Casaetrend primavera 2014

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Editoriale

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gni primavera è una sorta di nuovo inizio per la vita famigliare all’aperto, che si tratti del lavoro in giardino o del movimento all’aria aperta, aprofittando del sole ancora tiepido. Per la nostra edizione primaverile abbiamo deciso di incominciare dal principio, partendo dal seme e sviluppando l’idea della sostenibilità. Così abbiamo realizzato un rifugio per gli insetti e una casetta per gli uccelli, in modo che ci aiutino a tenere sotto controllo i parassiti nel nostro orto rialzato. Poi siamo andati a conoscere Andrej, che si è lasciato alle spalle l’ufficio di collocamento trasformando il suo hobby in un lavoro aprendo una panetteria-boutique. Quindi abbiamo fatto un salto a Londra, dove abbiamo conosciuto Petra Green, stilista e designer nel mondo tessile, per poi volare ad Amsterdam, dove Anja ha riflettuto sul ruolo del legno grezzo in una città da secoli priva di boschi naturali ma con un forte orientamento ai paesi orientali. Per poi tornare nelle vallate alpine, dove abbiamo raccolto dei fiori per farne delle ghirlande primaverili, in collaborazione con Graziella del blog Con un filo, ed entrare negli ambienti caldi ed accoglienti di un nuovo albergo di design, attento alle tradizioni locali. E per coloro che si stanno apprestando a ristrutturare la propria casa, siamo andati a trovare Aljoša, che sul Carso triestino ha affrontato con le proprie mani una ristrutturazione nel rispetto dei materiali e dell’architettura rurale. Ovviamente non abbiamo potuto tralasciare le decorazioni pasquali e l’evergreen delle uova dipinte, senza dimenticare nemmeno i bambini per i quali abbiamo organizzato una festa di compleanno in stile La vecchia fattoria. E per coloro che si trovano nel mezzo dei preparativi nuziali, un matrimonio all’insegna del fai da te. Buona lettura! Petra Slapar

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Autori PETRA SLAPAR La pianificazione di ogni edizione è sempre una sfida molto gratificante, l’energia delle parole si tramuta in lavoro e infine in foto meravigliose. Poi mi attende il lavoro più difficile: selezionare quelle migliori.

JASNA SIMONETA Le settimane di attesa della nuova rivista sono sempre piene di aspettative su che cosa uscirà dai set dei nostri creativi. E infatti da ogni singola pagina sprizza l’allegria della primavera.

KLEMEN BRUMEC La primavera è il periodo delle mattine luminose, in cui mi alzo, mi sgranchisco gli arti stremati, metto in tavola le uova e incomincio a fare progetti sull’edizione invernale di Casa e Trend.

TINA CIPOT Quando la rivista incomincia a prendere forma siamo ancora in pieno inverno. Non vedo l’ora che sboccino i primi fiori e che la rivista me ne porti un anticipo. E quando i lavori stanno volgendo al termine, la primavera è realmente dietro l’angolo. Era ora!

TJAŠA KRIŽNAR La primavera è il periodo delle mattine luminose, in cui mi alzo, mi sgranchisco gli arti stremati, metto in tavola le uova e incomincio a fare progetti sull’edizione invernale di Casa e Trend.

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VESNA VOGRIN ha contribuito alla rivista primaverile ricamando e canticchiando filastrocche primaverili.

TANJA TUTA L’edizione primaverile ha spalancato le porte della mia fantasia e le mie idee sono state scompigliate da una ventata d’aria fresca. Eccomi, primavera! Pronta per nuove sfide! ANA BULAT A questo numero ho contribuito in modo leggermente diverso dal solito – principalmente dal punto di vista dell’impostazione del lavoro, che stavolta ha richiesto di lavorare in gruppo. Stare in compagnia, discutere, ridere … tutto ciò ha lasciato un segno positivo che si nota in tutto il numero. Spero vi piaccia. Vi auguro una bella primavera piena di energie!

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SUZANA ŠLEBIR In primavera vengo colta da un irrefrenabile entusiasmo per i colori e tutto ciò che è bello … forse anche troppo :), così ho trovato la collaborazione con Pirate Piška molto stimolante. Insieme ci siamo trovate a metà strada tra il minimalismo e il kitsch. Spero che vi piaccia. MARJAN ROSEC Il verde chiaro è il mio colore preferito, perché è proprio il colore della primavera. Dal cielo grigio spuntano i primi raggi di sole, risvegliando la natura che ci circonda. Ogni stagione ha in sè qualcosa di speciale, ma la primavera cela un fascino particolare. Sono un giardiniere e quando vedo le prime gemme aprirsi, mi viene un tuffo al cuore. Il richiamo della vita … e del lavoro :) VALENTINA VOVK Mi piace conoscere gente nuova e interessante. Ed è stato così anche nel caso delle interviste per questo numero. La prima è frutto del mio incontro con Petra Green a Londra, mentre le seconda con Andrej Gerželj a Ljubljana. E infine abbiamo constato che Petra e Andrej si conoscono già da quando erano bambini.


Indice

Editoriale Il lusso di un brunch primaverile Idee per recuperare Uova di Pasqua La tavola pasquale Il formaggio di malga Il matrimonio fai-da-te Le scatole per i biscotti Ricamo La festa di compleanno in stile Idee per i giocattoli fatti in casa La panetteria Osem room39 La modernità dei motivi alpini La sinuosità della pietra e del legno Il fasto dei tulipani Giardinaggio Fai da te Il legno antico di Amsterdam Petra Slapar Direttore responsabile Sandra Pohole, K8 dizajn design e impaginazione Teja Kleč design icone Jasna Simoneta, Tanja Tuta Redazione italiana PKDV, SVETOVANJE, d.o.o. Web: www.casaetrend.it Contatti: info@casaetrend.it marzo 2014 n. 9

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Testo: Tina Cipot Foto: Klemen Brumec

Il lusso di un primaverile

brunch

Come decorare la propria casa in occasione delle festività pasquali? Stanchi dei colori troppo azzardati, abbiamo deciso di rifugiarci nella leggerezza del bianco, con l'aggiunta di uno o due accenti di colore. In questo modo il giallo acquisterà più splendore e il verde darà una maggiore sensazione di freschezza. Mettiamo in tavola diversi recipienti e offriamo ai nostri ospiti delle pietanze fragranti a cui sarà davvero difficile resistere. Ma come fare per preparare un brunch primaverile senza eccedere con i cibi pesanti? 6

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Forse potremmo incominciare con delle uova sode su di un lettino di ravanelli ed erba cipollina. I colori vivaci ci faranno venire l'acquolina in bocca. Per i palati piÚ raffinati c'è il salmone al forno con le cipolline, i pomodori secchi e i crauti, che daranno il giusto equilibrio agli ingredienti di questo abbinamento un po' inusuale. E il cavolo rapa? Lasciamo perdere i ricordi agresti e proviamo qualcosa di nuovo: mettiamolo a lessare in acqua salata, poi tagliamolo a spicchi

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e guarniamolo con un cucchiaino di panna e un cucchiaio di acqua di cottura delle rape rosse per conferirgli un colore alla moda. E dato che parliamo di rape rosse – prendiamo i tuberi, lessiamoli,


leviamo la pellicina e tagliamoli a fettine. Quindi rosoliamoli nell'olio di cocco e condiamo con sale, pepe e noce moscata. In abbinamento alle rape rosse consiglieremmo del formaggio al dragoncello e dei crauti acidi. Per una tavolata festiva o anche un picnic in compagnia che si protrae per piĂš di qualche ora, prepariamo degli stuzzichini, come ad esempio delle olive ripiene, e al posto della solita colomba proponiamo una torta al formaggio. Da abbinare con del vino bianco. Bon appĂŠtit! primavera 2014

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Idea e realizzazione: Tjaša Križnar, Suzana Šlebir

Atelje Mali

La sedia e il tavolino fai da te

Ognuno di noi ha in casa qualche mobile che ogni tanto gli ricapita sotto agli occhi e fa pensare se sia il caso di buttarlo o nasconderlo in qualche soffitta. Per recuperarlo forse basterà riverniciarlo, magari creando un abbinamento con un altro mobile d'epoca. Nel nostro caso siamo riusciti a celare la loro iniziale incompatibilità cromatica, il comodino infatti era marrone e la sedia bianca. Vi abbiamo convinti? Allora procuratevi vernice, pennelli e del tessuto per rivestire la seduta.

