Casabenessere 13

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www.valoreverde.it

Gennaio 2009, N°13

Brianza sostenibile Š 2009 renato.fumagalli@libero.it

alla scoperta della


in piazza

i z z a p i t t tu l i r e p

greenbuilding Mostra

di prodotti e tecnologie per l’edilizia sostenibile

Viale della Repubblica, 69 20035 Lissone (MB) Tel. 039-2458413 | E-mail info@ecodialogando.com

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Perché un’intera rivista sulla Brianza? Forse perché la Brianza è piena di stimoli, la sua gente è laboriosa, frettolosa, caparbia, tradizionalista, ma aperta alle innovazioni Forse perché sono nata e vissuta in Brianza da una famiglia di imprenditori “casa-bottega” e ho respirato il caldo odore dei buoni trucioli che salivano fin in casa (dove ora ho il mio ufficio) Forse perché la Brianza è ricca di cultura, di storia, di luoghi naturali, a cui il più delle volte noi brianzoli non facciamo caso; ma basterebbe soffermarsi un attimo ad osservarli per sentirsi orgogliosi di appartenere a questa terra Forse perché la Brianza è vivibile Forse perchè in Brianza è nato il design che ha fatto conoscere la nostra creatività e la nostra maestria in tutto il mondo

editoriale

E allora mi sono chiesta, ma perché non fare uno speciale sulla Brianza Sostenibile? E magari non solo uno speciale ma... Vi auguriamo una piacevole lettura Giulia Berruti - Direttore Editoriale

Casabenessere n°13 Gennaio 2009 Iscrizione al Tribunale n° 1809 del 10.06.2005

Direttore Editoriale: Giulia Berruti Direttore Responsabile: Marco Poletti Coordinamento editoriale: Elena Pappalepore Segreteria di redazione: Elisabetta Lombardi Hanno collaborato a questo numero: Serenella Sala, Valentina Castellani, Carlo Zanella, Savino Basta, Giulia Berruti, Elena Pappalepore, Studio Poletti, Roberto Albanese, Giovanni Guadagno,

Contatti: info@casabenessere.it www.casabenessere.it

Progetto grafico: Elisabetta Lombardi Casa Editrice e Concessionaria Pubblicità: Studio Berruti Viale Repubblica, 69 - 20035 Lissone (MI) Tel. 039 2458413 - Fax 039 483540 Stampa: Grafiche Amelio Via C.A. della Chiesa, 20 80017 Melito di Napoli (NA) Pubblicità inferiore al 45% Art.2 comma 20/B Legge 662/96. Il materiale redazionale pervenuto alla redazione, in mancanza di sottoscritti accordi, è da intendersi gratuito anche se pubblicato e non viene restituito.



sommario

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Incontri tra Comuni, Professionisti, e aziende nei Comuni della Brianza e della Martesana La citta ecologica: Carugate Monza si prepara a costruire una città in classe A Albiate, punto centrale dell’Agenda 21 di nove Paesi della Brianza Centrale A favore della sostenibilità interventi nei Comuni di Carate e Vedano

La Brianza Greenbuilding: il fotovoltaico sul tetto di una famosa gelateria di Lissone Geotermico per una ristrutturazione privata di Lissone e per una ristrutturazione pubblica a Vimercate

Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale Le vie del design. Un fascino tutto da scoprire Convegno internazionale “Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale” La cucina della Brianza Brianza, protagonista del turismo sostenibile Negozio Verde, un’opportunità per arredatori e artigiani innovatori e una garanzia per i consumatori La Brianza, distretto in espansione Ecoforum, un tuffo nella storia della Brianza ecosostenibile Gruppo Made, la sensibilità è nei servizi Habitat Clima

Gruppo Made, la sensibilità è nei servizi

Per ricevere ulteriori informazioni riguardo gli articoli, e per richiedere i nominativi di enti, aziende e persone citate potrete contattarci al numero 039-2458413 o inviando una e-mail a info@casabenessere.it

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Incontri tra Comuni, Professionisti e aziende nei Comuni della Brianza e della Martesana Proseguiranno gli INCONTRI TRA I COMUNI DELL’AREA DELLA MARTESANA E DELLA BRIANZA con aziende, professionisti, operatori del settore e pubblico anche nel 2009. L’iniziativa nata da Ecodialogando per sensibilizzare ed informare circa i prodotti esistenti sul mercato per una «costruzione sana», ha stilato un programma definito sino a maggio 2009 con la conferma di ben 20 Comuni partecipanti.

incontri di bioarchitettura energie innovative

&

nei Comuni della Brianza e Martesana

Calendario Incontri INGRESSO LIBERO (è gradita prenotazione) Per info: Ecodialogando Viale Della Repubblica 69 20035 Lissone (MB) Tel. 039-2458413 Fax 039-483540 info@ecodialogando.com info@casabenessere.it www.ecodialogando.com

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La città ecologica: CARUGATE Carugate è un paese di 14mila abitanti nell’ hinterland a nord est di Milano. Un tempo centro agricolo e di lavorazione della seta (esistevano quattro filande fino all’ inizio degli anni 30) ha progressivamente registrato l’arrivo di attività industriali e commerciali, nonché uno sviluppo urbanistico che ha in parte fagocitato i terreni coltivati. Però ha mantenuto la caratteristica di piccolo comune protetto da zone agricole e da parchi di interesse sovra comunale: il Parco del Molgora - Villoresi e il Parco delle Cave. Inutile nascondere che è attualmente noto ai milanesi per l’esistenza di uno dei centri commerciali più grandi d’Europa, comprensivo di un gigantesco Ikea center. Meriterebbe di essere conosciuto anche per una caratteristica che lo ha reso unico in Italia: il comune ha realizzato alla fine del 2003 un innovativo regolamento edilizio, confermato quest’anno, che obbliga all’uso del solare, delle tecnologie bioclimatiche e al risparmio energetico sulle nuove costruzioni: in sostanza una serie di norme prescrittive (cioè ineludibili) che orientano il territorio verso i principi della sostenibilità ambientale. L’esempio seguito nelle deliberazioni di quattro anni è stato quello del piano adottato dalla città spagnola di Barcellona.

Il regolamento edilizio di Carugate però è molto più completo e prevede anche norme sugli isolamenti delle strutture, sui sistemi di riscaldamento a bassa temperatura, sull’utilizzo di caldaie a condensazione. UNICA IN ITALIA Carugate, dunque, è “avanti”. Il suo regolamento edilizio appare come lo strumento più avanzato per gli interventi obbligatori (è questa la vera innovazione portata da questo strumento), altri sono per ora solo suggeriti, quindi facoltativi, ma ugualmente importanti in quanto stimolano gli operatori a riflettere su scelte più sostenibili.

CARUGATE, LA PICCOLA CITTADINA DELL’HINTERLAND MILANESE, NOTA SOPRATTUTTO PER I SUOI CENTRI COMMERCIALI, HA DA OLTRE SEI ANNI APPROVATO UN AVANZATO E UNICO REGOLAMENTO EDILIZIO, CHE OBBLIGA ALL’USO DELLE TECNOLOGIE MIRATE AL RISPARMIO ENERGETICO

in foto impianto fotovoltaico sulla farmacia comunale

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in foto murales ecologico del Comune di Carugate

Risultati concreti Dal novembre 2003, data in cui il Consiglio Comunale ha approvato, per primo in Italia, un Regolamento Edilizio in cui sono state inserite norme per indirizzare i costruttori verso un’edilizia sostenibile i risultati sono confortanti. Da allora sono state presentate 112 pratiche edilizie, rilasciate due targhe, installati 693 m2 di pannelli solari termici, 210 m2 di pannelli fotovoltaici. Come comune ha installato un impianto fotovoltaico di 9,9 kWp, costruito una palazzina di 23 appartamenti in edilizia residenziale sociale a basso impatto ambientale e avviato uno studio di diagnosi energetica degli edifici pubblici in funzione di interventi di riqualificazione energetica.

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DODICI OBBLIGHI Cominciamo dalle obbligatorietà. 1. ILLUMINAZIONE SPAZI ESTERNI: flusso luminoso orientato verso il basso per evitare l’inquinamento luminoso. 2. DIRITTO AL SOLE: nelle nuove costruzioni si deve tenere conto di distanze sufficienti a garantire una corretta esposizione delle superfici. 3. PORTICATI APERTI AL PUBBLICO TRANSITO: illuminazione con lampade a ridotto consumo energetico. 4. RIDUZIONE DEGLI EFFETTI DEL RADON, IL GAS: garantire una ventilazione costante su ogni lato del fabbricato. Il radon è un gas radioattivo inodore e insapore la cui fonte principale risulta essere il terreno dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso per la salute umana.

I benefici ottenuti? Un impianto fotovoltaico da 1,5 kW contribuisce a ridurre di 800 kg le emissioni di Co2. Un tetto solare termico di 750. L’ impianto del comune di Carugate produce mediamente 10.000 kWh annui, con una mancata missione di Co2 di circa 5.500 kg. Energia prodotta e risparmio sulla bolletta con il vantaggio del beneficio ambientale.

5. CONTROLLO DELL’ILLUMINAZIONE: impiego di dispositivi di controllo e regolazione dei consumi (interruttori a tempo, sensori di presenza, sensori di illuminazione naturale, ecc).

Il Regolamento Edilizio, inoltre, è stato preso a esempio dalla provincia di Milano che si è resa protagonista sensibile della questione ambientale e ha presentato delle linee guida per l’efficienza energetica nei regolamenti edilizi, sono molte decine i comuni che hanno aderito e lo stanno portando o lo hanno già portato all’approvazione. Anche la Regione Lombardia ha approvato norme con questi criteri.

6. TEMPERATURA DEGLI AMBIENTI: nella stagione fredda compresa fra 18°C e 22°C installazione di sistemi di regolazione locali (valvole termostatiche, ecc) che agiscono sui singoli elementi riscaldanti. Le valvole termostatiche sono sistemi di regolazione locale che, agendo sui singoli elementi radianti, mantengono la corretta temperatura degli ambienti riscaldati, specie in presenza di apporti gratuiti, esterni e interni.


in foto striscione di benvenuto in area verde del Comune

7. CALDAIE A CONDENSAZIONE: nei nuovi edifici o in quelli per i quali è prevista la ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento, è resa obbligatoria l’installazione di questo tipo di caldaie che sono generatori di calore a gas i quali consentono di produrre calore con un consumo di combustibile ridotto. 8. COLLETTORI SOLARI PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA (I COSIDDETTI “PANNELLI SOLARI”): installazione obbligatoria negli edifici adibiti a residenza con tetto piano o sulle falde esposte a sud, sud-est o sud-ovest. L’impianto a pannelli solari termici deve essere dimensionato in modo da coprire l’intero fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria, nel periodo in cui l’impianto di riscaldamento è disattivato (copertura annua del fabbisogno energetico superiore al 50%). 9. CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE INDIVIDUALE: spesa energetica dell’immobile ripartita in base ai consumi reali effettuati da ogni singolo proprietario.

SUGGERIMENTI E TARGA Tra i “suggerimenti” facoltativi: serre e logge bioclimatiche, muri di accumulo considerati come volumi tecnici e pertanto non computabili ai fini volumetrici; tetti verdi piani o inclinati; pannelli radianti integrati nei pavimenti o nelle solette; superfici trasparenti inclinate e schermanti; pannelli solari fotovoltaici in rete; uso di materiali naturali e finiture biocompatibili; riduzione del consumo e riciclo dell’acqua potabile. E c’è perfino la “targa energetica”, come prescrive testualmente l’articolo 22 del regolamento: “Ai fini di rendere esplicito il fabbisogno termico dell’edificio, consentendo ai potenziali residenti di comprendere in maniera trasparente ed immediata i costi di gestione dell’edificio stesso, la Targa Energetica, indicante la categoria di appartenenza riferita alla certificazione energetica ottenuta, dovrà essere obbligatoriamente esposta esternamente ed in maniera visibile”.

