53 VS Settembre 2011

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welfare

Settembre 2011 - Anno VI - n.53

salute mentale

Intervista ad Elena Gentile

180 passi indietro per la psichiatria salentina

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VISTI DA NOI, ECCO LA PUBBLICAZIONE A giorni disponibile il quaderno n. 8 con l’aggiornamento di sette dossier su Ambiente, Povertà, Disabilità, Psichiatria, Sanità, Carcere ed Immigrazione. A cura della redazione di Volontariato Salento

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dossier tematici: sono il resoconto di un laborioso raccordo che tra il 2010 e il 2011 ha interessato associazioni di volontariato, giornalisti, esperti di settore, economisti, sociologi, Istituzioni. Le sette inchieste nascono dalla volontà delle associazioni che fanno parte delle dodici Consulte Settoriali, un organismo partecipativo del CSV Salento che propone azioni di intervento sul territorio mirate alla divulgazione e alla conoscenza del volontariato. Il risultato è uno studio a 360 gradi che cerca di leggere e capire il territorio della provincia di Lecce da diversi punti di vista e di essere uno strumento in più per i volontari, per facilitare l’azione concreta della cittadinanza attiva e solidale. I sette dossier tematici non

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TRIVELLAZIONI: PIZZICA E TEXAS

’attenzione della grandi compagnie petrolifere sull’Adriatico non è certo una novità: dalle Tremiti a Brindisi, da tempo grandi società puntano lo sguardo su questo territorio alla ricerca di qualche barile di petrolio. Oro nero presente in queste zone in scarsissime quantità (le stime parlano di una quan-

tità in grado di supportare i consumi italiani per al massimo un mese, circa 130milioni di barili) e che in molti ritengono essere di bassa qualità, catramoso, sporco e ricco di zolfo. Secondo Legambiente l’affare petrolio in Italia si sta diffondendo ad una velocità impressionante. Terme. Continua pag. 11

le parole che contano

“La politica siamo tutti noi e si fa politica anche quando si costruisce qualcosa di fondamentale sul piano sociale per rendere possibile qualcosa che altrimenti non sarebbe possibile” Giorgio Napolitano, 1 ottobre 2011

hanno come destinatari il solo mondo associazionistico salentino, ma anche le istituzioni e il mondo della politica, che è chiamata a “capire” e ad intervenire. L’idea è quella di contribuire a costruire un “sistema Salento” in cui Pubblica Amministrazione-MercatoTerzo Settore (in particolare il volontariato) siano protagonisti consapevoli, coordinati ed efficaci di sviluppo e qualità della vita». E proprio a questo mira lo studio che qui presentiamo: la nascita di laboratori socio-politici permanenti tra politica e volontariato, nei quali affrontare, con gli interlocutori interessati ai vari settori, i problemi emergenti, nel tentativo di individuare anche azioni coerenti di risposta politica e culturale.

SOCIALE, CHI RICUCE I TAGLI?

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n autunno veramente caldo. E non solo per le temperature che ancora richiamano bagnanti sulle spiagge salentine. È la calda stagione che si affaccia all’indomani delle scelte politiche effettuate all’interno della manovra finanziaria varata dal governo nazionale. Un autunno caldo e infernale per le politiche sociali soprattutto, anche a causa delle scelte precedenti effettuate dal governo nazionale prima della manovra finanziaria. Continua a pag. 15

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editoriale

C’È BISOGNO DI TAVOLI, NON DI ARMI Di Luigi Russo

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l di là della cronaca politica e giudiziaria, al di là del diffuso pessimismo, l’Italia si trova oggi in una condizione straordinariamente ricca di opportunità, e direi – paradossalmente – di grandi speranze. Il 2011, infatti, consegna definitivamente alla storia quella politica (non tutta ovviamente) che, spesso, ha agito per consolidare le lobby e per amplificare interessi privati e personalistici, piuttosto che proteggere e accrescere i Beni Comuni. Mentre questa politica moriva, per sfinimento e per implosione, nel paese si affermava silenziosamente come una foresta che cresce, una prassi di partecipazione e di responsabilizzazione che ha trovato l’anima e la forza nel ragionamento e nella passione civile di cittadini che hanno deciso di mettere le basi del futuro, senza delegare a incompetenti le scelte che contano. E che cosa è questo futuro? Impossibile utilizzare descrizioni sistemiche del tipo “liberalismo” o “socialdemocrazia” e così via, ma sicuramente un sistema che farà rima con partecipazione, con responsabilità condivisa, con legalità, con trasparenza, con efficienza ed efficacia. Insomma l’uscita dalla crisi, italiana e mondiale, non sarà decretata dalle multinazionali della finanza e del sistema bancario, ma dalla capacità di incontro e confronto tra politica, mercato e cittadinanza attiva. Non è tempo di lotte, di scontri, di guerre legali, di salvacondotti, di giustizialismi. E’ tempo di diffondere luoghi di confronto, collaborazioni, dialogo, condivisioni di responsabilità. Non servono i fucili, ma le tavole rotonde.


CSVS INFORMA

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BANDO FORMAZIONE, OTTIMI RISCONTRI DALLE ODV

37 domande pervenute, 20 da reti e 17 da singole Odv. In corso di istruttoria da parte della commissione di valutazione

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oddisfacente la risposta da parte delle organizzazioni di volontariato della provincia di Lecce al Bando Formazione 2011 del CSV Salento, scaduto lo scorso 9 settembre. Rivolto come al solito alle organizzazioni di volontariato (iscritte e non iscritte) della provincia di Lecce, il bando fa riferimento a progetti formativi, della durata minima di 12 ore, rivolti gratuitamente a volontari e aspiranti volontari. Attraverso questo bando, il Csv Salento sosterrà la realizzazione di corsi di formazione, nel caso di reti di Odv, con un impor-

to massimo di 2mila euro, mentre per le singole Odv l’importo massimo è pari a mille euro. A carico delle Odv proponenti e/o capofila vi è invece la quota di cofinanziamento, possibile sia come apporto in denaro, ma anche servizi (valutati ai costi di mercato) e/o valorizzando l’apporto delle risorse umane volontarie, nella misura minima del 20% del costo complessivo della proposta. Alla luce delle domande pervenute, si può affermare che, rispetto all’ultima edizione del Bando Formazione risalente al 2007, quest’ultima ha

visto un’analoga partecipazione da parte delle Odv del territorio, le quali hanno manifestato un forte interesse alla formazione e alla specializzazione dei volontari, risorsa strettamente funzionale all’operatività concreta delle stesse. I progetti di formazione ammessi saranno complessivamente 30, di cui 15 quelli presentati da reti di Odv e 15 quelli presentati da singole associazioni. Durante la procedura di valutazione dei progetti, un’apposita Commissione nominata dal Consiglio Direttivo del Csv Salento proce-

derà all’attribuzione di un punteggio, sulla base dei seguenti criteri: − l’incidenza concreta del progetto; − l’incidenza concreta del progetto sul territorio e sul bisogno evidenziato − la coerenza tra motivazioni, fabbisogni formativi, azioni, metodo ed organizzazione. Dato l’elevato numero di domande presentate, ai fini dell’analisi e della valutazione dei progetti, si prevede la pubblicazione della graduatoria per i primi giorni del mese di ottobre. Luca Dell’Anna

RELAZIONI SOLIDALI PER COSTRUIRE UNA CULTURA DEL VOLONTARIATO

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All’avvio le fasi di selezione dei 12 volontari in servizio civile per il nuovo progetto del CSV Salento

e relazioni solidali sono quelle relazioni fondamentali, uniche e necessarie per costruire una dimensione della società accogliente, attiva e costruttiva. “Relazioni Solidali”, però, è anche il nome del nuovo progetto di servizio civile che si avvierà a partire dal 2012 presso le sedi del CSV Salento accogliendo 12 giovani ragazzi e ragazze in cerca di esperienza e desiderosi di impegnarsi per gli altri. I volontari selezionati saranno operativi presso la sede centrale del CSV Salento (5 unità) in via Gentile a Lecce e presso i tre sportelli territoriali di Lecce (3), Scorrano (2) e Tiggiano (2). In ognuna delle sedi di Lecce, inoltre, una posizione è riservata in via esclusiva a candidati a bassa scolarizzazione, ovvero in possesso di titolo di studio non superiore alla licenza media. Le candidature pos-

sono essere presentate presso la segreteria del CSV Salento, in via Gentile 1 a Lecce, sia a mezzo posta che per consegna a mano, entro e non oltre le ore 14.00 del 21 ottobre 2011. L’obiettivo del progetto è quello di favorire, per i cittadini della provincia di Lecce in situazione di disagio, un sensibile miglioramento della qualità di vita, incentivando e orientando l’accessibilità ai diversi servizi specificamente dedicati. La creazione di appositi sportelli informativi intesi sia come erogatori di servizi al cittadino, sia come promotori di nuove sensibilità e di prese di coscienza consentirà di accedere a tutte le indicazioni necessarie ad individuare e contattare quelle associazioni di volontariato, più vicine alla propria residenza, in grado di fornire un servizio idoneo a risolvere o alleviare il proprio bisogno.

Il servizio civile, però, non è solo uno strumento per offrire il proprio supporto alla società. È anche un’esperienza di formazione e crescita personale ed in questa direzione “Relazioni Solidali” propone un programma innovativo di formazione incentrata sulla lettura del territorio. Un insieme di esperienze di apprendimento finalizzate alla costruzione di percorsi di continuità post servizio civile. Un programma di visite a luoghi ed incontri con istituzioni e attori sociali, tese a far conoscere il proprio territorio e i meccanismi della partecipazione civica e democratica. Saranno coinvolti amministratori comunali, prefettura, aziende locali che testimonieranno competenze, esperienze e culture di legalità, partecipazione e impegno sul territorio. Luca Spagnolo

ECCO LA DIRETTIVA 2011

Per progetti sperimentali e innovativi. Disponibili 2,3 ml di euro

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nche quest’anno il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la Direttiva del 15 luglio 2011, concernente la presentazione di progetti sperimentali e innovativi di volontariato (art. 12, legge 266/1991), presentati dalle organizzazioni di volontariato costituite da almeno due anni e regolarmente iscritte nei relativi registri regionali/provinciali alla data di pubblicazione della Direttiva sulla gazzetta ufficiale. La disponibilità finanziaria complessiva è di 2,3 milioni di euro. Questa edizione della Direttiva vede un’importante novità: si tratta della nuova piattaforma telematica (www.direttiva266.it) realizzata da CSVnet per il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che consentirà alle organizzazioni di volontariato di compilare on line il formulario, inviarlo per via telematica e gestire la rendicontazione dei progetti che verranno finanziati. A differenza della versione cartacea, il sistema informatico permetterà alle organizzazioni di volontariato di visualizzare da subito eventuali errori ed omissioni, ed evitare la maggior parte dei motivi di inammissibilità dei progetti. Lo scorso 12 settembre, presso la sede di via Gentile 1 a Lecce, il CSV Salento ha organizzato un apposito incontro formativo finalizzato a presentare alle associazioni di volontariato della provincia di Lecce questa opportunità di finanziamento. La presentazione è stata curata da Luca Dell’Anna, responsabile dell’area Formazione e Consulenza del CSV Salento, concentrando l’attenzione su alcuni nodi critici di un bando piuttosto articolato. Per l’anno 2011 i progetti dovranno riguardare ambiti d’azione compresi tra i seguenti, indicando eventualmente quello prevalente: - Identificazione e prevenzione del disagio sociale; - Tutela e promozione dell’infanzia,dei giovani e dell’adolescenza volta anche a

sostenere la maternità; - Individuazione, conoscenza e accompagnamento di soggetti a rischio di esclusione sociale; - Promozione di modelli riguardanti la partecipazione ed integrazione sociale in particolare delle persone con disabilità, delle persone senza dimora, degli anziani e dei migranti; - Individuazione e promozione di azioni e modalità rivolte alla prevenzione del disagio minorile e giovanile; - Promozione e sviluppo della consapevolezza dell’identità nazionale ed europea; - Promozione di forme di volontariato che prevedano il coinvolgimento dei giovani. La direttiva non prende in considerazione progetti in materia di cooperazione internazionale allo sviluppo e di protezione civile. Per ulteriori informazioni, il CSV Salento è, come al solito, a disposizione delle organizzazioni di volontariato della provincia.


