Comics Factory Take Away 01

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MANCA UN NUMERO ALLA VOSTRA COLLEZIONE? Potete trovare le nostre riviste: a Verona: Fancity, via fama Star Shop, via filippini Edicola Camera Beatrice, via Cesari, 51 Libreria Pagina Dodici, Corte Sgarzarie, 6 a Cerea: Edicola Pettene, via XXV aprile a Desenzano Manicomix Via T. dal Molin 14 Desenzano del Garda, Italy, 25015

Copertina_finita.indd 1

ordinandolo via mail su cyranocomics@email.it presso la vostra fumetteria di fiducia, ordinandola tramite la rivista “Anteprima” di Pan Distribuzione o “Mega” di Alastor

09/05/2011 11.20.38

EDITORIALE Care lettrici e cari lettori di Comics Factory, ancora una volta il vostro Cyrano è lieto di accogliervi con un nuovo, caloroso benvenuto. Altro che cappa e spada! Ormai dobbiamo tutti tenere il passo di una società in cui anche la spada laser ha assunto un sapore un po’ rétrò. Le nuove tecnologie condizionano, sempre più marcatamente, il nostro modo di vivere ed anche le nuvole di carta devono adattarsi alla frenetica corsa verso l’ennesima, portentosa invenzione digitale. Sempre attenti a tutto ciò che li circonda, anche i valorosi guasconi della Cyrano Comics hanno perciò deciso di confezionare uno speciale numero di Comics Factory “ Take Away”, dedicato a chi ha più sintonia con gli schermi luminosi che con le pagine di carta. Per il nostro affiatato gruppo è il risultato dell’ennesima prova di versatilità e di ricerca creativa che ci caratterizza e ci consente di migliorare costantemente la qualità delle nostre pubblicazioni. Il fumetto è comunicazione ed era logico sentire il bisogno di avvicinarci ulteriormente al popolo del web con un nuovo numero zeppo di storie inedite, recensioni e racconti. Inoltre una piccola nota di pregio: tra le pagine di questo numero troverete anche il fumetto “UP”, fresco vincitore del “Komix Jam Contest”!! Insomma se anche state cercando di approfondire il vostro viaggio nel macrocosmo della rete, senza rinunciare al puro “style Cyrano”, questo è il fumetto che fa per voi e dunque non posso che augurarvi una buona lettura digitale!!! copertina: Michele

Direttore Responsabile Gianluca Umiliacchi Direttore Editoriale Responsabile Michele Avigo Impaginazione Silvia Brentegani

Vostro Cyrano

indice pag. 04 Questa è la mia vita di Seishin, Yu-chan, Krona^^ pag. 16 Una splendida serata di Elia Diliso pag. 22 Ombre e fiamme di Jacopo Bissoli pag. 28 The comic horror picture show di Isa pag. 30 E.A.T. di Luca Falesiedi pag. 39 Vocazione di Strupolo pag. 41 Up! di Lonewolf pag. 81 Recensioni pop-filosofiche di Luca Cremonesi

Comics Factory Take Away Supplemento a Il Resto del Volontariato Periodico a cura di Fanzine Italiane Associazione di Promozione Sociale Registrato presso il Tribunale di Forlì n. 29/07 del 29/10/2007

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza l’autorizzazione dell’Editore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti. L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’Editore, manlevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni provenienti da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti. Per informazioni:

email: info@cyranocomics.org 3 www.cyranocomics.com

Seishin, Yu-chan e Krona^^ 4


MANCA UN NUMERO ALLA VOSTRA COLLEZIONE? Potete trovare le nostre riviste: a Verona: Fancity, via fama Star Shop, via filippini Edicola Camera Beatrice, via Cesari, 51 Libreria Pagina Dodici, Corte Sgarzarie, 6 a Cerea: Edicola Pettene, via XXV aprile a Desenzano Manicomix Via T. dal Molin 14 Desenzano del Garda, Italy, 25015

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EDITORIALE Care lettrici e cari lettori di Comics Factory, ancora una volta il vostro Cyrano è lieto di accogliervi con un nuovo, caloroso benvenuto. Altro che cappa e spada! Ormai dobbiamo tutti tenere il passo di una società in cui anche la spada laser ha assunto un sapore un po’ rétrò. Le nuove tecnologie condizionano, sempre più marcatamente, il nostro modo di vivere ed anche le nuvole di carta devono adattarsi alla frenetica corsa verso l’ennesima, portentosa invenzione digitale. Sempre attenti a tutto ciò che li circonda, anche i valorosi guasconi della Cyrano Comics hanno perciò deciso di confezionare uno speciale numero di Comics Factory “ Take Away”, dedicato a chi ha più sintonia con gli schermi luminosi che con le pagine di carta. Per il nostro affiatato gruppo è il risultato dell’ennesima prova di versatilità e di ricerca creativa che ci caratterizza e ci consente di migliorare costantemente la qualità delle nostre pubblicazioni. Il fumetto è comunicazione ed era logico sentire il bisogno di avvicinarci ulteriormente al popolo del web con un nuovo numero zeppo di storie inedite, recensioni e racconti. Inoltre una piccola nota di pregio: tra le pagine di questo numero troverete anche il fumetto “UP”, fresco vincitore del “Komix Jam Contest”!! Insomma se anche state cercando di approfondire il vostro viaggio nel macrocosmo della rete, senza rinunciare al puro “style Cyrano”, questo è il fumetto che fa per voi e dunque non posso che augurarvi una buona lettura digitale!!! copertina: Michele

Direttore Responsabile Gianluca Umiliacchi Direttore Editoriale Responsabile Michele Avigo Impaginazione Silvia Brentegani

