Città dei Mille Febbraio/Marzo 2014

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FEBAL CASA Quando lo stile è coerenza

FEBBRAIO / MARZO 2014

Anno 17 - N°1 Febbraio/Marzo 2014 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca a: Editrice Bergamasca Srl - via Madonna della Neve, 24 - 24121 Bergamo, che si impegna a pagare la relativa tassa. Euro 3,00




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Edito riale

Editoriale

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al tunnel della crisi si può uscire. Il coraggio delle idee, degli investimenti e della serietà professionale continua a trovare terreno fertile a Bergamo. Anche se talvolta si scontra con eccessivi fenomeni di autocommiserazione, più nel resto d’Italia, in realtà, che da noi. Ne è convinto il rettore dell’Università di Bergamo, Stefano Paleari, secondo il quale «il nostro Paese ha delle potenzialità capaci di trasmettere anche stimoli, nonostante ci sia un’eccessiva abitudine a piangersi addosso. Abbiamo il dovere di valorizzare le buone pratiche che ci sono, perché è giusto, senza però demolire le altre». L’Artigiana del Mobile, protagonista della nostra cover story, è un esempio d’impresa che scommette su nuovi successi: l’apertura del nuovo showroom monomarca «Febal Casa» di Bergamo, sulla rotonda della Briantea (zona Longuelo), ne è esempio tangibile. Una «vetrina» ad alto impatto quella dello spazio espositivo di 350 metri quadri, caratterizzata da passione, gusto made in Italy e alto contenuto di servizio per il cliente. Che dire poi della Cms di Zogno: in tempi in cui si parla di fuga dalla montagna, l’azienda che produce macchine e centri di lavoro a controllo numerico ha pensato di riunire tutte le attività in Val Brembana, mettendo sul piatto un investimento da 10 milioni. Restando in campo tecnologico, interessante il percorso di Bergamo, attraverso il Comune, nelle smart cities, le città intelligenti, «in grado di gestire in modo integrato tutte le informazioni disponibili – ci spiega il vicesindaco Gianfranco Ceci - così da rielaborale e ridistribuirle sul territorio tradotte in servizi di qualità e in un migliore governo del territorio stesso». Una città dinamica, insomma, al passo con i tempi. Più ecologica ed efficiente. Buona lettura! Claudio Gualdi

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di Claudio Gualdi



La mia

rubrica

I quotidiani "cascano" nella Rete

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icono che noi italiani leggiamo pochissimo il quotidiano. Un po’ lo si sapeva, ma nella speranza di sfatare questa nostra “ignoranza” civile atavica - il giornale dovrebbe essere il “breviario” laico di ogni cittadino - provo a consultare alcuni dati statistici. E la realtà fotografata rivela tratti più complessi. Se il il sondaggio annuale sugli "Italiani e l'informazione", condotto dall'Osservatorio Demos-Coop, nel 2010, affermava che otto italiani su dieci preferivano informarsi quotidianamente accedendo ai telegiornali televisivi, oggi emerge una variazione. Pur continuando a informarsi, in larga maggioranza, seguendo la tivù, anche se ne hanno sempre meno fiducia, una vistosa fetta di popolazione usa in misura crescente la rete. Perché la considerano il canale più libero e indipendente e perchè permette di accedere a una informazione più variegata navigando tra diversi media. Nel prossimo numero proveremo a mettere a fuoco questa presunta “morte” della carta stampata che forse è il tramonto di qualcosa che in Italia non si è mai adeguatamante diffuso. “Colpa” di chi i giornali li fa o di chi non li legge?

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di Emanuela Lanfranco e.lanfranco@inwind.it


Approfondimento

È

C’è bisogno di un Natale

stato un Natale di crisi, quello già alle nostre spalle. Con molti disoccupati, con tanti giovani in cerca di lavoro e pochi quattrini. I sondaggi dicono che in questo Natale si sono registrate flessioni nei consumi del 20% rispetto allo scorso anno: l’unico settore che pare essersi salvato è stato quello alimentare. Gli Italiani non hanno rinunciato ai tortellini in brodo, magari con una dose maggiore di osso nel bollito, o al panettone. Si è consumato meno salmone, ma questo non è stato un male per la nostra bilancia delle importazioni, così come è diminuito il consumo di caviale nei cenoni di fine anno, ma possiamo concludere che almeno a tavola ha resistito una politica di spesa oculata e di resa massima delle risorse.

Forse proprio da qui, si può partire a fare qualche riflessione. Una tavola “intelligente” che sia stata capace di tenere conto di uno stile più sobrio può essere la metafora, l’emblema di come potere accettare quel che ci sta succedendo. Abbiamo meno mezzi, meno lussi, sta scomparendo quella grande e luccicante promessa con cui la società dei consumi ci aveva “comprati” tutti. Ed è inutile dire che non siamo dispiaciuti: lo siamo eccome. Chi afferma di non risentire di questo calo nella soddisfazione dei nostri desideri che per lo più passavano attraverso la profusione del superfluo mente. Ma detto questo, come possiamo superare lo stadio del lamento sterile e, alla lunga, noioso? Accettando il limite e cavandoci il

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di Emanuela Lanfranco

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massimo. Un po’ come faceva Leopardi, quello che abbiamo studiato a scuola, quello della poesia dell’Infinito: “sempre caro mi fu quell’ermo colle e quella siepe...”. Insomma in quella meravigliosa poesia si dice che per immaginare l’infinito, bisogna avere davanti una siepe, qualcosa che esclude la vista. L’uomo ha bisogno del limite per “immaginare” qualcosa di più grande. Difficile accettare questa semplice constatazione all’interno di una cultura, quella tecnologica, che ci ha continuamente educati allo strapotere dell’uomo sul mondo, all’idea di un progresso inarrestabile e sempre all’opera. I poeti vedono prima degli altri, hanno uno sgurdo più acuto, quello che serve anche a noi, tanto più oggi. Natale non era nato come festa dei consumi, era nato come festa della

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memoria di una situazione scandalosa: un dio che nasce povero. Un paradosso che non può non colpire anche chi è laico. Un tempo, nella cultura popolare, e non è detto che fosse cristiana, si usava, nel pranzo di Natale, mettere una sedia vuota al tavolo: segno che si era pronti alla condivisione, semmai fosse passato un povero o uno straniero. Ma oggi una soluzione di questo tipo ci parrebbe come minimo una stranezza, non priva dei pericoli di fastidiose incursioni. E la nostra al più è una carità “presbite”, capace di vedere solo i poveri che sono lontani, tanto da non darci fastidio. Eppure se siamo stati obbligati a tornare indietro sui consumi forse saremo capaci di trovare anche qualche bene compensatorio, fosse anche solo la capacità di capire che niente ci è dovuto e la serenità

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che deriva dal sapere stare bene anche nel meno, che non è il niente. Un più corretto modo di concepire il progesso, inteso nella sobrietà e nel rispetto delle risorse, limitate, ci salverà da una sicura catastrofe e se così fosse questa crisi può anche essere l’occasione per ripensare alcune scelte di vita inconsapevoli. Rallentare non è solo e sempre dannoso, forse ci consente il tempo per qualche pensiero in più, per qualche esercizio di immaginazione, per qualche attenzione a quel che abbiamo attorno. Perfino all’attesa di un ospite. E se salvezza ci sarà, si potrà ottenerla solo in un orizzonte condiviso, di bene comune. Da soli non ci si salva. Ora anche l’economia ce lo sta insegnando. Forse c’era bisogno di un po’ di vuoto per far posto a un nuovo natale.


Sommario 14

cover story

Speciale:Verdello Speciale:Verdellino

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peciale

Consegna delle Borse di Studio ARMR 2014 Guardia di Finanza, cerimonia inaugurazione dell'a.a. INGruppo e "Un porto per noi" insieme alla Fiera L'Accademia consegna la Solidarietà Vip 2013 Fabio Bergamaschi, il primo libro è un giallo Of Ottica, focus su ricerca e innovazione 24° Parallelo di Natale a Foppolo Serata "Chef per una notte"

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vip & news

Direzione e Redazione: Via Madonna della Neve, 24 Bergamo Tel. 035 35 91 011 Fax 035 35 91 117 www.cittadeimille.com Direttore responsabile: Claudio Gualdi

Speciale: Spirano Speciale: Boltiere

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peciale

Stefano Paleari, «rettore» dei rettori Francesca Ferrandino, nuovo prefetto Bergamo studia da smart city

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interviste

Sì al raggruppamento Cms Albergatori di Ascom contro booking.com Aeroporto, saldo positivo nel 2013

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imprese

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in Vetrina

Il Maggiordomo consiglia Luberg Cucina Wedding Golf Motori Sanità Arte Spiritualità

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rubriche

Adotta il talento Creberg Teatro, quattro mesi da urlo Bergamo Jazz ancora nel nome di Rava Mi.Ma. - appunti disordinati di vacanza

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cultura

Direttore editoriale: Emanuela Lanfranco Redazione: Fabio Cuminetti Abbonamenti: 035 35 91 011 segreteria@ediberg.it 1 anno - 27 euro Stampa: Sigraf - Treviglio (Bg) Pubblicità: Tel. 035 35 91 158

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Febal Casa, quando lo stile è coerenza Città dei Mille - anno 17 n. 1 Aut. Trib. n. 52 del 27 Dicembre 2001 Editore: Editrice Bergamasca S.r.l. www.ediberg.it

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Editoriale La mia rubrica Approfondimento

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Co ver

Febal Casa, quando lo stile è coerenza

Nuovo showroom in città per il brand di cucine, ora ampliatosi a zona living e notte, che ha fatto di eleganza e accoglienza la formula del proprio successo. Partner dell’operazione L’Artigiana del Mobile di Paladina

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ebal Casa, di nome e di fatto. Cioè toccare con mano la propria abitazione del futuro ancora prima di averla, contando su un marchio che ha fatto dell’equilibrio costante tra stile contemporaneo e design accessibile la formula del proprio successo nel tempo. Un marchio noto per le cucine che ora conquista anche zona living e notte, per offrire la stessa coerenza stilistica. Entrare nel nuovo showroom monomarca di Bergamo, aperto lo scorso 5 ottobre sulla rotonda della Briantea (zona Longuelo), emoziona. Si sogna la casa ideale, si trovano i punti di riferimento all’insegna di eleganza e accoglienza, li si converte in realtà grazie a un ventaglio di soluzioni praticamente infinito. Una «vetrina» ad alto impatto quella dello spazio espositivo di 350 metri quadri. Passione, gusto made in Italy e alto conte-

nuto di servizio per il cliente caratterizzano il nuovo showroom, dove elementi dalle linee moderne e ambientazioni più classiche si fondono insieme per offrire composizioni innovative e originali. Partner dell’operazione una sicurezza nel mondo dell’arredamento in provincia: L’Artigiana del Mobile, azienda di Paladina di Fabio D’Adda e Juri Locatelli nata nel 1966, forte di 1.500 metri quadri di esposizione su tre livelli più 450 mq di falegnameria per effettuare modifiche su misura. «A Paladina la clientela è diversa - spiega Locatelli -, vengono perché siamo conosciuti e storicamente apprezzati. Qui il richiamo è dato, giustamente, dal marchio Febal, con cui lavoriamo già da vent’anni». Cliente diverso, magari alla ricerca dell’occasione, o impegnato a raccogliere e confrontare preventivi prima di una decisione finale, ma stessa attenzione e

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di Fabio Cuminetti

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assistenza. E un’area tecnica con centinaia di «campioni» tra cui scegliere. «Possiamo offrire tanto di più rispetto a quanto in esposizione – racconta D’Adda – perché progettazione a titolo gratuito e personalizzazione sono elementi basilari del nostro lavoro. Quella cucina che più ha ispirato il cliente la possiamo adattare completamente

alle sue esigenze». Questione di esperienza: avere uno staff completo di progettisti, montatori e consulenti per l’acquisto con tanto mestiere alle spalle dà quel quid in più. Aggiungere ai prodotti di serie una percentuale, anche minima, di «su misura», permette di distinguersi rispetto a un normale concept store, dove gli spazi

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di manovra sarebbero più angusti. E i prezzi? Febal, dopo l’ingresso nel Gruppo Colombini nel 2009, ha sviluppato programmi d’arredo per tutte le tasche. Con un punto fermo: la qualità made in Italy. In tema di cucine, per chi non vuol spendere molto c’è la serie Artec. L’alta fascia è rappresentata dalla

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linea Vogue, con zoccolini ribassati e soluzioni d’avanguardia. In mezzo, per citarne alcuni tre modelli molto venduti quali Primavera, City, Cherry. Si va da un minimo di 3mila e cinquecento-4mila euro (con standard comunque buoni) fino a oltre ventimila, «considerando però – chiarisce Franco Quagliati, responsabile delle vendite in loco – che i prezzi possono oscillare molto, anche per uno stesso modello, a seconda di variabili quali il tipo di elettrodomestici, i materiali dei piani di lavoro, le maniglie e le finiture». Coerenza, dicevamo nel titolo. E non potrebbe essere altrimenti: il Gruppo Colombini a cui fanno capo direttamente, attraverso i brand che ne fanno parte, ogni elemento, a partire dal divano fino ai

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complementi d’arredo. Non ci sono realtà simili sul mercato. E come filo rosso tra i vari elementi c’è L’Artigiana del Mobile, dove la professionalità è una componente imprescindibile. «Siamo disponibili a incontrare i clienti anche fuori dall’orario d’apertura – va avanti D’Adda – perché bisogna avere il tempo di spiegare bene il progetto e il preventivo che ne consegue. Con la fretta, nel nostro campo, non si va da nessuna parte. Ci vuole pazienza». Il primo interesse, nonostante l’esposizione di soggiorni, camere e camerette, è sempre per la cucina. «Partendo da lì si cerca di proporre al cliente altri ambienti – spiega Quagliati - che siano in linea con il suo gusto e con il budget a disposizione. Visto

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poi che la forbice di prezzo per le cucine è decisamente ampia, capita di proporre un’alternativa: due preventivi invece che uno, per soddisfare al meglio aspettative, desideri, necessità». Se infine la proposta dello spazio espositivo non basta a dare una risposta esaustiva alle richieste del cliente, c’è sempre Paladina. Febal Casa è in via Bellini 41 a Bergamo. Aperto il lunedì e da mercoledì a sabato con orario continuato dalle 10 alle 19. FEBAL CASA Bergamo, via Bellini 41 Tel. 035.5290825 www.lartigianadelmobile.it


Verdello Municipio, villa di campagna e capolavoro Completamente restaurata in tempi recenti, la villa Gambarini-Cagnola-Giavazzi, oggi sede del Municipio, è considerata una delle più belle dimore di campagna della Lombardia. Con i vari edifici annessi e con il bel parco, fu fatta costruire da Carlo Maria Gambarini per essere utilizzata come residenza personale e della propria famiglia. Durante la dominazione francese (1797-1815), l’attività di fornitore dei trasporti militari gli rese ricchi guadagni, e in quel periodo fece costruire la villa. Alla morte di Carlo Maria, avvenuta nel 1844 posteriormente a quella dei suoi figli Beatrice e Giovanni Giuseppe, le proprietà passarono al figlio di quest’ultimo, Carlo Girolamo e, dopo la morte di questi, nel 1850, alla sua figlia minorenne, Rosa Gambarini, pronipote del capostipite.

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Ha fatto un po’ il giro di tutto il mondo la Millenniu Drum & Bugle Corps di Verdello. Il 23 febbraio sarà a Borgosesia (Vicenza) per il carnevale, ma il calendario 2014 è tutto ancora da scrivere. Con un grande passato di marching band alle spalle, è la più rappresentativa formazione di questo genere nel nostro Paese. Vanta diverse partecipazioni ai campionati del mondo per marching band, dove ha raccolto riscontri positivi sia dal pubblico sia dalla giuria, conquistando per ben due volte il primo posto della categoria. Difende inoltre il titolo di campione d’Italia. Il modo in cui tutto il suo potenziale si manifesta è attraverso il drill show, uno spettacolo coreografico di grande impatto eseguito in spazi aperti come stadi o che rappresenta l’essenza dell’attività dei Drum and Bugle Corps, un insieme di ottoni e percussioni. Per i giovani artisti che ne fanno parte, questa attività rappresenta non solo un hobby, ma significa anche un’esperienza di vita.

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Torna, con il nuovo anno, lo Spazio di socializzazione di via Rodari, a Verdellino, dove i bambini più piccoli possono trovarsi per giocare tutti insieme. Le iniziative, organizzate col supporto del Comune, si tengono ogni mercoledì mattina dalle 9 alle 11. Un’iniziativa interessante per le mamme e i loro figli, in uno spazio a misura di bimbo.

orario: giovedì 9 / 12

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Internet senza fili gratuito in biblioteca e nelle piazze don Martinelli e Resistenza Verdellino entra nel mondo del wireless sociale, cioè a disposizione negli spazi pubblici. Il Comune ha attivato il servizio internet wi-fi gratuito, realizzato in collaborazione con la società “Bigtlc”, attraverso punti di accesso (detti “hot point”) collocati sul proprio territorio. Attualmente gli hot-spot attivi sono nelle seguenti aree: Biblioteca di Via P. Amedeo; piazze don Martinelli e Resistenza. Per utilizzare il servizio basta disporre di un qualsiasi dispositivo wireless. Per accedere al servizio è prevista l’iscrizione e la registrazione, tramite la schermata che compare al primo accesso. Il sistema automatico inoltra la password tramite sms al n° di cellulare personale. L’autenticazione consente una navigazione libera di 1 ora al giorno; il nome utente è il numero di cellulare preceduto da 39 (es: 393481234567); la password ha validità un anno (non è necessario effettuare la registrazione ad ogni accesso). Chiunque utilizza il servizio di connessione è tenuto al rispetto della relativa disciplina che deve essere consultata e della cui conoscenza si dà atto al momento della registrazione. Il Comune registra e conserva, nel rispetto e per gli usi consentiti dalle vigenti norme le informazioni riguardanti l’identificativo dell’utente, data e ora di accesso, data e ora di connessione, attività svolte durante la connessione. Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito di Big tlc (www.bigtlc.it)

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il mare a ergamo non c’è...

