Vivere Sostenibile Ferrara estate2016

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B U O N E P R AT I C H E , B E L L E I D E E E B U O N A A M M I N I S T R A Z I O N E

PRIMAVERA 2016

COPIA OMAGGIO

BIO-ECO RIVISTA INDIPENDENTE

ESTATE 2016

Supplemento di Vivere Sostenibile - Giugno 2016 - n. 29

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EDITORIALE

UN ANNO SOSTENIBILE A FERRARA! BUON COMPLEANNO VIVERE SOSTENIBILE

di Riccardo Galli – vs@viveresostenibile.net Bene, dopo un anno siamo qui sorridenti con il numero dell’Estate 2016 in mano. Rivivo il ricordo del primo numero a Giugno di un anno fa: la proposta di Maddalena e Silvano che ha dato inizio a questa avventura, occuparmi della prima edizione di Vivere Sostenibile dopo quella di Bologna. Con passione mi sono dedicato al progetto, accettando di slancio e rendendomi conto che la responsabilità era notevole. Il primo passo fu quello di far conoscere il giornale per trovare punti di distribuzione anche se il giornale non esisteva ancora e presentavo Vivere Sostenibile edizione Bologna. Si è poi passati a raccogliere i contenuti sostenibili del territorio, capivo cosa volesse dire mettere il proprio nome su un giornale che pochi conoscevano anche se a Bologna Vivere Sostenibile era già un punto di riferimento importante. Il terzo passo è stato creare un tutto armonico degli articoli, foto, appuntamenti e notizie legate al territorio di Ferrara e alla sostenibilità che sono diventati un giornale sostenibilmente unico in tutto e per tutto. Questi ricordi mi riportano alla realtà di oggi, che è quella non solo legata all’edizione di Ferrara: il giornale è ormai è un network nazionale e noi ne siamo parte. Ferrara vuole essere sostenibile e il bello che tramite Vivere Sostenibile lo fa sapere a tantissimi italiani, le edizioni coprono un area nazionale. Dopo un anno le copie nei punti di distribuzione vengono cercate e prese da moltissimi per avere fra le mani una lettura consapevole e c’è tanta curiosità per il numero nuovo. Per me è una esperienza fantastica, il mio sapere si sta sempre più arricchendo, insieme alla conoscenza di nuove persone. Spero

tempo di lettura:

che il giornale arrivi sempre di più alle persone che non lo conoscono ancora, magari anche tramite da divulgazione da parte dei lettori. Alcuni di voi ci hanno contattato avendo visto il giornale in giro e anche fuori dal centro della città: mi ha dato tanta energia, come vedere chi ha legato la propria attività a quella di Vivere Sostenibile. I progetti sono tanti e sostenibili, abbiamo bisogno di energia e di una mano da parte di tutti voi: siamo sulla stessa barca, la Terra, il giornale piace ma si può sempre fare sempre meglio. Vi invito a darci consigli per farci ancora più sostenibili, lo spazio c’è ed è per tutti colori che vogliono proporre temi legati al territorio o di carattere universale sostenibile. Intanto andrò a distribuire le copie dell’edizione estiva e spero che a settembre alcuni di voi abbiano raccolto il mio messaggio che oltre a riempire il giornale di voi, aumenterebbe la fiducia: le persone creano onde positive e alla fine anche chi è refrattario o indifferente sarà coinvolto in una nuova esperienza sostenibile. Credo fortemente che il mercato sia dettato dai soliti, complice la loro deviata informazione mentre il potere lo esercitiamo noi consumatori che possiamo fare da guida sulle nuove strade da percorrere: noi con voi siamo un piccolo passo in questa direzione. Tanti auguri Vivere Sostenibile edizione Ferrara, tra le nuove edizioni siamo i più “vecchi”, i più piccoli, con il territorio più ristretto ma siamo già in tanti, in piedi e consapevoli del lavoro che ci aspetta... noi ci siamo! Buon Compleanno! E buona lettura a tutte e a tutti del numero estivo di Vivere Sostenibile a Ferrara.

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“Conservare l’infanzia dentro di sé, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”. Bruno Munari


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Ferrara

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le tue attività e iniziative per associazioni e cooperative sociali

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che svolgano attività, corsi, iniziative o che producano o commercializzino prodotti o che realizzino servizi nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale e del benessere della persona e degli animali

Perché aderire al club della coccinella (o di vivere sostenibile)

Aderendo al Club avrai questi benefici: • rivolgerti a una platea di oltre 100.000 lettori di Vivere Sostenibile, sensibili e attenti ad una migliore qualità della vita! • sarai più facilmente individuato e trovato dal tuo potenziale cliente o socio rispetto alle realtà che non aderiscono al Club; • comparirai agli occhi del cliente o socio come un’impresa o associazione adatta alle sue esigenze e sensibilità; • rafforzare la tua attrattività e credibilità, aggregandoti con altri operatori che hanno caratteristiche simili e che operano nel campo della sostenibilità e del benessere; • aumentare la tua presenza e riconoscibilità presso il target dei tuoi potenziali clienti o soci.

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aderendo con la tua Associazione e/o Cooperativa entro il 31/12/2016 il prezzo di adesione annuale sarà ridotto a € 217+ iva (invece di 260 + iva). Per aderire, invia ORA una mail a info@viveresostenibile.net con il tuo nome, il nome della tua associazione o cooperativa e il tuo recapito telefonico. Ti richiameremo per definire la tua adesione.

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che vogliono promuoversi utilizzando “Vivere Sostenibile” Ferrara

Cos’è “Vivere Sostenibile” Ferrara? E’ un progetto divulgativo sui temi della sostenibilità economica, ambientale, sociale e culturale, che si sviluppa con un magazine mensile, un sito web, una newsletter agli iscritti al portale e una APP. A cosa serve “Vivere Sostenibile” Ferrara? A fare incontrare domanda e offerta di prodotti e servizi eco-sostenibili. A informare un target attento e sensibile a questi temi su: novità, nuovi prodotti e servizi, eventi e iniziative di aziende, Enti e associazioni. A fare aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’urgenza di un cambiamento del paradigma di sviluppo e ad orientarne acquisti e comportamenti quotidiani, verso un modello basato su efficienza, decrescita, equità sociale ed economia collaborativa. Come viene distribuito “Vivere Sostenibile” Ferrara? Il magazine mensile stampato: nei negozi e ristoranti BIO, nelle cassette dei GAS, nelle sedi di associazioni, cooperative onlus, nei mercatini a km 0 e di agricoltori BIO, nelle feste/festival, fiere di salute, benessere, ecologia, BIO, ecc, nelle biblioteche comunali e di provincia, negli URP comunali, in molte attività (idraulici, pannelli solari, edilizia BIO, infissi, ecc) eco-sostenibili. COPIE medie mensili distribuite 8.000 Il magazine on-line: inviato in formato PDF direttamente agli iscritti al portale e agli iscritti alle associazioni aderenti all’iniziativa. Consultabile on-line, sul sito del portale e tramite FB. COPIE medie mensili consultate 20.000 Perché investire su “Vivere Sostenibile” Ferrara? Per raggiungere ed informare un target di persone sensibili e attente ai temi della sostenibilità, che orientano sempre più i loro stili di vita in modo coerente, attento e responsabile!

18% Italia

80% Ferrara e provincia

2% Estero

Per età: 22% over 60

48% 36-60

24% 21-35

3% 39% Imprenditori Disoccupati professionisti 13% Studenti

25% Dipendenti

Direttore Responsabile Silvano Ventura direzione@viveresostenibile.net

Capo Redazione Maddalena Nardi redazione@viveresostenibile.net

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

Per attività svolta:

6% Under 20

Supplemento a Vivere Sostenibile Marzo 2016 - n°26

Copia per gli abbonati - Valore copia E 0,10 - CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 29/02/2016

Chi legge “Vivere Sostenibile” Ferrara? Analisi dei lettori: Per area geografica:

Redazione Nazionale Via F. Santi 4 - 40055 Castenaso (BO)

20% Pensionati

Andrea Nesi Annamaria Bortolotti Beatrice Calia Catherine Ratajczak Guidi Cristina Mori

Daniela Lorizzo Luciana Rigardo Elisabeth de Souza NunesManuela Frigatti Francesco Molan Margherita Bruni Giovanni Santandrea Marinella Riccò Linda Maggiori Roberto Grillini Luciana Baroni Samanta Mordenti

Sarah Cervellati Shelly Gluzman Silvia Malagoli Stefano Delli

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ASSOCIAZIONE ITALIANA COMUNITÀ SOSTENIBILI Sei un gruppo, un GAS, un’associazione, un circolo che promuove pratiche più sostenibili? Condividi i valori promossi da Vivere Sostenibile Ferrara e pensi che vi siano delle affinità con il tuo progetto? Ti piace la sua connotazione locale e vuoi rimanere aggiornato sulle pratiche eco-compatibili della tua zona? Hai due strade: puoi aderire al Club della Coccinella e usufruirai di numerosi vantaggi (vedi box a fianco). Altrimenti, se desideri semplicemente ricevere e diffondere, presso i tuoi associati, le copie cartacee di ogni uscita mensile, puoi sostenerci ABBONANDOTI! Potrai, così, ritirare, ogni mese, presso la sede o il ritrovo del tuo gruppo o associazione, le copie cartacee di Vivere Sostenibile Ferrara. Inoltre, potrai fruire di uno spazio, da utilizzare nell’arco dei 12 mesi, per descrivere chi siete e cosa fate, e per dare visibilità ad iniziative ed eventi da voi organizzati! Per maggiori informazioni sulle modalità di adesione, manda una mail a: info@viveresostenibile.net o chiama il 0521 834 928 - cell 335 718 7453.

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SPUNTI E PROPOSTE

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ESTATE 2016

Risparmio e Auto-produzione: perchè sì? tempo di lettura:

di Francesco Molan

E’ importante, poi, a mio parere, maturare e mantenere un atteggiamento positivo rispetto a ciò che si compie. Nella filosofia orientale si usa l’espressione karma yoga, ovvero quell’attitudine a compiere un’azione (o un lavoro, qualunque esso sia) godendosi l’attimo presente in cui si svolge, senza dare troppa importanza al risultato e ai frutti delle proprie azioni. È il cammino,

La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quali bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere. José Mujica

il processo, ciò che conta di più. Quel saggio di Goethe, non certo di origine indú, scriveva che “non è importante fare dei passi che un giorno ci condurranno al fine, ognuno di questi passi deve essere in se stesso una meta”. Non essere più dipendente dal supermercato, perché la zucca che cresce coltivata nell’orto grazie ai semi scambiati o conservati dall’anno precedente, è una possibilità reale, è una realtà concreta: significa aver già intrapreso una rivoluzione di indipendenza, di aver fatto la dichiarazione pubblica di non accettare il controllo dell’industria alimentare. Ma sono scelte, niente di più, niente di meno. Poi è chiaro, si potrebbe discorrere in pagine e pagine sul concetto di cittadino = consumatore, di emancipazione, di resilienza, di ribellione agli schemi e condizionamenti sociali, eccetera eccetera. Tutti discorsi che mi trovano profondamente d’accordo, ma sempre tesi a voler giustificare un qualcosa che, in concreto, ognuno di noi dovrebbe “sentirsi di fare”. La realtà è che, se provassimo a vivere tutti in modo più semplice e frugale, non ci ritroveremmo a vivere in un Pianeta che, ogni anno, perde settimane di vita rispetto all’anno precedente a causa dei cambiamenti climatici derivati dallo sfruttamento dissennato delle risorse naturali non rinnovabili. L’evoluzione ci ha portato a innalzarci dalla quadrupedia alla bipedia: allora usiamo le mani, per trasformare in meglio un mondo che non ci piace e che non ci rende felici. E proviamo ad impiegare il nostro tempo, ridotto all’osso, per diffondere, diffondere e ancora diffondere, le buone pratiche quotidiane!

SOMMARIO Spunti e proposte

p. 3

Tradizione e stagionalità

p. 4

Alimentazione consapevole

p. 5

Vacanze sostenibili

p. 6

Benessere corpo e mente

p. 7

Bambino naturale

p. 8

PRIMAVERA 2016

Autoprodurre significa tornare a saper fare le cose con le nostre mani, riscoprendo, spesso, metodi di lavoro antichi. Si tratta a tutti gli effetti di una filosofia di vita, oltre che di un atto di rispetto per sè stessi e per il Pianeta. Perché ci fa bene? Perché è un modo di riappropriarsi del proprio tempo, di trascorrerlo liberando la propria creatività, che è in tutti noi, ma che spesso ha bisogno di essere stimolata ed allenata. A molti l’idea piace, però fatica a metterla in pratica, ad altri spaventa: a me, invece, crea dipendenza! Sì, perché, una o due volte a settimana, mi diletto nella preparazione del pane con la pasta madre e dei germogli; almeno una volta al mese preparo il latte di soia o di riso; occasionalmente mi avventuro nella fabbricazione della birra (spalleggiato da amici molto “interessati”), del dentifricio, del detersivo per la lavatrice… Per non parlare di altre trasformazioni legate alla campagna e alla stagionalità, come le marmellate, le conserve e il compost per l’orto. E, in questi casi, ogni mano in più diventa un regalo prezioso. Di base, prima di acquistare, valuto con attenzione i miei bisogni reali, mi chiedo che cosa mi sia necessario per autoprodurre, per poi decidere in base alle mie possibilità. In questo modo, provo a spostare più in alto l’asticella dei miei usi e consumi, partendo dall’ingrediente base, piuttosto che puntare esclusivamente al prodotto finito. Non c’è dubbio che la vita del volenteroso autoproduttore sia impegnativa: il tempo sembra non essere mai abbastanza, anche soltanto per cercare le informazioni, le soluzioni più in linea con le proprie aspettative (e budget), per non parlare della preparazione e dell’elaborazione. Produrre in casa costa fatica, ma è divertente e porta grandi soddisfazioni: ci si riconnette con il presente, si riduce lo spreco, l’inquinamento ed, infine, ci si emancipa, per quanto possibile, dal mercato, che ci vizia e stravizia con prodotti e servizi spesso inutili, provenienti da chissà dove e contenenti chissà che cosa.

5 min

Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

p. 9-12

Punti di distribuzione

p. 13

Speciale due ruote

p. 14-15

Scelte sostenibili

p. 16

Territorio

p. 17

Agri-cultura

p. 18

Calendario, mercati e annunci

p. 19


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TRADIZIONE E STAGIONALITÀ

Sito per approfondire: www.beatricecalia.it ESTATE 2016

Dal Solstizio d’Estate alla festa di S. Giovanni il sole trionfa di Beatrice Calia - beatrice.calia@gmail.com Acqua e luce sono la base della Vita. Nell’antica società agraria il culto del sole era vitale e l’essere umano usava benedire tutti gli elementi e ritualizzava i passaggi per non perdere l’unione col Creato. Durante l’anno due momenti meravigliosi si mostrano per propiziarci una buona Vita. Uno è il solstizio invernale che ci guida al Natale, inizio di una stagione propensa all’introspezione, l’altro avviene inizio estate, tempo di interazione sociale. Si magnifica la Terra gravida di vita, perché ci accompagni verso la luce e la calura estiva sia clemente. Un tempo, questo momento era ritenuto magico, ovvero legato alla Natura e a noi stessi, e si facevano gesti legati all’abbondanza e alla gioia. Il Solstizio d’Estate è il giorno più lungo dell’anno, il sole trionfa nel cielo e vi è la comunicazione diretta fra visibile e invisibile, i due opposti si incontrano e si fondono. La festa di San Giovanni è un’antica festa celtica associata con le forze lunari, con la rugiada e con le erbe che, raccolte questa notte, hanno maggior potere: iperico, artemisia, arnica, ruta, achillea, salvia, rosmarino, noce, ribes, erica, verbena. Nella foto ho preparato la “Guazza profumata di S. Giovanni” arricchita con le amiche erbe dai fiori colorati per lavarci dai rigori invernali. In questo giorno si prepara il nocino come simbolo di rinnovamento e il rosso olio d’iperico preziosissimo rimedio contro le scottature e i malumori, e con le erbe prepariamo piatti sfiziosi dai nomi curiosi.

