TIME OUT - N.39 Ottobre 2017

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N. 39 - OTTOBRE 2017

BENTORNATI IN FAMIGLIA La squadra, i volti nuovi (o i ritorni come Uglietti), le avversarie, riecco il campionato

CAPPELLO IMPIANTI I calciofili convertiti ai canestri BEAUTYMED Ecco gli alimenti da avere sempre in frigo per un’alimentazione equilibrata FATTI AD ARTE L’artigianato artistico protagonista negli antichi palazzi del Piazzo


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VI PRESENTIAMO LA JAZZ BAND Il terzo anno di Ferguson. E i suoi compagni di avventura di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Un nuovo americano, una vecchia conoscenza per il quintetto, una per la panchina e un sesto uomo preso dalla serie A: ecco i profili dei dieci giocatori del roster rossoblù. Se volete un soprannome per l’Eurotrend Biella che sta per cominciare la stagione, perché non scegliere Jazz Band?. Già, perché Ferguson non solo sarà il direttore d’orchestra ma entra nella ristretta cerchia di americani che hanno vestito per almeno tre stagioni la divisa rossoblù. Lo farà anche da capitano, affiancato da una squadra che avrà tre quinti di volti nuovi tra i titolari ma anche un maggiore tasso di esperienza. Bowers e Chiarastella sono over 30 e Lorenzo Uglietti è cresciuto da quando ha lasciato il settore giovanile rossoblù per maturare a Latina. Ecco la squadra ai raggi x, elemento per elemento. 3 Jazzmarr Ferguson Tre come il numero di maglia, tre come le stagioni in rossoblù: sembra impossibile per una squadra come Biella trattenere così a lungo un giocatore che è stato prima top scorer del campionato e poi sul podio dei migliori giocatori. Invece ancora una volta si sono incontrate le due volontà, quella di Jazz di restare in un ambiente sereno e in un sistema dove è leader e quella del club di ripartire con un punto di riferimento di quel calibro. Il suo ruolo cambierà ancora un poco: più portatore di palla (non ci sono più i minuti di Venuto) e meno uscite dai blocchi. E sarà anche capitano, un ruolo che tra gli americani è toccato solo ad Alex Bougaieff (ad interim, quando Fabio Di Bella era infortunato nel 2004/2005) e a Joe Smith. Nel 2016/2017: Angelico Biella (A2), 20,4 punti, 2,6 rimbalzi, 4,5 assist

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12 Albano Chiarastella «La volontà è più forte del dovere» è la frase che l’italo-argentino ha usato nella sua lettera d’addio ad Agrigento, dove è rimasto per sei stagioni, sfiorando una promozione in A nell’anno della finale persa con Torino, e diventando capitano e bandiera. La frase è di Franco Ciani, che lo ha allenato per tutto il periodo della sua permanenza in Sicilia, dove lo soprannominavano “il re leone”. Lungo atipico, con la grinta a sopperire a qualche centimetro in meno, ma anche per questo versatile, è un combattente e un gran difensore, in grado di farsi trovare pronto anche nell’altra metà campo. Ha rischiato di incrociare nei playoff 2016 Jazz Ferguson. Ma mentre il suo nuovo capitano giocava (e perdeva) la serie playoff con Mantova, il trentaduenne di Bahia Blanca – la città di Manu Ginobili – era ai box per un infortunio che gli fece terminare in anticipo la stagione. Nel 2016/2017: Moncada Agrigento (A2), 6,9 punti, 4,6 rimbalzi, 1,5 assist

15 Tim Bowers Caserta, Venezia, Torino, Ferentino, Jesi, parentesi in Grecia e due coppe d’Israele vinte con l’Hapoel Gerusalemme: Tim Bowers non ne ha ancora abbastanza di sfide dalle parti del canestro. Classe 1982, al college con Mississippi State, da quelle parti ha mantenuto la sua residenza in Usa e con The Bowers Basketball Group organizza progetti legati allo sport per bambini e ragazzi. È alla quattordicesima stagione da professionista. Le cifre dell’anno scorso sono state mostruose, da vero leader, e a Biella garantirà efficacia in tre ruoli e mezzo: può valicare la metà campo palla in mano, partire da guardia o ala piccola, ma anche contendere rimbalzi e costruirsi tiri (o assist) spalle a canestro. Seguitelo sui social: gli capita di pubblicare video dal ritiro, in cui spiega che coach Carrea è “cool as a fam” (figo come uno della nostra famiglia) e il suo motto su Twitter è «Posso fare ogni cosa attraverso Cristo, che mi rende più forte». Nel 2016/2017: Termoforgia Jesi (A2), 17,8 punti, 6,4 rimbalzi, 6,1 assist

18 Luca Pollone

16 Lorenzo Uglietti L’anno scorso qualcuno pensava a lui con rimpianto: perché aver lasciato partire un giocatore cresciuto a Biella e diventato così forte? Perché era l’anno delle scelte, quello della ricostruzione dopo la retrocessione. E lui, da leader dell’Under 19 aggregato alla prima squadra, finì nella lontana Latina. Fu la sua fortuna: ci è rimasto quattro stagioni, dalla B alla A2, conquistando minuti in campo ogni anno, nonostante si salisse di categoria, oltre alla fascia di capitano, portata l’anno scorso. Il giocatore che torna a Biella tira con il 50% da due, sa farsi valere in uno contro uno partendo dal palleggio e non disdegna i passaggi smarcanti, di quelli che piacciono a Carrea. Con Niccolò De Vico, grande amico dai tempi della squadra juniores e di Federico Danna, è quasi un passaggio di testimone. Nel 2016/2017: Benacquista Latina (A2), 10,3 punti, 3,3 rimbalzi, 2,8 assist

L’anno scorso era una scommessa, perché con lui e Wheatle a questo punto della stagione si immaginava una squadra dalla panchina troppo corta. La scommessa è stata vinta, dati i suoi 13 minuti abbondanti a partita. Ma non bisogna smettere di crescere. In grado di giostrare in tre ruoli, da play, guardia o ala piccola, dovrà dare un contributo ancora più pesante alla squadra. Le sue chiavi? Il coraggio, acquisito partita dopo partita, il tiro (ma avrebbe fisico per osare di più in uno contro uno) e la difesa. L’unico segreto per fare il salto di qualità è il lavoro. Chi ci ha provato prima di lui (Lombardi e De Vico su tutti) ha trovato la sua strada così. Nel 2016/2017: Angelico Biella (A2), 3,1 punti, 1,7 rimbalzi, 0,6 assist

24 Carl Wheatle Se alla sua età arriva alla convocazione all’Europeo senior passando dalla prima stagione nel roster di una squadra “di adulti”, vuol dire che di stoffa ce n’è per rifornire un lanificio. Senza l’infortunio serio al ginocchio, avrebbe assaggiato un livello che non conosceva ancora. Invece deve iniziare la stagione guardando le partite dalla panchina, a inseguire per recuperare. Anche per lui vale la regola del lavoro, l’unico modo per migliorare le qualità che ha già mostrato nella stagione passata. La faccia tosta di dare un apporto decisivo con la patente dell’under ce l’ha già. Nel 2016/2017: Angelico Biella (A2), 5,3 punti, 3,5 rimbalzi, 0,9 assist

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33 Giorgio Sgobba Scuola Mens Sana Siena, un’esperienza difficile con Walter Santarossa come capitano a Lucca in una stagione che non finì per il fallimento della squadra, un anno da comprimario a Brindisi: è stato il primo acquisto dell’estate di Marco Sambugaro. Da lui ci si aspetta un contributo da sesto uomo, quello che arrivava da Udom l’anno scorso. Per farlo dovrà abituarsi in fretta a un minutaggio più alto rispetto a quello della passata stagione a Brindisi, quando era ai margini delle rotazioni. Quando troverà il ritmo partita, ha armi da spendere per rendersi utile alla causa. Nel 2016/2017: Enel Brindisi (A), 0,9 punti, 0,3 rimbalzi, 0 assist