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Un progetto finanziato da Fondazione Cariplo dal nome suggestivo, Zingonia 3.0, supportato dai cinque comuni che governano la zona, con un più diretto coinvolgimento dell’amministrazione di Verdellino. Un progetto che ha lanciato proprio in paese il primo orto sociale, su un terreno di circa mille metri quadrati, all’interno del parco sociale di via Oleandri. Si parla di «orto», al singolare, ma in realtà il risultato è al plurale: l’area, opportunamente recintata, ospiterà circa 25 orti dalle dimensioni di circa trenta metri quadrati ciascuno. Questa è infatti la natura dell’orto sociale: dividere il pezzo di terra in questione in sub appezzamenti che verranno gestiti da soggetti più o meno preparati. L’importante è che abbiamo voglia di coltivarsi le proprie verdure; del resto, in periodo di crisi e di prezzi delle primizie non sempre convenienti, fare da sé può far risparmiare un bel po’ di soldini. È sociale perché permette di stare insieme ad altri appassionati, di fare amicizia, di scambiare quattro chiacchere. Di fare gruppo. Le richieste andavano presentate entro venerdì 17 gennaio; da lì si è passati alla seconda fase dell’iniziativa, con l’assegnazione dei vari orti a chi ne ha fatto richiesta. Tutto sarà pronto per il 1 aprile, quando verrà effettuata la prima semina del nuovissimo Orto Sociale di Verdellino.


VIP

Consegna delle Borse di Studio ARMR 2014

La cerimonia della Fondazione Internazionale Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare, lo scorso 29 novembre nella Sala Mosaico della Camera di Commercio, si è conclusa con l'intervento del professor Silvio Garattini

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ella Sala Mosaico della Camera di Commercio, il 29 novembre 2013, si è svolta la cerimonia di consegna delle Borse di Studio ARMR 2014. Sei borse di studio, sei Grant di ricerca e un Grant speciale a un dottorato di ricerca sono state consegnate rispettivamente a: Manuela De Rosa (Fondazione delle Comunità Bergamasche), Valentina Bendetti (Cassa Rurale Bcc Treviglio), Paola Rizzo (Delegazione ARMR LuganoTicino), Matteo Breno (Delegazione ARMR città di Noto), Ramona Maranta (Delegazione Milano), Serena Bettoni (Delegazione Genova e Cremona). Grant speciale a dottorato di Ricerca (devoluto da Fondazione Giuseppe Maestri in ricordo di Mirna Penna) a Marco Franzoni. Grant di Ricerca: Sistina Aiello (soci volontari e donatori ARMR Onlus), Evangelia Papadimou (Banca d’Italia),

Federica Casiraghi (lascito Nicolina Mangioni), Carla Zoja (lascito Ernesta Provasi), Marina Morigi (Lyons Club Bergamo Le Mura), Christodoulas Xinaris (Associazione Fiera san Matteo Branzi). Un riconoscimento speciale è stato donato da Sorriso per la Ricerca, Circuito Golfistico ARMR Aldo Valtellina a Elisabetta Valoti. Nel corso della cerimonia è stato consegnato, dalla presidente Armr dottoressa Daniela Guadalupi Gennaro, il Premio Speciale Armr 2014 al dottor Pino Roma Autorità cittadine, i responsabili della delegazione ARMR di Cremona, Ferrara, Genova, Milano, Lugano, hanno presenziato alla cerimonia che si è conclusa con l’intervento del professor Silvio Garattini.

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Guardia di Finanza, cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico

l 29 novembre, nell’Aula Magna dell’Accademia, alla presenza del Gen.C.A. Vito Bardi, Comandante in Seconda, nonché Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza e del Comandante dell’Accademia, Gen.D. Giuseppe Zafarana, si è svolta la cerimonia di apertura dell’anno accademico 2013/2014. Erano presenti i parlamentari Antonio Misiani, Alberto Bombassei, Marco Pagnoncelli, Elena Carnevali, Pia Locatelli Zaninoni, il Comandante Interregionale della Guardia di Finanza, Gen.C.A. Vincenzo Delle Femmine, il Sindaco di Bergamo, Dott. Franco Tentorio, il presidente del Consiglio Provinciale, Dott. Roberto Magri, il Presidente Vicario della Corte d’Appello di Brescia, Dott. Paolo Maria Galizzi, l’Assessore all’Ambiente ed Energia della Regione Lombardia in rappresentanza del Presidente della

Regione Lombardia Roberto Maroni, il Prefetto Vicario di Bergamo Dott. Alfredo Nappi, il Presidente del Tribunale di Bergamo, Dott. Ezio Siniscalchi, il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, Dott. Francesco Dettori ed altre Autorità civili, militari e religiose locali e regionali. Il Comandante dell’Accademia, Gen.D. Giuseppe Zafarana, ha illustrato il progetto formativo sviluppato dall’Accademia, incentrato sui cinque anni di corso, che si sostanzia nel fornire una qualificata preparazione agli allievi Ufficiali nelle materie giuridiche, economiche e aziendalistiche. Alla fine del percorso formativo, gli Ufficiali raggiungono i Reparti operativi, dislocati su tutto il territorio nazionale, assumendo ruoli dalle complesse responsabilità relative al comando e alla direzione di altri uomini, divenendo investigatori in grado di analiz-

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zare e penetrare in profondità fenomeni e dinamiche illecite. Il raggiungimento di queste finalità non può prescindere da un crescita dell’evoluzione e della maturazione già da giovani allievi, sul piano caratteriale e della personalità e nell’ottica di farne “leader autorevoli” in possesso di un sistema di valori imperniato sul senso del dovere, sullo spirito di sacrificio, sulla lealtà e sull’onestà. Tutte qualità che rappresentano e devono rappresentare il DNA di un Comandante. Ha fatto seguito un indirizzo di saluto del Prof. Stefano Paleari, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e la prolusione inaugurale tenuta dal Prof. Sergio Romano, già Ambasciatore nell’ex Unione Sovietica dal 1985 al 1989 e docente in alcune università, fra cui Harvard, Bocconi, Pavia ed editorialista del Corriere della Sera, sul tema: “L’Europa

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in fondo al tunnel?”. In particolare, il prof Sergio Romano ha incentrato il proprio intervento sulla necessità di mutare l’indirizzo della politica italiana verso un atteggiamento di maggior affinità con i gruppi parlamentari di Strasburgo, consentendo di affrontare, in questo modo, le difficoltà economiche emerse e risaltate dalla attuale crisi internazionale. Durante la cerimonia sono stati, altresì, consegnati gli attestati di benemerenza ai Rettori pro tempore dell’Università di Bergamo e Milano Bicocca. La cerimonia è proseguita con la premiazione dei vincitori della 5ª edizione

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del “Premio UniverstAccademia”, un concorso promosso dall’Accademia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo e di Milano Bicocca e con il sostegno finanziario del Credito Bergamasco, riservato alle migliori tesi di laurea triennale fra gli Ufficiali Allievi del Corpo e gli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza e di Economia dei due Atenei Lombardi. Successivamente, sono stati premiati gli Allievi Ufficiali che si sono classificati al primo posto nella graduatoria finale dei rispettivi corsi di formazione e che hanno conseguito i migliori profitti nello studio.

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La cerimonia si è conclusa con il discorso del Comandante in Seconda nonché Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza, Gen.C.A. Vito Bardi, il quale ha ringraziato le Autorità civili e militari intervenute e ha rivolto un particolare pensiero di grata considerazione ai Rettori delle Università di Bergamo, di Milano-Bicocca e di Roma Tor Vergata ed al corpo insegnanti, civili e militari. Al termine del suo indirizzo di saluto il Comandante in Seconda ha dichiarato ufficialmente aperto l’Anno Accademico 2013/2014 dell’Accademia della Guardia di Finanza.


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INGruppo e “Un porto per noi” insieme alla Fiera di Bergamo

grandi chef: Bruno Federico - La Caprese di Mozzo, Daniel Facen - ristorante A’Anteprima di Chiuduno, Chicco e Bobo Cerea, Paolo Rota - da Vittorio di Brusaporto, Paolo Frosio - Frosio di Almè, Giampietro Semperboni - Roof Garden di Bergamo, Roberto Proto - Il Saraceno di Cavernago, Loredana Vescovi - Camelì di Ambivere, Antonio Rocchetti - LoRo di Trescore Balneario, Mario Cornali - Collina di Almenno San Bartolomeo, Giuliano Pellegrini - Lio Pellegrini di Bergamo, Nilla Frosio - Posta di Sant’Omobono, Pierangelo Cornaro - Colleoni dell’Angelo, Vito Siragusa - Al Vigneto di Grumello,

Antonio Lecchi - Rustico Villa Patrizia di Sorisole, Stefano Arrigoni e Paolo Benigni - Osteria della Brughiera di Villa, si sono ritrovati il 15 gennaio 2014, alla Fiera di Bergamo, per presentare ognuno un particolare piatto della propria cucina, dando la possibilità a più di 500 persone di degustare 15 portate della miglior ristorazione bergamasca. Sommeliers AIS a disposizione per offrire i vini, e gli studenti della scuola alberghiera iScholl, impeccabili a servire in questa sala enorme. La serata, presentata dall’instancabile Fabrizio Pirola, è stata allietata dalla BBband e da Bobo delle Vigna. I grandi cuochi sopra citati, dal 15 gennaio fino all’estate prossima, danno la possibilità di consumare presso il loro ristorante, un menù a prezzo amico, 99 euro per due persone comprese le

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bevande, solo “da Vittorio”, - ristorante tre stelle - 99 euro a persona. Nel sito www.ingruppo.bg.it si possono trovare i menù a disposizione. Il ricavato della serata è stato devoluto all’Associazione “Un porto per noi” che da più di dieci anni si dedica all'assistenza alle persone soggette a depressione e attacchi di panico.

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L’Accademia consegna la Solidarietà Vip 2013

iovedì 5 dicembre, presso il PalaCreberg, è stato consegnando il ricavato dell’edizione 2013 del torneo di tennis Vip di Cividino “Bergamo non sarà la capitale della cultura, ma è la capitale della solidarietà e noi dell’Accademia siamo orgogliosi di poterlo dire anche stavolta”. C’è un fiore che spunta nel deserto nel filmato che apre il sipario sulla serata mentre il vicepresidente dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, Giovanni Licini, parla dell’orgoglio del dare ai 1200 ospiti che riempiono il PalaCreberg. Il “fiore della speranza nel deserto della crisi” è arrivato a 75mila euro, quanto raccolto dall’Accademia nell’ultima edizione del torneo di tennis Vip, con la generosa collaborazione del torneo di golf Vip e dello Ski&Vip, il tridente della solidarietà che fa brillare il sorriso degli amici nella “Serata con gli amici”. È la serata della consegna dell’assegno agli amici che hanno bisogno di un sorriso, la Comunità Shalom di Palaz-

zolo sull’Oglio, l’Istituto Mario Negri di Bergamo, il Gruppo Alpini Protezione Civile di Celadina. Un assegno che vale triplo: un contributo all’asilo nido della Comunità di Suor Rosalina Ravasio, un pullmino da nove posti nuovo di zecca per gli Alpini “così ora partiremo tranquilli: quello vecchio ha 22 anni e non ce la fa più”, gongola il presidente Enrico Bonacina, e un’apparecchiatura per studiare meglio il diabete che fa sorridere le ricercatrici del Mario Negri “ché si parla tanto di ricerca ma contano i fatti e l’Accademia li fa”. Fatti e numeri. “Con gli ultimi 75mila euro l’Accademia è arrivata a quota 875mila euro raccolti e devoluti in questi anni”, sottolinea Marco Bucarelli, conduttore della serata, sotto gli occhi del segretario generale della Curia, monsignor Giulio Dellavite, mentre la politica sale sul palco e applaude col sindaco di Bergamo Franco Tentorio, il presidente della Provincia Ettore Pirovano, l’asses-

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sore provinciale dello Sport Alessandro Cottini, il suo omologo comunale Danilo Minuti e l’onorevole Nunziante Consiglio. Tra gli amici dell’Accademia c’è l’Olimpia Volley, la faccia maschile della pallavolo bergamasca, che schiaccia sull’acceleratore annunciando un calendario benefico a sostegno dell’Accademia, e poi la serata con gli amici diventa la serata con lo spettacolo, col cuore e gli occhi su palco. Ci sono le canzoni italiane dell’Orchestra Bagutti, i ragazzi, le ragazze e le bambine della scuola di danza della Scarpetta d’Oro, il rock della Bbband, le cornamuse dell’Orobian Pipe Band, il Bèrghem Baghet e il cabaret da Zelig dell’applauditissima Teresa Mannino. “Il 2013 era iniziato con qualche apprensione, ma si chiude meglio delle previsioni. Restateci vicino”, è l’appello del presidente dell’Accademia Alessandro Masera. Appuntamento al 2014, con la promessa di un nuovo fiore nel deserto.

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Fabio Bergamaschi, il primo libro è un giallo

Si intitola «Il veleno della vendetta», è pubblicato da Pernice editori, è ambientato a Bergamo e Verona. La presentazione lo scorso primo dicembre alla libreria Ibs di via XX Settembre, in città

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on è mai troppo tardi per cominciare. Il talento da narratore Fabio Bergamaschi, 70 anni, l’aveva in nuce dentro di sé. Ora l’ha tirato fuori: ha messo in gioco il suo amore per il thriller una volta in pensione, dopo una lunga carriera dirigenziale nel settore farmaceutico e alimentare. Domenica primo dicembre alla libreria Ibs di via XX Settembre, in città, è stato presentato infatti il suo primo romanzo, «Il veleno della vendetta» (Pernice editori). Un giallo dalla trama avvincente che ha creato curiosità grazie anche alla prefazione: «Una vecchia fiamma di Massimo, Claudia, lo richiama nella sua città natale, Verona. La donna racconta di aver deciso di cambiare vita dopo anni di ricatti economici dovuti al giro di persone che ultimamente frequentava. Dopo un breve incontro tra i due, Massimo rischia di

avere un incidente d'auto causato da uno sconosciuto, ma rimane fortunatamente illeso. L'episodio si rivelerà doloso. Il giorno seguente scopre che Claudia è stata uccisa nella cucina di casa e, memore delle parole della donna, decide di rimanere a Verona per indagare sull'omicidio...». Le ambientazioni scelte per imbastire la trama sono le meglio conosciute, per l’autore, vale a dire Verona, dove è nato, e Bergamo, dove vive. L’intreccio si dipana tra le due città, non senza pause con buon cibo, buon vino e detours artistici, ovvero le passioni più vive dello scrittore. Il killer lo si scoprirà dopo il lungo e originale percorso guidato da Bergamaschi. Avvincente fino all’ultimo capoverso.

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Of Ottica, focus su ricerca e innovazione

Marchio di creatività e stile nato grazie alla voglia di fare di due giovani che non temono di mettersi in gioco. Spazio a brand all'insegna di design e concetti d'avanguardia nella splendidida sede di via Sant'Orsola 10/E

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icerca ed innovazione sono la missione e la filosofia di Of Ottica. L’Italia non è solo il luogo dove risiede l’azienda, ma è anche il principale luogo ispiratore e motore di ricerca del progettoazienda. Of Ottica, a Bergamo in Via Sant'Orsola 10/E, è un marchio di creatività e stile, che nasce dall’esigenza di aggiornare con scrupolosa attenzione i prodotti proposti, curandone i materiali con un valore aggiunto dall’artigianalità del Made in Italy. Con questo claim e questa filosofia, non si vuole rinnegare il lavoro ventennale di chi ha costruito il Made in Italy, ma aggiornarlo, tenerlo al passo con i tempi, uscire dagli stereotipi e sintonizzarsi con il mondo globale che si muove molto rapidamente.

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Per Of Ottica è fondamentale aggiungere innovazione alla tradizione, per questo prende in considerazioni solo marchi o prodotti che abbiano design e concetti innovativi, per le persone indipendenti la sola qualità non sempre è sufficiente. Libera di operare nei settori più disparati, Of Ottica cura molto l’aspetto professionale, utilizzando tecnologie per la misurazione della vista di ultimissima generazione, lenti oftalmiche di un’azienda storica ed affermata quale Nikon e l’esperienza, la serietà e professionalità di ottici-optometristi provenienti dalle migliori scuole di Italia.

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24° Parallelo di Natale a Foppolo

Sulle nevi orobiche del consorzio Bremboski la tradizionale gara degli auguri, lo scorso martedì 24 dicembre, organizzata dallo Sci Club Selvino Toni Morandi

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l Parallelo di Natale ha festeggiato una nuova edizione nella “new entry” Foppolo, regina delle Prealpi Orobiche. Dopo la gara giovanile del giorno prima tra gli sci club bergamaschi, lo scorso martedì 24 dicembre la Gara degli Auguri Memorial Rolly Marchi ha calcato lo scenario della pista Quarta Baita-Piazzale Alberghi. I campioni del Circo Bianco si sono esibiti nel teatro di tanti Campionati Italiani e competizioni internazionali. Una consueta gara nata più di 25 anni sulla montagnetta di San Siro e che Angelo Bertocchi ha portato nel 1988 a Selvino e poi in altre prestigiose località invernali. Al Parallelo hanno partecipato grandi campioni come Alberto Tomba, Paul Accola, Giorgio Rocca, Deborah Compagnoni, Paola Magoni e molti altri !