ASSOCIAZIONI

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CARMEN LASORELLA, UN’AMICA PER LA COMUNICAZIONE S Assegnato il premio Fidas di quest’anno alla giornalista che ha seguito le più grandi crisi internazionali del XX secolo

arà conferito a Carmen Lasorella il premio “Un Amico per la Comunicazione” per l’anno 2011. Così ha deliberato il Consiglio direttivo della Fidas Puglia – la Federazione delle quattro associazioni pugliesi di donatori di sangue aderenti alla Fidas nazionale, costituite da oltre 30mila iscritti. Giunto alla sua XI edizione, il premio è stato istituito nel 2001 dalla Fidas Puglia al fine di esprimere il proprio apprezzamento per il contributo professionale ed umano offerto da operatori della comunicazione sociale allo sviluppo della donazione del sangue, nonché alla promozione dell’immagine e delle attività associative. Nel corso degli anni sono stati insigniti di questo riconoscimento giornalisti, sociologi e anche funzionari della pubblica amministrazione regionale che si sono particolarmente distinti nel “comunicare il dono”. Se sono noti a un più vasto pubblico le competenze e le straordinarie capacità comunicative di Carmen Lasorella, voce dell’informazione dei Tg delle reti ammiraglie nazionali, apprezzata firma di reportage televisivi sulle grandi crisi

internazionali del XX secolo in Africa, Medio e Vicino Oriente, America latina, scrittrice sempre attenta alle problematiche civili e sociali (è del 2008 il libroreportage sulle vittime del feroce regime birmano “Verde e Zafferano. A voce alta per la Birmania”), oggi direttore generale della radiotelevisione della Repubblica di San Marino, forse non tutti conoscono la sua disponibilità e sensibilità anche nell’ambito del volontariato. Da sempre vicina alla Fidas, nel 2008 ha realizzato per la federata Lucana la campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue “RossoVita – il colore della Solidarietà”, per la quale si è prestata come testimonial. Quest’anno ha dato piena disponibilità alla Fidas Nazionale, partecipando come relatore al Meeting Fidas Giovani di Matera, il corso di formazione annuale itinerante destinato ai giovani dirigenti della Fidas, con un intervento su “La Comunicazione Sociale in Europa”. Nel corso dell’estate 2011 ha dedicato ampi spazi della emittente che dirige alla campagna estiva Fidas di sensibilizzazione alla donazione di sangue ed emocom-

ponenti “Ogni donatore Fidas gareggia per la Vita”. Nel suo “palmares” si annoverano, tra i premi ricevuti, il Max David, il Premiolino, il Guidarello, il premio della Critica Radiotelevisiva. Il premio “Un Amico per la Comunicazione”, secondo consuetudine della Fidas Puglia, verrà conferito nel corso della manifestazione regionale di maggior rilievo: cornice per il 2011 sarà la 2a Giornata Nazionale FIDAS che si celebrerà a Bari il prossimo 2 Ottobre – in contemporanea a tante altre manifestazioni in tutt’Italia – presso il teatro Showville (traversa Conte Giusso, 9). Alla serata interverranno il Vice Presidente Nazionale FIDAS prof. Antonio Bronzino, i dirigenti delle quattro Federate FIDAS Puglia e un vasto pubblico costituito da donatori ed autorità locali.

Compongono la FIDAS Puglia le Associazioni federate FIDAS: Associazione “Federazione Pugliese Donatori Sangue”, Associazione Leccese Donatori Volontari Sangue, Associazione Messapica Donatori Volontari Sangue, Associazione

Donatori Volontari Sangue Taranto. Nel 2010 la Federate FIDAS in Puglia hanno raccolto oltre 33000 unità di sangue ed emocomponenti.

NUOVO CORSO DELL’AVO DI GAGLIANO DEL CAPO

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’Associazione Volontari Ospedalieri di Gagliano del Capo organizza un corso di formazione per il volontariato in ospedale. All’interno del corso è dedicata una sezione speciale ai giovani dai 18 ai 30 anni, ai quali viene data la possibilità di ricevere crediti formativi. Il corso è aperto anche a coloro che hanno superato i 30 anni d’età ma che vogliano dedicare parte del loro tempo agli altri. L’associazione, da anni ormai, si occupa proprio di rendere più serena la vita di persone con problemi di salute che sono costrette al letto d’ospedale. Per ulteriori informazioni rivolgersi allo 3297143607.

OIPA & MYFIDO 2011: TORNANO “LE GIORNATE DA CANI” A MELPIGNANO

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ani da tutto il mondo unitevi e venite in Puglia! Basta convincere i propri padroni a concedersi un weekend nel Salento, il prossimo 8 e 9 ottobre. Si rinnova anche per il 2011 l’appuntamento con le Giornate da cani di Myfido (www.myfidoweb.it), l’evento organizzato dall’associazione Oipa e dall’associazione Myfido, dedicato ai migliori amici dell’uomo che ha riscosso un grande successo nel 2010 e si svolgerà anche quest’anno a Melpignano (Le) e a Casamassella, frazione di Uggiano La Chiesa, e sostenuta da Almonature. Ricco il calendario delle iniziative per gli amanti dei cani, che insieme ai loro amici a quattro zampe, potranno partecipare a questo appuntamento annuale, espressione della sensibilità e dell’attenzione del territorio pugliese nei confronti del mondo cinofilo. La manifestazione si articolerà in due giornate: nel pomeriggio di sabato 8 ottobre, il percorso di dog-walking tracciato per questa edizione di Myfido, condurrà proprietari e cani nei boschi immensi della fondazione Le Costantine di Casamassella. Si partirà alle 15 e con i partecipanti ci sarà Claudia Rondani, educatrice cinofila di Bologna della Siua, che darà lezione di comportamento su come interagire con il proprio cane e si scopriranno i suggestivi paesaggi rurali del Salento e si farà merenda al sacco. Alla fine della passeggiata sarà consegnato il diploma di partecipazione e piccole sorprese. Prevista anche una dimostrazione con i cani da tartufo nei boschi della tenuta, a cura di Giuseppe Lolli.

La sera di sabato 8 sarà dedicata all’analisi di alcune tematiche inerenti i cani e il loro rapporto con l’uomo e la società in generale: se ne parlerà in un convegno a Melpignano, organizzato da Oipa Salento, al quale interverranno importanti esperti nazionali, da docenti universitari a rappresentanti di varie associazioni. Domenica 9 ottobre, lo spazio antistante l’ex convento degli Agostiniani sempre a Melpignano, dove sarà presente anche lo stand adozioni, ospiterà la festa dedicata agli amici a quattro zampe che potranno prendere parte, insieme ai rispettivi proprietari, alle dimostrazioni di agility dog, e alla simpatica sfilata di bellezza. Ci saranno anche nomi importanti di queste discipline: alcuni di loro sono campioni mondiali e detentori di world guinness records Prove di agility a cura dei campioni Claudia Stajano e Stefano Pinto. Giudicano la gara di bellezza i bambini delle scuole elementari di Melpignano. Sarà inoltre presente Gianni Sabella, da Galatina, nella veste di campione del mondo nello sledog (corsa con cani da slitta) con i suoi splendidi campioni. Prevista la partecipazione del campione del mondo di addestramento Salvatore Fontana. Nella serata di domenica, durante le premiazioni della sfilata, verrà assegnato il premio Myfido 2011 a Fabrizio Santorsola del Sisina Beach di Savelletri (Br) che in Puglia si è meglio contraddistinto per l’impegno a favore dei diritti dei cani e del miglioramento del loro benessere anche sulla spiaggia.

SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E ODV, MONDI SEMPRE PIÙ DISTANTI

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Sempre meno le OdV che riescono ad avere progetti finanziati

embra un paradosso, ma i risultati dell’ultimo bando per l’impiego di volontari in Servizio civile testimoniano un numero abbastanza desolante fra i progetti approvati e finanziati agli enti del volontariato, rispetto agli altri enti del terzo settore. A farla da padrone sono gli enti pubblici, comuni in primis, ma anche università e provincie. A seguire poi le cooperative sociali. Nella provincia di Lecce, solo due i progetti approvati ad associazioni: “Vita Solidale” di Handicap e solidarietà a Lecce con 4 unità e “Per e

con i disabili” di La Piramide di Taviano con 2 unità. Non va meglio per il resto della Puglia, dove troviamo solo altri 3 progetti per 27 volontari. Rimane, inoltre, esiguo a prescindere, il numero di OdV che nel 2011 ha presentato progetti alla valutazione, ed in netto calo rispetto alle precedenti edizioni. Quali le ragioni di questa vertiginosa decrescita? Perché il volontariato prende le distanze dal Scn? Una chiave di lettura potrebbe essere nella grande mole di adempimenti, di in anno in anno sempre in crescita e sempre più capziosi,

che richiedono a volte anche investimenti economici poco sostenibili dalle realtà associative più piccole. La lettura del fenomeno dovrebbe certo essere più complessa e approfondita, e magari sostenuta da riscontri sul campo, ma allo stato attuale rimane l’emergenza di un disagio a pelle. Com’è possibile che una cultura dell’impegno solidale e del dono di sè, possa esser coerentemente promossa nel nostro paese, senza un apporto concreto e incisivo del mondo del volontariato? Luca Spagnolo


DISABILITÀ

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NO AI TAGLI DELL’ASSISTENZA!

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Le federazioni nazionali Fish e Fand annunciano una mobilitazione a tempo indeterminato, post Manovra

a manovra bis, decreto legge 138/2011, è ormai legge con la sua riforma fiscale e assistenziale, che consente di drenare 40miliardi in tre anni dalle tasche delle famiglie e dai servizi alle persone. A nulla sono valse le proteste della Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap, e della Fand, Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità, che hanno iniziato a luglio una mobilitazione continua. Come dichiarano Fish e Fand, che da sole raccolgono le principali e fattive associazioni per la tutela dei disabili

in Italia, «la riforma dell’assistenza necessaria al nostro paese non è certo quella che il Governo propone, ma servizi migliori e più efficienti, volti all’inclusione e non alla segregazione». La prima richiesta delle Federazioni era quindi «sganciare la riforma assistenziale da ogni automatico vincolo pregiudiziale di cassa». Lo slogan è «non si faccia cassa sui servizi alle persone». Le due federazioni hanno approntato delle lettere e nella prima settimana di settembre sono state 17.000 quelle inviate ai capigruppo del Senato e alla

Commissione Bilancio. Su questa linea i membri della Fand hanno redatto un comunicato in cui si chiedeva al governo il ritiro del disegno di legge n.4566, contenente le misure di riforma assistenziale. Inutile la richiesta di un tavolo tecnico con il coinvolgimento delle categorie interessate. Oltre a comunicati stampa indirizzati a tutte le associazioni e ai cittadini che permettono un’informazione puntuale, oltre a predisporre lettere da inviare allo Stato per far capire quanto i cittadini non vogliano questa riforma, la Fish ha organizzato un’azione dimostrativa

TUTTI IN CLASSE

AUDIOLESI E VIDEOLESI, ECCO LE RISORSE PER LE PROVINCE

L’apertura delle scuole per le 200mila persone disabili in Italia ha riservato brutte sorprese: il rapporto tra insegnante di sostegno e alunno è ormai di uno a due

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onostante le scuole registrino un numero sempre maggiore di studenti disabili, insegnanti e ore di sostegno non sfuggono alla scure dei tagli. L’aumento di 20mila unità di alunni con disabilità certificata (quasi 190mila quest’anno dei quali il 90% con deficit intellettivo e/o sensoriale) fa saltare il rapporto di due alunni per singolo insegnante, fissato da una norma istituita dal governo Prodi e mai abrogata. Si riduce, inoltre, il numero di insegnanti specializzati che risulta ampiamente al di sotto delle «effettive esigenze del bambino con diverse abilità» contraddicendo la sentenza n. 80 della Corte Costituzionale del febbraio 2010. A questo si aggiungono i numerosi artifici giuridici istituiti dal ministero dell’Istruzione tra cui il requisito indispensabile per ottenere il sostegno scolastico della connotazione di gravi-

tà (si badi bene di gravità al 90%, non di invalidità) e il contributo economico che i familiari dei disabili sono obbligati a versare per ottenere quanto già loro riconosciuto come diritto soggettivo naturale dal Tar di competenza (circa 300 euro). Se si considera che non si investe un euro nella formazione e nell’aggiornamento degli insegnanti curricolari e di sostegno, l’unico strumento che consente alle persone disabili di frequentare la scuola pubblica sembra essere quello del ricorso al Tar. Si aggiungono, poi, 40miliardi di tagli della cosiddetta riforma assistenziale e fiscale distribuiti nei prossimi tre anni, l’azzeramento del fondo per i non autosufficienti e la riduzione del fondo nazionale delle politiche sociali si comprende come la disabilità viva una condizione di svuotamento del sostegno sociale.