25 Andrea Danna Bentornato Dod, mister affidabilità. Nel 2014/2015 era il backup di Tommy Laquintana, e fece più di quanto ci si aspettava da lui, compresa la soddisfazione di entrare nel tabellino dei marcatori in Eurochallenge, nella cavalcata esaltante nel torneo continentale, chiuso con l’imbattibilità casalinga. Da allora ha vissuto una stagione in C nella seconda squadra di Capo d’Orlando e una in B con Cecina. Conosce l’ambiente, sa che cosa significhi lavorare sodo. Per ora è a gettone, in attesa del rientro di Wheatle. E gli è bastata un’amichevole per stare in campo più di un decimo uomo. Nel 2016/2017: Cecina (B), 6,5 punti, 2,1 rimbalzi, 2,6 assist

27 Luca Rattalino

32 Amedeo Tessitori Quella passata è stata la sua prima stagione giocata davvero dall’inizio alla fine, dopo troppi anni sprecati tra serie A, prestiti e americani che stavano in campo al posto suo. La classe e i muscoli non mancano. Con lui Biella ha riacquistato un gioco spalle a canestro che non si vedeva con tanta costanza dai tempi di Garri e Brunner. Il suo pick and roll è un’arma. E guai a lasciarlo libero da fuori. Succede che segni anche lontano dall’area. Quello che è mancato è stata la continuità, unita alla precisione. E alla concentrazione nella gestione dei falli, che troppo spesso hanno ridotto il suo minutaggio. Sarà una delle chiavi della stagione, ora che non c’è più Hall. Nel 2016/2017: Angelico Biella (A2), 11,9 punti, 5,3 rimbalzi, 0,7 assist

È il più alto della squadra e, ora che Mike Hall e i suoi quasi 40 minuti a partita non sono più nel roster, dovrà fare anche lui un passo avanti, come gli altri Under 20. Ha doti fisiche e mano morbida. Ma come ogni centrone, è fondamentale l’esperienza nel fare a sportellate sotto canestro per diventare un giocatore vero. E quella arriva solo con i minuti contro gente esperta alla Mitch Poletti o saltatori come Will Mosley. Minuti che dovranno arrivare per forza, quando coach Carrea si volterà verso la panchina in cerca di muscoli. La riconferma però è un segno: su di lui si nutre fiducia. Nel 2016/2017: Angelico Biella (A2), 1,4 punti, 1,1 rimbalzi, 0,2 assist

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I calciofili convertiti ai canestri La Cappello Impianti e una famiglia che preferiva un altro pallone. Fino al 2013... di R.T., fotografie d’archivio

L’azienda di Mongrando, specializzata in impianti elettrici, termici, idraulici e in energie alternative, è al fianco di Pallacanestro Biella per la quarta stagione. «Ci ha conquistato l’entusiasmo e l’ambiente intorno alla squadra». Alla Cappello Impianti perfino il logo dell’azienda è rosso e blu ma giurano che si tratti solo di un caso. «Anche se» sorride Gianni Cappello, titolare con il socio Moreno Guglielminotti dell’impresa creata dal padre Bruno «è una coincidenza che calza proprio a pennello». L’azienda di Mongrando, specializzata in impianti elettrici, termici, idrosanitari e in energie alternative, sta per iniziare la sua quarta stagione al fianco di Pallacanestro Biella. Quando iniziò la partnership «la chiave fu l’entusiasmo» confessa il titolare. «Quello attorno alla squadra, quello dei tifosi e della città intera. È importante che gli imprenditori del territorio, quando possibile, sostengano le squadre che crescono». E dire che la famiglia nasce con altre passioni, quella per il calcio in particolare. «Siamo sempre stati calciofili» racconta Gianni. «Mio padre è stato a

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lungo patron della squadra di calcio di Mongrando. E mi ricordo da ragazzino lo stadio La Marmora pieno ai tempi della Biellese in serie C». Ora lo stesso entusiasmo si respira al Forum. E chi non lo aveva mai visto prima non poteva che

restarne colpito. «Quello che mi ricordo della mia prima partita sulle gradinate in casa è stato proprio il calore del pubblico e in particolare della curva». Difficile non rimanerne conquistati: «Non solo» aggiunge Gianni Cappello. «L’ambiente


della società e sano e positivo, davvero come una famiglia, come dice lo slogan usato l’anno scorso». Furono Lino Riccelli e Niccolò Bosio a convincere la famiglia e l’azienda a legare il loro marchio al club rossoblù: «Era l’anno dopo la retrocessione ma si respirava la voglia di rinascita. Non lo abbiamo percepito come un salto nel buio». I risultati hanno dato ragione a quella premonizione: nel primo anno playoff e Coppa Italia e soddisfazioni sparse per le stagioni seguenti. Abbastanza per far accantonare per un po’ la passione per il calcio. E abbastanza per provare a fare da esempio agli altri imprenditori del territorio, sempre troppo pochi rispetto alle potenzialità della provincia, e rispetto ai casi di altre città. «Ho frequentato spesso Verona» spiega Gianni Cappello. «È certamente una città più grande. Ma nonostante questo ha due squadre nella serie A di calcio, ha la pallavolo ad altissimo livello, ha una squadra ambiziosa nella pallacanestro. E le aziende sostengono le belle realtà della città, aiutandole a restare ad alto livello. A Biella ci sarebbero energie a sufficienza per la nostra squadra di pallacanestro ma anche per riportare il calcio ai livelli a cui la sua storia nemmeno così lontana ci aveva abituato. Ora la squadra è in ripresa, me ne sono accorto tornando allo stadio. Le auguro ogni fortuna». Nel frattempo, però, ci sono altri successi da raggiungere, come azienda innanzitutto. «Siamo specializzati in ogni tipo di soluzione a problemi di impianti, da quelli più complessi a quelli più banali come l’installazione di un cancello elettrico o la sostituzione di una caldaia. Lavoriamo sia per privati nelle loro case sia per le industrie o, in associazione

con altre imprese, per lavori pubblici». L’impresa di Mongrando si occupa di impianti elettrici, dai sistemi più complessi alle installazioni di antifurto, dalle antenne tv al telecontrollo, di impianti termici per il riscaldamento, di quelli idrosanitari compresi i dispositivi antincendio, fino all’installazione di sistemi che utilizzano le energie alternative dal solare al geotermico. «Siamo mongrandesi fino al midollo» sorride Luigi Cappello. «Anche i nostri dipendenti sono in stragrande maggioranza originari di qui». Ora in famiglia sono anche rossoblù fino

al midollo, da quella partita del 2013 in cui iniziò la partnership tra squadra e azienda ma anche una piccola storia da tifosi. «Non andiamo in trasferta, ma al Forum ci siamo ogni volta che possiamo. I giocatori preferiti? Ferguson, senza dubbio, che entusiasma sempre. E poi degli anni passati ricordo con piacere Mike Hall o Marco Venuto. Ma soprattutto voglio sottolineare la presenza dei nostri giovani in prima squadra, quelli come Luca Pollone. Vederli in campo è il segno che alle spalle della A2 c’è un settore giovanile che lavora benissimo».