L’evento promosso dal “patron” Angelo Bertocchi e dal sindaco di Foppolo Giuseppe Berera, ha visto la vittoria del cortinese Peter Fill e della bresciana Sabrina Fanchini che iscrivono per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro. Peter Fill ha vinto in finale su Giordano Ronci che era giunto all’atto conclusivo dopo aver battuto l’altro cortinese Kristian Ghedina vincente su Davide Simoncelli. Innovazione e tradizione anche nel Parallelo femminile, in un completo trionfo dello sci alpino bresciano in Nazionale Rosa dove ha vinto la Fanchini, secondo posto per Daniela Merighetti. Altro premio importante a Mattia Casse quale giovane emergente con il Premio alla memoria “Angelo Vergani. Apripista d’eccezione due ex-azzurri slalomgigantisti bergamaschi: Lara

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Magoni, ora consigliere regionale, e Carlo Gerosa. La “Festa sotto l’Albero” con gli sci ai piedi accomunerà ancora a Foppolo il prossimo 24 dicembre 2014 atleti nazionali ed internazionali, appassionati, sportivi ed ospiti d’onore con un ricco programma di sport e spettacolo. Un appuntamento annuale unico per lo scambio di Auguri, show firmato da Angelo Bertocchi e dal consorzio Brembo Ski, che sta trasformando la vecchia e cara Foppolo dei pionieri, in centro di sport invernali moderno, funzionale e giustamente ambizioso. Ulteriori info su www. parallelodinatale.it

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Serata "Chef per una notte"

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a concessionaria BMW Lario Bergauto ha sempre un attento e particolare riguardo per i suoi clienti, e grazie soprattutto alla professionalità dei suoi collaboratori, organizza eventi sempre entusiasmanti. Non per ultimo, la serata "Chef per una notte": un cliente della concessionaria BMW crea nel ristorante a lui particolarmente gradito,un evento enogastronomico. Alla serata bergamasca della Lario Bergauto - la prima si era svolta a Lecco - il titolo "Chef per una notte" è stato assegnato al dottor Pino Amuso, cliente BMW, che alla serata, svoltasi presso il Ristorante Frosio di Almè, ha invitato 15 coppie di amici per i quali ha preparato un menu ricercato accompagnando vini selezionati per ogni portata. La serata si è svolta con la supervisione dei fratelli Paolo Frosio, chef, e Camillo Frosio, maitre di sala. Presente alla serata il dottor Saul Mariani, titolare delle concessionarie Lario Bergauto.

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Spirano Malanchini: contributi al commercio e maquillage per il centro storico Le elezioni amministrative di maggio si avvicinano, quindi, com’è normale, il sindaco uscente Giovanni Malanchini vuole mostrare ai cittadini quanto fatto per il paese. La riqualificazione del centro storico era in effetti tra i punti fondamentali del suo programma, ed effettivamente nei giorni scorsi il primo cittadino ha presentato la conclusione del terzo stralcio di lavori, che hanno riguardato via Marconi, via Fiume e un tratto di via Misericordia. La presentazione segue di pochi giorni la riproposizione, da parte dell’assessorato al Commercio, di un bando che punta a sovvenzionare l’apertura di nuove attività commerciali nel centro storico. All’insegna delle tradizioni, preferibilmente. Adesso all’orizzonte c’è la realizzazione del nuovo comando di polizia locale allo Stallazzo: dovrebbe essere pronto – la scadenza elettorale, come dicevamo, lo impone – entro maggio.

Tre capolavori architettonici da non lasciarsi scappare Ancora oggi è possibile ammirare i resti del Castello dei Suardi, un tempo edificio principale del paese. Dal punto di vista religioso, invece, le costruzioni di maggiore rilievo sono la chiesa parrocchiale di San Gervasio e Protasio, di cui si hanno notizie a partire dal XIII secolo e il santuario di San Rocco. La chiesa parrocchiale, costruita dalle fondamenta a partire dall´inizio del XVII secolo e rinnovata con decorazioni di gusto neoclassico due secoli più tardi, presenta al proprio interno una serie di opere di pregevole fattura, tra cui spiccano cinque affreschi del pittore varesino Filippo Comerio (ultimo decennio XVIII secolo), tre importanti tele del veneziano Francesco Polazzo (1740-1748), una pala d’altare di Marcantonio Cesareo (1639-1640), un dipinto di Vincenzo Angelo Orelli, una serie di opere di Giacomo Gritti (XIX secolo) e un paliotto intarsiato di Giovan Battista Caniana. Il santuario di San Rocco, collocato nel campi accanto ad una grossa sorgiva d´acqua, è sorto nella prima metà del XVII secolo sul luogo del lazzaretto che accolse gli appestati durante l´epidemia del 1630-1632. Fu ricostruito negli anni cinquanta dell´800 su disegni dell´architetto bergamasco Angelo Cattò, e conserva al suo interno una interessante pala d´altare di autore bergamasco della prima metà del XVII secolo.

Trovata lapide funeraria di epoca romana

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Anche se i primi ad insediarsi nella zona pare fossero alcune tribù dei Liguri, fu solo con la dominazione romana che il paese assunse una fisionomia ben definita. Nel primo secolo il suo territorio fu sottoposto alle centuriazioni e fu abitato anche da coloni (si è trovata una lapide funeraria della famiglia dei Corneli). Il suo nome antico era Asperianum che fu modificato in Asperiano e, in seguito in Aspirano. Era posto all’intersezione tra due importanti vie: una di queste congiungeva Milano ad Aquileia. Dopo un periodo di prosperità, nel Medioevo il borgo fu al centro delle dispute tra guelfi e ghibellini. Alcuni documenti attestano che già nel 1049 il paese aveva un castello, controllato dalla famiglia Suardi, con funzioni difensive e residenziali. I Suardi gestirono le sorti del paese per diversi secoli. FEB-MAR 2014

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Boltiere Andrea, dalla banda di Boltiere a Sanremo Andrea Baronchelli, 25 anni, è di Boltiere. Dalla banda del paese ha fatto il grande salto. Allo scorso festival di Sanremo, tanto per dire, con il suo trombone ha accompagnato Carla Bruni. Non male. «È stata una cosa un po’ inaspettata – ha detto in un’intervista rilasciata a Francesco Danesi per il “The Saint Martin Post”, blog-magazine pensato e ideato da un gruppo di giovani bergamaschi -. Un collega mi ha chiamato e mi ha detto “Vieni a suonare per Carlà? ” È davvero successo tutto molto velocemente. Sono arrivato, prove generali, mangiatina in camerino, concerto e poi via a casa. Diciamo che come esperienza è importante per il curriculum, più che per altro».

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Croce Bianca Boltiere ad aprile compie 26 anni. Associazionismo di successo Di associazionismo e volontariato la Bergamasca non difetta. Ne è un valido esempio la Pubblica Assistenza «Croce Bianca Boltiere», fondata nell’aprile del 1988 grazie a un esiguo gruppo di persone che con il loro impegno danno vita ad un nuovo servizio, rivolto al soccorso e al trasporto di feriti e ammalati. La prima sede viene aperta in un piccolo edificio, limitrofo al municipio. L’unico mezzo a disposizione era un Fiat 238 donato dalla mai dimenticata “Mamma Franca”. Sempre nel 1988, a novembre, viene redatto e vidimato l’atto costitutivo e creato lo statuto dell’associazione, entrando così a fare parte della grande famiglia Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). La Croce Bianca di Boltiere comincia così il suo percorso sempre in crescita, grazie al buon cuore e al generoso aiuto dei suoi volontari e al sostegno e alla gratitudine da parte di molte persone che, direttamente o indirettamente, hanno usufruito dei servizi che quotidianamente l’associazione offre. Iscritta nel 1993 nel «Registro Generale Regionale del Volontariato», l’associazione diventa di diritto Onlus. Gli obbiettivi raggiunti permettono l’ampliamento e il trasloco in una nuova sede più spaziosa, sempre limitrofa al centro del paese, allargando il parco macchine e accrescendo il numero dei soci attivi, grazie anche all’avvio di numerosi corsi di formazione. Attualmente la Croce Bianca Boltiere conta 120 volontari, una parte operanti nel settore dell’emergenza/urgenza 118, di assistenze sportive e manifestazioni, e una parte dedicati ai servizi sociali; La sede possiede un parco macchine costituito da tre ambulanze per l’emergenza urgenza di cui una abilitata a “Centro Mobile di Rianimazione”, tre pulmini per trasporto carrozzine e tre autovetture per pazienti autosufficienti. Negli anni l’associazione ha cooperato con le sorelle Anpas nel settore “Protezione civile” durante i disastri ambientali avvenuti in Italia e all’estero. La Croce Bianca di Boltiere offre più di 6 mila servizi l’anno, percorrendo circa 100 mila chilometri.

Sotto il dominio francese stava con Osio Sotto. Autonomia con gli austro-ungarici I primi insediamenti abitativi che riguardarono il territorio di Boltiere furono opera di alcune tribù delle popolazioni dei Liguri e dei Galli Cenomani. A questi subentrarono poi i Romani, che diedero al paese una precisa struttura e fisionomia. Successivamente inserito nel regno dei Longobardi, fu poi conquistato dal Sacro Romano Impero il quale lo affidò al Vescovo di Bergamo. Questo trasferimento di proprietà fu sancito da un editto che, redatto nel 972 dall’imperatore Ottone I, risulta essere uno dei primi documenti in cui si menziona il nome di Boltiere. Dopo la breve esperienza del periodo comunale nell’XI secolo Boltiere fu coinvolto, al pari di quasi tutto il territorio bergamasco, nelle sanguinose lotte di fazione tra guelfi e ghibellini. In particolare modo il borgo, appartenente allo schieramento ghibellino, si scontrò ripetutamente con il vicino territorio di Trezzo sull’Adda, dove era predominante la famiglia guelfa dei Colleoni. Conseguentemente a Boltiere vennero costruite fortificazioni a scopo difensivo ed un castello: distrutto nel corso del XV secolo, ha conservato soltanto qualche residua muratura, inglobata in successive costruzioni. Dopo un periodo in cui il potere a Boltiere fu appannaggio della famiglia milanese dei Visconti, nel 1428, il territorio fu posto sotto la dominazione veneta. La Serenissima fece definitivamente terminare le lotte di fazione del periodo medievale, cominciando ad attuare una politica lungimirante in ambito sociale ed economico. I confini della Repubblica di Venezia coincidevano con quelli sud di Boltiere, sanciti dal passaggio del fosso bergamasco costruito ad hoc dalla Serenissima, nei pressi del quale fu posta una dogana. Questa portò indubbi benefici economici al paese che vide la nascita ed conseguente sviluppo di attività correlate all’esistenza della dogana stessa, quali il contrabbando ed il brigantaggio. Alla Repubblica di Venezia subentrò, dal 1797, la dominazione francese, che accorpò Boltiere al vicino comune di Osio Sotto. Con il successivo avvento della dominazione austro-ungarica, il paese riacquisì la propria autonomia amministrativa, mantenuta fino ai giorni nostri. FEB-MAR 2014 35

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Stefano Paleari, «rettore» dei rettori

Quarantotto anni, al timone dell'università di Bergamo da quattro anni, è stato eletto alla guida della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) alla prima tornata e all'unanimità

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ire che è un piacere incontrare il rettore dell’Università di Bergamo è riduttivo. Perché è un arricchimento intellettuale, non solo un piacere. L’intervista non si limita a domanda e risposta: si sfocia in un’attenta analisi sulla nostra società fin dalle prime battute. Professor Paleari, l’Italia era il paese di Bengodi. Ora i giovani sempre più spesso se ne vanno, portandosi via la linfa del nostro futuro. Perché? «Non possiamo frenare la curiosità dei nostri ragazzi in un mondo sempre più interessante, multipolare. L’ America non basta per dire di avere visto tutto il mondo, l’Europa è tutta raggiungibile in due ore di volo, l’Asia è molto stimolante, l’Africa presenta cambiamenti epocali. È naturale che i nostri giovani, se hanno le necessarie energie fisiche e intellettuali, abbiano una predisposizione a girare il pianeta».

Sono più i giovani italiani che lasciano il Paese rispetto agli stranieri che arrivano. «Questo è quello che preoccupa di più: il Paese è poco capace di attirare, cioè di fare in modo che alle uscite corrispondano analoghe entrate». Perché? «Noi abbiamo una cultura un po’ bizantina. Pensiamo che per fare le cose siano necessari leggi e decreti. In realtà è necessario il contesto ambientale, che è anche fatto di leggi e decreti, ma non solo. Se vogliamo attirare professionalità elevate dobbiamo spiegare loro come funziona la società, dobbiamo spiegare regole che spesso non conosciamo nemmeno noi; perché per fare un concorso pubblico ci voglio anni, perché è difficile far capire che per una qualsiasi decisione amministrativa si può ricorrere al Tar, e che dopo il Tar c’è il Consiglio di Stato e poi la

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di Emanuela Lanfranco

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Cassazione. Tutte queste cose rendono il nostro Paese opaco agli occhi di chi sta fuori, e ciò rappresenta certamente un impoverimento. Nonostante questo, il Paese ha aree di grande competitività, e comunità che sono straordinarie». Se lei dovesse definire l’Italia con uno sguardo... «Parlerei del saper mangiare, saper vestire, saper curare, saper educare, saper divertirsi. Se guardi come mangia, si veste e si cura un americano medio, ti rendi conto che il nostro Paese ha delle potenzialità capaci di trasmettere anche stimoli, nonostante ci sia un’eccessiva abitudine a piangersi addosso. Abbiamo il dovere di valorizzare le buone pratiche che ci sono, perché è giusto, senza però demolire le altre. Per esempio, mettendo a confronto due mentalità, un americano che deve sottoporsi a un intervento, quando sente che le possibilità di riuscita sono al 90%, è sereno. L’italiano è depresso, perché pensa al 10% di non riuscita. Così, nella scuola, se vediamo che il 20% degli studenti è fuori corso non pensiamo che l’80 è regolare, se il 2% si laurea a 27/28 anni non pensiamo che il 98% si laurea regolarmente, se l’80/85% a tre anni dalla laurea trova lavoro guardiamo quel 10/15% che non lo ha trovato. Abbiamo una visione un po’ sproporzionata delle cose: anche quando esaltiamo una buona pratica, un’esperienza positiva, lo facciamo per mettere in cattiva luce ciò che non è riuscito». In Italia ci sono anche realtà positive. «Ci sono ottime realtà, e tante persone che fanno le cose anche se non lo dice il contratto. Questo si verifica soprattutto quando si guardano le organizzazioni che sono fondate sulle risorse umane. Io ovviamente tendo a fare degli esempi sulle università, in particolare l’ateneo che ho l’onere e l’onore di rappresentare, perché l’università di fatto è un insieme di risorse

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umane. Queste risorse umane fanno gran parte delle cose non perché sono obbligate, ma con una vocazione professionale. Lo fanno bene perché hanno la vocazione del bello, delle cose ben fatte, e secondo me l’Italia ha molti di questi esempi». Ci sono anche esempi negativi. «Certo, però quando si trova un concorso mal fatto si dimentica che 99 son ben fatti. Se questo giornalisticamente serve per spronare anche quell’un per cento ad allinearsi alle pratiche ben fatte ci sta; se ci fa perdere il senso della misura e ci fa affermare che i concorsi sono tutti falsi, è sbagliato. Nella mia vita sono stato commissario diverse volte, in vari concorsi, e non ho mai avuto la percezione che un concorso fosse già scritto. Non penso di essere stato l’unico fortunato! Poi ci sono situazioni patologiche, come in tutti gli organismi, l’importante è che non prendano il sopravvento su quelle buone. A livello di microstruttura, i fondi che diamo per la ricerca sono sulla base del merito. I singoli ricercatori li ricevono sulla base della loro valutazione. Ci sono delle pratiche che sono state acquisite, accettate; se poi si vuol dire che nessuna conquista è conquistata per sempre, anche questo è vero. Vale anche nei rapporti di coppia: una persona non è conquistata per sempre, ci vuole la cura di ogni conquista, non è che uno conquista una cosa e poi è la dà per acquisita. Quando parlo di diritti acquisiti, che è diventato un po’ il mio cavallo di battaglia - e per cui sono soggetto anche a critiche - dico che sono diritti non negoziabili. Per esempio il diritto di voto alle donne, la libertà di parola, la libertà di stampa e la religione sono strettamente legati alla dignità di una persona, sono conquiste non negoziabili, che occorre coltivare giorno per giorno nella consapevolezza della non negoziabilità. Gli altri sono legati alle condizioni

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che le hanno determinate. Altro esempio: se riesco ad ottenere un buon contratto perché le condizioni socio economiche me lo consentono, e dopo queste condizioni cambiano non è che posso appellarmi alla conquista non negoziabile, perché la conquista non negoziabile è ciò che attiene alla dignità della tua persona. In mezzo c’è tutto lo scibile umano perché, se uno perde il posto di lavoro, il modo in cui lo perde può ferirlo. C’è una continuità tra una cosa e l’altra, però noi dobbiamo immaginare che la battaglia tra il bene e il male, tra ciò che è patologico e ciò che è fisiologico, deve fare i conti con i virus, come per il sistema immunitario: è una battaglia che non è mai finita per l’organismo. Infatti il termine organizzazione arriva da organismo, è un equilibrio che si sposta ogni volta, non è un qualcosa di meccanico. Se no non si chiamerebbe organismo ma bullone, tornio eccetera. Un conto sono le leggi della natura, che l’uomo dopo tantissimi secoli ha avuto l’intelligenza di scoprire, anche se mai arriverà alla fine. Si può calcolare tra quanto avverrà l’incontro tra due satelliti: sono leggi scritte e determinate che non cambiano nel lasso di tempo della nostra vita, mentre nella vita delle organizzazioni gli equilibri cambiano ogni giorno e a volte non ce ne accorgiamo, come nel nostro organismo si sviluppa l’influenza perché il virus ha il sopravvento. Poi il sistema immunitario reagisce e questo testimonia che l’organismo vive, in quanto si muove costantemente da un equilibrio all’altro. Ogni equilibrio è instabile. E così è la società, l’organizzazione sociale, l’organizzazione ospedaliera, l’università, l’azienda». L’università si può considerare un’azienda? «Il fatto che le risorse devono essere utilizzate nel miglior modo possibile, che ci


deve essere motivazione, equilibrio, incentivo, valorizzazione di chi fa rispetto a chi non fa, vale in un’azienda come in università. Però l’università ha finalità diverse. Io credo che il Paese abbia tantissime di queste belle realtà, ma credo anche che quello di cui ha bisogno il nostro Paese è verità, anche quando scotta, perché ciò aiuta. Il cittadino non deve illudersi, deve sognare, che sono due cose diverse: illudersi è pensare a prescindere che le cose cambiano a tuo favore. Si chiama illusione proprio perché poi la realtà presenta situazioni diverse. Questo però non vuol dire che dobbiamo smettere di sognare: secondo me il Paese ha bisogno di verità. Misurata, equilibrata, non spietata: verità che vuol dire semplicemente dire le cose come stanno». Il nostro Paese, specialmente in questo periodo, non è molto equilibrato. «È un Paese fortemente squilibrato, perché tassa moltissimo il lavoro, non premia a sufficienza, ha una situazione economico-finanziaria non sostenibile, quindi ha bisogno ogni volta di aggiustamenti. Il fatto che non si riesce a dire al Paese la verità costringe i cittadini a vivere costantemente sotto stress. Basti pensare alla fine dell’anno: non si possono lasciare gli italiani tranquilli per le feste? No, c’è da discutere la legge sulla stabilità, la fiducia sulle leggi degli enti locali, il Milleproroghe. Ci sarà un giorno in cui le cose saranno come l’anno prima? La tassa sulla casa, tipo: abbiamo aspettato dicembre e non sappiamo se è giusta. In nessun Paese del mondo si lascia il tessuto sociale così scoperto». Secondo lei quale potrebbe essere il motivo? «Non si ha il coraggio e forse la forza

politica di dire la verità, di dire che il Paese ha degli squilibri che vanno corretti, perché il paese deve risolvere questi squilibri e al tempo stesso esaltare i propri meriti, i propri valori, le proprie forze e capacità. Questo vale nella famiglia, nei luoghi di lavoro, in Parlamento». Comunque l’Italia ha grandi potenzialità. «E, come dicevo all’inizio, andando in giro per il mondo mi accorgo che l’Italia ha grandissime potenzialità. Solo che, nella misura in cui non le mette a valore, sono gli altri che le prendono singolarmente e se le portano dove possono essere meglio valorizzate. Ecco spiegata la fuga dei nostri ragazzi». C’è uno spiraglio? «Io sono convinto che ci sono componenti internazionali e componenti locali. Sono convinto che se gli Stati Uniti continuano a esercitare un’azione di traino economico, probabilmente anche l’Italia avrà benefici,

