Incontri

Page 1

Incontri

Terra e Foresta, Cultura, Cucina


Associazione Culturale Dello Scompiglio

via di Vorno 67 55012 Vorno, Capannori, Lucca info.ac@delloscompiglio.org www.delloscompiglio.org Soci fondatori Cecilia Bertoni (direttrice artistica) Marialucia Carones Michela Giovannelli Co-Direttore per le Arti Visive Angel Moya Garcia

Incontri

a cura di Lorenzo Bruni con Francesca Banchelli, Simone Ialongo, Yuki Ichihashi, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Moira Ricci, Studio ++, Eugenia Vanni dal 9 febbraio al 28 aprile 2013 SPE - Spazio Performatico ed Espositivo Dello Scompiglio Testi e interviste Lorenzo Bruni Redazione Angel Moya Garcia, Giulia Gueci, Giulia Biagioli Foto mostra Guido Mencari Foto allestimenti Daniela Cappello, Lorenzo Bruni e gli artisti Grafica Alessandra Mezzetti Allestimento Cipriano Menchini e Paolo Morelli Ufficio Stampa Angelica D’Agliano

Si ringraziano Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin; Galleria LaVeronica, Modica; Galleria Riccardo Crespi, Milano; Studio Dabbeni, Lugano; Frutta, Roma e tutti i collaboratori del Progetto Dello Scompiglio che hanno, nelle forme piĂš varie, contribuito alla realizzazione della mostra.


Terra e Foresta, Cultura, Cucina

Incontri con Francesca Banchelli, Simone Ialongo, Yuki Ichihashi, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Moira Ricci, Studio ++, Eugenia Vanni

a cura di Lorenzo Bruni


Incontri “nel” e “con” il paesaggio (da oggi agli anni settanta) Lorenzo Bruni

La mostra dal titolo Incontri è nata dall’esigenza di mettere in evidenza quali sono attualmente le energie presenti in questo territorio indicato con il nome: Toscana. Il progetto non si è limitato a un elenco di nomi di giovani artisti più o meno validi per visibilità espositiva, ma ha puntato a creare le condizioni ottimali per realizzare opere in situ in grado di far emergere l’attitudine che li guida. In questo senso la mostra ha voluto porsi non come una presentazione di opere autonome tra loro, ma ha puntato a stabilire una piattaforma di discussione in cui individuare moventi e modalità che accomunano artisti apparentemente molto differenti fra loro.

Gli elementi che accomunano le opere degli artisti invitati non sono da individuare nel campo stilistico e formale, ma nei codici linguistici che stimolano la loro esigenza di dialogo, o meglio della scoperta del reale. I parametri che hanno permesso all’inizio di selezionare gli artisti e successivamente di sviluppare i loro lavori sono stati sintetizzati in due grandi campi di inchiesta. Il primo è la loro capacità di stabilire una relazione inedita con la natura, attitudine che li porta a domandarsi cosa sia il paesaggio, cosa sia naturale e come possono raccontare al meglio le esperienze in esso. Il secondo elemento caratterizzante è la particolare attenzione alla dimensione performativa e all’interazione con lo spazio architettonico che li porta a dare maggiore attenzione alla rappresentazione del tempo, manifestandone differenti sfumature e mettendole a confronto: tempo dell’opera, tempo della fruizione, tempo fisico e tempo mentale.

Questi due elementi di discrimine con cui selezionare e interpretare le opere di questi artisti però non sono stati scelti arbitrariamente, ma tenendo conto delle ricerche artistiche che hanno caratterizzato il territorio toscano dal dopoguerra ad oggi. L’esigenza che emerge con maggiore continuità negli ultimi decenni sembra essere il predisporre e il rappresentare un possibile equilibrio tra il paesaggio naturale e quello organizzato. Questa peculiarità non è l’unica che caratterizza le esperienze artistiche avvenute in Toscana rispetto ad altre regioni, ma è quella che prende il sopravvento proprio rispetto alle attitudini delle nuove generazioni.

