L'Isola news

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News

2/2016

CANI MEGLIO educaRLI sin da cucciolI

Tartarughe come allevarle senza errori

bengala: un DOLCE “leopardo” A FARCI COMPAGNIA


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Editoriale

La nostra Famiglia, i nostri pet

E

ccoci al secondo numero della nuova rivista L’Isola News. Vi abbiamo invitati a sfogliare insieme a noi le pagine di un giornale pieno di informazioni, di consigli utili, di curiosità per tutti gli amanti degli animali: ci auguriamo di aver soddisfatto il vostro interesse! Scrivere di animali è entrare nel mondo di ciascuno di noi: dal cane al gatto, passando per le cavie e i pesci, ognuno ha la sua storia da raccontare, gli aneddoti più buffi, le situazioni più strane e a volte difficili da risolvere, i momenti di gioia assoluta e quelli meno facili. In questo numero tratteremo argomenti quotidiani come il legame che nasce tra il nostro pet e i bambini; l’alimentazione più adatta al cane anziano e come gestire eventuali aggressività; il magnifico Bengala e come sfruttare al meglio l’uso della lettiera dei nostri mici.

E ancora il furetto: come sceglierlo e poi gestirlo a casa. Senza dimenticare tartarughe e criceti, e i consigli del super esperto Massimo Perla su uno dei momenti più belli e intensi della vita insieme: l’arrivo di un cucciolo a casa. Tutto questo, insieme ad interviste e ad utilissimi consigli per i viaggi con i nostri quattrozampe, vogliono regalarvi un momento tutto dedicato alle creature che amate e che sono parte integrante della vostra famiglia. Perché famiglia è anche questo: condividere ogni momento, dalla sveglia insieme con la pappa e la corsa a fare la passeggiata mattutina, al Natale insieme, quest’anno arricchito dal nostro Concorso di Natale. L’Isola dei Tesori vuole esservi accanto in tutte le vostre esperienze “bestiali”. L’amore per i nostri pet si manifesta anche nel prenderci cura di loro nel migliore dei modi, dalla giusta alimentazione alla pulizia, dall’accessorio più adatto alla toelettatura più indicata, dal gioco colorato e sfizioso all’integratore per qualsiasi piccolo problema. L’Isola News è tutto questo: sceglietelo e tenetevi aggiornati! Annalisa Celeghin Direttore Responsabile

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Sommario

1 EDITORIALE

La nostra Famiglia, i nostri pet

5 NEWS DALL’ISOLA

Grandi Marche per grandi Amici

7 VITA A SEI ZAMPE 10

Furetto: un nuovo, curioso amico arriva in famiglia! Cani e bambini, un legame indissolubile

13 CURA&BENESSERE

L’obesità? Colpisce anche i conigli

15 LA SALUTE VIEN MANGIANDO Terza età. Qual è la dieta migliore?

17 IGIENE

Micio e le regole igieniche

20 COMPORTAMENTO

Se Fido è troppo aggressivo


22 RAZZE

Un “leopardo” sul divano

25 ASSOCIAZIONI

In prima linea per difendere gli animali

30 EDUCAZIONE

L’ABC per vivere (correttamente) con un cane

34 ETOLOGIA

Criceto: un piccolo “esploratore” a farci compagnia

37 LE MILLE BOLLE BLU

Acquatiche o palustri: “Tartarughine” solo per poco!

41 ANIMALI IN VIAGGIO

Attenzione ai colpi di calore anche in inverno

44 INTERVISTA

LAV: difendiamo i diritti di chi non ha voce

48 CURIOSITA’ DAL MONDO PET

L’Isola News n. 2/2016

Foto: IngImage

Registrazione al Tribunale di Rovigo n.2/2016

Per la pubblicità: L’Isola dei Tesori, via Boniole 8/a - 35040 Boara Pisani (PD) Telefono: 0425-485911

Realizzazione: Arbre Sas via Antonio Sacchini, 3 - 20131 Milano Direttore responsabile: Annalisa Celeghin Caporedattore: Stefania Colasuono Impaginazione: Silvia Ballarin Hanno collaborato: Armando Brescia, Bernardo Camasi, Maria Chiara Catalani, Sabrina Giussani, Roberto Marchesini, Stefano Mongiusti, Sara Rossetti

Stampa: Mediagraf Noventa Padovana (PD) - Tel. 049-8991511

Contatti Telefono: 0425-485911 Sito web: www.isoladeitesori.it Email: info@dmopetcare.it


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News dall’Isola

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Vita a sei zampe

Furetto: un nuovo, curioso amico arriva in famiglia! Maria Chiara Catalani Medico veterinario esperto in comportamento animale. Vice Presidente SISCA Mail: mchiaracatalani@gmail.com

Non solo cani e gatti arrivano nelle nostre famiglie per allietare l’atmosfera domestica. Sempre più spesso, infatti, tra i pet troviamo i furetti, piccoli e agilissimi predatori carnivori.

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uesti teneri animali possono condividere piacevolmente la loro vita con noi? Dobbiamo preoccuparci di conoscerli, prima di tutto, e sapere come farli sentire a proprio agio, sani e felici, così che la risposta a questa domanda possa essere: certo che sì!

Il furetto: chi è e come accoglierlo

Questo buffo animaletto è stato addomesticato oltre duemila anni fa, pertanto ha le qualità necessarie per avere con noi una buona relazione e vivere bene al nostro fianco. È, senza dubbio, un divertente compagno di vita grazie alla sua vivacità

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Vita a sei zampe e alla voglia di esplorare e di giocare. Però è bene sapere che per adottarlo sarà necessario adeguare l’ambiente domestico alle sue necessità.

La sistemazione più adatta

Per prima cosa è necessario allestire in casa una gabbia, quanto più possibile ampia, disposta su uno o più piani, di almeno 80x80 per 60 cm di altezza minima in modo da tenerlo al riparo da eventuali pericoli che potrebbe incontrare in nostra assenza a causa della sua fortissima curiosità. Qui potrà riposare, nutrirsi, espletare i bisogni fisiologici. Perciò, la gabbia dovrà contenere una tana calda e appartata, una cassetta igienica con trucioli o pellet di carta, assorbenti e non polverosi, un beverino a goccia con acqua sempre fresca e pulita, cibo adeguato.

Cosa mangiano i furetti?

Il nutrimento ottimale per un furetto dovrebbe essere composto da prede de-congelate (topi, ratti, volatili), in quanto si tratta di un carnivoro stretto. Quando non è possibile offrire questi alimenti è comunque importante evitare cibo per cani, pesce, eccesso di fibra e ricorrere a mangimi commerciali specifici per questa specie.

Un animale socievole e allegro

Per quanto ampia e ben organizzata sia la gabbia, è fondamentale evitare di tenere il furetto costantemente chiuso. È un animale dalle spiccate doti sociali ed estremamente vivace, ne soffrirebbe moltissimo. Almeno qualche ora al giorno dovrà scorrazzare in una stanza adeguata: niente piante (potrebbero essere tossiche), fili elettrici sospesi, oggetti pesanti che potrebbero cadergli addosso mentre saltella da un mobile all’altro. Perciò una stanza sicura ma con un buon arricchimento ambientale, adatto a un vero cacciatore: palline dure, tane di cartone contenenti bocconcini da ricercare, pupazzi piumosi sospesi a un filo, ad esempio.

Come cercare il contatto

Il furetto, oltre a simpatia e curiosità, è dotato anche di uno spiccato interesse a relazioni sociali e affettive. Ha bisogno di tempo per

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fidarsi di noi, soprattutto se è adottato già adulto, ma poi sa essere un adorabile compagno di vita. Per farci benvolere dovremo cominciare dal contatto: per afferrarlo usiamo cautela, cosicché non si senta instabile e in pericolo. Mentre lo si coccola, è bene inoltre non dimenticare che è un vero predatore: i suoi morsi, talvolta esito di fraintendimenti (quando scambia un dito per una piccola preda, ad esempio) sono molto dolorosi a causa dei suoi denti taglienti. Meglio insegnargli a utilizzare i suoi giocattoli per “fare il predatore” in casa e rispettare i suoi tempi prima di prendere confidenza e scambiare con lui effusioni troppo intime.

Se in casa c’è un altro pet

Questo quattrozampe ama molto la compagnia di persone e può essere abituato a indossare un’apposita pettorina per furetti e passeggiare al guinzaglio per esplorare il mondo. Allo stesso modo, però, ama fare lunghe e profonde dormite, perciò non necessariamente ci si dovrà preoccupare di dargli un altro animale con cui condividere le sue ore solitarie quando si è fuori casa. Quando, invece, ci fosse già un altro pet membro della famiglia, per inserire un furetto bisogna avere cura di presentare gradualmente il nuovo arrivato, in sicurezza, evitando contatti diretti fintanto che i due non cominceranno ad abituarsi reciprocamente a vivere sotto lo stesso tetto e, perché no, a vivere da buoni amici.

La relazione con questo simpatico animale può essere stimolante e divertente per tutta la famiglia purché si parta col piede giusto informandosi bene preventivamente.

