Speciale ISPO 2012

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ISPO 2012 – Monaco di Baviera

Due giorni di visita intensa al bel salone di Monaco di Baviera. La manifestazione è sempre stato l'evento di riferimento in Europa per l'articolo sportivo, ma la sua importanza era decisamente calata, fino al punto di annullare quattro anni fa la versione estiva. L'esplosione del mondo outdoor e delle discipline ad esso collegate (freeride, scialpinismo, trail running, arrampicata), ha ridato linfa alla fiera, che rimane comunque un appuntamento importante per aziende, fornitori e retailer. Qui di seguito qualche anticipazione 2012 che ho curiosato.

NATHAN La ditta americana, fedele alla sua tradizione di forte innovazione, presentava qualche bella soluzione. Innanzitutto, hanno creato anche loro, come già visto con Ultraspire, una cintura modulabile e componibile a seconda delle esigenze con diverse taschine e portaborracce. Ma le novità più interessanti vengono dagli zaini, dove la ditta di Sharon Hill ha seguito il trend minimalista che oramai impera negli States e sembra trovare adepti anche in Europa. Reintrodotto l 'HPL #028, che era addirittura un articolo troppo rivoluzionario alla prima uscita, gli è stato affiancato il Minimist, che ne riprende il concetto sviluppando un maggiore volume sul retro, tanto da potere contenere una sacca idrica da 1,5 litri, ma eliminando tutti i fronzoli (nessuna

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Figura 1 - Minimist, 180 gr, 5 lt. di capacità di cui 3,20 con sacca idrica inserita e caricata

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cerniera e nessuna chiusura). A 180 grammi, è poco più di una maglietta. Solito fit fantastico anche se entrambi utilizzano una versione semplificata del Three Way Harness che troviamo sugli zaini più strutturati. Su entrambi, così come sull'Endurance, c'è c'è una comoda taschina impermeabile per le pastiglie di sali.

Figura 2 - HPL#028, 140 gr., 1,60 lt. di capacità

Rimane l'ottimo HPL #020 che con i suoi 4,5 litri di capacità di carico a sacca idrica carica, è forse il più adatto alle nostre gare con parecchio materiale obbligatorio.

MONTRAIL/MOUNTAIN HARDWEAR Il gruppo americano, guidato da Topher Gaylord, ultramaratoneta di ottimo livello, con cui ho avuto anche il piacere di scambiare due battute, aveva uno tra gli stand più ambiti e visitati. La ditta punta forte sul mercato Freeride, e l'alto livello tecnico che li ha sempre contraddistinti si sposa ora con un design molto accattivante (vedi giacca Maximalist o Snowstatic per malati di powder), ma ai nostri occhi risalta soprattutto l'incredibile lavoro che

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Mountain Hardwear sta facendo con Ueli Steck alla ricerca del minimo peso e minimo ingombro per le sue imprese “light and fast”. Un'idea di cosa significa questa ricerca la si trova sul sito http://www.himalayaspeed.com/the-gear/mountain-hardwear/ dove il buon Ueli, che oltre ad essere uno dei più forti alpinisti viventi è un ottimo ultra trailer, racconta il suo viaggio del 2011.

La ricerca di materiali sempre più light la ritroviamo anche in prodotti destinati alle attività aerobiche come la corsa: splendida la Effusion Jacket, che vince uno degli ISPO Award, in 353 grammi tutta la protezione di 3 strati del nuovo materiale DryQ Active traspirante; molto bella anche la Ghost Wishperer, che a 53 grammi dava veramente l'idea di minimale! Per le scarpe, Montrail si discosta decisamente dagli altri marchi, non buttandosi a capofitto sulla corsa disperata al minimalismo che sembra imperare e confermando su tutti i modelli differenziali umani da 10-9 mm e non dimenticando il settore scarpe protettive. La Mountain Masochist è stata aggiornata alla versione II con l'aggiunta del sistema Fluidpost che era già presente sulle Fairhaven e le Badrock: rimane a mio avviso un ottima scarpa da

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lunghe distanze, bassa, stabile e con un differenziale abbastanza classico da 10 mm tra punta e tacco. Rimarrà la scarpa di Geoff Roes, che nonostante tutto non passerà a scarpe più leggere (anche perchè la Masochist stessa non è propriamente un carro armato!). Presente anche in versione Outdry ed in versione MID più alta.

