Cuore vita magazine n 12 dicembre 2014

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Cu re

N°12 Decembre

Vita

Autorizzazione n° 343 del 12.12.2005 - in allegato a Sorpresa!

m a g a z i n e

02 Editoriale 03 Lettera del Presidente 04 4 Domande a Bianca Caruso 06 La Sanità nei Francobolli 07 Parliamo della merenda...

08 4 Domande a Gianfredo Angeli 09 Ipertensione Arteriosa 10 Il medico di famiglia... 11 Alcune considerazioni sulla prevenzione...

12 La Vita secondo Vito 13 Come insegnare ai bambini... 14 Curiosità dal mondo scientifico 15 Salute e luoghi comuni


L’

ed it or iale Ben Ritrovati Editoriale a cura del Dott. Giovanni Michele Zangoli

N

atale è alle porte, è l’occasione per i grandi raduni familiari attorno a tavole imbandite con ogni ben di Dio. Certe tradizioni non si toccano e non è neppure il caso di colpevolizzarsi più di tanto se per

pochi giorni si degusta qualche pietanza in più e ci scappa un brindisi fuori programma. Il nutrizionista per l’occasione chiuderà un occhio partendo dal presupposto che non ha senso lesinare sulle calorie da Natale a Capodanno se si è tenuto un comportamento alimentare sano ed equilibrato da Capodanno a Natale. É proprio nell’arco dell’anno che si vince la battaglia contro la bilancia, possibilmente senza sottoporsi a diete ferree che nascondono quasi sempre delle controindicazioni. Meglio rispolverare (semmai l’avessimo dimenticata) la vecchia ma sempre valida dieta mediterranea che poi dieta non è ma un modello alimentare che, se accompagnato da una regolare attività motoria, resta un ottimo elisir di lunga vita. Non è solo un problema di bilancia ma di salute, soprattutto la salute del nostro cuore. Parliamo del muscolo specializzato per eccellenza, quello che deve spingere il sangue in tutto il corpo per rifornire di sangue e ossigeno a organi fondamentali come il cervello, i reni, il fegato e il cuore stesso attraverso le arterie coronarie. E il sangue deve arrivare in quantità sufficiente affinchè il nostro cuore possa pulsare senza andare in affanno. Il cuore è il motore della nostra ‘macchina’, più ne avremo cura più strada faremo. Premesso ciò, in assenza di particolari patologie, non sarà qualche piccola trasgressione natalizia a rompere l’equilibrio. Una tavola imbandita oltretutto mette tutti di buon umore, anche questo in fondo fa bene al cuore oltre che allo spirito.

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Buone feste a tutti


lettera

Del presidente Associazione Cuore-Vita

Dott. Giovanni Iwanejko

In questo periodo di fine d’anno e d’inizio di quello nuovo, desidero ringraziare chi ha creduto in noi, chi attraverso la propria iscrizione e partecipazione ci ha dato la possibilità di rafforzarci e di meglio organizzarci e chi, attraverso i propri consigli, ci ha permesso di migliorarci e di essere sempre più utili. Un ringraziamento infine e soprattutto a tutti i membri del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico, che con il loro impegno, unito ad una condivisa identità di fini e di vedute, hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione, grazie anche ad un lavoro di squadra, dei progetti di quest’anno. Sono a ricordarvi le iniziative più importanti, tanto lavoro fatto con il cuore: • Abbiamo partecipato: all’evento Sport in Fiera con un nostro stand ed incontri con gli alunni della scuola Media per momenti di educazione alla salute ed • alla Giornata Mondiale per il Cuore con la produzione di un poster che è stato appeso presso le strutture sanitarie,scuole, centri commerciali. • Abbiamo prodotto dei giornalini con vignette sugli stili di vita salutari e donati alle Scuole Elementari e Medie inferiori. • La nostra Associazione ha collaborato con Attiva Mente ed altre associazioni di volontariato alla realizzazione di un evento culturale dal titolo “Tuttavia....liberi di scegliere” in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità”. • Inoltre abbiamo messo in cantiere un progetto importante che pur essendo nelle fasi preliminari vedrà la luce nel prossimo anno. La riabilitazione cardiologica del cardiopatico, è questo il progetto, vorrà essere un altro fiore all’occhiello della nostra Associazione con la donazione all’ISS di attrezzature dedicate per la riabilitazione fisica del cardiopatico da utilizzare in una palestra idonea all’interno dell’ospedale; palestra che avrà come fine quello di favorire la stabilità clinica, di ridurre le disabilità conseguenti alla malattia, di supportare il mantenimento e la ripresa di un ruolo attivo nella società, di migliorare la qualità della vita ed incidere complessivamente in modo positivo sulla sopravvivenza. Vi esorto quindi a sostenere le nostre iniziative, sia in maniera fattiva con l’impegno sul campo, sia aderendo alla nostra nuova campagna di tesseramento per l’anno 2015 che permetterà a Cuore-Vita di fare migliori e più ricche iniziative. ”da soli si va veloci,ma insieme si va lontano”

