veloce. Relatori: Paolo Gecchelin, Luigi Vecchio e Francesco Confalonieri Moderatore: Marco Tornatore Impianti ad uso natatorio: la qualità delle prestazioni Raffaele Guariniello, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, grande esperto nei settori del lavoro, della salute e dell’ambiente, si rivolgerà agli operatori del settore piscina puntando l’attenzione sul concetto di responsabilità, considerata la premessa essenziale di ogni opera di qualità. Verranno quindi prese in esame le responsabilità del Committente e quelle dell’impresa esecutrice dei lavori, legate a una possibile mancanza delle idonee qualifiche. Relatori: Raffaele Guariniello, Felice Monaco, Michele Montrano, Ivano Pelosin, Alberto Verardo Le attività di nicchia e la chiave del successo Le attività che nelle piscine non subiscono contrazione alcuna sono quelle dedicate ai bambini, dai primi mesi fino fino ai 10-12 anni. I criteri nel definire i percorsi per garantire la soddisfazione del cliente, la relazione da avviare e alimentare con queste categorie di utenza, e il potenziale di fidelizzazione: un programma tecnico, legato a definizioni sapienti del palinsesto e ad un approccio relazionale educativo, orientato ai massimi benefici per il bambino e i suoi genitori. Relatori: Manolo Cattari e Danilo Russu Sicurezza in piscina: il documento di valutazione rischi I relatori illustreranno i principali adempimenti di legge, evidenziando alcuni casi

critici connessi con le caratteristiche architettoniche degli impianti e forniranno alcuni suggerimenti operativi utili per la compilazione del documento di valutazione dei rischi. Relatore: Valter Rapizzi Comprendere e assecondare il cambiamento In un momento “turbolento” come quello attuale, in cui le certezze sono merce rara, l’unica vera certezza è il cambiamento. Nel modo di pensare, programmare e agire. Tre professionisti di altissimo profi-

lo, con esperienze e background formativi diversi, ma accomunati dalla profonda conoscenza dell’azienda club, analizzeranno lo stato dell’arte del settore fornendo preziose indicazioni per andare incontro al futuro con la mentalità e gli strumenti giusti. Parleranno di marketing, vendita, customer care, organizzazione strategica dell’area destinata all’allenamento, del ruolo chiave dello staff e molto altro ancora. Relatori: Edward Gober, Fred Hoffman, Alan Leach

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PER APPROFONDIRE

www.forumpiscine.it www.forumclub.it Segreteria scientifica e vendita stand EDITRICE IL CAMPO tel. 051 255544 forum@ilcampo.it Segreteria organizzativa ABSOLUT venti&comunicazione tel. 051 272523 info@absolutgroup.it

forumsport congress 2014 Bologna, Palazzo dei Congressi

Venerdì 21 febbraio {Sala Azzurra} Ore 09.15 – 10.45 D’ora in avanti saranno tutte delle finali... (Ovvero le tante sfide da vincere per parlare realmente di marketing innovativo) Relatore: Roberto Ghiretti (Studio Ghiretti & Associati)

Ore 11.00 – 13.00 Ordinarie e straordinarie storie di gestione: Quali modelli nel futuro degli impianti sportivi? Tavola rotonda Moderatore: Roberto Ghiretti Intervengono: Claudio Magni (In Sport), Gino Santi (So.ge.se.), Sergio Tosi (Sport Management)

Sabato 22 febbraio {Sala Italia} Ore 09.15 – 10. 15 La tutela sanitaria dopo il Decreto Balduzzi Relatore: Guido Martinelli Ore 12.00 – 14.00 Vizi e virtù dello sport dilettantistico: linea diretta con gli enti accertatori Tavola rotonda Moderatore: Guido Martinelli Intervengono: dirigenti e funzionari di alcuni organi di controllo, tra i quali Silvia Wertheimer (SIAE)

Ore 14.30 – 16.30 La riqualificazione energetica dell’impianto sportivo: tecnologie, costi, benefici, finanziamenti, case history Tavola rotonda Relatori: Riccardo Breveglieri (Arsea), Alberto Cervi (Refit Solutions), Edoardo Gugliotta (ICS), Paolo Picozzi (Mc2 Sportway), Donato Zangani (D’Appolonia - SportE2) Ore 16.45 – 18.00 Pubblicità e sponsorizzazione: conoscere la disciplina dei contratti per utilizzarli al meglio Relatore: Guido Martinelli (Studio Legale Martinelli Rogolino) Ore 15.00 – 17.00 Social e Media language: dalla palestra alla fitness e sport community Laboratorio Moderatore: Gianluca Scazzosi (Wellink) Intervengono: Luca Ercolani (consulente), Carmine Preziosi (Fitness Lab), Michela Verardo e Fabio Grossi (Saluteinmovimento)

