PONTE Architettura, Tecnica e Legislazione per costruire

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BIMESTRALE

n. 5 - 2013

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ISSN 1129-3918 Poste Italiane Spa Spedizione in A.P. DL 353/03 (conv. Legge 46/04) art. 1, comma 1 DCB ROMA Anno XXI Numero 5 - 2013 Contiene I.P.

Architettura, Tecnica e Legislazione per Costruire

FARE TECNOLOGIA Nanotecnologie e prestazioni energetiche degli edifici

FARE RICERCA

Edifici storici: tecniche per il risparmio energetico

FARE ARCHITETTURA in evidenza Social Housing: riqualificazione ed efficienza energetica

PROGETTARE ENERGIA

PROGETTARE RECUPERO

OPERE PUBBLICHE

Certificazione energetica degli edifici: introdotto l'APE

Analisi strutturale per il recupero di edifici industriali

Strumenti di finanza innovativa

PREZZI COSTI E DATI PER COSTRUIRE Costi della Manodopera di tutte le Province Italiane


FORMAZIONE

2 0 1 4 Formarsi e aggiornarsi professionalmente

PROFESSIONE

IMPIANTISTICA

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EDILIZIA SOSTENIBILE AMBIENTE

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PROGETTAZIONE

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Architettura, Tecnica e Legislazione per Costruire

financing, all alternative forms to finance public works. ................................................... 69

PROGETTARE ENERGIA

PROGETTARE RECUPERO

The new legislation on energy certification of buildings M. Casini With the publication of the Law of 3 August 2013, n. 90 (OJ No. 181 of August 3, 2013) with which it has been transposed 2010/31/EU Directive on the energy performance of buildings, the Italian regulatory framework in the field of energy performance certificates of buildings has undergone major changes. This article presents the innovations introduced by the legislation and the consequent effects on the actors involved in the building process or in the transfer or lease of buildings or building units. ................................................... 5

Structural analysis for renovation of historycal industrial buildings A. Anzani, A. Baila, P. Bamonte P. Condoleo, C. Togliani The assessment of a 110 years old masonry chimney has been carried out through a multidisciplinary approach. The construction belongs to one of the most complete and better preserved example of workers and manufacturing settlement in southern Europe, now under Unesco World Heritage. The chimney, approximately 65 m high, is affected by a curvature of its upper part and shows a crack pattern characterized by vertical, horizontal and diagonal fissures. Aimed to its safety evaluation, a historical investigation has been carried out together with a geometrical survey through a laser scanner, a measurement of the out-of-plumb, the inspection of the crack pattern along the whole height and a numerical modelling. ................................................... 21

Design in public procurement

How to finance Public Works Ferdinando Orabona A thorough analysis about the available tools for the realization of public works through complex systems of procurement of financial resources, with a public-private partnership: the sponsorship, the leasing in costruendo, project

P. della Porta, C. Santarelli Taking part in a public tender for external design, that is when the contracting authorities prefer to or can not to do without to outsource design activities (from preliminary to detailed design), as well as the management of technical and administrative activities related to these, deserves some clarification. ................................................... 73

PROGETTARE SICUREZZA PSC for renovation of buildings M. Caroli It is important to get the example of a PSC that can be used as a practical guide for the preparation of this occupational safety document, complicated even if is about the renovation of a civil building, and it is appropriate, above all, to draw up a PSC that is not is a treatise on all the risks can be present in a construction site nor a collection of safety laws, but a specific, readable, verifiable and enforceable document, which meets the criteria of “preventive efficacy”. ................................................... 16


Architettura, Tecnica e Legislazione per Costruire

PROGETTARE ENERGIA Nuova Normativa sulla certificazione energetica degli edifici Marco Casini

5

FARE ARCHITETTURA Sostenibilità energetico/ economica per la riqualificazione dell’edilizia residenziale

Analisi strutturale per il recupero di edifici industriali A. Anzani - A. Baila - P. Bamonte P. Condoleo - C. Togliani

27

FARE TECNOLOGIA Isolanti nanotecnologici per la riqualificazione energetica degli edifici Marco Casini

PROGETTARE RECUPERO

Il finanziamento delle Opere Pubbliche Ferdinando Orabona

19 69

43 La progettazione negli appalti pubblici

PROGETTARE SICUREZZA Il PSC per i lavori di ristrutturazione Massimo Caroli

FARE RICERCA Riuso e ri-qualificazione del preesistente storico

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Comitato editoriale Direzione scientifica Carlo Lannutti Sapienza Università di Roma Alexander Aguilar Universidad San Carlos de Guatemala Marco Casini Sapienza Università di Roma Carola Clemente Sapienza Università di Roma Christina Conti Università degli Studi di Udine Mauro Corsetti PhD Sapienza Università di Roma Valeria D’Ambrosio Università “Federico II” Napoli Paolo Franchin Sapienza Università di Roma

Direttore responsabile: Giuseppe Rufo Redazione: Esther Delgado (coordinamento), Giuliana Dima Collaboratori: Ettore Domenico Barbieri, Massimo Caroli, Antonino Cimellaro, Paolo Costantino, Primiano De Maria, Roberto D’Aprile, Tommaso Empler, Kristian Fabbri, Stefania Franceschi, Massimo Gentile, Leonardo Germani, Giulio Marzaioli, Francesco Musci, Domenico Pepe, Chiara Scardaci, Alfredo Scialò, Arrigo Varlaro Sinisi Progetto Grafico: Ottavia Menzio

n. 5-2013

Pierfrancesco della Porta Claudio Santarelli

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Marta Saponetti

73

PREZZI COSTI E DATI PER COSTRUIRE I costi della Manodopera Rilievo ottobre 2013

76

Alfonso Giancotti Sapienza Università di Roma Francesca Giofrè Sapienza Università di Roma Marìa Mestre Martì Universidad Complutense de Madrid Federico de Matteis Sapienza Università di Roma Martino Milardi Università “Mediterranea” di Reggio Calabria Paola Piermattei PhD Politecnico di Milano Marco Recchioni Università degli Studi dell’Aquila Massimo Rossetti Università IUAV di Venezia Nicola Santopuoli Sapienza Università di Roma

Comitato scientifico

Copyright PONTE - DEI Srl Tipografia del Genio Civile Anno XXI, numero 5-2013 Bimestrale di Architettura, Tecnica e Legislazione per Costruire Registrazione Tribunale di Roma n. 372 dell’11 settembre 1993 Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. DL 353/03 (conv. Legge 46/04) Art. 1, comma 1 - DCB ROMA Direzione, Redazione e Pubblicità tel. 06/44163764 redazioneponte@build.it Ufficio Abbonamenti tel. 06/44163755 - 06/4416371 e-mail: abbonamenti@build.it fax 06/4403307 Via Nomentana, 16 00161 Roma

Abbonamento annuo (6 numeri PONTE) 55,00 `: c/cp n. 65047003 intestato a: DEI Srl Tipografia del Genio Civile, via Nomentana 16, 00161 Roma Bonifico bancario: IT68O0569603200000002040X13 La Redazione è grata a tutti coloro che vorranno collaborare. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Le opinioni espresse dagli Autori non impegnano la rivista. Eventuali errori o imprecisioni non comportano responsabilità della Casa Editrice e della Direzione che ha posto comunque la massima cura nella revisione dei testi e nella realizzazione dell’opera.

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Livio de Santoli Sapienza Università di Roma Carlotta Fontana Politecnico di Milano Marta Grau Fernàndez Cedex Ministerio de Formento - Madrid Attilio Nesi Università “Mediterranea” di Reggio Calabria Adriano Paolella Università “Mediterranea” di Reggio Calabria Mario Raul Ramirez de Leon Universidad San Carlos de Guatemala Fabrizio Schiaffonati Politecnico di Milano

3



E N E R G I A

PROGETTARE

Obbligatoria la certificazione energetica nel caso di vendita, trasferimento a titolo gratuito o nuova locazione di edifici o unità immobiliari con allegazione dell’APE al contratto. Sanzioni severe per gli operatori

Nuova Normativa sulla certificazione energetica degli edifici Marco Casini*

Con l’entrata in vigore della legge 3 agosto 2013, n. 90 (GU n. 181 del 3 agosto 2013) di conversione con modificazioni del DL 4 giugno 2013, n. 63 recante “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia”, con la quale è stato integrato e modificato l’articolato del DLgs 192/2005, il quadro di riferimento normativo sulla certificazione energetica degli edifici ha subito importanti cambiamenti. Le modifiche introdotte, oltre che per recepire le prescrizioni della nuova direttiva 2010/31/UE, sono servite a completare il recepimento della precedente direttiva 2002/91/CE e a sanare la condanna da parte della Corte di * Ingegnere, Ricercatore in Tecnologia dell’Architettura. Docente di Tecnologie per la progettazione ambientale e di Certificazione ambientale, Facoltà di Architettura – Sapienza Università di Roma..

Giustizia Europea di cui alla sentenza n. C-345/12 del 13 giugno 2013. La novità più importante introdotta dalla legge 90/2013 riguarda la sostituzione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE), di cui alla direttiva 2002/91/CE, con il nuovo Attestato di Prestazione Energetica (APE) maggiormente rispondente alle finalità di informazione al pubblico che l’Unione Europea intende perseguire attraverso la certificazione energetica degli edifici. Il modello del nuovo APE e le informazioni in esso contenute dovranno essere definite con successivo decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che dovrà anche adeguare il vigente DM 26 giugno 2009 recante le Linee Guida nazionali sulla certificazione energetica degli edifici1. Fino ad allora, così come chiarito dal Ministero dello Sviluppo Economico con propria Circolare 25 giugno 2013 n. 12976, nelle more dell’adeguamento del DM 26 giugno 2009, l’Attestato di Prestazione Energetica coincide con il precedente ACE e 1 Si veda Ponte n. 3-2013.

n. 5-2013

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Progettare Energia continua ad essere redatto secondo gli schemi e le modalitĂ di calcolo di cui al DPR 59/2009 e al DM 26 giugno 2009 (fatto salvo nelle Regioni che hanno provveduto ad emanare proprie disposizioni normative in attuazione della direttiva 2002/91/CE e in cui, in forza dell’art. 17 del DLgs 19 agosto 2005, n. 192, si seguirĂ ad applicare la normativa regionale in materia). Le ulteriori novitĂ introdotte in materia di certiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci riguardano l’estensione del campo di applicazione dell’APE, le nuove procedure nei casi di trasferimento o locazione degli immobili, i controlli e le sanzioni in caso di mancata applicazione delle prescrizioni. Per quanto riguarda il trasferimento e la locazione degli immobili, di particolare rilevanza è la disposizione di cui al comma 3 bis dell’art. 6 del DLgs 192/2005, introdotta ex novo in sede di conversione del DL 63/2013, che prevede che “l’Attestato di Prestazione Energetica deve essere allegato al contratto di vendita, agli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito o

ai nuovi contratti di locazione, pena la nullitĂ degli stessi contrattiâ€?. In virtĂš delle importanti ricadute di tale disposizione sull’attivitĂ notarile, in data 7 agosto 2013 il Consiglio Nazionale del Notariato ha pubblicato una nota informativa recante alcune “Prime note interpretative relative alla allegazione dell’APE a pena di nullitĂ â€? e riguardante anche gli atti traslativi a titolo gratuito. CAMPO DI APPLICAZIONE DELL’APE Ai sensi dell’art. 6 del DLgs 192/2005, cosĂŹ come modiďŹ cato dalla legge 90/2013, a partire dal 6 giugno 2013 l’Attestato di Prestazione Energetica degli ediďŹ ci (APE) deve essere prodotto per gli ediďŹ ci o le unitĂ immobiliari: UĂŠĂŠ`ÂˆĂŠÂ˜Ă•ÂœĂ›>ĂŠVÂœĂƒĂŒĂ€Ă•âˆœ˜i UĂŠĂŠĂƒÂœĂŒĂŒÂœÂŤÂœĂƒĂŒÂˆĂŠ >ĂŠ Ă€ÂˆĂƒĂŒĂ€Ă•ĂŒĂŒĂ•Ă€>âÂˆÂœÂ˜ÂˆĂŠ ÂˆÂ“ÂŤÂœĂ€tanti UĂŠĂŠĂŒĂ€>ĂƒviĂ€ÂˆĂŒÂˆĂŠ>ĂŠĂŒÂˆĂŒÂœÂ?ÂœĂŠÂœÂ˜iĂ€ÂœĂƒÂœĂŠÂœĂŠ}Ă€>ĂŒĂ•ÂˆĂŒÂœ UĂŠĂŠÂ?ÂœV>ĂŒÂˆĂŠ>`ĂŠĂ•Â˜ĂŠÂ˜Ă•ÂœĂ›ÂœĂŠÂ?ÂœV>ĂŒ>Ă€ÂˆÂœĂŠ UĂŠĂŠÂŤĂ•LLÂ?ˆVÂˆĂŠ Âœ`ĂŠ >`ĂŠ Ă•ĂƒÂœĂŠ ÂŤĂ•LLÂ?ˆVÂœ]ĂŠ ˜iÂ?ĂŠ

caso in cui la metratura utile totale superi i 1000 m2 (art. 13, DLgs 115/2008) UĂŠĂŠĂ•ĂŒÂˆÂ?ˆââ>ĂŒÂˆĂŠ`>ĂŠÂŤĂ•LLÂ?ˆVÂ…iĂŠ Â“Â“ÂˆÂ˜ÂˆĂƒĂŒĂ€>zioni e aperti al pubblico con superďŹ cie utile totale superiore a 500 m2 (ďŹ no all’8 luglio 2015) e superiore a 250 m2 (dal 9 luglio 2015). Per tali ediďŹ ci vige altresĂŹ l’obbligo di afďŹ ssione dell’Attestato all’ingresso dell’ediďŹ cio o in altro luogo chiaramente visibile al pubblico UĂŠĂŠÂŤiĂ€ĂŠÂˆĂŠÂľĂ•>Â?ÂˆĂŠĂƒÂˆ>Â˜ÂœĂŠĂƒĂŒÂˆÂŤĂ•Â?>ĂŒÂˆĂŠVÂœÂ˜ĂŒĂ€>ĂŒĂŒÂˆ]ĂŠ nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione di ediďŹ ci pubblici, o nei quali ďŹ gura come committente un soggetto pubblico. Inoltre, ai sensi del DM 19 febbraio 2007 e smi recante “Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualiďŹ cazione energetica del patrimonio edilizio esistente, ai sensi dell’art. 1, comma 349, della legge 27 dicembre 2006, n. 296â€?, sono tenuti ad acquisire l’Attestato di CertiďŹ cazione Energetica i soggetti che intendono avvalersi delle previste detrazioni ďŹ scali per gli interventi di riqualiďŹ cazione ener-

I CONTROLLI DA PARTE DEI NOTAI Secondo l’interpretazione del Consiglio Nazionale del Notariato, compito del Notaio è quello di veriďŹ care che il certiďŹ cato che gli viene esibito abbia i contenuti minimi che, in base alla normativa vigente, possano qualiďŹ care il documento come “Attestato di Prestazione Energeticaâ€? (o come ACE se si allega questo documento in corso di validitĂ ) ed in particolare: s L INDICAZIONE DELLA CLASSE DI PRESTAZIONE ENERGETICA s LA DATA DI RILASCIO SIA L !0% CHE I VECCHI !#% HANNO DURATA decennale) s GLI ELEMENTI IDONEI A COLLEGARE L !TTESTATO ALL IMMOBILE NEGOziato (in primo luogo i dati di identiďŹ cazione catastale) s LA SOTTOSCRIZIONE DEL TECNICO CHE LO HA REDATTO s LA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DA PARTE DEL #ERTIlCATORE Il Consiglio Nazionale del Notariato ritiene che il Notaio non sia tenuto a fare alcun accertamento sulla abilitazione del Tecnico redattore dell’Attestato, accertamento che, nella maggior parte dei casi, sarebbe di difďŹ cile attuazione (non tutte le Regioni, infatti, si sono dotate di apposito Albo e/o 2EGISTRO DEI SOGGETTI CERTIlCATORI ACCREDITATI 3PETTA AL PROprietario del bene (alienante) veriďŹ care che il Tecnico al quale intende afďŹ dare l’incarico sia in possesso dei requisiti pre-

6

scritti dalla vigente normativa per la redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (eventualmente consultando gli APPOSITI !LBI E O 2EGISTRI REGIONALI OVE ESISTENTI Per quanto concerne, invece, la dichiarazione di indipendenza da parte del CertiďŹ catore, si ricorda che ai sensi del DPR 75/2013 (GU 149 del 27 giugno 2013) al ďŹ ne di assicurare indipendenza ed imparzialitĂ di giudizio, i Tecnici abilitati, all’atto di sottoscrizione dell’Attestato di Prestazione Energetica, debbono dichiarare: s NEL CASO DI certiďŹ cazione di ediďŹ ci di nuova costruzione, l’assenza di conitto di interessi, da intendere come non coinvolgimento diretto o indiretto nel processo di progettazione e realizzazione dell’ediďŹ cio da certiďŹ care o con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati nonchĂŠ rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non può essere nĂŠ il coniuge nĂŠ un parente ďŹ no al quarto grado s NEL CASO DI certiďŹ cazione di ediďŹ ci esistenti, l’assenza di conitto di interessi, da intendere come non coinvolgimento diretto o indiretto con i produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati nonchĂŠ rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che in ogni caso non può ESSERE NĂ? IL CONIUGE NĂ? UN PARENTE lNO AL QUARTO GRADO

PROGETTARE ENERGIA

n. 5-2013 Vai all'indice


Progettare Energia TABELLA 1 – CertiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci - Quadro di riferimento normativo nazionale vigente Norma

Requisiti

DLgs 192/2005 modiďŹ cato dalla legge 90/2013

L’art. 6 disciplina l’Attestato di Prestazione Energetica, le modalitĂ di rilascio e afďŹ ssione e la redazione dell’Attestato di QualiďŹ cazione Energetica da presentare al termine dei lavori L’art. 15 disciplina le sanzioni per i soggetti coinvolti nella certiďŹ cazione

DM 26 giugno 2009 modiďŹ cato dal DM 22 novembre 2012

DeďŹ nisce le Linee Guida nazionali per la certiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci DovrĂ essere adeguato con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi dell’art. 6, comma 12, DLgs 192/2005

DPR 75/2013 entrato in vigore il 12 luglio 2013

Disciplina i criteri di accreditamento per assicurare la qualiďŹ cazione e l’indipendenza degli esperti e degli organismi a cui afďŹ dare la certiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci, a norma DELL ART COMMA LETT c), del DLgs 192/2005 nonchĂŠ i criteri di controllo della qualitĂ del servizio di certiďŹ cazione energetica

DLgs 115/2008

L’art. 13, comma 2, richiede la certiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci pubblici od ad uso pubblico, nel caso in cui la metratura utile totale supera i 1000 m2 L’Allegato III ha disciplinato i requisiti dei soggetti per l’esecuzione delle diagnosi energetiche e la certiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci ďŹ no alla entrata in vigore del DPR 75/2013

getica degli ediďŹ ci esistenti (comma 344), per interventi di coibentazione delle componenti opache dell’involucro dell’ediďŹ cio o sostituzione di inďŹ ssi in contesti diversi dalle singole unitĂ immobiliari (comma 345). L’APE non è, invece, richiesto nei casi di sostituzione di ďŹ nestre in singole unitĂ immobiliari (comma 345), di installazione di pannelli solari (comma 346), o per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (comma 347). Nel caso di ediďŹ cio di nuova costruzione, l’APE è prodotto a cura del costruttore, sia esso committente della costruzione o societĂ di costruzione che opera direttamente. Nel caso di attestazione della prestazione energetica di ediďŹ ci esistenti, l’Attestato deve essere prodotto a cura del proprietario dell’immobile. L’obbligo di dotare l’ediďŹ cio di un Attestato di Prestazione Energetica viene meno ove sia giĂ disponibile un attestato in corso di validitĂ , rilasciato conformemente alla direttiva 2002/91/CE. ESCLUSIONI DALL’OBBLIGO DI PRODUZIONE DELL’APE Ai sensi del DLgs 192/2005 la certiďŹ cazione energetica si applica a tutti

n. 5-2013

gli ediďŹ ci delle categorie di cui all’art. 3 del DPR 26 agosto 1993, n. 412, indipendentemente dalla presenza o meno di uno o piĂš impianti tecnici esplicitamente od evidentemente dedicati ad uno dei servizi energetici di cui è previsto il calcolo delle prestazioni. Ai sensi del DLgs 192/2005, art. 3 e del DM 26 giugno 2009, cosĂŹ come modiďŹ cato dal DM 22 novembre 2012, sono esclusi dall’obbligo di dotazione dell’APE le seguenti tipologie di immobili: UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠ i`ˆwVÂˆĂŠ ˆ˜`Ă•ĂƒĂŒĂ€Âˆ>Â?ÂˆĂŠ iĂŠ >Ă€ĂŒÂˆ}ˆ>˜>Â?ˆ]ĂŠ quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠ i`ˆwVÂˆĂŠ ÀÕÀ>Â?ÂˆĂŠ Â˜ÂœÂ˜ĂŠ Ă€iĂƒÂˆ`i˜âˆ>Â?ÂˆĂŠ sprovvisti di impianti di climatizzazione UĂŠĂŠÂˆĂŠv>LLĂ€ÂˆV>ĂŒÂˆĂŠÂˆĂƒÂœÂ?>ĂŒÂˆĂŠVÂœÂ˜ĂŠĂ•Â˜>ĂŠĂƒĂ•ÂŤiĂ€wVˆiĂŠ utile totale inferiore a 50 m2 UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠi`ˆwVÂˆĂŠ>`ˆLÂˆĂŒÂˆĂŠ>ĂŠÂ?Ă•Âœ}Â…ÂˆĂŠ`ÂˆĂŠVĂ•Â?ĂŒÂœĂŠiĂŠ allo svolgimento di attivitĂ religiose UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠ i`ˆwVÂˆĂŠ VÂ…iĂŠ Ă€ÂˆĂƒĂ•Â?ĂŒ>Â˜ÂœĂŠ Â˜ÂœÂ˜ĂŠ Vœ“presi nelle categorie di ediďŹ ci classiďŹ cati sulla base della destinazione d’uso di cui all’art. 3 del DPR 26 agosto 1993, n. 412, il cui utilizzo standard non prevede l’installazio-

ne e l’impiego di sistemi tecnici di climatizzazione, quali box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi, se non limitatamente alle porzioni eventualmente adibite ad ufďŹ ci e assimilabili, purchĂŠ scorporabili ai ďŹ ni della valutazione di efďŹ cienza energetica, nonchĂŠ “gli altri ediďŹ ci ad essi equiparabili in cui non è necessario garantire un comfort abitativoâ€? quali ad esempio, centrali termiche, locali contatori, legnaie o stalle (DM 26 giugno 2009) UĂŠĂŠÂˆĂŠĂ€Ă•`iĂ€Âˆ]ĂŠÂŤĂ€iĂ›Âˆ>ĂŠiĂƒÂŤÂ?ˆVÂˆĂŒ>ĂŠ`ˆV…ˆ>Ă€>∜ne di tale stato dell’ediďŹ cio nell’atto notarile di trasferimento di proprietĂ UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠ ˆ““œLˆÂ?ÂˆĂŠ Ă›i˜`Ă•ĂŒÂˆĂŠ ˜iÂ?Â?ÂœĂŠ ĂƒĂŒ>ĂŒÂœĂŠ `ÂˆĂŠ “scheletro strutturaleâ€?, cioè privi di tutte le pareti verticali esterne o di elementi dell’involucro edilizio, o “al rusticoâ€?, cioè privi delle riďŹ niture e degli impianti tecnologici, previa esplicita dichiarazione di tale stato dell’ediďŹ cio nell’atto notarile di trasferimento di proprietĂ . Per tali immobili resta comunque fermo l’obbligo di presentazione, prima dell’inizio dei lavori di completamento, di una nuova relazione tecnica di progetto attestante il rispetto

PROGETTARE ENERGIA

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Progettare Energia TABELLA 2 – Casi in cui è obbligatoria la produzione dell’APE CAMPO DI APPLICAZIONE

RESPONSABILE

TEMPISTICA

SANZIONE

Intervento di nuova costruzione

Costruttore

Al termine dei lavori prima del rilascio del certiďŹ cato di agibilitĂ

`

Ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro di ediďŹ ci esistenti di superďŹ cie utile superiore a 1000 m2

Proprietario

Al termine dei lavori prima del rilascio del certiďŹ cato di agibilitĂ

`

Demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di ediďŹ ci esistenti di superďŹ cie utile superiore a 1000 m2

Proprietario

Al termine dei lavori prima del rilascio del certiďŹ cato di agibilitĂ

`

Intervento di ristrutturazione insistente su oltre il 25% della superďŹ cie dell’involucro dell’intero ediďŹ cio

Proprietario

Al termine dei lavori prima del rilascio del certiďŹ cato di agibilitĂ

`

Trasferimento a titolo oneroso VENDITA PERMUTA ECC

Proprietario

In fase di trattativa con obbligo di allegazione al contratto

`

Trasferimento a titolo gratuito

Proprietario

In fase di trattativa con obbligo di allegazione al contratto

`

Nuovi contratti di locazione, compresi leasing e afďŹ tto d’azienda

Proprietario

In fase di trattativa con obbligo di allegazione al contratto

`

EdiďŹ ci pubblici od ad uso pubblico con SUL >1000 m2

Proprietario

Obbligo da adempiere a partire dal 4 luglio 2008

Non prevista

EdiďŹ ci utilizzati da pubbliche Amministrazioni e aperti al pubblico con superďŹ cie utile totale superiore a 500 m2 (ďŹ no all’8 luglio 2015) e superiore a 250 m2 (dal 9 luglio 2015)

Proprietario

Obbligo da adempiere a partire dal 6 giugno 2013

Non prevista

In tutti i casi di contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli ediďŹ ci pubblici, o nei quali ďŹ gura come COMMITTENTE UN SOGGETTO PUBBLICO