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Idea e realizzazione: Tjaša Križnar Foto: Klemen Brumec

UOVA DI PASQUA Le uova pasquali sono un antico simbolo indoeuropeo, mentre nel mondo cristiano rappresentano la Risurrezione di Gesù.

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La tradizione del dono di uova è documentata giĂ fra gli antichi Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della primavera.

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Idea e realizzazione: Suzana Šlebir Foto: Klemen Brumec

L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò nel Medioevo, come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da simbolo delle rinascita primaverile della natura, divenne con il Cristianesimo il simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo.

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In tempi più recenti l’uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, che ha conosciuto largo successo nell’ultimo secolo.

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Idea e realizzazione: Suzana Ĺ lebir Foto: Klemen Brumec

In Italia l’uovo sodo come simbolo pasquale è rimasto presente soprattutto accompagnato dalla tradizionale colomba pasquale o durante il pranzo. 16

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Ad Urbania, nella provincia di Pesaro e Urbino, si gioca ancora oggi al Punta e cul. Le uova vengono sistemate a terra con un disegno a forma di “S”, vince chi, nel confronto, riesce a mantenere il suo uovo intatto battendolo contro quello del vicino. Il giocatore continua così finché il suo uovo resiste, intascando tutti quelli che riesce a rompere.

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Realizzazione e foto: Ana Bulat


Le uova di Pasqua sono state decorate con colori e pennarelli oppure addobbati con dei nastri decorativi o dei francobolli.

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Idea e realizzazione: Tjaša Križnar, Suzana Šlebir Preparazione ricette: Ana Bulat Foto: Klemen Brumec

La tavola pasquale

Per addobbare la tavola pasquale abbineremo dei grossi vasi materici a dei delicati biscotti e alle uova che serviremo la domenica pasquale. Il vaso è stato realizzato con del cemento a presa rapida, noi l’abbiamo colorato di grigio, ma potete anche optare per i colori pastello. Per la tavola abbiamo scelto dei rami di salice e dei fiori primaverili. I biscotti sono stati realizzati con della pasta per il pane e come dolce proponiamo una crostata ai frutti di bosco, decorata con dei coniglietti. 20

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L’idea per la tavola primaverile - potete colorare i vasi col vostro colore preferito.

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I tovaglioli sono stati colorati con un effetto acquarellato azzurro e a fare da segnaposto troviamo dei coniglietti in pasta modellabile. Per realizzarli abbiamo utilizzato uno stampino per biscotti. Dato che avevamo le idee ben chiare sulla forma, per l’occasione ne abbiamo fatto realizzare uno con la stampa in 3D. 22

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Fate sciogliere il lievito nel latte caldo, aggiungete lo zucchero e l’olio. Coprite con un canovaccio e lasciate in un luogo caldo. In una bacinella unite i due tipi di farina, aggiungete l’uovo, il sale e lo zucchero vanigliato. Aggiungete il lievito ed eventualmente dell’acqua calda. Lavorate l’impasto finchè diventa ben liscio. Lasciatelo riposare in un recipiente coperto, in modo che raddoppi di dimensioni. Con questo impasto preparate delle palline del diametro di 4 cm. Lasciate riposare per ca. 15 minuti e con delle forbici date forma alle orecchie, tirandole all’indietro. Mettete in forno a 180°C per ca. 12 minuti, finché diventano ben dorati. I coniglietti cambieranno la loro forma durante la cottura, ma i bambini saranno felici nonostante le imperfezioni.

I coniglietti di pasta lievitata 400 g di farina bianca 100 g di farina di farro 3 cucchiai d’olio 1 bustina di lievito in polvere 50 g di zucchero

100 ml ½ 1

un pizzico di sale di latte caldo bustina di zucchero vanigliato uovo primavera 2014

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Crostata ai frutti di bosco 300 g 220 g 1 2 1

5 di farina (250 g di farina 4 bianca e 50 g di farina di farro) 350 g di burro bustina di zucchero vanigliato 3 cucchiai di zucchero a velo 4 cucchiaino di scorza grattuggiata di limone bio 2

cucchiai di acqua fredda ovvero q.b. mele di frutti di bosco surgelati (lamponi, mirtilli, fragole …) cucchiai di rhum cucchiai di zucchero cucchiaini di amido Amalgamate, anche nel robot da cucina, la farina, il burro, lo zucchero vanigliato, lo zucchero a velo e la scorza di limone. Aggiungete l’acqua fredda a cucchiaiate e lavorate velocemente l’impasto. Avvolgetelo in una pellicola e lasciate riposare per mezz’ora. Nel frattempo preparate la farcitura: in un tegame unite le mele a fettine e i frutti di bosco. Aggiungete il rhum e lo zucchero e fate rosolare a fuoco medio finchè la frutta si ammorbidisce (10-15 minuti ca.). Aggiungete l’amido in modo che la farcitura si addensi e mettete da parte. Ungete la teglia, stendete l’impasto e rivestite con esso la teglia. Regolate i bordi e con gli avanzi formate dei dischetti da cui ritagliare le sagome dei coniglietti. Versate la farcitura nella teglia, spianatela e mettete in forno a 175°C per 40-45 minuti.

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*I coniglietti possono essere cotti a parte e quindi usati per guarnire la crostata, oppure messi direttamente sulla crostata.


I coniglietti con la coda 500 g ½ 20 g 40 g 150 ml 30 g

di farina bianca cucchiaino di sale di lievito fresco di zucchero di latte di burro acqua tiepida q.b. Innanzitutto preparate il lievito, sbriciolatelo nel latte tiepido con lo zucchero e lasciate riposare. Alla farina aggiungete il sale, il burro fuso e il lievito. Eventualmente aggiungete l’acqua calda e lavorate l’impasto finché diventa elastico. Lasciate lievitare al coperto in modo che raddoppi di dimensione. Stendete l’impasto sul piano infarinato e ritagliate delle strisce di 1,5 – 2 cm e formate dei coniglietti. Piegate la striscia di pasta, avvitatela su se stessa e sulla parte inferiore formate una pallina che farà da coda. Lasciate lievitare e mettete in forno a 180°C per 12-14 minuti circa.

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Formaggio di malga

Sull’altipiano di Velika planina sopra Kamnik in Slovenia è rimasta viva la tradizionale produzione di pagnottine di formaggio magro a pasta dura, detto trniÄ?, finemente decorato con degli stampi in legno, da regalare alle ragazze come prova di amore e fedeltĂ . Dato il suo sapore deciso viene utilizzato per insaporire primi e secondi a base di carni e verdure.

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Ricette: Majolka, Kamnik www.majolka.si Foto: Klemen Brumec

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Gnocchi

alle ortiche e

al formaggio ˆ

Trnic

Lessate le patate, pelatele e passatele nello schiacciapatate. Aggiungete la farina, l'olio, le uova e un pizzico di sale. Formate gli gnocchi e lessateli nell'acqua salata. Per il condimento rosolate in un po' burro le ortiche precedentemente mondate, aggiungete uno spicchio d'aglio e della panna. Togliete l'aglio appena diventa dorato. Frullate le ortiche e salate a piacere. Condite gli gnocchi con la salsa e il formaggio grattugiato.

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Petto di pollo con formaggio di malga e orzo alle verdure

Mettete a mollo l'orzo per mezz'ora, quindi lessatelo in acqua salata. Rosolate a parte nel burro le verdure (carote, zucchine, peperoni, rape rosse‌ ) e aggiungete l'orzo cotto, del basilico fresco e del formaggio grattugiato. Salate il petto di pollo e cuocetelo sulla piastra, quando l'avete girato guarnite la parte cotta con del pomodoro a fettine e del formaggio grattugiato.