A CHI SI RIVOLGE? • attuali o futuri gestori di impianti sportivi pubblici e privati; • società e associazioni sportive • dirigenti e responsabili all’interno di enti pubblici che si occupano di sport e impiantistica sportiva, assessorati; • tecnici, dirigenti e responsabili di federazioni, enti di promozione sportiva, CONI. CONVENZIONI Saranno attivate convenzioni che consentiranno di partecipare all’evento usufruendo di tariffe scontate, già previste per gli abbonati di Editrice Il Campo.

È un’iniziativa Per informazioni, iscrizioni e prenotazioni: Segreteria Organizzativa: Absolut Eventi & Comunicazioni, 051.27.25.23 Segreteria Scientifica e Vendita Stand: Editrice Il Campo, 051.25.55.44, www.forumclub.it

con il patrocinio di:

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rassegna tribune e sedute

Ogni impianto merita un pubblico Lo sport è emozione da condividere. Sugli spalti, la domenica, a soffrire e a gioire insieme alla propria squadra del cuore; oppure il sabato pomeriggio, nella palestra della scuola, ad applaudire i propri compagni che si sfidano nel torneo di basket. Qualsiasi sia la vocazione di un impianto, non si può prescindere dalla presenza di un pubblico e di strutture adeguate ad ospitarlo. In questa rassegna presentiamo dunque una carrellata delle proposte del mercato in materia di tribune: in calcestruzzo, telescopiche, fisse, ribaltabili, trasportabili, “rapide”, mettendone in evidenza le qualità e le caratteristiche tecniche. E siccome non esiste tribuna che si rispetti senza sedute, in questa sede potete trovare anche alcune proposte loro dedicate. Per chi volesse approfondire o contattare le aziende qui presentate, per avere maggiori informazioni o per richiedere preventivi, la medesima rassegna è pubblicata anche nel canale Complementi di www. sportindustry.com. Link diretto: bit.ly/sid2tribune.

Artisport: tribuna fissa per interni Artisport, una delle maggiori aziende italiane specializzate nella produzione, installazione e fornitura di articoli per impianti sportivi, palestre e fitness club, presenta una tribuna fissa per interni, con struttura in acciaio verniciato, piani di calpestio e tamponamento in multistrato o in lamiera preverniciata, piano di seduta betulla o scocche di polipropilene. Personalizzabile sia in lunghezza sia in profondità, la struttura risulta certificata secondo norme e D.M. vigenti.

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Ceta: nuova tribuna stadio Rigamonti Ceta presenta la nuova tribuna prefabbricata, tipo G2M30/0, fornita e posata allo stadio Rigamondi di Brescia. Con una lunghezza di 68,40 m e una profondità di 23,55 m (max), è composta da 3702 posti a sedere su trenta file di sedili. La struttura portante è realizzata in acciaio zincato a caldo, con piani di calpestio in acciaio antisdrucciolo, sempre zincato a caldo, scale di smistamento con gradini in acciaio antisdrucciolo (zincato a caldo) con inserto in polistirolo riciclato colore giallo e sedili Drop senza schienale stampati per iniezione in polipropilene copolimero ignifugo in classe 1 (colori blu e bianco).

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HOBAG: tribune in calcestruzzo Le tribune in calcestruzzo per impianti sportivi di Hobag, da un decennio principale produttore di elementi prefabbricati in calcestruzzo, si distinguono per la capacità di offrire massima flessibilità e adattamento alle richieste e ai progetti più inconsueti, così come a restrizioni strutturali. La ricca gamma di caratteristiche configurabili permette di realizzare tribune su misura, progettate e realizzate sulle esigenze del cliente.

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rassegna tribune e sedute

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Ilma: una tribuna rapida La tribuna rapida è una struttura brevettata ILMA che permette di realizzare gradinate in tempi ridottissimi, in ambienti sia all’interno sia all’esterno. Interamente costruita in tubolari di alluminio, risulta estremamente leggera e maneggevole, con ruotine agganciate al telaio che permettono lo spostamento veloce di ogni modulo. Per comporre un tribuna sarà sufficiente accostare singoli moduli di lunghezza pari a 2 m, bloccando le ruotine con una semplice pressione del piede su un apposito pedale. Massima, infine, la libertà compositiva: grazie alla presenza di elementi speciali, sono disponibili configurazioni rettilinee, ad “angolo”, a “L”, a “U” o altro.

