Economia e Società 2019

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CENTRO REGIONALE DI STUDI E RICERCHE ECONOMICO-SOCIALI Istutuito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO EDIZIONE 2019


Il CRESA, Centr o regionale di studi e ricerche economico-sociali è stato istituito dalle Camere di Commercio d'Abruzzo nel 1968. Svolge studi, indagini e ricerche sull'economia della regione e sulle prospettive di sviluppo anche per conto delle Camere di Commercio e di altri Enti Pubblici.

Presidente Consiglio di Amministrazione

Lorenzo Santilli Celso Cioni Stefano Maccallini Lorenzo Santilli

Direttore

Antonella Di Stefano

Sede legale: Sede provvisoria:

L'Aquila, Corso Vittorio Emanuele II, 86 L'Aquila, Via degli Opifici, 1 Tel. 0862.25335 e-mail: info@cresa.it sito web: www.cresa.it

La presente pubblicazione è stata redatta da: Matilde Fiocco (parte II, capitoli 1.3, 3.1); Concettina Pascetta (capitoli 1.1, 1.2 e 3.2); Valerio Tempesta (capitolo 3.3)

Elaborazione statistica Antonio Mancini

Si ringrazia l'Assessorato al Turismo della Regione Abruzzo per la collaborazione.

ISSN 2038-8918 Si autorizza la riproduzione, la dif fusione e l'utilizzazione anche parziale del volume con l'obbligo della citazione della fonte.

2019 - CRESA CENTRO REGIONALE DI STUDI E RICERCHE ECONOMICO SOCIALI - L'Aquila


INDICE

Presentazione.................................................................................................................................... 5 PARTE 1 IL SISTEMA ECONOMICO 1.1 L’economia dell’Abruzzo nel 2018............................................................................................ 9

1.1.1 Lo scenario economico internazionale....................................................................... 9 1.1.2 Lo scenario economico nazionale........................................................................... 10 1.1.3 L’economia regionale.............................................................................................. 10

1.2 La struttura produttiva............................................................................................................... 17

1.2.1 Le imprese.............................................................................................................. 17

1.2.2 I settori produttivi..................................................................................................... 23

1.3 Il commercio internazionale..................................................................................................... 47

1.3.1 Il quadro internazionale e regionale........................................................................ 47 1.3.2 Il commercio estero dell’Abruzzo............................................................................. 50 1.3.3. L’andamento delle esportazioni a livello provinciale................................................ 58

PARTE 2 IL MERCATO DEL LAVORO 2 Il mercato del lavoro.................................................................................................................... 71

PARTE 3 DEMOGRAFIA E SOCIETA’ 3.1 Il profilo socio demografico...................................................................................................... 79

3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.1.5

L’andamento demografico....................................................................................... Il bilancio demografico........................................................................................... Gli stranieri in Abruzzo........................................................................................... La struttura per età................................................................................................... Gli indicatori di struttura..........................................................................................

79 80 82 88 92

3.2 Il ruolo della cultura nello sviluppo economico abruzzese............................................................ 97

3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 3.2.5

Introduzione............................................................................................................ 97 La cultura nell’economia italiana.............................................................................. 97 La cultura nell’economia abruzzese....................................................................... 101 L’offerta e la domanda di cultura in Italia e in Abruzzo........................................... 103 Conclusioni.......................................................................................................... 108


3.3 Benessere Equo e Sostenibile (BES): il posizionamento dell’Abruzzo ......................................... 111 attraverso un’analisi degli indicatori

3.3.1 Premessa.............................................................................................................. 111 3.3.2 La nostra analisi.................................................................................................... 113 3.3.3 Conclusioni.......................................................................................................... 115

Indice delle figure nel testo............................................................................................................ 123 Indice delle tabelle fuori testo.........................................................................................................125

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PRESENTAZIONE Con la pubblicazione del presente volume prosegue l’attività, ormai più che cinquantennale, di monitoraggio dell’economia e della società abruzzese che il CRESA svolge come mission istituzionale. Pertanto il CRESA si configura come fornitore qualificato per soggetti pubblici e privati di dati, informazioni, analisi e studi utili in particolare all’attività di programmazione delle Amministrazioni pubbliche. La presente edizione di “Economia e Società in Abruzzo” è composta dalle tradizionali tre parti dedicate al sistema economico, al mercato del lavoro e alla società regionale. L’analisi tratteggia dopo anni di difficoltà l’immagine di un Abruzzo che si sta incamminando sulla strada del superamento del periodo di crisi che ha interessato l’economia nazionale e internazionale negli ultimi anni, sebbene i segnali siano ancora deboli e non consolidati. Secondo le stime dell’Istituto Tagliacarne, in Abruzzo nel 2018 l’attività economica è cresciuta moderatamente ma sembra in fase di recupero rispetto agli ultimi anni considerando che l’incremento del valore aggiunto è stato dell’1,5%, più contenuto rispetto all’aumento medio nazionale (+1,7%), ma migliore dell’andamento medio rilevato a partire dal 2010. Anche il sistema imprenditoriale sembra mostrare segnali di recupero considerando che per la prima volta dopo sei anni le imprese attive riprendono ad aumentare (+0,2%). Tale andamento conferma le previsioni effettuate lo scorso anno sulla base del favorevole andamento osservato dalle iscrizioni e dalle cancellazioni. Allo stesso modo, i risultati positivi delle iscrizioni (+2,2%) e delle cancellazioni (-3,2%) del 2018 ci permettono di ipotizzare con una certa fiducia un miglioramento della dinamica imprenditoriale anche per l’anno prossimo. Continua la diminuzione delle imprese nella quasi totalità dei settori di attività economica, ad eccezione soprattutto dei servizi non commerciali, in particolare quelli turistici, così come perdura il processo di rafforzamento del sistema imprenditoriale attraverso la flessione delle imprese giuridicamente meno strutturate e il consolidamento di quelle più strutturate e concorrenziali sui mercati internazionali. I dati Istat riguardanti le esportazioni confermano che la regione sta attraversando una fase positiva. Nel corso dell’anno il commercio estero dell’Abruzzo ha visto attestarsi intorno agli 8,7 miliardi di euro il valore delle esportazioni, con un incremento del 3,9% rispetto all’anno precedente (Italia: +3,1%). Nonostante tale buona performance, l’apporto delle vendite estere regionali sul totale nazionale resta stabile rispetto all’anno precedente e si conferma al 2%. Le forze di lavoro ammontano a 559 mila unità, 3 mila in più rispetto all’anno precedente. Esse sono costituite da 499 mila occupati (8 mila in più rispetto all’anno precedente) e da 60 mila disoccupati (-5.000 rispetto al 2017). Il tasso di occupazione è del 58% (56,8% nel 2017), quello di disoccupazione del 10,8% (11,7% nel 2017). La società regionale risulta composta al 31 dicembre 2018 da 1.311.580 residenti, 3.616 in meno rispetto all’anno precedente cui corrisponde un decremento rispetto al 2017 del 2,7‰ quale risultato di una dinamica naturale negativa (-4,4‰) e di una crescita migratoria lievemente positiva (+1,7‰). Gli stranieri rappresentano il 6,8% del ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

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totale dei residenti (Italia: 8,7%). Gli indicatori di struttura della popolazione indicano un peggioramento della situazione con un aggravio del carico sociale ed economico riconducibile all’aumento della popolazione anziana. La parte relativa alla società regionale, oltre alla descrizione del profilo demografico, approfondisce il ruolo della cultura nell’economia regionale e il livello di benessere di tipo equo e sostenibile di cui godono i cittadini abruzzesi. La cultura svolge un ruolo importante ma non fondamentale nello sviluppo economico abruzzese, meno incisivo di quanto osservato mediamente in Italia e molto in ritardo rispetto ai territori eccellenti. Il peso della componente culturale nel sistema delle imprese, nel valore aggiunto prodotto e nella spesa turistica colloca la regione tra quelle meridionali. La misura del benessere equo e sostenibile (BES) pone l’Abruzzo in una posizione di vantaggio rispetto alle regioni del Mezzogiorno, collocandosi alla 14° posizione della graduatoria nazionale. Il nostro territorio emerge in particolare per ambiente, innovazione ricerca e creatività.

Il Direttore Antonella Di Stefano

Il Presidente Lorenzo Santilli


Parte I

IL SISTEMA ECONOMICO



1.1 L’ECONOMIA DELL’ABRUZZO NEL 2018 1.1.1 LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE

Il Fondo Monetario Internazionale ha osservato nel 2018 una crescita dell’economia mondiale del 3,6%, in rallentamento rispetto a quanto osservato negli anni precedenti. Se le economie avanzate sono rimaste attardate sul +2,2%, quelle emergenti e in via di sviluppo hanno sperimentato un andamento migliore raggiungendo il +4,5%, anch’esso però in fase di decelerazione. Nei paesi sviluppati al rafforzamento degli Stati Uniti, dovuto agli effetti espansivi della riforma fiscale, si accompagna un rallentamento generalizzato legato al calo di fiducia di consumatori e imprese, alla flessione della produzione automobilistica in Germania, al calo degli investimenti in Italia e delle vendite al dettaglio in Francia e all’indebolimento della domanda estera soprattutto proveniente dalle economie emergenti asiatiche. Nelle principali economie emergenti il rallentamento della crescita economica è legato, tra gli altri, alla stretta normativa finalizzata a frenare il debito in Cina, ma anche alle tensioni tariffarie con gli Stati Uniti, agli squilibri macroeconomici in Argentina e Turchia e alle tensioni geopolitiche nel Medio Oriente. Anche il commercio internazionale, sebbene aumenti (+3,8%) più del Pil, è in fase di rallentamento, con una crescita delle esportazioni più marcata nei paesi emergenti (+5,6%) rispetto a quelli sviluppati (+3,3%). La decelerazione globale è dovuta al rallentamento del processo di integrazione commerciale per il fatto che le spinte protezionistiche stanno prevalendo sui processi di liberalizzazione. I prezzi delle materie prime hanno proseguito la fase di ripresa già riscontrata negli anni precedenti. Cresce anche il prezzo del petrolio, a causa del taglio alla produzione di alcuni paesi esportatori. Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2019 vedono un ulteriore rallentamento della crescita globale (+3,3%) che per le economie sviluppate raggiunge il +1,8%, effetto dell’indebolimento della Germania (+0,8%), della Francia (+1,3%) e dell’Italia (+0,1%). Per i paesi emergenti e in via di sviluppo le previsioni sono di una crescita più consistente (+4,4%) che premia India (+7,3%) e Cina (+6,3%) rispetto a Brasile (+2,1%), Messico (+1,6%) e alcuni paesi esportatori di petrolio come Nigeria (+2,1%) e Arabia Saudita (+1,8%). Tra le economie sviluppate, in particolare, anche l’area euro ha subito un certo rallentamento nel 2018, considerando che il Pil è aumentato dell’1,8% rispetto al +2,4% del 2017, a causa principalmente dell’indebolimento della domanda estera e della domanda interna (investimenti fissi lordi). Il mercato del lavoro ha continuato a migliorare, sebbene in misura differenziata tra i diversi paesi, mentre l’inflazione si è mantenuta modesta per il debole sostegno della domanda aggregata, nonostante la crescita dei salari. Le previsioni Ifo-Istat-KOF vedono per il 2019 nell’area euro rischi al ribasso relativi, tra gli altri, all’incertezza della gestione della Brexit e all’introduzione da parte degli Stati Uniti di nuove tariffe su autovetture provenienti dai paesi europei. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

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Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale elaborate ad aprile vedono per il 2019 un ulteriore rallentamento (+1,3%) mentre il 2020 dovrebbe registrare un’inversione di tendenza con una ripresa della crescita (+1,5%). 1.1.2 LO SCENARIO ECONOMICO NAZIONALE

Nel 2018 il recupero dell’economia italiana verificatosi a partire dalla metà del 2013 ha perso slancio, risultando in una crescita dell’economia ampiamente inferiore a quella inizialmente prevista, principalmente per il rallentamento delle esportazioni e la riduzione dei piani di investimento per le incertezze dovute alle spinte protezionistiche. Il Pil misurato in volume ha segnato un aumento dello 0,9% (+1,7% a prezzi correnti) che ha riguardato, sebbene in modo disomogeneo, tutte le aree del paese essendo trainato dalle regioni settentrionali (secondo l’Istat +1,4% nel Nord Est e +0,8% nel Nord Ovest) rispetto al Centro (+0,8%) e al Mezzogiorno (+0,4%). Durante il 2018 il saldo delle partite con l’estero è stato positivo come nel biennio precedente, grazie anche a una posizione debitoria in calo fin dal 2014. La crescita del reddito disponibile delle famiglie si è rafforzata, sostenuta dall’espansione dell’occupazione, dagli aumenti salariali e dall’incremento delle prestazioni sociali. La disuguaglianza del reddito da lavoro si è lievemente ridotta soprattutto per effetto dell’aumento dell’occupazione. I consumi delle famiglie residenti sono aumentati (+0,6%) ma in misura rallentata rispetto al +1,5% del 2017. Dopo quattro anni di calo, la propensione al risparmio è tornata a salire raggiungendo l’8,1% come effetto del rallentamento della spesa per consumi finali e dell’accelerazione del reddito disponibile, probabilmente a causa della maggiore incertezza generale, così come confermato dalla diminuzione degli indicatori di fiducia. Il valore aggiunto è aumentato più della media nazionale nell’industria in senso stretto (+1,8%), nelle costruzioni (+1,7%) e nel commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+1,2%) mentre è cresciuto in linea con la media nell’agricoltura (+0,9%) e nelle attività professionali scientifiche e tecniche (+0,3%). Sebbene positivi, tutti gli andamenti sono in rallentamento rispetto all’anno precedente, ad eccezione delle costruzioni e delle attività immobiliari che rilevano un’accelerazione della crescita. Anche gli investimenti, compresi quelli nei prodotti della proprietà intellettuale, registrano un rallentamento dovuto all’indebolimento del ciclo economico e al calo di fiducia delle imprese. Il credito bancario ha continuato ad aumentare per le famiglie mentre quello alle imprese ha registrato un’espansione inizialmente elevata e poi attenuatasi per il calo della domanda e l’irrigidimento delle condizioni di offerta. Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2019 elaborate ad aprile vedono un’economia in ulteriore forte rallentamento (+0,1%) peggiore tra tutte le economie avanzate, che dovrebbe recuperare nel 2020 ritornando al +0,9%. 1.1.3 L’ECONOMIA REGIONALE

Come già osservato in precedenza, l’economia italiana nel 2018 è stata trainata, nonostante il rallentamento, soprattutto dalle regioni settentrionali, come risulta osservando 10


l’andamento del valore aggiunto a prezzi di base e correnti che, secondo le stime elaborate a giugno dall’Istituto Tagliacarne, ha registrato un aumento del +2,0% nel Nord Est e del +1,9% nel Nord Ovest. Le regioni centrali e meridionali sono cresciute ma in misura inferiore (rispettivamente +1,6% e +1,5%). Fig. 1.1.1 VALORE AGGIUNTO A PREZZI DI BASE NELLE REGIONI ITALIANE (var. media annua 2010-2017 e var.% 2018-17)

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne

Fig. 1.1.2 VALORE AGGIUNTO NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. media annua 2017-2010 e var.% 2018-17) 2,0

2,0

1,7 1,5

1,0

1,4

1,3

1,4

1,5 1,3 1,0

1,0

0,9 0,7

0,5

0,0

0,3

L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

var. media annua 2017-2010

Abruzzo

Italia

var.% 2018-17

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

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Fig. 1.1.3 VALORE AGGIUNTO PRO CAPITE NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2000-2017 (val. in euro) 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000

L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Mezzogiorno

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

0

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne

In particolare, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno ottenuto gli incrementi percentuali più elevati, superiori non solo alla media nazionale ma anche alla variazione media annua registrata a partire dal 2010, evidenziando una vera e propria ripresa. Per l’Abruzzo la ripresa è stata molto più debole, mostrando un andamento di poco inferiore alla variazione italiana in relazione sia al 2018-17 sia agli ultimi 7 anni, come evidenziato nella fig. 1.1 nella quale le due linee tratteggiate rappresentano i valori nazionali e l’Abruzzo si colloca nel III quadrante. Il valore aggiunto pro capite abruzzese nel 2018 ha raggiunto 22.566 euro, valore ben al di sotto della media nazionale (26.034 euro) ma di circa 5.500 euro superiore a quello medio delle regioni meridionali. Nella graduatoria nazionale l’Abruzzo si colloca al dodicesimo posto emergendo col valore più elevato tra le regioni del Mezzogiorno. Durante il 2018 il valore aggiunto pro capite abruzzese è aumentato dell’1,9%, allineato all’andamento nazionale (+1,9%) e lievemente inferiore a quello meridionale (+2,0%). Relativamente ai settori economici, il valore aggiunto abruzzese nel 2017, anno per il quale sono disponibili gli ultimi dati regionali, risulta prodotto dal settore primario (comprendente agricoltura, silvicoltura e pesca) per una quota (3,0%) maggiore rispetto a quella italiana (2,1%), così come accade anche per il totale delle attività secondarie (manifatturiere, costruzioni) che nella regione costituiscono il 26,3% rispetto al 24,1% italiano. Tra le attività secondarie sia quelle manifatturiere che quelle edili producono una percentuale di valore aggiunto superiore alla corrispondente quota nazionale. Di conseguenza le attività di servizio in Abruzzo producono una quota di valore aggiunto inferiore a quella rilevata in Italia (70,7% rispetto a 73,8%). Durante il 2017 le attività di servizio hanno registrato un incremento del loro contributo

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al valore aggiunto regionale (+2,9%) superiore a quello verificatosi a livello italiano (+1,7%), mentre il settore secondario regionale ha fatto rilevare un lieve calo (-0,7%) rispetto all’aumento nazionale (+2,3%). Nel dettaglio, si osserva che il calo delle attività secondarie abruzzesi è dovuto all’andamento molto negativo delle costruzioni (-9,7% rispetto al +0,5% nazionale) per il fatto che le attività manifatturiere sono aumentate (+2,0% in Abruzzo e +2,7% in Italia). Con maggiore dettaglio territoriale si osserva che Chieti è la provincia abruzzese con il più elevato valore aggiunto (8.986 milioni di euro pari al 30,3% del totale regionale. Segue Pescara (24,4%) e poi appaiate Teramo e L’Aquila (entrambe 22,6%). Tutte le province nel 2018 hanno fatto registrare aumenti, risultati più elevati della media regionale a Teramo (+2,0%) e meno consistenti a Pescara (+1,4%), L’Aquila e Chieti (entrambe +1,3%). Tali incrementi sono stati ovunque superiori a quelli medi rilevati nei sette anni precedenti evidenziando così un’accelerazione della ripresa, ad eccezione di Chieti dove emerge un rallentamento che però consente di mantenere il primato del valore aggiunto pro capite (23.268 euro). Nel dettaglio dei settori di attività economica si osserva che nel 2017, ultimo anno per il quale sono disponibili dati provinciali, le attività secondarie hanno mostrato segni di sofferenza in tutte le province, in particolare quella dell’Aquila (-3,9%), con la sola eccezione di Chieti (+1,1%). Le costruzioni hanno subito la contrazione più ampia in tutto il territorio regionale, in particolare Pescara (-11,7%) e L’Aquila (-12,0%). Le attività di servizio mostrano una maggiore capacità di resistere alle difficoltà dato che crescono ovunque, in particolare a Chieti (+3,4%).

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

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Tab. 1.1.1 VALORE AGGIUNTO A PREZZI DI BASE E CORRENTI NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2009-2018 (valori in milioni di euro) L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo Mezzogiorno Italia 2009

5.850,1 6.263,3 7.026,6 7.747,3 26.887,3 652.286,3 1.421.651,2

2010

6.180,9 6.440,6 6.818,0 8.068,0 27.507,5 652.674,4 1.443.247,4

2011

6.538,2 6.464,4 7.092,2 8.538,3 28.633,1 660.367,1 1.470.335,0

2012

6.769,4 6.298,7 7.147,5 8.317,0 28.532,6 652.267,2 1.448.020,8

2013

6.622,4 6.205,3 7.055,3 8.330,7 28.213,7 645.353,7 1.444.105,4

2014

6.577,7 6.307,2 7.001,4 8.374,7 28.261,0 647.380,8 1.457.858,9

2015

6.552,1 6.348,3 6.992,5 8.611,4 28.504,3 657.945,4 1.485.251,8

2016

6.519,6 6.451,1 6.959,9 8.628,5 28.559,1 669.666,5 1.517.530,1

2017

6.605,3 6.579,5 7.134,4 8.874,7 29.193,9 679.170,1 1.546.692,4

2018

6.693,0 6.708,8 7.237,6 8.986,6 29.626,0 689.732,5 1.572.587,3

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne

Tab. 1.1.2 VALORE AGGIUNTO PROCAPITE AI PREZZI DI BASE E CORRENTI NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2000-2018 (val. in euro) L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo Mezzogiorno Italia 2000

15.677 16.881 17.820 17.754 17.080

13.090

19.497

2001

16.959 18.180 19.049 17.856 17.998

13.867

20.564

2002

17.197 18.385 19.747 18.159 18.357

14.313

21.266

2003

17.199 18.508 20.433 18.296 18.588

14.720

21.909

2004

17.724 18.607 20.610 17.341 18.489

15.125

22.608

2005

18.752 18.921 20.833 18.741 19.278

15.551

23.090

2006

19.552 19.455 20.824 20.002 19.965

16.075

23.741

2007

21.315 19.780 21.898 20.023 20.713

16.551

24.593

2008

20.673 20.340 22.450 21.084 21.142

16.713

24.865

2009

19.106 20.315 22.152 19.708 20.295

16.255

23.862

2010

20.206 20.823 21.346 20.508 20.713

16.180

24.123

2011

21.359 20.860 22.101 21.692 21.520

16.259

24.481

2012

22.086 20.272 22.204 21.104 21.401

16.160

23.998

2013

21.592 19.946 21.890 21.139 21.146

15.904

23.812

2014

21.510 20.274 21.703 21.293 21.204

15.841

23.982

2015

21.546 20.426 21.695 21.979 21.448

16.240

24.456

2016

21.546 20.803 21.642 22.119 21.564

16.429

25.030

2017

21.933 21.288 22.271 22.864 22.138

16.761

25.550

2018

22.372 21.795 22.640 23.268 22.566

17.088

26.034

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne

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Tab. 1.1.3 VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE E CORRENTI PER BRANCA DI ATTIVITA’ ECONOMICA NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2017 Agricoltura Industria di cui costruzioni Servizi L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo Mezzogiorno Italia

3,4 3,5 2,0 3,1 3,0 2,7 2,1

L’Aquila 19,8 Teramo 12,3 Pescara 21,5 Chieti 12,0 Abruzzo 15,5 Mezzogiorno 4,0 Italia 3,7

Totale

peso % su totale 19,7 30,0 20,0 33,4 26,3 18,8 24,1

6,8 6,4 4,4 5,0 5,6 4,8 4,7

76,8 100,0 66,4 100,0 78,1 100,0 63,5 100,0 70,7 100,0 78,5 100,0 73,8 100,0

var% 2017-2016 -3,9 -1,3 -0,7 1,1 -0,7 1,8 2,3

-12,0 -8,5 -11,7 -6,7 -9,7 0,7 0,5

2,0 1,3 3,0 2,0 2,9 2,5 3,4 2,9 2,9 2,2 1,2 1,4 1,7 1,9

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istituto Tagliacarne

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

15



1.2 LA STRUTTURA PRODUTTIVA 1.2.1 LE IMPRESE

La situazione italiana Secondo le rilevazioni di Infocamere-Movimprese, al 31 dicembre 2018 nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio italiane erano registrate 6.099.672 imprese, valore in crescita (+0,2%) rispetto al 20171 (6.090.481 unità) in linea con la tendenza rilevata negli ultimi anni. L’incremento equivale a un tasso di crescita2 dello 0,52% lievemente inferiore rispetto a quello (+0,75%) rilevato nel 2017, legato al fatto che le nuove iscrizioni (348.492 in calo rispetto alle 356.875 del 2017) sono state superiori alle cancellazioni3 (giunte a 316.877 in aumento rispetto alle 311.165 dell’anno precedente). Secondo Unioncamere questi dati dimostrano che, nonostante i segnali di indebolimento, in Italia resta ancora alta la voglia di fare impresa, mostrando una vitalità imprenditoriale che bisogna sostenere per permettere alle aziende di restare sul mercato contribuendo alla crescita occupazionale.

Fig. 1.2.1 IMPRESE REGISTRATE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ITALIA (var.% 2018-17) -0,5

Agric., silvic., pesca Attiv. manifatturiere

-1,1

Costruzioni

-0,7

Commercio

-0,8

Trasporto e magazz.

-0,4 1,5

Alloggio e ristorazione 0,8

Att. immobiliari

2,6

Att. profess. scient. tecniche

2,6

Nol., ag. viagg., serv. impr. 1,2

Altre attività di servizi 0,2

Totale -1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

Lo stock di imprese registrate diminuisce anche in presenza di un saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni perché nello stock si considerano anche le cancellazioni d’ufficio delle imprese non più operative disposte dalle Camere di Commercio che vengono escluse dalle cessazioni. 2 Rapporto percentuale tra il saldo di iscrizioni e cancellazioni nell’anno rispetto allo stock delle imprese registrate all’inizio dello stesso. 3 In questo caso sono escluse le cancellazioni d’ufficio. 1

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

17


Come verificatosi anche negli anni scorsi, nel 2018 è continuato il rafforzamento del tessuto imprenditoriale con la crescita delle tipologie giuridiche più strutturate e quindi più dotate di strumenti per competere a livello internazionale. Le società di capitali, infatti, sono arrivate a 1.714.910 unità registrate (+3,8% rispetto al 2017) e rappresentano il 28,1% delle imprese totali. Tutte le altre tipologie giuridiche continuano a riscontrare diminuzioni. Le società di persone, infatti, con un -2,3% hanno raggiunto 993.112 unità pari al 16,3% del totale; le imprese individuali con un calo dello 0,9% sono scese a 3.180.394 pari al 52,1% e le altre forme con una diminuzione dello 0,5% sono arrivate a 211.256 unità pari al 3,5% del totale. Durante il 2018 il tasso di crescita dello stock in tutte le circoscrizioni è risultato in rallentamento rispetto all’anno precedente facendo emergere in positivo il Mezzogiorno che ha sfiorato l’1% e in negativo il Nord-Est unico in lieve calo. I settori di attività economica proseguono negli andamenti già evidenziati nel corso del 2018 con diminuzione delle imprese registrate nelle attività manifatturiere (-1,1%), commercio (-0,8%), edilizia (-0,7%), agricoltura (-0,5%), trasporto e magazzinaggio (-0,4%) ed aumenti delle imprese registrate, tra gli altri, nel noleggio e agenzie di viaggio e attività professionali scientifiche e tecniche (entrambe +2,6%), alloggio e ristorazione (+1,5%) e altre attività di servizi (+1,2%). Il sistema produttivo abruzzese A fine 2018 in Abruzzo le imprese registrate hanno sperimentato un lieve aumento (+0,4%) raggiungendo le 148.859 unità con un saldo positivo derivante dalla differenza tra 8.408 nuove iscrizioni e 7.883 cancellazioni. Dopo anni di diminuzioni le imprese attive sono aumentate (+0,2%) arrivando a 127.122 con un incremento legato all’andamento positivo osservato in tutte le province (L’Aquila: +0,1%; Teramo: +0,5%; Pescara: +0,6%) ad eccezione di Chieti (-0,3%). Il peso delle imprese attive abruzzesi sul totale nazionale rimane attestato sul 2,5%. Come accade già da anni anche in Italia, la struttura imprenditoriale regionale si sta rafforzando grazie all’incremento delle società di capitali (+5,5%), osservato soprattutto a Pescara e Chieti (rispettivamente +6,1% e +5,7%), e alla diminuzione delle società di persone (-2,7%), particolarmente a L’Aquila (-3,3%), e delle imprese individuali (-0,8%), principalmente a Chieti (-1,3%). Le altre forme giuridiche sono in lieve aumento (+0,6%), soprattutto a L’Aquila (+2,0%). Nonostante il calo degli ultimi anni prevalgono ancora le imprese individuali (65,1% del totale), in particolare nella provincia di Chieti (71,4%) e nelle attività agricole (94,1%), altre attività di servizi (82,1%). Le società di capitali continuano ad aumentare il loro peso fino al 20,3% emergendo nelle provincie di Teramo e Pescara (entrambe 22,1%) e nella fornitura di energia elettrica, gas e vapore (73,3%), nell’estrazione di minerali (73,9%). Le società di persone vedono scendere il loro peso al 12,6%, raggiungendo la loro quota più elevata nell’alloggio e ristorazione (29,0%), mentre le altre forme giuridiche solo il 2,1%. Le specializzazioni produttive non hanno subito variazioni di rilievo dato che sono connesse a caratteri strutturali: la provincia dell’Aquila spicca per l’indice di specia18


Fig. 1.2.2 IMPRESE ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 1,0 0,8 0,6 0,6

0,5

0,4 0,2

0,2 0,1

0,0

0,0 -0,2 -0,4

-0,3 L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese Fig. 1.2.3 IMPRESE ATTIVE IN ABRUZZO PER FORMA GIURIDICA (var.% 2018-17) 6,0

5,5

5,0 4,0 3,0 2,0 0,6

1,0

0,2

0,0 -1,0

-0,8

-2,0 -3,0 -4,0

-2,7 Società di capitale

Società di persone

Imprese individuali

Altre forme

Totale

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

lizzazione4 (calcolato sulle imprese attive) più elevato nelle costruzioni, estrazione di minerali, alloggio e ristorazione (tutte 1,3). Teramo si segnala per la fornitura di energia elettrica, gas e vapore (1,6) e per le attività manifatturiere (1,3). A Pescara emergono istruzione, trasporti e attività professionali, scientifiche e tecniche (tutte con Indice di specializzazione: rapporto tra il peso che le imprese di un comparto assumono sul totale delle imprese della provincia e l’analogo peso che lo stesso comparto assume nella regione. 4

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

19


Fig. 1.2.4 IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ABRUZZO (var.% 2018-17) -0,3

Agric., silvic., pesca

-0,4

Attiv. manifatturiere Costruzioni

-1,3 -0,3

Commercio Trasporto e magazz.

-1,0 1,2

Alloggio e ristorazione

4,1

Att. immobiliari

4,3

Att. profess. scient. tecn. 3,9

Nol., ag. viagg., serv. impr. 0,8

Altre attività di servizi 0,2

Totale -2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

1,3). Chieti risalta solo per l’agricoltura (1,5), considerando che l’indice fa riferimento solo al numero di imprese attive e non agli addetti o al valore aggiunto. L’incremento delle imprese attive ha interessato soprattutto le attività di servizi. Tra di esse spiccano l’alloggio e ristorazione (+1,2%; soprattutto a Chieti: +1,7% e Pescara: +1,6%), le attività immobiliari (+4,1%, in particolare a Chieti: +6,2% e Pescara: +6,0%), le attività professionali (+4,3%, Pescara: +5,9%), noleggio e agenzie di viaggi (+3,9%, L’Aquila: +6,9%). Continuano nella diminuzione le imprese attive in agricoltura (-0,3%, Chieti: -0,8%), costruzioni (-1,3%, L’Aquila: -1,9%), attività manifatturiere (-0,4%; L’Aquila: -2,3%), commercio (-0,3%; Chieti e L’Aquila: -0,6%) e trasporto (-1,0%; Pescara: -2,7%). Negli ultimi anni è gradualmente aumentato il ruolo delle imprese di titolari immigrati. A fine 2018 il Registro Imprese riportava per l’Abruzzo 12.564 imprese straniere attive (cioè quelle in cui la presenza di stranieri tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse) che costituivano il 9,9% delle imprese totali regionali (in Italia 10,4%). Esse si concentrano soprattutto nella provincia di Teramo (33,1%), dove costituiscono la quota (13,5%) del mondo imprenditoriale provinciale, seguita da Pescara (28,2%), Chieti (22,6%) e, a maggiore distanza, L’Aquila (16,1%). Risultano molto numerose quelle che operano nei servizi commerciali (38,8% del totale delle straniere) e non commerciali (24,4%) e nelle costruzioni (19,1%). Attività manifatturiere e agricoltura pur essendo poco numerose (11,2% e 6,2%) sono, insieme al commercio, più frequenti rispetto a quanto accade in Italia, al contrario di costruzioni e servizi non commerciali. La maggior parte delle imprese straniere abruzzesi è costituita nella forma di impresa 20


individuale (82,0%) mentre meno rappresentate sono le società di capitale (13,0% sensibilmente superiore al 10,7% italiano) e le società di persone (4,3%). Durante il 2018 le imprese attive straniere sono aumentate in Abruzzo dell’1,6% (meno del + 2,1% nazionale) grazie all’incremento di tutte le province con la sola eccezione di Chieti (-1,1%). In particolare sono aumentate quelle attive in agricoltura (+4,8%), nei servizi non commerciali (+3,8%) e nelle attività manifatturiere (+3,5%). Inoltre, al perdurante calo delle società di persone (-0,6%) si è accompagnato l’aumento delle società di capitale (+8,7%) e delle imprese individuali (+0,8%). A fine 2018 in Abruzzo sono attive 34.072 imprese femminili (intese come imprese registrate nelle quali la presenza di donne tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse) che costituiscono più di un quarto (26,8%) delle imprese totali (in Italia 22,6%). Esse sono concentrate soprattutto a Chieti (34,6%), seguita da Teramo (23,7%) Pescara (22,5%) e L’Aquila (19,1%). Esse operano prevalentemente nell’agricoltura (27,8% molto superiore al 18,3% italiano) e nei servizi commerciali (24,7%) e non commerciali (35,5%) entrambi meno rilevanti che in Italia (rispettivamente 28,7% e 41,5%). La maggior parte delle imprese femminili abruzzesi ha forma di impresa individuale (75,4% superiore al 69,1% nazionale) mentre le società di capitale e le società di persone sono meno diffuse (rispettivamente 15,2% e 7,7%) e pesano meno di quanto accada in Italia (rispettivamente 18,2% e 10,5%). Durante il 2018 le imprese attive femminili non hanno subito variazioni di rilievo né in Abruzzo (+0,1%) né in Italia (+0,2%), per il fatto che gli incrementi di Pescara e Teramo (entrambe +0,6%) sono stati quasi completamente assorbiti dal calo di Chieti e L’Aquila (rispettivamente -0,2% e -0,3%). In particolare, sono aumentate le imprese femminili Fig. 1.2.5 IMPRESE STRANIERE ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2018-17) 5,0

4,5

4,0 2,9

3,0

2,1 2,0

1,6 0,8

1,0 0,0 -1,0

-1,1 -2,0

L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

21


abruzzesi attive nelle costruzioni (+1,8%; in Italia: +0,4%) e nei servizi non commerciali (+1,5%) mentre diminuiscono quelle agricole, manifatturiere e commerciali. Inoltre, al calo delle società di persone (-2,6%) e delle imprese individuali (-0,8%), si è accompagnato l’aumento delle società di capitale (+6,0%). Al 31 dicembre 2018 le imprese giovanili (intese come imprese registrate nelle quali la presenza di giovani tra i soci, gli amministratori o le quote di capitale supera il 50% Fig. 1.2.6 IMPRESE FEMMINILI ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2018-17) 0,8 0,6 0,6

0,6

0,4 0,2

0,1

0,2

Abruzzo

Italia

0,0 -0,2 -0,4

-0,2

-0,3 L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview

Fig. 1.2.7 IMPRESE GIOVANILI ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var. % 2018-17) 0,0 -0,5 -1,0