in Piazza del Popolo a Roma, calando dal Pincio uno striscione per attirare l’attenzione sui tagli alle invalidità, alle pensioni di reversibilità e all’indennità di accompagnamento, tagli ai servizi sociali e agli enti locali che forniscono servizi a bambini, anziani, persone disabili e non autosufficienti. Ha dichiarato per noi Pietro Barbieri, presidente della Fish: «Adesso ci mobiliteremo! Vedremo da dove andranno a prendere i 40miliardi e agiremo di conseguenza». Sara Beaujeste D’Arpe

La Regione ripartisce circa 2,3 milioni di euro per l’assistenza e l’integrazione scolastica per alunni audiolesi e videolesi per gli anni scolastici 2010-2011 e 2011-2012

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ono 2,3 milioni di euro all’incirca che saranno destinati alle sei province pugliesi per effettuare i servizi di assistenza e integrazione scolastica in favore di persone audiolese e videolese. I criteri di riparto delle risorse restano identici a quelli degli anni precedenti, cioè il 50% sulla base del numero di Comuni presenti nella provincia e il 50% sulla base della popolazione residente. Alla provincia di Lecce spettano infatti oltre 654mila euro, a quella di Bari oltre 501mila euro, alla provincia di Foggia quasi 448mila euro, alla provincia di Taranto quasi 290mila euro, alla provincia di Brindisi oltre 200mila e, infine, alla Bat poco più di 181mila euro.

Queste risorse potranno essere utilizzate dalle Province esclusivamente per interventi volti alla integrazione e all’assistenza scolastica di competenza delle Province ai sensi dell’art. 17, comma 1 lett. e) della legge regionale n. 19/2006, e rappresentano il cofinanziamento della Regione Puglia per concorrere alla copertura dei costi connessi all’esercizio di una funzione propria delle amministrazioni provinciali, con riferimento agli anni scolastici 2010-2011 e 2011-2012. Entro trenta giorni dalla conclusione di ciascun anno scolastico le Province pugliesi provvedono a rendicontare le attività realizzate e le risorse utilizzate. Luigi Conte

PER UNA CULTURA SENZA BARRIERE

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A Lecce tre giorni di iniziative sull’accessibilità della cultura promosse da ArtLab11

e l’accesso alla cultura è un tema già fortemente dibattuto, quello della sua accessibilità è, invece, molto più frequentemente lasciato in sordina. Per tre giorni, invece, la città di Lecce ha ospitato un’iniziativa che ha fatto della fruizione dell’offerta culturale delle persone affette da disabilità il cuore della propria mission. La torinese Fondazione Fitzcarraldo onlus, infatti, all’interno di “ArtLab11. Dialoghi intorno al management culturale” ha affrontato il delicatissimo tema del guardare le cose con lo sguardo dell’altro, quello delle persone disabili, attraverso spettacoli di teatro, cinema e seminari mirati. Per la prima volta nel capoluogo salentino, Artlab dal 22 al 24 settembre ha proposto un laboratorio sensoriale per il teatro accessibile, per conoscere e sperimenta-

re le tecniche dell’audiodescrizione e di traduzione in Lis (Lingua italiana dei segni), considerata come un valore aggiunto. Le sue caratteristiche, infatti, la rendono uno strumento teatrale di grande espressività, capace di dare voce attraverso segni nuovi alla sensibilità di chi la utilizza. A questo esperimento si è aggiunto lo spettacolo teatrale “Iancu. Un paese vuol dire”, prodotto dai Cantieri teatrali Koreja accompagnato dalla traduzione in Lis e il seminario “L’invasione degli altri corpi 2.Accessibilità alle persone con disabilità dei servizi e dei programmi culturali”, durante il quale è stato presentato il “Manifesto dell’accesso alla cultura per tutti” redatto dal Tavolo cultura accessibile del Piemonte. Alice Mi


ACCESSIBILITÀ

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L’ACCESSIBILITÀ NEGATA

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L’associazione Sfida ha denunciato la presenza di barriere architettoniche e culturali a Galatina e in molti altri centri del Salento

l vice segretario provinciale di Sfida, Sindacato famiglie italiane diverse abilità, Luigi Mangia ha iniziato una campagna mediatica sul problema dell’accessibilità nelle principali città salentine. Anche se la Costituzione italiana garantisce la libera circolazione e l’accessibilità è uno dei principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili, ratificata in Italia nel 2009, nelle nostre città nulla è cambiato. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, in prossimità della settimana europea della mobilità sostenibile, che si terrà dal 16 al 22 ottobre, ha invitato i sindaci a prendere iniziative in favore di una mobilità alternativa a quella delle automobili con l’obiettivo di diminuire l’inquinamento. È l’occasione per Luigi Mangia di un’analisi dettagliata della sua città. «Galatina soffre il problema del traffico: mancano parcheggi e quelli esistenti sono

insufficienti a servire la mobilità commerciale, turistica e sanitaria. I cittadini non hanno maturato ancora una corretta cultura civica della mobilità, così il parcheggio selvaggio, il parcheggio sullo scivolo del marciapiede, il parcheggio abusivo giallo riservato, sono la regola che viene tollerata e non viene né combattuta né sanzionata. Inoltre la città è piena di barriere: pali della luce lungo i marciapiedi spesso anche stretti e quindi inutili per la mobilità in carrozzella, pali di segnalazione stradale, tabelloni di pubblicità, merci dei negozi esposte, pedane di bar e pizzerie. In queste condizioni per i disabili muoversi significa ogni volta sfidare l’inciviltà e pagare per l’insensibilità dei sindaci che non amano i disabili subiti come cittadini di serie B con tanti problemi». Non solo quindi problemi strutturali, ma anche di educazione civica e sociale. Continua Mangia: «sono

trent’anni che il problema della mobilità viene inserito nei programmi elettorali, sono trent’anni che non si conclude niente». Il problema della mobilità non riguarda però solo Galatina, ma anche Lecce, Nardò, Maglie, Otranto solo per citarne alcune. Come afferma Mangia: «mi pare che sia molto utile chiedere ai sindaci dei centri salentini e al sindaco di Galatina Coluccia quali iniziative intendono prendere per evitare l’inquinamento dell’aria, per garantire la salute e tutelare il diritto alla mobilità senza pericoli. I giorni della settimana europea della mobilità sostenibile possono essere un tempo di riflessione e di studio e scoprire una città dove il diritto alla mobilità sicura, che è un grande valore di libertà, che non fa differenza fra vecchi e bambini fra giovani e disabili, sia un valore per tutti». Sara Beaujeste D’Arpe

PROTESTANO I DISABILI: IMPOSSIBILE MUOVERSI PER LE VIE DEL CENTRO

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L’associazione “Insieme per i disabili” si fa portavoce di una protesta di un cittadino disabile di Corsano

uche, asfalto di copertura non ben compresso, crateri lasciati dai lavori per le opere pubbliche. Di conseguenza disagi continui per gli automobilisti, ma soprattutto per le persone che hanno difficoltà di deambulazione. «Alcune strade del centro storico di Corsano sono impraticabili, e io non posso più nemmeno muovermi di casa per andare al bar»: a dirlo è Franco Russo, disabile 60enne del posto, che l’altro giorno, dopo innumerevoli quanto inutili tentativi di sensibilizzare gli amministratori locali al problema che lo assilla, ha deciso di chiedere aiuto all’associazione “Insieme per i disabili onlus” di Alessano e denunciare pubblicamente questo disagio. Il signor Franco, con problemi gravi alla colonna vertebrale e agli arti inferiori, fino a qualche anno fa si muoveva con un’auto opportunamente adattata, ma adesso non ce la fa più a guidare, ed è costretto a spostarsi con una carrozzina elettrica fornitagli dalla Asl.

Però, visto lo stato delle vie di Corsano, ormai sempre più spesso rinuncia a percorrerle a causa del pessimo stato in cui si trovano: via San Bartolo, via Vittorio Emanuele, via della Libertà, Piazza Umberto I, via Matteotti, via Baglivo, un vero e proprio campo minato. «La verità – continua amareggiato il disabile di Corsano – è che dei disabili ci si occupa solo nelle grandi occasioni, e li si ignora nella loro vita ordinaria, nei loro bisogni quotidiani. Dovrebbero avere il coraggio di andare fino in fondo, queste persone insensibili, e ammettere pubblicamente che i disabili si devono arrangiare e non devono pretendere troppo!». «Noi di “Insieme per i disabili” – spiega il portavoce Luigi Russo – ogni giorno riceviamo segnalazioni di questo tipo, anche in altri comuni del Salento e sempre verifichiamo distrazioni e mancanza di sensibilità da parte degli amministratori; e dobbiamo anche dire che questo delle strade disastrate è un fenomeno

tipicamente del Salento. Nel caso del signor Franco ci siamo recati sul posto per registrare e fotografare questo stato di cose. Facciamo appello agli amministratori del comune di Corsano perché

pongano rimedio immediatamente a questa odiosa situazione, che di fatto impedisce ai disabili di quel paese di poter fare una vita possibile rispetto alle loro abilità e li priva di essenziali diritti. Vogliamo ricordare che se nulla verrà fatto avvieremo le procedure, anche legali, per permettere ai disabili corsanesi la esigibilità dei loro diritti». «Non per fare polemica gratuita – conclude Russo – ma in questo strano Salento c’è parte della classe politica che vorrebbe costruire un’autostrada da Montesano a Leuca per meno di 700 veicoli al giorno che la devono percorrere, ma dimentica invece che dentro i paesi manca l’essenziale: un serio piano di sicurezza stradale; un controllo effettivo dei lavori effettuati dalle ditte appaltatrici e subappaltatrici che non chiudono quasi mai per bene le buche e non ripristinano a perfetta opera d’arte il manto d’asfalto». Luigi Russo

LIBERI DI MUOVERSI SENZA OSTACOLI

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Più di 180 i partecipanti ai percorsi estivi di turismo accessibile proposti di Anyway Accessalento

ettembre tempo di bilanci estivi e per l’associazione leccese Anyway Accessalento quello delle attività promosse per la valorizzazione del turismo accessibile è più che soddisfacente. Dopo aver censito le strutture ricettive in grado di ospitare turisti “diversamente abili” o con esigenze di vario genere legate al proprio stato di salute o caratteristiche psicofisiche, l’OdV li ha riproposti attraverso una serie di percorsi che valorizzano la conoscenza e l’esplorazione di questo territorio non solo a chi ha difficoltà motorie, ma anche a non vedenti, non udenti, anziani, donne in gravidanza ecc. Percorsi diffusi che hanno attraversato 14 centri del Salento, da Lecce a Corigliano d’Otranto. L’iniziativa, nata grazie alla collaborazione con le guide di Turistingioco e con il supporto dell’Apt di Lecce, che ha accolto da luglio a settembre circa 180 visitatori. «Sono davvero orgoglioso – commenta il giovane presidente Diomede Stabile – di quanto questo progetto abbia potuto dare l’opportunità a persone con caratteristiche di vario genere la possibilità di visitare i nostri luoghi, condividendo con loro quanto più meraviglioso possa esistere nella vita dell’uomo, la libertà di muoversi senza ostacoli». Un libertà che significa, di contro, la valorizzazione anche dell’offerta turistica, tanto da essere inserita nella

programmazione di “Città aperte 2011. Salento per tutti turismo accessibile”. «So che è solo l’1% di ciò che si potrebbe fare – continua Stabile –e sarebbe utile, in questo senso, che la Regione Puglia ci desse la possibilità di allargare l’indagine su strutture e percorsi accessibili a tutto il territorio regionale». Lara Esposito


