Crociatino 2012

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Notiziario dell’O.S.A. - Valmadrera

ANNO 42 - DICEMBRE 2012

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SOMMARIO La parola del presidente La parola del Don Essere di qualcuno A ricordo di Ugo Bordone Sci di fondo Sci di fondo 2012 Vasaloppet 2012 Sci alpino Corso di sci a Madesimo Motta di Campodolcino Tre giorni in Dolomiti Corsa in montagna Non può piovere per sempre 4° Trofeo “Antonio Rusconi” Campionato sociale di corsa Skyrunning e psicopatologia Donne di corsa Marcia alpina di regolarità 2° Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti I migliori risultati ottenuti nel 2012 Sociale di marcia 2011 Una strana annata Corso di escursionismo 44a edizione Corso di escursionismo avanzato 4° corso di escursionismo avanzato Gruppo Giovanile Il Pizzo Tambò e il Breithorn Settimana escursionistica In Val di Sole Campeggio Metti un campeggio in Valle d’Aosta... Campeggio 2012 in Val d’Aosta Attività alpinistica Falesia di San Tomas Attività alpinistica dei soci 4810! Biancograt Gruppo Tempo Libero Tour del Lazio 15 anni con il GTL Programma GTL 2012 Tre tremila in tre giorni La mia prima volta a Santa Fosca Al Piz Boè per ricordare un amico Gruppo Femminile Borgio Verezzi Notizie flash Fontanino di Sambrosera S. Messa in ricordo, Commemorazione defunti, Pranzo sociale, Scambio degli auguri San Tomaso I gruppi di servizio Una domenica da leoni Esperienze dei soci La Patagonia. Un sogno realizzato Una bella camminata Gran Fondo 2012 Respirare l’aria degli 8000 Natura e ambiente Perché i ghiacciai si ritirano L’inciviltà dura a lungo 2 · CROCIATINO 2012

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Organigramma 2012 Presidente

Vicepresidente Rusconi Domenico

Aiuto-coordinatore tesseramento

Consiglieri

Sala Luigia Valagussa Angelo Vassena Enrico

Coordinatore tesseramento Coordinatore sci alpino, aiuto segreteria per il tesseramento alle associazioni Coordinatore settimana escursionistica Coordinatore gruppo atleti di corsa Aiuto-coordinatore S.Tomaso Coordinatore sede O.S.A. e S.Tomaso Coordinatore ferrata Coordinatore GTL Aiuto-coordinatore Gruppo Giovanile Coordinatore corso d’escursionismo avanzato e Gruppo antincendio Cassiere Coordinatore gare di corsa in montagna, sci di fondo e segreteria Coordinatore corso d’escursionismo Cassiere Coordinatore Gruppo Giovanile

Anghileri Giuseppe Canali Giuseppe Perego Stefano Rusconi Alessia Valsecchi Cristina

Coordinatore gare di marcia Delegato rapporti con la F.I.E. Coordinatore segnaletica sentieri Segreteria Segreteria

12 14 15 16 17

Rusconi Carlo (Celsi) Rusconi Gianluigi

18 19 20 21 22

Altre cariche

25 26 28 29 30 31 34 35 36 37 38 40 41 42 43

Gruppo Femminile Responsabile Corti Giovanna Consiglieri Aldeghi Rosalinda Dell’Oro Anna Fiorillo Cinzia Rota Elisa Sala Luigia Valsecchi Sandra

Responsabili Consiglieri

46 48 49 50 51 52 54 55

Bonfanti Margherita Dell’Oro Micaela Polti Rita Rusconi Irene Valsecchi Marta Vassena Andreina

Gruppo Giovanile

44

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Anghileri Edoardo Brambilla Raoul Butti Carlo Alberto Butti Stefano Castagna Ezio Corti Tino Piffari Felice Piloni Giuseppe Rusconi Andrea Rusconi Carlo (Palferi)

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Valsecchi Laura

Donadoni Andrea Vassena Enrico Brambilla Gabriele Dell’Oro Matteo Dell’Oro Micaela Magni Cristina Otero Otero Miguel Angel Riva Sonia Rota Andrea Rusconi Cristian Rusconi Luca Rusconi Stefano Tegiacchi Simone Valsecchi Ivan

Rusconi Andrea Brambilla Stefano Dell’Oro Mattia Dell’Oro Nicolò Magni Michele Riva Simone Rodriguez Otero Edgar Didier Rusconi Angelo Rusconi Elena Rusconi Marco Tegiacchi Alberto Tentori Fabio


LA PAROLA DEL PRESIDENTE

La parola del presidente Laura Valsecchi enso di cominciare subito col ringraziare i nostri consiglieri che anche quest’anno si sono dedicati con molto entusiasmo a portare avanti questa società molto impegnativa. Possiamo sentirci fortunati perché ci sono state nuove entrate in consiglio; mi hanno fatto molto piacere, perché il loro nuovo ingresso sta a significare che ci sono ancora soci che hanno voglia di farsi coinvolgere in prima persona. Non è facile! Ormai il tempo per tutti è sempre più stringato e ognuno di noi fa il possibile per dedicare le proprie energie e il proprio tempo alle attività dell’Osa. Essere socio Osa vuol dire far parte di un gruppo, collaborare insieme ad altre persone, anche se non ti vanno a genio, ma soprattutto essere PRESENTI. Questo è l’impegno forse più grande che si chiede ad un consigliere. La presenza è segno di sostegno, di accettazione e di condivisione di quello che si sta facendo e in cui si crede. Sono contenta di essere diventata il presidente di questa società, so di essere iscritta all’Osa da pochi anni ma mi sento di farne parte da sempre. Ho trovato molti amici, sia giovani che meno giovani, che hanno saputo consigliarmi e da cui ho imparato molto. Sono molto entusiasta di questo incarico perché vorrei poter dare il mio contributo nel far crescere la nostra società e per questo cercherò di met-

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tere tutto il mio impegno per portarla avanti nel migliore dei modi. L’obiettivo che mi voglio dare è di riuscire a trasmettere il mio entusiasmo, ai consiglieri e a tutti i soci, perché se manca è difficile superare i problemi. Questo è stato un anno molto impegnativo, come del resto gli altri, però so di essere sostenuta dal consiglio e anche dai soci che mi dimostrano la loro approvazione partecipando attivamente alle iniziative. Dico grazie a Domenico e Gigi, che mi “sopportano”, loro sono i miei primi amici e consiglieri. Con Domenico mi trovo benissimo, abbiamo due caratteri completamente diversi: lui molto posato nelle idee, io invece forse un po’ fuori dagli schemi…, quindi ci compensiamo sempre in qualunque decisione prendiamo. Da Gigi ho imparato molto quando era presidente e per ogni cosa voglio sempre il suo parere. Quest’anno il trofeo Dario e Willy ha avuto un grandissimo successo, lo dimostra il folto numero di atleti iscritti, ma soprattutto lo si coglie dai tanti complimenti che l’organizzazione Osa ha ricevuto. Questo è merito vostro, di tutti i soci volontari e del gruppo femminile che hanno contribuito con il loro lavoro. GRAZIE! Siete grandi, perché siete sempre disponibili a qualunque iniziativa vi si proponga. La preparazione della Como-Valmadrera è stata un altro successo di que-

Sabato 9 Febbraio 2013 alle ore 21.00 presso la sede OSA si terrà l’assemblea annuale. TI ASPETTIAMO!!!

Anno 42 - Dicembre 2012 Responsabili: Alessia Rusconi, Cristina Valsecchi. Redazione: Giuseppe Piloni, Gianluigi Rusconi, Luca Dell’Oro. Fotografie: Piero Airoldi, Eugenio Anghileri, Leopoldo Bonacina, Carlo Alberto Butti, Giovanna Corti, Tino Corti, Morena Crimella, Davide Dell’Oro, Luca Dell’Oro, Vincenzo Maniaci, Stefano Perego, Giuseppe Piloni, Pinuccia Riva, Alberto Rusconi, Andrea Rusconi, Giorgio Valsecchi. Impaginazione: Cristina Valsecchi. Stampa: GraficheCola - Lecco.

In copertina: Lago Serrù e lago Agnel

st’anno, perché alla serata di presentazione della gara ho visto tanti nostri soci, atleti ma anche non atleti, che hanno voluto manifestare la loro presenza come Osa, per stare vicino a chi si è impegnato nell’organizzare l’evento. Mi sono sentita come a una festa, dove non ci sono stati invitati ma ognuno è stato libero di esprimere il proprio calore, solo con la presenza: grazie anche per questo. Poi c’è stata la gara di marcia Giancarlo ed Emilio Ratti e anche in questa occasione i soci marciatori hanno mostrato tutta la loro efficienza. Purtroppo gli atleti che hanno partecipato non sono stati moltissimi, ma come sempre l’organizzazione è stata perfetta. Spero in una maggior partecipazione per l’anno prossimo… perché, nella preparazione del percorso e nella ricerca degli sponsor, lo sforzo comune per realizzare il meglio è stato grande e merita di essere riconosciuto e valorizzato. Ad aprile sono partiti i corsi di escursionismo, un grande successo dimostrato dai più di 100 ragazzi iscritti in entrambi i corsi. Questo smentisce quello che qualche anno fa si era detto, che “i ragazzi non hanno più voglia di fare fatica…”; non è vero, dipende tutto dall’entusiasmo che gli accompagnatori riescono a trasmettere ai più giovani, perché si può far amare la montagna anche se costa un po’ di fatica e questa, senza dubbio, viene ripagata quando si raggiunge la meta: un grande grazie agli accompagnatori. Questo è il nostro compito, dobbiamo essere trascinatori nell’Osa, essere positivi, essere socievoli, essere pronti alle critiche e a darci da fare perché è questo che ci viene chiesto. Ricordiamo sempre che chi non fa niente non verrà mai criticato, però non avrà mai la soddisfazione nel sentirsi dire “bravo”. Altro grosso impegno è stato il campeggio nel mese di agosto, anch’esso esempio di dedizione e disponibilità da parte dei soci. Il numero dei campeggiatori non è stato eccessivo, e speriamo sempre di riuscire a trascinare nuove famiglie nella partecipazione il prossimo anno. È stato molto bello, perché quando c’è la compagnia giusta, CROCIATINO 2012 · 3


LA PAROLA DEL DON fatta di persone aperte e socievoli, non si può chiedere di meglio. Ed ora il Gruppo Tempo Libero. Che dire: siete fantastici, tenete duro e continuate così perché un giorno anch’io vorrò partecipare alle vostre gite con le mie amiche…! Quando mi sono iscritta all’Osa, per correre in montagna, non avrei mai pensato che un giorno sarei stata presidente; grazie a Piloni che mi ha chiesto di entrare in consiglio e grazie anche a tutte le persone che in questi anni mi hanno votata e hanno avuto fiducia in me. Io farò del mio meglio e mi impegnerò per mantenere l’armonia e l’amicizia che contraddistinguono questa grande società. Il nostro programma e soprattutto i miei pensieri non finiscono qui! Adesso però colgo l’occasione per augurarvi un Buon Natale e un Felice 2013, pieno di impegni e di nuove iniziative, fatte con coinvolgimento e dedizione, ringraziando già fin d’ora chi porterà avanti le nostre attività con entusiasmo. Grazie!

Essere di qualcuno Don Tommaso ella nostra vita abbiamo fortemente il bisogno di appartenere a qualcuno. Anche se spesso la società e la cultura ci suggeriscono l’idea che la soluzione migliore che possa garantire una vita vera è l’assoluta indipendenza da tutto e da tutti, guardando profondamente dentro il nostro cuore ci rendiamo conto che l’appartenenza corrisponde ad un bisogno profondo della persona. Abbiamo bisogno di sentirci parte di qualcosa che vada oltre noi stessi e che stimoli continuamente il nostro desiderio di camminare sui sentieri della vita sempre con nuovo slancio, passione ed entusiasmo. Anche se la perfetta autonomia spesso ci appare allettante (anche perché talvolta è la via più semplice, meno faticosa) tuttavia ci rendiamo conto che non può esserci vera identità senza appartenenza. Appartenere a qualcuno o a qualcosa non è rinunciare alla propria libertà bensì metterla in gioco pienamente.

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A ricordo di Ugo Bordone Ugo inizia a frequentare l’Osa tramite Natale Fanchini: la settimana bianca a Longiaru, le gite giovanili ed estive in alta montagna, il campeggio, ad esclusione dello sci, sempre con l’inseparabile fratello Beppe. Ma è con la settimana ecologica (oggi “settimana escursionistica”) che impariamo a conoscere bene la personalità di Ugo, uomo di grande fede; fin dal mattino quando guidava le preghiere prima di partire e si mostrava con i ragazzi difensore di valori e principi e li sapeva mettere in atto con il proprio esempio. Negli ultimi anni, nonostante una salute precaria, riusciva ancora a salire le sue amate montagne. Ricordo due anni fa a Santa Fosca, voleva raggiungere la cima dell’Antelao; era partito il giorno prima per dormire al rifugio, al ritorno mi ha detto: “Piloni, sono arrivato sotto la cima ma non ce l’ho fatta”. Ma il suo obiettivo era quello di salire le 250 vette sopra iTremila … e grazie alla sua passione ce l’ha fatta.

Da qui l’importanza e il valore di un’esperienza come quella dell’O.S.A. L’O.S.A non è uno spazio da frequentare ma un’esperienza da vivere! Fare parte di questa associazione non è occasione per trovare alcune opportunità riguardanti la passione per la montagna ma è luogo concreto, tempo favorevole nel quale sperimentare la bellezza di essere di qualcuno. Ma se ci fermassimo qui sarebbe ancora troppo poco. Il senso profondo e ultimo dell’Organizzazione Sportiva Alpinisti sta nel permettere a coloro che la vivono di sentirsi parte viva e integrante della comunità cristiana all’interno della quale l’O.S.A ha avuto la sua origine e continua il suo cammino. Appartenere all’Organizzazione è il modo concreto con cui alcune persone, condividendo la passione per la montagna, vivono il loro essere parte di una comunità che cammina con il suo Signore verso una vita vera. Quindi, arrivando ad un livello ancora più profondo, far parte dell’O.S.A è una modalità concreta per appartenere a Gesù, l’unico che “possiede” le nostre vite senza soffocarle, l’unico che ci tiene fra le sue mani ma senza privarci della libertà, l’unico che ci custodisce senza opprimerci. Ogni membro dell’O.S.A deve dunque sentire forte l’invito del Signore a vivere pienamente e con gioia l’essere parte della comunità nella quale è possibile il vero incontro con Lui, il Signore della nostra storia e del nostro vivere. Con l’unico grande desiderio che, davvero, le diverse componenti che arricchiscono la nostra comunità di Valmadrera possano essere un cuore solo e un’anima sola, non binari paralleli ma sentieri diversi che continuamente si incrociano e si intersecano avendo come unica meta l’amore di Gesù, il solo che riempie il cuore ed eleva la vita.

Giuseppe Piloni Buon cammino a tutti, Don Tommaso 4 · CROCIATINO 2012


SCI DI FONDO

Sci di Fondo 2012 Gianluigi Rusconi er fortuna esiste la neve “programmata”…! Quest’inverno infatti anche per lo sci di fondo, lungo tutto l’arco alpino, la neve si è fatta attendere più del solito. Per tutto il mese di dicembre ci si è dovuti accontentare di girare sui brevi “anelli” preparati in diverse località dell’Engadina e dell’Alta Valtellina. Anche la Sgambeda di Livigno, classico appuntamento che dava il via alla stagione agonistica, è stata annullata per mancanza di neve. Fortunatamente, nel periodo delle feste, la situazione è leggermente migliorata, soprattutto in Engadina, consentendoci di partire regolarmente a gennaio con il Corso di Fondo. Anche quest’anno la partecipazione di allievi ed appassionati è stata molto numerosa, con oltre 60 iscritti al corso, seguiti come al solito dai nostri fidati maestri di sci valsassinesi. A parte qualche difficoltà legata soprattutto alle condizioni meteo, l’impostazione del Corso su 5 lezioni consecutive la domenica ci è sembrata anche quest’anno apprezzata da tutti i partecipanti. Tanto che molti di loro hanno partecipato anche alla gita di tre giorni a Naz-Sciaves. In quest’occasione purtroppo è stato proprio il cattivo tempo ad accompagnarci sulle piste altoatesine. La prima giornata si è svolta sulle piste della Val di Vizze, nei pressi di Vipiteno. Il sabato

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PROGRAMMA 2013 Corso di sci di fondo Cinque domeniche dal 13 gennaio al 10 febbraio sulle piste dell’Engadina Gita a Naz Sciaves (Bz) Venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 febbraio Campionato Sociale di sci di fondo Il 17 febbraio invece è stata la volta di Dobbiaco, in condizioni decisamente invernali, con vento, neve e piste poco praticabili. Infine la domenica siamo saliti all’Alpe di Siusi, ma anche qui nuvole e nebbie ci

hanno impedito di godere appieno dello stupendo panorama delle Dolomiti. Dopo questa breve parentesi fuori zona si torna in Engadina per la con-

clusione della stagione. Domenica 26 febbraio è infatti la volta del Campionato Sociale di Fondo. La pista di gara è quella del Centro Fondo di Pontresina e, per l'occasione, viene organizzata anche una gita in autobus. Purtroppo è ancora il tempo a rovinare la festa, soprattutto durante la gara dei ragazzi, disputata in mezzo a una bufera di neve! Fortunatamente poi il tempo migliora e CROCIATINO 2012 · 5


SCI DI FONDO consente lo svolgimento regolare anche per la gara degli adulti. Viste le pessime condizioni si decide per una prova in linea di circa 6 chilometri. L'esito della gara rimane incerto fino alla fine e tutto si decide in una volata a due con Stefano Butti che ha la meglio sul campione uscente Pietro Riva, con Gianluigi Rusconi a completare il podio a pochi metri dai primi. Anche la prova femminile rimane incerta fino alla fine con la vittoria di misura per Barbara Dell'Oro che precede Alessia Brambilla e Laura Valsecchi. Per la categoria Veterani il migliore è Maurizio Gandin (4° assoluto) davanti ad Alessandro Villa e Mario Anghileri, mentre per gli juniores troviamo al primo posto Andrea Rota seguito da Matteo Riva. Infine, nella gara dei ragazzi, è Luca Rusconi il primo a tagliare il traguardo, staccando nettamente i coetanei Andrea Rota e Mattia Dell'Oro. Tra le ragazze invece primeggia Nadia Rusconi nei confronti di Francesca Gerosa e Camilla Valsecchi. Ultimo appuntamento, come di consueto da qualche anno a questa parte, è la traversata dell'Engadina di inizio marzo, con partenza dal Passo del Maloja per i più audaci (oppure da Pontresina o da Zuoz) ed arrivo a Zernez.

Alcuni partecipanti al fine settimana di Naz Sciaves

I vincitori del sociale

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SCI DI FONDO

Vasaloppet 2012: Cronistoria di una Sana Follia Beppe n una calda sera di agosto, attorno ad una tavola imbandita in allegra compagnia, giunge inaspettata la proposta di Peo di festeggiare i nostri 50 anni con qualcosa di “significativo”, nel merito la Vasaloppet. Si sta recando da Gigi per confermare la sua adesione. Ho poco tempo per decidere e la situazione del momento, mi convince a dire sì. Il giorno dopo parto per una breve vacanza dove ho modo di ripensare alla mia scelta. Vasaloppet significano 90 km, che sono tanti, ma ciò che più mi preoccupa è il fatto che è ammesso solo lo stile classico. Sono circa 25 anni che pratico lo sci di fondo, ho partecipato alla Marcialonga, alla Sgambeda, alla Dobbiaco-Cortina, alla Marciabianca, alla Millegrobbe, alla 24 ore di Andalo, alla Skimarathon dell'Engadina ed altre ancora, ma tutte rigorosamente a passo pattinato. L’alternato l’ho praticato pochissime volte e l’ultima risale ad un sociale in Val Bever di circa 10/12 anni fa. Oltretutto non ho più nemmeno l’attrezzatura! Sono dubbioso sulla mia scelta e penso di rinunciare. Al ritorno parlo con Gigi della mia decisione ma l’iscrizione è già stata effettuata. A questo punto non mi resta che sperare che la neve arrivi il più presto possibile. Devo imparare la tecnica classica entro il 4 marzo, data della gara. Inizio così l’allenamento con la bici, la corsa e con lunghe camminate in montagna, in attesa dell’inverno. Siamo in cinque: io, Peo, Gigi, Giorgio e Angelo e finalmente l'8 dicembre, a poco meno di 3 mesi dalla gara si inizia a sciare. C’è poca neve ma è sufficiente per iniziare a prendere confidenza con lo stile classico. Seguono una decina di uscite via via sempre più lunghe dove io sono sempre ad inseguire e gli altri ad aspettarmi. Come pensavo la tecnica classica non si impara in poche sciate e così mi ritrovo ad avere la “minima resa” (velocità) con la “massima spesa” (fatica). La data si avvicina ma i dubbi sulla riuscita di questa “sana follia” permangono. Oltretutto a questa situazione “tecnica” si aggiunge anche il timore che qualche malanno fisico po-

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trebbe compromettere la preparazione se non addirittura la partecipazione alla Vasa. Stringo i denti, allontano i cupi pensieri e…avanti! La prova generale la facciamo due set-

timane prima della gara con la MaloiaZernez, 60km. Dalle condizioni fisiche in cui arrivo alla fine ho la certezza che la Vasa è nelle mie possibilità. Fisicamente e mentalmente ci sono. Arriva così fi-

La mia Vasaloppet ……. e la fatica comincia a farsi sentire. Sono passati parecchi chilometri e la sciata si fa sempre più contratta, la spinta di braccia è debole e le gambe iniziano a tremare. Mi guardo attorno e vedo tante facce stremate, che con tenacia proseguono la “marcia” verso il traguardo. Quel traguardo sognato per tutto l’inverno, divenuto una sfida, come fosse una questione di vita o di morte. Non mollo. Non posso mollare proprio ora, quando mancano pochi chilometri, non posso ritornare a casa sconfitto. Cerco di scacciare la stanchezza con pensieri positivi, lascio correre la mente, ad un tratto ecco il cartello che indica l’89° chilometro: mi trovo in periferia di Mora. È la città dove è posto l’arrivo, l’obiettivo agognato da tutti quei 16.000 concorrenti partiti la mattina. È la città che conosco oramai bene poiché è qui che abbiamo trascorso gli ultimi due giorni prima di questa gara ed è qui che siamo alloggiati. Supero una curva a gomito già in centro città e dinanzi si presenta un lungo rettilineo. Lo riconosco: è quello che conduce al traguardo. Ed è in questo momento che le forze come d’incanto si moltiplicano, forse perché c’è tantissima gente, di ogni età, che ti incita, ti applaude, ti fa sentire un eroe. Ad un tratto mi sento confuso, sento il vocìo della gente sempre più incalzante, sento un “groppo” in gola che si fa sempre più soffocante e flebili lacrime liberatorie scendere lungo le guance. Una ragazza che indossa il costume caratteristico mi ferma e mi avvisa che l’avventura è finita ed allora mi accorgo di aver raggiunto e superato il traguardo. Mi fermo, mi volto ed in pochi attimi rivedo le immagini di questa lunga e splendida giornata: l’emozione e la confusione della partenza; la colonna umana (16.000 persone) sulla prima salita; il paesaggio incantevole ed incontaminato; le tante motoslitte lungo il percorso; i vari ristori con i diversi tipi di bevanda, soprattutto ricordo con piacere il famoso nettare di mirtillo nero. E poi rivedo la gente, sempre tantissima, che gremisce i passaggi nei borghi abitati, sempre pronta ad incitare ed aiutare. Ringrazio con il cuore la famiglia che mi ha prestato aiuto dopo l’incidente provocato dalla “racchettata” sotto l’occhio da parte di un concorrente; il pronto intervento mi ha permesso di proseguire e concludere la gara. È stata una avventura che resterà impressa nella mia mente per tutta la vita: così ho voluto festeggiare i miei “primi” 50 anni! Ringrazio vivamente mio cugino Beppe ed i miei amici Gigi, Giorgio e Angelo per aver condiviso con me questa grande emozione. Peo