Auguri di cuore per un Natale speciale ed un buon 2015 3


Quattro domande alla Dott.ssa Bianca Caruso Direttore Generale ISS A cura del Dott. Giovanni Michele Zangoli

Come è stato da Dirigente Iss l’impatto con un Paese che già gode di un buon welfare? Un impatto molto positivo perché qui ci sono modalità organizzative che non esistono in Italia. Un esempio? La presenza di centri sanitari, li ho visti come qualcosa di simile alle case della salute italiane che devono ancora trovare il loro pieno sviluppo mentre San Marino ha già una sua tradizione in fatto di centri caratterizzati da una offerta di prestazioni. In particolare mi ha colpito il centro sanitario dell’Atlante: in un centro commerciale puoi trovare un’offerta di prestazioni variegata dalla medicina di base alla specialistica. Altre cose mi ha hanno colpito, per esempio il fatto che i medici di medicina generale sono dipendenti Iss il che va a tutto favore di una integrazione ospedale-territorio. Ho visto reparti che necessitano di una ristrutturazione e altri belli e confortevoli come ostetricia e ginecologia, poi una cardiologia attaccata alla rianimazione il che fa ben pensare ad un’intensità di cura elevata. Sono solo alcuni esempi, ma nel complesso ho visto gente che ha voglia di lavorare bene. Si dice che un buon stile di vita spesso evita il medico e il farmacista. Questo non dovrebbe fare parte delle linee guida sanitarie Part One nella comunicazione e sensibilizzazione del cittadinoutente? E così sarà, sia nelle linee di indirizzo generale che nel piano sociale e sanitario. Ci stiamo lavorando Ther hy eating assieme al Direttore dell’Autority e l’indirizzo sarà proprio verso la prevenzione perché la direttiva 2020 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità della regione Europ, di cui facciamo parte, è caratterizzata fondamentalmente da una forte attenzione alla prevenzione ed allo stile di vita, in particolare alla lotta alle dipendenze patologiche dome tabagismo e alcolismo e all’obesità in età giovanile e adulta. É un’utopia pretendere che la scuola insegni anche concetti come nutrirsi bene, fare attività motoria…Insomma sani stili di vita? Non è affatto un’utopia, anzi è un dovere istituzionale e anche famigliare. L’Iss è un’istituzione così come lo è la scuola, entrambe insieme devono fare in modo di portare avanti una politica integrata. Una politica che vede i nostri professionisti che vanno nelle scuole che accolgono con interesse questa tematica. Sono altrettanto importanti gli insegnanti nella sensibilizzazione dei ragazzi, motivati anche sul piano personale perché per esempio non si può parlare di obesità se si è obesi. Le famiglie a loro volta hanno un ruolo incisivo in fatto di alimentazione, lo dico anche come mamma. Una buona conoscenza di norme basilari (abituare i bambini ai cibi fatti in casa, preparare monoporzioni…) unita a un po’ di buona volontà sono un buon punto di partenza.

