Trentino Industriale febbraio-marzo 2015

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FEBBRAIO | MARZO 2015 ANNO 56 | N°01

Priorità lavoro

Le misure per rilanciare l’occupazione e la crescita. Con interventi di Confindustria Trento, Sindacati, Provincia e Agenzia del lavoro.

Indagine annuale L’economia trentina nei dati di bilancio delle imprese

Aziende

Nuova sede per Graffiti aperta alla comunità

Associazione

Tappa in Trentino per la Road Map di Federmeccanica





sommario

03

editoriale 7

46

Filati colorati dall’ateneo all’industria

49

Graffiti lancia 4Local

Segnali di speranza

innovazione

copertina

rubriche 9

9

Obiettivo lavoro

11

Formazione e alternanza

13

Nuovi strumenti per le politiche provinciali

15

Rilanciare la crescita in Trentino è possibile

17

Le misure provinciali per i lavoratori

21 associazione 25 dossier 41 aziende

21

Eccellenza metalmeccanica

22

Centrale dei rischi e arbitro bancario

23

Formazione finanziata: ancora in pista

24

Tempi di cambiamento? Azione!

63 economia

Trento come Smart City

54

Quarant’anni a servizio dell’export

56

Germania e Francia: mercati a confronto

57

Obiettivo Balcani: opportunità e criticità

education Apprendistato professionalizzante

dossier 25

58 educaton 61 edilizia

53

58

51 innovazione 54 internazionalizzazione

Se la fisica risolve i problemi delle imprese

internazionalizzazione

associazione

copertina

51

L’economia trentina attraverso i dati di bilancio delle imprese della provincia

edilizia 61

Novità sugli appalti pubblici

aziende economia 41

ZF, nuovo centro per la formazione

43

Mezzo secolo per Sepa

63

Contratti di rete e rapporti di lavoro

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 56 | N. 1 Febbraio - Marzo 2015

Direttore Responsabile

FEBBRAIO | MARZO 2015

Alessandro Santini

ANNO 56 | N°01

Comitato di Redazione

Priorità lavoro

Alessandro Benedetti Alessandro Lunelli Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Lorenzo Garbari Andrea Marsonet Eduard Martinelli Roberto Pisetta Redazione

Indagine annuale L’economia trentina nei dati di bilancio delle imprese

Silvia Bruno Primo Bee

Aziende

Nuova sede per Graffiti aperta alla comunità

Associazione

Tappa in Trentino per la Road Map di Federmeccanica

Direzione, Redazione e Amministrazione

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elaborazione e illustrazione: graffiti

Le misure per rilanciare l’occupazione e la crescita. Con interventi di Confindustria Trento, Sindacati, Provincia e Agenzia del lavoro.

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Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990

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editoriale

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Segnali di speranza Il 2015 si annuncia come un anno spartiacque per l’economia italiana. I primi segnali, da prendere con la dovuta cautela, vanno nella direzione di un superamento della lunga e profonda recessione iniziata nel 2008, attraverso variazioni positive per Pil e occupazione. Non si tratta di facile ottimismo, ma di un’analisi oggettiva di alcune condizioni che si stanno verificando e che possono contribuire al miglioramento del quadro. Si consideri innanzitutto lo scenario esterno: il crollo del prezzo del petrolio, la svalutazione dell’euro, l’accelerazione del commercio mondiale e gli effetti della manovra della BCE (Quantitative easing, QE), che dovrebbe portare a una riduzione dei tassi di interesse a lungo termine, sono tutti elementi di cui dovrebbero beneficiare le nostre imprese. C’è poi l’impostazione maggiormente orientata alla crescita delle politiche nazionali, anche grazie alla maggiore flessibilità negoziata con Bruxelles. Sul fronte interno, la domanda domestica e la produzione industriale si stanno stabilizzando. Senza dimenticare che nel 2015 si svolgerà l’Expo, il quale potrebbe dare un contributo non marginale all’economia nazionale. E il Trentino? Dall’indagine annuale di Confindustria Trento sui bilanci delle imprese trentine, realizzata con Fondazione Nord Est e Mediocredito Trentino-Alto Adige, risulta che l’ondata delle crisi ha colpito in ritardo l’economia provinciale. E con altrettanto ritardo sembra volersi ritirare dal nostro territorio. Riteniamo tuttavia che il Trentino ce la possa fare. Guardiamo ancora una volta ad alcuni indicatori economici. Il fatturato delle imprese medio-grandi ha recuperato, e in molti casi superato, i livelli pre-crisi. L’export trentino ha dimostrato una buona capacità di recupero e ha raggiunto livelli record. È cambiata anche la geografia dell’export trentino, che ha aumentato la sua quota nei mercati emergenti. In questi anni difficili l’industria trentina non è stata ferma. Molte aziende si sono riorganizzate per reagire ai cambiamenti in atto, attraverso gestioni più managerializzate e produzioni lean. Un segnale incoraggiante viene anche dalla qualità delle risorse umane, in particolare dai giovani. L’indagine Ocse-Pisa sulle competenze dei quindicenni dice che gli studenti trentini sono tra i migliori in Italia e in Europa nelle materie scientifiche. Se queste sono le premesse, possiamo essere fiduciosi sul nostro futuro.