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Lungo, difficile, faticoso, equilibrato Ecco il girone Ovest di A2 edizione 2017/2018 e le sue protagoniste di Giampiero Canneddu, fotografie Cagliari Dinamo Academy - Roberto Tronci

Trasferte lunghe, squadre blasonate (da Siena a Reggio Calabria e Roma), società emergenti (Legnano, Eurobasket, Tortona), il ritorno di Napoli e la novità di Cagliari: le quindici rivali dell’Eurotrend Biella passate ai raggi x. Se il girone Est è un’arena di boxe, con i pesi massimi pronti a incrociare i guantoni, quello Ovest è sempre di più una maratona: colpa dei chilometri (e dei soldi) necessari per le lunghe trasferte. A quelle in Sicilia, in Calabria, Lazio e Campania, quest’anno si è aggiunta Cagliari, squadra che ha preso il posto della scomparsa Ferentino. Il tutto mentre nell’altro raggruppamento la distanza massima è quella che separa Udine e Roseto e si vive il paradosso di Bergamo e Treviglio, separate da una trentina di chilometri e in due gironi diversi. All’Eurotrend restano due i derby, contro Casale e contro Tortona. E tante sfide storiche. Conosciamo le avversarie da vicino, una per una.

Moncada Agrigento La stagione scorsa era finita con la tempesta, con il presidente Moncada che aveva annunciato di voler lasciare il basket. Per il

12Tim Bowers in un’azione difensiva

bene della Fortitudo e del movimento ha cambiato idea. Ma della squadra che nel 2015 contese a sorpresa a Torino la promozione in serie A è rimasto solo Evangelisti, che a Torino era stato capitano. Via De Laurentiis, Chiarastella e Piazza, c’è però un ritorno di peso. L’americano Pendarvis Williams, guardia dalle potenzialità offensive notevoli, era passato dalla Sicilia proprio nel 2014/2015. Zugno, scuola Cantù, sarà il play titolare, l’ex Biella Paolo Rotondo il centro, l’ala forte Jalen Cannon proveniente dalla seconda lega israeliana è il secondo Usa. In panchina sono pronti Pepe (da Pescara, serie B), Guariglia (da Reggio Calabria) e Lovisotto, da Trento ma cresciuto nel vivaio di Treviso. Quintetto base: Zugno, Williams, Evangelisti, Cannon, Rotondo.

Pasta Cellino Cagliari Nella A2 Ovest “isole comprese” mancava giusto la Sardegna: è arrivata per la decisione di Stefano Sardara, patron della Dinamo Sassari, di aprire una squadra satellite nel capoluogo di regione. In attesa di capire come la prenderanno i cagliaritani, che con Sassari hanno una fiera e storica rivalità di campanile, in panchina

siede Riccardo Paolini che portò alla salvezza la Pesaro di Tommo Raspino. Nel roster spiccano i giovani talenti di Michele Ebeling (niente male agli Europei Under 18) e Lorenzo Bucarelli, l’anno scorso a Siena. Roberto Rullo e Mirco Turel hanno il tiro da tre come specialità della casa. Marco Allegretti, che Danna allenò a Borgomanero, è l’uomo di esperienza. Dagli Usa sono arrivati il play Keene, un rookie da 30 punti a partita nel college, e il centro Stephens, con esperienze in Francia, Turchia e Giappone. Completano il roster l’ex veronese Rovatti e il play Bonfiglio. Quintetto base: Keene, Rullo, Bucarelli, Allegretti, Stephens.

Novipiù Casale Monferrato Dopo un anno un po’ in altalena, i “cugini” hanno scelto la continuità: riecco quindi Martinoni (settima stagione in Monferrato), Severini, Tomassini, Blizzard e i talenti Denegri, Valentini e Bellan. Uno dei due stranieri promette di essere una delle migliori prese del campionato: Jamarr Sanders giocò a Veroli alla corte di coach Ramondino una stagione da oltre 14 punti e 5 rimbalzi di media, un trampolino di lancio che lo ha portato anche a Trento e in


Tessitori a canestro osservato da Giorgio Sgobba

Bundesliga con Bonn. È quasi una tradizione avere un europeo nel secondo slot riservato agli stranieri: quest’anno tocca ad Aleksandar Marcius, colosso croato da 208 centimetri, reduce dalla seconda lega spagnola. Quintetto base: Tomassini, Sanders, Blizzard, Martinoni, Marcius.

Benacquista Latina Volti noti in abbondanza in canotta bianconera: la sparizione di Ferentino ha fatto sì che il club puntasse su B.J. Raymond, che così si è spostato solo di pochi chilometri nel Sud del Lazio. E poi c’è Marco Laganà, che ha due infortuni e una passata stagione, vissuta con tre maglie diverse da cancellare. La garanzia di continuità in panchina è data da coach Franco Gramenzi. Il suo secondo straniero è il centro lituano Drungilas, reduce dal titolo di giocatore dell’anno della massima serie ungherese. Andrea Saccaggi, ex Agrigento e Treviso, è una garanzia così come Tavernelli, rientrato dal prestito a Trapani. Pastore, l’enfant du pays, è il nuovo capitano. Quintetto base: Laganà, Saccaggi, Raymond, Allodi, Drungilas.

Legnano Basket Knights Confermare i due americani (la Biella del 2016/2017 insegna) ha due significati: vuol dire che sono stati di rara efficacia e vuol dire che la squadra parte con un’ossatura consolidata, pronta a scattare dai blocchi come un centometrista. La Legnano che si è tenuta stretta Nikolas Raivio e Will Mosley si candida a essere più di una sorpresa come per tre quarti della scorsa stagione. Il play Zanelli, l’ala Martini e l’ex rossoblù Federico Maiocco fanno parte dei riconfermati. Insieme a loro lotteranno per minuti sul parquet il play Tomasini (ex Valsesia), il lungo Rei Pullazi, strappato alla neopromossa Ber-

gamo e soprattutto il miglior giocatore della B dell’anno scorso Daniele Toscano. In panchina siede ancora Mattia Ferrari. Quintetto base: Zanelli, Raivio, Toscano, Pullazi, Mosley.

rentino, per il settore lunghi mentre da Piacenza è sbarcata la guardia Rossato. Quintetto base: Caroti, Roberts, Fabi, Benvenuti, Pacher.

Cuore Napoli

Leonardo Nunzi, coach per la quarta stagione, ha una squadra tutta nuova rispetto alla stagione passata: Juan Carlos Casini è uno dei pochi volti noti, circondato da innesti di peso. Zaid Hearst è il numero uno di questi, reduce da una stagione da top scorer della seconda divisione spagnola. L’altro americano, Chris Davenport, invece è un rookie. Claudio Tommasini è un play affidabile. Giovanni Carenza arriva da due stagioni ad Agropoli, mentre Norman Hassan l’anno scorso era a Forlì. La guardia Conti (scuola Virtus Bologna), il play Savoldelli e il lungo Marini completano il roster. Quintetto base: Tommasini, Hearst, Hassan, Marini, Davenport.

I tifosi partenopei sperano che sia la volta buona, dopo un’altalena di società e fallimenti che ha coinvolto, suo malgrado, due stagioni fa anche l’ex rossoblù Simone Berti. La squadra si presenta in A2 dopo aver battuto Bergamo nello spareggio-playoff. Mimmo Marzaioli è il volto noto, già nel roster nella passata stagione in B. Coach Francesco Ponticiello è all’esordio nella categoria. I suoi stranieri saranno Kerry Carter, 25 punti di media nella seconda lega tedesca, e il centro croato Hrvoje Vucic, 16,1 punti nella A del suo paese. Tra i confermati ci sono anche il lungo Mastroianni e il serbo di formazione italiana Stefan Nikolic. Tra i nuovi il campione d’Italia Under 20 del 2016 Fioravanti, il napoletano di nascita Bruno Mascolo e il prospetto Guglielmo Caruso, entrambi di scuola Pms Torino. Quintetto base: Mascolo, Carter, Fioravanti, Mastroianni, Vucic.