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Tarassaco con pancetta

e formaggio di malga

Il tarassaco è una verdura di stagione simile alla cicoria e si può gustare anche in insalata. Fate attenzione a raccogliere il tarassaco lontano da fonti di inquinamento e luoghi frequentati dai cani. Il tarassaco più delicato è quello che non è ancora giunto a fioritura, dato che dopo di essa diventa molto amaro. Mondate il tarassaco e preparate un'insalata con delle patate ancora calde tagliate a fettine. Rosolate la pancetta in una padella e aggiungetela al tarassaco, infine grattugiatevi il formaggio di malga.

Polenta con

formaggio di malga e prosciutto crudo al vino

Preparate la polenta insaporendola con del formaggio grattugiato. Prendete delle fette di prosciutto abbastanza spesse e rosolatele sull'olio d'oliva, bagnate con un vino rosso corposo (il terrano è l'ideale), aggiungete dei pelati e del basilico. Servite tutto su un piatto e guarnite con del formaggio di malga grattugiato.

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Il matrimonio fai-da-te

Idea e realizzazione: Tjaša Križnar, Suzana Šlebir Foto: Klemen Brumec

Il giorno più bello puoi crearlo da te

Matrimonio

Il filo rosso che collega il matrimonio in stile fai-da-te è il concetto che con un po' di manualità si possa creare da soli praticamente tutto l'occorrente per delle nozze fantastiche, con il vantaggio di poter scegliere i materiali e i colori in tutta libertà. Noi siamo partiti da una base pastello, mentre lo sposo e la sposa hanno scelto un motivo in linea con il periodo primaverile: gli uccellini. Ma naturalmente ciascuno di voi può scegliere il tema e la palette che preferisce.

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Da un pannello di legno abbiamo ricavato dei piccoli uccellini che si sono posati sull'occhiello e sulle decorazioni, una volta dipinti. Gli uccellini con le ali colorate di nero sono volati sull'abito dello sposo e dei suoi testimoni, quelli con le ali pastello invece hanno decorato il vestito della sposa e delle damigelle. Naturalmente abbiamo coordinato con le tinte principali, il rosa cipria e il verde muschio, anche le partecipazioni, i segnaposto, i ringraziamenti e ovviamente gli uccellini stessi.

Inviti e uccellini: 100% Suzi

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uccellini

inviti

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ranuncoli

Questi ultimi hanno abbellito anche la torta nuziale nei colori scelti e persino le decorazioni sulla tavola e le sedie. Abbiamo poi pitturato con della vernice effetto lavagna due uccellini un po' piÚ grandi perchÊ portino i nomi degli sposini e dei piccoli recipienti che sono serviti per decorare. In questi ultimi abbiamo inserito del muschio, vi abbiamo infilato degli uccellini neri e pastello e poi li abbiamo posti in diversi punti della tavola nuziale. L'aria di primavera è stata conferita all'ambientazione da ranuncoli bianchi freschi disposti in piccoli vasetti. Mentre il muschio fissato su un semplice pezzo di legno ha conferito un'aria da bosco fatato al cuscino portafedi. 34

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cuscino portafedi

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spilletta

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biglietti con i messaggi augurali

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Quando si sceglie di fare un matrimonio fai-da-te è importante coinvolgere gli invitati per creare tutti insieme un'atmosfera festosa. Perciò non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di utilizzare accessori divertenti per creare gli auguri, dei pannelli sui quali gli invitati possono scrivere i propri auguri dedicati alla coppia e fotografarsi insieme a loro, fino a bigliettini portafortuna infilati in una base di muschio che gli sposini potranno conservare come ricordo. E chi non sa ancora scrivere avrà il compito di far volare in cielo tante bolle di sapone primavera 2014 colorate che terranno compagnia agli uccellini della nostra festa.


ricordi

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Idea e realizzazione: Ana Bulat Foto: Klemen Brumec

Vita nuova per le scatole dei biscotti

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scatola degli accessori per il cucito 40

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detersivo

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barattolo per i biscotti

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portamatite

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Idea e realizzazione: Vesna Vogrin Foto: Klemen Brumec

Ricamo, la tradizione della nonna si rinnova Chi non si ricorda dei centrini che facevano le nonne una volta, onnipresenti sui tavolini del salotto, sopra il televisore o sul comodino? I tempi sono cambiati, e con essi si trasforma anche il ricamo: un motivo ricamato andrĂ a decorare una sospensione in tessuto e un cuscino. Per realizzarli abbiamo proceduto con un punto croce piĂš grande del solito.

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Poi abbiamo pensato di realizzare anche un quadretto con la scritta „happy“, mentre per il disegno del ricamo sulla ceramica basta utilizzare una penna resistente ai lavaggi. Noi abbiamo scelto un cuore.

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Idea e realizzazione: Tjaša Križnar Foto: Klemen Brumec

Per decorare la borsa nera invece abbiamo realizzato delle volpi, utilizzando due filati in misure diverse.

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Compleanno in stile

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Nella vecchia fattoria per la gioia dei bambini Con un po' di impegno e fantasia potete ricreare la magia della fattoria e organizzare una vera festa di campagna per i bambini. I protagonisti li conosciamo: maialini, polli, mucche e pecorelle. Per realizzarli utilizzeremo dei palloncini su cui attaccare gli occhi e il naso. Per corredare anche la tavola con questo stile, abbiamo vestito i muffin e i pop corn con un motivo maculato che ricorda il manto delle mucche. Sui muffin abbiamo inserito delle figurine che rappresentano le mucche e abbiamo infilato le buste di popcorn nella paglia. Naturalmente non bisogna dimenticare la tovaglia a scacchi e le classiche stoviglie di un tempo, un recipiente a pois per il popcorn e il secchiello per il latte in cui mettere i cakepops. Per finire abbiamo aggiunto delle bandierine colorate.

Idea e realizzazione: Suzana Ĺ lebir, TjaĹĄa KriĹžnar Preparazione: Katra JezerĹĄek Foto: Klemen Brumec primavera 2014

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I maialini

di pasta sfoglia 1,1 kg di farina bianca 60 ml di latte 60 g di lievito 100 g di zucchero 1 cucchiaio raso di sale 80 g di burro 2 uova 500 g di burro per la pasta sfoglia

con il mattarello fino ad uno spessore di mezzo centimetro. Ora dividetelo in quarti, piegate il bordo a sinistra fino alla linea del primo quarto, poi piegate anche quello di destra fino allo stesso punto. Quindi piegate il bordo a destra fino al bordo a sinistra. Dividete l’impasto in tre o quattro parti. Stendete ogni panetto fino a mezzo centimetro di spessore. La pasta sfoglia si può utilizzare per i croissant, noi abbiamo realizzato dei maialini. Con uno stampo rotondo o con un bicchiere ritagliate dei dischi per le teste. Dato che i maialini avranno una farcitura alla marmellata avrete

Lavorate insieme gli ingredienti e mettete in congelatore per mezz’ora. Stendete la pasta fino ad uno spessore di mezzo centimetro. Tracciate delle linee per dividere l’impasto in terzi. Sui due terzi a sinistra disponete il burro a listarelle. Piegate il terzo senza grassi sulla parte centrale. Ripetete con la terza parte. A questo punto avete ottenuto un rettangolo, giratelo di 90° e stendetelo

bisogno di due dischi per ogni maialino. Quindi ritagliate dei dischetti più piccoli per il naso. Con gli avanzi di pasta realizzate dei triangoli che faranno da orecchie. Incidete le narici con uno stecchino. Ora incominciate a comporre la testa. Al centro del primo disco mettete un cucchiaino di marmellata. Spalmate i bordi con del tuorlo e coprite con l’altro disco. Con il tuorlo incollate anche il naso e le orecchie, infine usate l’uvetta per gli occhi. Mettete i maialini sulla teglia rivestita di carta da forno e lasciateli riposare. Prima di infornare, spalmateli con un’emulsione di uovo e latte. Cuocete a 200°C per 20 minuti. Quando sono dorati, toglieteli dal forno e lasciate raffreddare. primavera 2014

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I bambini potranno rifocillarsi con i maialini di pasta sfoglia e dissetarsi con il succo di frutta o il latte. Abbiamo servito entrambi con delle cannucce colorate. E per dare un tono speciale alla festa, abbiamo realizzato uno specialissimo „angolo fotografico“ sul tema della fattoria, per fare insieme ai bambini delle simpatiche foto ricordo della festa.