Paolo Mazzalai Presidente Confindustria Trento

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- Fo tolia

Provincia autonoma di Trento


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Obiettivo lavoro Dal Jobs Act agli interventi provinciali per il lavoro. Il momento è favorevole a interventi di riforma che rilancino il lavoro e l’economia. di ROBERTO BUSATO, direttore di Confindustria Trento

Si

può prudentemente affermare che il nuovo anno sia cominciato con alcuni segnali positivi su tre direttrici fondamentali: riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato con alleggerimento del carico contributivo e fiscale a carico delle imprese; un innovativo approccio al tema della flessibilità in uscita con il nuovo contratto a tutele crescenti; lo sviluppo di politiche attive capaci di avvicinare l'incontro domanda-offerta, con una forte valorizzazione delle sinergie tra servizi pubblici e privati. Ad esempio attraverso il cosiddetto contratto di ricollocazione: tematiche sulle quali, a livello locale, Confindustria Trento ha sempre posto l’accento. Queste scelte dovranno orientare le scelte legislative sia nella fase di attuazione del Jobs Act, nei decreti che conosciamo e in quelli ancora nella penna del Governo, sia nel lungo periodo, per evitare che anche questi interventi vengano ricordati come un’altra occasione persa di modernizzazione del mercato del lavoro.

re che, in fase di attuazione della delega, i toni possano abbassarsi. D’altra parte ad essere oggetto di intervento sono alcuni temi tradizionalmente caldi, primo fra tutti il superamento dell’articolo 18 della legge 300 del 1970. Sul punto il Governo ha diffuso l’ultimo schema di decreto nel quale prende forma la novità che più ha acceso il recente dibattito: la nascita del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e la revisione della disciplina dei licenziamenti; scopo dichiarato, quello di rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte

Riduzione del costo del lavoro, flessibilità in uscita e nuove politiche attive sono segnali positivi sul mercato del lavoro per il nuovo anno.

Jobs Act Dopo il lungo iter parlamentare il Jobs Act infatti è legge: l’Aula del Senato ha votato la fiducia posta dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sul testo già approvato alla Camera. Si tratta di un passo importante nel disegno complessivo del Jobs Act, inteso quale piano strategico di rilancio dell’economia e di promozione di forme di occupazione stabile. Dai primi annunci ormai “vecchi” di un anno, le tappe, a partire dall’approvazione del decreto Poletti in materia di contratti a termine, sono state segnate da una forte contrapposizione politica e sindacale, culminata con lo sciopero generale del 12 dicembre 2014 e nulla fa purtroppo ritene-

di coloro che sono in cerca di occupazione e riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le esigenze del contesto produttivo. Un primo giudizio su quest’ultimo provvedimento – non ancora in vigore, va precisato – è certamente positivo, quanto meno perché rompe radicalmente l’impostazione storica, proseguendo l’opera di revisione cominciata con la riforma Fornero nel 2012. Si tratta comunque di misure che, specie se l’economia si riavvicinerà ai suoi ritmi normali, offriranno l’occasione di rispondere maggiormente

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alle esigenze di un contesto produttivo e occupazionale ancora in affanno, dove le imprese saranno anche disposte a fare investimenti in rapporti di lavoro duraturi, a vantaggio di una maggiore produttività.