Fonte bibliografica: Linee guida per la corretta gestione e il benessere degli animali non convenzionali. Manuale pratico dal veterinario al proprietario - SIVAE (Società Italiana Veterinari Animali Esotici) Si ringrazia la Dott.ssa Miriam D’Ovidio per le fotografie fornite.

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Vita a sei zampe

Il cane e i bambini

Il legame che s’instaura tra un cane e un bambino porta benefici a entrambi, ma bisogna sempre prestare attenzione affinché non vengano assunti comportamenti sbagliati da cui possano scaturire – da parte dell’animale – reazioni negative.

Roberto Marchesini Etologo e Direttore di Siua, Scuola di Interazione Uomo-Animale

I

l rapporto che nasce tra cane e bambino dà luogo a uno degli eventi più belli e affascinanti che si possano vedere: una sorta di miracolo in grado di creare un legame unico che porta gratificazione e benessere a entrambi. Si tratta di un incontro magico, dove ogni cosa assume spontaneamente una perfetta coerenza: tutti e due mostrano un atteggiamento aperto e festoso, un’evidente disponibilità a giocare e a fare movimento, una chiara propensione a esplorare il mondo che li circonda e a stare all’aria aperta.

Bisogna sempre stare attenti

Ciò non significa, però, che ogni cosa si disponga nel migliore dei modi solo grazie a questa affinità elettiva: la tendenza a scegliersi e ad andare d‘accordo può essere notevole, ma l’alto livello di coinvolgimento emotivo potrebbe dar luogo a una carica di interattività che rischia di incentivare comportamenti problematici. I bambini, infatti, tendono a

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eccitare molto i cani, per tutta una serie di motivi: corrono, urlano, emettono strilla acute, li coinvolgono nel gioco, gesticolano e si buttano per terra.

Anche i pet si stressano

Il pet viene così investito da uno ”tsunami stimolativo“ che, da un lato, lo porta a mettere in atto comportamenti impulsivi e, dall’altro, si trasforma in un’enorme fonte di stress: i movimenti del corpo, il gesticolare e l’emettere suoni acuti attivano in lui la motivazione predatoria, che si manifesta attraverso il piacere di rincorrere gli oggetti e di afferrarli con la bocca. È facile, inoltre, che tra bambino e cane si sviluppi una competitività in grado di determinare singole situazioni “a rischio” e di strutturare uno stile di relazione potenzialmente conflittuale: ciò accade con giochi competitivi come il ”tira-molla“, che spesso incoraggiano azioni pericolose come strappare, lacerare, saltare, prendere al volo una sciarpa o una pallina. È fondamentale, dunque, stabilire delle regole precise.

I benefici per il bambino

La presenza in casa di un quattrozampe consente al bambino di vivere avventure che altrimenti non


avrebbe modo di sperimentare: il suo patrimonio di conoscenze ne risulterà incredibilmente ampliato. Per esempio il cane sarà la sua ”base sicura“, in grado di aiutarlo nella costruzione del suo profilo affettivo, di mitigare le sue insicurezze, di compensare l‘eventuale mancanza di altri punti di riferimento e persino di sostenerlo nei momenti di difficoltà che caratterizzano le varie fasi della crescita. Occuparsi di un cane lo aiuterà a concentrare l’attenzione verso qualcos’altro da sé, a rafforzare le sue capacità empatiche, ad assumere gradualmente alcune responsabilità, a diventare molto più diligente e organizzato, a esercitarsi in comportamenti di cura e, più in generale, in attività di natura sociale. Il cane, inoltre, lo aiuterà a fantasticare, a inventarsi quei giochi di ruolo e di finzione che sappiamo essere fondamentali nella costruzione della sua identità.

L’importanza dei genitori

Questo tipo di relazione rappresenta, dunque, un importante investimento, capace di ripagare mirabilmente i sacrifici che un genitore deve fare per prendersi cura del bambino e del cane. Già, perché alla fin fine sarà proprio quest’ultimo che dovrà occuparsi del quattrozampe, in quanto non è pensabile affidarne la cura e la gestione a un ragazzo in età preadolescenziale. Pertanto, quando i genitori decidono di adottare un pet, devono essere pienamente consapevoli delle numerose attenzioni necessarie: solo così potranno affrontare questa scelta in modo responsabile.

Questo tipo di relazione ha significativi riflessi sulla costruzione biografica del bambino: ne accresce la consapevolezza, l’autostima, l’autonomia e la capacità di proiettarsi nel futuro.

SIUA e Pe t-thera

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Siua, Scu ola di In terazione Animale fo Uomondata dall ’etologo R Marchesin oberto i, da oltr e quindici l’ente fo anni è rmativo l eader nel delle Att ività Ass campo istite da mali. Il gli Anicorso è p ensato pe rare al me r prepaglio alla pet-thera mali e op py anieratori, definendo cipali ar le prinee di int ervento e duando le indiviindicazio ni a ques di approc to tipo cio terap eutico. L Modena re a Carta alizzata da Siua, documento il primo riconosci uto dal Mi della Sal nistero ute, defin isce i pr i valori d incipi e ella pet-t herapy ado una metodo ttando logia rela zionale e rispettos quindi a del bene ssere e de ratterist lle caiche degli animali co ti e di involattenzion e nei co delle pec nfronti uliarità del pazie corso prev nte. Il ede formaz io zooantrop ologia teo ne in etologia, rica e app psicologi licata, a dell’app rendiment le, psico o animalogia uma na e coun A questo selling. si aggiun gono tutt tività pr e le atatiche ch e potrann organizza o essere te anche c on il prop ne e vengo rio cano inoltre fornite in zioni per dicale attivi tà mali. A fin e percorso con altri ani, chi vuol certificar e potrà si come c oppia pet riconosci -partner uta second o i dettam Carta Mod i della ena.

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Cura&Benessere

L’obesità? Colpisce anche i conigli iglio Un con ò facilpu obeso e essere ment o da dicolpit atologie, p verse e di grave n alcu tità! en

Stefania Colasuono

Alimentare i nostri amici a quattro zampe in modo corretto è fondamentale per la loro salute: un coniglio in sovrappeso, infatti, può soffrire di diversi disturbi. Scopriamo quali.

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olto spesso sottovalutata, l’obesità è una vera e propria malattia che colpisce frequentemente i conigli mettendone addirittura a rischio la vita. La prevenzione è fondamentale e si basa sull’osservanza di due semplici regole: sana alimentazione e movimento.

Il buon senso del padrone

La salute del nostro pet, quindi, dipende soprattutto dal buon senso del proprietario, che deve

scegliere per lui i cibi migliori. Come ricordano i veterinari sono da evitare, in particolare, le miscele di semi, cereali e frutta secca: appetibili dal punto di vista visivo, sono in realtà altamente calorici e possono facilmente causare problemi ai denti nonché disturbi digestivi. Per scongiurare un rapido ingrassamento bisogna eliminare anche snack e bocconcini, senza dubbio gustosi e appetitosi, ma altrettanto dannosi perché ricchi di zuccheri, amidi e grassi.

Meglio prevenire

Prevenire è certamente meglio che curare anche perché far dimagrire un coniglio è piuttosto difficile. Il nostro amico peloso, infatti, ha bisogno di mangiare regolarmente senza ridurre le porzioni, altrimenti potrebbe avere problemi gastrointestinali. Un metodo particolarmente efficace per tenere sotto controllo il suo peso è quello di pesarlo una volta alla settimana: per un risultato preciso

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Cura&Benessere mentazione corretta dev’essere ricca di fibre, assunte soprattutto attraverso il fieno, l’erba e la verdura. Il primo può essere fornito quotidianamente in quantità illimitata avendo l’accortezza di sostituirlo appena invecchia. Immancabili, inoltre, le erbe miste – sia fresche che secche (mai, però, in fermentazione!) - che contengono sali minerali e calcio per la salute dei denti. Per offrire al nostro quattrozampe una dieta più varia possiamo alternare l’erba con le verdure (ben lavate e asciutte) altrettanto ricche di fibre, vitamine e sali: tra le migliori ricordiamo carote, finocchio, radicchio rosso e sedano. Da moderare, invece, gli ortaggi molto acquosi – come pomodori e cetrioli – perché possono favorire la produzione di feci molli e dissenteria.

Attenzione ad alcuni cibi

è utile ricorrere a una bilancia per neonati o, se il piatto è sufficientemente grande, a una da cucina. Solo in questo modo ci si potrà accorgere delle variazioni, correndo tempestivamente ai ripari se i chilogrammi dovessero aumentare o, situazione non meno preoccupante, diminuire.

Da oggi a dieta!