11. REALIZZAZIONE DI STRUTTURE DI TAMPONAMENTO (PARETI VERTICALI, COPERTURE, ECC.): con un livello di isolamento termico superiore a quello minimo previsto dal regolamento nazionale, allo scopo di ridurre il consumo di energia nella stagione invernale (la norma riguarda sia gli edifici nuovi, sia gli edifici che devono essere ristrutturati).

I COSTI L’introduzione di queste regole non ha avuto conseguenze apprezzabili sul mercato immobiliare: le imprese si sono facilmente adeguate e i costi – considerati soltanto gli interventi obbligatori – risultano di uno scarso 3% superiori a quelli affrontati sulla base delle attuali normative (tenendo presenti anche i contributi statali e regionali). Gli interventi stessi consentono di ridurre il consumo energetico complessivo (riscaldamento e acqua calda) di almeno 25%. Ai costi attuali dell’energia i maggiori investimenti si ammortizzano in un periodo di c i rc a 8 a n n i e d e l re d d i t o m e d i o dell’investimento, considerando un periodo di durata degli interventi di 20 anni, è pari a circa il 7%. Un affare. Soprattutto per l’ambiente.

12. UTILIZZO VETRI DOPPI: obbligatori nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni di facciate.

Articolo tratto da LA MIA ENERGIA anno 1 n° 1 Sprea Editori

10. CONSUMO DI ACQUA POTABILE: contabilizzazione individuale e adozione di dispositivi per la regolazione del flusso di acqua dalle cassette di scarico dei gabinetti; utilizzo delle acque meteoriche per l’irrigazione del verde di pertinenza e per i servizi condominiali.

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Il primo cittadino è orgoglioso Il primo cittadino è orgoglioso. Alle ultime elezioni ha avuto oltre il 60% delle preferenze, si vede che i suoi concittadini sono convinti che la strada del risparmio energetico paghi. Umberto Gravina, sindaco di Carugate, commenta positivamente i risultati ottenuti, oltre che sul fronte edilizio anche su quello delle infrastrutture, infatti, è stato inaugurato il 30 ottobre scorso l’ampliamento del centro commerciale con criteri ecosostenibili. Un’operazione da 60 milioni di euro che rispetta il territorio, anzi, lo mette all’avanguardia nella progettazione di ipermercati a basso impatto ambientale. Abbiamo chiesto al sindaco in quale misura un regolamento del genere può avvantaggiare i cittadini. «Considerando un edificio di tipologia classica (a schiera di tre piani) attuando i soli interventi obbligatori, si ha un aumento di prezzo nella costruzione inferiore al 3% rispetto a un edificio realizzato secondo le normative precedenti. Gli interventi consentono di ridurre il consumo energetico di almeno il 25%; ai costi attuali dell’energia, i maggiori investimenti si ammortizzano in un periodo di circa otto anni». Ci può fare un esempio pratico? «Il miglioramento dell’isolamento termico ha ridotto in modo sensibile la potenza termica degli impianti di riscaldamento: in una delle prime palazzine realizzate a Carugate la potenza termica era così bassa che anche la caldaia autonoma più piccola, reperibile sul mercato, risultava sovradimensionata». I costruttori come hanno reagito a queste nuove norme. «Gli obblighi imposti alle nuove costruzioni non hanno scoraggiato il mercato, i costruttori hanno potuto verificare che il recepimento delle nuove norme non ha stravolto il loro modo di costruire nè dal punto di vista economico, nè da quello tecnologico. Il maggior spessore dell’isolamento inserito nelle pareti e nelle coperture non ha creato particolari problemi». L’assegnazione della targa energetica ha influito anche sull’indotto? «Sì, molte piccole aziende sono nate per far

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Umberto Gravina, sindaco del Comune di Carugate fronte alle necessità di vendita, installazione e manutenzione di questi impianti. L’assegnazione della targa, che il comune rilascia prima del certificato di agibilità, è garanzia di qualità e tutela del prodotto acquistato. Questo risultato ha determinato a cascata una risposta che definire positiva è poca cosa, poiché le richieste dei cittadini sono state tali e tante che anche quelle norme che noi abbiamo inserito come facoltative, rientrano il più delle volte nella documentazione che presentano all’ufficio edilizia. A dimostrazione di una sensibilità verso l’ambiente e naturalmente nei confronti di una riduzione di costi energetici». I comuni limitrofi hanno seguito il vostro esempio? «Il nostro regolamento è stato preso come esempio dalla provincia di Milano, che si è resa protagonista della questione ambientale e ha presentato delle linee guida per l’efficienza energetica nei regolamenti edilizi, sono molte decine i comuni che hanno aderito e lo stanno portando o lo hanno già portato in approvazione». Avete altre iniziative? «Sempre con la provincia di Milano e il comune di Melzo abbiamo costituito e siamo fra i soci fondatori del SACERT (sistema di certificazione energetica degli edifici). Abbiamo aperto sul territorio uno sportello “Infoenergia” della provincia di Milano, dove è possibile acquisire da professionisti competenti tutte le informazioni di carattere tecnico ed economico sul tema energetico. La Banca di Credito Cooperativo di Carugate ha confezionato un prodotto e una linea di finanziamento “Mutuo nuova energia” rivolto ai residenti dei comuni di competenza della banca e per i residenti di quei comuni che hanno approvato il regolamento edilizio con le linee guida della provincia. Il tasso d’interesse è pari a zero, tasso finanziato dalla provincia e dalla banca stessa».


Monza si prepara a costruire una città in classe A intervento di Cesare Boneschi, Assessore all’Edilizia Privata del Comune di Monza Sempre più spesso si parla della “qualità del vivere”. Un argomento sicuramente di grande attualità che ha sfaccettature diverse e che investe in modo completo il benessere di ogni singolo individuo e di conseguenza di tutta la collettività. Un’Amministrazione comunale non può quindi sottrarsi dinanzi a un tema importante e allo stesso tempo delicato come questo e, anzi, deve essere da supporto e da guida per i cittadini. La “qualità del vivere”, nell’interpretazione di un’Amministrazione Pubblica, va quindi necessariamente a toccare scelte e decisioni essenziali per una città, come quelle relative all’urbanistica e all’edilizia. Le regole che stanno alla base delle scelte edilizie di un Comune, raccolte nel piano di Governo del Territorio (PGT) che fornisce la visione strategica del disegno della città futura, sono un elemento essenziale per realizzare un miglioramento della qualità della vita attraverso la ricerca di un equilibrio tra: uomo, ambiente e costruito. Qui si orienta la ricerca di un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse disponibili affinché il soddisfacimento dei bisogni delle attuali generazioni non comprometta, con il loro consumo indiscriminato, quello delle generazioni future. in foto, una realizzazione di Fratelli Falduto Sr.l.(www.faldutofratelli.it) CANTIERE DI: Via La Malfa 3/A - Pioltello ANNO LAVORI: 2007 AMMINISTRATORE CONDOMINIO: Studio Bezzi DIREZIONE LAVORI: Geom. Perego - Cernusco Sul Naviglio IMPORTO LAVORI: €. 361.000,00 SUPERFICI RIVESTITE CON CAPPOTTO: 2580 mq MATERIALE IMPIEGATO: Gruppo Ivas (www.gruppoivas.com) TIPO DI INTERVENTO: Nelle superfici di facciata si è proceduto alla rimozione del vecchio rivestimento plastico, ripristino degli intonaci ammalorati e finale isolamento a cappotto, costituito da pannelli in polistirene espanso estruso ( spessore 5 cm ), che permettono un notevole risparmio energetico per l’edificio. L’intervento è stato completato con un ciclo di ripristino delle strutture degradate dei cementi armati presenti in facciata e ciclo di verniciatura delle opere in ferro presenti in facciata.

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Un’Amministrazione non deve avere la presunzione di sostituirsi all’attività degli operatori del settore, non avendone peraltro la competenza, ma è suo dovere svolgere un’azione d’indirizzo individuando, di volta in volta, gli strumenti necessari per garantire il raggiungimento dell’obiettivo che altro non può essere che il benessere comune. Basandoci quindi su alcuni presupposti legislativi esistenti (ma scarsamente applicati) l’Amministrazione monzese ha cercato di individuare il modo migliore per promuovere un nuovo rapporto tra le edificazioni e l’ambiente nelle quali sono inserite. Questo potrà avvenire attraverso il contenimento delle spese energetiche, offrendo nuove garanzie di qualità per gli acquirenti, ma anche, e soprattutto, fornendo spunti d’informazione e formazione ai progettisti impegnati nel nuovo progetto di città. Nasce così un piano di lavoro semplice, efficace e realizzabile in conformità a obiettivi crescenti, che permetterà ai cittadini monzesi di aiutare l’uomo ad abitare, intendendo con ciò: - Favorire la qualità della vita e il benessere psico-fisico - Salvaguardare l’ecosistema - Impiegare le risorse naturali (acqua, vegetazione, clima) - Non causare emissioni dannose - Concepire edifici flessibili a eventuali rimozioni, sostituzioni o integrazioni degli impianti, e a possibili - ampliamenti o cambiamenti di destinazione d’uso - Prevedere un diffuso impiego di fonti energetiche rinnovabili - Utilizzare materiali e tecniche eco-compatibili Il progetto, come detto, è organizzato in modo tale da essere realizzato in più fasi. La prima fase, che ha scopo di promozione e incentivazione, è basata sull’incoraggiamento ad interventi edilizi rispettosi del contenimento dei costi energetici. L’incentivo è basato su un bonus rappresentato da uno sconto sull’importo degli oneri di urbanizzazione da versare alla collettività al raggiungimento di una classe di merito superiore certificata da tecnici adeguatamente preparati. Il Comune di Monza in tal senso ha dato un segnale forte optando per l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione fino al 35% per costruzioni che garantiscono un’efficienza energetica elevata. La seconda fase s’impernia sulla trasparenza della certificazione energetica e sul rilascio agli acquirenti di una polizza a garanzia della qualità dell’edificio realizzato. Anche qui il Comune rinuncerà a una parte di oneri se il costruttore adempirà l’obbligo di garantire i suoi acquirenti per un periodo minimo di dieci anni dalla data di ultimazione della costruzione. La terza fase è la più importante e quella più lunga da realizzare. Qui entrano in gioco tutte le parti: economica, professionale e pubblica con lo scopo di educare la collettività a un uso del territorio più rispettoso attraverso la realizzazione di un percorso virtuoso basato non più su incentivi monetari, bensì su una crescita culturale e sociale indispensabile per raggiungere l’equilibrio tra: sviluppo economico, salvaguardia dell’ambiente e qualità della vita dei cittadini (e quindi il loro benessere psicologico). Solo attraverso questo percorso virtuoso e con la collaborazione di tutti coloro che vorranno essere attori di questa straordinaria crescita riusciremo veramente a realizzare un patto di sostenibilità con l’obiettivo comune di costruire una città di “serie A”. in foto, una realizzazione di Fratelli Falduto Sr.l.(www.faldutofratelli.it) CANTIERE DI: Piazzale Accursio 4 - Milano ANNO LAVORI: 2006/2007 AMMINISTARTORE CONDOMINIO: Studio Cappellini DIREZIONE LAVORI: Ing. Bilardi Antonio IMPORTO LAVORI: €. 1.166.542,00 MATERIALE IMPIEGATO: Gruppo Ivas (www.gruppoivas.com) TIPO DI INTERVENTO: Rifacimento manto di copertura con pannelli in alluminio coibentati, rifacimento facciate prevedendo un ciclo di ripristino, rasatura e finale rivestimento. Ciclo di ripristino delle gronde e dei balconi con finale tinteggiatura con pittura acrilica. Modifica e regolarizzazione dell’altezza dei parapetti balconi a 1,10 m.