Politiche attive Bisogna potenziare le politiche attive del lavoro, in particolare per la riqualificazione e ricollocazione del personale disoccupato e/o sospeso dal lavoro. Ciò anche per consentire un generale incremento della professionalità e della qualificazione dei lavoratori, funzionale anche al miglioramento del livello di competitività delle imprese. È fondamentale il monitoraggio dei reali fabbisogni delle aziende e sulla base di essi costruire e sostenere percorsi di formazione. Sviluppare quindi politiche attive efficienti e ammortizzatori sociali che insieme favoriscano la ricerca di nuova occupazione, senza dimenticare di riportare ad equità il contributo di finanziamento di queste misure, nel quale oggi l’industria paga un prezzo più elevato di altri settori.

Politiche provinciali per il lavoro La delega alla nostra provincia in tema di am-

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mortizzatori sociali costituisce indubbiamente un’importante opportunità per configurare un sistema di welfare aderente alla nostra realtà locale e complementare al nostro specifico sistema produttivo. In tal senso, affinché gli strumenti abbiano piena efficacia e sostenibilità, si sottolinea la necessità di un ulteriore miglioramento ed affinamento delle politiche attive (con il necessario rafforzamento del principio di condizionalità) ed inoltre il miglioramento del coordinamento tra i soggetti che gestiscono le politiche attive e i soggetti che erogano i sussidi al reddito: su tal punto il ruolo dell’Agenzia del lavoro sarà certamente strategico. Positivo lo strumento del contratto di rete per lo “scambio” di personale tra aziende con carichi di lavoro bassi nell’una e con picchi produttivi nell’altra. Infine, l’affinamento del sistema del “Progettone”, attraverso la rivisitazione e razionalizzazione di tale strumento, rimodulando inoltre la durata e gli emolumenti. La Provincia ha già fatto apprezzabili passi avanti in tali direzioni, ma è auspicabile un ulteriore sforzo ed un pieno e fattivo coinvolgimento delle Parti sociali.


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Formazione e alternanza Intervista al presidente di Confindustria Trento, PAOLO MAZZALAI.

Presidente

Mazzalai, qual è la posizione di Confindustria sul Jobs Act? Il giudizio del nostro Sistema è positivo. Sono stati superati scogli di tipo ideologico e si è dato spazio a norme pragmatiche che offrono alle imprese spiragli in direzione di una maggiore flessibilità. Le aziende che hanno bisogno di ristrutturarsi devono poterlo fare in maniera efficiente. Le novità introdotte dal piano di riforme, e in particolare le norme disposte al fine di rendere più agevole il ricorso al contratto a tempo indeterminato, lo consentono. Io credo che alla fine ne beneficeranno tutti, imprese e lavoratori.

In generale la concertazione deve essere alla base della definizione delle nuove norme: in questo senso l’auspicio è che, a livello locale, l’Amministrazione provinciale sappia procedere avvalendosi del contributo delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati. In quest’ottica, assumono un valore tanto maggiore le politiche attive. Su questo punto va riconosciuto all’Amministrazione provinciale di avere fatto dei passi in avanti: abbiamo sottolineato positivamente che

La specialità del Trentino, e in particolare la delega sugli ammortizzatori sociali, pone la nostra Provincia in una posizione di favore. Certamente. Siamo in attesa delle decisioni del Governo, ma siamo consapevoli della grande opportunità della delega provinciale, che ci consente di tarare gli strumenti in sintonia con le nostre esigenze. Prendiamo, per esempio, la cassa integrazione. È uno strumento fondamentale per le situazioni di crisi, ma per il lavoratore non deve diventare un incentivo a rimanere fuori dal mercato del lavoro, come è stato finora. Ribadiamo la necessità di un ulteriore rafforzamento del principio di condizionalità. La cassa integrazione non deve essere un “parcheggio” retribuito. Si coinvolgano piuttosto queste persone in lavori socialmente utili. Deve essere un’occasione di formazione, di aggiornamento, di riqualificazione professionale. È condivisibile l’idea dei contratti di rete tra imprese per impiegare gli stessi lavoratori, ma si potrebbe pensare anche ad altri strumenti innovativi.