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Idee per i giocattoli fatti in casa La fantasia è molto importante per i bambini e il loro sviluppo, perciò bisogna incoraggiarli a usarla. Ecco qualche idea per realizzare dei giocattoli fatti in casa. Per trovare i materiali siamo andati nel bosco e in garage. Cercate dei ramoscelli, bastoncini di misure diverse (vanno bene gli stuzzicadenti, i bastoncini per gli spiedini, i fiammiferi ...), rami con la corteccia. Per i rulli abbiamo utilizzato dei pezzi di carta vetrata usata. CosÏ abbiamo realizzato un trattore, un rullo e delle renne. Per fare le ruote abbiamo tagliato a dischetti dei rami e li abbiamo perforati al centro, in modo da potervi infilare dei chiodi che fanno da asse.

Realizzazione: Andrej Pohlin Foto: Klemen Brumec

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L'idea in pi첫: dai vecchi giocattoli si possono recuperare le ruote e utilizzarle per realizzarne di nuovi. Per gli alberi sullo sfondo abbiamo semplicemente praticato dei fori nei dischetti di legno e vi abbiamo infilato dei rami. Per completare il cantiere ci vogliono un po' di sassolini: bisogna pur dare del lavoro ai nostri piccoli operai.

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Il narciso dei poeti I prati disseminati di narcisi (Narcissus poeticus radiiflorus) sono uno degli spettacoli piÚ caratteristici della montagna primaverile. I narcisi sono delle piante perenni bulbose e crescono nei prati grassi e freschi e sui pendii ombrosi, anche se non è raro trovarne vaste colonie sui versanti assolati. Vengono messi in pericolo dalla raccolta indiscriminata, dalla concimazione troppo intensiva e dalla falciatura troppo precoce. Foto: Petra Slapar

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I crochi Foto: Ana PogaÄ?ar

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Foto: Klemen Brumec

Il più famoso delle oltre settanta specie di Crocus presenti nel nostro Paese è sicuramente lo zafferano. Ma non sono da disdegnare nemmeno i suoi parenti stretti che spuntano sui nostri prati all'inizio della primavera ed in autunno. Il croco in passato veniva usato come medicinale per le sue proprietà antispastiche e sedative. Lo zafferano, attualmente, viene utilizzato solamente dall'industria alimentare ed in gastronomia come spezia o come colorante. Prediligono esposizioni a mezz'ombra o al sole diretto, se il clima non è troppo caldo. Sono delle piante molto facili da coltivare, perciò in linea di massima possiamo non curarne la manutenzione e fioriranno lo stesso di anno in anno moltiplicandosi da sole. primavera 2014

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La panetteria Osem Pochi mesi fa, nel centro storico di Lubiana ha aperto una panetteria molto particolare. Il suo nome è Osem (significa „otto“) e non perché prenda il nome dal numero civico. Secondo i titolari è il simbolo dell'infinito ruotato verticalmente. Osem è una piccola panetteria d'eccellenza, di quelle che si trovano nelle grandi metropoli europee come Parigi. Mentre nei supermercati prende sempre più piede il pane industriale, Andrej Gerželj e la sua fidanzata Barbara Debevec hanno concretizzato il loro piccolo sogno nel cassetto, dando vita a un ambiente semplice ma accogliente e soprattutto efficiente.

Testo: Valentina Vovk Foto: Klemen Brumec

Andrej e Tanja, un'amica che lo aiuta al banco, rispondevano ai clienti trepidanti che nell'arco di un'ora sarebbe stato disponibile il pane al saraceno e prendevano le prenotazioni. Ovviamente ne ho approfittato subito per prenotarne un po' per me: al pensiero della crosticina fragrante del pane appena sfornato mi ero ritrovata ad avere una gran fame. Il colmo è stato un signore che propose ad Andrej di rivedere le dimensioni delle ciabatte, dato che sono talmente buone da minacciare seriamente la sua linea. Gli chiedo che cosa lo ha indotto a fare il panettiere. Andrej mi racconta di aver amato la preparazione

Andrej Gerzelj

In pochi mesi gli abitanti hanno fatto propria la panetteria, tanto che su Instagram si trovano perfino le foto delle loro baguette, adagiate nei sacchetti illustrati da Zoran Pungerčar. Sulla scia di tanto successo ho voluto verificare di persona cos'è di preciso una boutique del pane, ma quando poco dopo mezzogiorno sono entrata in negozio, il bancone centrale era già completamente svuotato. „Avete finito il pane?“, „Non sarete mica rimasti senza?“, „Oh no, proprio oggi che ho una fame da lupi! Davvero non ce n'è più?“ chiedevano i clienti, mentre noi chiacchieravamo sule scale. 60

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del pane sin da quando era bambino. Per nulla intimorito, ha provato tanti metodi diversi, incappando di tanto in tanto anche in pasticci irrecuperabili. A dire il vero qualche fallimento gli capita tuttora, preso da qualche folgorante ispirazione che lo trasporta un po' troppo lontano, racconta sorridendo. Da giovane era un punk e ha girato il mondo con il suo gruppo. Così ha potuto provare il pane prodotto dalle piccole panetterie a conduzione familiare, molto frequenti soprattutto in Francia e in Olanda, e ne è rimasto affascinato. Già allora ha incominciato a sognare una panetteria tutta sua. L'idea con gli anni continuava a maturare, aspettando il momento giusto per realizzarsi. Gli chiedo come si fa a capire quando è il momento giusto, come si fa a trovare il coraggio di rischiare e di buttarsi. La decisione non è semplice, racconta. La cosa più importante è sicuramente avere solide competenze in campo artigianale. Dopo aver provato a fare vari lavori si era ritrovato disoccupato. Dovendo provvedere alla propria famiglia, decise di non restare seduto a casa a disperarsi per la crisi, ma di realizzare il suo sogno e di trasformare il suo hobby in un'impresa. Andrej ammette che probabilmente se avesse avuto un lavoro a tempo indeterminato non si sarebbe lanciato in primavera 2014

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constatare di persona. Si cuoce fino alle 14, poi Andrej incomincia con i preparativi per la giornata seguente.

quest'avventura. Quindi è stata proprio la crisi a dargli la spinta. Se fosse rimasto inchiodato alla sicurezza di un posto di lavoro, probabilmente avrebbe incominciato ad annoiarsi e ben presto gli sarebbe mancato il tempo per il suo hobby, senza contare la delusione di non aver provato ad avverare il suo sogno. Gli chiedo il prezzo di un sogno che si avvera. A parte il rischio, racconta Andrej, richiede tanto tempo e impegno. La sua giornata lavorativa incomincia alle cinque del mattino. Mentre la città ancora dorme, le sue mani stanno già impastando il pane che deve essere pronto per le otto, quando si alza la serranda. Alla panetteria Osem si può scegliere fra otto diversi tipi di pane, e Andrej deve preparare almeno duecento pagnotte. Al primo mattino ne mette in vendita solo alcuni tipi, poi man mano se ne aggiungono altri, per giungere alle undici, quando l'offerta è al culmine. Da quell'ora in poi il pane va via in fretta, come ho potuto

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La nostra chiacchierata si è protratta sino all'una e mezza, nel frattempo è stato sfornato anche il pane di saraceno. Con il cappotto infarinato (eravamo seduti sulle scale) e una bella pagnotta calda sotto mano mi sono avviata verso casa, avvolta da un profumo inebriante. E quando ho finalmente appoggiato il pane sul bancone della mia cucina, ne mancava già un quarto. Andrej preferisce le materie prime a km 0. Ove possibile, acquista la farina da un piccolo mulino a pochi chilometri dalla città. La stessa farina è disponibile anche sui suoi scaffali, proprio come l'olio d'oliva che utilizza in alcune ricette. Il suo pane è privo degli additivi comunemente utilizzati dalle panetterie industriali. Un pane di farina bianca di qualità è sicuramente più buono e salutare di un pane integrale o di farro pieno zeppo di conservanti e additivi. Per ora le più apprezzate dai suoi clienti sono le baguette, seguite dal pane acido e dal pane della casa, quello che prende il nome della panetteria. Ma le mode cambiano in fretta e un buon panettiere deve saper cogliere le nuove tendenze della propria clientela. I motivi stampati sui sacchetti della panetteria Osem sono opera dell'illustratore Zoran Pungerčar.