Il Nocino 27 noci raccolte la notte di S. Giovanni 4 chiodi di garofano 2g di cannella 3 pezzetti di scorza di limone 500g di zucchero moscobado 350g di alcool a 95° 300g di acqua Raccogliete le noci la notte di San Giovanni (23/24 Giugno) e lasciatele in un recipiente a prendere la rugiada. Il 24 tagliate le noci in 4 parti, mettetele in un vaso con l’alcool. Il giorno successivo aggiungete le spezie e lasciate in infusione fino al 3 Agosto al sole, agitando 3 volte al giorno. Filtrate e aggiungete lo sciroppo fatto con lo zucchero scaldato nell’acqua. Lasciare raffreddare, imbottigliare e aspettare almeno 3 mesi prima di consumarlo, conservandolo al buio. Vi suggerisco un semplice Esercizio da fare in questa notte speciale: cercate un luogo dove potervi sedere comodamente e lasciarvi andare alla bellezza di questa magica notte. Portate l’ascolto all’interno di voi stessi e ascoltate il vostro corpo. Portate luce dentro di voi fino a visualizzare le cellule brillare di essa. Restate in ascolto delle vostre emozioni, lasciate andare rabbia, risentimento. Fate spazio alla gioia e alla gratitudine. Se volete potete pronunciare questa affermazione caricandola con il vostro puro intento: “io sono libero dalla paura, io vivo nella gioia e nella gratitudine, io sono luce, io sono amore, io sono”. È il giorno del perdono (lasciare andare, donarsi la libertà), siamo un tutt’uno con Madre Terra. “io vivo nelle pace, io sono pace”. Immaginate di essere avvolti da una splendida sfera blu zaffiro fluida e lasciate andare tutto ciò che non serve, l’energia di Gaia ci aiuta. Restate in ascolto, ognuno vivrà il suo momento sacro. Chi vuole metta cristalli e acqua fresca alla luce delle stelle, l’acqua la berrete il giorno seguente. Buona notte di San Giovanni, io sono l’Erbana, figlia del Cielo e della Terra. Sperimentate sempre e abbiate cura di voi! Un abbraccio di cuore, Beatrice!

tempo di lettura:

2 min

Ecco alcune altre ricette La B.B. di Bea :Ovvero la pasta brisè light di Bea”: 250 gr di farina + Olio evo + yogurt (mucca o soia o capra) + 130 ml di acqua + 1 pizzico di sale. Impastare fino ad ottenere un bell’impasto elastico e mettere in frigo per almeno 30 minuti. Le Patate dell’Amore in saccoccia: per l’involucro esterno preparare la B.B. Per il ripieno: 4 patate lessate e schiacciate, condite con 1\2 c di cumino +1 c di semi di finocchio o cumino o carvi + 1 pizzico di assafetida o aglio in polvere + 1 pezzetto di zenzero fresco grattugiato + 1 peperoncino + 1 c di curcuma + sale + succo di 1\2 limone fresco e zester di buccia di limone. Mescolare il ripieno. Fate dei ravioli a sacchetto ripieno e cuoceteli a 180° per 40’. Pesto verde dell’Erbana alle erbe aromatiche: semplice e sorprendente, veloce da preparare. Gli ingredienti necessari sono abbastanza consoni nelle nostre cucine. È una preparazione a base di erbe aromatiche, tra le quali potrete sbizzarrirvi a scegliere. Potete usare tutte le erbe aromatiche che avete a disposizione, rosmarino e salvia senza eccedere, santoreggia, finocchio, timo, origano, maggiorana, ecc. Ben pulite mettetele in un barattolo capiente coperte da olio evo, la buccia di un limone, un po’ di succo di limone, uno spicchio di aglio, una manciata di dolci mandorle, semi tostati di girasole e di sesamo. Emulsionate col frullatore ad immersione. Questo pesto si conserva a lungo e si può usare per condire una pasta, un farro, un risotto o una fetta di pane. Spalmato su un triangolo di piada con un contrasto viola creerà un bellissimo effetto. Provate con un fiore di cardo. Acqua alle rose di Leonardo da Vinci (ricetta descritta da Leonardo nel suo Codice Atlantico, conservato oggi nella Biblioteca Ambrosiana di Milano). Ingredienti per 1 litro: 1 litro di acqua minerale, 2 limoni non trattati, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di petali di rosa essiccati, una coppa di alcol a 90°. Disponete l’acqua minerale in una brocca capiente. Spremete i limoni non trattati e aggiungete il succo all’acqua insieme ai 4 cucchiai di zucchero, ai 4 cucchiai di petali di rosa essiccati e alla coppa di alcool 90°. Agitate bene il composto in modo che tutti gli ingredienti si mescolino bene tra loro e lo zucchero si sciolga completamente. Coprite la brocca e lasciatela riposare per almeno 3 ore in un luogo fresco e buio. Successivamente, prendete una bottiglia di vetro e,

usando un imbuto sul fondo del quale avrete sistemato un paio di fogli di garza, filtrate il liquido dalla brocca alla bottiglia. Servite leggermente fresca. Creste di drago alla borragine: Lavate, pulite, sfogliate e poi cuocete la borragine in una padella con un dito d’acqua e un coperchio. Conditela con il curry, la buccia di arancio e i semi di girasole. Come tutte le verdure a foglia verde si sala alla fine per impedirne l’ossidazione. Tritatela grossolanamente. Preparate la B.B per l’involucro esterno dei fagottini e lasciatela riposare mezz’ora, stendete una sfoglia non troppo sottile, coppate dei cerchi di almeno 10 cm di diametro e riempiteli con il trito di borragine. Poi chiudeteli a raviolo, spennellateli con acqua e cospargeteli di semi di lino dorato e infornate per 15’. Schiaccia alle ciliegie: 4 etti di farina bio macinata a pietra + 100 gr di zucchero moscobado + un bicchiere di olio evo spremuto a freddo rigorosamente bio + un Pizzico di Sale. Sciogliere in un paio di bicchieri di acqua tiepida un cubetto di lievito di birra o se ce l’avete un pezzetto di lievito madre. Aggiungere il lievito alla farina e lavorare bene l’impasto. Lasciarlo lievitare un paio d’ore, dividerlo a 1\2 e stenderlo su una teglia. Cospargere la parte stesa con di 3\4 di kg circa di acini d’uva o di ciliegie; cospargere con un paio di cucchiai di zucchero di canna melassa e coprire con l’altra parte di impasto. Chiudere le 2 sfoglie e ricoprierle con 1\4 di kg di acini d’uva o ciliegie. Infornare per 35’ a 180°, e aspettatevi una prelibatessen! Biscottini alla camomilla e lavanda: per la frolla: 400 grammi di farina 00 + 200 grammi di olio di girasole + 100 grammi di zucchero di canna integrale + 50 ml di acqua fredda + 1/2 cucchiaio di vaniglia in polvere + 1 pizzico di sale + 1 pizzico di bicarbonato. Setacciare la farina e versarla in una ciotola. Aggiungere tutti gli altri ingredienti e mescolare prima con una forchetta poi con le mani fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Avvolgere l’impasto nella pellicola da cucina e metterlo in frigorifero per circa un’ora. Aggiungere una manciata di fiorellini di camomilla, impastare, stendere la frolla copparla con una formina da biscotti e sistemare i biscottini in una teglia. Spennellarli uno a uno con un pò di acqua, spolverare con zucchero moscobado e infornare a 180° per 7- 9’.

*Ricette tratte dal libro “L’Erbana una selvatica in cucina”


ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE ESTATE 2016

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Perchè Vegan tempo di lettura:

di Shelly Gluzman, titolare della gastronomia La Vegana (via Cattaneo 90 Ferrara) Volevo scrivere un bell’articolo sui motivi per cui una persona potrebbe scegliere di rinunciare al consumo di carne, uova e latticini e dichiararsi vegano con orgoglio. Ma ormai con internet e le informazioni accessibili sempre e da qualsiasi posto è facile approfondire il discorso “perchè vegan”: basta cliccare qua e là (per esempio andare sul sito di saicosamangi.info o di vegfacile. info) e guardarsi i filmati di come vengono cresciuti gli animali negli allevamenti industriali o il disastro ambientale che causano questi allevamenti. Ci sono perfino le guide con i primi passi per affrontare questa scelta importante con facilità e riferimenti scientifici che evidenziano quanto questa alimentazione vegetale sia salutare. Insomma per capire cosa comporta il “nostro” consumo di prodotti animali basta voler aprire gli occhi. Per cui ho deciso di approfittare di questo “palco” pubblico che ci dà Vivere Sostenibile (e ringraziamo il simpatico staff!) per dare, a chi vegano non lo è neanche un po’, degli spunti da verificare a sua volta: • Negli stabilimenti che “producono” galline ovaiole i pulcini maschi che nascono sono inutili al mercato, quindi sono gettati vivi in un tritacarne, o soffocati in buste di plastica, o schiacciati in apposite

macchine. Ogni anno in Italia 30 milioni di pulcini vengono triturati e smaltiti come rifiuti o farine di carne. • Dall’età di due anni le mucche sono inseminate artificialmente e passano praticamente tutta l’esistenza in gravidanza, perché come le altre mammifere devono aver partorito per dare latte. Poi per non far consumare il latte della mucca dal suo vero destinatario, il vitello, mamma e figlio vanno separati, lui va macellato dopo pochi mesi in prigione e da lei prendiamo il latte. • Nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare 170 miliardi di animali ogni anno. • Per produrre 1 kg di carne servono 16 kg di vegetali. • Il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno. Cinque kg di carne non bastano a coprire il consumo di una settimana, per la stessa famiglia! • Un miliardo di persone soffre la fame, mentre 4 miliardi di mucche e decine di miliardi di altri animali vengono nutriti per essere trasformati in cibo. • Se il 10% delle persone diventasse vegetariano, il conseguente

risparmio di risorse naturali sarebbe sufficiente a sfamare 60 milioni di persone. Ringrazio Vivere Sostenibile per la possibilità di condividere questi punti di riflessione.

Autoproduzione di latte vegetale di Samanta Moredenti, naturopata Ass. Loto Blu Bologna Al sempre più alto numero di intolleranti al lattosio e a coloro che hanno scelto di nutrirsi di alimenti non animali, come vegetariani e vegani, il mondo dei cereali, legumi e semi oleosi regala una svariata serie di bevande che comunemente chiamiamo latte vegetale. In commercio si trovano tantissime varietà di bevande vegetali preparate industrialmente, addizionate e aromatizzate, la scelta più salutare è certamente scegliere il prodotto più naturale possibile e controllare la provenienza da coltivazione bio e se possibile preferire l’autoproduzione, che con un po’ di organizzazione può essere semplice da realizzare. Il più conosciuto è sicuramente il LATTE DI SOIA, ricavato dai fagioli di questo legume, deve la sua popolarità a un buon apporto proteico, basso contenuto di grassi saturi e all’assenza di colesterolo, è ricco di fibre, vitamine del gruppo B,A, E, di minerali tra cui una buona presenza di Ferro. Il suo sapore molto deciso e pungente lo rende indicato nell’uso in cucina per le preparazioni salate, besciamelle ecc. Autoproduzione: sciacquare i fagioli di soia gialla (circa 100g per 1 litro di latte) e metterli in ammollo in abbondante acqua per 24 ore, poi sciacquarli e scolarli. Frullare con acqua, fino a ottenere un liquido uniforme e piuttosto denso. Far bollire questo liquido a fuoco basso per circa 20 minuti, mescolando ogni tanto. Filtrare attraverso un telo, si conserva in frigo per circa 3 giorni. Con un sapore e una consistenza molto più delicati il LATTE DI RISO ha un basso apporto proteico e un basso contenuto di grassi, ha una maggior quantità di carboidrati, ricco di zuccheri semplici, dona un buon apporto di energia subito disponibile. Adatto in cucina spazia dalla preparazione dolci o salate. Autoproduzione: Far bollire in una pentola una parte di riso con 10 parti di acqua, a cottura ultimata (il tempo di cottura dipende dal tipo di riso, anche se richiede tempi più lunghi è consigliabile il riso integrale) frullare con il mixer e filtrare il tutto attraverso un telo o un colino. Dolce e delicato il LATTE D’AVENA ha un basso contenuto di grassi, prevalentemente polinsaturi, ha un buon contenuto di proteine, ricco in fibre, vitamina E, ricco in vitamine del gruppo B, in particolare la B9 o acido folico, ha un’azione carminativa su stomaco ed intestino, con il suo basso indice glicemico, quindi, è adatta per l’alimentazione dei diabetici. Idoneo soprattutto alla preparazione di dolci e creme proprio per il suo sapore delicato. Autoproduzione: il latte d’avena si può ricavare sia dai chicchi, che dai fiocchi o dalla farina di avena. Ad esempio con i chicchi: mettere in ammollo l’avena per circa 4 ore, poi cuocere circa 300g di avena in 2 l di acqua, a cottura ultimata filtrare il liquido attraverso un colino. Molto gustoso e goloso è il LATTE DI MANDORLA che mantiene il sapore del frutto oleoso dal quale viene ricavato, è molto energizzante, ha un alto contenuto di vitamina E, acidi grassi mono e polinsaturi: tra cui acido linoleico (omega-6) e acido oleico (omega-9); fibre vegetali, è un antiossidante naturale aiuta a ritardare il processo di invecchiamento. È fonte di vitamina A, vitamina D, proteine, Omega 6, zinco, calcio, ferro, ricco di magnesio e potassio lo rende un utile

sostegno nelle astenie. Adatto alla produzione di dolci, la nostra cucina Siciliana conosce l’uso del latte di mandorla per sfiziosi dolci e bevande. Autoproduzione: circa 200gr, metterle in ammollo in acqua calda, spelarle e rimetterle in ammollo al fresco in frigo con 200cc di acqua per alcune ore, frullare e aggiungere 800cc di acqua, lasciar riposare alcune ore in frigo e filtrare. Ricavato dai semi il LATTE DI CANAPA è una bevanda energizzante, considerata adatta per rafforzare l’organismo e per proteggerlo dalle malattie. E’ ricco di Omega 3-6-9, acidi grassi essenziali, oltre a proteine nobili,Vitamine D, E ed A, fosforo, potassio, ferro, magnesio, riboflavina, ed ricco di Calcio. Ottimo nella preparazione di formaggi veg. Autoproduzione: frullare i semi di canapa 200g in 600cc di acqua, lentamente aggiungere altri 600cc di acqua continuando a frullare: filtrare il latte di canapa con un colino. Il cerale più antico ci regala il LATTE D’ORZO, ottimo perché altamente digeribile, rinfrescante e come abbiamo visto per l’avena con un indice glicemico molto basso ideale anche per i diabetici. Basso contenuto lipidico, l’orzo vanta proprietà remineralizzanti poiché ricco in sali minerali come fosforo potassio, magnesio, ferro, calcio, silicio e zinco, contiene una discreta quantità di vitamine, in particolar VIT E, gruppo B (B1, B2, B3). Autoproduzione: metter in ammollo l’orzo perlato per circa 6 ore Samosa, Pastel Solar di Elisabeth Souza Nunes, Chef Vegan Ingredienti per l’impasto • 170g farina 2 • 2 cucchiai di olio di girasole deodorato o olio evo • sale • 1 cucchiaino di curcuma • acqua Ingredienti per il ripieno • 150 g di piselli freschi • 3 patate a dadini • 1 cipolla tritata • 1 cucchiaio di zenzero fresco tritato • 1 cucchiaino di cumino in polvere • 100 g di zucca a dadini • olio evo • sale • 1 cucchiaino di garan masala Con la primavera nel cuore vi propongo questa ricetta perfetta anche da portare nelle vostre gite all’aperto in questa bellissima stagione. Preparazione: Prima di tutto, impastare gli ingredienti aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua lentamente fino ad avere un impasto solido ma malleabile. Lasciare riposare in frigo per il

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sciacquare e far bollire in una pentola (35 g d’orzo 1 litro di acqua), a cottura ultimata frullare con il mixer e filtrare il tutto attraverso un telo o un colino. P.S.: Lo scarto dei cereali, legumi o semi utilizzati per la preparazione del latte vegetale, chiamato Okara (nome dato allo scarto del latte di soia), ottima fonte di fibre, si può utilizzare in diversi modi, per fare preparazione dolci e salate, dalle polpettine con verdure a dolci e biscotti… con l’autoproduzione nulla va disperso! tempo di preparazione del ripieno e del suo raffreddamento. In una padella di ferro o casseruola di terra cotta versare un filo d’olio, le spezie e le cipolle. Mescolare bene qualche secondo e aggiungere tutti gli altri ingredienti insieme. Cuocere a fuoco lento per 20 minuti circa. Togliere l’impasto del frigo e tirarlo con il mattarello a uno spessore di 2 o 3 mm. Ricavarne dei dischi nella misura che più vi piace. Adagiare un cucchiaio di impasto su ogni disco fino all’esaurimento dei dischi. Se avanza un po’ di impasto si può utilizzare per condire cereali o pasta. Chiudere i dischetti in semicerchi passando un dito bagnato su un lato del cerchio, prima di fissarli con una piccola pressione delle dita. Usare una teglia con carta da forno. Preriscaldare il forno a 180° e cuocere i Samosa, Pastel Solar per circa 30 minuti. Gustare accompagnato da una manciata di erbe fresche primaverili condite con olio, limone e amore. Buona Primavera a tutti!