Proprietario

Obbligo da adempiere a partire dal 6 giugno 2013

Non prevista

Per ottenere le detrazioni ďŹ scali di cui al DM 19 febbraio 2007 per gli interventi di riqualiďŹ cazione energetica degli ediďŹ ci esistenti (comma 344), per interventi di coibentazione delle componenti opache dell’involucro dell’ediďŹ cio o sostituzione di inďŹ ssi in contesti diversi dalle singole unitĂ immobiliari (comma 345)

Proprietario

Al termine dei lavori

ImpossibilitĂ di ottenere le detrazioni ďŹ scali richieste

(Solo alla data di entrata in vigore dei decreti ministeriali con i quali saranno deďŹ nite le nuove metodologie di calcolo e le nuove linee guida per la certiďŹ cazione energetica)

delle norme per l’efďŹ cienza energetica degli ediďŹ ci in vigore alla data di presentazione della richiesta del permesso di costruire, o denuncia di inizio attivitĂ , comunque denominato, che, ai sensi dell’art. 28, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, il proprietario dell’ediďŹ cio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le Amministrazioni compe8

tenti contestualmente alla denuncia dell’inizio dei lavori. In aggiunta alle suddette categorie di immobili, esplicitamente escluse dalla normativa vigente dall’obbligo di dotazione dell’APE, il Consiglio Nazionale del Notariato (CNN) nella nota interpretativa dell’agosto 2013 ha ritenuto di escludere, per interpretazione sistematica della normativa vigente,

PROGETTARE ENERGIA

tutti quegli ediďŹ ci o manufatti che non comportino consumi energetici, ovvero i cui consumi energetici siano del tutto irrilevanti, in relazione alle loro caratteristiche o destinazioni d’uso ovvero in quanto non ancora o non piĂš utilizzabili per l’uso cui sono destinati. In particolare, secondo l’interpretazione del CNN sono da ritenersi esclusi:

n. 5-2013 Vai all'indice


Progettare Energia TABELLA 3 – ClassiďŹ cazione degli ediďŹ ci ai sensi del DPR 412/1993 (art. 3) Categoria %

Destinazione d’uso degli ediďŹ ci EdiďŹ ci adibiti a residenza e assimilabili: % ABITAZIONI ADIBITE A RESIDENZA CON CARATTERE CONTINUATIVO QUALI ABITAZIONI CIVILI E RURALI COLLEGI CONVENTI case di pena, caserme % ABITAZIONI ADIBITE A RESIDENZA CON OCCUPAZIONE SALTUARIA QUALI CASE PER VACANZE lNE SETTIMANA E simili % EDIlCI ADIBITI AD ALBERGO PENSIONE ED ATTIVITĂ‹ SIMILARI

%

EdiďŹ ci adibiti a ufďŹ ci e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attivitĂ industriali o artigianali, purchĂŠ siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell’isolamento termico

%

EdiďŹ ci adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonchĂŠ le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti afďŹ dati a servizi sociali pubblici

%

EdiďŹ ci adibiti ad attivitĂ ricreative, associative o di culto e assimilabili: % QUALI CINEMA E TEATRI SALE DI RIUNIONE PER CONGRESSI % QUALI MOSTRE MUSEI E BIBLIOTECHE LUOGHI DI CULTO % QUALI BAR RISTORANTI SALE DA BALLO

%

EdiďŹ ci adibiti ad attivitĂ commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all’ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni

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EdiďŹ ci adibiti ad attivitĂ sportive: % PISCINE SAUNE E ASSIMILABILI % PALESTRE E ASSIMILABILI % SERVIZI DI SUPPORTO ALLE ATTIVITĂ‹ SPORTIVE

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EdiďŹ ci adibiti ad attivitĂ scolastiche a tutti i livelli e assimilabili

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EdiďŹ ci adibiti ad attivitĂ industriali ed artigianali e assimilabili

UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠ i`ˆwVÂˆĂŠ º“>Ă€}ˆ˜>Â?ÂˆÂťĂŠ ÂœĂƒĂƒÂˆ>ĂŠ }Â?ÂˆĂŠ i`ÂˆďŹ ci che non comportano un consumo energetico in relazione alle loro caratteristiche tipologiche e/o funzionali, quali, ad esempio, portici, pompeiane o legnaie UĂŠĂŠ}Â?ÂˆĂŠi`ˆwVÂˆĂŠÂˆÂ˜>}ˆLˆÂ?ÂˆĂŠÂœĂŠVÂœÂ“Ă•Â˜ÂľĂ•iĂŠÂ˜ÂœÂ˜ĂŠ utilizzabili in nessun modo e che, come tali, non comportino un consumo energetico, quali, ad esempio, fabbricati in disuso, dichiarati inagibili o comunque non utilizzati nĂŠ utilizzabili, con impianti dimessi o addirittura senza impianti) UĂŠĂŠÂˆĂŠ “>Â˜Ă•v>ĂŒĂŒÂˆĂŠ VÂœÂ“Ă•Â˜ÂľĂ•iĂŠ Â˜ÂœÂ˜ĂŠ Ă€ÂˆVœ˜ducibili alla deďŹ nizione di ediďŹ cio dettata dall’art. 2 lett. a) del DLgs 192/2005 (manufatti cioè non

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qualiďŹ cabili come “sistemi costituiti dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume deďŹ nito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo internoâ€?) quali, ad esempio, piscine, serre non realizzate con strutture edilizie ecc. VALIDITĂ€ DELL’APE L’Attestato di Prestazione Energetica ha una validitĂ temporale massima di 10 anni a partire dalla data del rilascio ed è aggiornato a ogni intervento di ristrutturazione o riqualiďŹ cazione che

modiďŹ chi la classe energetica dell’ediďŹ cio o dell’unitĂ immobiliare. La validitĂ temporale massima è subordinata al rispetto delle prescrizioni per le operazioni di controllo di efďŹ cienza energetica dei sistemi tecnici dell’ediďŹ cio, in particolare per gli impianti termici, comprese le eventuali necessitĂ di adeguamento, previste dai regolamenti di cui al DPR 16 aprile 2013, n. 74, e al DPR 16 aprile 2013, n. 75. Nel caso di mancato rispetto di dette disposizioni, l’Attestato di Prestazione Energetica decade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efďŹ cienza energetica.

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Progettare Energia

A tal fine, i libretti di impianto, previsti dai decreti di cui all’art. 4, comma 1, lett. b), sono allegati, in originale o in copia, all’Attestato di Prestazione Energetica. Ai sensi del DPR 75/2013, art. 6, per gli edifici già dotati di Attestato di Certificazione Energetica, sottoposti ad adeguamenti impiantistici, compresa la sostituzione del generatore di calore, l’eventuale aggiornamento dell’APE può essere predisposto anche da un tecnico dell’impresa di costruzione, ovvero installatrice, incaricata dei predetti adeguamenti, purché abilitato ai sensi dell’art. 2, comma 2, lett. b), dello stesso DPR 75/2013. L’attestazione della prestazione energetica può riferirsi ad una o più unità immobiliari facenti parte di un medesimo edificio. L’attestazione di prestazione energetica riferita a più unità immobiliari può essere prodotta solo qualora esse abbiano la medesima destinazione d’uso, la medesima situazione al contorno, il medesimo orientamento e la medesima geometria e siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto termico destinato alla climatizzazione invernale e, qualora presente, dal medesimo sistema di climatizzazione estiva. 10

OBBLIGHI PER INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE E RISTRUTTURAZIONE IMPORTANTE Nei casi di edifici di nuova costruzione, o sottoposti a ristrutturazioni importanti, questi debbono essere dotati di un Attestato di Prestazione Energetica al termine dei lavori, prima del rilascio del certificato di agibilità, e la nomina del Soggetto certificatore deve avvenire prima dell’inizio dei lavori stessi. In caso di violazione, il costruttore o il proprietario è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 3.000 ` e non superiore a 18.000 `. Ai sensi dell’art. 2, comma 282, della Legge Finanziaria 2008, per le nuove costruzioni che rientrano fra gli edifici di cui al DLgs 192/2005, e successive modificazioni, il rilascio del certificato di agibilità conseguente al permesso di costruire è subordinato alla presentazione della certificazione energetica dell’edificio. Qualora fossero previsti, a livello regionale o locale, incentivi legati alla qualità energetica dell’edificio (bonus volumetrici ecc.), la richie-

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sta dell’Attestato di Certificazione Energetica può essere resa obbligatoria prima del deposito della richiesta di autorizzazione edilizia. Per quanto riguarda le ristrutturazioni importanti, fino alla data di entrata in vigore dei decreti ministeriali con i quali saranno definite le nuove metodologie di calcolo e le nuove linee guida per la certificazione energetica ed abrogati i commi 1 e 2 dell’art. 3 del DLgs 192/2005, l’Attestato di Prestazione Energetica deve essere prodotto nei casi di: UÊÊÀ ÃÌÀÕÌÌÕÀ>â iÊ Ìi}À> iÊ`i} Êi imenti edilizi costituenti l’involucro di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1.000 m2 UÊÊ`i â iÊiÊÀ V ÃÌÀÕâ iÊ Ê >nutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1.000 m2. Successivamente, indipendentemente dalla superficie dell’immobile, l’obbligo di certificazione energetica riguarderà tutti gli edifici oggetto di lavori di ristrutturazione insistenti su oltre il 25% della superficie dell’involucro dell’intero edificio, comprensivo di tutte le unità immobiliari che lo costituiscono. Tali lavori, in qualunque modo denominati (manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione, risanamento conservativo ecc.) comprenderanno, a titolo esemplificativo e non esaustivo, rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o dell’impermeabilizzazione delle coperture. Sia per gli interventi di nuova costruzione che per quelli di importante ristrutturazione, inoltre, contestualmente alla dichiarazione di fine lavori, e senza alcun onere aggiuntivo per il committente, l’art. 8, comma 2 del DLgs 192/2005 prevede che, insieme alla attestazione di conformità, asseverata dal Direttore dei Lavori, delle opere realizzate rispetto al progetto autorizzato e alle sue eventuali varianti, ed alla rela-

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Progettare Energia zione tecnica sul rispetto delle prescrizioni energetiche, debba essere presentato al Comune di pertinenza un Attestato di Qualificazione Energetica dell’edificio come realizzato, anch’esso asseverato dal Direttore dei Lavori. La dichiarazione di fine lavori è inefficace a qualsiasi titolo se la stessa non è accompagnata da tale documentazione asseverata. L’Attestato di Qualificazione Energetica è un documento predisposto ed asseverato da un professionista, non necessariamente estraneo alla proprietà, abilitato alla progettazione o alla realizzazione dell’edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria ed una proposta di attribuzione di una classe di efficienza energetica all’edificio in esame. In attesa delle previste modifiche del DM 26 giugno 2009 uno schema di “Attestato di Qualificazione energetica”, con i suoi contenuti minimi è riportato nell’Allegato 5 al DM 26 giugno 2009 attualmente in vigore. Al di fuori di tali fattispecie l’Attestato di Qualificazione Energetica è facoltativo e può essere predisposto a cura dell’interessato per semplificare il successivo rilascio della certificazione energetica. A tal fine l’Attestato comprende anche l’indicazione di possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche e la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di classe a seguito della eventuale realizzazione degli interventi stessi. L’estensore provvede ad evidenziare opportunamente sul frontespizio del documento che il medesimo non costituisce “attestato di certificazione energetica dell’edificio”, ai sensi del DLgs 192/2005, nonché, nel sottoscriverlo, quale è od è stato il proprio ruolo con riferimento all’edificio medesimo.

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DISPOSIZIONI IN CASO DI VENDITA E LOCAZIONE Ai sensi dell’art. 6, comma 2, del DLgs 192/2005, nel caso di vendita, di trasferimento di immobili a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità immobiliari (anche in assenza di interventi edilizi), ove l’edificio o l’unità non ne sia già dotato, il proprietario è tenuto a produrre l’Attestato di Prestazione Energetica. In caso di violazione, il proprietario è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 3.000 ` e non superiore a 18.000 ` in caso di vendita e non inferiore a 300 ` e non superiore a 1.800 ` in caso di nuovo contratto di locazione. In virtù di tale obbligo, nei contratti di vendita, negli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito, o nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari, deve essere inserita apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore “danno atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell’Attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli edifici” (art. 6, comma 3). Sul punto si ricorda che, con le modifiche introdotte dal DM 22 novembre 2012, a partire dal 13 dicembre 2012, non è più permessa da parte del proprietario l’autodichiarazione di cui all’Allegato A, paragrafo

9 del DM 26 giugno 2009, in merito all’appartenenza dell’immobile alla classe energetica più bassa (G). Il DM 26 giugno 2009 consentiva, infatti, al proprietario, in presenza di una scadente qualità energetica dell’immobile, di sostituire in caso di cessione di edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 m2, la certificazione energetica obbligatoria da parte di un soggetto terzo accreditato con una autodichiarazione riportante che: “l’edificio è di classe energetica G; i costi per la gestione energetica dell’edificio sono molto alti”. Per quanto concerne la vendita degli immobili, secondo l’interpretazione del Consiglio Nazionale del Notariato, questa deve essere intesa in senso lato, quale sinonimo di “alienazione”, comprensiva, pertanto, di ogni atto traslativo a titolo oneroso quale, ad esempio, la permuta. Per quanto riguarda “gli atti a titolo gratuito”, sempre secondo il CNN, questi comprendono non solo la fattispecie negoziale disciplinata dagli articoli 769 e seguenti del Codice Civile, ma anche ogni altro negozio nel quale, anche senza spirito di liberalità, vi sia trasferimento di immobile a titolo gratuito. Nei casi in cui, cioè, a fronte del trasferimento della proprietà o di altro diritto reale su un immobile da una della parti contrattuali a favore dell’altra, quest’ultima non sopporti alcun sacrificio, non essendo tenuta

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né a corrispondere un corrispettivo in denaro o in natura, né ad obbligarsi ad un determinato comportamento. E quindi, ad esempio, il patto di famiglia (con il quale si trasferisca un’azienda comprendente edifici ovvero nel quale sia prevista la liquidazione dei legittimari in natura mediante il trasferimento di edifici) o il trust (non auto dichiarato). Sono invece da ritenersi esclusi gli atti a titolo gratuito privi di effetti traslativi (ad esempio la convenzione comportante la costituzione di un fondo patrimoniale senza trasferimento di proprietà dell’immobile, il vincolo di destinazione ex 2645 ter

del Codice Civile ecc.). Per quanto attiene, infine, la “locazione”, la disciplina della certificazione energetica si applica solo in presenza di una “nuova locazione” escludendo ad esempio i casi di un contratto che rinnova, proroga o reitera un precedente rapporto di locazione. In via estensiva, il Consiglio Nazionale del Notariato ritiene, inoltre, applicabile la disciplina dettata per la locazione ai seguenti contratti, per affinità con la figura della locazione e sempreché si tratti di nuovi contratti: UÊÊ Ê i>à }]Ê>Ûi ÌiÊ«iÀÊ }}iÌÌ ÊÕ Êi` ficio comportante consumo energetico 12

UÊÊ ½>vwÌÌ Ê ` Ê >â i `>]Ê µÕ> À>Ê Ê Ài >tivo contratto comprenda anche l’affitto di edifici comportanti consumo energetico. OBBLIGHI DI ALLEGAZIONE AL CONTRATTO Ai sensi dell’art. 6, comma 3 bis del DLgs 192/2005, così come modificato dalla legge 90/2013, “l’Attestato di Prestazione Energetica deve essere allegato al contratto di vendita, agli atti di trasferimento di immobili a titolo gratuito o ai nuovi contratti di locazione, pena la nullità degli stessi contratti”. In caso di Attestato già allegato a precedente atto, qualora l’Attestato sia ancora in vigore, si può procedere all’allegazione, all’atto successivo, di una copia conforme per estratto autentico dell’Attestato allegato in originale all’atto precedente (conformemente a quanto si ritiene per i certificati di destinazione urbanistica). Per una vendita posta in essere dal 6 giugno 2013, data di entrata in vigore del DL 63/2013, il venditore potrà avvalersi ancora dell’eventuale Attestato di Certificazione Energetica (ACE) rilasciato in data anteriore al 6 giugno 2013, purché ancora in corso di validità. L’obbligo di allegazione dell’Atte-

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stato al contratto era stato, in realtà, introdotto già dall’art. 6, commi 3 e 4, del DLgs 192/2005 così come pubblicato per la prima volta sulla GU 23 settembre 2005, n. 222. In particolare si prevedeva che l’Attestato di Certificazione Energetica dell’intero immobile o della singola unità immobiliare fosse allegato, in originale o copia autenticata, all’atto di compravendita o, in caso di locazione, fosse messo a disposizione del conduttore, o ad esso consegnato, in copia dichiarata dal proprietario conforme all’originale in suo possesso. Tali obblighi sono stati tuttavia successivamente abrogati dall’art. 35 del DL 25 giugno 2008, n. 112 recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133. Contrariamente, tuttavia, a quanto prevedeva l’art. 15, commi 8 e 9, del DLgs 192/2005 nel suo testo originario (commi successivamente abrogati dalla suddetta legge 133/2008), la legge 90/2013 non prevede più che “la nullità possa essere fatta valere solo dal compratore o dal conduttore”. Il legislatore ha ritenuto, nella legge 90/2013 di non far più ricorso ad una nullità cosiddetta “di protezione” (o relativa). Nel caso in parola siamo in presenza di una nullità assoluta, con la conseguenza che: UÊÊ >Ê Õ ÌDÊ «Õ¢Ê iÃÃiÀiÊ v>ÌÌ>Ê Û> iÀiÊ `>Ê chiunque e può essere rilevata d’ufficio dal giudice; UÊÊ ½>â iÊ«iÀÊv>ÀÊ` V >À>ÀiÊ >Ê Õ ÌDÊ non è soggetta a prescrizione; UÊÊ Ê V ÌÀ>ÌÌ Ê Õ Ê Ê «Õ¢Ê iÃÃiÀiÊ convalidato. Secondo il parere del Consiglio Nazionale del Notariato, la disposizione sulla nullità deve ritenersi comunque applicabile su tutto il territorio nazionale e quindi anche in quelle Regioni che abbiano recepito nella loro legislazione la direttiva 2010/31/

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Progettare Energia

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UE, in quanto si tratta di disciplina che attiene alla validità formale degli atti traslativi e che quindi rientra nel cosiddetto “ordinamento civile”, materia, questa, di competenza esclusiva dello Stato (art. 117, comma 2, lett. l) Costituzione). Ovviamente, nelle Regioni con legislazione aggiornata alla direttiva 2010/31/UE, si applicherà la specifica disciplina in tema di allegazione, a pena di nullità, con riguardo alla certificazione energetica da rilasciarsi secondo le modalità e le prescrizioni previste nella legge regionale (non troveranno, peraltro, applicazione, quali ipotesi di esonero dall’obbligo di allegazione, le esclusioni dall’obbligo di dotazione previste a livello esclusivamente regionale e non nazionale, come ad esempio le esclusioni per le cessioni di quote previste in talune leggi regionali).

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Per quanto concerne l’obbligo di allegare all’APE i libretti di impianto, il Consiglio Nazionale del Notariato ritiene che questi debbano essere allegati all’APE solo quando il trasferimento dell’immobile è effettivamente concluso e, quindi, solo alla stipula del contratto finale e non in sede di trattative o di stipula del contratto preliminare. OBBLIGHI IN SEDE DI OFFERTA E DI TRATTATIVE Nel caso di offerta di vendita o di locazione, i corrispondenti annunci tramite tutti i mezzi di comunicazione commerciali debbono riportare gli indici di prestazione energetica dell’involucro e globale dell’edificio, o dell’unità immobiliare, e la classe energetica corrispondente. In caso di violazione il responsabile dell’annun-

cio è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 500 ` e non superiore a 3.000 `. Nel caso di vendita, di trasferimento di immobili a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità immobiliari, il proprietario deve rendere disponibile l’Attestato di Prestazione Energetica al potenziale acquirente o al nuovo locatario all’avvio delle rispettive trattative e consegnarlo alla fine delle medesime. Ciò comporta che, in caso di contratto preliminare di vendita, così come per altre fattispecie contrattuali che possano considerarsi conclusive di una trattativa, ma non traslative dell’immobile, sorge certamente l’obbligo per il proprietario di consegnare al promissario acquirente l’APE, senza tuttavia l’obbligo di allegazione e le conseguenti sanzioni relative alla validità del contratto.

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Progettare Energia

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Per quanto riguarda invece i casi di vendita, o di locazione, di un edificio prima della sua costruzione, il venditore, o il locatore, debbono “fornire evidenza della futura prestazione energetica dell’edificio e produr-

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re l’Attestato di Prestazione Energetica entro 15 giorni dalla richiesta di rilascio del certificato di agibilità”. Nelle ipotesi esposte sarà opportuno far risultare dal contratto l’assolvimento degli obblighi di legge da parte del

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proprietario ovvero la conoscenza da parte del proprietario stesso degli obblighi ancora da assolvere, in considerazione dello stato di fatto dell’edificio (“edificio prima della sua costruzione”).

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Progettare l’efficienza degli edifici Il volume tratta della sostenibilità edilizia e della efficienza e riqualificazione energetica degli edifici, sviluppandone gli aspetti normativi e applicativi, nonché le rispettive correlazioni, con l’obiettivo di fornire linee guida per la progettazione nell’attuale contesto legislativo, aggiornato alla nuova legge 90/2013

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Seconda Edizione

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SICUREZZA

PROGETTARE

Come redigere un documento specifico, leggibile, verificabile, attuabile

Il PSC per i lavori di ristrutturazione Massimo Caroli*

La crisi economica che, ormai da alcuni anni, ci accompagna ed il ristagno dell’edilizia per quanto riguarda le nuove costruzioni hanno spostato l’ago della bilancia delle attività lavorative che coinvolgono un po’ tutti noi tecnici verso i lavori di manutenzione ordinaria e/o straordinaria che continuano, invece, ad essere necessari per mantenere il decoro e la sicurezza in un condominio, una scuola, un centro commerciale. Però è anche vero che – nonostante la crisi – non è mai molto il tempo che possiamo dedicare ad ogni singolo lavoro a causa dei tanti adempimenti necessari per attivare una qualsiasi ristrutturazione, anche se l’importo dei lavori da eseguire non è elevato. Per questo motivo è importante avere nel proprio archivio l’esempio svolto di un PSC facilmente utilizzabile * Geometra, Dottore in Ingegneria della Sicurezza, Direttore di cantiere di grandi opere di ingegneria civile, Coordinatore per la Progettazione e per l’Esecuzione dei lavori, docente nei corsi specialistici, è autore di numerosi volumi e articoli sul tema della pianificazione e gestione della sicurezza sul lavoro.

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come traccia per la redazione di questo documento, che può essere molto particolare anche se tratta semplicemente della ristrutturazione di un edificio civile. È anche opportuno che questa guida pratica da seguire contenga quelle innovazioni che rispondono soprattutto alle esigenze – sempre più evidenziate anche dagli organi di vigilanza – di redigere un PSC che non sia un trattato di tutti i rischi del settore, né una raccolta delle leggi sulla sicurezza, ma che sia specifico, leggibile, verificabile e attuabile e che risponda, inoltre, a criteri di “efficacia preventiva”, cioè di coordinamento di quelle attività lavorative che presumibilmente saranno presenti in cantiere. In pratica, la valutazione dei rischi concreti (che dovrebbe avvenire solo dopo una ricognizione visiva iniziale dei luoghi di lavoro) dovrà precedere le relative scelte progettuali ed organizzative (che, di conseguenza, dovranno garantirne la fattibilità, anche per quanto riguarda le misure di tutela della sicurezza in generale). Le successive prescrizioni operative, come pure le misure di coordinamento, le modalità organizzative, i costi della sicurezza riconducibili al committente (che sono tali solo quando sono di natura collettiva ed organizzativa) e tutta la progressione degli argo-

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Progettare Sicurezza menti trattati nel PSC, non potranno essere altro che la conseguenza logica della iniziale valutazione dei rischi e delle successive scelte progettuali ed organizzative. Perciò, sarà opportuno procedere alla analisi e valutazione dei rischi dividendo questi ultimi in due grandi raggruppamenti: a) quelli individuabili in base allo stato iniziale dei luoghi dove verranno poi eseguiti i lavori (che sono poi quelli più facilmente rilevabili, perché sono rischi concreti e basterà rilevarli con attenzione nelle ricognizioni ed indagini iniziali) b) quelli relativi all’esecuzione dei lavori (che invece porteranno a progettare le procedure organizzative tenendo conto delle precedenti esperienze maturate in cantieri simili e dei dati statistici INAIL che ci aiuteranno a riconoscere le lavorazioni più rischiose e la gravità delle conseguenze relative ad ogni singolo tipo di infortunio). Solo dopo sarà possibile passare alle conseguenti scelte progettuali ed organizzative ed alle conseguenti prescrizioni operative, in riferimento alle interferenze tra le lavorazioni che – come detto in precedenza – non possono essere altro che la conseguenza logica della iniziale valutazione dei rischi e delle successive scelte progettuali ed organizzative. Come farlo? Sarà necessario spiegare nel PSC: UÊʵÕ> ÊÃ Ê iÊinterferenze che presumibilmente sarà necessario gestire (per garantire l’organizzazione generale e soprattutto l’attività di coordinamento delle attività presenti in cantiere) UÊÊV iÊ Ã Ê ÃÌ>ÌiÊ ÃÕ`` Û ÃiÊ iÊ v>Ã Ê lavorative che risultano nella progressione dei lavori ipotizzata nel Cronoprogramma (naturalmente quanto detto vale anche per le interferenze derivanti dall’esecuzione di fasi lavorative effettuate da più

n. 5-2013

squadre di Lavoratori, anche se queste appartengono ad una stessa Impresa esecutrice, perché comunque dovranno essere coordinate e gestite). Dopo aver individuato quali sono le misure di coordinamento, necessarie per pianificare in sicurezza i lavori, il passo successivo non può essere altro che quello di definire le modalità organizzative necessarie per attuarle: queste, ovviamente, sono rivolte principalmente alla cooperazione ed al coordinamento fra i Datori di lavoro ed i Lavoratori autonomi che saranno presenti in cantiere. Pertanto, sarà necessario prescrivere a tutte le imprese presenti in cantiere come dovranno: UÊÊV À` >Àà ÊÌÀ>Ê À ]Ê`ÕÀ> ÌiÊ ½iÃiVÕzione di quei lavori che le vedranno direttamente coinvolte UÊÊ>ÌÌÕ>ÀiÊ ÊV À` > i Ì Êº` Ê Ûi Ê superiore” che verrà loro imposto dal CSE. In altri termini sarà necessario indirizzare le modalità organizzative che le stesse imprese dovranno far eseguire da quelle persone che, nel loro organigramma, ricoprono i ruoli che sono necessari per attuare le misure reciproche di coordinamento in cantiere. Tralasciamo in questo breve articolo altri importanti argomenti da inserire nel PSC, quali ad esempio: UÊÊ ½ À}> ââ>â iÊÃ> Ì>À >]Ê> Ì Vi dio ed evacuazione

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UÊÊ ½i Ì ÌDÊ«ÀiÃÕ Ì>Ê`i ÊV> Ì iÀiÊiëÀiÃsa in U/G e i dati relativi alla durata prevista delle lavorazioni UÊÊ >Ê `> ÌDÊ` Ê«ÀiÃi Ì>â iÊ` Ê«À poste di integrazioni e modifiche al PSC da parte dell’Impresa esecutrice UÊÊ ½ ` V>â Ê> iÊ «ÀiÃiÊ«iÀÊ >ÊV Àretta redazione del POS UÊÊ iÊ ÃV i`iÊ ` Ê Ã VÕÀiââ>Ê V i}>ÌiÊ > iÊ singole fasi lavorative UÊÊ ÊVÀ «À }À> >Ê}i iÀ> iÊ` ÊiÃicuzione lavori UÊÊ Ê}À>wV ° Ma certamente è opportuno ricordare alcuni aspetti da trattare nei costi della sicurezza da inserire nel PSC. Spesso si dimentica che oltre i costi della sicurezza riconducibili al Committente esistono anche i costi della sicurezza aziendali. Per questo motivo permane ancora oggi un disagio abbastanza comune nell’individuare correttamente: UÊcosa deve essere stimato UÊcome deve essere stimato UÊchi deve farsi carico della stima di tutti i costi della sicurezza che, per definizione, sono incomprimibili e quindi non ribassabili. Perciò, solo dopo aver spiegato chiaramente il metodo di stima e le motivazioni, può essere inserito nel PSC il computo estimativo dei costi della sicurezza.