SPECIALE TRIVELLAZIONI

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A cura di Lara ESPOSITO

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PIZZICA E TEXAS

’attenzione della grandi compagnie petrolifere sull’Adriatico non è certo una novità: dalle Tremiti a Brindisi, da tempo grandi società puntano lo sguardo su questo territorio alla ricerca di qualche barile di petrolio. Oro nero presente in queste zone in scarsissime quantità (le stime parlano di una quantità in grado di supportare i consumi italiani per al massimo un mese, circa 130milioni di barili) e che in molti ritengono essere di bassa qualità, catramoso, sporco e ricco di zolfo. Secondo Legambiente l’affare petrolio in Italia si sta diffondendo ad una velocità impressionante. Complice di questa inconcepibile manovra, innanzitutto l’atteggiamento del ministero dell’Ambiente che ha concesso le autorizzazioni per ispezioni sismiche nel Basso Adriatico, da Monopoli ad Otranto. Nell’agosto 2011, infatti, l’allarme è arrivato anche sulle coste del Salento con l’avvistamento di alcune trivelle al largo di Santa Cesarea Terme. La compagnia interessata è la società inglese Northern Petroleum che

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utilizza la tecnologia della air gun, ovvero furiose esplosioni di aria compressa in mare. L’annuncio dell’avvenuta autorizzazione da parte del ministero dell’Ambiente arriva in data 28 luglio 2011: le ispezioni sismiche sono previste per ottobre 2011 e l’inizio delle trivellazioni per il 2012. L’allarme avvistamento sulle coste salentine – presto rientrato, le trivelle erano dirette al largo di Crotone – ha acceso l’attenzione di volontari, politici e cittadini sul rischio di vedere le proprie coste, invase da piattaforme: nella zona compresa tra il Salento e la provincia di Bari, infatti, la compagnia inglese ne ha previste, almeno 9. Per impedire questa invasione, la cittadinanza attiva si è mobilitata promuovendo una petizione che dica “no” a quest’operazione che mette a repentaglio non solo l’equilibrio ambientale e faunistico del mare salentino, ma anche il turismo che da un po’ di anni rappresenta una delle vie maestre per l’economia salentina. Il dissenso ha preso forma all’interno del comita-

to “No petrolio, sì energie rinnovabili” che insieme ad istituzioni e associazioni hanno presentato le proprie osservazioni negative ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Tra le tante comunicazioni di dissenso, quella sottoscritta nel 2010 dai sindaci di Otranto, Ostuni, Fasano, Polignano a Mare, Monopoli, Carovigno, Brindisi, Melendugno, insieme alla Provincia di Brindisi e indirizzata al ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Già in quell’anno, infatti, la Northern Petro-

leum, aveva inoltrato formale richiesta di operare in un tratto di circa 6000 kmq di costa, da Polignano a Mare sino alla città dei Martiri, per verificare la presenza o meno di idrocarburi utili. Le risposte istituzionali, però, sembrano essere ancora piuttosto confuse: sullo sfondo uno scontro tra competenze regionali e statali, la cui posta in gioco è, però, altissima. Il rischio che si corre è quello, ancora una volta, di far pagare il prezzo più alto all’equilibrio ambientale di questo territorio.

UN PONTE TRA IL GARGANO E IL SALENTO

n ponte ideale unisce il Salento e il Gargano, ed è quello del dissenso alle trivelle nel mar Adriatico. Alla battaglia – almeno per ora vinta – per evitare il disastro al largo delle Isole Tremiti nella zona del Gargano con sit-in e concerti si aggiunge un lunga serie di luoghi affacciati sul mare chiamati a mobilitarsi contro la “texanizzazione” delle coste pugliesi. Sono circa 27 le località costiere all’attenzione delle grandi compagnie petrolifere: Isole Tremiti, Bari, Monopoli, Polignano a Mare, Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Brindisi, Melendugno, Otranto, Giurdignano, Uggiano la Chiesa, Torre Guaceto, Macchia San Giovanni, Punta della Contessa, foce canale Giancola, Rauccio, Acquatina Frigole, Torre Veneri, Le Cesine, Torre dell’Orso, palude dei Tamari, laghi Alimini, Santa Maria di Leuca, capo San Gregorio e Punta Ristola. 13 le richieste di permesso inoltrate per le ricerche. Di queste, 9 sono dell’inglese Northern Petroleum, 4 dell’irlandese Petrolcentric, cui si aggiungono

nel 2011 l’inglese Spectrum Geo Ltd e l’Eni, interessata al brindisino. La prima ha presentato istante di permesso in mare al ministero dell’Ambiente nel tratto di mare antistante le coste che vanno da Bari a Leuca. La seconda, invece, è stata la protagonista del braccio di ferro innescato per le ricerche nelle Isole Tremiti conclusosi con un mero rinvio: la Petrolceltic, infatti, si è impegnata a non svolgere alcuna attività nel mare delle Isole Tremiti al 22 marzo 2012, quando il Tar del Lazio prenderà una decisione definitiva. Interessata all’intera costa pugliese, invece, la Spectrum Geo ha sottoposto al ministero dello Sviluppo economico due istanze di permesso di prospezioni geofisiche che interessano tutto il Mar Adriatico ed in particolare quello meridionale, costeggiando in toto le coste pugliesi per una lunghezza di 3.898 Km ed una superficie 16.169 Km quadrati. L’italiana Eni, infine, già nel ‘93 aveva inoltrato a Brindisi il progetto “Aquila” e nel 2009 ha assegnato alla

Saipem la conversione di una sua petroliera in un impianto galleggiante (FPSO) per lo sfruttamento di un giacimento che si trova a 25 miglia da Brindisi. Un permesso accordato all’Eni che fino al 2020 ha la “concessione di coltivazione” in quell’aria. Nel 2006, per lavori di manutenzione della piattaforma, i pozzi da cui si estraeva il greggio sono stati chiusi ma sembra che nulla vieti alla società di riaprirli. In generale, quindi, al Salento sono interessate la Northern Petroleum – che ha in generale ha presentato il progetto più vasto – e la Spectrum, ma si tratta “solo” di istanze inoltrate. Alle Isole Tremiti, infatti, e nella fascia tra Monopoli, Ostuni e Brindisi le ricerche di petrolio sono da avviare, mentre nel brindisino sono già state avviate. A bloccare fattivamente finora i lavori, solo le sentenze del Tar. Una garanzia fragile, però, quella del tribunale, soprattutto a fronte di una volontà politica governativa che sembra andare in tutt’altra direzione, quella della corsa all’oro nero.

IL NO DELLA REGIONE PUGLIA L

’attenzione delle grandi compagnie petrolifere alle coste pugliesi non è certo una novità ma il caso nel Salento è esploso solo dopo l’avvistamento di una petroliera al largo di Santa Maria di Leuca, diretta in realtà a Crotone. Il punto cruciale riguarda le competenze: la Regione Puglia, infatti, non ha potuto che esprimere un parere politico – seppur tardivo – rispetto alle politiche delle trivelle autorizzate dal ministero all’Ambiente, impugnando al Tar le concessioni. Autorizzazioni frammentate, così come le richieste: le compagnie, infatti, hanno presentato istanze per la Valutazione di impatto ambientale per ogni singolo pezzo di costa cui sono interessate. Anche se non può essere vincolante, l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro ha lanciato un appello dopo la valutazione negativa espressa dalla giunta regionale rivolgendosi direttamente al ministro Stefania Prestigiacomo e chiedendo che il parere della Regione venga preso in considerazione. Il motivo è semplice: la Puglia dice no alle trivelle perché sono contrarie alla propria idea di sviluppo.


V FORUM PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO

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ono circa 20mila i volontari salentini per un totale di 690 associazioni su tutto il territorio provinciale, cittadini attivi che contribuiscono attraverso il loro impegno a cambiare il volto delle comunità salentine, rendendole più solidali e autentiche. È questo il tema del Forum provinciale del Volontariato “Chiamati a partecipare”, organizzato dal CSV Salento e giunto alla sua quinta edizione. Al centro la cittadinanza, perno vero della partecipazione e delle politiche attive di un territorio. La cittadinanza, come diritto/dovere della partecipazione alla cosa pubblica e alla difesa dei beni comuni. Piazza Sant’Oronzo a Lecce sarà teatro l’8 ottobre 2011 del fermento che anima le associazioni di volontariato della provincia di Lecce, chiamate più che mai a promuovere la cultura del dono, della gratuità, della difesa dei beni comuni per la costruzione di una società responsabile e solidale. Ad animare la piazza, oltre 100 organizzazioni di volontariato che proporranno numerose attività tra mostre, laboratori dedicati ai ragazzi, giocolerie, seminari con gli studenti delle scuole superiori, flash mob, simulazioni, esibizioni musicali, spettacoli di danza, percorsi in città, proiezioni video, reading e un concerto finale con la voce di Enza Pagliara

e le danze di Tarantarte. Tra gli eventi del Forum, spicca il progetto realizzato dal CSV Salento “La biblioteca vivente”, un modo interattivo di combattere i pregiudizi e gli stereotipi, promuovendo dialogo e conoscenza. Ad inaugurare il quinto Forum provinciale del volontariato il convegno del 5

Ottobre dal titolo “Chiamati a partecipare. Le opportunità della sussidiarietà per una società responsabile”, in programma presso l’Aula Conferenze del Rettorato alle ore 18. «La strada percorsa in questi anni – dice Luigi Russo, presidente del CSV Salento – ha evidenziato il ruolo e la

capacità di azioni volontarie sempre più di cittadinanza attiva, idonee non solo a rispondere alle emergenze, ma, soprattutto, ad aprire la strada a risposte coerenti anche sul piano politico e culturale. È questo, nell’Anno europeo del volontariato, il messaggio che vogliamo contribuire a diffondere».

IL CONVEGNO

“CHIAMATI A PARTECIPARE. LE OPPORTUNITÀ DELLA SUSSIDIARIETÀ PER UNA SOCIETÀ RESPONSABILE”

LECCE, 5 OTTOBRE 2011 SALA CONFERENZE RETTORATO, P.TTA TANCREDI

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artecipazione e sussidiarietà sono due facce della stessa medaglia: il cittadino consapevole e responsabile del proprio destino non è semplice fruitore di un sistema economico, politico e sociale che lo sovrasta ma crea con le istituzioni efficaci sinergie che rendono più saldo il corpo sociale. Il principio di sussidiarietà, sancito dall’art. 118 della Costituzione e richiamato nella L. 328/2000 sarà il

tema principe del Forum, inaugurato dal convegno del 5 Ottobre dal titolo “Chiamati a partecipare. Le opportunità della sussidiarietà per una società responsabile”, in programma presso l’aula Conferenze del Rettorato alle ore 18. Il convegno vedrà la partecipazione delle istituzioni, di Giuseppe Cotturri dell’Università di Bari, di Marco Granelli, presidente di CSV Net. Accanto alla riflessione teorica, sa-

ranno presentate alcune buone pratiche della sussidiarietà, già poste in essere con evidenti ricadute positive sulla gestione dei beni comuni: la presentazione del progetto “La co-

operativa di Comunità” di Melpignano, le politiche di inclusione e cittadinanza promosse dalla Regione Puglia e l’esperienza del “Forum Terzo settore”.


