L'eco della pista n. 7

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L’eco della pista - Rivista d’informazione aeronautica

che era ai comandi del Cessna, perirono altre cinque persone, tra cui alcuni esponenti dell’amministrazione comunale. Dal giorno della tragedia il Comune di Cortina, proprietario dell’aeroporto, decise di chiudere definitivamente l’impianto e il sindaco della città, a causa dell’incidente, dovette affrontare un lungo iter giudiziario risoltosi nel 1984 con la sua piena assoluzione e la fine di un incubo. Negli anni ‘80 diversi imprenditori tentarono di convincere il Comune a riaprire l’aeroporto, ma senza successo e da allora l’impianto, pur rimanendo segnalato come aeroporto, e dotato della sigla ICAO “LIDI”, fu vietato agli aeroplani ma restava aperto al traffico degli elicotteri. Difatti dal 1985 al 2001 ha operato la Elidolomiti, a cui è subentrata la società Elifriuli, che ha gestito quasi in esclusiva il lavoro aereo fino al 2009, anno in cui si è traferita a Vigo di Cadore. Nel 2003, con un’ordinanza comunale, la vecchia pista in asfalto del “S.Anna”, è stata destinata ad area di sosta per camper e roulotte, con l’applicazione, nella sola stagione estiva, di una tariffa di 12 euro per ogni mezzo parcheggiato nelle 24 ore. Col passare degli anni e con i normali avvicendamenti delle amministrazioni comunali, si è riaffacciata l’idea di riaprire lo scalo cortinese. I tempi erano maturi e il Comune si rese promotore di un’iniziativa testa a rilanciare e risistemare radicalmente l’impianto, trasformandolo in un vero e proprio eliporto. La gara relativa al progetto per la progettazione, risistemazione dell’area e la gestione dell’impianto, è stata vinta in epoca recente da una “associazione temporanea di imprese”, tra cui figura come capofila la società Esperia Aviation Services SpA di Roma, in partnership con M.S.T. Srl e Agusta Westland SpA, che ha ottenuto la concessione

(foto de Bernardi) La com.te de Bernardi con i piloti di montagna a Cortina

dello scalo per trent’anni. Tra i lavori previsti, che comportano una spesa di oltre 1 milione e 200mila euro, interamente a carico della Esperia e delle associate, figurano la riqualificazione della struttura servizi destinata all’accoglienza dei passeggeri, la ristrutturazione dell’hangar, delle bretelle di rullaggio e la costruzione di una piazzola per il volo notturno. In merito a questo importante piano di rinnovamento, abbiamo scambiato qualche parola con il Comandante Paul Frei di Bolzano, responsabile sicurezza e gestione operativa dell’eliporto di Cortina, profondo conoscitore delle Dolomiti e dello scalo cortinese, con un’esperienza di volo in elicottero quarantennale, già accountable manager e direttore del Nucleo elicotteri dei Vigili del Fuoco della Provincia Autonoma di Trento e dell’Airviaggi San Raffaele Srl dell’omonimo ospedale milanese, ora consulente di Agusta Westland SpA , incaricato dalla stessa a seguire l’iter certificativo dell’eliporto e a provvedere alla sicurezza e alla gestione operativa dei primi tre anni. Comandante Frei è così pericoloso come dicono l’aeroporto di Cortina per i piloti di ala fissa? «Credo non si possa parlare di aeroporti pericolosi, semmai di aeroporti, che per le loro caratteristiche ambientali richiedono che il pilota abbia svolto un particolare addestramento al volo in montagna, conosca bene la meteorologia, conosca molto bene le prestazioni del suo mezzo e che rispetti le regole e le procedure di volo. L’incidente del 1976, nel quale perirono oltre al pilota alcuni componenti del Consiglio Comunale di Cortina, non è av-

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600mila chilometri, con circa 20mila passeggeri all’attivo. Nel corso di quegli anni Aeralpi ebbe un solo incidente, causato dalla fitta nebbia che gravava al momento sulla zona e per la mancanza di radio assistenze. Nel 1968 la scomparsa del socio di maggioranza della società Aeralpi, il conte Cesare Acquarone (ucciso dalla suocera a colpi di pistola ad Acapulco, in Messico, ndr) determinò un rapido deterioramento e poi il fallimento della compagnia per mancanza di un appoggio economico; anche la pista di Fiames non ebbe destino migliore, difatti fu chiusa definitivamente in seguito ad alcuni incidenti occorsi a velivoli da turismo, tra cui quello dove trovò la morte Cesare Rosà, l’anzidetto promotore dell’impianto cortinese. Bisogna aspettare la fine del 1975 per rivedere un aeroplano in pista a Cortina. Per alcuni mesi fu organizzato con successo un servizio di aerotaxi per Milano, Bolzano e Venezia. Poi l’ennesima sfortuna: un grave incidente aereo avvenuto il 31 maggio 1976 al Cessna U206F Stationair, marche I-CCAM, di proprietà del titolare della società di gestione dell’impianto cortinese, segnò nuovamente il destino dell’aeroporto “S.Anna” di Fiames. Dalle indagini emerse che l’incidente era stato condizionato dall’inadeguata esperienza del pilota (questi aveva maturato complessivamente 230 ore di volo, prevalentemente fatte in pianura, di cui solo tre ai comandi dell’aereo precipitato, ndr), dalle condizioni meteorologiche proibitive al momento del disastro e anche dal peso dell’aeroplano decollato a pieno carico. Assieme al gestore dell’aeroporto di Cortina,

(foto de Bernardi) La vecchia pista sbarrata da alcuni tronchi e il parcheggio

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