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SCI DI FONDO

nalmente il giorno della partenza. Ci troviamo alle 4 di venerdì 2 marzo per andare in aeroporto. Siamo tutti “gasati” tranne Peo che ha qualche linea di febbre, strascico di una influenza presa all’inizio della settimana. E' giù di morale. Teme di vedere compromessa la sua gara. Mandare in fumo un sogno per una banale influenza proprio nei giorni precedenti la gara è veramente demoralizzante. Partiamo da Linate per Stoccolma, con scalo intermedio a Francoforte. In aereo è l’alba quando passiamo sulle nostre montagne innevate e sul nostro lago. È uno spettacolo meraviglioso. All’aeroporto di Stoccolma, distante 30km dalla città, c’è da aspettare l’arrivo degli altri partecipanti dell’agenzia che ha orga8 · CROCIATINO 2012

nizzato il viaggio e l’iscrizione alla gara. Sono le 13 ed il treno che ci porterà a Mora, località d'arrivo della Vasa, dove siamo alloggiati, parte alle 18. Giriamo tra i vari negozi curiosando tra i prodotti e gli articoli locali per avere un'idea di cosa portare a casa come ricordo al ritorno. Giungiamo in albergo alle 22 dove è pronta la cena. Assaggiamo l’arrosto di renna, piatto tradizionale scandinavo, con contorno di crauti e patate. È morbido e gustoso, merito anche delle spezie aromatiche usate come condimento. Si chiacchiera sulla lunga giornata trascorsa e su quello che faremo il giorno successivo e poi a letto. Molto presto, alle 6.30, Peo dopo una notte insonne causa i suoi malanni esce dall’albergo e si reca in centro. Al suo ritorno, mentre facciamo colazione, ci racconta di aver assistito alla posa del portale sotto cui il giorno dopo passeremo stanchi ma contenti e fieri di aver concluso la gara. La mattinata la dedichiamo a visitare pure noi l’arrivo della Vasa, dove c’è anche un museo sulla storia di questa gara, e il centro della cittadina. Nel pomeriggio è la volta dei vari stand di attrezzature sportive, abbigliamento, prodotti energetici, scioline e tutto ciò che rientra nella pratica dello sci nordico. Presso i reparti di sciolinatura Gigi si informa sulle condizioni della neve e in inglese sente i consigli degli “skimen” locali sul tipo di sciolina da mettere per la gara. Avere sci veloci ma che fanno una buona tenuta durante il passo spinta e nei tratti di salita è fondamentale per una gara così lunga. Siamo convinti di essere in ottime mani. Così pri-

ma di cena ci dedichiamo alla sciolinatura: uno strato di spray come fondo su cui stendere una strato di sciolina di mantenimento e quattro strati di sciolina di scorrimento e gli sci sono pronti. Il conto alla rovescia è iniziato e l’adrenalina sale. Si va a cena e si parla della gara, delle aspettative e delle preoccupazioni per la partenza. Apprendiamo che 16000 persone (10000 davanti e 6000 dietro di noi) si troveranno tutte ammassate alla base di una lunga e stretta salita dove dalle iniziali 20 corsie si passa a 6 soltanto dopo un breve tratto di pianura!! Dopo la cena l’assistente dell’agenzia ci consegna il pacco gara contenente il pettorale, il microchip e alcune istruzioni (in inglese) sulla logistica e il tracciato della gara. I pullman che ci porteranno alla partenza nella cittadina di Salen, a pochi chilometri dal confine con la Norvegia, partono alle 4. Significa che la sveglia è alle 3.30!! Si va in camera e si prepara l’abbigliamento per domani. Peo sta un po’ meglio. Forse riuscirà a dormire. Alle 6.30 siamo a Salen. La partenza. C’è un gran movimento di persone che freneticamente si indirizzano verso i cancelli di ingresso dei vari gruppi per guadagnarsi i posti in prima fila. Noi siamo nel nono gruppo su un totale di dieci. Dopo una lunga coda si entra. Sono le 7.15. Mancano 45’, la temperatura è -15 C° ma il freddo non si sente. Sarà l’adrenalina, la tensione o forse la gioia di esserci. Sono passati 6 mesi da quando avventatamente mi sono imbarcato in questa avventura. Ho avuto perplessità e dubbi ma ci sono arrivato e la convinzione di aver fatto tutto il possibile mi rende sereno e fiducioso. Alle 8.00, sul mega schermo montato in corrispondenza della linea di partenza, vediamo il via dei primi. Noi aspettiamo qualche minuto e poi partiamo, ma come sapevamo, poco dopo ci troviamo ammassati alla base della salita. Occorre fare molta attenzione. Nella ressa, con la pendenza e l’adrenalina alle stelle, è un attimo schiacciare le punte degli sci o dei bastoncini e quindi cadere o peggio ancora rompere qualcosa. In questa situazione il tempo vola e così, quando alla fine della salita e della confusione, vedo il cartello che indica 88 km all’arrivo sono trascorsi già 50’. Ci siamo persi di vista e così in solitaria inizio la vera sciata. Data la lunghezza della gara amministro le forze avendo così modo di osservare ciò che mi circonda. Foreste di betulle, baite isolate, tratti completamente piani e privi di vegetazione, segno che siamo sopra qualche lago ghiacciato, e ancora piccoli villaggi con gli


SCI ALPINO abitanti ad incitarci e numerosi gruppi di persone che, a bordo di motoslitte, troviamo lungo il percorso, accanto ad un fuoco acceso, immagino, per scaldarsi e farsi una grigliata di carne di renna. Ogni 10/12 km c’è un rifornimento con pane dolce, frutta secca o fresca e bevande di tutti i tipi. Da quelle energetiche (l’enervit è onnipresente), al tè, al brodo, ai succhi di frutta, agli integratori salini. La sosta è anche occasione di un breve riposo e poi via verso il rifornimento successivo. Verso gli 80 km inizio a sentirmi veramente stanco ma le caratteristiche del percorso finale, privo di salite e con lunghi tratti di discesa, e gli sci ancora veloci, mi aiutano ad affrontare gli ultimi chilometri e così mi ritrovo nella cittadina di Mora. Come per magia mi ritornano le energie e con entusiasmo e gioia affronto il rettilineo finale tra la folla che mi incita. Passo così sotto il portale del traguardo. La Vasaloppet è finita. Mi sento fiero di aver portato a compimento la mia Sana Follia! In albergo una doccia e un meritato riposo prima della cena. A tavola si parla, si scambiano sensazioni, si raccontano particolari della propria gara e ci si fanno i complimenti quando l’assistente dell’agenzia ci consegna i diplomi. Ma è già ora di andare a dormire perché la sveglia domani è alle 5.30. Altra levataccia. Il treno che ci porta a Stoccolma parte alle 6.30. L’aereo per il ritorno è alle 18 e così ne approfittiamo per una visita alla città. Stoccolma è affacciata sul Mar Baltico che vi si incunea formando isole e canali. È bella, ordinata, silenziosa. Visitiamo il palazzo reale e il centro storico ricco di negozi e ristoranti. Ma è già ora di tornare in aeroporto dove ci attende l’aereo che ci riporta a Linate. Sono stati 4 giorni intensamente vissuti, il cui ricordo resterà indelebile nella mia mente che si era liberata totalmente di tutti i problemi che ci assillano nel quotidiano. Ho anche rivissuto sensazioni che erano anni che non riprovavo. Grazie quindi a Peo che ha dato il via a questa mia avventura, a Gigi, ineccepibile organizzatore, e a Giorgio ed Angelo la cui presenza è stata un solido supporto nel suo compimento e nella sua buona riuscita. Ho sempre pensato che l’attività sportiva e il porsi obiettivi da raggiungere (sempre compatibili con gli anni che passano) siano un ottimo sistema per mantenersi giovani fisicamente e mentalmente. Può darsi quindi che questa esperienza sia l’inizio di un qualcosa che proseguirà negli anni a venire e…le adesioni sono aperte a tutti.

Corso di sci a Madesimo Maurizio Butti nche se quest’anno la neve si fa È uno sport bellissimo se praticato con attendere, la voglia di mettere gli passione, non per niente “facile”, ma sci ai piedi non manca! che sa dare parecchie soddisfazioni. Nel 2012 qualche ragazzo in meno delSicuramente la nostra società non l’anno precedente, ma con la possibimancherà di riproporre il proprio corso, lità di un maestro di snow . Il corso sci, anche per l’anno prossimo e motivato negli anni della sua vita, ha visto la parda nuove idee. tecipazione di tantissima gente. Da che Vi aspettiamo ancora numerosi, e con mi ricordo, negli anni ‘90 con le prime la speranza di dare il giusto spessore uscite a Caspoggio, era una delle maa questo stupendo sport, che ci ha davnifestazioni più riuscite e seguite per la vero dato tanto… società. Forse, come si suol dire, erano altri temIl corso di sci alpino 2012 si è svolto di nuopi e altri costi… vo nella località di Madesimo (So). Ci ha visto presenti paIl maltempo purtroppo ha caratterizzato le recchi anni sulle nevi delquattro uscite in programma che hanno vila Valmalenco, Caspoggio sto la partecipazione di una trentina di alliee Chiesa, e poi con il tenvi suddivisi in squadre omogenee. tativo di rilanciarlo, il saIl vento, una copiosa nevicata ed il freddo bato pomeriggio, ai Piani pungente, che in un'occasione ha raggiunto di Bobbio in Valsassina, un anche i -22°C, hanno messo a dura prova i corso più mirato verso i nostri sciatori. bambini che ha riscosso Condizioni simili non sono certo favorevoli un buon successo. alla ragione principale del corso di sci: imUn po’ per logistica, ma parare divertendosi. soprattutto per la forte afL'entusiasmo dei ragazzi e la professionalifluenza di sciatori in quetà dei maestri sono comunque riusciti a sto comprensorio, ci siacreare quel “clima” che il meteo ha spesso mo spostati a Madesimo negato. in Val Chiavenna. SicuraLe difficoltà hanno in ogni caso temprato i nomente le varie “crisi” non stri piccoli e grandi campioni che la prossihanno molto aiutato nel rima stagione speriamo possano affrontare le lanciare questa disciplipiste con neve abbondante e sole splendente. na, e magari ha contriIncrociamo le dita (gli sci, quelli, no). buito al calo di adesioni anche la possibilità di sceRaoul Brambilla gliere tra diverse alternative.

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PROGRAMMA 2013 Corso di sci alpino Sabato 12, 26 gennaio, 2 e 9 febbraio sulle piste di Chiesa Valmalenco Gita a Naz Sciaves (Bz) Venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 gennaio CROCIATINO 2012 · 9


SCI ALPINO

Motta di Campodolcino Campionato sociale e intersociale di sci alpino Raoul Brambilla uest'anno la programmazione della gara Intersociale di sci alpino, valida anche per la classifica sociale dell'OSA, si è dovuta piegare al maltempo che ha caratterizzato i fine settimana nei primi due mesi dell'anno. Il 19 febbraio, data inizialmente prevista per lo svolgimento della gara, la scarsissima visibilità ha costretto gli organizzatori a rimandare tutto all’11 marzo.

Q

Classifica sociale CUCCIOLI MASCHILE 1. Rusconi Cristian 2. Brambilla Stefano 3. Valsecchi Andrea CUCCIOLI FEMMINILE 1. Valsecchi Camilla 2. Rusconi Nadia 3. Rota Chiara RAGAZZE 1. Rusconi Gaia

1° Assoluta

RAGAZZI 1. Rusconi Mattia 2. Tegiacchi Simone 3. Rusconi Luca

Classifica intersociale

MASTER 1. Anghileri Giuseppe 2. Rusconi Gianluigi 3. Valsecchi Giorgio

O.S.A. O.S.A. O.S.A.

CUCCIOLI MASCHILE 1. Spoto Nicola 2. Rusconi Cristian 3. Mozzanica Lorenzo

AMATORI 1. Dell’Oro Marco 2. Piloni Paolo 3. Vassena Fabio

O.S.A. O.S.A. O.S.A.

CUCCIOLI FEMMINILE 1. Valsecchi Camilla O.S.A. 2. Rusconi Nadia O.S.A. 3. Rota Chiara O.S.A.

JUNIOR MASCHILE 1. Panzeri Davide 2. Dell’Oro Erik 3. Tegiacchi Alberto

A.N.A. S.E.V. O.S.A.

RAGAZZE 1. Rusconi Gaia

O.S.A.

RAGAZZI 1. Rusconi Mattia 2. Tegiacchi Simone 3. Mozzanica Davide

SENIOR MASCHILE 1. Butti Alessandro 2. Piatti Alessandro

O.S.A. S.E.V.

O.S.A. O.S.A. O.S.A.

DAME 1. Dell’Oro Barbara 2. Galperti Dina 3. Anghileri Mariacarla

VETERANI 1. Corti Massimo 2. Crimella Edoardo 3. Tentori Gianpietro

O.S.A. S.E.V. S.E.V.

O.S.A. S.E.V. O.S.A.

Categoria OVER 60 1. Tessari Renato

S.E.V.

SENIOR FEMMINILE 1. Crimella Morena 2. Piloni Roberta

O.S.A. O.S.A.

S.E.V. O.S.A. O.S.A.

FEMMINILE 1. Dell’Oro Barbara 2. Crimella Morena 3. Anghileri Mariacarla MASTER 1. Anghileri Giuseppe 2. Rusconi Gianluigi 3. Dell’Oro Marco JUNIOR MASCHILE 1. Tegiacchi Alberto 2. Rusconi Marco SENIOR MASCHILE 1. Butti Alessandro 2. PILONI PAOLO VETERANI 1. Corti Massimo

1° Assoluto Il campione sociale Massimo Corti

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Classifica per associazioni 1. O.S.A. VALMADRERA 2. S.E.V. VALMADRERA 3. A.N.A. VALMADRERA


SCI ALPINO La mattina dell’11 un vento gelido spazzava la pista di Motta preparata per l'occasione. Le folate di neve ghiacciata non hanno però fermato gli atleti che hanno dato il meglio per cercare di riscattare con un buon risultato gli aspetti negativi di un clima … da brivido. Come sempre la grinta migliore l'hanno sfoderata i più piccoli che, partiti a metà pista, si sono lanciati a “uovo” tagliando il traguardo incitati dal calore, quanto mai necessario in una giornata del genere, dei genitori e degli amici presenti. La partecipazione a questa tradizionale manifestazione risente del calo di presenze che si sta registrando negli ultimi anni nello sci alpino; ma il senso di appartenenza alla nostra società, unito alla rivalità con gli altri sodalizi sportivi di Valmadrera, porta gli osini a non mancare questo appuntamento (per qualcuno si tratta dell'unica sciata della stagione!!!). Nonostante questo l'Intersociale è stato vinto da Panzeri Davide dell'A.N.A., mentre il resto del podio ha visto i nostri soci Corti Massimo e Dell'Oro Marco rispettivamente al secondo e terzo posto. Il quarto posto di Butti Alessandro completa il podio del Sociale dell'O.S.A.. Tra i ragazzi spiccano le promesse dei fratelli Gaia e Mattia Rusconi, nona e decimo assoluti, quinta e sesto nella classifica sociale. Ma ora non c'è tempo per la cronaca, bisogna prepararsi per la prossima gara. Chi preferisce allenarsi da solo, chi in compagnia, chi solo al mercoledì con il nostro personal trainer Gigi, chi su una poltrona con il telecomando in mano, ma tutti saranno presenti alla prossima gara Sociale … anche fosse l'unica sciata della stagione.

Tre giorni in Dolomiti Angelo Valagussa e Raffaella Nasatti a tanto sospirata neve che aspettavamo ci ha accolto al nostro arrivo a S. Cristina. Così, dopo una partenza da Valmadrera con tanta voglia di sciare, arrivati a destinazione una buona parte di noi ha gettato la spugna trascorrendo il pomeriggio all’après ski ad ascoltare musica o facendo una passeggiata nelle vie del paese. Sono stati invece fortunati i pochi temerari che hanno deciso di sciare nonostante il brutto tempo perché, dopo pochissime discese nella tormenta, il tempo è mutato al meglio ed hanno goduto di piste meravigliose quali la Saslong, il Ciampinoi e la Dantercepies. Un’altra nevicata caduta durante la notte ci ha sorpreso al risveglio con un paesaggio da favola tutto imbiancato. Siamo partiti verso l’Alta Badia, un piccolo gruppo si è recato anche in Marmolada, tutti a godere della neve fresca. La domenica è di rito Plan de Corones dove ci si perde nell’infinità di piste; quest’anno ne abbiamo scoperta una nuova: la “Perga”, lunga quasi 10 Km con dei pianori che sembrano autostrade, dove ci si può rilassare tra un

L

pendio e l’altro. Come sempre non sono mancate delle piccole lamentele, ma tutto si è risolto al meglio e siamo tornati a casa stanchi e soddisfatti. Arrivederci all’anno prossimo, le Dolomiti non ci stancheranno mai!!!!

Il gruppo dei partecipanti alla tre giorni

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CORSA IN MONTAGNA

Non può piovere per sempre 8° Trofeo Dario e William Marco Stracciari (articolo pubblicato su carvicoskirunning.it)

arah si lamentava: “Sembra di fare surf, altro che skate. Se solo smettesse di piovere…”. Eric le rispose, per farsi riconoscere: “Non può piovere per sempre…”. Sarah esclamò: “Eric!” e si girò, ma lui scomparve. Forse la più bella delle scene del film “Il Corvo” mi torna alla mente quando, alle sei e trenta di un anomalo primo maggio, apro la finestra della camera da letto. Piove. A dirotto. E mi torna in mente Brandon Lee e quella scena. Non può piovere per sempre: è piovuto al Canto, rendendo lo splendido per-

S

Cat. A (16-25 anni)

1° 2° 3° 4° 5°

TICOZZELLI ADRIANO LAFRANCONI MARCO POMONI LUIGI CORTI CARLO RADAELLI STEFANO

CA LIZZOLI PREMANA ASD LIERNA AS PREMANA OSA VALMADRERA LISSONE MTB

1.39.48 1.40.55 1.42.42 1.45.20 1.49.24

Cat. B (26-35 anni)

1° 2° 3° 4° 5°

BUTTI STEFANO GOTTI PAOLO GIANOLA MATTEO RIGONELLI DARIO RIVA FRANCESCO

OSA VALMADRERA GS ALTITUDE AS PREMANA OSA VALMADRERA SEV VALMADRERA

1.27.53 1.29.32 1.35.55 1.36.34 1.39.26

Cat. C (36-45 anni)

1° 2° 3° 4° 5°

ANTONELLI ROBERTO FAVERIO RICCARDO BELINGHERI CLEMENTE ARTUSI ROBERTO COLNAGHI PIETRO

ASD FALCHI LECCO GS OROBIE VALETUDO SKYRUNNING CS CORTENOVA LIBERO

1.30.00 1.31.16 1.31.37 1.39.12 1.40.07

Cat. D (46-55 anni)

1° 2° 3° 4° 5°

COLOMBO MASSIMO TOMELLERI FLAVIO CONTI ITALO CARENNO CASTELNOVO GIUSEPPE CAVAGNA STEFANO

OSA VALMADRERA LA RECASTELLO RADICI G TEAM CONTI OSA VALMADRERA LA RECASTELLO RADICI G

1.32.51 1.35.07 1.37.36 1.41.52 1.47.27

Cat. E (Over 55)

1° 2° 3° 4° 5°

BARONI ANTONIO TARABINI SALVATORE ROSSI GIOVANNI BUTTI RENATO RIGAMONTI GIORGIO

VALETUDO SKYRUNNING SPORT RACE VALTELLINA ASD CARVICO SKYRUNNIN OSA VALMADRERA LIBERO

1.45.51 1.53.36 1.54.12 1.55.33 1.57.41

Cat. Femminile

1° 2° 3° 4° 5°

MORE ROSSANA BIANCHI ILARIA COMBI LORENZA GILARDI DANIELA FUMAGALLI CHIARA

LIBERO ATLETICA VALLECAMONIC RUNNERS COLICO SEV VALMADRERA BOCIA VERANO BRIANZA

1.55.24 1.57.10 1.59.22 2.07.30 2.08.16

Classifica per Associazioni

1° 2° 3° 4° 5°

OSA VALMADRERA ASD FALCHI LECCO AS PREMANA GS ALTITUDE GS OROBIE

04.37.18 04.59.29 05.01.27 05.07.00 05.09.33

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corso della sky di Carvico un autentico acquitrino, e pioverà anche a Valmadrera. Peccato: il percorso lo conosco perfettamente e già immagino quando affronterò la lunga e ripida salita che dal Fontanino di Sambrosera ci porterà a Pianezzo; la lunga dorsale del Rai, la tecnica discesa verso il Taja Sass… un incubo! Ormai assiduo frequentatore di questo genere di gare incontro tanta gente conosciuta, alcuni addirittura non li ricordo. Lo fanno loro, citando situazioni comuni vissute su e giù dalla Valcava. La logistica è praticamente perfetta: si fa tutto lì, nell’accogliente centro giovanile che sa tanto di oratorio. Con ritiro pettorale e pacco gara in un minuto, deposito borse su jeep pronte per “salpare” (vista l’acqua è il caso di dirlo) verso San Tomaso. C’è pure il campetto di calcio in terra battuta perfetto per un riscaldamento pre-gara che effettuo scrupolosamente con Alessandro. E alle 9.30, puntualissimo, il via. Si sale praticamente da subito, e ripidamente si affrontano le viuzze del centro lecchese, poi la carrozzabile che porta a San Tomaso fino alla Madonnina, e dritti verso il Fontanino di Sambrosera. Ed è in questo tratto che mi superano alcuni amici: Fabio, Gessy ed altri. Io cerco di mantenere un’andatura


CORSA IN MONTAGNA che mi faccia salire costantemente senza affannarmi più di tanto. Troppo recente la sofferenza in Valcava per voler ripetere un’esperienza simile. Per cosa poi? Mi aiutano in questo le mie nuove racchette supertelescopiche della marca “figa” per eccellenza sui prodotti di montagna. Funziona.. e primo breve stop al Fontanino per un sorso di sali. Via di nuovo, direzione Pianezzo. Per fortuna Giove Pluvio si concede una pausa di riflessione, anche se ci ha conciato per benino il sentiero: quello contrassegnato dal n. 7 direzione S.E.V., dove arrivo, credo, in un’ora e tre minuti, abbondantemente prima della chiusura del cancello, posta ad un’ora e venti. Corro senza riferimenti cronometrici: il mio Garmin, che credevo carico, si è scaricato poco prima del via e quindi oggi più che mai corro contro me stesso, contro un percorso cattivo e fangoso, contro il vento e la pioggia e soprattutto contro quelle che fino a poco tempo fa non erano certo le mie gare… io che amavo le “autostrade” piatte e dritte. Dopo la SEV si sale ancora, di poco, poi si scende prima di essere inghiottiti da un lunghissimo traverso. Sarebbe molto divertente se il fango non la facesse da padrone: lo stretto “single track” oltretutto è in contropendenza e ogni volta che il piede destro fa presa scappa via che è un piacere. Conosco bene anche questo tratto: è di fatto l’ultima fatica per chi, dal Terz’Alpe, vuole raggiungere il Cornizzolo. Riconosco Alpe Alto, posto esattamente a quota 1000 e mi aspetto, da un momento all’altro, di vedere laggiù il Terz’Alpe. Un’occhiata laddove il panorama diventa sontuoso e via, verso la SEC; dove, poco prima, vi è l’edicola con la Madonnina che rappresenta, oggi, il giro di boa verso la vetta di giornata: il monte Rai. Fa freddo, ora in quota. Freddo e pioggia, anche se le gocce che ci arrivano di traverso, da destra verso sinistra, quasi non le sento. Il lungo serpentone umano che raggiunge la vetta del Rai sarà il mio riferimento per i prossimi 5 – 10 minuti ed ora è vera sky: siamo sulla dorsale che unisce il Cornizzolo al Rai e al Prasanto, che non raggiungeremo, virando verso destra alla “Colma”. Ma prima c’è da affrontare questo ultimo strappo più o meno di 200 metri di dislivello. Sto bene, mai in affanno, e questo mi permetterebbe quasi di correrlo,

questo tratto. Ma poi, perché? Mi chiedo se vale la pena guadagnare un minutino scarso, arrivare in cima devastato e non godere dello spettacolo che oggi la natura, anche se avversa nel meteo, ci offre. Il Resegone è là di fronte, avvolto dalle nubi, ed ancora nubi ci separano da Valmadrera, mille metri sotto di noi. Sembra davvero di correre sopra le nuvole… mi “nutro” di queste sensazioni mentre, del piccolo gruppetto nel quale mi inserisco, credo di essere l’unico ad avere la forza di guardarmi intorno e di assaporare positivamente questi lunghi momenti che ci separano dalla cima. La raggiungo e chiedo ad alcuni volontari se va tutto bene. Uno di loro mi risponde dicendomi che la domanda la dovrebbero fare loro a me… ma che diamine! Io mi sto divertendo, sto facendo una cosa che mi piace. È vero: sono in maglietta e pantaloncini e teoricamente dovrei essere devastato dalla fatica, mentre loro sono fermi, seduti e ben coperti ad aspettarci. Ma sono lì per me e per gli altri 299 che hanno intrapreso questa breve ma intensa avventura e il freddo e la pioggia, anche se avvolti da giacche a vento e cappellini in lana, li stanno prendendo loro, mica io. Massimo rispetto! Fine delle salite.. e inizio delle pene! Di solito, in questo tipo di gare, le mie sensazioni riguardo salita e discesa sono ben altre ma.. in questo caso, come sono stato bene in salita starò “male” in discesa. Fango, tantissimo! Due addetti al percorso mi consigliano di correre tutto a sinistra, calpestare il più possibile l’erba e dimenticare le sabbie mobili che hanno sostituito il sentiero. E pensare che l’ultima volta che sono stato lì c’era la neve! Rischio capitomboli ad ogni passo e mi getto nel lungo, tecnico e fangosissimo sentiero che mi porterà al Fontanino del Tof

prima e al Taja Sass dopo. Mi supera Luca, sprintosissimo: la mia risposta è laconica: “tengo famiglia.. meglio non rischiare” e anche qui per cosa poi? Per un minuto o due? Mi metto alla coda di un gruppetto che, evidentemente, la pensa come me, e mentre cerco di arrivare indenne al Fontanino sento un’autentica frana alle mie spalle.. e un urlo. Due atleti, nel tentativo di “tirare” la discesa, si ostacolano a vicenda finendo per le terre. “Stranamente” non li sentirò più dietro di me fino al traguardo. Passato il Fontanino finalmente la discesa si fa più corribile fino al bivio col breve sentiero che porta al Taja Sass, ultimo riferimento prima del traguardo. Supero due atleti e percorro quest’ultimo chilometro come fosse l’arrivo di un diecimila su strada, tanta è ancora l’energia che ho dentro. Un arrivo così me l’ero promesso prima del via: scattante e felice, l’esatto contrario di dieci giorni fa. Davanti a me il sontuoso scenario di San Tomaso e quel pratone dove tante volte, al termine dei miei allenamenti, mi ci coricavo sopra prendendo gli ultimi raggi del sole e osservando, dal basso, il Birone, i Corni, il Moregallo… Ora invece quel pratone è lo splendido teatro naturale dei miei ultimi passi in questa gara. Davanti non c’è nessuno, dietro nemmeno. Mi godo, rallentando vistosamente, gli ultimi metri cercando di vedere se dietro le transenne c’è Sabrina. La vedo, mi vede, mi incita e mi scatta una bella foto. Le sorrido, facendole capire che è andato tutto bene. In due ore e otto minuti ho terminato questa bella cavalcata sui monti della Brianza, tanto vicini quanto belli e panoramici. Volevo la “Dario e Willy” e l’ho avuta. “Sembra di fare motocross, non una sky. Se solo smettesse di piovere…”. Ma non può piovere per sempre.. dentro di me, a Valmadrera, c’è stato il sole! CROCIATINO 2012 · 13