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VACANZE SOSTENIBILI ESTATE 2016

Abbronzatura sostenibile: ecco perché è importante scegliere una crema solare ecologica I filtri solari chimici non solo possono contenere ingredienti dannosi per la nostra salute ma sono anche altamente tossici per gli organismi acquatici come pesci, molluschi e per l’ecosistema dei coralli tempo di lettura:

CREMA SOLARE ECOLOGICA - Esporsi ai raggi solari durante l’estate può apportare numerosi effetti benefici alla nostra salute. La luce solare è infatti in grado di normalizzare la pelle grassa e ha proprietà antimicotiche e antibatteriche. È proprio attraverso l’esposizione ai raggi del sole che il nostro organismo produce la vitamina D in grado di rafforzare le ossa. Senza contare che i raggi del sole aiutano anche ad attenuare e prevenire i sintomi di alcune malattie come l’artrite e i dolori ossei. Per ottenere tutti questi benefici è però fondamentale esporsi al sole nella maniera corretta: non bisogna mai dimenticare che troppo sole fa male alla nostra salute. DANNI ECCESSIVA ESPOSIZIONE AL SOLE - L’eccessiva esposizione ai raggi solari e soprattutto lo scarso utilizzo di creme con fattore di protezione non solo possono accentuare l’invecchiamento della nostra pelle con conseguente formazione di rughe e pieghe d’espressione più visibili ma possono anche essere alla base dello sviluppo di patologie più gravi come ad esempio i tumori della pelle. COME ESPORSI AL SOLE IN MODO CORRETTO - Evitate quindi le ore più calde e non trascurate mai l’utilizzo della crema solare da applicare sempre almeno 15 minuti prima dell’esposizione al sole e successivamente almeno ogni due ore. Al momento dell’acquisto, ricordate sempre di scegliere una crema solare formulata con sostanze naturali: potrete così prevenire, in caso di pelle molto delicata, eventuali allergie

causate dalla presenza di coloranti, filtri chimici di sintesi e parabeni. CREME SOLARI INQUINAMENTO - E non solo: i filtri solari chimici possono contenere ingredienti altamente tossici per gli organismi acquatici come pesci, molluschi e per l’ecosistema dei coralli: una volta a contatto con il mare, la crema solare tende infatti a disperdersi in acqua. Fonte: www.nonsprecare.it

AICS Ambiente: “la spiaggia non e’ un posacenere” di Andrea Nesi, Responsabile Settore Ambiente AICS Anche quest’anno riparte la campagna AICS Ambiente “LA SPIAGGIA NON E’ UN POSACENERE”. La campagna nasce da un dato: il 40% dei rifiuti solidi nel Mediterraneo sono rappresentati da mozziconi di sigarette. Ma c’è qualcosa di interessante all’orizzonte un’invenzione potrebbe convertire i mozziconi di sigarette in un materiale che immagazzina e rilascia energia. E’ una invenzione di scienziati coreani quella che è riuscita a convertire i mozziconi di sigaretta in un materiale speciale, che può essere utilizzato in computer, veicoli elettrici, dispositivi portatili, veicoli elettrici e turbine eoliche per immagazzinare energia. Secondo i ricercatori il materiale ha rendimenti superiori al carbonio, al grafene e ai nanotubi di carbonio disponibili in commercio, e potrebbe risolvere il problema dello stoccaggio dell’energia, aiutando a risolvere anche il problema dell’inquinamento da mozziconi di sigaretta. Infatti, secondo le stime riportate dai ricercatori, ben 5.600 miliardi di sigarette vengono disperse nel mondo ogni anno. In Italia, se si mettessero in fila tutti i mozziconi gettati in spiaggia in un anno si coprirebbe la lunghezza fra Roma e Olbia, come ha fatto sapere Marevivo nella campagna per ripulire le spiagge dai mozziconi lanciata quest’anno. Il professor Jongheop Yi, dalla Seoul National University, co-autore dello studio, ha detto: “Il nostro studio ha dimostrato che i filtri utilizzati possono essere trasformati in un materiale a base di carbonio ad alte prestazioni con un processo semplice, che offre allo stesso tempo una soluzione verde a soddisfare le richieste energetiche della società. “Numerosi paesi stanno sviluppando norme rigorose per evitare che migliaia di miliardi di filtri utilizzati per sigarette tossiche e non biodegradabili vengano smaltite nell’ambiente ogni anno, il nostro metodo è solo un modo di

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raggiungere questo obiettivo”. Inoltre, gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per migliorare le caratteristiche dei supercondensatori. I ricercatori hanno dimostrato che le fibre di acetato di cellulosa di cui sono composti i filtri delle sigarette, potrebbero essere trasformate in un materiale a base di carbonio attraverso una combustione. Il risultato di questo processo di combustione era che il materiale era caratterizzato da una serie di minuscoli pori, aumentando così le prestazioni del materiale. “Un materiale ad alte prestazioni dovrebbe avere una grande superficie, che può essere ottenuta incorporando moltissimi piccoli pori nel materiale,” continua il professore Yi. “Una combinazione di differenti dimensioni dei pori assicura che il materiale abbia una densità di potenza elevata, che è una proprietà fondamentale in un supercondensatore per la carica e la scarica rapida”. Una volta fabbricato, il materiale a base di carbonio è stato collegato a un elettrodo e testato in un sistema a tre elettrodi per verificarne il funzionamento. Gli scienziati hanno potuto verificare che il materiale è stato in grado di immagazzinare più energia elettrica di qualsiasi altro materiale disponibile in commercio.

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Le nostre vacanze sostenibili di Linda Maggiori

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L’anno scorso siamo andati alle foreste casentinesi, vicino Camaldoli. Il viaggio di andata in carpooling, il viaggio di ritorno in treno e bus. E’ stato divertente con i nostri 3 bambini, che l’anno scorso avevano di 7, 5 e 2 anni. Non c’era il solito ritornello “quando arriviamo? Mi manca l’aria, tira giù i finestrini, ho sete… mi scappa la pipì… voglio scendere” che si sente nei lunghi viaggi in macchina. I bambini in treno avevano tutto lo spazio di giocare, fare pipì, leggere, sgranchirsi le gambe! Certo, bisogna organizzarsi, pensare a come fare zaini leggeri, cercare mete raggiungibili coi mezzi pubblici, guardare con anticipo orari e coincidenze... Senz’auto non riuscivamo a raggiungere ogni vetta, ogni sentiero, ma l’importante, per noi e i nostri bambini, era camminare nella natura a passi leggeri, assaporando ogni rumore. Nella vita non si può vedere tutto, esplorare tutto, bisogna accettare di essere “limitati”. I viaggi in auto, in aereo oppure in nave producono ingenti emissioni di Co2 e altri inquinanti. Come fare? Ci sono tanti posti belli raggiungibili in treno, magari portandosi la bici al seguito. Sul web ci sono tantissime idee di viaggi in treno+bici, oppure treno+ trekking (http://trekkingcoltreno.it). Noi per ora con 3 bimbi ancora piccoli, non ci spingiamo troppo lontano. In fondo siamo fortunati, l’Italia è piena di paesaggi incantevoli... Ad esempio la “faentina”, cioè la ferrovia FaenzaFirenze. Un piccolo trenino che passa tra gli Appennini, seguendo la vallata del Lamone. Due ore attaccati al finestrino a bocca aperta, tra monti boscosi, dirupi e piccole stazioni dai nomi incantati. Brisighella - Fognano - S. Cassiano - Marradi/Palazzuolo Sul Senio - Biforco...Verrebbe voglia di scendere ad ogni stazione per esplorare quei minuscoli villaggi arroccati tra i monti. E per andare al mare? Noi al mare ci andiamo in autobus, oppure in treno. Se andiamo a Riccione (RN) non manchiamo mai di fermarci all’Ospedale delle Tartarughe Marine (http://fondazionecetacea.org), che è sulla spiaggia, a 20 minuti a piedi dalla stazione. Queste povere creature ferite da ami, reti, o eliche sono curate in grandi vasche...poi liberate sulla spiaggia... Un’emozione unica! Perché una vacanza sia davvero ecologica è importante che ogni dettaglio sia il più possibile sostenibile. Evitiamo quei villaggi turistici dove tutto è artefatto, organizzato, dove non c’è contatto con la realtà locale, dove si sprecano tonnellate di acqua, cibo ed energia... Preferiamo vacanze a contatto con la realtà locale, vacanze che ti arricchiscono l’anima. Siamo stati al campo MIR, a Cà Rissulina, nei monti di Cuneo. Una bellissima esperienza di vita comunitaria, abbiamo cucinato sul forno solare, passeggiato tra i boschi, risparmiato l’acqua, fatto lavoro manuale, letto e parlato di non violenza, mangiato vegetariano. I bambini si sono divertiti tantissimo e noi grandi abbiamo imparato forme di sostenibilità da applicare alla vita di tutti i giorni...perché le vacanze, quelle vere, non finiscono mai!


Sito per approfondire: www.comunicanima.com

BENESSERE CORPO E MENTE

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Yoga Nidra Presso l’Associazione Culturale Comunicanima, Gabriella Pasti - Insegnante di Yoga, conduce incontri individuali e di gruppo di Yoga Nidra di Sarah Cervellati

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“Yoga nidra significa sonno dopo essersi liberati dagli affanni. Quando la consapevolezza è separata e distinta dalle vritti, quando veglia, sogno e sonno profondo scorrono come nuvole, ma tuttavia la consapevolezza di atma rimane, questa è l’esperienza del rilassamento totale. Rilassamento non significa sonno, rilassamento significa essere beatamente felici senza fine. Io chiamo beatitudine il rilassamento assoluto, sonno è una questione differente. Sonno dà solamente un rilassamento alla mente e ai sensi, beatitudine rilassa l’atma, il Sé interiore, per questo in Tantra,Yoga Nidra è la soglia del Samadhi.” Satyananda Lo Yoga Nidra è un potente strumento di benessere attraverso rilassamento e riposo profondi. Riposare il corpo e la mente, è il presupposto fondamentale su cui si basa un vero e profondo benessere. Rilassandosi adeguatamente si impara a superare la mente critica ed ad allentare le difese interne; si diventa di conseguenza più recettivi e pronti ad accogliere quei cambiamenti che si desiderano. In questo stato si è pronti a dirigersi verso la trasformazione, superando gli impedimenti con più facilità. Quindi, praticando regolarmente lo Yoga Nidra, si ottengono incredibili benefici nel corpo, nella mente e nello spirito. Attraverso il rilassamento guidato di tutte le parti del corpo, vengono rilasciate gradatamente quelle tensioni che si sono accumulate, rilasciando paure, preoccupazioni e ansie che bloccano il proprio percorso. E’ clinicamente dimostrato che Yoga Nidra è uno dei metodi più potenti per raggiungere un profondo stato di rilassamento anche senza utilizzare farmaci o altre sostanze. Una sessione di Yoga Nidra può durare da 20 minuti a 1 ora o più. Ci si sdraia in posizione supina, chiamata Shavasana. Gli occhi sono chiusi, le braccia rilassate con i palmi rivolti verso l’alto e il respiro è naturale e tranquillo. E’ importante rimanere svegli durante la pratica, sebbene alcuni lo trovino difficile: addormentarsi durante la pratica è molto comune, specialmente le prime volte. Anche se ci si addormenta però, si ottengono benefici perché il subconscio assorbe tutti gli input sensoriali che avverte, in particolare i suoni. L’udito rimane sveglio anche quando dormiamo profondamente. Fare Yoga Nidra da soli, senza una voce esterna che da indicazioni, è straordinariamente impegnativo. Ricordare e attraversare una sequenza di visualizzazioni ed esercizi, allontana dall’esperienza di

essere solamente“spettatore” e richiede impegno e determinazione. Eventualmente però, con una pratica lunga e costante, lo stato dello Yoga Nidra può essere interiorizzato come volontà. Prima dell’inizio della pratica, il praticante può crearsi un Sankalpa, ovvero un proposito positivo riguardo un particolare scopo da raggiungere della sua vita. Il proposito deve essere formulato in positivo, chiaro e preciso. I benefici di questa pratica sono molteplici: • chiunque può praticare Yoga Nidra, anche chi non ha mai avuto esperienze di meditazione • si rilasciano le tensioni e lo stress fisico • si allentano lo stress mentale e i pensieri indesiderati • si bilancia l’aspetto emotivo • si pratica e si migliora la capacità di immaginazione e visualizzazione • il subconscio è concentrato e manifesta poi, nella vita, qualsiasi obiettivo personale, anche fisico, mentale, spirituale o emozionale. Quello che facciamo durante lo Yoga Nidra è rilassare la mente rilassando il corpo, attraverso un ridirezionamento dell’energia vitale (Prana). Lo Yoga Nidra viene definito un metodo sistematico perchè per determinare questo stato di rilassamento è necessario seguire alcune regole: la pratica si deve basare su una sequenza stabilita che prevede queste fasi: • Preparare la pratica • Rilassamento • Risoluzione (Sankalpa) • Rotazione della coscienza • Consapevolezza del respiro • Risveglio di sensazioni

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• Visualizzazioni • Risoluzione (Sankalpa) • Conclusione Yoga Nidra aiuta il ristoro mentale ed emozionale e la salute fisica, rilassando e conducendo la mente verso Pratyahara (distacco), Dharana (concentrazione), Dhyana (meditazione) e verso Samadhi (illuminazione). La pratica armonizza i due emisferi del cervello e due componenti del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico). Yoga Nidra è uno strumento fantastico per manifestare il cambiamento nella propria vita in modo profondo. Tra i numerosi e affascinanti aspetti dello stato di Yoga Nidra c’è che, praticato regolarmente, sviluppa l’abilità di rimanere svegli e coscienti; testimoni, durante tutta la pratica, della propria esperienza fisica, mentale ed emozionale. La tecnica della visualizzazione è una pratica importante per sbloccare i contenuti depositati nella mente inconscia che normalmente si manifesta durante i sogni. Durante la pratica di Yoga Nidra, il sogno viene creato consciamente e in questo modo viene fatto riaffiorare ciò che è contenuto nell’inconscio. Viene utilizzata una pratica di visualizzazione di immagini guidate attraverso l’uso dei simboli. Nel corso della pratica, via via che la mente è meno coinvolta e attraverso l’uso di simboli l’ego si acquieta, emergono così schemi e desideri irrazionali, che vengono osservati passivamente senza giudizio, così da poter essere reintegrati nella coscienza. L’uso delle visualizzazioni nello Yoga Nidra, porta alla stimolazione di Ajna Chakra, il centro energetico direttamente collegato alla ghiandola pituitaria, da qui i flussi ormonali vitali favoriscono le azioni e le risposte fisiologiche necessarie per regolare ogni aspetto della vita quotidiana. Uno degli scopi con cui oggi in occidente si pratica Yoga Nidra è di ridurre lo stress e dare l’opportunità al corpo e alla mente di recuperare quella forza, chiarezza ed equilibrio necessarie per sentirsi meglio fisicamente, essere più attivi e acquistare quella forza interiore per far fronte alle responsabilità quotidiane con la serenità nel cuore. Associazione Culturale Comunicanima Vicolo Bomba, 19 - Ferrara tel. 0532 207856 info@comunicanima.com www.comunicanima.com

Alla scoperta della fitocosmesi, meglio se BIO! di Marinella Riccò Si definisce fitocosmesi quella cosmesi che utilizza prodotti di origine vegetale. E’ detta biologica quando utilizza estratti di piante da agricoltura biologica, materie prime pure e senza residui di pesticidi. Per essere seriamente considerata tale cosmesi non può prescindere dal tener conto con uguale importanza della base cosmetica (eccipiente) e dei principi attivi vegetali (fitocomplessi). La percentuale di ingredienti di origine vegetale deve essere consistente; non basta un 1% di principio attivo vegetale per poter dire che un cosmetico è naturale! Gli Eccipienti - In un fitocosmetico che si reputi tale, oltre al principio attivo, anche la base (eccipiente) deve essere di origine vegetale. Solo dopo 30 giorni di utilizzo di un prodotto di fitocosmesi si può dare un reale giudizio sulla sua bontà ed efficacia.La pelle ha bisogno di sostanze che riescano a far penetrare i principi attivi in profondità. Tra tutti uno dei più utilizzati fin dall’antichità è stato l’olio di oliva, così come il burro di karatè e l’olio di argan spesso usati nelle preparazioni di fitocosmetici bio. ll fitocomplesso - È l’insieme dei principi attivi del vegetale “in toto”, essendo la pianta una “unità terapeutica” nella quale i principi attivi formano dei fitocomplessi caratteristici. Lo studio di un singolo principio attivo non porta a scoprire le proprietà della pianta. L’azione della pianta è dovuta all’estratto totale della pianta stessa, non ai suoi costituenti chimici isolati. In altri termini, l’insieme dei principi attivi dell’estratto è superiore all’attività delle varie molecole considerate singolarmente. Ecco

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perché le piante, usate nella loro totalità, producono effetti diversi da quelli ottenuti utilizzando i loro singoli principi attivi. Questo “insieme” di cui stiamo parlando, responsabile della specifica attività di una pianta, e spesso formato da centinaia di molecole diverse, costituisce un’entità biochimica unitaria, che agisce grazie all’azione complementare e di reciproco potenziamento dei singoli costituenti. Tale sinergia è all’origine dell’attività più dolce e soprattutto più armonica che molte piante hanno rispetto ai prodotti di sintesi poiché la tossicità di alcuni loro costituenti viene mitigata da altri. Per chi si appresta ad un primo utilizzo dei prodotti bio ecco alcuni suggerimenti per non rimanere delusi e scegliere al meglio. Anzitutto i prodotti bio escludono determinati ingredienti come petrolati, siliconi, condizionanti ittiotossici, addensanti sintetici. La notizia positiva è che sono tutte sostanze inquinanti e quindi meno se ne usa meglio è. Con le creme bio, a volte anche se si stendono con più difficoltà e i risultati che danno si vedono dopo qualche applicazione, la pelle del corpo non è più desquamata, il colorito del viso è più salutare sulle gote e la zona T del viso è visibilmente meno lucida. Per non parlare del fatto che essendo più concentrate, le biocreme vanno usate in quantità più ridotte. Come vedete, i vantaggi sono più degli svantaggi! Gli ingredienti dei cosmetici sono catalogati dall’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), denominazione internazionale - nata agli inizi degli anni ‘70 - utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del