Viola Reggio Calabria Dopo un anno di sofferenza più che di gioia, la storica squadra neroarancio si è messa nelle mani di Marco Calvani, uno che ha giocato anche una finale playoff in A. L’italo-argentino Agustin Fabi, il giovane play diventato titolare a stagione in corso Lorenzo Caroti, l’ala Patrick Baldassarre e il giovane Taflaj sono le conferme. Dagli Usa sono arrivati Andrew Pacher, ala forte reduce da una stagione in Ungheria, e Chris Roberts, preso dalla serie A (giocava a Pistoia). Marco Passera, già promosso con Brescia, è il play d’esperienza. Lorenzo Benvenuti arriva da Fe-

Npc Rieti

Leonis Eurobasket Roma Obiettivo numero uno, sovvertire le gerarchie in città, dove il basket è da quarant’anni quasi solo Virtus: l’Eurobasket per farlo non ha badato a spese. Ha confermato l’americano Michael Deloach per cominciare, e non è cosa da poco. Gli ha affiancato DeShawn Sims in uscita da Rieti. E la pattuglia italiana ha aggiunto il talento del play Alessandro Piazza, già bandiera di Agrigento, e i muscoli sapienti di Mitch Poletti. Il recupero di capitan Bonessio, fermato da un infortunio serio alla fine della scorsa stagione, e l’arrivo di Frassineti da Legnano ne fanno una delle possibili favorite a Ovest. È una conferma anche quella di Alex Righetti, che dopo il ritiro è passato in panchina, nel ruolo di assistente di coach Davide Bonora. Quintetto base: Piazza, Deloach, Frassineti, Sims, Poletti.

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Lorenzo Uglietti in palleggio

Virtus Roma

Soundreef Mens Sana Siena

Lighthouse Trapani

Gli americani sono nuovi, ma le riconferme sono tante a partire da quella di coach Fabio Corbani che al primo tentativo nella Capitale ha regalato almeno i playoff alla squadra che ha in bacheca anche scudetto e Coppa Campioni. Con l’ex Massimo Chessa, il recupero di Benetti dopo l’infortunio che gli ha fatto saltare metà della scorsa stagione, Tommaso Baldasso, Aristide Landi, Jacopo Vedovato e l’eterno Maresca, l’ossatura è la stessa. Dagli Usa sono sbarcati l’ala piccola Aaron Thomas, che finora si è diviso tra Germania e D-league, e il lungo Lee Roberts, che ha esperienze tra Argentina e Australia. L’unico arrivo italiano è il ventenne Alessio Donadoni, ex Faenza in serie B. Quintetto base: Baldasso, Chessa,Thomas, Roberts, Landi.

C’è un presidente nuovo, che conosce il mondo dei media, come Guido Bagatta. Per questo le sue prime parole sono state a effetto: «Sogno Siena in finale scudetto fra tre anni». Per riuscirci la squadra ha confermato Giulio Griccioli in panchina e ha fatto innesti importanti: confermati Saccaggi, Cappelletti (fermo da novembre) e Vildera, sono arrivati Daniele Sandri, ex Torino e Roma, il tiratore scelto Andrea Casella, l’anno scorso a Mantova, e Federico Lestini, nella scorsa stagione a Matera. Dagi Usa ecco Elston Turner, da tre stagioni in A tra Brindisi e Cremona, e Devin Ebanks, tre anni in Nba con i Lakers. Attenzione ai due giovani montenegrini Cepic e Simonovic. Quintetto base: Saccaggi, Turner, Sandri, Lestini, Ebanks.

Givova Scafati

Bertram Tortona

Doveva essere una favorita l’anno scorso, invece si è salvata solo ai playout. Quest’anno ci riprova e, roster alla mano, sembra difficile che possa fallire di nuovo. Prima le conferme, a cominciare dall’ex Pesaro Crow, dallo jesino trapiantato in Campania Santiangeli e dal lungo Ammannato. Gabriele Spizzichini ha vinto il double promozione-Coppa Italia (ahinoi...) con la Virtus Bologna della passata stagione. Gabriele Romeo, scafatese di nascita, è di ritorno da Agropoli. Alex Ranuzzi arriva da Imola dove segnava 11 punti a partita. Il duo americano è composto da Anthony Miles, 15,5 di media nel campionato lettone, e da Brandon Sherrod, a Roseto nell’ultima stagione. Coach Gianni Perdichizzi resta una garanzia. Quintetto base: Miles, Crow, Santiangeli, Sherrod, Ammannato.

La rivoluzione bianconera, dopo la stagione positiva 2016/2017, ha lasciato solo Luca Garri della squadra dell’anno passato. È cambiato anche l’allenatore: Lorenzo Pansa, ex Valsesia e Pms Moncalieri, fa il suo esordio in categoria sulla panchina che fu di Demis Cavina. Tra i volti noti ai biellesi c’è Marco Spanghero: sua la tripla di tabella che portò ai supplementari la finale di Coppa Italia con Trento. Francesco Quaglia, l’anno scorso a Cantù, e Nicola Mei, da Roseto, portano esperienza di categoria. Dagli Usa è arrivato Melvin Johnson, l’anno scorso tra Varese e Forlì. Ma soprattutto è stato firmato Paulius Sorokas, uno dei migliori stranieri della passata stagione quando era a Treviglio. Quintetto base: Spanghero, Mei, Johnson, Sorokas, Garri.

Lo sguardo rischia di essere catturato da quello alto con le braccia lunghe in panchina: Gregor Fucka, monumento del basket italiano, è il nuovo assistente del coach Ugo Ducarello, confermato. L’obiettivo è puntare in alto, come nelle passate stagioni, provando a evitare le delusioni. Le spalle larghe di Andrea Renzi, alla quarta stagione in Sicilia, porteranno anche la fascia da capitano. Bossi rientra dal prestito a Trieste, dove ha sfiorato la promozione. Sono confermati Viglianisi e Ganeto, mentre alla truppa italiana si è aggiunto Spizzichini, l’anno scorso a Recanati. Il gigante serbo di formazione italiana Nenad Simic ha un anno in più di esperienza. La coppia americana è formata dal play Jefferson, fresco di titolo sloveno con l’Olimpia Lubiana, e dall’ala Perry, che l’anno scorso ha eliminato proprio Trapani al primo turno di playoff con la maglia di Treviso. Quintetto base: Jefferson, Viglianisi, Ganeto, Perry, Renzi.

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Remer Treviglio Preparatevi a correre, quando gioca la Blubasket: non bastasse lo spirito cestistico aggressivo e spettacolare di coach Adriano Vertemati, straconfermato, accanto a Tommaso Marino è arrivato Alan Voskuil. In pratica è un pacchetto guardie dalla propensione offensiva spiccatissima. I bergamaschi restano una squadra che ama avere a che fare con i giovani: sono rimasti Luca Cesana, scuola Cantù, Andrea Pecchia, vivaio Olimpia, e il prodotto delle giovanili (e Nazionale Under 20) Andrea Mezzanotte. Il pacchetto lunghi ha ancora Emanuele Rossi e ha aggiunto il totem Jacopo Borra (215 centimetri, l’anno scorso a Imola) e l’americano Bryce Douvier, passaporto austriaco e in passato anche un provino con Venezia. Quintetto base: Marino, Voskuil, Pecchia, Douvier, Rossi.


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Ecco gli alimenti da avere sempre in frigo per un’alimentazione equilibrata Il Dottor Domenico Paris fondatore di Beautymed ci regala una guida pratica per capire come riuscire a rimanere in forma con un’alimentazione corretta. di R.T., fotografie d’archivio

Viviamo sempre a ritmi frenetici e anche la spesa diventa una delle tante attività da incastrare tra un impegno e l’altro. Tanto che spesso riempiamo il carrello un po’ a casaccio e di conseguenza poi mangiamo nel modo sbagliato. L’ideale sarebbe andare a fare la spesa con un nutrizionista, lo facciamo, virtualmente, con l’aiuto del Dott. Domenico Paris fondatore di Beautymed prevenzione e bellezza, studio specializzato in dietologia, medicina estetica e benessere a Biella. La colazione È il primo pasto del mattino e di certo tutti i nutrizionisti raccomandano di non saltarlo. Perciò, in frigo devono esserci gli ingredienti necessari. Il latte non deve mai mancare perché rappresenta la base della colazione. Una tazza di latte caldo con un poco di caffè, con il quale accompagnare o un paio di fette biscottate con burro e marmellata, o qualche biscotto, oppure, delle volte, con muesli. Il latte, tra l’altro, è ottimo anche per chi fa attività sportiva, è eccellente come reidratante dopo l’attività fisica e come base per gustose merende, aggiungendo un poco di frutta in un frullatore.