V FORUM PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO

V FORUM DEL VOLONTARIATO LECCE, 8 OTTOBRE 2011 - PIAZZA S. ORONZO - ORE 9-23

LABORATORI, GIOCHI E SEMINARI CON I VOLONTARI

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itto il programma di eventi che partirà alle 9.30 con i seminari e i laboratori dedicati alle scuole e si concluderà in tarda serata con uno spettacolo di danza e musica. Nella mattinata i bambini delle scuole elementari e medie potranno seguire e, nello spirito del Forum, “partecipare”, a tre interessanti laboratori, tutti con inizio alle ore 10. Il primo, promosso dall’associazione Culturambiente, prevede la costruzione di un pannello solare; trasformare l’energia solare in energia elettrica risulterà, così, un gioco da ragazzi. Obiettivo di questo laboratorio è quello di far comprendere ai bambini la necessità di captare in maniera semplice l’energia solare, la più diffusa sul pianeta terra. Il secondo laboratorio, a cura dell’associazione Amis Onlus trasformerà i rifiuti solidi urbani in materia prima per la costruzione di strumenti musicali ispirati a quelli delle culture tribali e popolari di tutto il mondo; un altro interessante laboratorio è quello sulla biodiversità organizzato dall’associazione Wwf Salento, durante il quale si inviteranno gli studenti a realizzare un “batbox”, un nido-rifugio per pipistrelli con materiale da recupero. Per non rischiare di perdere le impressioni, le voci e l’allegria che ogni anno si respirano in piazza, l’associazione Follevola, che impiega le proprie risorse per la riscoperta del suono e della sua importanza nel vissuto di ognuno, da un punto di vista emotivo e comunicativo, propone il laboratorio “Puliamoci le orecchie”. Il laboratorio, in collaborazione con l’associazione “A.m.i.s. Onlus” consentirà di giocare sonoramente con gli strumenti ottenuti da materiali di riciclo ispirati agli strumenti tribali. Inoltre, l’associazione raccoglierà i “Suoni del volontariato”: i momenti più belli fatti di voci, di suoni prodotti durante la mattinata

dalla gente e dagli strumenti musicali saranno registrati e rielaborati dai volontari che offriranno al pubblico, immediatamente prima dello spettacolo finale, una traccia sonora della giornata. Mentre i più piccoli saranno “con le mani in pasta”, i ragazzi delle scuole superiori potranno seguire due interessanti seminari, il primo curato dall’associazione Popoli e Culture e dedicato al tema dell’acqua attraverso la presentazione del libro “Sete” di Alberto Riva alla quale seguirà un momento di riflessione e confronto sul tema con Margherita Ciervo del comitato “acqua bene comune”; il secondo organizzato dall’associazione Cre-activity e dedicato al tema della legalità con la presentazione del libro di Antonio Nicola Pezzuto “Mafia Economy”, un libro denuncia, un atto di accusa, una ricerca certosina sulle infiltrazioni mafiose nell’economia “sana”. Obiettivo di queste iniziative rivolte agli studenti salentini è quello di costruire, di concerto con le scuole, percorsi che favoriscano la conoscenza delle tematiche del volontariato e momenti di incontro dentro e fuori la scuola che avvicinino i ragazzi alle pratiche di cittadinanza attiva percorribili alla loro età. Le attività del mattino non finiscono qui. Giocolerie, artisti di strada, clown delle associazioni SOS Clown e Sensazioni che promuovono e diffondono la clownterapia in contesti come ospedali, case di riposo, centri diurni e centri di accoglienza, divertiranno grandi e piccini.

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LA BIBLIOTECA VIVENTE PER COMBATTERE I PREGIUDIZI

na novità assoluta del Forum è costituita quest’anno dalla “Biblioteca vivente”, che sarà allestita in via Templari a Lecce dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. La Biblioteca Vivente nasce nel 2000 da un’idea dell’ong danese Stop the Violence, a seguito di un episodio di aggressione a sfondo razzista nei confronti di un ragazzo. Si tratta di una vera e propria biblioteca, con lettori, bibliotecari, un catalogo e dei libri in carne ed ossa. Ogni libro ha un titolo: - Di cancro al seno si può…vivere - Il Fratello dello scemo del villaggio - Convivere con una malattia genetica - Genitori di una ragazza lesbica - Una famiglia in più: storia di un affido - La donna a tre ruote - La volontaria animalista - Il tossicodipendente - La donna dell’Est - Il ragazzo che beveva troppo - Il pensionato Chi vorrà potrà consultare il catalogo, sfogliarlo con attenzione e decidere di leggere il libro che suscita maggiore curiosità. A quel punto si potrà prenderlo in prestito, scoprendo che in realtà è una persona in carne ed ossa, una persona immigrata, con disabilità, un ex-tossicodipendente ecc. Un’interazione di mezz’ora circa per fare domande, chiarirsi le idee, togliersi curiosità e rompere alcuni pregiudizi e stereotipi.

LE MOSTRE: DAI MIGRANTI AI MILLE VOLTI DEL SALENTO

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lle spalle degli stand, per tutta la giornata, saranno allestite due importanti mostre: la mostra documentario “IntegrAzione” realizzata da Vittorio Arcieri per Integra Onlus e ITACA – Storie del Salento, realizzata dal fotografo Giovanni Marrozzini per l’associazione SOS Costa Salento. La prima documenta con professionalità, ma soprattutto con grande umanità l’intensità degli sbarchi degli albanesi del 1991, i volti segnati dei migranti, le mani delle madri che stringevano i figli, gli occhi dei bambini puntati

LE DIMOSTRAZIONI: FLASH MOB E SIMULAZIONI DI SOCCORSO

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el pomeriggio un ricco cartellone. Alle 16.30 Flash Mob dell’associazione Marco 6,31, alle 17.00 le Associazioni di protezione civile, con la loro professionalità, daranno dimostrazione di parte del proprio operato attraverso la simulazione di casi di pericolo e di emergenza. I volontari simuleranno operazioni di soccorso, anche complesse, con l’ausilio di mezzi e strumenti (imbracature, ambulanze, pick up e mezzi pesanti).

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verso una nuova realtà, un futuro diverso, di speranza; e poi l’accoglienza del popolo italiano, l’impegno delle Forze dell’ordine, gli sforzi delle istituzioni. Le immagini documentano, una dopo l’altra, pagine di storia per ricordare a tutti il significato profondo della parola “migrante”. La seconda, legata al progetto ITACA – Storie d’Italia, metterà in scena uno spaccato del Salento, i luoghi di interesse storico e artistico, le meraviglie e le ricchezze naturali ma, allo stesso tempo, gli scempi ambientali, le aggressioni a cui è sottoposto il nostro territorio, con l’obiettivo di risvegliare in ognuno di noi il senso di responsabilità rispetto ai beni comuni e la voglia di difenderli e salvaguardarli.

ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ: ITINERARI ACCESSIBILI E PASSEGGIATA NOTTURNA

i particolare interesse gli eventi collaterali, che vedono impegnati da una parte l’associazione Anyway Accessalento, dall’altra il Gruppo speleologico Leccese ‘Ndronico. Anyway è vincitrice del bando Principi Attivi 2008 della Regione Puglia e realizzatrice della prima Guida al turismo accessibile nel Salento. L’associazione ha studiato la città di Lecce dal punto di vista dell’accessibilità e ha tracciato un percorso senza barriere, adatto ad essere fruito con facilità dalle persone con difficoltà motorie. L’itinerario previsto per il Quinto Forum, con partenza alle 17.30 da Piazza Sant’Oronzo, toccherà i luoghi più significativi del Barocco leccese, da Piazza Duomo alla Chiesa di Santa Croce, passando per la Chiesa di Santa Chiara fino in Piazza Sant’Oronzo. Il Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico, che svolge attività di speleologia carsica, urbana e subacquea, trekking, torrentismo, Mountain bike, arrampicata sportiva, orienteering, ha organiz-

zato, per la serata del Forum, una passeggiata in notturna, nel centro storico di Lecce, con partenza alle 21.00 da Piazza Sant’Oronzo. Un evento unico e straordinario per conoscere la storia delle chiese e degli edifici del borgo antico della città, alla scoperta del pas-

sato, di curiosità e misteri che si nascondono tra le bellezze del barocco. Il pubblico sarà affascinato dalle bellezze artistiche e dalle storie insolite che si nascondono dietro ogni monumento. Il gruppo si avvale della collaborazione dello studioso Gianni Binucci.


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CURIOSANDO TRA GLI STAND: ESPOSIZIONI, VIDEO E READING

umerose le attività che le associazioni realizzeranno negli stand allestiti in Piazza: la proiezione “la riabilitazione in acqua” a cura dell’associazione A.I.S.M Onlus – Associazione Italiana Sclerosi Multipla; i video realizzati da Emergency e presentati dall’associazione S.A.L.V.A; l’esposizione di prodotti della “Fattoria sociale” curata dall’associazione Amici del Museo di Tuglie; l’Arte della costa d’avorio, in mostra presso lo stand di Amis Onlus; l’esposizione di diorami

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di paesaggi salentini a cura di Wwf Salento; “I suoni più belli del volontariato” da ascoltare nello stand di Follevola; i lavori artigianali in mostra presso lo stand di UNIC.EL; i reading letterari organizzati da Non solo Ros@ e l’esposizione di ausili informatici per persone con handicap, come il puntatore oculare, nello stand di Solidarietà civile Onlus; l’esposizione delle “Bat Box” e la sensibilizzazione sul rischio di estinzione dei pipistrelli nello stand di A.N.P.A.N.A.

DALLA MUSICA AI BALLI CUBANI

poi tanta musica e danza con la street band turese ConTurBand, una realtà musicale fresca e innovativa, presente da quattro anni sulla scena musicale pugliese e non solo. Naturale evoluzione della formazione bandistica tipica della tradizione del Meridione italiano, la CtB conserva l’esperienza e le caratteristiche proprie della banda, per inserirle nella tradizione d’oltre oceano, direttamente derivante dal funky, dal jazz e dal blues da strada. Gli spettacoli della band sono sempre arricchiti da un forte impatto ritmico e dal linguaggio espresso dai musicisti mediante il ballo e la realizzazione di spericolate coreografie. Alle 19 il concerto “per la Vita e la Missione” dei Giemic1, promosso dalla Comunità Emmanuel che da anni è impegnata in progetti di sviluppo nei territori del sud del mondo, come per esempio l’Ecuador. Durante la serata del Forum, il gruppo proporrà un repertorio vasto e vario, che spazia dalla musica disco-dance

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anni ‘70 e ‘80, al divertentismo a colpi di samba, dal rock ‘n roll al twist, dalla musica leggera italiana e straniera, al rock più sfrenato. Alle 20 la piazza sarà animata dallo spettacolo di musica e danza

cubana promosso dall’associazione “Che, Ernesto Guevara”, un’associazione di volontariato costituita da cittadini originari di Cuba e da italiani amanti della cultura e del popolo cubano. Grazie all’impegno e l’esperienza maturata da anni di attività nel sociale, l’associazione si occupa in prevalenza di sostenere i cittadini cubani presenti nel territorio salentino attraverso interventi di mediazione linguistica e culturale, assistenza legale, con l’obiettivo di promuovere la cultura del popolo cubano. Alle 20.30 l’associazione Nova Vita proporrà uno spettacolo dal musical “Pinocchio” con la partecipazione di ballerini professionisti. Nova Vita nasce nel 2009 per sostenere le persone con disabilità intellettiva e relazionale e le loro famiglie e per offrire alle persone disabili la possibilità di costruire un futuro, di stabilire nuove relazioni e contatti sul territorio, di offrire opportunità di formazione, condivisione e crescita.

IL CONCERTO FINALE: ENZA PAGLIARA INCONTRA TARANTARTE

er concludere una giornata così intensa, niente di meglio della buona musica. Lo spettacolo finale del Vº Forum Provinciale del volontariato sarà all’insegna della musica che ha fatto conoscere il Salento in tutto il mondo: la pizzica. Un incontro del tutto inedito, quello tra Enza Pagliara e “Tarantarte”; un incontro che regalerà al pubblico in piazza musica ed emozioni al “ritmo del tacco”. Due gruppi di professionisti che contribuiscono non solo alla diffusione e al successo della musica popolare salentina, a livello nazionale e internazionale, ma anche al suo rinnovamento, attraverso l’incontro e la contaminazione con musiche e danze provenienti da tutta l’area mediterranea.