Ma quali sono i cibi indispensabili per il benessere del coniglio? Essendo un animale erbivoro, un’ali-

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eto, l’altro m e n io z ta n a e sana alim vorire una più rapid Oltre alla fa te r n e e p m entale satta do fondam o è il movimento. E l’attività s e tti, p perdita di umani, infa he all’ori r e s s e i no efici anc come per erandi ben g ta r o ndone il m p p ra le e c c a fisica a he o, del conigli portante, dunque, c ganismo im r o lt ’inte no . È mo tempo all il i s tabolismo s a p orrere pet non libero di c ia s a il nostro m , on ria gabb ia obesità, all’inizio n della prop i d olandolo e soffrendo o ma stim italità e ic e saltare: t le t a e agile resto v sarà certo upererà p c e r i lu n o c giocando uoversi. m i d voglia

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Durante il periodo di dieta è opportuno eliminare o ridurre notevolmente alcuni alimenti, primi fra tutti i pellet, bastoncini di fieno e vegetali essiccati che contengono elevate quantità di fibra. Da evitare anche il consumo di frutta (ricca di zuccheri) che eventualmente potrà essere reintrodotta (in maniera piuttosto limitata) una volta raggiunti gli obiettivi prefissati dal veterinario.


La salute vien mangiando

Terza età: qual è la dieta migliore?

Sara Rossetti

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A partire dal settimo anno di vita, il nostro amico a quattro zampe inizia il proprio percorso verso l’anzianità: per garantirgli una vecchiaia in salute e rallentare anche l’invecchiamento cerebrale è fondamentale la prevenzione. Dopo i cinque anni per i cani di grossa taglia e i nove per quelli più piccoli, infatti, sarebbe meglio consultare il proprio veterinario di fiducia per capire qual è l’alimentazione migliore da seguire, inserendo magari qualche integratore specifico per ogni nuova esigenza di Fido.

Con il passare degli anni, l’organismo del cane cambia e con lui le sue esigenze alimentari: scopriamo quali sono i cibi più adatti per un pet anziano ma in salute.

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’età media dei cani si è notevolmente allungata grazie soprattutto ai progressi ottenuti dalla medicina veterinaria in alimentazione e malattie degenerative. Oggi, i nostri pet vivono in media 13 anni, anche se la prospettiva di vita dipende molto dalla taglia e dalla razza: considerato l’aumento del numero degli animali anziani, l’industria ha realizzato diverse alternative alimentari, adatte ai loro fabbisogni.

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La salute vien mangiando Cibi specifici per nuove esigenze

I cibi pensati appositamente per il cane anziano mirano soprattutto al mantenimento di un buono stato di salute e del peso ottimale, favorendo inoltre la prevenzione o il rallentamento delle ma-

ti possono essere danneggiati, a causa della formazione di tartaro e provocare infiammazioni gengivali che non consentono una corretta masticazione.

La dieta giusta

Considerati tutti questi mutamenti dell’organismo, i veterinari raccomandano una nuova dieta che preveda un corretto equilibrio tra i principali nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, minerali e vitamine), indispensabile anche per scongiurare l’insorgere di patologie quali l’obesità. Fondamentale, ad esempio, una maggiore quantità di fibre per migliorare la mobilità intestinale e, al contrario, una minore assunzione di fosforo per alleggerire i reni. Per quanto riguarda le proteine, invece, bisogna preferire quelle nobili e ad alta digeribilità: perfette, quindi, le carni bianche.

Limitiamo i grassi lattie croniche. Più gli anni avanzano, infatti, più le capacità funzionali degli organi si riducono, comprese quelle dell’apparato digerente e del fegato, con inevitabili conseguenze negative sull’assunzione e sulla digestione dei pasti.

Ritenuti spesso i principali colpevoli dell’ingrassamento del nostro cane (soprattutto se anziano), i grassi non vanno in realtà demonizzati né eliminati completamente. Basta scegliere, infatti, quelli “buoni” di origine vegetale, come l’olio di mais, e inserire nell’alimentazione di Fido gli acidi polinsaturi Omega 3 e Omega 6.

Cosa comporta l’invecchiamento?

Superati i sette anni di età, si verifica un rallentamento del metabolismo e il fabbisogno energetico quotidiano diminuisce di circa il 40%. Non solo: mentre la cute è meno elastica e i muscoli perdono tonicità, la percentuale di grasso corporeo aumenta, così come il rischio di artrite. Anche i den-

Un aiuto dagli integratori Una dieta equilibrata prevede anche la somministrazione di cibi ricchi di antiossidanti nonché – ricordano gli esperti – di integratori in grado di fornire ogni giorno tutti quei nutraceutici specifici per conser-

vare e migliorare l’integrità delle cellule nervose del cane, aiutandolo così a preservare un buono stato di salute sia fisico che psichico.

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Igiene

Micio e le regole igieniche Insegnare al nostro gatto come e dove sporcare è piuttosto semplice: purché si rispettino le sue esigenze. Bernardo Camasi

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l gatto è un animale molto pulito e generalmente non mostra particolari problemi di igiene, a cominciare dall’utilizzo della propria lettiera. In commercio ne esistono di svariate tipologie, in grado di soddisfare pienamente le esigenze del pet: la regola fondamentale è che contenga del materiale facilmente scavabile, quindi sabbioso, così da consentire al micio di nascondere con le zampette i propri bisogni.

Impara sin da piccolo

A partire dalla terza settimana di vita, il gattino – sotto la guida della madre – inizia già istintiva-

mente a scegliere un posto dove sporcare, restando lontano dagli spazi in cui mangia o si riposa. Quando ha all’incirca un mese, poi, comincia a grattare il terreno e a imitare il genitore nell’utilizzo della cassetta: se successivamente dovesse essere adottato, quindi, il piccolo felino sarebbe già in grado di fare i bisogni nella lettiera, senza la necessità di un lungo addestramento. I problemi potrebbero sorgere per un orfano: in questo caso bisogna insegnargli alcune regole per abituarlo nel modo più semplice e veloce.

La posizione migliore

Quando adottiamo un gatto – affermano gli esperti – dobbiamo subito trovare la collocazione più adatta per la sua cassetta igienica, che dev’essere posizionata in un altro ambiente rispetto a quelli

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Igiene Un premio per aiutarlo Un apprendimento più rapido nell’utilizzo della lettiera può essere favorito dal premiare il gattino quando assume un comportamento corretto. I veterinari, in particolare, consigliano di metterlo nella cassetta igienica subito dopo mangiato, perché i felini tendono a urinare ed evacuare entro circa mezz’ora dal pasto: è importante, dunque, premiarlo (magari con uno dei suoi snack preferiti) così da gratificarlo per aver compreso l’utilità della lettiera.

destinati ai pasti e al relax. L’importante, inoltre, è scegliere un luogo piuttosto tranquillo e riparato dai rumori, non di passaggio, in cui il nostro pet possa rilassarsi.

Parola d’ordine: igiene!

Ricordiamoci anche che il gatto ama la pulizia (soprattutto quella personale), quindi la sua let-

cedere per tentativi, scegliendo il modello che soddisfa tutte le sue esigenze e cercando di non cambiarlo nel corso del tempo, per non stravolgere le sue abitudini.

Alcuni accorgimenti

tiera dev’essere sempre in ordine: capita spesso, infatti, che si rifiuti di entrare in una lettiera troppo sporca, andando a fare i bisogni altrove. L’ideale sarebbe pulirla tutti i giorni, a maggior ragione se si tratta di un modello chiuso.

Qual è quella giusta? In commercio, abbiamo detto, esistono numerosi tipi di lettiere (aperte, chiuse, con lo sportellino) e di sabbiette: da quella non assorbente a quella in argilla, dalla sabbia mischiata con la terra a quella con il legno. Per capire qual è la tipologia preferita dal nostro gatto bisogna pro-

È importante, comunque, che le dimensioni della lettiera siano sufficienti per garantire al micio un accesso comodo e consentirgli di muoversi, scavare e coprire i bisogni con facilità (per questo motivo, nel caso di una cassetta chiusa, si consiglia di togliere lo sportello così da agevolare l’ingresso e l’uscita). Per ovviare, invece, ai fastidiosi resti della sabbietta lasciati sul pavimento è bene sistemare un tappetino davanti alla cassetta, che dev’essere riempita con granuli di media granUn piccolo vademecum dezza: quelli • Sistemare la cassetta igienica in un troppo piccoli, infatti, luogo tranquillo e riparato dai rumori rischiano di • Evitare il balcone, perché il freddo restare incadell’inverno non incentiva il felino strati nei a uscire polpastrelli. • Preferire una lettiera aperta (o levare lo sportellino al coperch io) per facilitare i movimenti del gatto • Riempire la cassetta con almeno 5 cm di sabbia così che l’animale possa scavare e coprire i bisogni con più agi lità • Se se ne possiede più di uno, è meglio tenere in casa una lettiera in più rispetto al numero di gatti presenti (almeno una è sempre pulita)

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Comportamento

Se Fido è troppo aggressivo Il cane, discendente dai lupi, è il primo animale addomesticato dall’uomo. Tuttavia, questo nostro amico a quattro zampe può assumere talvolta un atteggiamento aggressivo: scopriamo perché e come rimediare. Sabrina Giussani Medico Veterinario esperto in comportamento animale, Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF, Master in Etologia applicata e Benessere animale, Presidente SISCA Mail: sabrinagiussani@yahoo.it

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l cane, frutto dell’incontro tra l’uomo e il lupo, è la prima specie animale addomesticata dagli esseri umani. Uomini e lupi hanno spartito per molti millenni lo stesso territorio di caccia come nemici e competitori; è, quindi, assai probabile che i lupi selvatici siano stati spinti ad avvicinarsi agli insediamenti temporanei dei cacciatori-raccoglitori e a seguirli nei loro spostamenti, grazie alle carcasse che i nostri antenati lasciavano dietro di sé. Le più recenti teorie suggeriscono l’ipotesi di una doppia domesticazione: il cane potrebbe essere, cioè, il risultato della domesticazione indipendente di due diverse popolazioni di lupi.