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Albiate, punto centrale dell’Agenda 21 di nove Paesi della Brianza Centrale I Comuni di Albiate, Besana Brianza, Briosco, Macherio, Renate, Sovico, Vedano al Lambro e Veduggio con Colzano hanno avviato un percorso comune di Agenda 21 Locale con la sottoscrizione, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, della Carta di Aalborg nel 2005 e di una convenzione (Convenzione intercomunale per l’attuazione di processi di Agenda 21 Locale) il 22 Febbraio 2006. In un secondo momento si è aggiunto anche Carate Brianza, facendo arrivare a nove il numero di comuni coinvolti nel processo.

La Convenzione non prevede l’istituzione di un Forum aperto alla cittadinanza né la gestione o l’implementazione di progetti nati dal coinvolgimento cittadino e il coordinamento avviene (almeno in questa prima fase) esclusivamente a livello di Pubbliche Amministrazioni: la Consulta dei Sindaci si riunisce almeno una volta all’anno e delibera sulle azioni da intraprendere, lasciando comunque facoltà ai singoli Comuni di aderire o meno alle iniziative proposte. Il primo intervento di processo è stato individuato in un progetto per la certificazione energetica degli edifici, nell’intento di contribuire alla riduzione delle risorse energetiche utilizzate per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici. Nell'ambito di questo progetto, si è guardato con attenzione alle buone pratiche operative in Italia e da subito è stata instaurata una collaborazione tecnica operativa con la Provincia Autonoma di Bolzano, in un ideale collegamento al progetto CasaClima. Questa esperienza è servita per conoscere e acquisire strumenti di informazione e formazione ed ha preparato il terreno alla successiva adesione al progetto in materia di sostenibilità e certificazione avviato dalla Provincia di Milano e dalla Regione Lombardia.

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Un gruppo di lavoro composto da 4 tecnici provenienti da altrettanti Comuni che hanno aderito alla Convezione ha redatto a partire dalla discussione sul tema della “Certificazione energetica e riduzione delle emissioni in atmosfera da insediamenti residenziali”, ha condiviso una serie di possibili articoli da inserire nei Regolamenti Edilizi dei Comuni. Il documento è stato quindi proposto alle amministrazioni Pubbliche che hanno provveduto all’adeguamento della strumentazione urbanistica del proprio Comune allo scopo di diminuire l’impatto ambientale nel settore edilizio e l’individuazione di una serie di indicatori per la valutazione della qualità edilizia degli edifici e degli interventi da un punto di vista ambientale. Oltre all’azione politica di collaborazione tra i diversi territori contermini, dalla data di sottoscrizione della convenzione ad oggi sono stati attivati i seguenti percorsi comuni: Conferenze informative sul risparmio energetico rivolti alla cittadinanza svoltasi in più riprese nel Comune capofila e nelle singole realtà comunali aderenti ad AGENDA 21; Corso di formazione base CASA CLIMA per i professionisti (ottobre 2006) che ha avuto l’importante compito di sensibilizzare ed avviare un processo di perfezionamento del settore tecnico del nostro territorio; Investimenti nelle singole amministrazioni locali di miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture pubbliche (fotovoltaico, solare termico); Adesione alle iniziative provinciali sulla sostenibilità (progetto Monza Brianza, partecipazione al tavolo Energia della Provincia di Milano); Coinvolgimento collaborazione e sostegno alle attività territoriali mediante patrocini e/o presentazione di esperienze (Habitat Clima, Rinenergy) Conferenze tematiche in materia di sostenibilità mediante il coinvolgimento di aziende produttrici di materiali edilizio e/o impiantistico collaborando con enti esterni (Ecodialogando)

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La Brianza greenbuilding:

il fotovoltaico sul tetto di una famosa gelateria di Lissone di Vincenzo Addamiano Nell’ambito dello sviluppo e della sensibilizzazione relativa all’impiego delle fonti energetiche ecosostenibili abbiamo avviato con alcune testate periodiche regionali e nazionali un proficuo scambio di comunicazioni segnalando imprenditori attenti (oltre ai bilanci) a quella che noi riteniamo una “giusta etica aziendale”. Nel territorio di Vostra competenza sono molte le aziende (ed i cittadini privati) che si stanno “convertendo” all’utilizzo degli impianti fotovoltaici garantendosi la possibilità di produrre energia in maniera autonoma e pulita, mettendosi al riparo dalle variazioni incontrollate dei costi ed infine usufruendo degli incentivi previsti dalle normative vigenti. Si sono aggiunti recentemente a questo elenco di imprenditori illuminati i fratelli Magro, titolari della storica gelateria La Baracca di Lissone, che fin dal 1950 offre un’eccellente produzione in proprio rigorosamente tradizionale. L’impianto, installato e messo in opera dalla Solene s.r.l, oltre a trasformare l’edificio in «un’isola energetica» autonoma permette una salvaguardia ambientale imponente: per ogni kw prodotto, infatti, si calcola una mancata emissione in atmosfera di 0,531 Kg di CO2, nello specifico i fratelli Magro contribuiranno ad una mancata emissione di 154.192 kg nei prossimi trent’anni. L’opera della Solene è quella di proporre soluzioni tecniche sicure, affidabili, rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. In foto impianto installato da Solene Srl per La Baracca di Lissone


Geotermico per una ristrutturazione privata di Lissone di Roberto Verro

Il sistema di climatizzazione adottato dal nuovo punto vendita dei fratelli Motta in Lissone si basa su un sistema di approvvigionamento di energia geotermica progettato dalla società Lybra Ambiente e Territorio di Milano. Diversamente dalle sonde geotermiche, il sistema progettato si basa sull’utilizzo delle acque di prima falda come sorgente di energia. L’acqua di prima falda presente nel sottosuolo, infatti, mantiene una temperatura pressoché costante per tutto l’anno attorno ai 13-15°C, il che la rende assimilabile ad un giacimento a cui attingere riscaldamento in inverno e raffrescamento in estate; al contempo l’acqua di prima falda non ha caratteristiche tali da renderla idonea al consumo umano a causa dello scarso livello qualitativo che la caratterizza, e quindi non può essere sfruttata per l’approvvigionamento idropotabile. Nel caso previsto per il punto vendita di Lissone, le acque vengono estratte dal sottosuolo da un pozzo di presa profondo 62m, inviate alla pompa di calore che ne estrae o cede calore in funzione della stagione. Le acque vengono infine reimmesse in falda tramite un pozzo di resa profondo 50m In alcuni casi, come alternativa alla reimmissione, vi è anche la possibilità di sfruttare le acque esauste nelle reti duali, per l’irrigazione di aree verdi, o per servizi di pulizia, ovvero per tutti quegli utilizzi che non richiedono caratteristiche di potabilità. In questo modo lo sfruttamento della risorsa acqua è completo, non si utilizzano acque potabili, quindi pregiate, per usi di minor valore per i quali non sono richieste caratteristiche qualitative elevate; nel caso del riutilizzo, inoltre, anche l’energia utilizzata per l’emungimento dell’acqua, processo che richiede comunque una quantità di energia, non viene quindi dispersa. La progettazione di questi sistemi, basati su pozzi di presa e resa, ha come elemento critico la necessità di evitare che le acque esauste reimmesse vengano ripescate dal pozzo di presa, innescando così cortocircuiti termici tra presa e resa che rendono in poco tempo la risorsa non più utilizzabile. Perché il sistema funzioni, infatti le acque emunte devono essere sempre non termicamente alterate dalle acque di resa. Il pennacchio termico indotto dalle acque rese dopo poche centinaia di metri tende a svanire a causa della diluizione con altra acqua ed allo scambio termico con il terreno. E’ importante quindi procedere ad una progettazione di dettaglio accurata basata su modelli matematici previsionali. I vantaggi di questo sistema sono molteplici. Con la configurazione con pozzi di resa delle acque in falda non si ha consumo di risorsa acqua, e con una attenta progettazione ed una gestione sostenibile del territorio il serbatoio termico rappresentato dalla prima falda è maggiore del consumo. Il ciclo dell’acqua, infatti, prevede un ricambio nella falda e quindi le acque emunte saranno sempre “nuove” e quelle esauste restituite ritorneranno all’equilibrio termico nel volgere di poche centinaia di metri senza necessità di alcun intervento umano; si tratta quindi di una fonte di energia rinnovabile, specialmente se le pompe vengono alimentate da pannelli fotovoltaici. La resa (COP) delle pompe di calore alimentate ad acqua è molto superiore rispetto alle sonde geotermiche che si basano sul calore del solo terreno. Lo sviluppo dell’edilizia avvenuto negli ultimi anni ha accelerato la diffusione dei sistemi basati sull’utilizzo di pozzi di presa e resa, ed oggi una quota consistente dei nuovi interventi prevede l’utilizzo di sistemi basati sullo sfruttamento delle acque di falda, sia in ambito terziario-industriale sia in ambito residenziale. I limiti di questo approccio sono quelli tipici della geotermia a bassa entalpia, ovvero la disponibilità di acqua nel sottosuolo e una distribuzione omogenea sul territorio al fine di evitare concertazioni di sfruttamento che comportino alterazioni significative dello stato termico della falda. Anche lo sfruttamento termico delle acque ha un limite in quanto le acque di resa non possono superare i 20°C, temperatura oltre la quale si attivano le cariche batteriche presenti in falda.

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e per una ristrutturazione pubblica a Vimercate Il Comune di Vimercate, capofila dell’ Agenda 21 del Nord-Est Milanese che raggruppa 20 Comuni dell’area della Martesana, ha stanziato un bando per l’erogazione di contributi al fine di realizzare l’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici a favore dei soggetti privati. Il Comune di Vimercate, è uno dei primi Comuni in Brianza che ha realizzato un impianto geotermico a servizio di una struttura pubblica: «Villa Sottocasa», dove avrà sede «Must», il museo del territorio Vimercatese.

Villa Sottocasa, Comune di Vimercate

Ma cos’è la geotermia? lo abbiamo chiesto a Savino Basta, esperto in Geotermia. Uno dei sistemi di climatizzazione da fonti rinnovabili che in questi ultimi anni ha conosciuto uno sviluppo esponenziale in Europa ed in Italia è sicuramente rappresentato dagli impianti basati sullo sfruttamento dell’energia geotermica o più in generale della geotermia. Questo genere di impianto sfrutta la differenza di temperatura tra i vari strati del terreno per riscaldare o raffreddare attraverso una pompa di calore accoppiata a una o più sonde geotermiche verticali Ad un primo approccio un tale sistema lascia abbastanza perplessi in quanto non è facile capire come sia possibile ricavare calore dal terreno se non in presenza di particolari condizioni geologiche. Sembrerebbe quindi un sistema utilizzabile solo in certe zone. In realtà non è così. Che cos’è Iniziamo con il concetto base: il terreno infatti contiene una inesauribile sorgente di calore: la temperatura, man mano che si scende sotto terra, aumenta grazie all'energia geotermica che dal nucleo terrestre si dirige verso la superficie. Il terreno, inoltre, si riscalda grazie al sole ed è in grado di assorbire circa la metà dell’energia che riceve. Tecnicamente possiamo dire che le temperature del globo sono crescenti man mano che si scende in profondità, in media ogni 100 metri la temperatura delle rocce aumenta di +3 °C (quindi 30 °C al Km e 300 °C a 10 Km). Questo è valido però solo per quanto riguarda la crosta terrestre, nel resto del globo l'aumento di temperatura con la profondità (detto gradiente geotermico) è sensibilmente minore e varia tra 0.3 °C/km e 0.8 °C/km. Parlando di “geotermia” dobbiamo anche fare una distinzione tra quella classica che sfrutta anomalie geologiche e vulcanologiche per produrre energia elettrica tramite il vapore estratto dal sottosuolo (come nel caso di Lardarello in Toscana) oppure che sfruttano l’acqua calda sempre estratta dal terreno come avviene in alcune zone italiane.