Figura 3 - Mountain Masochist II nella nuova colorazione

La mia attenzione si è però subito spostata sulle Bajada: più leggere delle Masochist a 290 gr, con lo stesso drop da 10 mm ed un top molto traspirante ma comunque protettivo grazie alla struttura in

TPU,

essere

potrebbe

una

scarpe

delle più

interessanti del 2012, anche

grazie

alla

suola

diversa

che Figura 4 - Montrail Bajada

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sembra decisamente più aggressiva ed adatta ai sentieri europei. La cattiva notizia? Probabilmente non arriverà ancora in Italia... Altra novità, è la versione ancora più alleggerita e spogliata delle Rogue Racer che avevamo visto ai piedi di Dakota Jones come del nostro Marco Olmo, la Rogue Fly. 215 gr a cui si è arrivato togliendo ogni struttura e supporto al top della scarpa. La suola rimane quella delle Racer così come l'altezza da terra ed il differenziale (18 mm/9mm).

Figura 5 e 6 - La Rogue Racer e le Rogue Fly a confronto

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In ultima battuta, non male le Badwater, scarpa ibrida per trail/strada. Solitamente sono scettico su questi mix... ma la scarpa è veramente ben concepita: leggera (245 gr), ammortizzata e con una suola che sembra comunque dare buone garanzie sullo sterrato. Forse abbiamo ancora tutti in mente concetti vecchi di ibrido, potrebbe essere un settore da cui arriveranno belle novità .

Figura 7 - La Badwater, scarpa decisamente interessante

INOV 8 Inov 8 è stato uno dei primi marchi a promuovere un certo tipo di discorso relativo alla corsa naturale, proponendo scarpe leggere, poco strutturate e funzionali. Le nuove uscite della casa, sembrano andare ancora forte in questa direzione. A questo proposito, ottima la classificazione delle scarpe con il sistema delle frecce, da 3 a zero, secondo il differenziale della suola (da 9mmm a zero).

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Tra le scarpe con suola aggressiva da fell/mountain running, spiccavano le nuove Mudclaw 300, nonostante la struttura abbastanza leggera, sembra una scarpa molto resistente, adatta a condizioni durissime come neve, fango e salita e discesa tosta. Va ad affiancare le oramai famose e leggere X-Talon 212 e le ancora più leggere ed estreme X-Talon 190, proponendosi come alternativa più strutturata. Nelle scarpe da trail, rimane la linea Roclite, ma la vera grande novità è la serie Trailroc, proposta in tre versioni: 255 gr con 6mm di differenziale, 245 gr con 3mm e 235gr con differenziale zero. Ben studiate, molto basse e stabili e con una suola

nuova

chiamata

Meta-

Shank che facilita l'appoggio con l' avampiede rinforzando l'azione del metatarso. Top leggero e traspirante con inserti in TPU a rinforzare e contenere. Una scarpa che a vederla, metteva davvero tanta voglia di indossarla...

Figura 8 - La serie completa delle Trailroc

Anche qui, troviamo una linea ibrida trail-strada con le Terrafly, due versioni uomo e due donna, di cui la più pesante in GTX. Non male, sopratutto la 303.

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Per la strada vera e propria, assieme alle già affermate Road-X, di cui sono usciti nuovi colori (molto bella la 233 con il sistema Dynamic Fascia Band e la Lite 155), fa impressione vedere le Bare-X 200 e 180 con zero differenziale e zero intersuola: una scarpa da vero barefoot.

Figura 9 - Le Bare-X 180

Come mi confermava Giorgio Aprà di Inov 8 Italia, c'è grande interesse verso il minimalismo tra gli utenti finali, ma pochi negozi iniziano a crederci veramente cercando di presentare il concetto in maniera globale. Resistenza comprensibile, specie in un momento di difficoltà generale... Ma in fiera la direzione presa da quasi tutti era quella: vedremo più offerta nel prossimo anno in questo settore?

PATAGONIA Patagonia non trascura il trail running ed aggiusta la collezione scarpe implementando anche la già comprovata collezione di abbigliamento specifico. Dopo qualche tentativo poco riuscito, nelle scarpe la consulenza di atleti di altissimo livello come Krissy Moehl (l'amica del nostro Darta) fa sentire i suoi frutti.

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La Specter rimane come scarpa di punta per le lunghe distanze, strutturata e dall'ottimo fit grazie ad un sistema di allacciatura intelligente. La Tsali è stata invece rivista ed ha una versione 2.0. Scarpa leggera (290 gr) e molto ben studiata, offre comunque un intersuola alta che la rende confortevole anche su percorsi tosti. Differenziale classico sui 12 mm. Gran bella scarpa.