Petra Green/room39 A Londra il tempo scorre rapidamente, molto rapidamente. Per far sì che due neomamme riescano a incontrarsi per un caffè e due chiacchiere, c’è tutta una trafila di messaggi e telefonate per trattare sull’ora e il luogo dell’incontro. Ed è stato proprio così che in Liverpool Street sono riuscita ad acchiappare al volo Petra Green. Petra racconta di essere nata in Slovenia agli inizi degli anni Settanta e di come sia sempre stata una bambina strana. Beh, almeno agli occhi degli altri. E questo è probabilmente anche il motivo per il quale gli amici erano pochi, anche se buoni. Per passare il tempo si rifugiava in mondi immaginari, in cui viveva avventure fantastiche con identità sempre diverse. Da bambina passava molto tempo con la nonna la quale le raccontava tante storie sulla propria giovinezza. Ad esempio come da giovane avesse lavorato come inserviente personale in casa di una signora d'alta borghesia di Trieste, in cui conobbe la vita mondana vivace e cosmopolita prima della Grande guerra. „La nonna amava raccontare soprattutto degli abiti lussuosi che la signora regalava a Tinca dopo un solo anno dopo averli comprati. La giovane Tinca girava per la città vestita sempre a festa e lei e la sua dama si divertivano molto quando i passanti si inchinavano davanti a loro come se fossero madre e figlia… perché in fondo è proprio vero che l'abito fa il monaco, non trovate?“ racconta Petra. Forse sono stati proprio questi racconti a contribuire al suo interesse per i lavori artistici fin dalla prima infanzia. A soli dodici anni Petra decide irrevocabilmente che da grande farà l'artista. In fondo la scelta era quasi scontata: gli adulti dicevano che gli artisti sono tutti un po' svitati, come pure lo dicevano di lei. Quindi la decisione era già bell'e pronta.

Sua sorella, di ben nove anni più grande, studiava per fare la farmacista e un giorno portò a casa degli schizzi di moda dimenticati in un'aula che condividevano con la Facoltà di Tecnica Tessile. Petra li vide ed capì immediatamente quale corso avrebbe fatto da grande: quello di Design tessile. Negli anni universitari ebbe la fortuna di avere delle compagne di corso davvero grintose (Sanja Grcić, Urša Draž, Mojca Celin e Barbara Plavec). Dal 1994 ha lavorato saltuariamente come stilista ed ha presentato delle mini collezioni in vari eventi collettivi, organizzati per la maggior parte da Sanja Grcić. Nel 1996 si è classificata tra i finalisti del Premio Mittelmoda di Gorizia e ha ricevuto come premio una borsa di studio nella Maison Gattinoni di Roma. Dopo la laurea ha lavorato come stilista nel collettivo V.o.o.d.o.o., dove hanno lavorato anche Zoran Garevski, Jelena Proković e Nataša Peršuh. Successivamente ha lavorato per l'azienda di intimo Komet, dove ha imparato a disegnare primavera 2014

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biancheria intima. Infine l'amore l'ha condotta fino a Londra, dove l'esperienza maturata è stata fondamentale per trovare lavoro come stilista di intimo. È rimasta in Inghilterra sino al 2008, anno in cui è diventata mamma. A quel punto, per fronteggiare con maggiore serenità le incombenze lavorative, ha deciso di cambiare strada. In che modo hai affrontato il mondo del design del prodotto? Le tue esperienze precedenti erano nel campo dell'intimo, in cui era fondamentale stare al passo con le tendenze, e la differenza tra questi due approcci è sostanziale.

Lavorando sodo, e poi mi ha cambiato l'ambiente nuovo e soprattutto la maternità. Ho sviluppato una forte passione per il processo creativo che si è sostituito all'attaccamento per il prodotto finale, ossia nel mio caso la biancheria intima. Ad un certo punto ho capito di volere piena autonomia quando creo, cosa effettivamente impossibile in una grossa organizzazione dove bisogna adeguarsi alle richieste del cliente finale. E devo ammettere di essermi alquanto stufata della moda, dell'impellente necessità di seguire le tendenze, della cui natura transitoria si nutrono le grandi industrie, portando il sistema a consumi spropositati e alla banalizzazione dell'originalità, dell'innovazione, della qualità e dell'etica dell'industria tessile. Anche nel design del prodotto le cose non vanno molto meglio, ma la differenza sta soprattutto nel fatto che un articolo con un buon successo commerciale e un ottimo design può aggiudicarsi il titolo di icona di design e restare in commercio anche per molti anni a venire. L'Inghilterra ha un mercato molto esteso. Come fare per attirare l'attenzione su di sè e il proprio marchio? Innanzitutto con l'originalità e la qualità. Per diventare visibile e riconoscibile ci vogliono diversi mezzi e piattaforme per presentare al meglio i propri prodotti. Sicuramente non possiamo prescindere da una buona fotografia, un sito internet interessante, la presenza sui social network, senza dimenticare le esposizioni alle fiere di settore. Questi sono i passi fondamentali per aumentar la riconoscibilità. In aggiunta a tutto ciò ci vuole molta pazienza e tenacia, perchè a volte ci vogliono anche cinque anni per incominciare a vedere un ritorno economico di quanto investito nel marchio.

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Quanto tempo passa in genere dall'idea iniziale alla realizzazione, quante sono le fasi dei tuoi vari progetti? Dipende dal prodotto e dall'impostazione del progetto. A volte realizzo un prototipo in pochi giorni, altre invece ci vogliono settimane o mesi interi. In realtà non mi attengo ad un percorso prestabilito, è uno dei vantaggi del lavoro autonomo. Ogni volta che incomincio a creare qualcosa di nuovo, ho l'occasione di imparare qualcosa e questo per me non ha prezzo. La maggior parte dei miei prodotti viene poi completata da alcuni collaboratori. Come scegli i tuoi collaboratori? Ti rivolgi sempre alle stesse persone? Dove trovi i fornitori di tessuti, feltro, ceramica e cuoio? I collaboratori e i fornitori di solito li cerco in rete, a volte anche alle fiere. Alcuni mi scrivono per propormi i loro servizi, ma mi lascio convincere soprattutto dalle referenze. Oltretutto nel mio settore c'è molta cooperazione, non ci si fa scrupolo a condividere le esperienze e spesso acquistiamo le materie prime in società. Dalle nostre parti la maggior parte dei giovani stilisti non ha un posto fisso e si trovano

costretti a organizzarsi in modo alternativo, ad esempio unendosi in gruppi o in piccole cooperative. Così facendo si dividono le spese, gli affitti e anche gli impegni. I giovani stilisti cercano di creare delle manufatture in proprio e di rivenderle alle mostre mercato. Ma è difficile sapere chi sarà il cliente finale e di conseguenza si produce in tiratura molto limitata, il produttore deve infatti farsi onere di tutti i costi di produzione. Come affrontano i giovani questo problema in Inghilterra? L'approccio è lo stesso, la differenza è che qui si è consolidato. Questo tipo di commercializzazione è già talmente avviato da coprire da solo una fetta di mercato valutata all'incirca in 70 miliardi di sterline all'anno. https://www.gov.uk/government/news/creativeindustries-worth-8million-an-hour-to-uk-economy Cosa mi racconti della commercializzazione e della promozione? Da noi i creativi si lamentano che tra la pressione burocratica e la promozione non trovano il tempo per creare. Tu come ti gestisci? La promozione fa parte del processo creativo. Ammetto che le giornate passano troppo in primavera 2014