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prodotto cosmetico. Questo facilita l’identificazione delle sostanze alle quali si può essere allergici e non rende registrabili come marchi da una sola industria i nomi di specifici ingredienti. Questo codice contiene alcuni termini in latino, molti in inglese, sigle e numeri. È unico per tutti i paesi della UE, e ha una grande diffusione internazionale. Solo dal 1997 nella UE è obbligatorio elencare tutti gli ingredienti del cosmetico sul prodotto. Non tutti gli ingredienti cosmetici registrati nell’INCI sono inclusi nel Glossario degli Ingredienti Cosmetici Europeo. L’elenco deve essere in ordine decrescente, con al primo posto l’ingrediente presente alla concentrazione più alta. Gli ingredienti con concentrazione inferiore al 1% possono essere elencati in ordine arbitrario in fondo all’elenco. L’assegnazione di un nome INCI a una sostanza o miscela di sostanze non comporta che siano sicure o efficaci. Il glossario europeo degli ingredienti cosmetici non costituisce una lista limitativa degli ingredienti che possono essere utilizzati in un cosmetico. Ci sono tanti prodotti in commercio che sono garantiti da organi, come ICEA, AIAB, ECO CERT, ECO GARANTIE, LAV, che si occupano di certificazioni bio e quindi il lavoro di analisi dell’INCI risulta di gran lunga semplificato… almeno siamo certi che in quel cosmetico non c’è nulla di nocivo. A Ferrara trovi molti di questi prodotti sani e sostenibili da Le Ninfee bio cosmesi, Via Carlo Mayr, 11 A – tel. 0532.1861085


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BAMBINO NATURALE ESTATE 2016

La dieta vegetariana in gravidanza di Luciana Baroni Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV Durante la gravidanza il fabbisogno di molti nutrienti aumenta. Per esempio, servono più calcio, più proteine, e più acido folico, mentre il fabbisogno calorico aumenta solo di poco. È quindi necessario concentrare tutti i nutrienti in più, in sole 300 calorie in più al dì. Per questo motivo, tutte le donne in gravidanza devono scegliere con attenzione la composizione dei pasti: è importante assumere cibi densi di nutrienti ma con limitato apporto di grassi, zuccheri e calorie. Le diete vegetariane, che si basano su cibi integrali ricchi di nutrienti, sono quindi la scelta più sana per le donne in gravidanza. Linee Guida per restare in buona salute durante la gravidanza • Comincia con una dieta sana prima di entrare in gravidanza. La crescita e lo sviluppo del bambino dipendono dai depositi dei nutrienti nell’organismo materno. • Mantieni un ritmo di incremento ponderale costante. Cerca di aumentare di circa 1.5-2 kg in tutto nel corso del primo trimestre, e poi di circa 1.5-2 kg al mese durante il secondo e terzo trimestre. • Consulta regolarmente il tuo medico. • Limita le calorie vuote che si trovano nei cibi industriali trasformati e nei dolci.Tieni il conto delle calorie! Nutrienti Per essere certa di seguire una dieta adeguata al tuo stato, fai particolare attenzione a questi nutrienti: Calcio: tutti i gruppi vegetali contengono cibi ricchi di calcio.Accertati di includere almeno 8 porzioni di cibi ricchi di calcio nella tua dieta di tutti i giorni. Questi comprendono: tofu, tempeh, verdura a foglia verde, broccoli, fagioli di soia, fichi, semi di girasole, tahin di sesamo, mandorle, latte di soia fortificato, cereali e succhi di frutta fortificati. Le acque minerali a elevato contenuto di calcio (oltre 300 mg/L) e povere di sodio (inferiore a 50 mg/L) costituiscono un’ottima fonte di calcio supplementare facilmente assimilabile. Bere 1.5-2 litri di acqua al giorno, preferibilmente fuori pasto, fornisce una quantità di calcio di almeno 450-600 mg solo a partire da questa fonte. Ogni porzione

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di cibi contrassegnati con l’asterisco nella tabella a pagina 13 fornisce in media 100-150 mg di calcio. Vitamina D: questa vitamina è scarsa in tutti i tipi di dieta perché l’organismo è in grado di produrla quando la pelle è esposta al sole. Le donne in gravidanza devono rigorosamente esporre al sole almeno il volto e le mani, per 20-30 minuti per 2-3 volte alla settimana. Se non ti è possibile esporti al sole, concorda con il tuo medico l’assunzione di un integratore di vitamina D. Vitamina B12: la vitamina B12 non si trova nei cibi vegetali in quantità adeguate. Per essere certa di assumere le quantità necessarie di questa importante vitamina, devi assumere almeno 4 porzioni al giorno di buone fonti di questa vitamina, per poter ottenere un minimo di 4 mcg al giorno di vitamina B12 da diverse assunzioni. Accertati che sull’etichetta sia riportato il termine “cianocobalamina”, la forma di questa vitamina meglio assorbibile per l’uomo. Le alghe e i prodotti a base di soia fermentata, come il tempeh, non sono – contrariamente a quanto si crede - buone fonti di vitamina B12. Se avessi dei dubbi sulla quantità di B12 introdotta, scegli di utilizzare un’integrazione di vitamina B12 di 20 mcg al giorno o di 3.000 mcg alla settimana, preferibilmente in formulazione sublinguale. Ferro: il ferro è abbondantemente rappresentato nel Regno Vegetale. Legumi, verdura a foglia verde, frutta seccata, melassa, frutta secca e semi oleaginosi, cereali integrali o cereali fortificati contengono tutti molto ferro. Ricorda invece che gli spinaci non sono una buona fonte di ferro, nonostante la credenza diffusa. Comunque, le donne nella seconda metà della gravidanza hanno delle richieste di ferro estremamente elevate, che impongono l’assunzione di integratori indipendentemente dal tipo di dieta seguito. Discuti con il tuo medico l’opportunità di assumere un integratore in questa fase della gravidanza. Acidi grassi essenziali: questi acidi grassi sono ben rappresentati anche nel Regno Vegetale, nonostante ci vogliano far credere che siano presenti solo nel pesce. Bastano 1-2 porzioni al giorno, ogni

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giorno, di cibi che forniscono acidi grassi omega-3, che si trovano nel 19 gruppo dei legumi e della frutta secca e nel gruppo dei cibi grassi. Una porzione equivale a 1 cucchiaino di olio di semi di lino, 1 cucchiaio di semi di lino (da consumare macinati) o circa 30 g di noci. Per il miglior rapporto tra i vari acidi grassi della dieta, è da privilegiare per la cottura l’olio di oliva. Per disporre anche di acidi grassi omega-3 a lunga catena, prendi l’abitudine di assumere piccole quantità di alghe, che forniscono anche lo iodio e la taurina, così importanti per lo sviluppo del feto. Due parole sulle proteine… Il fabbisogno di proteine aumenta di circa il 30% in gravidanza. Anche se assumere abbastanza proteine può essere motivo di preoccupazione per alcune donne, la maggior parte delle donne vegetariane mangia più delle proteine necessarie a soddisfare le richieste in gravidanza. Il consumo di almeno 7 porzioni di cibi ricchi di proteine, come legumi, tofu, tempeh, latte di soia, frutta secca e semi oleaginosi, permette facilmente di soddisfare il fabbisogno di proteine in gravidanza. Allattamento Le linee guida per le donne in allattamento sono simili a quelle per la gravidanza. La produzione di latte richiede più calorie, quindi bisogna aumentare un po’ di più la quantità di cibo introdotta. Le porzioni minime consigliate rimangono quindi le stesse della gravidanza per tutti i gruppi alimentari, ad eccezione del gruppo dei cibi ricchi di proteine, per il quale sono consigliate un minimo di 8 porzioni al giorno.

L’importanza dell’educazione ambientale nelle scuole a cura della dott.ssa Biologa Luciana Rigardo

tempo di lettura:

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Sono piccoli, di tante forme e colori diversi: alcuni hanno le ali, altri non le hanno, ma hanno zampe lunghe per fare grandi salti, altri pungono, altri ancora sono importanti impollinatori delle piante, altri sono importanti ‘spazzini’ come la coccinella, altri fanno male e sono pelosi come i ragni, altri ancora sono piccolissimi, a occhio nudo non si vedono, ma stanno sui nostri cuscini. Questo è solo uno degli argomenti che si possono affrontare nelle lezioni di Biologia, cercando sempre di stupire e stimolare i ragazzi a chiedersi il perché delle cose, insegnare loro a osservare meglio tutto ciò che ci circonda. E questo è possibile con un pizzico di fantasia e tante lezioni pratiche. Gli insetti, l’acqua, il regno vegetale, i protisti, i batteri, il suolo e tanto altro ancora sono oggetto di studio dei bambini e, con essi, è importante fare una buona educazione ambientale. L’acqua che esce dal rubinetto non è frutto di qualche incantesimo, è frutto di un processo complesso in cui l’uomo gioca un ruolo delicatissimo. I nostri nonni bevevano l’acqua del rubinetto e la consideravano un dono. Oggi quest’acqua non è considerata all’altezza delle acque imbottigliate, ma dobbiamo comprendere che la usiamo per tantissimi usi: civile, industriale, agricolo, etc. I bambini imparano in fretta, memorizzano visivamente le esperienze in cui vengono coinvolti, attraverso l’impostazione sperimentale e un linguaggio semplice, ma rigorosamente scientifico: per esempio, visitare acquedotti e depuratori aiuta a comprendere meglio i procedimenti in cui è coinvolta la risorsa acqua. Una delle esperienze più belle che personalmente ho vissuto coi i bambini, è l’osservazione dei globuli rossi a microscopio ottico: vedere le loro facce stupite e curiose e capire che quelle “cosine piccole rosse” viste coi propri occhi, trasportano l’ossigeno in tutto il nostro corpo, è una scoperta esaltante: dimostra che non c’è differenza alcuna da un individuo ad un altro, siamo tutti uguali, tutti con la stessa struttura. Vorrei precisare che “Uomo di scienze” non è solo lo scienziato chiuso nel suo laboratorio, ma lo diventa ciascuno di noi, nel momento in cui ci interroghiamo su qualcosa e vogliamo trovare la risposta al proprio “perché”; in ogni bambino c’è un piccolo scienziato che, come tale, può e deve essere capace di superare la fase di conoscenza passiva per arrivare alla fase di conoscenza scientifica. Da sempre la conoscenza della Natura, dei fenomeni naturali e della propria origine ha interessato l’uomo, perché tutto ciò che lo circondava era indispensabile per la sua vita. Solo conoscendo e rispettando la natura, l’uomo poteva riuscire a sopravvivere. E dato che, purtroppo, alcuni adulti, hanno dimenticato quanto è bello fare “ohhh”, stupirsi della vita e di tutto ciò che siamo, iniziamo dai bambini a migliorare un po’ questo mondo così malato e sofferente, con una febbre sempre più alta: il famoso surriscaldamento globale è, infatti, proprio il segnale che il Pianeta è malato.


GIUGNO 2016 N. 12 ESTATE 2016 - n. 11

B U O N E P R AT I C H E , B E L L E I D E E E B U O N A A M M I N I S T R A Z I O N E

1 network di editori indipendenti • 9 edizioni carta e on line • 19 province • 1 milione di lettori

Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

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Transizione e resilienza

Intervista ad Alessandro Rossi, ANCI di Giovanni Santandrea, BIT Budrio in Transizione

tempo di lettura:

Questo mese incontriamo per i lettori di Vivere Sostenibile, Alessandro Rossi che dal 2011 svolge la sua attività in ANCI Emilia-Romagna che è la struttura regionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia. Andiamo a trovare Alessandro nella sede di ANCI Emilia-Romagna a Bologna, che si trova in una delle torri del quartiere Fiera. Rossi in particolare si occupa delle politiche dei Comuni legate all’energia e più in generale allo sviluppo sostenibile. Siamo andati a trovarlo perché in questi anni ha impostato una significativa azione di stimolo e sostegno sugli oltre 330 comuni della Regione e vorremmo capire cosa sta succedendo e se ci sono strade per raccordare le iniziative spontanee di gruppi di cittadini con quelle istituzionali delle amministrazioni comunali. Allora, Alessandro, mi spieghi un po’ che cosa state facendo insieme ai Comuni? Permettimi una premessa che può apparire una difesa d’ufficio dei Comuni, ma che invece serve a capire il contesto nel quale operiamo e quindi a far comprendere meglio cosa sta succedendo. Le amministrazioni comunali sono chiamate, come tutti in questo periodo, a reinventarsi il modo di fare le cose. I funzionari e dirigenti che operano al loro interno sono nati e cresciuti per decenni in un mondo in cui c’era una cassetta degli attrezzi, le leggi e il sistema normativo, ben definita e le risorse umane ed economiche erano adeguate, quando non abbondanti. Oggi quel mondo non c’è più. Inoltre sono cambiate le cose che un Comune è chiamato a fare per le proprie famiglie e imprese. In uno scenario del genere orientare l’azione amministrativa non è semplice: devi comunque garantire che le cose che facevi prima le continui a fare con meno soldi e meno risorse, ma nel frattempo devi inventarti le cose nuove da fare: con quali risorse, con quali persone, con quali strumenti normativi? Anche il Sindaco, o l’Assessore, più illuminato e motivato è inevitabilmente in empasse, con l’effetto di un sempre maggiore scollamento tra i cittadini e le istituzioni. Ok, ma questo accade anche per le imprese che devono cambiare modello di business, inventarsi nuovi prodotti… Esatto! Siamo tutti (famiglie, imprese e istituzioni) in situazioni simili, pensa alle difficoltà di chi si sta affacciando al mondo del lavoro…. Ma nella pubblica amministrazione bisogna operare entro regole e paletti molto definiti, che limitano di fatto la possibilità di innovare. E poi c’è il consenso, senza la ricerca del quale è inutile pensare di fare politica. Fare le cose che servono oggi non necessariamente ti garantisce il consenso, così come avere consenso non significa fare le cose che servono oggi… Quindi? Che prospettive ci sono per i Comuni in una tale situazione? Si possono innestare politiche orientate alla sostenibilità? Molti Comuni le stanno facendo, ci sono esempi virtuosi che lo dimostrano. Vedi Giovanni, io sono molto contento quando un Comune riesce a fare qualcosa di innovativo o riesce ad assumere posizioni importanti sull’ambiente, l’uso del suolo o l’energia. Ma, per deformazione professionale, lavorando in una associazione, la mia prima reazione è: bene, ma quella cosa riescono a farla anche altri, o dipende da situazioni che si sono verificate in quel luogo e in quel momento e quindi irripetibili altrove? Oppure ancora mi chiedo se una volta cambiata quella giunta, la decisione presa avrà ancora effetti o sarà solo un episodio? Le “buone pratiche” non servono, da sole, a generare cambiamenti strutturali. Serve, invece, costruire le condizioni per sostenere cambiamenti progressivi ma che nel tempo accumulano e amplificano i loro effetti. Per

fortuna l’Unione Europea, conscia del ruolo determinante delle città e in generale dei Comuni nella creazione di un modello di sostenibilità, ha definito alcuni strumenti utili. Si tratta di politiche volontarie in grado di favorire la transizione verso l’adozione di nuovi orientamenti nell’azione dei Comuni. Ad esempio, uno di questi è il Patto dei Sindaci. In due parole puoi spiegare ai nostri lettori cosa è il Patto dei Sindaci? E’ un impegno che il Sindaco prende direttamente con la Commissione Europea di ridurre le emissioni climalteranti di una certa entità entro una determinata data. Fino a poco fa era riduzione di almeno il 20% delle emissioni entro il 2020. Da pochi mesi l’impegno è spostato al 2030 con una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di CO2. Il Sindaco prende questo impegno previa approvazione del Consiglio Comunale e il Comune rimane nel Patto se entro 12 mesi realizza un Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) che contiene l’elenco di tutte le cose che l’amministrazione farà per raggiungere l’obiettivo. Dalla riduzione dei consumi proprio dell’ente, alla promozione e sostegno degli interventi che dovranno fare cittadini e imprese del territorio, alle misure a favore della mobilità sostenibile. Alla fine del 2015, in Emilia Romagna, sono circa 300 i Comuni aderenti, con una copertura del 98% degli abitanti. Questo è stato possibile grazie ad un forte coordinamento con le politiche della Regione che, dopo avere individuato il Patto dei Sindaci come strumento per l’attuazione del Piano Energetico Regionale ha distribuito, con tre bandi, piccoli contributi economici ai Comuni, adeguati a sostenere le spese per la redazione dei PAES. Ma come può la semplice firma di un patto volontario modificare le politiche di un Comune? Intanto la redazione del PAES è l’occasione per l’amministrazione per mettere a sistema tutte le cose che comunque sta facendo e orientarle verso la sostenibilità energetica. Inoltre l’obiettivo di riduzione delle emissioni costringe l’amministrazione a individuare le azioni più efficaci per raggiungerlo. Nella torta dei consumi di un territorio il peso dei consumi dovuti al Comune pesa circa il 2%. La quota restante è equamente divisa tra consumi delle famiglie, delle imprese e della mobilità. Senza sapere dove orientare i propri sforzi il rischio è quello di concentrarsi su politiche che producono effetti limitati e tralasciano invece interi settori di intervento ben più rilevanti. Vale per l’energia e in molti altri settori. Scopriamo insomma che è necessaria un’azione collettiva di cambiamento dei comportamenti, e che il Comune può solo contribuire a realizzarla, non può imporre nulla. Proseguendo con questi ragionamenti via via aumenta la consapevolezza all’interno dell’amministrazione e nella collettività di quali sono le cose più utili da fare. Però è tutto volontario. Se anche il Comune non lo fa