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San Marino è tra i Paesi dove la mortalità per patologie cardiache non è più al primo posto. Nella scia di questo successo come vede la realizzazione di una palestra abilitata alla riabilitazione degli infartuati? La vedo perfetta proprio perché la mortalità si è ridotta sia grazie alla ricerca in campo farmaceutico che per alla chirurgia interventistica. La riabilitazione è quel tassello post dimissione quando il paziente torna a casa al termine del ricovero, dunque è quel tassello che permette di iniziare il nuovo stile di vita da cardiopatico curato. In questo senso non si può che essere favorevoli alla nascita di una struttura adibita a questo scopo.

A tutti Voi un sentito augurio di Buon Natale e di un Felice 2015, che porti speranza, solidarietà e tanta salute. Bianca Caruso

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La sanità nei francobolli Sammarinesi A cura del Dott. Daniele Cesaretti Il 19 settembre 1975 la Repubblica di San Marino ha emesso un francobollo dedicato al Congresso internazionale “Eurocophar” in programma a San Marino dal 21 al 23 ottobre. Il valore da L.100, che mostra una serie di croci simbolo della farmacia, è emesso per ricordare l’arte farmaceutica come scienza al servizio della salute pubblica. La Eurocophar, acronimo di Cooperative Farmaceutiche Europee, era l’associazione internazionale con sede a Parigi nella quale confluivano, a quel tempo, i titolari di farmacie di Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda e Spagna. Disegno di Giancarlo Valentini. Stampa in rotocalco in fogli di 25 presso Hélio Courvoisier, La-Chaux-de-Fond. Tiratura 750.000 esemplari (Catalogo Sassone n. 944)

Il 19 ottobre 1977 San Marino ha emesso un francobollo del valore di L.170 denominato “Erboristeria” in ricordo del congresso UTIFAR, Unione Tecnica Italiana Farmacisti, tenutosi a San Marino il 23 settembre. Il soggetto esalta le piante come il più antico farmaco e propone le seguenti piante medicinali: la malva, il tiglio, la camomilla, la borragine, il fiordaliso centauro ed il ginepro. L’UTIFAR, fondata nel 1957, è una libera associazione che ha come finalità quella di promuovere la specializzazione e l’aggiornamento tecnico-professionale dei propri associati, solo farmacisti, che attualmente ammontano a 2.000 iscritti. Disegno di Hélio Courvoisier. Stampa in rotocalco in fogli di 50 presso Hélio Courvoisier. La-Chaux-de-Fond. Tiratura 740.000 esemplari (Sassone n. 996)

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Parliamo della merenda a scuola A cura della Nutrizionista Dott.ssa Marina Corsi Sono Maria mamma di Alessia ragazzina di 12 anni che frequenta la scuola media inferiore e sono molto preoccupata per l’alimentazione di mia figlia in particolar modo per il tipo di snack che consuma a ricreazione e che trova nei distributori posti nei corridoi dell’edificio scolastico. Come posso fare per farle capire quali cibi sono migliori da consumare durante la merenda a metà mattina? Grazie sario predicare troppo quanto continuare a mettere in tavola tutti i sani principi che conosci e a proporli abitualmente ai tuoi cari. Potresti continuare a preparare tu stessa la merenda a tua figlia da portare a scuola ricordandoti che uno yogurt (in inverno per il mantenimento si può usare un frigorifero economico:la finestra dell’aula) o una frutta o qualche piccolo biscotto sono più che sufficienti, infatti la merenda dovrebbe fornire un introito calorico non superiore al 10% del fabbisogno giornaliero: spuntini troppo abbondati rischiano di inficiare il rendimento scolastico e di far saltare il pranzo! Allora coraggio non smettere di perseverare e non lasciare che altri ti facciano desistere dal desiderio di volere il meglio per tua figlia, pertanto anche se i modelli sociali e pubblicitari ci allontanano spesso da corretti stili di vita occorre che prima di tutto tu come mamma non demorda e vedrai che poco a poco riuscirai a portare dalla tua parte non solo tua figlia ma pure i suoi coetanei, gli altri genitori, e coloro i quali sono deputati al controllo e alla distribuzione degli alimenti negli edifici scolastici.