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Nuova Radar Coop: tribuna fissa carenata Specializzata nella produzione di tribune, telescopiche e fisse, e di sedute, vi presentiamo la tribuna fissa carenata con corridoio posteriore, installata da Nuova Radar Coop nel Palazzetto Godega di S. Urbano (TV) realizzata in tavole in legno multistrati, verniciato al naturale. In questa realizzazione, la necessità era di creare un corridoio posteriore per il transito del pubblico e un collegamento a “ponte” nel punto di interruzione nella mezzeria. Come si può osservare al centro della tribuna, trovandosi l’accesso agli spogliatoi, è stata realizzata l’interruzione con un “ponte” posteriore per il transito delle persone. Il tutto protetto da parapetti.

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Tribuna modulare Orlando Prodotta da Mario Orlando & figli, la tribuna modulare brevettata Orlando si distingue per le dimensioni contenute dei tre elementi base e per la capillare modularità, che assicura la realizzazione di un’unica grande struttura o di più tribune modulari ridotte, posizionabili anche in terreni sconnessi e irregolari. Tutto ciò senza compromettere l’estetica e la sicurezza, grazie al controllo delle saldature, rigorosamente a filo continuo. La struttura, realizzata in acciaio zincato a caldo, può essere dotata di sedute sia su panche sia su scocche in polipropilene ignifugo. Allestimento e smontaggio, grazie ai componenti a incastro, non richiedono alcun intervento specializzato.

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rassegna tribune e sedute

Sport System: tribuna VIP componibile Sport System presenta la tribuna VIP componibile e trasportabile. Una soluzione versatile per realizzare una tribuna VIP di medie dimensioni, componibile secondo le più svariate esigenze in base all’alternanza preferita tra moduli seduta e moduli scala, facilmente trasportabile e stoccabile a bordo campo. Sia il modulo seduta sia il modulo scala possono essere ribaltati su se stessi e spostati grazie alle apposite ruote, integrate alla struttura. In questo modo, l’intero modulo appare come ripiegato su se stesso, arrivando ad avere una profondità di appena 120 cm. Dimensioni massime totali del modulo in posizione d’uso: 130 (L) x 240 (P) x 147 (H) cm.

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Aqua: seduti nel massimo comfort Prodotta integralmente da Aqua, Hi-Seat è una seduta a schienale alto espressamente progettata con la finalità di offrire i più alti livelli di comfort allo spettatore durante l’evento sportivo. È realizzata in un unico pezzo in materiale termoplastico, tramite stampaggio a iniezione di polipropilene copolimero colorato con masterbach di polipropilene. Prodotta nel rispetto dei regolamenti riguardanti la resistenza delle sedute per eventi sportivi, è dotata di supporto per le spalle, così da disperdere la forza peso e sostenere il tronco simulandone la forma, area di appoggio per eventuali oggetti, area di supporto per le gambe che impedisce lo scivolamento in avanti e supporto per le aree ischiatiche, per un’ergonomia assoluta. bit.ly/sid2tribune

Bericoplast: nuovo brevetto per la seduta Charlie Una seduta pieghevole di strutturazione molto semplice, che presenta un costo di produzione competitivo, tale che il suo impiego risulta vantaggioso anche dal punto di vista economico. Una seduta che, grazie alle sue qualità, permette di attutire l’impatto tra il perno e il fine corsa definente la condizione di riposo. Realizzata in copolimero di polipropilene o poliammide 6, oggi Charlie, la seduta prodotta da Bericoplast, è coperta da brevetto per Modello d’Utilità (N.VR2013U000045), depositato il 21/10/2013. Disponibile su telaio singolo, ribaltabile o su struttura modulare a 2, 3, 4 posti.

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Mondo: sedute a ribaltamento semplice Mondo presenta G2007 S, una seduta molto comoda e robusta, con un sistema di ribaltamento semplice, per gravità, che la richiude automaticamente quando una persona si alza, lasciando il passaggio libero sui gradoni. Creata nel rispetto delle normative per il deflusso, ha una struttura in materiale termoplastico, stampato a iniezione con gas per la formazione di tubolari cavi strutturali, che ne aumenta la resistenza meccanica. Nella foto: le sedute installate da Venelli Seating nel Campo Centrale del tennis al Foro Italico; da notare la scelta di cinque tonalità di grigio, partendo dal grigio ardesia per il livello più basso delle tribune e poi più chiaro mano a mano che si sale fino al contorno finale del perimetro. Questo perché, come ha detto Giancarlo Venelli: “Sono le persone a dover colorare la tribuna, non le sedute”.