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Questa non è però la forma di geotermia che interessa i nostri scopi. Noi prendiamo in considerazione quella che viene definita “geotermia a bassa entalpia”, termine tecnico che indica lo sfruttamento del sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore in inverno ed al quale cederne in estate. In base a questo concetto è facile capire le ragioni per le quali il sistema è utilizzabile in qualsiasi zona, dal mare alla montagna passando per le pianure e le città: basta avere la possibilità di poter accedere al terreno. Lo scambio di calore con il terreno avviene sfruttando un sistema costituito dalle cosiddette “sonde geotermiche” che non sono altro che una serie di tubazioni inserite nel terreno. Il solo calore del terreno (in abbinamento alla pompa di calore che funziona elettricamente e comunque assorbe energia) è sufficiente per un completo riscaldamento e raffrescamento di ambienti di svariate dimensioni, senza alcun limite e senza l’utilizzo di caldaie per un apporto termico aggiuntivo durante i periodi più freddi. Le pompe di calore sono disponibili da circa 50 anni e la tecnologia ha raggiunto una maturità tale da garantire efficienza ed affidabilità. Questo tipo di macchine ha il vantaggio di fornire più energia (calore) di quanta ne viene richiesta per funzionare in quanto il sistema assorbe calore da un mezzo esterno. Gli elementi principali di un impianto di riscaldamento/raffrescamento sono quindi costituiti dalle sonde geotermiche inserite nel terreno, dalla pompa di calore installata all’interno dell’edificio e dal sistema di distribuzione del calore agli ambienti attraverso i cosiddetti “terminali a bassa temperatura”. I terminali di un impianto di riscaldamento possono essere costituiti dai classici radiatori (i caloriferi), da ventilconvettori o da impianti radianti a pavimento e parete. Solitamente i radiatori classici lavorano con temperature elevate (in media tra i 65 ed i 70° C) mentre gli impianti a pannelli radianti a pavimento, parete o soffitto lavorano a temperature di 30-35° C. Per questo motivo sono definiti “terminali a bassa temperatura”. Questa è una distinzione importante in quanto, sebbene gli impianti geotermici possano funzionare anche con terminali classici, il riscaldamento del liquido a temperature elevate richiede un quantitativo di energia che vanifica i vantaggi offerti dall’impianto geotermico. Sonde e collettori Abbiamo parlato di sonde geotermiche per lo scambio di calore con il terreno. In realtà anche su questo componente dell’impianto sono necessarie alcune distinzioni. Le sonde sono costitute da una coppia di tubi uniti tra loro (uno di andata ed uno di ritorno) per formare un circuito chiuso all’interno del quale circola un apposito fluido (miscela di acqua ed anticongelante). Le sonde geotermiche vengono inserite nel terreno attraverso perforazioni verticali di profondità variabile tra i 50 ed i 150 metri in funzione dell’energia termica richiesta. Le sonde sono poi collegate ad un apposito collettore collegato alla pompa di calore. Il vantaggio di questo sistema è rappresentato dal ridotto ingombro (le sonde possono addirittura essere inserite sotto l’edificio prima della costruzione) e dalla possibilità di generare il raffreddamento estivo. In alternativa alle sonde è possibile utilizzare un impianto a pozzo costituiti da due pozzi, uno di prelievo con al proprio interno una pompa sommersa, ed uno di rimando. Il fluido caldo prelevato viene inviato alla pompa di calore che ne estrae il calore attraverso un apposito scambiatore e quindi rimandato nel terreno dove torna a scaldarsi. Questo tipo di soluzione è molto economica ed offre una resa maggiore in confronto alle sonde o ai sistemi orizzontali e sono molto validi su impianti di potenza medio-alta. Un terzo sistema è rappresentato dai cosiddetti “collettori orizzontali” costituiti da tubi di plastica costituenti una serpentina interrata orizzontalmente ad una profondità di circa 2,0 metri. Il sistema a collettore orizzontale ha il vantaggio di offrire costi di realizzazione contenuti ma presenta il lato negativo derivante dalla grande superficie utilizzata che diventa non più edificabile. Funzionamento dell’impianto Durante l'inverno il terreno ha una temperatura generalmente superiore a quella esterna, il fluido scende in profondità attraverso le sonde, sottrae calore al terreno e torna in superficie ad una temperatura maggiore provocando l'evaporazione del refrigerante che circola nel sistema della pompa di calore, il liquido quindi si espande assorbendo calore dalla sorgente esterna.

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All’uscita dell'evaporatore il fluido, ora allo stato gassoso, viene aspirato all'interno del compressore azionato da un motore elettrico. Questo fornisce energia meccanica che viene usata per comprimere il fluido che, in conseguenza dell’aumento di pressione, si riscalda venendosi così a trovare nelle condizioni ottimali per passare attraverso un condensatore (scambiatore). In questa fase si ha un nuovo cambiamento di stato del fluido, che passa dallo stato gassoso a quello liquido cedendo calore all'acqua (o all’aria) utilizzata come fluido vettore per il riscaldamento degli ambienti o per la produzione di acqua sanitaria. Il ciclo termina con la sua ultima fase dove il liquido passa attraverso una valvola di espansione trasformandosi parzialmente in vapore e raffreddandosi, riportandosi così alle condizioni iniziali del ciclo. Lo stesso sistema, con opportuni accorgimenti impiantistici atti ad invertire il ciclo, può essere usato per il raffrescamento estivo sottraendo calore dagli ambienti per cederlo al terreno. In generale per il condizionamento estivo. Con le pompe di calore si ha quindi il vantaggio di sfruttare una sola macchina reversibile in grado di invertire le funzioni dell'evaporatore e del condensatore, fornendo così caldo in inverno e fresco in estate. Una pompa di calore collegata ad una sola sonda geotermica inserita a circa 100 metri di profondità, è in grado di estrarre dal terreno una potenza sufficiente per riscaldare una abitazione unifamiliare standard. Dopo l’installazione un impianto geotermico è sufficiente per garantire la completa indipendenza di una normale abitazione. Niente più caldaie e quindi niente consumi di metano, gasolio o GPL. E’ però necessario considerare anche l’energia elettrica assorbita dalla pompa di calore. L'efficienza di una pompa di calore è rappresentata dal coefficiente di prestazione COP (Coefficient of Performance), inteso come rapporto tra l'energia termica resa al corpo da riscaldare e l'energia elettrica consumata perché possa avvenire il trasporto di calore medesimo. Un valore di COP tipico di un sistema piuttosto efficiente, può essere considerato pari a 4 (valori normali sono compresi tra 3,5 e 4,5): ciò significa che per ogni kWh di energia elettrica consumato, la pompa di calore renderà 4 kWh d'energia termica all'ambiente da riscaldare. La termodinamica ci insegna, ma ce lo suggerisce anche il buon senso, che il lavoro necessario per portare l'energia termica da un livello di temperatura più basso ad uno più alto è proporzionale a tale dislivello o salto di temperatura. Da ciò consegue la prima buona regola energetica di utilizzare per il riscaldamento di ambienti abitati, che vanno mantenuti a temperatura di comfort intorno ai 20º, temperature per i fluidi di riscaldamento degli impianti non superiori ai 35º sufficienti allo scopo. Con acqua disponibile a 10º-15º, il salto di temperatura è conseguentemente di solo 20º-25º e, in queste condizioni, il rapporto tra calore reso all'impianto di riscaldamento e la potenza richiesta dalla pompa di calore nelle buone macchine moderne si aggira intorno a 4, potendo giungere anche a 5. Ciò significa che, spendendo 1 kW elettrico per l'azionamento dell'impianto si ottengono almeno 4 kW termici per l'utenza; gli altri 3 KW, ovvero il 75% del fabbisogno termico, vengono prelevati dall'ambiente e, più precisamente, nel caso da noi ipotizzato, dal sottosuolo; di conseguenza si può propriamente parlare di fonte "geotermica". Vantaggi La realizzazione di un impianto geotermico completo (riscaldamento + raffrescamento) è senz'altro la soluzione più conveniente, in quanto comporta un minor tempo di ammortamento del costo dell'impianto.

Savino Basta

Alcuni dati di letteratura mostrano infatti un costo specifico medio per unità di calore prodotto pari a 1/3 di quello di un impianto tradizionale con caldaia a gasolio e 1/2 di quello di un impianto tradizionale con caldaia a metano. Costi Il costo è funzione del carico termico dell'edificio, ovvero di quanto calore l'edificio ha bisogno, e del tipo di sottosuolo dal quale si preleva calore. Tuttavia, ipotizzando dei dati medi, per una abitazione di 150 mq sono necessari circa 18.000 €. 19 5


A favore della sostenibilità interventi nei Comuni di Carate e Vedano al Lambro

fonte (Foto studio grafico Meregalli Carate Brianza).

Il Comune di Carate che aderisce Agenda 21 Brianza Centro, con capofila Albiate, ha inserito nel nuovo PGT, approvato il 16 Ottobre 2008, delle norme che premiano i cittadini che decidono di ristrutturare in modo ecosostenibile.

Il Comune di Vedano al Lambro è attivamente impegnato nel settore del risparmio energetico. Nell’anno 2006 sono stati ultimati i lavori e le forniture per la realizzazione di impianto fotovoltaico da 19,98kWp presso l’edificio scolastico di Via Rimembranze – scuola elementare. Inoltre annualmente l’Amministrazione Comunale aderisce alla Gior nata Internazionale del Risparmio Energetico denominata “M’illumino di meno” durante la quale, se disponibili, distribuisce all’utenza lampadine per il risparmio energetico fornite, a titolo gratuito, dalla Società Enel SoLe S.r.l.

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in foto Palazzo Municipale di Vedano al Lambro

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TURISMO SOSTENIBILE IN BRIANZA

In foto Monti di Brianza Š 2009 renato.fumagalli@libero.it

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“Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale” intervento di Dario Allevi, Assessore al Turismo del Comune di Monza L’iniziativa BRIANZA & TURISMO è stata l’occasione per riflettere sulla promozione del turismo e sulla necessaria valorizzazione di tutte le ricchezze del territorio sempre nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Il concetto di sviluppo sostenibile viene definito per la prima volta nel rapporto Bruntland (dal nome del Presidente) rilasciato dalla Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo nel 1987, come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le generazioni future”. Questa definizione esprime l’importanza della qualità ambientale in relazione al benessere delle popolazioni introducendo un importante risvolto etico del comportamento umano. Diventa quindi di fondamentale importanza il mantenimento e lo sfruttamento virtuoso delle risorse ambientali. Questa manifestazione è stata l’ultima di una serie di iniziative sostenute dall’Assessorato al Tu r i s m o e S p e t t a c o l o e re a l i z z a t e dall’Associazione Ecodialogando. Ogni appuntamento aveva come obiettivo lo sviluppo dei temi della sostenibilità ambientale sia nella vita che nella società. Il percorso è stato inaugurato con la seconda edizione della mostra evento “Un giorno perfetto” tenutasi a settembre al PalaCandy e proseguito con la terza edizione di “Habitat Clima” nel mese successivo. La nostra Amministrazione ha attuato una serie di provvedimenti per dotare la città di tutti gli strumenti necessari per lavorare con basi solide nel mondo del turismo. Le ultime ricerche sui flussi turistici riguardanti la Provincia di Monza e Brianza evidenziano che sono state 700.000 le presenze turistiche annue sul territorio, con un trend in crescita del 14,6%. L’indotto turistico, stimato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, è di circa 150 milioni di euro all’anno. Ottantadue sono le strutture ricettive presenti per un totale di 4706 posti letto.