CORSA IN MONTAGNA

4° Trofeo Antonio Rusconi Gianluigi Rusconi n'edizione da record la quindicesima “Traversata delle Montagne del Triangolo Lariano”, dedicata per la quarta volta alla memoria di Antonio Rusconi, disputata lo scorso 7 ottobre da Como a Valmadrera. Innanzitutto record di partecipazione con 220 concorrenti al via da Piazza Amendola, 209 dei quali regolarmente arrivati al traguardo in Piazza Mons.Citterio entro il tempo limite di 6 ore e 30 minuti. Tempo record per un “impressionante” Nicola Golinelli che ha letteralmente dominato la gara con il nuovo primato del percorso: 3 ore 7 minuti 9 secondi per completare i 35,5 chilometri del tracciato con un dislivello positivo di 2265 metri, migliorando di oltre 2 minuti lo strepitoso tempo ottenuto da Silvio Gatti nell'edi-

U

Giovedì 27 settembre presso il Salone della Concessionaria AutoTorino di Valmadrera si è svolta la presentazione delTrofeo “Antonio Rusconi a.m.”. A presentare la serata MaurizioTorri, speaker della gara. zione 2002. Infine un record particolare per il nostro Renato Butti che ha festeggiato a suo modo le 15 edizioni della gara, compiendo il percorso “andata e ritorno” Valmadrera - Como - Valmadrera. Le condizioni meteo anche quest’anno ci sono state favorevoli e hanno contribuito, grazie anche al traguardo posto in Piazza Mons. Citterio, alla presenza di un numeroso pubblico accorso ad applaudire l’arrivo degli atleti. Pubblico che ha

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CORSA IN MONTAGNA potuto seguire tutte le fasi della gara in diretta grazie soprattutto all'ottimo commento tecnico di Maurizio Torri, cronista sportivo per il sito “Sport di Montagna”. Anche se poi la gara non ha avuto storia, con Golinelli che già al primo rilevamento in cima al Monte Bolettone aveva 3 minuti di vantaggio sul primo degli inseguitori, Fabio Bazzana della Valetudo Skyrunning Italia, e 4 sulla coppia osina Stefano Butti – Massimo Colombo. Al secondo cancello orario di Gajum si definiva anche il secondo classificato, visto che Bazzana manteneva il suo distacco dal primo a circa 4 minuti e ne vantava altrettanti sul terzo, “Paolino” Colombo che precedeva uno Stefano Butti leggermente in crisi dopo la discesa dal Palanzone. Si giungeva quindi a Valmadrera senza troppi colpi di scena con l'arrivo solitario di Golinelli che lasciava Bazzana a oltre 7 minuti. Cambiava soltanto il terzo gradino del podio con Stefano che sorpassava Colombo sulla discesa finale e concludeva la sua gara in 3 ore e 28 minuti. Anche in campo femminile la gara non ha avuto storia, vista la presenza della pluricampionessa Emanuela Brizio della Valetudo Skyrunning Rosa che nella Como-Valmadrera ha già ottenuto 3 vittorie. Senza forzare troppo la Brizio giungeva al 17° posto assoluto con il tempo di 3 ore 57 minuti e 54 secondi. Alle sue spallle rinveniva nel finale la bergamasca Cinzia Bertasa dell'IZ Skyracing, che riusciva a sopravanzare Patrizia Pensa della Polisportiva Besanese. Ottima anche quest'anno la partecipazione degli atleti osini, al via da Como in 35 ottenendo anche buoni risultati. Oltre al 3° e 4° posto di Stefano e Paolino, troviamo Umberto Casiraghi al 7° e Dario Rigonelli al 10° posto, seguiti da Cristian Corti (11°), Giuseppe Castelnovo (14°), Damiano Valsecchi (16°), Marco Mainetti (18°) e Luca Chissotti (19°). Ottimo anche il risultato di Maria Poletti, sesta classificata tra le donne. Grazie a questi risultati l'OSA è riuscita anche a vincere la Classifica per Associazioni, precedendo le due compagini bergamasche di Valetudo Skyrunning Italia e GS Altitude.

Campionato Sociale di Corsa Gianluigi Rusconi n un calendario affollato di gare come quello della corsa in montagna, l’unico “buco” dove piazzare il Campionato Sociale dell’OSA è stato trovato nel pomeriggio di domenica 11 novembre. Purtroppo la giornata è stata tipicamente autunnale: pioggia battente per tutta la mattina e nuvole basse che non lasciavano speranze di miglioramento. Nonostante ciò si sono presentati al via una cinquantina di concorrenti, tra cui una decina di giovanissimi, per l’ormai tradizionale sfida di fine stagione. Il tracciato previsto per la gara è stato leggermente modificato a causa delle condizioni meteo: si è gareggiato infatti su 2 giri di un percorso ridotto salendo da San Tomaso al fontanino delTof per il sentiero che solitamente si percorreva in discesa. La prova è risultata comunque abbastanza lunga ed impegnativa per tutti gli atleti ma anche spettacolare per i pochi temerari saliti a San Tomaso ad incoraggiare i corridori. Vittoria scontata per Stefano Butti che ha subito fatto il vuoto nei confronti dei più immediati inseguitori, lasciando il secondo posto a Dario Rigonelli ed il terzo a Pietro Riva. Al quarto posto giungeva Giuseppe Castelnovo, primo classificato nella categoria degli Over 50. Tra le concorrenti femminili primo posto anche quest’anno per Augusta Redaelli, davanti a Nadia Bolis e a Laura Valsecchi. Le categorie Juniores e Ragazzi hanno gareggiato su un solo giro ma la

I

gara è stata comunque molto combattuta.Tra gli juniores vittoria a pari merito, dopo uno sprint da fotofinish, per Marco Rusconi ed Alberto Tegiacchi con Matteo Riva sul terzo gradino del podio, mentre tra i ragazzi primo posto di Luca Rusconi davanti ai fratelli Nicolò e Mattia Dell’Oro. Le premiazioni ufficiali, con la medaglia d’oro in memoria di Antonio Rusconi al Campione Sociale 2012 e altri premi ai migliori di categoria e a sorteggio tra tutti i partecipanti, si sono svolte nel salone del ristoro davanti ad un bel tè caldo con biscotti e torte per tutti. Categoria SENIORES 1. BUTTI STEFANO 2. RIGONELLI DARIO 3. RIVA PIETRO 4. MAINETTI MARCO 5. RUSCONI ANDREA

28.45 30.00 30.52 31.39 32.19

Categoria OVER 50 1. CASTELNOVO GIUSEPPE 2. BUTTI RENATO 3. GREPPI GIULIANO 3. MAINETTI PIO 5. BOSCHI GIUSEPPE

31.02 35.44 41.38 41.38 55.13

Categoria FEMMINILE 1. REDAELLI AUGUSTA 2. BOLIS NADIA 3. VALSECCHI LAURA

39.30 40.03 42.07

Categoria JUNIORES 1. RUSCONI MARCO 1. TEGIACCHI ALBERTO 3. RIVA MATTEO 4. TEGIACCHI SIMONE

17.08 17.08 18.01 20.26

Categoria RAGAZZI 1. RUSCONI LUCA 2. DELL’ORO NICOLO’ 3. DELL’ORO MATTIA 4. MAGNI MICHELE 5. DELL’ORO FILIPPO

20.05 20.52 23.02 25.26 28.38

CROCIATINO 2012 · 15


CORSA IN MONTAGNA

Skyrunning e psicopatologia Davide Vassena

vero che correre in montagna fa bene alla salute, ma talvolta l'attività ripetuta e prolungata può arrecare all'atleta disturbi di diversa natura o portarlo a sviluppare una personalità pericolosamente orientata alla psicopatologia. Di seguito ne illustro le tipologie più eclatanti.

È

Disturbi d’ansia Attacco di panico • Di solito capita a chi corre senza orologio e senza aver previamente visionato il percorso, credendo di essere quasi alla fine e imbattendosi nel cartello con scritto -10 km all'arrivo. • La frequenza dei battiti cardiaci aumenta e la respirazione diventa paurosamente difficoltosa; l'atleta è pervaso da un sentimento di tragedia imminente e si convince di non potercela fare, mentre maledice il giorno in cui ha versato la quota d'iscrizione. • Allucinato, può anche arrivare ad immaginare di essere trasportato a valle in barella sotto una coperta termica, mentre gli sorridono rassicuranti gli amici del soccorso alpino.

Fobia specifica • L'oggetto della fobia può essere rappresentato da una discesa, da catene o da tratti di roccia. • Nel periodo di 1 min il soggetto fobico perde almeno 18 posizioni, mentre predica un po' di coscienza ai giovinetti che lo scavalcano a salti o elargisce raccomandazioni varie col piglio di chi ha esperienza, per esempio: “va a piano che l'è ancora lunga...” oppure: “ocio che si scivola” etc... • L'atleta, perché sia diagnosticata una fobia, non deve essere soggetto a disturbi organici o menomazioni fisiche.

Disturbo post-traumatico da stress • Il trauma può essere causato da gare senza ristori o da crisi di disidratazione per l'ennesimo ristoro snobbato, ma anche dall'acqua delle docce che diven16 · CROCIATINO 2012

ta improvvisamente fredda o è fredda dall'inizio, dopo una gara sotto la pioggia. • L'atleta rivive le medesime sensazioni provocate dall'evento traumatico, quindi possono passare settimane prima che riprenda a lavarsi regolarmente.

Disturbi somatoformi Lo skyrunner ipocondriaco • Non sta mai troppo bene, non è mai in giornata, non è mai in forma. Non lo dice per qualche tattica collaudata o per finta modestia: ne è proprio convinto. • Rischio di contagio.

Lo skyrunner bipolare

• Crede fermamente di avere una gamba più corta dell'altra o un piede piatto o menate del genere, alle quali attribuisce i suoi insuccessi non solo nelle gare, ma anche nella vita in genere, con le ragazze per esempio. • È ossessionato da termini come cartilagine, menisco o legamenti, che ricorrono con un'esagerata frequenza anche nei suoi discorsi quotidiani.

• Alterna inspiegabili periodi di forma ad altri in cui si trascina. È l'uomo degli exploit, ma anche delle crisi improvvise ed inesorabili, che possono spingerlo in quello che viene comunemente chiamato “stato pietoso”; nel 70% dei casi nel corso di questa fase così cupa può essere che il soggetto si dedichi all'escursionismo o ancora rimpianga le gare di marcia. • Indicazioni terapeutiche: vista l'estrema impressionabilità dei soggetti in questione, può essere di giovamento, soprattutto nei periodi neri, la visione ripetuta di qualche servizio del Tg3 o di TeleUnica su qualche skyrace, magari recuperato per l'occasione dai famigliari.

Disturbi dell’umore

Disturbi di personalità

Lo skyrunner depresso

Lo skyrunner narcisista

• Se lo sorpassi è perduto. • Dopo ogni gara andata male, preso da sensi di colpa, si auto-punisce con allenamenti disumani che lo portano inevitabilmente fuori forma per la gara successiva entrando in un circolo vizioso che non lascia scampo. • Sente di essere impotente, di non riuscire a dominare gli eventi, cosa che lo porta a consultare prima di ogni gara l'andamento del bio-ritmo o dell'oroscopo nei casi più compromessi. • Periodicamente tenta di farla finita, magari stracciando la tessera FISKY o semplicemente uscendo dal giro; può arrivare anche a rimpiangere il tempo delle gare di marcia. Nei casi suddetti risulta essenziale il supporto della rete sociale, che può sostenerlo e aiutarlo a rientrare.

• Quando si allena non chiama mai nessuno per evitare che gli altri diventino forti come lui. • In gara è capace di superarti anche sul sentiero più stretto, ti si piazza davanti e magari rallenta anche. Nel caso voleste ripassarlo fate attenzione, che potrebbe fare di tutto per impedirvelo. • Quasi sempre economicamente benestante, nel tentativo di emularlo veste come Burgada, illudendosi di poter un giorno soffiargli il posto al Giir di Mont o a Zegama. • Poco propenso a farsi guardare negli occhi, indossa fissi occhiali da sole scuri per nascondere la sua interiore fragilità. • Esibisce in pubblico un atteggiamento snob, irrispettoso, non saluta nessuno all'infuori della cerchia dei suoi eletti, si

Lo skyrunner con disturbo di dismorfismo corporeo


lamenta spesso con gli organizzatori del percorso infangato, sul quale ha corso offendendo i volontari coprendoli di insulti. • Non mangia panini con la coppa o col salame. • Indicazioni terapeutiche: bisogna volergli bene.

Lo skyrunner ossessivo compulsivo • Deve sempre ‘scaricare’ prima della partenza. • Sempre prima della partenza, verso le 4.00, un tempo era solito consumare 500 g di pasta bianca; oggi guadagna tempo e sonno tramite integratori e bombe varie, con la competenza di un biologo nutrizionista. Spesso accusa dolori al fegato. • In gara deve continuamente calcolare la velocità media di corsa per poter tagliare il traguardo nel tempo esatto che si è prefissato, un'operazione cognitiva che comporta tra l'altro l'aggiustamento della frequenza del passo e/o della lunghezza della falcata. Per questo non deve essere incitato o aiutato: si distrarrebbe rovinosamente. Lo si riconosce per la fronte corrugata e il grugno da incazzato cronico, segni del notevole sforzo cerebrale. • Consulta frequentemente le classifiche di ogni competizione e il calendario personale, sul quale annota tutto dei suoi allenamenti: cronometraggio, percorso, altimetria, compagni e quant'altro. • La stragrande maggioranza di questi soggetti, nel periodo dell'infanzia, ha frequentato l'ambiente delle gare di marcia; tra loro, qualcuno può anche aver vinto i campionati italiani. Non è difficile che abbia poi studiato ingegneria al Politecnico.

Tipi non patologici, ma comunque degni di attenzione Lo skyrunner sociale • Vive per i ristori, dove può perdere anche più di 2 minuti a chiacchierare con i volontari, specie con i compaesani che gli offrono da bere; può consumare alcolici durante la competizione o in rari casi assumere Aulin in sovradosaggio appena prima di correre. • Si allena soltanto in compagnia e piuttosto che andare da solo non va; tuttavia, per compensare, può recarsi al lavoro a piedi o in bici, se la distanza e il meteo lo permettono; spesso fa servizi in casa che comportano un po' di fati-

ca, come andare a prendere il vino giù in cantina e salendo le scale 3 gradini su e 2 indietro, convincendosi che sia allenamento anche quello. • Si dedica spesso anche a servizi per la comunità, va a montare e smontare i campeggi o a pulire i torrenti; non è raro sorprenderlo in processione mentre suda portando il crocione, S. Rocco o il quadro della Madonna di S.Martino. In quasi tutte le occasioni, anche nelle ultime citate, indossa almeno un capo d'abbigliamento recuperato in un pacco-gara.

prio sul finale. • Spesso corre per aggiudicarsi il premio dell'atleta più giovane o eventuali traguardi volanti, spesso situati a inizio gara. Invito quindi chiunque si identifichi in questi tipi patologici o ravvisi i primi disturbi a parlarne al più presto con qualche amico, oppure a rivolgersi in sede per una consultazione più approfondita.

Lo skyrunner occasionale • Non pratica regolarmente lo skyrunning. • Lo si nota perché quasi sempre corre con i pantaloncini che usa in settimana negli allenamenti di calcio o basket, indossa scarpe da trail-running fiammanti, comprate appunto per l'occasione. • Di solito è uno del posto che conosce a memoria ogni centimetro del percorso di gara. • È anche capace di fartela, magari pro-

DONNE di CORSA Diciamoci la verità siamo troppo forti. Solo una donna riesce a fare quello che per gli altri esseri umani può sembrare impossibile. Non è facile saper incastrare ogni tassello del mosaico tutti i giorni, far coincidere orari, impegni, lavoro, famiglia, genitori, momenti di relax, lavori domestici … Bisogna saper anche mantenere gli equilibri, i rapporti con gli altri, non trascurare nessuno, fare sentire i componenti della tua famiglia egualmente importanti per non creare gelosie. Cosa ti può far sentire bene? Cosa ti può rilassare? Cosa rende il tuo fisico così tonico e piacevole? Cosa rende la tua mente libera ? Cosa ti rende felice? Cosa ti fa sentire un guerriero pronto ad affrontare le difficoltà della vita? La risposta è la Corsa !!! Quando corri, quando partecipi alle gare, ti senti bene, stanca ma consapevole che sei mentalmente forte, capace di affrontare il dolore, le difficoltà, sempre sorridente perché dentro sei così serena, rilassata. Grazie alla corsa si vive meglio e più a lungo, avere un fisico in forma ed efficiente significa avere maggiori possibilità di vivere a lungo. Correre riduce l'ansia, merito del movimento e dello stare all'aria aperta. E poi ancora migliora e fortifica il proprio carattere, l'allenamento sviluppa la tenacia, la forza di volontà, la capacità di superare momenti difficili. Oggi giorno è sempre più difficile sapersi ritagliare i momenti di spensieratezza e noi donne che corriamo siamo fortunate, sappiamo come fare!!!!! Appena possiamo nulla ci ferma !!!Via la corsa ci aspetta!!!!! Ciao!! Nadia Bolis

CROCIATINO 2012 · 17


MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ

2° Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti Beppe Anghileri

a seconda edizione del Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti, valevole quest'anno quale 5a prova di Campionato Lombardo a coppie, si è svolta domenica 27 maggio, in una bella giornata di sole. In realtà la gara per noi comincia molto prima: praticamente si parte già all'inizio dell'anno, con la definizione del calendario nazionale e regionale della FIE. Dopo qualche riunione tra atleti ed organizzatori per definire a grandi linee il percorso ed i vari incarichi, la macchina organizzativa si mette in moto. Il lavoro di segreteria prevede la stampa e l'invio delle varie richieste di permessi e di contributi agli enti, alle autorità e alle ditte che ci supportano con la loro generosità e ci consentono ogni anno di approntare un ricco montepremi per gli atleti partecipanti. Si passa poi alla stampa degli inviti ed

L

Categoria Juniores (3 coppie partecipanti 1° AS Cailinese Francesco Bossini - Alberto Pedretti Angelo Rusconi – Giulio Rusconi 2° OSA Valmadrera 3° OSA Valmadrera Marco Rusconi – Alberto Tegiacchi Categoria Cadetti/Allievi (2 coppie partecipanti) 1° OSA Valmadrera Luca Rusconi – Simone Tegiacchi 2° OSA Valmadrera Andrea Rota – Cristian Rusconi Categoria Femminile (7 coppie partecipanti) 1° GSA Rezzato Cristina Conforti – Grazia Mangili 2° UEP Nese Anna Ferraris – Patrizia Ravasio 3° GS Marinelli Cristina Diaconu – Giusi Pezzotta Categoria Open (27 coppie partecipanti) 1° AS Cailinese Giovanni Pedretti – Giuseppe Sina 2° SPAC Paitone Massimo Bonzanini – Renato Ragnoli 3° Gam Ana Gardone Marco Moniga – Antonio Righetti Categoria Master (12 coppie partecipanti) 1° GSA S.Giovanni Antonello Palini – Marco Schivardi 2° Gam Vallio Terme Luigi Bussi – Nazzareno Polini 3° AS Cailinese Daniele Assoni – Damiano Bolpagni Classifica per Associazioni 1° AS Cailinese 2° OSA Valmadrera 3° GS Marinelli

La signora Ratti premia i vincitori del Trofeo

18 · CROCIATINO 2012


I migliori risultati ottenuti nel 2012 Campionato Italiano individuale: Seniores Seniores

3° Rusconi Angelo 3° Villa Pietro

Campionato Italiano a coppie: Juniores

1° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio

Campionato Lombardo a coppie: Juniores 1° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio Femminile 3° Gritti Nives- Bonfanti Margherita

Botticino Mattina Femminile 5° Gritti Nives.

Galbiate Juniores

2° Rusconi Giulio.

Sarezzo Femminile 4° Gritti Nives Femminile 5° Bonfanti Margherita

alla preparazione dell'opuscolo di presentazione. Nel frattempo il gruppo dei marciatori procede con la ricerca dei percorsi di gara. Con il nuovo regolamento FIE infatti per organizzare una gara a coppie bisogna approntare ben 3 percorsi, con lunghezze e dislivelli diversi: uno per la categoria Master, un altro per le categorie Open, Juniores e Femminile ed infine un terzo per le categorie Cadetti ed Allievi. Si comincia quindi segnalando e pulendo i sentieri prescelti, per poi partire, non appena la bella stagione lo permette, con le misurazioni dei vari settori, utilizzando le apposite “ruote”. Oltre alla scelta e alla misurazione dei tracciati, i marciatori osini “provano” poi il percorso marciandolo con “medie” diverse, cercando quelle più appropriate ad ogni settore: sono infatti le medie assegnate, più ancora del percorso, a rendere una gara impegnativa, equilibrata e combattuta. Quest' anno i percorsi si snodavano principalmente sui sentieri alle pendici del Moregallo, con la prima salita che, passando dalla Chiesetta di Preguda, portava i concorrenti fino in località Zucon. Si scendeva quindi, sul sentiero “Paolo ed Eliana”, prima alla Forcellina e poi in località “Boa”, dove partiva la seconda salita, meno impegnativa della precedente ma tecnicamente più difficile da controllare, che risaliva al Fontanino di Sambrosera. Qui cominciava il settore forse più tecnico dell'intero tracciato che condu-

ceva gli atleti prima a San Tomaso e poi nei pressi del Santuario di San Martino. Infine l'ultimo settore, attraversando il paese, riportava tutti al punto di partenza presso il Centro Giovanile. Dal punto di vista organizzativo tutto è andato per il meglio, grazie all'impegno dei numerosissimi soci presenti sul percorso, ai controlli e nei vari punti di rifornimento, e degna conclusione è stata la premiazione dei vincitori seguita dal classico rinfresco offerto a tutti i presenti presso il salone del Centro Fatebenefratelli. L'unica nota dolente quest'anno è stata senza dubbio la scarsa partecipazione degli atleti: si sa, la nostra è una delle gare più impegnative del calendario, gareggiare a Valmadrera non è mai una passeggiata. Proprio per questo vincere la nostra gara non è da tutti e il prestigio che ha raggiunto dopo oltre 50 edizioni forse è dovuto anche alla severità del percorso. Quindi fa ancora più male, soprattutto nei confronti di tutti quanti si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, vedere che la nostra gara, inserita nel calendario regionale della FIE, viene “snobbata” a vantaggio di una gara promozionale che, guarda caso, negli ultimi anni è sempre organizzata in concomitanza con la nostra. Ormai l'unica possibilità per incentivare la partecipazione al Trofeo Emilio e Giancarlo Ratti è quella di richiedere l'organizzazione di una prova valevole per il Campionato Italiano.

Mazzano Juniores Amatori

1° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio 2° Anghileri Carlo, Locatelli Francesco

Comenduno Femminile 5° Bonfanti Margherita

Cailina Juniores

3° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio

Nese Juniores 1° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio Cadetti 3° Rusconi Daniele, Rusconi Luca Femminile 4° Gritti Nives, Bonfanti Margherita

Brozzo Juniores

1° Rusconi Angelo.

Gardone Juniores 1° Rusconi Angelo, Rusconi Giulio Femminile 4° Gritti Nives, Bonfanti Margherita

Villardora Seniores 1° Anghileri Giuseppeì Femminile 3° Gritti Nives

Vallio Terme Juniores Juniores

1° Rusconi Giulio 4° Rusconi Angelo

Trofeo Emilio, Giancarlo Ratti Cadetti Cadetti Juniores Juniores

1° 2° 2° 3°

Tegiacchi Simone, Rusconi Luca Rota Andrea, Rusconi Cristian Rusconi Angelo, Rusconi Giulio Rusconi Marco, Tegiacchi Alberto

Paitone Femminile 4° Gritti Nives

S. Giovanni Polaveno Femminile 2° Gritti Nives, Bonfanti Margherita

Odolo Femminile 5° Bonfanti Margherita

Rezzato Juniores Seniores

1° Angelo Rusconi 4° Villa Pietro

Concesio Femminile 1° Gritti Nives, Bonfanti Margherita Amatori 4° Anghileri Carlo, Locatelli Francesco

CROCIATINO 2012 · 19


MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ

Sociale di marcia 2012 Domenico Rusconi omenica 28 Ottobre con un tempo a dir poco allucinante si è svolto il campionato sociale di marcia alpina di regolarità. Con una ottantina di concorrenti ci siamo ritrovati presso i campi sportivi del Centro Rio Torto, da dove alle 08.30 ha avuto inizio la gara. Il tempo davvero surreale ha messo a dura prova i concorrenti e tutte le persone dislocate sul percorso e nei vari controlli; pioggia fitta, folate di vento gelido ed infine una bufera di neve ha accompagnato lo svolgimento della manifestazione fino all'arrivo a San Tomaso. Il tracciato della gara pensato e realizzato da Carlo, Edo, Domenico, con la supervisione tecnica di Rodolfo, era, secondo il mio punto di vista, di media difficoltà, con i primi 3 settori abbastanza tranquilli e i restanti un po' più impegnativi; ma il cattivo tempo, nonostante la messa in sicurezza dei punti più critici, ha trasformato il 5° e ultimo settore in un vero calvario per i concorrenti, a causa del fango che ha reso scivoloso il tragitto. Nonostante ciò, tra qualche giusta osservazione e qualche rimbrotto, la gara ha avuto il suo epilogo in quel di San Tomaso dove ha trionfato Giambattista Dell'Oro con 95 penalità, precedendo Franco Corti e Giorgio Valsecchi rispettivamente con 143 e 176 penalità.