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poi alla fine non succede nulla. Vero, ma ecco che intervengono due aspetti. Il primo è legato all’organizzazione del Comune. Per la redazione del PAES e i successivi monitoraggi biennali è necessario individuare almeno un funzionario che “tiene le fila”, che parla con vari settori del Comune, che favorisce ragionamenti trasversali. Poi un assessore deve farsi carico di presentare in giunta e poi in consiglio un documento. In sostanza si comincia a modificare l’organizzazione e si individua una delega politica legata all’energia. Non solo, ma una delle prime azioni suggerite dal Patto dei Sindaci è quella di definire come verranno modificati gli assetti organizzativi in funzione dell’adozione del Patto. Alessandro, quindi mi stai dicendo che stanno nascendo nuovi ruoli o profili all’interno dei Comuni ? Sì, in molti Comuni si stanno definendo nuove strutture organizzative, gli uffici energia, o si stanno rafforzando quelli esistenti. L’Ufficio Energia fa riferimento all’Assessore con delega all’energia realizzando così la “funzione energia” comunale, ovvero una funzione propria dell’ente locale che al pari di quella al bilancio, all’urbanistica, ai lavori pubblici, definisce i propri obiettivi e programmi in relazione con tutte le altre. Il secondo aspetto è quello del coinvolgimento di altri livelli istituzionali (o, come si dice a Bruxelles “multi-level governance”). Mantenendo un buon coordinamento con il livello regionale è possibile definire tutta una serie di azioni che premiano i Comuni che rimangono dentro il percorso del patto dei Sindaci. Nei finanziamenti regionali sull’energia hanno già la precedenza i Comuni del Patto. Poi nel nuovo Piano Energetico Regionale, attualmente in redazione, ci sarà scritto esplicitamente che la Regione sostiene i comuni aderenti al Patto. Oltre al Patto dei Sindaci ti occupi della promozione del Conto Termico, puoi parlarcene? Dal giugno del 2013 è disponibile quasi un miliardo di incentivi del cosiddetto Conto Termico. Il Conto Termico è un incentivo che ti paga una quota (circa il 40%) degli investimenti delle imprese e della PA in riqualificazione energetica. Dal 2013 a oggi sono state impegnanti poche decine di milioni di euro. A differenza del Conto Energia, quello che incentivava il fotovoltaico, che ti faceva guadagnare, il conto termico ti aiuta a risparmiare. Sul piano economico e razionale sembrerebbe la stessa cosa. Perché non lo usiamo? Ci manca la consapevolezza collettiva che su questi aspetti è importante ragionare. E dal tuo punto di vista che ruolo può avere il Comune? I Comuni, quando riescono ad attivare quella funzione di ascolto attivo e confronto possono creare e rafforzare questa consapevolezza collettiva, mettendosi in relazione con chi, gruppi formali o informali di cittadini, lo stanno già facendo da soli. Ecco forse il “da soli” non va più bene: sono tanti i luoghi dove si ragiona di queste cose, ora serve uscire e trovare dei luoghi di confronto comuni, unendo i tanti puntini per formare un figura più definita. Forse mettere insieme le tante iniziative dei cittadini considerando il Comune come un soggetto terzo in grado di offrire spazi e tempi per facilitare l’aggregazione locale è quello che potrebbe significativamente accelerare il cambiamento di un modello di sviluppo che gli Stati da soli ci metteranno troppo tempo a cambiare. Per farlo serve rinunciare a protagonismi o a posizioni divisive e provare, per quanto possibile, a sterilizzare le questioni ambientali dal conflitto partitico. Difficile, ma in molte città europee ci sono riusciti. Forse, con grande umiltà, potremmo anche provarci. Grazie Alessandro per il tempo che hai voluto dedicare ai lettori di Vivere Sostenibile...


GIUGNO 2016 N. 12

10 Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

Voi correte? Noi ci fermiamo

Macro compie 30 anni. E lo fa su una panchina gialla

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Il Gruppo Macro, leader nel settore corpomente-spirito, nel 2017 festeggia i 30 anni di attività e lancia una sfida un po’ controcorrente. Nel mondo del mordi e fuggi, del sempre connessi, del tempo contato, del correre per stare al passo coi tempi, Macro si siede su una panchina gialla e si ferma. A vivere. Abbiamo intervistato Francesco Rosso, direttore generale del gruppo, per capire il perché di questa scelta, apparentemente poco in linea coi tempi moderni. Come nasce la campagna Fermati, Vivi? Nel 2017 Macro compie 30 anni e abbiamo deciso di sederci a tavolino per capire quale fosse il modo migliore di festeggiare. È stata una bella occasione per ripensare alla nostra storia, a come siamo nati e a come ci siamo evoluti. Per focalizzare gli obiettivi raggiunti e darcene di nuovi. Ma, soprattutto, per chiederci qual era il modo migliore in cui il Gruppo Macro poteva continuare a dire la sua in un mondo che sembra avere così poco a cuore il benessere dell’essere umano. I “tempi moderni”, come Chaplin ci ricorda, sembrano una definizione calzante ancora oggi, con l’aggravante che per noi si sono aggiunte nuove schiavitù oltre all’alienazione del lavoro a catena. Quel che è chiaro a tutti, è che la modernità sembra imporci continuamente tempi e ritmi che poco hanno a che vedere con quelli biologici e naturali che ci garantirebbero benessere e serenità. Da 30 anni il Gruppo Macro si impegna con i suoi libri, dvd ed eventi a diffondere una cultura di benessere olistico che difenda il nostro diritto di star bene. Quindi mai come ora c’era l’urgenza di scuotere le coscienze a una presa di consapevolezza: a forza di correre stai dimenticando di vivere. Fermati.

Fermati, Vivi. Un messaggio curioso che, abbinato alla panchina gialla che ne è il simbolo, diventa alquanto bizzarro e poco di tendenza. Coraggiosi o ingenui? In realtà, se ci fermassimo ad ascoltare i nostri veri bisogni, scopriremmo che si tratta di un messaggio incredibilmente necessario, fondamentale per una riscoperta di ciò che realmente conta. Le mode passano. Non abbiamo mai ambito a essere “di moda”. Preferiamo essere centrati sull’obiettivo, e il nostro non è mai cambiato: promuovere una cultura di benessere naturale. Vorremmo un mondo di gente sana e felice. Dunque non so, per ritornare alla domanda, forse siamo sia coraggiosi che ingenui. O, forse, solo sognatori. Ma in fondo le cose iniziano a cambiare se c’è qualcuno che ha il coraggio e l’ingenuità almeno di sognarle. Abituati come siamo ad andare di corsa, non corriamo il rischio di non sapere cosa fare se davvero decidiamo di fermarci? Ma non siamo mica dei pazzi che vivono fuori dal mondo! Non intendiamo proporre la visione di un mondo in cui tutti se ne stanno seduti su una panchina a non fare nulla. Il nostro intento è quello di stimolare le coscienze a interrompere il circolo vizioso di chi, pur correndo continuamente, non ha mai tempo di fare nulla. Non è naturale, e, quindi, non è umano. Lo sappiamo tutti

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se ci pensiamo. Vogliamo solo invitare le persone a considerare parte importante della propria quotidianità l’atto di fermarsi a vivere. Fermarsi ad ascoltare quel dannato mal di testa che ci trasciniamo da mesi per capire cosa di più profondo ci sta dicendo; fermarsi a ridere di gusto davanti a un imprevisto; fermarsi a scegliere con consapevolezza cosa comprare e cosa mangiare; fermarsi a meditare; fermarsi a capire i diversi punti di vista, per creare opinioni, non passaparola; fermarsi a imparare a respirare di nuovo; fermarsi a metterci in discussione; fermarci ad ascoltare lo spirito, per guarire il corpo… questo è vivere. No? Noi ne siamo convinti. Quindi ci fermiamo… chi non si ferma è perduto!

TTIP Leaks: le mani degli USA sull’Europa di Margherita Bruni Di recente Greenpeace Olanda ha diffuso parte del testo dell’accordo transcontinentale TTIP, “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America. Sì perché, con un notevole scarto rispetto alle normali procedure democratiche di decision-making, i negoziati per il TTIP si svolgono nella massima segretezza e senza alcuna trasparenza del processo decisionale. Qual è lo stato dell’arte della trattativa? L’immagine generale che trapela da questi documenti è quella di una forte pressione statunitense affinché l’Europa aggiri o trascuri gli impegni presi dal punto di vista del contenimento dell’impatto ambientale e climatico. Il testo divulgato rivela come alcune tutele ambientali date ormai per acquisite siano messe nuovamente in discussione: ad esempio, in nessuna parte del testo è riportata la cosiddetta regola delle Eccezioni Generali. Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. Dalla sua omissione si evince una volontà neanche troppo velata di anteporre i profitti agli esseri viventi. Inoltre, una delle principali discrasie tra il sistema europeo e quello statunitense riguarda il cosiddetto principio di precauzione. Infatti, se nell’Unione Europea per ogni prodotto viene verificata la rispondenza a determinati standard qualitativi prima dell’immissione sul mercato, negli USA si propende più per un approccio “basato sui rischi”, in cui questi ultimi vengono gestiti invece che prevenuti. I documenti inoltre rivelano che le imprese, contrariamente agli attori della società civile, avranno diretta influenza e voce in capitolo nei processi decisionali. Con dei presupposti del genere, è legittimo temere che alcuni im-

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portanti traguardi raggiunti, primo tra tutti quello degli accordi sul clima raggiunti a Parigi, possano venire completamente vanificati. Tuttavia, quello che forse fa sperare è che, allo stato attuale, l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea appare quanto mai in forse. Le enormi divergenze tra i due sistemi (specie su aspetti cruciali come quello della commercializzazione degli OGM) hanno condotto le trattative ad una fase di stallo. A questo proposito, la linea di condotta tenuta dal governo italia-

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no è una delle più indolenti e accondiscendenti d’Europa. Intanto, lo scorso 7 maggio, a Roma, in quarantamila sono scesi in piazza per opporsi al Trattato. Da diù parti - dalle piccole e medie imprese a Flai, Fp e Fiom Cgil, poi Arci, Legambiente, i produttori di Slow Food, poi la Campagna per l’agricoltura contadina – si è richiesto a gran voce al governo italiano di sospendere il sostegno incondizionato al trattato e di aprire un dibattito pubblico su tutti gli aspetti critici del negoziati.

“Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima. È complice” George Orwell


GIUGNO 2016 N. 12

11 Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

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PRIMAVERA 2016

12 Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione

“Ecologia delle piccole cose” – Invertire la macina consumista per sradicare l’inquinamento ambientale e mentale… di Paolo D’Arpini, Referente della Rete Bioregionale Italiana - bioregionalismo.treia@gmail.com recupero di oggetti ancora usabili (vi Cominciando dalle piccole cose, azioni e gesti personali, si possono ricordo il mercatino dello scambio nei sempre trovare successive forme di sensibilità ambientale e di edu- centri di raccolta RSU di cui mi parlò cazione civica. Caterina Regazzi). Ad esempio quanti scarti alimentari produciamo? Forse A questo punto inserisco una mia conquegli scarti possono essere diminuiti se badiamo di più all’essen- siderazione sulla necessità di partire ziale, in tutte le nostre abitudini quotidiane, o magari utilizzati per i dalla consapevole e personale azione nostri animali domestici... anche se noto che perlopiù è aumentata la di ognuno di noi, faccio esempi pratiproduzione e vendita di mangimi e scatolame industriale - definito ci: rinunciare alle bustine di plastica e “raffinato”, per cui gli avanzi alimentari sono di poco uso (al massimo girare con una borsa, rifiutare imballi ci si ricava compost di pessima qualità dovuto al mescolamento di superflui, reperire il proprio cibo direttasostanze estranee). mente dai produttori locali, interrompere La situazione di perenne emergenza per lo smaltimento dei rifiuti l’uso smodato di elettrodomestici, lavosolidi urbani ha riaperto la discussione sul come risolvere l’emer- rare con le mani, stare meno davanti al genza dei rifiuti: nuove discariche, inceneritori, riciclaggio? Il discorso televisore e di più nei boschi... La battaglia è vecchio e già da parecchio tempo è stato portato ai vari tavoli di contro la produzione di rifiuti e sprechi concertazione, sia da noi che da altre associazioni, di fatto le solu- energetici deve partire dalla casa di zioni amministrative sono rimaste ferme all’utilizzo delle discariche ognuno, dalla consapevole e personale od inceneritori (ivi compresi gli impianti a biomasse), mentre non azione di ognuno di noi. Non posso far a si conosce la reale destinazione finale dei rifiuti selezionati con la meno di affermare che se non iniziamo da raccolta differenziata. Sospetto che la percentuale destinata al vero noi stessi il processo non parte. riciclaggio sia minima. E chissà se questa stessa semplicità di vita Per ottenere risultati concreti occorre diminuire la produzio- non sia quella giusta per finalmente far ne di rifiuti all’origine e prevedere soprattutto la diminuzio- pace con se stessi e con la Terra, smettenne degli imballi ed il cambio di sistema. Il riciclaggio deve essere dola di appesantirla con le nostre “deieeducativo, fatto a mano, consapevolmente, in modo che tutto il zioni industriali”. materiale possa essere veramente riusato. In primis tentando il Libri&C. VALUTAZIONE DI VIVERE SOSTENIBILE:

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Il grande libro dell’autosufficienza

Istruzioni pratiche per vivere meglio risparmiando

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La bici felice

Pedalare fa star bene di A.A. V.V. Editore: Ediciclo Pagine 105 – prezzo di copertina: 13 €

di John Seymour Editore: Arianna Editrice Pagine 408 - prezzo di copertina: 29 €

“È tempo di eliminare - scrive l’autore - ciò di cui non abbiamo bisogno, in modo da vivere più semplicemente e felicemente. Buon cibo, abiti comodi, una casa funzionale e vera cultura – queste sono le cose importanti.” Mi sono innamorato di questo libro, all’inizio degli anni ‘80, quando, poco più che adolescente, trovai la prima edizione in italiano, in una antica libreria del centro di Bologna. E’ anche grazie alla lettura di questo “grande classico senza tempo”, che ho iniziato a pensare che esisteva un’alternativa di vita reale e concreta, al modello del consumo senza limiti e senza nessuna etica, proposto dalla nostra società. E’ un libro fo n d a m e n t a l e nella la libreria di chiunque sia minimamente sensibile ai temi della sostenibilità, ora rieditato e aggiornato! Una vera miniera di ispirazioni e consigli pratici da applicare nella vita quotidiana. Consigliatissimo!

tempo di lettura:

I cinque autori di “Pedalo dunque sono” continuano a raccontare di il mezzo di locomozione su due ruote per eccellenza attraverso dieci storie che, come strade, portano alla felicità, in bicicletta! Felicità che passa soprattutto dalla ricerca del benessere del corpo, della mente e dello spirito e che l’andare in bici aiuta a trovare. La bicicletta è un’invenzione che da 150 anni fa felice il mondo e la sua forza sta nella sua levità: l’insieme di semplici parti meccaniche che formano un tutto armonico e leggero: le ruote, il telaio, il manubrio, la sella e la catena... Vorremmo lievi e armonici anche la nostra vita, i nostri incontri, l’esperienza dei nostri corpi e delle nostre menti in relazione con noi stessi e gli altri. Sappiamo che non sempre è così: le ruote si bucano, i telai s’incrinano, le catene s’inceppano. Queste dieci storie raccontano la resistenza alla fatica e sono emblematiche andando alla conquista della felicità prendendo lo spunto concettuale da un componente della bici: alla catena è associata l’idea della trasmissione di una passione da padre in figlio, le ruote simboleggiano la ciclicità degli eventi storici che si ripetono nel tempo. il fanale il fascio di luce che ci mostra la strada anche quando intorno a noi s’è fatta buia la notte della vita.

Fatto in casa con Lucia DVD + libretto Editore: Macro Video Durata 120 minuti - prezzo di copertina 24,50 €

L u c i a Cuffaro è simpatica, imm edi ata, vivace e in questo primo video corso su auto produzione e risparmio ci fa vedere in modo immediato, come se sbirciassimo nella sua cucina, a fare preparazioni alimentari come il latte vegetale o il kefir d’acqua, ma anche profumi, dopobarba e deodoranti sani, detergenti per la casa davvero economici ed efficaci, come l’antimuffa, i saponi e lo stura lavandini, tutti realizzati in casa con materiali base ed ecologici. Si impara molto e bene da questo video corso e davvero si può passare dal circolo vizioso del più lavoro-più guadagno-più spendo, a quello virtuoso e sostenibile: autoproduco-spendo e lavoro meno-ho più tempo libero. Buona visione!