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il nuovo Programma di sviluppo provinciale per la legislatura in corso sia già intervenuto in direzione di un miglioramento di questo strumento. Investire sulla formazione però non basta. Qualsiasi azione – e tanto più quelle intraprese sul fronte della formazione dei lavoratori – deve poter rispondere a un fabbisogno reale. Non c’è aggiornamento che sia utile in sé: per collocare o ricollocare un lavoratore è necessario conoscere le sue competenze e le esigenze del mercato. Solo su queste basi è possibile costruire un percorso formativo adeguato. Viceversa, ci ritroveremmo a fare i conti con competenze superflue e fabbisogni insoddisfatti. Ciò vale anche per i giovani che escono dalle scuole e dalle università. Quanto agli strumenti adottati per favorire l’inserimento dei giovani? Il nuovo contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act pone il datore di lavoro nella condizio-

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ne di preferire l’assunzione e la stabilizzazione dei giovani in azienda. In riferimento alle misure adottate a livello provinciale, troviamo che la scelta di promuovere il modello duale nelle scuole professionali possa portare reali benefici: al giovane, ma anche all’impresa. Per il resto, è sbagliato ritenere che l’assunzione sia una conseguenza automatica del sistema introdotto. Un’azienda assume quando deve crescere perché deve produrre di più, non perché c’è una nuova normativa. In ogni caso, quando l’impresa dedica tempo e risorse per formare un giovane, cioè investe su di lui, ha tutto l’interesse a inserirlo nel suo organico. Ne abbiamo avuto dimostrazione con il nostro progetto “Giovani industriosi”, che ha portato all’assunzione di decine di giovani nelle nostre imprese. In quell’occasione abbiamo promosso il contratto di apprendistato professionalizzante e sviluppato un’iniziativa di esperienza lavorativa durante il periodo estivo per gli studenti.


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Nuovi strumenti per le politiche provinciali La Provincia sta lavorando al rafforzamento delle politiche attive. Recepita la proposta di Confindustria Trento sui contratti di rete per la mobilità dei lavoratori tra aziende. di ALESSANDRO OLIVI, Vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento

I

primi due decreti attuativi della legge delega in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, politiche attive adottati dal Consiglio dei Ministri in forma ancora non definitiva, sollecitano interrogativi importanti sulle politiche provinciali in tema di lavoro e sulle modalità di esercizio dell'autonomia in tale materia. I decreti tentano di coniugare il tema della flessibilità in uscita e della perdita del lavoro al diritto del lavoratore di ottenere forme di accompagnamento a un nuovo traguardo lavorativo. In altre parole, sposta l'attenzione dal diritto al posto di lavoro (secondo quanto previsto dallo Statuto dei lavoratori), al diritto all'occupabilità, ponendo al centro il lavoratore, con il suo bagaglio di competenze. Si cerca quindi di porre maggiore rilievo sulla possibilità di ricollocazione del soggetto disoccupato, attraverso una formazione mirata e attività di assistenza nella ricerca di occupazione, garantendo nel contempo forme di sussidio al reddito più generose rispetto a quelle della “legge Fornero”. Se questo è il quadro normativo nazionale, alla Provincia si apre nel prossimo futuro un ventaglio importante di scelte da operare. Centrali divengono nel futuro le politiche del lavoro per aiutare il lavoratore a migliorare la sua occupabilità sul mercato. In primo luogo, che ne sarà del reddito di attivazione? Come si ricorderà, abbiamo istituito uno strumento, unico in Italia, per integrare l'indennità di disoccupazione (Aspi e Miniaspi) in termini di durata del trattamento prevedendo a copertura, per il triennio, ingenti risorse sul bilancio provinciale (28 milioni di euro). Se pensiamo alle maggiori tutele garantite ora

dalla normativa statale e al fatto che comunque la Provincia ha previsto il reddito di garanzia, perlomeno una parte delle risorse destinate al sostegno passivo del reddito del lavoratore non potranno che essere destinate alle politiche attive, al fine di rafforzare l'occupabilità del lavoratore. Dobbiamo cercare di creare una rete di servizi per il lavoro efficiente per fare incontrare nel più breve tempo possibile domanda e offerta di lavoro, sfruttando l'esperienza che stiamo maturando nell'ambito di “garanzia giovani”, implementando così le risorse statali messe a disposizione. Si tratta quindi di valorizzare il concorso dei soggetti accreditati, mantenendo però a monte un ruolo di forte regia dell'Agenzia del Lavoro, al fine di individuare i servizi più opportuni in relazione al “profilo” del lavoratore. Si tratta, in sintesi, di ricamare un “vestito” secondo le misure di ogni disoccupato. In relazione a ciò si dimostrerà fondamentale l'investimento anche sulla qualità dell'azione di Agenzia del Lavoro, oltre che per una migliore organizzazione sul territorio. Nell’ambito degli strumenti innovativi che intendiamo mettere disposizione in questa fase riformatrice vi è l’apporto che vorremmo che Agenzia offrisse per sviluppare in Trentino con più forza la contrattazione decentrata sia territoriale che aziendale. Penso a un centro di competenza pubblico che possa sostenere le parti sociali nella costruzione di modelli che vanno verso questa frontiera: migliorare la produttività e la competitività attraverso forme innovative di contrattazione territoriale. Dobbiamo dimostrare di essere così efficienti da scongiurare il pericolo di un nuovo riaccentramento di poteri nelle mani statali, come sembra presagire la futura istituzione di una nuova