Cara Maria, le tue preoccupazioni sono legittime e ricorda che una giusta educazione nutrizionale parte prima di tutto da te tanto più se hai insegnato ad esempio a tua figlia a fare una corretta colazione ancora prima di partire per la scuola. Tieni conto inoltre che questa è una età particolare dove molti ragazzi rifiutano la colazione perché considerata un pasto per piccoli e preferiscono consumare snack e bevande di vario genere con i coetanei. In questo caso occorre non demordere e cercare di sensibilizzare i responsabili dell’insegnamento e gli altri genitori sul ruolo educativo che riveste la scuola pure nell’ambito nutrizionale e salutare promuovendo campagne atte alla rimozione di cibi spazzatura dai distributori automatici e incentivando la distribuzione di alimenti più consoni come frutta, yogurt, acqua e spremute. Ti raccomando però di evitare di assumere un atteggiamento esasperato nell’imposizione di cibi salutari ad Alessia perché potresti ottenere l’acquisizione di comportamenti altrettanto distorti e pericolosi per la salute di tua figlia. Spesso non è neces-

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Quattro domande a Gianfredo Angeli A cura del Dott. Giovanni Michele Zangoli pollici, tanto meno per piangermi addosso, perché la famiglia da un lato e la cardiologia dall’altro mi hanno coccolato come un pulcino nella bambagia. Io poi ci ho messo del mio con la volontà di reagire. Guardare avanti è fondamentale dopo avere passato il peggio.

Come definirebbe il suo infarto, un incidente di percorso o, col senno di poi, ha qualcosa da rimproverarsi in fatto di stile di vita? Si è trattato di incidente del tutto imprevisto. Pesavo 78 chili e non fumavo. No, direi che era del tutto imprevedibile. Per ironia del destino mio padre era stato vittima di un infarto appena 15 giorni prima che toccasse a me, ma non credo che questo abbia influito in qualche modo sul mio caso. É successo e basta.

Superata la crisi si torna quelli di prima o qualche strascico rimane specie sotto l’aspetto psicologico? No, non si dimentica ma bisogna trovare la forza di andare avanti passo dopo passo pur con la consapevolezza di cosa si è rischiato. I primi mesi sono stati pesanti perché lo scampato pericolo ti rimbalza nel cervello. Ma con la volontà e l’aiuto di chi ti sta vicino si supera anche questo. Dopo 4-5 anni c’è stata addirittura una sorta di involuzione se vogliamo chiamarla così. É bastata una cena con gli amici, una mangiata, una bevuta, quattro risate e mi hanno anche fatto provare il toscano. Ora peso 96 chili, insomma mi sono riappropriato della mia vita. É come se inconsciamente avessi voluto scacciare quella brutta esperienza riprendendo le mie abitudini. Nei miei tracciati dell’elettrocardiogramma l’infarto si vede, del resto avevo appena il 25 per cento di funzionalità cardiaca e la vita appesa a un filo. Dunque il passato non si scorda ma c’è la consapevolezza di cosa si è rischiato e, come o già detto, la voglia di vivere può fare la differenza.

É più difficile sul piano fisico o mentale superare la crisi? Sotto l’aspetto fisico non direi proprio perché la cardiologia mi ha assistito in tutto e per tutto, dunque mi sono sentito in ottime mani. Sotto l’aspetto psicologico forse un aiuto in più non avrebbe fatto male anche se mia moglie in compenso mi è stata di grande supporto nella gestione di questa fase particolarmente delicata. É importante avere accanto le persone giuste quando sei in crisi. Nella fase di riabilitazione che cosa è stato più determinante a parte il sostegno del cardiologo? La voglia di vivere ha sicuramente avuto un peso determinante. Camminavo spesso e volentieri tutti i giorni a volte col pretesto di portare a spasso il cane e mia moglie mi era sempre accanto. Insomma non c’è mai stato un attimo in cui mi sono fermato a girarmi i