Vostro Cyrano

indice pag. 04 Questa è la mia vita di Seishin, Yu-chan, Krona^^ pag. 16 Una splendida serata di Elia Diliso pag. 22 Ombre e fiamme di Jacopo Bissoli pag. 28 The comic horror picture show di Isa pag. 30 E.A.T. di Luca Falesiedi pag. 39 Vocazione di Strupolo pag. 41 Up! di Lonewolf pag. 81 Recensioni pop-filosofiche di Luca Cremonesi

Comics Factory Take Away Supplemento a Il Resto del Volontariato Periodico a cura di Fanzine Italiane Associazione di Promozione Sociale Registrato presso il Tribunale di Forlì n. 29/07 del 29/10/2007

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email: info@cyranocomics.org 3 www.cyranocomics.com

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CYRANO COMICS PRESENTA:

IL SECONDO IMPERDIBILE VOLUME DI...

Vicky è tornata! In questa nuova avventura la ragazza lascia la sua vita di sempre, cambiando città, scuola, amici. Ma ancora non sa che quella che cambierà davvero sarà lei… Vicky - AcidoAcida 1: 21×25, spillato, 40 pp., b/n - 3,50€ Vicky - AcidoAcida 2: 21×25, brossurato, 60 pp., b/n - 4,50€

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IL SECONDO IMPERDIBILE VOLUME DI...

Vicky è tornata! In questa nuova avventura la ragazza lascia la sua vita di sempre, cambiando città, scuola, amici. Ma ancora non sa che quella che cambierà davvero sarà lei… Vicky - AcidoAcida 1: 21×25, spillato, 40 pp., b/n - 3,50€ Vicky - AcidoAcida 2: 21×25, brossurato, 60 pp., b/n - 4,50€

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DOVE ACQUISTARE I NOSTRI FUMETTI ?

-direttamente agli stand della CyranoComics alle maggiori fiere del fumetto (Lucca Comics, Mantova Comics, Cartoomics etc). -ordinando via mail a cyranocomics@email.it. Spedite una mail con l’ordine, riceverete gli estremi per il pagamento che potrà essere effettuato tramite bonifico bancario (preferibile), Postepay o PayPal. -presso tutte le fumetterie, ordinando tramite le riviste “Anteprima” di Pan Distribuzione e “Mega” di Alastor. -a Verona, nelle fumetterie Fan City (via Fama), Star Shop (via Filippini) e Atmosfera Fumetto (via Unità d’Italia).

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DOVE ACQUISTARE I NOSTRI FUMETTI ?

-direttamente agli stand della CyranoComics alle maggiori fiere del fumetto (Lucca Comics, Mantova Comics, Cartoomics etc). -ordinando via mail a cyranocomics@email.it. Spedite una mail con l’ordine, riceverete gli estremi per il pagamento che potrà essere effettuato tramite bonifico bancario (preferibile), Postepay o PayPal. -presso tutte le fumetterie, ordinando tramite le riviste “Anteprima” di Pan Distribuzione e “Mega” di Alastor. -a Verona, nelle fumetterie Fan City (via Fama), Star Shop (via Filippini) e Atmosfera Fumetto (via Unità d’Italia).

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... e sono prontti per la prossima batttaglia! I rintocchi della Campana dell’Infern no hanno spalanc cato le porte dell’Ade. Innumerevoli e potentissimi cosmi si riversano sulla nostra Terra: Cavalieri la cui fama su upera lo spazio e il tem mpo, ma anche oscuri comprima ari tornano a solcare i campi di battaglia fronteggiando i seguaci della Dea della Giustizia, perchÊ i nuovi aedi possano narra are le storie dei Santi di Atene.

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... e sono prontti per la prossima batttaglia! I rintocchi della Campana dell’Infern no hanno spalanc cato le porte dell’Ade. Innumerevoli e potentissimi cosmi si riversano sulla nostra Terra: Cavalieri la cui fama su upera lo spazio e il tem mpo, ma anche oscuri comprima ari tornano a solcare i campi di battaglia fronteggiando i seguaci della Dea della Giustizia, perchÊ i nuovi aedi possano narra are le storie dei Santi di Atene.

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Ars Regia - vol. 1 di E. Bettanin, Suri e Ne ebbioso 14 4.5 5x21, Incollato, 80 pp, colori e b/n, Euro 5,90 37

Ci hanno abituato a maghi inglesi, tutti presi con le loro cerimonie, i loro obiettivi e il loro principi inamovibili: onore, rettitudine e fratellanza. Provate ora a immaginare se una scuola di magia fosse fondata in Italia. Seriamente: pensate davvero che l’alunno medio possa far proprie le stesse forze motrici? O credete piuttosto che la butterebbe inevitabilmente a sesso, droga e fancazzismo? Se avete solo il minimo dubbio o se la vostra certezza vi fa giĂ ridere sottecchi, vi invitiamo a seguire le avventure degli alunni della Scuola Professionale di Magia di Porco Rosso, narrate da Enrico Bettanin, dalla Suri e Nebbioso vincitori del Premio Via Roma 33 Cafè 2011. 38


Ars Regia - vol. 1 di E. Bettanin, Suri e Ne ebbioso 14 4.5 5x21, Incollato, 80 pp, colori e b/n, Euro 5,90 37

Ci hanno abituato a maghi inglesi, tutti presi con le loro cerimonie, i loro obiettivi e il loro principi inamovibili: onore, rettitudine e fratellanza. Provate ora a immaginare se una scuola di magia fosse fondata in Italia. Seriamente: pensate davvero che l’alunno medio possa far proprie le stesse forze motrici? O credete piuttosto che la butterebbe inevitabilmente a sesso, droga e fancazzismo? Se avete solo il minimo dubbio o se la vostra certezza vi fa giĂ ridere sottecchi, vi invitiamo a seguire le avventure degli alunni della Scuola Professionale di Magia di Porco Rosso, narrate da Enrico Bettanin, dalla Suri e Nebbioso vincitori del Premio Via Roma 33 Cafè 2011. 38