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“agenzia nazionale” per la gestione delle politiche del lavoro, prevista nella legge delega. Dovremo dimostrare allo Stato che le finalità sottostanti alla creazione dell'Agenzia nazionale nella nostra Provincia già sono state realizzate, tramite una gestione unitaria e coerente delle politiche attive e passive del lavoro. È utile quindi pensare in questo momento ad un riequilibrio quantitativo delle politiche attive rispetto a quelle passive, soprattutto con il riferimento ad una annunciata ripresa economica che dovrebbe alimentare le opportunità di lavoro. Non solo, ciò ci permetterà di rafforzare il principio di condizionalità nei confronti dei lavoratori disoccupati che andranno a percepire maggiori sussidi di disoccupazione, limitando quindi fenomeni opportunistici. In un’ottica di minore assistenzialismo e di maggiore responsabilità, è inoltre intenzione della Provincia –– attraverso un apposito provvedimento – disporre che chi è in cassa integrazione e in mobilità possa essere impiegato presso le Pubblica Amministrazione per dare un servizio alla collettività. Ancora, ricordo che nell’ambito della finanziaria abbiamo recepito una proposta di Confindustria Trento che prevede la possibilità, attraverso forme di contratto di rete, di favorire la mobilità dei lavoratori da azienda ad azienda: l’impresa che abbia un calo produttivo potrà cedere forza lavoro a quella che al momento abbisogna di un rafforzamento, con un risparmio per la collettività sui costi degli ammortizzatori, e un vantaggio per gli stessi lavoratori. L'implementazione delle politiche attive si eleva a tema prioritario dell'amministrazione: non dobbiamo peraltro correre il rischio di cullarci nell'autoreferenzialità, imponendosi oramai ineluttabilmente la messa a punto di un sistema di monitoraggio e verifica dei risultati ottenuti dalla rete provinciale dei servizi per l'impiego. Proprio a cominciare da Garanzia giovani. Sempre in tale ottica, occorre migliorare il monitoraggio del fabbisogno e la trasparenza delle competenze, dando attuazione alla legge provinciale sulla certificazione delle competenze.

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Sotto altro complementare profilo, riteniamo importante sollecitare le parti sociali alla stipulazione di un patto territoriale per procedere alla istituzione di un Fondo per la gestione di un sostegno al reddito a favore dei lavoratori sospesi dal lavoro, che non siano beneficiari di cassa integrazione. L'istituzione di tale fondo risulta quanto mai fondamentale, dal momento che lo Stato ha annunciato, con l'entrata in vigore delle nuove tutele della disoccupazione, il venir meno degli ammortizzatori in deroga. I lavoratori sospesi delle piccole aziende si troverebbero quindi privi di tutela. Attenzione però, tale fondo potrebbe essere utilizzato anche dalle imprese con più di 15 dipendenti, anche industriali, nell'ambito di procedure di agevolazione all'esodo di personale vicino alla maturazione dei requisiti pensionistici. Opportunità questa tanto più importante in un momento in cui non riusciamo ad assorbire completamente gli esuberi del personale anziano nel cd “progettone”. Un altro versante di sviluppo del fondo potrebbe essere quello della formazione, con un “assorbimento” della quota della contribuzione della disoccupazione (0,30%) che attualmente alimenta i fondi bilaterali nazionali. In sostanza, si dovrebbe puntare, tramite il fondo territoriale, ad una gestione locale unitaria delle risorse da destinare sia alle politiche passive, che, sulla base di politiche concertate, delle politiche attive. Ciò per definire in sede locale una politica formativa unitaria e coerente, basata sulla sinergia tra risorse private e pubbliche, in un momento di riduzione delle risorse comunitarie all'uopo destinate. La Provincia, dalla sua, potrebbe agire sulla leva fiscale e contribuire ai costi di gestione del fondo. Sollecito anche in questa occasione quindi tutte le parti a partecipare consapevolmente e con entusiasmo a tale iniziativa, anche perché solo nell'unità dell'intento potremmo superare gli ostacoli che potrebbero frapporsi, in relazione alle politiche di accentramento statale cui già si è fatto cenno.