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Omsi: poltrona in poliammide Nata dall’esperienza di oltre 50 anni di attività nella realizzazione di stampi e iniezione di materie plastiche, la poltrona modello OMSI M2012 è composta da una struttura portante in poliammide ignifugo caricato fibra vetro, che le conferisce design e robustezza. Le caratteristiche del poliammide fanno sì che la poltrona M2012 risulti particolarmente indicata per le zone ad alta umidità e concentrazione salina. Il sedile/schienale, in polipropilene, abbraccia la struttura stessa in tutte le sue parti, risultando così anti-vandalo. Nella parte inferiore della struttura del sedile è presente un apposito spazio pubblicitario da dedicare a loghi societari o eventuali sponsor.

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scelti per voi novità dal mercato Nuovi modelli di gestione

TANTI PRODOTTI, UN UNICO “LUOGO”

Prodotti, sistemi, tecnologie. Ma anche novità, interviste e approfondimenti dedicati alle aziende del settore dell’impiantistica sportiva. Tutto questo, e molto di più, lo potete trovare nelle sezioni “novità prodotti” e “scelti per voi” dei canali Sport & Fitness, Piscine, Wellness e Complementi di www.sportindustry.com. Dal sito potete anche contattare direttamente le aziende, per chiedere informazioni o preventivi, grazie alla presenza di vetrine aziendali dedicate. In questa sede, vi presentiamo una selezione di tutte le novità presentate su www.sportindustry.com, con testi brevi che descrivono le caratteristiche tecniche principali del prodotto. Per approfondire, vi basterà inserire il link diretto, segnalato dalla nostra lente, nel vostro browser di internet.

Tra riabilitazione e sport

Byteware presenta il nuovo modello per la gestione degli iscritti in fitness club e centri sportivi basato sul pay per use, ovvero sul concetto del “pagare in base alla disponibilità del momento e solo per quello che viene effettivamente utilizzato”. Una strategia che, in tempi di difficoltà economica, può rivelarsi vincente. Si tratta di un modello basato sulla vendita di “punti” piuttosto che di mesi o ingressi e/o sedute, le cui modalità d’acquisto iniziale e ricarica, nonché di consumo, si basano su innovativi meccanismi incentivanti, estremamente semplici da gestire e immediatamente comprensibili da parte sia dell’iscritto sia del personale incaricato della vendita. Byteware è riuscita a integrare tutto questo nel proprio software gestionale TO.M.M.YS., attraverso la realizzazione di un apposito modulo, messo a punto nel corso di diversi mesi presso alcuni importanti impianti clienti. Come funziona? Scoprilo nell’articolo su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid2byteware

Un acquascivolo da brividi

Leg Press MED, di Technogym, è un attrezzo professionale specifico per il campo riabilitativo e sportivo. Esso permette di allenare gli arti inferiori in modo preciso ed efficace. La sua biomeccanica è studiata per offrire diverse possibilità di allenamento per chi deve recuperare funzionalità dopo un intervento o infortunio, per chi vuole prevenire problemi articolari, o per gli sportivi che desiderano potenziare in modo più intenso i muscoli delle gambe. Da oggi, Leg Press MED è anche dotata del nuovo Multiple Resistance System che combina tre tipi di carico: il peso del carrello, la resistenza elastica e il tradizionale pacco pesi. Tale sistema, per la prima volta nel mercato, garantisce la possibilità di impostare 5 diverse modalità di lavoro sullo stesso attrezzo, rendendolo estremamente versatile per tutte le applicazioni.

Progettato e realizzato dalla divisione Acquaparchi e Scivoli di Piscine Castiglione, in collaborazione con MSC Cruise Technical Department, Vertigo è uno scivolo acquatico di oltre 120 metri: il più lungo scivolo a corpo libero mai progettato e costruito a bordo di una nuova nave da crociera (la MSC Preziosa). Vertigo permette agli ospiti di provare un’emozionante discesa tra curve e tornanti con fasce di colore traslucide che creano un sorprendente effetto stroboscopico, portando gli ospiti anche oltre il perimetro della nave con un breve passaggio sul mare. In questo tratto, lo scivolo diventa oltretutto trasparente, offrendo un’elettrizzante vista sul mare da circa 60 metri di altezza.