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Vicesindaco, Assessore al Turismo Dario Allevi I dati parlano chiaro e inserire Monza in un percorso turistico di qualità deve rimanere pertanto uno degli obiettivi primari di questa Amministrazione. La nostra città è stata una delle capitali dell’antico regno del popolo germanico, nata dalla volontà della grande regina Teodolinda. Che la storia di Monza abbia solide radici longobarde è quindi fuori da ogni discussione. Il nuovo Museo e Tesoro del Duomo, annesso alla Basilica, aperto ormai da un anno e la Villa Reale del Piermarini, di cui lo scorso anno si è commemorato il duecentesimo anniversario della morte, sono poli turistici di valenza internazionale. A queste eccellenze di turismo culturale vanno aggiunti gli attrattori che ci rendono famosi nel mondo: il Parco Reale (il parco cintato più grande d’Europa) e l’Autodromo Nazionale che ospita da decenni il Gran Premio d’Italia di Formula Uno, evento recentemente considerato dall’autorevole quotidiano americano Wall Street Journal come uno dei


cinque appuntamenti italiani da non perdere. La nostra città ha quindi tutte le carte in regola per essere un centro di attrazione in grado di accogliere visitatori alla ricerca di mete dedicate a tutti i tipi di turismo: culturale, sportivo, ambientale ed enogastronomico. Parlanto di turismo è doveroso ricordare che la nostra Amministrazione nel 2007 ha sottoscritto congiuntamente a Camera di Commercio e Provincia un atto d’intenti per la promozione del turismo nell’area di Monza e Brianza, volto allo sviluppo di un progetto integrato per valorizzare i prodotti turistici del nostro territorio. Il documento ha portato un primo risultato concreto con l’inaugurazione in piazza Carducci del primo IAT, ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica della Provincia di Monza e Brianza. L’ufficio si avvale dell’esperienza decennale maturata dall’Associazione Pro-Monza, già convenzionata con il Comune e garantisce attività di informazione e di distribuzione di materiale promozionale sulle attrattive turistiche della Brianza, sull’organizzazione dei servizi e dei trasporti, sulle disponibilità ricettive e di ristorazione, sugli itinerari di visita e di escursione e sulle iniziative culturali dei 50 Comuni targati MB. In aggiunta alla concessione dell’utilizzo dei locali della rinnovata sede dell’ufficio IAT, il Comune di Monza metterà prossimamente a disposizione uno spazio nei giardinetti della Stazione ferroviaria di Monza, per realizzare un secondo punto informativo al fine di potenziare il servizio al pubblico. Questi non sono altro che i primi passi verso quel nostro obiettivo che è e rimane la visibilità della nostra città e di tutto il territorio della Brianza a livello internazionale.

Le vie del

DESIGN un fascino tutto da scoprire

Dal 7 al 9 Novembre, presso l’Urban Center di Monza, nasceva l’evento BRIANZA & TURISMO con un prestigioso convegno internazionale organizzato dal GRISS in una serie di iniziative volte a valorizzare aspetti tipici e culturali della Brianza. Ora si pensa ad esaltare le vie del Design, che nelle botteghe brianzole di imprenditori illuminati ha visto la sua nascita . Per questo saranno organizzati weekend, dove oltre a visitare luoghi culturali e naturali, si cercherà un punto d’incontro con le aziende che hanno fatto la storia del Design, sia con le aziende che sperimentano un tipo di Design in linea col mondo di oggi.

Sedia Cassina di Carlo De Carli, realizzata da Carlo Ratti, vincitore del «Compasso d’oro». Primo sperimentatore in Italia del compensato curvato.

Il nostro impegno sicuramente proseguirà e un’altra tappa fondamentale sarà nei prossimi mesi il riconoscimento da parte di Regione Lombardia del Sistema Turistico Locale (STL) di Monza e Brianza, avviando le attività primarie necessarie per la costituzione di una vera e propria DMC (Destination Management Company) della nuova Provincia.

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CONVEGNO INTERNAZIONALE “Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale” di Serenella Sala e Valentina Castellani

Il GRISS, Gruppo di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano ha organizzato il convegno internazionale “Turismo sostenibile come leva di sviluppo locale”, che si è svolto a Monza, presso l’Urban Center, il 7/8 novembre 2008. L’organizzazione del convegno è nata dalla volontà del GRISS di creare un ponte tra il mondo della ricerca, le amministrazioni locali e il sistema culturale e imprenditoriale, per la definizione di nuovi modelli di sviluppo in ambito turistico, declinati su scala locale. Il territorio della Brianza, sede dell’evento, rappresenta un contesto di studio interessante, soprattutto per quanto riguarda l’analisi delle prospettive di sviluppo del settore turistico nei prossimi anni, in particolare in vista delle previsioni turistiche correlate all’Expo 2015 (stima di 29 milioni di visitatori, secondo uno studio della Camera di Commercio di Monza e Brianza). Il convegno è stato patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla D.G. Turismo della Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, dalla Provincia di Milano – Progetto Monza e Brianza e dal Comune di Monza. L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto tra rappresentanti del mondo scientifico, delle istituzioni e dell’associazionismo a livello locale, nazionale ed internazionale, permettendo di affrontare l’argomento secondo prospettive differenti. All’invito mosso dal Dipartimento di Scienze Ambientali hanno risposto rappresentanti delle facoltà di architettura, ingegneria, lettere, sociologia, economia e geografia, attestando così un interesse ad un dialogo tra discipline ed approcci. Il pubblico, numeroso in entrambe le giornate, era costituito da rappresentanti delle Università, di istituzioni, imprese e associazioni locali, riviste di settore e appassionati di turismo lento e sostenibile.

In foto Parco della Valle del Lambro © 2009 renato.fumagalli@libero.it

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In foto Residui di Brianza bucolica © 2009 renato.fumagalli@libero.it

Durante la prima giornata, dopo una sessione di apertura durante la quale è stata presentata la situazione del territorio provinciale e regionale, con particolare attenzione alle prospettive future connesse all’evento Expo 2015, sono state presentate esperienze di studio e attività concrete per la valorizzazione delle tipicità locali (siano esse rappresentate dal patrimonio artistico, storico, culturale, naturale o enogastronomico). Nelle sessioni pomeridiane si è cercato di esplorare il rapporto tra natura e turismo, con interventi relativi alle caratteristiche del turismo nelle aree protette (considerando opportunità e rischi connessi a questo tipo di turismo) e alla possibilità di indirizzare le attività sportive verso una maggiore sostenibilità, prendendo ad esempio le proposte di turismo lento formulate da alcune associazioni locali (soprattutto per quanto riguarda i percorsi ciclabili). Il convegno è stato, inoltre, l’occasione per la celebrazione ufficiale della cerimonia di assegnazione della Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette alle quattro aree lombarde che hanno intrapreso questo percorso per promuovere il turismo sostenibile nei loro territori, aderendo ad un progetto promosso e finanziato dalla Regione Lombardia. Alla cerimonia di premiazione erano presenti Valter Zago, Vicepresidente di Federparchi - Europarc Italia e Pietro Lenna, Dirigente del settore valorizzazione delle aree protette e difesa della biodiversità della Regione Lombardia. Di particolare interesse è risultata, inoltre, la sessione intitolata “Turismo per tutti”, nella quale sono state presentate esperienze di vario genere per garantire l’accessibilità delle destinazioni turistiche. Nella giornata di sabato, le relazioni si sono concentrate sul ruolo del turismo per lo sviluppo locale, e sui fattori economici, politici e gestionali che influenzano l’effettiva possibilità di realizzare un piano di sviluppo turistico sostenibile. In particolare, si è discusso del ruolo delle linee guida europee e nazionali, del coinvolgimento degli attori locali (sottolineando l’importanza di capovolgere la prospettiva più comune, che parte dal punto di vista del turista, senza considerare la comunità ospitante) e dell’importanza di individuare strumenti, quali ad esempio gli indicatori, in grado di monitorare la sostenibilità delle destinazioni e definire degli obiettivi per il futuro. Inoltre, sono stati presentati casi studio riguardanti particolari tipologie di turismo (turismo nelle aree protette, turismo nei sistemi insulari, turismo da crociera), evidenziandone peculiarità e limiti e indicandoli come possibili ambiti di ricerca che sarebbe interessante approfondire. Nel pomeriggio di sabato, sono stati presentati alcuni interessanti casi studio riguardanti diverse tipologie di certificazione, sia per quanto riguarda il territorio nel suo insieme, che le singole strutture turistiche. Infine, nella sessione conclusiva del convegno, costituita dal workshop “Quale modello di sviluppo turistico del territorio in vista dell’Expo 2015?” si è cercato di esplorare i diversi aspetti, positivi e negativi, che possono essere connessi ad un evento di portata internazionale. Le indicazioni emerse dai relatori e dal pubblico riguardano principalmente la necessità di valorizzare le peculiarità del territorio e di garantire un’offerta di qualità, mentre i principali fattori di preoccupazione, per quanto riguarda gli impatti sul territorio, sono connessi alla gestione della mobilità (è emersa, ad esempio, una preoccupazione riguardante la disponibilità di infrastrutture e mezzi di trasporto pubblico), alla gestione dei rifiuti e al rischio di una urbanizzazione eccessiva (anche per quanto riguarda la costruzione di nuove strutture ricettive).

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La cucina della BRIANZA di Giovanni Guadagno, Presidente Associazione Cuochi Brianza

La cucina del territorio Negli ultimi tempi la gastronomia, intesa come tentativo di rileggere la storia di un popolo attraverso uno dei pochi elementi che ogni epoca e ogni civiltà ha avuto in comune con gli altri, è tornata di moda e ha conquistato molto spazio nella nostra vita quotidiana. In tv, sui giornali, nei libri, nei film il buongustaio e il cuoco raffinato si contendono ampi spazi. Il nostro è un viaggio immaginario attraverso la Brianza del secolo scorso alla riscoperta delle tradizioni che a quel tempo venivano ancora tramandate con religiosa riverenza di madre in figlia, non solo attraverso preziosi ricettari vergati a mano, ricchi d'appunti ed impregnati d'un buon odore di pietanze cucinate a lungo, ma anche, e soprattutto, con l'esempio e l'esperienza diretta sui fornelli. Abbiamo incontrato, e in parte riscoperto, una cultura del cibo, una tradizione conviviale fatta di antichi e rassicuranti riti quotidiani, di lunghe cotture sulla stufa a legna o nella cenere del camino, di ricette semplici scevre dai mille orpelli che spesso oggi, era della stravaganza e dell'abbondanza, nonché dello spreco, appesantiscono ogni manicaretto appiattendone il gusto. Sintetizzare oggi il nostro lavoro non è cosa facile e i rischi di tralasciare spezzoni importanti della realtà circostante sono molti e ricorrenti. Su questa pagina cercherò di tracciare alcune linee di un disegno che non è mia intenzione presentare già completo. La Brianza Una definizione di Brianza che mi piace molto dice infatti che "più che una regione ben precisata territorialmente la Brianza è un'idea. Un'idea sfrangiata e opinabile che un tempo evocava filande, balie e ville patrizie" essa si presenta come "la prima plaga ondulata che si incontra a nord provenendo da Milano". Questo territorio, già definito nel secolo scorso "giardino di Milano", oggi è dedito alle attività commerciali ed industriali più che alle tradizionali produzioni agricole indispensabili

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Giovanni Guadagno

per il mantenimento e lo sviluppo della gastronomia tipica. La vicinanza con la metropoli è una delle cause che hanno contribuito, unitamente al calo della produzione agricola tipica, a diluire le tipicità della cucina brianzola confondendole con quelle più diffuse, sofisticate e famose, dell'incombente gastronomia meneghina. Brianzolo o milanese? Gastronomi ed esperti di storia locale discutono da sempre sull'attribuzione delle ricette a questo o a quel territorio. Nel caso della cucina brianzola si propende per definirla "variante della cucina milanese". I sostenitori più accesi della nostra cucina ritengono invece che siano stati i brianzoli, emigranti nella Milano benestante dei secoli passati, ad insegnare astuzie e trucchi ai milanesi doc. Appare plausibile l'intuizione di altri che le ricette siano nate in contemporanea in territori confinanti che potevano mettere a d i s p o s i z i o n e d e l l a c u c i n a p ro d o t t i sostanzialmente uguali.