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A CURA DELLA REDAZIONE DI KOMIXJAM

Komixjam.it è un portale sul web aperto a vari argomenti inerenti a quattro settori ben definiti: manga e anime, Giappone, fumetti e cartoons ed infine cinema e videogames. La storia del sito parte da un piccolo gruppo di amici che nel 2007 decidono di fondare con molta fatica e non senza sacrifici un blog tematico sui manga e comics, l’intento iniziale era quello di fare informazione, sperando che il duro lavoro ricompensasse i loro sforzi. Come in ogni buona storia, ci furono scontri, dibattiti e molti dubbi ma in poco tempo il lavoro di squadra diede ragione ai ragazzi: gli orizzonti si allargarono, l’utenza si fece sempre più corposa ed i collaboratori aumentarono. A causa e per merito del numero di utenti in continua crescita, si rese necessario l’inglobamento di un forum che potesse ospitare nel modo più comodo ed efficace le discussioni di ogni appassionato. Si creò così la prima vera e propria community di Komixjam, sempre frizzante e carica di idee, sincero motivo di orgoglio per lo staff e che pian piano impararono a conoscere e a chiamare “amici”. Ed è proprio da qui che nasce il Komixjam Manga Project, su pro41

posta di un gruppo di utenti con la passione per il disegno. Questo tipo di competizione si distingue essenzialmente per due aspetti: i termini di scadenza e l’assoluta libertà di ideazione e sviluppo. Per quanto riguarda la libertà, gli utenti sono liberi di utilizzare lo stile che più gli si addice creando una storia originale sia nei contenuti che nel genere. I termini di scadenza rappresentano la vera difficoltà del contest, in quanto obbliga i partecipanti a preparare, realizzare e completare il proprio progetto in un periodo di tempo ben delimitato, imitando così le regole di mercato dei titoli/autori ben più famosi e conosciuti. Le poche regole previste per il contest riguardano la resa finale del prodotto: uso di un tratto a penna o inchiostrato e l’utilizzo di un software per la realizzazione dei dialoghi. Inizialmente pensato per ospitare un paio di scadenze, il contest si concretizza offrendo agli autori ben quattro date: in Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Grazie alla piattaforma blog Komixjam offre un’iniziale “rampa di lancio” al progetto pubblicizzando l’iniziativa e presentando i capitoli preparati. La prima sfida, avvenuta nella Primavera del 2011 offre al vinci-

tore oltre ad un riconoscimento, due recensioni del proprio lavoro provenienti da esponenti del settore fumetto edito da Panini. I due editor permettono così alla gara di avere una qualità ulteriore. Nella successiva edizione estiva il numero dei concorrenti finali in gara raddoppia, offrendo ancor più varietà di scelta. Dopo le selezioni, viene proclamato un nuovo vincitore per l’edizione estiva, il quale riceve gli utili consigli da parte degli editor della Panini Comics e l’opportunità di essere valutato dalla casa editrice veronese Cyrano Comics. È proprio grazie a questa realtà italiana del fumetto che il Komixjam Manga Project si consacra a nuova opportunità per i giovani autori italiani del manga e non solo. Un’irrinunciabile opportunità per tutti gli appassionati del disegno in cerca di un po’ di visibilità o comunque desiderosi di misurarsi. Grazie alla preziosa collaborazione con la Cyrano Comics infatti i concorrenti che risulteranno vincitori alle sfide stagionali o che risultassero apprezzabili per gli editori incaricati delle recensioni saranno considerati per una collaborazione sulla loro testata storica “Comics Factory” nella quale un autore, o un team di autori, si cimenterebbero nella realizzazione di una storia a tema. Ed ora una breve pre42

sentazione del vincitore della prima edizione del concorso: Mi chiamo Andrea Bodino, in arte Lonewolf, ho 18 anni appena compiuti, sono nato a Cuneo e frequento l’ultimo anno del Liceo Artistico. Amo disegnare fin da quando ero piccolo tanto che tra tutti i regali che ricevevo a Natale o per il mio compleanno i miei preferiti erano i pennarelli e le matite. Ho iniziato a disegnare fumetti 5 anni fa, e quando incontrai in prima liceo un altro ragazzo che condivideva con me questa passione non ho più smesso. Oltre a disegnare amo il calcio, lo sport in generale e da buon italiano la pizza. Ascolto musica pop e rock, mi piacciono molto le band e amo anche molto… la cioccolata! Sono davvero soddisfatto per la pubblicazione su una rivista di Cyrano e spero di potermi migliorare sempre più.