PUNTI DI DISTRIBUZIONE ESTATE 2016

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Ferrara

MODENA www.ferrara.viveresostenibile.net

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Giro Bio Bottega Biologica

You&Tea

Comunicanima

Da Mengi Punto 22

Ecco i luoghi a Ferrara dove puoi trovare le copie cartacee del trimestrale VIVERE SOSTENIBILE a FERRARA

In provincia trovi il trimestrale in questi punti selezionati

• 381 storie da gustare, piazzetta Corelli 24 • Bio Cosmo, via Saraceno 25 • Bio per tutti, piazza XXIV Maggio (Acquedotto) • Comunicanima Associazione Culturale, vicolo Bomba 19 • Da Mengi Punto 22, via Carlo Mayr 169 • Giro Bio Bottega Biologica, via Terranuova 3 • You & Tea, via Dè Romei 36A • La Bottega Di Utilla, via Carlo Mayr 96/A • La Vegana Gastronomia 100% vegetale, via Carlo Cattaneo 90 • Le Ninfe Biocosmesi, via Carlo Mayr 11/A • Natura Sì, via Copparo 3/A

• Digitalghost Officina informatica, via Dei Martiri 2/a - Filo di Argenta (FE) • Il Melo e il Grano Erboristeria, via Cavour 4/6 – Comacchio (FE) • Giralibri Libreria, via Giacomo Matteotti 38/c - Argenta (FE) • Giudici Bike, via Trepponti chiosco – Comacchio (FE) • Hotel Ariston Imperial, viale dei Mille 6 – Porto Garibaldi (FE) • Sfuso & Bio, via E. De Amicis 5/e – Bondeno (FE) • SymBIOsiS Erboristeria Lab, via Padova 225 – Pontelagoscuro (FE)

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MODENA

• Natura Sì, via Bologna 296 • New Pharma Estense, via Veneziani 3 • Nuova Terra Viva Associazione, via Delle Erbe 29 • Parafarmacia della Salute, via V.Veneziani 3 • Principessa Pio - Agriturismo e azienda agricola, via Vigne 38 • Punto Veg, via C.Mayr 78 • Punto Vendita Terravivabio, via Delle Erbe 29 • Sapò, via Garibaldi 65 • Fratelli Todisco bike, corso Porta Mare 107 • La Trattoria Vegana, viale Po 13/17 • Zazie, via San Romano 62

Se hai un’associazione, un circolo o un negozio sul territorio di Ferrara e provincia, contattaci all’email info@viveresostenibile.net per diventare gratuitamente punto di distribuzione di VIVERE SOSTENIBILE a Ferrara, Bio-Eco rivista indipendente


DUE RUOTE

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Ferrara

MODENA www.ferrara.viveresostenibile.net

INSERTO SPECIALE

ESTATE 2016

Elogio alla bicicletta di Linda Maggiori Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza. (H.G. Wells) La bici è il mezzo di trasporto principale della mia famiglia, 2 adulti e 3 bambini, da quando 5 anni fa decidemmo di vivere senz’auto. La bici ci ha fatto risparmiare 5500 euro ogni anno, e tonnellate di Co2 e polveri fini. Ci ha insegnato la pazienza e la fatica, la solidarietà e la condivisione. Ci ha rafforzato nel corpo e nello spirito. Ivan Illich, filosofo e storico, in Elogio della Bicicletta, metteva a paragone la bicicletta e l’auto, inventate nello stesso periodo storico: la bicicletta avrebbe potuto dare il massimo di libertà a tutti e il massimo di democrazia ad ogni città. Si scelse invece (complice l’enorme potere delle industrie automobilistiche) un progresso basato sulle energie fossili e sulla motorizzazione privata, un progresso energivoro, insostenibile, antidemocratico. “La vita senz’auto è impossibile” dicono in tanti. No, è solo controcorrente e per questo, qui da noi, faticosa. In Olanda, Danimarca, è una scelta normale. Su FB abbiamo creato una rete di “famiglie senz’auto” per scambiarci consigli, idee, pensieri. Per noi non avere l’auto sotto casa, è stato liberante. Dopo un primo periodo di rodaggio, le distanze che ci sembravano impossibili, non ci sono sembrate più così immense, la pioggia e il freddo non ci hanno più fatto paura, ci siamo procurati pantaloni impermeabili, giacca impermeabili, stivali. Abbiamo preso un carretto per le spese pesanti. Per i viaggi lunghi ci organizziamo

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con treni, bus, o al limite condivisione di passaggi. Sicuramente questa scelta ha presupposto qualche rinuncia: vivere in città e non in campagna, scegliere scuole vicine, rallentare ritmi frenetici, razionalizzare gli spostamenti, vivere sobriamente. Non è sensato (ecologicamente parlando) spostarsi a vivere in campagna se non si è agricoltori. Traffico e inquinamento aumentano. I nuovi piani urbanistici (giustamente) riducano le possibilità edilizie in campagna per chi non è agricoltore. Scegliamo di vivere in città. Scegliamo scuole pubbliche e vicine, impegniamoci a migliorarle, piuttosto che cercare “scuoline” perfette ma lontane. 61 auto ogni 100 abitanti sono davvero troppe. E’ un’esagerazione, è il sintomo di un problema. Un problema che va risolto con impegno dal basso e politiche più coraggiose dall’alto. A Copenaghen ci sono solo 27 auto ogni 100 abitanti: piste ciclabili, isole pedonali, parcheggi fuori città, appartamenti senza posto macchina, mezzi pubblici, car sharing. A Copenaghen le case non possono distare per legge a più di 500 metri dai trasporti pubblici. Dobbiamo copiare, chiedere alle nostre amministrazioni di introdurre nelle città il limite dei 30 km/h in zona urbana, restringere le strade facendo ciclabili, dare incentivi a chi va al lavoro in bici, chiudere il traffico davanti alle scuole, pedonalizzare i centri storici. Perché la via per il progresso si percorre solo con la lentezza e la saggezza di una bici.

Wecity, la app che premi chi sceglie la mobilità green Ha già 10.000 utenti la app modenese che certifica la CO2 risparmiata e la trasforma in regali ecologici a cura della Redazione

Uno spostamento in autobus o su un’auto condivisa? 2 Kg di CO2 risparmiata. Un tragitto a piedi o in bicicletta? Altri 3 Kg di anidride carbonica che non vengono immessi nell’ambiente e che si trasformano in “moneta virtuale” da spendere nel mondo reale. Ovvero: muoversi in maniera sostenibile e venire premiati per questo, grazie a una app intelligente. E’ Wecity la prima app gratuita per iPhone, Android e Windows phone in grado di calcolare quante emissioni di CO2 produciamo quotidianamente e che promuove ogni tipo di spostamento urbano a basso impatto ambientale, attraverso un gioco e dei premi. Ovvero, più ti sposti in maniera sostenibile più diventi “ecologicamente ricco”: gli spostamenti fatti a piedi, in bici, carpooling (auto condivisa) e mezzi pubblici vengono riconosciuti dall’applicazione e generano dei crediti, proporzionali alla CO2 evitata, ricompensando la tua

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sostenibilità. Questi, possono poi essere usati sullo store Wecity per ottenere sconti e vantaggi su prodotti e servizi per rendere la tua mobilità ancora più green: bici elettriche, eco-viaggi, voucher per i maggiori provider di car-sharing, accessori.Wecity (www.wecity.it) è l’unica piattaforma digitale al mondo che permette ai cittadini di interagire con i meccanismi del protocollo di Kyoto, grazie alla certificazione ISO 14064-II sulla riduzione della CO2. In pratica ciò che si risparmia in emissioni di CO2 con buone pratiche di mobilità viene ricompensato con premi che, il più delle volte, possono essere utilizzati per rendere ancora più confortevole la propria mobilità sostenibile. Oltre 10.000 download nei primi sei mesi di lancio dell’app, 4.000 Km pedalati/condivisi al giorno. Roma, Milano, Torino, Bologna, sono alcune delle città dove wecity al momento è più diffusa.

BiciConsigli tempo di lettura:

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Andare in bicicletta nel nostro territorio è rilassante e divertente. Soprattutto se – oltre a rispettare le norme del Codice della Strada ed in particolare quanto previsto in materia di traffico, velocità, precedenze e segnaletica – si tiene conto anche di alcune semplici precauzioni ed utili suggerimenti: 1) prima di partire controllatene lo stato e regolate bene l’altezza della bicicletta; 2) ricordate di portare con voi il kit per le piccole riparazioni e una bottiglietta d’acqua per ristorarvi 3) indossate il caschetto (obbligatorio per i bambini fino a 14 anni): non dev’essere un vezzo o una sofferenza, è una sicurezza in più 4) non fatevi trainare e non abbandonate rifiuti. Avviso importante per chi pedala di notte: al di fuori dei centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba (e sempre in galleria: ma nel nostro territorio non c’è ne sono!), è obbligatorio indossare giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. Fonte: www.bicideltapo.it


DUE RUOTE

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ESTATE 2016

Andare in bici: un gesto quotidiano contro l’invecchiamento e lo stress! Viver sano vuol dire anche fare sport. Quale miglior allenamento per corpo e anima se non quello dell’andare in bici: aiuta a mantenersi in forma, allena alla fatica e permette di ritrovare il buon umore entrando in contatto con se stessi e con la natura. Allena cuore e mente! Questo mezzo pratico ed ecologico è un ottimo strumento per praticare attività fisica e combattere l’invecchiamento giorno dopo giorno grazie ad un allenamento regolare. Pedalare fa dimagrire. L’organismo inizia a bruciare grassi venti minuti circa dopo aver iniziato l’attività fisica. Andare in bicicletta costituisce uno sport ottimale per chi ha qualche chilo in eccesso da smaltire: oltre il 50% del peso corporeo, infatti, si scarica sulla struttura del mezzo e i glutei, senza sovraffaticare le ginocchia. Dunque, a differenza della corsa, è ottima da abbinare all’inizio di una dieta, quando ci si sente ancora appesantiti e poco disinvolti. Attenzione però al ritmo, fondamentale se si desidera dimagrire: alterna velocità differenti e cambia spesso percorsi, tutto ciò avrà un effetto positivo sui risultati ottenuti. Benefici per il corpo. Ha effetti positivi sul cuore, oltre che sulla ventilazione polmonare. E sebbene la medicina si sia interrogata sull’eventualità dell’insorgenza di patologie a carico dell’apparato uro-genitale, recenti indagini hanno eliminato

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questa ipotesi. Grazie all’attivazione della circolazione e la sollecitazione delle gambe anche la zona pelvica trae beneficio. Invecchiamento felice. Chi ama la bicicletta sa quanto le semplici commissioni della vita quotidiana possano diventare un piacevole diversivo, in cui apprezzare il piacere di stare all’aria aperta e pedalare dimenticando ogni pensiero. Oltre a essere un mezzo ecologico adatto per gli spostamenti brevi, la bici costituisce un allenamento dolce e non stressante, che all’esercizio fisico aggiunge il puro piacere del movimento e la curiosità verso il mondo circostante. Alle donne in menopausa sono consigliati almeno due o tre appuntamenti con la bicicletta ogni settimana, un modo semplice ed economico per mantenersi in forma, regolando il proprio bioritmo e favorendo il buon umore. Addio depressione. Pedalare abbassa i livelli di stress e aiuta la produzione di serotonina, fattore potenziato dall’esercizio fisico all’aria aperta. Ottimo per la schiena e in grado di rafforzare la zona lombare, pedalare aiuta a ottenere un fisico tonico e armonico, migliora la circolazione venosa e linfatica, ha effetti positivi sull’umore. Una vera e propria sferzata di pura energia, da praticare con costanza ogni giorno. Fonte: www.cambiovitaexpo.com

In bici insieme di Catherine Ratajczak Guidi, educatore cinofilo

Il codice della strada (art.182) vieta ai ciclisti di condurre animali o farsi trainare da un altro veicolo. Questo divieto è spesso condiviso a livello locale, quindi se intendete andare in bici con il vostro 4zampe vi conviene informarvi per evitare eventuali sanzioni. Se non volete rinunciare a questo tipo di passeggiata optate per delle strade sterrate, di campagna, dove non dovreste incorrere in alcun tipo di problema. Il cane va abituato con gradualità alla passeggiata a fianco della bici. Si comincia con la bici tenuta a mano e il cane slegato, poi sempre con la bici tenuta a mano ma con il cane legato e infine salendo sulla bici e andando a passo d’uomo. Il cane deve essere a suo agio. Le distanze iniziali saranno corte e potranno essere progressivamente aumentate, senza esagerare. L’andatura ideale è una velocità moderata e possibilmente costante. Per maggiore sicurezza potete usare uno dei tanti attrezzi disponibili in commercio che permettono di attaccare il cane a una distanza fissa dalla bicicletta. E’ comunque possibile usare un semplice guinzaglio,non troppo corto, e una pettorina. Il guinzaglio può essere legato in vita, il che vi permette di avere le mani

libere per potere frenare, oppure tenuto in mano in modo da poter aumentarne facilmente la lunghezza in caso di bisogno. Per affrontare giri di questo tipo il cane deve essere in perfetta forma fisica. Inoltre deve aver completato il suo sviluppo fisico, cioè le sue ossa devono essere completamente formate. Chiedete il parere del vostro veterinario. Il vostro amico deve anche conoscere i comandi base per permettervi di guidarlo al meglio durante l’uscita. Non è consigliabile proporre questa attività a cani di certe razze, come il bulldog o il bassotto, e neanche a cani molto reattivi e agitati. Un cane che si blocca, cambia direzione all’improvviso, che scatta dietro ai gatti, è un possibile pericolo per voi e per gli altri. Prima di uscire valutate le condizioni atmosferiche e portate comunque sempre una borraccia d’acqua. Fate delle soste regolari e date da bere al vostro 4zampe. Infine portatelo a fare i suoi bisogni prima di partire in modo da evitare “soste” indesiderate! A questo punto sarete pronti per la partenza... buona pedalata e buon divertimento insieme!!!

Bicicletta Elettrica e Mobilità Sostenibile La bicicletta elettrica, o meglio: bicicletta a pedalata assistita, è decisamente la perfetta fusione tra un mezzo a propulsione umana e un motore elettrico. Unisce cioè le caratteristiche positive della mobilità su due ruote con il vantaggio, per chi ha poca resistenza, di poter percorrere lunghi percorsi, “In particolare, la bicicletta elettrica, grazie alla funzione di assistenza alla pedalata che riduce, notevolmente, lo forzo del conducente, consente di superare alcuni limiti della bicicletta tradizionale – l’affaticamento nell’utilizzo prolungato e la difficoltà nell’affrontare le salite – ed è ancora più competitiva rispetto all’automobile. L’adozione del motore elettrico, inoltre, comporta la realizzazione diinfrastrutture per la ricarica, facilitando l’introduzione di mezzi elettrici come tassello complementare nello sviluppo della mobilità sostenibile e dell’impiego delle fonti energetiche rinnovabili nel settore dei trasporti.” (Fonte. Aerel) La bicicletta e la bicicletta a pedalata assistita sono dunque elementi importanti di una mobilità che abbatta la CO2. La bicicletta elettrica è dotata di un motorino smart che

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si mette in funzione quando si pedala e si disattiva quando si raggiunge una certa velocità o si smette di pedalare, a questo punto la bicicletta ridiventa un normale ciclo, anche quando si frena il motorino si disattiva, per riattivarsi appena si ricomincia a pedalare. Il motore elettrico deve avere secondo la normativa, una potenza massima di 0,25KW, con una velocità massima nominale di 25Km/h, dotazione necessaria è il sensore di pedalata indica alla centralina quando mettersi in funzione. Anche le batterie giocano un ruolo fondamentale, maggiore ne è la capacità maggiore la distanza che si può percorrere arrivando anche a batterie capaci di assistere la pedalata per 180 Km! Le batterie migliori restano quelle agli ioni di Litio: 10/15 Ampere/ora, da 24 a 36 Volt. Un mezzo smart, ecologico ed economico, ideale per il traffico urbano ma anche per le strade di provincia, sarà la bici elettrica a guidare la rivoluzione della mobilità sostenibile? Noi crediamo di sì. Fonte: www.gogreen-lab.com

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SCELTE SOSTENIBILI

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Il tour della canapa a cura dell’Arch. Stefano Delli, ANAB Emilia Romagna Lo scorso aprile si è svolta l’iniziativa promossa dal “Gruppo ANAB EmiliaRomagna” denominata “Tour della Canapa”, durante il quale si sono visitati quattro cantieri di ricostruzione nell’area colpita dal sisma 2012, tra le provincie di Ferrara e Modena. Alla giornata hanno partecipato 40 persone, oltre ai soci ANAB che hanno organizzato l’evento ed altre 10 persone (facenti parte delle ditte esecutrici, giornalista, personale per riprese video); la quasi totalità degli iscritti erano tecnici del settore, con la presenza di alcuni artigiani, imprenditori edili ed agenti di commercio nel settore edile. Il Tour ha interessato molto i presenti, che hanno partecipato in modo attivo alla visita guidata dai tecnici arch. Mina Bardiani e geom. Olver Zaccanti, ponendo molti quesiti sulle tecniche costruttive e sui materiali visibili nei cantieri e nei fabbricati ultimati. Nella prima parte della mattinata si è visitato il cantiere di casa Magnoni, a Vigarano Mainarda (FE), un nuovo fabbricato residenziale in sostituzione di quello demolito a seguito del sisma, con struttura portante “a telaio” in legno ove sono previsti tamponamenti in canapa e calce realizzati in opera. Successivamente ci si è trasferiti a “La Lanterna di Diogene”, in località Solara di Bomporto (MO), una cooperativa sociale di ristorazione che integra nelle attività anche persone disabili, consolidata e restaurata dopo il sisma anche con l’apporto dei “Tecnici Volontari ANAB”. Olver ha illustrato i principi e le modalità che hanno guidato la progettazione e l’esecuzione delle opere di consolidamento e restauro del fabbricato (sottoposto a