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Ipertensione arteriosa: Il cavaliere oscuro A cura del Dott. Emidio Troiani cardiologo U.O.C. Cure Primarie e Salute Territoriale ISS cura, non tralasciando il nostro stile di vita e la nostra alimentazione. Lo stile di vita è uno dei cardini sia della prevenzione che della cura della “pressione alta” ed in particolare: - Un consumo giornaliero di sale attorno ai 5 gr -­Un moderato consumo di alcool e di zuccheri -­Un abbondante consumo giornaliero di ortaggi colorati e moderato di frutta -­Una riduzione del peso corporeo se in sovrappeso -­L’ astensione dal fumo, sia il proprio che quello degli altri -­La riduzione dello stress accompagnata da adeguate ore di sonno - La frequente attività fisica di intensità moderata Certamente le terapie farmacologiche sono efficaci nell’abbassare i valori pressori ma perdono molto della loro utilità se non sono associate ad uno stile salutare che, oltre ad aiutarci a tenere bassa la pressione, ci fa sentire meglio ed in forma. Spesso bastano solo dei piccoli cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane per ottenere grossi risultati.

La “pressione alta” cioè l’ipertensione arteriosa colpisce molto frequentemente la popolazione adulta e ben sappiamo che rappresenta un importante fattore di rischio per l’ictus o l’infarto cardiaco. É molto importante conoscere i proprio valori pressori misurandoli con l’apposito strumento (sigmomanometro), tenendo presente che raramente la pressione alta da sintomi importanti, anche se tale abitudine non deve diventare un’ossessione. Nel 2013 la Società Europea di Cardiologia ha presentato le nuove linee guida sull’ipertensione arteriosa ove oltre 25 ricercatori e ben 5 Società Scientifiche hanno definito i parametri di rischio ed i valori di pressione ideali. Innanzitto si parla di ipertensione arteriosa quando la pressione sistolica è maggiore o uguale ai 140 millimetri di mercurio (mmHg) e/o la diastolica superiore o uguale ai 90 mmHg. Tali valori dovrebbero essere riconfermati in almeno 2 visite. I valori ideali di pressione sono al di sotto dei 140/90 mmHg. Naturalmente questi sono solo valori indicativi che vanno valutati dal medico caso per caso al fine di ottimizzare l’eventuale

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Il Medico di famiglia e l’importanza della medicina proattiva nei confronti del paziente ad alto rischio cardiovascolare. A cura del Dott. Tiziano Bugli Direttore U.O.C. Cure Primarie e Salute Territoriale Innanzitutto quali sono i soggetti che vengono considerati ad alto rischio cardiovascolare? Sono i pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio, o un’angina pectoris o hanno subito una rivascolarizzazione cardiaca, un ictus o un accesso ischemico transitorio, hanno un danno renale importante, un diabete mellito, una ipertensione arteriosa grave, una vasculopatia periferica o un rischio stimato con algoritmo Progetto Cuore uguale o superiore al 20% a 10 anni. Ogni Medico di Medicina Generale che opera nelle Cure Primarie dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, cura oltre 1500 pazienti e di questi assiste più di 150 persone con queste caratteristiche. A volte non tutti questi pazienti vengono riconosciuti come tali. E’ evidente la responsabilità professionale e l’importanza del ruolo del Medico delle Cure Primarie nell’identificare, gestire e controllare questi pazienti per ridurre il rischio di complicanze gravi e di invalidità. La medicina proattiva che Il medico delle Cure Primarie può esercitare nei confronti di questi pazienti consiste innanzitutto nell’Identificare i soggetti ad alto rischio attraverso l’uso delle carte del rischio ed esami di laboratorio mirati con l’ausilio degli strumenti informatici. Il Medico Generale interviene attivamente per ridurre la comparsa di eventi cardiovascolari attraverso il controllo della pressione arteriosa, la riduzione dei valori di colesterolo e l’utilizzo di farmaci efficaci nel ridurre complicanze e mortalità. Occorre insistere sulle misure non farmacologiche con azioni volte alla cessazione dell’uso del fumo, alla prescrizione di attività fisica (sono sufficienti almeno 30 minuti per la maggior parte dei giorni della settimana), ed a educare ad una corretta alimentazione. Per ottenere questo, il paziente deve essere responsabilizzato ad avere cura della propria salute (empowerment). La gestione del paziente ad alto rischio CV necessita di interventi strutturati e di controlli a scadenze in collaborazione stretta ed in integrazione con lo specialista cardiologo. I pazienti con multipli fattori di rischio cardiovascolare generalmente assumono numerosi farmaci ed il Medico Generale ha la possibilità di controllare che il paziente assuma correttamente i farmaci prescritti, fornendo le istruzioni sui possibili effetti collaterali e coinvolgendo i care-givers soprattutto nel caso di anziani che assumono molti farmaci Oggi migliorare l’intervento preventivo e di controllo nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare è un’urgenza e la medicina generale può dare un contributo fondamentale. La medicina proattiva, attraverso un approccio strutturato ed organizzato rivolto all’intero gruppo dei pazienti ad alto rischio, è un modello di medicina che non aspetta che la malattia si manifesti in tutta la sua drammaticità, ma ne anticipi la comparsa e gli esiti. Una medicina così orientata è l’arma migliore possibile nei confronti dell’epidemia della cronicità ed è dimostrato essere uno strumento che può portare ad un miglioramento della qualità e della durata della vita dei pazienti riducendo le complicanze, i ricoveri ospedalieri e non ultimo i costi sanitari.