A CURA DELLA REDAZIONE DI KOMIXJAM

Komixjam.it è un portale sul web aperto a vari argomenti inerenti a quattro settori ben definiti: manga e anime, Giappone, fumetti e cartoons ed infine cinema e videogames. La storia del sito parte da un piccolo gruppo di amici che nel 2007 decidono di fondare con molta fatica e non senza sacrifici un blog tematico sui manga e comics, l’intento iniziale era quello di fare informazione, sperando che il duro lavoro ricompensasse i loro sforzi. Come in ogni buona storia, ci furono scontri, dibattiti e molti dubbi ma in poco tempo il lavoro di squadra diede ragione ai ragazzi: gli orizzonti si allargarono, l’utenza si fece sempre più corposa ed i collaboratori aumentarono. A causa e per merito del numero di utenti in continua crescita, si rese necessario l’inglobamento di un forum che potesse ospitare nel modo più comodo ed efficace le discussioni di ogni appassionato. Si creò così la prima vera e propria community di Komixjam, sempre frizzante e carica di idee, sincero motivo di orgoglio per lo staff e che pian piano impararono a conoscere e a chiamare “amici”. Ed è proprio da qui che nasce il Komixjam Manga Project, su pro41

posta di un gruppo di utenti con la passione per il disegno. Questo tipo di competizione si distingue essenzialmente per due aspetti: i termini di scadenza e l’assoluta libertà di ideazione e sviluppo. Per quanto riguarda la libertà, gli utenti sono liberi di utilizzare lo stile che più gli si addice creando una storia originale sia nei contenuti che nel genere. I termini di scadenza rappresentano la vera difficoltà del contest, in quanto obbliga i partecipanti a preparare, realizzare e completare il proprio progetto in un periodo di tempo ben delimitato, imitando così le regole di mercato dei titoli/autori ben più famosi e conosciuti. Le poche regole previste per il contest riguardano la resa finale del prodotto: uso di un tratto a penna o inchiostrato e l’utilizzo di un software per la realizzazione dei dialoghi. Inizialmente pensato per ospitare un paio di scadenze, il contest si concretizza offrendo agli autori ben quattro date: in Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Grazie alla piattaforma blog Komixjam offre un’iniziale “rampa di lancio” al progetto pubblicizzando l’iniziativa e presentando i capitoli preparati. La prima sfida, avvenuta nella Primavera del 2011 offre al vinci-

tore oltre ad un riconoscimento, due recensioni del proprio lavoro provenienti da esponenti del settore fumetto edito da Panini. I due editor permettono così alla gara di avere una qualità ulteriore. Nella successiva edizione estiva il numero dei concorrenti finali in gara raddoppia, offrendo ancor più varietà di scelta. Dopo le selezioni, viene proclamato un nuovo vincitore per l’edizione estiva, il quale riceve gli utili consigli da parte degli editor della Panini Comics e l’opportunità di essere valutato dalla casa editrice veronese Cyrano Comics. È proprio grazie a questa realtà italiana del fumetto che il Komixjam Manga Project si consacra a nuova opportunità per i giovani autori italiani del manga e non solo. Un’irrinunciabile opportunità per tutti gli appassionati del disegno in cerca di un po’ di visibilità o comunque desiderosi di misurarsi. Grazie alla preziosa collaborazione con la Cyrano Comics infatti i concorrenti che risulteranno vincitori alle sfide stagionali o che risultassero apprezzabili per gli editori incaricati delle recensioni saranno considerati per una collaborazione sulla loro testata storica “Comics Factory” nella quale un autore, o un team di autori, si cimenterebbero nella realizzazione di una storia a tema. Ed ora una breve pre42

sentazione del vincitore della prima edizione del concorso: Mi chiamo Andrea Bodino, in arte Lonewolf, ho 18 anni appena compiuti, sono nato a Cuneo e frequento l’ultimo anno del Liceo Artistico. Amo disegnare fin da quando ero piccolo tanto che tra tutti i regali che ricevevo a Natale o per il mio compleanno i miei preferiti erano i pennarelli e le matite. Ho iniziato a disegnare fumetti 5 anni fa, e quando incontrai in prima liceo un altro ragazzo che condivideva con me questa passione non ho più smesso. Oltre a disegnare amo il calcio, lo sport in generale e da buon italiano la pizza. Ascolto musica pop e rock, mi piacciono molto le band e amo anche molto… la cioccolata! Sono davvero soddisfatto per la pubblicazione su una rivista di Cyrano e spero di potermi migliorare sempre più.




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RECENSIONI POP FILOSOFICHE

DYLAN DOG 300 E IL TEX DI MAGNUS IN VERSIONE DELUXE

A CURA DI LUCA CREMONESI

Non mi spiace affatto rischiare di cadere nel banale trattando, questa volta, di Tex e di Dylan Dog, i grandi classici made in Bonelli. Prima di tutto perché, come insegna Calvino, parlare dei classici è occuparsi di qualcuno che ha qualcosa da dire in ogni epoca; inoltre perché questo fine agosto 2011 è un mese particolare per i due veterani della Bonelli; terzo perché, a mio modo di vedere, tutti siamo loro figli (e vedremo il perché); quarto, perché Tex e Dylan Dog hanno molti tratti in comune, ma uno sopra tutti, ed è l’oggetto di questo scritto, dell’omaggio che è giusto rendere a questi due vecchi del d italiano. ffumetto Di carne al fuoco, D insomma, ce n’è molta, vediamo di sviscerare il tutto senza dilungarci più del dovuto. Tex mensile è ormai oltre i 600 numeri, un record che sarà difficilmente raggiungibile in un panorama italiano (intendo di produzioni made in Italy ovviamente) che ormai premia solo le miniserie e vede sopravvivere solamente giganti del calibro di Alan Ford, Diabolik, Zagor, Martin Mystère, Nathan Never, Dago e Dylan Dog. L’indagatore dell’incubo ha raggiunto quota 300 con un albo a colori scritto da Pasquale Ruju per i disegni (splendidi, un’opera d’arte vera…) di Angelo Stano, disegnatore che ha firmato Dylan Dog con il contagocce 81

