Quaderni di birdwatching n10 2013

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Q TASSONOMIA B

C’era una volta la Sterpazzolina Una sfida al limite tra le specie

L

a confusione tassonomica che ha contraddistinto questo passeriforme è un ottimo esempio di come possa essere fuorviante basare la sistematica sui caratteri morfologici e di come le sorprese possano giungere anche da aree geografiche ben indagate. Il caso più emblematico è rappresentato dalla Sterpazzolina di Moltoni, Sylvia subalpina (sin. Sylvia moltonii), descritta come sottospecie negli anni Trenta, ritenuta in seguito non più valida fino agli anni ’90 e recentemente definita specie a sé stante ed entità maggiormente diversificata dalle altre nell’ambito del complesso di specie Sylvia cantillans. Quella che una volta era la specie Sylvia cantillans, infatti, appare ora come un complesso di specie. I complessi di specie offrono spesso un interessante esempio di progressiva differenziazione tra taxa affini, e la sterpazzolina non fa eccezione; ciò che la rende però un po’ eccezionale è che l’interessante campionario di divergenza si ritrova in un areale piuttosto ristretto, coincidente, di fatto, con il bacino del Mediterraneo. Tolta la Sterpazzolina di Moltoni, le altre popolazioni di S. cantillans si possono ricondurre ad (almeno) altri due gruppi principali. Un gruppo ha una distribuzione che interessa la porzione occidentale del bacino del Mediterraneo e comprende le popolazioni tradizionalmente attribuite alla sottospecie nominale S. c. cantillans e, verosimilmente, quelle nordafricane (S. c. inornata, per le quali mancano dati genetici a supporto della parentela, ipotizzata in base a morfologia e distribuzione, con le popolazioni franco-iberiche). L’altro gruppo comprende le popolazioni della parte centro-orientale del Mediterraneo e include la popolazione dell’Italia continentale e della Sicilia (abitualmente attribuite a S. c. cantillans, come

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di Mattia Brambilla le popolazioni franco-iberiche, dalle quali risultano però ben differenziate, soprattutto a livello genetico), e quella dei Balcani (sottospecie S. c. albistriata). Questi due gruppi, occidentale e orientale, rappresentano indubbiamente due “specie filogenetiche” e il trattamento sistematico più adeguato per loro è probabilmente l’assegnazione a due distinte specie (o meglio ancora, a due allospecie facenti parte della stessa superspecie - vedi box), anche in ragione del fatto che recenti evidenze di campo mostrano una differente reazione al canto del proprio e dell’altro gruppo, a riprova di un possibile isolamento riproduttivo su base etologica, suggerendo ulteriormente l’opportunità di separare le due entità (M. Brambilla & D. Nespoli, dati inediti). L’Italia rappresenta il punto di incontro o di minor distanza tra tutti i taxa del complesso. S. subalpina (presente in Sardegna, Arcipelago Toscano e Italia centro-settentrionale) si rinviene in sintopia (presenza negli stessi posti, nello stesso habitat) con S. cantillans in diversi siti in Lombardia, EmiliaRomagna, Toscana, Umbria e probabilmente anche in Piemonte e Liguria. La sottospecie S. c. albistriata nidifica nell’estre­ mo nord-est del Paese; con individui/coppie sparsi è presente anche in alcune aree del centro-sud. Coppie nidificanti attribuibili al gruppo occidentale sono invece presenti in Piemonte e Liguria occidentali. A eccezione (forse) di S. c. inornata (la cui presenza nel sud non può essere esclusa in base alle conoscenze attuali), tutte le varie “forme” di Sterpazzolina sono quindi presenti in Italia. Questa compresenza rende particolarmente interessante lo studio di questi uccelli nel nostro Paese, e al tempo stesso richiede attenzione e cautela nell’attribuzione specifica o sottospecifica di individui appartenenti a S. cantillans (senso lato) osservati in Italia.


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