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Alcune considerazioni sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. A cura del Prof. Giampaolo Rolli Vice Presidente Associazione Sammarinese Cuore-Vita

Le principali raccomandazioni per combattere le malattie cardiovascolari sono:

Nelle società industrializzate le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di invalidità. E secondo l’OMS (2008) l’ischemia del miocardio si pone in testa alla classifica delle prime 10 cause di decesso al mondo, e subito dopo l’ictus.

1. Evitare il fumo sia attivo che passivo. 2. Controllare la pressione e, se è alta, prendere tutti i giorni e per tutta la vita la medicina adatta per normalizzarla. 3. Verificare i livelli ematici del colesterolo, dei trigliceridi e della glicemia periodicamente. 4. Limitare i cibi grassi ed il sale (5 grammi al giorno). 5. Cercare di mantenere il peso forma scegliendo una alimentazione sana, equilibrata e praticando regolarmente l’attività fisica. 6. Pertanto evitare il più possibile la vita sedentaria praticando tutti i giorni almeno 30 minuti di attività fisica di moderata intensità, per tenere in allenamento il cuore ed il sistema cardiovascolare. 7. Combattere lo stress migliorando lo stile di vita e... ogni tanto ridendo. 8. Conoscere il proprio rischio cardiovascolare globale.

L’importante progresso scientifico e tecnologico ha consentito di ridurre drasticamente la mortalità intra-ospedaliera, di migliorare le prospettive di guarigione e, grazie al supporto di una riabilitazione post-infartuale, di offrire al cardiopatico un qualità di vita migliore. Rimane alta la mortalità di coloro che, colpiti da un evento acuto, non sopravvivono abbastanza per essere tempestivamente ricoverati ed adeguatamente curati. Le azioni sanitarie sulle quali oggi si intende concentrare gli sforzi sono fondamentalmente due: uno, prevenire i danni dei vasi arteriosi; due, rendere tempestivi i soccorsi al malato colpito da infarto. Fondamentale diviene la corretta informazione ai cittadini alla quale concorrono i medici di famiglia, i cardiologi e le associazioni di volontariato.

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La vita secondo Vito Vignetta realizzata da: Gigi Belisardi

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Come insegnare ai bambini a mangiare correttamente A cura delle Dietiste C.Capella , M. T. D’Anselmo, A. Ercolani Servizio di dietologia, Ospedale di Stato RSM