1.- Marco Bagnoli

Questo approccio, più da critico che da curatore, ha permesso di evitare la mostra a tema che avrebbe portato a etichettare erroneamente le opere con significati imposti dall’alto. Per questo la situazione che è stata privilegiata è quella di fornire uno strumento interpretativo su basi razionali sia per il pubblico che per gli artisti stessi con cui riflettere sul grammatica che contraddistingue proprio quell’opera/mondo.

2.- Emanuele Becheri Temporale, 2009 Dvd video, 12’, sound, loop

4.- Loris Cecchini Places for the show (playback), 2001 Stampa lambda, silicone, plexiglas, dibond, cm 120x180 Courtesy Galleria Continua, San Gimignano/Beijing/Le Moulin

3.- Chiara Camoni Senza titolo, mosaico, 2011-2012 Marmo, dimensioni variabili, Courtesy SpazioA

Questi due modus operandi determinano che i loro lavori possano essere letti come interventi nella realtà. Non si limitano a fornire un’immagine del paesaggio, bensì una narrazione attorno all’esperienza di scoperta di un tentativo di dialogo specifico. Solo questo incontro, infatti, insieme al modo con cui viene reso presente e non rappresentato, permette allo spazio osservato, quello immaginato e a quello attraversato di entrare in un confronto diretto. Proprio questo confronto permette all’artista/spettatore di affrontare domande evase da troppo tempo sul concetto di identità culturale di comunità e su quali sono i meccanismi che la tengono in vita e la alimentano.

Solo attraverso un elenco di opere, diciamo storiche, è possibile tracciare meglio e rendere immediato il campo di interesse comune che stiamo evocando per l’impostazione critica e che è stato indagato e messo in discussione dalle opere dei giovani artisti all’interno della mostra Incontri. Questo è evidente, ad esempio, con l’opera fotografica dal titolo Sessanta verdi naturali del 1970 di Maurizio Nannucci, dove il particolare di una pianta corrisponde alla variazione dei colori usati in pittura e codificati dalle industrie del colore, come con i disegni e i collage della serie del Monumento continuo, realizzati dal gruppo di architetti Superstudio dal 1970 in poi, in cui presentavano progetti al limite tra architettura e scultura, tra rappresentazione del paesaggio e la sua trasformazione, tra provocazione e conservazione.


Negli anni Ottanta la dimensione analitica di scoperta del paesaggio o di scontro con esso viene superata da un approccio di incontro da effettuare senza precondizioni razionali e concettuali. Così le opere di Remo Salvadori, di Marco Bagnoli e Massimo Nannucci sono esemplari in questa ottica.

5.- Michelangelo Consani Barter: The solar project” 2007 Foto da video

Un’altra opera interessante da citare, soprattutto per questo praticare il limite tra architettura e la scultura, è l’opera di Mauro Staccioli del 1973 realizzata per la mostra Volterra73, in cui elementi minimalisti presentavano equilibri precari che permettevano una nuova lettura dinamica del paesaggio e della città storica. Nello stesso periodo storico Gianni Pettena realizza nel 1971, a Minneapolis in America, la sua casa di ghiaccio e nel 1972 il palazzo ricoperto di strisce di carta, mentre il gruppo di architetti chiamato U.F.O. realizza dal 1970 al 1973 una serie di azioni di guerriglia, documentati con video o foto, contro le infrastrutture quali tralicci elettrici posti nella campagna del Chianti.