(uno più bello dell’altro, ma anche uno più memorabile dell’altro… rileggetevi, per esempio, “Storia di Nessuno”, n. 43, e ditemi voi…). Sclavi, purtroppo, ormai si è defilato dalla serie, come dichiara lui stesso nella rubrica di posta (ma anche nella scarna intervista su XL di Luglio 2011), forse tornerà a scrivere Dylan Dog, forse tornerà a scrivere in generale… chissà… un fatto è certo... le sue storie sono ormai un classico, inutile dirlo, ma sono anche quelle che hanno reso Dylan Dog degno della fama che ha (i primi 60 numeri della serie sono davvero dei preziosi gioielli post-moderni, ma anche pop, per tutto…). Peccato, perché il tocco di Sclavi è davvero unico per Dylan, ma anche per la letteratura di genere (di certo non un caposcuola, ma le sue storie claustrofobiche sono davvero molto interessanti… si veda “Nero”, ma anche “Tre” e “Apocalisse”, per non parlare di “Dellamore Dellamorte”, a mio avviso i migliori in assoluto). Tex, rispetto a Dylan Dog, è figlio di un’altra Italia, di un’altra epoca… fra i giovani è di certo il fumetto meno letto (anche se, va detto, eppur qualcosa si muove… lento, ma si muove…), ma è insindacabilmente figlio di altri tempi. Si può dire la stessa cosa di Dylan Dog, che esce 25 anni fa, e cioè nel 1986. Ed ecco cosa hanno in comune i due personaggi (cosa che, pur se più vecchio, Martin Mystère, non ha mai avuto): l’essere figli entrambi di un’altra Italia, ma esserlo in un momento di passaggio e, quindi, aver saputo leggere e interpretare quello che c’era in atto, ed aver letto in anticipo quello che stava

accadendo. Non è cosa da poco. Molte miniserie attuali (sia Bonelli che prodotte dalla Star Comics, casa editrice che ha il pregio di provarci, ma con storie light e di poco spessore) non riescono in nessuna di queste direzioni. Un esempio può chiarire: chi legge le miniserie attuali si ritrova come l’umanità di Falling Skies, e cioè persa davanti a un gigante – la crisi creativa (ma non solo) attuale che regna in Italia – che è ed appare sempre sopra di noi senza mai di fatto essere troppo in vista. Un coperchio, che pesa, come un cielo terso (ricordate? Era lo spleeen…). Tex e Dylan, dunque, sono nati e cresciuti in due italie diverse, ma uguali per un fatto: erano momenti di passaggio cruciali e i due personaggi sono stati in grado di interpretare quello che c’era (stato) – la Seconda Guerra e la fase di ricostruzione, per Tex; il clou dell’edonismo a seguito della fine degli anni ’70, gli anni dell’impegno e dei diritti civili, comunemente svalutati nell’accezione di “Anni di Piombo”, per Dylan Dog. Non solo, entrambi hanno declinato tutto quanto detto prima, ma sono stati in grado di dirci in modo puntuale quello che sarebbe accaduto dopo: la voglia di ricominciare e la ricerca dell’avventura nella sfida con tutto e con tutti, per Tex; mentre per Dylan Dog l’incubo della frenesia della civiltà dei consumi, ma anche l’incubo dell’edonismo sfrenato, fenomeni che stavano celebrando e costruendo l’isolamento del singolo, l’uomo (e la donna) lasciato solo con le sue ansie, paure e incubi, appunto… Tex e Dylan non sono stati profeti di nulla – sia chiaro – ma semplici catalizzatori in grado di assorbire 82

quanto c’era nella loro società e declinare quanto stava accadendo nell’immediato futuro alla luce, ben inteso, di quello che era in atto. Non è cosa da poco, se consideriamo che entrambi sono prodotti da edicola, cultura di massa quindi, con cadenza mensile (ma dati gli special e le ristampe si può dire che sono ormai settimanali) che ancora oggi, dopo oltre 60 anni per Tex, e 25 per Dylan, vendono con cifre davvero incredibili, oltre ad aver fidelizzato pubblico e conquistato, con costanza, nuove generazioni. Ecco perché, dunque, siamo un poco tutti figli, come consumatori di fumetti (ma non solo) di questi due, al di là che ne siamo lettori. Anzi, oserei dire con certezza – dato che ho vissuto in diretta in fenomeno Dylan Dog – che tutto il grande fermento attuale è nato grazie a Dylan Dog di sicuro, ma anche grazie agli albori nelle famose (e rarissime) ‘striscette’ di Tex. Tex è il primo o arcaico, Dylan n quello moderno, o, pur se ora, come e è noto, è prassi,i, senza se e senza a ma, ripudiare e costantemente il padre, e non solo o nel fumetto… La celebrazione e dei personaggi in n questione, dunnque, è nei due albi davvero speciali che sono appena usciti. Per la verità, uno di questi non è una novità, anzi, è ormai storia perché si tratta di una vera pietra miliare non solo per Tex, ma per il fumetto in generale: mi riferisco all’albo “La valle del terrore”, albo speciale n. 9, uscito nel giugno del 1996, nella collana “Texoni”. Perché? Bhe, non credo serva dirlo...