Figura 10 - La nuova Tsali

La vera grande novità di Patagonia è la Forerunner, che si inserisce sulla scia delle scarpe minimaliste e dedicate al natural running. A prima vista l'impressione è quella di una scarpa molto semplice: non ha orpelli, fronzoli o accessori inutili, ma anzi, una linea essenziale e pulita. In mano ci vuole poco ad apprezzare leggerezza (270 gr) e soprattutto la grande flessibilità della suola. E' una scarpa molto bassa (9mm tacco/5 mm punta, per un differenziale di 4 mm). Interessante la fascia di pelle sintetica che contorna la base del piede, sembra dare un minimo supporto e protezione senza

appesantire

la

scarpa

minimamente.

Figura 11 – La Forerunner presente anche con un prototipo impermeabile

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THE NORTH FACE TNF non esponeva la linea trail, ma i potenti mezzi di D+ mi hanno catapultato in un interessante incontro con Michael Horsch, category footwear manager del marchio. Michael mi ha confermato che la completa linea trail running verrà rivoluzionata: la Hayasa, che sarà disponibile da marzo, e di cui aveva già parlato il Darta in un nostro post, sarà la prima scarpa di questa nuova linea. Le verranno affiancati altri tre modelli, che seguiranno l'andazzo

generale

della

leggerezza. Anche

TNF

andrà

in

direzione di scarpe con basso differenziale, sebbene l'idea sia quella di restare su scarpe

con

intersuola

abbastanza importante. Vedremo!

Figura 12 - The North Face Hayasa

LA SPORTIVA La

Sportiva

punta

deciso

sulla

suola

Morphodynamic già vista sulle Quantum e sulle più pesanti Electron nonostante qualche problema di durata sulle prime versioni.

Figura 13 - La Sportiva Quantum

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La stessa suola, viene proposta nelle nuovissime Vertical K, a soli 200 gr un vero mezzo da competizione per i km verticali e le gare di sola salita. La tomaia ricorda una versione spogliata della Crosslite.

Figura 14 - La Sportiva Vertical K in tutta la sua leggerezza

Le stesse C-Lite 2.0 rimangono, scarpa leggera e molto precisa, ma che con l'inserto Stabilizer si fa apprezzare anche su distanze pi첫 lunghe.

Figura 15 - La Sportiva Crosslite 2.0 una delle scarpe piu' riuscite del marchio italiano

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SALOMON Stand molto trafficato, anche nella sua parte trail. Salomon sta decisamente investendo sul settore, e ha in mano l'uomo giusto per fare immagine, King Kilian. Finalmente sono riuscito a prendere in mano le sue scarpe. Effettivamente impressionanti. Come hanno già detto in tanti, fa paura vedere che non c'è la suola, ma la tassellatura è praticamente scolpita nell' intersuola, ed e' presente solo sull' avampiede e in minima parte sul posteriore. Belle, non ho capito molto la linguetta ancorata alla tomaia, mi sembrava che potesse dare fastidio indossando la scarpa a piedi scalzi... Ma dovrei provarla ed il mio 45 non è previsto. Non mi è dispiaciuta affatto la XR Mission, una scarpa che ricorda una versione leggera e nervosa della Crossmax... Anche Salomon, con la Fellcross e poi con questa Mission introduce scarpe meno rigide e decisamente meno strutturate. Non so se il last è lo stesso, ma alla vista sembravano decisamente più piatte delle Crossmax o le Xa Pro.

Figura 16 - La nuova Salomon XR Mission e la Fellcross a confronto. Notare l'assenza di conchiglia della XR Mission

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Interessante vedere i nuovi zaini. Già distribuito in pochissimi pezzi in previsione UTMB a luglio, l'Advanced Skin S-Lab 12, versione più capente del 5 che abbiamo visto dall'anno scorso sulle spalle di Kilian. Indubbiamente una coppia di zaini studiata molto molto bene, tecnicissima e che sta riscuotendo un successo spaventoso nonostante il prezzo non sia a buon mercato.

Figura 17 e 18 - Il 5 ed il 12 a confronto

La stessa forma a gilet, è stata trasportata sui nuovi modelli della serie XA Skin Pro, presente all'ISPO con due diverse misure, il 10+3 ed il 16+4. Contrariamente al S-Lab, verranno proposti in una taglia unica. Riprendono comunque la forma di quest'ultimo, presentandosi come due zaini molto ben concepiti, il 16+4 è davvero tanto grosso, direi più orientato per il fastpacking o gare in completa autonomia molto lunghe o traversate. Il livello di prezzo dovrebbe essere decisamente più basso della serie S-Lab.