-0,8

-1,5 -2,0 -2,5

-2,4

-2,4

-2,3

-3,0 -3,2

-3,5 -4,0

-3,5 L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview 22

Abruzzo

Italia


secondo percentuali che variano in relazione alla forma giuridica delle stesse) attive in Abruzzo sono 11.962 che costituiscono il 9,4% delle imprese abruzzesi (in Italia 9,7%). Esse sono concentrate soprattutto a Chieti (26,3%) seguita da Pescara (25,8%), Teramo (24,9%) e L’Aquila (23,0%). Esse operano soprattutto nei servizi non commerciali (38,3%) e commerciali (29,9%), costruzioni (11,7%), attività agricole (12,5%) e manifatturiere (7,1%) queste ultime pesano più di quanto accada in Italia. La maggior parte delle imprese giovanili abruzzesi ha forma di impresa individuale (73,8%) mentre sono meno diffuse le società di capitale (18,9% maggiore del 17,4% italiano) e le società di persone (5,9%). Rispetto al 2017 le imprese giovanili abruzzesi sono diminuite del 2,3% (inferiore al -3,2% nazionale), a causa del calo che ha coinvolto tutte le province, in particolare Pescara (-3,5%) seguita da Teramo e Chieti (entrambe -2,4%) e L’Aquila (-0,8%). Durante il 2018 sono diminuite le imprese giovanili operanti in tutti i settori di attività economica, con flessioni più pesanti nelle costruzioni (-10,4%) attività manifatturiere (-3,6%), commerciali (-5,1%). Fa eccezione l’agricoltura, unica ad aver registrato incrementi (+15,7%). Il 2018 ha visto il calo delle società di persone (-14,2%) e delle imprese individuali (-2,4%) e il contemporaneo aumento delle società di capitali (+2,3%). 1.2.2 I SETTORI PRODUTTIVI

Agricoltura Il 2018 per l’agricoltura italiana non è stato un anno completamente positivo in quanto all’aumento di produzione, valore aggiunto e occupazione, si è accompagnato un peggioramento dell’interscambio di prodotti agricoli e dei margini di profitto per le aziende. Secondo i conti economici territoriali dell’Istat, infatti, il valore aggiunto ai prezzi di base (a prezzi correnti) del settore primario (che include non solo l’agricoltura ma anche la silvicoltura e la pesca) ha registrato rispetto al 2017, che era stato nettamente sfavorevole con un -3,9%, una debole ripresa (+0,9%). Risultati positivi sono stati ottenuti sia dall’agricoltura in senso stretto che dalla silvicoltura mentre meno favorevoli sono stati quelli della pesca. Tale incremento è legato alla crescita della produzione (+0,6%), effetto dei risultati positivi di vino, frutta, ortaggi che hanno compensato il calo dell’olio e degli agrumi. Elemento negativo, invece, è stato l’incremento dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli (secondo l’Istat +1,1%) più debole di quello dei prezzi degli input agricoli (+3,9%) per cui è stato registrato un sensibile calo dei margini di profitto rispetto al 2017. Durante il 2018 l’occupazione nel settore primario, misurata in unità di lavoro, è aumentata dello 0,7%, come sintesi della crescita della componente dipendente che ha compensato il calo di quella indipendente. A ciò si accompagna l’aumento dei redditi da lavoro dipendente e in particolare delle retribuzioni lorde, e quello degli investimenti fissi del settore. L’interscambio con l’estero dei prodotti agricoli italiani (Divisione Ateco 2007 AA01), ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

23


analizzato attraverso i dati dell’Istat5, è stato caratterizzato nel 2018 da un saldo negativo (-6,429 miliardi di euro) tra esportazioni (6,346 miliardi di euro) e importazioni (12,776 miliardi di euro) lievemente peggiore rispetto al 2017, dovuto a un calo delle esportazioni (-5,5%) più consistente di quello delle importazioni (-0,1%). Le esportazioni sono dirette soprattutto verso l’Unione Europea a 28 (81,0%), in particolare, verso Germania (26,3%) e Francia (12,0%). Anche le importazioni, sebbene in misura minore, provengono soprattutto dall’Unione Europea a 28 (53,9%), in particolare da Francia (16,4%), Spagna (8,3%) e Paesi Bassi (6,8%). Per l’agricoltura abruzzese il 2018 è stato un anno ambivalente in quanto al lieve calo del valore della produzione e del valore aggiunto si accompagna un lieve aumento degli occupati e delle esportazioni. L’Istat, come emerge dall’analisi dell’andamento dell’economia agricola, ha stimato in Abruzzo rispetto al 2017 una certa flessione del valore della produzione (-1,0%) e un calo più lieve (-0,3%) del valore aggiunto ai prezzi di base (a prezzi correnti) del settore primario (che include non solo l’agricoltura ma anche la silvicoltura e la pesca). Gli occupati in agricoltura sono aumentati di circa 600 unità (+2,5%), per il fatto che la flessione degli occupati indipendenti è stata più che compensata dall’aumento dei dipendenti e che, dal punto di vista territoriale, il calo rilevato a L’Aquila e Pescara è stato recuperato dall’incremento di Teramo e Chieti. Il saldo commerciale agricolo abruzzese continua ad essere negativo (-81,6 miliardi di Fig. 1.2.8 IMPORTAZIONI E ESPORTAZIONI AGRICOLE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 30,0

21,6

20,0 10,0

1,6

4,3

0,0

0,0

0,3 -0,1

-4,1

-10,0

-5,5 -12,6

-20,0

-17,6

-18,0

-30,0 -40,0

-31,6 L'Aquila

Teramo

Pescara Importazioni

Chieti

Abruzzo

Italia

Esportazioni

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Si avverte che tali dati vengono sottoposti a revisione annuale cosicché, ad esempio, quelli relativi al 2016 utilizzati nel presente Rapporto potrebbero non coincidere con gli analoghi dati pubblicati nel Rapporto 2016. 5

24


euro) ma risulta in recupero rispetto al 2017 (quando era di -102,4 miliardi di euro), a causa del sensibile calo delle importazioni (-12,6% arrivate a 142,8 miliardi di euro) e del lievissimo aumento delle esportazioni (+0,3% salite a 61,2 miliardi di euro). Tutte le province continuano a mostrare un saldo negativo, ad eccezione di Teramo (+15,1 miliardi di euro). Le esportazioni sono in crescita ovunque mentre le importazioni diminuiscono ovunque, ad eccezione della provincia di Pescara dove entrambe le grandezze mostrano andamenti opposti. Le esportazioni sono dirette quasi totalmente verso l’Unione Europea a 28 (84,7% del totale) e in particolare verso Germania (36,8%), Francia (16,3%) e Austria (10,2%). Le importazioni provengono dai paesi sia dell’Unione Europea a 28 sia dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) (rispettivamente 47,9% e 36,9%) con un calo consistente di Stati Uniti e Australia scesi rispettivamente a 18,6% e 15,5%. Tra quelli UE emergono Francia (10,9%) e Ungheria (10,7%). L’Abruzzo continua a rappresentare una piccola porzione dell’interscambio agricolo italiano, cioè l’1,1% delle importazioni e l’1,0% delle esportazioni. Anche nel 2018 la provincia che ha maggiormente contribuito alle esportazioni agricole regionali è stata Teramo (61,9% del totale regionale). Secondo i dati disponibili al 4 giugno 20196, la campagna agraria abruzzese dal 1° novembre 2017 al 31 ottobre 2018 ha fatto registrare andamenti generalmente positivi, in aumento per la quasi totalità delle produzioni con la sola eccezione del comparto cerealicolo e olivicolo. La cerealicoltura ha registrato una lieve diminuzione della produzione, a causa non solo del calo registrato da Pescara e Teramo non controbilanciato dall’incremento di Chieti, ma anche delle flessioni rilevate da tutte le produzioni ad eccezione del solo granturco. La produzione orticola ha mostrato un lievissimo aumento, dovuto agli andamenti positivi di Pescara e Chieti e al fatto che i decrementi di cavolfiore, cavolo verza, cipolla, fava e peperone sono stati più che compensati dagli incrementi di carciofo, cavolo cappuccio, indivia, lattuga, melanzana, pomodoro e zucchina. La vitivinicoltura è in crescita grazie all’aumento dell’uva da vino, in particolare a Chieti e Teramo. La produzione di uva da tavola non ha subito variazioni di rilievo. La frutticoltura ha registrato un andamento positivo della produzione perché la crescita di Pescara e L’Aquila ha più che compensato il calo di Chieti, e perché le diminuzioni di actinidia, albicocche, ciliegie e susine sono state più che bilanciate dall’aumento di mandorle, mele, nocciole e pere. La produzione della patata è risultata in lieve incremento, a causa della compensazione della riduzione di Chieti effettuata dagli andamenti positivi di Pescara e L’Aquila, e grazie alla crescita di entrambe le varietà, comune e soprattutto primaticcia. Andamento negativo è stato rilevato per l’olivicoltura con un calo produttivo a Teramo e Chieti non compensato dall’aumento di Pescara e L’Aquila.

Tali dati vengono prodotti dall’Istat e aggiornati nel corso dell’anno, pertanto con le possibili discordanze ricordate sopra. 6

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

25


Industria Le imprese manifatturiere, attive in quella che viene definita “industria in senso stretto”, erano in Abruzzo al 31 dicembre 2018 pari a 11.722 unità, che continuano a concentrarsi principalmente a Teramo e Chieti (rispettivamente 31,2% e 28,9% del totale regionale). Nella struttura merceologica dell’industria manifatturiera continua a predominare la fabbricazione di prodotti in metallo (16,9%), l’industria alimentare (16,6%), la confezione di abbigliamento (11,6%) e l’industria del legno (6,8%). Le specializzazioni provinciali, essendo legate a fattori strutturali, non mostrano cambiamenti di rilievo rispetto agli anni precedenti. L’Aquila registra elevati indici di specializzazione (calcolato sulle imprese attive) per l’industria del legno (1,7), la lavorazione di minerali non metalliferi (1,6), la metallurgia (1,5) e la fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici (entrambi 1,4). Teramo emerge, in particolare, per la fabbricazione di articoli in pelle (2,6), la confezione di articoli di abbigliamento (1,7) e le industrie tessili (1,6). Pescara si evidenzia soprattutto per la fabbricazione di prodotti farmaceutici (2,0) e di altri mezzi di trasporto (1,6). Nella provincia di Chieti risaltano, tra le altre, l’industria delle bevande (1,8), la fabbricazione di coke e prodotti della raffinazione del petrolio (1,7) e la fabbricazione di autoveicoli e rimorchi (1,6). Durante il 2018, le imprese manifatturiere attive abruzzesi sono diminuite dello 0,4%, risultato meno pesante rispetto al -1,0% nazionale e derivante dalle flessioni registrate da L’Aquila (-2,3%) e Chieti (-1,0%) parzialmente bilanciate dagli incrementi registrati da Pescara (+1,1%) e Teramo (+0,1%). Nell’ambito dei comparti maggiormente diffusi si rilevano diminuzioni del numero di imprese peggiori della media regionale per la lavorazione di minerali non metalliferi (-3,4%), la stampa e riproduzione di supporti registrati (-4,9%), l’industria del legno (-2,2%) e le

Fig. 1.2.9 IMPRESE ATTIVE NEI PRINCIPALI COMPARTI MANIFATTURIERI IN ABRUZZO (var.% 2018-17) -0,9

Fabbricaz. prod. in metallo

0,4

Ind. alimentari

0,5

Confez. abbigl. e pelle -1,5

Altre industrie manifatturiere

-2,2

Industria del legno

6,7

Ripar. manut. macch. appar. -3,4

Lavoraz. min. non metallif.

-0,2

Fabbricaz. articoli in pelle

-0,8

Fabbricaz. macch. apparecch. Stampa e riproduz. supp. reg. -4,9

-0,4

Totale attività manifatturiere -6,0

-4,0

-2,0

0,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese 26

2,0

4,0

6,0

8,0


altre industrie manifatturiere (-1,5%), insieme con incrementi registrati per la riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature (+6,7%), le industrie alimentari (+0,4%), la confezione di abbigliamento (+0,5%). Artigianato Al 31 dicembre 2018 il Registro delle Imprese riportava in Abruzzo 30.222 imprese artigiane registrate di cui 29.896 attive, entrambe in diminuzione dell’1,8% rispetto al 2017, andamento peggiore di quello nazionale corrispondente (rispettivamente -1,3% e -1,2%). Nello stesso periodo le imprese artigiane iscrittesi sono state 1.604, in calo del 3,8% rispetto al 2017 (più pesante del -1,0% italiano) e quelle cancellate sono state 2.143, (-6,5% rispetto al +1,8% nazionale). La distribuzione provinciale delle imprese artigiane registrate come negli anni passati continua a far emergere Chieti (27,7% del totale regionale) seguita da Teramo (25,9%), Pescara (24,0%) e L’Aquila (22,4%). Tutte le province hanno sperimentato diminuzioni rispetto al 2017, peggiori della media regionale a Chieti e L’Aquila (entrambe -2,0%). La localizzazione e l’andamento annuale delle imprese attive non mostra differenze rispetto a quanto detto per le registrate. Le nuove iscrizioni, distribuite soprattutto a Teramo (26,9%) e Chieti (26,0%) seguite da Pescara (24,3%) e L’Aquila (22,8%), sono diminuite durante il 2018 in tutte le province (Pescara: -9,3%, Teramo: -9,2%; Chieti: -0,2%) tranne che L’Aquila (+6,1%). Le imprese artigiane cancellate, localizzate per la maggior parte a Chieti (27,3%) e Teramo (26,4%) e meno a L’Aquila (23,6%) e Pescara (22,7%), sono diminuite in tutte le province (Pescara: -14,7%; Chieti: -10,8%; L’Aquila: -0,6%) ad eccezione di Teramo (+1,4%). Le imprese artigiane costituiscono il 23,5% di quelle attive totali in Abruzzo, peso inferiore

Fig. 1.2.10 IMPRESE ARTIGIANE E TOTALI ATTIVE NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 1,0

0,6

0,5

0,5

0,2

0,1

0,0

0,0 -0,3

-0,5 -1,0 -1,5 -1,7

-2,0 -2,5

-1,2

-1,4

-2,0

-2,1 L'Aquila

Teramo

Pescara Artigiane

Chieti

-1,8

Abruzzo

Italia

Totali

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

27


Fig. 1.2.11 IMPRESE ARTIGIANE ATTIVE NEI PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI IN ABRUZZO (var.% 2018-17) Agric., silvic., pesca -8,5 -1,7

Attiv. manifatturiere -2,6

Costruzioni

-0,7

Commercio -3,6

Trasporto e magazz. -5,8

Alloggio e ristorazione

-0,8

Informaz. e comunicaz.

0,4

Att. profess. scient. Tecn. Nol., ag. viagg., serv. impr. 0,0

Altre attività di servizi

0,7

-1,8

Totale -9,0

-8,0

-7,0

-6,0

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

al 25,2% osservato in Italia, mostrando un andamento in calo rispetto agli anni precedenti. Al dettaglio dei singoli settori il peso dell’artigianato, sebbene in calo, continua a essere ben superiore della media nelle costruzioni (59,9%), nelle attività manifatturiere (57,4%) e soprattutto nelle altre attività di servizio (83,1%) e nelle province di L’Aquila e Teramo (rispettivamente 26,7% e 24,9%). Il maggior numero di imprese artigiane abruzzesi è attivo nel settore delle costruzioni (34,6% delle artigiane regionali), nelle attività manifatturiere (22,5%) e nelle altre attività di servizio (18,1%). Durante il 2018 in quasi tutti i settori economici sono diminuite le imprese artigiane attive, in particolare tra le costruzioni (-275 pari a -2,6%), le attività manifatturiere (-113 pari a -1,7%) ad eccezione del noleggio e agenzie di viaggio (+0,7%) e delle attività professionali (+0,4%). Edilizia L’edilizia italiana ha continuato nel 2018 il recupero avviato nel 2017 con segnali promettenti rispetto alle difficoltà del precedente periodo di crisi, sebbene alcuni elementi non siano ancora completamente positivi. Il valore aggiunto prodotto dalle attività di costruzione, secondo i dati resi disponibili dall’Istat, dopo il periodo negativo degli anni passati, per il secondo anno risulta in aumento (+1,7%) grazie al positivo andamento tendenziale della produzione (+0,9% corretta per gli effetti del calendario) in miglioramento rispetto al 2017. Questi risultati sono legati ai risultati incoraggianti dei permessi di costruire sia per l’edilizia residenziale (+5,9% per il numero di abitazioni nuove e +6,1% per la superficie abitabile) sia per quella non residenziale (+22,9%). Effetti favorevoli sono prodotti anche dalla perdurante crescita del mercato immobiliare residenziale (+6,7% rispetto al 2017) che continua ad essere costituito da transazioni 28


soprattutto di immobili esistenti (80%) e favorito dal boom della manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo evidenziatosi nel precedente periodo di difficoltà. Il recupero del mercato immobiliare viene favorito anche dalla flessione dei prezzi delle abitazioni (-0,6%), legata al calo delle abitazioni esistenti (-1,0%) non compensato dall’aumento di quelle nuove (+0,7%), e dall’incremento dei mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (+6,1% rispetto al 2017) che però non ancora recuperano i valori precedenti al crollo del periodo 2007-2013. Anche le imprese vedono un aumento dei finanziamenti destinati sia al comparto residenziale (nel 2018 +6,7% per la prima volta in aumento dal 2007) sia a quello non residenziale (+15,8%). L’Ance, sulla base dei dati SIOPE (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici del Ministero Economia e Finanze), ha evidenziato nel 2018 timidi segnali di ripresa anche nella spesa in conto capitale dei comuni (+0,7%) sebbene non sufficienti a recuperare il crollo del periodo 2008-2017. In generale i bandi di gara per i lavori pubblici segnano una ripresa della domanda ma le procedure burocratiche pesano sull’effettiva realizzazione degli interventi. Bisogna rilevare, però, che le imprese attive nelle costruzioni proseguono nel calo (-0,7%) sebbene la diminuzione rallenti rispetto a quelle rilevate negli anni precedenti. Anche la fiducia delle imprese delle costruzioni risulta in calo nella seconda parte del 2018 in relazione sia alle attese sull’occupazione sia ai giudizi su ordini e/o piani di costruzione. Segnali non positivi emergono anche dall’occupazione nell’edilizia che, secondo le medie annuali elaborate dall’Istat, risulta in lieve calo (-0,6%) essendo passata da 1,416 a 1,407 milioni di occupati in Italia, dopo il leggero incremento verificatosi nel 2017 (+0,9%). Anche in Abruzzo si osservano numerosi segnali positivi sebbene accompagnati ancora da alcuni elementi sfavorevoli. Segnale incoraggiante è la crescita dell’occupazione (secondo l’Istat +14,9% in controtendenza rispetto al lieve calo nazionale) che recupera le diminuzioni degli anni precedenti, legata al forte aumento di occupati verificatosi in tutte le province e in particolare a Chieti. La flessione delle imprese edili attive abruzzesi (-1,3%) è in rallentamento rispetto a quella rilevata nel 2017 ma continua ad essere peggiore dell’andamento nazionale (-0,7%) e coinvolge tutte le province (L’Aquila: -1,9%; Chieti: -1,3% e Pescara: -1,1% Teramo: -1,0%). L’Agenzia delle Entrate ha rilevato anche un miglioramento del mercato immobiliare residenziale rispetto allo scorso anno con un aumento del 5,4% del numero di abitazioni compravendute a livello regionale. L’incremento ha coinvolto tutte le province, in particolare emergono L’Aquila (+ 7,5%) e Teramo (+9,0%) mentre sono un po’ attardate Chieti (+4,8%) e Pescara (+0,9%). L’andamento del mercato immobiliare è favorito anche dall’aumento dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (+2,2% rispetto al 2017) sebbene ancora insufficiente a recuperare i livelli pre-crisi. I finanziamenti alle imprese sono aumentati per il comparto non residenziale (+15,7%) mentre sono diminuiti per quello residenziale (-24,5%). Gli investimenti pubblici mostrano un andamento in crescita in relazione ai bandi di gara per lavori (+40,8%) e un contemporaneo calo della spesa dei comuni abruzzesi (-14,4% rispetto al 2017). ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

29


Fig. 1.2.12 IMPRESE ATTIVE NELLE COSTRUZIONI E TOTALI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 1,0

0,6

0,5

0,5

0,2

0,1

0,0

0,0 -0,3

-0,5

-0,7

-1,0 -1,0

-1,5 -2,0 -2,5

-1,1

-1,3

-1,3

-1,9 L'Aquila

Teramo

Pescara Totale costruzioni

Chieti

Abruzzo

Italia

Totale imprese

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

Commercio Le attività commerciali sono svolte in Abruzzo da 32.140 imprese attive, il cui peso sul totale nazionale non si discosta da quello registrato negli anni scorsi (2,3%). Anche la distribuzione tra le province non mostra variazioni continuando a prevalere quelle di Pescara (30,2%) e Chieti (27,2%). Anche nel 2018 perdura la flessione (-0,3%) in rallentamento rispetto agli anni scorsi che ha continuato a interessare tutte le province (L’Aquila: -0,6%; Chieti: -0,6%; Pescara: -0,4%) ad eccezione di Teramo (+0,4%). Fig. 1.2.13 IMPRESE ATTIVE DEL COMMERCIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 2,5

2,0

2,0 1,5

1,1

1,0

0,5

0,4

0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -2,0

-0,1

-0,2 -0,6

-0,4 -0,7-0,8

-1,4

-0,6

-1,0

-0,7

-1,4

L'Aquila

Teramo

Commercio all'ingrosso

Pescara

Chieti

Commercio al dettaglio

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese 30

-0,3 -0,9

-1,5 Abruzzo Commercio totale

Italia


Tra le diverse componenti, il commercio al dettaglio continua a prevalere (59,1% delle imprese attive) rispetto a quello all’ingrosso (28,9%) e al commercio e riparazione di autoveicoli (12,0%). Come negli anni passati, risultano in aumento, oltre al commercio e la riparazione di autoveicoli (+0,9%) anche il commercio all’ingrosso (+0,5%) mentre quello al dettaglio è ancora in diminuzione (-1,0%). Le specializzazioni provinciali non hanno subito variazioni: Pescara emerge per l’ingrosso (35,7% del commercio provinciale), L’Aquila spicca per il dettaglio (65,4%) e Chieti per il commercio e riparazione di autoveicoli (13,8%). Gli andamenti provinciali mostrano particolari incrementi del commercio all’ingrosso a Teramo (+2,0%) e del commercio e riparazione di autoveicoli a Pescara (+2,7%) mentre diminuisce in misura sensibile il commercio al dettaglio a Chieti e L’Aquila (entrambe -1,4%). Turismo Secondo le stime della World Tourism Organization (WTO) nel 2018 gli arrivi turistici internazionali sono aumentati del 6% raggiungendo il traguardo di 1,4 miliardi due anni prima delle previsioni di lungo termine pubblicate nel 2010. Il risultato del 2018 ha consolidato quello già molto positivo del 2017 ed è il secondo miglior risultato a partire dal 2010, grazie alla favorevole congiuntura economica e alla forte domanda da parte dei maggiori mercati di provenienza. La crescita è stata guidata da Medio Oriente (+10%) e Africa (+7%) mentre gli arrivi in Asia-Pacifico e Europa sono aumentati in linea con la media mondiale e quelli nelle Americhe del solo +3%. Secondo l’indagine campionaria Viaggi e vacanze dell’Istat, nel 2018 la popolazione italiana ha effettuato 78,940 milioni di viaggi7 con pernottamento in Italia e all’estero che hanno prodotto 432 milioni di pernottamenti. Rispetto al 2017 il numero di viaggi registra una notevole crescita (+19,5%) superiore all’aumento dei pernottamenti (+13,5%), risultati che rafforzano la tendenza positiva osservata a partire dal 2016, espressione del consolidamento della ritrovata domanda di turismo degli italiani. L’incremento del numero dei viaggi è legato all’andamento positivo fatto registrare da tutte le componenti (vacanze lunghe con 4 o più pernottamenti: +15,7%; viaggi per lavoro: +57,7%; vacanze brevi: +19,6%). Il più lieve aumento dei pernottamenti rispetto a quello dei viaggi ha prodotto un leggero accorciamento della durata media dei viaggi che è arrivata a 5,5 notti. Perdura l’aumento dei viaggi con prenotazione diretta (+20,5%) che continua a rappresentare la modalità preferita (56,2%) di organizzazione del viaggio. In particolare, i viaggi prenotati tramite internet costituiscono il 46% del totale e continuano ad aumentare (+25,3%). Il 36,5% dei viaggi è effettuato senza prenotazione mentre i viaggi effettuati tramite agenzia sono il 6,6%. Anche nel 2018 i viaggi con destinazione in Italia costituiscono la parte predominante dei viaggi degli italiani (79,3%). Tra le mete principali emergono Puglia (13,1%) ed Emilia

Si avverte che tali dati sono provvisori e vengono sottoposti dall’Istat a revisione annuale cosicché, ad esempio, quelli relativi al 2015 utilizzati nel presente Rapporto potrebbero non coincidere con gli analoghi dati pubblicati nel Rapporto 2015. 7

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

31


Romagna (9,9%) per le vacanze lunghe estive e Trentino–Alto Adige (31,0%) per quelle invernali. Tra le destinazioni straniere continuano a mostrare un peso molto elevato Francia (17,6%) per le vacanze brevi e Spagna (12,6%) per quelle lunghe. L’alloggio in abitazioni private è la sistemazione preferita (61,1%) per le vacanze lunghe mentre le strutture collettive lo sono per i viaggi di lavoro (77,7%). Nel 2018 la bilancia dei pagamenti turistica italiana, che registra le transazioni internazionali in quei beni e servizi che costituiscono le spese turistiche, ha registrato un saldo positivo (16.227 milioni di euro) con un aumento dell’11,2% rispetto al 2017, connesso al fatto che le entrate (spese che i viaggiatori stranieri hanno effettuato in Italia) sono state di 41.712 milioni di euro (+6,5% rispetto al 2017) mentre le uscite (spese turistiche che i viaggiatori italiani hanno effettuato all’estero) sono arrivate a 25.485 milioni di euro (+3,8%). I dati forniti dalla Banca d’Italia evidenziano che durante il 2018 il numero di viaggiatori8 stranieri in Abruzzo ha continuato a diminuire (-3,5%) arrivando a 395 mila unità, pari allo 0,3% del totale degli stranieri in Italia, che sono arrivati a 119,9 milioni in aumento del 3,4% rispetto al 2017. Anche la spesa da essi sostenuta (165 milioni di euro cioè lo 0,4% del totale nazionale), ha continuato a diminuire (-10,8%) contrariamente alla tendenza positiva che si verifica da diversi anni in Italia (+6,5% nel 2018). I viaggiatori abruzzesi all’estero, che nel 2018 sono stati 464 mila (0,7% dei viaggiatori italiani all’estero), sono in diminuzione rispetto al 2017 dello 0,9% (Italia: +1,8%), così come accade per la spesa da loro sostenuta (348 milioni di euro; -5,7% rispetto al 2017) al contrario di quanto accaduto in Italia (+3,8%). Riguardo all’Abruzzo, il saldo tra le spese dei viaggiatori abruzzesi all’estero e quelle dei viaggiatori stranieri in regione è negativo (-183 milioni di euro) senza variazioni rilevanti rispetto al 2017. Passando ad analizzare il movimento turistico in Abruzzo, bisogna ricordare che i dati utilizzati, forniti dall’Assessorato al Turismo della Regione, sono da considerarsi provvisori in quanto ancora soggetti a verifiche e controlli di congruità. Le rilevazioni effettuate hanno registrato nel 2018 un totale di 6.335.122 presenze che risultano lievemente in aumento (+2,3%) rispetto al 2017. Nel dettaglio provinciale agli andamenti positivi e superiori alla media di Chieti (+9,3%), Pescara (+8,5%) e L’Aquila (+7,0%) si contrappone il lieve calo di Teramo (-2,6%). Gli arrivi sono aumentati del 6,1%, con andamenti ovunque positivi, superiori alla media nelle province di Pescara e L’Aquila (rispettivamente +8,1% e +12,5%) e inferiori alla media a Teramo e Chieti (rispettivamente +2,6% e +2,7%). In relazione alla provenienza dei turisti, tra gli italiani aumentano sia gli arrivi (+6,1%) che le presenze (+2,6%) con un lieve calo della permanenza media (passata da 3,9 a 3,8 notti). Anche gli stranieri mostrano andamenti in crescita di arrivi e presenze (rispettivamen-

Il concetto di viaggiatore non coincide con quello di turista, ad esempio tra i viaggiatori sono inclusi i lavoratori stagionali e frontalieri, nel calcolo delle variabili di spesa e nel computo delle variabili “fisiche” (numero di viaggiatori e numero di pernottamenti). 8

32


Fig. 1.2.14 PRESENZE E ARRIVI TURISTICI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 14,0

12,5

12,0 10,0 8,0

9,3

8,1 8,5

7,0

6,1

6,0 4,0

2,7

2,6

2,3

2,0 0,0 -2,0 -4,0

L'Aquila

-2,6 Teramo

Pescara Arrivi

Chieti

Abruzzo

Presenze

Fonte: elaborazione CRESA su dati Regione Abruzzo Assessorato al Turismo

te +6,1% e +0,3%) ma soffrono di un maggiore calo della permanenza media passata da 4,6 a 4,3 notti. In particolare, si notano cali delle presenze sia per gli italiani che gli stranieri nella provincia di Teramo, e solo per gli stranieri in quella dell’Aquila. A Chieti e Pescara le presenze di italiani aumentano più che gli arrivi con conseguente aumento della permanenza media. Si confermano le caratteristiche strutturali del turismo in Abruzzo: prevalentemente alimentato da italiani (più dell’85% sia degli arrivi che delle presenze) che prevalgono in tutte le province e assumono valori superiori al 90% in quella dell’Aquila. Gli arrivi e le presenze di stranieri continuano a mostrare i valori assoluti più elevati nella provincia di Teramo, sebbene in quella di Pescara registrino il peso percentuale sul totale più alto. Credito La struttura bancaria regionale nel 2018 ha registrato una ulteriore flessione del numero di banche con sede amministrativa in Abruzzo, dovuto al calo della provincia di Chieti dove sono passate da 3 a 2. Continua la contrazione degli sportelli operanti sul territorio regionale che, compresi anche quelli relativi a banche con sede esterna all’Abruzzo, hanno raggiunto le 548 unità mostrando un calo del 6,6%, meno pesante di quello italiano (-7,2%). La distribuzione territoriale degli sportelli bancari abruzzesi vede la prevalenza di Chieti e Teramo (ognuna delle quali pesa per il 26,5% del totale regionale), seguite da Pescara (24,1%) e L’Aquila (23,0%). Rispetto al 2017 essi risultano in diminuzione in tutte le province, in particolare Chieti (-9,9%). Al 31 dicembre 2018 l’ammontare dei depositi bancari e del risparmio postale effettuati dalla clientela residente in Abruzzo ha superato i 26,6 miliardi di euro (pari all’1,5% del totale nazionale), mostrando un lieve calo rispetto al 2017 (-0,9%) che risulta in controtendenza in confronto all’incremento registrato in Italia (+3,8%). L’ammontare dei depositi ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

33


continua ad essere massimo a Chieti (7,9 miliardi di euro pari al 29,8% del totale regionale). Seguono L’Aquila (6,5 corrispondente al 24,5%), Pescara (6,2 cioè il 23,5%) e Teramo (5,9 pari al 22,2%). Rispetto al 2017 tutte le province hanno registrato diminuzioni (L’Aquila: -1,5%; Teramo: -1,1%; Chieti: -0,9%; Pescara: -0,2%). A fine 2018 l’ammontare degli impieghi in Abruzzo è arrivato a 22,4 miliardi di euro continuando a diminuire più di quanto accade a livello italiano (-5,6% rispetto a -2,5%) come negli anni scorsi. Anche relativamente agli impieghi l’ammontare massimo è stato raggiunto a Chieti (6,6 miliardi di euro pari al 29,5% del totale regionale). Seguono Pescara (6,1 corrispondente al 27,4%) e Teramo (5,9 cioè il 25,9%), mentre a maggiore distanza troviamo L’Aquila (3,8 miliardi di euro pari al 17,1%). Rispetto al 2017 tutte le province hanno registrato flessioni di una certa consistenza (L’Aquila: -5,9%; Teramo: -5,5%; Pescara: -6,0%; Chieti: -5,3%). Gli sportelli automatici (Bancomat) operanti in Abruzzo sono 749 e hanno registrato un calo rispetto al 2017 dell’8,4% (peggiore di quello nazionale del -2,2%) risultato della flessione verificatasi in diversa misura in tutte le province ma soprattutto a Chieti (-10,4%). A fine 2018 i clienti (sia famiglie che imprese) che effettuano operazioni di home e corporate banking, cioè per via telematica, sono aumentati del 13,3% in linea con la tendenza nazionale (+13,8%). Anche coloro che effettuano operazioni di phone banking, cioè via telefono, sono aumentati (+19,3%), più della media italiana (+11,2%). Fig. 1.2.15 DEPOSITI E IMPIEGHI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (var.% 2018-17) 4,0

3,8

3,0 2,0 1,0 0,0 -0,2

-1,0 -2,0

-0,9

-1,1

-1,5

-0,9 -2,5

-3,0 -4,0 -5,0 -6,0

-5,9 L'Aquila

-6,0

-5,5 Teramo

Pescara

-5,3 Chieti

Depositi bancari e risparmio postale

Fonte: elaborazione CRESA su dati Banca d’Italia

34

-5,6 Abruzzo Impieghi

Italia


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

35

L’Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

Abruzzo

Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

Agricoltura, silvicoltura e pesca 3.869 3.789 5.998 5.954 4.278 4.239 12.800 12.745 26.945 26.727 Estrazione di minerali 28 24 25 20 29 22 33 26 115 92 Attiv. manifatturiere 2.345 1.967 4.406 3.661 3.096 2.707 3.960 3.387 13.807 11.722 Fornit. energ. elettr., gas, vapore 60 55 135 131 77 70 88 85 360 341 Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti 69 61 92 83 84 67 104 96 349 307 Costruzioni 5.131 4.464 4.800 4.250 4.497 3.978 4.994 4.567 19.422 17.259 Commercio 7.002 6.285 8.068 7.411 10.650 9.713 9.435 8.731 35.155 32.140 Trasporto e magazz. 570 499 675 580 932 826 837 743 3.014 2.648 Alloggio e ristorazione 2.958 2.596 2.877 2.505 2.687 2.315 2.902 2.561 11.424 9.977 Informaz. e comunicazione 724 628 629 565 774 705 721 663 2.848 2.561 Att. finanz. e assicurative 509 483 532 516 744 698 737 704 2.522 2.401 Att. immobiliari 649 570 979 885 1.002 916 721 651 3.351 3.022 Att. profess. scient. tecniche 873 761 973 893 1.392 1.235 993 893 4.231 3.782 Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese 1.025 941 1.027 955 1.336 1.208 1.167 1.072 4.555 4.176 Amministrazione pubblica 3 2 1 0 1 0 0 0 5 2 Istruzione 149 133 113 100 233 202 198 182 693 617 Sanità e assist. sociale 205 184 221 193 238 206 297 246 961 829 Att. artistiche, sportive intrattenim 407 347 640 576 606 552 569 512 2.222 1.987 Altre attività di servizi 1.355 1.293 1.682 1.612 1.847 1.775 1.872 1.816 6.756 6.496 Imprese non classificate 2.296 11 2.307 9 2.911 11 2.610 5 10.124 36 Totale 30.227 25.093 36.180 30.899 37.414 31.445 45.038 39.685 148.859 127.122

Tab. 1.2.1 IMPRESE REGISTRATE E ATTIVE PER ATTIVITÀ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2018


36

L’Aquila

Iscritte Cessate

Teramo

Pescara

Chieti

Iscritte Cessate Iscritte Cessate Iscritte Cessate

Abruzzo Iscritte Cessate

Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

Agricoltura, silvicoltura e pesca 200 190 233 238 226 248 409 526 1.068 1.202 Estrazione di minerali 0 1 0 3 0 1 0 0 0 5 Attiv. manifatturiere 47 110 173 240 87 130 92 179 399 659 Fornit. energ. elettr., gas, vapore 1 3 1 2 1 8 2 4 5 17 Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti 1 1 0 5 2 4 0 3 3 13 Costruzioni 173 305 134 223 140 209 207 301 654 1.038 Commercio 271 420 372 472 403 638 386 665 1.432 2.195 Trasporto e magazz. 8 25 13 23 17 49 7 43 45 140 Alloggio e ristorazione 85 155 95 180 90 177 87 168 357 680 Informaz. e comunicazione 37 36 40 41 40 41 41 43 158 161 Att. finanz. e assicurative 29 25 25 30 37 25 38 42 129 122 Att. immobiliari 12 16 17 28 33 22 31 29 93 95 Att. profess. scient. tecniche 47 39 83 63 85 58 70 65 285 225 Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese 101 63 80 82 92 73 77 72 350 290 Amministrazione pubblica 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Istruzione 3 7 8 7 11 9 10 10 32 33 Sanità e assist. sociale 4 7 7 11 6 5 6 13 23 36 Att. artistiche, sportive intrattenim 11 29 15 31 21 24 21 27 68 111 Altre attività di servizi 49 49 80 79 81 94 62 88 272 310 Imprese non classificate 617 114 638 118 957 134 823 184 3.035 550 Totale 1.696 1.595 2.014 1.876 2.329 1.950 2.369 2.462 8.408 7.883

Tab. 1.2.2 IMPRESE ISCRITTE E CESSATE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2018


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

37

Anni

2017 2018 2017 2018 2017 2018 2017 2018 2017 2018 2017 2018

9.466 9.466 7.102 7.102 3.658 3.658 403 403 2.110 2.110 512 514

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Cereali Ortaggi Patata Uva Olivo Frutta

234.300 234.230 2.741.920 2.740.920 1.450.030 1.455.000 44.065 44.065 28.060 28.356 56.353 58.270

44.650 44.650 4.999 5.000 540 540 - - 5.840 5.860 826 819

2.177.170 1.991.950 1.385.710 1.385.910 189.000 189.000 - - 173.400 145.100 164.204 163.380

Produz.