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Il PSC per i lavori di ristrutturazione Massimo Caroli

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Il PSC per i lavori di ristrutturazione, rivolto ai Tecnici ed ai Professionisti, fornisce un esempio preciso e dettagliato facilmente utilizzabile come traccia esemplificativa per la redazione di questo documento nei più frequenti lavori di manutenzione ordinaria e/o straordinaria che possono essere necessari in un condominio, una scuola, un fabbricato sede di attività commerciale

PROGETTARE SICUREZZA

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RECUPERO

PROGETTARE

Un caso studio: la ciminiera di Crespi d’Adda

Analisi strutturale per il recupero di edifici industriali A. Anzani, A. Baila, P. Bamonte, P. Condoleo, C. Togliani

Durante la rivoluzione industriale l’impiego di nuovi processi di combustione portò a una grande diffusione di ciminiere in muratura. Nei paesi occidentali tali manufatti assunsero valore simbolico contribuendo a configurare lo skyline di aree che oggi consideriamo archeologia industriale. Manifestazioni ripetitive di danno di tali strutture sembrano essere relativamente indipendenti dalla geometria e dalla collocazione geografica e più legate, invece, alle onerose condizioni di esercizio caratterizzate da forti sollecitazioni termiche. La ciminiera oggetto del presente articolo fa parte del villaggio industriale di Crespi d’Adda vicino a Capriate San Gervasio (Bergamo), inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1995. Costruita alla fine dell’Ottocento, presenta forma troncoconica, doppia parete in muratura per garantire un migliore isolamento termico, altezza intorno ai 65 m e base a * Politecnico di Milano, Dipartimento di Design, DICA, Dastu.

prisma ottagonale (figure 1 e 2). In sommità è evidente una forte curvatura, mentre l’intera canna è interessata da un quadro fessurativo caratterizzato da lesioni verticali, orizzontali e diagonali. La valutazione dello stato di danno e del comportamento strutturale della ciminiera deve prevedere un’indagine in sito, l’esame della sezione trasversale della muratura attraverso micro-carotaggi ed endoscopia per verificare se la sua geometria reale corrisponde a quella rappresentata nei disegni di progetto, la caratterizzazione dei materiali attraverso prove soniche e con martinetti piatti al di sopra del livello basamento, il prelievo di mattoni e malta per prove di laboratorio e una modellazione numerica. L’analisi dei primi risultati ottenuti dall’indagine in sito e dalla modellazione numerica ha permesso di evidenziare alcuni aspetti cruciali. STATO DI DANNO Durante il rilievo del quadro fessurativo, eseguito tramite un cestello elevatore, è stato possibile osservare alcuni precedenti interventi, come l’applicazione di cerchiature, la risarcitura di alcune lesioni e la sostituzione della parte sommitale del coronamento (fig. 3). La tessitura muraria appare molto re-

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Progettare Recupero

Fig. 2 - Progetto della ciminiera tratto dall’Archivio Storico di Crespi D’Adda Fig. 1 - Vista della ciminiera

golare, per lo più con mattoni posti di testa, anche se localmente si notano alcuni giunti verticali con sfalsamenti assenti o molto piccoli (fig. 4). Nella parte superiore (49-65 m), i giunti 20

sembrano essersi distaccati dai mattoni, ed essere soggetti a erosione. Si osservano alcune efflorescenze saline (fig. 5). Il quadro fessurativo è stato analizzato

PROGETTARE RECUPERO

solo esternamente, senza quindi poter individuare se le fessure siano passanti. La ciminiera presenta lunghe fessure verticali (fig. 6), per lo più sul lato sud, da circa 18 a 43 m dal suolo. La fessura principale, risarcita con malta durante un precedente intervento, si è

n. 5-2013 Vai all'indice


Progettare Recupero ora nuovamente aperta con una significativa perdita di materiale nel punto di massima larghezza (da 4 a 7 mm), a una quota di circa 17 m (figure 7 a), 7 b) . Gli altri lati, privi di fessure fino a un’altezza di circa 43 m, presentano da questa quota fessure inclinate di 45° solo in corrispondenza dei giunti di malta (figure 8 a), 8 b) . Da un’altezza di circa 49 m alla sommità, sono state identificate fessure orizzontali principalmente nei giunti di malta (figure 9 a), 9 b). L’inclinazione della ciminiera inizia al di sopra della base ottagonale (fig. 10) e si mantiene costante fino a un’altezza di circa 60 m, aumentando nella parte superiore. I valori di spostamento misurati variano da 33 cm a un’altezza di circa 60 m a quasi 55 cm in sommità lungo la direzione X, mentre in direzione Y i valori sono molto più bassi (minori di 10 cm). ANALISI STRUTTURALE

Fig. 3 - Coronamento sommitale

Fig. 4 - Giunti verticali con ridotto sfalsamento

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Il quadro fessurativo osservato, tipico delle ciminiere in muratura, è probabilmente causato da diversi fattori. La sua concentrazione nella parte superiore porta a escludere che sia causato dal vento che invece avrebbe comportato fessurazioni significative anche nella parte inferiore. In virtù dello schema statico adottato (mensola incastrata al piede) e del comportamento del materiale che, per bassi livelli di sollecitazione è elastico lineare, l’effetto dei gradienti termici e del peso proprio può essere studiato per sovrapposizione degli effetti, nel rispetto del comportamento cinematico. La snellezza della struttura è tale che il suo comportamento sia assimilabile a quello di una trave snella, con sezioni che rimangono piane, anche in condizioni deformate, e ortogonali alla linea d’asse (anche grazie ai setti orizzontali e verticali che collegano la corona interna a quella esterna).

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Fig. 5 - Presenza di efflorescenze saline e di patina scura superficiale

Fig. 6 - Rilievo del quadro fessurativo

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Il comportamento della sezione sottoposta a gradienti termici è stato studiato mediante un modello piano a elementi finiti. Per simulare gli effetti di riscaldamento, sono state imposte una temperatura di 100 °C sulla superficie interna e una di 20 °C nell’intercapedine. Lungo lo spessore della prima corona circolare è stata assunta una variazione logaritmica per rappresentare un trasferimento di calore stazionario. Il materiale è stato considerato elastico lineare (E = 3500 MPa, S = 0,2), con un coefficiente di dilatazione ter V>ÊrÊxÊUÊ£ä ÈÊc £° Per quanto riguarda i vincoli al contorno, sono state considerate le due situazioni limite di sforzo piano (= assenza di confinamento verticale) e di deformazione piana (= confinamento perfetto, deformazione verticale nulla). I valori delle tensioni principali massima e minima, nella condizione di sforzo piano, sono mostrati rispettivamente nella figure 11 a) e b). Le più elevate sollecitazioni di compressione si verificano in direzione circonferenziale, sulla superficie più calda, come è lecito attendersi. Il loro valore non è trascurabile (~1,30 N/mm2) ma naturalmente dipende linearmente dai valori ipotizzati per E e per il coefficiente di dilatazione termica. Per quanto riguarda le massime sollecitazioni di trazione, esse si verificano sulla superficie fredda a contatto con l’intercapedine a 20 °C; il loro valore (~ 0,65 N/mm2) è chiaramente oltre i valori comunemente accettati per la resistenza a trazione della muratura (~ 0,20 N/mm2). Se la dilatazione termica nella direzione verticale è completamente ostacolata (Jz = 0, condizione di deformazione piana), le tensioni principali risultanti sono quelle mostrate nelle figure 12 a), b) e c). Nel complesso non si riscontrano grandi differenze nella distribuzione delle sollecitazioni, rispetto al modello di sforzo piano; viceversa, i valori sono leggermente più alti nel caso di deformazioni piane.

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Progettare Recupero

Fig. 8 - a) Lesioni diagonali e cerchiature di conďŹ namento; b) dettaglio di una lesione diagonale ristilata Fig. 7 - a) Lesioni verticali sul fronte sud; b) particolare della perdita di materiale successiva alla risarcitura

Fig. 9 - a) Vista di una fessura orizzontale all’interfaccia tra malta e mattoni; b) Riapertura di fessure diagonali e orizzontali ristilate

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Progettare Recupero In entrambi i casi la corona esterna non è interessata dai gradienti termici, grazie alla presenza dell’intercapedine. Il modello assialsimmetrico adottato, pur non potendo spiegare la curvatura rilevata in loco, tuttavia consente di ricondurre il quadro fessurativo ai gradienti termici nel periodo di esercizio probabilmente sommati al gradiente termico causato delle temperature ambientali. Le lesioni orizzontali potrebbero essere dovute alla deformazione differenziale che si verifica tra il lato nord e il lato sud, essendo il lato sud esposto a temperature più alte. La prevalenza di lesioni in sommità potrebbe essere dovuta sia al minore confinamento svolto dal peso proprio sia all’assenza dell’intercapedine nella porzione sommitale, con una conseguente maggiore sensibilità ai gradienti termici dovuti alle passate condizioni di esercizio. CONCLUSIONI Il quadro fessurativo tipico osservato su una ciminera in muratura patrimonio mondiale dell’UNESCO è stato studiato attraverso modelli a elementi finiti 2D, basati sul comportamento piano negli sforzi e su quello a deformazione piana. Effetti termici dovuti alla sovrapposizione di risultati differenziali causati dal riscaldamento interno durante i periodi di esercizio e dall’esposizione solare sembrano probabilmente giustificare il quadro fessurativo e la curvatura della ciminiera. Ulteriori fasi della ricerca si concentreranno sull’esame della sezione trasversale della muratura attraverso microcarotaggi ed endoscopia per verificare se la sua geometria reale corrisponde a quella rappresentata nei disegni di progetto. Si intende inoltre effettuare una caratterizzazione dei materiali attraverso prove soniche e con martinetti piatti al di sopra del livello basamento, il prelievo di mattoni e malta per prove di laboratorio.

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Fig. 10 - Fuori piombo della ciminiera

Per approfondire Jurina L., Mazzoleni M. (2001) Un sistema di “cerchiatura interna per il consolidamento di ciminiere in muratura, Tercer Colloquio Latinoamericano sobre Rescate Y Preservaciòn del Patrimonio Industrial, Santiago del Cile, 13-16 Settembre 2001 Lourenço P. (2002) Computation on historic masonry structures, Progress in Structural Engineering Materials, 4:301-319 Pallarés F. J., Ivorra S., Pallarés L., Adam J. M. (2011) State of the art of industrial masonry chimneys: A review from construction to strengthening, in Construction and Building Materials, 25 4351–4361

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a)

b)

Fig. 11 - Sforzi principali in condizioni di sforzo piano: a) sforzi principali massimi (intervallo = -0.25/0.65 N/mm2); b) sforzi principali minimi (-1.30/0.20 N/mm2)

a)

b)

c)

Fig. 12 - Sforzi principali in condizioni di deformazioni piane: a) sforzi principali massimi (intervallo = -0.37/0.85 N/mm2); b) sforzi principali minimi (-1.80/0.22 N/mm2); c) sforzi principali intermedi (-1.70/0.27 N/mm2)

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La riqualificazione dell’edilizia pubblica non può prescindere da un ripensamento integrale del suo modello d’uso. Le azioni sulla promozione del miglioramento delle prestazioni degli edifici rappresentano la sintesi di tutte le componenti della sostenibilità energetica, ambientale, economica e sociale. Sostenibilità energetico/economica significa impegnarsi in una nuova sfida: trasformare l’enorme quantità di edilizia pubblica in insediamenti energeticamente autosufficienti e produttori di energia. The redevelopment of public housing can not do without a complete rethinking of its model. The actions finalized to the improvement of the performance of buildings represent a synthesis of all the components of energy efficiency and environmental, economic and social sustainability. Energy efficiency and economic sustainability means to engage in a new challenge: to transform the huge amount of public housing in settlements energy self-sufficient and energy producers.

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Procedure ProgettiProcessiProdotti

SOSTENIBILITÀ ENERGETICO/ECONOMICA PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE RENOVATION OF BUILDINGS TOWARDS ENERGY EFFICIENCY AND ECONOMIC SUSTAINABILITY

La Redazione di PONTE sta raccogliendo proposte di progetti di nuove realizzazioni o di riqualificazione e recupero, da pubblicare nella sezione FARE ARCHITETTURA. Compilare il form su www.build.it o contattare la Redazione al n. +39 06 44163764 oppure inviare una mail a: esther.delgado@build.it. Vai all'indice


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La riqualificazione dell’edilizia pubblica non può prescindere da un ripensamento integrale del suo modello d’uso; l’edilizia residenziale ed i servizi pubblici rappresentano il più forte strumento di integrazione e coesione sociale a disposizione della Pubblica Amministrazione per agire con misure mirate in situazioni di marginalità o di degrado fisico, sociale ed economico. Le azioni sulla promozione del miglioramento delle prestazioni degli edifici rappresentano la sintesi di tutte le componenti della sostenibilità energetica, ambientale, economica e sociale. La difficoltà caratteristica del settore dell’housing sociale è la necessità di intervenire economicamente, con tecnologie a basso impatto e durevoli; alla riqualificazione energetica è quindi necessario affiancare interventi efficaci in termini di abitabilità e valorizzazione finanziaria del patrimonio, anche in rapporto all’utenza, valutando le soluzioni

studio di soluzioni adeguate per profilo prestazionale ad una utenza variabile nel tempo e nei suoi comportamenti d’uso, ma sempre rispondenti ad un alto standard di prestazioni tecnologiche. La ricerca di una sostenibilità energetico/economica permette di strutturare interventi di riqualificazione del territorio e di sperimentare tecnologie innovative per l’involucro, riconfigurando il vestito dell’alloggio sociale, trasformando un’edilizia energivora in un’edilizia energeticamente produttiva. Sostenibilità energetico/ economica significa produrre una alternativa di finanziamento per l’edilizia sociale non più legata esclusivamente a fondi pubblici, a fondo perduto, ma significa strutturare dei rapporti di collaborazione con operatori privati, capaci di garantire nuovi fondi per alimentare il settore e sviluppare un investimento che possa produrre nel tempo un ritorno economico.

La riqualificazione dell’edilizia pubblica finalizzate al raggiungimento dell’efficienza energetica e in maniera più diretta alla caratterizzazione delle soluzioni di involucro. Bisogna poi ricordare che il “disagio abitativo” non riguarda più le fasce in assoluto più deboli della popolazione; vi è una vasta area, che potremmo definire “grigia”, di persone che si trovano a fronteggiare il problema della casa pur potendo contare su un reddito e su una condizione di relativa stabilità. Oggi sono “scivolate” in questa area molte più persone di quanto si possa immaginare: famiglie mono-reddito, lavoratori precari, famiglie mono-genitoriali. Il tipo di utenza dell’housing sociale comporta, dunque, una profonda verifica della attendibilità dei risultati in termini di prestazione delle soluzioni tecniche, ottimizzate sulla efficienza energetica. La durabilità dei materiali, il livello e la qualità della manutenibilità, la flessibilità alle nuove esigenze, l’interazione utente-edificio, che si manifesta negli adattamenti e nelle trasformazioni spontanee delle strutture edilizie, rendono necessario lo

Nell’etimologia utilizzata per definire il legame tra edificio, involucro ed energia si è progressivamente sostituito il concetto di risparmio con quello di efficienza; ad indicare che, nell’accezione più innovata, tale connubio trova il punto di forza nell’architettura e nelle tecniche costruttive e nei componenti tecnologici, capaci di comportarsi in maniera efficiente. Se, da un lato, le norme più recenti hanno messo a punto le esigenze energetiche ed i comportamenti dei materiali, e dall’altro soluzioni tecniche mirate a contenere sempre più le dispersioni ed i consumi di energia, è tuttavia necessario coltivare la ricerca sull’integrazione tra tipologia edilizia, tecnologie per l’involucro ed integrazione con i sistemi impiantistici più innovativi ed efficienti. Sostenibilità energetico/economica significa impegnarsi in una nuova sfida: trasformare l’enorme quantità di edilizia pubblica in insediamenti energeticamente autosufficienti e produttori di energia. Prof. Arch. Carlo Lannutti Vai all'indice


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IL RECUPERO SOSTENIBILE DEL SOCIAL HOUSING: L’ESPERIENZA OLANDESE

SUSTAINABILE RENOVATION OF SOCIAL HOUSING: DUTCH REALITY

Deborah Pennistrì* Il tema della riqualificazione ambientale ed energetica dell’edilizia sociale rappresenta l’ambito di indagine di una ricerca Post-Doc svolta attraverso un accordo tra il Dipartimento DASTEC, Arte, Scienza e Tecnica del Costruire dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e l’OTB, Research Institute for the Built Environment, University of Tecnology di Delft. Il confronto tra la realtà italiana e quella olandese ha portato, in particolare, alla definizione di un quadro conoscitivo sulle caratteristiche prestazionali delle abitazioni sociali realizzate tra il secondo dopoguerra ed i primi anni Settanta e le relative attività di riqualificazione. In Olanda il settore del social housing costituisce il 35% del patrimonio residenziale, ovvero la percentuale più alta tra i Paesi Europei, pertanto l’analisi delle procedure e delle tendenze in atto, nonché di casi studio rappresentativi, ha consentito di evidenziare utili linee di indirizzo verso cui orientare gli interventi di recupero.

The energy and environmental requalification of social housing is the scope of investigation of a Post-Doc research carried out through an agreement between the Department DASTEC, Department of Art, Science and Building Tecnique, Mediterranean University of Reggio Calabria and the OTB, Research Institute for the Built Environment, University of Tecnology, Delft. The comparison between Italian and Dutch realities led, in particular, to the definition of a cognitive framework regarding the performance characteristics of the social housing built between the post-second world war and the early 70s and related renovation activities. In the Netherlands the social housing sector accounts for 35% of residential buildings, which is the highest percentage among European countries, and thus the analysis of the procedures and of the current trends, as well as of representative case studies, made possible to highlight useful indications towards which the renovation actions have to be oriented.

deve rispondere ad alti standard prestazionali

QUESTIONE ENERGETICA E SALUBRITÀ DELL’ARIA INTERNA NELLE ABITAZIONI: ASPETTI SOCIO-ECONOMICI E TECNICI Le abitazioni, che in Europa rappresentano il 75% degli edifici esistenti, causano la maggior parte del consumo di energia del settore edilizio: nel 2009, sono state responsabili del 68% del consumo totale finale di energia negli edifici e del 27% del consumo di energia totale (Rapf O. et al., 2011). Il consumo energetico per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo è la componente più significativa dei consumi totali delle abitazioni e varia in funzione delle caratteristiche progettuali degli edifici, dei livelli prestazionali degli * Deborah Pennestrì, Architetto, Dipartimento di Architettura e Territorio (DARTE), Università Mediterranea degli Studi di Reggio Calabria.

elementi tecnici d’involucro e della regione climatica di riferimento. In relazione ai consumi energetici delle abitazioni, negli ultimi anni si è manifestata la questione della “fuel poverty” scaturita dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla situazione di crisi economica. In molti Paesi europei, infatti, si rilevano situazioni di difficoltà o di incapacità per le famiglie nel garantire, all’interno della propria casa, adeguate condizioni di comfort termico a fronte di costi economici ragionevoli. Tale fenomeno si acuisce quando si tratta di edilizia sociale, destinata a categorie di popolazione con basso reddito: la recente Risoluzione del Parlamento Europeo sul Social Housing, approvata l’11 giugno 2013 a Strasburgo, sottolinea l’importanza della lotta contro la povertà energetica, che riguarda tra i 50 e i 125 milioni di europei. La Risoluzione evidenzia, infatti, la necessità di avviare program-

mi volti ad ottimizzare il rendimento energetico delle abitazioni e definisce che questi possano servire non solo ad accrescere il potere d’acquisto delle famiglie e a migliorare il loro tenore di vita ma anche a garantire il comfort indoor ed a ridurre le spese sanitarie attraverso la prevenzione in materia di salute (malattie respiratorie e cardiovascolari, allergie, asma, intossicazioni legate al monossido di carbonio, impatto sulla salute mentale degli inquilini). In tal modo vengono rilevate le relazioni evidenti tra le questioni dell’efficienza energetica con quelle della qualità dell’aria indoor, sinergie sottolineate anche dall’attuale normativa di riferimento. La Direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico dell’edificio, infatti, ha evidenziato l’importanza di coniugare gli aspetti energetici con la salubrità degli ambienti confinati; più in particolare, lo standard prEN 15251 Vai all'indice

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Il quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg, in Olanda, dopo l’intervento di riqualificazione, prospetti principali. Foto dell’autore

L’esperienza olandese: risparmio energetico, qualità

“Criteria for the Indoor Environment includine thermal, indoor air quality, light and noise” (norma di supporto dell’EPBD) individua i parametri dell’ambiente interno che influiscono sulle prestazioni energetiche degli edifici. La scelta dell’ambito di indagine deriva, dunque, dalla consapevolezza che nelle abitazioni sociali realizzate tra il secondo dopoguerra ed i primi anni Settanta si riscontrino problematiche legate a scarsi livelli prestazionali dei sistemi tecnico-costruttivi dell’involucro edilizio, sia in relazione alle questioni energetiche che alla qualità dell’aria indoor. Infatti, risalgono alla crisi petrolifera del 1973 le prime normative finalizzate a limitare le richieste energetiche per il riscaldamento attraverso un corretto isolamento dell’involucro edilizio e la minimizzazione delle dispersioni termiche. Pertanto l’edilizia residenziale realizzata prima dell’emanazione di

tali normative, ma soprattutto quella risalente al periodo del boom economico e demografico, ovvero ai primi anni Sessanta, rappresenta la parte del patrimonio edilizio più carente dal punto di vista prestazionale: la necessità di rispondere in breve tempo alle pressanti e crescenti esigenze abitative nonché la totale assenza di norme per il contenimento del consumo energetico hanno prodotto, in quegli anni, la proliferazione di edifici che hanno fornito una risposta di tipo prevalentemente quantitativo, con una scarsa attenzione ai livelli di qualità globale delle costruzioni. Gli edifici della ricostruzione postbellica, infatti, sono caratterizzati da tecniche edilizie di scarsa qualità che provocano considerevoli dispersioni di calore, ponti termici, umidità da condensa, muffe, infiltrazioni d’acqua dai rivestimenti di facciata e dalle coperture, infiltrazioni d’aria e d’acqua dai serramenti.