D

Le prime tre classificate della categoria femminile

20 · CROCIATINO 2012

In campo femminile ha avuto la meglio Anna Rusconi con 202 penalità su Maria Poletti (258 pen.) e la nostra presidente Laura Valsecchi (320 pen). Come dicevo in precedenza, la gara ha avuto inizio dal centro sportivo del Rio Torto (un ringraziamento doveroso a Vittorio che ci ha reso meno problematica la logistica alla partenGiambattista Dell’Oro durante la premiazione za) e dopo un giro Sass”,e poco prima di arrivarci svoltiamo “panoramico” (cosi doveva essere) all' a destra su un vecchio sentiero per raginterno del centro sportivo ci si è diretgiungere il “funtanin de l' Umbrelee”, ti verso Piazza Rossè, quindi a Scimiron quindi “La Costa”; si risale fino a prene poi seguendo il sentiero che sale da dere la mulattiera per S.Tomaso su un Mürabela si è arrivati alla frazione Belsentiero reso parecchio scivoloso dalla vedere dove era dislocato il 1°controllo. neve che scende copiosa. Adesso si va Da qui, seguendo la strada che porta a al traguardo in molti avranno pensato....e San Tomaso fino ai Buasel ci si è diretinvece No!!!Giunti poco dopo il bivio per ti alla Crusèta solcando in parte il vecil Bevesco si gira a destra, su una tracchio sentiero dei “matt” dove è termicia che porta ai “Piani”e quindi si scennato il 2°settore. Poi giù in discesa verde in mezzo a una bufera di neve verso so la frazione Ceppo, e proseguendo, in l'arrivo, posto presso la chiesetta di S.Todirezione della frazione Trebbia dove termaso. Giambattista anche in questo mina il 3°settore. Ora la caso la fa da padrone, aggiudicandosi gara si fa più impegnativa, con il minor numero di penalità (9) la mesi sale per il Lucio Vassena, daglia d'oro sul settore. sentiero che, anche a meLa gara è finita e come di consueto ci die basse, è sempre molsono alcuni musi lunghi,vuoi il tempacto faticoso; all'altezza del cio,vuoi che la gara non è andata semasso erratico del “Saš condo le aspettative, vuoi che l'ultimo Negher”, deviamo a destra settore non era proprio marciabile spee incrociando il sentiero cialmente per chi è partito nelle retrovie; cha sale dal Santuario di tuttavia ogni anno ci mettiamo tanto enS.Martino si arriva al bivio tusiasmo per fare del nostro meglio, si per il Dario&Willy dove è cerca di approntare un percorso tenendo posto il 4°controllo. Inizia il conto delle diverse caratteristiche atle5° e ultimo settore a nostro tiche … a volte si toppa!!!!! giudizio il più tecnico della Nel primo pomeriggio si sono effettuagara dove, grazie a un grupte le premiazioni del campione sociale po di amici, è messa in pae dei vari campioni di categoria (classilio la medaglia d'oro in rifiche che leggete a parte). Ringraziamo cordo di Riccardo Crimella, come sempre la ditta “Carpenteria F.lli socio, amico e organizzaRusconi”, nella persona di Battista Rutore del Sociale per diversconi che ogni anno offre al primo classi anni. Si prosegue in legsificato un trofeo dedicato all'amico gera salita verso il “Taja


Mario Cogliati giunto ormai alla sua nona edizione. A fianco della gara sociale si è effettuata anche una gara promozionale di 6 Km, volta a promuovere questa attività ai ragazzi sotto i 12 anni e a tutti coloro, anche adulti, che con i loro figli o nipoti hanno voluto cimentarsi in una disciplina che ha reso l'O.S.A. una delle società più vincenti dell'intero panorama nazionale. Questa disciplina è stata lo zoccolo duro della nostra società in questi anni, è stata l'amalgama che ha cementato il gruppo, ora è un po' in difficoltà, ma sarebbe un grosso sbaglio non alimentarla o addirittura perderla. Approfitto di questa occasione per ringraziare veramente di cuore tutti i soci e simpatizzanti che ad ogni iniziativa non ci fanno mai mancare il loro incondizionato appoggio, proseguendo sulla strada tracciata da chi ha fondato la Società, basata sul valore dell'altruismo e del volontariato. Ed infine un grazie particolare alle ragazze e alle signore del Gruppo Femminile che sono una costante e costruttiva presenza, di impegno e di disponibilità in tutte le manifestazioni che svolgiamo durante l'anno, perchè la qualità di un evento si vede sia dal supporto tecnico che da una logistica adeguata. Classifica ASSOLUTA 1. DELL’ORO GIAMBATTISTA Pen. 95

Campione Sociale 2012 2. CORTI FRANCO 3. VALSECCHI GIORGIO

Pen. 143 Pen. 176

Categoria FEMMINILE 1. RUSCONI ANNA 2. POLETTI MARIA 3. VALSECCHI LAURA

Pen. 202 Pen. 258 Pen. 320

Categoria JUNIORES 1. TEGIACCHI ALBERTO 2. RUSCONI MARCO 3. RUSCONI ANGELO

Pen. 232 Pen. 262 Pen. 326

Cartellinati 1. CORTI FRANCO 2. PILONI GIUSEPPE 3. VILLA PIETRO

Pen. 143 Pen. 207 Pen. 259

Una strana annata Angelo e Giulio Rusconi i può dire che la nostra annata si sia conclusa con un mezzo sorriso? L’ultima gara che abbiamo fatto quest’anno a Rezzato, come ultima prova individuale del campionato italiano, ha avuto un esito quantomeno curioso, in senso positivo e negativo, secondo i punti di vista. Alla partenza uno dei due ha un buon margine di vantaggio su tutti gli altri avversari di categoria, frutto della gran prova di Vallio Terme. C’è poca considerazione dell’ aver saltato la prima prova in Piemonte poiché un discreto piazzamento qui a Rezzato vorrebbe dire sicuro podio nazionale. Quando all’arrivo ci ritroviamo, siamo un po’ preoccupati delle nostre rispettive prestazioni; infatti quando escono i risultati comprendiamo che si è incappati in una giornata no. Mentre il maggiore è un po’ sconsolato, il “più piccolo” va a vincere la gara quasi inaspettatamente. Così ci rendiamo conto che nonostante le due gare vinte su tre prove - una a testa - c’è un tantino di rammarico. Un po’ di sfortuna sì, ma si guarda in positivo. Ad inizio stagione ci eravamo imposti nel campionato nazionale a coppie dopo tre gare a dir poco emozionanti. La prima prova a Cailina era stata una mezza delusione poiché avevamo ac-

S

cumulato molte penalità, sebbene i primi due settori fossero stati tecnicamente perfetti. Così dalla seconda prova ci troviamo ad inseguire. Nonostante l’assenza del maggiore, il più piccolo, in coppia con il sostituto Alberto, riesce a vincere sotto il diluvio di Nese in una gara difficile per il percorso bagnato. La terza prova è stata, secondo il parere di entrambi, la nostra migliore prestazione a coppie di sempre: la gara di Gardone è stata dura per tutti, anche per i più esperti marciatori, con un settore centrale memorabile perché ripidissimo, scivoloso e attrezzato interamente con corde di sostegno. Più che una camminata quel settore è stata un’arrampicata e una lotta contro il tempo perché sapevamo di essere sempre in ritardo. La più bella soddisfazione di giornata, oltre alla seconda vittoria del campionato a coppie è stata proprio aver vinto su un terreno tanto difficile. Questa gara ci ha fatto ricordare la nostra prima vittoria a coppie ai campionati per associazioni nel 2009 in Veneto, una gran bella gara nel paesaggio dolomitico, ed allora sì che un mezzo sorriso ci scappa. Un ringraziamento dovuto alla società per l’opportunità offertaci ogni anno di partecipare a questa disciplina così tecnica e particolare e un saluto a tutti.

Non cartellinati 1. DELL'ORO GIANBATTISTA Pen. 95 2. VALSECCHI GIORGIO Pen. 176 3. STEFANONI MARIO Pen. 186 Gara Promozionale 1. RUSCONI CRISTIAN

RIGAMONTI ERIKA

Pen. 461

2. VALSECCHI ANDREA

RUSCONI LUCA

Pen. 462

3. DELL’ORO NICOLO’

RIVA SIMONE

Pen. 481 Angelo e Giulio durante il Trofeo Ratti

CROCIATINO 2012 · 21


CORSO DI ESCURSIONISMO

44a edizione Luigia Sala nche quest’anno il Corso di Escursionismo si è concluso. Il verde dei prati, l’esplosione di colore dei fiori, i boschi che si tingono con le tenui tonalità primaverili, la roccia grigia delle montagne che si stagliano verso il cielo, i limpidi ruscelli, i laghi e i mari azzurri , i piccoli borghi antichi, le chiesette e i castelli, …e poi, falchi e falconieri, fossili e conchiglie, e molta, ma molta pioggia, sono stati gli ingredienti che hanno caratterizzato le nostre uscite. Con dislivelli a volte un po’ impegnativi, a volte meno, su facili sentieri, siamo sempre riusciti a concludere i percorsi programmati. Durante i nostri itinerari abbiamo sempre usufruito dell’ospitalità di rifugi e agriturismi presenti lungo il percorso, per permettere a tutti di mangiare al coperto e al tepore di un camino o di una stufa. È stato entusiasmante vedere tanta partecipazione! Andare in montagna con i ragazzi, camminare con allegria, saperli ascoltare, condividere insieme l’intera giornata è un’esperienza molto bella. È un ulteriore stimolo per l’impegno che tutti gli accompagnatori offrono nel mettersi al servizio di questi giovani escursionisti. Grazie a tutti e arrivederci alla prossima edizione.

A

as 25 marzo: una giornata a San alTom piazzale

o.

siamo trovati Domenica mattina con l’O.S.A. ci formato i vari gruppi. Siamo partiti del cimitero nuovo dove abbiamo ci siamo fermati a un laghetto, per S. Tomaso e lungo il sentiero Dopo tanto camminare siamo arric’erano delle alte e grosse pietre. ci siamo riposati sul prato fino alla vati a destinazione: S. Tomaso. Qui o abbiamo giocato e pranzato. Però celebrazione della S. Messa. Dop acquazzone che ha bloccato tutto improvvisamente è arrivato un forte o setta poi, una volta rientrati ci siam e abbiamo trovato riparo nella chie tutto o Dop ato. gioc ente nuovam recati all’oratorio maschile e abbiamo nostri ha deciso di giocare a paldei po grup un hi, gioc di gio erig il pom la vittoria è stata delle femmine. Per laviva: “maschi contro femmine”, una partita a calcio. Terminata la giorrivincita i maschi hanno proposto sono arrivati i genitori che ci hanno nata col Corso di Escursionismo, portato a casa. Serena Rusconi

22 · CROCIATINO 2012

trovati . Il 15 aprile ci siamo ro ie nt se l be un e: ril ap an 15 iti sui pullm che ci alle ore 7.45. Siamo sal

in Piazza del mercato mo saliti alla Rocca o e, sotto la pioggia, sia hanno portato a Vercurag tiero Combi e Rosen o proseguito sul iam abb i po o, nat mi dell’Inno nati dalla pioggia, finata, sempre accompag mi cam a un po Do y. tar ve ci hanno accolti. ti ad un agriturismo do nalmente siamo arriva un camino acceso, ati e riscaldati grazie ad Qui, dopo esserci asciug giocato tutti inmo panini e poi abbia i str no i o iat ng ma abbiamo raggiungere la località già ora di ripartire per era o pp rtro Pu . me sie se pioveva ci siamo avano i pullman. Anche Bonacina dove ci aspett li con tutti. pagnatori sempre genti divertiti con gli accom Stefano Longhi

22 aprile: sentiero del Viandante.

22 aprile 2012, noi de Domenica ll’O.S.A. siamo partiti per andare con il pullman fino a Lierna. Ad un certo punto scesi dai pullman, i nostri accompagnatori ci han no diviso per squadre: squadra 1, squadra 2, squadra 3, squadra 4, e infine squadra 5. Do podiché ci siamo avviati per Ortanella. La cam minata è stata spettacol are, molta salita e qualche discesa E TA NTA TANTA ACQUA. Ad un tratto a metà percorso ho notato un a croce di ferro con un a candela accesa, un simpaticissimo accom pagnatore vedendo che mi stavo avvicinando alla croce mi ha fermato e mi ha spieg ato che in quel momento fungeva an che da parafulmine, e che era meglio allontanarsi. Verso le 11 finalmente ha smesso di piovere e velocemente è comparso il sereno, ma la cosa più bella è che sotto di noi c’erano le nuvole da pioggia e il paesaggio sem brava incantato. Mentre camminavamo Tino, il nostro capo-fila, ci ha avvertito che stavamo arrivando alla chiesetta di Ortanella dove poco dopo ci siamo fermati a fare me renda e ad asciugarci. Ripreso il cammino ad un certo punto me ntre cantavamo l’inno d’Italia, ho notato in lontananza delle spigh e; sono corso a vedere cosa fosse, era proprio lo stesso stagno, pieno di girini, in cui ero caduto da piccolo per recuperare un pal lone. Dopo di che siamo andati a pranzare nell’agriturismo di Or tanella. Appena finito di mangiare, molti hanno giocato a rotola rsi sui prati e 3 ragazz i che compivano gli anni hanno distribuito caramelle e lecca- lec ca a tutti. Siamo di nuovo partiti, per andare a visitare il CASTELLO DI VEZIO, dove ci stavano aspettando de i falconieri. Dopo un’ore tta di discesa e dopo aver attraversato il pae sino di Vezio siamo arr ivati al castello dove sono rimasto conquist ato dalle torri di guardia, dalle mura, dal bellissimo paesaggio e dal GUFO ARTU’ che era gro sso come un cucciolo di cane. Nel gia rdino del castello un falconiere ha fatto volare un bellissimo falco e ha dato diverse notizie rig uardanti la vita del falc o. Infine terminato di ved ere l’esibizione dei falc hi, siamo rientrati nel cas tello, per visitare il Ma stio e dell’altro; abbiamo po tuto ammirare la Y rov esciata dei tre rami del lago di Como, la GRIGN A MERIDIONALE e le mo ntagne della Valtellina. Scesi dalla torre sono andato nelle trincee, do ve si rifugiavano i solda ti nella PRIMA GUER RA MONDIALE e dove era no posizionati dei can noni. Mentre camminav amo per andare verso i pullman, ho continuat o a guardare indietro e in alto, per fissarmi nella memoria l’immagine de l CASTELLO DI VEZIO che mi ha decisamente en tusiasmato. Roberto Casati


ia no a casa della m

28

aprile, so re. Venerdì 27man più semplice, i mattina tutto è do aprile: si va al ma

o. da lei così o di Escursionism lmadrera, dormo giorni con il Cors 2 di a aln git a co a, im amica Nadia a Va pr on mia sveglia su ande giorno… la itate. Quando la ill già domani è il gr i, siamo troppo ag rc la sosta all’autogr ta o, en ios rm no do ’ ad po ad un a , tic go fa o lun è qu iam io Facc . Il viagg non fare ac idiamo al pullman ine tassativo è di rd l’o e ch to vis legria e felicità an gno, spiaggia per man per l’utilizzo del ba . Breve sosta sulla tto la he n rg co Bo a to solo un diversivo o en iam puntam mezzogiorno arriv dda del mare. L’ap sti. Finalmente a ll’acqua ancora fre mminata può co ne ca di ra pie st i no o la iam e gn a, ba ng be rr… Al br alo e e m at giare no st raggiungia gite precedenti so 0. Con il pullman ituati visto che le ab guida è alle 13,3 de il mare o ve m si sia , n do no i en cu up , cosa a il panorama st a m e. , ido rip minciare. Fa caldo è n o ier enti a no scivolar to tempo. Il sent , bisogna stare att lde pu en i o sc m o l’insegna del brut ier gia nt iun se gg a. Più avanti il erenda, poi ra ar m o llin Ga iam cc di le fa a , ola gn sio e l’is asse cioè Alas r la notte. La Gigia alla nostra meta, ve alloggiamo pe do Prima di arrivare troviamo il a” na nz ce ca di va a a as im no alla “c amati, ma pr aff o am Si . lman che ci porta na ce la tutti! si preparano per lata e premi per camere, poi tutti na grande tombo ce po Do ’. Marta Stefanoni po un re tempo per gioca

dopo esserci alzati 29 aprile: il Rio Torsero. La domenica amattina far colazione nella stessa

presto, dopo esserci lavati e sistemati siamo andati burro e marsala dove avevamo cenato la sera prima; una fetta di pane tostato, voleva per ci che ciò proprio era ltro quant’a o ta mellata e una tazza di cioccola a Messa; andati siamo 8,30 le verso Poi nia. compag in giornata iniziare bene una Dato che erail prete ci ha donato un piccolo “ritaglio” di predica, coinvolgendoci. vamo vicino al mare, anche se c’era brutto tempo, ci siamo divertiti sulla spiaggia, cercando di evitare, per non essere bagnati, spumeggianti cavalloni che si infrangevano a riva. Gocciolava un poco, ma chi si preoccupava! Eravamo tutti in allegra compagnia, perché è questo che conta! Poi siamo dovuti ritornare a Peagna, presso la casa vacanza, per caricare il nostro bagaglio sui pullman, per poi scendere a piedi verso la Riserva naturale del Rio Torsero dove, nel letto del fiume in secca, abbiamo trovato vari fossili risalenti a milioni di anni fa. Dopo aver risalito la ripida strada che conduceva al Museo Paleontologico, entrati nell’edificio abbiamo provato a fare un piccolo calco lie che hanno di una conchiglia fossile, poi abbiamo osservato tante altre conchig è stato didattico o percors Questo . Torsero Rio trovato gli studiosi nel letto del il visitava gruppo un all’altro; opposto l’uno gruppi, 2 in divisi , fatto di mattina nella nuovo di andati museo e l’altro cercava i fossili. Verso mezzogiorno siamo pomerigcasa vacanza a mangiare tra “pioggia fuori e felicità dentro “. Di primo o imabbiam lì go; Finalbor a portato hanno ci che gio siamo saliti sui pullman fronte di arrivare poi per sentiero un a eva conduc ci che via una boccato a piedi Dopo ad un bellissimo castello, però chiuso con un cancello per ristrutturazione. per visitato o abbiam lo e go Finalbor la visita esterna, siamo tornati nel centro di bisoe 16,00 le erano Ormai bella! molto chiesa, filo e per segno, persino la Tristemente gnava tornare a casa visto che occorreva qualche ora per il ritorno. giorni. 2 abbiamo lasciato il mare, ma con un bel ricordo di questi Sara Bertelli

6 maggio: Alpe del Vicerè, Capanna Mara. Il giorno 6 maggio 2012 con l’O.S.A. Sul pullman siamo saliti per andare all’Alpe del Vicerè, eravamo pochi, un solo pullman perché pioveva. Scesi dal pullman, Gigia ha distribuito le caramelle e poi ci siamo incamminati. Noi della prima squadra eravamo davanti, primi. Ci siamo fermati a mangiare alla Capanna Mara e dopo abbiamo giocato a battaglia navale, poi al telefono senza fili in dialetto. Siamo partiti per il ritorno e quando siamo arrivati all’Alpe del Vicerè ci siamo fermati sotto una grande tettoia a giocare al musichiere e a bandiera, maschi contro femmine e accompagnatori contro genitori. Alle ore 17,00 siamo ritornati con un’ora di anticipo alla Piazza del mercato per la pioggia. È stata una bella gita, ma mi sono piaciuti anche i 2 giorni in Liguria.

izzolo. 13 maggio: gita al Cotitirncon il tempo

siamo par Domenica 13 maggio, menpiazzale della scuola ele dal incerto alle ore 8,15 e abaso Tom n Sa a mo saliti tare di via Leopardi. Sia stri no I sosta per riposarci. biamo fatto una breve di o ttin che no distribuito un pac e accompagnatori ci han un alc n co no 3 ore di cammi caramelle. Dopo circa al nti giu te en alm fin iare siamo soste per bere e mang biamo lla S.E.C. Al rifugio ab de gio rifu l ne Cornizzolo , lì abale giocato a battaglia nav pranzato con i panini e terna pe ap o atleti che avevan biamo incontrato degli mo pri l Ne a. gn nta corsa in mo minato una gara di ra; dudre ma Val so ver i nat ammi pomeriggio ci siamo inc più volte a compagna è caduta mi a un rso rco pe il rante ti in un ma fer mo male. Poi, ci sia per fortuna senza farsi ra, madie ban a e car renda e a gio grande prato a fare me to cam. Finalmente dopo tan schi contro femmine gio del eg mo arrivati al parch mino,verso le 18,15 sia i genistr no i i arc rano ad aspett cimitero nuovo dove c’e piace dis mi e, on rsi ltima escu tori. Questa è stata l’u che ci sia entura sia già finita e tanto che questa avv stato così poco sole. Claudia Selva

Marta Crippa CROCIATINO 2012 · 23


CORSO DI ESCURSIONISMO AVANZATO

4° corso di escursionismo avanzato Giorgio Valsecchi

il quarto anno di svolgimento del corso di escursionismo avanzato e, come anche per il corso base, raggiungiamo il massimo numero di iscritti: ben 27 ragazzi. Molti sono nuovi, da Lecco e Galbiate, e speriamo che in un prossimo futuro anche i ragazzi più grandi del corso base si possano unire a noi per formare un gruppo ancora più numeroso. Anche il numero degli accompagnatori è aumentato proporzionalmente a quello dei ragazzi e, come sempre, c’è stato un po’ di turnover. Questo quarto anno, bisestile, non sarà prodigo di soddisfazioni dal punto di vista meteorologico e ci regalerà ben pochi sprazzi di sole. Già dalla giornata di apertura del corso, svolta a San Tomaso, si capisce che quest’anno non saremo fortunati come in quello passato e nelle successive uscite compariranno, sempre più frequenti, ombrelli e mantelle.

È

L’uscita al Moregallo

Verso il Corno Birone sotto una fitta pioggia.

Al bacino del Truzzo finalmente sotto il sole… ma quanto freddo !!

24 · CROCIATINO 2012

Dopo un’estemporanea uscita il 1° di aprile al monte Barro che ci ha regalato una solitaria giornata di sole, il 15 aprile iniziamo la salita verso il Corno Birone sotto una fitta pioggia e, una volta giunti al Ceppo di Forcola, decidiamo di ripiegare verso il ristoro di San Tomaso. La successiva uscita in programma è verso il Sasso Canale ma le recenti nevicate ci consigliano di rimanere più bassi di quota. Decidiamo di salire verso i piani d’Erna ma anche questa volta un temporale ci fa rinunciare alla gita. Non avremo miglior fortuna nemmeno nella ‘due giorni’, in programma il 28 e 29 aprile in Val Biandino. Dopo un sabato che ci ha fatto ben sperare, ci sveglia-


GRUPPO GIOVANILE mo la domenica sotto una fitta pioggerella che si trasforma ben presto in un robusto rovescio, mandando ancora una volta a monte tutti i nostri piani. Solo per l’ultima uscita primaverile, svolta il 13 maggio al Lago delTruzzo, godiamo di una splendida anche se freddissima giornata di sole, sferzata da un gelido vento che ci impedisce di raggiungere il bivacco Carlo Emilio, costringendoci a fermarci alla diga del lago. Nemmeno a settembre il tempo decide di risparmiarci e addirittura la prevista messa al bivacco Anghileri/Rusconi viene annullata dall’OSA per le pessime condizioni. Solo per l’ultima uscita, in concomitanza con la manifestazione ‘Vivi il Moregallo’, godiamo finalmente di una splendida giornata, allietata anche dalla presenza di molti genitori. È stato un anno decisamente sfortunato e speriamo che le prossime stagioni possano regalarci giornate migliori. Abbiamo raccolto finalmente un buon numero di ragazzi che non gravitavano già nei gruppi OSA, confidiamo che il prossimo anno possano essere ancora con noi, nonostante le sfortune di quest’anno. Grazie a tutti gli accompagnatori, in particolare a Carlone che si è trovato a gestire delle situazioni non facili per via dell’inclemenza del tempo. Arrivederci al prossimo anno!

In vetta al Pizzo Tambò

Il Pizzo Tambò e il Breithorn Matteo Dell’Oro Quest'estate il gruppo giovanile ha realizzato due escursioni: - la prima sopra il passo dello Spluga: il Pizzo Tambò - la seconda, invece si è svolta nelle vicinanze del passo del Sempione: la cima in questione è il Breithorn. Al Pizzo Tambò (3279 m) il primo di luglio, la giornata è stata un po' ventosa, ma nonostante ciò il gruppo ha raggiunto la vetta nel tempo stimato. La partenza da Valmadrera era fissata per le sei e abbiamo raggiunto il passo verso le nove. Durante la gita si avvicinavano sempre più nubi cariche di acqua e il vento soffiava forte, ma questo non ci ha tolto il divertimento di una giornata insieme.

Arrivati in vetta abbiamo ammirato il panorama circostante; dopo uno spuntino, però, abbiamo dovuto lasciare la cima perchè il tempo stava peggiorando. Il Breithorn (3.438m) salito dagli osini il 22 luglio, è la gita che ha sostituito la due giorni al Palla Bianca. Qui la salita è stata più faticosa della precedente, e nonostante qualche infortunio e malanno siamo arrivati in vetta sani e salvi. Una volta in cima abbiamo preso un po' di sole, ma non ci siamo fermati molto in quanto ormai erano le 14.00. La discesa sembrava non finisse mai, ma dopo circa 3 ore di cammino siamo arrivati al passo del Sempione. Queste due gite sono state,secondo me, bellissime non solo per i luoghi scelti ma anche perchè sono state un'occasione per trascorrere del tempo insieme.