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Anche lo yogurt è tra i cibi che non dovrebbero mai mancare, Preferibilmente intero, costituisce un’ottima merenda o comunque uno spuntino sano e veloce. Aiuta nel mantenimento o nella perdita di peso, ovviamente se non abbiamo l’abitudine di aggiungerci zucchero. Ortaggi freschi Non possono mancare in frigo i pomodori, Servono sia come spezza-fame quando si rientra in casa e si apre il frigorifero alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti prima della cena, sia per preparare un condimento veloce per un piatto di pasta, cus cus o riso. Nel frigorifero della corretta alimentazione non mancano neppure altri tipi di vegetali: insalata, zucchine, cavoli, cetrioli devono costituire una buona parte del pasto che si consuma. Carne e pesce Naturalmente servono anche le proteine: Nel nostro frigo ideale dovrebbe esserci ogni settimana pollo o comunque carne bianca, in un’alimentazione bilanciata apporta proteine di eccellente qualità senza troppi grassi, per una cena o un pranzo leggeri e al contempo nutrienti. Carne bianca da alternare al pesce, na-

turalmente, sano, leggero e ricco di proprietà, almeno 3 volte a settimana non deve mancare il pesce. Che sia grasso, magro, di scoglio o di sabbia, pesce azzurro o molluschi non deve mancare, anche come condimento per la pasta. E per finire ci sono le uova da consumare sode, al pomodoro, frittata semplice o con verdure. Legumi Sono una fonte alternativa e vegetale di proteine e ci servono in sostituzione della carne. Dovrebbero essere più presenti sulle nostre tavole, ma la loro preparazione spesso è lunga. Allora durante il fine settimana, quando abbiamo più tempo, possiamo mettere in ammollo dei legumi secchi, ad esempio, ceci o fagioli, e cuocerli. Possiamo poi conservarli qualche giorno in frigorifero e utilizzarli come contorno o come vero e proprio secondo piatto, oppure come complemento per un primo piatto. Possiamo anche preparare un hummus frullando un po’ di ceci e amalgamandoli a un poco di olio di oliva, salsa di sesamo e qualche goccia di limone e usarlo come accompagnamento di un pinzimonio, con qualche costa di sedano, carote, finocchi”.


Frutta di stagione Nel frigorifero di chi mangia sano deve esserci la frutta che serve anche a garantire una buona idratazione. Certamente non banane che in frigo anneriscono, ma pesche, mandarini, uva, fragole e ogni tipo di frutta di stagione. Da usare per i frullati, da consumare come spuntino o come dessert dopo i pasti. Le bevande E cosa mettiamo in frigo per dissetarsi idratarsi nella giusta misura? Sicuramente acqua che sia liscia, gassata, oligominerale, di rete o imbottigliata. L’acqua dovrebbe rappresentare l’unica bevanda per spegnere la sete. Se l’acqua proprio non ci va giù, allora si può optare per un tè freddo, purché non dolcificato: è un buon modo per assumere liquidi.

Consumare i giusti alimenti è il primo passo per rimanere in forma Ma teniamo a mente anche questi numeri: 1500, sono le calorie che possiamo consumare, in media, nelle ventiquattro ore e 30 minuti di esercizio fisico ogni due giorni. Un buon programma per restare in forma ha bisogno di tempi lunghi, senza digiuni forzati e senza eliminare alimenti a favore di altri. Troviamo la giusta misura Bisogna trovare il giusto equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine e distribuirli durante tutta la giornata. Regola aurea: non concentrarsi solo sulla cena, mangiando di più solo perché si ha più tempo. Altro divieto assoluto riguarda l’abitudine di mangiare un panino frettolosamente davanti allo schermo di un computer o di leggere il giornale mentre si mangia. A ogni spuntino deve essere dedicato il giusto tempo: masticare lentamente aiuta il metabolismo a bruciare meglio le calorie. Se si mangia senza fretta la masticazione è più adeguata, le secrezioni digestive si formano in giusta misura e si mescolano al cibo in modo e tempi ottimali, il transito del cibo avviene armonicamente. Mangiare correttamente è, quindi, cosa che si impara col tempo e che alla fine ha un’influenza decisiva su alcune malattie come il diabete, l’ipercolesterolemia e l’ipertensione. Se poi, il vostro obiettivo è perdere peso, è sempre preferibile mirare ad un dimagrimento lento, ma costante. Quindi se avete in progetto un piano di “remise en forme” meglio prendersela comoda ed iniziare subito, affidandosi se possibile ad uno specialista, e non aspettare l’estate 2018. Per informazioni: BEAUTYMED Via della Vittoria 31 - Biella tel. 015 3700.498 331 2337.092 info@bemed.it www.bemed.it

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Massimo Angelico con il trofeo di consolazione della Coppa Italia 2017

Angelico, la prima volta “solo” da presidente Dodici anni da sponsor, cinque al timone: il racconto di un’epoca di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

L’emozione più forte? La doppia vittoria con Cantù e Milano nel 2005. Il rimpianto più grande? La Coppa Italia e i playoff della scorsa primavera. Massimo Angelico racconta e si racconta all’inizio della prima stagione dopo dodici anni da main sponsor. Durante il match d’esordio in campionato in Sardegna in tanti nel mondo cestistico hanno enfatizzato la serie di prime volte: il ritorno in campo di una squadra di Cagliari trent’anni dopo l’ultima partita in A2, la prima vittoria nella storia del club, la prima in A2 di Michele Ebeling, uno da “saranno famosi” che tiene il campo tra i senior ma che ha poco più di 18 anni. Da casa, e non a bordo campo per colpa degli impegni di lavoro, Massimo Angelico ha vissuto la sua personalissima prima volta: dopo dodici stagioni la Pallacanestro Biella è scesa in campo con, sulla maglia, un nome diverso da quello del suo lanificio. Presidente, è stata un’emozione particolare? Lo vedo più come un segno di cambiamento, ed è giusto così. Continuando a essere sponsor di maglia sembrava quasi di bloccare altre iniziative. È chiaro che serve che qualcun altro ci creda. Francesco Montoro aveva già dimostrato di avere lo spirito giusto in occasione delle due nostre partecipazioni alla Coppa Italia. In dodici anni con il proprio nome abbinato a quello della squadra sono stati più i vantaggi o le spese? Dodici anni sono quasi troppi, se posso osare una battuta. Ma abbinare il nome dell’azienda alla squadra di pallacanestro della città è stato un veicolo prezioso e sicuro per far conoscere il marchio e i nostri prodotti. Non rimpiango affatto la scelta. Anzi, la consiglierei a chiunque.

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Un messaggio per chi volesse emulare Francesco Montoro? Non solo. Se immaginassi un colloquio impossibile tra me e me stesso, tra presidente e sponsor, mi direi che il girone Ovest, che ha tanti svantaggi per il budget del club per le maggiori spese di trasferta, è l’ideale per un’azienda che deve promuoversi. Arriviamo in regioni come Campania, Lazio, Calabria, Sicilia e anche con la Sardegna. Penso a Eurotrend che lavora in tutta Italia e credo che la collocazione geografica delle avversarie per loro sia l’ideale, dal punto di vista del marketing.