AMBIENTE

UNA NAZIONE UMILIATA Il popolo decide per il No alla privatizzazione dell’acqua, il governo procede per il Si, L

a democrazia è a rischio, e per quanto la frase risuoni come un finto al lupo al lupo, questa volta si dovrebbe cominciare ad avere più paura. Il 12 e 13 giugno, l’Italia ha festeggiato la consapevole vittoria referendaria, dopo una lotta estenuante e colpi bassi schivati. Non è servito niente. Approfittando della calura estiva, dall’alto hanno deciso di ignorare il volere popolare sui beni pubblici, e di fare il proprio gioco, nascosti nei tubetti dei calippo al limone. La manovra salva tutti tranne le fasce deboli, e fa ancora più rabbia se si ascoltano le accuse di padre Alex Zanotelli, promotore della battaglia sui beni comuni: «in tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20miliardi di euro nel 2012 e 25miliardi nel 2013, quello che più

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questo è il gusto di una vittoria mutilata dall’ arroganza

mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. È mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27miliardi di euro?» Il voto referendario di ben 28 milioni di italiani ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese. Si sono espressi contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali d’interesse generale, a partire dalla gestione dell’acqua ma non solo, contro i profitti del mercato sui beni comuni essenziali. Scrive in una lettera a tutti i comitati, Paolo Carsetti della segreteria operativa forum italiano dei movimenti per l’acqua «Purtroppo il Governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie retrocedendo sulle

privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull’acqua ma, con la manovra economica in fase di discussione parlamentare e già approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare. Infatti, l’articolo 4 ripresenta il vecchio Decreto Ronchi e persino nuove date di scadenza per le prossime privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Addirittura l’articolo 5 arriva a dare un premio in denaro agli enti locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i propri servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per

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le loro funzioni.» Recita infatti l’art. 5 «Una quota del Fondo infrastrutture di cui all’art. 6 […] fino a 250milioni di euro per l’anno 2013 e 250milioni di euro per l’anno 2014, è destinata, con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, ad investimenti infrastrutturali effettuati dagli enti territoriali che procedano, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2013, alla dismissione di partecipazioni azionarie in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza economica, diversi dal servizio idrico». «Non è una costrizione – fa notare De Francesco del comitato leccese – ma con questa crisi, quale ente non accetterebbe? ». Laura Mangialardo

RIFLETTORI ACCESI SU PORTO MIGGIANO

uando nel 1974 Alberto Lattuada girò il film “Le farò da padre” non poteva immaginare quanto profetico sarebbe stato il suo lavoro. In una scena del film, infatti, dall’alto della collina di Porto Miggiano due affaristi discutono del futuro di quell’insenatura: 150 singole, 50 doppie, darsena, porto turistico con tanto di sotterfugi per aggirare i piani regolatori. A distanza di 27 anni da quel film, proprio lì è stato aperto un cantiere, precisamente nella zona della “Cala dei 100 scalini”. L’insenatura è a rischio e potrebbe scomparire: si prevede la costruzione di un porto turistico da centinaia di posti, oltre ad un resort già costruito ed in fase di espansione. La risposta dei cittadini contrari a quest’opera di cementificazione e, di fatto, di privatizzazione della zona è stata immediata. Si è subito costituito il “Comitato di tutela di Porto Miggiano” il quale, in collaborazione con l’associazione “Save Salento” ha lanciato una raccolta firme per una petizione rivolta all’assessore regionale per la Tutela del territorio Angela Barbanente, una serie di sit-in avvenuti nel periodo estivo e un concorso

fotografico a testimonianza della bellezza del paesaggio e dello scempio che si vuole perpetrare, i cui migliori lavori saranno premiati venerdì 14 ottobre presso i Cantieri Teatrali Koreja, alla presenza di Nandu Popu dei Sud Sound System. L’associazione “Save Salento” ha inoltre presentato «una diffida alla concessione delle autorizzazioni nel “comparto 13”, zona adiacente a Porto Miggiano, dove è prevista la costruzione di 536 unità abitative oltre a centri commerciali, alberghi, ristoranti, che – denunciano i responsabili del comitato - creerebbero un paese fantasma abitato solo d’estate e priverebbero la collettività di una collina stupenda dall’alto valore storico-naturalistico», cui si aggiunge un esposto alla Procura della Repubblica. Oltre al danno che il territorio potrà subire da queste opere, si aggiungerà inevitabilmente la beffa di un’economia colpita negativamente da un modello di turismo da “villaggio vacanze” che molti esperti considerano da anni in decadenza. Luigi Apollonio

UN GASDOTTO DAL CAUCASO AL SALENTO

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Dopo l’incontro a Roma degli addetti ai lavori, cresce l’allarme di “Save Salento” e il “Coordinamento Civico per la tutela del territorio, della salute e dei diritti del cittadino”

n altro piccolo passo dell’iter per la realizzazione del Tap (Trans-adriatic pipeline), una condotta di 520 km che dal 2018 potrebbe portare direttamente il gas dall’Azerbaijan fino all’Europa occidentale approdando in Puglia, più precisamente tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, è stato compiuto: il 15 settembre scorso a Roma, presso il ministero dell’Ambiente, i manager italiani di Tap (di proprietà di Swiss Egl, Norwegian Statoil e German E.ON Rurhgas) hanno presentato e discusso la relazione che precede l’istanza di valutazione di impatto ambientale e sociale. Quest’ultima viaggerà parallelamente con l’autorizzazione unica fino al settembre 2012, quando sarà emesso l’eventuale verdetto per il

via dei lavori, previsti dal 2013 al 2016. «Si tratta di una pratica volontaria e facoltativa», dichiara Fernando De Nigris, Country manager advisor di Tap Italia. Il progetto in Italia consisterebbe nella conduttura offshore (di circa 45 km) nell’Adriatico e nella conduttura onshore (di circa 21 km), attraversando i comuni di Melendugno, Vernole, Castrì, Lizzanello, Cavallino, San Cesario, San Donato. «Noi ci fermeremo ai 4 km fino a Melendugno, dove presumibilmente verrà realizzata la cabina di decompressione, poi sarà competenza di Snam stabilire il resto del percorso nell’entroterra – ha dichiarato Paolo Pasteris, ingegnere e country manager di Tap Italia al termine della riunione romana – poi sarà di competenza di

Snam stabilire il resto del percorso». Tuttavia le voci diventano discordanti se si ascoltano gli ambientasti locali: «È l’ennesimo nuovo attacco ambientale – dichiara Daniela Gualtieri del “Coordinamento Civico per la tutela del territorio, della salute e dei diritti del cittadino” – al già martoriato Salento. Adesso vogliono distruggere anche il nostro mare, l’Adriatico è un mare chiuso, piccolo, un incidente potrebbe causare un disastro irreparabile». «Perché non hanno scelto Brindisi? – si domanda ironicamente Antonio Bonatesta, presidente di “Save Salento” – a due passi da Cerano, così da poter addirittura convertire il carbone al gas naturale?». Silvana Sarli


WELFARE

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“A RISCHIO LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE DEL PROSSIMO TRIENNIO”

una Regione in piano di rientro come la Puglia, potrebbe permetterselo. Per questo è ancora più miope e pericolosa la sciatteria con cui il Governo nazionale, sta gestendo la manovra economica. Qui non si discute solo di effetti depressivi, ma anche di effetti discorsivi che rischiano di portare il sistema di welfare italiano a prima della legge Crispi, cioè a prima del 1890. Non è un caso che, nel DDL Delega di riforma del fisco e dell’assistenza, si parla di assistenza di realmente bisognosi, e sono saltati termini come inclusione sociale, promozione, qualità dei servizi. Le implicazioni culturali ed economiche di questo approccio sono enormemente gravi, ma questo nostro Paese non trova il tempo di discuterne. Questo è agghiacciante.

lena Gentile, assessore al Welfare della Regione Puglia, come molti suoi colleghi si trova a dover fare i conti e a capire come i tagli agli enti locali previsti in manovra incideranno sulle capacità di risposta alle esigenze dei cittadini. Una manovra che proprio in queste ore potrebbe trovare una sua dimensione definitiva. Tra le problematiche poste, le difficoltà dei comuni nell’assicurare il co-finanziamento di alcuni servizi e quelle di programmazione sociale per il triennio 20122014.

Alla luce dei tagli operati dal governo nazionale e della manovra finanziaria come si prospettano le politiche sociali sul territorio della Puglia? E a partire da quando si patiranno gli effetti concreti? Le politiche ordinarie di attivazione e gestione dei servizi sociali, socio educativi e sociosanitari sono assicurate fino a tutto il 2012 per quanto già programmato con il secondo Piano Regionale delle Politiche Sociali e definito a livello di tutti gli Ambiti territoriali sociali con i rispettivi Piani Sociali di zona (2010-2012). Allo stato attuale per il triennio di programmazione in corso il problema più concreto si può determinare sulle quote di co-finanziamento assicurate dai Comuni, dal momento che i tagli ai trasferimenti erariali nei loro Bilanci, non consentiranno già nel 2012 il mantenimento degli impegni assunti. Per quanto riguarda la programmazione sociale regionale intravedo due questioni cruciali: è a rischio in questo momento la programmazione sociale regionale per il triennio 2012-2014, perché con l’azzeramento di Fna (Fondo nazionale per la non autosufficienza) e di Fnps (Fondo nazionale politiche sociali) resta veramente ben poco, cioè i finanziamenti regionali e locali; la Puglia esce da un intenso quadriennio (2008-2011) di investimenti di risorse Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per l’infrastrutturazione sociale proprio nel periodo in cui vanno drammaticamente riducendosi le risorse per il pagamento delle rette e quindi per lo start-up e la sostenibilità gestionale dei centri diurni, degli asili nido, delle strutture residenziali per anziani e disabili, delle comunità per minori, ecc… In entrambi i casi non sfugge che l’impatto, oltre che essere serio sul piano sociale e della garanzia dei principali livelli di servizio, rischia di essere devastante sul piano occupazionale ed economico. A qualcuno sfugge

che l’economia sociale è un pezzo di Pil e una parte importante di buona occupazione. La Puglia ha previsto delle riduzioni/tagli nel proprio bilancio per far fronte a questa situazione? Negli ultimi due anni, a fronte dei tagli operati dal governo nazionale, la Giunta Regionale ha scelto coraggiosamente di confermare gli stanziamenti di bilancio autonomo, tanto è vero che nel 2011 per la prima volta il finanziamento da bilancio regionale autonomo per i Piani Sociali di Zona (15 milioni di euro) supera il finanziamento da Fnps (circa 12,5 milioni di euro). Nel bilancio 2011 la spesa sociale programmata sulle risorse regionali ha superato i 42 milioni di euro, quindi molto superiore a quello che il Governo trasferisce alla Puglia. Quello che succederà per il bilancio di previsione 2012 si comincerà a stimarlo solo dopo che potremo permetterci il lusso di conoscere i contenuti certi di questa manovra rispetto agli effetti in termini di tagli a Regioni ed Enti locali, ma purtroppo non intravedo nulla di buono. Vi sono servizi che verranno dismessi a causa dei tagli? Per ora non parlerei di dismissione, ma di sicuro di forte difficoltà a promuovere una domanda qualificata di servizi di cura da parte delle famiglie e rivolti alla offerta più nuova e qualificata che in questi anni abbiamo incentivato sul piano degli investimenti.

E’ difficile convincere una famiglia ad usufruire del nido per un bambino se la retta a suo carico, con la riduzione della compartecipazione comunale, schizzerà a 500-700 euro mensili: il trade-off con la rinuncia al secondo reddito da lavoro, ovviamente della donna, è un rischio concreto. E ancora: se per poche ore al giorno di ADI (assistenza domiciliare integrata, ndr) e per la frequenza al centro diurno per un malato di Alzheimer la spesa mensile per una famiglia supererà i 1000 euro, si rischia di portare sul lastrico le famiglie medie ovvero di spingere di nuovo verso i ricoveri impropri in ospedale o nelle strutture sanitarie ad elevata intensità, con un impatto ben più costoso sul sistema. Di contro la sanità ha subito solo molto marginalmente lo scossone finanziario. Qualcuno minaccia l’assunzione del sociale nel sanitario. È plausibile? In questo momento abbiamo il problema di portare le Asl a destinare una quota vincolata del proprio budget alle prestazioni sociosanitarie LEA (ad es. il 50% del costo ADI, della retta per i centri diurni, della retta per la RSSA anziani e disabili), perché questo consentirebbe una razionalizzazione della spesa sanitaria e concreti risparmi. Diversamente i ricoveri impropri e i lunghi periodi di permanenza in strutture ad elevata intensità assistenziale faranno lievitare i costi sanitari e questo nessuna Regione, ancor più