In vetta al Breithorn

CROCIATINO 2012 · 25


SETTIMANA ESCURSIONISTICA

In Val di Sole per la 24a settimana escursionistica Matteo Dell’Oro a “settimana” quest'anno si è svolta in Trentino, in Val di Sole più precisamente a Vermiglio; la nostra casa era situata un po’ al di fuori del paese, questo ci ha permesso di avere dei prati dove giocare. Sfortunatamente la nostra permanenza non è stata perfetta dal punto di visto meteorologico, ma a noi è bastato qualche amico, un mazzo di carte, qualche gioco in scatola e tanta voglia di divertirsi. La partenza era fissata la mattina di sabato 9 giugno; una volta arrivati e sistemati nelle proprie stanze la vacanza ha

L

Rifugio Bozzi

26 · CROCIATINO 2012

avuto inizio. Abbiamo quindi fatto un giro nei dintorni di Vermiglio e il cielo ha iniziato a coprirsi, ma armati di ombrelli, ombrellini e mantelle abbiamo proseguito la nostra “gita di perlustrazione” fino a un campo da calcio dove abbiamo battuto un gruppo di amici trentini. Domenica “Lago dei caprioli”. Anche qui il cielo non era dei migliori, dopo la passeggiata intorno al lago siamo andati verso la Malga Alta; una volta raggiunta e dopo esserci saziati siamo ripartiti alla volta della nostra meta, ma la forte pioggia non ce l'ha permesso. Siamo quindi tornati alle macchine dove abbiamo pranzato e visitato un vecchio caseificio con i vecchi macchinari, ma la giornata era ancora lunga. Piloni ha proposto di andare a vedere caprioli ma l’azienda agricola che li teneva era chiusa, quindi abbiamo “scavalcato”. Lunedì sempre per via del tempo abbiamo visitato il museo del Parco Nazionale, dopodiché siamo andati a fare una passeggiata nel bosco, abbiamo bevuto l'acqua ferrugginosa e guardato da vicino una segheria. Martedì è stato per molti di noi ragazzi (maschi) uno dei giorni migliori perché abbiamo visitato il museo della prima guerra mondiale. Il pomeriggio lo abbiamo passato in casa a giocare. Mercoledì è stata la volta di una bella


gita, quella al rifugio Bozzi. Arrivati al rifugio faceva freddo per via del vento ma nessuno di noi si aspettava che di lì a poco potesse nevicare!Sì, perchè se non è la pioggia a cacciarci è la bianca e suggestiva neve a farlo! Giovedì nessuna precipitazione prevista, quindi con crema e pantaloncini corti si esce di casa con il sorriso stampato sul volto: è la gita dei 5 laghi, è stata una camminata pressoché piana, il sole non ci ha mai abbandonato e ci siamo fermati a mangiare alla Malga Paludei a 2106 m dove un venticello fresco ci ha rinfrescato. Venerdì ultimo giorno di gite..... Sabato rattristati dall'idea di tornare a casa abbiamo caricato le ultime cose nelle macchine.... Ma l'OSA continua...all'anno prossimo

Il 9 giugno noi ragazzi e accompagnatori ci siamo ritrovati al Piazzale del Mercato per partire per una settimana inTrentino. Dopo aver percorso alcune ore di strada siamo arrivati in un posto bellissimo, immerso nella natura. Io e le mie amiche siamo subito entrate in casa per vedere con chi eravamo in stanza. Fortunatamente stavamo tutte insieme. Dopo esserci preparate abbiamo fatto una passeggiata fino ad un laghetto. Durante la strada abbiamo conosciuto alcuni ragazzi e abbiamo cominciato a parlare. Sfortunatamente ha cominciato a piovere, ma ci siamo goduti comunque il paesaggio. Purtroppo tutta la settimana non è stata calda, tranne alcuni momenti, anzi, ha anche nevicato! Durante i pomeriggi di brutto tempo, quando le escursioni erano annullate, ci sedevamo nella sala e facevamo di tutto: dal giocare a carte, ad ascoltare musica e divertirsi. Al mattino ci alzavamo verso le ore 7, andavamo a fare colazione, preparavamo lo zaino a seconda del tempo e partivamo per l’escursione. Facevamo escursioni anche su cime di alta quota, ma non ci stancavamo mai perché eravamo attorniati da gente simpatica. Oltre alle risate, imparavamo molte cose sull’ambiente intorno a noi. Quando tornavamo a casa avevamo il tempo di lavarci, cambiarci, chiamare i nostri genitori e scherzare fino all’ora di cena. Dopo la cena tutti insieme in salone, andavamo nel prato a vedere i ragazzi che giocavano a calcio; poi alle 23 si andava a dormire. Ci siamo divertiti tantissimo, è stata un bella esperienza, non vedo l’ora dell’anno prossimo per potervi partecipare di nuovo. Laura Negrotti

Lago Gelato

CROCIATINO 2012 · 27


CAMPEGGIO

Metti un campeggio in Valle d’Aosta... Davide Dell’Oro Degioz capoluogo della Valsavaranche – quota 1541 m – superficie 139 kmq - coordinate geografiche: 45° 35’31.92”N 7°12’28.08”E - Valle d’Aosta – periodo: luglio/agosto 2012- O.S.A. (Organizzazione Sportiva Alpinisti) - campeggio sociale... Potrebbe sembrare per gli amanti delle località rinomate e delle vacanze esotiche un luogo di ripiego; probabilmente neppure contemplato dalle agenzie turistiche,…. Spesso bistrattata dai grossi “giri turistici mediatici”; ma non di meno affascinante per l’impatto scenico e culturale, scavata e modellata dall’azione erosiva degli antichi ghiacciai all’inizio dell’era quaternaria, la Valle d’Aosta, solcata dalla Dora Baltea è circondata dai grandi “giganti” delle Alpi, primo fra tutti il Monte Bianco che con i suoi 4810 m è la vetta più alta d’Europa; il gruppo del Monte Rosa con la sua vetta più alta a

Al Rifugio Bezzi

4633 m, il Gruppo del Cervino 4478 m; il gruppo del Gran Paradiso 4061 m. ( e la Valsavarenche, vallata dove alloggiava il nostro campeggio!!!). Consta ben 200 ghiacciai e numerosi ecosistemi, oltre che un parco nazionale. Parlare solamente delle bellezze naturali è riduttivo, quando si pensa a questa

28 · CROCIATINO 2012

valle diventa quasi automatico pensare alle sue splendide montagne ed alle bellissime vallate alpine, alla ricchezza della flora e della fauna, alla ricchezza delle tradizioni e del folclore, ma in verità è anche carica di storia. Nella valle della Dora Baltea il popolamento inizia nel tardo neolitico. Nei pressi di Saint Pierre è stato individuato un abitato con capanne semi interrate. Nel II secolo a.C. i salassi occupano l’alta valle della Dora, ma successivamente nel 143 a.C. i romani attaccano i salassi, ma riescono a sconfiggerli definitivamente solo nel 25 a.C. con il luogotenente d’Augusto, Aulo Terenzio Varrone. Numerose sono le testimonianze in valle del loro passaggio in particolare ad Aosta; ma l’opera più importante dei romani è sicuramente costituita dalla strada che ne percorre la valle, la via consolare delle Gallie, che collegava Ivrea con Lione, utilizzata sino al momento della costruzione della via Nazionale del XIX sec. Dopo il disfacimento dell’Impero la regione subisce varie l’invasioni dei Bur-


gundi, Longobardi e dei Franchi . Nel secolo XI sec. inizia l’avvento della casa Savoia, nel 1416 Sigismondo concede il titolo di duchi di Aosta ai conti di Savoia.che governeranno la Valle anche nei secoli successivi. Nel 1859 con la cessione della Savoia alla Francia la Valle d’Aosta diventa il confine ‘naturale’ e politico dell’Italia. La valle detiene anche il primato nel mondo della più alta concentrazione e densità di castelli, torri, case forti. La loro nascita è da datarsi negli anni intorno al mille è connessa con l’avvento del Feudalesimo, quali strumenti per l’esercizio del potere da parte dei signori nell’ambito dei propri domini. Il più noto è certamente il castello di Fenis, teatro anche di set cinematografici. Inoltre numerose anche sul territorio, sono le bellissime chiese romaniche prima fra tutte la splendida basilica di S.Orso ad Aosta.. Come già accennato il territorio della Valle d’Aosta conserva in molte zone equilibri naturali integri, per difendere i meravigliosi ecosistemi si è creato anche un parco nazionale, quello del Gran Paradiso. Nel secolo scorso costituiva una delle riserve di caccia dei Savoia, qui i regnanti fecero costruire più di 300 Km di strade sterrate appositamente per dare sfogo alla loro passione venatoria; oggi utilizzate per trekking e per il raggiungimento di alcuni rifugi. Il re Vittorio Emanuaele III cedette questo territorio allo stato italiano con l’obiettivo che fosse destinato: “alla conservazione delle nobili forme di flora e di fauna alpina e a impedire la sparizione della bella e apprezzata razza di stambecchi”. Il parco fu istituito con R.D. il 3 dicembre del 1922 (compie 90 anni!); si estende per circa 71.000 ettari e comprendere anche la cima del già citato Gran Paradiso, unico quattromila completamente in territorio italiano. Come potrete capire, complice la bellis-

Campeggio 2012 in Val d’Aosta Il campeggio dell’O.S.A. è sempre stato una tradizione nella mia famiglia. Abbiamo passato molte estati in campeggio con i miei genitori, che anche negli ultimi anni non disdegnavano qualche giorno di vacanza con i miei figli. Se negli ultimi due anni abbiamo optato per tutt’altro tipo di vacanze, quest’anno abbiamo invece deciso di tornare a passare la nostra vacanza in campeggio. La proposta era interessante, la destinazione era Degioz in Valle d’Aosta. Non abbiamo sbagliato: è stata veramente una bella vacanza. Abbiamo goduto di belle giornate di sole, organizzato gite comunitarie ai rifugi, passato serate in allegria... In queste occasioni si poteva parlare, scambiare i ricordi degli anni passati ai campeggi, divertirci ed essere orgogliosi di vedere che i nostri figli partecipavano con entusiasmo alle escursioni, anche se per raggiungere la meta si fa fatica. La camminata più lunga, per gli escursionisti, è stata quella al Rifugio degli Angeli, gestito dal Mato Grosso. Meritevole! La vista dal terrazzo del rifugio era a strapiombo sulla valle. In campeggio si organizzavano partite di pallaviva che coinvolgevano bambini, ragazzi e anche le mamme. Mamme che, senza pensieri, senza problemi, senza l’incombenza della spesa, erano spensierate e tornavano ragazze. Questa vacanza è servita anche a rivedere persone, rafforzare le amicizie, collaborare e aiutarci … nel montare la tenda, nel curare i bambini, in cucina. A proposito… un grande grazie ai cuochi! Purtroppo le due settimane di vacanza sono passate velocemente, ma hanno lasciato dei bei ricordi, soprattutto la bellezza e la pace che solo la montagna ti sa donare. Grazie a tutti Sandra sima locazione del nostro campeggio ed il favoloso clima di quest’anno, durante il mezzogiorno la presenza dei campeggiatori era ridotta ai minimi storici, l’imbarazzo della scelta come già visto dai cenni precedenti era totale! Dalle classiche e rilassanti passeggiate, alle impegnative escursioni in alta quota (sono stati saliti dal campeggio alcuni fra i “giganti” della Val d’Aosta: il Gran Paradiso, la Dent d’Hérens, la Cresta di Rochefort, la Grandes Jorasses, il Monte Bianco,..); ai giri turistici dei castelli e della classica e storica Aosta, alla elegante Courmayeur, fino alla suggestiva visita alla casa di soggiorno di vacanze del papa Giovanni Paolo II a Les Combes; mentre per gli

amanti degli animali visite al Parco nazionale del Gran Paradiso e al “Parc d’animalier” di Introd. Come recitava uno slogan presente su un pieghevole pubblicitario che ho notato più volte, sparso in vari esercizi commerciali e luoghi pubblici: “Venite a scoprire l’incanto” e come sottotitolo: “Ma le immagini e le parole non bastano…”. Mi accorgo quanto è vero e quanto è stato piacevole un campeggio in questa valle a contatto con le sue bellezze artistiche e paesaggistiche, anche grazie all’ottima organizzazione del campeggio O.S.A.. Spero di avere spezzato una lancia a favore del campeggio e di una visita a questa Valle! CROCIATINO 2012 · 29


ATTIVITÀ ALPINISTICA

Falesia di San Tomas Testi, disegni e immagini: larioclimb.paolo-sonja.net uest'anno sono state portate a completamento le vie di arrampicata "Falesia S.Tomas", in località S.Tomaso.

Q

ESP.

QUOTA

AVV.

ALTEZZA

SE

600m

40’

20m

STILE

Coordinate WGS84: Parcheggio N45 52.149 E9 25.807 - Falesia N45 51.147 E9 20.442

consigliabile solo al mattino se non fa troppo freddo. A marzo, magnifica fioritura di mandorli a San Tomaso.

Descrizione: piccola fascia rocciosa immersa nei boschi sopra Valmadrera sul sentiero per il Corno Rat, costituita da un risalto con una fascia strapiombante dove passano tiri fisici e, 20 metri a sinistra, da una placca inizialmente appoggiata che man mano si raddrizza con muri a tacchette. Nonostante l’altezza modesta delle pareti, la falesia risulta interessante per la bellezza della roccia e l’intensità di alcune vie. L’ambiente inoltre è molto bello e tranquillo. Da non mancare la visita al vicino nucleo rurale di San Tomaso (SanTomàas in lingua locale) con il piccolo museo dell’agricoltura, il tutto ristrutturato dalla Comunità Montana del Lario Orientale. Nelle vicinanze, i resti di una piccola fornace per la calce ed ilTajasass, dove anticamente si tagliavano i Trovanti di Serpentino. Nel periodo giusto, si può anche far castagne nei boschi e, per chiudere la giornata, sfondarsi di polenta e pietanze varie al Ristoro di San Tomaso. Non mancano quindi i motivi per una visita “polifunzionale”: sportiva, naturalistica, culturale ed eno-gastronomica (soprattutto “eno”).

Chiodatura: ottima a Fix con catena e moschettone di calata; nomi alla base. Chiodatori: Domenico Chindamo (in gran parte autofinanziandosi) dal 2010, con la collaborazione di Lorenzo Baronio per il settore dx. L’autore ringrazia Delfino Formenti, Ermes Baronio e Carlo Rusconi dell’Agriturismo per il supporto logistico.

LIVELLO

ATTREZZAT.

CORDA

5b/7b

FIX P2

1X50

fino alla Cappelletta V.A.R.S. da cui si prende la mulattiera a sx (segnavia n.3) raggiungendo S. Tomaso. Deviare ora a dx lungo il sentiero n.5, che si abbandona poco oltre il torrente Inferno per salire brevemente alla falesia: cartello indicatore. 40 minuti.

Accesso: dalla Frazione Belvedere di Valmadrera (vedi Corna Rossa) salire per ripida strada asfaltata, poi lastricata,

Periodo: primavera ed autunno, sole dal primo mattino. La roccia asciuga abbastanza in fretta. Caldo in estate, quando però si può stare al fresco all’ombra del pomeriggio, mentre in inverno è 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 30 · CROCIATINO 2012

SPEEDY CONZALES MILAURA BIP BIP E WILLY IL COYOTE ASTERIX E OBELIX DELFIX LUIS TACCO SCARPONE 2008 FRIENDS KALIMNOS POPOLO DEI BATUFFI IL TRUCCO C’E’ MA NON SI VEDE AGRICARLO

7a 12m Strapiombo 7b 12m Strapiombo 7a 12m Muro grigio 7a+ 12m Muro grigio 7a+ 12m Passo intenso in entrata, poi muro grigio 6a+ 12m Aggira un piccolo bombamento 12 6c 18m 6c+ 18m Muretti verticali 6b+ 18m Muretti verticali 6a 18m 5b 18m Fessura e diedro aperto 6b 18m


ATTIVITÀ ALPINISTICA

Attività alpinistica dei soci Luca Dell’Oro

iamo una società in vetta tutto l’anno, si inizia a gennaio con lo sci alpinismo per passare poi alle più facili escursioni tardo primaverili dei pensionati che si protraggono fino alle prime nevicate autunnali, quindi il testimone ritorna agli amanti delle pelli di tessilfoca sotto gli sci, il tutto inframezzato da numerose ascensioni estive. Analizzando l’attività notiamo che il campeggio in quei di Valsavarenche è stato la base ideale per molteplici salite in tutta la Valle d’Aosta. Supportati da un’estate a dir poco stratosferica per la stabilità degli agenti atmosferici, gli “osini” si sono dati decisamente da fare. Su tutte la salita al tetto d’Europa, il Monte Bianco, con i giovanissimi fratelli Marco e Luca in vetta con mamma e papà. Il Gran Paradiso, un quattromila preso letteralmente d’assalto più volte, sempre in giornata partendo dal campeggio e sempre in compagnia di piccoli alpinisti! La traversata integrale della cresta di Rochefort va sicuramente citata, così come l’attività di un esiguo gruppetto di sci alpinisti, dove la discesa sci ai piedi della parete nord del Fletschorn rimane sicuramente la ciliegina sulla torta di una stagione un po’ avara di neve.

S

ALPINISMO GRUPPO DEL MONTE BIANCO Monte Bianco (4807m): Rusconi A. Rusconi M. Rusconi L. Butti M. Dell’Oro D. Brambiilla A. Aiguille de Rochefort (4001 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Dome de Rochefort (4015 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Punta Margherita (4065 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Punta Elena (4045 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Punta Croz (4110 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Punta Whymper (4184 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. PuntaWalker (4208 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. PuntaYoung (3996 m): Dell’Oro L. Riva GL. Milesi D. Dent d’Herens (4171 m): Dell’Oro L. Riva GL. Rusconi A. Maniaci E.

GRUPPO DEL MONTE ROSA Castore (4228 m): Crimella E. Cantoni M. Castagna M. Piramide Vincent (4215 m): Crimella E. Cantoni M. Castagna M. Crimella L. Sangalli W. Breithorn (3438 m): Rusconi A. Perego S. Rusconi L. Butti M. Brambiilla A. Rusconi A. Fumagalli A. Rusconi GL. Castagna C. Dell’Oro M. Dell’Oro D. Rusconi M. Piloni G. Dell’Oro G. Rusconi A.

GRUPPO DEL GRAN PARADISO

In vetta al Gran Paradiso

Gran Paradiso (4061 m): Dell’Oro M . Dell’Oro N. Dell’Oro L. Rusconi A. Rusconi M. Rusconi L. Butti M. Dell’Oro D. Brambiilla A. Valsecchi L. Tegiacchi C. Tegiacchi A. Tegiacchi S. Riva P. Riva M. Rota A. Rota D. Panzeri P. Gerosa A. Rusconi A. Riva GL. Riva S. Punta Money (3273 m): Dell’Oro L. Gritti F. Rusconi A. Monte Emilius (3559 m): Dell’Oro L. Piffari F. Butti M. Rusconi A. Rusconi M. Rusconi L Dell’Oro D. Brambilla A. Perego S. Cima di Tresenta (3609 m): Brambiilla CROCIATINO 2012 · 31


ATTIVITÀ ALPINISTICA

Il Ciarforon visto dalla vetta del Tresenta

GRUPPO ORTLES CEVEDALE Monte Ortles (3899 m): Villa GB. Vassena GM. Sandionigi C. Palla Bianca (3738 m): Rusconi A. Rusconi A.

GRUPPO SPLUGA MESOLCINA

Pizzo Palù Centrale, via Bumiller

A. Dell’Oro G. Rusconi GL. Valsecchi G. Piloni G. Rusconi A. Gerosa A. Dell’Oro D. Rota D. Rusconi A. Cime di Gollien (3116 m): Milesi D. Cima di Percià (3227 m): Crotti L. Cagni A. Milesi D. Milesi M. Crotti M. Piloni G. Noris S. Moioli G. Becca Traversiere (3337 m): Piloni G. Dell’Oro G. Rusconi GL. Rusconi A. Riva GL. Rusconi A. Redaelli A. Riva S. Rusconi C.

ENGADINA PizTurba (3067 m): Piloni G. Castagna C. Villa GB. Gritti F. Mauri F. Rusconi A. Fumagalli A.Tentori F. Crimella F. Colafabio A. Motta Muragl (3157 m): Mauri F. Piz La Margna (3159 m): Mauri F. Pizzo Palù orientale (3881 m): Bonacina L. Pizzo Palù centrale (3905 m): via Bumiller Bonacina L. Tscheischhorn (3019 m): Bordone G.

GRUPPO DEL BERNINA Pizzo Canciano (3103 m): Bordone U. Pizzo Cassandra (3220 m): Rusconi A. Rusconi A. Pizzo Bianco (3996 m): Airoldi P. Ossola A. Pizzo Trovat (3148 m): Nava L. Bolis G. Villa GB. Fumagalli A. Pergo S. Piloni G. Castagna M. Mauri F. Rusconi A. Rusconi M. Rusconi L. Brambilla A. Mon Pers (3207 m): Fanchini N. Figini N. Valsecchi N. Sacchi R. Plebani Panzeri G. Magni E. Sozzi G. Pizzo Rosatsch (3123 m): Piloni G. Magni E. Rusconi M. Rusconi L. Brambilla A. Fanchini N. Plebani Panzeri G. Mauri F. Nava L. Castagna C. Gritti F. Dell’Oro M. Dell’Oro G. In vetta alla Pizzo Rosatsch

32 · CROCIATINO 2012

Pizzo Ferrè (3103 m): Mauri F. Rusconi A. Rusconi G. Rusconi A. Pizzo Quadro (3015 m): Mauri F. Fumagalli A. Tentori F. Crimella F. Colafabio A. Castagna C. Pizzo Stella (3103 m): Mauri F. Pizzo Emet (3208 m): Mauri F. Pizzo Tambò (3274 m): Dell’Oro M . Valsecchi M. Dell’Oro N. Dell’Oro L. Rusconi A. Rusconi L. Butti M. Dell’Oro D. Brambiilla A. Rusconi A. Rusconi M. Piloni G. Dell’Oro G. Mauri F. Vassena E. Brambiilla R. Brambiilla S. Dell’Oro M. Dell’Oro D. Rusconi GL. Castagna C. Cantoni M. Bordone U.

DOLOMITI GRUPPO TOFANE CRISTALLO Cristallino (3036 m): Piloni G. Dell’Oro G. Brambiilla R. Brambiilla S. Brambiilla R. Piloni R. Castagna C. Gritti F. Perego S. Scola C. Cristallo (3154 m): Castagna C. Gritti F.


ATTIVITÀ ALPINISTICA Punta San Giacomo (3281 m): Bonacina L. Pizzo Dosdè (3280 m): Bonacina L.

SVIZZERA CENTRALE Oberalpstock (3328 m): Bonacina L. Galenstock (3586 m): Bonacina L. Sustenhorn (3503 m): Bonacina L. Gwachtenhorn (3420 m): Bonacina L.

VALLESE La Luette (3548 m): Bonacina L. Pigne d’Arolla (3790 m): Bonacina L. Boschorn (3267 m): Bonacina L. Oberaarhorn (3631 m): Bonacina L.

ALPI FRANCESI Via ferrata del Monte Emilius

Fumagalli A. Tentori F. Crimella F. Colafabio A. Perego S. Corti T. Odorizzi G. Airoldi A. De Primi M.

SCI ALPINISMO In vetta al Dent di Herens

Perego S. Tofana di Rozes (3225 m): Piloni G. Dell’Oro G. Brambiilla R. Brambiilla S. Brambiilla G. Piloni R. Anghileri A. Colombo M. Silveri M. Castagna C. Fumagalli A. Tentori F. Crimella F. Ferrata G. Lipella allaTofana di Rozes: Gritti F. Perego S. Colafabio A. Airoldi A. Cima ovest di Lavaredo (2973 m): Airoldi P. Ossola A. Pizzo Boè (3152 m): Castagna C. Piloni G. Dell’Oro G. Bordone G. Brambiilla G. Piloni R. Fornari E. Valsecchi G. Ronati G. Casimiri E. Riva G. Airoldi A. Brusadelli E.

Cresta Rochefort

ENGADINA Piz Fedoz (3190 m): Dell’Oro L. Maconi V. Piz Nuna (3123 m): Dell’Oro L. Riva GL. Maniaci E. Piz Piot (3053 m): Bonacina L. Piz Fliana (3281 m): Bonacina L. Piz Sarsura (3175 m): Bonacina L. Pizzo Galleggione (3107 m): Bonacina L. Piz Grialetsch (3131 m): Bonacina L.

RETICHE Piz Orsera (3032 m): Dell’Oro L. Riva GL. Gritti F. Maconi V. Maniaci E. Mon Vago (3059 m): Dell’Oro L. Riva GL. Gritti F. Maconi V. Maniaci E. Bonacina L. Pizzo Tresero (3594 m): Bonacina L.

Pelvoux punta Puiseux (3946 m): Bonacina L. Pelvoux punta Durand (3932 m): Bonacina L. Uja di Ciamarella (3676 m): Bonacina L.

SCI RIPIDO VAL BEDRETTO-MEINTAL Marchorn (2962 m) canale centrale 4.3 E2 S5: Dell’Oro L. Riva GL. Redolfi D. Gross Grissenhorn canale nord 4.1 E2 S3: Piffari F. Dell’Oro L. Riva GL. Fletschorn (3996m) parete nord 5.2 E3 S4: Dell’Oro L. Riva GL. Maconi V. Maniaci E.

GRUPPO ADAMELLO-PRESANELLA Cima della Busazza (3326 m) canale iperbanana 5.3 E3 S5: Dell’Oro L. Riva GL.

GRUPPO MESOLCINA Calcagnolo canale nord 4.2 E2 S3: Dell’Oro L. Riva GL. Maconi V. Piz Ursaregls (2835 m) canale est 3.3 E2 S3: Dell’Oro L. Riva GL. Maconi V. Pizzo dei Piani ovest (3147 m) canale sud 4.1 E2 S4: Dell’Oro L. Riva GL. Maconi V. Maniaci E.

Enzo Maniaci, canalone Fleschorn

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ATTIVITÀ ALPINISTICA

4810!