Il primato di Milano È certo che la più sofisticata cucina meneghina ha saputo imporsi anche a livello internazionale entrando ormai a pieno titolo, con le sue preparazioni tradizionali quali risotto alla milanese e costoletta di vitello, nel gotha della gastronomia mondiale. Tuttavia quando si diventa famosi in tutto il mondo si perde spesso la genuinità dei prodotti e la capacità di trasmettere con fedeltà la ricetta e così ci capita spesso di veder preparare da altri gli stessi cari manicaretti di casa nostra in modo a dir poco sconveniente. Fedeli alla tradizione La cucina tipica della Brianza si è invece mantenuta fedele alla tradizione perché nemica delle sofisticazioni alimentari: essa è fatta di semplicità, sa di paese, utilizza ingredienti spesso poveri ma di sicuro effetto. Le ricette della tradizione sfuggono ogni tipo di complicazione culinaria e rispondono quasi completamente alla regola economicità, praticità di preparazione e massimo nutrimento. Le caratteristiche del cibo brianzolo Nutriente: ogni sostanza sapore e nutrimento rimangono nell'intingolo; Economico: si tratta di preparazioni che hanno alla base le parti di scarto della carne (cazzoula, intingoli, busecca) o verdure coltivate direttamente nell'orto di famiglia; Di breve preparazione: nonostante il paradosso della lunga cottura si tratta di ricette di breve preparazione (tutto veniva messo simultaneamente nell'unico paiolo e posto a cuocere sulla stufa o sul camino). Le origini delle tradizioni locali Pare siano state l'impazienza e la frettolosità dei brianzoli ad aver dato origine ad alcuni piatti tipici della tradizione gastronomica locale. Piatti unici come cazzoula con la polenta si dice che sarebbero stati inventati per star poco a tavola e dedicare invece tutte le energie al lavoro e ai propri interessi. La maggior parte dei piatti tipici, dal minestrone alla brianzola alla busecca nonché la stessa cazzoula, bisognano ancor oggi di lunghe cotture a fuoco lento, nonostante le moderne tecnologie permettano di abbattere notevolmente i tempi.

L'ideale per lo strumento principe di cottura del passato: la stufa a legna in grado di mantenere a lungo il calore e di diffonderlo lentamente. La preparazione di questi piatti veniva accelerata nella fase iniziale, mettendo tutto nel paiolo, si portava poi ad ebollizione e quindi si prolungava la cottura al fuoco dolce della stufa per tutto il tempo necessario e ancor più. Era d'uso lasciare minestroni ed intingoli sulla stufa anche quando le faccende della stalla o nei campi richiedevano di uscire di casa. Al ritorno il cibo era, data l'esperienza e la ripetitività dei piatti, a giusta cottura e pronto per essere consumato. Tutte le ricette tipiche inoltre non temevano le ipercotture e anzi se ne avvantaggiavano e, se riscaldate, risultavano ancor più buone. Ciò era possibile un tempo quando le verdure e la carne avevano ancora quella tenacia tipica dei prodotti genuini e non perdevano consistenza appena raggiunto il giusto grado di cottura.

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Attualità e futuro È di questi anni la riscoperta della cucina popolare povera e fatta al tempo stesso con pochi ingredienti genuini e molto nutrienti. Una rivalutazione ed una riscoperta anzitutto delle proprietà nutrizionali degli ingredienti sani e semplici che sono alla base di cibi appetitosi, nutrienti e di poco costo: una riscoperta e rivalutazione quindi proprio del mondo paesano e contadino, il primo fornitore di tali ingredienti e cibi. In senso più ampio però, come "cucina popolare o paesana" è anche possibile intendere una cucina non legata esclusivamente ai prodotti della terra ma anche basata su elementi che, pur non essendo forniti direttamente "dal contadino", presentino alcune caratteristiche ben definite: genuinità, semplicità, economicità, facile reperibilità e utilizzazione prevalente nella medesima stagione in cui vengono a maturazione. Cucinare e mangiare secondo tradizione è ancora possibile? La debolezza della nostra cucina risiede nella scarsità di materia prima a disposizione sul mercato e nella mancanza di tipicità dei prodotti. Per contro una gastronomia forte necessita di un settore agro-alimentare diffuso e radicato. I sapori di un tempo sono difficili da trovare ma anche da far accettare al pubblico. Parsimonia e sapore Il vero successo della cucina semplice dai sapori forti deve ancora venire. Le ricette della t r a d i z i o n e a p p a i o n o a n c o r a t ro p p o sostanziose ma è bene ricordare che l'importante è non abusarne. Un tempo infatti il cibo veniva consumato con parsimonia impostando l'intero pasto su un minestrone, ben condito con una "pestada de lard", o su una polenta con molto intingolo. Possiamo affermare quindi che per mangiare oggi in modo tradizionale è sufficiente farlo con buon senso e parsimonia alternando cibi tipici a cibi leggeri e, perché no, di tanto in tanto, saltando anche qualche pasto. Rieducare il proprio gusto Alcuni sapori si possono ricercare, valorizzare e riproporre ma si tratta di un percorso lungo, difficile e bisognoso di molti interventi per rieducare il gusto del pubblico ormai assuefatto a sapori e odori rettificati, completamente snaturati rispetto alla loro origine.

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Il punto di forza della nostra cucina è senz'ombra di dubbio la semplicità delle ricette e la esigua quantità di ingredienti impiegati. La mortadella di fegato Ho assaggiato della mortadella di fegato prodotta da un artigiano locale: è molto speziata, quasi amara e una persona normale la definirebbe avariata (se non altro per il colore scuro) tuttavia scaldandola in mano con un pezzetto di pane e bevendoci sopra un buon bicchiere di vino rosso questa sprigiona una morbidezza unica, un sapore che ti sazia in bocca ed evoca ricordi ed emozioni potenti. La torta di noci Un altro esempio pertinente è, senz’altro, la torta di noci che viene preparata solo con uova, zucchero e farina di noci. Non viene aggiunto nè lievito nè farina bianca. Prendete un tuorlo e sbattetelo con un cucchiaio di zucchero, aggiungete tre cucchiai di farina di noci (gherigli di noci tritate) ed infine un albume montato a neve. Mettere in uno stampo in forno a 170° per 15’. Servire il dolce freddo spolverizzato di zucchero a velo. Semplice, efficace e soprattutto digeribile. I fronzoli di certa cucina “ricercata”, gli ingredienti costosi e gli ampi sprechi di certa cucina che utilizza solo la parte migliore, solo il cuore, solo l’ingrediente di pregio, qui non sono proprio di casa. Ogni giorno si mangiava... Lista dei cibi di una trentina d'anni or sono ovvero la cucina tradizionale tra penuria ed abbondanza Il ricordo di questo menu è ancor vivo nella memoria di molti perché non è passato molto tempo da quando bambini ci si svegliava al profumo del caffè e latte in cui veniva spezzato


il pane del giorno prima per la caratteristica zuppetta. Ma altri ancora sono i profumi che ci ritornano alla mente se socchiudiamo un attimo gli occhi e ci soffermiamo a ricordare; i profumi dei piatti quotidianamente preparati da mani esperte e assuefatte alla cucina: a mezzogiorno il risotto e alla sera il minestrone che veniva mangiato nella scodella, perchÊ era piÚ semplice tenerlo in mano, seduti in compagnia sulla panchina sotto i portici mentre gli uomini bevevano un bicchiere di vino in compagnia parlando del piÚ e del meno. A mezzogiorno oltre al risotto si mangiavano spezzatini di carne con patate, bistecche impanate, purè di patate, barbabietole, cavolfiori e verze fritte e tanta insalata, rapanelli, carote che gli orti offrivano in abbondanza. La polenta si trovava sulla tavola quasi tutti i giorni e se avanzava non veniva buttata, ma si faceva friggere e poi si mangiava con il formaggio o con lo zucchero.

Altro piatto nella tradizionale erano i formaggini freschi che venivano conditi con olio, sale e pepe e poi consumati sul pane oppure quelli vecchi che venivano bagnati con olio e fatti diventare spesso crema, in cui si intingeva pane o polenta. Anche le aringhe sotto sale, lavate, dissalate e condite con olio aglio, prezzemolo e limone erano un piatto prelibato. Il giorno di festa era, invece, caratterizzato da altri profumi, che tornano alla mente insieme a colori e a sapori ben definiti: pollo arrosto, brasato, cazzuola, coniglio o pollo alla cacciatora e i tradizionali lessi di cui a mezzogiorno si consumava la carne e la sera il brodo per la classica zuppa.

A sera si cenava con il minestrone di riso oppure con polenta e latte, latte e castagne, polenta e gorgonzola, polpette fatte con avanzi di carne lessata, avanzi di risotto, trippa, minestre di riso e polpette di manzo, milza di manzo o intingoli a base di frattaglie e zampe di pollo.

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BRIANZA, protagonista del TURISMO SOSTENIBILE di Roberto Albanese, Associazione Greenman E’ possibile una immagine turistica forte in termini di marketing territoriale ma non marginalizzante l’identità ambientale e culturale di un territorio come la Brianza? E’ verosimile che la Brianza sia protagonista di programmi di turismo sostenibile? La risposta è si, ma a queste condizioni: 1. che i brianzoli siano culturalmente capaci di aprirsi alle nuove sfide delle metropoli globalizzate e di inserirsi nelle reti (economiche, sociali e culturali) che le connettono, dotandosi di percorsi originali per riconfigurare l’identità locale non nella separazione ma nella relazione; 2. che i politici locali siano in grado di ideare e gestire programmi pubblici di sviluppo territoriale partecipati e capaci di dare ricadute concrete in tempi ragionevoli. Come arrivare a ciò? Strategica è la questione del significato affettivo dei luoghi, ovvero della

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Roberto Albanese Segretario Associazione Greenman. Istituto per la democrazia partecipativa e la cittadinanza europea di Monza. Esperto di educazione e comunicazione ambientale. Impegnato sin dagli anni ‘70 nel movimento ambientalista, a livello locale ed europeo. Ha pubblicato in Italia e all’estero. Ha collaborato con la RAI, con la televisione catalana e bavarese. Attualmente è funzionario della Regione Lombardia.

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capacità, storicamente verificabile, che il territorio ha già comunque saputo esprimere, creando legami (“le lieu qui fait les liens” del sociologo francese Michel Maffesoli), convivialità e accoglienza. Lo sviluppo di una offerta turistica sostenibile e di qualità in Brianza dunque comporta insieme la capacità di proteggere l’ambiente, di promuovere nei residenti una rinnovata percezione e “frequentazione gentile” dei luoghi - a partire dagli “haut lieux” del patrimonio ambientale e culturale locale - e di creare accoglienza verso il viaggiatore di oggi, attento, curioso ed esigente. Visto che da un po’ di tempo anche da noi le parole a riguardo certo non mancano, abbiamo ritenuto opportuno non solo ragionare ma anche andare ai fatti. Dalla presenza in Brianza, sinora quasi ignorata, di un padre nobile del turismo sentimentale, come Stendhal, ha preso spunto Green Man, per coinvolgere fattivamente cittadini e amministrazioni nell’“anno stendhaliano della Brianza”, promosso in occasione dei 190 anni dal “Viaggio in Brianza” fatto dallo scrittore francese nell’agosto 1818. Si è trattato di un programma di iniziative, con incontri, spettacoli, visite e crociera sul lago di Pusiano, svoltesi tra il giugno e il settembre 2008, che, nell’insieme, hanno voluto essere una sorta di rituale di risveglio dell’anima della Brianza, così come fu percepita e descritta da Stendhal. Una proposta fatta a ragion veduta, dopo un lavoro di ricerca storico-culturale e una sperimentazione pratica, dell’itinerario di “Sentiero stendhaliano del viaggio in Brianza”, testato percorrendolo a piedi sempre nel giugno scorso, al fine di rilevarne potenzialità e criticità, presenti (es.SS36) e future (Pedemontana).