Insieme sin dall’antichità

La domesticazione del cane costituisce presumibilmente il basamento su cui poggia il successivo sviluppo di tutte le forme della nostra civiltà. La sua evoluzione mette in luce il contributo che i lupi hanno dato allo sviluppo delle culture umane: un contributo importante, fatto di collaborazione, simpatia e dedizione, più che di antagonismo. Il cane, già a partire dal periodo Paleolitico ha influenzato lo stile di vita dell’uomo e la sua presenza può aver contribuito a favorirne l’evoluzione.

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L’aggressione, un messaggio

Il comportamento di aggressione fa parte del repertorio comunicativo del quadrupede, che invia segnali sia ai propri simili che all’essere umano. Tale atteggiamento è caratterizzato da più fasi: la minaccia (in cui rientrano, ad esempio, il guardare fisso, l’abbaiare, il mostrare i denti, il ringhiare, il sollevare il pelo sul dorso e il camminare lentamente), il morso (un pizzico affondato, tenuto, semplice o multiplo) e il ritorno alla calma. A seconda di come l’animale minacci o morda si possono identificare sequenze che fanno capo a comportamenti che portano un messaggio differente. È possibile, infatti, riconoscere l’aggressione per irritazione (difensiva e offensiva), competitiva, territoriale, materna e per paura.


I tipi di aggressione Il Medico Veterinario Esperto in Comportamento

La frequente emissione di segnali di minaccia o la presenza di un comportamento di aggressione come unica risposta alla percezione di emozioni negative o positive, indica la presenza di un disagio. Il cane, così come l’essere umano, ricorre all’aggressione solo quando la situazione è senza via di uscita o non conosce un altro modo per risolvere le difficoltà. È necessario, pertanto, realizzare una visita comportamentale presso un Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale così da comprendere il significato del messaggio emesso. Il percorso riabilitativo ha l’obiettivo di strutturare la comunicazione tra i membri del gruppo-famiglia così che sia possibile comprendersi e sostenersi a vicenda fortificando la relazione interspecifica.

Ogni tipo di aggressione è caratterizzata da segnali specifici: scopriamoli. • Quando incontriamo un cane e allunghiamo la mano per accarezzarlo, l’animale per comunicare il suo dissenso può abbaiarci allontanandosi o venendoci incontro cercando di pizzicarci. Si tratta di un’aggressione per irritazione di tipo difensivo (il primo caso) od offensivo (la seconda situazione). • Quando cerchiamo di togliere un oggetto dalla bocca del cane “rubandoglielo”, l’animale può guardarci “male”, esporre i denti, ringhiare in modo ben udibile e trattenere il manufatto. In questo caso di tratta di un’aggressione competitiva in cui si evidenzia la sola fase di minaccia. • Un cane che ci corre incontro fissandoci e abbaiando con il pelo sollevato sul dorso e si ferma a qualche metro da noi ci sta intimando di fermarci poiché non siamo i benvenuti. Si tratta di un’aggressione territoriale. • Un cane terrorizzato impossibilitato a fuggire può aggredirci mordendoci più e più volte mentre perde urina e feci. Si tratta di una situazione simile a un attacco di panico.

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Razze

Un “leopardo” sul divano

È intelligente, dinamico e ama le coccole del proprio padrone: ecco l’identikit del Bengala, il felino “dal sangue selvatico” che discende dal gatto leopardo.

N

el 1963 l’americano Jean Sudgen – per conservare alcune caratteristiche del gatto leopardo - fa accoppiare il proprio esemplare asiatico con un felino domestico. Un tentativo ripetuto dieci anni dopo dal dottor Centerwall, questa volta per provare a rendere immuni i gatti dalla leucemia felina: un esperimento purtroppo non riuscito, ma che dà vita a una nuova razza riconosciuta poi ufficialmente nel 1991, il Bengal.

Un pedigree di tutto rispetto

Oggi il gatto bengalese ha una corporatura massiccia, caratterizzata da un’ossatura robusta e una muscolatura piuttosto sviluppata (soprattutto nei maschi). La forma del corpo è allungata e termina con una coda di media o corta lunghezza, spessa e con la punta arrotondata rivolta verso il basso (al contrario del gatto domestico che, infatti, la por-

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Stefania Colasuono

ta dritta in alto). Un’altra particolarità di questa razza felina riguarda le orecchie: sono piccole, tonde alle punte e larghe alla base; diverso, invece, il discorso legato agli occhi che sono grandi, rotondi o leggermente a mandorla e possono avere colorazioni differenti. Ciò che contraddistingue il gatto Bengala e non lascia dubbi sulle sue origini è sicuramente il mantello maculato - corto, liscio e molto setoso – sul quale si


trovano macchie ben evidenti che vanno dal bruno-rossastro al nero intenso.

Un micio sveglio e affettuoso…

Nonostante discendano dal leopardo e nelle loro vene scorra ancora il “sangue selvatico” dei loro predecessori, i Bengal odierni sono gatti piuttosto affettuosi e si adattano facilmente alla vita in appartamento. Grazie al loro carattere dolce e socievole, infatti, amano il contatto con gli esseri umani con i quali interagiscono e giocano molto volentieri, anche nell’età adulta.

Carta d’ identità

Corpo:ro busto e mu scoloso, forma al dalla lungata Peso: 89 kg se maschio; femmina 6 kg se Colore: brown-bl ack spot by o sno ted tabw leopar d, con m molto ev acchie identi, di colore rossastr brunoo o nere Testa: mu so lungo e cranio con gran tondo, di baffi e mento Occhi: g visibile randi, t ondeggia mandorla nti o a Orecchie : piuttost o piccole, ghe alla larbase e t onde in Coda: di punta lunghezz a medio-co con la p rta, unta arr otondata ta sempr e tenue verso i l basso Zampe: r obuste, con quel steriori le popiù lung he di q anterior uelle i Mantello : corto e molto liscio

…ma anche agile e cacciatore

Nonostante apprezzino la compagnia – sia dell’uomo che degli altri gatti – e, se lasciati troppo da soli, soffrano la solitudine, i Bengal hanno comunque un animo indipendente ed esplorano con curiosità ogni angolo della propria casa. Come i loro avi, del resto, sono particolarmente attivi e adorano arrampicarsi: la corporatura agile e atletica di cui sono dotati, infatti, li porta naturalmente al movimento e alla corsa. Per questo è opportuno che questi nostri amici a quattro zampe possano muoversi in spazi ampi, così da scatenare liberamente tutta la propria energia e vivacità.

delicata, infatti, è necessario seguire alcune accortezze per salvaguardare la loro salute. Se ci si vuole cimentare nella preparazione casalinga dei pasti per il proprio amico, ad esempio, bisogna sapere che i Bengala gradiscono – sin dalle prime fasi di svezzamento – la carne cruda non troppo grassa (soprattutto di pollo, manzo e tacchino), della quale mangiano volentieri sia il muscolo che le frattaglie (mai esagerare, però, con il fegato).

Le cure migliori

Questi mici, piuttosto sani e forti, non hanno predisposizioni verso particolari malattie. Anche una volta sterilizzati, non tendono a ingrassare né a impigrirsi ma rimangono attiUn’alimentazione vi e curiosi, sempre pronti a indagare Dal carattere dolce e ad hoc il mondo che li circonda. Il loro mansocievole, hanno anche I gatti bengalesi hanno bitello richiede pochissime cure: solun animo dinamico e sogno di seguire una dieta tanto nel periodo della muta è necompleta e bilanciata, che cessario spazzolarlo più frequenteamano esplorare l’ampreveda l’alternanza di mente eliminando così i peli morti. biente che li circonda, cibi umidi e secchi. È Per il loro benessere e divertimento molto importante, in sono in commercio numerosi accesmuovendosi sempre particolare, garantire losori: un regalo particolarmente gradicon vivacità e agilità. ro un’alimentazione di quato è sicuramente una struttura verticalità, ma non troppo ricca: le dotata di pedane e tiragraffi, su cui avendo una digestione piuttosto potersi arrampicare e rifarsi le unghie.

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Associazioni

In prima linea

per difendere gli animali L’OIPA, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, è attiva in tutto il mondo attraverso numerose campagne e attività per la salvaguardia dei diritti animali.