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Rilanciare la crescita in Trentino è possibile Secondo Cgil Cisl e Uil del Trentino è possibile tornare a fare crescere Pil e occupazione. Servono coesione tra parti sociali e collaborazione tra scuola, ricerca e impresa.

La

crisi economica non sembra allentare la propria morsa e anche il 2014 si confermerà un anno di recessione per l'economia trentina. Una tendenza che preoccupa le organizzazioni sindacali per le quali è fondamentale l'assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori economici e sociali nonché una più chiara consapevolezza della gravità della situazione ed una maggiore capacità di assumere decisioni lungimiranti da parte della politica a livello provinciale. "La deflazione sta colpendo tutta l'Europa – ricordano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti – e le politiche di austerity non fanno altro che aggravare la situazione economica dell'area euro. Ma forse si sta aprendo una nuova fase che deve trovarci pronti anche a livello locale. Verificheremo infatti a breve se davvero le politiche monetarie espansive e il piano di investimenti annunciati rispettivamente dal presidente della Bce Mario Draghi e dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker porteranno benefici non solo alla situazione finanziaria degli Stati e delle banche, ma anche all'economia reale. Se l'Europa tornerà a puntare sulla crescita e sulla creazione di nuovi posti di lavoro qualificati che alimentino i redditi delle famiglie e prosciughino la disoccupazione, potremo finalmente metterci alle spalle la recessione". Quello della crescita però non può restare un obiettivo di livello europeo, ma deve essere perseguito anche a livello locale, partendo da politiche pubbliche che, grazie alle larghe competenze dell'Autonomia, sappiano rigenerare il tessuto economico trentino e rendere più com-

petitiva la piattaforma produttiva provinciale. "Le istituzioni provinciali e locali – continuano i sindacati – debbono avere chiaro che senza una crescita economica solida e sostenibile, il Trentino vedrà ridurre il benessere sociale ed economico conquistato negli anni passati. La virtuosa finanza provinciale, grazie alla quale si riducono le tasse alle imprese, si realizzano ingenti investimenti pubblici e si sostiene il welfare, è alimentata esclusivamente dalla capacità del territorio di creare ricchezza. Gli accordi con il Governo nazionale confermano che senza crescita il Trentino da laboratorio economico e sociale diventerà una dependance delle grandi pianure a nord e a sud del Brennero". Per Cgil Cisl Uil del Trentino rilanciare la crescita economica in Trentino è possibile. "Se il Pil pro capite si è ridotto negli ultimi anni – ragionano Burli, Pomini ed Alotti – è altrettanto vero che, a differenza di quanto accade nel resto del Paese, in provincia, nonostante la crisi economica, i posti di lavoro sono aumentati e a settembre del 2014 abbiamo raggiunto il record di occupati con ben 239mila persone al lavoro. Ciò significa che il mercato del lavoro locale è ancora dinamico ed il welfare provinciale, invece di scoraggiare la ricerca attiva di lavoro, è in grado di attivarla. Alla crescita ora servono politiche economiche ed investimenti lungimiranti, che scoraggino le posizioni di rendita e mettano in rete le potenzialità espresse dal territorio: le scuole, l'università, i centri di ricerca, in primo luogo, che debbono saper collaborare con le imprese perché l'economica del futuro, manifatturiero incluso, sarà ad alto tasso di conoscenza". Su questo fronte è essenziale anche il prota-

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gonismo delle parti sociali, in primo luogo le associazioni datoriali e le rappresentanze dei lavoratori, migliorando quelle relazioni industriali che, anche nel passato, hanno costituito uno strumento imprescindibile per rafforzare la competitività e attenuare le disuguaglianze in Trentino, anche di fronte a crisi profonde. "Produttività e coesione sociale – spiegano i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil – non sono termini necessariamente contrapposti soprattutto se osservati su una scala territoriale. Oggi più che mai serve rafforzare la collaborazione tra i produttori, già sancita dall'intesa tra Confindustria Trento e sindacati del gennaio 2014, per sostenere, attraverso la contrattazione decentrata, le aziende che investono, innovano e qualificano l'occupazione e per migliorare le politiche per l'occupazione sul lato dell'alternanza scuola-lavoro, della formazione continua