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fretta, specialmente se si ha anche una famiglia. Devo dire che però qui la figura dei creativi è riconosciuta sia dal punto di vista fiscale sia da quello legislativo. Considerando che hai dei bambini piccoli, probabilmente devi saper organizzare bene il tuo tempo. Probabilmente non hai una giornata tipo? Ah, l'organizzazione, gli schemi … non ricordo nemmeno più cosa siano! Attualmente ho un figlio a scuola e l'altro ogni tanto lo porto in asilo. A settembre anche la piccola andrà a scuola e allora potrò ricominciare con un orario standard di otto ore lavorative, senza dover spendere per l'accudimento dei bimbi. Fino ad allora lavorerò in base al tempo che avrò a disposizione, alle energie

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e all'ispirazione, cercando di fronteggiare le piccole e grandi sfide di ogni giorno. Come immagini la »room39« tra cinque anni? In che direzione vorresti crescere? Spero di trovare un investitore o un socio d'affari, che mi aiuti soprattutto a migliorare la commercializzazione dei prodotti e la promozione del concetto e dei valori di room39 sul mercato globale. Come funzionano i servizi fotografici in Inghilterra? Si viene invitati, sei tu ad offrirti…? Come si fa per essere presenti? Non ho un budget per le public relation. Sono gli stilisti e i redattori a chiamarmi quando ritengono che un mio prodotto sia idoneo al loro


servizio fotografico o alla tendenza che vogliono presentare. Nella maggior parte dei casi hanno bisogno di foto in alta risoluzione, altre volte è necessario l'articolo stesso. Fisicamente non sono presente alla realizzazione del servizio fotografico e l'articolo alla fine mi viene restituito. In Inghilterra come si creano i rapporti tra i giovani stilisti e le aziende? Ci sono delle fiere dove potersi presentare, delle organizzazioni di categoria che ne curano le rappresentanze e la promozione? Mi riferisco soprattutto ai piccoli laboratori artigianali gestite da creativi individuali, non alle grandi aziende. Essere presenti alle fiere è fondamentale: qui si riuniscono creativi, produttori, media e clienti. Sono il luogo per eccellenza dove intessere dei nuovi legami d'affari. Il salto dalla produzione di nicchia a quella su vasta scala è un ostacolo su cui molte piccole imprese inciampano e rischiano di fallire. La mancanza di risorse non è l'unica difficoltà, il problema più frequente è in realtà la perdita d'identità del marchio. Perciò i designer di successo non abbandonano mai una propria linea di prodotti di boutique. In questo modo riescono a mantenere la propria originalità e ovviamente

l'esclusività, collaborando nel contempo con i grandi produttori che si prendono carico dei costi di una produzione di massa, e soprattutto hanno un mercato consolidato. Anch'io ho appena concluso i lavori per una collezione di biancheria da letto e di cuscini per la catena statunitense CB2 che verrà messa in vendita negli USA e all'Est nel 2015.

Testo: Valentina Vovk Foto: Archivio room39

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La modernità dei motivi alpini Pochi mesi fa ha aperto i battenti un piccolo albergo a Kranjska gora. Pr’ Gavedarjo è un riuscitissimo esempio di rivisitazione di una struttura rurale in chiave contemporanea senza che questo ne comprometta l’identità originaria.

Quando 3 anni fa varcammo la soglia dell'albergo di Podkoren (all'epoca ancora un semplice ostello), rimanemmo affascinati dall'ostinazione con cui la padrona, Martina Gregori, difendeva l'impronta originale della vecchia casa della nonna. Il suo obiettivo era far rivivere ai propri ospiti l'atmosfera di quel passato e sono stati molti i viaggiatori provenienti da tutto il mondo ad aver apprezzato la sua idea.

Con il tempo però la ristrutturazione dell'albergo si faceva sempre più incombente, il che tuttavia non ha fatto desistere Martina dal suo scopo iniziale. Per nulla intimidita dai colloqui con progettisti che non riuscivano a comprendere fino in fondo le sue idee, Martina ha proseguito per la propria strada finché si ricordò di Špela Leskovic, l'anima femminile dello studio AKSL, che aveva passato le vacanze proprio nelle camere prese in affitto da sua nonna. L'intesa è stata immediata e la ristrutturazione è stata portata avanti rispettando i racconti che riaffioravano dalle mura centenarie. 68

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Tutte le camere sono state conservate pressochĂŠ intatte, mobili e decorazioni murali comprese. Per evitare interventi troppo invasivi, gli allacciamenti per il bagno sono stati fatti convergere in un unico punto, e a prima vista l'unitĂ ricorda piĂš un armadio che un bagno. Ove l'arredamento originario non era sufficiente, sono state realizzate delle soluzioni lineari quanto meno appariscenti possibile, come nel caso della cucina, dei bagni e della sala colazione. Oppure sono stati utilizzati pezzi disegnati da Ĺ pela Leskovic e dalla stilista Almira Sadar per la collezione Cvetnoetno del 2011, contraddistinta da richiami agli arredi rurali e ai tessili di un tempo. Le decorazioni murali, ove possibile, sono state completamente restaurate, in modo da non compromettere l'atmosfera delle case dei primi del '900. Tutti i complementi tessili per la casa sono stati disegnati da Almira Sadar, che ha ripreso i motivi tradizionali della zona e li ha riproposti in stile contemporaneo:

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il punto croce in versione macro, la tenda della doccia con il motivo del garofano anch'esso macro, i copriletti finemente decorati con motivi popolari. Per finire con i cuscini e i tappeti di lana, che riprendono i lavori all'uncinetto. La cura minuziosa rivolta ai dettagli si esprime anche nella scelta dei tessili: la biancheria da letto è di provenienza biologica ed equosolidale. Riportandoci al tempo in cui i tessuti venivano creati artigianalmentente, questa scelta è un altro esempio che coniuga modernità e tradizione. Inoltre l'approccio etico ai lavori ha previsto anche

l'uso di materiali naturali e la riqualificazione energetica dello stabile, permettendo di ridurre al minimo l'impatto ambientale dell'intera struttura. Gli elementi della tradizione sono stati ripresi e valorizzati, fino a sfiorare l'enfatizzazione, come nel caso dei cuoricini, tipico elemento decorativo dell'arredo rurale in tutto l'arco alpino, sulle sedie lineari. Oppure i tappeti composti da dischi di lana che paiono dei percorsi di ciottoli in riva ai numerosi ruscelli che scorrono nei dintorni dell'albergo.

L’intera ristrutturazione è frutto di un’assidua collaborazione tra architetti, designer, artigiani e restauratori, ed il risultato è un ambiente totalmente nuovo che va ben oltre la mera riproduzione del passato. Testo: Jasna Simoneta Foto: Archivio AKSL

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A casa di Aljoša Kralj, giovane artigiano e artista di Trieste, dove la pietra ha gli angoli morbidi e il legno il colore del sole