Stefania Colasuono

L

a storia dell’Organizzazione ha inizio nel 1981, quando a Lugano la famosa animalista e autrice di numerose pubblicazioni antivivisezioniste Milly Schar Manzoli decide di fondare – con altri sei soci – la prima confederazione internazionale di associazioni animaliste e protezioniste.

iun an s s e n IPA, gni Per l’O visibile e o eè in ore in male l a v n oi au vita h quest r e p : bile empre s stima o n o ia ari s pront , i volont v i t t nti e a ngere u i g g prese a r . e per ncreti lottar o c i t a risult 25


Associazioni Attiva in tutto il mondo

Presente in 53 Stati del mondo, è composta oggi da 198 “leghe membro” e diverse delegazioni nazionali impegnate nell’attivazione e nella conduzione a livello globale di importanti campagne animaliste. L’obiettivo, infatti, è quello di lottare per la salvaguardia dei diritti animali affidandosi all’aiuto di chi vuole realmente garantire a questi esseri indifesi una vita dignitosa.

Passione, preparazione e presenza capillare su tutto il territorio sono i capisaldi dell’associazione, che si avvale di un network di volontari ed esperti sempre impegnati per ottenere risultati concreti.

I principali obiettivi

Da oltre 30 anni, l’OIPA - grazie alla tenacia, alla convinzione e alla passione di tutti i suoi volontari - è impegnata in diverse battaglie per perseguire molteplici obiettivi: dall’abolizione della vivisezione nei vari Paesi del mondo, alla difesa degli animali da qualsiasi forma di maltrattamento, oltre alla diffusione di una corretta cultura di rispetto per tutte le specie.

Per saperne di più visitate Per saperne di più visitate il sito www.oipa.org/italia il sito www.oipa.org/italia

Alcuni importanti risultati

Anche in Italia molte di queste campagne si sono concluse vittoriosamente: ricordiamo, ad esempio, la cessazione degli esperimenti effettuati sui cani presso l’Università di Pavia (2001) e lo stop alla vivisezione sui gatti praticata nella facoltà di Medicina all’Ospedale Sacco (2002). Non solo: attraverso il monitoraggio costante delle guardie eco-zoofile presenti in gran parte della Penisola, l’OIPA è intervenuta nell’ultimo anno in oltre mille casi di maltrattamento, fornendo centinaia di consulenze su tematiche riguardanti la convivenza uomo-animale.

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Così in Italia

A livello nazionale, l’organizzazione è attiva con 150 sezioni locali e 50 nuclei di guardie zoofile distribuiti sull’intero territorio. Questa presenza capillare ha permesso di arrivare anche nelle zone più lontane e difficoltose, distribuendo tonnellate di cibo a rifugi, canili e gattili in tutta Italia ma anche intervenendo in occasione di gravi catastrofi naturali come il terremoto in Abruzzo o le più recenti alluvioni in Veneto, Sicilia, Liguria e Lombardia.

Comun icare A ha è fon bisog damen per q no de tale uesto l l’aiu c h e i v to di so in olont tutti iziat ari o ive d ed è rgani forma i sen z zione z ano s sibil p r esivolt izzaz benefi e ai ione cenza citta e in, eve d forma i ni: s nti i tivi erate n pia sono zza, di alla indis tavol gente pensa i inbili l’imp lavor per s ortan o por piega za e tato re affinc il va avant hé ve i l o d re de a nga d ll’Or e a c l ganiz ata v hi no zazio oce a n può n e c mento , hi no lotta n ce e il re pe l’ha rispe r il tto d ricon ei pr osciopri dirit ti. L’OIP

GLI ULTIMI SUCCESSI

Sono tante le campagne organizzate dall’OIPA negli ultimi anni e altrettanto numerosi sono i successi ottenuti. Tra le iniziative più importanti, la campagna del 2005 contro la strage delle foche in Canada e Sudafrica, al seguito della quale il Parlamento europeo ha messo al bando i prodotti derivati da questa specie, nonché l’ingresso a Green Hill (2011) da parte delle guardie zoofile

per fermare la vivisezione dei Beagle nei laboratori. Più recentemente, l’Organizzazione si è resa protagonista della più intensiva campagna affissioni degli ultimi anni a sostegno dei diritti animali e dell’alimentazione veg: le affissioni sono comparse in tutte le fermate delle linee metropolitane di Milano e Roma per sensibilizzare contro la strage di agnelli che, purtroppo, si compie ogni anno in prossimità della Pasqua.

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Educazione

L’ABC per vivere (correttamente) con un cane

Massimo Perla Addestratore cinofilo e responsabile nazionale del settore CSEN Cinofilia

L’arrivo di un cane, si sa, porta sempre entusiasmo e grande emozione: ma quali sono i comportamenti giusti da adottare per una convivenza serena e poco problematica?

Q

uando arriva in casa un cagnolino è sempre una festa! Per quanti danni possa riuscire a fare al suo arrivo, niente è paragonabile all’energia positiva che porterà fin da subito. La condivisione è la chiave di una relazione felice. Dal momento che entrerà in casa vostra, voi sarete responsabili del suo benessere. Cercate di organizzarvi le giornate, i fine settimana e le vacanze considerando che d’ora in poi ci sarà anche lui.

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Un cane “a misura” d’uomo

La mia più grande raccomandazione è quella di iniziare a interessarsi alle necessità e alle problematiche di una tipologia di cane prima di prenderlo. È fondamentale scegliere un animale in base ai propri ritmi di vita, al tempo a disposizione da dedicargli, alla tipologia di famiglia. Non tutti ci pensano e addirittura alcuni basano la scelta solo sulla bellezza o sulla simpatia. Ma ogni razza canina ha differenti esigenze e caratteristiche che ogni padrone dovrebbe sapere prima di scegliere il proprio pet.

Il tempo è prezioso

Erroneamente molte persone pensano che per avere un cane sia necessario disporre di tanto spazio o per forza di un giardino per farlo stare


fuori. Quello che serve per iniziare un percorso con questo amico a quattro zampe, invece, non è tanto una questione di spazio, quanto di tempo e di attenzione.

No alla noia e alla solitudine

I cani sono animali sociali e hanno bisogno di una corretta gestione sia per quanto riguarda l’attività fisica ma anche mentale. Può essere felice anche vivendo in appartamento, a patto che il suo proprietario abbia sufficiente tempo da trascorrere insieme a lui. La noia è uno dei fattori che più comunemente porta a dei problemi comportamentali come l’abbaio eccessivo, la richiesta continua di attenzioni, la distruttività come alternativa per scaricare le energie. Proprio per questo è consigliabile prenderlo in un periodo di vacanza o quando avete maggior tempo da dedicargli, così da poter essere presenti per seguirlo al meglio e per facilitare il primo ambientamento nella sua nuova vita insieme a voi.

Imparare a conoscere il mondo esterno

La cosa fondamentale, inoltre, è abituarlo fin da cucciolo a socializzare con le persone e con gli altri cani. Ogni animale deve imparare, infatti, a interagire in modo corretto con tutto quello che gli si presenta davanti: dall’aspirapolvere al motorino, dal bambino che corre al vecchietto con il bastone. Si tratta di competenze che devono essere insegnate fin dal primo momento che lo accogliete in casa ed è responsabilità del proprietario guidarlo alla scoperta serena di tutte le variabili che il mondo offre.

A lezione di educazione sin da cuccioli

Il mio suggerimento, indipendentemente dalla razza, è quello di iniziare a frequentare una Puppy Class, ovvero un corso di educazione per cuc-

cioli, proprio per aiutarlo in tutto questo e soprattutto per insegnare a voi padroni a leggere correttamente i segnali che ogni cane ci trasmette sempre e a essere costanti nell’insegnamento delle regole principali di buona educazione.

Prevenire è meglio che curare! L’educazione improvvisata può essere efficace per alcuni aspetti ma difficilmente sarà completa. E come dico sempre, il cucciolo nei primi mesi di vita è una spugna che assorbe tutto quello che gli viene insegnato quindi è meglio fargli memorizzare direttamente i comportamenti corretti fin da subito. Diventerebbe un doppio lavoro improvvisare l’educazione per poi ritrovarsi, una volta diventato adulto, a faticare di più per fargli cambiare le brutte abitudini e indicargli i comportamenti corretti.

I bisogni si fanno fuori

Uno dei problemi più comuni con il nuovo arrivato

I va

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i un can ntaggi d

sseggio il fuori a pa ne, inre a rt o p portante e settima È molto im ogni giorno: le prim li conoscere ne farg proprio ca ndamentali sia per ire che fo fargli cap o r n e o p s e i, h c n fatt te le a a ic m d Se de a isterno, co a voi. n il mondo e os a p fi a i u d s re la mina li qual è rg a n g glio deve cam e a s z imane a in iate insieme a guin può prime sett g g e to s n s qua ndo pa Scoprirete n il vostro . zione qua a it d n re o di ta c poi vivrete ante una passeggia ro o s ta di lavo a s a la rn ri io re g e a n ess u scit u o a p s o la stes cato d cane edu ssere angosciante re di a rl a p n òe r no dei quanto pu ale anarch ico! Pe re a im per pass con un an uovi scoprirete sia canze diverva ti n quanti pos a o per vivere delle n a im tt e s fine e! ura di can tenti a mis

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Educazione è sicuramente quello di insegnargli a fare i bisogni fuori casa. Cercate sempre di non farlo sbagliare e di anticipare i tempi portando fuori il cagnolino molto spesso, anche ogni mezz’ora nei primi tempi, soprattutto dopo i pasti o la mattina presto per poi rientrare solo quando siete sicuri che abbia fatto pipì. Premiate il momento in cui la fa nel posto giusto, iniziando a lodarlo e magari giocando un po’ con lui.