Marco e Luca Rusconi vevamo già conquistato diverse vette importanti: prima l’Emilius, poi il Gran Paradiso. Il primo ci ha impegnati per un giorno intero, con una lunga via ferrata in cui, tra gli altri passaggi spettacolari, era presente il ponte tibetano che sembrerebbe essere il più lungo d’Europa, con i suoi 30 metri circa. Il secondo era più conosciuto, ma non per questo più difficile: infatti il dislivello era tanto, ma ce la siamo cavata bene. Potevamo chiudere l’estate con queste ascensioni, ma non ci siamo accontentati. Le buone condizioni della neve ed il tempo favorevole ci hanno convinto a tentare di scalare il Monte Bianco dal rifugio Gonnella, 1739 metri di dislivello dal rifugio, con grandi crepacci e creste affilate tra noi e la vetta. E così partiamo dal campeggio in tarda mattinata ed arriviamo in Val Veny, da dove raggiungiamo il rifugio Gonnella percorrendo il lungo ghiacciaio del Miage. Arriviamo alla meta nel tardo pomeriggio, trovando un nuovissimo rifugio realizzato con materiali sofisticati ed inediti qui in alta quota. La cena è breve, anche perché sentiamo il bisogno di riposare: la sveglia per il giorno dopo è fissata a mezzanotte!!! L’indomani inizia il momento clou dell’ascesa: dopo una ricca colazione al rifugio, ci mettiamo addosso tutto l’occorrente e partiamo alla volta del ghiac-

A

ciaio del Dome. Lì ci dividiamo in due cordate: Marco,Maurizio, Davide e Luca, Alberto, Alessia. Partiamo veloci e decisi, vogliamo proprio arrivare sul tetto d’Europa, e per farlo brancoliamo nel buio cercando di evitare i crepacci più grandi e saltare quelli più piccoli. Man mano che camminiamo aumenta la pendenza del ghiacciaio, e l’avanzata si fa più dura ma costante. Sembra che la cresta che avevamo visto il giorno prima e che dovevamo raggiungere non arrivi più, anche perché il buio ci ha fatto perdere la cognizione del

Rifugio Dome du Gouter

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tempo, e solo guardando l’orologio ci accorgiamo che sono già passate un paio d’ore. Si cominciano ad intravedere le prime rocce, e infatti percorriamo una cresta rocciosa che finalmente ci porta alla meta che ci eravamo prefissati di raggiungere. Solo giunti lì ci accorgiamo dell’altezza raggiunta e la fatica che abbiamo fatto è stata ripagata. Quando la cresta comincia a diventare sempre più stretta, è vietato sbagliare. Arrivati ad una cima, che solo alla luce del ritorno scopriamo essere l’Aiguille de Bionassey, ci riprendiamo e scopriamo che il tratto di cresta più impegnativo è superato. Nel frattempo la visibilità è migliorata, per cui affrontiamo più sereni il secondo tratto di cresta fino ad arrivare ad un pianoro, da cui parte l’ultima lunga salita per arrivare in cima. Si distinguono molte cordate che salgono dal versante francese, e questo è anche perché in cielo non c’è neanche una nuvola e le condizioni della neve sono ottime. Il Bianco sembra a portata di mano, ma ci accorgiamo ben presto della sua lontananza quando ci fermiamo nuovamente al bivacco Vallot, specialmente per farci dare una tregua dal freddo che ci assale. Ripartiamo quando l’oscurità si è dileguata, volendo arrivare in cima senza più fermarci: con un ritmo travolgente ma non troppo veloce salia-


ATTIVITÀ ALPINISTICA mo creste e pendii ripidi, mentre il sole fa la sua prima comparsa nella giornata. Ormai la fatica ha un ruolo di secondo piano, siamo quasi sul tetto d’Europa, e dopo l’ennesima cresta quasi non ci rendiamo conto di aver raggiunto la cima, a 4810 metri sul livello del mare. Lo spazio è grande, ma ci sono moltissimi alpinisti entusiasti come noi di aver raggiunto la vetta che occupano la cima. Perciò dopo la consueta foto scendiamo subito, incontrando gli alpinisti superati nel corso della salita e molti altri ancora. Vediamo il rifugio transalpino Dome de Gouter, così decidiamo di fare un salto in Francia. Il rifugio è a forma di ufo, più nuovo del Gonnella, non vediamo l’ora di entrarci, ma delusi ci accorgiamo che non è ancora aperto! È in funzione ancora quello vecchio! Breve sosta e ripartiamo eccitati all’idea di prendere il trenino che ci porterà a San Gervais. Dal balcone del rifugio ci immergiamo in una ferrata a rischio caduta sassi, che termina con un traverso “killer” da percorrere correndo, talmente tanti sono i massi che cadono. Preoccupati di perdere l’ultima corsa aumentiamo il passo, ma arrivati in zona ci accorgiamo che il trenino è in via di ristrutturazione e dobbiamo ancora affrontare un pezzo di discesa sui binari. Va bene che abbiamo raggiunto il tetto d’Europa, ma cos’è questa sfortuna?? Esausti ma contenti sul treno che ci porta a Chamonix, ammiriamo la vetta del Bianco e tiriamo le somme sulla nostra spedizione. Ancora non ci rendiamo conto di averlo scalato, è successo tutto troppo in fretta, prima sembrava un sogno. Ma ora è diventato realtà. Inoltre abbiamo salito altre due cime oltre i quattromila metri, l’Aiguille de Bionassey e la Vallot. Possiamo quindi chiudere con una notizia bomba: il Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa, è stata conquistata da due nuovi alpinisti.

BIANCOGRAT, andata, ritorno e Cima Ovest delle Lavaredo Pèla, Piero

venerdì 27 luglio 2012 al rifugio Tschierva, fuori è notte fonda, sono le ore 03 e 15, le cordate sono diverse, gli unici suoni vengono dalla sistemazione delle attrezzature, si parte per la cima a 3996 metri. Qualche catarifrangente in posizione rialzata, illuminato dai frontalini, luccica nel buio della notte e ci aiuta nell’orientamento, anche se ci lasciamo sviare da una veloce cordata in discesa, scopriamo poi, diretta sul ghiacciaio verso il pizzo Roseg. Ai primi albori siamo quasi alla forcella Prevliousa; qui togliamo i ramponi e affrontiamo sulla destra, verso sud, un ammasso roccioso alto un centinaio di metri. È lo stesso che al rifugio in una foto è mappato con alcune aree di “pericolo distacco massi”. A una prima occhiata non sembra offrire un passaggio accessibile. Superiamo un primo gradone con un certo timore, intravediamo un passaggio da superare a carponi e poi proseguiamo senza tentennamenti per la presenza di cordini e chiodi fino all’area innevata con elevata pendenza ed esposta che dà accesso, poco sopra alla bellissima Biancograt. La sua pendenza va via via aumentando ma si prosegue senza interruzioni. Dopo poco più di 5 ore dal rifugio siamo sulla cima del pizzo Bianco, capolinea del nostro itinerario, culmine della cresta che si percorre in modo regolare per la bella traccia nella neve dura. Ritorniamo, dopo una breve pausa, alla Tschierva e quindi a Pontresina. Una bella salita, senza particolari problemi, in una bellissima giornata soleggiata. La discesa stranamente ci è parsa più impe-

È

Vetta del Pizzo Bianco

gnativa per il tratto che segue alla Biancograt, a elevata pendenza, irregolare per la presenza di neve, ghiaccio e roccia. Anche il salto roccioso, a metà percorso, in mancanza di una corda lunga, ci ha rallentato il rientro. In tutt’altro ambiente geologico, nelle Dolomiti di Sesto, il giorno 29 agosto 2012 ci troviamo al rifugio Auronzo (2320 m) dell’omonimo comune, questa volta con gli amici milanesi, Giuseppe e il figlio Stefano. Abbiamo intenzione di raggiungere la Cima Occidentale, sulla via normale. Poco sopra, alla base delle Cime, percorriamo il sentiero che ci conduce alla Forcella Grande, punto di separazione tra la Cima grande e quella Ovest. Qui cerchiamo i bolli rossi, di cui si parla nelle relazioni, che segnalano la traccia della normale. Il primo è all’imbocco di un evidente canalone sulla sinistra. Li seguiamo, anche se ogni tanto scompaiono e occorre più tempo per proseguire. Dopo poco più di quattro ore, ogni tanto legati, con qualche salto di roccia, cenge e camini, arriviamo sulla cima (2973 m). La vista a 360° è fantastica e senti i brividi al solo dare un’occhiata alla paretona Nord della Cima Grande. La discesa segue lo stesso percorso di salita, facendo qualche doppia. La via è un po’ pericolosa per la presenza di sassi instabili, soprattutto se ci sono altre cordate; inoltre qualche passaggio impegnativo, III°, in particolare l’ultimo tratto, forse IV°, poco prima della cima.

Sopra il rifugio Auronzo

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GRUPPO TEMPO LIBERO

Tour del Lazio Castelli Romani, Circeo, Isole Pontine, Etruria I.C. - Una partecipante ei giorni dal 21 al 31 maggio 2012 si è svolto il viaggio annuale del Gruppo del Tempo Libero. Quest’anno la meta era il Lazio. Il folto gruppo dei partecipanti (56) è partito sotto un forte acquazzone, ma è stato accolto dal sole all’ingresso nel Lazio. La prima visita è stata effettuata a Viterbo, città che ha conservato nel centro storico la struttura medievale. Abbiamo visitato il Palazzo Comunale, dai grandi saloni affrescati all’epoca di papa Giulio II all’inizio del Cinquecento; poi abbiamo raggiunto la piazza S. Lorenzo, dove si ergono la Cattedrale e il Palazzo Papale con la celebre loggia dalle arcate a trafori. Nel Palazzo, frequente dimora dei papi nei secoli XI-XIII, si tennero numerosi conclavi, alcuni drammatici. La nostra visita si è completata con una passeggiata lungo le vie strette del quartiere medievale con i suoi scorci suggestivi, fino alla piazzetta S. Pellegrino, addobbata e infiorata per i festeggiamenti di S. Rosa, patrona di Viterbo.

N

Gaeta

Tivoli

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Il gruppo dei partecipanti a Ponza

Il giorno successivo la nostra meta è stata Tivoli. Il tempo era davvero inclemente e siamo riusciti a visitare in modo accurato la Villa d’Este, costruita nel Cinquecento per il cardinale Ippolito d’Este e decorata sontuosamente nei suoi saloni. Ci siamo dovuti invece limitare a una visita veloce e molto “bagnata” dei giardini e delle fontane. Sempre il tempo cattivo ci ha impedito nel pomeriggio la visita della Villa Adriana nei dintorni di Tivoli. Sulla strada del ritorno in hotel a Fiuggi abbiamo però visitato la città di Anagni, frequente soggiorno dei Papi nel Medioevo e legata in particolare al ricordo di Bonifacio VIII, papa all’inizio delTrecento e inviso a Dante. Abbiamo ammirato specialmente la Cattedrale con una stupenda cripta dai preziosi affreschi della

Ventotene

prima metà del Duecento. Il 23 maggio era dedicato ai Castelli Romani. Abbiamo cominciato da Ariccia, col suo grandioso ponte ottocentesco a tre ordini di archi. Dalla Piazza della Repubblica siamo entrati nella chiesa rotonda di S. Maria dell’Assunzione e nel Palazzo Chigi, di cui abbiamo percorso innumerevoli stanze decorate. Dopo un ottimo pranzo ad Albano Laziale abbiamo raggiunto Castel Gandolfo e abbiamo potuto solo sbirciare nel cortile del Palazzo Pontificio. Abbiamo poi visitato accuratamente la suggestiva Abbazia di S. Nilo a Grottaferrata, toccando per ultima Frascati con la sua Cattedrale e la Villa Aldobrandini. In serata abbiamo raggiunto un bell’albergo a Formia, che è stata la nostra base nei successivi quattro giorni. Abbiamo dedicato il primo giorno alla visita di un gran-

La Grotta del Turco


GRUPPO TEMPO LIBERO de Parco Museo a “Piana delle Orme”, che illustra gli eventi salienti della prima metà del Novecento, compresa la II guerra mondiale e la bonifica delle paludi pontine; e di quest’ultima abbiamo constatato gli effetti passando nella zona di Sabaudia e facendo una breve passeggiata nel Parco del Circeo. L’Isola diVentotene ci ha accolto il giorno dopo in un modo imprevedibile e suggestivo: durante il periplo dell’isola in motobarca banchi di nebbia lasciavano intravedere le scure scogliere vulcaniche. A mezzogiorno un sole splendido ha inondato il paesaggio nel pieno delle fioriture. Sperlonga si è mostrata al meglio il giorno dopo, con un cielo terso e un mare da “bandiera blu” e, per chi lo desiderava, anche con le sue statue-capolavoro del Museo Nazionale, trovate nella Villa dell’imperatore Tiberio. Nel pomeriggio abbiamo visitato Gaeta e in particolare il Santuario della SS. Trinità, detto della Montagna Spaccata a causa di una profonda fenditura della roccia, a precipizio sul mare, e la “Grotta delTurco”, cui si accede con una scalinata di trecento gradini che scende fino al livello del mare. Ancora tre giorni di mare all’isola di Ponza con i suoi innumerevoli scorci panoramici, dove i più animosi hanno potuto fare il bagno nei due giorni soleggiati, durante i quali abbiamo fatto anche escursioni all’isola di Zannone, dalle caratteristiche geologiche molto particolari, e all’isola di Palmarola con le sue “casegrotta” abitate saltuariamente e l’esclusiva “palma nana”. Nel viaggio di ritorno verso casa abbiamo fatto una sosta molto interessante per visitare la necropoli e la città di Tarquinia, uno dei centri più importanti dell’antica Etruria. Sul colle di Monterozzi, formato da tufo giallo, siamo scesi in alcune tombe dipinte; le più belle, dai colori ancora vivaci, quelle delle Leonesse, dei Leopardi e della Caccia e Pesca. Della città di Tarquinia abbiamo ammirato l’assetto medievale con bei palazzi, come il Vitelleschi, dove ha sede un importantissimo museo etrusco. L’ultima visita ha avuto come oggetto, nella Maremma grossetana, la cittadina di Massa Marittima dalla splendida piazza monumentale, su cui si affaccia il Duomo, capolavoro dell’architettura romanico-gotica pisana. Il viaggio si è svolto in un clima di simpatia e di allegria, che ha coinvolto tutti i numerosi partecipanti, e si è concluso con un arrivederci alla prossima “avventura”.

15 anni con il GTL Giuseppe Piloni l gruppoTempo Libero ha compiuto 15 montorio del Tigullio, le Cinque Terre, la anni. Quando sono andato in pensione zona di Finale Ligure, il Parco del Gran Pae ho presentato al Consiglio Osa la proradiso e i suoi rifugi, le vallate della Val posta di formazione del gruppo, non avrei D’Aosta, la traversata del Monte Bianco mai pensato che avrebbe portato avanti con la funivia; in Svizzera i laghi Ritom e un’attività sempre così positiva e intenFiesch, Sass Fee, Interlaken,… Abbiamo sa per tutti questi anni. Del gruppo stopercorso le gallerie del Pasubio, visitato rico – Natale Fanchini, GigiTentorio, i due i santuari di Oropa e Einsiedelm, le Valli Carlo Rusconi, Angelo Airoldi, Pacin, del Comacchio, i Monti Lessini, abbiamo Cielo, Enrico Nasatti, e mia moglie – povisto città come Venezia e Mantova, la Sachi sono rimasti frequentatori assidui del cra di S.Michele, il Forte di Fenestrelle, gruppo, chi per acciacchi, chi per l’età, chi, Monte Isola … Abbiamo salito cime imcome Gigi, ci ha purtroppo lasciati. portanti come il Pizzo Palù, l’Allallinhorn, In questi 15 anni ne abbiamo fatte di gite, il Breithorn, il Monte Pasquale, il Pizzo oltre alla settimana turistica e a quella Platta, il Rocciamelone, il Clarinden, oltre escursionistica. Ora il programma del a molte vette dell’Engadina e della Valle gruppo sarebbe tutto da rivedere. DobSpluga. Abbiamo riscoperto le ferrate dobiamo fare i conti con una riforma delle lomitiche e le loro cime. pensioni che fa “scomparire i giovani penMa il Gruppo Tempo Libero non è stato sionati”, per lasciare liberi solo gli ultrasolo gite ed escursioni, si è rivelato ansessantenni, e le camminate che i 50che un’ importante risorsa per l’OSA, por55enni del gruppo affrontavano agli inizi tando avanti iniziative come il servizio a appaiono oggi sempre più impegnative. S.Tomaso il mercoledì, la pulizia dei senL’attività del gruppo è sempre stata intieri e dei torrenti, il montaggio del camtensa: in inverno tutti i giovedì c’è l’appeggio, l’organizzazione dei Trofei come puntamento fisso con lo sci di fondo in la storica “Lucio Vassena” o il “Dario e Engadina, da marzo a ottobre (ad escluWilliam”… dimostrando di essere un sione del mese di agosto), si organizza gruppo partecipe della società, anche se una gita in autobus mensile; infine tutti i soci Osa in alcune occasioni l’hanno seni giovedì ci si trova per un’escursione che tito un po’ distaccato e si sono fatti coinha come meta le Prealpi nei mesi privolgere poco. maverili e autunnali, e da giugno a setQualcuno dei tanti che hanno frequentato tembre si sposta su destinazioni alpine. il gruppo ci ha purtroppo lasciato: GigiTenOgni anno concludiamo il nostro protorio, Giulio Fumagalli, Ugo Bordone, gramma con un pranzo a S.Tomaso e una Claudio Valsecchi. Quello che è stato poproiezione di foto sulle uscite svolte. sitivo in questi 15 anni è stata l’amicizia Dal 1999 il Gruppo organizza una settiche si è creata tra noi, un gruppo coeso mana escursionistica sulle Dolomiti: abche non si è mai perso in inutili discusbiamo iniziato con Roncadizza (Ortisei), sioni. Concludo ringraziando mia moglie quindi Piccolino (Val Badia), per arrivare Giovi che in questi anni è sempre stata infine a Santa Fosca (Selva di Cadore). La al mio fianco. settimana turistica, invece, nata dalla spinta e dall’organizzazione di Carlo Rusconi, ha avuto come prima meta il Gran Sasso e la Maiella, per proseguire con la Toscana (zona Garfagnana), le Marche e i Monti Sibillini, la Croazia e la Slovenia, e ancora Toscana, Calabria, Sicilia e Lazio. In questi 15 anni il Gruppo ha dato la possibilità a molte persone di scoprire 1988, in vetta al Piz Ot splendidi luoghi: il Pro-

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GRUPPO TEMPO LIBERO

Programma GTL 2012 Giuseppe Piloni uò sembrare monotono descrivere l’attività annuale del Gruppo Tempo Libero, è un po’ una ripetizione di date e località…ma non è neanche giusto non citare l’intenso programma di un gruppo che fa escursioni tutto l’anno. Dopo il periodo invernale dedicato allo sci di fondo in Engadina, si parte con le camminate nel mese di marzo. Da giovedì 8 marzo a giovedì 8 novembre, per un giovedì al mese, ci ritroviamo per una gita in autobus. Un anno positivo il 2012, grazie anche al tempo che ci ha sempre favorito in tutte le uscite.

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8 marzo: Engadina - Val Bever Molti di noi sono “di casa” in Engadina, ma per parte del gruppo era la prima volta in questa valle. Arrivati al paesino di Bever, facciamo una visita veloce alle stupende case realizzate nello stile tipico del luogo, quindi ci dividiamo in due gruppi: uno entra in Val Bever, l’altro va direttamente a S.Moritz. Ci incamminiamo verso Spinas e all’improvviso inizia a nevicare intensamente, per la gioia di molti di noi; basta una mezz’ora e il cielo torna sereno. Dopo aver percorso la Val Bever, una delle più fredde dell’Engadina, torniamo a Bever e proseguiamo per Samedan, Celerina, lago di S.Moritz, dove ci riuniamo al gruppo che aveva seguito l’altro percorso. Facciamo una rapida visita agli stand della SKy Marathon, quindi rientriamo a Valmadrera.

12 aprile: Riomaggiore, Portovenere Siamo nelle vicinanze delle Cinque Terre. Da Riomaggiore saliamo al Santuario di Montenero dove ammiriamo una bellissima vista sul mare. Proseguiamo per Campiglia, facciamo una sosta per la pausa pranzo, quindi scendiamo verso Portovenere lungo un sentiero molto panoramico; una visita alla Chiesa, al Castello … e un improvviso temporale ci fa raggiungere velocemente l’autobus.

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17 maggio: Lago d’Iseo - Monte Isola Da Iseo prendiamo il traghetto che ci porta a Peschiera Maraglio. Ci incamminiamo verso il Santuario della Madonna della Ceriola e completiamo il giro dell’isola, ammirando i bellissimi borghi, il lago, e i fotografi si sbizzarriscono nell’immortalare gli splendidi scorci. Si ritorna col traghetto ancora ad Iseo e da qui l’autobus ci porta a Zone per una visita alle “piramidi” di erosione, situate nella Riserva Naturale Piramide di Zone.

21 giugno: Rifugio Porro Ci rechiamo in Valmalenco. Partendo da Chiareggio il gruppo più numeroso si dirige verso il Rifugio Porro, gli altri si incamminano verso il Rifugio Longoni. Dalla Porro si prosegue per il lago Pirola per poi scendere ancora al Rifugio, passando per due alpeggi. Altri vanno fino ai piedi del ghiacciaio del Ventina, e qualcuno di noi si ferma ad osservare il punto in cui il ghiacciaio arrivava quarant’anni fa, notando il suo veloce ritiro.


19 luglio: Valpelline, Valle d’Aosta Dopo diverse traversie con l’autobus arriviamo alla diga di Place Moulin e ci dividiamo in tre gruppi: il più numeroso fa il giro dei laghi di Monte, gli escursionisti raggiungono il rifugio Prarayer, gli alpinisti puntano al rifugio Col Collon (2900m), costeggiando il lago di Place Moulin e ammirando le sue anse e i magnifici colori. Il rifugio è stato ristrutturato recentemente e si trova in una bellissima posizione sotto la Punta Kurz.

20 settembre: traversata Rifugio Alpe Corte - Rifugio Laghi Gemelli Partiamo da Val Canale (in Val Seriana) e saliamo al Rifugio Alpe Corte, uno dei più frequentati della zona. Proseguiamo fino al Passo dei Laghi Gemelli; da qui la vista sul lago è bellissima. Giunti al rifugio ci fermiamo per il pranzo al sacco e visitiamo gli altri laghi: Colombo, Marcio e lago delle Casere. Una ripida discesa, che mette a dura prova qualcuno di noi, ci porta a Branzi dove si arriva stanchi ma soddisfatti. Il Comune di Branzi è noto a diversi valmadreresi che durante l’adolescenza hanno trascorso qui le loro ferie, presso la casa Regina Coeli, nelle vacanze organizzate da Don Giacomo Cossa; cogliamo l’occasione per fare una veloce visita.

8 novembre: passeggiata lungo l’Adda

18 ottobre: Engadina Arrivati al Maloia, una fitta nebbia ci accoglie. Ci incamminiamo verso il Passo Lunghin, sempre immersi nella nebbia e proseguiamo verso il borgo di Grevasalvas. Quando la nebbia comincia a diradarsi scopre una spettacolare vista sul lago di Sils. Visitiamo il borgo dove è stato girato il film di Heidi e poi scendiamo proprio a Sils, dove troviamo uno stupendo angolino per consumare il nostro pranzo al sacco. Tutti insieme ci dirigiamo verso Isola, facendo attenzione perché c’è un po’ di neve gelata. Qualcuno, non abbastanza stanco, dal Maloia sale al lago Cavloc.

Questa gita non era in programma ma è stata l’occasione per chiudere in bellezza la stagione. Partiamo da Pescate, tocchiamo Garlate e Olginate ammirando i lavori svolti dai Comuni lungo l’Adda. Quindi proseguiamo verso Brivio, oltrepassando la palude animata dalla numerosa fauna presente; lungo le sponde del fiume ci si presenta un bellissimo autunno. Dopo una breve sosta a Brivio ci incamminiamo verso Imbersago per poi giungere a Paderno d’Adda. I chilometri percorsi fin qui sono 21: troppo pochi! Quindi si decide di proseguire fino a Porto d’Adda dove visitiamo il Santuario della Rocchetta.

Ad inframmezzare queste suggestive gite nel corso dell’anno ci sono le numerose escursioni nei dintorni, sulle nostre montagne. A Marzo percorriamo il sentiero “50° OSA” al Moregallo, il Sentiero del Viandante da Colico a Dervio e il “Dario e William” con pranzo al rifugio SEC. Il mese di Aprile ci vede al Rifugio Riva, Pialeral e Comolli, quindi in un’escursione al Rifugio Menaggio e Monte Bregagno. A Maggio raggiungiamo il Lago di Truzzo e il Rifugio Carlo Emilio, il più volte “inseguito” rifugio Tagliaferri, per concludere con la salita al Pizzo Grevasalvas. È la volta del Rifugio Giannetti a giugno, seguito da un giovedì in Engadina, dove saliamo la ferrata del Piz Trovat e la cima del Piz Pers. Aspettiamo il mese di luglio per puntare al Monte Legnone, al Piz Rosatsch (in Engadina) e al Pizzo Quadro in Valle Spluga. Dopo le ferie di agosto riprendiamo a settembre e la nostra prima meta è il Pizzo Turba, anche se a causa del maltempo dobbiamo ripiegare sulla cima Fraina. E siamo già ad ottobre: escursione al Sasso Canale, al Bivacco “Angelo e Beppe” (nell’occasione lo riforniamo delle bombole del gas) e al Rifugio Ponti, con la salita alla Bocchetta Roma. A novembre, per chiudere in bellezza due uscite in Artavaggio e Val Gerola.