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e metterà un freno alla caduta progressiva della propria ricchezza. Però questo introduce degli elementi di notevole fragilità, perché appena c’è qualche problema interazionale, il Paese viene subito colpito, perché i suoi squilibri vengono subito esaltati. Però secondo me occorre avere il coraggio contemporaneamente di dire la verità e sognare. La verità è il presente, il sogno è il futuro! Io condivido perfettamente quello che ha detto Papa Francesco nella sua Enciclica, “che la prospettiva temporale domina quella spaziale”. La prospettiva spaziale è la verità sul presente: quando a un paziente viene diagnosticata una malattia, ci sono vari modi per dirlo e questa è dialettica, è la capacità politica, la capacità di far maturare le cose affinché uno si convinca piano piano. Perché la verità non è un colpo secco, devi farlo sognare senza illuderlo, devi fargli capire che con determinate cure c’è ripresa, perché la verità da sola rischia di gettare nello sconforto, mentre la verità insieme a una prospettiva crea le condizioni per uno sviluppo sontenibile». Professor Paleari, oggi, per governare bene, anche l’università, cosa ci vuole? «Un alto livello di competenze. Perché se non ci sono le competenze resta solo l’arroganza. Invece l’umiltà è quella che ti fa dire: ho sbagliato. L’umiltà è ascolto, umiltà è non avere mai l’ultima parola o e-mail. Competenze e umiltà vanno di pari passo, e il nostro Paese ne ha bisogno».

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Nel corso della recente Festa annuale del socio della Banca di Credito Cooperativo di Pompiano e della Franciacorta, il Direttore Generale Luigi Mensi, ha illustrato un’interessante iniziativa che la banca sta avviando in questi giorni. Un segnale per le piccole e medie imprese locali e per le famiglie, un concreto sostegno per sostenerle in questo difficile momento di crisi. Il Direttore ha informato che il Consiglio di Amministrazione della BCC ha deciso di stanziare un plafond di 50 milioni di euro da erogarsi a favore delle famiglie e delle Piccole e Medie Imprese (così come definite nel D.M.18 aprile 2005) operanti nell’ambito manifatturiero e dei servizi. Il plafond verrà utilizzato attraverso finanziamenti chirografari, senza quindi ipoteca, così strutturati: a) Finanziamenti alle PMI - importo massimo finanziabile: 200.000 euro, durata: 3/4/5 anni, tipologia di tasso: fisso, 3 anni: 3% (taeg 3,42%), 4 anni: 3,5% (taeg 3,85%), 5 anni: 4% (taeg 4,32%). Spese istruttoria pratica di fido: 250 euro fino a 100.000 euro di finanziamento, 500 euro oltre. Attività finanziate: investimenti per l’acquisto/sostituzione/manutenzione di beni strumentali all’attività aziendale. b) Finanziamenti alle FAMIGLIE - importo massimo finanziabile: 35.000 euro, durata: 3/4/5 anni, tipologia di tasso: fisso, 3 anni: 3% (taeg 3.71), 4 anni: 3,5% (taeg 4,10), 5 anni: 4% (taeg 4,55). Spese istruttoria pratica di fido: 150 euro. Attività finanziate: interventi di ristrutturazione della casa di abitazione che possono beneficiare dei bonus fiscali previsti per legge. Per tutte le altre condizioni accessorie verranno applicati gli standard d’istituto. Il Direttore ricorda che la BCC di Pompiano e della Franciacorta opera con 50 filiali operative nelle province di Brescia, Bergamo, Lecco, MonzaBrianza e Milano con un’area di competenza che si estende su 164 comuni. Nel territorio servito vivono circa 1 milione di famiglie e svolgono la propria attività più di 300.000 imprese produttive. I potenziali beneficiari di questa iniziativa sono molto numerosi e quindi, poiché i finanziamenti saranno erogati fino ad esaurimento plafond, si consiglia, a chi fosse interessato, di attivarsi celermente. Maggiori informazioni e documentazione specifica si può reperire presso le filiali della banca o nel sito internet www.bccpompianofranciacorta.it.

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Inter vista

Francesca Ferrandino, nuovo prefetto

Per la seconda volta il Ministero degli Interni ha delegato una donna a Bergamo. Aspetto dolce e modi garbati, è nata a Napoli. Arriva da un precedente incarico ad Agrigento

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er la seconda volta, in città, il Ministero degli Interni ha delegato una donna a gestire la Prefettura. Una signora dall’aspetto molto dolce, con voce pacata, garbata nei modi. Val la pena sottolinearlo, perché spesso si pensa che chi ha mansioni di comando per forza si debba conformare a determinati canoni. Invece si può essere determinate, decise e severe lasciando trasparire femminilità, e questo per noi donne ritengo sia sempre un valore aggiunto. La dottoressa Ferrandino è nata a Napoli e, dopo la laurea in giurisprudenza, ha mosso subito i primi passi nella carriera prefettizia. Dottoressa Ferrandino, quale è stato il suo primo incarico? «Nell'aprile del 1989, alla Prefettura di Milano, dove ho avuto la fortuna di lavorare con un grande prefetto, il dottor Carmelo Caruso, grandissimo maestro di

vita. Ero addetta all'Ufficio di Gabinetto, dove ho svolto le funzioni connesse al "Comitato metropolitano" e ricoperto il ruolo di responsabile dell'Ufficio Affari Comunali e Provinciali. Nel frattempo mi sono sposata. Anzi prima, a ventiquattro anni, e poi ci siamo trasferiti a Milano». Da subito trasloco. «E non uno. Milano, Savona, Genova, di nuovo Milano, Livorno, Palermo, Agrigento, e infine, per il momento, Bergamo». È la terza volta che il lavoro la porta in Lombardia. «Infatti, la Lombardia rappresenta qualcosa di molto bello nella mia vita, anche dal punto di vista sentimentale. Sono arriva molto giovane e ho avuto il mio primo incarico importante, mi sono sposata, ho vissuto la felicità per la nascita di mio figlio. Milano, dove ho tanti amici stupendi, è stata per me una tappa molto significativa».

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di Emanuela Lanfranco

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Prefetto, moglie e mamma. «Mamma di uno splendido ragazzo che ora ha ventun anni e che, dopo aver vissuto anche lui tutti questi traslochi, ora frequenta l’università e s’è fermato in Toscana, a Lucca, dove viviamo. Ora io risiedo a Bergamo ma ovviamente, impegni permettendo, quando posso raggiungo casa e mio marito, che progetta barche, e che durante la settimana sta a Viareggio». Dottoressa Ferrandino, sono solo un paio di mesi che vive a Bergamo. Che idea si è fatta della città? «Innanzitutto Bergamo è bellissima, ci sono negozi splendidi, è una città elegante. Non ho ancora messo a fuoco la gente; quando riesco faccio delle belle passeggiate, ma non quanto vorrei. Osservo le persone, guardo i locali, e ho notato che i negozianti sono molto loquaci e gentili». Il suo insediamento in città è avvenuto il 2 dicembre, nei giorni di massima allerta per i furti nelle residenze private. In alcune zone della città ora si vive con la paura. «Ho trovato una frequenza di furti molto alta. E, quando si parla di furti, la percezione della sicurezza e la paura entrano in gioco. Le forze dell’ordine lo sanno molto bene; cerchiamo di lavorare in sintonia, senza sottovalutare nessun tipo di problema, perché lo Stato deve essere vicino al cittadino. Le forze dell’ordine stanno facendo uno sforzo notevole, intensificando al massimo il controllo del territorio. Come in altre province italiane, anche qui ci sono luci e ombre. C’è un certo disagio sociale legato alla paura di perdere il posto di lavoro, alla crisi. È un fatto tutto italiano sul quale bisogna lavorare. C’è un comitato di ordine pubblico creato dal mio predecessore, il prefetto Andreana, già mio superiore e mio grandissimo maestro, sul quale stiamo lavorando per capire cosa è successo e quali sono gli accorgimenti da prendere. È chiaro che alle riunioni deve seguire l’operatività, altrimenti non hanno senso». Altro problema: la tifoseria violenta. «I tafferugli spesso ricorrenti in città non fanno onore a Bergamo, che ha la fama di essere laboriosa, all’avanguardia, con un’università importante, fucina di idee. Una

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fama decisamente positiva, che contrasta con questo atteggiamento degli ultrà». Ha già un programma di lavoro? «Cerco di comprendere ciò di cui il territorio ha bisogno. Sto incontrando le persone dell’associazionismo, del sociale, e mi confronto moltissimo con i dirigenti della Prefettura, che ho trovato preparati, bravi motivati. Credo che il mio predecessore abbia affrontato tutti i punti nevralgici della città. Proseguiremo in questo lavoro, cercando di trovare nuovi spunti. Mi dovete dare tempo…». La Sicilia e la Lombardia sono realtà diverse. «Completamente diverse. L’Italia è una nazione fantastica perché ti consegna, lungo tutto lo Stivale, realtà completamente dissimili, affascinanti, e tutte queste realtà impongono un rigore e una serietà nell’affrontare i problemi. Ciò non significa che ci siano questioni di serie A e di serie B; esiste invece la necessità del rigore delle risposte». Prefetto, il suo rapporto con il tempo libero.

«Sono stata una ragazza molto sportiva: sci, tennis, sport acquatici. Mi piace molto stare all’aria aperta, ma non sempre il lavoro mi permette di avere il tempo necessario. Però in famiglia ci siamo tenuti l’impegno di andare a sciare. Uscite nei ristoranti poche: io mi alzo molto presto la mattina, e dopo una giornata di intenso lavoro la sera sto volentieri sul divano, magari a guardare la televisione. Diciamo che il tempo libero amo trascorrerlo con la mia famiglia: quando posso passeggiando con mia mamma o mio marito; quando la distanza ci divide, conversando al telefono con i miei fratelli». Che rapporto ha con suo figlio? «Conciliare lavoro e famiglia è impegnativo, e devo ringraziare la grandissima apertura mentale di mio marito che non mi ha mai messo le briglie al collo, cosa che del resto non faccio neppure io. Impegnativo, ma non impossibile. Con mio figlio credo di avere un buon rapporto, ci piace discutere insieme, affrontare le cose insieme; chiede il mio parere, il che significa che ci tiene alla mia opinione.

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Io ci metto tutta la mia buona volontà, non ho mai perso un colloquio con i suoi insegnati. Devo dire che siamo stati anche molto fortunati, perché è particolarmente bravo». Prefetto, ai fornelli come se la cava? «Il mio ex capo mi diceva che non verrebbe mai a cena da me. Cucinare bene richiede tempo: non sono il massimo ma me la cavo. Ero un’esperta di torte quando mio figlio era piccolo e si impastava insieme». Vivere lontano dalla famiglia durante la settimana le pesa? «In Sicilia ero spesso sola. Mio marito, lavorando a Viareggio, mi raggiungeva quando poteva nel fine settimana. Però ho avuto la fortuna di essere sempre circondata, in tutte le città dove ho prestato sevizio, da amici meravigliosi, che non mi hanno mai lasciato il tempo di sentirmi sola. Qui a Bergamo mio marito mi raggiunge ogni fine settimana, ma devo dire che non vivo la solitudine come una negazione, non mi dispiace. Io sono campana, vedo sempre il bicchiere mezzo

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pieno. E poi, quanta gente vorrebbe avere un lavoro oggi… non ci si può lamentare». Terminata l’intervista, noto una foto fa bella mostra di sé. «Non è né mio marito né mio figlio, è il giudice Rosario Levantino, barbaramente ucciso dalla mafia a soli trentotto anni. Dalla mia prima dirigenza, questa foto mi ha fatto tanta compagnia, mi ricorda che bisogna sempre essere coerenti, anche se la coerenza costa, e liberi sotto la suola delle proprie scarpe». Prefetto, nel corso della sua carriera ci sono state persone che hanno segnato la sua crescita professionale? «Carmelo Caruso, prefetto di Milano, che ho già citato; Giancarlo Trevisano, con cui ho lavorato a Livorno prima e poi a Palermo; Roberto Sorge, prefetto di Milano. Tre uomini che non hanno nulla in comune, tre uomini diversi ma tre grandi uomini che mi hanno insegnato come fare bene il mio lavoro, mi hanno insegnato che è la persona che fa la

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poltrona e non viceversa, e che dietro ogni carta c’è una persona alla quale si può dire sì e anche no, quando il no è motivato». Dottoressa, prefetto... come preferisce

ci si rivolga a Lei? «Prefetto va benissimo. La forma a volte è sostanza, però dobbiamo anche essere credibili. Ma non eccellenza per cortesia».

Il Curriculum Entrata nella carriera prefettizia nell'aprile del 1989, è stata destinata alla Prefettura di Milano, dove, addetta all'Ufficio di Gabinetto, ha ricoperto le funzioni connesse al "Comitato metropolitano" e quelle di responsabile dell'Ufficio Affari Comunali e Provinciali. Dal febbraio 1993 ha lavorato presso la Prefettura di Savona, dove ha svolto le funzioni di dirigente dell'Ufficio Depenalizzazione. Dal maggio 1994 è stata destinata alla Prefettura di Genova e ha diretto, in qualità di responsabile, l'Ufficio Affari concernenti le Autonomie Locali, nonché l'Ufficio Sfratti. Di nuovo a Milano dal 1996, oltre le funzioni di responsabile dell'Ufficio Sfratti e dell'Ufficio Affari concernenti le Autonomie Locali, ha svolto l'incarico di Vice Dirigente dell'Ufficio provinciale di Protezione Civile. Dal 1998 oltre ai compiti prima citati, ha svolto anche le funzioni connesse all'Ufficio Ordine e Sicurezza Pubblica. Sempre a Milano ha partecipato all'attuazione del progetto Kiwi, finanziato dalla Comunità europea, in partenariato con la facoltà di Ingegneria di quella città. E' stata promossa alla qualifica di Viceprefetto con decorrenza 1 gennaio 2002. Dal 13 settembre 2004 al 20 gennaio 2008 ha svolto le funzioni di Capo di Gabinetto presso la Prefettura-UTG di Livorno. Dal 21 gennaio 2008 ha svolto le funzioni di Vice Prefetto Vicario presso la Prefettura di Palermo, occupandosi, in qualità di soggetto attuatore, dell'espletamento delle attività connesse alla gestione dello stato di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel territorio della provincia di Palermo decretato con DPCM del 16 gennaio 2009. Il 22 luglio 2010 è stata nominata Prefetto. Dal 30 agosto 2010 Prefetto di Agrigento. Il 21 novembre 2013 è stata nominata Prefetto di Bergamo.

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Inter vista

Bergamo studia da smart city

L’amministrazione raccoglie la sfida delle «città intelligenti» con un’associazione ad hoc. Il vicesindaco Gianfranco Ceci: «Vogliamo valorizzare le nostre eccellenze e richiamare nuove risorse»

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ovrappopolazione, inquinamento e cementificazione in crescita. Questi alcuni dei fattori più critici a cui le città di tutto il mondo devono trovare soluzioni immediate. Ognuno di essi genera ulteriori problematicità a catena: consumo di territorio fuori controllo, spreco di risorse energetiche e idriche, scarsa qualità della vita, avvelenamento dell'ambiente, costi smodati per mantenere il livello di vivibilità accettabile. Per invertire la tendenza la città deve farsi intelligente. «Smart», in inglese. Si parla di smart city, nell’ultimo decennio, per indicare quell’insieme coordinato di elementi che vanno a ridisegnare il volto della città e che mettono insieme tecnologie e comunità pensanti, per rendere i centri urbani sostenibili non soltanto dal punto di vista energetico ed ambientale ma anche dal punto di vista sociale.

La vera sfida, per la pubblica amministrazione, è nell’individuazione di processi intelligenti, in grado di generare un cambio di attitudine e di comportamento, che portino a nuove soluzioni in grado di risolvere problemi irrisolti. La particolare sensibilità verso la tematica è emersa anche a livello nazionale con i numerosi interventi che il Governo ha avviato in tal senso. Ricordiamo i bandi del Miur finalizzati a cofinanziare con circa un miliardo di euro in iniziative pubblico-private per la creazione di smart cities, e il successivo Decreto Crescita che ha previsto azioni e strumenti specifici per la creazione di «comunità intelligenti». Bergamo è in prima linea sulla frontiera smart. Ne parliamo con l’avvocato Gianfranco Ceci, vicesindaco e assessore a Mobilità e Smart city del Comune di Bergamo.