Massimo Angelico e Francesco Montoro, un passaggio di testimone tra gli sponsor

Dodici anni da sponsor ma anche quinta stagione da presidente: si ricorda come iniziò questa avventura? Dopo le dimissioni di Antonio Forni, dovute a qualche diversità di opinioni e di vedute, mi è stato affidato questo onore ed onere. Ebbi la fortuna di trovarmi accanto a Marco Atripaldi, la cui esperienza in campo cestistico non ha eguali. Però fu un inizio in salita: la retrocessione, qualche contestazione del pubblico e un’estate in cui non era scontata la sopravvivenza stessa della società... Quella retrocessione resta una macchia nella mia storia da presidente. Ma a compensazione posso considerare il contributo dato per tenere insieme il gruppo dei soci e per non far sparire la società. Per questo, a proposito di prime volte, anche il primo anno di A2 non fu una passeggiata. Bisognava ricostruire tutto e farlo con l’occhio più che attento a ogni aspetto economico, a ogni singola spesa, e con il lavoro paziente di convincere le banche, i fornitori, i giocatori che avremmo rispettato i patti con tutti. Fu però anche l’anno del ritorno dell’entusiasmo. E del primo trofeo nella storia, un’altra compensazione a quella macchia della retrocessione. La verità è che una squadra sportiva, così come la gestione di un presidente, è fatta di alti e bassi, dentro il campo e fuori. Penso per esempio alla perdita, pesante dal punto di vista umano innanzitutto, di Gabriele Fioretti.

Come descriverebbe il suo ruolo da presidente? Me lo chiedo spesso, pensando che nel club gli altri ruoli sono più definiti, dal coach al custode. Alla fine il presidente è un grande mediatore, colui che cerca di appianare i contrasti, di ricompattare le fila della squadra e non solo di quella che scende in campo. Un padre di famiglia, della #Biellafamily, insomma. Torna in mente la conferenza stampa di fine 2015 con la squadra ultima in classifica e le pressioni sul coach e sul general manager. Voi seduti tutti insieme, con lei in mezzo, a fare quadrato. In quel giorno mostrammo che eravamo tutti uniti. E forse anche grazie a quel segnale, dato ai tifosi ma anche ai giocatori, si ricominciò a vincere. L’idea di famiglia è importante, perché dà l’idea di un ambiente piacevole e accogliente. In un club, nel nostro club, vincere non è la sola cosa che conta. È ancora più importante mantenere in vita un’eccellenza. E le soddisfazioni sono anche veder crescere i giovani del vivaio, vederli arrivare in serie A come Lombardi o De Vico, ricordarseli bambini che facevano a gara per fare lo spazzolo-

ne e pensare che qualcuno tra i ragazzini che fanno lo stesso oggi potrà percorrere la stessa strada. E poi pensare che se 3000 persone tornano ogni due settimane alla partita, vuol dire che ci si diverte. Qual è l’emozione più forte di questi dodici anni? Difficile scegliere. Sarebbe facile dire la semifinale del 2009 e quella gara-4 in cui Mike Hall ci massacrò. Però penso a quella doppia partita in casa del 2004/2005, quando battemmo Cantù e Milano e furono punti decisivi per salvarsi. Il PalaPajetta era un muro umano, così come era un muro umano la tribuna gialla strapiena quando lo spareggio salvezza fu all’ultima giornata in casa contro Ferrara. E il rimpianto più grande? Penso agli ultimi episodi, all’ultima azione della finale di Coppa Italia con Bologna e alla serie dei playoff passati contro Verona. Ero così convinto che saremmo andati avanti che fissai un viaggio all’estero per lavoro in corrispondenza con gara-5. E sono convinto che se avessimo passato quel turno saremmo arrivati fino alla finale.

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 La mostra è visitabile sino al 29 ottobre e comprende nel suo ricco programma collaterale, presentazioni di libri ed incontri, cineforum, un laboratorio teatrale ed in chiusura uno spettacolo teatrale per famiglie. Orario : venerdì e sabato dalle 15.30 alle 19.00 – domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 Il programma dettagliato su www.palazzoferrero.it

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Tim Bowers con la nuova divisa da trasferta

Nuove maglie, la rivoluzione addosso Blu più brillante, tanto rosso e Battistero sui pantaloncini di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Per il quarto anno di A2 (e del fornitore Errea) e per il primo di Eurotrend sulle canotte, una divisa completamente nuova per i rossoblù. Ci sono omaggi alla storia del club e alla città. E il ritorno delle strisce verticali. Una rivoluzione così non la si vedeva dall’anno dell’Eurocup dopo la semifinale scudetto, quando comparvero per la prima volta le maglie rosse. O dal biennio di serie A, chiusosi con la retrocessione, in cui la seconda maglia fu a strisce, in stile Barcellona. La Pallacanestro Biella edizione 2017/2018 ha scelto la strada dell’innovazione per le divise da gioco che la accompagneranno nella quarta stagione consecutiva in A2 e nella quarta stagione consecutiva con Errea. Ma la casa di abbigliamento sportivo emiliana ha lasciato l’incombenza del disegno ai biellesi. Francesco Vitale, stilista del brand di abbigliamento V2, ha ascoltato i desideri del club e li ha riportati sul tessuto. Il risultato? Un salto nel futuro. Balza agli occhi subito la differenza di tono dei due colori di base, il rosso e il blu. Soprattutto quest’ultimo è diventato da scuro a elettrico e brillante. E le due tinte sono presenti su entrambe le versioni, sia quelle su base bianca per le partite in casa, sia quelle blu per le trasferte. I dettagli sono ovunque. Due strisce orizzontali – che il club aveva già lasciato intravedere nell’elaborazione della sua immagine del profilo Facebook – scorrono sul petto e sulla schiena, interrotte solo dal nome e dal marchio dello sponsor (Eurotrend, a proposito di novità, dopo dodici stagioni con il logo Angelico), dal numero e dal

nome del giocatore. Il carattere usato per questi ultimi è arrotondato, anche questo in discontinuità con il passato. Ma nessuna delle due maglie è a tinta unita. Oltre alle strisce compaiono inserti blu sfumati sulle spalle e sul petto nella versione casalinga e bianchi in quella da trasferta. Colletto, bordi delle maniche ed elastico dei pantaloncini sono rossi. Sul fianco un’ampia banda blu (bianca per la divisa fuori casa) contiene anche il nome della città e il numero 1994, anno di fondazione della società e anno del primo campionato di B2 con Nicola Minessi in campo e Federico Danna allenatore. Sono invece stati accantonati i “pavesini” portafortuna che nella passata stagione accompagnarono la Carrea-band fino al primo posto in regular season, perfetto richiamo all’anno in cui vennero usati l’ultima volta, quel 2000/2001 in cui la promozione arrivò con 30 vittorie su 36. Sui pantaloncini, che hanno un richiamo rosso e blu sul fondo (rosso e bianco nella versione da trasferta), c’è anche un omaggio alla città: l’inconfondibile sagoma del Battistero che, in questo campionato, farà il giro dei parquet di tutta Italia, una dichiarazione di appartenenza al territorio che la città, in 24 anni di storia, ha sempre ricambiato con affetto.

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I T T E I L G U OMI!