Le sane abitudini alimentari, apprese già in età infantile, insieme all’attività fisica, modellano direttamente la crescita corporea, favorendo il benessere nel tempo. L’introduzione di cibi sani nell’alimentazione deve essere precoce, dare un’impronta di gusto e rendere le scelte permanenti. É chiaro che anche mamma e papà devono seguire una alimentazione corretta, perché i bambini più piccoli sono portati a imitare i comportamenti dei genitori e sono ancora indipendenti dalle influenze esercitate da media e coetanei. Più precoce è l’avvio di questo imprinting alimentare nella dieta, maggiore sarà l’accettazione da parte loro. I genitori devono essere d’esempio nell’apertura mentale verso ingredienti nuovi. Non solo per soddisfare il gusto, ma anche per la salute: da alimenti diversi assimiliamo elementi differenti, nessun cibo da solo è in grado di assicurare il fabbisogno di nutrienti e micronutrienti. Agli errori nutrizionali si associano la monotonia della dieta, una errata distribuzione del fabbisogno calorico nella giornata, una prima colazione assente o insufficiente, pasti non adeguati, intervallati da numerosi spuntini. CHE COSA CUCINO AL MIO BAMBINO? - cominciare facendo una spesa sana (no al Junk food): privilegiamo alimenti naturali, non precotti. - frutta e verdura: sempre! (5 porzioni al giorno) - forme e colori: anche la presentazione è importante: per il bambino, anzi, l’aspetto è fondamentale. Ricordare poi che il clima emotivo in cui si consumano i pasti può contribuire a legare alimenti o piatti a stati d’animo o momenti più o meno piacevoli. - dedicare il giusto tempo ai pasti, a partire dalla prima colazione, che non deve essere mai saltata. - prestare attenzione ai quantitativi (porzioni) ed evitare il bis dei piatti; - i genitori devono per primi dare il buon esempio di una dieta variata; - il piatto unico (es. la pasta al ragù oppure la pasta e fagioli e così via) è un’ottima strategia per controllare i consumi e realizzare piatti ricchi e colorati; - coinvolgere il bambino in cucina; - per far apprezzare i vegetali, l’esperimento di coltivare una piantina sul balcone di casa può essere coinvolgente; - rispettare le frequenze settimanali consigliate dalla piramide alimentare: tre volte la carne, tre volte il pesce, tre i legumi, una-due i formaggi, una-due l’uovo, moderare salumi e condimenti. Per una corretta alimentazione dei bambini, in primis, queste diritte: in famiglia mangiare insieme gli stessi cibi (il buon esempio è fondamentale!); evitare pressioni, divieti e premi; al contrario, stimolare la curiosità alimentare.

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Curiosità dal mondo scientifico A cura del Dott. Niksa Simetovic

Aspartame (dolcificante) non aumenta rischio tumori secondo American Cancer Society In uno studio pubblicato da Journal of Nutrition i ricercatori di ACS che hanno studiato 100.000 anziani uomini e donne, hanno concluso che un uso moderato dei dolcificanti non è associato all’aumento del rischio di linfoma non-Hodgkin.

nonostante queste anomalie di imaging. Uomini obesi evidenziano maggior rischio di diabete non tenendo conto della salute metabolica Uno studio nella rivista Diabetes Care rivela un persistente rischio di diabete tra maschi in sovrappeso e obesi nonostante abbiano un metabolismo normale. I ricercatori notano un significativo aumento del rischio di malattia in pazienti di qualsiasi peso con alterazioni di metabolismo basale.

Studio USA, mangiare meno frena invecchiamento… S. D. Ginsberg, autore delle ricerca, mostra come la restrizione calorica è praticamente in grado di arrestare l’espressione genica dell’invecchiamento. Questo non significa che limitarsi nel mangiare possa essere la fonte della giovinezza, ma che ci sono alcuni elementi di prove a favore della tesi che un’alimentazione “leggera” possa ritardare gli effetti dell’invecchiamento e di alcune malattie neurodegenerative.

Dieta ricca di grassi aumenta il grasso addominale (fattore di rischio per malattie cardiovascolari) negli adolescenti La rivista Clinical Nutrition evidenzia che gli adolescenti che consumavano tra 33,6% e 41,4% di tutte le calorie assunte derivanti dai grassi, avevano dai 2% al 7% più grasso addominale dei loro coetanei che consumavano meno grassi.