La Puglia ha investito molto in infrastrutture sociali. C’è il rischio che rimangano dei contenitori vuoti perché non ci sono i fondi per gestire. Su cosa puntare, cosa fare? La Puglia ovviamente non può permettersi il lusso di mettere a rischio gli investimenti che in questi ultimi 4 anni sono stati realizzati, anche incentivando i privati, con un impegno di oltre 250 milioni di euro, per realizzare nuove infrastrutture sociali e sociosanitarie. Oggi l’offerta presente in Puglia è molto superiore a quella delle altre regioni del Mezzogiorno e si va avvicinando alle principali Regioni del centro-nord. Non possiamo permetterci di fare alcun passo indietro. E per questo serve sostenere la gestione delle strutture ma senza contributi economici a pioggia: abbiamo scelto di farlo sostenendo la domanda con buoni-servizi, contributi economici per la conciliazione e sostegno economico che sia vincolato all’acquisto di servizi autorizzati e qualificati. Questo produce insieme: mercato per i servizi migliori, qualificazione della domanda da parte delle famiglie, sostenibilità gestionale e stabilità dei posti di lavoro. A questo obiettivo abbiamo vincolato 20 milioni di euro annui tra assegni di cura e prima dote per i nuovi nati e, a partire dal 2012, circa 60 milioni di euro di risorse FESR vincolate. In attesa di capire cosa accadrà per i 64 milioni di euro di risorse FAS (fondi per le aree sottoutilizzate) assegnate alla Puglia in termini di premialità per gli obiettivi di servizio ADI e Asili Nido, sulla cui liquidazione alle Regioni ancora il Ministero dell’Economia non riesce a dare indicazioni certe. Serenella Pascali


SALUTE MENTALE

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A cura di Luca SPAGNOLO

180 PASSI INDIETRO PER LA PSICHIATRIA SALENTINA

L’Asl disconosce vent’anni di storia e di cultura basagliana, medicalizzando i centri diurni di riabilitazione psichiatrica

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n’estate da dimenticare quella della psichiatria salentina, Il 4 agosto gli oltre cento utenti dei Centri diurni di riabilitazione psichiatrica di Campi Salentina, Copertino, Galatina, Lecce, Lequile e Strudà hanno trovato sbarrate le porte delle loro strutture. L’Asl Lecce, nella persona del neo insediato Commissario straordinario aveva deliberato la sospensione delle attività, senza preventivamente informarne le famiglie. L’associazione “Nuove Speranze” si mobilita per avere chiarezza e soprattutto previsioni sul ripristino del servizio, ma solo dopo numerose insistenze, viene chiarito che la situazione è determinata dall’applicazione di un piano di riordino normativo ai sensi del Regolamento regionale nr 7 del 2002. Piano che prevede la cessazione della collaborazione del personale sino ad allora responsabile delle attività e l’insediamento di nuove équipe, prevalentemente infermieristiche. La riapertura dei Centri viene garantita entro la metà di settembre con una formula transitoria con soli infermieri e la successiva immissione di per-

sonale specializzato riveniente dalla mobilità interna

dell’Asl. Personale che però, sembra non essere nelle disponibilità dell’organico. Le famiglie rifiutano decisamente la formula transitoria ritenendola condizione meramente contenitiva e potenzialmente dannosa per la salute dei propri congiunti e contestano la medicalizzazione del servizio. Nello stesso tempo testimoniano malesseri, malumori e difficoltà fronteggiati dai Centri di salute mentale con massicci aumenti dei dosaggi farmacologici. In un caso si è persino sfiorato il ricorso ad un Trattamento sanitario obbligatorio. Non restano fermi neanche i lavoratori estromessi, alcuni con anzianità di servizio ventennale, che supportati dai sindacati indicono un presidio permanente nella sede Asl. La mobilitazione, sostenuta anche dalle famiglie, sembra sortire effetto e il Commissario straordinario s’impegna a ripristinare, per due mesi, ovvero il periodo necessario a varare piano, la funzionalità dei centri con il personale precedente. S’impegna inoltre ad aprire un tavolo di concertazione con i sindacati, al fine di integrare gli operatori nel piano finale.

UN RIORDINO CHE NON PIACE L

I timori delle famiglie dell’associazione “Nuove Speranze”

’associazione delle famiglie riconosce le necessità dell’Asl di adeguare il funzionamento dei Centri diurni ad un profilo di compatibilità con le vigenti normative, tuttavia, sin dall’inizio ha sottolineato e rimarcato l’insoddisfazione per le modalità attraverso cui è stata gestita la vicenda e per l’indeterminatezza a cui a lungo sono state sottoposte le famiglie. L’Asl ha dichiarato di voler dotare i centri delle figure previste dal Regolamento regionale nr 7/2002, tuttavia, come tutta la pubblica amministrazione, è in stato di blocco delle assunzioni e può solo fruire di personale in mobilità. Personale che però non sembra attualmente disponibile in organico, eccezion fatta per gli infermieri provenienti dalla chiusura di alcuni presidi ospedalieri. Il timore delle famiglie è pertanto che al termine del riordino, nei fatti concreti le equipe dei centri saranno composte prevalentemente da personale

infermieristico. A questo inoltre si aggiunge l’esclusione di quegli operatori, che sin dalla fondazione dei centri, hanno condotto con competenza e professionalità progetti terapeutici di comprovato valore. I Centri diurni devono essere luoghi di valorizzazione delle risorse residue degli utenti e luoghi di contatto con la comunità. Luoghi in cui perseguire non solo una riabilitazione funzionale, ma anche e soprattutto una reintegrazione sociale. Trasformando, di fatto, i centri in luoghi medicalizzati, si proietta l’utenza verso una percezione più spinta della malattia e della disabilità, e degli stereotipi ad essa collegati, rendendo estremamente più complessi i percorsi di costruzione di accoglienza ed integrazione sociale. Per tale ragione si ritiene la proposta di servizio dell’Asl, come inefficace e anzi, potenzialmente dannosa e si chiede, che sia garantito un organico adeguato alle esigenze e alle funzioni delle strutture.

UN VIAGGIO ALL’INFERNO Una raccolta firme per chiudere la raccapricciante realtà «

degli ospedali psichiatrici giudiziari italiani

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni» scriveva Calvino nel 1972 nelle sue “Città Invisibili”, ma sembra una frase scritta oggi, per quanto sia il titolo che il passo, si attaglino perfettamente alla descrizione dei sei ospedali psichiatrici giudiziari (opg) italiani. Questa raccapricciante realtà è svelata da un video girato e diffuso dalla Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale presieduta da Ignazio Marino. Una ferita aperta nelle carni della civiltà di uno stato che si proclama “di diritto”. Una ferita che gronda sofferenza e

ingiustizia e che chiede di essere sanata quanto prima. Gli opg nascono per quelle persone che abbiano commesso dei reati in stato di incapacità di intendere e di volere. Un luogo dove scontare la giusta pena ed essere curati dalla propria malattia, ma nella realtà dei fatti, sono diventati una terra di nessuno, dove non vige né diritto, né salute. Sono le parole dello stesso Ignazio Marino che restituiscono un’immagine cruda e lacerante: «lenzuola non sostituite per settimane, lezzo di urina, tanfo e sporcizia ovunque, letti arrugginiti. In alcuni casi, letti di contenzione con un foro nel mezzo per la caduta degli escrementi di internati legati per giorni, bottiglie d’acqua

nel buco dei bagni alla turca per impedire la risalita dei topi». Un certo tipo di pregiudizio potrebbe far pensare che i detenuti/pazienti di queste strutture possano esser pazzi furiosi, maniaci omicidi, ma la realtà è tragicamente altra. Molti degli ospiti hanno commesso un reato definito “bagatellare” ovvero punibile con pochi mesi di prigione: c’è chi si è vestito da donna ed è andato davanti a una scuola venticinque anni fa; chi ha rapinato pochi spiccioli fingendo di avere una pistola in tasca, chi ha procurato danni al patrimonio della sua città perché non riceveva le cure adeguate alla sua patologia. Ma in questi luoghi non vige la giustizia. Di proroga in proroga, la

IL REGOLAMENTO REGIONALE 7/2002 E L’ORGANICO ATTUALE

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l Regolamento regionale 27 novembre 2002, n. 7 definisce le Linee guida per il funzionamento delle strutture residenziali e semiresidenziali di assistenze e riabilitazione. Per i Centri diurni psichiatrici prevede le seguenti unità lavorative: 1 collaboratore professionale sanitario esperto o collaboratore professionale assistente sociale esperto; 4 collaboratori professionali sanitari (infermieri, educatori professionali, personale della riabilitazione) o collaboratori professionali assistenti sociali; 2 operatori tecnici addetti all’assistenza. Deve essere, inoltre, assicurata la collaborazione di esperti (artigiani, maestri d’arte, ecc.) per la conduzione di attività specifiche. Il personale attualmente operante è riconducibile alla categoria degli esperti, non in possesso di titoli sanitari, ma con un’esperienza almeno decennale nella riabilitazione.

reclusione per alcuni ha toccato il trentennio, ed è accaduto per mancanza di tempo da parte dello psichiatra, incaricato di redigere la relazione e stabilire la dimissione, o per mancanza di strutture di accoglienza post-pena. Sulla chiusura degli Opg si dibatte, però, già da prima dell’inchiesta e ben 25 associazioni hanno promosso una raccolta firme e creato un’apposita piattaforma di informazione e denuncia sul sito www.stopopg.com.


DIRITTI

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DALLA CELLA ALLA VITA NEL PARCO I

Al via a Ugento i lavori per la realizzazione di un Centro sociale rieducativo per i detenuti

n un comune non troppo distante dal carcere di Lecce, l’amministrazione comunale, sfruttando la legge regionale n.19/2006 che disciplina il sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia, ha colto un’occasione per dimostrare civiltà e capacità di rieducazione. Questo accade contemporaneamente ad un episodio che appare come conferma della necessità di dare dignità anche a chi ha sprecato parte della sua vita. Per la prima volta in Italia, infatti, un tribunale, quello di Lecce, legittima la piena giurisdizione di un magistrato di sorveglianza nelle controversie relative alla violazione dei diritti nel regime di detenzione. Il comune di Ugento ha presentato un progetto di ristrutturazione edilizia di un immobile del patrimonio di Stato in contrada “Paduli”, per la realizzazione di un Centro sociale rieducativo per persone sottoposte a provvedimenti privativi o limitativi della libertà personale. Il centro, che sarà gestito da una cooperativa, sarà una struttura semiresidenziale

a carattere comunitario, con un programma rieducativo personalizzato, rivolto a detenuti che in uno stato di semidetenzione, trascorrono parte della giornata fuori dalle mura del Borgo San Nicola. Ospiterà detenuti in permesso premio, in regime di semilibertà e soggetti a misure alternative, ma anche detenuti affidati al servizio sociale o alla detenzione domiciliare, con lo scopo di indirizzarli verso la propria autonomia sociale ed economica e verso il cambiamento sia dello stile di vita che dello stimolo interiore. Inoltre, poiché il centro si trova all’interno del Parco Regionale Naturale “Litorale di Ugento”, i progetti saranno concentrati sulla stessa manutenzione del parco. Il lavoro degli operatori sarà infatti di coordinamento e progettazione per il coinvolgimento anche della cittadinanza in iniziative promozionali, ambientali, culturali. Un progetto, dunque, con la doppia funzione, di reinserimento sociale e nello stesso tempo di cura e promozione del territorio. Laura Mangialardo

IL SOGNO DI SPARTAK

Lo sport come inclusione sociale: l’US Spartak Lecce chiede una deroga alla Figc per iscrivere nel 2012 in terza categoria una squadra con più persone immigrate

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l regolamento Figc parla chiaro: un solo extracomunitario per ogni formazione. Ma se è vero che lo sport è, per ‘mission’ statutaria, uno dei canali più forti e diretti di inclusione sociale, allora la rigidità delle norme federali potrebbe strizzare l’occhio ad un gruppo di amanti del pallone che, stranieri e non, extracomunitari e non, in percentuale variabile ed indefinita, sognano di “fare squadra” qui in Italia e di scendere in campo in un campionato organizzato dalla Figc? L’associazione culturale Bfake, che da tre anni organizza all’ex Opis il torneo “Calcio senza confini”, spiega il senso dell’iniziativa: «Il progetto di fondare una squadra da iscrivere in Terza categoria – dichiara Luca Chiriatti di Bfake – nasce dall’idea di restituire il calcio alla gente, di recuperare quell’entusiasmo che molti

hanno ormai perso davanti all’ennesima deriva del calcio moderno. Vogliamo confrontarci con il calcio dello star system, quello votato al business, vogliamo portare nel calcio altri valori, che sono l’uguaglianza, l’unione, il rispetto dell’altro, l’antirazzismo. Valori che presuppongono un mondo più giusto, un migliore svolgimento delle relazioni sociali, insomma un mondo più libero secondo il nostro punto di vista». Giocatori provenienti da Montenegro, Senegal, Brasile, Algeria, Mali, Kenya, rifugiati politici: la squadra sarà formata all’interno della quarta edizione del progetto “Calcio senza confini”. Ogni squadra candiderà due dei propri giocatori allo Spartak Lecce, che non sarà soltanto una nuova formazione nel calcio leccese ma sarà soprattutto la prima ad avere una spiccata connotazione sociale. Il nome della

società fa riferimento al personaggio di Spartacus, che si ribellò alla dittatura dei romani. Così, lo Spartak Lecce, con i colori sociali del bianco e del verde, «si pone di fronte ai ‘grandi’ con la forza dei valori per fare breccia in un mondo che parla esclusivamente di competitività e risultato, riducendo lo sport a mero scontro, snaturando quello che è il suo significato origi-

nario: l’incontro, quale è una partita di calcio». «In questi giorni – ha annunciato il delegato provinciale Figc Antonio Giuliano Vasquez – sottoporrò la questione in sede regionale. La rilevanza sociale dell’iniziativa merita una attenta valutazione in considerazione di una eventuale deroga al regolamento federale». Silvana Sarli