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di Emanuela Lanfranco

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Che cos’è per lei una smart city? «Più di una somma di progetti singoli, perché richiede una visione globale della città e la ricerca di una matrice comune e delle sinergie tra i vari progetti e i molteplici attori. È una città in grado di gestire in modo integrato tutte le informazioni disponibili, così da rielaborale e ridistribuirle sul territorio tradotte in servizi di qualità e in un migliore governo del territorio stesso; è una città dinamica, al passo con i tempi, capace di ridurre i consumi ma anche di affrontare i mercati internazionali. L’ex ministro Profumo sta cercando di mettere in rete le città smart italiane e le amministrazioni più lungimiranti, per creare un network in grado di esprimere un partenariato pubblicoprivato e delle progettualità eccellenti e capaci di aggregarsi per competere e ottenere i finanziamenti europei. Bergamo si sta muovendo in questa direzione perché vuole essere attrice del proprio futuro invece che subirlo». Per questo avete dato vita all’associazione «Bergamo Smart City and Community». «Esatto. È senza fini di lucro, ha sede presso il Comune di Bergamo e si propone di formulare proposte e progetti per lo sviluppo intelligente della città e non solo. Oltre alla pubblica amministrazione vede il sostegno, come soci fondatori, della Diocesi di Bergamo, di Kilometro Rosso, di FaSe e della Fondazione Comunità Bergamasca». L i n e e g u i d a d e l l’ i n i z i a t i va s o n o l’Agenda Digitale Italiana e il programma europeo Horizon 2020. «Linee guida nazionali e internazionali, senza dimenticare che si tratta di un progetto per il territorio. Tutti possono far parte dell’associazione, sia le persone che le società, sia gli organismi pubblici e privati italiani, che i soggetti stranieri. Deve però esserci, chiaro, un qualificato interesse alla realizzazione delle finalità istituzionali: migliorare la qualità della vita dei cittadini e del territorio. Vogliamo valorizzare le nostre eccellenze, dunque, e richiamare nuove risorse». Alla base di una smart city c’è, innanzitutto, la sostenibilità. «Pensare sostenibile per un’amministrazione cittadina significa domandarsi se una delibera che sto per attuare - come

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per esempio la costruzione di una strada o di un complesso residenziale, l’adozione di un piano di incentivi per lo sviluppo di imprese commerciali, l’adozione di un piano energetico - possa presentare in futuro impatti negativi sulla vita dei cittadini in termini di ambiente (territorio, traffico, acqua, aria…), di socialità (conflitti, tensioni…), di salute (inquinamento acustico, ottico, di falda), di economia (crescita dei costi amministrativi, aumento dei costi dei servizi sociali a discapito della loro disponibilità, qualità e frequenza). Insomma, le implicazioni sulla sostenibilità devono essere l’asse portante di un’amministrazione cittadina». Bergamo ha partecipato al bando del Miur con cinque progetti che hanno superato tutti la prima fase di valutazione. «I progetti riguardano i settori della sanità, del cloud computing (archiviazione ed elaborazione di dati via internet, ndr), della sicurezza del territorio, della mobilità, della logistica e delle smart grid (reti intelligenti che coniugano l’utilizzo di tecnologie tradizionali con soluzioni

digitali innovative rendendo la gestione della rete elettrica maggiormente flessibile grazie a uno scambio di informazioni più efficace, ndr). Con i finanziamenti, in sostanza, avremo la possibilità concreta di fare innovazione e di rendere il nostro centro più vivibile». Nono posto in classifica (su 83 idee) per il progetto Smart Aging. In che cosa consiste? «L’ambito scelto è quello dell’invecchiamento della società. Il bando chiedeva di “sostenere lo sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la qualità di vita e la cura della popolazione anziana, attraverso lo sviluppo di nuovi sistemi e servizi finalizzati ad agevolare la mobilità, il prolungamento della vita attiva e ridurre l'isolamento sociale”. L’idea progettuale è dell’Università di Bergamo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia. Vale 19 milioni e dovrà essere trasformata in un progetto esecutivo che, se giudicato valido, sarà finanziato». Molte, inoltre, le azioni già messe in atto dal Comune di Bergamo. «Vero. Come il passaggio a led di tutte le

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lanterne semaforiche della città, per una riduzione dei consumi dell’80 per cento e un maggiore grado di visibilità. O come il servizio “Filo diretto - La voce del cittadino interattivo”. La nuova piattaforma si raggiunge dalla homepage del Comune di Bergamo: una volta registrato il cittadino può ricevere informazioni sui servizi e le novità del Comune ma anche inviare segnalazioni di problemi e proposte». Per l’innovazione tecnologica va citato il progetto Bergamo Wi-Fi. «Offre al cittadino e al turista un servizio integrato, agile e gratuito che garantisce la navigazione internet senza fili in venti punti della città: biblioteche, piazze, etc.». Infine, la mobilità. «Nuovo piano del trasporto urbano a parte, merita menzione il progetto “New Mob – Meno energia più movimento”, con il contributo della Fondazione Cariplo, nato con l’intento di incrementare la mobilità, per l’appunto, sostenibile. L’idea di base è quella di aggiungere nuove tecnologie o funzionalità a vecchie auto o a normali bici convertendo così un veicolo datato in uno di ultima generazione».

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Sì al raggruppamento Cms

Da febbraio un solo sito a Zogno. In un momento di difficoltà generali, l’azienda investe e si radica ulteriormente in Val Brembana, uno dei territori più colpiti dalla crisi. Il plauso dei sindacati

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i è svolto a fine dicembre il referendum dei lavoratori Cms Industries che ha approvato l'ipotesi di accordo (229 si, 49 no, 1 bianca, 1 nulla) tra organizzazioni sindacali e azienda riguardante il raggruppamento a Zogno dei siti produttivi di Levate e Seveso (178 lavoratori provenienti da Levate e 16 da Seveso), che avverrà dal prossimo mese di febbraio. La Fim Cisl giudica positivamente l'accordo raggiunto, in quanto, dice Pier Capelli «tutela pienamente l'occupazione garantendo il mantenimento di tutti i posti di lavoro, dà risposte ai disagi dei lavoratori costretti a cambiare sede di lavoro e impegna l'azienda a importanti investimenti economici per consolidare il nuovo polo unico di Zogno, che si è in fase di ampliamneto di 10.000 mq». Con questo accordo, continua Capelli,

«abbiamo vincolato l'azienda a farsi carico dei disagi legati al trasferimento mettendo a disposizione mezzi di trasporto collettivi, agendo anche su un sistema migliore di orari di lavoro, per coloro che vedranno aumentare sensibilmente il proprio chilometraggio a seguito del cambio di sede. In alternativa, qualora gli interessati non dovessero ritenere opportuna la soluzione del mezzo di trasporto collettivo, l'azienda metterà a disposizione una cifra da dividersi quale indennizzo per il disagio. Pensiamo in questo modo di aver dato piena tutela alle persone che dovranno spostarsi e riteniamo un fatto positivo che, in un momento di difficoltà generali, l'azienda faccia importanti investimenti in Val Brembana, uno dei territori più colpiti dalla crisi che in questi anni ha vissuto una depauperizzazione industriale senza precedenti».

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di Fabio Cuminetti

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Impre se

Albergatori di Ascom contro booking.com

Hanno inviato alla sede olandese della società una lettera per segnalare la pubblicizzazione, sul portale di prenotazione, di strutture ricettive che non rispettano i requisiti di legge

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ontro la pubblicità ingannevole il Gruppo Albergatori Ascom ha deciso di fare qualcosa, e ha scritto a Booking.com. Tramite un legale i titolari hanno inviato alla sede olandese della società Booking una lettera per segnalare la pubblicizzazione sul portale di prenotazione on-line di strutture ricettive che non rispettano i requisiti di legge e che utilizzano il sito con pubblicità illecita e palesemente ingannevole. La segnalazione è frutto di un lavoro di monitoraggio che ha evidenziato alcuni casi di strutture ricettive extralberghiere che non rispettano né i requisiti né i presupposti sanciti dalla legge regionale, che definisce il servizio di ospitalità turistica bed and breakfast come un’«attività di carattere saltuario svolta da privati che

utilizzano parte della loro abitazione di residenza per offrire un servizio a conduzione familiare di alloggio e prima colazione, rispettando il limite massimo di 12 posti letto e non più di 4 stanze». In barba alla legge, diverse strutture ricettive extralberghiere presenti nel territorio, con una concentrazione particolarmente rilevante in città, dichiarano apertamente su Booking di poter offrire anche 15 stanze o camere ubicate in edifici diversi. I casi raccolti in un dossier dagli albergatori sono i più disparati. Le strutture - in particolar modo bed and breakfast - promuovono la loro offerta sul web in modi non coerenti rispetto all’autorizzazione ottenuta e le recensioni pubblicate dagli utenti gettano ulteriori dubbi sulla gestione di altri aspetti, a partire dalla somministrazione di alimenti.

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di Fabio Cuminetti

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Impre se

Aeroporto, saldo positivo nel 2013

Orio al Serio batte la crisi sfiorando i nove milioni di passeggeri. Il buon andamento dei voli di linea (sale l’indice di riempimento) ha compensato ampiamente il calo del settore charter (-16,5%)

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l 2013 si chiude con un altro segno positivo per l'aeroporto di Orio al Serio, che prosegue il trend di crescita costante in corso dal 2001, anche se nell'ultimo anno limitato allo 0,8% sul fronte del movimento passeggeri, arrivato a sfiorare i 9 milioni. Il dato riassuntivo del 2013 contiene chiari indicatori relativi alla posizione assunta nel panorama del trasporto aereo nazionale dallo scalo bergamasco, che, dopo la prevista, leggera flessione del primo trimestre dell'anno, ha recuperato gradualmente quote di traffico conservando un margine attivo e raggiungendo 8.964.376 passeggeri. Un risultato che lo conferma al quarto posto nella graduatoria degli aeroporti italiani, conseguito con la contestuale riduzione del 3,3% del movimento complessivo degli aeromobili e l'incremento del load factor sui voli di linea, che hanno registrato un

incremento di passeggeri pari all'1,8%. Alla razionalizzazione delle rotte, con il mantenimento dei collegamenti strategici e con le maggiori città europee, ha corrisposto l'allargamento del network delle destinazioni, in particolare verso l'Est Europa. Il buon andamento dei voli di linea ha compensato ampiamente il calo del settore charter (-16,5%) causato dalla lunga interruzione dei collegamenti con le località turistiche del Mar Rosso a seguito dello sconsiglio emesso per motivi di sicurezza dal Ministero degli Esteri e rimosso solo in chiusura di 2013. Sul fronte delle merci aeree movimentate dai vettori courier si è registrato il mantenimento delle quote di mercato riportate nel 2012, con un totale di 116.112 tonnellate, a conferma dell'importanza strategica dell'asset cargo di Orio al Serio.

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di Fabio Cuminetti

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IL MAGGIORDOMO CONSIGLIA A cura della Associazione Italiana Maggiordomi

Il Galateo per i più piccoli “Il compito più duro per i bambini di oggi è imparare le buone maniere senza mai vederle” affermava Donna Letizia nel suo manuale di Bon Ton. Le buone maniere devono diventare per il bambino un’abitudine quotidiana, soprattutto a tavola. Insegnate ai vostri figli fin da piccoli come stare composti a tavola, a rispettare gli orari dei pasti, a presentarsi in ordine e con le mani pulite. Le regole vanno impartite con continuità e pazienza, non sgridatelo di continuo se durante i pasti parla a bocca aperta, rovescia i bicchieri, non desidera usare il tovagliolo o si sporca con il cibo, piuttosto cercate di dargli il buon esempio e spiegategli i vostri “ NO”. Mostrategli, ad esempio, la giusta postura: niente braccia sdraiate sulla tavola, gambine sulla sedia, insegnategli e aiutatelo a esercitarsi, forchetta e coltello, si tengono per il manico e servono esclusivamente a portare il cibo alla bocca. Non ci si alza da tavola continuamente senza aver prima terminato di mangiare, se lo fa e non vuol sentire ragioni, provate una volta a comportarvi come lui, in un primo momento sorriderà, poi capirà il messaggio. I ns. consigli per i più piccoli, sono semplici e legati alla tavola: 1. Non si parla con la bocca piena (se può essere utile si può provare a far mangiare il bambino con uno specchio davanti per una volta) 2. Si lavano le mani prima di sedersi a tavola 3. Non si appoggiano i gomiti sul tavolo 4. Ci si pulisce la bocca prima di bere usando il tovagliolo 5. Le posate si usano con delicatezza e si rivolgono sempre le punte verso il basso 6. Si rimane seduti composti a tavola finché non si è finito di mangiare, ci si alza chiedendo permesso 7. A tavola non si urla e si ascoltano le altre persone che parlano 8. Si finisce sempre tutto ciò che è nel piatto, si dice sempre grazie e prego 9. Ci si siede sulla sedia in modo comodo e con la schiena appoggiata 10. È sempre ottimo aiutare nella preparazione e nel disbrigo della tavola Per i vs. figli, o per i loro compagni di gioco, fondamentale è quella di apparecchiare in

modo decoroso la mise en place di ogni giorno coinvolgendolo e invitandolo a posare tovagliolo e piattino personale al suo posto, piano piano, col tempo, questi riti diventeranno per lui/lei un’abitudine piacevole ed un istinto naturale. A tavola, anche se parliamo di bambini di appena un anno e mezzo, è fondamentale insegnare loro di dire sempre: grazie, per favore e buon appetito. I nostri bambini memorizzano ogni nostro gesto. Dategli l’esempio giusto dicendolo per primi. Insegnate loro il rispetto verso chi vi serve, potrebbe essere il cameriere in un ristorante, in una pizzeria o in un bar; ma fategli capire sempre che è una persona da trattare con educazione. Potete usare la tattica del gioco, funziona sempre. Giocate con loro “al ristorante”. Fingete di trovarvi nel vostro locale preferito e con gesti gentili e soprattutto cortesi fategli ordinare del cibo che preferiscono usando le posate, stando seduti composti ed evitando di giocherellare con il cibo. Impareranno anche l’importanza di non sprecarlo e di come esso sia un dono importante per tutti i bambini ma che purtroppo, ancora oggi, dei loro coetanei non ne hanno abbastanza sulle loro tavole. Dopo un po’ potete scambiarvi i ruoli concedendogli l’opportunità di fare il cameriere, impareranno che anch’esso è un lavoro come tutti gli altri. Assimileranno così il senso del rispetto reciproco. Spiegate loro che in cucina non si gioca ma ci si può divertire aiutando la mamma ad apparecchiare la tavola. Collaborare con un adulto è sempre una soddisfazione per i bambini, soprattutto se li facciamo sentire responsabili. Mostrate loro dove mettere le posate, i bicchieri e spiegate che ogni componente della famiglia ha il suo posto fisso a tavola. Coinvolgete i bambini mentre cucinate, ingredienti e pietanze sono sempre di ottimo effetto su di loro soprattutto quando si adopera la farina per impastare pizza o dolci. La manipolazione aiuta a coordinare i movimenti e particolarmente, un ambiente sereno e allegro, preparerà i vostri cuccioli ad essere educati

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e felici anche a tavola. Secondo la psicomotricista Anne Willie: "Star bene a tavola è anche il frutto del controllo in generale sul corpo, al quale però bisogna abituare il bambino gradualmente. Non basta dirgli che sbaglia, bisogna spiegargli come fare le cose, per esempio come tenere in mano la forchetta, aiutarlo a esercitarsi.” Un buon sistema per migliorare il comportamento a tavola, è chiedere al bambino di aiutarci nella preparazione dei cibi (imparerà a non sprecarli) e ad apparecchiare: se ha partecipato all’operazione, per lui sarà più facile essere più ordinato mangiando. Ricordate: i bambini sono grandi imitatori e imparano soprattutto osservandoci. Perciò, se il genitore prende il cibo dal piatto di portata con la sua forchetta, il bambino farà altrettanto. Occorre ricordare che le regole di base dell’educazione non sono stravaganze un po’ noiose, ma hanno un motivo. Per informazioni o dettagli potete visitare il ns. sito www.maggiordomi.it o scrivere a: info@maggiordomi.it. L'Associazione Italiana Maggiordomi si propone di promuovere e valorizzare la figura e la professione del maggiordomo in Italia, meglio conosciuto come Butler nel mondo. Una figura professionale che si sta diffondendo ovunque e sempre più richiesta all’interno di case private, per eventi, per un matrimonio, per vacanze, nelle navi o negli hotel di gran lusso. www.maggiordomi.it Associazione Italiana Maggiordomi Elisa Dal Bosco, Presidente www.maggiordomi.it info@maggiordomi.it - m. +39 3496187963 sede: via S.Pellico 8, 20121 Milano presso Seven Stars Galleria Area Bergamo: Emanuela Lanfranco bergamo@maggiordomi.it c. +39 335 6073544

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Luberg, cerimonia di premiazione 2013

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’associazione dei laureati di Bergamo ha premiato i vincitori del concorso letterario "Racconti aperti" e ha proclamato il laureato e i neolaureati dell'anno, nella splendida cornice della Sala Conferenze di Sant’Agostino. Alla cerimonia, moderata da Fulvio Giuliani, voce di RTL, hanno partecipato il presidente di Luberg Domenico Bosatelli, il rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e presidente onorario dell’associazione, Stefano Paleari, il sindaco Franco Tentorio, e il presidente della giuria del concorso letterario, Franco Brevini. Sono intervenuti anche il presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi e il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti. Proclamata "Laureato dell'anno - Premio alla carriera" Giovanna Ricuperati (1), che si è contraddistinta in campo imprenditoriale coerentemente con i tradizionali valori dell’università di Bergamo. Laureata a pieni voti nel 1990 in Economia e Commercio all'Università di Bergamo, nel 1994 ha avviato il progetto imprenditoriale Multiconsult, società che offre servizi di consulenza marketing, comunicazione ed export management ad aziende ed Enti Pubblici. Nominati inoltre i sei "Neolaureati dell'anno - Premio agli studi" (2) che si sono contraddistinti per un curriculum

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studiorum particolarmente brillante, per i risultati conseguiti nel corso di laurea, per l’originalità, per il rigore scientifico della tesi e per i tempi di conseguimento della laurea medesima: Greta Ambrogi, del dipartimento di Lingue, letterature straniere e comunicazione; Darwine Delvecchio, di Lettere e filosofia; Stefano Duci, del dipartimento di Ingegneria; Barbara Galbusera, di Scienze umane e sociali; Gabriele Pellicioli, del dipartimento di giurisprudenza; Kinzica Laura Soldano, di Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi. I vincitori del concorso letterario “Racconti aperti 2013” (3) sono stati Paolo Pirrone, primo classificato con il racconto “Hapax Legomenon”, Francesco Bernuzzi, secondo classificato per “Diventare Cavaliere” e Gianni Vacchelli, terzo classificato con il racconto dal titolo "Eliogabalo". Gli altri finalisti del concorso sono stati: Giorgio Donadoni, Michele Foresti, Andrea Grassi, Caterina Gritti, Erica Locatelli, Giovanni Matteo Merla e Andrea Rundo. I racconti dei vincitori e dei finalisti sono stati pubblicati nel volume edito dalla casa editrice Sestante. "Uno dei principali obiettivi di LUBERG", ha spiegato in apertura il presidente di LUBERG, Domenico Bosatelli, "è lo sviluppo di progetti finalizzati a supportare laureati e neolaureati nel proprio percorso

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di crescita professionale, valorizzando il loro talento. Questa serata è dedicata al riconoscimento di coloro che si sono distinti per la loro creatività, il loro impegno e il loro percorso professionale. La nostra Associazione”, ha aggiunto, “è molto vicina alla vita dell’Università. L'ateneo e il mondo economico devono fare bottega e far rinascere lo spirito pionieristico che ha reso grande il nostro paese. Dobbiamo trovare insieme nuove soluzioni e nuove idee coraggiose". “Lo spirito di questa serata”, ha sottolineato Stefano Paleari, rettore dell’ateneo cittadino e presidente onorario di LUBERG, “è coerente con gli obiettivi della nostra università che da anni si è impegnata per offrire agli studenti un’esperienza di vita, non solo un percorso didattico. Per farlo punteremo anche in futuro su una maggiore apertura internazionale e sullo sviluppo di nuovi servizi agli studenti. Oggi dobbiamo immaginare una società diversa e ci vuole il coraggio di farlo realizzando accordi con le istituzioni e con tutti i soggetti che operano sul territorio”.