RECENSIONI POP FILOSOFICHE

DYLAN DOG 300 E IL TEX DI MAGNUS IN VERSIONE DELUXE

A CURA DI LUCA CREMONESI

Non mi spiace affatto rischiare di cadere nel banale trattando, questa volta, di Tex e di Dylan Dog, i grandi classici made in Bonelli. Prima di tutto perché, come insegna Calvino, parlare dei classici è occuparsi di qualcuno che ha qualcosa da dire in ogni epoca; inoltre perché questo fine agosto 2011 è un mese particolare per i due veterani della Bonelli; terzo perché, a mio modo di vedere, tutti siamo loro figli (e vedremo il perché); quarto, perché Tex e Dylan Dog hanno molti tratti in comune, ma uno sopra tutti, ed è l’oggetto di questo scritto, dell’omaggio che è giusto rendere a questi due vecchi del d italiano. ffumetto Di carne al fuoco, D insomma, ce n’è molta, vediamo di sviscerare il tutto senza dilungarci più del dovuto. Tex mensile è ormai oltre i 600 numeri, un record che sarà difficilmente raggiungibile in un panorama italiano (intendo di produzioni made in Italy ovviamente) che ormai premia solo le miniserie e vede sopravvivere solamente giganti del calibro di Alan Ford, Diabolik, Zagor, Martin Mystère, Nathan Never, Dago e Dylan Dog. L’indagatore dell’incubo ha raggiunto quota 300 con un albo a colori scritto da Pasquale Ruju per i disegni (splendidi, un’opera d’arte vera…) di Angelo Stano, disegnatore che ha firmato Dylan Dog con il contagocce 81

(uno più bello dell’altro, ma anche uno più memorabile dell’altro… rileggetevi, per esempio, “Storia di Nessuno”, n. 43, e ditemi voi…). Sclavi, purtroppo, ormai si è defilato dalla serie, come dichiara lui stesso nella rubrica di posta (ma anche nella scarna intervista su XL di Luglio 2011), forse tornerà a scrivere Dylan Dog, forse tornerà a scrivere in generale… chissà… un fatto è certo... le sue storie sono ormai un classico, inutile dirlo, ma sono anche quelle che hanno reso Dylan Dog degno della fama che ha (i primi 60 numeri della serie sono davvero dei preziosi gioielli post-moderni, ma anche pop, per tutto…). Peccato, perché il tocco di Sclavi è davvero unico per Dylan, ma anche per la letteratura di genere (di certo non un caposcuola, ma le sue storie claustrofobiche sono davvero molto interessanti… si veda “Nero”, ma anche “Tre” e “Apocalisse”, per non parlare di “Dellamore Dellamorte”, a mio avviso i migliori in assoluto). Tex, rispetto a Dylan Dog, è figlio di un’altra Italia, di un’altra epoca… fra i giovani è di certo il fumetto meno letto (anche se, va detto, eppur qualcosa si muove… lento, ma si muove…), ma è insindacabilmente figlio di altri tempi. Si può dire la stessa cosa di Dylan Dog, che esce 25 anni fa, e cioè nel 1986. Ed ecco cosa hanno in comune i due personaggi (cosa che, pur se più vecchio, Martin Mystère, non ha mai avuto): l’essere figli entrambi di un’altra Italia, ma esserlo in un momento di passaggio e, quindi, aver saputo leggere e interpretare quello che c’era in atto, ed aver letto in anticipo quello che stava

accadendo. Non è cosa da poco. Molte miniserie attuali (sia Bonelli che prodotte dalla Star Comics, casa editrice che ha il pregio di provarci, ma con storie light e di poco spessore) non riescono in nessuna di queste direzioni. Un esempio può chiarire: chi legge le miniserie attuali si ritrova come l’umanità di Falling Skies, e cioè persa davanti a un gigante – la crisi creativa (ma non solo) attuale che regna in Italia – che è ed appare sempre sopra di noi senza mai di fatto essere troppo in vista. Un coperchio, che pesa, come un cielo terso (ricordate? Era lo spleeen…). Tex e Dylan, dunque, sono nati e cresciuti in due italie diverse, ma uguali per un fatto: erano momenti di passaggio cruciali e i due personaggi sono stati in grado di interpretare quello che c’era (stato) – la Seconda Guerra e la fase di ricostruzione, per Tex; il clou dell’edonismo a seguito della fine degli anni ’70, gli anni dell’impegno e dei diritti civili, comunemente svalutati nell’accezione di “Anni di Piombo”, per Dylan Dog. Non solo, entrambi hanno declinato tutto quanto detto prima, ma sono stati in grado di dirci in modo puntuale quello che sarebbe accaduto dopo: la voglia di ricominciare e la ricerca dell’avventura nella sfida con tutto e con tutti, per Tex; mentre per Dylan Dog l’incubo della frenesia della civiltà dei consumi, ma anche l’incubo dell’edonismo sfrenato, fenomeni che stavano celebrando e costruendo l’isolamento del singolo, l’uomo (e la donna) lasciato solo con le sue ansie, paure e incubi, appunto… Tex e Dylan non sono stati profeti di nulla – sia chiaro – ma semplici catalizzatori in grado di assorbire 82

quanto c’era nella loro società e declinare quanto stava accadendo nell’immediato futuro alla luce, ben inteso, di quello che era in atto. Non è cosa da poco, se consideriamo che entrambi sono prodotti da edicola, cultura di massa quindi, con cadenza mensile (ma dati gli special e le ristampe si può dire che sono ormai settimanali) che ancora oggi, dopo oltre 60 anni per Tex, e 25 per Dylan, vendono con cifre davvero incredibili, oltre ad aver fidelizzato pubblico e conquistato, con costanza, nuove generazioni. Ecco perché, dunque, siamo un poco tutti figli, come consumatori di fumetti (ma non solo) di questi due, al di là che ne siamo lettori. Anzi, oserei dire con certezza – dato che ho vissuto in diretta in fenomeno Dylan Dog – che tutto il grande fermento attuale è nato grazie a Dylan Dog di sicuro, ma anche grazie agli albori nelle famose (e rarissime) ‘striscette’ di Tex. Tex è il primo o arcaico, Dylan n quello moderno, o, pur se ora, come e è noto, è prassi,i, senza se e senza a ma, ripudiare e costantemente il padre, e non solo o nel fumetto… La celebrazione e dei personaggi in n questione, dunnque, è nei due albi davvero speciali che sono appena usciti. Per la verità, uno di questi non è una novità, anzi, è ormai storia perché si tratta di una vera pietra miliare non solo per Tex, ma per il fumetto in generale: mi riferisco all’albo “La valle del terrore”, albo speciale n. 9, uscito nel giugno del 1996, nella collana “Texoni”. Perché? Bhe, non credo serva dirlo...