La stagione è finita e abbiamo già pronti ai piedi gli sci da fondo. A completare la nostra annata la gita turistica al Circeo, la settimana a S. Fosca, e l’ultimo incontro a S. Tomaso, il 1° dicembre, per il pranzo del gruppo e la proiezione delle foto. CROCIATINO 2012 · 39


GRUPPO TEMPO LIBERO

Tre tremila in tre giorni Roberta Piloni e Raoul Brambilla re tremila in tre giorni! Sembra uno scioglilingua ma in realtà è stato il risultato delle nostre escursioni in Dolomiti. Quest’anno, a differenza di quelli passati, decidiamo di partecipare fin dal primo giorno al soggiorno a Santa Fosca organizzato dal GruppoTempo Libero. Poiché i nostri cuccioli sono sempre più grandi ed allenati, possiamo finalmente programmare delle escursioni la cui meta

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vada oltre il raggiungimento dei rifugi, ma si possa arrivare in vetta a quelle straordinarie montagne rocciose. Arriviamo la domenica a Santa Fosca dopo qualche giorno sulle Alpi austriache; le nostre amate cime sono leggermente imbiancate e l'aria è frizzante in quanto nella notte c'è stata una forte perturbazione. Ma il meteo prevede assenza di nuvole fino a giovedì pomeriggio. E allora che si

fa? Si punta subito in alto. Le escursioni principali le abbiamo già decise prima della partenza. Lunedì si parte per la Tofana di Rosez (3225m) la più meridionale delle Tofane, sopra Cortina . L'ascensione non è impegnativa ma il brutto tempo del giorno precedente ha lasciato del ghiaccio sul sentiero pertanto dobbiamo fare molta attenzione. Gabriele nelle mani del nonno Beppe e di Beppe Bordone, Stefano con noi e la nonna Giovi sono saliti serenamente senza grandi difficoltà. In cima possiamo ammirare uno spettacolo straordinario a 360° sulle Dolomiti, dalle nostre Retiche fino all'Austria; aspettiamo i nostri alpinisti saliti dalla difficile via ferrata Lipella, foto di gruppo e si scende tutti insieme per la via normale. Invogliati dalla bella esperienza, martedì si parte alla volta del Cristallino. Siamo sempre nelle Dolomiti ampezzane e leTofane le guardiamo da nord mentre saliamo in mezzo ad un ripido canalone morenico con una lenta e antiquata bidonvia. Alla nostra sinistra si erge la cima del Cristallino (3008m). Il nonno e Carlo accompagnano Gabriele, noi e Fabrizio assicuriamo Stefano e con la compagnia di Stefano e Colomba arriviamo alla cima facendo questa facile e divertente ferrata famosa per uno scenografico ponte sospeso. Una foto veloce e scendiamo subito perchè questa via è molto frequentata, infatti sul sentiero ci sono parecchie persone che attendono di poter salire. Facciamo sosta al rifugio Lorenzi per aspettare i nostri alpinisti che sfruttano l'occasione per percorrere l'impegnativa via ferrata che li condurrà in cima al Monte Cristallo. Ne approfittiamo per ammirare lo spettacolare panorama. Il nostro programma è stato esaudito. Le escursioni che avevamo scelto di fare sono state tutte portate a termine e potremmo considerarci soddisfatti ma, si sa, l'appetito vien mangiando: il tempo è ancora bello e le gambe non sono ancora stanche. In serata, dopo una gustosissima cena preparata dai nostri bravissimi chef Giovanni e Giandomenico, seduti nel salottino si programma l'escursione del giorno seguente. Infatti a Santa Fosca si va a dormire sapendo già la meta del mattino seguente altrimenti si rischia, dopo la colazione, di rimanere ... a piedi. Si decide quindi per una gita comunitaria al Piz Boè (3152) e noi ci aggreghiamo ben volentieri alla bella compagnia. Con le auto arriviamo al Passo Pordoi; sia-


La mia prima volta a Santa Fosca Più volte mi era stato descritto come un posto meraviglioso. E quest’anno non è stato difficile lasciare Valmadrera e il caldo insopportabile di agosto per raggiungere le Dolomiti venete; il fresco della montagna, il bisogno di una coperta la notte, l’assenza di zanzare e di afa mi hanno rigenerato completamente. Il panorama che ho visto la prima mattina spalancando le imposte della camera è fantastico: il monte Pelmo si erge maestoso di fronte a me con le sue singolari composizioni dolomitiche. Non ho potuto fare lunghe e impegnative camminate. Muoversi con due bambini piccoli è un disastro: le pappe da preparare e versare bollenti dentro a un termos prima di partire, i tempi che si dilatano nell’intento di vestire due pesti mentre fuggono, i grandi zaini con pannolini, cambi, termos e biberon da preparare...riuscire a varcare la soglia della casa alle 9.30 del mattino è già un'impresa. Fuori, tutto ciò che ci circonda è nuovo. Combinando il mal di schiena per un figlio sulle spalle e la pazienza per l’educazione al cammino dell’altra ci avviamo su sentieri inesplorati ridendo, scherzando e soprattutto cantando. La fantasia trasforma tutto.. i prati diventano scivoli, i sassi le case degli gnomi, i tronchi ostacoli da saltare; osserviamo il cielo per trovare l’aquila, ispezioniamo le tane delle marmotte e facciamo attenzione ai loro richiami. Perché la montagna non è solo di chi la vive come una palestra di esibizioni personali, di record da battere e di vie da aprire, ma molto più spesso è di gente come noi che semplicemente l'ama e la vuole vivere serenamente. La montagna è educazione a vivere per mete e obiettivi e paesaggi meravigliosi. Ma la montagna è anche buona cucina e la sera i nostri bravissimi cuochi ce l’hanno ricordato e dimostrato. Non solo, la montagna è condivisione di esperienze e di uno stesso tetto sotto cui ritrovarsi tutti insieme la sera a mettere in comune le avventure vissute durante la giornata. Grazie a tutti i compagni di vacanza! Una partecipante mo sul confine con il Trentino, nel Gruppo del Sella. Il paesaggio intorno è completamente diverso, quasi lunare e durante tutta la nostra ascensione possiamo ammirare la Marmolada che, imponente, si erge parallela a noi. L'ascensione è una semplice via attrezzata che permette di raggiungere facilmente il rifugio in vetta e quindi troviamo molte persone nel salire e dobbiamo pure sgomitare per fare una foto tutti insieme; questo purtroppo non ci permette di godere delle belle sensazioni che si provano nell'ammirare in silenzio le Dolomiti. D'altra parte queste cime sono apprezzate e conosciute a livello mondiale e non possiamo pretendere di essere gli unici a goderne!!!!!!!!!! Ed ecco fatto che, senza volerlo, abbiamo salito tre 3000 in 3 giorni ! I nostri figli, però, sono dispiaciuti dall'aver potuto osservare solo corvi e nessun altro animale. Il nonno e la nonna prontamente ci consigliano la gita adatta a soddisfare la loro voglia: la Val Ombretta. Pronti via! Questa valle alle pendici nord della Marmolada è molto selvaggia e durante la salita incontriamo solo un ragazzo

che trasporta a spalla i viveri al rifugio. Niente impianti di risalita, niente strade carrabili, niente vedute a 360° sulle Dolomiti. Che pace!!! Camminiamo su quello che fu un sentiero di guerra durante il primo conflitto mondiale e ovunque vi è traccia di quel periodo storico. Stefano e Gabriele però sono alla ricerca di animali e al primo alpeggio sono subito accontentati. Ecco sbucare marmotte da ogni dove. Da lì al rifugio è un susse-

guirsi di avvistamenti di tane e dei loro ospiti che si affacciano incuriositi. Proseguiamo dopo pranzo per il Passo Ombretta, poi giù velocemente verso valle in tempo per non mancare all'appuntamento con la pioggia annunciata dalle previsioni meteo. Venerdi diluvia, quindi riposo assoluto! È la prima volta che la casa salesiana è così popolata durante tutta la giornata, ma le condizioni meteo sono davvero pessime. Qualcuno si azzarda a fare shopping nella vicina Alleghe pur di non rimanere in casa. La sera facciamo la tradizionale festicciola di ringraziamento per coloro che hanno contribuito con il loro lavoro all'ottima riuscita di questa vacanza che ormai giunge al termine. È già settembre! Sabato breve uscita per il Rifugo Coldai. Siamo ai piedi del Civetta di fronte al Monte Pelmo, lo sappiamo ma li vedremo la prossima volta: siamo avvolti nella nebbia e ci becchiamo anche un acquazzone ma la compagnia è piacevole e quindi va bene anche così! Si preparano le valigie. La strada del ritorno è lunga ed una sosta al centro Faunistico di Paneveggio è d'obbligo. Impossibile evitarla: per i nostri figli è un appuntamento fisso. Questa è stata per noi Santa Fosca: una quotidiana scoperta di luoghi meravigliosi partendo da una località logisticamente perfetta, in una casa funzionale e ben organizzata dove ogni anno, oltre ai soliti volti cordiali, riesci a fare nuove conoscenze.

In vetta al Piz Boè

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GRUPPO TEMPO LIBERO

Al Piz Boè per ricordare un amico Pinuccia Riva uando a fine agosto sono partita per la settimana di vacanza a S.Fosca, sapevo già che quest’anno tutto sarebbe stato diverso, che qualcosa sarebbe mancato per sempre. Non avrebbe più preparato l’aperitivo, messo il vino al fresco, non avrebbe più fatto strozzo a briscola, né il sette bello a scopa. Nessuno avrebbe più sentito la sua voce potente, né incrociato il suo sorriso contagioso. Il 26 gennaio 2012 Giulio Fumagalli se n’é andato, lasciando un grande vuoto, incolmabile per la sua famiglia, ma anche per noi tutti che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo e di stimarlo. Da sempre partecipava alle settimane Osa: da Piccolino a Roccadizza ed infine a Santa Fosca. Anche alle gite mensili non mancava mai e lo si sentiva in fondo al pullman che vendeva per proprie le barzellette di altri, raccontava di com’era andata la giornata o parlava del Milan. Prima di partire mi ero prefissata che avrei voluto raggiungere una cima sopra i 3000 metri, da dedicargli. Volevo alzare gli occhi al cielo e dirgli: “oggi siamo qui tutti un po’ più vicini a te”. L’occasione si è presentata mercoledì

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29 agosto, un bel gruppo di noi ha pensato di salire in cima al Piz Boé. Come al solito si parte in gruppo ma si arriva solitari ciascuno secondo il proprio passo. Il percorso, partendo dal Passo Pordoi non è difficile, offre una meravigliosa vista della vallata e della Marmolada, si cammina su ghiaione che spesso ti fa scivolare indietro il piede e perdere il passo. Quel giorno si era formato un serpentone umano, tutto variopinto che saliva, sul sentiero non c’eravamo solo noi ma tanta altra gente, oserei dire una processione. Alla forcella Pordoi la gente sembrava essersi moltiplicata, si erano aggiunti quelli arrivati fin lì con la funivia e andare avanti era come fare un percorso ad ostacoli. Tutto sommato però si procedeva, il paesaggio è davvero unico, quasi lunare e quel rifugio scuro e arroccato sulla cima del Piz Boé mi dava l’impressione di essere abbastanza lontano. Dovevo arrivare fin lì. Quando Angelo mi ha detto “vai, noi veniamo su con calma” mi sono girata verso la cima e non li ho visti più.

Sul percorso c’erano persone con poca dimestichezza ad andare in montagna, che creavano intralcio agli altri che dovevano salire. Ci sono delle corde fisse che portano alla vetta e ti aiutano a salire ma devi sempre stare attento a dove metti i piedi. Subito prima di arrivare in cima mi sono fermata, ho fatto un giro di 360° gradi con lo sguardo, ho alzato gli occhi al cielo e senza fare uscire un suono, una parola, mi sono detta: “La fatica di oggi la dedico a te Giulio, per ringraziarti di tutti i momenti di allegria e di gioia che hai saputo regalare a me e agli altri in tanti anni”. Dieci metri ed ero arrivata in cima. Alcuni, quelli più veloci, i soliti, senza fare nomi, erano già lì ad aspettare quelli di noi che dovevano ancora raggiungere la vetta. Ero davvero felice, a dirla tutta anche un po’ frastornata per essere riuscita a fare quello che mi ero prefissata. Poi sono arrivati gli altri del nostro gruppo, quelli che ancora mancavano all’appello. Fatta la tradizionale foto di gruppo tutti insieme, via veloci ad imboccare la discesa verso il rifugio Boè giù nella piana prima che la “folla” che avevamo lasciato indietro ci raggiungesse di nuovo. La discesa è stata altrettanto impegnativa: il vento, l’acqua e la neve modificano velocemente l’aspetto dei sentieri e l’uomo ha dovuto metterci mano e trovare una nuova via di discesa, attrezzarla e renderla sicura. Gli esperti che leggeranno queste righe sorrideranno di quello che ho scritto, e non oso contraddirli! Comunque ho portato a compimento quello che avevo in mente: ricordare un amico scomparso e farlo ricordare a tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ciao Giulio, continua a camminare, col tuo passo lento ma regolare, lungo i sentieri del cielo, indossando la tua inconfondibile bandana e la camicia scozzese a fondo rosso, quella che hai comprato nel 2008, al mercato di Cortina d’Ampezzo. Ti ricordi?


GRUPPO FEMMINILE

Borgio Verezzi. 23 settembre 2012 Gianni Villa ome meta per la gita annuale del Gruppo Femminile dell’OSA quest’anno si è scelto Borgio Verezzi, un piccolo paese nelle vicinanze di Savona. La partenza è avvenuta in perfetto orario, alle 6.00, dalla Piazza del Mercato di Valmadrera. L’autobus era perfetto, a due piani, e a gita conclusa è doveroso affermare che l’autista è stato veramente bravo. Una breve tappa all’autogrill per le varie esigenze e puntuale arrivo alla meta, come da programma. La capogruppo dell’OSA, Giovanna, ha lasciato libertà a tutti di organizzare la giornata; l’abitato è, infatti, diviso in due parti: Borgio sul mare e Verezzi in collina. Il gruppo dei giovani si è recato alla spiaggia e si è tuffato in mare, sebbene la giornata non fosse molto soleggiata (ma l’acqua non era troppo fredda). Un secondo gruppo, zaino in spalla, si è incamminato verso la parte alta di Verezzi, per proseguire a piedi fino alla Chiesa di S.Martino che fa parte di un piccolo grup-

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Borgio Verezzi Il paese è formato da due centri, Borgio e Verezzi, che sono stati unificati nel 1933. Borgio è una cittadina di mare, sviluppatasi intorno al centro storico e alla Chiesa di S.Pietro, meta turistica, anche invernale, grazie al suo clima mite. Verezzi è posto sopra, sul pendio del Colle Caprazoppa, ed è formato da quattro borgate: Poggio, Piazza, Roccaro e Crosa. Da qui si può godere del meraviglioso panorama sul mare e della vegetazione mediterannea che incorona gli edifici in architettura “saracena”, testimonianza della tradizione locale contaminata da influenze di popoli più meridionali. La piazza in cui si trova la chiesetta di S. Agostino è definita la “piazza più teatrale d’Italia”; qui, da oltre quarant’anni, vengono rappresentante opere di teatro nel periodo estivo. Borgio Verezzi è noto anche per le sue grotte, scoperte nel 1933 da tre giovani del luogo e lasciate un po’ in secondo piano fino a quando, negli anni ’50, il Gruppo Speleologico di Albenga non ne ha messo in risalto il valore esplorandone le chilometriche gallerie e le spettacolari sale. Le grotte vennero aperte al pubblico nel 1970. Colpiscono le variegate sfumature di colore e la varietà delle stalattiti, insieme al ritrovamento di reperti ossei, resti di specie animali estinte che popolavano la regione più di cinquecentomila anni fa. po di costruzioni situato a 269 metri. L’ultimo gruppo ha scelto di visitare le grotte di Borgio, turisticamente molto interessanti. Molto interessante da visitare anche il duomo di San Pietro.

La giornata si è conclusa sul lungomare, e la partenza per il ritorno è avvenuta senza ritardo alle 17.00; così pure l’arrivo a Valmadrera ha rispettato l’orario previsto. La gita è stata organizzata egregiamente, e … arrivederci alla prossima!

Il giorno 23 settembre partiamo per il mare anche se la pioggia ci segue. Pensiamo: “uff la pioggia!” Ma non sarà così perché prima di scendere dal bus, ci lascia; rimarranno soltanto un po’ di nuvole.Tutti riescono a fare la loro escursione per le colline o rimanere sostanzialmente fermi se hanno scelto il mare. Al pomeriggio esce una scia di sole e ci lascia fare un bagno tranquillamente, anche se alcuni lo avevano già fatto in mattinata. Mi è piaciuto molto questo viaggio al mare! Vi consiglio di venire l’anno prossimo insieme a noi. Elena Rusconi

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NOTIZIE FLASH

Fontanino di Sambrosera. Restauri per non dimenticare Andrea Rusconi ono passati 50 anni dall’inaugurazione del Fontanino di Sambrosera. E per l’occasione alcuni volontari dell’O.S.A. Valmadrera si sono messi d’impegno per risistemare il luogo e il tavolo con le panche oramai troppo vecchie. Il tavolo è stato ordinato già fabbricato grazie all’interessamento della Comunità Montana, mentre le panche sono state costruite sul posto utilizzando i castagni presenti in zona. La pavimentazione è stata rifatta e il pendio sistemato per evitare cedimenti. 50 anni dicevamo, perché Il fontanino venne inaugurato il 23 aprile 1952, con una corsa dall’oratorio fino in località Sambrosera. All’arrivo era presente il coadiutore di quegli anni, Don Antonio Redaelli, che impartì la benedizione all’effigie con la Madonna delle Nevi presente tutt’oggi sulla fonte. La lapide con il simbolo della società fu invece scolpita da Pasquale Forni. Alla fine della cerimonia l’allora presidente Dell’Oro Luciano premiò i vincitori della gara.

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Domenica 18 novembre alle 11.15 un numeroso gruppo di osini si è ritrovato in località Sambrosera per partecipare all’inaugurazione della nuova area di sosta del Fontanino. La “cerimonia” è stata aperta dalla presidente con la lettura di una poesia dedicata anni fa al Funtanin. Quindi Angelo Butti e Severino Rusconi hanno ricordato l’anno della costruzione e raccontato ai presenti come è nata la decisione di costruire un fontanino. A Severino, che allora aveva contribuito alla realizzazione del primo tavolo, è spettato l’onore del taglio del nastro per l’inaugurazione del nuovo. I presenti si sono poi fermati per un piccolo buffet con salumi, pizzette e stuzzichini. Per l’occasione ho intervistato Rusconi Severino, l’unica persona che ha visto la realizzazione del Fontanino di Sambrosera,- una delle prime opere realizzate dall’O.S.A. sul nostro territorio- e cinquanta anni dopo ha partecipato alla sua sistemazione. Ancora oggi è un simbolo frequentato da tantissimi escursionisti per dissetarsi prima di incamminarsi verso S. Tomaso o Pianezzo.

1952: la costruzione del Fontanino

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Com’era la zona prima della costruzione del fontanino? Dopo la guerra quando avevo 10 anni salivo con mio padre a fare legna per la stufa proprio in quei terreni. Usavamo un pezzo di tronco per incanalare l’acqua di questa sorgente, visto che era in una posizione molto scomoda. Alla domenica


NOTIZIE FLASH salivamo con la famiglia e si mangiava lì perché si diceva che l’acqua di questa sorgente mettesse appetito, ma la verità era che di cibo proprio non ce n’era. Il bosco ai tempi praticamente non esisteva: erano tutti prati che venivano tagliati dai contadini. Solo il sentiero era di pubblico passaggio mentre tutt’intorno c’erano i terreni; guai a chi sconfinava! Hai partecipato ai lavori nel 1952? No, perché mi ero appena iscritto all’O.S.A. ed ero ancora giovane; ho però partecipato all’inaugurazione e mi ricordo che si disputò una gara di corsa. Negli anni successivi abbiamo creato il piano, i muretti di contenimento e il canale per convogliare l’acqua nel torrente per non allagare il terreno sottostante. Solo negli anni ‘80 si è pensato di costruire un tavolo con delle panche. Poi è marcito tutto e non si poteva certo abbandonare così un luogo caratteristico dei nostri sentieri e quindi abbiamo deciso di risistemarlo.

S.Messa in ricordo Domenica 30 settembre era in programma la S.Messa al Bivacco “A.Anghileri-G.Rusconi”; a causa del maltempo la celebrazione si è tenuta presso la chiesetta di S.Tomaso

Commemorazione defunti Presso il cimitero di via Manzoni è stata posta una targa in ricordo di tutti i soci scomparsi. Martedì 13 novembre alle 20.30 nella Cappella dell’Oratorio Maschile, DonTommaso ha celebrato la S.Messa in suffragio dei soci defunti.

Pranzo sociale

EL FUNTANIN DE SAMBRUSERA Se bèl, bèl, sù de la Vall, de matina opùr de sera, cunt el zain dre di spall arrivii a Sambrusera. Truvarii dù bei scagnei che v’invida a ripusà e un’acqueta bèla e ciara fada aposta a rinfrescà. Ma se sura el funtanin sulevii el vost nasin vedarìi na Madunina saludav cunt la manina. “Bravi fioeu, pusee un pù sotta i oeucc de la Mamina e poeu, forza! fermess più per rivà su tucc in scima!” El segret de riusì Legèell chi su la targheta “O.S.A.” la faa sta capelina “O.S.A.” la piantaa la gran Crusèta. Senza risc farìi nient Che ve renda el coeur cuntent. UN POETA A SPASS

Domenica 25 novembre i soci si sono ritovati presso il Ristorante “Le Torrette” di Pescate per il tradizionale Pranzo Sociale. Nell’occasione sono state consegnate le medaglie ai soci cinquantennali, Longhi Costantino e Rusconi Luigi, e ai soci venticinquennali: Brambilla Alessia, Butti Pietro, Butti Maurizio, Cogliati Iole, Longhi Daniele, Negri Marino, Riva Gianluca, Rusconi Antonio, Rusconi Antonio,Tentori Fabio.

Scambio auguri Il 14 dicembre presso il Salone del Fatebenefratelli si è tenuta la tradizionale serata di chiusura attività annuali, insieme allo scambio degli auguri per le imminenti feste natalizie. Nell’occasione sono stati premiati i campioni italiani Giuseppe Castelnovo e Angelo e Giulio Rusconi. Sono state quindi proiettate le fotografie che hanno ripercorso gli impegni e le iniziative del 2012 e ci si è allietati con un piccolo buffet. CROCIATINO 2012 · 45


SAN TOMASO

I gruppi di servizio Dagli anni ’60 S.Tomaso è meta regolare delle manifestazioni e attività OSA e il “Crotto dei Patrioti”, preso in gestione allora dalla società, si è trasformato con anni di lavori e ristrutturazioni nel ristoro che possiamo vedere ora. Ogni anno 9 squadre di servizio si alternano la domenica e 4 il mercoledì, garantendo il servizio di bar e cucina ai numerosi turisti ed escursionisti che raggiungono in ogni stagione la località. Più di 100 soci danno il loro tempo e la loro disponibilità per un’attività tanto importante per l’associazione e per la comunità sul territorio. Ve li presentiamo:

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Domenica 15 luglio l’appuntamento a S.Tomaso era con il “cinema all’aperto”: in collaborazione con il Comune di Valmadrera è stato proiettato il film “Sherlock Holmes gioco di ombre”. Per l’occasione è stata prevista l’apertura serale del ristoro. Quest’anno la società ha garantito l’apertura del ristoro di San Tomaso, la domenica e il mercoledì, anche durante il mese di agosto, grazie alla disponibilità di volontari che hanno aderito a più squadre di servizio L’8 settembre S. Tomaso è stato teatro per l’esibizione del Corpo Musicale S.Cecilia in concerto.

Mancano le foto di alcuni volontari che non sono pervenute in tempo utile. Provvederemo a rimediare nel prossimo numero.