Le punizioni non servono

Se, invece, vi capita di trovare delle pipì in casa non fate l’errore di punirlo: il poveretto non potrà mai capire che lo state rimproverando per un bisogno fatto in precedenza! Al massimo potete interromperlo nel momento stesso in cui accade in casa, prendendolo di peso e portandolo fuori per fargliela finire nel posto corretto. Dovrà capire, infatti, che se la farà fuori verrà premiato con il gioco mentre se ciò accadrà dentro verrà fastidiosamente interrotto.

Di notte nel trasportino

Per quanto riguarda la notte, il mio consiglio è quello di abituarlo a dormire nel trasportino dopo

Chi è Massimo Perla Massimo Perla è presente da 40 anni nel mondo della cinofilia, dove ha raggiunto alti livelli sia negli sport cinofili che nella diffusione dell’educazione cinofila. A Roma dirige la sua scuola di addestramento e circolo sportivo “Indiana Kayowa” ed è il Responsabile Nazionale del settore CSEN Cinofilia per lo sviluppo delle attività sportive cinofile. Inoltre addestra e dirige sui set televisivi e cinematografici la maggior parte dei cani attori che vediamo in tv.

averlo fatto uscire per i bisogni il più tardi possibile. È davvero difficile che un cucciolo faccia pipì nella sua tana quindi imparerà ad aspettare che voi la apriate la mattina. Quando è ora, fatelo uscire e prendetelo in braccio per portarlo fuori. Attenti, però, a non perdere tempo, perché la prima cosa che farà il cuccioletto sarà la pipì nel primo posto che capita!

Voi dettate le regole

Iniziate a fargli capire fin da subito che siete voi a gestire le sue risorse. Dategli il cibo a determinati orari, tirate fuori voi i giochi per un momento di condivisione e di divertimento insieme. Evitate, poi, fin da subito di giocare con le mani: farsi mordicchiare le mani o i piedi, infatti, è la cosa più diseducativa in assoluto. Pensate sempre che ora è un cuccioletto e quindi sembra divertente, ma quando crescerà (e questo comportamento sarà ben radicato in lui) sarà un bel problema fargli capire che è diventata una cosa sbagliata perché fa male o diventa pericoloso.

Giocare sì, ma non tutto è lecito

Iniziate, quindi, fin dal primo giorno a giocare insieme con una treccia o una pallina attaccata a una corda (nei negozi specializzati ne troverete di tutti i tipi). Tenete un’estremità e fatevi rincorrere per raggiungere e morsicare l’altra. Se per caso prende la vostra mano, fermate immediatamente il gioco e fategli capire che vi ha fatto male. La stessa cosa vale con i piedi: se la tendenza del cucciolo è attaccarsi a loro o al polpaccio, fermatevi subito per interrompere questo comportamento. Vedrete che la volta successiva sarà molto più delicato e attento!

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Etologia

Criceto: un piccolo “esploratore” a farci compagnia Di piccole dimensioni, questo roditore necessita in realtà di spazi ampi in cui potersi muovere in piena libertà, soddisfacendo così la propria indole dinamica e curiosa. Sara Rossetti

Il criceto è un animale prevalentemen-

te notturno: di notte, infatti, è molto attivo e ama muoversi nella propria

tana. Per questo si sconsiglia di tenere la gabbia nella camera da letto.

I

l criceto è diventato ormai uno degli animali da compagnia più diffusi nelle case degli italiani, molto spesso conquistati dal suo simpatico musetto. Come tutti i pet, anche questo roditore ha bisogno di cure e attenzioni: le mura domestiche o la sua stessa gabbia, infatti, possono nascondere numerose insidie che è bene conoscere per garantirgli protezione e benessere.

I più diffusi

Esistono diverse specie di criceti, ma la più diffusa è sicuramente quella Dorata, di dimensioni maggiori rispetto alle altre (circa 14 centimetri) e caratterizzata da un mantello riccio, lungo o corto, di un unico colore oppure pezzato. Un’altra varietà che si trova frequentemente nelle case delle famiglie italiane è il criceto Siberiano, caratterizzato da una coda piuttosto corta e dal pelo marrone che, nei mesi invernali, tende a schiarirsi.

Un pet solitario

A differenza di quanto si possa pensare, questo

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piccolo roditore ha un carattere solitario quindi è bene non acquistarli in coppia, pensando erroneamente che si facciano volentieri compagnia. La convivenza forzata tra due esemplari dello stesso sesso, infatti, sfocia nella maggior parte dei casi in scontri violenti e, talvolta, mortali. Meglio evitare anche di tenere insieme un maschio e una femmina per non causare continue gravidanze che possano mettere a rischio la salute della mamma e dei cuccioli.

Un ambiente consono alle sue esigenze

Nonostante la piccola taglia, il criceto ha bisogno di uno spazio piuttosto ampio per poter vivere bene: si tratta, infatti, di un animale molto curioso e ingegnoso, che ama esplorare l’ambiente che lo circonda. Per questo è necessario procurargli una gabbia grande (sviluppata anche su due piani, collegati con delle scalette) e piena di stimoli, come ad esempio - oltre alla classica ruota - giochi realizzati con materiali da riciclo. Immancabili i


rotoli di carta igienica o piccole scatole di cartone riempite con della paglia che il nostro pet trasformerà presto in tane e nascondigli, dove poter sistemare il cibo o divertirsi a scavare.

e dalle correnti d’aria: il criceto, infatti, soffre molto il caldo (quello domestico non va in letargo e deve stare in un ambiente con una temperatura compresa tra i 18° e i 28°).

La gabbia migliore

La gabbia più adatta ai suoi bisogni dev’essere anche sicura, resistente e semplice da pulire: vanno bene quelle in plexiglas, metallo e plastica ma non in legno, perché viene facilmente rosicchiato e assorbe l’urina. È importante, quindi, co-

Come alimentarlo

A proposito di alimentazione: quali sono i cibi giusti? Il criceto, in natura, mangia soprattutto semi e talvolta insetti e frutta. Nel caso di quello domestico, può essere alimentato con i mangimi in pellet che si trovano in commercio oppure con cereali (meglio senza zucchero) e verdure, sia crude che cotte. In piccole quantità, può mangiare anche fette biscottate e cibi contenenti proteine animali (come uova sode e formaggio).

prirne il fondo con un materiale assorbente come pellet, fieno, carta o trucioli, assicurandosi che non contengano sostanze tossiche. Per quanto riguarda la collocazione, invece, i veterinari consigliano di sistemare la gabbia in un posto tranquillo della casa, al riparo dal sole, dai caloriferi

Per un’igiene perfetta Tenere pulita “la casa” del proprio roditore è piuttosto facile, anche perché il criceto tende a fare i bisogni

solo in un angolo della gabbia e questo, ovviamente, velocizza le operazioni di pulizia. È consigliato, comunque, cambiare l’intera lettiera almeno una volta alla settimana, lavando anche la tana e i vari acces-

sori all’interno per una massima igiene. Non bisogna dimenticarsi, inoltre, di sostituire quotidianamente il cibo, buttando quello avanzato per evitare che il piccolo animale mangi qualcosa di avariato.

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Le mille bolle blu

Acquatiche o palustri: “Tartarughine” solo per poco!

Stefano Mongiusti Medico veterinario, acquariofilo ed erpetofilo

Le tartarughe acquatiche sono molto diffuse nelle nostre case. Generalmente vengono acquistati esemplari di pochi centimetri, con la convinzione che rimarranno di dimensioni contenute: questo purtroppo non corrisponde quasi mai alla realtà e, se allevati correttamente, è facile trovarsi con rettili lunghi anche diverse decine di centimetri nel giro di pochi anni!

L

e specie di tartarughe acquatiche più diffuse in commercio appartengono ai generi Graptemys e Trachemys, originarie delle zone subtropicali degli Stati Uniti d’America. È possibile trovare anche esemplari appartenenti al genere Ocadia, originari del continente asiatico e altre specie come le piccole Sternoterus, oppure le tartarughe dal guscio molle del genere Apalone e Trionx. Vista l’estrema varietà di razze disponibili, di seguito riporteremo le indicazioni di massima valide per

quelle più comuni. Consigliamo vivamente, prima dell’acquisto, di richiedere tutte le informazioni necessarie per conoscere le esigenze specifiche degli animali che s’intendono acquistare in modo da evitare errori e spiacevoli sorprese.