è il Tex di Magnus! Opera d’arte è la giusta definizione, pur se sappiamo che ormai si definisce tale troppa roba (tutti prodotti che ne usurpano il senso, in questo caso invece nulla è rubato, anzi…): otto anni di lavoro, maniacale, al limite della paranoia creativa, un tratto e un disegno che resteranno nella storia, un’opera incredibile. Non è disegno, non è illustrazione… ha ragione Antonio d’Orrico sul magazine del Corriere della Sera, è miniatura. Magnus ha realizzato un’opera speciale: ha a miniato Tex, come si faceva neglii antichi messali in incunabolo. Rizzolii Lizard ha deciso di ristampare ill volume con un apparato, magnifico,, di disegni inediti, bozze di lavoro o e altro materiale che racconta la a genesi del testamento di Raviola a (Magnus), che muore pochi giornii dopo aver consegnato a Bonellii in persona le sue ultime tavole. Su u quest’opera è stato scritto di tutto o e di più: in Francia è in commercio o un’edizione con la copertina in n pelle (e i cugini manco sanno chii sia Tex), presto, per il quotidiano o La Repubblica, uscirà la versione a colori (spero vivamente di no, e che quel Tex sia l’unico senza colore… non lo meritano, il colore, quelle 83

tavole, perché sono già, di fatto, colorate per la cura maniacale del bianco nero, sarebbe il primo caso in cui il colore fa perdere corpo e intensità a un’opera). Ne esiste, poi, un’edizione, ormai introvabile, di grande formato, che rende ancora più giustizia al lavoro di Magnus. A tutto questo si aggiunga la bella storia scritta da Claudio Nizzi, erede di Bonelli padre, da anni al timone di Tex (dopo aver realizzato una serie straordinaria come era Nick Raider, sempre made in Bonelli). Ma questo Tex è speciale per i disegni di Magnus e l’edizione cartonata della Rizzoli Lizard è un ottimo modo per conoscere, apprezzare, o anche semplicemente per ritrovare questo capolavoro. Vi segnalo le tavole finali con la pioggia, modifica che

Magnus stesso fece apportare alla sceneggiatura di Nizzi, provate con la lente di ingrandimento a trovare una sbavatura, ma anche solo un

particolare trascurato… guardate i mattoni, ma anche le foglie degli alberi... per non parlare del cammeo finale, ultima tavola, sulla sinistra: lo stesso Magnus saluta con il cappello in mano. È cosa nota che Magnus fosse solito mettersi nelle sue storie (lo stesso BOB Rock del gruppo T.N.T è a sua immagine e somiglianza), ma qui, quel saluto, ha vari significati: ora Tex è davvero maturo per essere non solo opera da edicola, ora Magnus se ne poteva davvero andare e salutare lettori e il “suo” Tex avrebbe cambiato per sempre la storia del personaggio, ora era giusto salutare tutti e diventare “storia del fumetto”, e così, purtroppo, è stato. Veniamo al numero 300 di Dylan, un volume inedito questa volta, in edicola da fine agosto. Come tradizione vuole in casa Bonelli è un albo a colori disegnato da Angelo Stano che, come il buon vino, più passa il tempo e più migliora. Anche in questo non si tratta più di disegno, ma di pittura. Chi ha visto le tavole – pur se non ama quello stile – non può non riconoscere la cura delle medesime, ma anche lo stile che si richiama, come è noto, all’arte di Egon Schiele. Queste tavole sono arte pittorica, non illustrazione, e anche in questo caso siamo nell’ambito di un prodotto di massa, da edicola, che diffonde tale opera. Potrà non piacere Bonelli, ma è l’unica casa editrice da edicola che si può permettere tale operazione, mentre Tex e Dylan sono anche le uniche due icone che possono 84

sostenere questo sforzo creativo. La storia è “alla Sclavi”, e cioè, come da definizione di Umberto Eco, sgangherata e mescola un po’ meta-fumetto e storia di Dylan Dog, ma quel filone narrativo che ha solo in alcuni numeri una sua declinazione (quasi tutti se non erro, ma ne sono quasi sicuro, da Angelo Stano), una sua precisa continuity e che aveva nel numero 100 il suo ideale epilogo. I personaggi Bonelli non rinascono, come i super eroi Marvel, ma vivono un eterno presente che li rende e li mantiene sempre attuali. Ecco perché era già un’anomalia il numero 100, definito l’ideale finale di Dylan. Di quel finale, invece, si è deciso di amplificare alcuni aspetti, ed è così che nasce questo filone di continuity che ha solo in alcuni numeri della serie il suo sviluppo. La forza di questo filone narrativo è tutta qua, ed è un mix fatto di espediente fra i quali il padre e la madre di Dylan, rispettivamente Xabaras e Morgana, ma anche del galeone reale e in modellino e, soprattutto, di mescola fra sogno e realtà, ingredienti chiave dell’incubo quotidiano, dell’orrore… e chi chiamerai? No, non loro... e neppure Dylan... questo insegna, in ultima analisi Dylan Dog, perché se qualcosa questo fumetto ci ha insegnato, e ce lo ha costantemente indicato e mostrato, è che l’orrore e l’incubo sono prima di tutto dentro di noi e nella nostra quotidianità. Lunga vita a queste due icone, ma come tali, non possono che vivere in eterno. A voi la speranza di trovare ancora copie di Dylan 300, ma soprattutto la carica per mettere mano al portafogli, dato che l’edizione di Tex stampato dalla Lizard costa 25 euro, ma li vale tutti… eccome…