Teramo

Produz. Superf.

L’Aquila

Superf.

Produzioni

Chieti

Abruzzo

11.660 11.633 1.364 1.374 186 190 3.319 3.195 10.700 10.690 816 838

599.270 516.426 340.877 343.208 57.068 57.533 473.693 473.693 415.360 421.600 156.332 162.849

23.300 716.500 22.850 736.300 2.185 688.492 2.184 692.820 213 38.445 211 37.500 26.455 3.785.000 23.575 3.800.000 23.234 1.004.500 23.334 662.700 2.163 295.400 2.163 293.450

89.076 88.599 15.650 15.660 4.597 4.599 33.027 29.923 41.884 41.994 4.317 4.334

3.727.240 3.478.906 5.156.999 5.162.858 1.734.543 1.739.033 4.636.058 4.666.248 1.621.320 1.257.756 672.289 677.949

Superf. Produz. Superf. Produz. Superf. Produz.

Pescara

Tab. 1.2.3. SUPERFICIE E PRODUZIONE DELLE PRINCIPALI COLTIVAZIONI IN ABRUZZO (superficie in ettari, produzione in quintali) - Anni 2017 e 2018


Tab. 1.2.4 IMPRESE ATTIVE MANIFATTURIERE NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2018

L’Aquila Teramo Pescara

Chieti Abruzzo

Italia

Industrie alimentari 428 423 465 626 1.942 58.324 Industria delle bevande 22 25 28 83 158 3.638 Industria del tabacco 0 0 0 0 0 35 Industrie tessili 27 186 79 82 374 15.328 Confez. articoli di abbigliamento e in pelle 86 733 306 235 1.360 45.668 Fabbricazione articoli in pelle 14 412 35 48 509 20.380 Industria del legno 229 178 141 251 799 32.142 Fabbricazione della carta 11 37 15 35 98 4.228 Stampa e riproduz. supporti registrati 88 97 120 103 408 17.247 Fabbricaz. coke e prod. da raffinaz. del petrolio 0 2 2 4 8 376 Fabbricaz. prodotti chimici 31 25 36 41 133 5.958 Fabbricaz. prodotti farmaceutici 3 3 6 1 13 752 Fabbricaz. articoli in gomma e plastica 32 75 64 83 254 11.709 Fabbricaz. prod. lavoraz. minerali non metallif. 156 168 101 166 591 23.333 Metallurgia 14 12 10 20 56 3.561 Fabbricaz. prodotti in metallo 335 482 419 742 1.978 94.841 Fabbricaz. computer e prodotti ottici e elettronici 35 56 65 44 200 9.332 Fabbricaz. apparecch. elettriche 29 51 48 38 166 11.525 Fabbricaz. macchinari e apparecchiature 35 123 123 199 480 26.921 Fabbricaz. autoveicoli e rimorchi 10 20 30 50 110 3.275 Fabbricaz. altri mezzi di trasporto 8 14 26 22 70 5.398 Fabbricaz. mobili 47 151 102 77 377 21.314 Altre industrie manifatturiere 237 231 274 224 966 37.937 Riparaz. manutenz. macchine e apparecch. 90 157 212 213 672 32.421 Totale attivitĂ manifatturiere 1.967 3.661 2.707 3.387 11.722 485.643 Totale imprese 25.093 30.899 31.445 39.685 127.122 5.150.743 Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Movimprese

38


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

39

Fonte: elaborazione CRESA su dati Movimprese

61 8 1.353 0 15 2.752 509 312 225 67 5 0 102 214 0 13 6 31 1.082 11 6.766

61 7 1.336 0 15 2.731 508 300 222 66 4 0 101 213 0 13 6 31 1.080 10 6.704

98 2 1.993 0 21 2.625 534 360 251 70 3 2 131 327 0 9 34 16 1.333 11 7.820

97 2 1.931 0 21 2.576 532 356 249 70 2 2 130 326 0 9 34 16 1.326 10 7.689

29 2 1.630 0 7 2.197 548 455 280 78 2 1 136 378 0 14 14 23 1.446 24 7.264

29 2 1.601 0 7 2.165 543 445 277 77 1 1 136 372 0 14 14 23 1.443 24 7.174

51 5 1.876 0 10 2.879 702 382 290 140 5 1 124 301 0 27 5 21 1.551 2 8.372

51 5 1.865 0 9 2.865 701 379 288 137 4 0 123 299 0 27 5 21 1.549 1 8.329

239 238 17 16 6.852 6.733 - 53 52 10.453 10.337 2.293 2.284 1.509 1.480 1.046 1.036 355 350 15 11 4 3 493 490 1.220 1.210 - 63 63 59 59 91 91 5.412 5.398 48 45 30.222 29.896

L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive Registrate Attive

Agricoltura, silvicoltura e pesca Estrazione di minerali Attiv. manifatturiere Fornit. energ. elettr., gas, vapore Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti Costruzioni Commercio Trasporto e magazz. Alloggio e ristorazione Informaz. e comunicazione Att. finanz. e assicurative Att. immobiliari Att. profess. scient. tecniche Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese Amministrazione pubblica Istruzione Sanità e assist. sociale Att. artistiche, sportive intrattenim. Altre attività di servizi Imprese non classificate Totale

Tab. 1.2.5 IMPRESE ARTIGIANE REGISTRATE E ATTIVE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2018


40

Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni Iscrizioni Cessazioni

Fonte: elaborazione CRESA su dati Movimprese

Agricoltura, silvicoltura e pesca 2 6 2 12 0 6 2 13 6 37 Estrazione di minerali 0 1 0 1 0 0 0 0 0 2 Attiv. manifatturiere 51 86 117 162 86 89 93 107 347 444 Fornit. energ. elettr., gas, vapore 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Fornit. acqua, reti fogn., gestione rifiuti 0 0 0 1 0 1 0 1 0 3 Costruzioni 148 255 117 169 116 154 164 227 545 805 Commercio 30 26 22 31 16 29 18 45 86 131 Trasporto e magazz. 9 23 14 16 16 33 7 24 46 96 Alloggio e ristorazione 18 24 26 43 25 39 15 35 84 141 Informaz. e comunicazione 6 3 9 8 7 8 7 11 29 30 Att. finanz. e assicurative 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 Att. immobiliari 0 1 0 3 0 2 0 1 0 7 Att. profess. scient. tecniche 13 12 10 8 12 9 7 11 42 40 Noleggio, ag. viaggio, servizi a imprese 19 17 36 33 34 32 31 24 120 106 Amministrazione pubblica 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Istruzione 0 1 0 0 0 1 1 0 1 2 Sanità e assist. sociale 0 0 0 3 0 0 0 0 0 3 Att. artistiche, sportive intrattenim. 3 5 0 3 3 3 1 6 7 17 Altre attività di servizi 65 45 77 73 72 78 71 79 285 275 Imprese non classificate 1 0 2 0 3 2 0 0 6 2 Totale 365 506 432 566 390 487 417 584 1.604 2.143

L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo

Tab. 1.2.6 IMPRESE ARTIGIANE ISCRITTE E CESSATE PER ATTIVITA’ ECONOMICA IN ABRUZZO. Anno 2018


Tab. 1.2.7 IMPRESE ATTIVE DELLE COSTRUZIONI NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17 Costruzione Ingegneria Lavori di edifici civile di costruzione specializzati L’Aquila 2.085 Teramo 1.876 Pescara 1.772 Chieti 2.038 Abruzzo 7.771 Italia

246.760

62 62 69 89 282 10.702

L’Aquila 2.136 Teramo 1.889 Pescara 1.820 Chieti 2.092 Abruzzo 7.937 Italia

250.323

Totale costruzioni

Totale imprese

2017 2.317 4.464 25.093 2.312 4.250 30.899 2.137 3.978 31.445 2.440 4.567 39.685 9.206 17.259 127.122 481.569

739.031 5.150.743

2018 60 2.356 4.552 25.079 67 2.339 4.295 30.754 66 2.135 4.021 31.247 87 2.446 4.625 39.786 280 9.276 17.493 126.866 10.688

L’Aquila -2,4 Teramo -0,7 Pescara -2,6 Chieti -2,6 Abruzzo -2,1 Italia -1,4

483.153

744.164 5.150.149

var.% 2018-17 3,3 -1,7 -1,9 0,1 -7,5 -1,2 -1,0 0,5 4,5 0,1 -1,1 0,6 2,3 -0,2 -1,3 -0,3 0,7 -0,8 -1,3 0,2 0,1 -0,3 -0,7 0,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Movimprese

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

41


Tab. 1.2.8 IMPRESE ATTIVE DEL COMMERCIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17 Commercio all’ingrosso

Commercio Commercio Commercio al dettaglio e riparazione totale di autoveicoli

L’Aquila 1.373 Teramo 2.103 Pescara 3.465 Chieti 2.333 Abruzzo 9.274 Italia

446.512

LL’Aquila 1.374 Teramo 2.061 Pescara 3.490 Chieti 2.307 Abruzzo 9.232 Italia

449.488

4.109 4.416 5.275 5.197 18.997 784.007

795.887

L’Aquila -0,1 Teramo 2,0 Pescara -0,7 Chieti 1,1 Abruzzo 0,5 Italia -0,7 Fonte: elaborazione CRESA su dati Movimprese

42

2018 803 6.285 25.093 892 7.411 30.899 973 9.713 31.445 1.201 8.731 39.685 3.869 32.140 127.122 157.334 1.387.853 5.150.743 2017

4.167 4.425 5.318 5.272 19.182

Totale imprese

785 6.326 25.079 893 7.379 30.754 947 9.755 31.247 1.208 8.787 39.786 3.833 32.247 126.866

155.450 1.400.825 5.150.149

var.% 2018-17 -1,4 2,3 -0,2 -0,1 -0,8 2,7 -1,4 -0,6 -1,0 0,9 -1,5 1,2

-0,6 0,1 0,4 0,5 -0,4 0,6 -0,6 -0,3 -0,3 0,2 -0,9 0,0


Tab. 1.2.9 MOVIMENTO TURISTICO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17

Italiani Arrivi Presenze

Stranieri Arrivi Presenze

Totale Arrivi Presenze

2018 L’Aquila 358.803 845.588 30.152 74.263 388.955 919.851 Teramo 487.134 2.816.354 78.151 514.192 565.285 3.330.546 Pescara 325.383 874.456 56.109 164.938 381.492 1.039.394 Chieti 270.597 930.866 36.782 114.465 307.379 1.045.331 Abruzzo 1.441.917 5.467.264 201.194 867.858 1.643.111 6.335.122 L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo

2017 319.664 783.565 25.990 76.243 345.654 859.808 473.850 2.895.669 76.954 523.718 550.804 3.419.387 300.926 800.016 51.872 157.738 352.798 957.754 264.623 848.559 34.774 107.965 299.397 956.524 1.359.063 5.327.809 189.590 865.664 1.548.653 6.193.473

var. % 2018-17 L’Aquila 12,2 7,9 16,0 -2,6 12,5 7,0 Teramo 2,8 -2,7 1,6 -1,8 2,6 -2,6 Pescara 8,1 9,3 8,2 4,6 8,1 8,5 Chieti 2,3 9,7 5,8 6,0 2,7 9,3 Abruzzo 6,1 2,6 6,1 0,3 6,1 2,3 Fonte: elaborazione CRESA su dati Regione Abruzzo - settore Turismo

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

43


44

***** **** *** ** * R.T.A. Totale ***** **** *** ** * R.T.A. Totale ***** **** *** ** * R.T.A. Totale ***** **** *** ** * R.T.A. Totale ***** **** *** ** * R.T.A. Totale

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 1 282 141 141 23 3.724 1.665 1.661 129 9.679 5.095 5.085 31 1.186 668 658 37 905 497 486 39 2.269 987 972 260 18.045 9.053 9.003 1 68 34 34 16 2.504 1.266 1.285 26 2.559 1.278 1.263 6 172 106 83 4 72 40 30 4 1.334 420 426 57 6.709 3.144 3.121 1 82 44 44 13 1.177 604 604 52 3.568 1.773 1.769 8 428 213 180 3 61 31 25 - - - - 77 5.316 2.665 2.622 3 432 219 219 52 7.405 3.535 3.550 207 15.806 8.146 8.117 45 1.786 987 921 44 1.038 568 541 43 3.603 1.407 1.398 394 30.070 14.862 14.746

29 1.232 3.803 593 275 20 5.952 - 224 778 150 126 25 1.303 72 87 598 20 59 - 836 - 345 1.123 143 72 - 1.683 101 1.888 6.302 906 532 45 9.774

Totale Letti Camere Bagni

29 1 98 29 29 1.207 33 2.600 1.232 1.207 3.755 133 7.632 3.803 3.755 549 39 1.122 593 549 246 23 497 275 246 20 1 60 20 20 5.806 230 12.009 5.952 5.806 - 1 282 141 141 224 28 4.172 1.889 1.885 771 155 11.359 5.873 5.856 148 41 1.450 818 806 112 48 1.135 623 598 19 41 2.317 1.012 991 1.274 314 20.715 10.356 10.277 72 2 212 106 106 87 20 2.674 1.353 1.372 599 49 3.694 1.876 1.862 19 7 212 126 102 56 9 203 99 86 - 4 1.334 420 426 833 91 8.329 3.980 3.954 - 1 82 44 44 345 21 1.822 949 949 1.102 89 5.862 2.896 2.871 143 19 695 356 323 54 9 195 103 79 - 1.644 139 8.656 4.348 4.266 101 5 674 320 320 1.863 102 11.268 5.423 5.413 6.227 426 28.547 14.448 14.344 859 106 3.479 1.893 1.780 468 89 2.030 1.100 1.009 39 46 3.711 1.452 1.437 9.557 774 49.709 24.636 24.303

Zona interna Letti Camere Bagni Esercizi

1 98 33 2.600 133 7.632 39 1.122 23 497 1 60 230 12.009 - - 5 448 26 1.680 10 264 11 230 2 48 54 2.670 1 144 4 170 23 1.135 1 40 5 131 - - 34 1.620 - - 8 645 37 2.294 11 267 6 134 - - 62 3.340 2 242 50 3.863 219 12.741 61 1.693 45 992 3 108 380 19.639

Costa Letti Camere Bagni Esercizi

Fonte: elaborazione CRESA su dati Regione Abruzzo - settore Turismo

L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo

Provincia Categoria Esercizi

Tab. 1.2.10 CONSISTENZA ALBERGHIERA PER CATEGORIA NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2018


Tab. 1.2.11 PRINCIPALI INDICATORI DEL SETTORE BANCARIO NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2018 e var.% 2018-17

L’Aquila Teramo Pescara Chieti Abruzzo

Italia

2018 Aziende

1

4

1

2

8

505

Sportelli

126

145

132

145

548

25.404

40

39

28

51

158

5.368

Comuni serviti ATM

174

181

170

224

749

40.396

Depositi bancari e risparmio postale* 6.508

5.916

6.245

7.936

26.605

1.785.680

Impieghi *

5.795

6.132

6.605

22.365

1.789.519

Home e corporate banking **

3.833

143.011 137.554 158.939 179.575

Phone banking ** Dipendenti

47.551

45.836

66.855

81.713

749

918

828

979

619.079 37.020.594 241.955 16.343.366 3.474

278.233

var.% 2018-17 Aziende

0,0

0,0

0,0

-33,3

-11,1

-6,1

Sportelli

-3,8

-5,8

-6,4

-9,9

-6,6

-7,2

Comuni serviti

-2,4

-2,5

0,0

-3,8

-2,5

-2,8

ATM

-2,2

-8,1

-11,9

-10,4

-8,4

-2,2

Depositi bancari e risparmio postale*

-1,5

-1,1

-0,2

-0,9

-0,9

3,8

Impieghi *

-5,9

-5,5

-6,0

-5,3

-5,6

-2,5

Home e corporate banking **

13,7

15,5

12,4

12,0

13,3

13,8

Phone banking **

14,2

15,8

11,2

33,0

19,3

11,2

-3,6

-6,9

-2,0

-9,4

-5,8

-2,8

Dipendenti

* Valori in milioni di euro per residenza della clientela ** Numero di clienti Fonte: elaborazione CRESA su dati Banca d’Italia

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

45



1.3 IL COMMERCIO INTERNAZIONALE 1.3.1 IL QUADRO INTERNAZIONALE E NAZIONALE

Nel 2018 gli scambi mondiali di beni e servizi fanno registrare un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Sono le Economie emergenti e in via di sviluppo che continuano a riportare un andamento migliore (export : +3,9%; import: +5,6%) di quelle dei Paesi ad Economia avanzata (export: +3,2%; import: +3,6%). A livello nazionale si osserva che l’export continua la sua fase ascendente ma ad un ritmo più che dimezzato rispetto all’anno precedente (3,1% del 2018 contro 7,6% del 2017). Fig. 1.3.1 ESPORTAZIONI MONDIALI: Anni 2001-2018 (var. % annue volumi) 9,0

8,0

8,0

7,9 6,9

6,4

7,0 6,0 5,0 4,0

4,7

3,9

3,8

3,1

2,7

2,6

3,0

4,5 2,7

3,2

2,0

1,1

1,0 0,0

Media 2001-10

2011

2012

2013

Economie avanzate

2014

3,2

2,9

2015

3,9

1,5

2016

2017

2018

Economie emergenti e in via di sviluppo

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondo Monetario Internazionale

Fig. 1.3.2 IMPORTAZIONI MONDIALI: Anni 2001-2018 (var. % annue volumi) 14

11,4

12 9,2

10

7,6

8 6 4

6

5,1

3,6 1,1

2

4,8 2,2

3,4

2,6

4,9

3,8 2,2 2,2

5,6 3,6

0 -2

Media 2001-10

2011

2012

2013

Economie avanzate

2014

-0,9 2015

2016

2017

2018

Economie emergenti e in via di sviluppo

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondo Monetario Internazionale ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

47


Fig. 1.3.3 IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI ITALIANE. Anni 2001-2018 (val. in milioni di euro) 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 -2,0 -4,0 -6,0 -8,0

11,4 9,3 4,6

9,2 3,8

3,2

2,2

5,6

3,8 3,4

-0,8

-1,1 -5,3 2011

2012

3,1

1,2

0,0

Media 2001-10

7,6

-5,1 2013 Import

2014

2015

2016

2017

2018

Export

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2017 e 2018 (pesi % e var. % annue) REGIONI

Quota % 2017

Var % 2017-2018

Quota % 2018

Piemonte 10,7 0,4 10,4 Valle d’Aosta 0,2 9,1 0,2 Lombardia 26,9 5,2 27,4 Liguria 1,8 -6,7 1,6 Trentino-Alto Adige 1,9 3,1 1,9 Friuli-Venezia Giulia 3,3 5,9 3,4 Veneto 13,7 2,8 13,7 Emilia Romagna 13,4 5,7 13,7 Toscana 7,8 4,5 7,9 Umbria 0,9 8,7 0,9 Marche 2,6 -0,9 2,5 Lazio 5,2 -4,3 4,9 Abruzzo 1,9 3,9 1,9 Molise 0,1 46,0 0,1 Campania 2,4 2,1 2,3 Puglia 1,8 -2,2 1,7 Basilicata 0,9 4,2 0,9 Calabria 0,1 15,9 0,1 Sicilia 2,1 15,3 2,3 Sardegna 1,2 6,8 1,2 Italia 100,0 3,1 100,0 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

L’andamento degli ultimi anni mostra, sia sul fronte dell’import che su quello dell’export una crescita media tra il 2001 e il 2010 (import: + 4,6%; export: +3,2%) determinata da una forte contrazione nel 2009 (import: -22,1; export: -20,9%) più che compensata dalle fasi espansive del 2010 e degli anni antecedenti al 2009. Consistente sotto entrambi i 48


IMPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2017 e 2018 (pesi % e var. % annue) REGIONI

Quota % 2017

Var % 2017-2018

Quota % 2018

Piemonte 8,3 1,6 8,0 Valle d’Aosta 0,1 24,7 0,1 Lombardia 31,3 6,7 31,6 Liguria 2,2 16,5 2,4 Trentino-Alto Adige 1,7 7,2 1,8 Friuli-Venezia Giulia 1,9 11,6 2,1 Veneto 11,5 5,2 11,5 Emilia Romagna 8,8 2,8 8,6 Toscana 5,8 9,4 6,0 Umbria 0,7 5,9 0,7 Marche 1,8 12,7 1,9 Lazio 8,9 0,6 8,5 Abruzzo 1,0 0,9 1,0 Molise 0,1 3,1 0,1 Campania 3,1 5,3 3,1 Puglia 2,2 -2,1 2,0 Basilicata 0,5 10,9 0,5 Calabria 0,2 7,9 0,2 Sicilia 3,6 17,6 4,0 Sardegna 1,7 20,5 1,9 Italia 100,0 5,6 100,0 Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

profili il recupero verificatosi nel 2011, anno successivamente al quale le esportazioni e in misura più marcata le importazioni mostrano qualche difficoltà fino al 2016 e una fase decisamente crescente nel 2017 seguita da un’espansione meno accentuata nel 2018. Riguardo l’export tutte le ripartizioni territoriali si mostrano in crescita: superiore alla media nazionale (+3,1%) si conferma la dinamica delle Isole (+12,2%), grazie anche alla variazione positiva delle vendite dei prodotti energetici, del Nord-est (+4,3%) e del Nord-ovest (+3,4%), più contenuta quella del Sud (+2,5%) e del Centro (+1,0%) che sembrano risentire maggiormente del rallentamento dell’export nazionale. Tra le regioni più dinamiche all’export si segnalano il Molise (+46,0%), la Calabria (+15,9%), la Valle d’Aosta (+9,1%) e l’Umbria (+8,7%), che tuttavia hanno un impatto molto contenuto sulla crescita dell’export regionale. Altre regioni, quali la Sicilia (+15,3%), il Friuli-Venezia Giulia (+5,9%), l’Emilia-Romagna (+5,7%) e la Lombardia (+5,2%), pur riportando incrementi nel complesso meno marcati, contribuiscono per quasi il 3% alla crescita complessiva. Negative solo le variazioni di Liguria (-6,7%), Marche (-0,9%), Lazio (-4,3%) e Puglia (-2,2%). Sul fronte delle importazioni si registrano aumenti in tutte le principali ripartizioni nazionali, con valori percentuali particolarmente elevati, grazie al contributo delle Isole maggiori, per quanto riguarda il Sud (9,5%) e più contenuti per il Nord (+5,8%) e il Centro (+5,0%). Incrementi a due cifre si osservano in Valle d’Aosta (24,7%), Liguria (16,5%), Friuli-VeECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

49


nezia Giulia (11,6%), Marche (12,7%), Basilicata (10,9%), Sicilia (17,6%) e Sardegna (20,5%). In calo solo gli acquisti esteri della Puglia (-2,1%). 1.3.2 IL COMMERCIO ESTERO DELL’ABRUZZO

Nel corso del 2018 la regione ha visto intensificarsi gli scambi con l’estero sia sul fronte delle importazioni (+0,9%) che su quello delle esportazioni (+3,9%). Le vendite all’estero a differenza degli acquisti hanno visto un incremento superiore a quello medio nazionale (import: +5,6%; export: +3,1%). L’import regionale si attesta sui 4.176 milioni di euro, le esportazioni sugli 8.727 milioni di euro valori che coincidono rispettivamente con l’1% e il 2% circa del commercio estero italiano. La bilancia commerciale chiude con un attivo di 4.550 milioni di euro. Il tasso di propensione all’export della regione, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è, grazie al positivo apporto proveniente dalla provincia di Chieti (65,7%), del 29,5% di poco superiore al 29,4% medio nazionale. L’apertura regionale al commercio estero, misurata come rapporto tra la somme di importazioni ed esportazioni e il valore aggiunto, è pari a 43,6% valore inferiore alla media nazionale (56,4%). Le esportazioni Nel 2018 l’aumento su base annua del 3,9% delle vendite regionali all’estero conferma che prosegue la fase ascendente iniziata nel 2014 che segue la grande crisi verificatasi nel 2009 accompagnata poi da una ripresa parziale e da una nuova flessione dei tassi tra il 2012 e il 2013. A partire dal 2013 l’export regionale mostra una crescita continua sia pur di non grande intensità. Un’analisi di più lungo periodo (2000-2018) evidenzia che le vendite abruzzesi all’estero, migliori di quelle nazionali fino alla crisi del 2009, hanno mostrato negli ultimi anni segni di Fig. 1.3.4 ESPORTAZIONI ABRUZZESI. Anni 2007-2018 (valori in milioni di euro) 10.000 9.000 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0

2007

2008

2009

2010

2011

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 50

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018


Fig. 1.3.5 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2018 (valori percentuali) 6,0

5,1

5,0

5,4 4,6 3,9

4,0

3,0

3,0

3,3 1,6

2,0 1,0 0,0 -1,0

2000-2018

-0,4 2008-2015

2000-2008 Abruzzo

2015-2018

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

debolezza tanto da non raggiungere nel 2015 il valore pre crisi. In particolare si evidenzia che tra il 2000 e il 2008 in regione le esportazioni crescono ad un ritmo medio annuo del 5,1% superiore al 4,6% nazionale, tra il 2008 e il 2015 si contraggono del -0,4% (Italia: +1,6%) e tornano a crescere dopo il 2015 ad una velocità superiore a quella media nazionale riguadagnando ampiamente i livelli raggiunti nel 2007 (Abruzzo: +5,4%; Italia: +3,9%). Le esportazione nei Paesi dell’Unione Europea a 28 rappresentano il 74,4% del totale, in aumento rispetto all’anno precedente del 3,3%. Nel loro ambito, si osserva la posizione preminente dei Paesi UEM che rappresenta il 54,2% del totale dell’export regionale (GerFig. 1.3.6 ESPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA. Anno 2018 (var. % su anno precedente) 70,0

59,4

60,0 50,0 40,0

33,2

30,0 20,0 10,0

3,3

1,4

-10,0 -30,0

-2,4

-6,1

-20,0

3,9

3,3

2,7

0,0

-22,0 UE a 28

Altri Paesi europei

Africa

America America Medio Asia Asia Oceania Mondo sett. centro Oriente Centrale Orientale e altro merid.

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

51


EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. Abruzzo e Italia. Anni 2000, 2008 e 2018 (peso % su totale export annuo)

2000

2008 2018 Italia

Ue a 28 UEM Germania Francia Spagna Belgio Paesi Bassi Slovenia Austria Regno Unito Polonia Ungheria Romania Paesi europei non UE Russia Turchia Svizzera Africa Africa settentrionale Altri Paesi africani America America settentrionale Stati Uniti Amerca centro-meridionale Asia Medio Oriente Asia Centrale India Asia Orientale Cina Giappone Hong Kong Singapore Taiwan Oceania e altre parti del mondo MONDO

62,1 59,7 56,3 48,3 44,4 40,8 15,2 12,8 12,6 12,7 11,2 10,5 6,3 6,5 5,2 2,8 2,7 2,8 2,7 2,4 2,5 0,8 1,1 1,0 2,2 2,4 2,2 6,9 5,2 5,1 1,5 2,6 2,9 0,9 1,0 1,1 1,0 1,7 1,6 4,2 11,2 10,5 0,1 0,1 0,1 1,8 2,0 1,9 3,3 3,9 4,8 3,5 4,9 3,9 2,3 3,6 2,7 1,2 1,3 1,2 15,1 10,2 13,2 11,1 6,9 10,1 10,2 6,2 9,2 3,9 3,3 3,1 10,6 12,4 14,1 3,3 5,0 3,9 0,7 1,3 1,6 0,4 0,8 0,9 6,6 6,0 8,6 0,9 1,7 2,8 1,7 1,2 1,4 1,3 0,9 1,3 0,6 0,5 0,5 0,5 0,2 0,3 1,3 1,6 2,0 100,0 100,0 100,0

2000 2008 2018 Abruzzo 70,4 74,0 74,4 55,9 53,7 54,2 23,9 18,2 20,0 14,4 16,0 18,6 6,0 6,0 4,9 3,5 3,4 2,8 1,8 1,9 2,0 0,9 2,1 1,1 1,8 1,4 1,5 5,5 7,4 7,4 2,4 4,6 4,5 1,0 2,2 2,0 0,9 1,4 1,5 6,4 7,0 6,5 0,0 0,2 0,1 2,3 1,5 1,3 1,7 1,2 2,7 1,7 2,6 2,2 1,3 1,9 1,5 0,4 0,7 0,8 12,4 9,0 10,9 9,2 7,3 6,5 8,3 6,7 5,7 3,2 1,7 4,4 8,3 6,8 5,2 1,5 2,8 2,0 0,2 0,5 0,4 0,1 0,3 0,2 6,6 3,5 2,8 0,5 0,7 1,0 1,0 1,0 0,6 0,3 0,3 0,2 4,0 0,8 0,1 0,2 0,1 0,1 0,8 0,6 0,8 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

mania: 20,0%; della Francia: 18,6%) e del Regno Unito cui è destinato il 7,4% dei beni venduti nell’Unione Europea. Perdono terreno tra il 2017 e il 2018 l’Africa (-6,1% pari al 2,2% del totale delle vendite estere), il Medio Oriente (rispettivamente -22,0% e 2,0%) e l’Asia Orientale (rispettivamente -2,4% e 2,8%), acquistano quote significative l’America 52


EXPORT PRINCIPALI SETTORI. Abruzzo e Italia. Anni 2000, 2008 e 2018 (peso % su totale annuo)

2000 2008 2018 2000 2008 2018 Abruzzo Italia

Prod. dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prod. dell’estrazione di minerali da cave e miniere Prod. alimentari, bevande e tabacco Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavoraz. min. non met. Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari e apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto

0,8 0,5 4,5 10,7 2,8 0,0 2,7 2,8 10,3

0,6 0,7 4,4 9,5 2,2 0,0 2,9 3,9 8,6

0,8 0,1 6,0 5,1 1,0 0,0 3,2 3,2 7,5

1,5 0,2 5,0 15,1 2,3 2,0 6,3 2,9 7,2

1,5 0,5 5,7 11,1 1,9 4,2 6,0 3,2 6,1

1,5 0,2 7,6 11,4 1,9 3,2 6,7 5,6 5,8

5,7

6,8

5,1

8,2

12,3

10,8

11,9 3,1 11,3 27,7

4,9 2,2 9,9 39,6

2,7 2,4 8,1 50,5

5,6 6,2 16,9 11,5

3,1 5,9 19,2 10,7

3,3 5,2 17,7 11,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Centro-Meridionale (+59,4% e 4,4%), che beneficia dell’export di mezzi di trasporto dalla provincia di Teramo, e l’Oceania e altre parti del mondo (+33,2 e 0,8%). In un’ottica di più lungo periodo (2000-2018) emerge con evidenza che, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, in regione cresce il peso dei Paesi dell’Unione UE e diminuisce in maniera meno significativa la quota di Paesi dell’Unione Monetaria. Sostanzialmente stabile nel periodo preso in esame la quota dei Paesi europei non UE che però rappresentano solo il 6,5% del totale regionale (Italia: 10,5%), in aumento le vendite verso i Paesi Africani (Abruzzo: 2,2% del totale; Italia: 3,9%), nella maggior parte dei casi destinate alla parte settentrionale del continente. In calo l’export in America a causa della contrazione delle vendite in America settentrionale, che non riescono a compensare il lieve aumento delle vendite nella parte centro-meridionale che in regione assorbe una quota di export superiore a quella media nazionale (Abruzzo: 4,4%; Italia: 3,1%). quelle verso la parte settentrionale del continente americano. I Paesi asiatici, che assorbono il 5,2% dell’export regionale contro il 14,1% medio nazionale, mostrano nel periodo preso in esame una flessione continua. Sono in particolare le vendite in Estremo Oriente a perdere terreno. Per quanto riguarda i settori il comparto metalmeccanico ed elettronico, che rappresenta nel complesso il 68,8% dell’export regionale, cresce nel suo insieme del 3,1%. Assai diversificato l’andamento dei settori in esso compresi: a crescere, infatti è il solo settore dei mezzi di trasporto (+8,1%) che rappresenta il 50,5% dell’export regionale; in perdita tutto il settore dei macchinari ed apparecchi meccanici, elettronici, ottici ed elettrici (-11,0%) ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

53


pari al 13,1% del totale abruzzese e anche quello dei metalli di base e prodotti in metallo (-2,1%) che corrisponde al 5,1% dell’export regionale. Buono l’andamento degli altri principali settori se si escludono gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-5,9%) che rappresentano il 3,2% dell’export regionale. Confrontando i pesi percentuali dei singoli settori sul totale dell’export regionale e nazionale negli anni 2000, 2008 e 2018 spiccano pesi e incrementi dei mezzi di trasporto che in regione incidono in misura decisamente superiore rispetto alla media italiana e, contrariamente a quanto si osserva a livello Paese, aumentano dal 27,7% del 2000 al 50,5% del 2018 (Italia: 2000: 11,5%; 2018: 11,0%). I prodotti in gomma e materie plastiche, nonostante una tendenza alla contrazione su ambedue gli orizzonti spaziali, costituiscono una quota dell’export abruzzese superiore a quella media nazionale. Pur restando al di sotto della media italiana, è aumentata nel corso del periodo esaminato l’incidenza sul totale dell’export regionale dei prodotti alimentari, bevande e tabacchi (Abruzzo: da 4,5% del 2000 a 6% del 2018; Italia: da 5,0% a 7,6%) e, nonostante la contrazione dell’ultimo anno, degli articoli farmaceutici (Abruzzo: da 2,8% a 3,2%; Italia: 2,9% a 5,6%). In forte contrazione il settore metalmeccanico ed elettronico esclusi i mezzi di trasporto che in regione passa dal 32% del 2000 al 18,3% del 2018 contro una media nazionale del 36,9% in ambedue gli anni considerati. In calo anche il tessile (Abruzzo: dal 10,7% al 5,1% ; Italia: dal 15,1% all’11,4%) e del legno, carta e stampa (Abruzzo: dal 2,8% all’1,0%; Italia: dal 2,3% all’1,9%): Le esportazioni di sostanze e prodotti chimici, le cui quote aumentano sia a livello regionale sia a livello nazionale, hanno a fine periodo in Italia un peso pressoché doppio rispetto all’Abruzzo. Le importazioni Passando ad esaminare l’andamento dell’import regionale, va premesso che l’Istat imputa gli acquisti dall’estero alle regioni nelle quali le merci arrivano e vengono sdoganate e non a quelle cui sono destinate, con conseguente sovrastima dell’import delle aree dotate Fig. 1.3.7 IMPORTAZIONI ABRUZZESI. Anni 2007-2018 (valori in euro) 4.500.000.000 4.000.000.000 3.500.000.000 3.000.000.000 2.500.000.000 2.000.000.000 1.500.000.000 1.000.000.000 500.000.000 0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 54


Fig. 1.3.8 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE IMPORTAZIONI. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2018 (valori percentuali) 6,0 5,0

5,0

4,6

4,0 3,0

2,8

3,0 2,0 1,0

0,4

0,3

0,0 -1,0 -2,0

-0,9 2000-2018

2000-2008

-0,4

2008-2015

Abruzzo

2015-2018

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Fig. 1.3.9 IMPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA. Anno 2018 (var. % su anno precedente) 20,0 10,3

10,0 0,0

3,7

1,2

0,9 -2,5

-10,0 -15,9

-20,0

-15,7

-15,8

-16,8

-30,0 -40,0

-36,3 UE a 28

Altri Paesi europei

Africa

America America Medio Asia Asia Oceania Mondo sett. centro Oriente Centrale Orientale e altro merid.

