Valeria Sacchetti - Journey to the Lowlands

Page 1




Journey to the Lowlands URBAN Book Award 2020 winning project Š 2020 Valeria Sacchetti / published by dotART Photos: Valeria Sacchetti Graphic design: Studio grafico Stefano Ambroset URBAN Photo Awards & Trieste Photo Days are promoted by dotART cultural association Registered office: Via del Veltro 30 - 34137 Trieste, Italy Headquarters: Via San Francesco 6 - 34133 Trieste, Italy Tel. +39 040 3720617 | info@dotart.it Fiscal Code: 90125960329 www.dotart.it www.urbanphotoawards.com www.triestephotodays.com


V a l e ria S acch e tti


Nell’ambito del concorso fotografico URBAN Photo Awards, la nuova sezione URBAN Book Award è dedicata ai fotografi che desiderino proporre progetti estesi concepiti come “dummy”, ovvero bozze di libri fotografici, siano essi pdf con l’ossatura definita, oppure sequenze di foto. L’obbiettivo è dare la possibilità al fotografo vincitore di produrre e promuovere a livello internazionale il proprio progetto fotografico autoriale, che viene pubblicato come volume cartaceo da dotART / URBAN e presentato ufficialmente al festival Trieste Photo Days. Dal 2020 l’URBAN Book Award ha preso il posto del TPD Book Award, la “call for dummies” lanciata negli ultimi tre anni in occasione del festival triestino, grazie alla quale sono stati scoperti, premiati e supportati talenti da tutto il mondo: nel 2017 il giapponese Tadashi Onishi con Lost in Shinjuku, nel 2018 il greco Zisis Kardianos, con il progetto InLimbo e il giapponese Hiro Tanaka con Around 42nd and 7th, nel 2019 il fotografo russo Ilya Shtutsa con il progetto Not Only Grey. Quest’anno è la volta di Journey to the Lowlands di Valeria Sacchetti, selezionato dallo street photographer inglese Nick Turpin tra oltre 160 progetti in gara.

4


Look out the window. And doesn’t this remind you of when you were in the boat? And then later that night, you were lying, looking up at the ceiling, and the water in your head... was not dissimilar from the landscape, and you think to yourself, “Why is it that the landscape... is moving, but... the boat is still?” Dead Man – Jim Jarmusch

Un road movie che racconta il sogno oltre la frontiera degli abitanti della pianura, immersi in un microcosmo ancora sconosciuto, dove la vita scorre lenta. Qui il tempo è frammentato, sfocato, onirico e l’acqua ha una sua musica e sussurra le storie degli abitanti. I legami familiari, il paesaggio bucolico, i luoghi e gli animali: qui, nella bassa, tutto è collegato, tutto scorre e tutto rimane. Sono racconti di terre poste sotto il livello del mare, racchiuse da catene montuose e solcate da fiumi che straripano durante la stagione invernale. Il sogno di un’Emilia rossa, è ormai evaporato; il terremoto ha falciato gran parte della zona, la disoccupazione, l’alcool e l’inquinamento hanno fatto il resto: ma le persone continuano a lavorare e sperare che questo duro momento passi, sono temprati ad affrontare le sfide della quotidianità. Qui si è abituati alla fitta nebbia che rimane per mesi e copre un mondo contadino scomparso che non va cercato, ma sentito spiritualmente. Qui le anime dei nostri padri e delle nostre madri riecheggiano come suoni di un tempo lontano.

5


6


A mio padre

E la nebbia scese su di loro, li avvolse, mentre il vento sospirava tra i rami alti dei pini, con mestizia. Fu mestizia di solitudine. Il fuoco si spense. La stufa cigolò raffreddandosi. La candela toccò il fondo e spirò nel proprio sevo, con un ultimo barbaglio azzurro di protesta. La casa fu buia e quieta, piena di pace. Imbruniva, era l’ora dolce in cui la sonnolenza del giorno è già finita e la sera di piacevole conversazione non è cominciata ancora. I pini si alzavano neri contro il cielo e ogni cosa appariva oscurata sulla terra, ma l’aere splendeva di mesto splendore, come la memoria.

John Steinbeck, “Pian de la tortilla”


8


9


10


11


12


13


14


15


16


17


18


19


20


21


22


23


24


25


26


27


28


29


30


31


32


33


34


35


36


37


38


39


40


41


42


43


44


45


46


47


48


49


50


51


52


53


54


55


56


57


58


59


60


61


62


63


64


65


66


67


68


69


70


71


72


73


74


75


76



Sono nata in queste terre da mio padre Gino e da mia madre Adriana, i primi ispiratori di questo viaggio. Dedico questo libro a mio padre che purtroppo non potrà mai vederlo finito. Gino amava profondamente questi luoghi nei quali era nato e dove morì. La sua vena poetica, il suo coraggio, la sua grande onestà, il suo essere un uomo appassionato e curioso sempre aperto a qualsiasi libro, viaggio e contatto umano è sempre stato per me un esempio di come bisogna vivere la vita: con grande saggezza, ironia e umiltà tre caratteristiche che gli erano proprie. Un lavoro così lungo poi necessita di molti e doverosi ringraziamenti, perché senza l’aiuto di tante persone non sarei riuscita a realizzarlo e loro adesso fanno parte di questa storia. Con tanti di loro ho condiviso momenti che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria:, l’amicizia, la condivisione di tanti momenti bui ma anche di giornate di sole con tanta musica e allegria e poi il terremoto, le piogge, le nebbie, i pomeriggi torridi d’estate e le serate d’inverno riuniti intorno a un fuoco, le chiacchiere fino a tardi e soprattutto la voglia di raccontarsi e di stare insieme. Questo libro chiude un cerchio della mia vita e del mio passato, adesso che non vivo più lì, nella bassa, quando mi assalirà la nostalgia, allora mi basterà sfogliarne le pagine e sarò di nuovo con loro. In primis voglio ringraziare gli amici e le amiche che mi hanno fatto entrare nelle loro case, mi hanno permesso di fotografarli e mi hanno messo in contatto con tante altre persone.