è il Tex di Magnus! Opera d’arte è la giusta definizione, pur se sappiamo che ormai si definisce tale troppa roba (tutti prodotti che ne usurpano il senso, in questo caso invece nulla è rubato, anzi…): otto anni di lavoro, maniacale, al limite della paranoia creativa, un tratto e un disegno che resteranno nella storia, un’opera incredibile. Non è disegno, non è illustrazione… ha ragione Antonio d’Orrico sul magazine del Corriere della Sera, è miniatura. Magnus ha realizzato un’opera speciale: ha a miniato Tex, come si faceva neglii antichi messali in incunabolo. Rizzolii Lizard ha deciso di ristampare ill volume con un apparato, magnifico,, di disegni inediti, bozze di lavoro o e altro materiale che racconta la a genesi del testamento di Raviola a (Magnus), che muore pochi giornii dopo aver consegnato a Bonellii in persona le sue ultime tavole. Su u quest’opera è stato scritto di tutto o e di più: in Francia è in commercio o un’edizione con la copertina in n pelle (e i cugini manco sanno chii sia Tex), presto, per il quotidiano o La Repubblica, uscirà la versione a colori (spero vivamente di no, e che quel Tex sia l’unico senza colore… non lo meritano, il colore, quelle 83

tavole, perché sono già, di fatto, colorate per la cura maniacale del bianco nero, sarebbe il primo caso in cui il colore fa perdere corpo e intensità a un’opera). Ne esiste, poi, un’edizione, ormai introvabile, di grande formato, che rende ancora più giustizia al lavoro di Magnus. A tutto questo si aggiunga la bella storia scritta da Claudio Nizzi, erede di Bonelli padre, da anni al timone di Tex (dopo aver realizzato una serie straordinaria come era Nick Raider, sempre made in Bonelli). Ma questo Tex è speciale per i disegni di Magnus e l’edizione cartonata della Rizzoli Lizard è un ottimo modo per conoscere, apprezzare, o anche semplicemente per ritrovare questo capolavoro. Vi segnalo le tavole finali con la pioggia, modifica che

Magnus stesso fece apportare alla sceneggiatura di Nizzi, provate con la lente di ingrandimento a trovare una sbavatura, ma anche solo un

particolare trascurato… guardate i mattoni, ma anche le foglie degli alberi... per non parlare del cammeo finale, ultima tavola, sulla sinistra: lo stesso Magnus saluta con il cappello in mano. È cosa nota che Magnus fosse solito mettersi nelle sue storie (lo stesso BOB Rock del gruppo T.N.T è a sua immagine e somiglianza), ma qui, quel saluto, ha vari significati: ora Tex è davvero maturo per essere non solo opera da edicola, ora Magnus se ne poteva davvero andare e salutare lettori e il “suo” Tex avrebbe cambiato per sempre la storia del personaggio, ora era giusto salutare tutti e diventare “storia del fumetto”, e così, purtroppo, è stato. Veniamo al numero 300 di Dylan, un volume inedito questa volta, in edicola da fine agosto. Come tradizione vuole in casa Bonelli è un albo a colori disegnato da Angelo Stano che, come il buon vino, più passa il tempo e più migliora. Anche in questo non si tratta più di disegno, ma di pittura. Chi ha visto le tavole – pur se non ama quello stile – non può non riconoscere la cura delle medesime, ma anche lo stile che si richiama, come è noto, all’arte di Egon Schiele. Queste tavole sono arte pittorica, non illustrazione, e anche in questo caso siamo nell’ambito di un prodotto di massa, da edicola, che diffonde tale opera. Potrà non piacere Bonelli, ma è l’unica casa editrice da edicola che si può permettere tale operazione, mentre Tex e Dylan sono anche le uniche due icone che possono 84

sostenere questo sforzo creativo. La storia è “alla Sclavi”, e cioè, come da definizione di Umberto Eco, sgangherata e mescola un po’ meta-fumetto e storia di Dylan Dog, ma quel filone narrativo che ha solo in alcuni numeri una sua declinazione (quasi tutti se non erro, ma ne sono quasi sicuro, da Angelo Stano), una sua precisa continuity e che aveva nel numero 100 il suo ideale epilogo. I personaggi Bonelli non rinascono, come i super eroi Marvel, ma vivono un eterno presente che li rende e li mantiene sempre attuali. Ecco perché era già un’anomalia il numero 100, definito l’ideale finale di Dylan. Di quel finale, invece, si è deciso di amplificare alcuni aspetti, ed è così che nasce questo filone di continuity che ha solo in alcuni numeri della serie il suo sviluppo. La forza di questo filone narrativo è tutta qua, ed è un mix fatto di espediente fra i quali il padre e la madre di Dylan, rispettivamente Xabaras e Morgana, ma anche del galeone reale e in modellino e, soprattutto, di mescola fra sogno e realtà, ingredienti chiave dell’incubo quotidiano, dell’orrore… e chi chiamerai? No, non loro... e neppure Dylan... questo insegna, in ultima analisi Dylan Dog, perché se qualcosa questo fumetto ci ha insegnato, e ce lo ha costantemente indicato e mostrato, è che l’orrore e l’incubo sono prima di tutto dentro di noi e nella nostra quotidianità. Lunga vita a queste due icone, ma come tali, non possono che vivere in eterno. A voi la speranza di trovare ancora copie di Dylan 300, ma soprattutto la carica per mettere mano al portafogli, dato che l’edizione di Tex stampato dalla Lizard costa 25 euro, ma li vale tutti… eccome…


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