*Cucina

Vittorio atterra all’Aeroporto di Orio al Serio

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on l’apertura di Vicook Bistrot, l’Aeroporto di Orio al Serio si fregia di una preziosa collaborazione e di una pregiata attrazione gastronomica. Nella zona accessibile a tutti, prima degli imbarchi, apre infatti il tristellato Da Vittorio, con un bistrot gourmet dallo stile metropolitano e raffinato. Chicco Cerea, chef patron del pluripremiato ristorante di Brusaporto, lo definisce «un’osteria di cucina contemporanea al passo coi tempi, dove i piatti dell’eccellenza italiana incontrano gli stimoli più intriganti della cucina internazionale». Allora, con un menu organizzato per viaggi gastronomici, tra «Gite veloci», «Viaggi in Italia» e «Scappate all’estero», se ad assicurare la genuina qualità delle materie prime e dei piatti basta l’affermata eccellenza di Vittorio, è pur vero che il Bistrot regala ai suoi ospiti gradevoli e gratuite novità. Dalla possibilità di usufruire, unica zona in tutto l’aeroporto, di internet wi-fi

free all’opportunità di ricaricare tablet, cellulari e computer. A disposizione di chi viaggia per affari il locale offre anche una private room, mentre chi transita da Orio in compagnia dei propri bambini trova un’area a loro appositamente dedicata. E per chi accede con l’auto all’aeroporto nella zona a sosta temporanea e spende almeno dodici euro al Bistrot, il parcheggio è gratuito, fino a due ore di sosta. A proposito di costi, Chicco Cerea assicura: «Sedici euro per un piatto unico che è già un pasto completo, compresi dolce, acqua e caffè; scegliendo dalla carta più portate si può arrivare al doppio, non di più». Si aggiungono a tutto questo l’operatività no stop dalle 11.00 alle 23.00 sette giorni su sette e la cordiale prontezza del servizio, per garantire ai passeggeri una sosta anche veloce, ma comunque piacevole e senza preoccupazioni. Del resto, come cita il rassicurante sottotitolo del Bistrot, è possibile ancora, attraverso la bellezza del cibo e della tavola,

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oltre ogni più o meno necessaria fretta, «Sentirsi a casa». Ospiti: Colantuono e i suoi giocatori dell’Atalanta (argentini a parte, rientrati alle loro case e famiglie per il Natale) ospiti da Vicook Bistrot, per festeggiare con un brindisi la fine dell’anno; la nazionale italiana di pallanuoto, con l’allenatore Campagna e i suoi tecnici, dopo aver disputato la partita della World League contro la Slovacchia.

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*Cucina di Chicco Cerea

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a serata di beneficienza organizzata in favore dell’associazione “Un Porto per Noi” la sera dello scorso 2 dicembre presso la Fiera di Bergamo ha avuto un successo clamoroso. Grazie alla Promoberg che ci ha messo a disposizione la location, abbiamo potuto organizzare una serata memorabile. Per la prima volta ci siamo ritrovati fianco a fianco ed a vista per il pubblico dado vita ad uno showcooking altamente spettacolare e che è stato ulteriormente impreziosito dagli interventi musicali della BBband, gruppo rock-blues composto da noti professionisti bergamaschi accomunati dalla passione per la musica, ed il Dj Bobo della Vigna, alla consolle con la disco music anni ’70-’80 rigorosamente su vinile. Tutti i protagonisti, in primis naturalmente noi cuochi e ristoratori, hanno prestato la loro opera senza alcun rimborso spese, e grazie ai contatti con le aziende del settore che per una volta non abbiamo chiamato sponsor anche la materie prime ed il costo dei prodotti a corredo (vedi vini, acqua e caffè) delle attrezzature e degli allestimenti necessari è stato ridotto al minimo. Parlo al plurale perché quel noi comprende tutte e 15 le insegne che fanno parte di Ingruppo, l’associazione tra le migliori tavole di Bergamo e provincia che ha ideato l’iniziativa che nel corso del 2013 ha dato la possibilità a migliaia di persone di approcciare l’alta cucina a prezzi accessibili. Da qualche giorno, il 15 gennaio scorso, la manifestazione è ripartita con la medesima formula ormai

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ben collaudata. Sinteticamente, vediamo in che consiste: dal 15 gennaio al 30 aprile i 15 ristoranti che ne fanno parte solleticheranno i palati dei gourmet con menu completi di bevande a 99 euro a coppia (unica eccezione la nostra insegna in virtù dei costo di un tre stelle: da noi il menu completo è servito a 99 euro a persona). Se ne potrà usufruire solo previa prenotazione direttamente al ristorante tutti i giorni di apertura ad esclusione del giorno di San Valentino (14 febbraio) e di Pasqua (20 aprile). Tutte i menu e le informazioni sono disponibili su www.ingruppo.bg.it Ecco l’elenco dei ristoranti Ingruppo Frosio di Almè; Collina di Almenno San Bartolomeo; Camelì di Ambivere; Colleoni dell’Angelo di Bergamo alta; Lio Pellegrini di Bergamo; Roof Garden di Bergamo; Saraceno di Cavernago; A’anteprima di Chiuduno; Al Vigneto di Grumello del Monte; La Caprese di Mozzo; Posta di Sant’Omobono Terme; Rustico Villa Patrizia di Sorisole; LoRo di Trescore Balneario; Brughiera di Villa d’Almè. (ampio servizio Vip&News a pagina 24)


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*Wedding di Angelo Lorenzi

Espressione d'unicità

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a Sposa. Una parola apparentemente semplice, che cela la complessità di un mondo parallelo a quello che ogni ragazza vive abitualmente. Nella vita di una donna ci sono poche prime volte davvero importanti e il giorno del matrimonio rientra senz'altro in questa lista. Il primo passo, che rende tangibile il concretizzarsi delle nozze, è il momento in cui avviene la scelta dell'abito perfetto. Si evade così dai panni con cui si veste abitualmente ad esempio il ruolo professionale di insegnante o di infermiera, o il più difficile compito di amica, amante, fidanzata. Scegliere l'abito da sposa significa uscire dal tempo presente e dirigersi verso il futuro. Apparentemente una scelta facile, attorno alla quale ruotano invece mille emozioni. Le tendenze del 2014? Alla domanda rituale che si ripropone ogni anno, mi sento di rispondere con sicurezza che il ritorno al romanticismo, seppur declinato in soluzioni e dettami stilistici differenti, resta un must. Se sul fronte location assistiamo alla ricerca di luoghi dotati di qualcosa di straordinario, la sposa non vuole essere da meno e sceglie di essere la protagonista indiscussa della cornice desiderata. Accanto alle gonne fiabesche, rese gonfie da fogli di tulle a volte talmente importanti da rendere superflui molti decori, il romanticismo si sintetizza spesso in volumi più moderati, con abiti per lo più accollati davanti e scollati dietro, dove si osa con trasparenze in seta, ricami e poetiche versioni all'uncinetto dal sapore old style, evidenziando il dettaglio nude look o mettendo in scena trame romantiche di pizzo. Dal white carpet al red carpet, il passo è breve. Pietre preziose che riflettono la luce, diagonali di fiori applicati e tagliati al laser, ma anche sottili catene d'argento o metallo lucente che

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cadono dalle spalle per abbracciare la schiena. Ma al di là delle passerelle qual'è il trucco per trovare l'abito sognato? La mia risposta è l'unicità. Racchiusa nella ricerca e mai banalizzata nel lusso. "La poesia, l'amore per il dettaglio compositivo, la totale dedizione rivolta alla sublimazione della bellezza di un abito da sposa che possa evolversi sempre nell'affermazione della personalità di ogni donna". Con queste parole Fabrizio Filippini, anima dell'atelier bresciano "Collezioni La Sposa", sintetizza la propria vocazione e il concetto di unicità, che è oggi la vera tendenza del momento. Con una sola eccezione: se la moda passa, qui si parla di qualcosa di tangibile ed intramontabile. Se la convinzione è che l'abito delle nozze sia un "pezzo" della vita di ogni donna, la risposta è offrire capi che siano unici. Difficile, ma non impossibile, se la creatività e la passione si fondono con l'alta sartorialità e l'esperienza. Sinfonie di soffusi chiffonne, candidi veli avvolti in fasce di raso, talcate georgette di seta, vaporosi pannelli in organza cipriata, rari macramè sfrangiati a mano, avvolgenti douchesse drappeggiate o scultoree costruzioni in mykado danzano a braccetto negli intimi salotti di Via Gramsci. Abiti selezionati in base a criteri di alta artigianalità, una collezione sempre più ampia di pezzi unici in esclusiva da diverse case di moda, tra le quali Giuseppe Papini, Yolan Cris, Isabel Sanchis, Officina di

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Cucitura, Fely Campo, Ozlem Suer, Victorio & Lucchino, Berta, Lady Junior e altrettante proposte in continua evoluzione. Gli accessori? Immancabili. Realizzati su desiderio della futura sposa. I dettagli? Selezionati. Solo così un velo di tulle di seta diviene una cometa di luce, una gonna strutturata appare come la corolla di una candida peonia o un antico ricamo di pizzo conferisce quel tocco raffinato di velata seduzione e femminilità. Infine, l'inesauribile ricerca dell'innovazione non perde mai di vista il passato. I canoni imprescindibili della tradizione sono reinterpretati in chiave moderna e mai sovvertiti. Concetto che se Fabrizio Filippini esprime quotidianamente nella linea data al proprio atelier creativo, ribadisce con convinzione in un progetto personale all'avanguardia, "Le Monografiche". Ogni anno, per dieci anni, viene sviluppata una tematica differente che ha fulcro nella storia atemporale dell'abito da sposa. Per l'ultima edizione è la linea rigorosa del kimono che ispira abiti più complessi e sofisticati, in cui si fondono storia, arte, personalità e geometria. Se la sposa è un universo a sè, "Collezioni La Sposa" è l'opportunità di un piccolo mondo prezioso ed esclusivo a portata di mano, dove ogni donna può intraprendere un viaggio sensoriale alla scoperta di un abito che si eleva a infinita emozione, fantasia ed affermazione della propria personalità. Il consiglio più prezioso? E' chiaro: scegliere sempre di esaltare la bellezza e l'unicità, che ognuna ha in sè nel giorno più bello della propria vita.


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*Golf di Mario Ugo Pasini Professionista presso il Golf Parco dei Colli Bergamo

Palla alta e palla bassa

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ltre domande che spesso mi vengono fatte durante le lezioni sono sull'altezza del volo di palla: "Come si fa a tenere un palla bassa?", "Come si fa a tirare una palla piu' alta?"... Per completare la descrizione di colpi volontari, in questo numero parleremo di come giocare dei colpi con un volo di PALLA BASSA o dei colpi con un volo di PALLA ALTA. Saperlo fare sicuramente completa il nostro bagaglio tecnico e ci permette di scegliere la tattica migliore per affrontare, lungo il percorso, le diverse situazioni che ci si presentano: giocare ad esempio un colpo basso per uscire da un bosco o uno alto per sorvolarlo, come per affrontare il vento quando è contrario o sfruttarlo quando è a favore. La premessa è che il giocatore deve eseguire il proprio swing di base; sarà la differente posizione del corpo al momento dell'impatto che porterà la faccia del bastone ad avere un loft minore o maggiore rispetto al loft normale. La palla vola più BASSA rispetto alla traiettoria normale del giocatore per effetto di un maggior appoggio a sinistra del peso del corpo, che non cambia posizione durante l'esecuzione dello swing per la diversa posizione della palla spostata più verso il piede destro nello stance, e per una posizione delle mani più avanzata verso il bersaglio rispetto alla palla. La differenza di posizione del nostro corpo rispetto alla palla permette alla testa del bastone di muoversi su una linea di discesa che va più dall'alto verso il basso, diminuendo il loft dalla faccia del bastone

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all'impatto. Per far si che il loft non aumenti attraverso l'impatto un grande sostegno deve essere dato da un'azione nulla dei polsi, che rimangono fermi e avanzati rispetto alla testa del bastone durante tutto lo swing. La palla vola più ALTA rispetto alla traiettoria normale del giocatore per effetto del posizionamento del peso del corpo leggermente verso il piede destro, per la diversa posizione della palla spostata leggermente verso sinistra rispetto al centro dei piedi nello stance e per una posizione delle mani leggermente arretrata rispetto alla palla. A sostegno di questa diversa posizione del corpo, durante lo swing, l'azione dei polsi deve permettere alla testa del bastone di passare davanti alle mani, favorendone l'apertura e quindi l'aumento del loft attraverso l'impatto. Consiglio ai giocatori di un certo livello, che possiedono una discreta tecnica e abilità di gioco, di sperimentare tutti i colpi descritti negli ultimi numeri della rubrica, per completare le proprie cono-

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scenze e aumentare la possibilità di scelta sul campo, mentre per i giocatori neofiti o di livello inferiore, se avete anche solo curiosità di provare questi colpi, affidatevi al vostro professionista per avere le giuste indicazioni ed essere guidati nella maniera più corretta. Quando persone che non hanno mai provato il golf mi dicono o mi fanno capire che secondo loro giocare è facile o poco divertente, li invito a provare, di modo che si scontrino con la “difficile realtà” dell'inizio, che mette a dura prova la pazienza ma parimenti crea enorme piacere nel momento in cui la palla viene colpita dal bastone e inizia a volare. La varietà di colpi e situazioni di gioco fa si che il golf sia talmente intrigante e divertente da non stancare mai il giocatore. Se ancora non avete provato, con il sopraggiungere della bella stagione, potrebbe essere il momento giusto per iniziare e godervi le bellezze del golf. Non perdete l'occasione, vi aspetto al Golf Parco dei Colli.


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*Motori Saul Mariani

Bmw Serie 4 Cabrio, piace la nuova «scoperta» di Monaco

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ia il tetto, dettagli sistemati ed ecco pronta la nuova Bmw Serie 4 Cabrio. A dirlo sembra semplice, ma i punti chiave che la distinguono dalla variante coupé – anelito di libertà a parte - sono questi, ed è un bene. Il tetto rigido ripiegabile - rivestito di un materiale fonoassorbente in grado di isolare acusticamente l’abitacolo dai rumori esterni, garantendo il comfort di una coupé - è abbinato un meccanismo che facilita il carico dei bagagli con capote aperta, punto critico di ogni cabrio. Se con tetto chiuso ha un profilo affascinante, anche nella marcia all’aria aperta sposa eleganza e sportività. Grazie al sistema scaldacollo integrato nei poggiatesta, capace di regolare autonomamente la temperatura quando si viaggia con il tetto abbassato, si può andare a spasso con il cielo sopra la testa anche quando la temperatura non è proprio mite. Il cielo del tetto completamente rivestito e dotato di un’illuminazione interna supplementare crea l’ambiente tipico di una coupé sportiva di qualità premium. Vengono offerti un motore a benzina sei cilindri in linea (Bmw 435i Cabrio), un motore a benzina a quattro cilindri (Bmw 428i Cabrio) e un quattro cilindri diesel (Bmw 420d Cabrio). I motori coprono un arco di potenza da 184 a 306 e funzionano con l’attuale tecnologia Bmw TwinPower Turbo. I modernissimi propulsori assi-

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curano ottimi valori di accelerazione e di elasticità a consumi ridotti e soddisfano già ora la norma antinquinamento Euro 6. La trasmissione di potenza alle ruote posteriori avviene di serie attraverso un cambio manuale a sei rapporti. Bmw propone come optional per tutte le motorizzazioni il cambio automatico sportivo a otto rapporti che consente di eseguire la cambiate anche manualmente, attraverso i paddles del volante. Entrambi i cambi sono equipaggiati di serie con il sistema start/stop automatico.