IL SOCIAL HOUSING IN ITALIA E OLANDA: VERSO IL RECUPERO AMBIENTALE ED ENERGETICO DELL’EDILIZIA ESISTENTE All’inizio del secolo scorso, i diversi Stati Europei hanno intrapreso azioni volte ad assicurare il diritto all’accesso ad un’abitazione adeguata e dignitosa per cittadini svantaggiati o gruppi sociali non in grado di trovare alloggi a condizioni di mercato. La fase più importante di tali azioni, dal punto di vista quantitativo, è stata certamente quella avviata con la ricostruzione nel secondo dopoguerra, fase durante la quale una quota rilevante delle abitazioni costruite è stata promossa dall’intervento pubblico. Allo stato attuale, in Europa, le unità abitative sociali rappresentano circa l’11% del totale delle residenze ma la situazione varia notevolmente Vai all'indice


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Il quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg, in Olanda, dopo l’intervento di riqualificazione, prospetti sulla corte interna. Foto dell’autore

dell’aria interna e integrazione impiantistica

a seconda dei Paesi considerati. In Italia il settore dell’edilizia pubblica, che rappresenta circa il 5,3%, del patrimonio residenziale, gestisce circa 1 milione di alloggi, 760.000 dei quali in mano agli ex IACP; 280.000 alloggi privati (ex inquilini) gestiti nei condomini misti e 10.000 gestioni condominiali (Pozzo A.M., Torino F., 2011). In Olanda il settore del social housing costituisce il 35% del patrimonio residenziale, ovvero la percentuale più alta tra i Paesi Europei, che corrisponde a circa 2,4 milioni di alloggi, gestiti dalle Housing Associations e fondazioni; solo una parte residuale degli alloggi sociali è di proprietà pubblica (Elsinga M., Wassenberg F., 2007). Dopo alcuni decenni in cui si è trascurata la questione dell’edilizia residenziale pubblica, negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della domanda di “social housing” che ha portato i governi ad impegnar-

si a fronteggiare questa crescente esigenza legata sia all’aumento dei prezzi di mercato delle abitazioni che alla crisi economica. I diversi Paesi Europei hanno dunque intrapreso una serie di iniziative per promuovere sia la realizzazione di nuove unità abitative che la riqualificazione di quelle esistenti. Tali interventi sono fortemente indirizzati verso il raggiungimento di alti livelli prestazionali: infatti i membri del Cecodhas Housing Europe, proprietari di circa 25 milioni di alloggi, si sono dichiarati pronti a contribuire agli obiettivi europei 20/20/20, in partnership con i produttori di energia, i residenti, i professionisti del settore edilizio e le autorità locali. In particolare si è stimato che, attraverso l’attivazione di appropriati finanziamenti e strumenti legislativi, per il periodo 2010-2020, è possibile riqualificare ogni anno circa il 4% degli alloggi, ovvero circa

800.000 abitazioni sociali ogni anno possono essere adeguate secondo i migliori standard energetici (Pozzo A. M., 2010). In Italia, gli strumenti che hanno inciso nell’attivare e finanziare interventi di recupero urbano sono i “Contratti di quartiere I e II”, particolari tipi di programma finalizzati alla riqualificazione di quartieri caratterizzati da degrado ambientale e scarsa coesione sociale, che contengono, tra gli obiettivi, l’attività di recupero finalizzata all’applicazione di accorgimenti per il risparmio energetico. Negli ultimi anni, inoltre, sono state adottate ulteriori misure rivolte all’incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale destinati prioritariamente alle categorie sociali svantaggiate, con il “Piano Casa 1 e 2” e, a seguito di un’intesa del Governo con le Regioni, queste ultime hanno emanato proprie leggi per il rilancio del settore edilizio, Vai all'indice


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Il quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg, in Olanda, dopo l’intervento di riqualificazione, area di pertinenza. Foto dell’autore

Interventi di ristrutturazione con l’obiettivo di una

con premi di cubatura e incentivi legati al miglioramento della qualità architettonica e/o energetica degli edifici diversi a seconda della peculiarità abitativa e territoriale della regione (Corte dei Conti, 2007). Inoltre, il Piano nazionale di edilizia abitativa, di cui al DPCM 16 luglio 2009, è stato rivolto prevalentemente alle azioni di recupero e riqualificazione del patrimonio abitativo destinando a tali attività circa l’83% delle risorse finanziarie disponibili (Corte dei Conti, 2011). In Olanda, come già evidenziato, le abitazioni sociali sono gestite dalle Housing Associations, che hanno la completa responsabilità delle attività di manutenzione e ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Il governo olandese ha introdotto delle particolari sovvenzioni, di cui possono beneficiare gli occupanti, per compensare l’aumento del canone di locazione connesso, spesso,

con le attività di ristrutturazione. È da segnalare, a tal proposito, l’iniziativa del Department of Housing, Spatial Planning and the Environment che, nel luglio 2008, ha proposto di incorporare l’etichettatura energetica nel sistema di valutazione dell’affitto per gli alloggi sociali. Inoltre, le cooperative sociali olandesi rappresentate dall’associazione “Aedes” e gli inquilini, rappresentati da “Woonbond”, insieme con il Ministry of Housing, Spatial Planning and the Environment (Vrom), nel 2008 hanno sottoscritto il patto “energy savings by housing corporations”. Con questo accordo le cooperative sociali hanno formalizzato la loro ambizione ad implementare le prestazioni energetiche sia delle abitazioni esistenti che delle nuove. L’obiettivo dell’accordo, per ciò che riguarda le abitazioni esistenti, consiste in una riduzione del 20% del consumo di energia da realizzar-

si nel periodo 2008-2018. Questo patto è stato rinnovato il 28 giugno del 2012.

IL RECUPERO SOSTENIBILE DEL SOCIAL HOUSING IN OLANDA: IL QUARTIERE “PRINCESS BEATRIXLAAN” A VOORBURG Sono stati analizzati, sul territorio italiano e olandese, alcuni casi studio rappresentativi degli interventi di riqualificazione ambientale ed energetica attuati sull’edilizia sociale del secondo dopoguerra. Tra quelli studiati in Olanda, il recupero del quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg è certamente uno dei più interessanti. Il complesso edilizio, realizzato nel 1962, si compone di tre blocchi residenziali di 3-4 piani (per un totale di 109 appartamenti), posizionati a C intorno ad un ampio spazio di pertinenza. Vai all'indice


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riduzione del 20% del consumo di energia entro il 2018

Nel 2006 la Wooninvest, l’housing association che lo gestisce, ha avviato le attività di riqualificazione finalizzate sia al miglioramento della fruibilità degli edifici, inserendo tre ascensori e dei ballatoi esterni di distribuzione, che all’ottimizzazione delle prestazioni energetiche, innalzando la classe dell’edificio dalla F (pari ad un valore di indice energetico compreso tra 2,41-2,90) alla A con un indice pari a 0,98. Le azioni hanno riguardato sia l’involucro edilizio che gli impianti; in particolare è stato effettuato: s IL RIVESTIMENTO DELLE PARETI ESTERNE con uno strato isolante a cappotto sul quale sono state applicate piastrelle in ceramica; s L APPLICAZIONE DELL ISOLANTE TERMICO sulla copertura; s LA SOSTITUZIONE DELLE lNESTRE CON serramenti aventi vetri ad alta prestazione energetica e telai in plastica riciclata o in legno FSC

(proveniente da foreste a gestione sostenibile); s L INSERIMENTO DI UN NUOVO SISTEMA di riscaldamento collettivo ad alta efficienza; s L APPLICAZIONE SULLA COPERTURA GRAzie alla possibilità di accedere ad alcuni finanziamenti, di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria; s LA DOTAZIONE DI IMPIANTI DI VENTILAzione meccanica in ogni abitazioni, fondamentale per garantire un corretto ricambio d’aria all’interno delle stesse e la salubrità degli spazi abitativi. Le strategie adottate hanno consentito che la riqualificazione di “Princess Beatrixlaan” vincesse, nel 2009, il “Sustainability Award”, un importante riconoscimento nazionale attribuito agli interventi di recupero edilizio che rispondono alle esigenze di sostenibilità ambientale.

CONCLUSIONI Le problematiche connesse agli interventi sull’esistente sono connotati dalla complessità degli aspetti che devono essere tenuti in considerazione: il risparmio energetico, la qualità dell’aria interna e l’integrazione impiantistica. Come evidenziato, nella riqualificazione del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica risiede un grande potenziale di risparmio energetico, in particolare in quella realizzata durante il boom demografico del secondo dopoguerra. Le azioni, mirate al ripristino della funzionalità degli elementi tecnici ed all’adeguamento prestazionale degli edifici, diventano dunque occasione per riqualificare i loro profili energetici ed ambientali, riducendo così i consumi di risorse non rinnovabili ed i rischi per la salute degli utenti. Ne deriva che gli interventi finalizVai all'indice


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Dettaglio tecnologico dell’intervento di retrofit energetico su “Princess Beatrixlaan”, per gentile concessione della Wooninvest Association Vai all'indice


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Il quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg, in Olanda, dopo l’intervento di riqualificazione, area di pertinenza. Foto dell’autore

Miglioramento della fruibilità degli edifici e della classe energetica da F ad A

zati al retrofit energetico, oltre a garantire gli standard imposti dalle attuali normative di riferimento, dovrebbero prendere in considerazione gli aspetti relativi alla qualità dell’aria negli ambienti interni, attraverso l’eliminazione dei fattori di degrado (legati, ad esempio, alla formazione di condensa e di muffa) e l’utilizzo di materiali e soluzioni tecniche e impiantistiche in grado di garantire la salubrità degli ambienti.

Il quartiere sociale “Princess Beatrixlaan” a Voorburg, in Olanda, dopo l’intervento di riqualificazione, dettaglio dell’ingresso. Foto dell’autore

Per approfondire Corte dei Conti, 2007, Indagine comparativa sulla gestione dell’edilizia residenziale pubblica, Sezione delle Autonomie Deliberazione n. 9/2007. Corte dei conti, 2011, Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica e Piano nazionale di edilizia abitativa, Deliberazione n. 20/2011/G, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato I e II Collegio nell’adunanza e Camera di consiglio del 20 dicembre 2011 ELSINGA M., WASSENBERG F., 2007, Social Housing in the Netherlands, in Whitehead C. and Scanlon K., (Edited by), Social Housing in Europe LSE London, London School of Economics and Political Science POZZO A.M., 2010, Un piano per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, Intervento al Seminario: Favorire il recepimento in Italia della nuova EPBD: Priorità alla proprietà pubblica POZZO A.M., Torino F., 2011, Federcasa- BForms-ISTA un accordo per il risparmio energetico nell’edilizia residenziale pubblica, Contributo al convegno, Roma, 25 gennaio 2011 RAPF O. et al., 2011, Europe’s buildings under the microscope, BPIE, Buildings Performance Institute Europe, 2011 Vai all'indice


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Progettazione tecnologica funzionale ad HOUSING SOCIALE: UNO STRUMENTO PER RIQUALIFICARE E INNOVARE IL TERRITORIO Pietro Mencagli*

SOCIAL HOUSING: A TOOL FOR THE REDEVELOPMENT OF URBAN SPACES

L’housing sociale può diventare un valido strumento di gestione e riqualificazione per le periferie italiane. Queste aree, in particolare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica, a causa dell’assenza di un’adeguata e programmata progettazione manutentiva, necessitano oggi di un’intensa attività di recupero edilizio: hanno ampiamente esaurito il loro ciclo economico e architettonico, sono caratterizzate da scadente qualità urbana e costruttiva, e vertono in condizioni di forte degrado. Portare a termine un piano di riqualificazione improntato sul social housing per il recupero delle aree periferiche non vuol dire operare in modo puntuale sulle mancanze urbane o edilizie. Consiste, invece, nel realizzare un progetto articolato in numerose fasi integrate fra loro, con diverse strategie e tecniche applicabili che intervengono dalla scala urbana a quella edilizia, e nel quale il progettista da tecnico si trasforma in responsabile della gestione del processo di riqualificazione.

Social housing can become an effective tool for land redeveloping and management in Italian suburbs. In these areas, in particular the settlements of council housing, lack of planned preventive maintenance has made building restoration and redevelopment strongly needed on the entire residential sector. Infact they have largely exhausted their economic and architectural cycle, in particular the council housing are characterized by poor quality of urban space and poor quality building technology, and cover in strong urban blight. Making a urban renewal plan for the suburb areas doesn’t mean to solely intervene on the urban or building shortcomings. It’s rather more of a project divided into several stages integrated with each other. A process that needs different strategies and techniques adoptable for the redevelopment of urban space and the refurbishment of buildings and in which the designer from technical manager becomes responsible for managing the redevelopment process.

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Italia, Palermo, quartiere Zen, 1969. Il quartiere IACP progettato dall’architetto V. Gregotti sorge oltre la cerchia della periferia urbana tutt’oggi in piena espansione. L’insediamento risulta un’entità separata rispetto alle aree circostanti e verte in forte degrado edilizio e sociale Fonte: http://www.avoe.org - http://parliamodicitta.blogspot.com - www.freedomlibertadiparola.blogspot.com

implementare le prestazioni degli edifici “Sono sempre stato profondamente convinto dell’esistenza di una ineludibile relazione tra la manutenzione e le altre azioni – recupero, riqualificazione, riuso – che in genere vengono esercitate sui manufatti edilizi esistenti”1. La mancanza di un’adeguata e programmata progettazione manutentiva è uno dei fattori che rendono necessaria l’attività di riqualificazione e recupero edilizio, da esercitarsi spesso sull’intero comparto residenziale. Questo risulta vero soprattutto nelle periferie sociali, quelle aree verso le quali si sta spingendo la città e che * Pietro Mencagli, Architetto, Dottore di ricerca in “Riqualificazione e Recupero Insediativo”, svolge attività di tutorato e collaborazione didattica per le discipline della Tecnologia dell’Architettura presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. È autore di diversi articoli scientifici sulla tecnologia dell’architettura e sui materiali costruttivi. 1 Molinari, C. 1981. Il mantenimento della qualità del prodotto edilizio, in AA.VV. Riuso e riqualificazione edilizia negli anni ’80, a cura di Di Biase, C., Donati, L., Fontana C., Paolillo P.L., FrancoAngeli, Milano.

necessitano quindi di intense attività di codificazione e gestione evoluta del territorio, da compiersi attraverso interventi di riqualificazione che possano produrre le “regole e le tipologie” urbanistiche per la futura espansione2. Qui, tuttavia, il ripensamento delle strutture e funzionalità avviene più lentamente. A offrire soluzioni per attivare in queste realtà urbane processi di riqualificazione e rigenerazione in grado di consentire un rinnovamento del territorio è l’housing sociale. Oggi la città si presenta in maniera completamente differente rispetto al passato. Non solo, infatti, sono mutate le condizioni strutturali ed economiche, ma soprattutto è cambiata la struttura spaziale e urbana di riferimento. La città contemporanea è riconosciuta e descritta come 2 Minetto, A. Biasi, D. 2008. Edilizia sociale in Europa - Factors of change and the dynamic nature of social housing, Firenze, Alinea Editrice.

complessa, in costante movimento, spesso non supportata da adeguate infrastrutture di collegamento metropolitano tra il centro, il polo industriale e gli “insediamenti” satelliti, e carente, nelle sue arterie più periferiche, di servizi adeguati alle dimensioni e alle qualità delle tipologie e degli stili di vita contemporanei. La periferie delle grandi città italiane sono nate in fretta e spesso male, caratterizzate dalla scadente qualità costruttiva e dall’assenza di servizi dedicati e in generale di scarsa qualità urbana; sono identificate come modelli residenziali statici e vissuti come privi di potenzialità di trasformazione. I grandi interventi di edilizia residenziale pubblica e un’impetuosa attività edilizia abusiva hanno prodotto molte abitazioni, ma non quartieri in grado di integrarsi e relazionarsi con le città. Sono concentrazioni di abitazioni dove l’assenza di altre funzioni, la carenza di servizi sociali e il Vai all'indice


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Italia, Roma, quartiere Laurentino 38, 1972. Il progetto di edilizia residenziale pubblica (ATER), realizzato dagli architetti P. Barucci, A. De Rossi, L. Giovannini, C. Nucci, A. Sostegni, verte oggi in stato di forte degrado. Fonte: http://euroconcorsi.comprojects/201729-LAURENTINO-38 - http://arch-pubs.usc.edu

Un processo di riqualificazione è un progetto

degrado degli spazi pubblici hanno prodotto esclusione sociale, e forte degrado urbano ed edilizio. Sono quartieri che hanno ampliamente esaurito il proprio ciclo economico e architettonico e sui quali è comunque indispensabile intervenire in modo radicale, attraverso interventi di riqualificazione non solo formali e tecnologici, ma anche attraverso operazioni di efficientamento energetico. In questi anni inoltre, si è assistito a una costante e generale riconfigurazione delle politiche abitative, e dell’edilizia residenziale pubblica in particolare, caratterizzata principalmente da una riduzione dell’intervento sovvenzionato. Decentramento delle politiche abitative, riduzione del finanziamento sovvenzionato, privatizzazione dello stock abitativo pubblico, implementazione di politiche a sostegno della proprietà, carente attività di sperimentazione edilizia residenziale, unite alla mancanza di

manutenzione e recupero, sono stati i principali fattori di degrado delle aree urbane ed extra-urbane. Il panorama sul quale ci si affaccia oggi è dunque caratterizzato da una grande maggioranza di quantità edilizia senza identità proprio a causa delle scarse attività di manutenzione e completamento, e richiede un articolato programma di intervento – inteso come recupero, trasformazione, e innovazione tecnologica – al fine riconfigurare il paesaggio urbano contemporaneo. Realizzare un piano di riqualificazione delle aree periferiche oggi, non vuol dire operare in modo puntuale sulle mancanze urbane o sulle carenze edilizie. Negli interventi di riqualificazione di housing sociale il progetto non è riducibile a una lista di interventi fisici legati all’edificio, ma diventa estremamente complesso (e il progettista da tecnico diventa responsabile della

gestione del processo di riqualificazione) e articolato in numerose fasi integrate fra loro. La pianificazione economico-finanziaria: in questa fase sono analizzati gli aspetti economici dell’intervento, quelli sociali, ambientali e gestionali, lo sviluppo immobiliare, il reperimento delle risorse economiche per attivare il processo di riqualificazione urbana ed edilizia. È dove si valuta la sostenibilità e l’autonomia finanziaria dell’intervento. La definizione di un profilo di riferimento dell’utenza residente: è necessaria per assicurare l’integrazione delle diverse categorie sociali equilibrate e coordinate con le politiche abitative Comunali e Regionali. È importante sottolineare come vada affrontata un’analisi sia sulla comunità esistente sulla quale si interverrà, sia su una possibile nuova comunità insediatrice, per garantire l’integrazione sociale. Vai all'indice


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Paesi Bassi, Amsterdam, quartiere indische, 2005. Intervento di riqualificazione realizzato dallo studio DOK Architecten. Sono stati realizzati quattro edifici di completamento al lotto urbano nell’area est del centro di Amsterdam Fonte: ANCE, Industria delle Costruzioni, 2008. AA.VV. “Social housing in Olanda” Roma

articolato in numerose fasi integrate fra loro

Progettazione urbanistica, architettonica e tecnologica: è dove il lavoro del progettista si concentra sulla definizione di riqualificazione degli spazi di relazione, interni ed esterni, dalla grande scala urbana a quella dell’edificio. In questa fase si formalizza l’idea dell’intervento sull’area urbana e sul manufatto, tale che ne valorizzi le relazioni con il contesto e con la dimensione sociale dell’abitare. Si struttura una progettazione tecnologica capace di trasformare ed implementare le prestazioni dell’edificio. L’attenzione per l’ambiente: l’elaborazione più ampia del concetto di sostenibilità quale componente rilevante per conseguire i risultati più elevati del progetto, a partire dall’efficienza energetica come base della riqualificazione e della progettazione edilizia fino all’incentivazione di stili di vita più sostenibili. La progettazione dei servizi: av-

viene attraverso l’inserimento, all’interno del piano di riqualificazione, di servizi locali e urbani che rafforzino le relazioni con il quartiere e, di particolare importanza per l’housing sociale, di servizi residenziali collaborativi che favoriscano la formazione del senso di comunità e di appartenenza. La progettazione della manutenzione: molto spesso dimenticata, consente però il continuo mantenimento delle prestazioni tecniche dell’edificio e della qualità del vivere. La progettazione della gestione: permette l’accurata “gestione” dell’insediamento in tutte le sue parti, dalla politica delle locazioni-vendite, al controllo della produzione di energia. In questo articolato processo progettuale le tematiche architettoniche possono essere rintracciati tre ambiti di intervento, chiaramente integrati tra loro. L’adeguamento del sistema

spaziale: un’operazione che si applica alle diverse scale progettuali, da quella urbanistica – e quindi alla ridefinizione degli spazi esterni e volumetrici – a quella dell’edificio, mediante riorganizzazione distributiva secondo i moderni standard ambientali, tecnologici ed igienici. In tal senso la capacità di individuare una nuova configurazione delle esigenze abitative contemporanee, rappresenta uno degli aspetti essenziali del progetto di riqualificazione dell’edilizia residenziale sociale. L’adeguamento del sistema figurativo: un’azione legata alle trasformazioni sull’organismo edilizio che sono connesse alla volontà del progettista di modificarne la percezione. L’alterazione del sistema figurativo originario risulta spesso legata all’esigenza di rendere manifesta la trasformazione indotta dal processo di recupero, per evidenziare i cambiamenti apportati al sistema edificio. Vai all'indice


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Sviluppare housing sociale significa svilup

L’adeguamento del sistema tecnologico: una pratica mediante la quale si agisce sul ripristino o sul miglioramento dei livelli prestazionali degli elementi tecnici preesistenti. L’aggiornamento delle prestazioni relative all’isolamento termo-acustico, la riduzione di dispersioni termiche, la produzione energetica, le dotazioni di reti conformi agli attuali standard funzionali. Questa tematica investe anche le problematiche riguardanti la riconfigurazione delle reti impiantistiche esistenti. L’ottimizzazione tecnologica e impiantistica rappresenta un obiettivo del progetto di riqualificazione che presenta non pochi vincoli3. Le strategie e le tecniche per realizzare una riqualificazione “fisica” dell’edilizia sociale sono diverse e 3 Grecchi, M. Turchini, G. 2006. Nuovi modelli per l’abitare. L’evoluzione dell’edilizia residenziale di fronte alle nuove esigenze, Milano: il Sole 24 ore.

distinte tra interventi a scala urbana ed a scala edilizia. La frammentazione: prevede la nuova riconfigurazione da macro struttura a edilizia puntuale, fornendo una nuova permeabilità del territorio e in particolare del lotto urbano. Questa metodologia consente di strutturare diverse spazialità, dal concetto di spazio pubblico, a quello semi-pubblico o semi privato, allo spazio privato. La frammentazione di un corpo edilizio che funziona a barriera per il paesaggio e per il territorio riporta il progettista alla scala urbana del lotto di quartiere. È una pratica diffusa in molti dei paesi europei in particolare in Francia e nei Paesi Bassi dove le grandi costruzioni di edilizia residenziale sociale, attraverso opere di demolizione parziale, hanno restituito una nuova configurazione agli spazi urbani. Completamento del lotto: consente l’ampliamento del tessuto edi-

lizio, adeguatamente strutturato, al fine di incrementare l’offerta abitativa non solo nelle aree periferiche della città, ma anche negli anelli più centrali. L’opportunità del completamento del lotto urbano permette anche la riqualificazione degli spazi adiacenti all’esistente, spesso in stato di abbandono e degradati, fornendo anche servizi speciali dedicati alle residenze sociali ed al quartiere in generale. Demolizione/Ricostruzione: un’operazione diffusa in molti dei paesi Europei, che consiste nella totale demolizione e ricostruzione secondo nuovi requisiti urbanistici, formali e tecnologici. È una tecnica spesso utilizzata per gli insediamenti di edilizia residenziale particolarmente degradati. Consente la realizzazione di una nuova edilizia residenziale sostenibile e rigenerata secondo i requisiti di qualità rinnovata, che consente di riprogettare non solo gli edifici, ma anche gli spazi esterni all’insediamento. Vai all'indice


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Francia, Lorient, quartiere Quai de Rohan, 1996. Intervento di riqualificazione realizzato dall’atelier Castro & Denissof. Attraverso demolizioni puntuali e addizioni di nuovi volumi è riconfigurato il lotto urbano restituendo nuova permeabilità all’intero quartiere sociale Fonte:www.castro-denissof.com - www.pss-archi.eu - http://fotki. yandex.ru

pare, riqualificare ed innovare il territorio

La demolizione e la successiva nuova edificazione permettono di ideare ex novo l’insediamento, sia dal punto di vista urbano/tipologico, sia dimensionale in riferimento agli alloggi, sia dell’involucro esterno sfruttando le nuove tecnologie. Inserimento: la caratteristica peculiare di tale strategia risiede nel limitare il più possibile la modificazione dell’immagine e della configurazione originaria. La preesistenza viene concepita come elemento “contenitore” che offre la possibilità di operare nel suo spazio interno con nuovi elementi. Questo permette di riqualificare non solo gli elementi tecnologici ma anche gli standard dimensionali degli alloggi e degli spazi sociali. L’addizione: si aggiungono al manufatto oggetto dell’intervento uno o più elementi interamente compiuti, definiti e distinguibili dalla preesistenza. Le addizioni, sia isolate che integrate, possono declinarsi in sopra-

elevazioni, corpi a sbalzo, box, torri, ballatoi, volumi di collegamento che al di là del particolare sistema costruttivo impiegato, dell’estensione dimensionale e degli esiti compositivi, si presentano dal punto di vista tecnologico con soluzioni finalizzate alla massima riconoscibilità delle parti. Questo si trasforma nella ridefinizione delle volumetrie dell’edificio, che si amplia a seconda delle necessità della domanda abitativa e dell’utenza residente. Progettate adeguatamente, secondo alti livelli tecnologici, le parti aggiunte diventano il fulcro dell’operazione di recupero anche sotto il profilo energetico. L’integrazione: caratterizzata dalla fusione di nuovi elementi costruttivofunzionali con quelli del manufatto esistente, tale soluzione, finalizzata tanto all’incremento di prestazioni quanto alla risoluzione di problematiche di natura distributivo-funzionale, ha come peculiarità la forte integrazione

tra gli elementi della preesistenza e quelli nuovi4. La sovrapposizione: struttura l’intervento in una sorta di involucro, inglobando totalmente o parzialmente l’edificio esistente mantenendone però inalterata la struttura originaria. L’involucro storico può trasformarsi nel risultato di una composizione stratigrafica, la cui variabile di complessità aumenta in funzione delle caratteristiche prestazionali richieste. La metodica risulta particolarmente efficace nei casi di deficit prestazionali delle chiusure esistenti e nei casi in cui ci siano profonde carenze nella qualità architettonica del manufatto. È un’operazione che permette una rapida esecuzione ed in particolar modo può essere realizzata con lavorazioni esterne, evitando lo spostamento di un grande vincolo quale l’utenza residente. 4 Turchini, G. 2007. L’arte del recupero edilizio, Milano, Clup Editore. Vai all'indice


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L’interposizione: prevede l’inserimento in aderenza alle chiusure preesistenti di un nuovo involucro che, interponendosi totalmente o parzialmente a quello esistente, non influisce sulla strutture originali e sul paramento esterno, consentendo sostanziali miglioramenti dei livelli prestazionali. Al pari della sovrapposizione, questa strategia è 42 impiegata nei casi in cui vengono riscontrati profondi deficit prestazionali degli elementi di chiusura o in altri termini dell’intero involucro. La sostituzione: di tipo parziale, è applicata ed interventi che riguardano i singoli elementi costruttivi; di tipo diffusa, può essere estesa anche all’intero organismo edilizio. Si tratta di una pratica che trova riscontro soprattutto in casi di avanzato degrado delle parti costitutive e di ripristino o miglioramento prestazionale degli elementi oggetto dell’intervento. L’autonomia dei nuovi elementi rispetto a quelli preesistenti risulta funzione del rapporto tra tecnologia utilizzata e sistema costruttivo originario, mentre la complessità degli interventi dal tipo di deficit riscontrato5. Queste strategie di intervento rappresentano, oltre che la manifestazione di un approccio alla trasformazione derivante da precise scelte tecnologiche, l’espressione di una forma di valutazione del manufatto edilizio e dell’immediato contesto sul quale ci si trova ad operare. La possibilità di indirizzare l’intervento attraverso strategie congruenti, che nascono da valutazioni preliminari e capaci di relazionarsi con il contesto costruttivo di riferimento e con gli obiettivi prefissati, si lega all’idea di individuare e definire quelle risposte che offrono l’opportunità di elevare la qualità media degli interventi senza privare il progetto della propria originalità. Le scelte costruttive e tecnologiche per la riqualificazione accompagna5 Greco, A., Quagliarini, E. 2007. L’involucro edilizio. Una progettazione complessa, Firenze, Alinea editrice.

no l’involucro e l’edilizia residenziale sociale verso una progettazione tecnologica flessibile, trasformabile nel tempo, che possa ingrandirsi e ridursi a seconda delle necessità future, affidandosi a metodologie di realizzazione a secco, smontabili e rimontabili, addirittura riciclabili. L’involucro permette di definire un rinnovato confort interno all’edificio e una trasformabilità urbana dell’edificio sul territorio. Gli interventi di riqualificazione prevedono strategie di ridefinizione volumetrica, di addizioni di nuova concezione accompagnate da puntuali demolizioni strategiche, di modifica degli standard di-

mensionali e qualitativi degli alloggi, di recupero dell’involucro esterno e dall’introduzione di elementi capaci di produrre energia. Riqualificazione deve voler dire progresso. Il progresso è rappresentato da una crescente richiesta (e conseguente offerta) di qualità tecnica e tecnologica, che deve essere studiata in stretto rapporto alle “carenze” tecnologiche e prestazionali individuate nello specifico caso. Le strategie offerte dall’housing sociale permettono questo tipo di riqualificazione e innovazione del territorio. Permettono, quindi, il progresso.