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vincolo della Soprintendenza), basati principalmente sull’impiego di tecniche costruttive e materiali del restauro, di bioedilizia ed in sintonia con l’esistente: calce, cocciopesto, legno, sughero, canapa, argilla, paglia, pigmenti naturali, ecc.. In particolare il sistema di rinforzo ed irrigidimento antisismico dei solai, è stato eseguito con una particolare tecnica di “strutture a telaio in legno” poi coibentata con canapa; sistema valutato e approvato anche dal “Nucleo di Valutazione” della Regione. All’incontro erano presenti anche l’Assessore Regionale alla Ricostruzione, Palma Costi, che ha ricordato l’iter di approvazione del progetto all’interno di quelli ammissibili a contributo elogiandone i contenuti e le modalità esecutive, ringraziando l’ANAB anche per l’impegno nell’area del sisma 2012. Erano presenti anche il Prof. Lorenzo Tassi, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che sta seguendo alcune tesi sugli usi della canapa in edilizia e, per il Consiglio Direttivo ANAB, l’Ing. Matteo Coletto. Nel pomeriggio l’arch. Mina Bardiani ha guidato la visita de “La casa delle trecce”, la propria abitazione temporanea posta a San Possidonio (MO). Realizzata nel 2013, su un terreno in adiacenza ai “MAP: moduli prefabbricati temporanei” istallati per i terremotati, è il frutto del recupero e reimpiego di una parte di materiali esposti al “MadeExpo 2012” e, anche in questo caso, del lavoro dei “Tecnici Volontari ANAB” e di altri volontari giunti da varie parti dell’Italia, sotto la guida di Mina. Il manufatto, ancora in ottime condizioni e con

gli interni gradevoli ed accoglienti in terracruda, è la conferma che con legno, calce, canapa, paglia (in questo caso quasi tutti di recupero) e terracruda locale è possibile realizzare strutture per l’emergenza a basso costo, bassi consumi energetici ma altamente confortevoli. L’ultima tappa del “Tour della Canapa” è stata la visita al cantiere ove è in corso la ricostruzione post sisma di un edificio residenziale: “casa Zucchi”, a Motta di Cavezzo (MO). Si tratta di un fabbricato con struttura intelaiata in legno massiccio, con tamponamenti eseguiti in opera in canapa e calce. In questo cantiere lo stato dei lavori è più avanzato rispetto al fabbricato di Vigarano Mainarda ed è stato possibile vedere i tamponamenti in canapa e calce, le pareti divisorie in lastre di gessofibra con telai in legno ed isolante in pannelli di fibra di canapa, i massetti isolanti in canapa e calce, l’impiantistica ormai definita, alcune prove di intonaco a base di calce e cocciopesto colorato. Gli interventi di riparazione, consolidamento e la ricostruzione degli edifici visitati durante il “Tour della Canapa” (ad esclusione della “Casa delle trecce”) sono stati finanziati con fondi per la ricostruzione post sisma della Regione Emilia Romagna; prima dell’assegnazione dei Contributi i progetti esecutivi sono stati valutati ed approvati dai Tecnici incaricati dalla Regione per valutazione tecnico-economica. Ciò conferma anche la validità delle tecniche costruttive impiegate e dei materiali utilizzati, nonché la sostenibilità oltre che ambientale anche economica delle realizzazioni in corso.

Verso l’abbondanza… e oltre

di Daniela Lorizzo, Banking Trainer e Consulente di Economia Consapevole - info@danielalorizzo.it Siamo tutti in viaggio, un viaggio più o meno consapevole, più o meno piacevole, alla ricerca di una risposta. A un certo punto della ricerca è possibile ritrovarsi a dover mettere in discussione tutto quello che si è sempre dato per vero e scontato. Questo crea un immediato stupore e sbigottimento, ed possibile che si manifesti un prima resistenza contro questo nuovo che cerca di farsi avanti, un nuovo che crea un vuoto, vuoto apparente, eppure così simile al vero. Ci viene chiesto di abbandonare anni di convinzioni, di certezze e buttarsi in questo nuovo spaventa, si crea quello che viene chiamata dissonanza cognitiva: mi rifiuto di aprirmi a nuove conoscenze perché questo potrebbe mettere in discussione la conoscenza già acquisita. E’ chiaro che è molto più comodo e tranquillo aderire al pensiero dominante perché non comporta nessuna messa in discussione e soprattutto nessuna assunzione di responsabilità. Ci si de-re-spons-abilizza, “io non capisco loro ne sanno più di me”, seguo ciò che mi viene detto e così facendo non esercito un potere personale, essere Re delle proprie decisioni, Abili nel darsi le risposte. Mettere in discussione il pensiero dominante crea disagio, questo è il prezzo da pagare quando decidi di cambiare il verso di osservazione. Questo vale anche in economia. Oggi viviamo un evidente crisi di liquidità, manca il denaro per soddisfare vari bisogni, anche i primari, e questo a causa di una contrazione di trasferimento di moneta. Se la moneta non circola ma si ferma nelle casseforti di pochi, il resto del mondo rimane senza linfa vitale e tutto si blocca. Come se il sangue invece di fluire si fermasse in una singola parte del corpo. Se questo avvenisse il corpo morirebbe e

così sta accadendo anche a noi stiamo lentamente morendo a causa di una scarsa energia vitale. Ma questo accade perché il denaro ha smesso di avere la sua funzione primaria, si è trasformato da mezzo a bene. Non rappresenta più una unità di misura di scambio, non equivale più all’insieme dei beni e servizi in circolazione, ma è diventato 100 volte superiore. Siamo tutti come avvolti da una cortina di nebbia che ci impedisce di vedere oltre e il senso di mancanza ci assale sempre più. Ma in tutto questo gioco ipnotico, dove la moneta è sempre più virtuale, dimentichiamo che il vero valore sono i nostri talenti e i beni e servizi che grazie ad essi riusciamo a produrre. Noi siamo ricchi, ricchissimi di talenti, di beni, di prodotti reali e veri che possiamo mettere a disposizione per scambiarci l’energia necessaria per ritrovarci nel naturale stato di abbondanza che meritiamo per diritto di nascita. E se fino ad oggi abbiamo rinunciato a soddisfare i nostri bisogni e desideri perché ci mancavano quei foglietti di carta privi di alcun valore intrinseco e proviamo a guardare le cose da un altro punto di vista, possiamo vedere che è possibile scambiarci ciò che esiste realmente al di là del denaro che abbiamo in tasca. Torneremo così a riprenderci il potere dell’espansione, quella sana, quella che coinvolge tutti, in una danza di cooperazione e non competizione. Il denaro dovrebbe appartenere alla comunità e avere regalato la sovranità monetaria a soggetti privati ci ha costretti a vedere che parti di noi venivano cedute senza aver nulla in cambio. Ma questo non funziona, l’energia per natura deve girare.

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TERRITORIO

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Sfalcio del verde a energia quasi zero: Ferrara sperimenta le pecore tempo di lettura:

Efficace e gratuito anche se tutt’altro che banale da organizzare, è il sistema di sfalcio del verde pubblico che l’amministrazione comunale di Ferrara sta testando intorno alle mura della città. L’esperimento nasce dalla richiesta di un pastore in transito e determina un complesso iter progettuale e amministrativo, ma con diversi vantaggi: 800 pecore hanno foraggio di qualità, la comunità risparmia sui costi di sfalcio, la qualità del suolo migliora, scuole e famiglie possono usufruire di un programma di laboratori didattici. I passi necessari L’iniziativa viene preparata tra novembre e marzo, e durerà i due mesi successivi (aprile- maggio 2016). A novembre 2015 il Sindaco e l’Ufficio Verde del Comune ricevono la richiesta del pastore di sostare due mesi su aree verdi comunali. Si prospetta nel frattempo l’ipotesi di una collaborazione con le fattorie didattiche del territorio, che sono già in contatto con il pastore. Viene ottenuto parere positivo della Giunta, tramite gli assessori di riferimento: lavori pubblici e ambiente. La domanda passa all’Unità Sanità Pubblica. Dettaglio importante ai

fini delle autorizzazioni sanitarie, si tratta di pecore da carne, trattate ogni 6 mesi con sistemi anti-zecca. Per escludere infezioni e malattie ogni capo subisce un prelievo di sangue da parte dell’Unità Operativa Attività Veterinarie dell’AUSL. Ottenuto il nulla osta finalizzato alla verifica dello stato fitosanitario – requisito richiesto per il pascolo

Metrominuto Ferrara: la mappa delle distanze a piedi nel centro città di Annamaria Bortolotti Metrominuto Ferrara: la mappa delle distanze a piedi nel centro città di Annamaria Bortolotti Poche scuse e più certezze. A Ferrara da qualche mese è arrivata una bella mappa che indica il dettaglio dei tempi che si impiegano per percorrere a piedi il centro della città. Per andare dalla stazione alla Prospettiva per esempio occorrono a piedi appena 42 minuti, mentre in soli 23 dalla stazione arrivi in pieno centro; dal Castello Estense alla Città della Salute ci puoi arrivare in 15 minuti. In coerenza con le politiche regionali e comunali di promozione della mobilità sostenibile e sicura, dell’educazione alla sostenibilità e della salute il Centro IDEA del Comune di Ferrara ha realizzato una mappa pedonale “analoga a quelle dei trasporti pubblici” che riporta le informazioni su distanze a piedi e tempi di percorrenza tra luoghi di interesse della città, dove quelli più rappresentativi vengono presentati come delle “fermate” su una rete pedonale, connessa a varie “linee” pedonali. Ferrara è una città di medie dimensioni e il suo centro storico è percorribile a piedi in un tempo relativamente breve. E allora ecco questo utile strumento che ci fa risparmiare tempo di ricerca dei parcheggi delle macchine o di attesa dei bus. Il progetto “metrominuto Ferrara” mira a rimuovere anche gli ostacoli dell’incertezza riguardo alla distanza e ai tempi di percorrenza, che può indurre le persone a non spostarsi a piedi. La conoscenza delle distanze renderà l’esplorazione del centro molto più divertente e rilassante con l’obiettivo di aumentare gli spostamenti pedonali facilitandone

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la mobilità. Tenuto conto della significativa importanza di acquisire corrette informazioni sui percorsi, specialmente per gli utenti dei trasporti pubblici, con questo progetto si vuole incoraggiare la mobilità pedonale, considerando i pedoni come soggetti prioritari/fondamentali nel sistema della mobilità cittadina. Lo scopo di questa mappa è sensibilizzare i cittadini ad una nuova cultura della mobilità che ribalti l’ordine delle priorità nell’utilizzo e nel valore dato ai mezzi di trasporto, che oggi assegna all’automobile il primo posto per finire ai piedi che si usano quando proprio non se ne può fare a meno. Prendere coscienza che le grandi sfide ambientali che dobbiamo affrontare, ma anche la stessa convenienza individuale, rendono necessario invertire la sequenza, è auspicabile sostenere con ogni mezzo la mobilità pedonale perché diventi fondamentale/ irrinunciabile, seguita, da quella ciclabile, dal mezzo pubblico, dal mezzo privato nella modalità car sharing e car pooling e solo per ultimo dall’uso individuale dell’automobile privata. Camminare fa bene alla salute, ma anche all’ambiente e all’aria. Camminare giova allo spirito e perfino all’umore. Camminando possiamo apprezzare meglio e di più tutto ciò che abbiamo attorno e incontrare sguardi e pareri di persone che come noi sono in cammino. “Le città che rendono la vita più facile ai pedoni sono i luoghi migliori in cui vivere” dichiara la mappa, come non darle ragione?

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vagante – il Sindaco rilascia autorizzazione sanitaria, come prevede la normativa. L’iter coinvolge diversi settori pubblici che si trovano a lavorare a stretto contatto: Ufficio Verde (verifica l’esistenza di un’area vasta e insieme circoscritta, rilascio pareri e autorizzazioni), Strade (scelta del percorso per arrivare in città), Polizia Municipale (regolazione traffico), Beni Monumentali (recinzione degli spazi verdi adibiti progressivamente a pascolo a tutela delle mura storiche), AUSL. La Comunicazione, infine, ha svolto un ruolo fondamentale per informare l’opinione pubblica, in parte entusiasta e in parte – giustamente – preoccupata sugli aspetti sanitari. Vantaggi • Governance: notevole esperienza di coordinamento tra settori dell’amministrazione • Bilancio: si stima un risparmio in termini di costi di sfalcio attorno agli 8mila euro (4 centesimi di euro al mq) • Educazione: attività e laboratori didattici per scuole (e famiglie) • Ambiente: dal punto di vista agronomico, la materia organica ‘depositata’ dal gregge garantisce un ricco apporto di nutritivi al suolo • Turismo: numeroso il pubblico richiamato dall’evento. Fonte: www.anci.emilia-romagna.it

Noi siamo la Terra, ma lo sappiamo? di Cristina Mori

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Se sapessi di essere la Terra camminerei con passi leggeri sul mondo. Se sapessi di essere la Terra mi prenderei cura del mio giardino come del mio stesso corpo e patirei il destino delle foreste lontane. Se sapessi di essere la Terra esplorerei curiosa il selvatico dentro e fuori di me e ammirerei con gratitudine il miracolo della Vita. Se davvero sapessi di essere la Terra saprei che la Terra è una, così come una è l’Umanità e capirei che se un uomo soffre nel mondo soffrirà anche il mio braccio e il mio cuore. Comprenderei che il destino è comune e che tutto si gioca collettivamente. E che, allo stesso tempo, ogni piccolo gesto e realizzazione personale contribuiscono profondamente al benestare del Pianeta. Da varie lingue e diverse culture arriva sempre più forte l’appello a ritrovare quel senso di appartenenza e connessione con il mondo che risiede nello strato più profondo della nostra psiche, nel nostro Inconscio Ecologico. È un invito a riprendere contatto col mondo naturale, a iniziare un processo di riconnessione e ritorno alle origini. In questo percorso di crescita personale è la Natura stessa, dentro e fuori di noi, a fungere da “setting” e “terapeuta” d’eccellenza. Ciò che otteniamo è la capacità di uscire per un attimo dal guscio del nostro piccolo “io”, per allargare sempre di più i confini della nostra identità, fino ad includere anche l’ambiente di cui facciamo parte. E quando riprendiamo contatto con la totalità di noi stessi si risveglia spontaneo il desiderio di impegnarsi a favore del pianeta, mettendo le proprie potenzialità al servizio della vita. Partire da sè per salvare il mondo. Assumere la propria Identità Terrestre per poi tornare a sè con la consapevolezza di essere parte piccola ma essenziale della grande rete della vita. «Noi siamo la Terra» è un insegnamento antico quasi quanto la terra stessa, è un sapere presente fin dall’origine della storia dell’umanità e che ora, più che mai, ha bisogno di essere riconsiderato. Dall’Ecopsicologia al Buddhismo Impegnato, le discipline e i movimenti che si propongono di facilitare il cammino di riconciliazione con la Madre Terra sono tanti, con apporti originali e profondi, tutti da scoprire.


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AGRI-CULTURA ESTATE 2016

L’ape come indicatore biologico di Roberto Grillini, esperto nazionale di Apitalia Non tutti sanno che le api sono indicatrici dello stato di salute di un territorio. Da anni studiosi di tutto il mondo adottano gli alveari per misurare il grado di inquinamento delle città e delle campagne. Prima dell’avvento delle centraline di rilevamento elettronico, a Bologna e in Romagna le osservazioni attraverso l’utilizzazione degli alveari venivano fatte dal compianto Prof. Giorgio Celli, mentre in Umbria operava un gruppo dell’Università di Perugia capeggiata dal Prof. Ricciardelli D’Arbore per la ricerca del grado d’inquinamento per l’uso sconsiderato od improprio dei presidi sanitari (in particolare per i residui di ditiocarbammati che hanno effetti teratogeni e cancerogeni). Altrettanto è avvenuto a Fabriano, anche con la mia collaborazione, e in altre città della Provincia di Ancona. In materia esiste, inoltre, un’abbondante bibliografia fin dal 1981. L’ape, nel visitare i fiori per raccogliere il nettare e il polline e piante varie per bottinare melata e propoli, portano a casa anche le sostanze inquinanti. Il problema sussiste anche per l’approvvigionamento idrico. Nelle città gli insetti sono serviti e servono per il rilevamento dei sali di piombo e degli inquinamenti ambientali in genere, riscontrabili attraverso le analisi del miele. Invece, dalle analisi del polline raccolto dalle api, si studiano soprattutto gli inquinamenti da residui di radionucleotidi e di metalli pesanti (specialmente residui di principi attivi di fitofarmaci irrorati su piante circostanti gli alveari). Le api di una postazione, potendo raggiungere 3 chilometri per effettuare i raccolti, esplorano un territorio abbastanza vasto anche se, in genere, si concentrano soltanto su zone provviste di nutrimento a loro gradito e preferibilmente vicine. Nella produzione del miele occorre molta accortezza nel collocare le api in luoghi sani e di non utilizzare sostanze illecite per la cura delle malattie delle api o inquinanti dell’ambiente. Le sanzioni amministrative e penali sono pesanti. Si sappia che per un miele inquinato il D.L. 4 agosto 1999 (attuazione delle direttive 96/22/CE e 96/23/CE) stabilisce una sanzione amministrativa

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pecuniaria da 10 milioni a 60 milioni (risolvibile pertanto con 20milioni). Purtroppo si rischiano gli inquinamenti anche a causa dell’incoscienza o dell’ignoranza di certi agricoltori che distribuiscono incontrollatamente, e spesso impropriamente, pesticidi senza le precauzioni dettate dalla legge regionale. La produzione collinare e di montagna rappresenta una garanzia per il consumatore.