DALLE PAROLE AI FATTI

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Breve viaggio tra slogan elettorali razzisti, xenofobia diffusa e politiche discriminatorie

Le parole sono importanti», ribadiva esasperato Nanni Moretti in un suo vecchio film. Parole che se ben usate possono aprire varchi, rompere stereotipi e avvicinare realtà e sensibilità distanti. Dell’uso che la politica italiana fa – soprattutto in campagna elettorale – delle parole, invece, poco sembra salvarsi, soprattutto per quanto riguarda il trattamento riservato alle persone immigrate. A farlo notare con forza è Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. La bacchettata arriva nero su bianco in un rapporto sull’Italia stilato in seguito ad una visita nel maggio scorso. A pagarne maggiormente le spese le persone rom e sinti: lo slogan «No a zingaropoli» delle ultime campagne elettorali risuona ancora in tutta la sua ferocia. La recente cronaca, inoltre, non ha fatto altro che contribuire all’inasprimento della parte più nera – dell’animo, s’intende – di chi dovrebbe rappresentarci. I numerosi sbarchi sulle nostre coste dal

Nord Africa ha, infatti, acuito la retorica xenofoba. Come dimenticare l’insopportabile “Fora di ball” di uno dei maggiori esponenti dell’attuale Governo. Un atteggiamento che, a detta di chi si occupa da anni di integrazione, non appartiene solo ai politici. «Ci sono atteggiamenti – commenta Fortunato De Fortunatis, presidente dell’associazione S.a.l.v.a. di Lecce – diffusi in tutto il popolo italiano: cambiare posto sull’autobus quando si siede accanto a noi una persona di colore o evidenziare la nazionalità di chi provoca un incidente stradale, come se i reati si potessero classificare in base al colore della pelle, ne sono un esempio». De Fortunatis, infatti, in anni di impegno nella tutela della salute soprattutto delle persone immigrate, di storie ne ha impresse numerose negli occhi. Da quella del ragazzo rumeno a cui è stato proposto di lavorare ogni giorno per 10 ore per 220 euro al mese – «non è razzismo questo?», fa notare – a quella della pittrice che qualche anno

fa a Lecce ritirò i suoi quadri esposti in una mostra collettiva quando scoprì che era frequentata anche da persone extracomunitarie. «Il vero problema – continua De Fortunatis – è che dalle parole che riconoscono i diritti delle persone immigrate e la loro dignità, ai fatti, la distanza è spesso enorme». Non sembra così, invece, per quelle xenofobe che animano la politica italiana: la regione Veneto, infatti, ha dato il primo via libera in Commissione affari istituzionali del consiglio regionale a tre progetti di legge che prevedono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso di asili, servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in veneto da più di 15 anni. Una storia che ricalca quello che è già successo in Friuli Venezia Giulia e, soprattutto, in perfetta continuità con le parole usate durante la campagna elettorale del presidente Luca Zaia: «Prima i veneti!». Dalle parole ai fatti, appunto. Lara Esposito


DIRITTI

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L’IDENTIKIT DELLE DONNE PUGLIESI LAVORATRICI

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Un rapporto regionale delinea i tratti salienti. Molti i gap di genere: sono 409mila le donne pugliesi lavoratrici, per lo più con contratti atipici e impiegate nei servizi di cura alla persona che spesso è anche causa delle dimissioni dal lavoro

n Rapporto per raccontare ai pugliesi qual è l’identikit delle donne lavoratrici in Puglia. Il Rapporto, presentato a Bari lo scorso 15 settembre, conferma le forti diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro, sia dal punto di vista della qualità del lavoro svolto, sia dal punto di vista retributivo, sia per le tipologie contrattuali. Nel 2010 la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) in Puglia conta 2.723.000 di cui 1.378.000 donne. Di queste solo 409mila, pari al 29,5% hanno un’occupazione a fronte di un’occupazione maschile che raggiunge il 59,6%. Il tasso di disoccupazione femminile nel 2010 si attesta al 16,3%, contro quello maschile che raggiunge il 12,1%. Questa disparità di genere regionale è speculare a quella che nasce nel confronto tra donne pugliesi e donne italiane, con notevoli gap negativi nei tassi di disoccupazione e di attività. Si conferma nel 2010 il tasso di inattività femminile dell’anno precedente che si attesta intorno al 64,7%. Spesso

la rinuncia al lavoro è causata dal ciclo economico negativo, mentre è preoccupante in Puglia, come nel resto d’Italia, la quota di giovani donne nella fascia di età 15-29 anni in condizione di inattività. Si conferma grande attrattore nel mercato del lavoro il titolo di studio. Infatti, in Puglia le donne laureate occupate sono il 57% del totale degli occupati, anche se nel totale le donne laureate raggiungono un dato modesto (25,2%). È il lavoro atipico a farla da padrone nel mercato occupazionale femminile. In Puglia nel 2010 le donne con contratti atipici (co.co.co., occasionali e contratti a tempo determinato) sono complessivamente il 41,7% del totale degli occupati atipici. Sintomatica anche la tipologia dell’orario di lavoro: nel 2010 le donne con un contratto part-time sono il 71% del totale dei lavoratori. La crisi ha prodotto anche qui i suoi effetti: infatti tra il 2008 e il 2009 si assiste ad un incremento del part-time femminile dell’11%, mentre decresce il numero dei

contratti part-time maschili. Prevalgono nell’occupazione femminile in Puglia nel 2010 nettamente i settori dei servizi e del commercio che assieme raggiungono l’80% dell’intera occupazione femminile. Il 30% delle donne occupate nei servizi, è impiegata nella cura alle persone. Ed è proprio il lavoro di cura spesso la causa delle dimissioni dal lavoro per molte donne pugliesi: il 30,7% delle donne abbandona il lavoro per incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per mancato accoglimento al nido. “Questo giustifica gran parte delle scelte effettuate dal nostro assessorato in questo settore negli ultimi anni. Ricerche come questa, ci consentono non solo di conoscere, ma di investire su questa conoscenza, per rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone. Anche da analisi come questa sono nati programmi di conciliazione che proprio in occasione della Fiera del Levante stiamo presentando”. Serenella Pascali

UNA RETE PROVINCIALE PER CONTRASTARE LA VIOLENZA SU DONNE E MINORI

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na serie di interventi coordinati, che vedono l’impegno di diverse strutture e figure professionali, per contrastare il fenomeno della violenza su donne e minori grazie ai “Piani provinciali triennali di intervento per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro donne e minori” approvati dalla regione Puglia (atto diri-

genziale n. 745, 3 agosto 2011). L’assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità della provincia di Lecce Filomena D’Antini, ha elaborato il Pil provinciale (Piano per gli interventi locali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza contro donne e minori), avvalendosi del contributo dei 10 Ambiti territoriali socia-

SOCIALE, CHI RICUCE I TAGLI?

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In programma a Lecce il prossimo 14 ottobre il Forum di Lecce 2.0dodici sui diritti dei deboli

n autunno veramente caldo. E non solo per le temperature che ancora richiamano bagnanti sulle spiagge salentine. È la calda stagione che si affaccia all’indomani delle scelte politiche effettuate all’interno della manovra finanziaria varata dal governo nazionale. Un autunno caldo e infernale per le politiche sociali soprattutto, anche a causa delle scelte precedenti effettuate dal governo nazionale prima della manovra finanziaria. Tra queste, l’azzeramento del Fondo nazionale per la non autosufficienza che finanziava gli assegni di cura e tutti gli interventi in favore delle persone con disabilità e le loro famiglie. Accanto, anche l’abbattimento di circa l’85% del Fondo nazionale politiche sociali che finanzia i Piani sociali di zona e quindi tutti i servizi in essi inseriti: asili nido, rette per minori, centri diurni per anziani e disabili, etc. Un momento cruciale per le politiche sociali nel nostro Paese che rischiano di scomparire e, con esse, la storica attenzione alle fragilità dei cittadini. Una manovra depressiva con scelte politiche nette e precise che in Puglia, nell’ambito dei servizi sociali, produrrà i suoi effetti a partire dal 2013. È da queste riflessioni che prende le mosse il momento di riflessione e di approfondimento organizzato dall’associazione Lecce.20dodici presso le Officine Cantelmo il prossimo 14 ottobre a Lecce a partire dalle ore 18. E allora quale futuro per i servizi sociali sul nostro territorio? Come le famiglie potranno far fronte alle ingenti rette di un asilo nido o di un ricovero di una persona anziana? Quale il ruolo dell’associazionismo e della società civile? Quali politiche nei comuni per dare forza ai diritti dei deboli? Questo il senso del Forum sulle politiche sociali organizzato dall’associazione leccese, un incontro rivolto agli amministratori locali, alle associazioni, alle cooperative, a quanti ogni giorno s’impegnano per dare sostegno, aiuto, assistenza, solidarietà. Al Forum interverranno: Piero D’Argento, esperto politiche sociali Regione Puglia; Daniele Ferrocino, Forum Terzo Settore; Cesare De Giorgi, Caritas Lecce; Serenella Pascali, CSV Salento. Luigi Conte

li (Lecce, Campi, Martano, Galatina, Maglie, Poggiardo, Nardò, Casarano, Gagliano, Gallipoli), che hanno impegnato risorse finanziarie proprie. La costruzione del progetto ha visto il coivolgimento, inoltre, degli Ambiti territoriali sociali, della Asl, l’Usp, l’Ordine degli Psicologi, l’Alba Service, al fine di predisporre l’attivazione della rete interistituzionale provinciale contro la violenza di genere. Il costo del Piano provinciale ammonta a circa 900mila euro, di cui 250mila arriveranno in tre anni dalla regione Puglia e altri 18mila serviranno al potenziamento delle équipe presenti in ogni Ambito territoriale sociale. Ma cosa prevede nello specifico il piano?. Innanzitutto la realizzazione di una casa rifugio a Lecce, struttura che offrirà ospitalità ed assistenza alle donne vittime di violenza ed ai loro figli. Inoltre, sono previsti 6 Centri anti violenza (Cav), veri e propri punti di riferimento ai quali le

donne e i minori potranno rivolgersi per ricevere ascolto, assistenza legale, psicologica e sostegno alla ricerca dell’alloggio. Due di questi si troveranno a Lecce, gli altri a Galatina, Squinzano, Parabita e Specchia. Il piano prevede anche il potenziamento dell’équipe multidisciplinare presso ciascuno dei 10 Ambiti territoriali sociali, team essenziale per rispondere ad ogni singola situazione di abuso e di maltrattamento. Di ogni équipe faranno parte operatori dei servizi sociali, sanitari di base e specialisti, operatori giudiziari. La Regione erogherà 17.777 euro per ciascun Ambito dell’équipe multidisciplinare, mentre la Provincia contribuirà al potenziamento dei team con le risorse umane della società partecipata Alba Service spa, destinando un assistente sociale per ciascun ambito. Per ognuno dei 10 Ambiti, infine, è prevista l’attivazione dei servizi di pronto intervento sociale. Alice Mi

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce Settembre 2011 - Anno VI - n.53 Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006 Direttore Responsabile: Luigi Russo Redazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Luigi Conte, Sara Mannocci, Lara Esposito, Sara D’Arpe, Laura Mangialardo, Luca Spagnolo, Silvana Sarli Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce Tel. 0832.392640 - Fax 0832.391232 - Direttore: 335.6458557

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