Per approfondire MATTOGNO C. 1992. L’evoluzione della periferia in alcune grandi città europee, Roma: Esagrafica Editore. GRECCHI, M. 2008. Il recupero delle periferie urbane. Da emergenza a risorsa strategica per la rivitalizzazione delle metropoli, Rimini: Maggioli Editore. DI BIAGI P. 2006. La periferia pubblica: da problema a risorsa per la città contemporanea, Napoli: Cronopio Editore. FARINA M. 2005. Studi sulla casa Urbana. Sperimentazioni e temi di progetto, Roma: Gangemi Editore. SAIE, PETRACCA M., BRAMBILL, L. 2008. Low-cost, Low-energy, Quality architecture - Una nuova stagione per l’housing sociale, Bologna: Be-Ma Editrice. LONGA E., BRUSITA R, TAMBURINI G. 2009. Il Socia Hosting. Analisi e prospettive, Milano: il Sole 24 Ore. BIGOTTI E. 2009. Il servizio abitativo sociale. Nuovi sistemi per valorizzare l’edilizia residenziale pubblica e promuovere le politiche dell’housing sociale, Milano: il Sole 24 Ore. MINETTO A. BIASI D. 2008. Edilizia sociale in Europa - Factors of change and the dynamic nature of social housign, Firenze: Alinea Editrice. Rovers, R. 2008. Sustainable Housing Projects. Implementing a Conceptual Approach, Amsterdam: Techne Press. ALBERTI F. 2006. Processi di riqualificazione urbana. Metodologie operative per il recupero dei tessuti urbani esistenti, Firenze: Alinea Editrice.

MASERA G. 2004. Residenze e risparmio energetico: tecnologie applicative e linee guida progettuali per la costruzione di abitazioni sostenibili, Milano: il Sole 24 Ore. DELERA A., RONDA E. 2005. Quartieri Popolari e città Sostenibili, gli abitanti al centro di strumenti ed esperienze di riqualificazione urbana, Roma: Edizioni Lavoro. LANZARONE F., GARGAGLIANO L., CUFFARO M. 2010. Progettare il recupero edilizio. Le patologie e gli interventi più frequenti nella manutenzione straordinaria degli edifici, Palermo: Dario Flaccorio Editore. FERNANDEZ J., MOZAS J. 2009. HoCo Density Housing Co- struction & Cost, Vittoria: a+t ediciones. MALIGHETTI E. 2011. Recupero edilizio. Strategie per il riuso e tecnologie costruttive, Milano: il Sole 24 Ore. SCHITTICH C. 2007. Cost-Effective Building. Economic Concepts and Constructions, Berlino: Birkhauser Verlag AG. MALIGHETTI L. 2000. Progettare la flessibilità. Tipologie e tecnologie per la residenza, Milano: Clup Editore. SAIE, Petracca, M. 2005. + Qualità Energia. Per costruire sostenibile, Milano: Be-Ma Editrice. GASPAROLI P., TALAMO C. 2006. Manutenzione e recupero. Criteri, metodi e strategie per l’intervento sul costruito, Firenze: Alinea Editrice. DELERA A. 2009. Ri-Pensarre l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie verso l’housing sociale, Milano: Hoepli Vai all'indice


Gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti fissati dalle nuove direttive europee comportano la necessità di ricorrere a soluzioni tecniche e tecnologiche che siano in grado di conciliare le caratteristiche estetiche e funzionali dell’opera edilizia con le esigenze di efficienza energetica e tutela dell’ambiente. L’articolo offre un’analisi dell’uso dei materiali isolanti nanotecnologici per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti illustrandone le possibilità di integrazione nell’involucro e i vantaggi in termini di qualità architettonica, di benessere e di risparmio energetico con particolare riferimento agli edifici storici sottoposti a vincoli architettonici. As energy-efficiency standards for buildings become increasingly stringent, using a traditional insulation material often means having to accept increasingly thick layers of insulation in walls, floors, and roofs. In renovation projects, if it is even possible to increase insulation thickness at all, significant aesthetic and functional compromises are often required to retrofit more insulation on the inside or outside of the building envelope. The article offers an analysis of the use of Aerogel nanotechnological insulation materials in renovation of buildings illustrating the possibility of integration into the envelope and the benefits achievable in terms of architectural quality, comfort and energy saving.

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Procedure Progetti Processi Prodotti

ISOLANTI NANOTECNOLOGICI PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI NANOTECHNOLOGICAL INSULATION MATERIALS FOR ENERGY RETROFIT OF BUILDINGS Marco Casini Ingegnere, Ricercatore in Tecnologia dell’Architettura, Docente di Tecnologie per la progettazione ambientale e di Certificazione ambientale, Facoltà di Architettura - Sapienza Università di Roma La Redazione di PONTE sta raccogliendo proposte di progetti di nuove realizzazioni o di riqualificazione e recupero, da pubblicare nella sezione FARE TECNOLOGIA. Compilare il form su www.build.it o contattare la Redazione al n.+39 06 44163764 oppure inviare una mail a: esther.delgado@build.it. Vai all'indice


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Gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti fissati dalle ultime direttive 2010/31/UE e 2012/27/UE comportano la necessità di ricorrere a soluzioni tecniche e tecnologiche che siano in grado di conciliare le caratteristiche architettoniche dell’opera edilizia con le esigenze di risparmio energetico. In alternativa agli isolanti termici tradizionali, i cui spessori possono risultare spesso incompatibili con le caratteristiche estetiche e funzionali degli edifici esistenti, sono oggi disponibili sul mercato prodotti sotto forma di intonaci, vernici, pannelli o rotoli che, sfruttando i progressi delle nanotecnologie nel

campo della scienza dei materiali, sono in grado di fornire elevati valori di protezione termica con spessori ridottissimi, consentendo di conciliare qualità architettonica ed efficienza energetica. I prodotti isolanti nanotecnologici in aerogel sono idonei per qualunque tipo di edificio, nuovo o da ristrutturare, ma risultano ideali per interventi esterni e/o interni di ristrutturazione, o recupero edilizio, specialmente di edifici storici sottoposti a vincoli architettonici, e in tutti i casi in cui sia necessario incrementare l’efficienza energetica ed il comfort abitativo con il minimo ingombro possibile.

Soluzioni tecnologiche per conciliare qualità

LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Ai sensi della Direttiva 2010/31/UE, recentemente recepita nel nostro Paese con DL 63/2013, gli Stati membri debbono adottare le misure necessarie per garantire che la prestazione energetica degli edifici, o di loro parti, destinati a subire ristrutturazioni importanti, sia migliorata al fine di soddisfare i requisiti minimi di prestazione energetica fissati per quanto tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile. Ciò comporta che, senza alcun vincolo circa la metratura minima dell’immobile (prima fissata in 1000 m2), tutti gli edifici, unità immobiliari ed elementi edilizi sottoposti a lavori di ristrutturazione in qualunque modo denominati (manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione o risanamento conservativo) ed insistenti su oltre il 25% della

superficie dell’involucro dell’intero edificio, comprensivo di tutte le unità immobiliari che lo costituiscono (rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o dell’impermeabilizzazione delle coperture) dovranno rispettare i requisiti minimi di prestazione energetica fissati dalla normativa vigente nei singoli Stati membri. Al fine di promuovere la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e favorire il passaggio ad edifici ad energia quasi zero (EEQZ), la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica richiede che entro il 30 aprile 2014 gli Stati membri stabiliscono una strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati. Tale strategia, che dovrà essere aggiornata ogni 3 anni e trasmessa alla Commissione nel quadro dei piani

d’azione nazionali per l’efficienza energetica, deve comprendere: s UNA RASSEGNA DEL PARCO IMMOBILIARE nazionale fondata, se del caso, su campionamenti statistici; s L INDIVIDUAZIONE DI APPROCCI ALLE RIstrutturazioni efficaci in termini di costi, pertinenti al tipo di edificio e alla zona climatica; s POLITICHE E MISURE VOLTE A STIMOLARE ristrutturazioni degli edifici profonde ed efficaci in termini di costi, comprese profonde ristrutturazioni per fasi; s UNA PROSPETTIVA RIVOLTA AL FUTURO per guidare le decisioni di investimento dei singoli individui, del settore dell’edilizia e delle istituzioni finanziarie; s UNA STIMA FONDATA SU PROVE DEL RIsparmio energetico atteso, nonché dei benefici in senso lato. Poiché, inoltre, gli edifici di proprietà pubblica o occupati da servizi Vai all'indice


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45 Cappotto isolante tradizionale in EPS

Cappotto isolante innovativo in aerogel

Immagine termografica agli infrarossi

architettonica ed efficienza energetica

pubblici rappresentano circa il 12% per superficie del patrimonio edilizio dell’UE, in virtù anche del ruolo esemplare che spetta alle pubbliche Amministrazioni, la direttiva prevede che gli Stati membri dovranno garantire che, dal 1° gennaio 2014, il 3% della superficie totale degli immobili riscaldati e/o raffreddati di proprietà delle Amministrazioni centrali, e da esse occupati, sia ristrutturata ogni anno per rispettare almeno i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti dallo Stato membro interessato, in applicazione dell’art. 4 della direttiva 2010/31/UE. La quota del 3% deve essere calcolata sulla superficie totale degli immobili con una superficie calpestabile totale superiore a 500 m2 (ovvero superiore a 250 m2 a partire dal 9 luglio 2015) che, al 1° gennaio di ogni anno, non soddisfano i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti ai sensi dell’art. 4 della direttiva.

Efficienza energetica e qualità architettonica Gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti imposti dalla normativa europea, e indispensabili per conseguire l’obiettivo dell’Unione di ridurre dell’80-95% le emissioni di gas serra entro il 2050 rispetto al 1990, comportano la necessità di individuare soluzioni tecniche e tecnologiche che siano in grado di conciliare le caratteristiche architettoniche dell’opera edilizia (la qualità formale spaziale) con le nuove esigenze di risparmio energetico. Non a caso la Direttiva 2010/31/UE prevede espressamente che gli Stati membri possano decidere di non fissare, o di non applicare, i requisiti minimi di prestazione energetica per gli “edifici ufficialmente protetti in virtù dell’appartenenza a determinate aree, ovvero del loro particolare valore architettonico o storico, nella misura in cui il

rispetto di determinati requisiti minimi di prestazione energetica modificherebbe in maniera inaccettabile il loro carattere o aspetto”. Tale esigenza risulta ancora più sentita in un paese come l’Italia ricco di edifici storici, molti dei quali soggetti alla disciplina del Codice dei beni Culturali e del paesaggio di cui al DLgs 42/2004. Così il DL 63/2013 di recepimento della direttiva 2010/31/UE prevede che siano esclusi dall’applicazione del DLgs 192/2005, tra gli altri, “gli edifici ricadenti nell’ambito della disciplina della Parte Seconda e dell’art. 136, comma 1, lettere b) e c), del DLgs 42/2004” se non per gli obblighi inerenti “l’attestazione della prestazione energetica degli edifici e l’esercizio, la manutenzione e le ispezioni degli impianti termici”. Per i suddetti edifici, inoltre, ai sensi del DLgs 28/2011, art. 11, comma 2, non si applicano i previsti obblighi di introduzione di fonti energetiche Vai all'indice


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TABella 1 – Trasmittanza termica U (W/m2K) di alcune tipologie di chiusure verticali opache in edifici esistenti (UNI TS 11300-1)

Spessore [m]

Muratura di pietrame intonacata

Muratura di mattoni pieni intonacati sulle due facce

Muratura di mattoni semipieni o tufo

Pannello prefabbricato in calcestruzzo non isolato

Parete a cassa vuota con mattoni forati

0,15

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2,59

2,19

3,59

-

0,20

-

2,28

1,96

3,28

-

0,25

-

2,01

1,76

3,02

1,20

0,30

2,99

1,77

1,57

2,80

1,15

0,35

2,76

1,56

1,41

2,61

1,10

0,40

2,57

1,39

1,26

2,44

1,10

0,45

2,40

1,25

1,14

-

1,10

0,50

2,25

1,14

1,04

-

1,10

0,55

2,11

1,07

0,96

-

-

0,60

2,00

1,04

0,90

-

-

U = 1,10 W/m2K

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U = 0,36 W/m2K

Per gli edifici esistenti la riqualificazione energetica può

rinnovabili “qualora il progettista evidenzi che il rispetto delle prescrizioni implica un’alterazione incompatibile con il loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai caratteri storici e artistici”.

Soluzioni tecnologiche per la riqualificazione energetica dell’involucro Se per le nuove costruzioni l’efficienza energetica parte da una progettazione attenta al contesto ambientale e rivolta a soluzioni tecnologiche in cui forma e orientamento dell’edificio, distribuzione degli ambienti e posizionamento delle aperture e dei sistemi schermanti possano incidere profondamente sulle prestazioni energetiche dell’edificio stesso (favorendo ad esempio l’illuminazione e la ventilazione naturali, il soleggiamento invernale e lo sfruttamento delle energie rinnovabili), per gli edifici esistenti, ed in

particolare per quelli di particolare valore storico o artistico, la riqualificazione energetica, non potendo intervenire sugli altri fattori, può riguardare quasi esclusivamente le caratteristiche termoigrometriche dell’involucro, l’efficienza degli impianti e, laddove possibile, l’utilizzo di fonti rinnovabili. Per quanto riguarda l’involucro, gli interventi di riqualificazione energetica dell’edificio finalizzati a ridurne i fabbisogni energetici in inverno ed in estate possono riguardare: s IL MIGLIORAMENTO DELL ISOLAMENTO termico delle componenti opache (pareti perimetrali verticali, solai a terra o su spazi aperti e coperture) o delle componenti trasparenti (infissi esterni verticali o orizzontali) al fine di ridurre le dispersioni termiche invernali; s IL MIGLIORAMENTO DELL INERZIA TERmica delle componenti opache e dell’efficacia dei sistemi schermanti

esterni al fine di ridurre gli effetti del surriscaldamento estivo. Per quanto riguarda l’incremento dell’inerzia termica dell’involucro, il problema può essere oggi affrontato efficacemente tramite l’applicazione di pannelli contenenti al loro interno materiali a cambiamento di fase – PCM (si veda Ponte n. 2/2013). Per quanto concerne, invece, l’isolamento termico delle pareti perimetrali verticali, le possibilità di intervento riguardano l’applicazione di un cappotto esterno, di un cappotto interno o, ove possibile, il riempimento dell’intercapedine con materiale isolante. A parità di materiale isolante e di spessore, la resistenza termica della parete è ovviamente la stessa nei tre casi ma la posizione dell’isolante ha una forte influenza sul comportamento dinamico della parete perché determina fisicamente una separazione della massa termica Vai all'indice


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Isolamento interno

Isolamento intercapedine

Isolamento esterno

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Parete ventilata

TABELLA 2 – Valori limite di trasmittanza termica degli elementi costituenti l’involucro edilizio Pareti perimetrali verticali Zona Climatica

A B C D E F

Edifici pubblici

0,62 0,48 0,40 0,36 0,34 0,33

0,56 0,43 0,36 0,32 0,31 0,30

Pavimenti DLgs 192/2005

DLgs 192/2005

DLgs 192/2005 Edifici privati

Coperture

DM 11.03.2008 0,54 0,41 0.34 0,29 0,27 0,26

Edifici privati

Edifici pubblici

0,38 0,38 0,38 0,32 0,30 0,29

0,34 0,34 0,34 0,29 0,27 0,26

DM 11.03.2008 0,32 0,32 0.32 0,26 0,24 0,23

Edifici privati

Edifici pubblici

0,65 0,49 0,42 0,36 0,33 0,32

0,59 0,44 0,38 0,32 0,30 0,29

DM 11.03.2008 0,60 0,46 0,40 0,34 0,30 0,28

riguardare involucro, impianti e fonti rinnovabili

degli strati più interni da quelli più esterni. L’isolamento posto sulla faccia esterna della parete, così detto “sistema a cappotto” (External Thermal Insulation Composite System) risulta particolarmente idoneo negli interventi di riqualificazione degli edifici esistenti. La sua applicazione, infatti, non richiede l’allontanamento degli utenti e può essere effettuata nel corso delle normali opere di manutenzione della facciata, minimizzando le spese della posa in opera. Essendo applicato dall’esterno, l’isolamento a cappotto consente di ridurre i ponti termici della struttura, non comporta il rischio di fenomeni di condensazione interstiziale del vapor d’acqua e garantisce una protezione delle pareti esterne dagli agenti atmosferici, nonché un minore sbalzo termico interno con notevole riduzione delle tensioni di origine termoplastica. Questa solu-

zione, inoltre, mantenendo inalterata la massa termica della parete a servizio degli ambienti, risulta particolarmente efficace nei casi di funzionamento continuo dell’impianto di climatizzazione, come nelle case di abitazione, consentendo di ridurre al minimo le fluttuazioni della temperatura dell’aria. Il posizionamento all’esterno dello strato isolante consente inoltre di proteggere in estate la parete dall’irraggiamento solare rallentando l’accumulo di calore all’interno della parete stessa. L’isolamento interno costituisce una soluzione valida principalmente nel caso di interventi di riqualificazione energetica su edifici esistenti per i quali non è possibile intervenire sull’involucro esterno. Rispetto alla soluzione a cappotto, la sua applicazione è più rapida, non richiede ponteggi esterni ed è più economica. Di contro, l’isolamento di edifici esistenti dall’interno non consente l’eli-

minazione dei ponti termici e può spesso comportare l’applicazione di una barriera al vapore per evitare fenomeni di condensa a ridosso dello strato isolante con conseguente riduzione della permeabilità complessiva della parete. L’isolamento dall’interno risulta inoltre più appropriato in ambienti con uso discontinuo, come ad esempio le case per vacanze o gli edifici destinati ad attività terziarie, in cui sono frequenti le accensioni e gli spegnimenti dell’impianto. Nel caso di edifici esistenti, in entrambe le modalità di isolamento, l’utilizzo di materiali isolanti tradizionali, in considerazione degli spessori minimi da dover applicare per conseguire i valori di trasmittanza termica richiesti dalla normativa (sono infatti necessari tra i 6 e i 10 cm di spessore), può spesso risultare incompatibile con le caratteristiche estetiche e architettoniche dell’edificio o, ladVai all'indice


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48 Capelli (10-4)

Globuli rossi (10-5)

Batteri (10-6)

Virus (10-7)

Filamento di DNA (10-8)

Struttura molecolare (10-9)

Per l’involucro: miglioramento dell’isolamento termico delle compo

dove posti all’interno, causare una eccessiva riduzione degli spazi o risultare incompatibile con le finiture (mostre, stipiti, imbotti, soglie ecc.). Per quanto riguarda, ad esempio, le chiusure verticali opache degli edifici esistenti italiani realizzati prima dell’entrata in vigore del DLgs 192/2005, in relazione allo spessore e alla tipologia, la loro trasmittanza termica è compresa tra 0,90 e 3,59 W/m2K (si veda Tabella 1) contro un valore minimo di legge richiesto nel caso di interventi di ristrutturazione compreso tra 0,33 e 0,62 W/m2K in relazione alla zona climatica (si veda Tabella 2). Così, ad esempio, se si volesse ridurre la trasmittanza termica della parete di un edificio esistente pari a 1,10 W/m2K (parete a cassa vuota con mattoni forati), portandola ai valori previsti dal DLgs 192/2005 per la zona climatica D (0,36 W/m2K ), utilizzando un buon isolante termico tradizionale con conduttività termi-

ca Q pari a 0,035 W/mK, lo spessore minimo da applicare sarebbe di almeno 6,5 cm. È evidente quindi che gli spessori minimi richiesti possono risultare spesso incompatibili sia con le caratteristiche estetiche dell’edificio, sia con le esigenze abitative degli utenti (riduzione della superficie netta o delle altezze minime). In alternativa agli isolanti tradizionali, sono oggi disponibili sul mercato prodotti sotto forma di intonaci, vernici, pannelli o rotoli che, sfruttando i progressi delle nanotecnologie nel campo della scienza dei materiali sono in grado di fornire elevati valori di protezione termica con spessori ridottissimi consentendo di conciliare le esigenze di qualità architettonica con le nuove necessità di efficienza energetica. I prodotti isolanti nanotecnologici sono idonei per qualunque tipo di edificio, nuovo o da ristrutturare, ma

risultano ideali per interventi esterni e/o interni di ristrutturazione, o recupero edilizio, specialmente di edifici storici sottoposti a vincoli architettonici, e in tutti i casi in cui sia necessario incrementare l’efficienza energetica ed il comfort abitativo con il minimo ingombro possibile.

LE NANOTECNOLOGIE Le nanoscienze e le nanotecnologie costituiscono un nuovo approccio alle attività di ricerca e sviluppo, finalizzato a controllare la struttura e il comportamento fondamentale della materia a livello atomico e molecolare. In particolare, la nanotecnologia impiega metodi e tecniche per la manipolazione della materia su scala dimensionale inferiore al micrometro (µm), normalmente tra 1 e 100 nanometri (nm), con l’obiettivo di produrre materiali con nuove proprietà Vai all'indice


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49 Tuta spaziale isolata con Aerogel di silice

Nanorobot per interventi medici

Nanomateriali bioluminescenti

Batteria pieghevole agli ioni di nano-litio

Cella solare trasparente ai nanopolimeri

Nanosensore miniaturizzato

nenti opache o trasparenti ed efficacia dei sistemi schermanti

chimico-fisiche, utilizzabili sia a scala microscopica che macroscopica, o produrre dispositivi caratterizzati da nuove funzioni e prestazioni. Il termine nanotecnologia fu coniato da Kim Eric Drexler, che lo utilizzò nel 1986 nel suo libro Engines Creation: The Coming Era of Nanotechnology. Il prefisso “nano” indica 10-9, ossia un miliardesimo di unità (= 0,000000001). Un nanometro (nm) equivale, quindi, a un miliardesimo di metro, una dimensione decine di migliaia di volte inferiore allo spessore di un capello umano e corrispondente alla lunghezza di una piccola molecola. Alla scala nanometrica, le particelle acquisiscono nuove e sorprendenti proprietà le cui applicazioni possono riguardare pressoché ogni settore tecnologico. Per tali ragioni le nanoscienze sono spesso designate come scienze “orizzontali”, “essenziali” o “capacitanti” in quanto in grado di riavvicinare discipline scientifiche

diverse tra loro e beneficiare di approcci interdisciplinari e convergenti. Dalle applicazioni mediche alle tecnologie dell’informazione, dalla scienza dei materiali fino alla produzione e alla conservazione dell’energia, le nanotecnologie si stanno mostrando in grado di contribuire alla soluzione di numerosi problemi della società contemporanea, consentendo di realizzare prodotti e processi per usi più specifici e a minore impatto ambientale lungo il loro intero ciclo di vita. Il percorso metodologico ed operativo che porta alla realizzazione di materiali alla scala nanometrica si basa su due metodiche alternative. La prima, fondata essenzialmente su processi di assemblaggio, prevede la miniaturizzazione dei materiali o dispositivi, cosiddetto approccio topdown, e consiste nell’ottenere strutture di dimensioni nanometriche a partire dalla lavorazione di un solido

di dimensioni discrete. Il processo più comune è basato su tecniche di miniaturizzazione mediante litogragrafia a fasci di elettroni, ioni o raggi X, che tendono a ridurre progressivamente le dimensioni dei reticoli cristallini. Attualmente, tuttavia, i metodi di miniaturizzazione non sono in grado di produrre nanostrutture con una dimensione inferiore ai 100 nm per limitazioni legate principalmente alla capacità di focalizzazione dei fasci. La seconda metodica, fondata su processi di sintesi, è volta invece a creare nuove strutture partendo dal livello atomico e molecolare, cosiddetto approccio bottom-up o “tecnologia atomica”, rivoluzionando completamente gli attuali processi produttivi. Secondo tale approccio la nanostruttura è generata per addizioni successive di atomi, con una tecnica basata principalmente sull’attivazione di processi chimici (ad esempio Vai all'indice


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50 Vernice isolante con Hydra-NM-Oxyde

Coating oleorepellente

Coating idrorepellente per vetro e ceramica

Nano-polish anticorrosione

Coating antimacchia per tessuti

Vernice nanoceramica termoriflettente

Per l’involucro: isolamento termico delle pareti perimetrali (cappotto esterno

con tecniche sol-gel o di deposizione chimica da vapore). I metodi nanochimici consentono il controllo della dimensione delle strutture fin da un livello atomico o molecolare e appaiono oggi i più adeguati per la produzione di quantità elevate di materiali nanostrutturati, con possibilità di un trasferimento della produzione su ampia scala. Per quanto riguarda il settore edilizio, le applicazioni delle nanotecnologie riguardano i campi dei sistemi per la produzione e la conservazione dell’energia (nuove celle a combustibile, sistemi di immagazzinamento dell’idrogeno, vernici solari, celle termofotovoltaiche, LED ecc.), della protezione ambientale (nanomateriali per l’abbattimento degli inquinanti atmosferici e degli odori o per la depurazione delle acque), della sicurezza (sistemi di rilevazione selettiva di agenti chimici o batteriologici) e della scienza dei materiali.