RUBRICA INTERVISTA ROSSOBLÙ

a cura di Luca Rosia

C C E , A L L E I B

Il 16 sulle spalle è stato suo fedele compagno di maglia dai primi palleggi sotto le retine di Piossasco, in provincia di Torino, quando già sognava il salto di una vita nel grande basket. Un sogno e un obiettivo che Lorenzo Uglietti ha coltivato allenamento dopo allenamento e che oggi vede più nitido, nel mirino, davanti a sé. Uglio ha scelto di percorrere la strada dei grandi, in salita, quella del lavoro quotidiano da scalare con umiltà e coraggio. Ha scelto di affidarsi e fidarsi del destino il giorno in cui gli regalò la canotta numero 16, casualmente, per la sua prima stagione da giovanissimo, chiusa poi con soddisfazione di risultati di squadra e personali. Un numero che ha voluto così tenersi stretto anche nel suo breve trasferimento a Biella, il primo, nel capitolo in cui apparve tra i titoli di coda, da aggregato, in Serie A, stagione 2012/2013 archiviata senza minuti da protagonista sul parquet ma come “importante esperienza di crescita”. Il numero 16 poi lo ha chiesto a Latina, dove su quattro ha indossato per una stagione la fascia di capitano e mostrato di avere la stoffa del leader, quindi dallo scorso agosto nel ritorno alle pendici del Mucrone. Con quel numero, oggi, Lorenzo vuole lasciare il segno, un altro. E tra tutti, dice, lavora affinché possa diventare presto quello più indelebile. Quanto ti senti cambiato dalla prima esperienza a Biella? «Non sono più un under in prima squadra, oggi ho più responsabilità. Dopo quattro anni a Latina cercavo una nuova sfida e affrontarla in questa città è bellissimo. Qui le aspettative sono sempre alte, viene richiesto un certo standard e i tifosi ci mettono l’anima. Biella arriva da una stagione straordinaria, per questo il livello di tensione oggi è un po’ più alto. Ma tutto questo è positivo. Abbiamo di fronte un’occasione da cogliere e da giocarci al meglio. È meraviglioso poter fare pallacanestro in una piazza dove l’affetto dei tifosi si respira ogni giorno, non soltanto la domenica in partita». La ricetta per far bene quest’anno sta nel “gioco di squadra”, lavorare insieme aiutandosi in campo soprattutto nella fase difensiva... «Tutti quanti dobbiamo sacrificarci e fare più cose, sicuramente più a livello difensivo perché in attacco abbiamo giocatori di grande talento come Jazz e Tim che possono creare molti spazi. Siamo una squadra piccola e spesso potremmo scendere in

campo con un importante svantaggio fisico, per questo all’obiettivo di squadra dobbiamo saperci arrivare con una sforzo collettivo. A volte ci verrà chiesto di fermare un giocatore, altre di difendere su un pick and roll... L’idea di gioco di coach Carrea tende a questo obiettivo di squadra e non all’obiettivo del singolo. Dobbiamo però affrontare ogni partita con la giusta tensione mentale, sempre al cento per cento. Tutti insieme stiamo lavorando per annullare i black out che hanno caratterizzato la primissima parte della nostra stagione». In campo sei sempre sul pezzo, un vero guerriero, fuori invece, piegata la canotta, esce tutta la tua tranquillità... «In campo mostro agonismo nel senso buono, non sono un attacca brighe o uno che ama parlare tanto. È sempre stata la mia caratteristica fin da piccolo e mai ho pensato di cambiare questa mentalità. Sono quel tipo di giocatore che prende fiducia e si carica dopo una bella giocata anche se non produce punti. Come ragazzo sono abbastanza tranquillo però non mi nascondo, riesco sempre a esporre la mia figura, il mio punto di vista, il mio parere». Cosa fa Lorenzo Uglietti quando non gioca o non si allena? «D’estate in realtà mi alleno quasi sempre e se devo prendermi una pausa scelgo di rilassarmi sul divano guardando in tv le mie serie preferite. Mi piace poi stare all’aria aperta e passare del tempo insieme ai miei amici. Quelli più stretti sono tutti a Biella. Spesso trascorro qualche ora al torrente con loro, mi basta la buona compagnia e sono contento».

A proposito di amicizie, è speciale quella che ti lega a Niccolò De Vico. In molti rivedono in te caratteristiche di Nik, oggi a Reggio Emilia dopo aver vissuto otto stagioni qui a Biella. Ti ritrovi in lui? «A Biella Niccolò aveva un ruolo fondamentale in squadra e una posizione ben precisa. L’anno scorso ha disputato una grande stagione, conosceva da due anni il sistema di Carrea e quello che il coach voleva. Rimpiazzarlo sotto alcuni punti di vista, soprattutto caratteriale, non è semplice ma penso di poterlo fare e ce la metterò tutta. Tecnicamente invece siamo due giocatori diversi». Se il destino un giorno dovesse offrirti il ruolo di capitano di Pallacanestro Biella? «Sarebbe bellissimo rappresentare una città così, questi tifosi, questo club ed essere la prima figura quando si parla della squadra. Mi farebbe sicuramente piacere, ma non di può mai sapere cosa ci riserva il futuro». Intanto hai detto che ti senti pronto per cercare il salto di qualità. Ma qual è lo “step successivo” della tua carriera e della stagione che vorresti raggiungere? «Voglio responsabilizzarmi un po’ di più, voglio nei momenti difficili stare un po’ meno nascosto, prendermi qualche responsabilità maggiore, sia offensiva sia difensiva. Voglio riuscire a prendere quelle decisioni che magari qualche anno fa non potevo permettermi di prendere o non lo volevo fare».

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Danna comandante, Baroni in trincea La storica guida del vivaio ha ceduto lo scettro di Under 18 e Under 20 di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Parte la stagione anche per il settore giovanile rossoblù con un avvicendamento sulla panchina delle due squadre più grandi. A Nicola Danna l’Under 16. Federico Danna: «Con otto squadre che rappresentano centotrenta ragazzi circa si tratta di un’attività quantitativamente importante». Una nuova stagione è pronta a cominciare anche per il settore giovanile rossoblù: dopo due stagioni con cinque finali nazionali conquistate, è il tempo di riprovare a salire in alto, con qualche cambio quasi epocale nella struttura delle squadre. Federico Danna resta il coordinatore del settore giovanile, fresco di un anno che gli è valso la consegna del premio Reverberi, l’oscar del basket per il suo lavoro nel vivaio, e l’iscrizione all’albo d’onore della città di Biella, come concittadino acquisito dopo così tante stagioni in rossoblù. Ma le due squadre più vicine alla senior, l’Under 20 e l’Under 18, sono affidate da quest’anno a Luca Baroni, che alla terza stagione a Biella, dopo aver lavorato accanto a Michele Carrea anche a Casalpusterlengo, si trova con più responsabilità. Baroni è reduce dalla stagione alla guida dell’Under 16, condotta prima al titolo regionale, davanti a una corazzata come la Pms Moncalieri San Mauro, e poi alle finali nazionali, dove la corsa si è arrestata nel primo girone eliminatorio, di fronte anche alla futura scudettata Stella Azzurra Roma. Ma qualcuno di quei ragazzi, ancora giovanissimi, ha avuto l’onore di provare qualche allenamento con la prima squadra in questa preseason. «Non sappiamo bene cosa aspettarci» ha detto il coach a La Stampa, parlando della sua Under 16 diventata Under 18, «ma stiamo facendo i passi giusti e partita dopo partita dobbiamo guardare avanti». In questi giorni scattano i campionati anche per le altre categorie, dall’Under 20 sempre affidata al coach ex lodigiano all’Under 16 che sarà guidata da Nicola Danna. A Federico Danna resta la responsabilità diretta delle squadre dei più piccoli, oltre che il timone dell’intero vivaio, tenuto saldamente ormai da anni e con ottimi risultati: Luca Pollone, Carl Wheatle, lo stesso Luca Rattalino in prima squadra Eurotrend, Davide Raucci, Eric Lombardi e Niccolò De Vico in serie A, Prokop Slanina e Sandro Mamukelashvili nel cam-

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Luca Baroni, nuovo coach di Under 20 e Under 18. Nella pagina accanto Federico Danna


pionato di college americano sono i frutti più preziosi del lavoro dell’allenatore che per primo ha guidato Pallacanestro Biella nell’anno della sua nascita. «Voglio mandare un “in bocca al lupo” particolare al gruppo Under 18-Under 20 che negli ultimi tredici anni ho sempre allenato e che per una decisione interna, condivisa da tutti, abbiamo deciso di affidare a coach Baroni» ha detto Danna nel saluto di

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preseason. «Quel gruppo lo vivo ancora un po’ come mio, in modo emotivo e affettivo, e quindi voglio fare allo staff e ai ragazzi un augurio speciale. In bocca al lupo poi a Nicola Danna e alla squadra Under 16, alle due formazioni Under 15, alle due Under 14 e ai giovani Under 13. Il nostro settore giovanile conta otto squadre che rappresentano centotrenta ragazzi circa. Si tratta di un’attività quan-

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titativamente importante, ma speriamo che lo sia qualitativamente soprattutto nelle fasi più alte. Cercheremo di fare bene in tutti i campionati regionali e nazionali, ma il nostro vero obiettivo rimane il miglioramento dei ragazzi, affinché, soprattutto quelli che hanno piu potenzialità, possano continuare come in passato a contribuire alla formazione della nostra prima squadra».