Neurodegenerazione e accumulo di amiloide (sostanza che aumenta con l’invecchiamento) non sono sempre indicativi di morbo di Alzheimer Man mano che il morbo di Alzheimer preclinico diventa un target di intervento terapeutico, deve essere riconosciuta la sovrapposizione tra anomalie di imaging (indagini radiologiche) associate all’invecchiamento tipico e quelle associate al morbo di Alzheimer. L’accumulo di amiloide al livello cerebrale e la neuro degenerazione sono praticamente inevitabili con l’avanzare dell’età, tuttavia molte persone sono in grado di mantenere una funzione cognitiva normale

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Salute e luoghi comuni della Medicina A cura del Dott. Daniele Cesaretti

te per… il cortese servizio? Da chi e quanto? Le sostanze cadono a terra lungo la verticale? Vengono rilasciate, e quindi sprecate, anche durante i voli transoceanici? Anche le linee aeree della Corea del Nord ne fanno uso (… sarebbe la sua prima forma di collaborazione internazionale!)? Sono davvero efficaci? Chi se ne è mai ammalato? Cosa ne dice la WHO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità? E si potrebbe proseguire, all’infinito, con altre domande di precisa natura tecnica. Una cosa è certa. Sono un utile parametro per misurare la credulità e l’ansia popolare. Il complottismo piace. É sempre d’attualità. Esso aiuta a strutturare l’ansia che altrimenti sarebbe libera e ben visibile. Le scie chimiche, quelle VERE, sono ben altre ma suscitano, paradossalmente meno preoccupazione perché concrete, tangibili ed anche misurabili. Esse sono soprattutto efficaci perché uccidono. Sono le scie mortali rilasciate nella Terra dei Fuochi (nella regione Campania) e dalle fabbriche dell’Eternit. E che dire delle sigarette? L’Ilva di Taranto non è più efficace degli aerei? Ma queste scie suscitano meno interesse appunto perché vere, documentabili scientificamente e non frutto di un complotto. E invece no, stavolta, il complotto c’è! Perché nessuno è risultato responsabile o punibile di quelle morti! Questo sì che è complottismo. Alla luce del sole.

Le scie chimiche degli aeroplani ci stanno avvelenando! É questo un argomento attuale che alcuni hanno interesse a pubblicizzare. I “padroni” della terra ci vogliono avvelenare. Tutti noi, indistintamente. Ma non si sa bene perché. Spargendo non si sa cosa, e alla cieca, con gli aerei di linea. Allora prendete un libro illustrato di storia, consultate le pagine della Battaglia aerea d’Inghilterra (1940) e vedrete nelle fotografie il più fitto intreccio immaginabile di scie…. di condensazione: così si chiamano. Sono vapore acqueo. Come quello delle nubi naturali. Ma c’è chi vuole darla a credere diversamente non avendo un minimo bagaglio tecnico-fisico-scientifico per spiegare l’origine delle scie che si osservano su nel cielo ogni giorno. L’argomento va allora affrontato come un dibattito processuale. Con opportune domande tecniche. Di quali sostanze si tratta? In che modo agiscono? A quali dosaggi? Sono riscontrabili nell’aria o nel suolo? Quale industria o multinazionale le produce? Quali mezzi le trasportano? Dove vengono stoccate? Chi è il personale addetto al loro trasporto, stoccaggio, uso? Sviluppano, forse, gli addetti una patologia professionale? Chi ha formato il personale? Dove? Ci sono corsi di aggiornamento? Quando? Promossi da chi? Possibile che non vi sia un addetto che abbia scattato un selfie col corpo del reato? In quali serbatoi degli aerei vengono inserite le sostanze? Chi controlla l’idoneità dei serbatoi? Come funzionano le valvole di rilascio? Qual’è il pulsante di rilascio nella cabina di pilotaggio? Quali compagnie aeree ne fanno uso? Le compagnie vengono paga-

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Grafica: AVALON | Stampa: Seven Seas

Iscrizione e rinnovo: quota minima 15,00 Euro Coordinate Bancarie Associazione Cuore-Vita: Banca CIS: SM72 L0353009807 000010107241 Banca di San Marino: SM98 G0854009801 000010142731 Cassa di Risparmio: SM23 K0606709808 000080106123

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Direttore: Giovanni Iwanejko / Capo Redazione: Gianni Michele Zangoli Comitato Redazione: Niksa Simentovic – Emidio Troiani – Daniele Cesaretti Editore & Redazione: Avalon di Gloriano Amici / Via Tonso di Gualtiero 12/14 - 48796 - Faetano - RSM

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