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

di grandi infrastrutture viarie e di trasporto, quali porti e aeroporti, e conseguente sottovalutazione di quello delle regioni quali l’Abruzzo meno dotate. Analogamente a quanto si osserva per l’export regionale, prosegue, dopo le contrazioni del 2009, 2012 e 2013, la crescita su base annua (0,9%) degli acquisti abruzzesi dall’estero che raggiungono nel 2018 quota 4.176 milioni di euro. Il tasso medio annuo di crescita nel periodo 2000-2018 è dello 0,3% assai più basso di quello medio nazionale che si attesta sul 2,8%. In particolare si osserva che tra il 2000 e il 2008 l’import regionale fa segnare un +0,4% contro un +5% medio nazionale, negli anni ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

55


IMPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. Abruzzo e Italia. Anni 2000, 2008 e 2018 (peso % su totale export annuo)

2000

2008 2018 Italia

Ue a 28 UEM a 17 Germania Francia Spagna Belgio Paesi Bassi Slovenia Austria Regno Unito Polonia Ungheria Romania Paesi europei non UE Russia Turchia Svizzera Africa Africa settentrionale Altri Paesi africani America America settentrionale Stati Uniti Amerca centro-meridionale Asia Medio Oriente Asia Centrale India Asia Orientale Cina Giappone Hong Kong Singapore Taiwan MONDO

61,3 55,0 59,0 50,1 44,5 46,7 17,6 16,0 16,6 11,5 8,6 8,6 4,2 4,4 4,9 4,0 3,7 4,5 6,0 5,4 5,4 0,5 0,6 0,8 2,3 2,4 2,3 5,5 3,1 2,6 0,8 1,8 2,3 0,7 1,0 1,2 1,0 1,4 1,7 19,7 10,7 9,9 0,0 0,0 0,0 0,9 1,5 2,1 3,3 2,9 2,6 7,7 10,0 5,2 5,8 8,2 3,7 1,9 1,9 1,5 8,5 6,3 6,3 6,0 3,5 4,1 5,2 3,1 3,8 2,5 2,8 2,2 13,3 17,4 19,1 3,6 5,0 5,2 1,3 2,0 2,3 0,6 0,9 1,3 8,5 10,3 11,6 2,7 6,2 7,3 2,5 1,3 0,9 0,2 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 0,7 0,5 0,5 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

56

2000

2008 2018

Abruzzo 72,3 64,9 71,7 53,8 54,1 55,5 18,0 13,1 14,8 17,6 18,8 19,9 4,4 6,5 7,1 3,6 5,4 2,7 4,4 4,3 4,3 0,2 1,4 0,3 1,4 1,5 1,6 4,9 2,4 2,3 0,2 1,8 4,3 0,1 1,4 1,5 1,4 0,9 1,6 3,6 5,2 4,4 0,0 0,0 0,0 0,9 1,6 2,3 1,1 0,8 0,4 1,7 3,7 4,0 1,1 3,2 3,6 0,6 0,5 0,4 7,7 8,7 4,2 7,3 7,1 3,5 7,1 6,4 3,4 0,4 1,6 0,7 14,1 17,4 15,1 0,6 0,8 0,3 0,5 1,0 1,1 0,2 0,7 0,7 13,0 15,6 13,7 1,3 5,9 5,4 9,7 7,1 1,6 0,0 0,1 0,0 0,0 0,2 0,3 0,3 0,2 0,6 100,0 100,0 100,0


IMPORT PRINCIPALI SETTORI. Abruzzo e Italia. Anni 2000, 2008 e 2018 (peso % su totale annuo)

2000 2008 2018 2000 2008 2018

Prod. dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prod. dell’estrazione di minerali da cave e miniere Prod. alimentari, bevande e tabacco Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavoraz. min. non met. Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari e apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto

Abruzzo

Italia

4,0 0,3 4,8 6,3 5,5 0,0 12,7 3,6 4,9

4,7 0,5 7,6 8,3 5,3 0,0 9,0 3,7 6,9

3,8 0,2 6,1 7,2 6,9 0,1 14,1 2,2 8,4

3,6 11,4 6,6 7,0 3,8 2,1 10,0 2,7 3,2

2,8 18,0 6,4 6,5 2,6 2,2 8,4 3,8 2,9

3,4 11,0 7,1 7,6 2,7 2,4 9,3 6,2 3,5

7,6

11,3

9,3

9,7

11,6

10,6

12,1 2,3 14,1 19,1

3,1 2,6 11,8 23,3

4,0 3,9 7,2 22,7

10,0 3,5 8,6 13,4

6,5 3,3 7,0 11,6

6,4 4,2 7,3 11,7

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

tra il 2008 e il 2015 decresce del -0,9% più del doppio del decremento che si osserva a livello Italia (-0,4%) e tra il 2015 e il 2018 torna a crescere (+3,0%; Italia: +4,6%). L’incremento annuo dello 0,9% deriva da un aumento degli acquisto dall’estero dai Paesi dell’UE a 28 (71,7% del totale), dall’Africa (4%) e dell’Asia Orientale (13,7%). Decrementi si osservano in tutte le altre aree del mondo; in particolare, decrementi superiori al 15% si osservano in America (4,2%), Asia Centrale (1,1%) ed Oceania, superiore al 36% in Medio Oriente (0,3%). In un’ottica di più lungo periodo (2000-2018) si osserva che la quota di import dai Pesi dell’Europa a 28 si mantiene superiore a quella nazionale (rispettivamente 71,7% contro 59,0%) e mostra, negli ultimi 10 anni, una tendenza crescente. Parimenti superiore alla media Italia la porzione di merci acquistata dall’UEM a 17 e dall’Asia Orientale; al contrario assai inferiori rispetto ad essa sono gli acquisti da Paesi europei non appartenenti all’Unione Europea e dai Paesi dell’Africa centro-meridionale e dell’America centro-meridionale. Per quanto riguarda i principali settori merceologici, rispetto al 2017 si osservano decrementi diffusi in molti dei comparti manifatturieri: i prodotti alimentari, bevande e tabacchi, che rappresentano il 6,1% del totale, subiscono un calo del -15%, gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (2,2% del totale) del -13,8%, l’elettromeccanica ed elettronica (47,1%) del -4,7%, i macchinari ed apparecchiature (15,1%) del -19,9%. In aumento del +23,1% l’import dei prodotti tessili, abbigliamento e calzature che rappresentano il 7,2% del totale, quello del legno e carta (+5,8%) pari al 6,9% degli acquisti esteri ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

57


abruzzesi, delle sostanze e prodotti chimici (+14,3% pari al 14,1% del totale), dei prodotti in gomma e materie plastiche, delle lavorazioni di minerali non metalliferi (+2,7%, pari all’8,4% del totale) e dei mezzi di trasporto (+9,2%) che arrivano a rappresentare il 22,7% del totale. Se si confrontano in un’ottica di più ampio periodo (2000-2018) le performance importative abruzzesi con quelle italiane emerge che in regione maggiore è il peso dei prodotti alimentari, bevande e tabacco, dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, del coke e dei prodotti petroliferi raffinati, degli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, dei metalli di base e prodotti in metallo, delle macchine ed apparecchiature. Assai più contenuta, invece, la quota dei mezzi di trasporto, degli articoli in gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi e delle sostanze e prodotti chimici. 1.3.3 L’ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI A LIVELLO PROVINCIALE

L’export della provincia dell’Aquila nel 2018 si attesta sui 603 milioni di euro in aumento rispetto all’anno precedente del 2,7%. Il suo peso sul totale regionale è del 6,9% in calo di 0,1 punti percentuali nel confronto con il 2017. Il tasso di propensione all’export, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è del 9%, il più basso tra le province abruzzesi. L’apertura provinciale al commercio estero (rapporto percentuale tra la somma di esportazioni e importazioni e il valore aggiunto) è del 17,9%, in sensibile peggioramento rispetto all’anno precedente. A livello di macrosettori è la metalmeccanica ed elettronica a detenere la maggior quota dell’export provinciale (51,7%), seguono la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (36,4%), l’agro-alimentare (4,6%) e il settore moda (4,1%). Forte è l’incremento delle vendite estere dei macchinari ed apparecchiature non classificati diversamente che, quasi raddoppiando di valore (da 18,7 milioni a 36,1 milioni di euro), arrivano a rappresentare il 6% dell’export provinciale. Buono anche l’andamento dei pro-

Fig. 1.3.10 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) 25,0

13,0 13,4 13,1 11,4

15,0 10,0

9,2 9,7

7,2

6,2 6,8 6,6 7,0 6,9

2014

21,1 20,2 19,6 20,1 19,3 17,9 16,4

2013

20,0

5,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 58

2018

2017

2016

2015

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

0,0


dotti agricoli (+1,8%, 1,1%), dell’alimentari, bevande e tabacchi (+2,4%, 3,5%), delle sostanze e prodotti chimici (+10,5%, 5,7%), degli articoli in gomma, materie plastiche e lavorazioni di minerali non metalliferi (+10,1%, 7,7%), dei metalli di base e prodotti in metallo (+37,1%, 3,8%), degli apparecchi elettrici (+18,9%, 9,6%) e dei mezzi di trasporto (+29,5%, 0,6%). Contrazioni su base annua hanno interessato i prodotti tessili, abbigliamento, pelli ed accessori (-1,3%, pari al 4,1% delle vendite estere provinciali), il legno e prodotti in legno carta e stampa (-22,0%, 0,9%), gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-1,5%, 23%) e i computer, apparecchi elettronici ed ottici (-9,5%, 31,8%). Nel 2018 il valore delle cessioni in ambito comunitario, pari al 52,1% del totale, aumenta dell’8%; la crescita in ambito UEM, che rappresenta il 36,5% dell’export provinciale è del 9,7%. I principali mercati di sbocco, oltre ai Paesi UE, sono l’America settentrionale che, nonostante il calo del 10,1%, assorbe quasi un terzo delle esportazioni aquilane e l’Estremo Oriente che con un incremento annuo del 42,8% arriva a rappresentare il 9,6% del venduto provinciale all’estero. Importanza residuale rivestono gli altri mercati di sbocco. L’export della provincia di Teramo nel 2018 si attesta sui 1.421 milioni di euro in aumento rispetto all’anno precedente del 4,4%. Il suo peso sul totale regionale è del 16,3%, 0,1 punti percentuali in più nel confronto con il 2017. Il tasso di propensione all’export, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è del 21,2%, l’apertura provinciale al commercio estero (rapporto percentuale tra la somma di esportazioni e importazioni e il valore aggiunto) è del 34,4%, in sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente. A livello di macrosettori è la metalmeccanica ed elettronica a detenere la maggior quota dell’export provinciale (32,9%), seguono la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (21,2%), il settore moda (20%) e l’agro-alimentare (10%). Forti sono gli incrementi delle vendite estere dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+25,7%) che rappresentano il 20% del totale dell’export provinciale e degli Fig. 1.3.11 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI TERAMO. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) 25,0 19,2 18,8 18,9 20,0 18,2 17,0 17,1 17,5 16,4 17,4 16,2 17,1 15,6 16,1 16,0 16,3 16,0 15,4 15,5 15,0 15,0 10,0

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

0,0

2000

5,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

59


articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+25,4%) pari al 6,7% del totale. Inferiori all’aumento medio provinciale sono le variazioni positive fatte registrare dai dei mezzi di trasporto (+1,0%, 10%), dagli apparecchi elettrici (+1%, 5%), delle sostanze e prodotti chimici (+1,5%, 4,4%) e dal legno e prodotti in legno, carta e stampa (+0,7%, 2,6%). Contrazioni su base annua hanno interessato l’agroalimentare (-2,3%, 10%), gli articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,1%, 10,1%), i metalli di base e prodotti in metallo (-7,2, 11,8%), i computer, apparecchi elettronici e ottici (-6,9%, 1,4%) e i macchinari e apparecchi non classificati altrove (-3,3%, 4,7%). Nel 2018 il valore delle cessioni in ambito comunitario, pari al 62,7% del totale, aumenta del 3,9%; la crescita in ambito UEM, che rappresenta il 46,3% dell’export provinciale è del 5,5%. I principali mercati di sbocco, oltre ai Paesi UE, sono i Paesi europei non UE che con un incremento del 24,5% detengono una quota pari al 14,7% e l’America settentrionale che, con un aumento su base annua del 9,5%, arriva a sfiorare il 10% delle esportazioni teramane. In calo le vendite estere negli altri Paesi (Asia: -12,5%; Africa: -1,1%; Oceania e altri territori: -26%). L’export della provincia di Pescara nel 2018 si attesta sui 799 milioni di euro in aumento rispetto all’anno precedente del 44,4%. Il suo peso sul totale regionale è del 9,2%, 2,6 punti percentuali in più nel confronto con il 2017. Il tasso di propensione all’export, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è dell’11%, l’apertura provinciale al commercio estero (rapporto percentuale tra la somma di esportazioni e importazioni e il valore aggiunto) è del 18%, in sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente. A livello di macrosettori è la metalmeccanica ed elettronica a detenere la maggior quota dell’export provinciale (58,6%), seguono la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (12,8%), l’agro-alimentare (9,8%) e il settore moda (8,7%).

Fig. 1.3.12 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI PESCARA. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) 10,0

9,2

9,2

9,0 8,0 7,0

7,6

7,1 7,4 7,2 6,9

6,8

6,1 6,0 5,8 5,9 5,9

6,0

7,3 7,5

7,1

6,7 6,8 6,6

5,0 4,0 3,0 2,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 60

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

0,0

2000

1,0


A far segnare il forte balzo in avanti dell’export provinciale è l’aumento del 403,8% del settore dei mezzi di trasporto che passano da 49 milioni di euro a 248 milioni venduti in quasi tutte le parti del mondo. Inferiori ma comunque buoni sono anche gli incrementi delle vendite estere dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+17%, pari all’8,7% del totale provinciale), dei prodotti in gomma e materie plastiche, delle lavorazioni di minerali non metalliferi (+78,5%, 4,2%), della metal meccanica esclusi gli apparecchi elettrici (+33,7% pari al 25,2%) e del settore agroalimentare (+3,3%, 9,8%). Diminuisce, al contrario, l’export degli articoli chimici e farmaceutici (-40,8%, 8,6%) e degli apparecchi elettrici (-16,3%, 2,3%). Aumenta il valore del venduto in quasi tutte le aree del mondo: + 42,3% UE, + 36,9% UEM, +8,7% altri Paesi europei; +15,2% Africa, + 363% America (grazie al contributo dato dalle vendite dei mezzi di trasporto nella parte centro-meridionale del Continente), -16,8% Asia; +152% Oceania e altri territori. Continuano ad essere i Paesi europei dell’Unione il principale mercato di sbocco delle merci pescaresi (35,8%), seguiti dall’America Centro-Meridionale (+21,4%), dai Paesi europei non UE (13,5%), dall’America settentrionale (9,7%). Pesi percentuali inferiori mostrano di avere l’Asia (9,3%) e l’Africa (6,5%). L’export della provincia di Chieti nel 2018 si attesta sui 5.903 milioni di euro, 1,7 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente (var. % 0,0%). Il suo peso sul totale regionale è del 67,6%, 2,6 punti percentuali in meno nel confronto con il 2017. Il tasso di propensione all’export, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è dell’65,7%, l’apertura provinciale al commercio estero (rapporto percentuale tra la somma di esportazioni e importazioni e il valore aggiunto) è del 90,1%. A livello di macrosettori è la metal meccanica ed elettronica a detenere la maggior quota dell’export provinciale (80,5%), seguono la chimico-farmaceutica e gomma e plastica (10,0%), l’agro-alimentare (5,8%) e il settore moda (1,1%). Fig. 1.3.13 ESPORTAZIONI DELLA PROVINCIA DI CHIETI. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) 80,0 65,5

70,0 60,0

54,5 53,3 52,8 54,9

57,2

59,1 61,7

66,0

62,6

66,3

67,5

65,7

66,2 69,1 70,4

71,3

70,2 67,6

50,0 40,0 30,0 20,0 10,0

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

0,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

61


Passando ad analizzare i singoli settori si osservano frequenti variazioni positive annue alle quali, a causa della prevalenza assoluta dei mezzi di trasporto (68%) e delle lavorazioni metal meccaniche in genere, si associano piccole quote percentuali degli altri comparti. Vedono aumenti consistenti in termini percentuali l’agro-alimentare (+5,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+14,6%) che costituiscono l’1,1% dell’export provinciale), il legno e prodotti in legno carta e stampa (27,5%, 0,4%), le sostanze e prodotti chimici (+22,8%, 2,5%) e i mezzi di trasporto (+3,3%, 68,0%). Mostrano decrementi significativi il comparto metalmeccanico (esclusi i mezzi di trasporto) (-21%, 12,5%) e quello dei prodotti gomma e materie plastiche, delle lavorazioni di minerali non metalliferi (-1,4%, 7,3%). Per quanto attiene la destinazione delle merci vendute all’estero, rileva che l’84,4% dell’export chietino è venduto nei paesi UE con un incremento rispetto al 2017 dell’1,3%. In particolare il 61,9% è destinato a Paesi dell’UEM (+1,7 rispetto all’anno precedente) mentre solo il 3,8%, in calo del -16,5%, a Paesi europei non appartenenti all’UE. L’America assorbe il 5,7% (+11,5), l’Asia il 3,8% (-15,2%), l’Africa l’1,6 (-15,3%).

62


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

63

2017

Esportazioni 2018 var. %

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Prodotti dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura 66,0 66,7 1,1 Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 25,2 8,4 -66,7 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 506,2 522,4 3,2 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 365,9 442,0 20,8 Legno e prodotti in legno carta e stampa 71,0 83,4 17,6 Coke e prodotti petroliferi raffinati 0,1 0,2 122,6 Sostanze e prodotti chimici 247,2 276,0 11,7 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 299,2 281,7 -5,9 Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met. 650,9 654,7 0,6 Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti 455,5 445,9 -2,1 Computer, apparecchi elettronici ed ottici 249,5 231,9 -7,1 Apparecchi elettrici 221,9 212,5 -4,2 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 817,5 703,2 -14,0 Mezzi di trasporto 4076,3 4406,6 8,1 Prodotti delle altre attività manifatturiere 333,5 334,6 0,3 Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento 6,8 4,1 -39,5 Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive 3,5 4,5 26,3 Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche 2,9 0,7 -75,8 Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert. 1,9 2,6 33,9 Merci varie 2,1 44,7 2047,2 Totale 8.403,1 8.726,9 3,9

Settori ATECO

Importazioni 2018 var. %

179,3 158,7 -11,5 8,8 8,7 -1,3 299,8 254,8 -15,0 245,0 301,7 23,1 274,3 290,1 5,8 6,7 5,2 -22,8 515,0 588,4 14,3 105,1 90,6 -13,8 339,8 348,9 2,7 409,8 389,5 -5,0 164,5 165,4 0,6 269,1 164,3 -38,9 353,3 300,4 -15,0 867,9 948,1 9,2 86,3 82,8 -4,0 6,9 8,8 28,3 1,7 1,8 4,4 3,1 1,8 -42,0 0,2 1,2 419,2 0,8 64,7 7869,5 4137,4 4175,9 0,9

2017 -113,2 16,3 206,3 120,9 -203,3 -6,6 -267,8 194,1 311,1 45,7 85,0 -47,3 464,1 3208,4 247,2 -0,1 1,8 -0,2 1,7 1,3 4265,7

2017 -91,9 -0,3 267,6 140,3 -206,6 -5,0 -312,5 191,1 305,8 56,4 66,5 48,2 402,7 3458,6 251,8 -4,7 2,7 -1,1 1,4 -20,0 4550,9

Saldi 2018

21,3 -16,7 61,3 19,4 -3,3 1,6 -44,7 -3,0 -5,4 10,7 -18,6 95,5 -61,4 250,1 4,6 -4,6 0,9 -0,9 -0,3 -21,3 285,2

var. ass.

Tab.1.3.1 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – ABRUZZO (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)


64

2017

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

6,6 1,8 0,0 -73,6 20,9 2,4 24,5 -1,3 5,1 -22,0 0,0 -100,0 34,4 10,5 138,5 -1,5 46,4 10,1 22,7 37,1 191,7 -9,5 57,9 18,9 36,1 92,8 3,7 29,5 9,5 -16,9 0,8 -66,5 0,0 115,1 0,5 -82,8 0,0 270,3 3,8 23530,2 603,2 2,7

Esportazioni 2018 var. %

Prodotti dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura 6,5 Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 0,1 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 20,4 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 24,8 Legno e prodotti in legno carta e stampa 6,6 Coke e prodotti petroliferi raffinati 0,0 Sostanze e prodotti chimici 31,1 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 140,7 Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met. 42,2 Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti 16,6 Computer, apparecchi elettronici ed ottici 211,9 Apparecchi elettrici 48,7 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 18,7 Mezzi di trasporto 2,9 Prodotti delle altre attività manifatturiere 11,4 Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento 2,3 Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive 0,0 Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche 2,7 Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert. 0,0 Merci varie 0,0 Totale 587,6

Settori ATECO

Importazioni 2018 var. %

13,6 9,2 -32,2 0,2 0,2 -0,4 13,9 16,6 19,4 13,9 17,9 28,3 41,0 47,7 16,6 5,5 3,5 -36,7 161,1 174,4 8,3 79,6 68,3 -14,2 28,2 27,0 -4,1 58,6 44,3 -24,5 28,6 19,5 -31,7 20,1 19,3 -4,2 60,0 47,9 -20,2 78,6 76,1 -3,2 8,9 8,6 -3,0 2,2 1,8 -17,4 0,1 0,1 14,8 3,1 1,8 -42,1 0,0 0,1 3612,3 0,0 9,7 67451,6 617,2 594,1 -3,7

2017

Tab.1.3.2 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – L’AQUILA (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-7,1 0,0 6,5 10,9 -34,4 -5,5 -130,0 61,0 14,0 -42,1 183,3 28,6 -41,3 -75,8 2,5 0,1 0,0 -0,3 0,0 0,0 -29,6

2017

var. ass.

-2,6 4,5 -0,1 -0,1 4,3 -2,2 6,6 -4,3 -42,6 -8,2 -3,5 2,0 -140,0 -10,1 70,2 9,2 19,4 5,4 -21,6 20,5 172,2 -11,1 38,6 10,0 -11,8 29,5 -72,4 3,4 0,9 -1,7 -1,0 -1,1 0,0 0,0 -1,3 -1,0 -0,1 -0,1 -5,9 -5,9 9,1 38,7

Saldi 2018


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

65

2017

Esportazioni 2018 var. %

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca 38,7 38,7 -0,1 Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 0,5 0,1 -87,1 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 106,5 103,2 -3,1 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 226,0 284,2 25,7 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 36,0 36,3 0,7 Coke e prodotti petroliferi raffinati 0,0 0,0 18,3 Sostanze e prodotti chimici 61,3 62,2 1,5 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 76,1 95,3 25,4 Art. in gomma e mat. plastiche, altri prod. della lavoraz. di min. non met. 153,4 144,0 -6,1 Metalli di base e prodotti in metallo 180,7 167,6 -7,2 Computer, apparecchi elettronici e ottici 21,3 19,9 -6,9 Apparecchi elettrici 70,6 71,4 1,0 Macchinari e apparecchi n.c.a. 69,4 67,1 -3,3 Mezzi di trasporto 140,0 141,4 1,0 Prodotti delle altre attività manifatturiere 172,0 169,4 -1,5 Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento 4,1 2,7 -34,2 Prodotti dell’editoria e audiovisivi; prodotti delle attività radiotelevisive 3,2 3,5 8,2 Prodotti delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento 0,4 0,1 -75,2 Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali 0,1 13,8 12211,8 di ritorno e respinte, merci varie Totale 1360,3 1420,8 4,4

Settori ATECO

Importazioni 2018 var. % 2017

Saldi 2018

var. ass.

821,7 888,0

8,1

538,6 532,8

-5,8

30,8 25,2 -18,0 7,9 13,4 5,5 1,2 2,2 75,2 -0,8 -2,1 -1,3 116,9 114,4 -2,1 -10,4 -11,2 -0,8 139,1 180,4 29,7 86,9 103,8 16,9 35,2 35,2 -0,1 0,8 1,1 0,3 0,8 0,6 -27,3 -0,8 -0,6 0,2 152,7 172,4 12,9 -91,5 -110,2 -18,7 10,7 7,7 -28,6 65,3 87,7 22,4 74,1 79,2 6,9 79,3 64,8 -14,5 104,4 97,6 -6,5 76,3 70,0 -6,3 23,7 18,7 -21,1 -2,4 1,2 3,5 34,8 32,9 -5,6 35,8 38,5 2,7 29,5 32,7 10,6 39,9 34,5 -5,4 35,2 35,5 0,9 104,8 105,9 1,1 29,0 30,8 6,2 143,0 138,6 -4,4 2,2 2,7 23,2 1,9 0,0 -1,9 1,0 1,0 5,5 2,2 2,4 0,2 0,0 0,4 768,0 0,4 -0,3 -0,6 0,2 18,4 10824,7 -0,1 -4,6 -4,6

2017

Tab.1.3.3 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – TERAMO (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)


66

2017

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

11,6 1,7 0,0 -79,1 66,5 3,6 69,6 17,0 17,3 92,5 0,1 -10,7 32,3 -7,7 36,4 -55,1 33,9 78,5 51,0 13,3 11,5 49,8 18,4 -16,3 139,3 41,9 248,1 403,8 50,5 1,6 0,0 -76,5 0,4 66,6 0,2 49,4 1,1 -29,5 11,1 5439,6 799,3 44,4

Esportazioni 2018 var. %

Prodotti dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura 11,4 Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 0,2 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 64,2 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 59,5 Legno e prodotti in legno carta e stampa 9,0 Coke e prodotti petroliferi raffinati 0,1 Sostanze e prodotti chimici 35,0 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 81,0 Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met. 19,0 Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti 45,0 Computer, apparecchi elettronici ed ottici 7,6 Apparecchi elettrici 22,0 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 98,2 Mezzi di trasporto 49,3 Prodotti delle altre attività manifatturiere 49,6 Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento 0,1 Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive 0,2 Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche 0,2 Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert. 1,5 Merci varie 0,2 Totale 553,4

Settori ATECO

Importazioni 2018 var. %

35,6 43,0 20,9 1,4 0,6 -60,4 31,2 30,3 -3,0 34,4 37,8 9,9 137,1 149,0 8,7 0,1 1,0 650,6 46,5 42,2 -9,3 11,1 5,9 -46,7 22,1 28,2 27,5 24,1 27,6 14,3 17,4 19,1 9,9 54,2 12,7 -76,6 40,4 32,5 -19,4 29,1 29,1 -0,2 18,1 24,9 37,7 0,4 1,6 269,0 0,1 0,6 322,6 0,0 0,0 0,0 0,2 0,5 214,5 0,1 15,4 14671,8 503,5 501,8 -0,3

2017

Tab.1.3.4 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – PESCARA (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

-24,1 -1,2 33,0 25,1 -128,1 -0,1 -11,5 70,0 -3,1 20,9 -9,7 -32,1 57,8 20,1 31,6 -0,4 0,1 0,2 1,4 0,1 49,8

2017

var. ass.

-31,3 -7,2 -0,5 0,7 36,2 3,3 31,8 6,7 -131,7 -3,7 -0,9 -0,9 -9,8 1,6 30,5 -39,4 5,7 8,8 23,4 2,5 -7,6 2,1 5,8 37,9 106,7 48,9 219,1 198,9 25,6 -6,0 -1,6 -1,2 -0,2 -0,3 0,2 0,1 0,6 -0,8 -4,3 -4,4 297,5 247,6

Saldi 2018


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

67

2017

Esportazioni 2018 var. %

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Prodotti dell’agricoltura, della caccia e della silvicoltura 9,4 9,8 4,7 Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 24,4 8,2 -66,2 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 315,1 331,8 5,3 Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 55,6 63,7 14,6 Legno e prodotti in legno carta e stampa 19,4 24,7 27,5 Coke e prodotti petroliferi raffinati 0,0 0,1 1013,4 Sostanze e prodotti chimici 119,7 147,1 22,8 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 1,4 11,4 686,1 Prod. gomma e mat. plastiche, delle lavoraz. di min. non met. 436,4 430,3 -1,4 Metalli di base e prod. in metallo esclusi macchine e impianti 213,3 204,6 -4,1 Computer, apparecchi elettronici ed ottici 8,6 8,8 2,3 Apparecchi elettrici 80,4 64,8 -19,4 Macchinari ed apparecchi n.c.a. 631,2 460,7 -27,0 Mezzi di trasporto 3884,2 4013,3 3,3 Prodotti delle altre attività manifatturiere 100,5 105,3 4,8 Prodotti del trattamento dei rifiuti e risanamento 0,3 0,6 106,0 Prodotti editoria, audiovisivi e attività radiotelevisive 0,1 0,6 571,1 Prodotti delle attività professionali, scientifiche e tecniche 0,0 0,0 0,0 Prodotti di attività artistiche, di intrattenimento e divert. 0,0 1,4 15419,6 Merci varie 1,8 16,0 814,6 Totale 5.901,8 5.903,5 0,0

Settori ATECO

Importazioni 2018 var. %

99,3 81,2 -18,2 6,0 5,8 -3,2 137,9 93,6 -32,1 57,5 65,6 14,1 61,0 58,1 -4,8 0,2 0,1 -50,6 154,6 199,4 29,0 3,6 8,7 140,2 215,4 214,4 -0,4 222,7 220,1 -1,2 94,8 108,1 14,0 160,0 99,5 -37,8 223,4 187,4 -16,1 724,9 807,3 11,4 30,4 18,5 -39,0 2,0 2,7 32,4 0,5 0,1 -76,7 0,0 0,0 134,8 0,0 0,2 879,0 0,5 21,1 3925,6 2194,9 2192,0 -0,1

2017

Tab.1.3.5 SCAMBI DI MERCI PER SETTORI – CHIETI (classificazione ATECO 2007; val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente) Saldi 2018

var. ass.

-89,9 -71,4 18,5 18,4 2,5 -15,9 177,3 238,3 61,0 -2,0 -1,9 0,0 -41,6 -33,4 8,3 -0,2 0,0 0,2 -34,9 -52,4 -17,5 -2,2 2,7 4,9 221,0 215,9 -5,1 -9,4 -15,4 -6,0 -86,2 -99,3 -13,1 -79,6 -34,7 44,9 407,8 273,3 -134,4 3159,3 3206,0 46,8 70,1 86,8 16,7 -1,7 -2,1 -0,3 -0,5 0,5 0,9 0,0 0,0 0,0 0,0 1,2 1,2 1,2 -5,1 -6,3 3706,9 3711,5 4,6

2017



Parte II

IL MERCATO DEL LAVORO



2. IL MERCATO DEL LAVORO Nel 2018 in Abruzzo le forze di lavoro ammontano a 559 mila unità, circa 3 mila in più rispetto al 2017 (dodici mila in più rispetto al 2008). In termini percentuali, la regione ha fatto segnare un incremento dello 0,5% sostanzialmente in linea con quanto avvenuto a livello delle regioni centro-settentrionali, lievemente superiore allo 0,2% medio nazionale e decisamente superiore rispetto al -0,4% dell’area meridionale. Gli occupati sono aumentati di quasi 8 mila unità rispetto al 2017, passando da 491 mila a 499 mila, con una crescita in termini relativi dell’1,6%. Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 5 mila unità rispetto al 2017, passando da 65 a 60 mila unità (-7,7%). In tutte le aree del paese le persone in cerca di occupazione dal 2008 sono aumentate progressivamente fin quasi a raddoppiare nel 2014 per poi invertire tale tendenza negli anni successivi. Nel 2018, questo fenomeno ha assunto nelle principali ripartizioni del paese modificazioni percentuali simili (-5,3% e -5,2%) ma inferiori alla variazione fatta registrare in Abruzzo. Sotto il profilo settoriale, in Abruzzo, il positivo saldo netto finale del 2018 è stato determinato dalla forte espansione delle costruzioni (+14,9% pari a +5 mila unità) e degli accrescimenti meno consistenti sotto il profilo percentuale dei servizi (+3,4% pari a + 11.000 unità) e dell’agricoltura (+2,5% pari a +600 unità). Decresce il settore manifatturiero con una perdita di addetti pari a -9.000 occupati che corrispondono al -7,3%. Dal punto di vista provinciale si osservano gli accrescimenti dell’occupazione all’Aquila dell’industria in senso lato (industria in senso stretto: +1.800 unità; costruzioni: +1.300), a Teramo dei servizi (+7.300) e dell’agricoltura (+1.100), a Pescara dei servizi (+7.400) e a Chieti delle costruzioni (+2.200 unità). In sofferenza l’agricoltura all’Aquila e a Pescara, l’industria in tutte le province tranne che all’Aquila e i servizi all’Aquila e Chieti. Fig 2.1 OCCUPATI TOTALI (var. %) 2

2,3

1,7 0,7

0,4

0,8

0,8

0 -2 -2,3 -4

-4,0

-6 -8

Abruzzo

ITALIA 2018/2017

Centro Nord

Mezzogiorno

2018/2008

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

71


Fig 2.2 OCCUPATI IN ABRUZZO E ITALIA PER SETTORE (var. %)

5

0

-5

-10

-15

Abruzzo

Italia

Abruzzo

Agricoltura

Italia

Abruzzo

Manifatturiero

Italia

Abruzzo

Costruzioni

2018/2017

Italia

Servizi

2018/2008

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Fig 2.3 OCCUPATI IN ABRUZZO PER GENERE (variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità) 15 10 5 0 -5 -10 -15 -20 -25 -30

2009

2010

2011

2012

Femmine

2013

2014

Maschi

2015

2016

2017

2018

Totale

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Gli andamenti settoriali hanno significative ripercussioni anche sull’occupazione per genere. Dopo la forte ripresa del 2016 per il secondo anno di seguito l’occupazione femminile è aumentata (2017: +1,6%; 2018: 0,5%) a ritmi inferiori rispetto a quelli della componente maschile (2017: +3,7%; 2018 +2,4). Su questo esito potrebbero aver influito la connotazione settoriale degli sviluppi più recenti che hanno interessato il mercato del lavoro abruzzese, che ha coinvolto in maniera molto significativa il settore delle costruzioni e agricolo oltre a quello più femminilizzato dei servizi. 72


Fig 2.4 TASSI DI OCCUPAZIONE PER PROVINCIA (%) 62 Italia

L'Aquila

Teramo

Pescara

Chieti

60

58

56

54

52

50

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Fig 2.5 TASSI DI DISOCCUPAZIONE PER PROVINCIA (%) 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5

2007

2008

2009 Italia

2010

2011

L'Aquila

2012

2013

Teramo

2014

2015

Pescara

2016

2017

2018

Chieti

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

L’incremento delle forze di lavoro registrato in Abruzzo è frutto di andamenti differenziati sotto il profilo territoriale. La partecipazione al mercato del lavoro è aumentata in particolare a Teramo (+7,0%), è rimasta sostanzialmente stabile a Pescara (+0,8%) ed è diminuita all’Aquila (-2,3%) e a Chieti (-2,4%). Anche nelle dinamiche delle singole componenti sottostanti - degli occupati e delle persone in cerca di occupazione - i movimenti del mercato del lavoro locale appaiono piuttosto differenziati. Gli aumenti occupazionali sono concentrati nella provincia di Teramo (con ampie differenze di geECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

73


nere: maschi +6.000 unità: femmine: +3.000 unità); L’Aquila perde 1.000 lavoratori maschi e acquista 2.000 lavoratrici; Chieti e Pescara perdono ciascuna 2.000 lavoratrici. Pescara guadagnano rispettivamente 3.000 lavoratori e Chieti tiene stabile la componente maschile. L’aumento degli occupati in Abruzzo si è tradotto in un rialzo del tasso di occupazione, fatta eccezione per le province pescarese e chietina, che l’anno scorso si è attestato sul 58%, quasi dieci punti percentuali in meno rispetto alle regioni settentrionali e 5 punti percentuali rispetto a quelle centrali. Il tasso di disoccupazione si è ulteriormente contratto rispetto al 2017 (10,8%), in maniera simile a quanto avvenuto in media nel paese (10,6%).