Per quanto concerne la scienza dei materiali, grazie alle nanotecnologie è possibile oggi migliorare le prestazioni dei materiali esistenti, o sintetizzare nuove classi di materiali nanotecnologici con proprietà in precedenza non ipotizzabili. Grazie alle nanostrutture è possibile, infatti, trattare le superfici dei materiali per renderle, ad esempio, antiscivolo, resistenti ai graffi, resistenti alla corrosione, non bagnabili, autopulenti, repellenti agli olii, sterili, reattive, resistenti ai raggi UV, isolanti o riflettenti alla radiazione infrarossa. È possibile ottenere, inoltre: s MATERIALI CERAMICI DI MAGGIORE DUrezza e tenacità; s METALLI DI MAGGIORE DUREZZA CON elevato carico allo snervamento e particolari proprietà elettriche; s POLIMERI CON MAGGIORE RESISTENZA meccanica, resistenza al calore, agli

attacchi chimici, agli agenti atmosferici e all’invecchiamento, migliori proprietà di barriera allo scambio gassoso, migliore trasparenza e conduttività elettrica; s PITTURE E VERNICI ANTIMUFFA TERMOIsolanti (Q=0,017 W/mK) e riflettenti alla radiazione infrarossa termica (Nansulate, Nanoceramix). Tra le nuove classi di materiali nanotecnologici che è invece possibile sintetizzare, particolare interesse per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici rivestono gli aerogel, materiali isolanti trasparenti che combinano caratteristiche uniche di leggerezza, resistenza meccanica e isolamento termico.

L’AEROGEL L’aerogel è un materiale solido nanoporoso a bassissima densità ottenuto dalla disidratazione di un gel per sostituzione della componente Vai all'indice


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51 Trasparenza

Resistenza a compressione

Leggerezza

Isolamento termico

Proprietà Massa volumica (kg/m3) Superficie areica (m2/g) Indice di rifrazione a 632,8 nm Trasmissione luminosa a 632.8 nm Coefficiente di dilatazione termica a 20-80 °C (1/C) Conduttività termica a 25 °C (W/mK) Velocità del suono (m/s) Impedenza acustica (Kg/m2/s) Resistività elettrica (<cm) Costante dielettrica a 3-40 GHz

Aerogel di silice 5-200 500-800 1.002-1.046 90% 2x10-6

Vetro 2300 0,1 1.514-1.644 99% 10x106

0,016-0,03 70-1300 104 1x1018 1,008-2,27

1,2 5000-6000 107 1x1015 4,0-6,75

o cappotto interno) e riempimento delle intercapedini con materiale isolante

liquida con una componente gassosa. Soprannominato fumo ghiacciato, fumo solido o fumo blu per la sua trasparenza, l’aerogel si presenta come una schiuma solida che al tatto ricorda la gommapiuma. Composto per oltre il 99% di aria, l’aerogel è la sostanza solida oggi conosciuta avente il minor peso per unità di volume (il record attuale è detenuto dall’aerogel grafene creato da ricercatori della China’s Zhejiang University con un peso di soli 0,16 kg/m3). La sua elevatissima porosità e la ridottissima dimensione dei pori (diametro inferiore a 100 nm corrispondente a 1/10.000 di quello di un capello umano), gli conferiscono valori di conduttività termica straordinariamente bassi, fino a 0,004 W/mK, facendo dell’aerogel il migliore materiale per isolamento termico al mondo, in grado di operare in un range di tempe-

ratura compreso tra -200 e +650 °C (sono sufficienti 3 mm di aerogel per proteggere l’uomo da temperature di -50 °C). Nonostante sia estremamente friabile, la sua microstruttura dendritica, che sviluppa una superficie interna fino a 800 m2/g, conferisce all’aerogel una resistenza a compressione tale da essere in grado si sopportare un carico fino a 4000 volte superiore al suo peso (nell’immagine un mattone di 2,5 kg è sostenuto da un blocco di aerogel del peso di appena 2 g). L’aerogel può essere ottenuto a partire da gel costituiti da materiali di diversa natura quali silicio, alluminio, cromo, stagno o carbonio. Per migliorarne le proprietà fisiche e termiche possono essere aggiunte alla matrice fibre rinforzanti, o speciali additivi, ottenendo “aerogel compositi” destinati alle più svariate applicazioni. Utilizzato dapprima unicamente nei settori ad altissima tecnologia (ae-

rospaziale, chimico e farmaceutico) negli ultimi dieci anni l’aerogel ha trovato impiego dapprima nel settore sportivo e, più recentemente, in edilizia come isolante termico. Il più utilizzato è l’aerogel di silice (prodotto per la prima volta da Steven Kistler nel 1931 per disidratazione di un gel composto da silice colloidale in condizioni estreme di pressione e temperatura), disponibile sul mercato in forma granulare sciolta, o sotto forma di materassini, rotoli o pannelli fibrorinforzati (rigidi o semirigidi).

Le applicazioni in edilizia L’aerogel in forma granulare sciolta con trattamento idrofobico (Cabot P100-P400) può essere usato per l’insufflaggio di intercapedini o miscelato a cemento per la realizzazione di intonaci isolanti interni o esterni. Questi ultimi sono resi Vai all'indice


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52 Cristallo monolitico di Aerogel di silice

Cristalli sfusi di Aerogel di silice

Struttura microporosa Aerogel metallico

Convenzione libera in aria

Convenzione ostacolata in isolante a celle chiuse

Convenzione bloccata nei micropori dell’Aerogel

L’alternativa agli isolanti tradizionali sono i nuovi prodotti isolanti nanotecnologici (intonaci, vernici, pannelli o rotoli) disponibili anche come premiscelati dall’azienda svizzera Fixit che fornisce un intonaco a base di calce idraulica e cemento e aggregati in particelle di aerogel e minerali inerti (Fixit 222) con Q=0,028 W/mK e spessore di applicazione 30-150 mm. Sempre in forma granulare, l’aerogel viene utilizzato in virtù delle sue proprietà ottiche per la realizzazione di materiali isolanti trasparenti, Trasparent Insulating Materials (TIM), collocandolo nell’intercapedine (spessore 10-70 mm) tra due fogli di policarbonato (Lumira Aerogel), due lastre di vetro (Okagel) o all’interno di strutture di alluminio e fibra di vetro (Kalwall). Pur non consentendo di mantenere la visione attraverso, a causa della forma granulare, uno spessore di soli 16 mm è in grado di assicurare un coefficiente di trasmissione luminosa pari al 70% ed una trasmittanza termica U pari ad 1 W/m2K. Se combinati con elementi

contenenti fosforo i TIM in aerogel possono costituire anche una fonte luminosa senza l’impiego di energia elettrica. Sotto forma di rotoli o pannelli fibrorinforzati (Aeropan, Spaceloft), eventualmente preaccoppiati con lastre di sughero (Spacecork), gesso (Aerowall) o gesso fibra (Aerorock), l’aerogel può, infine, essere applicato internamente o esternamente, per l’isolamento di coperture, pareti e pavimenti o per la correzione di ponti termici.

PAVIMENTI Per l’isolamento dei pavimenti sono disponibili prodotti in rotoli costituiti da un materassino isolante in aerogel flessibile (gel di silice amorfo con fibre feltrate in PTE), resistente alla compressione, traspirante e idrofobico (Spaceloft®). Il prodotto può essere facilmente ta-

gliato per mezzo di utensili convenzionali quali forbici, forbici elettriche, lame o coltelli e può adattarsi a qualsiasi forma riducendo notevolmente i tempi di installazione. Grazie ad una bassissima conduttività termica consente di ottenere un elevato grado di isolamento con spessori ridottissimi (5-10 mm). Per le sue caratteristiche il prodotto si presta ad essere applicato in tutti i quei casi in cui l’utilizzo a pavimento di un isolante tradizionale determinerebbe negli ambienti interni una eccessiva riduzione dell’altezza interpiano incompatibile con i valori minimi di legge (2,70 m per i locali adibiti ad abitazione) o, in esterno, un innalzamento del piano di copertura incompatibile con la quota della soglia di accesso.

PARETI ESTERNE Per l’isolamento esterno a cappotto sono disponibili sotto forma di Vai all'indice


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54 Cappotto isolante esterno in Spaceloft

Cappotto isolante interno in Aeropan

Intonaco isolante in Aerogel

Isolamento a pavimento con Spaceloft

Cappotto isolante interno in Spacecork

Isolamento tubazione con feltro Aerogel

Materiali nanotecnologici forniscono elevati valori di protezione termica con spessori ridottissimi pannelli (700x1400 mm 720x1440 mm), prodotti quali Spaceloft SW e Aeropan che si applicano facilmente alla parete esistente mediante colla e tasselli, successiva posa in opera della rete di armatura, rasatura superficiale e finitura in pasta colorata o tinteggio. Resistenti all’umidità e alle sollecitazioni indotte dagli agenti atmosferici, inattaccabili da funghi e muffe, totalmente traspiranti, gli aerogel applicati all’esterno consentono di ottenere elevati valori di isolamento termico con spessori ridottissimi (16-36 mm) grazie ad una conduttività termica Q di soli 0,013 W/mK garantendo prestazioni costanti in un range di temperature compreso tra -200 e + 200 °C.

PARETI INTERNE Per l’isolamento interno delle pareti sono disponibili prodotti in rotoli (Spaceloft), pannelli semirigidi (Ae-

ropan) o pannelli preaccoppiati con lastre di gesso (Aerowall). Quest’ultimo prodotto, Aerowall, risulta particolarmente interessante per le facilità di posa in opera, la resistenza meccanica e per le possibilità offerte di combinare all’isolamento termico la depurazione dell’aria. Il pannello (1200x1440 mm, 1200x2880, spessore 13 mm) è costituito da un feltrino isolante a base Aerogel accoppiato con lastra in gesso Active-air® (disponibile anche in lastra rinforzata) e può essere indistintamente incollato e tassellato alla parete o montato su apposita struttura come una normale lastra di cartongesso. La posa viene completata con una sigillatura dei giunti. Non sono necessari intonaci né finiture; una volta posato il pannello e rasati i giunti è sufficiente tinteggiare la parete. La presenza dell’Activ’air® nella lastra di gesso (1/1000 della massa)

consente di captare e trasformare in composti inerti il 70% dei VOC (Volatile Organic Compounds) quali aldeidi e formaldeide contenuti nell’aria degli ambienti chiusi con valori di assorbimento di 60 µg/m2h.

IMPIANTI Per l’isolamento di tubazioni, recipienti a pressione, serbatoi o impianti, sono disponibili prodotti altamente flessibili costituiti da tappetini isolanti resistenti a temperature fino a 650 °C, composti da gel di silice rinforzato con un feltro non-tessuto di carbonio e fibra di vetro (Pyrogel), anche con integrata barriera al vapore per applicazioni alle basse temperature quali le tubazioni di raffreddamento dell’acqua (Cryogel Z, Pyrogel XTZ). Per le applicazioni solari ad alta temperatura fino a 200 °C è, infine, disponibile un bi-tubo solare (NaVai all'indice


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56 Pannello in policarbonato e Aerogel

Facciata in policarbonato e Aerogel

Stazione di ricerca antartica Hallay VI con facciata in Aerogel

L’applicazione in edilizia delle nanotecnologie consente di migliorare le pre

TABELLA 3 – Caratteristiche tecniche dei principali materiali isolanti Conduttività termica Q W/m2K

Spessore equiv. cm

Reazione al fuoco Euroclasse

Resistenza al vapore µ

Calore specifico J/kgK

Aerogel fibrorinforzato

0,013

1,00

C

5

1 000

Resine fenoliche

0,023

1,77

C

35

1400

Schiuma di poliisocianurato

0,026

2,00

E

60

1464

Poliuretano espanso

0,027

2,08

E

60

1400

Polistirene espanso estruso

0,034

2,62

E

150

1450

Polistirene espanso sinterizzato

0,035

2,69

E

60

1450

Lana di roccia

0,036

2,77

A1

1

1030

Sughero

0,042

3,23

F

10

1560

Calcio silicato

0,044

3,38

A1

3

1300

Fibra di legno mineralizzata

0,068

5,23

B

5

1810

Materiale isolante

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57 Isolamento in Aspen Aerogel

Isolamento in intradosso in Aeropan

Isolamento interno in Spaceloft

Isolamento interno in Aerowall

Pannelli isolanti Spacecork

Isolamento pavimento radiante in Spaceloft

stazioni dei materiali esistenti o sintetizzarne di nuovi, come l’aerogel

nosun2) in acciaio inox, con rivestimento nanotecnologico in Aerogel di spessore 5 mm ad altissima efficienza (Q = 0,014 W/mK), predisposto per la connessione del serbatoio di accumulo dell’acqua calda al pannello solare.

I vantaggi Rispetto ai materiali isolanti tradizionali, siano essi vegetali (sughero, fibra di legno, fibra di canapa, fibra di cocco ecc.), animali (lana di pecora), minerali (fibra di vetro, lana di roccia, vermiculite espansa, pomice ecc.) o sintetici (poliuretano, polistirene, polietilene espansi ecc.), oltre ad offrire maggiori valori di isolamento termico (Q = 0,013 W/mK), gli aerogel presentano importanti vantaggi, tra i quali, in particolare: s PRESTAZIONI TERMICHE COSTANTI AL VAriare della temperatura di esercizio; Vai all'indice


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Correzione ponti termici con Spaceloft

Isolamento tubazioni in Spaceloft rivestito in alluminio

Aerogel: materiale nanotecnologico, trasparente con caratteristiche uniche di leggerezza, resistenza meccanica e isolamento termico s ELEVATI VALORI DI IDROFOBICITÌ PUR mantenendo una elevata permeabilità al vapore; s SCARSA REAZIONE AL FUOCO %URO CLASse C: materiali difficilmente infiammabili); s INATTACCABILITÌ DA MUFFE RESISTENZA AI raggi UV ed agli agenti atmosferici; s ELEVATA FACILITÌ DI POSA IN OPERA GRAzie alla leggerezza e alla facilità di adattamento; s FACILITÌ DI MOVIMENTAZIONE E STOCcaggio; s ELEVATA SOSTENIBILITÌ AMBIENTALE E assenza di tossicità. A fronte di tali vantaggi, gli isolanti in aerogel presentano tuttavia un costo a metro quadrato ancora elevato, di circa 8-10 volte superiore rispetto agli isolanti tradizionali.

Zaha Hadid - Eli & Edythe Broad Art Museum, Michigan State University Esempio di applicazione di lastre trasparenti isolanti in aerogel (Okagel)

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Se è ineludibile, come credo, l’obbligo di ri-equilibrare il futuro attraverso strutturali e rinnovati approcci culturali e tecnici per far fronte all’odierna situazione economica, allora la ri-definizione strutturale deve essere presente anche nelle trasformazioni territoriali e paesaggistiche ma anche, e più opportunamente, nel design architettonico e tecnologico del patrimonio architettonico esistente. Questo articolo vuole appunto porre l’attenzione sul tema del come ri-qualificare il costruito di valore artistico (8% del totale) con la convinzione che la visione sistemica degli interventi e la persistenza del dato di storicità debbano essere in stretta relazione a possibili, moderni elementi di architettura contemporanea nella storia (nuovi involucri); che l’utilizzo di tecniche architettonico-costruttive e tecnologie virtuose nel progetto sia l’elemento centrale della ri-qualificazione dell’esistente di valore storico-artistico per ottenere il risparmio energetico. If it is unavoidable, as I believe, the duty to re-balance the future through structural, cultural and technical renewed approaches to deal with today’s economic situation, the solution is in the structural re-definition: it must also be present in the territorial transformations and landscape but also and, more appropriately, in architectural design and technology of the existing heritage building. This article will focus on the issue of how to re-qualify the built of artistic value (8% of the total) with the belief that the systemic vision of the interventions, that the persistence of historical elements should be in close connection with new and modern elements of contemporary architecture (new envelope) in history, that the use of architectural and construction techniques and virtuous technologies in the design are the central elements of the re-qualification of the historical existing buildings and which contribute to achieve energy savings.

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RIUSO E RI-QUALIFICAZIONE DEL PREESISTENTE STORICO RE-USE AND RE-QUALIFICATION OF HYSTORICAL BUILDINGS Marta Saponetti Architetto, dottoranda di ricerca in “Riqualificazione e recupero insediativo” Sapienza Università di Roma

La Redazione di PONTE sta raccogliendo proposte di progetti di nuove realizzazioni o di riqualificazione e recupero, da pubblicare nella sezione FARE RICERCA. Compilare il form su www.build.it o contattare la Redazione al n. +39 06 44163764 oppure inviare una mail a: esther.delgado@build.it. Vai all'indice


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Il riuso e la ri-qualiďŹ cazione sia di antiche strutture di pregio sia di quelle costruite negli ultimi cinquant’anni rappresentano, per il prossimo futuro, i temi centrali del settore delle costruzioni. Il sistema insediativo è ricco di preesistenze storiche ovvero di quei manufatti che esistevano giĂ in un tempo che precede il presente. Quelle prese in considerazione per la ri-qualiďŹ cazione tecnologica ed energetica sono le architetture obsolete, abbandonate, fatiscenti e non fruibili che hanno avuto un susseguirsi di numerosi cambiamenti di destinazioni d’uso e un signiďŹ cato culturale, sociale e testimoniale per la collettivitĂ , di proprietĂ pubblica o privata, il cui VALORE NON DIPENDE DALL hETĂŒv FATTORE TEMPO MA dalla singolare rappresentativitĂ , dall’identitĂ , dalle qualitĂ architettoniche e dalle peculiaritĂ costruttive. Spesso sono quelle che esprimono elevate attitudini della cultura locale per cui è cospicua la varietĂ dei tipi edilizi e dei sistemi costruttivi. Fanno parte del ragionamento le architetture minori (sia le decentrate architetture rurali sia i complessi industriali) e quelle di pregio anche monumentali. Quegli ediďŹ ci per cui non è pensabile adottare

soluzioni d’intervento progettuale e realizzativo standard, seriali, ripetibili, industriali per le loro qualitĂ , per la loro pregevolezza, per il loro prestigio. Quelle, orientativamente, dall’alto Medioevo in avanti. Lo sono, ad esempio, il palazzo delle ex Poste Regie DI -ILANO COSTRUITO TRA IL E IL DA POCO RISTRUTTURATO DALLO STUDIO #ITTERIO AND Partners e il Museo di Moritzburg eretto nel 1484 ampliato e ri-qualiďŹ cato NEL BIENNIO DAGLI architetti Nieto e Sobejano.

1 Progetto di Ulisse Stacchini la cui funzione principale era quella di Magazzino Centrale per lo smistamento della posta del capoluogo lombardo. Il Castello di Moritzburg, nella cittadina di Halle nella provincia della Sassonia, è uno dei piĂš signiďŹ cativi complessi fortiďŹ cati dell’architettura militare gotica medievale della Germania centrale del XV secolo, eretto nel 1484 come sontuosa sede dell’arcivescovo Ernesto di Sassonia che vi STABILĂ– LA SUA RESIDENZA ED EBBE UNA STORIA TRAVAGLIATA .EL IN OCCASIONE di un’ingente donazione di opere d’arte, viene proposto l’ampliamento della superďŹ cie espositiva del museo d’arte giĂ esistente (ala est e ala sud del castello) per rendere nuovamente fruibile il castello nelle porzioni a nord e a ovest. Un concorso internazionale vede vincere gli architetti Feunsanta Nieto e Enrique Sobejano con un progetto deďŹ nito dagli stessi AUTORI hun paesaggio di tetti sopra la cittĂ antica dove si esplicita la nostra idea di architettura contemporanea in rapporto alle radici del passatov

La questione del patrimonio

Per addentrarsi nel dibattito, di seguito sono riportati alcuni dati che raccontano quantitativamente la questione sullo stock edilizio in Italia: s OLTRE IL DEL COSTRUITO RISALE A prima della L. 373/763; s IL Ă’ IN MEDIOCRE O PESSIMO STAto di conservazione; s IL Ă’ hGIOVANEv PERCHĂ? REALIZZAto dopo il 1945; s SOLO IL PUĂ› ESSERE INSERITO IN classi energetiche pari o superiori alla C; s LE ARCHITETTURE DI INTERESSE STORICO si aggirano all’8% del costruito4; s IL DEGLI EDIlCI CHE ESISTERANNO NEL ESISTE ANCHE OGGI 3 Legge ordinaria del Parlamento 373/1976. Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli ediďŹ ci. A seguito della crisi energetica del 1973, negli anni Settanta, si aprĂŹ un dibattito teorico-scientiďŹ co sulla problematica europea dell’approvvigionamento energetico, a seguito della costante crescita dei consumi da fonti tradizionali, e sul tema del risparmio energetico. 4 Fonte: Rapporto CRESME SAIENERGIA su dati ENEA.

s RISPETTO AL PATRIMONIO ESISTENTE5 si costruiscono ogni anno per nuove residenze in media 55 milioni di m3: una percentuale pari soltanto a circa lo 0,55% dell’esistente6. La ri-qualiďŹ cazione del preesistente storico è il nodo culturale e ambientale del nostro tempo e trova spazio sia nel dibattito scientiďŹ co in atto sia nei progetti di architettura in Europa; si assiste, infatti, a signiďŹ cativi interventi – di recupero e di ampliamento – di ediďŹ ci storici simbolo della cittĂ anche per le attuali esigenze che richiedono nuovi scenari spaziali, funzionali e tecnologici. QualitĂ e sostenibilitĂ ambientale, perďŹ no nel nostro paese, sono ben radicate quando si affrontano sia la nuova costruzione sia la ri-qualiďŹ cazione delle architetture residenziali 5 Circa 4 miliardi di metri cubi di cui il 56% residenziali. 6 Risanare l’esistente, a cura di C. Benedetti, BolzaNO 5NIVERSITY 0RESS "OLZANO

e produttive post boom economico; la questione diventa piĂš delicata, ma decisamente piĂš affascinante e stimolante, quando i temi dell’energia, (risparmio e produzione) e della sostenibilitĂ 7 si trovano a confrontarsi e ad interagire con gli ediďŹ ci o i contesti di valore storico-artistico appartenenti alla collettivitĂ .

IL NUOVO PARADIGMA NELLA RI-QUALIFICAZIONE DEL COSTRUITO STORICO Nel panorama europeo le Amministrazioni pubbliche8 hanno portato e portano avanti, con scelte politi7 Soluzioni e componenti tecnologiche a basso impatto ambientale. 8 A Valladolid in Spagna l’ampliamento del Museo Nacionale Colegio de San Gregorio del XV secolo su progetto di Nieto e Sobejano Arquitectos è stato voluto dall’amministrazione pubblica; la sede del Caixa Forum lungo il paseo del Prado a Madrid, REALIZZATA DA (ERZOG E $E -OURON è stata realizzata grazie all’Obra Social FundaciĂłn h,A#AIXAh DI -ADRID E ALLA #AIXA D %STALVIS I 0ENsions de Barcelona. Vai all'indice


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L’intervento portato avanti tra il 2006 e il 2011 nell’area Milanese del Palazzo delle ex Poste Regie (22.564 m2) della Business Port s.r.l. dallo studio Anto- 61 nio Citterio Patricia Viel and Partners è un’operazione che va oltre il risanamento conservativo del manufatto: sono state demolite le superfetazioni alteranti la volumetria, è stato svuotato all’interno, è stato dotato di una nuova, leggera, tecnologica, uniďŹ cante volumetria per soddisfare le nuove esigenze funzionali. Rimane chiara la divisione tra la nuova costruzione (serramento vetrato nascosto da una rete metallica) e lo storico manufatto in muratura portante dal linguaggio neo-classico

architettonico storico di valore

che coraggiose, importanti progetti di restauro e di ampliamento dei manufatti storici ma oggi (lo era in realtĂ giĂ ieri) è necessario fare un passo in avanti: progettare l’intervento su questo tipo di beni, che rappresentano quasi un decimo del TOTALE AFlNCHĂ? SIANO EFlCIENTI I VALORI del consumo di energia del costruito attraverso accorgimenti di carattere compositivo e tecnologico. Questo, il nuovo paradigma nella ri-qualiďŹ cazione del costruito storico; ďŹ rmitas che PUĂ› ESSERE PORTATA AVANTI NELLA SFERA del fare, attraverso l’integrazione e l’adeguamento tecnico-impiantistico prendendo in prestito anche i principi della bioclimatica oltre che le empiriche attenzioni progettuali usate nelle epoche passate quando non era demandato tutto agli impianti meccanici9. 9 Tutta l’edilizia storica monumentale del Cinquecento e del Settecento. In particolare Palazzo Pitti e Palazzo Corsini a Firenze, Palazzo Marchese e

Tra le pieghe della storia10 possono dunque prendere forma approcci di ri-qualiďŹ cazione volti ad essere palinsesto culturale ed architettonico in cui la strategia di riabilitazione adottata dai progettisti sceglie di assecondare l’originaria natura dei monumenti oggetto di recupero, perseguendo una logica di decisioni e operazioni coordinate e calibrate caso per caso per recuperare il passato preservando il futuro in un percorso in cui si genera una trasformazione dei luoghi POICHĂ? MOLTO SPESSO I MANUFATTI STOrici sono stati oggetto di numerose alterazioni volumetriche nel tempo.