6.- Vittorio Corsini Cortile, 1995 Bronzo e Piante di Ficus, Courtesy Comune di Peccioli

7.- Massimo Nannucci Falso/Vero Vero/Falso, 1984/2010 Limoni reali, limoni di marmo. Istituto del marmo Pietro tacca,Carrara

Questo approccio li porta a realizzare nei decenni successivi opere che sono dei veri e propri paesaggi nel paesaggio come con l’installazione ambientale Lunedì piantare il Ciliegio ed allo stesso tempo il Giglio bianco, il Caprifoglio, la Ninfea... di Remo Salvadori, o la collina a quinconce disegnata da Marco Bagnoli disponendo ulivi e piante nel terreno (entrambi progetti per Dopo paesaggio al castello di Santa Maria Novella iniziati nel 1997) o l’intervento nel castello di Certaldo di Massimo Nannucci in cui permetteva a un ramo di una pianta di fico di inserirsi in una finestra per porre un frutto di marmo sul davanzale. Dalla fine degli anni Novanta la distribuzione capillare e in tempo reale delle immagini attraverso la tv e poi il web ha portato a percepire l’immagine più reale dell’oggetto stesso, portando gli artisti a evidenziare o a reagire a questa illusione collettiva. In quest’ottica nascono la serie dei quadri dei non luoghi di Luca Pancrazzi in cui con toni di bianco su bianco rappresenta le autostrade che attraversano il paesaggio per connettere le città tra loro, ma allo stesso tempo nascono anche le installazioni ambientali di Vittorio Corsini a Peccioli in cui spazi abbandonati vengono riattivati per soste e incontri collettivi, e le unità d’abitazione di Loris Cecchini, dopo le sue fotografie di paesaggi surreali, fino ad arrivare a quella del 2004 per il Museo di Gallarate posta su di un albero in cui gli abitanti potevano accedervi per consultare cataloghi d’arte.

8.- Maurizio Nannucci Art Is not intended to be trasparent in meaning...”, 2003. Neon. Forte Belvedere, Firenze

In quegli stessi anni la ricerca di Massimo Bartolini si concentra su una dimensione quasi magica dell’incontro con la natura per riflettere sullo statuto dell’immagine/istante, approccio evidente con la performance/installazione nel 2001 di un’aiuola disegnata da corpi umani stesi a terra. Paolo Parisi, invece, indaga i limiti tra astrazione e figurazione e tra mappa di un territorio e la sua esperienza con i quadri monocromi coast to coast del 2007 ma anche con interventi nella natura. In artisti più giovani questo incontro con il paesaggio diviene un vero e proprio perdersi in esso, come accade con le situazioni paradossali del duo Pantani e Surace, con i video di situazioni stranianti di Robert Pettena, con i video di frammenti di natura colti nella loro fragilità e spontaneità per Michelangelo Consani e per le carte nere disegnate e modificate dal passaggio di lumache lasciate la notte precedente di Emanuele Becheri.

9.- Luca Pancrazzi Fuori Registro, 2002 Acrilico su tela, 55x80cm


collegate alla questione più ampia di quanto il soggetto, nella società smaterializzata di internet e apolitica, possa incidere nel dibattito sociale. Gli artisti formatisi nel territorio toscano e presentati nella mostra Incontri condividono questa esigenza di relazione e scoperta del mondo. Le singole opere rappresentano questo desiderio, ed entrano in dialogo tra loro grazie alla comune esigenza di raccontare e quindi condividere con l’altro diverso da sé l’esperienza del paesaggio. Il loro approccio non è rappresentare la natura, ma stabilire il dialogo e la tensione di questo incontro.

10.- Paolo Parisi Nomi dei Colori Classici (Sinfonia), 2008 Lastre di acciaio smaltate, 34 elementi 15x21x130(h) cm ciascuna; 34 musicisti classici