74


Tab. 2.1a FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI (valori in migliaia) Anno Occupati Persone in cerca Forze di lavoro Occupati di occupazione 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

511 489 486 499 500 486 476 479 485 491 499

2008 16.658 2009 16.449 2010 16.364 2011 16.419 2012 16.410 2013 16.289 2014 16.423 2015 16.514 2016 16.707 2017 16.901 2018 17.042

Persone in cerca di occupazione

Forze di lavoro

Abruzzo Mezzogiorno 36 547 6.432 877 7.309 42 531 6.250 889 7.139 46 533 6.163 946 7.109 47 546 6.179 968 7.147 61 561 6.156 1.271 7.427 62 548 5.901 1.447 7.348 68 544 5.856 1.526 7.382 69 548 5.950 1.432 7.383 67 552 6.051 1.476 7.527 65 556 6.122 1.469 7.591 60 559 6.172 1.391 7.564 Centro - Nord 788 1.017 1.110 1.093 1.420 1.622 1.710 1.601 1.536 1.439 1.364

17.446 23.090 17.466 22.699 17.474 22.527 17.513 22.598 17.830 22.566 17.911 22.191 18.133 22.279 18.115 22.465 18.243 22.758 18.340 23.023 18.407 23.176

Italia 1.664 1.907 2.056 2.061 2.691 3.069 3.236 3.033 3.012 2.907 2.755

24.755 24.605 24.583 24.660 25.257 25.259 25.515 25.498 25.770 25.930 25.970

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

75


Tab. 2.1.b FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI (variazioni %) Anno Occupati Persone in cerca Forze di lavoro Occupati di occupazione 09/08 -4,3 10/09 -0,6 11/10 2,7 12/11 0,2 13/12 -2,8 14/13 -2,1 15/14 0,6 16/15 1,3 17/16 1,2 18/17 1,6

Persone in cerca di occupazione

Forze di lavoro

Abruzzo Mezzogiorno 16,7 -2,9 -2,8 1,4 -2,3 9,5 0,4 -1,4 6,4 -0,4 2,2 2,4 0,3 2,3 0,5 29,8 2,7 -0,4 31,3 3,9 1,6 -2,3 -4,1 13,8 -1,1 9,7 -0,7 -0,8 5,5 0,5 1,5 0,7 1,6 -6,2 0,0 -2,9 0,7 1,7 3,1 2,0 -3,0 0,7 1,2 -0,5 0,9 -7,7 0,5 0,8 -5,3 -0,4 Centro - Nord

09/08 -1,3 10/09 -0,5 11/10 0,3 12/11 -0,1 13/12 -0,7 14/13 0,8 15/14 0,6 16/15 1,2 17/16 1,2 18/17 0,8

Italia

29,1 9,1 -1,5 29,9 14,2 5,4 -6,4 -4,1 -6,3 -5,2

0,1 -1,7 0,0 -0,8 0,2 0,3 1,8 -0,1 0,5 -1,7 1,2 0,4 -0,1 0,8 0,7 1,3 0,5 1,2 0,4 0,7

14,6 7,8 0,2 30,6 14,0 5,4 -6,3 -0,7 -3,5 -5,2

-0,6 -0,1 0,3 2,4 0,0 1,0 -0,1 1,1 0,6 0,2

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat Tab. 2.2 FORZE DI LAVORO, OCCUPATI E DISOCCUPATI NELLE PROVINCE ABRUZZESI (valori assoluti in migliaia) Provincia

Occupati 2017

Persone in cerca di occupazione 2018

2017 2018

Forze di lavoro 2017

2018

Maschi Abruzzo 296 L’Aquila 69 Teramo 68 Pescara 68 Chieti 90

303 68 74 71

30 26 9 7 6 6 8 7

90

7 6

326 78 74 77 97

329 75 80 78 96

Femmine Abruzzo 195 L’Aquila 44 Teramo 48 Pescara 47 Chieti 56

196 46 51 45 54

Abruzzo 491 L’Aquila 113 Teramo 116 Pescara 115 Chieti 146

499 114 124 117 144

35 34 7 5 7 8 8 9 13 12

230 51 55 55 69

229 51 58 54 66

556 129 129 131 166

559 126 138 132 162

Totale

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 76

65 16 13 16 20

60 12 14 15 18


Parte III

DEMOGRAFIA E SOCIETÀ



3.1 IL PROFILO SOCIO DEMOGRAFICO 3.1.1 L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO

I residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2018 sono 1.311.580, pari al 2,2% del totale nazionale e al 9,4% del Meridione. La densità abitativa è di 121,1 ab/kmq. Le donne sono 671.444 (51,2% dei residenti), i minori 197.731 (15,1% contro il 16,0% dell’Italia e il 16,7% del Sud). Gli stranieri residenti ammontano a 89.298, pari all’1,7% degli stranieri residenti in Italia e al 6,8% della popolazione abruzzese (Italia: 8,7%; Sud: 4,6%). Essi sono per il 53,4% donne (Italia: 51,7%) e per il 18,3% minori (Italia: 20,2%). Sotto il profilo sub regionale si osserva che la provincia più popolosa è quella di Chieti con 385.588 residenti (29,4% della popolazione abruzzese), seguita da Pescara con 318.909 (24,3%) e da Teramo con 308.052 (23,5%). Chiude la classifica L’Aquila, con una popolazione di 299.031 unità (22,8%). Pescara mostra la maggiore densità abitativa (259,2 ab./ kmq), L’Aquila la più bassa (59,2 ab/kmq), in posizione intermedia sono Teramo (157,6 ab/ kmq) e Chieti (148,3 ab/kmq). Le donne rappresentano il 51,8% dei residenti nella provincia di Pescara, il 51,3% a Chieti, il 51,0% a Teramo e il 50,6% all’Aquila. L’incidenza dei minori nel 2018, in deciso calo rispetto agli anni precedenti, ribadisce forti differenze territoriali: essi sono il 15,8% della popolazione pescarese, il 15,2% della teramana, il 14,9% della teatina e il 14,4% dell’aquilana. Nella provincia dell’Aquila gli stranieri residenti ammontano a 25.369 (pari all’8,5% della popolazione provinciale e al 28,4% degli stranieri residenti in Abruzzo), in quella di Teramo a 24.510 (rispettivamente pari all’8% e al 27,4%), a Chieti a 21.740 (rispettivamente pari al 5,6% e al 24,3%) e a Pescara a 17.679 (rispettivamente pari al 5,5% e al 19,8%); nella provincia dell’Aquila decresce ulteriormente l’incidenza delle donne straniere sul totale degli stranieri residenti (50,8%); essa, invece, è massima e tende ad aumentare nella provincia di Pescara (58,0%). La presenza di minori è tra gli stranieri assai maggiore che tra la popolazione totale (Pescara: 16,0%; Teramo: 15,4%; Chieti: 15,0%; L’Aquila: 14,5%). La popolazione abruzzese fa osservare per il quinto anno consecutivo una diminuzione annua Fig. 3.1.1 ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE ABRUZZESE. Anni 1992-2018 (valori assoluti) 1.350.000 1.335.000 1.320.000 1.305.000 1.290.000 1.275.000 1.260.000 1.245.000 1.230.000

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1.200.000

1992

1.215.000

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

79


Fig. 3.1.2 ANDAMENTO DEMOGRAFICO. ABRUZZO E ITALIA. Anni 1996-2018 (var ‰ annue) 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0

Abruzzo

Italia

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

-30,0

1996

-25,0

Meridione

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

che per il 2018 si attesta su - 3.616 unità, cui corrisponde un decremento percentuale del -2,7‰ più aspro della contrazione che si osserva a livello medio nazionale (-2,1‰) anche se inferiore al calo della circoscrizione di appartenenza (Meridione: -4,6‰). A registrare le più accentuate diminuzioni annue sono le province dell’Aquila (-4,6‰) e di Chieti (-4,0‰), che confermano la decrescita già iniziata nel 2014, mentre Pescara e Teramo riportano rispettivamente cali del -1,5‰ e -0,8‰. Osservando la dinamica demografica regionale degli ultimi decenni in relazione a quella nazionale e meridionale, si osserva che l’Abruzzo ha mostrato un andamento simile a quello italiano e assai più vivace di quello meridionale. Dopo una fase di espansione demografica di moderata intensità tra il 1996 e il 2002, la regione registra fino al 2010 un vivacizzarsi del ritmo di crescita, con variazioni positive di ampiezza variabile. È nel 2011, anno del censimento, che l’Abruzzo riporta un primo decremento demografico di modesta entità, seguito nei due anni successivi da una ripresa della crescita. La dinamica regionale mostra negli ultimi anni decrementi ripetuti e nel complesso più consistenti di quelli nazionali e meridionali. 3.1.2 IL BILANCIO DEMOGRAFICO

L’andamento demografico è determinato dall’interazione tra l’attitudine di una popolazione ad auto-rigenerarsi ed accrescersi (dinamica naturale) e la capacità del territorio di attrarre nuovi residenti (dinamica migratoria). Anche nel 2018, a causa di più bassi tassi di natalità1 e più elevati tassi di mortalità2,

Tasso generico di natalità: rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della pop. residente, per 1.000. 2 Tasso generico di mortalità: rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della pop. residente, per 1.000. 1

80


TASSI DI CRESCITA NATURALE3, MIGRATORIA4 E TOTALE5. ITALIA, NORD, CENTRO, MEZZOGIORNO E ABRUZZO. Anno 2018 (val. ‰) Natalità Mortalità Crescita Migratorio Migratorio Migratorio Migratorio Crescita naturale interno con l’estero per altri motivi totale totale Nord Centro Sud Abruzzo L’Aquila Teramo Pescara Chieti Isole Italia

7,2 10,8 6,9 10,6 7,6 9,8 6,8 11,2 6,9 11,6 6,8 10,3 6,9 10,9 6,6 11,8 7,5 10,3 7,3 10,5

-3,6 -3,7 -2,2 -4,4 -4,7 -3,5 -4,0 -5,2 -2,8 -3,2

1,9 0,1 -3,7 -0,6 -2,5 -0,9 1,3 -0,6 -3,1 -0,3

3,4 3,3 2,4 3,4 3,8 4,3 3,2 2,6 1,3 2,9

-1,3 -2,5 -1,1 -1,1 -1,2 -0,6 -2,0 -0,8 -0,9 -1,4

4,0 0,4 0,9 -2,8 -2,4 -4,6 1,7 -2,7 0,1 -4,6 2,8 -0,7 2,5 -1,5 1,2 -4,0 -2,7 -5,5 1,2 -2,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat Fig. 3.1.3 DINAMICA DELLA POPOLAZIONE ABRUZZESE. Anni 2002-2018 (val. per 1.000 residenti) 18,0 14,0 10,0 6,0 2,0

Tasso crescita nat

Tasso migratorio

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

-6,0

2002

-2,0

Tasso crescita totale

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

in regione il tasso di crescita naturale assume un valore negativo (-4,4‰), peggiore di quello nazionale (-3,2‰) e di tutte le circoscrizioni territoriali. Negativi sono i tassi delle quattro province, particolarmente critiche permangono le situazioni dell’Aquila (-4,7‰) e

Tasso di crescita naturale: differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità. Tasso migratorio: rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000. 5 Tasso di crescita totale: somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio. 3 4

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

81


di Chieti (-5,2‰). Il calo demografico è attenuato dal valore positivo del tasso migratorio totale (1,7‰) che, senza considerare il saldo migratorio per altri motivi, beneficia di un aumento dei flussi dall’estero (+3,4‰) superiore alla contrazione di quelli interni (-0,6‰). Più robusto è l’incremento fatto registrare dal Nord (4‰), in lieve aumento il Centro (+0,9‰) mentre il Sudo riporta un decremento più consistente del -2,4‰. È la sola provincia di Pescara a registrare un incremento dei flussi interni (+1,3‰) ed è in particolare L’Aquila a riportare le contrazioni più marcatamente negative (-2,5‰). L’Aquila e Teramo mostrano nel corso del 2018 la maggiore capacità di attrarre i flussi esteri (3,8‰ e 4,3‰) mentre Pescara e Chieti si attestano intorno al 3‰. La dinamica demografica regionale relativa al periodo 2002-2018 mostra fino al 2013 incrementi della popolazione residente risultanti da tassi di crescita naturali negativi, che, tra il 2002 e il 2010 hanno sfiorato il -2‰ e nei 5 anni successivi hanno assunto valori decrescenti tra il 3‰ e il 4‰, e tassi migratori positivi molto variabili con un picco massimo, determinato dal tasso migratorio per altri motivi, del 18‰ nel 2013. Negli ultimi anni presi in esame, ad una accentuazione del decremento naturale si aggiunge una moderata crescita migratoria che porta ad una diminuzione complessiva della popolazione regionale. A livello provinciale si confermano difficili le situazioni di Chieti e dell’Aquila, nelle quali continuano ad essere pesanti anche nel 2018 i decrementi riconducibili alla dinamica naturale ( rispettivamente -4,7‰ e -5,2‰), solo in parte compensati da deboli incrementi di natura migratoria (nell’ordine 0,1‰; e 1,2‰) . Meno negativi gli andamenti di Teramo e Pescara, le quali tuttavia vedono anch’esse diminuire la popolazione residente a causa di contrazioni naturali (rispettivamente -3,5‰ e -4,0‰) solo in parte anche in questo caso controbilanciate da aumenti migratori (2,8‰ e 2,5‰). Nel periodo 2002-2018 la componente naturale segna decrementi in tutto il territorio regionale, con andamenti particolarmente negativi all’Aquila, nella quale si registrano contrazioni annuali superiori al 3‰, e a Chieti con variazioni fino al 2011 intorno al -2,5‰ e negli ultimi anni superiori al -3‰. Meno intensi i cali fatti registrare dalle province di Teramo e Pescara, le quali tuttavia, dopo un quinquennio di diminuzioni inferiori all’1‰, a partire dal 2009 assumono valori marcatamente più negativi. Sotto il profilo migratorio, se si eccettuano i decrementi dell’Aquila del 2006, del 2009 e degli ultimi tre anni, e quelli di Chieti del 2016 si osservano aumenti, sia pur di intensità diversa, in tutte e quattro le province con valori particolarmente elevati negli anni 2003, 2007, 2008, 2012 e 2013, nella maggior parte dei casi effetti dell’entrata in vigore dei provvedimenti di regolarizzazione degli stranieri. Nel periodo 2002-2018 sono le province di Pescara e Teramo a mostrare le più consistenti intensificazioni dei flussi, L’Aquila l’andamento più oscillante, Chieti il meno crescente. 3.1.3 GLI STRANIERI IN ABRUZZO

Alla fine del 2018 gli stranieri in Abruzzo sono 89.298, pari al 6,8% della popolazione regionale (Italia: 8,7%; Sud: 4,6%): 25.369, pari al 28,4% del totale degli stranieri in Abruzzo, risiedono nella provincia dell’Aquila, 24.510 (27,4%) a Teramo, 17.679 82


Fig. 3.1.4 STRANIERI RESIDENTI IN ABRUZZO, MERIDIONE E ITALIA. Anni 2003-2018 (var. % annue) 40,0 32,0 24,0 16,0 8,0 0,0 -8,0 -16,0

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Abruzzo

Meridione

Italia

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat Fig. 3.1.5 STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA, MERIDIONE E ABRUZZO. Anni 2002 e 2018 (peso % sul totale residenti) 8,7

9,0

8,5

8,0

8,0 6,8

7,0

5,6

6,0

5,5

4,6

5,0 4,0 3,0

2,7

2,6 1,9

2,0

1,3

0,9

1,0 0,0

2,4

Italia

Meridione

Abruzzo 2002

L'Aquila

Teramo

Pescara

1,5

Chieti

2018

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

(19,8%) a Pescara e 21.740 (24,3%) a Chieti. Per quanto riguarda l’incidenza percentuale degli stranieri residenti sul totale della popolazione residente, è L’Aquila a far osservare la quota più elevata (8,5%), seguita a breve distanza da Teramo (8,0%). Pescara e Chieti presentano pesi percentuali assai inferiori (rispettivamente 5,5% e 5,6%). Rispetto al 2017 l’Abruzzo registra un aumento dei residenti stranieri dello 2,6%, superiore alla media nazionale (+2,2%) e più basso rispetto al Sud (+3,0%). Sono le province ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

83


Fig. 3.1.6 STRANIERI RESIDENTI PER SESSO IN ITALIA, MERIDIONE E ABRUZZO. Anno 2018 (peso % su totale stranieri residenti) Italia

48,3

51,7

Nord

48,1

51,9

Centro

47,3

52,7

50,4

Sud e isole

49,6

46,6

Abruzzo

53,4

49,6

L'Aquila

50,4

47,1

Teramo Pescara

43,0

Chieti

45,5 0,0

10,0

20,0

52,9 57,0 54,5 30,0 Maschi

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Femmine

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

di Teramo (+3,3%), Pescara (+2,9%) e Chieti (+2,7%) a far osservare i più consistenti incrementi annui, L’Aquila mostra un aumento più contenuto (+1,5%). A partire dall’inizio degli anni Duemila la regione, al pari di quanto si registra a livello nazionale e delle singole ripartizioni, presenta un andamento regolarmente crescente della popolazione straniera residente, con incrementi annuali a due cifre generalmente superiori a quelli medi nazionali e inferiori al Mezzogiorno. Solo nel 2011, per mancato allineamento tra i dati anagrafici comunali e quelli censuari, la variazione è contraddistinta in tutti e tre i livelli territoriali presi in considerazione, come anche in tutte le parti del Paese, dal segno negativo. Negli ultimi tre anni a livello nazionale e regionale si osserva un progressivo rallentamento del flusso di stranieri residenti tanto che a partire dal 2015 la variazione è prossima allo 0. Continua ad aumentare, invece, in misura consistente il numero di cittadini non italiani residenti nel Meridione, la cui incidenza sul totale della popolazione residente resta, tuttavia, assai al di sotto della media nazionale e regionale. Tra il 2002 e il 2018 gli stranieri presenti in Abruzzo e la loro incidenza sul totale della popolazione residente sono aumentati di 3,6 volte, essendo essi passati da 24.348 a 89.298 che corrispondono rispettivamente all’1,9% e al 6,8% del totale degli abitanti in quegli anni (media nazionale: dal 2,7% all’8,7%; Meridione: dallo 0,9% al 4,6%). Osservando la presenza straniera nelle singole province, si rileva che L’Aquila e Teramo, vale a dire le province che già da tempo mostravano la maggiore capacità di attrarre popolazione proveniente da altri paesi, confermano tale attitudine e sono quelle nelle quali maggiore è nel 2018 la quota di stranieri. Pescara e Chieti, invece, presentano un’incidenza di inizio e fine periodo meno elevata. Sotto il profilo di genere la quota di popolazione femminile sul totale degli stranieri è in 84


STRANIERI RESIDENTI IN ABRUZZO PER SESSO E AREA GEOGRAFICA DI CITTADINANZA. Anno 2018 (val. ass. e pesi % stesso sesso)

Europa di cui UE di cui Europa Centro-Orientale Africa di cui Africa Settentrionale Asia di cui Asia Centro-Meridionale di cui Asia Orientale America di cui America Centro Sud Oceania Apolidi Totale

Valori assoluti Valori % Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale 24.220 34.937 59.157 58,2 73,3 66,2 13.480 21.881 35.361 32,4 45,9 39,6 10.703 12.971 23.674 25,7 27,2 26,5 10.125 5.526 15.651 24,3 11,6 17,5 5.249 3.841 9.090 12,6 8,1 10,2 5.663 4.155 9.818 13,6 8,7 11,0 2.813 1.035 3.848 6,8 2,2 4,3 2.535 2.848 5.383 6,1 6,0 6,0 1.599 2.991 4.590 3,8 6,3 5,1 1.423 2.781 4.204 3,4 5,8 4,7 19 50 69 0,0 0,1 0,1 5 8 13 0,0 0,0 0,0 41.631 47.667 89.298 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

Abruzzo particolarmente elevata, superiore a quella delle tre principali circoscrizioni territoriali nazionali. In regione, quindi, il fenomeno migratorio continua ad essere trascinato, più che altrove, dalla richiesta di lavoro di tipo assistenziale per il quale si richiedono competenze più prettamente femminili. Esso risponde, pertanto, in misura maggiore di quanto avviene nelle regioni settentrionali, alla necessità di soddisfare i bisogni delle famiglie PRINCIPALI PAESI DI CITTADINANZA DEGLI STRANIERI RESIDENTI IN ABRUZZO PER SESSO. Anno 2018 (peso % su totale stranieri) Paese di cittadinanza Romania Albania Marocco Cina Rep. Popolare Macedonia Ucraina Polonia Senegal Nigeria Kosovo Bulgaria Bangladesh Pakistan Regno Unito Brasile India Totale

Maschi

Femmine

M+F

25,9 33,3 29,9 14,6 12,1 13,2 10,4 7,1 8,6 5,3 4,5 4,9 5,3 4,1 4,7 2,1 6,3 4,4 1,6 4,1 3,0 4,3 1,2 2,6 2,8 1,4 2,1 2,1 1,5 1,8 0,9 2,2 1,6 2,5 0,5 1,4 2,4 0,4 1,3 1,3 1,1 1,2 0,8 1,4 1,1 1,4 0,8 1,1 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

85


piuttosto che quelli del sistema delle imprese. Ferma restando la prevalenza della componente femminile sulla popolazione straniera in tutte le province, si osserva che la quota di uomini all’Aquila (49,6%), in aumento rispetto al 2015, e di donne a Pescara (57,0%) e Chieti (54,5%) è significativamente più elevata della media regionale. All’Aquila i flussi provenienti dall’estero sono generati in misura più consistente che nelle altre province dai lavori di ricostruzione post-sisma, tipicamente maschili, quelli delle altre province, in particolar modo di Pescara e Chieti, dai lavori di assistenza e cura, tipicamente femminili. Tra il 2014 e il 2018 gli europei residenti in Abruzzo scendono progressivamente dal 72% al 66,2% della popolazione straniera: 39,6% proviene dall’area UE, il 26,5% dalla parte centro-orientale del continente. In ambito europeo prevalgono le donne, principalmente con cittadinanza di Paese UE (donne: 21,9 mila; uomini: 13,5 mila), meno squilibrata la presenza dei due sessi nel caso di stranieri dell’Europa centro-orientale (donne: 13,0 mila; uomini: 10,7 mila). Il 17,5% degli stranieri residenti proviene dal continente africano, principalmente dal Maghreb, con una netta prevalenza della componente maschile (uomini: 10,1 mila; donne: 5,5 mila). Intorno all’11% il peso degli asiatici che nella maggior parte dei casi sono originari delle PRIMI 10 PAESI DI CITTADINANZA DEGLI STRANIERI RESIDENTI IN ABRUZZO PER PROVINCIA. Anno 2018 (peso % su totale stranieri stesso sesso) Paese di cittadinanza

M

F

M+F

Paese di cittadinanza

L’AQUILA

M

F

M+F

TERAMO

Romania 27,5 36,8 32,2 Romania 18,0 24,9 21,6 Marocco 20,7 12,7 16,7 Albania 20,0 17,3 18,6 Macedonia 10,3 8,8 9,6 Cina Rep. Popolare 12,0 10,1 11,0 Albania 7,6 6,6 7,1 Marocco 7,7 6,8 7,2 Ucraina 1,8 5,8 3,8 Polonia 1,6 5,5 3,7 Kosovo 4,2 3,1 3,6 Macedonia 4,8 1,7 3,2 Polonia 1,2 3,5 2,4 Ucraina 3,5 2,9 3,2 Pakistan 3,1 0,5 1,8 Senegal 1,4 3,9 2,7 Bulgaria 0,9 2,5 1,7 Kosovo 3,1 1,4 2,2 Nigeria 2,3 0,7 1,5 Nigeria 3,3 0,9 2,0 PESCARA CHIETI Romania Albania Ucraina Senegal Cina Rep. Popolare Marocco Macedonia Polonia Nigeria Bulgaria

24,5 31,7 13,5 9,2 4,3 11,9 11,5 2,3 5,2 3,9 4,0 2,9 4,1 2,8 1,8 3,4 3,1 2,3 1,2 2,6

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 86

28,7 Romania 11,0 Albania 8,8 Marocco 6,2 Ucraina 4,4 Polonia 3,4 Cina Rep. Popolare 3,3 Macedonia 2,8 Regno Unito 2,7 Bulgaria 2,0 India

35,6 40,7 38,4 18,6 15,1 16,7 5,5 4,6 5,0 1,6 4,4 3,1 3,3 2,8 3,0 1,9 3,9 3,0 2,5 2,0 2,2 2,3 1,7 2,0 2,7 0,7 1,6 1,9 1,2 1,5


parti Centro-Meridionale e Orientale; nel loro ambito maggiore è la presenza della componente maschile (5,7 mila contro 4,2 mila donne). Il 5,1% degli stranieri è americano (uomini: 1,6 mila; donne: 3,0 mila), prevalentemente donne provenienti dalla parte centro meridionale del continente (2,8 mila). I dati evidenziano la netta prevalenza di donne straniere provenienti dall’UE, in particolar modo Romania e Polonia (21,5 mila) e dell’America Centro-Meridionale, tradizionalmente impiegate nei lavori domestici e di cura delle persone. Il rapporto tra i due sessi è a favore degli uomini nel caso di cittadini africani e di quelli provenienti dall’Asia centro-meridionale, che trovano impiego nell’edilizia e nelle attività produttive in genere, e più equilibrato per i residenti provenienti dall’Europa Centro-Orientale e dall’Asia orientale, nell’ambito dei quali gli uomini trovano occupazione nelle aziende e le donne nelle famiglie. Per quanto riguarda la cittadinanza, si osserva che la comunità più numerosa è quella romena (29,9%), seguita dalla albanese (13,2%) e, a distanza dalla marocchina (8,6%) che negli ultimi anni ha sopravanzato la cinese (4,9%) e la macedone (4,7%), e dalla ucraina (4,4%), dalla polacca, (3,0%), dalla senegalese (2,6%), dalla nigeriana (2,1%) dalla kosovara (1,8%), dalla bulgara (1,6%), dalla bengalese (1,4%), dalla pakistana (1,3%), dalla britannica (1,2%) e brasiliana (1,1%) e dalla indiana (1,1%). Prendendo in considerazione le prime dieci comunità straniere per provincia, si osserva che i Romeni, soprattutto donne, sono gli stranieri residenti maggiormente presenti in tutto il territorio regionale con percentuali che vanno dal 22% di Teramo al 38% di Chieti. Seguono gli Albanesi, che rappresentano la seconda nazionalità straniera a Teramo, Pescara e Chieti e la quarta all’Aquila, nella quale sono sopravanzati dai Marocchini e dai Macedoni che costituiscono comunità popolose anche nelle altre province, tutti prevalentemente uomini. Numerose anche le Ucraine e le Polacche. Importante la presenza Fig. 3.1.7 POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ RESIDENTE IN ITALIA, MERIDIONE E ABRUZZO. Anno 2018 (pesi % su tot. res.)

Abruzzo

12,4

Sud

13,5

Italia

13,2

0%

26,7

29,4

20,9

36,2

26,8

37,2

20%

0-14 anni

23,8

37,1

40%

15-39 anni

60%

40-64 anni

22,8

80%

100%

65 anni e più

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

87


Fig. 3.1.8 POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ RESIDENTE NELLE PROVINCE ABRUZZESI. Anno 2018 (pesi %) Chieti

12,2

Pescara

13,0

26,4

37,3

23,3

Teramo

12,5

27,1

37,2

23,1

L'Aquila

12,0

26,8

0%

26,4

36,7

24,0

37,2

20%

0-14 anni

24,7

40%

15-39 anni

60%

40-64 anni

80%

100%

65 anni e più

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

prevalentemente maschile di Kosovari a L’Aquila e Teramo e di Cinesi a Pescara, Teramo e Chieti. Comunità consistenti sono anche quelle principalmente dei Nigeriani e Senegalesi a Teramo e Pescara, e delle Bulgare nelle province dell’Aquila, Pescara e Chieti. Presenti anche Bulgare e Pakistani all’Aquila e Britannici e Indiani a Chieti. 3.1.4 LA STRUTTURA PER ETÀ

La popolazione abruzzese prosegue nella fase di profonda trasformazione determinata non solo dall’ingresso di popolazione dall’estero e dall’uscita di residenti abruzzesi ma anche dal suo progressivo invecchiamento che, solo in parte, è attenuato dall’entrata di nuovi residenti che sono principalmente stranieri in prevalenza giovani. Tale processo di invecchiamento è tanto veloce che i suoi effetti sono evidenti nei cambiamenti annuali della composizione percentuale della popolazione per fasce di età. A fine 2018 la popolazione regionale risulta composta per il 12,4% da giovani di età compresa tra 0 e 14 anni (12,7% nel 2015 e 13,1% nel 2008), per il 26,7% da individui tra i 15 e i 39 anni (27,8% nel 2015 e 31,7% nel 2008), per il 37,1% da adulti tra i 40 e i 64 anni (36,5% nel 2015 e 34,1% nel 2008) e per il 23,8% da anziani di età superiore a 64 anni (22,9% nel 2015 e 21,1% nel 2008). Rispetto al resto del paese e alla ripartizione territoriale di appartenenza, l’Abruzzo è caratterizzato da una bassa presenza di giovani, da una quota di residenti in età lavorativa allineata nel complesso a quella italiana (rispettivamente 63,8% e 64,0%) ma inferiore a quella del Sud (65,5%), soprattutto a causa della minore incidenza dei residenti tra i 15 e i 39 anni e del maggior peso della parte “matura” (40-64 anni), e da una percentuale di anziani decisamente più alta. Sono le province dell’Aquila e di Chieti, con la minor incidenza di giovanissimi (rispettiva-

88


POPOLAZIONE PER CLASSE DI ETA’. Italia, Centro-Nord, Mezzogiorno e Abruzzo. Anni 2006 e 2018 (pesi %)

0-14

15-39

40-64 65 e più

val. ass. (in migliaia)

Totale 0-14 15-39 40-64 65 e più Totale pesi % su popolazione residente

Italia 2006 8.201 18.913 19.422 11.528 58.064 14,1 32,6 33,4 19,9 100,0 2018 8.080 16.342 22.418 13.644 60.484 13,4 27,0 37,1 22,6 100,0 Centro-Nord 2006 4.940 11.753 12.882 7.941 37.516 13,2 31,3 34,3 21,2 100,0 2018 5.260 10.249 14.943 9.334 39.786 13,2 25,8 37,6 23,5 100,0 Sud e Isole 2006 3.261 7.160 6.540 3.587 20.548 15,9 34,8 31,8 17,5 100,0 2018 2.764 5.986 7.479 4.368 20.597 13,4 29,1 36,3 21,2 100,0 Abruzzo 2006 172 417 420 274 1.284 13,4 32,5 32,7 21,4 100,0 2018 163 350 487 312 1.312 12,4 26,7 37,1 23,8 100,0 L’Aquila 2006 38 97 100 66 300 12,6 32,2 33,3 21,9 100,0 2018 36 80 111 72 299 12,0 26,8 37,2 24,0 100,0 Teramo 2006 42 98 96 61 297 14,0 33,2 32,4 20,4 100,0 2018 38 84 115 71 308 12,5 27,1 37,2 23,1 100,0 Pescara 2006 42 98 99 64 303 14,0 32,3 32,7 21,0 100,0 2018 42 84 119 74 319 13,0 26,4 37,3 23,3 100,0 Chieti 2006 51 124 125 85 385 13,2 32,2 32,6 22,0 100,0 2018 47 102 142 95 386 12,2 26,4 36,7 24,7 100,0 variazioni 2006-2018 (val. ass. in migliaia)

variazioni 2006-2018 (pesi % stessa classe di età)

Italia -120,9 -2.571,6 2.996,1 2.116,1 2.419,8 -1,5 -13,6 15,4 18,4 4,2 Centro-Nord 319,6 -1.504,0 2.060,9 1.393,4 2.270,0 6,5 -12,8 16,0 17,5 6,1 Sud e Isole -496,8 -1.173,6 939,2 780,7 49,5 -15,2 -16,4 14,4 21,8 0,2 Abruzzo -9,5 -67,1 66,4 38,0 27,8 -5,5 -16,1 15,8 13,8 2,2 L’Aquila -2,2 -16,4 11,2 6,2 -1,1 -5,7 -17,0 11,2 9,5 -0,4 Teramo -3,1 -14,8 18,7 10,6 11,4 -7,4 -15,0 19,5 17,5 3,9 Pescara -0,8 -13,6 20,1 10,7 16,4 -1,8 -13,9 20,3 16,8 5,4 Chieti -3,5 -22,3 16,4 10,5 1,1 -7,0 -18,0 13,1 12,4 0,3 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

mente 12,0% e 12,2%) e il maggior peso degli anziani (24,0% e 24,7%), a mostrare le maggiori criticità. Tra le province Chieti presenta anche la più bassa quota di popolazione in età attiva (63,1%), L’Aquila e Teramo la più elevata (rispettivamente 64,0% e 64,4%). Nel confronto con i dati relativi al 2006 emerge con tutta evidenza che il processo di invecchiamento della popolazione regionale avanza velocemente. Nel lasso di tempo considerato la popolazione abruzzese aumenta di 27.800 residenti (pari al +2,2%), quale saldo di un decremento di 76.600 unità nell’ambito degli under 39, dei quali 9.500 nella fascia 0-14 anni (-4,3%) e 67.100 in quella 15-39 anni (-14,9%), di un aumento di 66.400 individui tra i 40 e i 64 anni (+15,6%) e di 38.000 tra gli over 65 (+12,9%). Solo la ripartizione Sud e Isole presenta un andamento più decrescente delle fascia dei giovanissimi e aumenti più considerevoli di quelle adulta e anziana. Il Centro-Nord, al

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

89


Fig. 3.1.9 RESIDENTI CON 80 ANNI E PIÙ IN ABRUZZO. Anni 1998-2018 (peso % su totale popolazione) 8,0

6,0

4,0

2,0

0,0

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

2014

2016

2018

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

contrario, vede crescere in misura consistente la popolazione giovanissima (+320 mila unità, pari al 6,5%) e, al contempo, anche quella 40-64 anni e anziana (rispettivamente + 2.060 mila +1.393 mila unità pari al + 16% e +17,5%). La popolazione aumenta in tutte le province tranne che all’Aquila. Mettono a segno incrementi superiori alla media regionale Pescara (+5,4% pari a +16,4 mila residenti) e Teramo (+3,9% che corrisponde a +11,4 mila abitanti), inferiori rispetto ad essa Chieti (+0,3% pari a +1,1 mila residenti) e L’Aquila (-0,4% che corrisponde a -1,1 mila abitanti). Scendendo ad analizzare le variazioni per fasce di età, si osserva che in tutte le province si contrae l’incidenza di residenti fino a 39 e aumenta quella degli individui con almeno 40 anni. Considerando la popolazione 0-39 anni particolarmente critica è la posizione di Chieti, meno negativa quella di Pescara. I residenti con almeno 40 anni aumentano in modo considerevole a Pescara e a Teramo e meno all’Aquila e a Chieti, le quali, tuttavia, restano le province in cui il peso degli anziani è superiore al 24%. Particolarmente pesante è la crescita della popolazione over 80, la cui incidenza percentuale sul totale della popolazione regionale passa dal 4,4% del 1998 al 6,1% del 2006 e arriva nel 2018 al 7,8%. Il contributo degli stranieri al rallentamento dell’invecchiamento della popolazione abruzzese è superiore a quello che si registra nel Sud e inferiore alla media nazionale. L’incidenza percentuale per classi di età dei cittadini non italiani residenti in Abruzzo è assai superiore a quella degli italiani nelle fasce fino a 39 anni, nel complesso lievemente inferiore tra i 40 e i 64 anni e decisamente più bassa nell’ambito della popolazione anziana. Una curiosità: in Abruzzo i centenari nel 2018 sono 396, pari al 3 per 10.000 del totale dei residenti, valore superiore alla media nazionale (2,4) e inferiore solo a quella che si registra in Liguria (4,2) e Molise (3,6). 90


Fig. 3.1.10 POPOLAZIONE STRANIERA PER CLASSE DI ETÀ. ITALIA E ABRUZZO. Anno 2018 (peso % su totale residenti) 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0

Italia

Abruzzo 0-14

L'Aquila 15-39

Teramo 40-64

Pescara

Chieti

65 e più

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Gli stranieri rappresentano in regione l’8,7% del totale dei residenti tra 0 e 14 anni, l’11% di quelli tra i 15 e i 39, il 6,6% delle persone tra i 40 e i 64 anni e l’1,5% delle popolazione oltre i 64 anni. Si conferma determinante l’apporto degli stranieri tra 0 e 39 anni (10,3% dei residenti di pari età), i quali costituiscono una risorsa necessaria per la crescita demografica e socio-economica della regione: si tratta, infatti, di individui che sono o stanno per essere in età fertile che spesso appartengono a culture con una maggiore propensione a procreare che ingrossano le fila di quanti hanno fatto appena ingresso nel mondo del lavoro o che vi entreranno nei prossimi anni e vi rimarranno almeno per i prossimi 25 anni. Nell’ambito di tale fascia di età a contribuire maggiormente sono le presenze straniere nelle province dell’Aquila (incidenza percentuale sul totale dei residenti stessa età: 13,5%) e di Teramo (11,7%), mentre a Pescara e a Chieti esse si attestano su quote intorno all’8-9%.

POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETÀ E CITTADINANZA. ITALIA E ABRUZZO. Anno 2018 (peso % su totale stessa cittadinanza) 0-14

15-39

40-64

65 e più

Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italia 13,0 17,6 25,6 42,3 37,2 35,6 24,3 4,4 Abruzzo 12,2 16,0 25,5 43,0 37,2 35,7 25,2 5,3 L’Aquila 11,6 16,1 25,1 45,5 37,5 34,3 25,9 4,1 Teramo 12,1 16,8 25,9 41,5 37,4 35,6 24,6 6,1 Pescara 12,9 14,2 25,5 41,2 37,2 38,4 24,3 6,2 Chieti 12,0 16,3 25,4 43,1 36,8 35,3 25,8 5,3 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

91


Nell’osservare il grande contributo che i cittadini non italiani residenti in Abruzzo apportano alla popolazione giovane non si può sottacere che la loro incidenza nelle classi adulte e anziane (over 39), pur essendo, soprattutto nell’ambito delle persone di 65 anni e più, assolutamente marginale, tende ad aumentare nel tempo sia per l’ingresso di nuovi adulti in età lavorativa, sia per l’invecchiamento di quelli che sono arrivati in Abruzzo dall’estero più di un decennio fa, sia per i ricongiungimenti familiari degli stranieri ormai stabilmente residenti in Abruzzo. Che l’apporto degli stranieri sia determinante nel rallentamento dell’invecchiamento demografico è ancora più evidente se si considera la popolazione suddivisa per cittadinanza e classe di età. In regione il peso percentuale degli stranieri giovanissimi (0-14 anni) è, grazie al contributo dell’Aquila, Chieti e Teramo, di 3,8 punti percentuali superiore a quello degli italiani, gap leggermente inferiore alla media nazionale. Se si considera la popolazione tra i 15 e i 39 anni il divario raggiunge in Abruzzo quasi i 18 punti percentuali, nella provincia dell’Aquila supera i 20 punti percentuali, con una forchetta superiore alla media. È a partire dai 40 anni che la situazione, in regione come nel resto del paese, si inverte e le quote di cittadini italiani superano quelle degli stranieri. La differenza, minima tra i 40 e i 64 anni, diventa enorme nella fascia di età della popolazione anziana, nell’ambito della quale essa assume, relativamente agli italiani, valori nel complesso intorno al 25% e per gli stranieri al 5%. 3.1.5 GLI INDICATORI DI STRUTTURA

Gli indicatori strutturali forniscono un valido supporto per comprendere le ripercussioni socio-economiche della struttura per età della popolazione. L’incremento della popolazione in età anziana, la riduzione di quella in età giovanile, l’aumento della sopravvivenza e il contenimento della fecondità, ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni, hanno fatto sì che la sproporzione tra gli anziani e i giovani sia aumentata in misura notevole. In regione il valore dell’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultra INDICI DI STRUTTURA. ITALIA, NORD, CENTRO E MEZZOGIORNO. Anno 2018 Territorio Indice di Indice di Indice di Indice di vecchiaia dipendenza dipendenza dipendenza giovanile anziani Italia Nord Centro Sud e Isole Abruzzo L’Aquila Teramo Pescara Chieti

168,9 56,1 20,9 35,2 45,2 177,1 58,3 21,1 37,3 45,8 178,3 57,0 20,5 36,5 45,8 152,8 52,6 20,8 31,8 44,0 187,6 56,5 19,7 36,9 45,9 197,3 55,5 18,7 36,8 46,3 180,7 55,1 19,6 35,5 45,6 174,9 57,0 20,7 36,2 45,5 197,2 58,1 19,6 38,6 46,3

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat 92

Età media


sessantacinquenni ed il numero di residenti fino ai 14 anni), che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione, continua ad aumentare e raggiunge nel 2018 quota 187,6 (176,2 nel 2015) il che equivale a dire che in regione ci sono più di 188 over 64enni ogni 100 persone con meno di 15 anni. Tale valore è assai più elevato di quello medio nazionale (168,9) e delle singole ripartizioni, in particolare del Mezzogiorno (152,8). Fortemente critica la situazione dell’Aquila e Chieti, province nelle quali l’indice di vecchiaia supera il 197. L’indice di dipendenza strutturale (rapporto percentuale tra popolazione 0-14 anni e 65 anni e oltre e popolazione 15-64 anni) rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su quella attiva e fornisce, in tal modo, una misura, anche se approssimativa, del grado di dipendenza economico-sociale tra le generazioni fuori e dentro il mercato del lavoro. In Abruzzo per 100 persone in età attiva ci sono 56,5 individui non ancora (0-14 anni) e non più (65 anni e oltre) in età lavorativa; di questi 19,7 (19,9 nel 2015) sono giovani con meno di 15 anni (indice di dipendenza strutturale dei giovani) e 36,9 (35 nel 2015) anziani con più di 64 anni (indice di dipendenza strutturale degli anziani). Il valore regionale dell’indice di dipendenza è assai vicino a quello medio nazionale con la differenza sostanziale che quest’ultimo deriva da un minor carico di anziani e da un maggior peso di giovanissimi nelle principali circoscrizioni. L’indice di dipendenza strutturale mostra valori particolarmente elevati a Chieti e Pescara, nella prima soprattutto per l’elevato peso della popolazione anziana, nella seconda di quella giovane. Partendo dal presupposto che la proiezione nel futuro delle due fasce di età “inattive” rappresenta, per quella giovanile una opportunità e per quella anziana una minaccia, non si può far meno di osservare che Chieti e L’Aquila sono sotto questo profilo le province più deboli a causa dell’alta incidenza degli anziani e il basso peso dei giovani sulla popolazione in età attiva. L’età media della popolazione arriva a 45,9 anni (43,7 anni nel 2007), valore più elevato di quasi un anno rispetto alla media nazionale, allineato al Centro-Nord e superiore quasi due anni rispetto al Mezzogiorno.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

93


94

Tasso di crescita naturale

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Italia -0,4 -0,7 0,3 -0,2 0,0 -0,1 -0,1 -0,4 -0,4 -0,8 -1,3 -1,5 -1,5 -2,7 -2,3 -3,1 -3,2 Nord -1,3 -1,7 -0,4 -0,7 -0,4 -0,3 -0,5 -0,6 -0,6 -1,0 -1,5 -1,6 -1,7 -2,9 -2,6 -3,3 -3,6 Centro -1,4 -1,7 -0,7 -1,1 -0,7 -0,8 -0,7 -1,1 -1,1 -1,2 -1,9 -1,8 -2,0 -3,2 -2,8 -3,8 -3,7 Mezzogiorno 1,4 1,0 1,6 0,9 1,0 0,6 0,6 0,2 0,2 -0,4 -0,8 -0,9 -1,1 -2,1 -1,6 -2,4 -2,3 Abruzzo -2,1 -2,2 -1,5 -1,8 -1,7 -1,8 -1,5 -2,5 -1,9 -2,2 -2,6 -2,7 -2,9 -3,9 -3,4 -4,5 -4,4 L’Aquila -3,8 -3,2 -2,7 -3,5 -3,1 -3,1 -3,2 -4,7 -3,2 -3,1 -3,2 -3,7 -3,8 -4,1 -4,3 -4,8 -4,7 Teramo -0,9 -1,3 -0,4 -0,7 -0,4 -0,8 -0,7 -1,2 -1,4 -1,7 -1,9 -2,1 -2,2 -3,6 -2,6 -3,9 -3,5 Pescara -1,3 -1,1 -0,7 -0,9 -0,6 -0,4 0,1 -1,4 -0,8 -1,3 -2,0 -1,4 -2,1 -3,1 -2,3 -3,8 -4,0 Chieti -2,4 -2,7 -2,1 -2,1 -2,4 -2,5 -2,1 -2,5 -2,2 -2,7 -3,0 -3,6 -3,3 -4,6 -4,2 -5,3 -5,2

Italia 9,8 10,2 9,5 9,8 9,6 9,8 9,9 10,0 9,9 10,0 10,3 10,0 9,8 10,7 10,1 10,7 10,5 Nord 10,4 10,9 10,0 10,2 10,0 10,0 10,3 10,3 10,2 10,2 10,5 10,2 10,0 10,9 10,4 10,8 10,8 Centro 10,3 10,8 10,2 10,4 10,2 10,3 10,6 10,6 10,5 10,5 10,9 10,4 10,2 11,0 10,5 11,1 10,6 Mezzogiorno 8,7 9,1 8,5 8,9 8,7 9,1 9,1 9,4 9,2 9,5 9,7 9,4 9,4 10,2 9,6 10,3 9,9 Abruzzo 10,5 10,8 10,2 10,5 10,3 10,6 10,5 11,2 10,9 10,9 11,1 10,9 10,8 11,6 11,0 11,7 11,2 L’Aquila 11,5 11,4 11,0 11,5 10,9 11,4 11,5 12,9 11,9 11,7 11,9 11,7 11,5 11,9 11,8 11,9 11,6 Teramo 9,7 10,3 9,6 10,1 9,2 9,9 10,0 10,2 10,3 10,3 10,3 10,5 10,2 11,3 10,4 11,4 10,3 Pescara 10,1 10,2 10,0 10,1 10,1 9,9 9,6 10,5 10,3 10,6 10,8 10,0 10,4 11,0 10,2 11,1 10,9 Chieti 10,7 11,1 10,3 10,5 10,8 11,1 10,9 11,1 11,0 11,0 11,3 11,3 11,0 12,0 11,5 12,3 11,8

Tasso di mortalità

8,3 8,4 8,2 8,4 8,4 8,6 8,8 8,6 8,8 8,3 8,3 7,7 7,7 7,4 7,3 7,0 6,6

Chieti

Italia 9,4 9,5 9,8 9,6 9,6 9,7 9,8 9,6 9,5 9,2 9,0 8,5 8,3 8,0 7,8 7,6 7,3 Nord 9,1 9,2 9,6 9,5 9,6 9,7 9,8 9,7 9,6 9,2 9,0 8,6 8,3 8,0 7,8 7,5 7,2 Centro 8,9 9,1 9,5 9,3 9,5 9,5 9,9 9,5 9,4 9,3 9,0 8,6 8,2 7,8 7,7 7,3 6,9 Mezzogiorno 10,1 10,1 10,1 9,8 9,7 9,7 9,7 9,6 9,4 9,1 8,9 8,5 8,3 8,1 8,0 7,9 7,6 Abruzzo 8,4 8,6 8,7 8,7 8,6 8,8 9,0 8,7 9,0 8,7 8,5 8,2 7,9 7,7 7,6 7,2 6,8 L’Aquila 7,7 8,2 8,3 8,0 7,8 8,3 8,3 8,2 8,7 8,6 8,7 8,0 7,7 7,8 7,5 7,1 6,9 Teramo 8,8 9,0 9,2 9,4 8,8 9,1 9,3 9,0 8,9 8,6 8,4 8,4 8,0 7,7 7,8 7,5 6,8 Pescara 8,8 9,1 9,3 9,2 9,5 9,5 9,7 9,1 9,5 9,3 8,8 8,6 8,3 7,9 7,9 7,3 6,9

Tasso di natalità

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tab. 3.1.1 TASSI DI NATALITÀ, MORTALITÀ E CRESCITA NATURALE IN ITALIA, RIPARTIZIONI TERRITORIALI E ABRUZZO Anni 2002-2018 (val. per 1.000 abitanti)


ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

95

Tasso migratorio con l’estero

Tasso migratorio totale

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

Italia 2,8 7,1 6,3 3,5 2,7 7,5 6,1 3,6 3,4 2,7 6,2 19,7 1,8 0,5 1,1 1,4 1,2 Nord 5,9 10,9 10,2 6,3 5,2 9,6 8,7 4,7 4,5 4,2 8,4 16,2 2,3 1,3 2,1 3,2 4,0 Centro 4,9 9,7 9,1 6,0 5,3 12,0 10,2 6,8 5,9 4,6 9,6 34,6 3,7 1,3 2,8 2,4 0,9 Mezzogiorno -2,1 1,0 -0,2 -1,4 -1,9 2,2 0,3 0,3 0,5 -0,4 1,4 15,6 0,1 -1,0 -1,3 -1,6 -2,5 Abruzzo 4,6 9,1 6,3 4,7 2,9 11,5 7,7 3,8 1,5 2,6 7,2 18,9 1,1 0,0 0,2 -0,8 1,7 L’Aquila 2,6 11,9 4,7 3,8 -0,1 8,2 4,2 -0,3 1,0 1,5 12,1 23,2 -2,2 -1,3 -0,1 -0,2 0,1 Teramo 6,5 11,0 9,0 8,8 5,9 12,6 10,6 6,0 1,1 3,1 4,4 15,5 2,4 0,9 1,1 -1,2 2,8 Pescara 5,1 8,1 7,1 6,8 5,5 14,5 9,7 7,1 4,3 3,4 6,3 22,3 3,2 0,6 0,2 -2,1 2,5 Chieti 4,5 6,4 4,8 0,8 1,0 10,8 6,5 2,6 0,0 2,6 6,3 15,6 0,9 0,0 -0,4 0,1 1,2

Italia 2,8 7,1 6,3 3,5 2,7 7,5 6,1 3,6 3,4 2,8 4,1 3,0 2,3 2,2 2,4 3,1 2,9 Nord 4,1 9,7 8,7 4,9 4,1 8,6 7,3 4,1 3,7 3,2 4,4 3,3 2,4 2,1 2,5 3,5 3,4 Centro 2,9 7,6 7,4 4,3 2,8 10,1 8,5 5,2 4,3 3,3 6,5 4,2 3,5 3,3 3,3 3,7 3,3 Mezzogiorno 1,2 3,6 2,7 1,2 0,9 4,6 3,1 2,1 2,4 2,1 2,4 1,9 1,6 1,7 1,7 2,2 2,0 Abruzzo 3,6 7,4 4,8 2,6 2,3 9,7 6,5 3,3 1,1 2,3 3,4 2,2 1,7 1,7 2,3 2,8 3,4 L’Aquila 4,2 10,9 5,3 2,7 2,0 10,1 5,5 2,0 2,6 3,5 4,9 3,4 2,7 2,6 3,7 4,9 3,8 Teramo 3,6 7,8 5,6 5,1 4,0 10,4 8,4 5,0 0,7 2,3 3,7 2,1 2,2 2,3 2,8 2,3 4,3 Pescara 2,7 5,2 3,8 2,5 1,5 9,3 6,2 4,4 1,1 1,5 3,0 2,4 1,3 0,9 1,5 2,0 3,2 Chieti 3,9 6,1 4,6 0,7 2,1 9,2 6,1 2,2 0,1 2,1 2,2 1,1 0,9 1,1 1,6 2,1 2,6

Italia 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 -0,2 0,2 -0,2 0,0 -0,2 -0,3 -0,3 -0,3 Nord 1,8 1,2 1,5 1,3 1,1 1,0 1,4 0,6 0,8 1,0 1,4 1,1 1,1 1,0 1,1 1,4 1,9 Centro 2,0 2,1 1,7 1,8 2,5 1,9 1,7 1,6 1,6 1,3 2,4 0,9 1,2 0,7 0,6 0,3 0,1 Mezzogiorno -3,4 -2,7 -2,9 -2,6 -2,8 -2,4 -2,8 -1,7 -1,9 -2,5 -2,6 -2,5 -2,1 -2,4 -2,7 -2,9 -3,5 Abruzzo 1,0 1,7 1,5 2,1 0,6 1,7 1,2 0,4 0,5 0,3 1,3 -0,3 -0,5 -0,8 -1,1 -2,1 -0,6 L’Aquila -1,7 1,0 -0,6 1,0 -2,1 -1,9 -1,2 -2,4 -1,7 -2,0 -0,7 -0,3 -2,0 -2,4 -3,0 -3,1 -2,5 Teramo 2,9 3,2 3,4 3,7 1,9 2,1 2,2 1,0 0,4 0,8 0,4 -0,5 -0,6 -0,6 -0,7 -2,6 -0,9 Pescara 2,4 2,8 3,2 4,3 4,0 5,2 3,5 2,7 3,2 1,9 2,9 0,1 0,5 0,8 0,8 -1,9 1,3 Chieti 0,6 0,3 0,2 0,1 -1,1 1,5 0,4 0,3 0,0 0,5 2,2 -0,3 0,0 -0,9 -1,4 -1,1 -0,6

Tasso migratorio interno

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tab. 3.1.2 TASSI MIGRATORI INTERNO, ESTERO E TOTALE IN ITALIA, RIPARTIZIONI TERRITORIALI E ABRUZZO Anni 2002-2018 (val. per 1.000 abitanti)



3.2 IL RUOLO DELLA CULTURA NELLO SVILUPPO ECONOMICO ABRUZZESE 3.2.1. INTRODUZIONE

La letteratura economica interpreta il ruolo della cultura nello sviluppo locale secondo tre diverse modalità: - secondo il paradigma dell’attrazione, le attività culturali riescono ad attrarre turisti e visitatori che consumano beni e servizi ed aumentano le entrate locali stimolando così l’economia. Di conseguenza, il ruolo che le attività culturali svolgono nello sviluppo del territorio dipende dalla popolazione locale, dalle sue caratteristiche, dalla durata delle attività culturali, dalle loro sinergie e importanza nel locale mercato del lavoro; - secondo il paradigma della disseminazione, le attività culturali hanno la capacità di creare nuovi beni e servizi che saranno venduti in misura maggiore al di fuori del territorio e produrranno nuove entrate. Quindi, il loro ruolo dipende dalla concentrazione locale delle attività culturali, dalla loro capacità di trasmettere e adattare conoscenze e tecniche specifiche e di ottenere il riconoscimento della loro originalità; - secondo il paradigma della cultura territoriale, la cultura viene intesa come sistema di valori e riferimenti inclusi nella comunicazione dei differenti gruppi di persone in un territorio. Di conseguenza, il suo ruolo dipende dalla capacità di rivelare e disseminare valori che animeranno i partecipanti a pensare al futuro e disegnare nuovi piani e progetti. Sulla base di queste considerazioni, il presente contributo si pone l’obiettivo di effettuare una prima valutazione del ruolo che la cultura, intesa come le risorse culturali disseminate sul territorio abruzzese e le attività culturali svolte dalla popolazione e dalle imprese, riveste nella creazione di valore economico, cioè nello sviluppo economico locale. A tale fine sono stati considerati i dati pubblicati annualmente da Fondazione Symbola e Unioncamere nel rapporto sull’economia culturale italiana “Io sono cultura” e quelli prodotti dall’Istat in occasione di svariate rilevazioni relative, ad esempio, ai musei e alle istituzioni similari, alla produzione libraria e agli aspetti della vita quotidiana delle famiglie. 3.2.2 LA CULTURA NELL’ECONOMIA ITALIANA

Secondo la classificazione utilizzata da Fondazione Symbola e Unioncamere nel citato rapporto “Io sono cultura” il sistema produttivo culturale e creativo include le attività produttive riconducibili ai settori della dimensione culturale e creativa (denominati core) e le attività che impiegano contenuti e competenze culturali per accrescere il valore dei propri prodotti (cioè le attività creative driven). Nella dimensione culturale e creativa (core) sono ricomprese le attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (musei, biblioteche, archivi e monumenti), le performing arts e arti visive (cioè le attività che ruotano intorno agli spettacoli dal vivo come teatro e concerti), le industrie culturali (cioè le attività legate a cinema, radio, tv, videogame, software, editoria, stampa e musica) e le industrie creative afferenti al mondo dei servizi (quali comunicazione, architettura e design). Nelle attività creative driven sono incluse le attività economiche che, pur non appartenenti al core, svolgono funzioni culturali e creative e alimentano il capitale culturale e creativo. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

97


Le imprese del core del sistema produttivo culturale italiano nel 2018 sono risultate pari a 291.025 unità più della metà delle quali (147.153 corrispondenti al 50,6%) sono industrie culturali che, come già detto, effettuano attività collegate al cinema, radio, televisione, videogiochi, musica ed editoria. Importanza considerevole è assunta dalle industrie creative (129.532 unità cioè il 44,5%) tra le quali spiccano quelle di architettura e design rispetto a quelle della comunicazione. Le imprese che si occupano di performing arts e di patrimonio storico artistico sono molto meno rilevanti (rispettivamente 13.169 e 1.171). Se scendiamo al livello regionale si osserva che la distribuzione delle imprese del core culturale premia Lombardia (61.815 imprese pari al 21,2%) e Lazio (41.909 corrispondenti al 14,4%), collocate ai primi due posti nella graduatoria regionale, ma svolgono ruoli importanti anche Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania e Toscana. Nel dettaglio, per ognuno dei sottosettori che compongono il core della cultura emergono Lombardia, che costituisce percentuali che vanno dal 14% al 24%, e Lazio, con quote che spaziano dal 10 al 15%. Le regioni meridionali non sono particolarmente rappresentative, considerando che in genere solo Campania, Puglia e Sicilia mostrano valori superiori al 5%. Gli occupati nelle imprese del core culturale in Italia sono pari a 1,55 milioni di unità che costituiscono il 6,1% del totale. Anche da questo punto di vista, come comprensibile, a LE IMPRESE DEL CORE CULTURA DEL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO PER REGIONI E SOTTOSETTORI. Anno 2018 (valori assoluti e peso %) Regioni Piemonte Valle d’A. Lombardia Trentino-A.A. Veneto Friuli-V.G. Liguria Emilia-R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia

Industrie creative

Industrie culturali

val. ass. peso % val. ass. peso % 10.286 7,9 9.882 6,7 271 0,2 277 0,2 30.372 23,4 28.807 19,6 2.505 1,9 2.325 1,6 12.324 9,5 10.224 6,9 2.291 1,8 2.658 1,8 3.412 2,6 3.838 2,6 9.823 7,6 10.532 7,2 8.891 6,9 9.471 6,4 1.550 1,2 2.196 1,5 3.191 2,5 3.679 2,5 17.104 13,2 22.713 15,4 2.612 2,0 3.084 2,1 526 0,4 530 0,4 8.297 6,4 12.322 8,4 5.268 4,1 7.455 5,1 748 0,6 1.141 0,8 2.350 1,8 3.575 2,4 6.042 4,7 9.250 6,3 1.671 1,3 3.199 2,2 129.532 100,0 147.153 100,0

Performing arts

Patrimonio stor.-art. Tot. Core Cultura

val. ass. peso % 818 6,2 26 0,2 2.472 18,8 171 1,3 738 5,6 215 1,6 335 2,5 1.150 8,7 853 6,5 162 1,2 268 2,0 1.971 15,0 215 1,6 51 0,4 1.139 8,6 832 6,3 97 0,7 271 2,1 1.103 8,4 283 2,1 13.169 100,0

val. ass. peso % val. ass. peso % 55 4,7 21.040 7,2 3 0,3 578 0,2 166 14,2 61.815 21,2 20 1,7 5.022 1,7 68 5,8 23.353 8,0 15 1,3 5.179 1,8 27 2,3 7.611 2,6 57 4,9 21.561 7,4 91 7,8 19.304 6,6 27 2,3 3.935 1,4 28 2,4 7.167 2,5 123 10,5 41.909 14,4 13 1,1 5.923 2,0 4 0,3 1.111 0,4 83 7,1 21.842 7,5 68 5,8 13.623 4,7 18 1,5 2.004 0,7 43 3,7 6.238 2,1 112 9,6 16.507 5,7 148 12,6 5.301 1,8 1.171 100,0 291.025 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019. 98


livello regionale il ruolo maggiore è svolto da Lombardia (364mila occupati pari al 23,5% del totale nazionale) e Lazio (212mila unità corrispondenti al 13,7%) che occupano i primi due posti nella graduatoria regionale. Esse risaltano anche relativamente al peso che gli occupati nella cultura costituiscono rispetto agli occupati totali con valori (rispettivamente 7,5% e 7,7%) che le pongono anche in questo caso ai primi due posti della graduatoria regionale. Tra il 2013 e il 2018 l’occupazione nelle imprese culturali italiane è aumentata dell’11,3%, andamento su cui ha inciso il valore del Lazio che si pone al primo posto nella graduatoria delle regioni italiane con un +32,4%. All’incremento italiano hanno contribuito anche gli aumenti rilevanti verificatisi in Emilia Romagna (+28,9%), Trentino Alto Adige (+27,5%) e Lombardia (+25,9%). Il valore aggiunto prodotto dalle imprese che operano nella cultura in Italia è stato nel 2018 pari a circa 96 miliardi di euro, a cui hanno contribuito in misura maggiore Lombardia (25,4 miliardi di euro pari al 26,5% del totale nazionale) e Lazio (15,5 miliardi di euro corrispondenti al 16,2%). Tra le altre regioni, nessuna delle quali ha raggiunto il 10%, emergono quelle settentrionali (Piemonte: 9,0%; Emilia Romagna: 8,4%; Veneto: 8,2%) rispetto a quelle meridionali le più virtuose delle quali non raggiungono il 5% L’OCCUPAZIONE NELLE IMPRESE CULTURALI NELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2018 e 2013 (val. ass. in migliaia e peso % su totale economia) 2018 val. ass.

peso % su Italia

2013 peso % val. ass. su tot. econ.

Piemonte 131,7 8,5 Valle d’A. 4,4 0,3 Lombardia 364,8 23,5 Trentino-A.A. 34,3 2,2 Veneto 138,3 8,9 Friuli-V.G. 34,0 2,2 Liguria 30,0 1,9 Emilia-R. 137,3 8,9 Toscana 105,5 6,8 Umbria 21,0 1,4 Marche 41,9 2,7 Lazio 212,2 13,7 Abruzzo 24,1 1,6 Molise 5,0 0,3 Campania 83,5 5,4 Puglia 60,4 3,9 Basilicata 8,5 0,5 Calabria 22,0 1,4 Sicilia 65,3 4,2 Sardegna 27,0 1,7 Italia 1.551,2 100,0

peso % peso % su Italia su tot. econ.

6,9 120,2 8,6 7,3 3,5 0,3 7,5 289,8 20,8 6,2 26,9 1,9 6,1 160,0 11,5 6,3 36,6 2,6 4,5 27,5 2,0 6,4 106,5 7,6 6,2 107,0 7,7 5,8 19,5 1,4 6,4 50,3 3,6 7,7 160,3 11,5 4,6 24,7 1,8 4,6 6,0 0,4 4,4 73,8 5,3 4,4 57,1 4,1 4,3 10,8 0,8 3,4 25,8 1,9 4,2 60,9 4,4 4,5 26,5 1,9 6,1 1.393,6 100,0

var. % 2018-13

6,1 5,9 6,4 5,4 7,0 6,5 4,2 5,0 6,5 5,2 7,1 6,5 5,0 5,2 4,5 4,6 5,5 4,2 4,2 4,4 5,8

9,6 25,7 25,9 27,5 -13,6 -7,1 9,1 28,9 -1,4 7,7 -16,7 32,4 -2,4 -16,7 13,1 5,8 -21,3 -14,7 7,2 1,9 11,3

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019 e 2014. ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

99


(Campania 4,7%; Sicilia: 3,4%). Lazio e Lombardia spiccano tra le regioni italiane anche in relazione alla quota di valore aggiunto prodotto dal sistema culturale (rispettivamente 8,8% e 7,3%) che è sensibilmente più elevato del valore medio nazionale (6,1%). Emergono con percentuali superiori a quella italiana anche Piemonte e Valle d’Aosta (entrambe 7,1%). Tra 2013 e 2018 il valore aggiunto culturale è aumentato mediamente in Italia del 27,8%. Eccettuati pochi casi in diminuzione, la maggior parte delle regioni italiane ha registrato variazioni molto positive tra le quali emergono Valle d’Aosta (+97,3%), Lazio (+48,7%) e Emilia Romagna (+43,0%). Tra i riflessi che i beni e le attività culturali producono sull’economia bisogna considerare anche l’attivazione di flussi turistici e di conseguenti flussi economici, per cui è stata analizzata la spesa turistica attivata dall’industria culturale, intesa come la spesa turistica effettuata nei luoghi e nelle città d’arte e la spesa turistica ascrivibile alle attività del sistema produttivo culturale e creativo. In Italia nel 2018 essa ha raggiunto quasi 32 miliardi di euro, ai quali contribuiscono soprattutto Lombardia (4 miliardi pari al 12,7%), Lazio e Veneto (entrambi con 3,7 miliardi pari all’11,7%). Tra le altre regioni emergono, in particolare, Emilia Romagna (9,4%) e IL VALORE AGGIUNTO PRODOTTO DALLA CULTURA NELLE REGIONI ITALIANE. Anni 2013 e 2018 (val. ass. in milioni di euro e peso % su totale) 2018 val. ass.

peso % su Italia

2013 peso % val. ass. su tot. econ.

Piemonte 8.614,4 9,0 Valle d’A. 289,6 0,3 Lombardia 25.371,6 26,5 Trentino-A.A. 2.003,2 2,1 Veneto 7.838,3 8,2 Friuli-V.G. 1.850,5 1,9 Liguria 1.771,4 1,8 Emilia-R. 8.062,6 8,4 Toscana 6.145,8 6,4 Umbria 1.028,3 1,1 Marche 2.249,0 2,3 Lazio 15.528,2 16,2 Abruzzo 1.246,6 1,3 Molise 245,4 0,3 Campania 4.508,3 4,7 Puglia 2.913,4 3,0 Basilicata 404,8 0,4 Calabria 971,3 1,0 Sicilia 3.286,7 3,4 Sardegna 1.429,1 1,5 Italia 95.758,6 100,0

peso % peso % su Italia su tot. econ.

7,1 6.343,2 8,5 7,1 146,8 0,2 7,3 18.557,6 24,8 5,3 1.547,7 2,1 5,3 8.311,0 11,1 5,4 1.852,4 2,5 3,9 1.298,9 1,7 5,6 5.636,3 7,5 5,9 5.057,0 6,8 5,2 887,8 1,2 6,0 2.323,0 3,1 8,8 10.439,5 13,9 4,2 1.172,8 1,6 4,4 242,5 0,3 4,6 3.694,0 4,9 4,3 2.394,7 3,2 3,7 420,7 0,6 3,2 1.060,9 1,4 4,1 2.463,2 3,3 4,6 1.061,9 1,4 6,1 74.911,9 100,0

var. % 2018-13

5,7 3,8 6,2 4,8 6,3 5,7 3,3 4,5 5,3 4,7 6,5 6,8 4,4 4,3 4,4 3,9 4,5 3,7 3,4 3,7 5,4

35,8 97,3 36,7 29,4 -5,7 -0,1 36,4 43,0 21,5 15,8 -3,2 48,7 6,3 1,2 22,0 21,7 -3,8 -8,4 33,4 34,6 27,8

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019 e 2014. 100


LA SPESA TURISTICA ATTIVATA DAL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO. Anni 2018 e 2013 (val. ass. in milioni di euro e peso % su spesa turistica totale) 2018 val. ass. Piemonte 2.132 Valle d’Aosta 219 Lombardia 4.045 Trentino–A. A. 1.949 Veneto 3.741 Friuli–V.G. 886 Liguria 1.118 Emilia–R. 2.986 Toscana 2.750 Umbria 320 Marche 1.034 Lazio 3.744 Abruzzo 721 Molise 122 Campania 1.288 Puglia 1.231 Basilicata 218 Calabria 1.141 Sicilia 1.578 Sardegna 684 Italia 31.908

2013

peso % peso % val. ass. su Italia su spesa tur. 6,7 0,7 12,7 6,1 11,7 2,8 3,5 9,4 8,6 1,0 3,2 11,7 2,3 0,4 4,0 3,9 0,7 3,6 4,9 2,1 100

48,7 23,9 47,7 27,3 41,2 51,4 29,2 37,1 38,4 37,3 51,2 51,2 37,4 34,3 30,3 33,9 38,5 33,6 27,1 23,3 38,1

1.796 187 3.359 1.619 3.120 745 936 2.494 2.280 282 888 3.051 626 103 1.097 1.030 182 974 1.327 579 26.675

peso % peso % su Italia su spesa tur. 6,7 0,7 12,6 6,1 11,7 2,8 3,5 9,3 8,5 1,1 3,3 11,4 2,3 0,4 4,1 3,9 0,7 3,7 5,0 2,2 100,0

47,2 23,4 45,5 26 39,5 49,7 28,1 35,6 36,6 36,9 49,8 47,9 37,2 33,3 29,7 32,6 37 32,9 26,2 22,7 36,5

var. % 2018-13 18,7 17,2 20,4 20,4 19,9 19,0 19,4 19,7 20,6 13,4 16,4 22,7 15,2 18,2 17,4 19,5 19,7 17,2 18,9 18,1 19,6

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019 e 2014.