Per approfondire: bit.ly/sid2technogym

Per approfondire: bit.ly/sid2castiglione

Tra piscine, benessere e sport Nel settore dello stampaggio plastico dal 1976, Aqua Industrial Group nasce ufficialmente nel 1994, quando l’azienda smette l’attività conto terzi e si concentra sulla produzione e commercializzazione di propri prodotti. Oggi, Aqua è un esempio eccellente di come si possa continuare a crescere e prosperare anche in periodi di crisi economica, grazie a una politica di investimento incentrata sull’implementazione della capacità produttiva interna, sull’incentivazione della ricerca e dello sviluppo di nuovi prodotti e, infine, sulla volontà di fornire alla clientela soluzioni su misura e a 360 gradi. All’interno della vasta produzione dell’azienda, su www.sportindustry.com approfondiamo tre tecnologie: Modulo 80, un pannello in metallo per la creazione di strutture prefabbricate per piscina, RESTORE, la prima SPA modulare frazionabile ed espandibile e, infine, l’erba sintetica HI-GREEN, ideale per venire incontro alle esigenze in termini di performance di campi da calcio a 5, a 8, calcio pro 11, rugby, tennis, hockey e spazi polifunzionali.

Per approfondire: bit.ly/sid2aqua

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scelti per voi novità dal mercato

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Progettare il benessere Un centro benessere realizzato da Italpool all’interno dell’hotel “Madonnina del Gran Paradiso”, a Cogne, su progetto dell’architetto Mauro Doro. Una creazione che si distingue per la sua particolare collocazione. Il centro benessere, talvolta “relegato” ai piani seminterrati o interrati degli edifici, in questo caso occupa tutto il primo piano (600 mq complessivi), con ampie vetrate che si affacciano verso le vette del S. Orso. La posizione permette di godere del panorama anche dall’interno della grande piscina, dotata di impianto di illuminazione multicolore, e dalla vasca idromassaggio a 12 posti, leggermente rialzata, dotata di geyser e cascata d’acqua. Il centro conta anche di sauna, docce emozionali, cascata di ghiaccio e bagno turco. All’esterno: una minipiscina idromassaggio. Per approfondire: bit.ly/sid2italpool

trimestrale, anno 4, n. 14 ott-dic 2013 Periodico iscritto al ROC, con numero 6228 ISSN 2038-5781, e all’ANES. Associato al sistema Confindustria Per contattare la redazione info@sportindustry.com Direttore responsabile Federico Maestrami Redazione Alice Spiga (responsabile redazione), Chiara La Piana, Davide Venturi, Sara Lisa di Mario Hanno collaborato Lucia Dallavalle, Guido Martinelli, Alberto Manzotti Progetto grafico Alice Anna Rameschi, Claudia Gamberini, Sergio Melani

Il benessere in meno di 5 mq

Videoimpaginazione Sabrina Paoletti

Aqua Templum, di Müster and Dikson, è una mini-SPA professionale made in Italy. In meno di 5 mq è possibile contare sull’accoglienza tipica dell’ambiente termale: mosaico in ceramica, panca riscaldata, ampie superfici vetrate, comandi intuitivi e accessori di facile utilizzo. Con un semplice gesto è infatti possibile scegliere tra 19 programmi automatici: bagno turco, massaggio cervicale, massaggio scozzese, nebbia fredda, pioggia tropicale, musicoterapia, Thalasso e cromo-terapia. Aqua Templum è inoltre dotata di impianto di diffusione musicale attraverso vibrofoni, amplificatore e lettore USB. Per l’installazione sono sufficienti comuni attacchi idraulici e una semplice presa elettrica, senza interventi a pavimento o muratura.

Prestampa Massimo Piani Fotografie Sxc.hu Stampa VENETA ROTO - Verona (VR) Spedizione in posta target PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA © Copyright Editrice Il Campo srl fondata da Franco Maestrami Per approfondire: bit.ly/sid2muster

Direzione editoriale Federico Maestrami, Roberto Maestrami Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità Via Amendola 11, 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44, Fax 051.25.53.60 info@ilcampo.it

Docce per passione Ama Luxury Shower è l’azienda Lumezzanese specializzata nella progettazione e costruzione di colonne doccia per esterni e benessere interamente made in Italy. Dopo più di 20 anni di esperienza nel campo della rubinetteria e 10 anni di progettazione di automatismi per industria e stampaggio di termoformatura, nel 2008 il titolare di Ama Luxury Shower immette sul mercato un prodotto di alta qualità, utilizzando materiali nobili, solo acciaio inox AISI 316L, il più resistente nel tempo contro eventi atmosferici e salsedine, con un’attenzione al risparmio idrico. Oggi l’azienda vanta applicazione in vari ambienti privati e pubblici: piscine, terrazze, giardini, parchi acquatici, hotel, centri sportivi, centri benessere e SPA. Nella foto: getto a cascata della Linea Solare.

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