Figura 19 - Il Salomon 10+3 davanti

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Figura 8 - Il Salomon 10+3 retro

Figura 21 – Il Salomon 16+4 davanti

Nell'abbigliamento,

personalmente

ho

perso qualche bavetta per questa giacca, la XT WP Jacket... Non l'avevo ancora vista dal vivo, ha il cappuccio, leggerissima e protettiva al punto giusto. Molto valida.

Figura 22 – Salomon XT WP Jacket

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Per l'angolo del gossip, sempre avvistato in stand Salomon, quello con lo zaino arancio è Christophe

Aubonnet,

ex

responsabile

calzature di Salomon, l'uomo che ha creato il fenomeno Hoka One One e Tecnica e reso socialmente accettato correre con i trampoli...

Figura 23 - Christophe Aubonnet

NORRONA Il marchio norvegese ha rinnovato la serie Bitihorn, dedicata alle attivita aerobiche come trail running o trekking leggero. La qualità dei tessuti, come la funzionalità del design, sono all'altezza della fama della ditta: livello assoluto. Bellissima la bitihorn dri1, completamente waterproof a soli 214 grammi, ma molto valide anche la aero 60 e la aero 100, più leggere e windproof. Figura 24 - Giacche Norrona tessuti vari

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MONTANE

Questa ditta inglese, anche se sconosciuta o quasi in Italia, fa del materiale fantastico, con sempre un occhio ai pesi e tra l'altro a cifre abbordabili. Le mie giacche preferite sono la Minimus, shell antipioggia molto ben rifinito, studiato per le attività di endurance (215 grammi e si chiude in un sacchetto grosso come una mela) e la Lite-Speed H20, che a 170 grammi credo sia una delle waterproof con cappuccio più leggere al mondo: essenziale, ma molto valida. Tra le giacche più leggere, alla Slipstream Gl Jacket, verrà aggiunta la versione con zip corta per limare ancora peso: ottime e funzionali. Speriamo di vederle presto in Italia!

ICEBREAKER

Se nel 2000 consideriamo la lana un materiale tecnico outdoor, buona parte del merito va al Sig Jeremy Moon, fondatore di Icebreaker. La ditta neozelandese è stata la prima a sdoganare la lana, levandola dall’armadio dei nonni e rendendola attuale, e rimane un punto di riferimento nel settore. La collezione nuova punta parecchio sui colori, dove spesso gli altri offrono con la lana sempre tinte molto basiche. Il livello di finitura e la qualità dei tessuti è sempre altissima (hanno fatto dei soft shell ed una giacca di lana water resistant!). Belle le tre maglie ACE a manica corta, lunga e con zip. Anche questo, stand visitatissimo... Mandare in giro una ragazza in mutande di lana per la fiera con un superman con testa di montone a fare pubblicità deve aver incuriosito più di una persona...

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REWOOLUTION

Incuriosito da un post del forum, mi sono fermato a parlare un po' con uno dei responsabili della ditta. Capi in lana merinos neozelandese, filata e tessuta in Italia e confezionata in Europa. La ditta viene da una lunga storia nella lana, e si nota per la qualità altissima dei tessuti. Sia la linea next to skin di intimo, che i capi active sono ben fatti e rifiniti in grande stile. La fascia prezzo è quella dei competitor più famosi, ma il valore aggiunto è dato dal know-how della ditta, e perchè no, dalla sua provenienza! Consiglio fashion: se proprio volete fare i fighi al pasta party, date uno sguardo alla polo piquet in lana 100% che hanno a catalogo... Rimarrete conquistati.

In decisa espansione generale il settore dell'intimo tecnico e in particolare quello degli indumenti a compressione: impressionante vedere quanta gente ci sta investendo. 2XU aveva fuori parecchia roba interessante ed ha diviso la linea in tre, con una dedicata alla performance, una meno spinta ed una per il solo recovery. CWX Conditioning anche presentava una linea molto interessante, così come CEP, che sta investendo anche in discipline al di fuori del running/triathlon. Tra le meno note, mi sono piaciuti molto i prodotti di O2 Motion. Ci si vede a Friedrichshafen per la fiera dell'Outdoor! Davide Grazielli “Blackmagic” DISTANCEPLUS staff

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