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*Sanità Dott. Andrea Clementoni chiropratico

Chiropratica, tecnica efficace per curare l’ernia del disco

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al di schiena e dolore alle gambe sono spesso sinonimo di ernia del disco lombare. La risonanza magnetica è l’esame che toglie ogni dubbio. Alcuni si affidano ancora ai farmaci antiinfiammatori, che quando funzionano agiscono solo sui sintomi e sovente hanno importanti effetti collaterali, ma non possono restituire alle vertebre della colonna la loro normale mobilità. E c’è anche chi attende che il problema si risolva da solo e in tal modo ne favorisce l’aggravamento. La chiropratica può essere la corretta soluzione perché ricerca le cause degli squilibri funzionali che provocano problemi alla colonna vertebrale. Attività lavorative, sedentarietà, posture scorrette, stress, incidenti, attività sportive inadeguate, possono causare la perdita della fisiologica mobilità della colonna vertebrale, provocando irritazione, schiacciamento di nervi e disfunzioni dei dischi intervertebrali e del sistema nervoso. Il chiropratico interviene con metodiche indolori per ripristinare il naturale allineamento e mobilità della colonna vertebrale, riducendo i dolori articolari e ristabilendo il corretto funzionamento di muscoli, nervi, dischi intervertebrali e del sistema nervoso. In modo del tutto naturale: senza utilizzare farmaci. Ne parliamo con il Dottor Andrea Clementoni, chiropratico laureato in Usa

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e responsabile dell’ambulatorio di chiropratica presso il Centro Medico di GorleBergamo. Che tipo di ricerca clinica condotta a Bergamo ha presentato al Congresso Mondiale sul mal di schiena di Dubai e quali sono i risultati? Lo studio approvato da Regione Lombardia condotto presso il Centro Medico Mr in team con lo staff medico ha valutato l’efficacia del trattamento con chiropratica in pazienti con lombalgia e sciatica in presenza di ernia del disco già trattati senza successo con antiinfiammatori e cortisone. I risultati sono stati eccellenti: in oltre l’85% dei casi si è avuta eliminazione o rilevante riduzione dei sintomi, con miglioramento della capacità di svolgere le attività quotidiane, riduzione o eliminazione dei farmaci antiinfiammatori, riduzione del rischio di chirurgia dell’ernia del disco. Oggi anche in Italia i medici di base, e molti fisiatri, ortopedici e neurochirurghi comprendono l’apporto che il chiropratico può offrire nel trattamento di molte problematiche neuro-muscoloscheletriche anche conseguenti a traumi o incidenti. Sempre più medici, come avviene da tempo in altri Paesi, inviano pazienti al chiropratico per dolori articolari, torcicollo, cefalea, sindromi vertiginose e anche in presenza di ernia del disco cervicale e lombare.

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In cosa consiste il trattamento? Si utilizzano tecniche manuali altamente specifiche, ma si adottano anche tecniche non manipolative (craniali, miofasciali e sui punti meridiani). Ho studiato anche le tecniche dell’osteopatia ma ritengo quelle chiropratiche siano più specifiche. Si utilizzano esclusivamente lettini speciali per chiropratica importati dagli Usa. Il trattamento dà spesso istantaneo sollievo, sciogliendo le tensioni muscolari ed eliminando la pressione dai nervi e dai dischi intervertebrali. I tempi di recupero dipendono dalla cronicità del problema.

Centro Medico M.R. via Roma 32 - Gorle 035.4236140 www.centromedicomr.it


*Arte Mario Donizetti

Nell’ occasione di un concerto di musiche inedite

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nche gli atomi parlano, ossia comunicano razionalmente fra loro con un loro linguaggio altrimenti non si assocerebbero finalisticamente, per questo il loro linguaggio è artistico. L’arte è il modo del linguaggio. Se il modo di comunicare mediante un linguaggio raggiunge il suo scopo, che è quello della coesione vitale per reciproca comprensione, raggiunge la bellezza dell’arte. Ma se una comunicazione, al contrario, produce disgregazione, ossia demolisce razionalmente ogni finalità vitale, non è che una apparenza di comunicazione avendo perduto il suo scopo. E perché un linguaggio artistico debba essere solamente comunicatività vitale razionale si evince dal fatto che la vita, come si vede, si produce e si conserva solamente per coesione razionale e non per dissociazione irrazionale. Solitudine e separazione sono la diabolica negazione della vita. L’arte del linguaggio razionale è dunque la sola e vera arte. Anche se ogni singola arte è sottomessa ad una specifica tecnica, credo sia necessario cogliere nel linguaggio di tutte le arti uno scopo comune che è l’affermazione e non la negazione della vitalità. La perfezione artistica è definita solamente dalla perfetta funzione dell’oggetto

in ordine al suo scopo razionale, ossia vitale. Per capire le moderne teoriche estetiche ho dovuto piegarmi alla conoscenza di assurde elucubrazioni filosofiche. Ma è rimasto fermo in me un solo principio che mi sembra faccia da guida a qualsiasi arte: un’opera d’arte non può essere sgradevole ed è anche certo che il solo gradevole è sgradevole e lo sgradevole è solamente semplice negativa testimonianza autoreferenziale. Le opere eticamente impegnate non prescindono dal piacevole. Che il piacevole dell’arte promuova le capacità vitali è saputo da sempre. Il piacevole dell’energia vitale è il valore etico dell’arte. Raffaello Sanzio è ritenuto universalmente il più grande artista pittore che sia mai esistito. Ebbene, non è un caso: Raffaello è il pittore più piacevole che sia mai esistito, prescindendo dalle sue tematiche. Cosa sia il contenuto dell’arte io credo di poter dire che è ciò che dà piacere per la perfezione della forma ordinata ad uno scopo, ossia ordinato alla comprensione razionale e, perciò, etico. La grande musica di Mozart è piacevole anche quando la tematica è funebre perché è eticamente razionale. La perfezione artistica è definita solamente dalla perfetta funzione dell’oggetto in

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ordine al suo scopo razionale, ossia vitale, Il razionale è l’elemento che si oppone all’irrazionale, ossia al disfacimento vitale. Il razionale promuove “capacità vitale” (Berenson), perciò non può essere che piacevole. L’eticità di un’opera d’arte, dunque, non consiste nell’eticità delle tematiche, ma nella perfezione tecnica ordinata ad una forma razionale. Per forma razionale non intendo la percezione sensoriale della materia che si realizza nella coscienza ad opera degli organi di senso del nostro corpo, ma quella forma che si realizza nella finalità, o progettualità, del nostro intelletto. Ancora, per razionalità intendo la attività positiva alla vita, mentre per irrazionalità intendo la attività negativa alla vita. E’ un errore moderno disceso dall’Estetica di Hegel quello che ritiene più artistica quell’opera che più è portatrice di problematiche e tematiche al punto da ritenere dannosa all’arte la rappresentazione della forma razionale e la sua piacevole perfezione. Ma solo questa, invece, può portare in evidenza qualsiasi problematica e qualsiasi tematica. Il concerto di musiche inedite, promosso dal “Centro Di Ricerche Di Tecniche d’Arte” è il tentativo di offrire un oggetto che comunichi la validità di questa teorica che ha radici nell’antichissima pratica. Questa mia musica tenta di opporsi allo sgradevole e al deprimente di oggi perché perseguono scopi estranei all’arte: perseguono castelli filosofici, tematiche di disfacimento e il freddo autocompiacimento. Un augurio per i nuovi compositori.

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*Spiritualità don Giambattista Boffi Direttore Centro missionario diocesano

La globalizzazione della partecipazione... è comunione

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he un pizzico di egoismo attraversi la nostra vita è un dato scontato. Ci sono poi delle vere e proprie egemonie di privato che vanno a rovinare rapporti e creare forti squilibri sociali. Una semplice raccomandazione per “passare avanti” nasconde, spesso con bravura, il desiderio di accaparrarsi un posto a scapito di altri. Tanto, che male facciamo?! Tutta la teoria sulla proprietà privata la lascio alla vostra ricerca, fatto sta che ogni steccato divide e ogni divisione, per quanto dovuta e seria, crea un po’ di scompiglio quando interrompe qualcosa. Immagine positiva è quella del mosaico che papa Francesco ha utilizzato per dipingere l’esperienza stessa della Chiesa. Ogni tassello è prezioso, indispensabile. Ogni tassello concorre a comporre l’opera d’arte che si mostra in tutto il suo splendore solo quando non ci sono spazi di vuoto, quando il disegno comunica nella sua completezza il cuore dell’artista e rende partecipe di una profonda esperienza di vita. L’opera d’arte non è riducibile alla sua realizzazione o ad un fredda struttura di elaborazione, non si tratta di colori giustapposti o di tratti schematici. Lì parla il cuore del poeta, dello scultore, del pittore, del musicista; lì si esprimono uno spazio ed un tempo che hanno tutta la forza di coinvolgerti, di renderti partecipe. Il tutto sembra contraddire quel desiderio di emergere, di successo ed, in ultima analisi, di potere, che diventa ostacolo a qualsiasi positiva relazione, alla costruzione di una società civile, alla convivenza tra uomini. Un’opera d’arte vive di partecipazione. Ci appelliamo, allora, alla faccia positiva

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della globalizzazione. L'interdipendenza non può ridursi ad uno scambio economico, non può sostenere solamente il reddito delle multinazionali illudendoci che lo scambio culturale avvenga grazie al trasferimento di investimenti in borsa o di semplici intrallazzi commerciali. Rimane il dramma dei poveri, sempre più impoveriti dallo strapotere di pochi, e non è possibile nascondere la tragedia di chi da una parte è sfruttato sul posto lavoro e dall’altra è licenziato per un elevato costo della manodopera. Mentre fanno scuola i maestri dell’ottimizzazione costi quel che costi, si consuma l’erosione dei rapporti sociali e, spesso, pure del rispetto dei diritti. Il ritorno ad una dimensione umana delle relazioni, la percezione positiva della prossimità, il valore della complementarietà, la concretezza della corresponsabilità, scoprono un possibile itinerario rivoluzionario a beneficio dei singoli e delle comunità. E’ così che prendono corpo esperienze capaci di una solidarietà profonda, che va al di là delle ragioni dell’opportunità e persino del bene, per sfociare nelle convinzioni della fede. Si fa spazio la comunione che, senza nulla togliere ad altre dimensioni della vita, vanta di avere origine nel Mistero stesso di Dio. Quella Trinità, che fa la differenza del Dio cristiano e appare come un impenetrabile argomento da esperti, è a portata di mano proprio come paradigma per vivere i rapporti quotidiani che, dalla famiglia alla scuola, dal lavoro al tempo libero, ci vedono tutti coinvolti. La gratuità disegna gli spazi dell’incontro e la fiducia porta a compimento le attese del futuro. In questa prospettiva la fede dialoga, diventa presenza, servizio, carità, umanità vera.

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Non è necessario arrampicarsi sui vetri per cercare una dimostrazione della verità di Dio, basterebbe abitare la comunione, vincendo ogni tentazione di egocentrismo, per “sentire” la sua presenza. Gesù stesso, poco prima del congedo dai suoi, raccomanda loro di “volersi bene” perché è quello che si vede che resta negli occhi di chi incrocia un’esperienza di comunità e di chiesa. Il vero scandalo nasce dalle divisioni, dalle invidie e dalla vendetta, che si fanno spazio anche tra gli uomini di Chiesa e le realtà ecclesiali. E’ un limite dell’umanità che non va messo in conto per giustificarsi, ma per una consapevolezza costruttiva, aprendosi alla positività delle relazioni. Credo stia qui la chiave per interpretare e vivere una vera missionarietà. Se l’altro è un amico e la sua storia appare come un valore, è immediata la percezione di un’esperienza positiva che, nutrita di ascolto, dialogo, scambio e condivisione, porta ad elaborare un progetto di umanità capace di senso e quindi aperto al Trascendente; immediata per un cristiano la relazione con Gesù di Nazareth come modello non da imitare, ma da vivere. Globalizzazione e partecipazione si fondono nell’esperienza della fede come una profezia sul presente e rivelano non solo un sogno, ma un modo di essere e di vivere che davvero si pone in alternativa al “consumo”. E se anche le fatiche rimangono non ostacolano, comunque, chi nel cercare una soluzione si appoggia al mistero del credere.


Cult

Adotta il talento

In memoria del padre Piero, il dottor Ivan Rodeschini contribuisce all’iniziativa dell’Università degli Studi di Bergamo, che premia l’eccellenza

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unedì 23 dicembre, presso la Sala del Consiglio di via Salvecchio, alla presenza del Rettore, del dottor Ivan Rodeschini e della sua famiglia, sono stati consegnati quattro premi di studio dal valore di 1.000 euro l’uno, a quattro studenti meritevoli iscritti al corsi di laurea del dipartimento di Economia, nell’ambito della sezione Top-Ten Student di Adotta il talento, un’iniziativa che permette a privati, aziende e istituzioni di sostenere studenti meritevoli dell’Università degli Studi di Bergamo. Il dottor Ivan Rodeschini ha scelto di dedicare questo premio alla memoria del padre Piero a quattro studenti di Economia, la disciplina più vicina alle inclinazioni del capofamiglia, che il 24 dicembre 2013 avrebbe compiuto cento anni e che è stato il fondatore della Figli

Rodeschini SpA, azienda di Gorle attiva nel settore del commercio all’ingrosso di casalinghi e giocattoli e in quello del riscaldamento e del risparmio energetico. “Il centenario della nascita - dice il dottor Rodeschini - ha fornito lo spunto per l’istituzione delle borse di studio, ma l’obiettivo è dare la continuità all’iniziativa”. I premiati sono: Michela Locatelli (studentessa del secondo anno della laurea triennale in Economia aziendale nell’a.a. 2012/2013). Claudia Svanoni (studentessa del terzo anno della laurea triennale in Economia aziendale nell’a.a. 2012/2013). Elena Passerini (sudentessa del primo anno dellla laurea magistrale in Economia azienda, direzione amministrativa e professione nell’a.a. 2012/2013). Paolo Manzoni (studente del secondo anno della laurea magistrale in Manage-

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ment, finance and international business nell’a.a. 2012/2013).

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Creberg Teatro, quattro mesi da urlo

Ecco gli “imperdibili” in programma in via Pizzo Presolana mese per mese, da febbraio a maggio. Ci sarebbe anche il concerto degli Skunk Anansie il 18 marzo, ma la data è sold out da tempo

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anti gli spettacoli “imperdibili” che andranno in scena al Creberg Teatro da qui a maggio. L’8 febbraio, direttamente dalle sale cinematografiche dove per ora è protagonista del nuovo film di Carlo Vanzina “Sapore di mare” (al cinema dal 9 gennaio), ecco Vincenzo Salemme con “Il diavolo custode”, la più recente, esilarante commedia scritta e diretta dal mattatore partenopeo. Il 14 febbraio Teo Teocoli porta il suo “Restyling”, e subito a stretto giro arriva “Sugar”, versione musicale del celebre film di Billy Wilder “A qualcuno piace caldo”, il 22 febbraio con Justine Mattera, Christian Ginepro e Pietro Pignatelli. Il 28 febbraio da Striscia la Notizia Cristiano Militello metterà in fila i tic dell’uomo moderno, senza dimenticare gli striscioni più belli visti a “Striscia lo stri-

scione” e le clip dei passanti che tentano di salutare i conduttori del programma di Canale 5. Da incorniciare, il 26 febbraio, l’evento “Futura…ballando con Lucio”, il balletto su musiche e testi di Lucio Dalla. L’originale colonna sonora realizzata da Roberto Costa, storico musicista e amico di Lucio, ricostruisce da dentro la musica e le visioni del cantautore bolognese. Le tracce dei brani scelti e “parlati” originali dell’artista si fonderanno per accogliere le coreografie del Balletto di Roma, una delle più importanti realtà della danza contemporanea in Italia. Denso di appuntamenti anche il mese di marzo, che si aprirà con le risate e il nuovo spettacolo di Maurizio Battista “Una serata speciale” il 7 marzo, e con il ritorno, dopo due anni di assenza dai palcoscenici italiani, degli Stomp (15-16 marzo), uno

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dei più rivoluzionari ed entusiasmanti eventi spettacolari degli ultimi anni. Una straordinaria compagnia di ballerinipercussionisti-attori-acrobati che mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia ritmica i rumori della civiltà urbana contemporanea. Chiuderanno il mese le quattro date del nuovo spettacolo dei Legnanesi “La scala è mobile”, dal 27 al 30 marzo. Aprile si apre – il 5 – all’insegna del teatro civile con l’incontro-spettacolo dedicato a Fabrizio De André, “Le cattive strade”, scritto e interpretato da Andrea Scanzi – giornalista, autore teatrale e scrittore, volto noto della tv – e dal cantautore e attore Giulio Casale. Novanta minuti per ripercorrere la carriera del cantautore genovese attraverso la narrazione e l’interpretazione rispettosa delle sue canzoni, non per santificare l’artista, ma per evidenziarne le continue rivoluzioni e le grandiose intuizioni. L’8 aprile sarà la volta del family show “Cercasi Cenerentola” con la Compagnia della Rancia e due protagonisti d’eccezione: Paolo Ruffini e Manuel Frattini, nei panni rispettivamente del principe e del suo fidato consigliere Rodrigo, alle prese con le audizioni per scegliere Cenerentola. E a seguire il 13 aprile “Excalibur – La spada nella roccia”, il musical che racconta le vicende di Merlino, Morgana, Artù e Ginevra. Finale di stagione di risate e di musica, con il nuovo spettacolo di Lillo & Greg, “Sketchwork”, antologia dei più divertenti tra i loro siparietti comici, il 12 aprile, e Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana il 16 aprile per uno straordinario evento con escursioni verso le musiche del sud del mondo, oltre al repertorio travolgente che da 20 anni entusiasma il pubblico di tutto il mondo. Chiusura il 16 maggio con Giuseppe Giacobazzi e il suo nuovo spettacolo “Un po’ di me”. Info e biglietti su www.crebergteatrobergamo.it e www.ticketone.it

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Bergamo Jazz ancora nel nome di Rava

Dal 16 al 23 marzo concerti di Joshua Redman, Gianluca Petrella, Dave Douglas, Tom Harrell, Trilok Gurtu, Michel Portal,Vincent Peirani, Myra Melford e altri artisti