Fiori di Bach per le piante di Silvia Malagoli, www.silviamalagoli.wordpress.com Dieci anni fa, colta da una presa di coscienza mentre svolgevo il mio lavoro di giardinaggio, decisi di smettere di utilizzare prodotti chimici sulle piante. La Coscienza mi aveva detto: “Stiamo dando veleno su veleno!” Bene, quindi bisogna trovare una soluzione valida che non avesse impatti negativi sull’ambiente.Avendo sempre avuto come filo conduttore della mia vita le piante e i fiori, già da qualche tempo avevo iniziato ad utilizzare i Fiori di Bach per un uso personale; il libro che avevo acquistato descriveva in poche righe nelle ultime pagine, l’uso dei Rimedi floreali per contrastare pidocchi e funghi delle piante. Seguii quelle poche indicazioni per vedere se afidi, e funghi potessero essere veramente allontanati con i soli rimedi del dottor Bach. Ebbene, pochi trattamenti nell’arco di un anno avevano dato risultati inaspettati! Non solo afidi, ma metcalfa, cocciniglia e malattie fungine sparivano senza lasciare traccia! Non contenta mi spinsi oltre, provai i Rimedi su piante ornamentali gravemente malate da anni, gli ippocastani, che subiscono l’attacco della Camerario Ohridella a partire già dagli anni novanta. Una successione di trattamenti fecero riscuotere un ulteriore successo all’uso dei Rimedi floreali sulle piante. Cominciai a pensare che se questi fiori di Bach funzionavano così validamente su piante ornamentali, chissà allora su alberi da frutto o piante orticole. Nel 2012 mi ritrovai con scorte di rimedi floreali mai utilizzate: pensando fossero scadute, decisi di versarle nell’orto di casa, diluite in un annaffiatoio; l’orto era invaso da insetti che facevano banchetto, indisturbati,

tra fagiolini e foglie d’insalata. Dopo pochi giorni vidi l’orto rinascere, non solo nelle sue parti verdi, ma senza più visitatori indesiderati! A questo punto, la domanda lecita è: com’è possibile che i fiori di Bach funzionino sulle piante? Che cosa hanno a che fare gli stati d’animo degli individui (Edward Bach aveva individuato i Fiori come terapia naturale per ristabilire l’equilibrio emotivo e mentale delle persone, avendo concluso che la malattia è il risultato di stati d’animo in disaccordo), con lo stato di benessere delle piante? È necessario capire cosa sono i fiori di Bach: non sono un mero estratto di piante, ma il risultato della frequenza del potere depurativo delle piante stesse; esse consentono di inviare messaggi precisi al sistema neuro vegetativo della pianta e al sistema neuronale degli insetti, rinforzando il primo e importunando i secondi - in base al tipo di Rimedio utilizzato. Questo sistema si basa sull’uso della carica elettrica di un Fiore in grado di creare nello spazio circostante (dove erogato) un campo elettromagnetico che ha la capacità di entrare in contatto con la carica elettrica del parassita o del fungo indesiderato. Si ha un’interazione tra le parti che si polarizzano e riequilibrano in modo naturale. I Rimedi floreali, la cui carica elettrica si espande in modo esponenziale attraverso l’uso di acqua, hanno diversi vantaggi per il mondo vegetale, il primo e quello che è di fondamentale importanza, è l’eco sostenibilità e l’impatto zero sull’ambiente. Sono passati ormai dodici anni ormai dal mio primo impatto con i Rimedi floreali e dopo tutte le prove sul campo, non posso più avere dubbi, la Natura stessa l’ha confermato: i Fiori di Bach sulle piante funzionano. Essi ristabiliscono un equilibrio naturale e, ad oggi, è fondamentale smettere - e non solo ridurre - l’inquinamento dell’aria, del suolo, dell’acqua. Tutto quello che diamo alla Terra, la Terra lo restituisce.

Equiseto a cura della Redazione

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L’equiseto è una pianta erbacea nota fin dall’antichità romana e greca, soprattutto per i suoi effetti diuretici e depurativi. Questa pianta, infatti, è uno tra gli organismi più antichi della Terra ed alla sua presenza in aree campestri è riconducibile l’appellativo di ‘arvense‘. Questa pianta è anche conosciuta come argilla vegetale proprio per le sue proprietà e la sua composizione minerale. L’equiseto (Equisetum arvense) è una pianta della famiglia dell’Equisetacee. Nota per le sue proprietà diuretiche, è utile per i capelli, la pelle e le unghie. I suoi principi attivi sono: silice, calcio, magnesio, potassio, saponina, glucosidi flavonici, piccole quantità di alcaloidi e tannini. Per la presenza di questi sali minerali, in una forma molecolare altamente disponibile per il nostro organismo, l’equiseto contribuisce al “metabolismo dell’osso” e favorisce la remineralizzazione del sistema osteo-articolare e dei tessuti duri come unghie e capelli. E’ consigliato anche in casi di alopecia, osteoporosi, accrescimento scheletrico degli adolescenti, postumi di fratture, artrosi (grazie all’azione che esercita sia sulla cartilagine articolare, sia sul tessuto osseo) e le tendiniti (migliora l’elasticità dei tendini). L’equiseto, o coda cavallina, è inoltre diuretico per cui è consigliato nel trattamento dell’eliminazione di scorie metaboliche. Inoltre ha un’ azione astringente sui vasi sanguigni, utile contro la fragilità capillare. La proprietà cicatrizzante lo rende un ottimo riparatore tessutale e quindi è impiegato in campo cosmetico nella preparazione di prodotti contro smagliature, rughe e cellulite. Tisane e decotto a base di equiseto: ricetta ed ingredienti Per poter approfittare delle proprietà depurative di questa pianta, fate una tisana con: 25 gr di achillea 20 gr di equiseto (parte aerea) 15 gr di iperico (sommità fiorite) 25 gr di ortica 15 gr di salvia Preparazione Versate 2 cucchiai del composto in un litro di acqua bollente, quindi filtrate l’infuso.Assumete questa tisana 3 tazze al dì per 2-3 settimane, lontano dai pasti.


CALENDARIO, MERCATI E ANNUNCI ESTATE 2016

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ANNUNCI

VENDO OSTERIA CON CUCINA Eco di Vento è un’Osteria in Valsamoggia (BO) che propone cucina vegetariana e vegana, con prodotti prevalentemente a km 0 e biologici. Composto da Bar, due salette, una verandina esterna con giardinetto, in tutto ci si possono ricavare 40/50 coperti. Nell’affitto del locale è compreso un appartamento ad uso foresteria, abitabile con 2 stanze un salone, cucina e bagno. E’ un progetto nato un anno fa, una nuova proposta che è stata ben accolta in un territorio rurale e tradizionale, un seme nuovo da coltivare in una Valle così bella e ricca. Per motivi di salute vendo questo bel posticino che già raccoglie i frutti di una buona semina fatta in questo anno di amore e dedizione. Scelgo di passare il testimone a qualcuno che voglia proseguire in questa direzione. www.ecodivento.com - ecodivento@ gmail.com - 3703043405 SEI RIMASTO INDIETRO CON LA TESI? Hai poco tempo a disposizione? Devi laurearti nella prossima sessione disponibile e pensi di non farcela a terminare l’elaborato? Affidati a Sottotesi, attività di consulenza universitaria che si occupa di: progettazione della struttura dell’elaborato (a partire dall’indice); correzione e supporto durante la stesura; integrazione contenuti; ricerca bibliografica e inserimento note; corretto utilizzo delle norme redazionali (impaginazione, carattere, margini, interlinea…); traduzioni di testi in lingua inglese. Serietà, puntualità ed esperienza sono a tua disposizione e la tua privacy sarà salvaguardata. Visita il sito www. sottotesi.it o contattaci al 3337224558 e richiedi il tuo preventivo gratuito in meno di 24H!

alimentazione; Lezioni di corretta postura e sollevamento dei carichi; I cibi che fanno bene d’estate e che favoriscono l’abbronzatura. Conoscere i benefici di una corretta alimentazione associata all’attività sportiva. Conoscere le porzioni giuste e i colori della salute in vacanza. I corsi sono tenuti dalla dott.ssa Elisabetta Ciannella biologa, nutrizionista, dietologa ed esperta in sicurezza alimentare Costo 18 € Per prenotarsi è necessario inviare una mail a officinadinamica2.0@ gmail.com o un sms con i propri recapiti al 3386545066.Informazioni anche al 38655124 Videoteca Biblioteca “Vigor”,Via PReviati 18 - Ferrara www.officina-dinamica.org • Da lunedì 13 Giugno al venerdì 9 Settembre Ore 7.30 – 17.30 CAMPI ESTIVI Campi Estivi di Educazione all’Arte e alla Natura Campi estivi per bambini dai 3 ai 5 anni e dai 6 ai 12 anni che costituisce un’esperienza di educazione alla Natura e all’Arte. Tra le attività che si svolgeranno coltivazione dell’orto, pittura ad acquerello, modellaggio con la creta, tessitura, lana cardata, panificazione, giochi in libertà, sviluppo di abilità corporee, ascolto della musica, dei suoni della natura, dei propri sentimenti. Pasto e merenda bio inclusi. Per chi avesse problemi di orario alla mattina è possibile l’apertura verso le 7.30 La settimana da lunedì 15 a venerdì 19 agosto non verrà effettuata. Informazioni e iscrizioni al 3938636685 (telefonare dalle ore 17.30 alle 19.30) e info@nuovaterraviva.org Associazione Nuova Terraviva,Via dell’Erbe 29 - Ferrara www.nuovaterraviva.org

LUGLIO 201 6 • Martedì 5 luglio Ore 20 CONCERTO The Last Shadow Puppets + YAK Per la prima volta in Italia il gruppo britannico indie-alternative Last Shadow Puppets, formato da Alex Turner, leader del gruppo indie rock degli Arctic Monkeys e Miles Kane, ex-leader del gruppo The Rascals ed ex-chitarrista dei Little Flames, ora solista. Sono accompagnati alla batteria dall’amico e produttore James Ford e al basso da Zach Dawes dei Mini Mansions. A seguire concerto della band di progressive rock YAK Ingresso 25€ + dp. Informazioni allo 0532 241419 Piazza Castello, Ferrara www.ferrarasottolestelle.it

GIUGNO 2016 • Sabato 4, 11, 18 e 25 giugno ESCURSIONE EVENTO Tramonto in Oasi Escursione serale in Oasi, per gli amanti della fotografia, con ascolto dei canti notturni degli animali. Informazioni e prenotazione obbligatoria (entro le ore 16 del giorno precedente) allo 0533 681240, 347 2165388e vallette@atlantide.net Vallette di Ostellato, Strada Argine Mezzano, 1 – Ostellato (Fe) www.atlantide.net/vallette • Fino a domenica 5 giugno Ore 9.30 -17.30 MOSTRA L’arte per l’arte Al Castello Estense sarà possibile ammirare una galleria di capolavori degli artisti ferraresi Giovanni Boldini e Filippo De Pisis, tra i protagonisti della scena internazionale tra Otto e Novecento. Le opere sono state selezionate dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari e saranno accessibili al pubblico fino alla riapertura dei musei a Palazzo Massari. Biglietto intero 8 €, ridotto 6 €, minori di 12 anni 1 €. Ingresso gratuito fino ai 6 anni. Informazioni allo 0532 299233 e castello.estense@provincia.fe.it Castello Estense, Largo Castello - Ferrara www.palazzodiamanti.it - www.castelloestense.it • Giovedì 9 giugno Ore 19 - 20.30 INCONTRO Sport, tempo libero e vacanze: per stare e sentirci in forma Ultima tappa del percorso La salute vien mangiando, si affronteranno i seguenti temi: L’importanza dello sport associato ad una corretta

• Domenica 17 luglio Ore 15.30 – 17.30 ESCURSIONE Due ruote nel Bosco Escursione guidata in bicicletta nel Granbosco della Mesola. L’itinerario si svolge all’interno del bosco fino a raggiungere il Parco delle Duchesse. La possibilità di percorrere su due ruote un itinerario esclusivo, normalmente precluso al pubblico, permetterà di vivere un’esperienza unica e di riscoprire il fascino della natura incontaminata. Ogni domenica e festivi dal 17 luglio all’11 settembre. Possibilità di noleggio bici in loco: 5 € Incontro con la a presso l’ingresso del Bosco della Mesola. Informazioni e prenotazione obbligatoria allo 0533.81302, 346.5926555 r info@ podeltatourism.it www.podeltatourism.it

AGOSTO 2016 • Venerdì 5 e 26 agosto Ore 21 - 23.30 EVENTO Osservazione guidata del cielo Venerdì 5 agosto al telescopio si osserverà il cielo mentre venerdì 26 agosto si parlerà e osserveranno le pulsar e i buchi neri: le stelle morenti. La visita all’osservatorio è gratuita e non necessita di prenotazione (a meno che non ci siano gruppi di scolaresche o gruppi con cui concordare una data di incontro). Informazioni e prenotazioni al 346 8699254 Osservatorio Astronomico “P. Burgatti”, Via Dante Alighieri 6 (Si entra dal nuovo Ingresso in via Cola), Cento (FE) www.astrofilicentesi.it • Da sabato 20 a domenica 28 agosto EVENTO Ferrara Buskers Festival 29° edizione della rassegna internazionale del musicista di strada in cui i migliori musicisti e artisti di strada di tutto il mondo si esibiscono nelle vie e nelle piazze del centro storico: quest’anno 1000 artisti provenienti da 35 nazioni diverse. Mentre gli artisti invitati sono esclusivamente musicisti, l’ampia schiera di artisti accreditati comprende anche giocolieri, acrobati, equilibristi, clown ed altri originalissimi performer. Ogni giorno circa cento show gratuiti e adatti a un pubblico di tutte le età. Da lunedì a sabato spettacoli dalle 18.00 alle 24.00. Le domeniche 21 e 28 agosto dalle 17.00 alle 20.00. www.ferrarabuskers.com

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MODENA www.ferrara.viveresostenibile.net

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MERC ATI CONTADINI OGNI MERCOLEDÌ

dalle 8 alle 14 L’AGRIMERCATO DI GRISÙ Mercato a filiera corta degli Agricoltori di Campagna Amica – Coldiretti Ferrara con prodotti freschi e trasformati della Filiera Agricola. Un mercato contadino che recupera spazi cittadini, vicino alle persone del quartiere, dove ritrovare i sapori della propria terra e il piacere di fermarsi per parlare e per scoprire il gusto del buon cibo. Ex caserma dei Vigili del fuoco con ingresso da Via Ortigara 11, Ferrara www.spaziogrisu.org/lagrimercato-di-grisu/

OGNI GIOVEDÌ dalle 8 alle 14 MERCATO BIOPERTUTTI Prodotti di stagione biologici e biodinamici, locali e a prezzo equo.Vendita diretta di frutta e verdura, pane, formaggio, olio, vino, pasta, farine da grani antichi, sughi, marmellate, biscotti e dolci. Prodotti di cosmesi, oli essenziali, detergenti per la casa, artigianato eco sostenibile. Info point per conoscere meglio il bio. Piazzale dei Giochi, Ferrara www.facebook.com/biopertutti

OGNI SABATO mattino MERCATO DELLA TERRA Oltre trenta piccole aziende contadine del territorio provinciale e oltre cento tipologie di prodotti locali, tradizionali, stagionali; garantiti da chi li produce. Tutti prodotti ogm free, moltissimi biologici e tutti con l’Etichetta Narrante del produttore della sua storia aziendale, produttiva e personale. Organizzato dalla Condotta Slow Food di Ferrara Cortile del Baluardo del Montagnone,Viale Alfonso I D’Este, 11 - Ferrara www.facebook.com/pages/Slow-Food-Ferrara-la-nuova-paginaufficiale

OGNI PRIMA E TERZA DOMENICA DEL MESE

mattino e pomeriggio MERCATO DEL CONTADINO Ogni prima e terza domenica del mese i produttori agricoli e gli operatori dei prodotti tipici ferraresi danno vita ad una rassegna - mercato dell’agroalimentare della provincia. All’insegna della “filiera corta” è possibile scoprire le produzioni di stagione delle campagne come frutta, verdura, vino, riso, aglio, e tanto altro. Prodotti sia freschi che trasformati; anche fiori e piante. Piazza del Municipio, Ferrara

OGNI SECONDA DOMENICA DEL MESE

eccetto luglio, agosto, dicembre e gennaio dalle 8 alle 19 MERCATINO DEI PRODOTTI BIOLOGICI Gli associati al “Giardino dei semplici” sono operatori che intendono divulgare e promuovere prodotti naturali biologici, ecologici, erbe aromatiche, spezie, piante naturali, prodotti del sottobosco, confettura, prodotti di apicoltura, per la cura del corpo e della casa, giardinaggio, il tutto sano e naturale attraverso la Fiera del prodotto naturale biologico. Piazza Trento Trieste, Ferrara www.emiliaromagnaturismo.it/it/eventi/ferrara/ferrara/mercatino-dei-prodotti-biologici


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Ferrara

MODENA www.ferrara.viveresostenibile.net

ESTATE 2016


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