Questo confronto ineludibile con il paesaggio ha fatto si che in Toscana, pur essendoci da sempre una carenza di spazi istituzionali all’interno delle grandi città (solo negli ultimi cinque anni sono comparsi a Firenze gli spazi Ex3, Museo Alinari, la Strozzina e il Museo Marino Marini), sia sempre stata ricca di progetti site specific nel territorio. A partire dalla collettiva Volterra 73 a cura di Enrico Crispolti, che costituisce uno dei primi esperimenti europei di mostra legata alla concetto di scultura pubblica, per passare alle note edizioni di Volpaia che per tutti gli anni Ottanta sono state un laboratorio costante per evidenziare le nuove generazioni presenti in Italia, fino alle manifestazioni annuali di Arte all’Arte e di Tuscia Electa, nate entrambi nel 1996, che hanno portato artisti internazionali a confrontarsi e a scoprire la campagna e la storia del territorio. Queste tipologie di mostre sono nate dal tentativo di stabilire un equilibrio tra un’analisi distaccata della natura e il suo opposto, di creare cioè una complicità senza condizioni con essa. La novità dell’attuale generazione di artisti di livello internazionale (italiani e non), in relazione anche al fatto che il mondo è divenuto a causa di internet un villaggio globale, è caratterizzata da una nuova attenzione per la dimensione sociale e per il confronto tra diverse culture. Questo sguardo sulla scoperta intima del reale e cosa intendiamo con questa parola li porta a domandarsi in maniera non retorica ma persistente: Quale può essere il ruolo dell’arte contemporanea? Quale debba essere oggi il ruolo dello spettatore? Queste domande sono

11.- Gianni Pettena Tumbleweeds Catcher Salt Lake City, USA, 1972/01

Francesca Banchelli ha presentato l’installazione The Sunshine Vineyard (Our Ideal Revolutionary Storm), la quale è composta da due video realizzati in occasione di un’azione collettiva nel 2012 avvenuta un’azione collettiva che ha realizzato nel 2012 sulle rive del fiume della città di Francoforte. Un gruppo di manifestanti muniti solo di bandiere colorate si sono impegnati nel prendere misura dello spazio urbano e di trovare una loro collocazione, anche se temporanea, in esso. La video installazione, con l’aiuto di un grande telone apribile dal pubblico e un tablet, cerca di mettere in evidenza la responsabilità del singolo cittadino nella continua scoperta del contesto che attraversa andando oltre il semplice concetto di documentazione di un’azione. Simone Ialongo ha composto un collage di carte e appunti su un grande pannello di legno che dispiega il progetto futuro di coinvolgimento di differenti giovani artisti per realizzare un viaggio da Pantelleria verso la

Tunisia utilizzando una delle imbarcazioni sequestrate dalla capitaneria di porto. L’azione che ha il titolo di Controcarretta della speranza si terrà nel settembre del 2013 e punta a ri-percorrere al contrario le rotte normali dei migranti creando cosi un immaginario alternativo attorno all’idea di mare come luogo idilliaco, di mete in cui l’economia è fiorente e di artista impegnato socialmente e politicamente. Dance - Hanging Garden di Yuki Ichihashi è un’istallazione con proiezione di diapositive su un pannello di legno sospeso dal soffitto mentre, dall’altro lato del pannello, sono presenti le cuffie da cui fruire l’audio di un’azione che ha realizzato nel giardino di Villa Romana a Firenze nel 2008. La performance consisteva nel provocare un’apparizione surreale con il coinvolgimento di giovani studentesse straniere per creare una danza/ gioco, in cui cantavano nella loro lingua nazionale determinando una babele istantanea, ispirandosi liberamente al frammento dell’affresco di Ambrogio Lorenzetti del Buon Governo nel Palazzo Comunale di Siena. Jacopo Miliani ha realizzato un intervento tra le due colonne della grande sala espositiva Dello Scompiglio ponendovi due stampe di un cavallo bianco, il quale da sempre nelle favole è il simbolo di una natura libera e incontaminata. Il lavoro dal titolo Straddle del 2007 presenta già per mezzo delle immagini stesse (poiché è la stessa, soltanto che una è riprodotta specularmente) il cortocircuito del déjàvu tra desiderare e ricordare.