Lo strumento è quello del metaprogetto volto, grazie alla preliminare e attenta attivitĂ di rilievo e conoscenza dell’oggetto costruito, alla veriďŹ ca delle residue prestazioni, alla formulazione di corrette ipotesi di trasformazione e di utilizzo in base alle esigenze collettive e alla deďŹ nizione del nuovo programma progettuale compatibile con l’immobile. Recuperare, quindi, il passato preservando il futuro signiďŹ ca considerare il costruito di qualitĂ storicoartistica, durante il processo di riqualiďŹ cazione/recupero energeticoambientale11, come entitĂ sistemica.

Palazzo della Zisa a Palermo che, per il raffrescamento passivo, sono accomunati dal concetto antico di sfruttare la frescura proveniente dal terreno attraverso ambienti interrati o seminterrati. Si veda C. Balocco, F. Farneti, Giovanni Minutoli, I sistemi di ventilazione naturale negli ediďŹ ci storici, Palazzo Pitti a Firenze e Palazzo Marchese a Palermo. !LINEA &IRENZE 10 M. Biagi, Casabella 787, Nieto Sobejano, Ampliamento del Museo Nacional Colegio de San Gregorio,Valladolid, Spagna.

11 x hnella visione meccanicistico - funzionale il mondo è un insieme di oggetti che interagiscono l’uno con l’altro, ma per i quali esistono relazioni di tipo eminentemente deterministico. Nella visione sistemica le relazioni all’interno dei singoli oggetti hanno un’importanza secondaria dal momento che essi stessi sono reti di relazioni inserite all’interno di reti piĂš grandi‌â€? F. Tucci, I requisiti e le linee-guida di una progettazione ecosistemica nel contesto della sperimentazione in QualitĂ ed eco-efďŹ cienza delle trasformazioni urbane a cura di A. Battisti, F. 4UCCI !LINE &IRENZE Vai all'indice


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Immagini del modello tridimensionale elaborato dallo studio Nieto Sobejano Arquitectos per l’ampiamento del Museo di Moritzburg, Sassonia. Al complesso fortificato, vengono aggiunte dai progettisti volumetrie funzionali: due ingressi con un corpo scala e la copertura. La nuova copertura, che protegge le rovine delle ali nord e ovest, si appoggia esclusivamente lungo il perimetro in modo da lasciare libero lo spazio interno, rispettando e conservando la memoria passata del castello. Le addizioni rispondono alle mutate necessità collettive nei confronti del complesso che da molti anni aveva perso il suo valore identitario

Ri-qualificazione: operazione di ripristino delle qualità

L’approccio culturale, scientifico e tecnico sottintende la categoria culturale della sostenibilità come unificante nei progetti di architettura volti alla ri-qualificazione delle strutture storiche. In questo scenario ha senso riflettere sul quesito che, nel 1985, si poneva il professor Franco Donato13 sul senso o meno di continuare ad occuparsi del rapporto tra manufatto edilizio e consumi energetici quando i riflettori su quel problema si erano ormai SPENTI POICHÏ LONTANO ERA IL RICORDO delle crisi energetiche)14. In termini attuali quella sua domanda riacquista Sviluppo sostenibile: sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri. Rapporto Brundtland,1987. 13 “…Davvero è ancora il caso di continuare ad occuparsi di rapporti tra manufatto edilizio e consumi energetici quando tutti o quasi hanno spento la radio sull’argomento?...” Franco Donato nella prefazione del libro di C. Falasca, Dal clima alla tipologia edilizia, Alinea Editrice, Firenze 1985. 14 Kippler 1973.

senso spostando il centro di interesse sulla realtà costruita di qualità storico-artistica: ha significato occuparsi di una piccola ma rilevante parte del costruito dato che l’attenzione culturale, professionale, mediatica e legislativa è concentrata oltre modo sul nuovo e molto sull’ingente patrimonio degli anni del boom economico? Va considerato che LA RISPOSTA PUÛ ESSERE AD UNA PRIMA analisi, negativa ma, positiva, ad una più attenta lettura delle potenzialità del recupero tecnologico ed energetico dei complessi storici; soprattutto se si valutano le numerose opportunità progettuali legate alla riduzione del consumo energetico e al conseguente nuovo segno architettonico che PUÛ CONCRETIZZARSI IN NUOVE FUNZIONI compatibili con il contesto e con la tipologia dei manufatti. Rinnovare il passato attraverso la conservazione di beni culturali (base materiale di una parte consistente della nostra storia e dell’economia del

turismo) ed il recupero dei patrimoni architettonici e dei paesaggi diffusi di qualità coincide con la programmazione dell’emergente cultura di uno sviluppo sostenibile locale e sovralocale di tipo economico, sociale e culturale oltre che col soddisfare la necessità del passaggio da una cultura dell’espansioNE AD UNA CULTURA DEL hRIv15.

RI-QUALIFICAZIONE E RECUPERO NELL’INTERVENTO SUL PATRIMONIO ARCHITETTONICO STORICO: ACCEZIONE DEI TERMINI E QUADRO NORMATIVO Nel nostro paese spesso si considerano le architetture intoccabili, 15 Ad osservare le parole più in uso tra i cittadini, nei luoghi aggregativi, nei manifesti di convegni tecnici ci si rende conto che molti dei verbi (indicatori di azioni, di pulsioni vitali) che accompagnano le attività hanno il prefisso ri a sottolineare una doppia vita, una seconda possibilità, un secondo ciclo dell’essere: ri-uso, ri-ciclo, ri-qualificazione ecc. Vai all'indice


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Area del Palazzo Silvestri-Rivaldi, via del Colosseo, Roma. L’area interessata dall’esercitazione sperimentale si estende per oltre un ettaro all’interno della cittĂ storica, nel Rione Monti, sugli ultimi resti della collina Velia e piĂš precisamente tra via del Colosseo, via del Tempio della Pace e via dei Fori Imperiali in un contesto storico ed urbanistico di elevato interesse. Compresa nel tracciato assai articolato che segue gli assi dell’urbanizzazione di inizio Novecento (maglie ampie e ortogonali) guarda sia verso l’an- 63 tica Roma sia verso i fabbricati risalenti a ďŹ ne Ottocento a tipologia mista. Oggi la villa è al centro sia del dibattito culturale sia delle scelte strategiche della politica. Il tema dell’abbandono del complesso è infatti denunciato periodicamente anche dai quotidiani che raccontano il degrado della struttura e l’incuria della proprietĂ ; il nuovo assetto della viabilitĂ di via dei Fori Imperiali – passeggiata nella storia – rimarca la posizione di fulcro e valorizza, ancora non completamente, la permeabilitĂ del lotto rafforzata anche dalla programmazione della nuova linea metropolitana C con la fermata Fori imperiali/Colosseo. Ăˆ indubbio che serva un progetto unitario di quel cuneo tra il Colosseo e la Basilica di Massenzio

esistenti e innovazione tecnologico-energetica

immodiďŹ cabili, inviolabili come se adattarne forme e contenuto, sotto la spinta di nuovi bisogni, sia una violazione di sacralitĂ , quando, proprio la trasformazione costituisce l’effettiva tutela dei luoghi passando dall’imbalsamazione di uno stato di fatto a quella che è la condizione dell’architettura: l’inarrestabile modiďŹ cazione dei luoghi con lo scorrere del tempo e con la generazione di nuovi bisogni. L’architettura in un continuo divenire, nel processo di continuitĂ della storia e delle realizzazioni umane, permette di riappropriarsi dei luoghi, di coglierne le caratteristiche nell’essenza e renderle nuovamente vitali e dinamiche nel presente. Ăˆ opportuno, a questo punto, introdurre i vocaboli fondamentali di questo contributo che rappresentano i sistemi di azioni dinamiche di trasformazione: restauro e ri-qualiďŹ cazione. La trasformazione cui si fa riferimento implica necessariamente un dialogo tra

l’esistente e il nuovo: la decifrazione e l’interpretazione del costruito storico si pongono alla base del tracciamento di qualunque nuovo segno dotato di senso (‌) e la riappropriazione e la reinvenzione del luogo si fondano su un processo di lettura critica e di riqualiďŹ cazione partecipata del reale e della sua memoria16. Ri-qualiďŹ cazione e recupero spesso vengono impiegati come sinonimi di qualiďŹ cazione e comunemente sono usati per descrivere il medesimo tipo di intervento: ripristino, rivalorizzazione degli aspetti ďŹ sici, funzionali, morfologici, ambientali dell’ediďŹ cio e, a volte, anche di una componente connessa al miglioramento delle condizioni socio-economiche17. 16 A. Bruno, Oltre il restauro: architetture tra conservazione e riuso in Recupero edilizio di L.E. MalighetTI %DITORE )L SOLE ORE -ILANO 17 G. Caterina nel III Seminario OSDOTTA dal titolo La ricerca a fronte della sďŹ da ambientale (LecCO SOSTIENE â€œâ€Śla riqualiďŹ cazione suggerisce

L’accezione di ri-qualiďŹ cazione cosĂŹ come si intende in questo contributo è quella relativa sia ad una operazione di ripristino delle qualitĂ esistenti sia a un’innovazione tecnologico-energetica: una progettazione di nuove qualitĂ di un bene esistente. Si va oltre la comune pratica del reSTAURO PERCHĂ? SONO POSSIBILI INNESTI di modernitĂ sulle preesistenze che istituiscono un rapporto tra conservazione e riuso. Non si tratta di un risanamento conservativo, in cui il ripristino e la salvaguardia delle caratteristiche originarie del manufatto (o del tessuto edilizio) si avvicinano all’approccio tradizionale di restauro una dimensione legata alla conoscenza non solo dei luoghi e degli eventi rispetto ai quali si opera, ma anche e soprattutto, dei sistemi di relazioni in grado di restituire il usso delle informazioni nel tempo. Quella della riqualiďŹ cazione è un’azione tesa ad accumulare le informazioni e i signiďŹ cati di uno stato di fatto, per incidere rispetto alle quantitĂ riscontrate, non con l’arbitraria variazione dei livelli di funzionamento, ma per porre riparo a prestazioni compromesse e rispondere a prestazioni disattese xv Vai all'indice


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Elaborati degli studenti del Laboratorio di Realizzazione dell’Architettura (FacoltĂ di Architettura, UniversitĂ di Roma La Sapienza). Tema del corso: Ri-deďŹ nizione funzionale e ri-qualiďŹ cazione energetico-architettonica del complesso storico di palazzo Silvestri-Rivaldi.

Recupero del passato attento alle problema

conservativo-tutelativo, in quanto non è escluso l’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi quali, ad esempio, nuovi sistemi d’involucro per colmare i deďŹ cit tecnologici e funzionali. Gli interventi possono essere di diversa tipologia: processi di sottrazione (superfetazioni realizzate negli anni) o di aggiunta di volumi che compensino anche mancanze spaziali (collegamenti verticali, strutture di servizio e di sicurezza, elementi TECNICO FUNZIONALI )NTERESSA PERCIĂ› sottolineare l’interpretazione del termine recupero che evolve da una concezione tradizionale di pura tutela e conservazione verso pratiche e strade che, reinterpretando e rinnovando le visioni consolidate, accolgono ed incentivano la progettazione di temi e di soluzioni energetiche quale fattore propulsivo dello sviluppo sostenibile del patrimonio esistente18. 18 E. Ronchi in Progettare l’uso sostenibile del territorio sostiene che: â€œâ€Śoccorre favorire il riuso e la

Diversamente dal restauro l’obiettivo del progetto di recupero e rifunzionalizzazione è principalmente quello della valorizzazione che coinVOLGE NON SOLTANTO L OGGETTO IN SĂ? MA spesso il suo intorno e l’ambiente in cui è immerso. L’energia e la sostenibilitĂ , declinate attraverso gli strumenti dell’innovazione tecnologica, sono dunque i due concetti chiave per affrontare la sďŹ da di uno sviluppo, incentrato sul recupero del passato, attento alle problematiche ambientali; se è dunque vero che rappresentano i paradigmi concettuali imprescindibili di una pianiďŹ cazione delle nuove trasformazioni (espansione), come

valorizzazione del patrimonio edilizio, urbanistico ed infrastrutturale esistente e delle trame di paesaggi culturali ed orientare gli sviluppi insediativi verso poli già serviti dai trasporti pubblici, dalle infrastrutture e dalle attrezzature urbane e prossimi ai luoghi di aggregazione sociale, a scoraggiare con adeguate penalizzazioni lo spreco ed il consumo dei suoli...�.

il quadro legislativo dimostra, è altrettanto vero che la loro presenza è strutturale anche nel settore del recupero del patrimonio architettonico del passato che costituisce, in Italia, piĂš dell’ 8% dello stock edilizio esistente19. Questo patrimonio non è ancora normato. .ELLA $IRETTIVA #% ALL ART 4, comma 3, si afferma che gli Stati membri possono decidere di non applicare i requisiti prestazionali nel caso di “ediďŹ ci e monumenti ufďŹ cialmente protetti come patrimonio 19 A sostenere la tesi della necessitĂ di ri-qualiďŹ cazione del patrimonio edilizio esistente sono anche le analisi del CRESME (Rapporto CRESME Il mercato delle costruzioni 2011) sul mercato delle costruzioni e sottolineano la necessitĂ che nei prossimi dieci anni il settore delle costruzioni è destinato ad avviare un processo di innovazione. Ăˆ un processo guidato dalle dinamiche di globalizzazione, dall’evoluzione tecnologica e dalla questione energetica. I drivers del prossimo ciclo edilizio (il settimo) sono individuabili nella promozione di azioni sostenibili, nella riqualiďŹ cazione edilizia, nella progettualitĂ qualiďŹ cata e nell’innovazione tecnologica. Vai all'indice


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Nei progetti il nuovo involucro diventa sintesi complessa e dinamica dell’innovazione tecnologica in cui le componenti antiche e quelle moderne concorrono insieme a delineare il nuovo assetto energetico-architettonico del complesso edilizio. L’involucro diventa dunque anche ďŹ ltro strategico nel confronto dialettico tra artiďŹ cio e ambiente, tra costruito e nuovo, in grado di interagire attivamente con l’ambiente circostante; il progetto del nuovo sistema architettonico è tracciato sulle possibili strategie di sviluppo: l’eco-efďŹ cienza e la sostenibilitĂ ambientale

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tiche ambientali: una sďŹ da per il futuro

designato o in virtĂš del loro speciale valore architettonico o storico, nel caso in cui le prescrizioni implicherebbero un’alterazione inaccettabile del loro carattere o aspettoâ€?. Con il DLgs IL LEGISLATORE SI ALLINEA ALLA direttiva europea escludendo le categorie di ediďŹ ci “ricadenti nell’ambito della disciplina della Parte Seconda e dell’art. 136, comma 1, lettere b) e c) del DLgs 42/2004 recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggioâ€? e quindi i beni architettonici sottoposti a vincolo di tutela ma soprattutto “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionaleâ€?, INCLUDENDO CON CIĂ› ANCHE I CENTRI E i nuclei storici. Il successivo DLgs ART COMMA LETT a), rinforza la posizione aggiungendo all’art. 3, comma 3), lett. a) del DLgs LE PAROLE “nei casi in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe un’alterazione inaccettabile del loro

carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratteri storici o artistici�, il legislatore ha quindi scelto di non normare i futuri e numerosi interventi sull’ingente patrimonio in questione.

L’ESERCITAZIONE SPERIMENTALE Quando ci si confronta con il patrimonio architettonico di valore storico, tra gli obiettivi primari, a differenza di quanto prevede il sistema normativo, è fondamentale quello di ottenere un’ottimizzazione dei consumi e del fabbisogno energetico attraverso azioni sistemiche mantenendo la coesistenza di due temi: L’esperienza è stata condotta nel corso di Laurea Magistrale in Architettura nella FacoltĂ di Architettura del La Sapienza - UniversitĂ degli Studi di Roma precisamente nel Laboratorio di Realizzazione dell’Architettura del professore C. Lannutti.

s LA PERSISTENZA DEL DATO DI STORICITĂŒ sia sul piano estetico-formale sia su quello tecnico-costruttivo; s IL RISPETTO DELLA SOSTENIBILITĂŒ AMbientale attraverso l’utilizzo di tecniche architettonico-costruttive e tecnologie virtuose per il risparmio, la fornitura e la produzione energetica. Rispetto alla stabilitĂ del dato di storicitĂ , come affermato anche in precedenza, si ritiene necessario sottolineare che le possibili istanze conservative non risultano necessariamente essere in contrasto con l’innovazione. Anzi. Ăˆ in questo rapporto (conservazione-innovazione) che si snoda la possibilitĂ di intervento in manufatti di valore cultu Come ha scritto l’architetto Kristian Fabbri proprio in un articolo per questa stessa rivista afFRONTANDO IL TEMA ENERGIA EDIlCI STORICI v La sďŹ da attuale è quella di affrontare la compresenza dei tre concetti: la permanenza del dato storico, la garanzia della fornitura energetica ed il rispetto della sostenibilitĂ ambientaleâ€?. Vai all'indice


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Il sistema “involucro” rappresenta il campo delle azioni

rale identitario. A questo riguardo il sistema involucro, come filtro ed elemento regolatore tra interno ed esterno, rappresenta il campo delle azioni praticabili; diviene il nodo focale intorno al quale si riversano i ragionamenti tecnologico-prestazionali permettendo all’architettura contemporanea di entrare nell’architettura storica. In un approccio non conservativo la tipologia di intervento appena descritta (attenzione progettuale riversata molto sul sistema involucro) è stata portata avanti durante il laboratorio di Realizzazione dell’Architettura dove il patrimonio storico di Palazzo Silvestri-Rivaldi, sito a via del Colosseo a Roma, è stato oggetto di studio per una sperimentale ri-qualificazione funzionale ed energetica. L’esperienza del laboratorio ha fatto emergere sei temi fondanti: s L OPPORTUNITÌ DI INDIRIZZARE LA CULtura del recupero verso la multidi-

sciplinarietà delle proposte e degli interventi; s LA CONSAPEVOLEZZA DELL UNICITÌ DEI luoghi: il rispetto e la conservazione dinamici delle caratteristiche spaziali, architettoniche e tecnologiche e degli elementi cardine del passato che connotano quel pezzo DI CITTÌ O QUEL FABBRICATO POICHÏ LA STORIA Ò hsostanza viva” capace e disponibile di interagire con noi in un rapporto dialettico e sinergico tra nuovo-antico; s LA NECESSITÌ DI CONOSCERE APPROfonditamente gli aspetti climatici e microclimatici del contesto in cui si opera; s L INEVITABILE NECESSITÌ DI CONFRONTARsi con i vincoli normativi di tutela e protezione e i conseguenti problemi legati alla reale fattibilità tecnica. (Si vuole puntualizzare la posizione assunta in merito al sistema vincolistico: si ritiene che rappresenti una corretta e necessaria forma di

tutela in assenza di una specifica programmazione delle trasformaZIONI DELLE hRI QUALIlCAZIONI MA CHE possa (debba) modificarsi in presenza di essa); s LA CONSAPEVOLEZZA DEI POSSIBILI COSTI addizionali che potranno essere affrontati cercando comunque di far convergere le convenienze economiche con la scelta di destinazioni d’uso consone al significato storico, culturale, architettonico del monumento; s LA NECESSITÌ PREPONDERANTE DI INtervenire attraverso una ricercata innovazione tecnologica in grado di confrontarsi e relazionarsi con l’antico: la ricerca dell’autenticità. Questi sei temi si concretizzano nel rispetto della storia e delle tecniche del presente attuando dei progetti appartenenti sia al mondo dell’architettura contemporanea sia a quello della cultura materiale e delle caratteristiche del contesto in cui si inseriscono. Vai all'indice


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praticabili dal punto di vista tecnologico-funzionale

La ri-qualificazione funzionale ed energetica del preesistente storico è perseguibile attraverso due piani conseguenziali. Il primo è legato all’indirizzo di possibili tecniche del controllo che consentano di enfatizzare e implementare le interrelazioni del sistema ambientale, i suoi equilibri, i rapporti tra spazi naturali e spazi costruiti e di padroneggiare le relative scelte spaziali; il secondo è riconducibile ai disponibili prodotti innovativi e alle nuove tecnologie per poter instaurare rapporti di compatibilità e leggibilità tra le diverse componenti (quella antica e quella nuova).

CONCLUSIONI Questo contributo intende proporre un approccio diffuso nei confronti dei beni di valore storico-artistico (non solo accademico): un passag-

gio da una cultura dedita al restauro conservativo ad una visione di intervento trasformativo che conservi in parte i caratteri storici ma con i quali si raffronta e si rapporta in MODO DIALETTICO E ATTIVO AFlNCHÏ IL complesso architettonico oggetto di futuro intervento possa trovare anche la strada del risparmio energetico. Via da perseguire non attraverso soluzioni puntuali e di poca organicità architettonica ma mediante interventi contemporanei e a-scalari, ANCHE hINVASIVIv OVVERO CON UN LINguaggio tecnico e culturale proprio del nostro tempo, che lascino una traccia di oggi in sovrapposizione agli elementi della storia antica considerando anche che la maggior parte di questo patrimonio ha già subito nel tempo inappropriate alterazioni volumetriche e improprie variazioni funzionali.

Bibliografia Pier Giorgio Cetica, L’architettura dei muri intelligenti. Esperienze di climatizzazione sostenibile nell’Ottocento. Angelo Pontecorboli Editore, Firenze 2004. Salvatore Dierna, Fabrizio Orlandi, Ecoefficienza per la “Città diffusa”, Alinea Editore, Firenze 2009. Federica Cerroni, Progettare il costruito. Tecnologie per la riqualificazione sostenibile dei siti ad elevata qualità storica e ambientale. Livio De Santoli, Matteo Mariotti, La ventilazione naturale. Dario Flaccovio Editore s.r.l., Palermo 2010 Paolo De Pascali, Città ed energia, saggio collana territorio sostenibilità governance. Franco Angeli, Milano 2008.

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2013 BUILDING INNOVATION EXHIBITION

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LAVORI PUBBLICI

Criteri e strumenti

Il finanziamento delle Opere Pubbliche

Ferdinando Orabona*

Dall’esame del quadro della normativa vigente (legge 449/1997 art. 43, DLgs 163/1996 articoli 26, 152 e succ., 160 bis, 160 ter e DPR 207/2010), si pone l’obiettivo di esaminare gli strumenti disponibili per la realizzazione di Opere Pubbliche mediante sistemi complessi di reperimento delle risorse finanziarie, con la partecipazione pubblico-privata, quali: la sponsorizzazione, il leasing in costruendo, il contratto di disponibilità, il project financing, tutte forme alternative per finanziare opere pubbliche. Premesso che il sistema economicofinanziario del nostro Paese risulta essere gravemente compromesso, è necessario reperire dai privati risorse finanziarie che consentirebbero di poter eseguire opere pubbliche. Ciò favorirebbe la ripresa economica del Paese, in quanto l’edilizia rappresenta un settore trainante dell’economia nazionale in considerazione, soprattutto, di tutto l’indotto che movimenterebbe. Da non sottovalutare, poi, due elementi altrettanto importanti: il ruolo fondamentale delle banche e la possibilità di sbloccare le risorse finanziarie per far si che la Pubblica Ammnistrazione non sia più debitrice con le imprese. La drammatica crisi finanziaria degli ultimi anni ha fatto registrare una forte flessione nella realizzazione * Funzionario Ingegnere-architetto del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche CampaniaMolise.

di Opere Pubbliche e le conseguenti politiche di contenimento della spesa, nonché l’impossibilità di indebitamento degli Enti Pubblici a causa delle forti limitazioni imposte dal “Patto di Stabilità”, con la contrazione dei mutui per la realizzazione di lavori pubblici, rischiano di penalizzare ulteriormente i cittadini, compromettendo il mantenimento di adeguati livelli qualitativi di vita. Per evitare di sospendere sine die la realizzazione di Opere Pubbliche, per carenza di finanziamenti pubblici, è necessario, per la PA, ricorrere a formule di finanza innovativa, facendo intervenire la finanza privata per la costruzione di opere di pubblica utilità, onde garantire risposte adeguate ad esigenze che interessano aspetti essenziali della vita sociale. L’introduzione dei contratti di sponsorizzazione, prevista dall’art. 43 della legge 449/1997 (Finanziaria 2008) e successivamente recepita

dal “Codice dei Contratti” di cui al DLgs 163/2006 articoli 26 e 27, introduce un sistema di finanziamento privato per la realizzazione di opere di interesse pubblico. Siffatto strumento, tuttavia, trova difficile applicazione in quanto il soggetto privato che intende finanziare un’opera deve necessariamente avere un ritorno economico e di immagine, ma non tutte le opere hanno una specificità tale da poter richiedere l’utilizzo del contratto di sponsorizzazione che, purtroppo, risulta privo di specifica regolamentazione. Esempi di utilizzo di tale strumento sono rappresentati dal finanziamento del restauro dell’Anfiteatro Flavio di Roma (Colosseo) operato dal gruppo Tod’s SpA e dai lavori di ristrutturazione della Caserma dei Carabinieri in Piazza S. Lorenzo in Lucina a Roma. Questi interventi, senza dubbio, hanno carattere strategico e, ai privati che investono, danno un note-