1°tratto: La montagna e i laghi della Brianza. Il percorso parte da Asso, si sviluppa sulle pendici montane alla base del Cornizzolo, scendendo poi nella piana dei laghi di Pusiano, Annone e Oggiono, dove si conclude. Questo è quasi fedelmente il percorso effettivamente percorso a piedi da Stendhal nel 1818. 2°tratto: La Brianza collinare. Inizio a Oggiono e conclusione a Monticello Brianza. Questo tratto lega invece le altre località briantee, non toccate dal viaggio stendhaliano, ma di cui comunque lo scrittore francese era particolarmente entusiasta, ovvero Monticello e i Monti di Brianza. 3°tratto: I torrenti e i fiumi della Brianza. Percorre la valle della Brovada e del Lambro sino a Monza, o, in alternativa, risale verso Inverigo, località anch’essa molto apprezzata da Stendhal. Nel capoluogo brianteo lo scrittore francese ebbe modo di tornare più volte, tra l’altro schierandosi a difesa degli alberi del Parco. Da Monza, eventualmente, sempre in treno, si può raggiungere Desio e il parco di Villa Traversi, particolarmente ammirato da Stendhal. Dunque dalla società civile abbiamo lanciato uno stimolo; ora chiediamo alle istituzioni locali di tradurlo in una vera e concreta possibilità offerta al grande pubblico. Ma con quali risorse? Utilizzando i fondi europei per la competitività dei territori regionali, in particolare le risorse relative al c.d. «Asse 4 – Ambiente, Cultura e Turismo» del Piano Operativo Regionale, che sono gestite dalla Regione Lombardia. Il nostro augurio è che gli amministratori locali della Brianza sappiano cogliere questa opportunità.

La proposta di “Sentiero stendhaliano del Viaggio in Brianza” si sviluppa su un percorso, mediamente impegnativo, di circa settanta chilometri; i punti di entrata e di uscita sono tutte località servite dalla rete ferroviaria. Si ipotizza una articolazione in tre tratti.

© 2009 renato.fumagalli@libero.it

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In foto Basilica di Cesano Maderno Š 2009 renato.fumagalli@libero.it

Brianza immagini dalla


In foto Lago di Pusiano Š 2009 renato.fumagalli@libero.it


In foto Circolo Garibaldi Ponte dei Leoni-Monza Š 2009 renato.fumagalli@libero.it


Negozio Verde, opportunità per gli innovatori e una garanzia per i consumatori è necessario raccogliere certificazioni ed informazioni relative all'ecosostenibilità dei prodotti perchè l'etichetta "prodotto verde" si riferisce proprio ad una qualità ecosostenibile del prodotto. Non sono quindi accettabili in questo senso le certificazioni del processo produttivo e gestionale delle aziende produttrici, come la ISO 9001, la ISO 9002 o la ISO 14001. Il primo passo di questa fase è quindi la raccolta dei dati-certificazioni che il responsabile del punto vendita può fare, anche sulla base delle informazioni ricevute nel corso da poco sostenuto.

Abbiamo chiesto all'Architetto Carlo Zanella, che ha partecipato alla stesura del progetto Negozio Verde e che e' il Presidente del Comitato per il controllo delle Certificazioni Ambientali per ottenere il marchio Valore Verde, di spiegarci come procederà l'iter del gruppo pilota e cosa deve fare chi vuole farne parte. E' nato il primo gruppo di Negozi Verdi, sulla base del corso per addetti svoltosi nel corrente anno a Lissone. Ricordiamo infatti che le prerogative per essere Negozio Verde sono: 1) partecipazione di un addetto al corso di formazione 2) presenza nel punto vendita di un numero sufficiente di elementi di arredo etichettati come «prodotto verde» 3) presenza nel negozio di un "corner verde". L'iter è quindi iniziato nel modo più consono e proseguirà con la scelta dei prodotti, la loro etichettatura e la creazione del corner verde. La scelta dei prodotti verdi all'interno di quelli presenti nel punto vendita si svolge con la collaborazione del punto vendita:

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Una volta ricevuti i dati, Ecodialogando, in collaborazione con Istituto IETI, definisce le etichette, complete cioè sia della denominazione del prodotto che, soprattutto, delle qualità ecosostenibili che lo contraddistinguono. La fase successiva è quella della realizzazione del corner verde. In questo ambito è a discrezione del punto vendita se realizzare un'area dove raccogliere i prodotti verdi e dove realizzare anche il corner oppure se disporre i prodotti verdi in modo sparso nel negozio e realizzare a parte il corner verde. Le caratteristiche che il corner deve avere sono principalmente due: l'informativa relativa al negozio verde, realizzata in pratica con l'esposizione di un poster (circa 100 x 50, orizzontale o verticale) e di volantini, il tutto fornito da Ecodialogando. Il secondo punto (facoltativo) è la realizzazione di un'area dove esporre materiale informativo sull'ecosostenibile, quali riviste, documentazione sui prodotti e sull'architettura


i primi Negozi Verdi sostenibile. Entro gennaio deve pervenire ad Ecodialogando la documentazione sulle qualità ecosostenibili dei prodotti che il punto vendita vuole etichettare prodotto verde; questi dati saranno elaborati da Ecodialogando entro il mese successivo.

Mobil Canzi Lissone (MI) Tel: 039 480652

In questa fase sarà quindi possibile verificare il numero di prodotti verdi del singolo punto vendita e coordinare la realizzazione del corner verde e la disposizione dei prodotti verdi all'interno del negozio; il tutto dovrebbe quindi concludersi entro il mese di Marzo 2009.

Ambrogio Motta di Luigi Motta Lissone (MI) Tel: 039 482285

Ci auguriamo che molti altri negozi vogliano intraprendere questa strada che significa soprattutto creare all'interno del proprio negozio un cambiamento, un cambiamento che parte dalla mentalità del titolare che vuole innovarsi ed essere al passo con le nuove richieste di un mercato che vuole acquistare prodotti ecosostenibili dalla costruzione all'arredo. Ed è per questo che dal mese di Febbraio partiranno periodicamente giornate di formazione di cui pubblichiamo il primo calendario.

16 ore di formazione per la sostenibilità

negli arredi

Arredando Lissone (MI) Telefono: 039 481747

Abitare di Confalonieri M. & Pozzi V. Lissone (MI) Tel: 039 464597 L’Ellisse Lissone (MI) Telefono: 039 2459129 Gambarelli Arredamenti Osio Sotto (BG) Telefono: 035 881131 Arch. Danilo Moioli Telefono: 339-6912717 La Maison Coloniale Lissone (MI) Telefono: 039 793318 Le Fanta Camerette Lissone (MI) Telefono: 039 793949 Dassi Albano Lissone (MI) Telefono: 039 482080

marzo 2009 c/o Progetto Lissone Via Maggiolini 19, Lissone (MB)

Costo di partecipazione € 300,00 + iva iscrizione corso riservata a 15 persone max

TEM A ● La bioeco architettura d' interni: i materiali ecosostenibili e come rendere un prodotto ecosostenibile: Ecologia del materiale ( Ciclo di vita del prodotto e impatto ambientale) ● Presentazione del Vademecum con indicati tutti i cicli di vita del prodotto per realizzare un arredo o finitura d’rredo ecosostenibile ● La bioecosostenibilità nell' arredamento per diminuire l' inquinamento indoor ● Finiture nell' architettura d' interni e nell' arredo ● Materiale «naturale, artificiale e di sintesi» nell' architettura d' interni e nell' arredo ● Ecodesign ● I prodotti ecosostenibili come opportunità di mercato: promozione, merchandising e comunicazione ● Elettrosmog e architettura degli interni ● I prodotti ecosostenibili come opportunità di mercato: il progetto negozio verde

Per info: ecodialogando - tel. 039-2458413 - e-mail info@ecodialogando.com 10

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sfondo Š 2009 renato.fumagalli@libero.it

La Brianza un distretto in espansione di Elena Pappalepore

Dolcevita - Divano 3 posti Imbottito con struttura in legno e poliuretano Piedini in metallo cromato Misure: l cm 220 x h cm 70 x p cm 92

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Il sistema industriale italiano, insieme alla maggior parte dei mercati occidentali, sta attraversando un momento difficile legato alla contingente crisi finanziaria. Nonostante il Made in Italy rappresenti ancora una leva strategica vincente sia nel comparto design che moda, è evidente che le nostre aziende stiano incontrando maggiori difficoltà ad ottenere risultati positivi rispetto al passato. Una delle soluzioni possibili è rappresentata da un lato dall’eccellenza che ci rende unici al mondo in termini di produzione, continua ricerca nel design ed immagine associata ai nostri prodotti e dall’altro dalla necessità di sviluppare soluzioni di marketing sempre più orientate a qualità, flessibilità e breve time-to-market. Il distretto del legno della Brianza, fiore all’occhiello dell’artigianalità italiana, rappresenta sicuramente un esempio felice. Tale territorio, fucina di innovatività e sperimentazione, in virtù della forza acquisita negli ultimi decenni ha appoggiato strategie di apertura ai mercati esteri, in modo particolare verso quelli est europei di Russia ed Ucraina. Gli artigiani brianzoli, guidati dall’amore per il legno e da una spiccata passione per il settore manifatturiero, saranno in grado di trovare sempre più spazio in queste arene competitive proponendo soluzioni in “versione lusso” che spazino dal neo-classico al neo-moderno, affiancandovi anche tematiche di spicco come quelle della “produzione consapevole” ed ecocompatibile. Un’azienda interprete di questi nuovi concetti è Progetto Lissone S.p.A., Società per Azioni a capitale misto pubblico-privato costituitasi nel 1997 con lo scopo di rivalutare e promuovere l’immagine del territorio lissonese - per tradizione leader nel settore dell’arredo - a livello locale, nazionale e internazionale.

Dolcevita - Credenza Finitura laccato lucido Maniglie e piedini in metallo cromato Misure: l cm 150 x h cm 71 x p cm 45

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Ecoforum un tuffo nella storia della Brianza sostenibile Ecoforum è stata un’iniziativa unica, molto particolare, che si è svolta in Brianza negli anni 1999 e 2000. La sua caratteristica erano le Case, allestimenti di case ecosostenibili, per mostrare concretamente al pubblico cosa esisteva sul mercato di prodotti attenti all’ambiente nel settore dell’arredo e dell’edilizia. Si sono cimentati architetti già da allora impegnati nel settore dell’ecosostenibilità (Carlo Zanella, Chiara Cerea, Cristina Cippone, Danilo Bergaglio, Elisa Villa, Emanuela Daino, Ester Bisotti, Franco Ficchì, Gigi Capriolo, Isabella Romanello, Manorubi, Mara Bertagnoli, Marina Russo, Marina Simeoni, Massimo Duroni, Mauro Bertamè, Paola Trevisan, Rosa Simonelli, Sisi Seregni). Tutte “case” significative, interessanti e informative. Ora, a 10 anni di distanza, riproponiamo sulle pagine di Casabenessere alcune di queste case rivisitandole sulla base dei cambiamenti di oggi, per scoprire che l’innovazione in Brianza è sempre presente.


Arch. Paola Trevisan

casa del single La casa La del vento e dell’acqua

Arch. Mauro Bertamè La casa degli spiriti felici

In tempi molto lontani, nell'antica Cina, uomini saggi e attenti ai mutamenti della natura avevano individuato le regole per costruire e arredare la casa in armonia con le leggi naturali.