Toscana (8,6%). La spesa turistica attivata dal sistema culturale rappresenta il 38,1% della spesa turistica totale effettuata in Italia, percentuale superata da diverse regioni tra le quali emergono ai primi posti della graduatoria Friuli Venezia Giulia (51,4%), Lazio e Marche (entrambe al 51,2%). Anche in questo caso spiccano le regioni centro-settentrionali, più della metà delle quali supera il valore italiano, mentre le regioni meridionali si collocano tutte al di sotto della media nazionale, con la sola eccezione della Basilicata (38,5%). 3.2.3 LA CULTURA NELL’ECONOMIA ABRUZZESE

I dati regionali pubblicati da Fondazione Symbola e Unioncamere consentono di analizzare quanto la cultura influisca sull’economia abruzzese. In Abruzzo le imprese del core culturale a fine 2018 hanno sfiorato le 6.000 unità che costituiscono il 2,0% del totale nazionale. Considerando le diverse tipologie si nota che il peso maggiore è costituito dalle industrie culturali - cioè quelle che, come detto in precedenza, svolgono attività legate a cinema, radio, tv, videogame, software, editoria, stampa, musica - che rappresentano un peso superiore a quello registrato in Italia (52,1% ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

101


LE IMPRESE DEL CORE CULTURA DEL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO IN ABRUZZO E ITALIA PER SOTTOSETTORI. Anno 2018 Abruzzo

Italia

Imprese peso % Architet. e design Comunicazione Industrie creative Cinema, radio, tv Videogi. e software Musica Editoria e stampa Industrie culturali Performing arts Patrimonio storico-artist. Tot. core cultura

1.775 837 2.612 238 686 102 2.058 3.084 215 13 5.923

30,0 14,1 44,1 4,0 11,6 1,7 34,7 52,1 3,6 0,2 100,0

peso % su Italia

Imprese

peso %

2,1 1,9 2,0 1,6 2,0 2,1 2,2 2,1 1,6 1,1 2,0

85.085 44.447 129.532 14.556 35.145 4.754 92.698 147.153 13.169 1.171 291.025

29,2 15,3 44,5 5,0 12,1 1,6 31,9 50,6 4,5 0,4 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019.

rispetto a 50,6%). Ciò è dovuto alla maggiore numerosità delle imprese dell’editoria e della stampa che nella regione raggiungono il 34,7% rispetto al 31,9% italiano. Svolgono un ruolo importante tra le imprese del core cultura anche quelle di architettura e design che in Abruzzo sono più presenti di quanto accada a livello nazionale (rispettivamente 30,0% in confronto a 29,2%). Le imprese del core culturale in Abruzzo costituiscono il 4,0% delle imprese totali, valore che seppure inferiore a quello italiano (4,8%) fa emergere la regione tra tutte quelle meridionali. Gli occupati impiegati nelle imprese del core culturale in Abruzzo sono circa 24mila che IL RUOLO DELLA CULTURA NELL’ECONOMIA DELL’ABRUZZO E DELL’ITALIA. Anno 2018

Abruzzo Italia

imprese culturali peso % su imprese totali occupazione nelle imprese culturali (val. in migliaia) peso % su occupazione totale var. % 2013-2018 valore aggiunto prodotto da imprese culturali (val. in milioni) peso % su valore aggiunto totale var. % 2013-2018 spesa turistica attivata da turismo culturale (val. in milioni) peso % su spesa turistica totale var. % 2013-2018

5.923 4,0 24,1 4,6 -2,4 1.246,6 4,2 6,3 721 37,4 15,2

291.025 4,8 1.551,2 6,1 11,3 95.758,6 6,1 27,8 31.908 38,1 19,6

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola-Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2019. 102


Fig. 3.2.1 PESO DELLA COMPONENTE CULTURALE SU IMPRESE, OCCUPAZIONE E VALORE AGGIUNTO NELLE REGIONI ITALIANE. Anno 2018 (val. %) 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0

imprese

occupazione

valore aggiunto

Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Symbola - Unioncamere, Io sono cultura – Rapporto 2019.

costituiscono il 4,6% degli occupati nella regione, valore anche in questo caso sensibilmente inferiore alla media italiana ma tra i più importanti nell’ambito delle regioni meridionali. Tra il 2013 e il 2018 l’occupazione nelle imprese culturali abruzzesi è diminuita del 2,4%, andamento negativo ma tra i meno pesanti osservati a livello nazionale. Il valore aggiunto prodotto dalle imprese del core culturale ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, pari al 4,2% del valore aggiunto totale regionale, peso anche in questo caso sensibilmente inferiore alla media italiana (6,1%) e centrale tra le regioni meridionali. Tra il 2013 e il 2018 il valore aggiunto culturale abruzzese è aumentato del 6,3%, ben al di sotto del +27,8% nazionale. La spesa turistica attivata dal sistema culturale abruzzese è risultata pari a 721 milioni di euro, pari al 37,4% della spesa turistica totale effettuata nella regione, peso che, sebbene poco inferiore a quello italiano (38,1%), fa emergere l’Abruzzo tra le regioni meridionali. Tra il 2013 e il 2018 la spesa turistica culturale regionale è aumentata del 15,2%, andamento ben lontano da quello medio nazionale (+19,6%) e al penultimo posto della graduatoria regionale. 3.2.4 L’OFFERTA E LA DOMANDA DI CULTURA IN ITALIA E IN ABRUZZO

Alcuni tratti dell’offerta e della domanda culturale in Abruzzo possono essere analizzati attraverso i dati prodotti dall’Istat nell’ambito di numerose rilevazioni quali quelle relative, ad esempio, ai musei e alle istituzioni similari, alla produzione libraria e agli aspetti della vita quotidiana delle famiglie. A questo proposito è interessante premettere che nell’ambito dell’offerta si considerano sia gli eventi culturali sia i luoghi fisici dove essi si svolgono, cioè quelle strutture culturali e creative destinate all’arricchimento culturale extrascolastico e allo svago della popolazione, ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

103


Fig. 3.2.2 MUSEI E VISITATORI NELLE REGIONI ITALIANE (var.% 2015-2011)

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Istat

rappresentate da musei, cinema, teatri e auditorium, biblioteche. Per quanto riguarda i musei, secondo la banca dati I.Stat prodotta dall’Istat, la dotazione abruzzese al 2017 è pari a 114 unità con una distribuzione che premia la provincia dell’Aquila sia per valore assoluto (44 musei pari al 38,6% del totale regionale) sia per densità rispetto a 100.000 abitanti (14,7 rispetto all’8,7 registrato in Abruzzo). A una certa distanza si collocano Chieti (28 unità pari al 24,6% regionale) e Teramo (24 corrispondenti al 21,1%) e molto distante Pescara (18 musei cioè il 15,8% con la più elevata densità su 100 kmq pari a 14,6). Considerando che i musei abruzzesi censiti dall’Istat nel 2011 erano 99, durante il periodo si è verificato un aumento del 15,2% che si è tradotto in misura diversa nelle province, tra le quali emerge Chieti (+33,3%) mentre le altre si sono tutte attestate su valori inferiori alla media regionale (L’Aquila: +12,8%; Pescara: +12,5%; Teramo: +4,3%). I visitatori dei musei abruzzesi nel 2015 sono stati 518.242, con un indice di domanda 104


MUSEI, VISITATORI E INDICE DI DOMANDA CULTURALE IN ABRUZZO E ITALIA. Anno 2015 Musei Visitatori Italia Abruzzo Italia Abruzzo museo, galleria, raccolta 4.158 area o parco archeologico 282 monumento o compl. monum. 536 TOTALE 4.976

102 7 12 121

59.598.003 371.555 11.552.548 58.417 39.416.714 88.270 110.567.265 518.242

Indice di domanda culturale Italia Abruzzo 14.333 40.966 73.539 22.220

3.643 8.345 7.356 4.283

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

culturale (numero di visitatori per museo) pari a 4.283, quasi un quinto del valore italiano (22.220). Tutte le tipologie di istituzione museale individuate dall’Istat mostrano un indice di domanda culturale molto inferiore a quello nazionale. I risultati dei musei abruzzesi nel periodo 2011-2015 possono essere confrontati con quelli delle altre regioni italiane attraverso la Fig. 3.2.2 che riporta sull’asse delle ascisse l’andamento del numero di musei e su quello delle ordinate l’andamento del numero Fig. 3.2.3 I MUSEI NEI COMUNI ABRUZZESI. Anno 2017

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

105


di visitatori. L’Abruzzo è rappresentato dal rombo giallo, riportato nel quadrante I, caratterizzato da un aumento dei visitatori (+23,2%) e un aumento dei musei (+22,2%). Come evidente dalla figura, entrambi i valori sono migliori delle rispettive medie nazionali (rispettivamente +6,4% e +8,5%) rappresentate dal rombo rosso. Inoltre, i risultati abruzzesi si collocano tra le situazioni più positive, quelle cioè con un aumento dei visitatori più che proporzionale rispetto all’aumento dei musei, collocate al di sopra della linea diagonale, tra le quali emergono Molise, Calabria e Campania con aumenti dei visitatori che sfiorano il 40%. Tali situazioni sono migliori di quelle riportate nel II quadrante che si caratterizzano per un aumento del numero di musei e un contemporaneo calo di visitatori. Nel IV quadrante, invece, è rappresentata la Basilicata che, pur avendo rilevato una diminuzione dei musei (-18,9%) ha visto aumentare sensibilmente il numero di visitatori (+54,1%). Se si fa riferimento all’indice di domanda culturale (numero medio di visitatori per museo) si osserva che i musei abruzzesi non ottengono risultati particolarmente brillanti considerando che il valore raggiunto nel 2015 (4.283) è pari a meno di un quinto della media nazionale (22.220). Tra le diverse tipologie i monumenti e i complessi monumentali abruzzesi sono riusciti a esprimere un numero medio di visitatori (7.356) pari a un decimo della media nazionale (73.539). Con maggiore dettaglio territoriale si osserva (Fig. 3.2.3) che 71 comuni abruzzesi (23,3% dei comuni totali) è dotato di strutture museali. In termini assoluti prevale la provincia dell’Aquila con 25 comuni interessati mentre in termini percentuali spicca la provincia di Teramo dove il 31,9% dei comuni ospita almeno un museo. Quasi i tre quarti dei comuni ospita un solo museo, mentre solo 4 sono dotati di almeno 5 strutture museali. Siccome la tutela del segreto statistico permette la pubblicazione del numero di visitatori solo per quei comuni dotati di almeno 3 strutture museali, sono resi disponibili dall’Istat per MUSEI, VISITATORI E INDICE DI DOMANDA CULTURALE IN ALCUNI COMUNI ABRUZZESI. Anni 2011 e 2017 2011

2017

istituti visitatori indice museali di domanda o similari culturale

L’Aquila Scontrone Sulmona Atri Giulianova Teramo Pescara Chieti Guardiagrele Ortona

3 3 5 1 5 2 5 5 1 2

5.715 850 41.409 .. 7.190 .. 38.314 40.732 .. ..

1.905 283 8.282 .. 1.438 .. 7.663 8.146 .. ..

6 3 8 4 4 3 5 6 3 3

20.190 1.250 15.996 8.000 700 1.700 35.382 29.841 2.500 17.868

.. dato oscurato per la tutela del segreto statistico Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat 106

var.% 2017-2015

istituti visitatori indice istituti museali di domanda museali o similari culturale o similari 3.365 417 2.000 2.000 175 567 7.076 4.974 833 5.956

100,0 0,0 60,0 300,0 -20,0 50,0 0,0 20,0 200,0 50,0

visitatori

253,3 47,1 -61,4 .. -90,3 .. -7,7 -26,7 .. ..


PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ PER SPETTACOLI A CUI HANNO ASSISTITO ALMENO UNA VOLTA NELL’ANNO IN ABRUZZO E ITALIA. Anni 2010 e 2018 (val. ass. in migliaia) teatro cinema musei, mostre concerti di musica classica, opera altri concerti di musica spettacoli sportivi discoteche siti archeologici

2010 Italia Abruzzo Italia Abruzzo val. ass.

valori per 100 persone

2018 Italia Abruzzo val. ass.

Italia Abruzzo valori per 100 persone

12.736 29.559 17.005

254 725 337

22,5 52,3 30,1

20,1 57,4 26,6

10.990 27.917 18.164

188 602 268

19,2 48,8 31,7

15 48,2 21,4

5.947

133

10,5

10,5

5.321

100

9,3

8

12.122 14.931 12.656 13.093

308 410 353 249

21,4 26,4 22,4 23,2

24,4 32,5 28 19,8

11.439 14.552 10.961 15.691

300 360 220 231

20 25,4 19,2 27,4

24 28,8 17,6 18,5

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat LIBRI PUBBLICATI IN ABRUZZO E ITALIA. Anni 2010 e 2017 Genere editoriale

2010 Italia Abruzzo Italia Abruzzo val. ass.

scolastico per ragazzi varia adulti totale

4.686 5.057 54.057 63.800

2 7 521 530

peso % 7,3 7,9 84,7 100,0

0,4 1,3 98,3 100,0

2017 Italia Abruzzo Italia Abruzzo val. ass. 8.310 6.141 55.708 70.159

1 23 251 275

peso % 11,8 8,8 79,4 100,0

0,4 8,4 91,3 100,0

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ CHE HANNO LETTO LIBRI IN ABRUZZO E IN ITALIA. Anni 2018 e 2010 (val. ass. in migliaia) Genere editoriale

2010 Italia Abruzzo Italia Abruzzo val. ass.

almeno un libro da 1 a 3 libri 12 e più libri

26.448 11.716 4.002

valori per 100 persone 515 287 48

46,8 44,3 15,1

40,8 55,8 9,4

2017 Italia Abruzzo Italia Abruzzo val. ass. 23.231 10.802 3.328

valori per 100 persone 401 221 41

40,6 46,5 14,3

32,1 55,2 10,3

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat

il 2017 i dati di soli 10 comuni abruzzesi. Tra di essi spiccano Sulmona per il maggior numero di musei (8), Pescara per maggior numero di visitatori (35.382) e per più elevato indice di domanda culturale (7.076), Atri per il maggior aumento del numero delle strutture museali (quadruplicate dal 2011 al 2017) e L’Aquila per maggior incremento del numero di visitatori (più che triplicato nello stesso periodo). ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

107


Come detto precedentemente, nell’ambito dell’offerta culturale non si possono trascurare gli eventi culturali, come gli spettacoli dal vivo. I dati sulla fruizione degli spettacoli dal vivo in Abruzzo mostrano che nel 2018 la tipologia preferita è il cinema (circa 600mila spettatori) sebbene in misura inferiore a quanto accada in Italia. Seguono gli spettacoli sportivi, che risultano graditi più della media nazionale, e i musei e le mostre che al contrario incontrano meno il favore della popolazione abruzzese. Gli spettacoli dal vivo meno frequentati dagli abruzzesi sono quelli teatrali e i concerti di musica classica o l’opera che registrano le percentuali più basse e inferiori a quelle italiane. Nell’ambito dell’offerta culturale non si può dimenticare la produzione editoriale che vede per l’Abruzzo nel 2017 la pubblicazione di 275 titoli, che costituiscono lo 0,4% della produzione italiana. Mentre a livello nazionale la produzione scolastica sfiora il 12%, nella regione è quasi totalmente assente. Inoltre, mentre in Italia tra il 2010 e il 2017 i titoli pubblicati sono aumentati di circa il 10%, in Abruzzo sono quasi dimezzati. Riguardo alla lettura in Abruzzo nel 2018 sono state circa 660mila le persone con più di 6 anni a leggere libri. Prevalgono, così come in Italia, i lettori occasionali che hanno letto almeno un libro. In Abruzzo i lettori assidui, che hanno letto 12 e più libri, sono meno frequenti rispetto alla situazione nazionale. Tra il 2010 e il 2018 i lettori sono diminuiti in Abruzzo più di quanto sia successo in Italia. 3.2.5 CONCLUSIONI

Le osservazioni effettuate in precedenza permettono di affermare che nello sviluppo economico abruzzese la cultura svolge un ruolo importante ma non fondamentale, inferiore a quello osservato mediamente in Italia e molto in ritardo rispetto alle regioni che trainano la situazione nazionale. Relativamente al peso della componente culturale sul totale delle imprese, dell’occupazione, del valore aggiunto e della spesa turistica l’Abruzzo si colloca tra le regioni meridionali, emergendo con i valori più elevati tra di esse riguardo a imprese, occupazione e spesa turistica e rimanendo attardata riguardo al valore aggiunto. Nel passato in Abruzzo sono stati effettuati alcuni tentativi per fare della cultura una leva dello sviluppo economico locale quali, tra gli altri, i distretti culturali e i parchi letterari. I distretti culturali, istituiti dalla Legge Regionale n. 22/2005, furono definiti come sistemi territoriali definiti e delimitati di relazioni per la valorizzazione delle dotazioni culturali, materiali e immateriali con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connessi. Inoltre, ne veniva prevista una serie di finalità quali: - miglioramento della capacità di informazione e di assistenza culturale dei territori interessati; - attuazione di interventi intersettoriali e infrastrutturali necessari al potenziamento dell’offerta culturale, alla riqualificazione della cultura e del territorio; - sostegno alla riqualificazione dell’offerta culturale per la promozione delle certificazioni di qualità ed ecologiche e della produzione culturale locale; - promozione del marketing telematico per favorire collegamenti tra gli organismi regionali del settore. In relazione a ciò, a metà degli anni Duemila sono stati elaborati progetti di distretto cul108


turale in provincia di Pescara e in provincia dell’Aquila. Un’altra forma di valorizzazione degli aspetti culturali di un territorio è il parco letterario, costituito da percorsi e itinerari attraverso il luogo – rappresentato da città, piazze, paesaggi, chiese o castelli – nel quale autori e poeti hanno ambientato le loro opere. Lo scopo dei parchi letterari è quello di proteggere, valorizzare e rendere fruibili ai visitatori questo patrimonio culturale e ambientale attraverso attività culturali e manifestazioni che mirano al recupero e valorizzazione dell’identità, cultura, storia e tradizioni locali, alla diffusione e conoscenza della letteratura, delle arti figurative e dello spettacolo, alla promozione di studi, ricerche, convegni, pubblicazioni, mostre, spettacoli e premi letterari collegati con l’autore di riferimento del parco. In Abruzzo è attivo un parco letterario nel comune di Anversa degli Abruzzi e incentrato su «La fiaccola sotto il moggio» il dramma ambientatovi da Gabriele d’Annunzio. Ad esso si aggiungono quelli in fase di realizzazione a Pescina dedicato a Ignazio Silone e a Sulmona dedicato ad Ovidio.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

109



3.3 BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE (BES): IL POSIZIONAMENTO DELL’ABRUZZO ATTRAVERSO UN’ANALISI DEGLI INDICATORI 3.3.1 PREMESSA

Nel 2013 la collaborazione tra Istat e Cnel portò alla pubblicazione del primo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile. La definizione e la misurazione del benessere hanno goduto da allora di una crescente attenzione a livello internazionale e con esse sembra essersi consolidata la convinzione che la politica debba porsi l’obiettivo della promozione del benessere nelle sue varie declinazioni1. Oltre il PIL Negli ultimi anni si sono creati ampi spazi di discussione a livello nazionale ed internazionale sul tema della misurazione del benessere degli individui e della società. Vi hanno contribuito - tra gli altri - economisti, sociologi e psicologi. Il tema è arrivato ad interessare anche il dibattito politico ed è monitorato dalla statistica ufficiale (dall’Istat per l’Italia) e da ampi settori della società civile. Le istituzioni hanno avviato percorsi e proposte per creare misure singole o sistemi di indicatori in grado di raccontare la società attraverso il monitoraggio dei fenomeni che contribuiscono al benessere dei cittadini. L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) ha dato vita ad iniziative di promozione della consapevolezza sui temi legati alla misurazione dei progressi della società. La prima manifestazione di consenso, a livello internazionale, sul superamento delle misure economiche internazionali come il PIL pro capite si è avuta nel giugno 2007 attraverso l’adozione della “Dichiarazione di Istanbul”2. Per il 2018 il numero degli indicatori analizzati è 130. Essi illustrano i 12 domini rilevanti per la misura del benessere. Tale set è aggiornato e commentato annualmente nel Rapporto Bes. Per la misurazione del benessere si fa riferimento a 12 domini rilevanti (Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere Economico; Relazioni sociali; Politica e Istituzioni; Sicurezza; Benessere Soggettivo; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei Servizi). Per il 2018, in relazione ai 12 domini, il numero degli indicatori analizzati è 130. Tale set è aggiornato e commentato annualmente nel Rapporto Bes. Dal 2018, inoltre, viene pubblicato un aggiornamento intermedio per tutti gli indicatori per i quali sono già disponibili i dati definitivi. La presente analisi utilizza i dati dell’aggiornamento intermedio di giugno 2019.

Cfr. Rapporto Bes 2013 Il Benessere equo e sostenibile in Italia. https://www.istat.it/it/files//2013/03/ bes_2013.pdf. 2 La Dichiarazione è stata sottoscritta dalla Commissione europea, dall’Ocse, dall’Organizzazione della conferenza islamica, dalle Nazioni Unite, dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e dalla Banca Mondiale http://www.oecd.org/newsroom/38883774.pdf. 1

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

111


Com’era il futuro nel 2013 Nella prima edizione del Rapporto BES la misurazione della sostenibilità del benessere è stata indicata come uno degli obiettivi futuri. Con sostenibilità futura è stato inteso estendere la misurazione anche alle componenti economiche e sociali, ampliando il precedente orizzonte che si limitava all’aspetto ecologico. Sempre nella stessa pubblicazione ci si riproponeva di estendere anche a livelli territoriali minori (province, aree metropolitane, ecc.) l’elaborazione della base informativa necessaria alla misura del Bes. Alcune iniziative sono già state avviate in varie parti d’Italia, ma non saremo in grado di avere a disposizione - a breve - una diffusa elaborazione di misure del benessere a livello provinciale3. A livello locale, il decreto legge “Crescita 2.0” (convertito in legge n. 221/2012) ha previsto, per le smartcities (comunità intelligenti), la costruzione di set di indicatori economici, sociali e ambientali per la valutazione dell’impatto delle politiche per l’agenda digitale sul benessere dei cittadini. A che punto siamo L’Italia, oggi, fa parte del ristretto gruppo di paesi con una legislazione che contiene un riferimento esplicito al concetto di benessere. Nel mese di dicembre 2018 l’Istat ha presentato il Sesto Rapporto BES per il 2018. Nella presentazione del volume è stato ampiamente descritto il contesto internazionale in cui si integra l’attività svolta rispetto alla misurazione del benessere in Italia da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica. Nell’ambito del programma Horizon 2020, finanziato dall’Unione europea e coordinato dall’Istat, nel 2017 è stato avviato il progetto MAKSWELL4, che si propone: di elaborare nuove misure di benessere attraverso l’uso dei big data e di metodologie statistiche innovative; di suggerire agli Stati membri (19 dei quali già dispongono di sistemi di misurazione del benessere) modalità di utilizzo, efficaci e armonizzate, di quelle misure5. Va ricordato, inoltre, che l’Agenda 2030, approvata nel 2015 dalle Nazioni Unite, identifica la misurazione del benessere quale strumento essenziale per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Per garantire tale integrazione, a partire dal 2016 l’Istat rende noti gli indicatori relativi a quegli obiettivi per il nostro Paese. Alcuni degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (10 indicatori sui 130 totali, afferenti ad 8 dei 12 domini del BES) sono stati inclusi nell’allegato al Documento di Economia e Finanza 20186, a dimostrazione delle crescenti attenzione e consapevolezza da parte della politica.

All’ultima edizione disponibile del Rapporto BES delle Province (anno 2019) hanno aderito 20 Province e 7 Città Metropolitane. 4 MAKing Sustainable development and WELL-being frameworks work for policy analysis (www.makswell.eu). 5 Cfr. Bes 2018 Il Benessere equo e sostenibile in Italia. https://www.istat.it/it/files//2018/12/Bes_2018.pdf. 6 Cfr. Indicatori di benessere equo e sostenibile, allegato al Documento di Economia e Finanza 2018, Ministero dell’Economia e delle Finanze, 2018, (http://www.dt.mef.gov.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/ documenti_programmatici/def_2018/Allegato_6_-_Indicatori_di_benessere_equo_e_sostenibile.pdf). 3

112


Vi è l’esigenza di includere nella misurazione tutte le dimensioni rilevanti per il benessere, prestando attenzione alle evoluzioni che si verificano nell’economia e nella società. L’attenzione deve essere rivolta a tre importanti tendenze in grado di incidere sul futuro del benessere: la trasformazione digitale; l’affermarsi di nuovi modelli di governance; il mutato ruolo delle imprese. Per ciascuna di esse si pone il problema di individuare i canali di influenza sul benessere e le modalità di acquisizione delle necessarie informazioni statistiche7. Per migliorare la lettura integrata dei diversi domini, l’Istat ha svolto un approfondimento sulle diseguaglianze verticali e sulle determinanti del benessere soggettivo, il cui obiettivo è analizzare la relazione tra il Benessere soggettivo e gli altri indicatori riferiti al benessere. Nel framework Bes, il Benessere soggettivo costituisce uno specifico dominio poiché la percezione individuale rappresenta un elemento fondamentale per descrivere il benessere8. In relazione alla misurazione del benessere complessivo, è in corso il tentativo di dotarsi di uno strumento di misurazione più evoluto in grado di definire con maggior precisione il contributo che ad esso può dare ogni sua singola dimensione. Esistono, tra le diverse dimensioni del benessere, delle relazioni di complementarietà (per cui al miglioramento o peggioramento di una corrisponderebbe un analogo movimento nell’altra) o di conflittualità che impongono, pertanto, scelte più difficili ai decisori politici. La sfida per il futuro è riuscire in un approfondimento della conoscenza di tali relazioni. 3.3.2 LA NOSTRA ANALISI

Nel mese di giugno 2019 è stato rilasciato un aggiornamento della banca dati BES da parte di Istat. Nelle pagine che seguono viene analizzato il posizionamento dell’Abruzzo, per tutti gli indicatori, nello scenario nazionale, ripartizionale e regionale. L’approccio metodologico BES Nella prima edizione del Rapporto BES veniva illustrato l’approccio metodologico utilizzato per analizzare il Benessere Equo e Sostenibile. Tale analisi considera un ampio numero di indicatori, disaggregati a livello territoriale e per gruppi sociali in modo da osservarne la distribuzione e rilevare la presenza di significative disuguaglianze. È possibile disaggregare fino alla scala regionale una buona parte degli indicatori. Sono stati utilizzati sia indicatori oggettivi sia indicatori soggettivi, in grado di raccogliere percezioni e opinioni dei cittadini, rendendo possibile l’acquisizione di informazioni complementari su aspetti ed eventi della realtà oggetto di indagine che non sarebbero acquisibili altrimenti.

Ibidem. Stiglitz, J. E., Sen, A., Fitoussi, J. P., et al. (2009). Report by the commission on the measurement of economic performance and social progress. Paris: Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress. 7 8

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

113


“Seguendo le raccomandazioni dell’Ocse e di Eurostat, l’Istat ha iniziato a misurare negli ultimi anni un indicatore rappresentativo della “soddisfazione della vita nel complesso”, tipicamente affiancato da misure di soddisfazione per aspetti specifici della vita: la condizione economica, il lavoro, le relazioni sociale e così via. Di conseguenza, si è ritenuto opportuno inserire l’indicatore sintetico soggettivo in un dominio a sé, mentre indicatori soggettivi tematici sono stati inseriti nei domini di pertinenza (ad esempio, gli aspetti di soddisfazione per il lavoro nel dominio “lavoro e conciliazione dei tempi di vita”). Alcune iniziative internazionali e nazionali puntano ad aggregare tutte le informazioni disponibili in un unico indice sintetico di benessere. In merito a tale ipotesi, il Comitato ha ritenuto inadatta una misura unica del benessere, la quale (come sottolineato anche dall’Ocse)9 potrebbe fornire indicazioni fuorvianti o poco significative dovendo aggregare domini estremamente articolati. Tuttavia comprendendo le difficoltà di interpretazione di un set di indicatori molto ampio, il Comitato di indirizzo, nella seconda edizione del Rapporto, si impegnerà a verificherà la possibilità di operare aggregazioni settoriali quanto meno a livello di singolo dominio (salute, ambiente, ecc.). Infine, il Comitato ha concordato sulla necessità, in taluni casi, di utilizzare indicatori relativi a specifici gruppi sociali, qualora si ritenga che i fenomeni analizzati richiamino una valutazione complessiva del benessere nel Paese, ad esempio le attività ludiche dei bambini, l’occupazione delle donne con figli piccoli, il sovraffollamento delle carceri.”10 Nota metodologica La presente analisi è ampiamente ispirata e debitrice sul piano della metodologia alla Nota Tecnica 1/2018 dell’IPRES11. Le tabelle che seguono riportano, per ognuno dei 130 indicatori dei 12 domini BES, il “Rango”, ossia la posizione occupata dall’Abruzzo nella relativa gerarchia delle regioni. Il posizionamento migliore si ottiene con il Rango 1, quello peggiore con il Rango 20. L’ordinamento gerarchico tiene conto della “polarità” dell’indicatore (un indicatore ha polarità positiva se il suo aumento contribuisce ad un incremento del benessere, ha polarità negativa se è la sua diminuzione a contribuire all’incremento del benessere). Per ogni indicatore, inoltre, è evidenziato cromaticamente il risultato del confronto del valore medio della regione Abruzzo con i valori medi delle principali ripartizioni territoriali (Nord, Centro, Mezzogiorno e Italia). La colorazione dello sfondo dei valori medi riferiti alle ripartizioni indica se il Posizionamento dell’Abruzzo (valore medio del relativo

Nardo M., M. Saisana, A. Saltelli and S. Tarantola, A. Hoffman and E. Giovannini (2005) Handbook on Constructing Composite Indicators: Methodology and User Guide OECD, Statistics Working Paper JT00188147. 10 Cfr. BES 2013, p. 12. 11 Cfr. N. Mastrorocco, I. Goffredo, a cura di, “La Puglia attraverso gli ultimi dati degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”, IPRES, 2018. 9

114


indicatore) è favorevole (sfondo verde), coincidente (giallo) o sfavorevole (rosso) rispetto agli altri territori osservati. Quando non è possibile il confronto ripartizionale non viene attribuito alcun colore. Per ciascun dominio BES è calcolato un Indicatore Sintetico ottenuto come media dei Ranghi registrati dalle singole regioni in ciascuna graduatoria e poi standardizzato all’interno di un campo di variazione tra 0 e 1. Un Indicatore Sintetico Generalizzato è ottenuto semplicemente come media aritmetica degli Indicatori Sintetici Standardizzati ottenuti per ciascuno dei 12 domini. Il rango calcolato sull’Indicatore Sintetico Generalizzato restituisce il posizionamento dell’Abruzzo tra le 20 regioni italiane.

3.3.3 CONCLUSIONI

La presente analisi si propone di rendere in maniera rapida e sintetica , “a colpo d’occhio”, una lettura dei dati relativi alla misura del benessere. La nostra attenzione si è rivolta ai dati relativi alla regione Abruzzo ed al relativo posizionamento in una classifica regionale per ciascuno dei 12 domini. Come già indicato nella nota metodologica, per ognuno dei 130 indicatori, quando i valori medi sono risultati comparabili, è stata stilata una classifica delle 20 regioni. In base alla posizione ottenuta per i vari indicatori è stato calcolato un Indice Standardizzato ed in base a questo una nuova classifica riferita a ciascuno dei 12 domini. Scorrendo l’elenco delle posizioni ottenute dall’Abruzzo per i singoli indicatori, l’Abruzzo si colloca nella parte alta della seconda metà della classifica L’Abruzzo, in sintesi, si colloca in diciottesima posizione rispetto al dominio Politica e Istituzioni; in sedicesima posizione rispetto ai domini Paesaggio e patrimonio culturale e Qualità dei servizi; in quindicesima posizione rispetto ai domini Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali e Sicurezza; in quattordicesima posizione rispetto al dominio Benessere soggettivo; in tredicesima posizione per i domini Salute e Istruzione e formazione; in dodicesima posizione rispetto al dominio Innovazione, ricerca e creatività; in undicesima posizione rispetto al dominio Ambiente. Dall’insieme degli Indicatori Sintetici dei 12 domini abbiamo ottenuto un Indicatore Sintetico Generalizzato ed una relativa classifica, in virtù della quale l’Abruzzo si colloca in quattordicesima posizione.

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

115


Fig. 3.3.1 - INDICE SINTETICO STANDARDIZZATO PER REGIONE 0,900 0,787

0,800 0,700

0,651

0,621 0,600

0,573

0,688 0,637

0,664 0,613

0,561

0,539 0,552 0,482

0,500

0,439

0,401 0,396

0,400

0,400 0,343 0,296

0,300

0,316

0,294

0,200 0,100 0,000

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat (2019)

Fig. 3.3.2 - INDICE STANDARDIZZATO PER DOMINIO BES 0,600

0,523

0,507 0,500 0,445

0,432 0,408

0,400

0,421

0,412

0,368 0,339

0,335

0,332

0,293

0,300

0,200

0,100

0,000

Salute

Istruzione

Lavoro

Benessere Economico

Relazioni Sociali

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat (2019)

116

Politica e Istituzioni

Sicurezza

Benessere Soggettivo

Paesaggio

Ambiente

Innovazione

Qualità dei Servizi


Anno

82,9 59,7 68,4 2,6 0,8 8,6 29,6 10,0 43,3 22,4 16,7 31,4 21,3

81,9 56,2 66,1 3,4 0,6 9,1 27,5 8,2 49,6 18,4 12,9 45,2 14,9

82,7 58,7 67,5 2,8 0,7 8,7 31,2 9,7 44,8 19,4 16,7 32,4 19,2

+ + + + +

2017 2017 2017 2016 2017 2016 2016 2017 2018 2018 2018 2018 2017

92,5 65,5 32,5 53,0 12,2 15,6 9,5 210,3 212,6 23,0 32,8

89,8 67,7 29,9 53,4 10,7 19,6 8,7 200,1 200,8 22,2 31,4

90,1 53,3 21,2 46,5 18,8 33,8 5,9 188,9 186,1 13,3 19,3

91,1 61,7 27,8 50,5 14,5 23,4 8,1 200,0 200 19,5 27,9

+ + + + + + + + +

2016/2017 2018 2018 2017/2018 2017/2018 2018 2018 2017/2018 2017/2018 2018 2018

Italia

Polarità

Mezzogiorno

83,2 60,1 68,2 2,5 0,6 8,3 34,1 10,5 42,0 18,8 19,5 23,2 21,6

Centro

Indicatori

Nord

Rango

Abruzzo

TAB. 3.3.1 - INDICATORI DEI DOMINI BES IN ABRUZZO, CIRCOSCRIZIONI E ITALIA

1 - SALUTE Speranza di vita alla nascita Speranza di vita in buona salute alla nascita Indice di salute mentale (SF36) Mortalità infantile Mortalità per incidenti stradali (15-34 anni) Mortalità per tumore (20-64 anni) Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (65 anni e più) Speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni Eccesso di peso Fumo Alcol Sedentarietà Adeguata alimentazione

12 5 10 12 12 15 11 12 14 13 6 13 15

82,6 60,6 67,6 2,5 0,6 8,1 31,8 10,1 48,7 19,7 15,9 35,3 15,7

2 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE Partecipazione alla scuola dell’infanzia Persone con almeno il diploma (25-64 anni) Laureati e altri titoli terziari (30-34 anni) Passaggio all'università Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) Partecipazione alla formazione continua Competenza alfabetica degli studenti Competenza numerica degli studenti Competenze digitali Partecipazione culturale

9 7 15 2 2 12 16 11 11 14 15

93,4 66,6 23,6 56,6 8,8 20,7 6,7 198,8 199,7 17,2 20,7

3 - LAVORO E CONCILIAZIONE TEMPI DI VITA Tasso di occupazione (20-64 anni) Tasso di mancata partecipazione al lavoro Trasformazioni da lavori instabili a lavori stabili Occupati in lavori a termine da almeno 5 anni Dipendenti con bassa paga Occupati sovraistruiti Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente Occupati non regolari Rapporto tra i tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli Individui (15-64 anni) che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare Asimmetria nel lavoro familiare Soddisfazione per il lavoro svolto Percezione di insicurezza dell'occupazione Part time involontario

13 13 11 8 14 20 15 16

62,2 20,0 13,7 19,9 10,7 31,6 16,2 15,9

72,2 10,9 17,6 12,6 6,7 23,4 10,2 10,2

67,8 15,6 15,1 18,5 9,1 27,4 12,2 13,3

48,2 34,7 10,9 24,9 17,4 24,9 13,8 18,6

63,0 19,7 15,0 17,7 10,0 24,6 11,6 13,1

+ + + -

2018 2018 2017/2018 2018 2018 2018 2016 2016

11

78,6

80,5

81,6

65,3

73,8

+

2018

7

32,1

37,6

35,3

27,7

33,6

+

2016

7,3 7,4 13,1

64,8 7,5 5,1 10,3

66,5 7,4 5,6 12,7

74,4 7,2 7,9 14,3

67,0 7,4 6,0 11,9

+ -

2013/2014 2018 2018 2018

21.690 19.468 13.684 18.505 4,9 5,4 6,7 5,9 12,2 16,6 33,1 20,3 104.892 102.924 55.603 87.451 3,1 2,3 2,3 2,7 6,9 6,6 11,4 8,4 6,3 7,9 16,5 10,1 4,6 5,1 6,8 5,5 5,9 5,7 13,7 8,6 6,6 9,0 20,2 11,8

+ + -

2017 2016 2016 2017 2017 2018 2017 2017 2017 2017

+ + + + + + + + +

2018 2018 2018 2018 2017 2018 2018 2016 2018

14 14 13

4 - BENESSERE ECONOMICO Reddito medio disponibile pro capite Disuguaglianza del reddito disponibile Rischio di povertà Ricchezza netta media pro capite Vulnerabilità finanziaria Povertà assoluta Grave deprivazione materiale Bassa qualità dell'abitazione Grande difficoltà economica Molto bassa intensità lavorativa Soddisfazione per le relazioni familiari Soddisfazione per le relazioni amicali Persone su cui contare Partecipazione sociale Partecipazione civica e politica Attività di volontariato Finanziamento delle associazioni Organizzazioni non profit Fiducia generalizzata

13 16.284 11 5,0 12 19,8

18 19 15 13

15,6 9,9 10,7 11,4

10 35,7 11 23,3 12 81,8 15 22,4 14 61,7 17 6,6 ECONOMIA 15 10,9 14 59,4 14 18,1

38,4 33,1 26,7 23,3 81,7 82,7 27,4 25,2 64,0 64,2 10,4 E13,3 SOCIETÀ IN 18,6 15,8 63,2 63,3 23,7 21,8

26,4 33,2 18,5 23,2 78,3 80,8 18,6 23,9 50,5 59,4 6,9 10,5 ABRUZZO 8,3 14,5 44,1 56,7 16,8 21

117


78,6

80,5

81,6

65,3

73,8

+

7

32,1

37,6

35,3

27,7

33,6

+

2016

7,3 7,4 13,1

64,8 7,5 5,1 10,3

66,5 7,4 5,6 12,7

74,4 7,2 7,9 14,3

67,0 7,4 6,0 11,9

+ -

2013/2014 2018 2018 2018

21.690 19.468 13.684 18.505 4,9 5,4 6,7 5,9 12,2 16,6 33,1 20,3 104.892 102.924 55.603 87.451 CIRCOSCRIZIONI E ITALIA 3,1 2,3 2,3 2,7 6,9 6,6 11,4 8,4 6,3 7,9 16,5 10,1 4,6 5,1 6,8 5,5 5,9 5,7 13,7 8,6 6,6 9,0 20,2 11,8