TUTTA QUESTIONE DI SPAZIO

Nei negozi quasi sempre vengono venduti esemplari molto giovani, lunghi pochi centimetri, provenienti da allevamenti specializzati. Molti credono che siano destinati a rimanere più o

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Le mille bolle blu biare m a c e t o ortan Mai senza! avend È imp a u q c a a Non dovrà mancare una ’ l l a o i spess a abb t zona emersa facilmens e u he q a di te raggiungibile (pari a cura c emperatur tre t n circa un quarto della a e s M s ste sca. a v superficie totale della a n l l u de on vasca), né un riscaldaquella si pulisce c o tro va tore da acquario che il fond sifone, il fil mantenga la temperatuo t i ano. appos m ra dell’acqua sui 25°. Soa o pulit pra la zona emersa, invece,

meno tali: grande errore! La maggior parte delle specie è destinata, se allevata correttamente, a diventare nel giro di pochi anni una tartaruga adulta lunga in certi casi anche più di una trentina di centimetri. Questo è di importanza fondamentale per procedere all’acquisto: quando non si dispone dello spazio necessario, infatti, occorre orientarsi verso specie di piccole dimensioni oppure rinunciare. In ogni caso, mai decidere di abbandonare

va obbligatoriamente sistemata una lampada specifica per rettili che emette raggi UVB, che dovrà restare accesa per circa 10-12 ore al giorno. Essa è indispensabile per favorire l’assimilazione del calcio da parte dell’animale, evitando così malformazioni ossee e altre gravi patologie. Un accessorio molto gradito alle nostre tartarughe è una piccola lampada/faretto da sistemare sopra la zona emersa, capace di portare la temperatura fra i 30° e i 35° per almeno qualche ora al giorno, favorendo la digestione e il corretto metabolismo. Infine, è vivamente consigliato un filtro (interno o esterno) che favorisca la pulizia dell’acqua.

LA GIUSTA Alimentazione

la tartaruga troppo cresciuta in natura, in quanto questa rappresenta una grave minaccia per l’ecosistema locale!

INDISPENSABILI LE VASCHE

Le vaschette di plastica con la palma finta al centro sono solo una soluzione temporanea: presto lo spazio sarà insufficiente. Molto meglio, quindi, orientarsi fin da subito su vasche più capienti, in grado di contenere la quantità d’acqua sufficiente per permettere alla tartaruga di tenere agevolmente la testa fuori appoggiandosi al fondo con le zampe posteriori. Una volta cresciute, poi, sarà possibile allevarle durante la bella stagione in grandi vasche all’aperto.

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Gran parte delle tartarughe acquatiche è onnivora, ma prevalentemente carnivora da piccola. L’alimentazione dev’esse-


Le malatt ie più com uni Ques

re varia e quotidiana: pesce crudo, gamberetti, molluschi, insetti, lombrichi, carne magra e pellet specifico devono rappresentarne la base. Radicchi e piante acquatiche vanno somministrati sempre più frequentemente man mano che l’animale cresce,

ti rettil i sono mo lto robus le patolog ti e ie più com uni riscon li in alle trabivamento do mestico so terminate no deda errori di gestion le cause e. Tra principal i ritrovi esempio, amo, ad temperatu re troppo mancanza d basse, i raggi UV B e alimen ne inadegu t azioata. Occor re tener p te che par r esenliamo di a nimali ete mi (la te rotermperatura corporea da quella dipende dell’ambi e nte in cui no), per c vivoui tempera ture tropp de compor o fredtano un r allentame tutte le nto di sue funzi oni vital prese la i , comdigestion e e le di munitarie f e s e im. La manc anza di u di raggi na fonte UVB, inve ce, compo mancata a rta una ssimilazi one del c component alcio, e fondame ntale del letro e d l o scheel guscio : il cara risultare pace può quindi mo rbido o d In queste eforme. condizion i si può pare la si svilupndrome MO M: quando cio raggiu il calnge livell i ematici mamente b estreassi potr ebbe sopr la morte. a v v enire Altra pat ologia pi frequente u t tosto , infine, è l’occlusi testinale one in: le tarta rughe hann so l’abit o spesudine di i ngoiare i riale di f l mateondo per c ui è sempr sigliabil e cone non usa re sassol piccole d ini di imensioni .

fino a diventare la base della dieta una volta che questo è diventato adulto. I piccoli gamberetti e gli insetti essiccati che si trovano in commercio, invece, hanno uno scarso valore nutritivo e andrebbero usati solo in caso di emergenza in mancanza di altro. È importante, piuttosto, integrare l’alimentazione con calcio e saltuariamente anche con vitamine: nel primo caso è possibile utilizzare anche l’osso di seppia (sia grattugiato sul cibo che lasciato a disposizione nella vasca) oppure si può ricorrere a preparati in polvere specifici così come nel caso delle vitamine, da usare una o due volte a settimana.

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Animali in viaggio

Attenzione ai colpi di calore anche in inverno Quando si parte con il proprio amico a quattro zampe, anche nelle vacanze invernali, bisogna prendersi cura del suo benessere, stando bene attenti a tutti gli inconvenienti che potrebbero trasformare il soggiorno in un vero incubo. Tra i principali c’è il colpo di calore.

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Armando Brescia

nche quando si vuole partire in inverno (per fuggire dal gelo verso meravigliosi posti caldi o per raggiungere le cime innevate), la prima regola da osservare è continuare a prendersi cura del proprio amico a quattro zampe. L’attenzione per la sua salute, infatti, non va mai in vacanza!

Piccoli ma fondamentali accorgimenti

Uno dei nemici principali del benessere di Fido e Micio durante un viaggio è senza dubbio il caldo: la possibilità che vengano colti da un colpo di calore (anche in montagna, quando il sole “picchia”) è sempre dietro l’angolo, ma basta veramente poco per scongiurare il pericolo e godersi i giorni di divertimento e relax.

Comportamenti da evitare

Non bisogna dimenticarsi, infatti, che gli animali da compagnia soffrono il caldo esattamente come noi, quindi è necessario adottare le stesse misure “difensive” per evitare situazioni spiacevoli. Gli esperti consigliano, ad esempio, di non uscire né esporsi al sole nelle ore più roventi della giornata, pianifi-

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Animali in viaggio cando le passeggiate quotidiane (sia in spiaggia che in montagna, a quote elevate) nella prima mattinata e al tramonto.

Mai chiusi in auto!

Un altro consiglio particolarmente utile è di non chiudere il proprio pet in ambienti piccoli e con poca aria, prima fra tutti l’automobile. Lasciare il finestrino un po’ abbassato non serve assolutamente a nulla perché, sotto il sole cocente, l’abitacolo diventa presto una vera e propria fornace, rendendo difficoltosa la respirazione.

Una dieta più leggera

Con il caldo, poi, anche cani e gatti tendono a diventare più pigri e a perdere l’appetito: vietato, dunque, forzarli a mangiare e preferire pasti più leggeri, che prevedano soprattutto pesce e verdure. Indispensabile, ovviamente, che abbiano sempre a disposizione una ciotola d’acqua fresca e pulita per bere e rinfrescarsi.

spirazione, innanzitutto, che diventa più accelerata ed è accompagnata spesso da un repentino aumento della temperatura corporea. L’animale, inoltre, mostra evidenti difficoltà nei movimenti e le mucose appaiono arrossate. In questi casi è di fondamentale importanza bagnarlo con un po’ d’acqua e avvolgerlo in un asciugamano fresco e umido, chiedendo l’aiuto di un veterinario.

Le prime avvisaglie Ma quali sono i principali sintomi di un colpo di calore? La re-

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ne razze caldo, ma alcu il no ro ff so d i quelle Tutti i cani ite. È il caso lp co ù pi e rn uso corto sembrano esse cioè da un m te za iz er tt ra ca dog, il Boxer brachicefale, arlino, il Bull C il e m co a particolare e schiacciato erisce loro un nf o co e ch – e n so lo: un altr e il Pechines respiratorie. No Un e e. vi al le im el d an l’ ne l’età del al d confor mazio o at nt se re e evat perché hio è rapp temperature el le o fattore d i risc en m ta or fatti, sopp pet anziano, in debilitato. è il suo fisico

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Intervista

LAV: difendiamo i diritti di chi non ha voce Stefania Colasuono

La Lega Anti Vivisezione, fondata nel 1977, è schierata in prima linea contro ogni forma di sfruttamento animale. Il presidente Gianluca Felicetti ci racconta quali sono i principi dell’associazione e le campagne in cui è impegnata quotidianamente.

La campagna stampa LAV “Questa è una vecchia amicizia” realizzata in collaborazione con i Sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL (2016).