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Lavori Pubblici

Fig. 1 - Ortofoto identificazione Colosseo e Piazza San Lorenzo in Lucina, Roma

Fig. 2 - Colosseo, Roma

vole ritorno economico e di immagine (figure 1, 2, 3). Il contratto di sponsorizzazione, come detto, è privo di specifica regolamentazione. L’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, pertanto, con deliberazione del 9 febbraio 2012, ha cercato di dare degli indirizzi precisando che per l’affidamento di contratti di sponsorizzazione non trova applicazione la normativa sugli appalti dei lavori publici in quanto gli stessi non rientrano nella classificazione giuridica dei “contratti passivi”, bensì comportano un vantaggio economico e patrimoniale direttamente quantificabile per la Pubblica Amministrazione median70

te un risparmio di spesa e chiarendo, altresì, che, trattandosi di “contratti attivi”, sono regolati dal RD 23 maggio 1924 n. 827, “Regolamento per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato”, ancora vigente, e, pertanto, richiedono l’esperimento di procedure trasparenti e il rispetto dei principi di legalità, buon andamento e trasparenza dell’azione amministrativa. I suddetti contratti prevedono due forme di sponsorizzazione: la sponsorizzazione pura e la sponsorizzazione tecnica. La sponsorizzazione pura è finalizzata al semplice finanziamento da parte dello sponsor; mentre la sponsorizzazione tecnica

consiste in una forma di partenariato estesa alla progettazione e alla realizzazione dell’opera a cura e spesa dello sponsor. In tale ultimo caso la Pubblica Ammnistazione ha l’obbligo di vigilare sull’esatta e corretta realizzazione dell’opera. L’applicazione dei contratti di sponsorizzazione, puri o tecnici, trova ampio spazio nel campo dei Beni Culturali ai sensi dell’art. 120 del DLgs 42/2004 e dell’art.199 bis del DLgs 163/2006, mentre negli Enti Locali tali contratti sono regolati dall’art. 119 del DLgs 267/2000. L’introduzione del leasing in costruendo, con l’art. 160 bis del DLgs 163/2006, pone, nella disponibilità dell’Amministrazione Pubblica uno “strumento finanziario” innovativo che, nella maggioranza dei casi, non incide sul “Patto di Stabilità” e consente la realizzazione di opere pubbliche, non già da parte dei privati, ma dalla stessa Amministrazione che ricorre ai fondi privati resi disponibili dagli istituti di leasing. Le rate periodicamente versate rappresentano spese correnti nel bilancio dell’Ente e le entrate, vanno a ristoro dei versamenti da farsi. Alla luce del quadro normativo attualmente vigente, la questione, fortemente dibattuta negli ultimi anni, circa l’ammissibilità del ricorso al leasing in costruendo da parte dell’operatore pubblico, può ritenersi quasi definitivamente superata, anche in virtù dei diversi pareri espressi in più occasioni dalla Corte dei Conti. Per il corretto uso dello strumento del leasing in costruendo in ambito pubblico, sarebbe opportuno auspicare una maggiore azione informativa e conoscitiva dei contenuti e delle potenzialità dello strumento stesso, tesa anche ad evidenziare le modalità attraverso le quali la Pubblica Amministrazione dovrebbe agire. Non è possibile, infatti, affermare aprioristicamente la convenienza di una forma di finanziamento rispetto

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Lavori Pubblici

Figure 3-4 - Prospetto Caserma Carabinieri in Piazza San Lorenzo in Lucina, Roma

ad un’altra, ma è necessario effettuare, per ogni singolo intervento infrastrutturale della Pubblica Amministrazione, un’accurata analisi delle condizioni. La scelta in favore del leasing in costruendo deve essere opportunamente ponderata in funzione della fattibilità e percorribilità dell’operazione mediante il ricorso a forme canoniche d’indebitamento per le spese di investimento. Quindi, prima di ricorrere al leasing in costruendo, l’Amministrazione deve valutare se tale scelta sia la più conveniente rispetto ad altre forme di intervento tradizionale. Sotto l’aspetto economico, la motivazione principale per le Amministrazioni pubbliche del ricorso al leasing in costruendo, è costituita dalla possibilità di allocare diversamente in bilancio i canoni, in luogo dell’investimento visto come impossibilità di indebitamento, oltre che

dalla realizzazione di un’opera “chiavi in mano” ottenuta con efficienza, economia, certezza dei tempi, costi e responsabilità. Resta essenziale per la Pubblica Amministrazione la necessità di redigere accurati studi di fattibilità, dai quali fare emergere la comparazione tra più soluzioni alternative, atte a cogliere le più idonee modalità di realizzazione dell’infrastruttura e a consentire la scelta fondata e motivata di quella soluzione che possa produrre il migliore risultato in termini di benefici, costi sociali ed economici. I potenziali vantaggi conseguibili con l’adozione del leasing in costruendo sono subordinati ad una attenta suddivisione dei rischi tra l’Amministrazione, la Società di Leasing ed il Costruttore, che si realizza tramite un’attenta e chiara definizione dell’oggetto contrattuale, da esplicare sia nel bando di gara che

nel capitolato e nei contratti collegati, nonché con la previsione di adeguati strumenti di controllo, in capo alla Stazione Appaltante, per l’intera durata del rapporto. Per quanto innanzi detto, sebbene si sia registrato un aumento del ricorso al leasing in costruendo, tale strumento non è ancora consistentemente vissuto come una soluzione di partenariato pubblico-privato per le realizzazione delle Opere Pubbliche. Tale circostanza trova conferma nello scarso inserimento del leasing in costruendo nei programmi triennali (ex art. 128 DLgs 163/2006) che le Amministrazioni predispongono e approvano per la realizzazione di Opere Pubbliche. L’introduzione del contratto di disponibilità previsto dall’art. 160 ter del DLgs 163/2006, è stata una ulteriore incentivazione contenuta nel DL 1/2012, “Decreto Sviluppo”, convertito in legge 27/2012. Me-

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Lavori Pubblici diante tale contratto sono affidate, a rischio e a spesa dell’affidatario, la costruzione e la messa a disposizione a favore dell’Amministrazione aggiudicatrice di un’opera di proprietà privata destinata all’esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo. Si intende per messa a disposizione l’onere assunto a proprio rischio dall’affidatario di assicurare all’Amministrazione aggiudicatrice la costante fruibilità dell’opera. Il contratto è espressamente inserito tra i contratti di partenariato pubblicoprivato. L’Amministrazione, quale corrispettivo per la costruzione e messa a disposizione dell’opera, corrisponde all’affidatario un canone di utilizzazione. Le parti possono altresì prevedere, qualora sia convenuto il trasferimento del bene all’Amministrazione al termine del periodo di disponibilità, un contributo in corso d’opera, non superiore al 50% del costo di costruzione, nonché un prezzo di trasferimento corrispondente al valore di mercato residuo dell’opera. La spesa inerente all’asset realizzato mediante tale operazione può essere considerata fuori dal bilancio dell’Ente, poiché non dà luogo ad una forma di indebitamento, in considerazione della circostanza che il rischio di costruzione e quello di disponibilità sono allocati in capo al partner privato. Tuttavia, non avendo il legislatore previsto uno schema ben definito, il corretto inquadramento ai fini contabili di ciascuna operazione non può che scaturire da un’attenta valutazione, caso per caso, delle singole fattispecie. In particolare, l’esclusione dell’iscrizione in bilancio della spesa quale investimento, è legata alla corretta distribuzione dei rischi, cioè all’effettiva allocazione dei rischi di costruzione e di disponibilità in capo al contraente privato, non incidendo con il Patto di Stabilità. 72

Altra forma di partenariato pubblico-privato è dato dal project financing regolato dall’art. 152 e successivi del DLgs 163/2006 che si puo definire come uno strumento per la realizzazione di Opere Pubbliche senza oneri finanziari a carico della Pubblica Amministrazione trasferendo il rischio e la copertura finanziaria al promotore. Negli ultimi anni il quadro normativo ha subito notevoli cambiamenti rispetto al quadro iniziale, apportando modifiche anche sostanziali. Per esempio, sempre con lo spirito di incentivare il project financing, è garantita al promotore, qualora non dovesse essere l’aggiudicatario, la possibilità della prelazione; oppure lo strumento di project financing può essere inserito successivamente e solo dopo che l’Amministrazione lo ha approvato, nel programma triennale delle Opere Pubbliche ai sensi dell’art. 128 del DLgs 163/2006, e non ultima la possibilità di defiscalizzazione sancita dal CIPE di recente. Tale circostanza, tuttavia, sarà oggetto di approvazione finale da parte del prossimo govern. Per l’utilizzazione del project financing sono state emanate le linee guida per l’iter di finanziamento per le costruzioni UNI/TS 11453, che non sono vincolanti ma possono essere utili a sviluppare e ad incentivare l’utilizzo di siffatto strumento. Tutte le possibili forme di finanza alternativa sopra evidenziate devono comunque essere utilizzate a secondo del tipo di opera da realizzare, sostanzialmente distinte in tre categorie: opere fredde, tiepide e calde. Per opere fredde si intendono le opere che durante il corso di utilizzo non generano sostanziali rientri economici; sarà quindi necessario disporre, da parte dell’operatore pubblico, di coperture economiche per il pagamento dei canoni periodici. Lo strumento del leasing può

comunque essere applicato nella realizzazione di opere finalizzate ad erogare servizi di pubblica utilità senza tariffazione sull’utenza, ovvero con un livello di tariffazione talmente limitata che non consente di recuperare le somme occorrenti a pagare il “canone” e remunerare il capitale impiegato (ospedali, carceri, uffici pubblici, scuole, piazze, strade, caserme ecc.). Per opere tiepide, invece, si intendono quelle opere che, durante il corso di utilizzo, generano rientri economici non del tutto sufficienti a ripagare l’investimento iniziale e hanno bisogno di un parziale livello di contribuzione dal bilancio dell’Ente Pubblico (es: impianti termo-idraulici o elettrici per il risparmio energetico, pubblica illuminazione con regolazione dei flussi ecc.). Per opere calde, infine, si intendono le opere la cui gestione genera autonome risorse finanziarie in misura superiore o almeno sufficiente per ripagare, con gli introiti, i canoni e i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché il “prezzo di riscatto” nel corso di un determinato periodo di tempo. Lo scopo di questa disamina è quello di diffondere le varie possibilità per applicare detti strumenti mettendoli a confronto ed analizzarne i punti di forza e punti di debolezza per trovare una soluzione alternativa alla Spesa Pubblica e rilanciare contestualmente l’economia del Paese. Per approfondire Autori Vari “Il Leasing in Costruendo. Modalità applicative nel campo dei Lavori Pubblici”, Napoli 2011 DLgs 16 aprile 2006 n. 163 e smi “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” DLgs 22 gennaio 2004, n. 42 e smi “Codice dei Beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”

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LAVORI PUBBLICI

Modalità di affidamento e partecipazione alle gare per la progettazione esterna

La progettazione negli appalti pubblici

Pierfrancesco della Porta* Claudio Santarelli**

La partecipazione ad una gara pubblica per la cosiddetta progettazione esterna, e cioè quando le stazioni appaltanti preferiscano o non possano fare a meno di affidare a terzi le attività di progettazione (redazione del progetto preliminare, definitivo ed esecutivo) nonché lo svolgimento delle attività tecnico-amministrative a queste connesse, merita alcune precisazioni. Innanzitutto è opportuno rilevare che il Codice dei contratti pubblici (DLgs 163/2006, in avanti semplicemente “Codice”) fissa in 100.000,00 ` la soglia di rilievo per l’affidamento di questa tipologia di incarichi (progettazione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione e di collaudo), prevedendo che, per importi pari o superiori a questa soglia, si applichi la disciplina generale (Parte II, Titolo I e Titolo II), per cui le stazioni appaltanti possono utilizzare una procedura aperta, ristretta o negoziata, nei casi tassativamente previsti dalla Parte II, Titolo I del Codice. * Esperto di rapporti con la Pubblica Amministrazione e gli Enti pubblici italiani. Ha svolto attività di docenza, seminariale e formativa. È autore di articoli e volumi specialistici. Ha partecipato alla stesura di testi legislativi e regolamentari in materia di organizzazione amministrativa, centrali di committenza e strumenti di controllo della spesa pubblica www.studiolegaledellaporta.it. ** Collabora stabilmente con lo studio legale della Porta. Focalizzato nell’assistenza giudiziale di diritto amministrativo, cura approfondimenti e aggiornamenti anche in collaborazione con periodici e riviste di settore www.studiolegaledellaporta.it.

Al di sotto della soglia di rilievo, gli stessi appalti possono essere affidati: a) nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza (vale a dire secondo i principi generali dell’evidenza pubblica); b) secondo la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando; c) con un invito rivolto ad almeno cinque soggetti, se sussistono in tale numero aspiranti idonei. Nell’appalto di progettazione, oggetto del contratto è una prestazione professionale intesa ad un risultato, e cioè alla realizzazione di un progetto, per cui la procedura tende alla selezione del relativo progettista. Diversamente, la stazione appaltante può anche optare per altre tipologie di gara: si tratta degli istituti del concorso di progettazione e del concorso di idee (la cui procedura si conclude – in sostanza – con una compravendita di un prodotto dell’ingegno, e cioè di un progetto). Nel concorso di progettazione, con il pagamento del premio le stazioni

appaltanti acquistano la proprietà del progetto vincitore. Al vincitore del concorso, inoltre, ove in possesso dei requisiti previsti dal bando, possono essere poi affidati con procedura negoziata senza bando i successivi livelli di progettazione, sempre che tale possibilità e il relativo corrispettivo siano stabiliti nel bando stesso. Il concorso di idee, in termini generali, è finalizzato all’acquisizione di una proposta ideativa da remunerare con il riconoscimento di un premio. L’idea o le idee premiate sono acquisite in proprietà dalla stazione appaltante e, previa eventuale definizione degli assetti tecnici, possono essere poste a base di un concorso di progettazione o di un appalto di servizi di progettazione (alla cui procedura sono ammessi a partecipare i premiati, qualora in possesso dei relativi requisiti soggettivi). Con il concorso di idee, quindi, l’Amministrazione cerca di ottenere la migliore impostazione possibile per la problematica cui il progetto è chiamato a dare una risposta. Nella fase dell’eventuale concorso di progettazione (che può seguire il

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Lavori Pubblici concorso di idee), invece, i partecipanti non dovranno più valutare le varie ipotesi possibili – dal momento che la migliore è quella che ha appunto vinto il concorso – ma dovranno redigere un vero e proprio progetto sulla base della proposta ideativa vincitrice (si veda AVCP, determinazione 17 febbraio 2000, n. 3). Alle procedure illustrate si può partecipare, oltre che singolarmente, anche in diverse forme “associate”. In particolare, i soggetti abilitati sono, in termini molto generali: a) liberi professionisti singoli od associati; b) società di professionisti e società di ingegneria; c) prestatori di servizi di ingegneria ed architettura di cui alla categoria 12 dell’Alegato II A del Codice, stabiliti in altri Stati membri, costituiti conformemente alla legislazione vigente nei rispettivi Paesi; d) raggruppamenti temporanei; e) consorzi stabili di società di professionisti e di società di ingegneria, anche in forma mista, formati da non meno di tre consorziati che abbiano operato nel settore dei servizi di ingegneria e architettura, per un periodo di tempo non inferiore a cinque anni. Ciò che invece non risulta possibile è ricorrere al subappalto, fatta eccezione per le attività relative alle indagini geologiche, geotecniche e sismiche, a sondaggi, a rilievi, a misurazioni e picchettazioni, alla predisposizione di elaborati specialistici e di dettaglio, con l’esclusione delle relazioni geologiche, nonché per la sola redazione grafica degli elaborati progettuali. Una specifica disciplina è, infine, riservata dal legislatore alla progettazione nei contratti relativi ai beni culturali, nonché a quella nei contratti relativi a lavori per le infrastrutture strategiche ed insediamenti

74

produttivi: per entrambe le fattispecie il Codice e il Regolamento di attuazione (DPR 207/2010) dettano norme speciali. Fra i vari rilievi critici relativi alle varie tipologie procedurali sopra esposte, se ne propongono di seguito alcuni, utili a chi si accinge alla preparazione della gare. Nelle procedure di affidamento dell’incarico di progettazione sopra la soglia di rilevanza, è importante tenere a mente che la normativa impone alla stazione appaltante di indicare nel bando: UÊÊ«iÀÊ >Êprocedura aperta (e cioè quando non ci sono limiti alla partecipazione) il termine non inferiore a cinquantadue giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del bando, per la presentazione delle offerte; UÊÊ«iÀÊ >Êprocedura ristretta (vale a dire quando partecipa una short list di soggetti pre selezionati), il termine non inferiore a trentasette giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del bando, per la presentazione delle domande di partecipazione; UÊÊ«iÀÊ >Ê procedura negoziata (in linea generale, quei casi – ristretti e molto particolari in cui la PA contratta con il concorrente anche i termini generali dell’affidamento) con bando, il termine non inferiore a venti giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del bando, per la presentazione delle offerte. Per gli affidamenti sottosoglia, la giurisprudenza amministrativa ha precisato come, in base al principio di proporzionalità, la richiesta del possesso di requisiti minimi per la partecipazione alla procedura negoziata debba essere strettamente connessa alla tipologia ed all’importo dell’incarico, in quanto la richiesta di requisiti non proporzionali allo specifico appalto potrebbe comportare il pericolo di una indebita restrizione della concorrenza. Per i concorsi di progettazione ed

i concorsi di idee, le stazioni appaltanti valutano in via prioritaria l’opportunità di prevedere la presenza (necessaria, peraltro, negli appalti di progettazione soprasoglia), tra i firmatari della proposta, di almeno un cosiddetto “giovane professionista” (ossia un professionista laureato, abilitato da meno di cinque anni): in tal caso non va assolutamente dimenticato di verificare che la dichiarazione di partecipazione del giovane professionista venga dallo stesso sottoscritta. Per la giurisprudenza amministrativa, infatti, essa appare come l’unica forma giuridica per documentare la volontà di partecipazione del soggetto coinvolto (ancorché non associato) nel raggruppamento ai fini della gara. Con riguardo ai soggetti abilitati a partecipare a tutte le varie procedure oggetto di illustrazione, si evidenza infine come sia fatto divieto ai concorrenti di partecipare alla medesima gara in più di un raggruppamento temporaneo, ovvero di parteciparvi singolarmente e quali componenti di un raggruppamento temporaneo o di un consorzio stabile: ciò a pena di esclusione di entrambi i concorrenti interessati. Merita un’ultima considerazione, infine, anche il principio della preclusione, in capo agli affidatari degli incarichi di progettazione, della possibilità di partecipare agli appalti o alle concessioni di lavori pubblici, nonché eventuali subappalti o cottimi, per i quali abbiano svolto la suddetta attività di progettazione. Tale preclusione si estende ai soggetti controllati, controllanti o collegati (secondo quanto previsto dall’art. 2359 del Codice Civile) all’affidatario degli incarichi di progettazione, nonché ai dipendenti dell’affidatario dell’incarico di progettazione, ai suoi collaboratori nello svolgimento dell’incarico e ai loro dipendenti, nonché agli affidatari di attività di supporto alla progettazione e ai loro dipendenti.

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Osservatorio Prezzi Manodopera

I costi della Manodopera di tutte le Province d’Italia (*)

Nella rubrica “Osservatorio Prezzi” i dati retributivi di tutte le Province d’Italia, secondo l’Accordo Nazionale per il rinnovo del CCNL di categoria del 19 aprile 2010.

RILIEVO OTTOBRE 2013 PROVINCE

Agg.

4° livello

3° livello

2° livello

Aosta

mar. 13

27,34

25,94

24,16

21,79

Torino Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Verbania Vercelli

lug. 12 gen. 13 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 mar. 13

28,92 27,49 25,94 28,65 26,42 27,15 27,67 26,98

27,43 26,11 24,62 27,16 25,02 25,77 26,23 25,58

25,52 24,24 22,84 25,21 23,25 23,96 24,39 23,76

23,00 21,83 20,57 22,73 20,91 21,61 21,95 21,43

gen. 13 gen. 13 gen. 12 gen. 12

30,48 30,74 29,57 30,61

28,92 29,22 28,11 29,23

26,93 27,21 26,14 27,40

24,31 24,67 23,39 25,00

gen. 13 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 13 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12

31,66 31,49 30,83 29,58 31,01 30,15 31,66 30,39 30,27 30,84 30,35

30,11 29,93 29,28 28,13 29,42 28,67 30,11 28,83 28,78 29,31 28,82

28,10 27,87 27,29 26,19 27,36 26,69 28,10 26,79 26,79 27,33 26,83

25,42 25,18 24,65 23,68 24,90 24,10 25,42 24,19 24,24 24,75 24,25

Genova Savona Imperia La Spezia Milano Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Pavia Sondrio Varese

oltre 15 dip.

1° livello

(*) Costi non comprensivi di spese generali ed utili d’impresa.

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PREZZI, COSTI e DATI per costruire

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Osservatorio Prezzi Manodopera Agg.

4° livello

3° livello

2° livello

Venezia Belluno Padova Rovigo Treviso Verona Vicenza

PROVINCE

gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12

29,47 31,59 31,79 29,67 29,35 30,76

28,11 29,92 30,19 30,67 28,22 27,95 29,15

26,31 27,79 28,15 28,47 26,37 26,18 27,13

23,96 24,99 25,50 25,63 23,93 23,83 24,51

Bolzano Trento

gen. 12 gen. 12

32,02 30,88

30,16 30,24

27,87 27,99

24,74 25,04

Trieste Gorizia Pordenone Udine

gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 13

33,62 34,16 34,00 33,14

31,98 32,53 32,28 31,60

29,77 30,32 29,97 29,52

26,89 27,45 26,97 26,81

gen. 12

28,80 28,90 31,44 31,52 31,30 31,40 28,42 28,31 28,46 28,86 28,95 28,35 28,45 29,64

27,30 27,38 29,87 29,95 29,90 30,00 26,94 26,80 26,81 27,41 27,50 26,96 27,05 28,03

25,44 25,52 27,83 27,90 27,60 27,70 25,03 24,97 24,95 25,49 25,58 25,09 25,17 26,04

22,95 23,02 25,17 25,23 24,95 25,00 22,54 22,55 22,52 23,04 23,12 22,62 22,70 23,38

28,50 28,59 27,25 28,97 28,15 27,15 27,66 27,93 29,09 28,17 29,56

27,05 27,14 25,82 27,46 26,65 25,75 26,41 26,52 27,65 26,69 28,07

25,17 25,25 24,02 25,53 24,80 23,93 24,69 24,68 25,73 24,89 26,18

22,72 22,80 21,67 23,09 22,55 21,56 22,47 22,32 23,21 22,39 23,67

gen. 12 gen. 12

26,95 26,91 27,00

25,51 25,50 25,59

23,77 23,73 23,82

21,40 21,38 21,44

gen. 13 gen. 12 gen. 12 gen. 13

28,05 27,07 27,41 26,49 26,57

26,65 25,68 25,95 25,07 25,15

24,85 23,94 24,07 23,38 23,46

22,50 21,59 21,62 21,15 21,22

gen. 13

32,06 32,17

30,41 30,54

28,31 28,43

25,57 25,69

Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia

¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip.

¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip.

Rimini Firenze Arezzo Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena Perugia Terni

Ascoli Piceno Ancona Macerata Pesaro e Urbino

L’ Aquila**

gen. 12 gen. 12 gen. 13 gen. 13 gen. 12 gen. 13 gen. 12 gen. 12

¿QR GLS oltre 15 dip.

oltre 15 dip.

¿QR GLS oltre 15 dip.

¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip.

gen. 13 gen. 12 gen. 13 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 giu. 12 gen. 12 gen. 12

1° livello

(**) Costi non comprensivi di E.V.R. che sarà determinato entro il 31/12/2013 con conseguente conguaglio.

n. 5-2013

PREZZI, COSTI e DATI per costruire

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Osservatorio Prezzi Manodopera PROVINCE Pescara Chieti Teramo

¿QR GLS oltre 15 dip.

Roma (con ind. Mensa)

4° livello

3° livello

2° livello

31,65 31,64 29,83 29,92

30,05 30,02 28,28 28,37

27,99 27,94 26,30 26,38

1° livello 25,30 25,23 23,69 23,76

feb. 13

28,82 29,20

25,43 25,76 28,49 28,64 23,50 23,43 23,85 25,50

22,98 23,28 25,68 25,81 21,25 21,18 21,48 22,99

apr. 12 gen. 12

28,85

27,30 27,67 30,65 30,81 25,27 25,19 26,17 27,35

Campobasso Isernia

ott. 12 ott. 12

29,91 29,91

28,37 28,37

26,42 26,42

23,85 23,85

Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno

ott. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12

29,46 27,44 28,34 29,99

27,96 26,92 26,07 26,90 28,51

25,87 25,06 24,29 25,04 26,55

23,23 22,62 21,89 22,62 23,99

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

apr. 12 mag. 12 apr. 12 apr. 12 gen. 12

30,68 34,00 30,39 29,12 30,76

29,07 32,22 28,92 27,56 29,06

27,09 29,99 26,74 25,61 27,01

24,45 27,09 24,15 23,12 24,33

Potenza Matera

ott. 12 gen. 13

30,49

28,85 28,94

26,81 26,87

24,00 24,20

28,59 28,21 28,29 27,45 28,21 28,29 28,21 28,29

26,60 26,24 26,32 25,51 26,24 26,32 26,24 26,32

24,03 23,70 23,77 22,91 23,70 23,77 23,70 23,77

25,95 24,69 25,03 25,39 25,49 25,01 25,30 25,70 28,08

24,19 22,97 23,25 23,54 23,71 23,28 23,53 23,99 26,12

21,78 20,75 20,92 21,19 21,32 21,03 21,21 21,61 23,51

29,90 30,60 29,92 31,51

27,78 28,49 27,81 29,39

25,10 25,73 25,15 26,60

Frosinone Latina Rieti Viterbo

Reggio Calabria Catanzaro Cosenza Crotone Vibo Valentia

78

¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR D GLS oltre 6 dip.

Agg. gen. 12 apr. 12 gen. 12

oltre 15 dip.

¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip. ¿QR GLS oltre 15 dip.

gen. 12 gen. 12

gen. 12 gen. 13 feb. 12 gen. 13 gen. 13

Palermo Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Ragusa Siracusa Trapani

giu. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 12 gen. 13 gen. 12 nov. 12 gen. 13 gen. 12

Cagliari Nuoro Oristano Sassari

gen. 11 gen. 11 gen. 11 gen. 11

26,64 26,55

29,74 29,82 28,91 29,74 29,82 29,74 29,82 27,38 26,04 26,41 26,81 26,91 26,38 27,14 29,60

PREZZI, COSTI e DATI per costruire

n. 5-2013 Vai all'indice


1 JNQPSUBOUF k OPO QSFOEFSTJ USPQQP TVM TFSJP

n. 5-2013

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