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Ottobre con due trasferte di fila Trapani al Forum, poi a casa di Rieti e di Legnano di Giampiero Canneddu, fotografia Cagliari Dinamo Academy - Roberto Tronci Due squadre ambizione come Legnano ed Eurobasket Roma, due certezze della categoria come Trapani e Rieti: non sarà un inizio semplice, almeno sulla carta, quello dei rossoblù. 2ª giornata, domenica 8 ottobre Eurotrend Biella - Lighthouse Trapani Biella Forum, ore 18.00 Gli ex Andrea Renzi (a Biella nel 2012/2013) Gabriele Ganeto (a Biella dal 2003 al 2007) Così nella passata stagione Lighthouse Trapani-Angelico Biella 85-73 (Mays 27, Renzi 17; Ferguson 23, Hall 21); Angelico Biella-Lighthouse Trapani 79-55 (Hall 16, Venuto 14; Renzi 14, Crockett 10) La data: 24 luglio 2013 L’Angelico Biella della ricostruzione è in mano a Gabriele Fioretti e Fabio Corbani, scelto dal neo general manager come capo allenatore. Entrambi hanno un obiettivo: confermare

Andrea Renzi per il reparto lunghi e costruire la squadra intorno a lui. Ma il genovese ex Benetton rifiuta l’offerta e firma un biennale con Trapani. Fioretti ripiega su Infante e Chillo. Biella arriva alla Coppa Italia e ai playoff, Trapani resta fuori dalla post-season. 3ª giornata, domenica 15 ottobre Npc Rieti - Eurotrend Biella PalaSojourner di Rieti, ore 18.00 Gli ex nessuno Così nella passata stagione Npc Rieti-Angelico Biella 68-75 (Zanelli 17, Pepper 16; Udom, Hall e Ferguson 17); Angelico Biella-Npc Rieti 80-72 (Tessitori 22, Venuto e Hall 16; Casini 19, Benedusi 14) La data: 20 ottobre 2005 In un incidente stradale alle porte di Rieti muore Willie Sojourner, l’americano che fu leader della squadra laziale quando, nel 1980, conquistò la Coppa Korac. Era arrivato un mese prima, per occuparsi del settore gio-

vanile della società appena ricostruita, accolto come un eroe in città, che gli ha dedicato il palazzetto dello sport. 4ª giornata, domenica 22 ottobre Fcl Contract Legnano - Eurotrend Biella Tws Arena di Castellanza, ore 18.00 Gli ex Federico Maiocco (a Biella dal 1999 al 2003) Così nella passata stagione Angelico Biella-Tws Legnano 71-64 (Ferguson 19, Hall 17; Martini 23, Mosley 15); Tws Legnano-Angelico Biella 90-85 (Raivio 19, Palermo 15; Ferguson 38, Hall 19) La data: 3 marzo 2012 È il giorno più triste della vita di Will Mosley: una crisi respiratoria strappa alla vita i due figli gemelli Jayden e Kayden che non avevano ancora compiuto un anno di vita. Era il suo ultimo anno di università alla Northwestern, di cui è il quinto stoppatore di sempre con 456 stoppate in quattro stagioni.

5ª giornata, domenica 29 ottobre Eurotrend Biella - Leonis Roma Biella Forum, ore 18.00 Gli ex nessuno Così nella passata stagione Angelico Biella-Roma Gas & Power 97-74 (Hall 30, Ferguson 24; Fanti e Deloach 15); Roma Gas & Pover-Angelico Biella 87-91 (Deloach 24, Easley 17; Ferguson 40, Tessitori 20). La data: 11 giugno 2016 È la data in cui l’Eurobasket Roma batte Montegranaro nello spareggio per la promozione in serie A2 e conquista per la prima volta nella sua storia un posto nella seconda divisione nazionale. In campo per i romani Alex Righetti, argento con Matteo Soragna alle Olimpiadi di Atene 2004, e in panchina come coach Davide Bonora, play da scudetto con Benetton Treviso e Virtus Bologna.

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Fatti ad arte nel borgo storico L’artigianato artistico protagonista negli antichi palazzi del Piazzo di Francesca Fossati, fotografie d’archivio

Dal 27 al 29 ottobre Biella ospiterà nei palazzi Gromo Losa, La Marmora e Ferrero una quarantina di maestri d’arte provenienti da tutta Italia a testimoniare il loro saper fare che fa dell’artigianato italiano un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo. L’esposizione, i laboratori e gli eventi musicali sono organizzati da Confartigianato e Cna. Lo stretto rapporto tra i maestri d’arte e le dimore storiche è sempre stato presente. Lo è ancor oggi nei palazzi del borgo storico di Biella, il Piazzo, sotto forma di affreschi, decorazioni e arredi commissionati agli artigiani di ciascuna epoca. A fine ottobre l’alto artigianato artistico italiano entrerà a Palazzo La Marmora con un’esposizione di manufatti e di restauri di rara bellezza: il pubblico potrà dialogare con gli artigiani e anche acquistare oggetti davvero particolari. In seguito a

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una selezione ad opera di Patrizia Maggia che si occupa della direzione artistica, accanto ad alcuni maestri locali ci sarà il meglio dell’artigianato delle altre regioni d’Italia: dalla Sicilia i gioielli prodotti usando la lava dell’Etna, dalla Valle d’Aosta l’abbigliamento tipico di montagna, come le antiche giacche da caccia, da Sanremo i mosaici, da Torino gli antichi lampadari restaurati, da Livorno gli affreschi, da Trento gli oggetti in legno torniti da un esperto artigiano, da Milano tappeti tessuti a mano. La Fondazione Monzino di Milano ricreerà la bottega di un liutaio con laboratori in presenza di maestri e, in collaborazione con l’Accademia Perosi, con la possibilità di suonare gli strumenti sotto la guida esperta di musicisti. Palazzo Ferrero ospiterà la sezione dedicata a una decina di artigiani del gusto, mentre a Palazzo Gromo Losa avranno luogo l’inaugurazione, i convegni e gli incontri.

«L’idea di portare a Biella il top dell’artigianato artistico nazionale è maturata in me sedendo, dietro nomina e in rappresentanza della Fondazione Cassa di risparmio di Biella, ai tavoli di altre fondazioni bancarie come membro del consiglio direttivo dell’Osservatorio dei mestieri d’arte (Oma) e dell’Associazione delle casse di risparmio (Acri)», afferma Cristiano Gatti, presidente di Confartigianato Biella. «Fatti ad arte» è un evento nato dall’esigenza di inquadrare la figura dell’artigiano e del suo lavoro quale espressione di qualità, di tecnica e di tradizione, ma anche d’innovazione in una veste certamente più moderna. A maggio fu organizzata una giornata di studio sulle dimore dell’arte propedeutica all’organizzazione di questa esposizione autunnale. Orari: il 27 ottobre dalle 15 alle 19,30; il 28 e il 29 ottobre dalle 9,30 alle 19,30. Info: pagina Facebook «Fatti Ad Arte».


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