Un ringraziamento speciale e un abbraccio enorme ai protagonisti di questa storia che sono: Sara Beccati con Luca e Giacomo Loschi, Paola Boni, Sara Bertani con Sanja, Mina Barbiani con Zoe Costa, Alessandro Ranavolo con Ian, Sebo e Leon, Eugenio Saccoccio, Fiamma Vignola con Agata, Loredana Lugli e Giulio De Feudis, Licia e Lisa Focci e i genitori Vittorio Focci e Augusta Tavani, il conte Raimondo Benzi e Stefania Storchi, Emanuela Corradi e Dario, la contessina Molza, Lorenzo Cremaschi e la madre Carla e in particolare un grazie enorme a Eleonora Cremaschi e Davide Cocconcelli, Sara Franzoni e Liam con Fabio Serra e Paolo de Tommaso, Andrea Sassi, Niccolò Bommezadri e Amalia Mei, Martina Ferraresi e Luiz Calzolari con Samuele e Cloe, Massimo Valentini e Paola Cremaschi, Samanta Cattini, Roberto Galantini e tutto il gruppo di Barigazzo, Matteo Gelatti e Francesca Bulgarelli, Greta Fogliani, Silvia Scacchetti, Marisa Reggiani, Beatrice Cremaschi e Mattia Tarabini

78


con Milo ed Enea, Francesca Magnani e Luca Carnevali con Dora e Ada, Mariana Ceornodolea e Ricccardo Bedogni, Francesco Dazzi e Martino, Laura Castaldini e Lorenzo Scaglietti, Aicha Roufki, Gloria Forghieri, Alberto Manotti il re del Po, Nunzia Maddaloni con Elisabetta, Stefano Malvezzi e Tommaso, Anna Pisani e Marco Martignoni con Agata e Amanda, Nelson Bova ed Ettore Anselmi, Federico Bernardi, Alessia Savarese, Paolo Balestrazzi e Sandra Meschieri, padre Ivano, Francesco Messori, Thomas Pepe, Silvia Mantovani con Nicola e Irene, Emma Veroni con Chiara Lenzi e Cristiano Malavasi. Un ringraziamento speciale al fotografo Giancarlo Ceraudo, con il quale ho seguito una master class a Roma da lui diretta; durante il corso mi ha insegnato a come gestire tutto questo materiale, ad organizzarlo in una storia, a come dare spazio alla mia creatività e visione, ma soprattutto a come ha saputo tirare fuori il meglio di me con grande sensibilità e determinazione. A tutte le mie compagne di corso: Valeria Ferraro, Maria Pansini, Rosa Mariniello e Georgia Nuzzo, per le risate e la forza che ci siamo date in quegli anni. Ringrazio anche la photo editor Tiziana Faraoni dell’Espresso che ha creduto nel lavoro tanto da permettermi di realizzare un articolo per il suo giornale. Un abbraccio grande anche all’editor Régina Monfort che mi ha aiutato nella costruzione della storia e con la quale abbiamo condiviso tante telefonate durante il periodo della chiusura in casa per il covid, lei a New York, io in Emilia. Infine ringrazio per la post produzione Claudio Palmisano e la sua collaboratrice Melissa Pallini per la disponibilità e la grande professionalità che mi hanno sempre riservato.

79



Valeria Sacchetti Sono nata a Modena, mi sono laureata a Bologna presso la facoltà di Storia. Ho viaggiato per diversi paesi realizzando reportage per giornali e riviste in Cile, Argentina, Francia, Messico, Iraq e Bosnia. Nel 2011 ho frequentato un master annuale presso la Scuola romana di fotografia a Roma con Massimo Mastrorillo e Lina Pallotta. Successivamente ho realizzato due progetti fotografici, il primo “Home sweet home” con l’associazione “Vivere Donna” di Carpi e il secondo “Donne al centro” con il centro antiviolenza di Reggio Emilia (mostra e catalogo). Nel 2016 ho pubblicato il mio primo libro “Generazione resistente”, un lavoro di dieci anni sulla Resistenza modenese con vecchie e nuove foto e testimonianze di oltre cento partigiani e partigiane della mia regione. Dal 2013 al 2020 ho lavorato a un lungo progetto documentaristico sulla bassa emiliana dal titolo “Journey to the Lowlands”; durante questo periodo ho seguito dal 2017 al 2018 una masterclass con il fotografo Giancarlo Ceraudo a Roma. Questo lavoro è stato selezionato tra i primi dieci finalisti al Kolga Tiblisi photo award nell’aprile del 2020 e a maggio 2020 ha vinto la prima tappa Portfolio Italia FIAF a Bibbiena. Faccio parte del collettivo fotografico “Contrails” e attualmente vivo a Roma.





Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.