La sinuosità della pietra e del legno I colori del sole riempiono ogni angolo della casa di Tanja e Aljoša, in cui dominano le sfumature dorate del legno naturale. Ma i riflessi argentati della pietra calcarea ci riportano subito sulla terra, una terra molto rocciosa, la terra del Carso. Dopo anni di ristrutturazioni nelle case degli altri, finalmente è venuto il tempo di una casa tutta tua. Come ti senti? Entusiasta, orgoglioso. C'è voluto molto impegno, tanta fatica, ma ne è valsa la pena. Hai realizzato la casa partendo da un edificio esistente. Quali lavori sono stati necessari? Ho ricostruito tutto tranne i muri portanti. Sono partito dalle fondamenta per arrivare fino agli impianti e alla posa delle piastrelle. Quanto tempo ci è voluto? Ho inziato nel 2010 e con Tanja ci siamo trasferiti non appena era pronto il bagno. Successivamente, per completare i lavori c'è voluto un anno o due. Di solito le ristrutturazioni eseguite in economia si protraggono all'infinito. Un po' è anche merito di amici e parenti che mi hanno aiutato per i lavori più impegnativi come gli impianti o il caminetto. Certo ho dedicato alla casa tutto il mio tempo libero. E non solo quello: una ristrutturazione richiede sempre molto tempo, altrettanto denaro e... il doppio della pazienza. Ma l’ho fatto volentieri perché credo fermamente nel

valore del lavoro fatto con le proprie mani, con passione e dedizione. È per questo che avete scelto di ristrutturare invece di comperare una casa nuova? Con tutti gli edifici in rovina che ci sono in giro, trovo che fare nuove costruzioni non sia etico né dal punto di vista ambientale né da quello culturale. Ogni casa ha un suo passato e questo è un valore aggiunto troppo spesso trascurato. Ormai si sono persi valori come il legame con il passato, gli si preferisce la comodità di una struttura nuova di zecca pronta per essere comprata. Ma quanta anima c’è in un muro di cemento tirato su da chissà chi per chissà chi? E quanta ce n’è invece in una mano che riporta alla luce con devozione una parete in pietra edificata magari cent’anni prima da qualcuno per la propria famiglia? Com’è successo a voi? Già. Questa casa ha subìto diversi interventi negli anni, ma sono state preservate alcune parti originali. Quindi praticamente antiche… Nel bagno abbiamo sfruttato questa caratteristica a nostro vantaggio. L’antichità della parete si

» Ho scelto di ristrutturare una casa vecchia perché trovo poco etica la scelta di costruire con tanti edifici da recuperare «

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integra perfettamente con lo stile moderno delle ceramiche. Il legno ha appunto la funzione di far dialogare questi due stili. Dopo averlo trattato per renderlo adatto agli ambienti umidi, l’ho lavorato in linee morbide che smussano il grezzo della pietra a vista e lo avvicinano alla linearità delle piastrelle e dei sanitari di design. Anche in cucina il rustico incontra il contemporaneo. Avete ideato voi il progetto? Sì, appena entrati in casa avevamo già presente la visione d’insieme. Con due blocchi di pietra carsica ho realizzato il piano di lavoro, mentre per la cappa ho voluto che il legno avesse un aspetto naturale, non trattato – anche se sto meditando di rinforzarlo con una trave, se troverò il pezzo adatto (dice osservando la cappa, già assorbito dal suo prossimo progetto). Abbiamo poi acquistato appositamente alcuni dettagli in stile, come il lavello in ceramica su cui abbiamo installato un miscelatore Franke country style. La ristrutturazione oltre ad abilità tecniche e artigianali richiede un certo senso estetico. Tu sei anche scultore. Si, negli anni ho realizzato opere artistiche di diversa natura e dimensione, utilizzando i materiali più svariati, dal ferro alla calce o alla ceramica passando dal mosaico all’intaglio. Ti definiresti un artista? La mia è più una passione che una professione. In effetti ho studiato al DAMS per qualche anno, ma la maggior parte delle nozioni in campo artistico le devo ad alcuni amici scultori e artisti di professione - tra cui Borut Soša, Robin Soave e Marco Milcovich - che mi hanno insegnato moltissimo. Il resto è frutto dell’esperienza diretta nella lavorazione dei materiali. È il progetto a nascere per primo o è un materiale a darti l’idea? Accade spesso che in qualche laboratorio o cava mi mettano da parte dei pezzi interessanti. In quel caso lo studio per comprenderne il potenziale e poi mi lascio guidare dall’ispirazione. Non hai paura di sbagliare e magari dover buttare via tutto? È la caratteristica più bella dei materiali naturali e del mio lavoro, invece: se non serve si può riutilizzare a tutto beneficio dell’ambiente. Vedi ad esempio la fiammella di fianco al focolare? Stavo lavorando il ripiano del caminetto e mi è avanzato un triangolino di pietra (indica lo spazio tra il piano e la parete). L’idea mi è venuta come dire da sola. 72

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Testo e foto: Tanja Tuta

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Osservando da vicino si nota che il caminetto e la canna fumaria hanno una forma particolare… Il caminetto è pensato per fornire calore sia diretto sia indiretto. È collegato all’impianto di riscaldamento e quindi ai termosifoni in casa. Ma può anche riscaldare il vano del soggiorno, dell’ingresso e del disimpegno direttamente. L’ho rivestito con un particolare materiale refrattario che trattiene il calore prodotto all’interno della macchina e della canna fumaria e lo cede

gradualmente all’ambiente. In questo modo si ha un effetto simile a quello prodotto dalle maioliche. Inoltre, se si desidera aumentare ulteriormente la gradazione nella stanza basta aprire le bocchette o la porta del focolare, in modo da godere anche della bellezza del fuoco vivo. Ideato per sfruttare il legno fino in fondo. È così. In questa casa non si butta via niente: un pezzo di legno diventerà un oggetto utile oppure servirà per riscaldarci. La rinnovabilità dei materiali naturali non smetterà mai di stupirmi e ispirarmi.

Quando si lavorano i materiali naturali non si butta via niente. Perché tutto si può riutilizzare. La fiammella sul focolare nasce da un triangolino di pietra avanzato dal ripiano, ad esempio.

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Foto: Klemen Brumec

I fastosi tulipani

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Il tulipano rappresenta da secoli uno dei piÚ pregiati fiori decorativi dei nostri giardini. Nel Medioevo i poeti lo elevarono a simbolo della bellezza, dell'euforia e del desiderio insaziabile. Nella Persia e nei paesi arabi il tulipano viene considerato come una dichiarazione d'amore, il suo ruolo è simile a quello della rosa dei paesi occidentali. Secondo la tradizione infatti il calice che sul suo lungo stelo si innalza verso il sole simboleggia l'innamorato che volge il volto verso il proprio amore.

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Insetti e uccelli, benvenuti!

Idea e realizzazione: Marjan Rosec Fotol: Klemen Brumec

Nel garage di casa potete realizzare dei bellissimi rifugi per gli insetti e dei nidi per gli uccelli.

Il rifugio per gli insetti

Gli insetti non sono tutti uguali e la biodinamica sta rivalutando il loro ruolo rispetto all'equilibrio dell'ecosistema. Infatti quando tutto funziona, i parassiti sono scacciati proprio da altri insetti. Purtroppo nei nostri giardini non si vedono spesso alberi morti o gli arbusti su di cui gli insetti amano deporre le loro uova, perciò accade sempre più spesso che qualcuno provveda a costruire per loro dei veri e propri rifugi. Il vostro rifugio potrà ospitare le coccinelle, le api selvatiche, i bombi, le forbicine ...

In una struttura di legno create delle sezioni inserendovi materiali diversi. Prendete dei pezzetti di legno, tegole, mattoni forati, non disdegnate nemmeno la corteccia, dei legni bucati, paglia, pigne, fieno, ramaglie, cannelle ecc., in modo che la composizione abbia una gran quantità di fessure. Il rifugio per gli insetti va posizionato ad un'altezza di 1,5 m dal terreno in una zona al riparo da neve e pioggia. Mettetelo vicino alle piante mellifere, in modo che gli insetti abbiano il »ristorante« dietro l'angolo. 78 primavera 2014


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Posizioniamo il nido in un luogo al riparo dal sole e dal vento, ad almeno 4 metri d'altezza e non troppo vicino ad altri nidi e ovviamente alle persone. Fate attenzione affinchĂŠ il nido Dopo aver sfamato i nostri piccoli amici alati sia ben fissato e che si trovi in posizione durante l'inverno, proviamo a dare loro una perpendicolare. Dopo la stagione della mano a mettere su famiglia. Prepariamo per nidificazione non guasterĂ anche una bella loro una casetta di legno, non importa se ad una o due falde. In ogni caso l'apertura deve pulita, in modo da evitare che il nostro nido si trasformi in un covo di acari, muffe e parassiti. avere da 2,6 a 3,2 cm. Un'apertura troppo grande aprirebbe la strada ai predatori, anche Il cinguettio degli uccellini rallegrerĂ le nostre giornate e gli uccelli ci verranno in aiuto quelli pennuti come le gazze ladre, e una nutrendosi degli insetti che si trattengono eccessivamente piccola impedirebbe loro di sugli alberi da frutto. accedere con facilitĂ al nido.