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SAN TOMASO

UNA DOMENICA DA LEONI Avvertenze per aspiranti volontari del ristoro di San Tomaso (tratto da una storia vera) Due volontarie era una volta, non tanto tempo fa, una tranquilla mulattiera che, salendo dal paese, portava ad un grande prato e una piccola chiesetta. Poco lontano un accogliente ristoro dispensava calore e cibo agli avventori. Per molti anni escursionisti e volontari del ristoro vissero in armonia, godendo delle bellezze della natura, dei mandorli in fiore, dei cibi della terra, del canto degli animali. Quando ad un certo punto … qualcosa cambiò. Prima piano piano, quasi impercettibilmente. Poi (forse per effetto dei servizi televisivi sulla pecora brianzola) numerosi esemplari di una nuova specie di escursionisti si riversarono per quei sentieri. Riconoscerli non è difficile, ecco alcuni indizi per smascherarli: • lo sguardo orgoglioso di chi ha conquistato alte cime. La prima domanda che vi sentirete rivolgere è “A che altitudine siamo qui?” • l’abbigliamento tipico, che per lo più si presenta nelle seguenti tipologie: il “super-tecnico”, che andrebbe bene anche per un 4000; il “camicia scozzese” liberamente ispirato al nonno di Heidi; “il mocassino”, un grande classico che non tramonta mai; e per finire non mancano nel periodo estivo esemplari femminili, e non, in infradito e variopinti pareo • il piglio perentorio, di chi è abituato ai migliori ristoranti. Di fronte all’esiguo menu del ristoro spalanca gli occhi ed esclama: “Ma come? Pasta al ragù? Non c’è qualche sughetto particolare?” • il sorriso da amicone: come se ad un

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tratto si scoprisse improvvisamente vostro caro amico, di fronte ad una fila di 20 persone alla cassa, con un tono tra l’ingenuo e lo scocciato vi chiede: “Ma… non dovrò fare lo scontrino per un caffè?!” • la cattiva memoria (o amnesia fulminante), che lo costringe a dimenticare piatti e rifiuti nel prato dove ha appena trascorso la giornata. Fate attenzione, potrebbe presentarsi di tutto. Spesso il nuovo escursionista è molto attento e non vuole perdersi il meglio. Perciò scruta nei piatti degli altri avventori, cercando di decifrarne le specialità. Eccolo così che chiede al banco una particolare tipologia di formaggino che non è in vendita - e non lo è mai stata. Evitate di contraddirlo, perché potrebbe minacciarvi di farvi licenziare (anche se, come volontari, non ricordate di essere mai stati assunti!) Il nuovo escursionista è anche un ottimo motivatore, sa far leva sulla sottile competizione che potrebbe creare tra squadre di servizio diverse per poter ottenere ciò che più gli pare. Capita infatti di sentirsi dire “Domenica scorsa l’altro gruppo che aveva il turno ci ha cucinato le l a s a gne….”oppure “Ma oggi non ci sono i pizzoccheri? L’ultima volta che sono stata qui li ho mangiati con tanto gusto…”. E non deludete quello che, essendosi alzato a mezzogiorno, è giunto al ristoro solo alle 3 del pomeriggio; resterebbe alquanto stupito dal sapere che a quell’ora sono disponibili solo piatti freddi . Tanto quanto quell’escursionista che affac-

ciandosi al ristoro sul far della sera, vedendovi con lo spazzolone in mano, il pavimento bagnato e le sedie sul tavolo sorpreso vi chiede: “Siete chiusi????” È che non sempre ha ben chiaro dove si trovi e con chi abbia a che fare. Se poi viene dalla “grande città”, non sempre capisce…e allora vi chiede “Voi abitate qui (con le caprette)? Ogni tanto scendete a valle?”. È un po’ il cliente “romantico”, che si innamora di tutto: delle tendine alle finestre, delle magliette coi mandorli in fiore, del camino che va, finanche della carta sui tavoli… e quando scopre che c’è la polenta quasi si commuove. L’”esigente” invece fatica ad adattarsi e non capisce perché non possa prenotare un posto su internet, perché la pasta è pronta solo a mezzogiorno, perché la cioccolata non è densa e il tè è già zuccherato…e soprattutto “Adesso cosa do da mangiare ai miei figli che hanno fame? Non c’è il prosciutto cotto????”. E quando le domeniche si fanno affollate non c’è più niente che lo tenga, lo spirito di sopravvivenza fa emergere i suoi istinti peggiori e allora inventa trucchi per saltare la fila alla cassa, aizza risse nella folla che attende dentro il bar, sfodera insulti ai baristi che lo fanno aspettare ed entra direttamente in cucina per fare una scenata al … “titolare”!? Di fronte a questi clienti, divertenti, fastidiosi, pittoreschi, i volontari di San Tomaso rispondono più o meno così: li accolgono con un sorriso, gli danno tutto quanto disponibile e, quando è proprio il caso, ci fanno sopra una risata.


ESPERIENZE DEI SOCI

LA PATAGONIA Un sogno realizzato Colomba e Stefano erra di spazi infiniti, spesso battuta dal vento (non è stato il nostro caso). Attraversandola, incontri all'improvviso greggi che pascolano nella pianura. E vedi chilometri di filo spinato che segnano i confini delle grandi "Estancias", luoghi isolati abitati da milioni di pecore e dai silenziosi gauchos che qui restano per mesi. Terra di montagne, belle e imponenti, che sono a tutti note: Torres del Paine, CerroTorre, Fitz Roy. Abbiamo compiuto impegnative escursioni di avvicinamento per ognuna di queste cime, ma l'emozione più grande l'abbiamo provata quando, ritornando dal Fitz Roy verso il grazioso paesino di El Chalten, siamo riusciti a trovare la piccola cappella eretta a ricordo degli alpinisti deceduti durante le ascensioni. I nomi di Paolo Crippa ed Eliana De Zordo facevano parte di un lungo

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elenco. In quel momento, simbolicamente, tutti i soci OSA erano presenti nel ricordare gli amici scomparsi. E poi, esperienza unica: il Perito Moreno. È apparso quasi all'improvviso davanti ai nostri occhi con un fronte azzurro alto più di 60 metri e largo circa 5 chilometri, fatto di blocchi, crepacci e pinnacoli a perdita d'occhio. Sembrava un mare in tempesta, 60 chilometri quadrati di ghiaccio, quasi si fosse davanti ad un immenso fiume cristallizzato, apparentemente immobile. In realtà il ghiaccio si muove e la prova sono gli improvvisi boati provocati dal crollo di pezzi di parete nelle acque gelide del lago argentino. La nostra ramponata sul ghiacciaio è iniziata con una giornata bellissima e mite.

Dopo le spiegazioni geologiche e le raccomandazioni delle guide di restare vicini, è arrivato l'atteso momento. Indossati i ramponi, modello vecchissimo, abbiamo iniziato a mordere il ghiaccio con le punte, per tre ore su e giù fra crepacci, gobbe, laghetti, pozzi glaciali, sempre in totale sicurezza. A fine percorso ci hanno fatto trovare cioccolatini e whisky. Escursione indimenticabile, soprattutto per i colori e quel blu che rimarrà a lungo nei nostri occhi. Da questo viaggio in Patagonia ci aspettavamo molto e sinceramente le esperienze vissute hanno abbondantemente superato le aspettative.

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ESPERIENZE DEI SOCI

UNA BELLA CAMMINATA Trekking Introbio-Val Badia (11 giorni) Renato opo tanti anni che vado in vacanza alle Dolomiti in auto, ho pensato di andarci una volta a piedi percorrendo i sentieri di montagna. Ho preparato l'itinerario consultando le cartine e scegliendo un percorso che passasse per dei rifugi dove avrei potuto dormire, evitando ghiacciai e passaggi pericolosi essendo da solo. Nonostante fosse l'inizio di luglio il meteo non mi è stato troppo favorevole, ma sono riuscito a rispettare le tappe previste.

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Un brindisi all’arrivo

Lago d’Arno

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ESPERIENZE DEI SOCI È stata una bellissima esperienza e a conclusione del mio trekking in Val Badia sono stato accolto simpaticamente da Gio e dalla Famiglia Devall a suon di fisarmonica e birra.

Breve descrizione del trekking: 4 luglio: Introbio - Passo S. Marco (Val Biandino - Rif.S.Rita - Pizzo Tre Signori - Rif.Benigni - Passo Salmurano Passo S.Marco)

5 luglio: Passo S.Marco - Rif.Calvi (P.della Porta - Forcella Rossa - Passo di Lemma - Cima di Lemma - Passo Tartano- Laghi e passo Porcile - Foppolo Passo della Croce - Rif.Baitone Rif.Calvi) 6 luglio: Rif.Calvi - Rif.Curò (P. di Valsecca - Bivacco Frattini- Rif.Baroni - Rif. Merelli - Rif.Curò) 7 luglio: Rif.Curò - Passo del Vivione (P:Bondione - P. dei Lupi - Rif.Tagliaferri - P. Vò - P. Demignone - P. e laghi del Veneracolo - P. del Gatto - P.Vivione)

8 luglio: Passo del Vivione - Rif. Val di Fumo (Val Savione - lago D'Arno - P.Campo Rif. Val di Fumo)

9 luglio: Rif.Val di Fumo - Carisolo (P. delle Vacche - Rif.Carrè Alto - Val Barzago - Val Seniciaga - Val di Genova - Carisolo)

10 luglio: Carisolo - Val di Non (Madonna di Campiglio - P.Grostè Lago di Tovel - Tuenno)

11 luglio: Val di Non - Santuario Madonna di Pietralba (P. della Mendola - Caldaro - Laives Santuario di Pietralba) 12 luglio: Santuario Madonna di Pietralba - Passo di Costalunga (P.Lavazè - P.Pampeago - Obereggen lago di Carezza - P.di Costalunga)

13 luglio: Passo di Costalunga Rif.Sasso Piatto (Rif.Roda de Vail - Rif.Vaiolet - P.Principe - Rif.Tires - Rif.Sasso Piatto) 14 luglio: Rif.Sasso Piatto - Antermoia Val Badia (Rif.Vicenza - S.Cristina Val Gardena Rif.Firenze - Rif.Genova - P.delle Erbe Antermoia)

Gran Fondo 2012 Renato e Giovanna

MARCIALONGA Pur essendo la sua 39esima edizione è sempre un piacere parteciparvi e assistervi. Quest’inverno la neve era in ritardo, ma i 70 Km del percorso classico sono stati innevati con neve artificiale che l’organizzazione ha preparato con cura. Sabato siamo passati alla segreteria di Cavalese per il ritiro del pettorale, ma soprattutto per cercare di capire quale sciolina usare. I pareri erano diversi in quanto il tempo era nuvoloso, si preannunciava un po’ di neve nella notte e la temperatura non era freddissima; si è rimandata quindi la sciolinatura prima della partenza. Dopo aver guardato gli stand dell’abbigliamento sportivo e aver salutato alcune persone conosciute l’anno precedente alla Lapponia Hiito, ci siamo recati all’hotel dove ci aspettava un’abbondante cenetta. Domenica sveglia alle 6,30 e preparazione degli sci: la temperatura era - 7° e si è scelta la klister perchè in giornata si prevedeva un rialzo termico. Colazione a buffet e poco prima delle 8 eravamo in zona partenza a Moena. I concorrenti erano 7200, di cui 5000 stranieri che prediligono questo tipo di gare a tecnica classica. Lo start per il primo gruppo viene dato alle 8,15 e per gli altri gruppi circa ogni 10 minuti.

La sciolina andava abbastanza bene, ma già sapevo che non poteva durare tutta la gara; infatti la neve era molto variabile. La Marcialonga è l’unica gara di gran fondo così seguita dal pubblico perchè attraversa i paesi delle valli di Fiemme e Fassa e l’incitamento aiuta a non cedere nei momenti di stanchezza. Dopo i primi 20 Km. che salgono a Canazei, si ridiscendono le valli di Fassa e Fiemme fino a Molina; poi con una salita molto impegnativa negli ultimi 3 Km. si raggiunge il traguardo di Cavalese. Anche se stanchi, la soddisfazione è uguale per tutti, dal primo all’ultimo classificato.

TARTU MARATON E dopo la Marcialonga si va in Estonia! A Tartu eravamo stati otto anni fa, ma purtroppo la gara era stata annullata per poca neve e quindi c’era la voglia di riprovarci. Il giorno precedente la gara abbiamo sciato a Elva, piccolo centro abitato con grandissime distese di boschi e pianure dove è posto l’arrivo. Domenica mattina trasferta in pullman per il centro del fondo di Otepaa, luogo di partenza della gara. Temperatura a - 10° e folate di vento forte con nevischio. La partenza nello stadio è stata spettacolare e il percorso un continuo saliscendi passando tratti boscosi e prati ben innevati. Dopo 63 Km l’arrivo è posto in una grande radura ben attrezzata. Tra gli 8.000 partecipanti, da lontano ho riconosciuto Renato al quale ho scattato una bella foto. È seguito il pasto caldo, ma all’aperto sotto una bufera. Contento della gara, siamo rientrati a Tartu soddisfatti.

Un momento della Marcialonga

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ESPERIENZE DEI SOCI

Respirare l’aria degli 8000 MANASLU 8163 Stefano Perego

utto è cominciato quasi per gioco. Eravamo a S. Pietro al Monte e Roberto mi invitava a partecipare ad un trekking sul Manaslu. Ero titubante, ma Colomba mi ha spinto ad accettare e a prepararmi per questa esperienza più unica che rara. Il mio viaggio inizia con dieci ore di volo che mi portano a Katmandu. Mi ritrovo in una città enorme, tremilionicinquecentomila abitanti, un caos colossale: macchine, moto, camion in un ingorgo mai visto e purtroppo tanta, tanta, tanta immondizia che contrasta con i templi e le costruzioni del dodicesimo e tredice-

T

Campo base (4856 m)

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simo secolo. Edifici che sono stupendi e rispecchiano un passato di storia ed arte. Il giorno successivo si parte con un pulmino a trazione 4x4 (meno male!!!), ci immettiamo nel traffico su strade sterrate e piene di buche; dopo otto ore saliamo su una jeep e il viaggio si fa sempre più accidentato su mulattiere. Verso sera raggiungiamo il primo lodge dove mangiamo quello che sarà per me una costante: riso, lenticchie e qualche patata (dal-bat). Il mio pensiero va al mattino successivo, quando finalmente inizierà il trekking.

Durante tutto il percorso si cammina circa sei/sette ore al giorno per arrivare al villaggio di Sama-Goan, situato sotto il Manaslu, a circa 3600 metri di altezza; ci sono voluti undici giorni di cammino. Su sentieri stretti e gole attraversate da ponti sospesi con funi di acciaio è un continuo incontrare carovane di muli stracarichi di materiale per i villaggi e i lodge. I contadini che incrociamo sul nostro percorso si dimostrano sempre molto cordiali con noi, specialmente i bambini, ai quali distribuivo biscotti, caramelle e tutto quello che di commestibile avevo nello zaino. La mattina del dodicesimo giorno, quello che aspettavo con più ansia, saliamo al campo base a quasi quota 5000 metri. Con la bocca spalancata e gli occhi pieni di queste cime, come fare a non ringraziarti Colomba? Mille grazie per avermi convinto!


Di buon’ora partiamo in sei con due sherpa, i portatori non salgono. Il sentiero in salita si fa più ripido e i metri di dislivello sono circa 1300, più o meno a seconda delle cartine (ma comunque tanti) e la quota si fa sentire eccome!!!! Ci vogliono circa quattro o cinque ore per raggiungere il campo base sopra i serracchi e quello che si presenta ai nostri occhi è un panorama mozzafiato.Tutte le bandierine delle preghiere, portate nelle varie spedizione alpinistiche, sventolano su dei pali sostenuti da cumuli di sassi. Sopra tutto questo il Manaslu, in tutta la sua imponenza. QUI SI RESPIRA DAVVERO L’ARIA DEGLI 8000!!! Ci stringiamo la mano in segno di fratellanza, fermandoci il tempo necessario per ammirare il panorama e scattare delle foto. Dopo qualche minuto, la guida ci esorta a rimetterci gli zaini e cominciare la discesa. Avrei voluto tantissimo proseguire anziché scendere, ma per raggiungere i campi uno e due che sarebbero stati alla mia portata, avremmo dovuto passare la notte in questo campo base e si-

stemare diverse scale per poter passare sopra i serracchi. Questo non era stato previsto, non rientrava nel nostro trekking. Quindi, dopo un pensiero a Colomba e un messaggio col cellulare, abbiamo cominciato la discesa. Se devo essere sincero, ogni tre passi mi voltavo immaginando come sarebbe stato meraviglioso poter salire.

Il trekking è poi proseguito il giorno successivo, raggiungendo il passo Larkey posto a quota 5200 metri. La destinazione finale è stata poi di nuovo Katmandu. Un ricordo particolare va all’amico sherpa Ciulding che ha al suo attivo otto salite al CHO OYU, tre salite sull’EVEREST e al campo tre del MANASLU. A mani giunte gli dico NAMASTE. CROCIATINO 2012 · 53


NATURA E AMBIENTE

Perché i ghiacciai si ritirano? Andrea Rusconi cendendo dal Gran Paradiso uscì la questione dello scioglimento dei ghiacciai. Alberto mi disse: “Vent’anni fa il ghiacciaio del Gran Paradiso partiva da molto più in basso, hanno dovuto modificare la normale che sale dal Vittorio Emanuele. Ora la parte iniziale è tutta crepacciata ed è impossibile passarci. Sempre vent’anni fa si poteva salire la nord del Ciarforon salendo dal ghiacciaio che dalla base giunge fino in cima, ma ora è crollato tutto e non si può più scalare”. La settimana prima avevo salito la Dent D’Herens; anche lì la normale si è “sciolta” e ora è stata spostata sulla cresta ovest: agibile ma molto più difficile. Se volete vedere con i vostri occhi il ritiro dei ghiacci vi consiglio di far visita al ghiacciaio del Morterasch in Engadina, dove dei cartelli indicano i punti in cui precedentemente si poteva calpestare il ghiaccio, accompagnati dal relativo anno.

S

Ghiacciaio del Gran Paradiso

Nel 2011 i ghiacciai si sono ritirati in media di 17 metri, nel 2010 di 14 metri con un abbassamento di spessore superiore ai 2 metri. Alcune registrazioni hanno calcolato un arretramento di 8 cm in un solo giorno! Entro fine secolo potrebbero scomparire il 75% dei ghiacciai alpini e il 70% di quelli neozelandesi. La dissoluzione di buona parte del Polo Sud entro il 3000 avrebbe come conseguenza un innalzamento del livello del mare di ben 4 metri. Parlare dello scioglimento dei ghiacci significa automaticamente parlare dell’effetto serra, considerato il suo maggior responsabile. L’effetto serra è un sistema naturale del pianeta; se non ci fosse la terra sarebbe molto più fredda e sarebbe impossibile viverci. Negli ultimi 50 anni, con l’avvento dell’industrializzazione, l’uomo ha immesso in atmosfera una gran quantità dei cosiddetti gas serra (CO2, metano, CFC, NO2) che hanno aumentato la temGhiacciaio del Careser, gruppo Ortles-Cevedale - 1967-2009 peratura media terrestre di

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0,5 °C. Mai prima d’ora in un lasso di tempo così breve la temperatura terrestre è cambiata. Ma questo non vuol dire che è sempre stato così. Oggi ci troviamo in un tempo post glaciale cioè un’epoca dopo la fine di una glaciazione terminata circa 10.000 anni fa. In questo periodo favorevole la specie umana si è evoluta fino a oggi. In questo tempo la temperatura è cambiata molte volte: tra il 1500 e il 1800 è avvenuta la cosiddetta piccola era glaciale, durante la quale i ghiacciai alpini si sono espansi. Durante l’era d’oro dei Romani il clima era molto più favorevole rispetto ad oggi. Avete mai visto una scultura o un dipinto di un romano vestito con abiti invernali? Ricoperti di pellicce? No, solo in toga estiva. Per farvi un’idea pensate che in Inghilterra si riusciva a coltivare l’ulivo e Annibale con i suoi 37 elefanti attraversa indisturbato le Alpi in pieno inverno. Poi la temperatura inizia a scendere: le terre più a nord diventano meno produttive, inizia la carestia e le popolazioni germaniche scendono verso sud per trovare cibo. Popoli a loro volta spinti ancor di più dagli Unni, anche loro in cerca di nuove terre da razziare. Le truppe romane si ritirano dall’Inghilterra e le invasioni barbariche continuano. Roma, il simbolo della civiltà, viene sac-


(carbonio organico volante) la situazione peggiora maggiormente. Ma allora c’è una soluzione allo scioglimento dei ghiacci o continuerà a peggiorare? Nessuno saprà cosa accadrà di preciso nei prossimi 50 anni, ma sicuramente è meglio iniziare fin da subito a pensare di risolvere il problema. Ad esempio negli ultimi anni, soprattutto dopo il Protocollo di Kyoto, si sta cercando di ridurre le emissioni. Bisogna sempre più utilizzare fonti energetiche rinnovabili (solare, eolico) e ricercare tecnologie sempre meno inquinanti.

Ghiacciaio del Morterasch in Engadina

cheggiata. Insomma il più grande impero del mondo crolla ed inizia il Medioevo, cioè l’età di mezzo, ma anche la più fredda. Quindi anche nel passato la temperatura era molto più calda rispetto all’attuale, anche se ovviamente i Romani non inquinavano come noi. Questo non annulla il problema perché certamente la colpa non è completamente da attribuire al ciclo naturale del nostro pianeta, visto che le ultime ricerche indicano un aumento mostruoso dei gas serra nell’atmosfera. Si teorizza anche che il ritiro dei ghiacci non sia dovuto all’aumento della temperatura, ma semplicemente allo spostamento delle precipitazioni. Infatti non tutti i ghiacciai al mondo sono in decadenza. Nevica meno sulle montagne e quando nevica verso marzo la neve è più calda e crea ancora più danni. Oggi si è addirittura inventato di ricoprire i ghiacciai con teli geotermici (bianchi per non attirare il calore) e si è visto che la tecnica funziona. È difficile capire il vero meccanismo che regola tutto questo, ma si è certi che lo scioglimento di tutti i ghiacciai e della calotta artica porterebbe all’innalzamento del livello dei mari anche di un centinaio di metri. Una maggiore temperatura porterebbe a diminuzione delle terre coltivabili, aumento delle tempeste, aumento dei processi di biodegradazione (più rilascio di CO2 e quindi ancora più gas serra); ma nello stesso momento un aumento della nuvolosità, della presenza di particelle in atmosfera e quindi un abbassamento della temperatura. Un altro problema molto sentito nello scorso secolo era il buco dell’ozono, non

si tratta di un vero e proprio foro nello strato di ozono (come molti credono) ma di un suo assottigliamento. Questo provoca un maggior passaggio dei raggi UV pericolosi per la nostra salute. QueGhiacciaio dei Forni sto era dovuto ai CFC (clorofluorocarburi) delle sostanze inserite nelle bombolette Le escursioni in montagna ci permettono di spray oggi bandite. Attualgodere dello splendore della natura. mente si usano gli HCFC meno pericolosi ma anTroppo poco ci si ferma a pensare che l’amch’essi dannosi, perché perbiente che ci circonda, per rimanere intatto, mangono per molto tempo debba essere preservato, prima di tutto, dalnell’ambiente. l’inciviltà dell’uomo. Un altro fattore di inquinaI dati che seguono ci possono ricordare mento che attanaglia l’Eucome, anche quello che può sembrare un ropa è la presenza di ozono gesto da poco, può danneggiare molto la troposferico, da non connostra terra e contaminare irrimediabilfondere con il buco delmente la natura. l’ozono. Questo gas proEcco i tempi di decomposizione di... voca dei danni alle coltiva• Fazzoletto di carta: da 3 a 6 mesi zioni e alla nostra salute. È • Filtro di sigaretta: 2 anni un problema che si pre• Giornale: da 4 a 12 mesi senta d’estate, perché le• Lattina: da 20 a100 anni gato alle condizioni me• Bottiglie di plastica: da 100 a 1000 anni teorologiche e si forma • Gomma da masticare: 5 anni dopo una serie di reazioni • Sacchetto di plastica: da 100 a 1000 anni chimiche. Difficile da risol• Scheda telefonica: 1000 anni vere perché è dovuto mag• Fiammiferi e cerini: 6 mesi giormente agli scarichi del• Vetro: oltre 4000 anni le auto e industriali le qua• Pannoloni: 450 anni li immettono NOx (ossidi di azoto). Se poi c’è presenza Davide Dell’Oro di foreste/boschi che rila(dati presi dalla rivista : “Funghi & tartufi” n.9) sciano naturalmente VOCs

L’inciviltà dura a lungo

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Tutto sull’O.S.A. • La società ricorda la socia Paola Stefanoni ed è vicina a tutta la sua famiglia • Il 31 marzo si sono tenute presso il Centro Culturale Fatebenefratelli le premiazioni dei Campionati Sociale e Intersociale di Sci Alpino, con la proiezione delle foto ad opera del Gruppo Fotografico di Valmadrera. • Condoglianze al socio Giulio Dell’Oro per la scomparsa della mamma Agnese • Le nostre congratulazioni alla socia Pamela Milani per la nascita della secondogenita Matilde • La Consulta dello Sport ha previsto per la notte bianca di Valmadrera il 16 giugno (dalle 20 alle 24) degli spazi di presentazione per le Società sportive: l’Osa era presente con un proprio gazebo in via Manzoni. • Sentite condoglianze ai soci Luigi e Mariangela Rusconi per la perdita del padre Giuseppe • Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si è svolto il suggestivo “Gir di Sant”, che ha fatto tappa anche a S.Tomaso. • L’Osa porge le condoglianze a Maria Celeste Castagna per la scomparsa del fratello Antonio • Felicitazioni vivissime alla socia Chiara Longhi che si è unita in matrimonio a Gabriele Ghelfi • Mercoledì 27 giugno la Società, in collaborazione con il Naturopata Paolo Casiraghi, ha organizzato un evento dal tema: “La corretta alimentazione per lo sportivo, l’incremento delle prestazioni, la giusta integrazione alimentare”presso il Centro Giovanile. • La società ricorda i soci scomparsi Giulio Fumagalli, Tullio Altomare, Giambattista Anghileri, Erminia Crimella, Giuseppe Brusadelli, Ugo Bordone, Claudio Valsecchi, Vittorio Aldeghi.

. A . S . O ’ l l e d io l g Il Consi augura ie l ig m a f o r o l e l l a e i c so ai Buon Natale e Felice Anno Nuovo

• Condoglianze al socio Angelo Airoldi per la perdita della sorella Maria • L’Osa si congratula con il socio Dennis Redolfi per l’arrivo della primogenita Alice • Le nostre condoglianze al socio Serafino Platani per la scomparsa del fratello Giovanni • Condoglianze alla socia Wilma Rusconi per la perdita della madre Francesca • Congratulazioni a Nives Gritti che quest’anno si è unita in matrimonio con Antonio Morstabilini • Anche alla socia Giovanna Corti vanno le nostre sentite condoglianze per la scomparsa del padre Domenico

ORGANIZZAZIONE SPORTIVA ALPINISTI

• Come è ormai consuetudine sono stati svolti i lavori di pulizia sentieri e torrenti da parte di soci volontari • L’Osa è vicina al socio Francesco Rondinelli per la scomparsa della figlia Margherita • Fiocco rosa in casa dei soci Luca Chissotti e Viviana Marolda a cui vanno i sentiti auguri della società

Aff. F.I.E. Aff. F.I.S.I. Aff. F.I.D.A.L.

• Il 21 ottobre si è tenuta l’iniziativa “Vivi il Moregallo” • Condoglianze al socio Alberto Manzi per la perdita del padre Angelo • Congratulazioni ai soci Cristian Corti e Manuela Milani per la nascita del secondogenito Simone • Il 16 novembre la Consulta dello Sport ha organizzato una serata di presentazione delle associazioni locali. Anche l’Osa ha partecipato presentando la propria attività con filmato e intervista. • Congratulazioni al socio Michele Rusconi per la nascita della figlia Noemi

23868 VALMADRERA (Lecco) Via Bovara, 11 Tel. 0341 20.24.47 osavalmadrera@tiscali.it www.osavalmadrera.it Orario segreteria Martedì e Venerdì dalle 21 alle 23


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