+ + -

2017 2016 2016 2017 2017 2018 2017 2017 2017 2017

14 14 13

13 16.284 11 5,0 12 19,8

81,9 26,4 56,2 18,5 66,1 78,3 3,4 18,6 0,6 50,5 9,1 6,9 27,5 8,3 8,2 44,1 49,6 16,8 18,4 12,9 44,7 45,2 3,8 14,9 4,6 2,8 90,1 7,1 53,3 37,4 21,2 15,8 46,5 18,8 33,8 46,2 5,9 592,3 188,9 112,9 186,1 13,3 0,9 19,3 8,1 2,6 48,2 1,2 34,7 6,9 10,9 6,5 24,9 4,9 17,4 24,6 24,9 61,0 13,8 4,9 18,6 10,6

82,7 33,2 58,7 23,2 67,5 80,8 2,8 23,9 0,7 59,4 8,7 10,5 31,2 14,5 9,7 56,7 44,8 21 19,4 16,7 56,1 32,4 3,8 19,2 4,4 2,7 91,1 7,3 61,7 35,4 27,8 20,6 50,5 15,8 14,5 36,0 23,4 47,6 8,1 428,7 200,0 117,9 200 19,5 0,6 27,9 11,8 5,6 63,0 1,1 19,7 7,0 15,0 6,4 17,7 4,9 10,0 28,7 24,6 60,6 11,6 6,4 13,1 12,1

+ + + + + + +++++ + +++ + + + + + + + + + + +-+++ + ++-++-+---

2017 2018 2017 2018 2017 2018 2016 2018 2017 2017 2016 2018 2016 2018 2017 2016 2018 2018 2018 2018 2019 2018 2018 2017 2018 2018 2016/2017 2018 2018 2018 2018 2019 2017/2018 2018 2017/2018 2019 2018 2018 2018 2018 2017/2018 2018 2017/2018 2018 2017 2018 2018 2018 2018 2018 2018 2014 2017/2018 2014 2018 2014 2018 2016 2018 2016 2016 2016 2016 2016

80,5

81,6

65,3

73,8

+

2018

47,0 37,6 69,2 31,2 64,8 13,1 7,5

39,2 35,3 67,1 29,8 66,5 14,6 7,4

35,1 27,7 61,7 25,7 74,4 13,2 7,2

41,4 33,6 66,2 29,0 67,0 13,4 7,4

+ + + + +-

2018 2016 2018 2018 2013/2014 2018

5,6 7,9 6,0 13 13,1 10,3 12,7 14,3 11,9 15 9,1 24,1 23,1 8,9 18,7 20 0,1 1,4 3,9 0,8 1,6 14 36,2 6,2 21,4 13.684 49,3 18.505 19,8 13 16.284 21.690 19.468 8 16,3 24,3 25,1 18,8 22,2 11 5,0 4,9 5,4 6,7 5,9 13 43,1 37,5 37,0 34,2 36,1 12 19,8 12,2 16,6 33,1 20,3 5 167 104.892 311,0 102.924 325,3 55.603 199,8 87.451 262,3 13 7,6 1,7 4,2 9,5 5,4 3,1 2,3 2,3 2,7 10 5,3 8,8 14,2 3,7 7,7 6,9 6,6 11,4 8,4 16 0,7 2,6 1,6 1,2 1,9 18 15,6 6,3 7,9 16,5 10,1 11 17,3 15,8 25,5 26,4 21,4 19 9,9 4,6 5,1 6,8 5,5 7 12,7 17,9 14,8 11,6 15,1 15 10,7 5,9 5,7 13,7 8,6 13 11,4 6,6 9,0 20,2 11,8

+ + +-+++-

2018 2018 2016 2017 2017 2011 2016 2011 2016 2016 2017 2017 2017 2018 2017 2018 2017 2016 2017

-

2017

7,2 505,5 33,2 41,4 23,2 23,4 80,8 34,0 23,9 19,7 59,4 66,9 10,5 31,7 14,5 70,1 56,7 21,4 21 2,2

+ +++++ + + +-

2017 2015 2018 2015 2018 2017 2018 2016 2018 2015 2017 2017 2018 2017 2018 2018 2016 2018 2017

Abruzzo

Anno

82,9 33,1 59,7 23,3 68,4 82,7 2,6 25,2 0,8 64,2 8,6 10,4 29,6 15,8 10,0 63,3 43,3 21,8 22,4 16,7 59,3 31,4 3,9 21,3 4,4 2,7 89,8 7,3 67,7 37,5 29,9 25,7 53,4 10,7 19,6 48,2 8,7 407,2 200,1 115,7 200,8 22,2 0,4 31,4 13,3 8,6 67,8 1,2 15,6 8,8 15,1 5,9 18,5 5,2 9,1 31,9 27,4 60,6 12,2 7,0 13,3 17,9

15,6 9,9 10,7 11,4

Polarità

83,2 38,4 60,1 26,7 68,2 81,7 2,5 27,4 0,6 64,0 8,3 13,3 34,1 18,6 10,5 63,2 42,0 23,7 18,8 19,5 63,7 23,2 3,8 21,6 4,3 2,7 92,5 7,4 65,5 33,0 32,5 22,8 53,0 12,2 15,6 48,4 9,5 270,1 210,3 126,0 212,6 23,0 0,5 32,8 13,7 6,6 72,2 1,1 10,9 6,4 17,6 6,4 12,6 4,8 6,7 30,3 23,4 60,3 10,2 7,2 10,2 10,6

18 19 15 13

Centro

Italia

2018

Mezzogiorno

DEI DOMINI BES IN ABRUZZO, Rango

Reddito medio disponibile pro capite Disuguaglianza del reddito disponibile Rischio di povertà Ricchezza netta media pro capite TAB. 3.3.1 (segue) - INDICATORI Vulnerabilità finanziaria Povertà assoluta Grave deprivazione materiale Indicatori Bassa qualità dell'abitazione Grande difficoltà economica Molto bassa intensità lavorativa

11

Nord

prescolare e delle donne senza figli Individui (15-64 anni) che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o familiare Asimmetria nel lavoro familiare Soddisfazione per il lavoro svolto Percezione di insicurezza dell'occupazione Part time involontario

5 - RELAZIONI SOCIALI Speranza di vita nascita familiari 12 82,6 Soddisfazione peralla le relazioni 10 35,7 Speranza di vita salute alla nascita 5 60,6 Soddisfazione perinlebuona relazioni amicali 11 23,3 Indice disusalute mentale (SF36) 10 67,6 Persone cui contare 12 81,8 Mortalità infantile 12 2,5 Partecipazione sociale 15 22,4 Mortalità per incidenti stradali (15-34 anni) 12 0,6 Partecipazione civica e politica 14 61,7 Mortalità tumore (20-64 anni) 15 8,1 Attività di per volontariato 17 6,6 Mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (65 anni e più) 11 31,8 Finanziamento delle associazioni 15 10,9 Speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni 12 10,1 Organizzazioni non profit 14 59,4 Eccesso di peso 14 48,7 Fiducia generalizzata 14 18,1 Fumo 13 19,7 6 - POLITICA E ISTITUZIONI Alcol 6 15,9 Partecipazione 13 52,6 Sedentarietà elettorale 35,3 Fiducia nelalimentazione Parlamento italiano 15 3,6 Adeguata 15,7 Fiducia nel Sistema giudiziario 11 4,3 Fiducia nei partiti 16 2,6 Partecipazione alla scuola dell’infanzia 9 93,4 Fiducia in altri tipi di istituzioni 7 7,3 Persone con almeno il diploma (25-64 anni) 7 66,6 Donne e rappresentanza politica in Parlamento 19 23,8 Laureati e altri titoli terziari (30-34 anni) 15 23,6 Donne e rappresentanza politica a livello locale 13 16,1 Passaggio 2 56,6 Donne negliall'università organi decisionali Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione 2 8,8 Donne nei consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa Giovani che lavorano eitaliani non studiano (Neet) 12 20,7 Età media deinon parlamentari 7 46,5 Partecipazione alla formazione 16 6,7 Durata dei procedimenti civili continua 8 327 Competenza alfabetica studenti 11 Affollamento degli istitutidegli di pena 9 198,8 120,3 Competenza numerica degli studenti 11 199,7 7 - SICUREZZA Competenze digitali 14 17,2 Omicidi 13 0,6 Partecipazione culturale 15 20,7 Furti in abitazione 9 9,0 Borseggi 6 2,0 Tasso di occupazione (20-64 anni) 13 62,2 Rapine 8 0,5 Tasso di mancata partecipazione al lavoro 13 20,0 Violenza fisica sulle donne 20 9,3 Trasformazioni da lavori instabili a lavori stabili 11 13,7 Violenza sessuale sulle donne 20 9,1 Occupati in lavori a termine da almeno 5 anni 8 19,9 Violenza domestica sulle donne 20 7,6 Dipendenti con bassa paga 14 10,7 Preoccupazione di subire una violenza sessuale 13 28,5 Occupati sovraistruiti 20 31,6 Percezione di sicurezza camminando da soli quando è buio 16 59,7 Tasso di 15 16,2 Paura di infortuni stare permortali subire euninabilità reato permanente 9 4,9 Occupati non regolari nella zona in cui si vive 16 15,9 Percezione di degrado 16 12,7 Rapporto tra i tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età 11 78,6 8 - BENESSERE SOGGETTIVO prescolare e delle donne senza figli Soddisfazione la propria vita più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o 11 42,3 Individui (15-64per anni) che svolgono 7 32,1 Soddisfazione per il tempo libero 11 66,3 familiare Giudizio positivo sulle familiare prospettive future 15 26,8 Asimmetria nel lavoro Giudizio negativo prospettive 12 13,8 Soddisfazione per sulle il lavoro svolto future 14 7,3 Percezione di insicurezza dell'occupazione Part time involontario Spesa corrente dei Comuni per la cultura Densità e rilevanza del patrimonio museale Abusivismo edilizio Reddito medio disponibile pro capite Erosione dello spazio ruraledisponibile da dispersione urbana Disuguaglianza del reddito Erosionedidello spazio rurale da abbandono Rischio povertà Pressione delle Ricchezza nettaattività media estrattive pro capite Impatto degli finanziaria incendi boschivi Vulnerabilità Diffusione delle aziende agrituristiche Povertà assoluta Densitàdeprivazione di verde storico Grave materiale Insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita Bassa qualità dell'abitazione Preoccupazione il deterioramento del paesaggio Grande difficoltàper economica Molto bassa intensità lavorativa Emissioni di CO! e altri gas clima alteranti Consumo materiale Soddisfazione per leinterno relazioni familiari Dispersione daper reteleidrica comunale Soddisfazione relazioni amicali Conferimento rifiuti urbani in discarica Persone su cuidei contare Qualità dell’ariasociale urbana - PM"# Partecipazione Qualità dell’ariacivica urbana - Biossido di azoto Partecipazione e politica Coste marine balneabili Attività di volontariato 118 Disponibilità di delle verdeassociazioni urbano Finanziamento Soddisfazione per la profit situazione ambientale Organizzazioni non Siti contaminati Fiducia generalizzata Popolazione esposta al rischio di frane

14 7,4 5,1 9 - PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE

17 10 16 11 15 12 15 14 3 17 11 15 9 14 10 14 17

9,2 35,7 47,9 23,3 41,3 81,8 22,4 61,7 78,9 6,6 26,7 10,9 76,0 59,4 17,3 18,1 5,8

240,7 38,4 33,2 26,7 12,3 81,7 67,8 27,4 24,4 64,0 57,8 13,3 36,2 18,6 73,6 63,2 15,8 23,7 1,3

86,8 33,1 48,2 23,3 23,6 82,7 9,6 25,2 20,4 64,2 72,2 10,4 23,3 15,8 69,9 63,3 25,5 21,8 2,4

177,6 26,4 47,9 18,5 40,2 78,3 5,4 18,6 12,4 50,5 67,4 6,9 33,4 8,3 65,4 44,1 26,4 16,8 3,2


Redditoelaborazione medio disponibile CRESA pro capite su dati Istat (2019) Fonte: Disuguaglianza del reddito disponibile Rischio di povertà Ricchezza netta media pro capite Vulnerabilità finanziaria Povertà assoluta Grave deprivazione materiale Bassa qualità dell'abitazione Grande difficoltà economica Molto bassa intensità lavorativa

Soddisfazione per le relazioni familiari Soddisfazione per le relazioni amicali Persone su cui contare Partecipazione sociale Partecipazione civica e politica Attività di volontariato Finanziamento delle associazioni Organizzazioni non profit Fiducia generalizzata

2018 2018 2018 2018

24,1 23,1 8,9 18,7 1,4 3,9 0,8 1,6 6,2 21,4 49,3 19,8 24,3 25,1 18,8 22,2 37,5 37,0 34,2 36,1 CIRCOSCRIZIONI E ITALIA 311,0 325,3 199,8 262,3 1,7 4,2 9,5 5,4 8,8 14,2 3,7 7,7 2,6 1,6 1,2 1,9 15,8 25,5 26,4 21,4 17,9 14,8 11,6 15,1

+ + + + -

2016 2017 2017 2011 2011 2016 2017 2017 2017 2018 2016 2017 2017 2017 2015 2017 2015 2016 2017 2017 2016 2016 2015 2016 2017 2017 2017 2018 2018 2018 2018 2018 2017 2018 2017 2017 2015

36,6 18,8 19,7 23,0 93,4 92,5 44,6 27,7 66,6 65,5 56,0 66,2 23,6 32,5 5,1 9,3 56,6 53,0 E CREATIVITÀ 8,8 12,2 20,7 15,6 1,0 1,5 6,7 9,5 19,5 104,0 198,8 210,3 17,0 17,2 199,7 212,6 43,8 53,0 17,2 23,0 20,7 32,8 2,6 3,6

19,9 21,8 89,8 26,6 67,7 51,8 29,9 7,3 53,4 10,7 19,6 * 8,7 42,0 200,1 19,6 200,8 44,4 22,2 31,4 4,7

25,2 17,9 90,1 41,4 53,3 41,9 21,2 6,2 46,5 18,8 33,8 * 5,9 8,6 188,9 16,0 186,1 40,2 13,3 19,3 2,7

21,6 21 91,1 31,1 61,7 55,5 27,8 7,7 50,5 14,5 23,4 1,4 8,1 60,1 200,0 17,4 200 48,7 19,5 113,1 27,9 3,6

+ + + + + + + ++ + + + + + + + + +

2017 2017 2016/2017 2017 2018 2017 2018 2017 2017/2018 2017/2018 2018 2016 2018 2012 2017/2018 2018 2017/2018 2016 2018 2017 2018 2017

7,7

-2,9

-23,0

-4,1

+

2017

20,0 4,0 13,7 8,4 19,9 3,1 10,7 6,6 31,6 7,5 16,2 16,2 15,9 4,1

72,2 10,9 9,1 17,6 16,3 12,6 2,8 6,7 5,1 23,4 10,2 3,0 10,2 1,2

67,8 15,6 5,3 15,1 18,6 18,5 2,4 9,1 7,4 27,4 12,2 10,6 13,3 1,7

48,2 34,7 3,6 10,9 5,4 24,9 2,3 17,4 10,4 24,9 13,8 21,2 18,6 3,4

63,0 19,7 6,4 15,0 13,0 17,7 2,6 10,0 7,3 24,6 26,4 11,6 10,4 13,1 2,1

+ ++ + + + -+---

2018 2018 2015 2017/2018 2016 2018 2017 2018 2017 2018 2015 2016 2018 2016 2017

12 2187,7 11 78,6 17 69,0 5 23,9 7 32,1

5977,9 80,5 77,0 21,6 37,6

5313,8 81,6 2078,4 65,3 4615,1 73,8 79,0 73,0 76 8,4 13,5 16,4 35,3 27,7 33,6

+ + + + +

2016 2018 2016 2017 2016

67,0 7,4 6,0 11,9

+ -

2013/2014 2018 2018 2018

21.690 19.468 13.684 18.505 4,9 5,4 6,7 5,9 12,2 16,6 33,1 20,3 104.892 102.924 55.603 87.451 3,1 2,3 2,3 2,7 6,9 6,6 11,4 8,4 6,3 7,9 16,5 10,1 4,6 5,1 6,8 5,5 5,9 5,7 13,7 8,6 6,6 9,0 20,2 11,8

+ + -

2017 2016 2016 2017 2017 2018 2017 2017 2017 2017

+ + + + + + + + +

2018 2018 2018 2018 2017 2018 2018 2016 2018

14

82,6 60,6 9,2 67,6 47,9 2,5 41,3 0,6 8,1 31,8 78,9 10,1 26,7 48,7 76,0 19,7 17,3 15,9 5,8 35,3 6,1 15,7 63,9

-15,4

DEI13SERVIZI 62,2 13 17 11 15 8 9 14 11 20 17 15 15 16 19

14 14 13

13 16.284 11 5,0 12 19,8

18 19 15 13

64,8 7,5 5,1 10,3

7,3 7,4 13,1

15,6 9,9 10,7 11,4

10 35,7 11 23,3 12 81,8 15 22,4 14 61,7 17 6,6 ECONOMIA 15 10,9 14 59,4 14 18,1

66,5 7,4 5,6 12,7

38,4 33,1 26,7 23,3 81,7 82,7 27,4 25,2 64,0 64,2 10,4 E13,3 SOCIETÀ IN 18,6 15,8 63,2 63,3 23,7 21,8

74,4 7,2 7,9 14,3

26,4 33,2 18,5 23,2 78,3 80,8 18,6 23,9 50,5 59,4 6,9 10,5 ABRUZZO 8,3 14,5 44,1 56,7 16,8 21

Anno

Polarità

++ + +---++ + +---+ +

Centro

82,7 7,2 58,7 505,5 67,5 41,4 2,8 23,4 0,7 34,0 8,7 19,7 31,2 66,9 9,7 31,7 44,8 70,1 19,4 21,4 16,7 2,2 32,4 10,4 19,2 59,6

1 6 9 7 7 11 15 6 2 RICERCA 2 12 11 16 13 11 7 11 11 14 15 17

12 - QUALITÀ Tasso di occupazione (20-64 anni) Tasso di mancata partecipazione al lavoro Posti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari Trasformazioni da lavori instabili a lavoricomunali stabili per l'infanzia Bambini che hanno usufruito dei servizi Occupatitrattati in lavori a termine da almeno 5integrata anni Anziani in assistenza domiciliare Dipendenti bassaadpaga Difficoltà dicon accesso alcuni servizi Occupati sovraistruiti Copertura della banda larga Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente Irregolarità nella distribuzione dell’acqua Occupati non Irregolarità delregolari servizio elettrico Rapportoofferti tra i tassi di occupazione (25-49 anni) delle donne con figli in età Posti-km dal Tpl prescolare e dellealla donne senza figli Tempo dedicato mobilità Individui (15-64per anni) che svolgono più di 60 ore settimanali di lavoro retribuito e/o Soddisfazione i servizi di mobilità familiare Asimmetria nel lavoro familiare Posizionamento dell'Abruzzo è favorevole rispetto al territorio osservato Soddisfazione per il lavoro svolto Posizionamento dell'Abruzzo coincide con quello del territorio osservato Percezione di insicurezza dell'occupazione Part time involontario Posizionamento dell'Abruzzo è sfavorevole rispetto al territorio osservato

+ + + -

81,9 56,2 177,6 66,1 47,9 3,4 40,2 0,6 5,4 9,1 12,4 27,5 67,4 8,2 33,4 49,6 65,4 18,4 26,4 12,9 3,2 45,2 3,2 14,9 56,7

12 5 17 10 16 12 15 12 15 11 3 12 11 14 9 13 10 6 17 13 13 15 9

Mobilità dei laureati italiani (25-39 anni)

41,4 66,2 29,0 13,4

Italia

- INNOVAZIONE,

35,1 61,7 25,7 13,2

Mezzogiorno

Aree protette Preoccupazione per la perdita di biodiversità Partecipazione alla scuola dell’infanzia Energia da fonti rinnovabili Persone con almeno il diploma (25-64 anni) Raccolta differenziata dei rifiuti urbani Laureati e altri titoli terziari (30-34 anni) Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale Passaggio all'università Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione 11 Giovani che non lavorano e non studiano (Neet) Intensità di ricerca Partecipazione formazione continua Propensione allaalla brevettazione Competenza alfabetica degli studenti Lavoratori della conoscenza Competenza del numerica studenti Innovazione sistemadegli produttivo Competenzeindigitali Investimenti proprietà intellettuale Partecipazione culturale Occupati in imprese creative

39,2 67,1 29,8 14,6

82,9 59,7 86,8 68,4 48,2 2,6 23,6 0,8 9,6 8,6 20,4 29,6 72,2 10,0 23,3 43,3 69,9 22,4 25,5 16,7 2,4 31,4 10,9 21,3 58,5

10 - AMBIENTE

Speranza di CO! vita alla nascita Emissioni di e altri gas clima alteranti Speranza di vita in buona Consumo materiale internosalute alla nascita Indice di salute mentale (SF36) Dispersione da rete idrica comunale Mortalità infantile Conferimento dei rifiuti urbani in discarica Mortalitàdell’aria per incidenti stradali Qualità urbana - PM"#(15-34 anni) Mortalitàdell’aria per tumore (20-64 anni) di azoto Qualità urbana - Biossido Mortalità per demenze Coste marine balneabilie malattie del sistema nervoso (65 anni e più) Speranza di vita senzaurbano limitazioni nelle attività a 65 anni Disponibilità di verde Eccesso di pesoper la situazione ambientale Soddisfazione Fumo Siti contaminati Alcol Popolazione esposta al rischio di frane Sedentarietà Popolazione esposta al rischio di alluvioni Adeguata alimentazione Trattamento delle acque reflue

47,0 69,2 31,2 13,1

83,2 60,1 240,7 68,2 33,2 2,5 12,3 0,6 67,8 8,3 24,4 34,1 57,8 10,5 36,2 42,0 73,6 18,8 15,8 19,5 1,3 23,2 15,6 21,6 62,4

Abruzzo

DEI DOMINI BES IN

42,3 66,3 26,8 13,8

15 9,1 20 0,1 14 36,2 8 16,3 13 43,1 ABRUZZO, 5 167 13 7,6 10 5,3 16 0,7 11 17,3 7 12,7 Rango

Spesa corrente dei Comuni per la cultura Densità e rilevanza del patrimonio museale Abusivismo edilizio Erosione dello spazio rurale da dispersione urbana Erosione dello spazio rurale da-abbandono TAB. 3.3.1 (segue) INDICATORI Pressione delle attività estrattive Impatto degli incendi boschivi Diffusione delle aziende agrituristiche Indicatori Densità di verde storico Insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita Preoccupazione per il deterioramento del paesaggio

11 11 15 12

Nord

Soddisfazione per la propria vita Soddisfazione per il tempo libero Giudizio positivo sulle prospettive future Giudizio negativo sulle prospettive future

119


120

0,632 0,676 0,600 0,777 0,584 0,498 0,751 0,745 0,883 0,753 0,718 0,684 0,866 0,591 0,756 0,656 0,622 0,555 0,679 0,445 0,622 0,502 0,560 0,530 0,507 0,368 0,349 0,518 0,134 0,304 0,191 0,364 0,349 0,287 0,100 0,206 0,077 0,316 0,268 0,372

Fonte: elaborazione CRESA su dati Istat (2019)

Piemonte 0,518 Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 0,672 Liguria 0,611 Lombardia 0,628 Trentino-Alto Adige/Südtirol 0,688 Veneto 0,575 Friuli-Venezia Giulia 0,603 Emilia-Romagna 0,623 Toscana 0,632 Umbria 0,385 Marche 0,502 Lazio 0,498 Abruzzo 0,445 Molise 0,413 Campania 0,291 Puglia 0,437 Basilicata 0,308 Calabria 0,332 Sicilia 0,377 Sardegna 0,648

0,571 0,623 0,534 0,669 0,955 0,850 0,820 0,857 0,759 0,767 0,496 0,444 0,293 0,353 0,053 0,233 0,323 0,195 0,135 0,256

0,544 0,754 0,684 0,632 0,936 0,725 0,766 0,760 0,789 0,725 0,532 0,374 0,339 0,187 0,064 0,152 0,404 0,158 0,064 0,462

0,542 0,547 0,626 0,532 0,726 0,453 0,532 0,547 0,647 0,637 0,579 0,595 0,432 0,568 0,553 0,495 0,232 0,563 0,537 0,232

0,440 0,785 0,397 0,297 0,718 0,507 0,694 0,258 0,316 0,416 0,670 0,187 0,335 0,641 0,287 0,488 0,761 0,636 0,598 0,737

0,447 0,737 0,513 0,868 0,895 0,684 0,632 0,803 0,592 0,316 0,579 0,355 0,408 0,158 0,237 0,289 0,553 0,434 0,066 0,539

0,507 0,579 0,450 0,541 0,737 0,584 0,761 0,589 0,641 0,545 0,598 0,483 0,421 0,340 0,421 0,344 0,440 0,344 0,426 0,522

0,530 0,519 0,421 0,536 0,699 0,551 0,477 0,500 0,467 0,519 0,493 0,536 0,523 0,492 0,526 0,586 0,607 0,540 0,444 0,573

0,798 0,668 0,573 0,360 0,495 0,621 0,693 0,716 0,561 0,877 0,732 0,651 0,632 0,825 0,787 0,658 0,658 0,637 0,763 0,758 0,688 0,868 0,747 0,664 0,737 0,595 0,613 0,568 0,463 0,539 0,561 0,484 0,552 0,728 0,489 0,482 0,412 0,332 0,401 0,326 0,400 0,396 0,404 0,279 0,296 0,237 0,300 0,343 0,158 0,374 0,400 0,105 0,179 0,316 0,211 0,284 0,294 0,228 0,433 0,439

Regione/Ripartizione Salute Istruzione Lavoro Benessere Relazioni Politica e Sicurezza Benessere Paesaggio Ambiente Innovazione Qualità Indice Economico Sociali Istituzioni Soggettivo dei Servizi Sintetico Generalizzato

TAB. 3.3.2 - INDICE STANDARDIZZATO PER DOMINIO BES E INDICE SINTETICO STANDARDIZZATO, PER REGIONE


INDICE DELLE FIGURE NEL TESTO Parte I Fig. 1.1.1 Valore aggiunto a prezzi di base nelle regioni italiane............................................................... 11 (var. media annua 2010-2017 e var.% 2018-17) Fig. 1.1.2 Valore aggiunto nelle province abruzzesi (var. media annua 2017-2010 e var.% 2018-17)............ 11 Fig. 1.1.3 Valore aggiunto pro capite nelle province abruzzesi. Anni 2000-2017 (val. in euro) ...................... 12

Fig. 1.2.1 Imprese registrate nei principali settori economici in Italia (var.% 2018-17) .................................... Fig. 1.2.2 Imprese attive nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) ............................................................ Fig. 1.2.3 Imprese attive in Abruzzo per forma giuridica (var.% 2018-17) ................................................... Fig. 1.2.4 Imprese attive nei principali settori economici in Abruzzo (var.% 2018-17) .................................... Fig. 1.2.5 Imprese straniere attive nelle province abruzzesi (var. % 2018-17) .............................................. Fig. 1.2.6 Imprese femminili attive nelle province abruzzesi (var. % 2018-17) .............................................. Fig. 1.2.7 Imprese giovanili attive nelle province abruzzesi (var. % 2018-17) .............................................. Fig. 1.2.8 Importazioni e esportazioni agricole nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) .............................. Fig. 1.2.9 Imprese attive nei principali comparti manifatturieri in Abruzzo (var.% 2018-17) ............................. Fig. 1.2.10 Imprese artigiane e totali attive nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) .................................. Fig. 1.2.11 Imprese artigiane attive nei principali settori economici in Abruzzo (var.% 2018-17) ..................... Fig. 1.2.12 Imprese attive nelle costruzioni e totali nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) ......................... Fig. 1.2.13 Imprese attive del commercio nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) ..................................... Fig. 1.2.14 Peesenze e arrivi turistici nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) ............................................ Fig. 1.2.15 Depositi e impieghi nelle province abruzzesi (var.% 2018-17) ..................................................

17 19 19 20 21 22 22 24 26 27 28 30 30 33 34

Fig. 1.3.1 Esportazioni mondiali: Anni 2001-2018 (var. % annue volumi) ................................................... Fig. 1.3.2 Importazioni mondiali: Anni 2001-2018 (var. % annue volumi) ................................................... Fig. 1.3.3 Importazioni ed esportazioni italiane. Anni 2001-2018 (val. in milioni di euro) ............................. Fig. 1.3.4 Esportazioni abruzzesi. Anni 2007-2018 (valori in milioni di euro) .............................................. Fig. 1.3.5 Tasso medio annuo di crescita delle esportazioni. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2018 (valori percentuali) .. Fig. 1.3.6 Esportazioni abruzzesi per area geografica. Anno 2018 (var. % su anno precedente) .................... Fig. 1.3.7 Importazioni abruzzesi. Anni 2007-2018 (valori in milioni di euro) .............................................. Fig. 1.3.8 Tasso medio annuo di crescita delle importazioni. Abruzzo e Italia. Anni 2000-2018 .................... (valori percentuali)

47 47 48 50 51 51 54 55

ECONOMIA E SOCIETĂ€ IN ABRUZZO

121


Fig. 1.3.9 Importazioni abruzzesi per area geografica. Anno 2018 (var. % su anno precedente) .................... Fig. 1.3.10 Esportazioni della provincia dell’Aquila. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) ................. Fig. 1.3.11 Esportazioni della provincia di Teramo. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) .................. Fig. 1.3.12 Esportazioni della provincia di Pescara. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) ................. Fig. 1.3.13 Esportazioni della provincia di Chieti. Anni 2000-2018 (peso % su totale regionale) ....................

55 58 59 60 61

Parte II Fig. 2.1 Occupati totali (var. %) ............................................................................................................ Fig. 2.2 Occupati in Abruzzo e Italia per settore (var. %) .......................................................................... Fig. 2.3 Occupati in Abruzzo per genere (variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità) .......................... Fig. 2.4 Tassi di occupazione per provincia (%) ...................................................................................... Fig. 2.5 Tassi di disoccupazione per provincia (%) ...................................................................................

71 72 72 73 73

Parte III Fig. 3.1.1 Andamento della popolazione abruzzese. Anni 1992-2018 (valori assoluti) ................................. Fig. 3.1.2 Andamento demografico. Abruzzo e Italia. Anni 1996-2018 (var. ‰ annue) ............................... Fig. 3.1.3 Dinamica della popolazione abruzzese. Anni 2002-2018 (val. per 1.000 residenti) ..................... Fig. 3.1.4 Stranieri residenti in Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2003-2018 (var. % annue) ......................... Fig. 3.1.5 Stranieri residenti in Abruzzo, Meridione e Italia. Anni 2002 e 2018 (peso % sul totale residenti) ..... Fig. 3.1.6 Stranieri residenti per sesso in Italia, Meridione e Abruzzo. Anno 2018 ............................................ (peso % su totale stranieri residenti) Fig. 3.1.7 Popolazione per classi di età residente in Italia, Meridione e Abruzzo. Anno 2018 (pesi % su tot. res.) ..... Fig. 3.1.8 Popolazione per classi di età residente nelle province abruzzesi. Anno 2018 (peso %) ................... Fig. 3.1.9 Residenti con 80 anni e più in Abruzzo. Anni 1998-2018 (peso % su totale popolazione) .............. Fig. 3.1.10 Popolazione straniera per classe di età. Italia e Abruzzo. Anno 2018 (peso % su totale residenti) ........

79 80 81 83 83 84 87 89 90 91

Fig. 3.2.1 Peso della componente culturale su imprese, occupazione e valore aggiunto nelle regioni italiane. ..... 103 Anno 2018 (val. %) Fig. 3.2.2 Musei e visitatori nelle regioni italiane (var.% 2015-2011) ....................................................... 104 Fig. 3.2.3 I musei nei comuni abruzzesi. Anno 2017 ............................................................................ 105 Fig. 3.3.1 - Indice Sintetico standardizzato per regione .......................................................................... 116 Fig. 3.3.2 - Indice Standardizzato per dominio BES ............................................................................... 116

122


INDICE DELLE TABELLE FUORI TESTO Parte I Tab. 1.1.1 Valore aggiunto a prezzi di base e correnti nelle province abruzzesi. Anni 2009-2018 ........... 14 (valori in milioni di euro) Tab. 1.1.2 Valore aggiunto procapite ai prezzi di base e correnti nelle province abruzzesi. ..................... 14 Anni 2000-2018 (val. in euro) Tab. 1.1.3 Valore aggiunto ai prezzi di base e correnti per branca di attività economica ......................... 15 nelle province abruzzesi. Anno 2017

Tab. 1.2.1 Imprese registrate e attive per attività economica in Abruzzo. Anno 2018 ............................. Tab. 1.2.2 Imprese iscritte e cessate per attività economica in Abruzzo. Anno 2018 .............................. Tab. 1.2.3. Superficie e produzione delle principali coltivazioni in Abruzzo ........................................... (superficie in ettari, produzione in quintali) - Anni 2017 e 2018 Tab. 1.2.4 Imprese attive manifatturiere nelle province abruzzesi. Anno 2018 ....................................... Tab. 1.2.5 Imprese artigiane registrate e attive per attività economica in Abruzzo. Anno 2018 ................ Tab. 1.2.6 Imprese artigiane iscritte e cessate per attività economica in Abruzzo. Anno 2018 ................. Tab. 1.2.7 Imprese attive delle costruzioni nelle province abruzzesi. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17 ....... Tab. 1.2.8 Imprese attive del commercio nelle province abruzzesi. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17 ........ Tab. 1.2.9 Movimento turistico nelle province abruzzesi. Anni 2018 e 2017 e var. % 2018-17 .............. Tab. 1.2.10 Consistenza alberghiera per categoria nelle province abruzzesi. Anno 2018 ...................... Tab. 1.2.11 Principali indicatori del settore bancario nelle province abruzzesi. Anno 2018 e var.% 2018-17 ....

35 36 37

Tab. 1.3.1. Scambi di merci per settori – Abruzzo (classificazione Ateco 2007; ..................................... (val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente) Tab. 1.3.2. Scambi di merci per settori – L’Aquila (classificazione Ateco 2007; ..................................... (val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente) Tab. 1.3.3. Scambi di merci per settori – Teramo (classificazione Ateco 2007; ....................................... (val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente) Tab. 1.3.4. Scambi di merci per settori – Pescara (classificazione Ateco 2007; ...................................... (val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente) Tab. 1.3.5. Scambi di merci per settori – Chieti (classificazione Ateco 2007; ......................................... (val. in milioni di euro, variazioni percentuali e assolute sull’anno precedente)

63

ECONOMIA E SOCIETÀ IN ABRUZZO

123

38 39 40 41 42 43 44 45

64 64 66 67


Parte II Tab. 2.1a Forze di lavoro, occupati e disoccupati (valori in migliaia) ..................................................... 75 Tab. 2.1b Forze di lavoro, occupati e disoccupati (var. % annue) ........................................................... 76 Tab. 2.2 Forze di lavoro, occupati e disoccupati nelle province abruzzesi (valori assoluti in migliaia) ......... 76

Parte III Tab. 3.1.1 Tassi di natalitĂ , mortalitĂ e crescita naturale in Italia, ripartizioni territoriali e Abruzzo ............. 94 anni 2002-2018 (val. per 1.000 abitanti) Tab. 3.1.2 Tassi migratori interno, estero e totale in Italia, ripartizioni territoriali e Abruzzo ....................... 95 anni 2002-2018. (val. per 1.000 abitanti) Tab. 3.3.1 Indicatori dei domini BES in Abruzzo, Circoscrizioni e Italia ................................................ 117 Tab. 3.3.2 Indice standardizzato per dominio BES e indice sintetico standardizzato per regione ............. 120

124


Finito di impaginare Finito di stampare Novembre 2019 Ottobre 2019 Tipolito95 95 -- L’Aquila Tipolito L’Aquila


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