Il nido per gli uccelli

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L’orto rialzato

Negli ultimi anni gli orti rialzati sono sempre più in voga, il loro vantaggio è quello di dare un aspetto più ordinato al nostro orto e soprattutto di permetterci di ottenere un raccolto più abbondante. La terra negli orti rialzati è più arieggiata, si scalda prima e mantiene meglio il calore. L'acqua in eccesso defluisce e non crea ristagni, mentre nello strato inferiore viene a crearsi una riserva d'acqua per i periodi più secchi. Con una piccola serra ci garantiremo una produzione autonoma di verdura fresca anche quando le giornate si faranno più fredde.

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Idea e realizzazione: Marjan Rosec, Tina Cipot Foto: Klemen Brumec

Mettiamo in ordine la bigiotteria Avete il problema di ritrovarvi sempre con tutta la bigiotteria impigliata e sparpagliata tra cassetti e scatoline? Un portagioie non è poi cosÏ difficile da realizzare, basta riciclare qualche vecchio oggetto che avete in soffitta.

Il

portaspezie

Pulite il legno ed eventualmente carteggiate, quindi verniciate con il vostro colore preferito. Inserite nelle mensole dei gancetti di metallo su di cui appenderete gli orecchini e dei ganci un po' piĂš robusti per le collane e i bracciali. I portaspezie sono molto utili anche per riporre gli smalti per unghie. Ed ecco che abbiamo ottenuto un utilissimo angolo per gli accessori moda!

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Innanzitutto pulite con cura il telaio ed eliminate tutti gli eventuali resti di vetro, parti acuminate e chiodi. Con la carta vetrata carteggiate la vernice che si è staccata, quindi potete tinteggiare la finestra o limitarvi ad una mano di lacca. Nella parte superiore del telaio inserite i gancetti per le collane. Quindi prendete del cartone e rivestitelo con della carta da regalo o del tessuto. Con della colla a caldo fissatelo nelle aperture, in modo che faccia da sfondo. Per gli orecchini potete utilizzare una retina di metallo che troverete nei negozi di bricolage. Ritagliate la rete con delle forbici per lamiera secondo le dimensioni dell'apertura e incollatela con della colla siliconica. In questo modo donerete al vostro portagioie un aspetto piÚ rustico. Per le collane piÚ lunghe potete fissare dei gancetti aggiuntivi, ad esempio dei pomelli recuperati da una vecchia cassettiera.

La f inestra antica

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Una ghirlanda per un giorno soltanto … fragile, che si realizza con i fiori raccolti durante una passeggiata nel bosco, che manterrà la sua freschezza e vivacità fino a sera. Il giorno successivo si potrà facilmente rifare con nuovi colori, con lo stesso sostegno e con piccoli boccioli raccolti nell'aiuola di casa e le felci conservate nell'acqua. Se la esibirete sul portoncino d'ingresso, sarà un cordiale e gentile “benvenuto” per i vostri ospiti.

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Una ghirlanda che dura nel tempo

Testo e foto: Con un filo

Per realizzare questa ghirlanda servono solo pochi tralci di gattici, che si trovano con facilità e abbondanza in primavera. Crescono spontaneamente lungo gli argini dei fiumi e in zone umide, i suoi rami si piegano docilmente per formare una corona a cuore come questa. Questa semplice decorazione si manterrà intatta per molti giorni, perderà un pochino di lucentezza ma mai la bellezza di questo semplice ed umile arbusto.

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Sera d 'aprile Batte la luna soavemente Di là dai vetri Sul mio vaso di primule: senza vederla la penso come una grande primula anch’essa stupita sola nel prato azzurro del cielo. (A.Pozzi) primavera 2014

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Idea e realizzazione: Ĺ ivilja in the house Foto: Klemen Brumec

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Fai da te

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I coniglietti sono uno dei simboli della Pasqua, mentre gli uccellini in genere simboleggiano la primavera. Per abbellire la casa abbiamo preparato due tutorial – uno per un coniglietto molto semplice e l'altro per gli uccellini. Per vedere il tutorial cliccare sul link. primavera 2014


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Idea e realizzazione: Ĺ ivilja in the house Foto: Klemen Brumec primavera 2014

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Testo e foto: Anja Slapničar

Il legno antico di Amsterdam Ad Amsterdam il legno la fa da padrone: lo ritroviamo sulle facciate delle case storiche e negli arredi fino agli accessori moda. E poco importa che l'ultima foresta naturale dei Paesi Basi sia stata abbattuta definitivamente già nel lontano 1871. Seppure gli olandesi non abbiano materia prima a portata di mano, ad Amsterdam regna una storica passione per il legno. Infatti vi troveremo conservate cospique quantità di oggetti in legno antico. Numerosi gli antiquari con una vasta scelta di mobili in legno massello. Molti di loro sono specializzati in mobili giapponesi e propongono pezzi di rara bellezza, come comò e credenze abilmente intagliati.

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L'Olanda infatti fu per ben due secoli l'unico paese con cui il Giappone intrattenne contatti commerciali. Da allora questo tipo di mobili è molto frequente nelle case di Amsterdam e lo notiamo sbirciando nelle leggendarie finestre, lasciate appositamente senza tende. I cittadini infatti mettono in mostra con orgoglio salotti e tinelli dal design grezzo e asimmetrico, accentuato dall'uso di vasi con fiori freschi lungo tutto l'anno. Perfino i candelabri sono spesso di legno e le candele vengono accese tutte le sere, specialmente nei locali, per ricreare un'atmosfera intima e misteriosa. I ristoranti del centro storico sono collocati all'interno di palazzi borghesi, di cui la maggior parte ha mantenuto i pavimenti, le pareti e i solai originali. Alle pareti troveremo appesi


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quadri magnificamente incorniciati, raffiguranti i tradizionali mulini a vento e le navi coloniali che solcano gli oceani. Grazie ad una sapiente illuminazione soffusa, l'atmosfera ci riporta ai tempi in cui le osterie facevano da ritrovo per i marinai e i conquistatori provenienti da ogni parte del mondo.

altro che aumentarne il valore e hanno la facoltà di far immaginare le vicende del passato. Provate ad immaginare che proprio al tavolo dove state consumando la vostra insalata bio, un tempo ci siedeva un marinaio appena sbarcato da un lungo viaggio nelle terre appena colonizzate.

Il legno antico è molto apprezzato ed è entrato a pieno titolo anche nel design contemporaneo. Anche nei pezzi nuovi viene tenuta in considerazione l'autenticità del materiale, spesso viene usato il legno massello, preferito alle lastre in truccioli rivestiti di plastica o di altri materiali sintetici multicolori. Il legno è quasi grezzo, a volte viene lasciato senza alcun trattamento. Come i tavoli dei ristoranti e dei caffè sono composti da assi di legno trattate solo con impregnante o cera. Il legno vissuto infatti non ha bisogno di alcun trattamento, è l'usura stessa a conferirgli una patina grigiastra, molto apprezzata in città. Le macchie lasciate dai bicchieri e dal cibo non fanno

Anche le pareti dei ristoranti sono spesso rivestite con varie boiseries. A volte si tratta di doghe in legno grezzo, con tutta la corteccia e le imperfezioni del caso. Il legno è presente anche come materiale per i telai delle bici, gli accessori moda e le posate, frequenti anche le ciotole o i vassoi in legno, d'epoca oppure semplicemente antichizzati.

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Il tempo lascia sul legno una patina molto apprezzata e ad Amsterdam i dettagli in legno vengono esaltati, in quanto materia prima autentica, durevole e resistente e quindi perfettamente in linea con le tendenze di sostenibilità per il futuro.


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primavera 2014

A presto ...


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