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e r g a m o Ja z z” e d i z i o n e numero 36, la terza con la direzione ar tistica di Enrico Rava: anche nel 2014, fra il 16 e il 23 marzo, uno dei festival più longevi e prestigiosi del Vecchio Continente conferma, sotto la guida del più rappresentativo dei jazzisti italiani, il suo spiccato carattere internazionale, aprendo un’ampia finestra su quanto si muove all’interno del composito panorama jazzistico contemporaneo. Organizzato dal Teatro Donizetti e dall’Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Bergamo, “Bergamo Jazz 2014” si preannuncia dunque ricco e variegato nei contenuti, nel solco del rapporto dialogico fra tradizione e innovazione, fra momenti spettacolari e di approfondimento. Le consuete tre serate al Teatro Donizetti, da venerdì 21

a domenica 23 marzo, verranno precedute da un concerto fuori abbonamento ospitato al Teatro Sociale. Ma numerosi saranno gli appuntamenti dislocati in altri luoghi che, sin da domenica 16, contribuiranno nell’insieme a diffondere i suoni del jazz per la città, grazie al coinvolgimento di significative realtà associative attive nel campo della musica ma anche del cinema e delle arti figurative. Mettiamo sotto le lente, per motivi di spazio, le tre serate al Donizetti. Venerdì 21 si parte con la pianista Myra Melford e il suo progetto Snowy Egret ispirato all’opera dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: accanto alla leader, strumentista e compositrice di comprovato spessore, saliranno in palcoscenico Ron Miles, primo della nutrita schiera di notevoli trombettisti che animerà “Bergamo Jazz 2014”, il chitarrista Liberty Ellman, il

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di Fabio Cuminetti

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bassista Stomu Takeishi e il batterista Ted Poor. Il secondo set sarà quindi appannaggio di uno dei sassofonisti oggi più acclamati: Joshua Redman. Artefice di una efficace sintesi fra passato e presente del jazz, Redman si presenterà alla guida del suo abituale quartetto, con Aaron Goldberg al pianoforte, Reuben Rogers al contrabbasso e Greg Hutchinson alla batteria. Sabato 22 toccherà al trombonista Gianluca Petrella il compito di apripista. Nella speciale occasione, il vulcanico musicista barese renderà omaggio a Nino Rota, rivisitando a modo suo brani famosi provenienti dalle colonne sonore di film di Federico Fellini e composizioni meno note ma di uguale pregio. Con Petrella si ascolteranno Beppe Scardino al sax baritono, Giovanni Guidi al pianoforte, Joe Rehmer al contrabbasso e Cristiano Calcagnile alla batteria. La voce dalle infinite sfumature di John De Leo, ex front man dei Quintorigo, donerà al progetto un ulteriore tocco di originalità. A seguire, quello che si può già considerare lo special event di “Bergamo Jazz 2014”: l’incontro al vertice fra due dei massimi trombettisti che il jazz odierno può vantare, Dave Douglas e Tom Harrell. Con alle spalle un bagaglio di esperienze diversissime ma entrambi profondi conoscitori della storia del proprio strumento, Dave Douglas (nato nel 1963) e Tom Harrell (classe 1946) sono musicisti tecnicamente assai dotati e in grado di dialogare ad armi pari. Dietro di loro, una sezione ritmica di prim’ordine composta dal pianista venezuelano Luis Perdomo, dalla bassista Linda Oh, nata in Malesia da genitori di origini cinesi, e dal batterista di Filadelfia Anwar Marshall. Domenica 23 il festival si aprirà a interessanti contaminazioni con musiche di varia provenienza geografica. All’insegna del dialogo fra “colto” e “popolare” sarà l’esibizione del duo transalpino formato dal sassofonista e clarinettista Michel Portal, uno dei più immaginifici e geniali esponenti del jazz europeo, e da Vincent Peirani, l’uomo nuovo della fisarmonica. Il sigillo finale a “Bergamo Jazz 2014” verrà quindi posto dal formidabile percussionista indiano Trilok Gurtu e dalla sua band, con ospite il trombettista norvegese Mathias Eick. Autore e interprete di una musica fatta di suoni e ritmi provenienti dall’Asia, dall’Africa e da altri angoli del pianeta, Trilok Gurtu attingerà al suo recente, caleidoscopico album Spellbound.

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Mi.Ma – appunti disordinati di vacanza

ppunti disordinati di vacanza Giorno 5 Venerdì, tempo di nuovi arrivi. Al buffet di colazione trovo 3 ragazze carine. Una apre bocca: “Pota, figaro...”. Mie conterranee, a quanto pare di gran classe. Più tardi, due ragazzi di un ombrellone vicino sfornano il seguente botta&risposta: “Cosa stai leggendo?”. “La biografia di Gianluca Grignani”. Uomini vs Donne 1-1, palla al centro. Io intanto decido di ubriacarmi. A pranzo, sento alle mie spalle la camerierina cinese uscirsene con un dolcissimo: “Ciaaaaaoooo Leonardoooo!”. Mi giro per sfoderare il mio miglior sorriso con diastema incorporato, e lei prosegue: “Me lo batti un cinque?”. Si rivolgeva a un bimbo di 4 anni, al tavolo a fianco. Peraltro bimbo meraviglioso. Buon nome non mente. Sul “Corriere” di oggi leggo “La nuova

sars trasmessa all’uomo dai dromedari”. Non voglio sapere come. Stamattina in spiaggia mi è venuto da piangere. Stavo per scrivere “non so perché”, in realtà so benissimo perché: ascoltavo “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Mi sono emozionato al pensiero di avere, un domani, qualcuna cui poter dedicare una poesia così perfetta nella sua semplicità, a partire dal titolo. Di tutti i thè preconfezionati al limone da consumare ghiacciati sotto l’arsura, devo ancora trovarne uno che superi il caro vecchio Estathè. Sono in formissima. Mentre provo inutilmente a spalmarmi la crema sulla schiena, mi esce un crampo intercostale. Mentre apro l’ombrellone, mi esce una spalla. Mentre apro i bermuda... no, questa non la scrivo. Pensiero del giorno: “Sbagliando s’impara a sbagliare meglio”. Le parole che devo cercare su Wikipedia sono “Epigone”,

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di Leonardo Leuz Marchesi

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“Diaspora”, “Euristico” e “Vaffanculo” (questa l’ho scritta solo per vedere se eravate attenti). La bambina della stanza accanto si sveglia cacciando delle inquietanti urla a ultrasuoni. Ha un che di satanico. Rimango sdraiato con le orecchie tese e trattengo il respiro, so già che da un momento all’altro echeggerà nel corridoio la vocina: “Morirete tuuuuttiiiiii….”. Intanto il lido spara RadioEstate-FonoSpiaggia a balla (ecco cosa mi usciva dai bermuda). La gente cammina dall’ombrellone al chiosco seguendo il ritmo unzunz-unz di “Get Lucky”, bella ‘sta cosa. Niente vip in spiaggia oggi, in compenso al bar una tizia che si crede Miss Universo ordina una bottiglietta d’acqua, le domandano: “Fredda o temperatura ambiente?”, lei si gira verso me e gli altri in fila, e tutti ci aspettiamo che risponda in automatico: “La pace nel mondo”. Non posso dire di esser stato in Romagna finché non avrò mangiato una piadina.

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Brutte, le coppiette giovani che litigano per strada. Ieri sera facendo due passi dopo cena ce n’era una così, e mi sono rivisto. Malmostoso, un po’ geloso e incazzato col mondo a prescindere. Quanto ho sbagliato, con te. Vorrei tu potessi leggere il mio dispiacere e il mio pentimento. Tardivo. Non credo esista binomio gastronomico più felice della pizza ai frutti di mare e birra ghiacciata. Ma ieri sera faceva cagare. Letteralmente: ho abbandonato la litigiosa coppietta perché colpito da un attacco che mi dava un’autonomia di 3 minuti, non uno in più. Ho passato il resto della serata sulla tazza leggendo le etichette dei campioncini di shampoo mentre l’intestino ululava il proprio disagio. Chi ha messo una canzone (canzone?) di Rihanna nel mio iPod? Fuori il colpevole! La sequenza improbabile di oggi è una vera e propria montagna russa: “Ciao a te” (Dalla), “Killing in the name

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of ” (R.A.T.M.), “Love is in the air” (J.P.Young), “Hot patootie” (dal “Rocky Horror”), “Prima di essere un uomo” (Silvestri), “Tonight tonight” (Smashing Pumpkins), e “Coriandoli su di noi” (Ricchi e Poveri, ebbene si. E vi dirò che è pure un capolavoro). Stamattina verso le 9 esco furtivo dalla stanza. Mi sa che la donna delle pulizie riesco a evitarla. Invece proprio quando penso di essere in salvo, eccola ineffabile entrare in ascensore con me. So già che qualunque cosa io dica potrà essere usata contro di me. Serenamente rassegnato, apro la camicia verso il plotone d’esecuzione implorando di mirare al petto, e le domando: “Sale o scende?”. Stavolta le bastano due parole per distruggermi: “Secondo lei?”. Pausa di riflessione. Capito. Schiaccio lo “0”. In effetti, se stiamo al terzo e ultimo piano dell’hotel, è dura pensare di salire ancora un piano. Oramai la adoro. Ma non voglio pensare a


quel malcapitato che ce l’ha come suocera. Scrivo commenti e osservazioni che normalmente farei a voce al mio compagno/a di vacanze. Accetto masochisti che si candidino al ruolo per l’estate 2014. Esigo perditempo. Appunti disordinati di vacanza Giorno 6 In spiaggia, parata di tette rifatte malissimo. A volte è meglio vedere due orecchie di cocker, piuttosto che due improbabili mongolfiere separate fra loro dalla pianura padana. Domani si torna al campo base, devo fare la valigia, che poi è uno zaino. Mi aspettano tre ore e mezzo di moto. Ondoso. Sono abituato a sentire l’odore di creme solari al cocco. Ma una tizia qui vicino si sta impanando con qualcosa che sa

di BigBabol: una droga, le mie narici stanno ballando l’Harlem Shake. Mentre cammino sulla battigia, senza accorgermene (ehm) mi metto a seguire il culo ondeggiante di proprietà di una ricciolona tipo Fanny Cadeo. Si gira di scatto. Sgamato. Non trovo di meglio da fare che fingere di starnutire due o tre volte. Eh si, perché ad Agosto in spiaggia fa molto freddo. Parole da cercare su Wikipedia: “Hellzapoppin”, “Cavedio”, “Apoftegma” e “CamelToe”. Per la verità quest’ultima la conosco bene: la cercherò su Google images. A tal proposito, il bagninoCassano mi parla sempre e solo di figa. Oggi cerco di spiazzarlo: “Stasera la guardi l’amichevole Inter-Real Madrid?”. E lui: “Fiiiiiga!”. Mi arrendo. Donna delle pulizie. Oggi decido di

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cambiare radicalmente strategia: la aspetto. Son pronto da 5-10 minuti ma non esco finché non sento la sua lucidatrice fuori dalla mia porta. Apro, è lì. Non mi fa aprire bocca, inizia lei: “Stamattina la vedo in gran forma!”. “Grazie signora! Buona giornata!”. “Buona giornata anche a lei!”. Oddio, cosa è successo? Mi crolla ogni certezza! M’incammino verso l’ascensore mentre dalla mia testa esce la nuvoletta tipo “mumble-mumble”, rimugino sul perché di tutto ciò, sono ormai in fondo al corridoio, sto per premere il pulsante, quand’ecco che la sento da là, in fondo, puntualizzare ad alta voce: “Guardi che ho detto STAMATTINA, eh!”. Nei miei solitari dopocena, più che osservare personaggi da circo non posso fare. Tra questi, meritevoli di citazione una morettina che indossa maglietta “Keep

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calm and suka”. Un nigeriano (credo) che cerca di piazzare ciondoli vari, mi dà un elefantino di legno, e - mimando il gesto - profetizza: “Con questo trombi sicuro”. Per sicurezza, gliene comprerei tre. Poi arriva un indiano coi braccialetti portafortuna. Ne compro due per 2 euro, si rompono all’unisono mentre li sto infilando al polso. Alla faccia della fortuna. Un suo compatriota azzoppa una tizia con una macchinina telecomandata fluorescente. Seguono urla e vaffa. Due bambini fanno le pernacchie con le ascelle e io ne approfitto (non fatemi scendere in dettagli). E via così. Sequenza schizoide del mio iPod oggi pomeriggio: Mama (Genesis), La belle vie (Sacha Distel), Jack&Diane (John Cougar Mellencamp), Tattva (Kula Shaker), A cosa servono le mani (Umberto Tozzi), Long train runnin’ (Doobie Brothers), e una cosa dei Sigur Ròs, ma il titolo non so scriverlo perché è in islandese. Oggi mio fratello Ricky compie gli anni. Sono quasi spaventato dal bene che gli voglio. Ma ancor più dal pensiero di non essere capace di dirglielo bene. Sono 30 anni che quando c’incrociamo non ci diciamo più “ciao”: semplicemente, alziamo un reciproco dito medio. Basterebbe questo per augurargli l’immortalità. Due sere fa vagavo per la tentacolare Mi.Ma. come un rugbista imbranato: senza meta. Così mi sono rifugiato in una sala giochi. Amo i videogames. Puoi dire di aver vissuto solo se hai fatto queste quattro cose: scritto un libro, fatto un figlio, sentito la Polizia intimarti di uscire con le mani alzate, e bestemmiato all’indirizzo della barra rossa lunga di Tetris, che latita quando più ti serve. Ora posso dire di essere a 2 su 4. Sto per uscire per la fatidica notte di S.Lorenzo. Dopo la cena, niente concerto di Joe Di Brutto, niente stelle cadenti con la cinesina. Oggi la barista fuoriclasse, mentre divorava un ghiacciolo (avrei voluto scrivere “un calippo”, ma avrei mentito), mi ha fulminato con questa frase: “Stasera ti ammazzo di chupiti”. Qualsiasi cosa abbia in mente, suona bene.

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Appunti disordinati di vacanza Giorno 7 (l'ultimo) Oggi parto, bonjour tristesse. Devo resistere alla tentazione di ascoltarmi canzoni tipo “Il mare d’inverno” o “L’estate sta finendo”. Anche perché, organo sessuale maschile, io ho ancora due settimane di ferie. La censura è intervenuta nella frase precedente. Ieri sera al lido, gente con almeno 10 anni più di me che balla “Boogie man” dislocandosi l’anca, e fa “aua-aua” in fondo alla prima strofa di “Video Killed the Radio Stars”. Nessuna dignità. Ma fanno bene, hanno ragione loro. Sono io che dovrei essere altrove. Forse al “Papeete Beach”, in mezzo ai ventenni. Se proprio devo continuare a sentirmi fuori posto, meglio tra la carne fresca. E poi loro che ballano probabilmente mi guardano commentando “Guarda quello sfigato a bordo pista che passa il tempo a smessaggiare col telefonino”. E’ che prendo appunti su quello che vedo. Mi si avvicina una tettona atomica. Credo di piacerle. Ma devo aver lanciato uno sguardo con didascalia sulla fronte “Lassa perde”, e lei lascia perdere ancor prima di attaccar bottone. A volte mi chiedo come ho fatto ad avere una vita sentimentale. Prima. E non conosco la risposta. Fortuna che stasera sono uscito in tiro, ripetendomi il mantra “Un limone di cortesia non lo si nega a nessuno”. Madonna che spettacolo!!! (…scusate l’intermezzo, ma ho visto una donna così bella da far sembrare le altre presenti dei semplici disegni di bambini delle elementari esposti attorno a un quadro di Vermeer). Domani sera come torno a casa, subito dopo la doccia mi attacco a Wikipedia per capire la differenza tra “meteoropatia” e “meteorismo”: qualcosa mi dice che ho fatto una gaffe clamorosa. La frittura di calamari annaffiata da vino bianco mi si ripropone. Apro il minibar in camera, scolo il Chinotto che avevo lasciato lì per una fantomatica grande occasione. Sono quasi le due e mezza di notte. Dopo tre sorsate non sto semplicemente “digerendo”: sto mettendo a dura prova l’isolamento acustico delle

camere dell’hotel. Ripensando alla cena, mi rendo conto che si può essere molto felici anche a tavola. Tuttavia mi viene in mente il protagonista di “Into the wild” che appunta sul suo diario “…happiness is not real when not shared”. Vero. In effetti sono felice al 50%. Circa. Ma di questi tempi è già qualcosa. Mentre prende nota del mio ordine, il cameriere viene urtato da dietro da un suo collega, e polemico gli fa: “Anche se non m’inculi va bene lo stesso eh”. E io mentalmente: “Idem”. Suonano “You're the First the Last My Everything”, del grande Barry White. So che se dico che mi piace fa molto Ally McBeal, ma chissenefrega. Mi mette l’allegria. Farò comunque un CD che intitolerei “Songs from Mi.Ma: the very worst”. Vi conviene prenotarlo, perché più di tre copie non ne masterizzo. Tra poco più di 2 mesi compio 44 anni. Capita solo una volta nella vita di avere la stessa età del proprio numero di piede. Non so se è un pensiero profondo, ma non potete pretendere molto da chi è mezzo ubriaco. Questo alibi valga per tutto quello che avete letto e leggerete. Tra 6 giorni, invece, festeggio vent’anni esatti dalla mia partenza per Copenaghen: un anno di Erasmus che mi avrebbe cambiato la vita. Nostalgia? Naaaah! Sto solo affettando la cipolla.

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Della signora delle pulizie non posso scrivere, la vedrò (forse) domattina, cioè tra 6 ore, quando ormai il PC sarà dentro lo zaino. Posso però confessare il mio sogno: che vedendomi uscire, mi faccia un bel sorriso. O magari anche un brutto sorriso. Io devo ancora decidere se, nel caso, risponderle con un “Mavaffanculo” oppure con “Sa una cosa signora? Lei mi mancherà”. Sono un grande ipocrita, per cui virerò sulla seconda. Ligabue dice che certe notti la radio sembra sapere chi sei. Anche il mio fido iPod non scherza. Aveva inaugurato la mini-vacanza con l’adeguatissima “Summer son” dei Texas, e ora che scrivo me la chiude con una malinconica ballad anni ’70 del grande Gilbert O’Sullivan (“grande”? Di sua conosco solo questa!), ovvero “Alone again, naturally”. Una canzone che riassume il mio ieri e il mio oggi. Ma per il mio domani, tolgo la funzione random e la musica me la scelgo io: Tears for Fears - “Change”. A Settembre, cambio. Tutto. Mangio meno, bevo meno, compro un basso elettrico e imparo a suonarlo, riprendo a sciare, finisco di scrivere la mia commedia teatrale, cancello il passato e mi trovo una ragazza che si lasci amare e che venga in vacanza con me (possibilmente altrove). Il tutto, in rigoroso disordine d’importanza.

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