12.- Robert Pettena, “Check Point”, 2005 Lambda print, 80x102,5 cm

Giovanni Ozzola ha realizzato un progetto che altera i canali della comunicazione con i poster e le cartoline, inserendo nell’immagine una sua personale idea dell’incontro con il paesaggio: una scala che emerge o sprofonda nel mare.


Moira, partendo da credenze popolari, ha presentato un’idea di paesaggio naturale contraddistinto da paure ataviche e da storie che ne provano l’esistenza e le esorcizzano allo stesso tempo. Paesaggi: città del vaticano / 43°46’57’’ N 11°17’14’’ E del gruppo artistico Studio ++ sono immagini stenopeiche ottenute impressionando la carta fotografica per mezzo non della luce naturale, ma di quella artificiale dello schermo del computer del loro studio di Firenze, su cui erano trasmesse in tempo reale dal sito del Vaticano differenti scorci della Santa Sede. Le foto sono esposte in una scatola protettiva fruibile con dei guanti che ne permette una nuova fruizione intima, e mettendo in evidenza che il concetto di panoramica e di documentazione fotografica hanno assunto nell’era della globalizzazione informatica differenti significati.

13.- Remo Salvadori Continuo Infinito Presente, 2006 Acciaio, quercia, Fattoria Montellori - Foto Agostino Osio

Questa visione surreale ha provocato una rottura nel normale landscape cittadino e nel caso dei due grande bilboard, all’ingresso dello SPE - Spazio Performatico ed Espositivo Dello Scompiglio e all’esterno della stazione di Lucca, si sono tramutati in vere e proprie presenze estranianti rispetto al tram tram della gestione della quotidianità.

14.- Superstudio (A.Natalini, C.Toraldo di Francia, R.Magris, G.P.Frassinelli, A.Magris, A.Poli -1970/1972) da L’Architettura Riflessa: bastoni di specchio 1971 Legno, specchio, collante

L’opera Da buio a buio del 2009 di Moira Ricci è una documentazione precisa quanto favolesca dell’esistenza dell’uprecisa quanto fiabesca dell’esistenza dell’uomo lupo e dell’uomo sasso nelle campagne della Maremma, terra d’origine dell’artista.

15.- Enrico Vezzi Il Principio di Piacere, 2011 Azione, foto Luca Calugi

Eugenia Vanni ha realizzato una struttura di metallo la cui superficie è stata raschiata come per riportarla a nuova vita. Infatti, si tratta di due reti per materassi che l’artista ha trovato abbandonate in un bosco e a cui ha tolto la ruggine che si era depositata sopra. Quest’azione le ha salvate dal decadimento delle intemperie e dall’abbandono nel paesaggio, ma ha anche intaccato la sagoma originaria che le contraddistingueva per forma e funzione. Così, l’opera dal titolo Stella N°6: slitta del 2013 rompe i limiti attorno al concetto di scultura, di macchina celibe, di oggetto trovato e della relazione oggetto e paesaggio.

16.- U.F.O. (Lapo Binazzi) Ipotesi di sopravvivenza n.3, 1972

Queste sono solo alcune delle opere che hanno caratterizzato il progetto espositivo Incontri alla Tenuta Dello Scompiglio. I loro interventi hanno avuto il potere di evocare un’idea di territorio da percorrere o che è stato percorso contraddicendo così che il paesaggio, secondo i canoni novecenteschi ben sintetizzati da autori come George Simmel, è identificabile solo in quell’immagine separata dal punto da cui viene osservata. Questo diveniva ancora più evidente nello spazio espositivo che, pur essendo immerso in una campagna rigogliosa, non ha aperture su di essa ed è un grande volume scavato in parte sotto terra. Questa separazione con l’esterno, in cui risiede il soggetto delle varie ricerche, ha permesso alle opere di mettere in evidenza il concetto di istante della scoperta/incontro sia con la natura, ma anche dell’osservatore, permettendone poi un dibattito collettivo e corale.



Incontri (9 febbraio - 28 aprile 2013)










Terra e Foresta, Cultura, Cucina


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.