Presidente Felicetti, come e quando è nato il suo impegno animalista? All’età di sedici anni, vedendo un manifesto contro la vivisezione su un muro della mia città. Mi colpì allo stomaco, scattò in me una ribellione contro quella scena di violenza. Così chiamai il numero telefonico indicato: era quello della sede della LAV. Il giorno dopo ero a volantinare e a raccogliere firme. In quanto presidente, quali sono i suoi principali compiti? Partecipa in prima linea alle campagne organizzate dall’associazione? Nell’associazione, in quasi 38 anni di mia iscrizione, ho ricoperto vari ruoli. Da volontario attivista a responsabile dei rap-

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La LAV premiata dalla presidente della Camera Laura Boldrini per la campagna “Questa è una vecchia amicizia” finalizzata ad incentivare l’adozione di cani e gatti adulti (luglio 2016).

porti istituzionali, da ufficio stampa a direttore delle campagne. Sono presidente da dieci anni. Sono sempre in prima linea nelle iniziative oppure faccio di tutto affinché queste si possano realizzare grazie alle tante altre persone (anche se siamo sempre pochi rispetto alle sfide che abbiamo di fronte) che ci sostengono.

Per saperne di più sull’organizzazione, i valori, le campagne e i successi ottenuti negli anni dall’associazione, si può visitare il sito web: www.lav.it.

C’è una campagna che ricorda più delle altre o che le ha lasciato un segno particolare? Senza dubbio la battaglia per rendere effettivamente perseguibile il maltrattamento degli animali con la riforma del codice penale che ottenemmo nel 2004 dopo quattro anni di iniziative, parlamenti e governi di diverso colore. È grazie a ciò, solo per fare due esempi, che si è poi riusciti a chiudere e a far condannare l’allevamento Green Hill dei beagle per la vivisezione, così come a far sequestrare e quindi a salvare, per la prima volta nella storia giuridica italiana, tutti gli animali di un circo. Analizzando la situazione italiana attuale, pensa che le politiche governative vigenti sulla tutela degli animali siano sufficienti? Il problema è che non sono mai esistite, e ancora

Gianluca Felicetti, presidente LAV.

oggi purtroppo non esistono, politiche governative sugli animali. Nessuna maggioranza ha per il momento reso il tema concretamente importante, tanto quanto lo percepiscono invece i cittadini. Le competenze sono spezzettate tra più ministeri, in alcuni casi sono sovrapposte. Si procede a “strappi”, talvolta anche positivi certo, ma tutto è legato a singole volontà. Anche quelle negative, come ora quella di riaprire la caccia al lupo, sospesa da 45 anni. Cosa si più fare di più, a suo parere? Non chiediamo la luna, ma solo di replicare l’Unione Europea che, almeno fino a qualche anno fa, è stata un faro in questo ambito, quantomeno nell’organizzazione e nelle chiare responsabilità politiche e di gestione. O, per rimanere in casa, chiediamo di rendere nazionale l’esempio degli uffici comunali per i diritti degli animali che, laddove

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Un ricco assortimento Acana offre 4 linee esclusive per prenderti cura del tuo beniamino. I prodotti Acana Classics sono ricchi di ingredienti animali con pollo allevato a terra, tacchino e uova provenienti dalle fattorie della prateria, pesce pescato in natura e carni rosse. Colmi di bontà, nutrono perfettamente il tuo cane qualsiasi sia la sua taglia ed età. La gamma Acana Heritage offre alimenti che non solo sono ricchi di proteine, ma anche privi di cereali e con un basso tenore di carboidrati. Contengono dal 60 al 75% di ingredienti animali e soddisfano le esigenze di ogni cane in tutte le fasi di vita. Ispirati dalla vasta regione canadese, gli alimenti Acana Regionals includono ingredienti animali provenienti dal vasto patrimonio regionale canadese. Sono ricchi di proteine, poveri di carboidrati e con il 60% di inclusioni animali. Infine, la linea Acana Singles propone alimenti ideali per cani con sensibilità alimentari.

Preparati con ingredienti limitati, contengono elevate inclusioni di maiale dell’Alberta o agnello della Nuova Zelanda. E ora…non ti resta che scegliere l’alimento Acana più adatto al tuo cane! Per maggiori informazioni: www.championpetfoods.com Servizio Consumatori Numero Verde 800 555 040


Intervista

La LAV esulta fuori del tribunale di Brescia per la conferma della condanna in Appello di Green Hill, l’allevamento di cani destinati alla sperimentazione.

funzionano (se c’è la volontà politica) sono esempi positivi di esame dei problemi, coinvolgimento delle diverse forze, coagulo di soluzioni, risposte ai cittadini. Un ruolo attivo e non passivo, o addirittura negativo, che invece abbiamo ora nella quasi totalità dei casi. Qual è, invece, il livello di sensibilizzazione della popolazione italiana su queste tematiche? In crescita anno dopo anno. Noi come LAV vogliamo però far in modo di trasformare questo generale avanzamento, talvolta generico, in azioni concrete di cambiamento. Che possono passare anche dalle scelte di ogni giorno come l’alimentazione, l’abbigliamento, il divertimento. Anche la mia attività con la LAV è frutto di questo cambiamento: ci sono riuscito io, ci possono riuscire tutti! La LAV organizza eventi o campagne rivolte direttamente ai cittadini per informarli e coinvolgerli maggiormente nelle vostre attività? È uno dei pilastri della nostra attività. Far conoscere è fondamentale per rendere le persone consapevoli e renderle libere davvero. Non più legate all’idea che “così si è sempre fatto” o al “non cambierà mai niente”. Con la nostra campagna coraggioconiglio.it, per esempio, che ha svelato per la prima volta la triste realtà di quel tipo di produzione, oppure con lo stop ai test dei cosmetici sugli animali che da qualche anno è finalmente legge in 27 Paesi. Avete in progetto nuove campagne a favore della tutela e dei diritti degli animali? Di continuo. In questi mesi chi vorrà saperne di

più può consultare il sito lav.it o la nostra pagina Facebook, magari per venirci a incontrare nelle piazze o nelle nostre sedi in tutta Italia. Ci troverà impegnati per dare – speriamo – la stoccata finale allo sfruttamento degli animali nei circhi a sostegno di una proposta di legge, mentre saremo presenti in tanti tribunali a difendere gli animali e a far condannare chi li maltratta e abbandona. Un appassionato di animali come lei, avrà sicuramente almeno un amico a quattro zampe che l’aspetta a casa: ce lo presenta? Non possiedo un quattrozampe, è una parte della famiglia. È Pimpi, una gatta avanti con l’età arrivata a casa da alcuni mesi dopo la morte del suo ultimo riferimento umano. Si è fatta adottare dopo settimane di comprensibile paura e diffidenza. Ci siamo messi d’accordo nel rispettare le reciproche diversità. Ora è la regina della casa.

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Curiosità dal mondo pet Unioni civili: cosa cambia per i pet? Con l’approvazione delle unioni civili cambiano anche le regole per la gestione degli animali domestici, soprattutto per i cani e i gatti. Tra i principali diritti e doveri rientra quello di dotare di microchip l’animale, intestando quest’ultimo a uno dei due componenti della coppia; bisogna, inoltre, sottoscrivere dal notaio o depositare una scrittura privata in cui si stabilisca la proprietà effettiva del pet e si indichino le regole da seguire quotidianamente, nonché la divisione delle spese e il nome di chi si occuperà dell’animale in caso di separazione. L’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) mette comunque a disposizione un servizio di consulenza legale gratuito a cui rivolgersi in caso di dubbi.

Anche Fido “può fare la spesa” Sono sempre di più i supermercati in Italia che consentono ai padroni di fare la spesa in compagnia del proprio amico a quattro zampe, senza essere costretti a lasciarlo fuori ad aspettare. Alcuni punti vendita, ad esempio, hanno inserito nei carrelli un pannello che separa lo spazio in cui mettere i prodotti da acquistare da quello in cui è seduto il cagnolino su un comodo cuscino. In altri negozi, invece, vengono distribuite delle borse in plastica dove sistemare il cane di piccola taglia, girando così per le corsie in tutta tranquillità.

PaesiOnLine inaugura la rubrica “Pet Travel” Il portale specializzato nel settore viaggi e turismo si è recentemente arricchito con uno speciale dedicato interamente al Pet Travel, con consigli di viaggio, idee per vacanze pet friendly, eventi e tutto ciò che bisogna sapere quando si vuole partire con gli animali. Il sito web risponde così all’esigenza di tutti quegli utenti che vogliono essere quanto più informati prima di organizzare una vacanza con il proprio pet, per non rischiare di trovare spiacevoli sorprese che rovinino il perfetto viaggio “a sei zampe”. Maggiori informazioni alla pagina www.paesionline.it.

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Sorride il mercato dei prodotti per animali Continua il successo del comparto, sia per quanto riguarda gli alimenti che gli articoli per la cura degli animali. A trainare le vendite nel 2015, secondo quanto riportato dal Rapporto Assalco-Zoomark - è soprattutto il segmento di cani e gatti, con i cibi per i felini a occupare la prima posizione. In crescita anche gli accessori (giochi, ciotole e gabbie, ad esempio) e i prodotti per l’igiene, come shampoo, spazzole e deodoranti.


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