Vi racconta: - Prendiamo la "Materia", quella della "Madre Terra" per intenderci, diamogli la "Forma", cioè in-formazione.

La giusta collocazione di una casa all'interno di un lotto di terreno, la posizione più indicata di un mobile in un ambiente e ancora, la scelta del tempo e del giorno in cui attuare questi cambiamenti, permettono di sfruttare i benefici dell'energia vitale in cui l'uomo è immerso. Questa arte antichissima si chiama Feng-Shui.

Ogni volta che facciamo questo portiamo l'azione della forma (il "Padre Cielo", appunto) a unirsi con la sostanza materiale (la "Madre Terra"). E' una unione magica che combinandosi alchemicamente genera una "Funzione" (il nome), cioè una qualità della sostanza che solamente l'uomo può dare alle cose, agli oggetti tutti che fanno parte del nostro quotidiano.

Feng significa vento, soffio improvviso che muove delicatamente tutte le cose e ha il sapore dei mutamenti che giungono inaspettati a migliorare il corso della nostra esistenza. Shui è l'acqua che, incanalata nel letto del fiume, porta refrigerio, vita e benessere nella nostra esistenza. Questa abitazione vuole rappresentare visivamente l'applicazione dei principi del Feng-Shui (naturalmente filtrati dalla nostra cultura occidentale) ed essere un esperienza didattica da vivere con la mente, il corpo ed il cuore. Sarà importante capire che il bello e l'armonico possono rendere la vita leggera come il vento e fresca come l'acqua e che non bisogna rinunciare al gusto e al design per stare bene. Non è questa una casa legata strettamente alla bioarchitettura ma è una abitazione in cui l'anima, il gusto, la natura e la modernità si fondono con principi antichi e saggi di un arte millenaria che parla di colori, forme e materiali amalgamati tra loro in accordo con le direzioni dello spazio: per far riscoprire all'uomo il valore curativo e simbolico della casa.

E quando avremo "capito" che tutte le FORME sono così in-formate dallo SPIRITO che feconda la sostanza e gli dona la "vita" (energia V itale) comprenderemo che questa è la "via" che porterà gioia e felicità.

Arch. Maria Elisa Villa La casa in bioedilizia

L’Architetto Villa, ha realizzato una casa di 40 mq dove i colori, gli impianti elettrici, gli isolamenti, le murature, i pavimenti, persino le colle e le vernici, sono stati scelti immaginando un ideale di casa umana.


Gruppo Ape La casa della salute del corpo e dell’anima

Con la realizzazione della "Casa della salute del corpo e dell'anima" le progettiste del gruppo APE consapevoli dell'interazione profonda che esiste tra l'uomo e la sua abitazione si sono poste come obbiettivo il benessere globale dell'individuo inteso come unità degli aspetti fondamentali: corpo, mente, psiche e anima. I materiali naturali presenti (nei pavimenti, nelle

pitture murali, negli arredi, nei complementi...) sono biocompatibili, in sintonia con il ciclo vitale biologico. L'armonizzazione biologica del luogo, le schermature delle interferenze elettromagnetiche artificiali e il riequilibrio dell'impianto elettrico agiscono positivamente sia sul piano fisico sia sul pino più sottile. L'impianto termico di tipo radiante contribuisce a migliorare il comfort generale. Rigeneranti sono il mormorio dell'acqua che scorre e il gradevole profumo delle cere e delle essenze delle finiture. L'aspetto psicologico e mentale trae beneficio dalla bellezza e dall'atmosfera elegante dell'insieme, studiato nelle forme e nei colori più appropriati alle funzioni e alle simbologie dei diversi spazi abitativi. Queste simbologie richiamano una consapevolezza più profonda dei gesti quotidiani, quali varcare la soglia di casa, che è "la soglia del proprio tempio" in cui le colonne rappresentano la coppia; preparare il pasto, condividere il piacere del cibo e il calore familiare; prendersi cura dell'igiene del proprio corpo come prendersi cura della propria mente; dormire come momento dell'attività onirica, spazio del nostro inconscio; giocare come atto creativo che libera la fantasia; meditare come sintonizzarsi con l'Energia Superiore. La presenza, all'ingresso della casa, dell'acqua energicamente trattata, che possiede le frequenze della luce ricorda la fonte di vita universale.

La simulazione della casa del single, allestita per ECOFORUM, parte dall'analisi dei bisogni della domanda abitativa espressi dalla persona che vive sola e offre una risposta alla luce dei criteri della Bioarchitettura. Arch. Franco Ficchì La casa del single

L'analisi delle esigenze spaziali e distributive tiene conto del bisogno primario di relazioni e di ricostruzione e ricarica delle energie fisiche ed

emotive. I vincoli fieristici hanno imposto, in un primo tempo, una divisione tra zona notte e zona giorno, mantenuta nella soluzione definitiva poiché è risultato essere uno stimolo positivo. La tipologia ho voluto fosse la più vicina a quanto viene proposto dal mercato immobiliare: quindi una simulazione reale e non un'invenzione utopistica della casa "ideale". Lo spazio soggiorno fuso con l'ambiente cucina, è il luogo centrale delle relazioni ma anche del relax, della riflessione e della ricarica spirituale. Un grande spazio funzionalmente attrezzato capace di ricreare il microclima necessario per le relazioni, per l'accoglienza e per la privacy. La zona notte, attrezzata con cabina armadio adiacente e scrittoio portacomputer, tiene conto delle esigenze di relazioni e comunicazione virtuale con il mondo "esterno", via informatica, sempre più soddisfatte dal single, o del lavoro «da casa» che per la famiglia mononucleare va diffondendosi velocemente. Altresì è posta l'attenzione sulla necessità di ricarica psico-fisica con la libreria e l'antibagno come una piccola palestra per "l'home fitness». Per gli arredi ho considerato che il single tende a personalizzare il proprio habitat con prodotti capaci di dare individualmente emozioni e che costituiscano una manifestazione della propria personalità: non camere o ambienti "coordinati", ma un insieme organico, gradevole ed equilibrato di individualità. Ho voluto riferirmi e attingere alla produzione di serie, in cui le aziende produttrici oltre ad un elevato design, offrono una vasta gamma di prodotti biocompatibili o ecosostenibili, capaci di risolvere le esigenti e qualificate richieste del single. Quindi mobili ergonomici in legno naturale, mobili in vetro, sedute con imbottiture in waterlily e rivestimenti in cotone naturale, contenitori in O.S.B., strutture in alluminio, poltrona reclinabile, lampade in vetro a risparmio energetico, vernici e finiture naturali.



Gruppo Made, la sensibilità è nei servizi Nel momento di grande trasformazione che sta caratterizzando il settore della distribuzione edile, il Gruppo Made si sta distinguendo per la quantità e la qualità dei servizi che sono oggi a disposizione delle 192 imprese della distribuzione aderenti, per oltre 230 punti vendita in 15 regioni d’Italia. Una massa critica importante, che oltre alle convenzioni con circa 200 produttori nazionali e internazionali, tutti primari marchi nei rispettivi settori di competenza come l’edilizia tradizionale, i materiali e i sistemi bio, le finiture, il noleggio e il colore, può contare su una diversificata varietà di proposte che riconducono ad altrettante opportunità di business. Ai marchi “Livingmade” (per le finiture e i serramenti), “Colormade” (i colori per l’edilizia), “4Rent” (noleggio), “Biomade” (materiali naturali, edilizia sostenibile e risparmio energetico, “La Stafferia” , ovvero tredici centri per la sagomatura a norma del ferro), il Gruppo affianca due centri logistici (Cornaredo - MI e Floriano di Campli –TE, per un totale di oltre 35.000 metri quadrati) che permettono ad ampi bacini di utenza di ottimizzare le scorte di magazzino, oltre a fungere da reale deposito per i materiali ingombranti e a bassa rotazione, a tutto vantaggio di un più razionale utilizzo dello spazio all’interno dei punti vendita. Anche il programma dei centri di logistica non si ferma qui, perché sono già stati identificate nuove aree per completare il servizio, in altre zone d’Italia. La gamma dei servizi si sta ulteriormente ampliando con il “Libero Servizio”, attualmente in fase di test presso sei punti vendita in differenti regioni d’Italia, mentre anche l’Assicurazione sul Credito sta facendo registrare un consenso sempre più ampio della base, tanto da far ipotizzare interessanti sviluppi per tutta la filiera del settore. Fra gli altri obiettivi del Gruppo, il coinvolgimento sempre maggiore dei suoi aderenti sia per quanto attiene alla formazione professionale così come ai mercati emergenti. Fra questi, la bioedilizia è identificata come uno dei più interessanti mercati per il futuro del settore delle costruzioni e oggetto di un recente incontro che ha rappresentato lo spunto per la presentazione del Catalogo “Biomade” e di tutto il marketing a esso collegato. Il Gruppo Made, a sottolineare l’attenzione riservata alla tutela del’ambiente, sta anche lavorando assiduamente alla creazione del servizio dedicato allo smaltimento dei rifiuti in cantiere, per il quale ha già coinvolto gli assessorati interessati della Provincia di Milano, area in cui sarà presto attivato il test del servizio.

Rivendite Biomade La rivendita che oggi si presenta strutturata in ambio Biomade è la rivendita GRUPPO EDILE s.r.l. Referente Valerio Giudice Via Turati 38, 20047 Brugherio (MI) Tel. 039/882071 - Fax 039/884136 gruppoedile@gruppomade.com

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Hanno creduto in una Brianza più sostenibile proponendo all’interno della manifestazione prodotti e servizi: ABITARE BIO AEM ALTERNATIVE ADVANCED ENERGY ARIAMBIENTE BANCA DI CREDITO COPERATIVO DI SESTO SAN GIOVANNI BASF BIOABITARE BIOCALORE BLONDEL BMT IMPIANTI CALOR ECO CONCESSIONARIA ENEL ECOS ENERGIE RINNOVABILI ELCO ELETTRICA ROGENO FISCHER ITALIA GMP ENGINEERING I.E.C IL TAPPEZZIERE JOLLY-MEC CAMINETTI KLIMATIZZANDO LA FILOMETALLICA MIAR OMEGA DESIGN PLCNET AUTOMATION PRESSIANI QUALITY BUILDING REN ELECTRON SERFA SYSTEM SIGENIA-AUBI SONNEKRAFT TENDA POINT TERMOIDRAULICA 2000 THEA UNIMETAL FOTOVOLTAICO UPONOR YATAI EUROPE GROUP BANCA POPOLARE DELL'EMIA ROMAGNA STO ITALIA BIOCALCE GREEN BRAND OF KERAKOLL GROUP BRAVO 8 CASAENERGETICA

edizione 2009

25/27 settembre

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ACTION GROUP AMBIENTE ITLAIA MONDOBIOLOGICO ITALIANO GUIDA EDILIZIA AAM TERRANUOVA NII PROGETTI EDITORIALE DELFINO PRESENZA TECNICA IN EDILIZIA EDIZIONE AMBIENTE CR CORPORATE BENESSERE WEB CASABENESSERE GLOCTV ASSIMPREDIL ANCE ACE ADICONSUM APAC FIMAA ICILA QUADRIFOGLIO 50 APA ISES ITALIA ISTITUTO IETI UNIVERSITA' BICOCCA ITS MOSE' BIANCHI GRISS AGENZIA INNOVA 21 BOMA AMICA BRIANZA AGENDA 21 INTERCOMUNALI PROVINCIA DI MILANO – NUOVO PROGETTO MONZA E BRIANZA

tema del convegno della prossima edizione: «salubrità e costruzioni sostenibili in Brianza»

in collaborazione con la rivista

PalaCandy Monza (MB)

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Progetto Lissone Spa

Via Maggiolini 19 20035 LISSONE MI Tel. 039-2454274 Fax 039-4658742 E-mail info@progettolissone.it Web www.progettolissone.it


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