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dei lavoratori, delle condizionalità nei meccanismi di sostegno al reddito, del welfare contrattuale. La contrattazione di secondo livello deve diventare lo strumento centrale per creare valore e ricchezza e per rafforzare il legame tra imprese e lavoratori". In questo senso Cgil Cisl Uil rilanciano la richiesta di esplorare nuove vie per l'affermazione di modelli partecipativi dentro le imprese. "In fondo i sistemi tedesco ed austriaco dimostrano che si può fare senza limitare per questo le opzioni delle aziende – aggiungono Burli, Pomini ed Alotti – E va ricordato che è stata proprio Federmeccanica nei mesi scorsi a lanciare un appello per la definizione di un nuovo assetto contrattuale che prevede anche la partecipazione dei lavoratori alle imprese. Su questo fronte le aziende trentine troveranno un sindacato pronto a fare la propria parte".


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Le misure provinciali per i lavoratori Riforma degli ammortizzatori sociali e sistema provinciale di tutele contro la disoccupazione: stato dell’arte e prospettive. di MICHELE COLASANTO, presidente Agenzia del lavoro

Il

sistema di sostegno alle persone che perdono involontariamente il lavoro è stato recentemente riformato profondamente (art. 2 della legge 92/2012): a partire dal primo gennaio 2013, sono infatti erogate due indennità di disoccupazione, denominate rispettivamente ASpI e Mini-ASpI.

ASpI È prevista a favore dei lavoratori dipendenti che hanno perduto involontariamente l’occupazione, che sono in stato di disoccupazione ed in possesso di due anni di assicurazione contro la disoccupazione e di almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione. L’indennità è erogata mensilmente, la sua durata è collegata all’età anagrafica del lavoratore ed aumenta gradualmente nel corso del triennio 2013-2015 (periodo transitorio), con la previsione di giungere a regime con il primo gennaio 2016.

Mini-ASpI Ha sostituito l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti. È una prestazione erogata a favore delle persone in possesso di almeno 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Essa è erogata mensilmente ed è corrisposta per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate nei dodici mesi precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro.

Reddito di attivazione Nell’autunno del 2014, l’Agenzia del lavoro ha dato avvio concreto all’erogazione di una nuova indennità provinciale in favore dei lavoratori disoccupati che hanno terminato di percepire

l’ASpI o la mini-ASpI, in possesso di specifici requisiti di età e residenza nel territorio provinciale e che hanno inoltre dimostrato di essersi attivati per la ricerca di un nuovo lavoro. Non casualmente, l’intervento è stato denominato Reddito di attivazione. La misura si inserisce in un sistema organico di interventi innovativi, ma soprattutto efficaci, di politiche del lavoro create ed attuate dalla Provincia Autonoma di Trento. Lo scopo è di prolungare la durata del periodo di percezione delle indennità statali già erogate dall’INPS. L’esperienza è unica nel genere in Italia, anche per il fatto che coniuga delle misure di sostegno al reddito con l’obbligo, posto in capo al disoccupato, di svolgere delle attività di formazione e di inserimento lavorativo utili a favorirne l’occupabilità. I beneficiari del reddito di attivazione sono individuati dall’Inps e dall’Agenzia del lavoro, grazie ad una collaborazione resa possibile da un protocollo d’intesa. In una prima fase (dal primo settembre 2014) sono state attivate due misure: il prolungamento della MiniASpI e l’intervento per il disoccupati con età pari o superiore a 55 anni. L’intervento assicura ai disoccupati provenienti da lavori precari e discontinui (purché della durata di almeno 2 mesi) un’indennità per un periodo raddoppiato rispetto a quello a cui hanno diritto in base alla legge statale, ma per massimo tre mensilità. Si tratta di una misura che favorisce il lavoratori discontinui e stagionali e che sostiene, quindi, fasce particolarmente fragili del nostro mercato del lavoro, come ad esempio i giovani. Ai lavoratori con 55 e più anni è stato aumentato il periodo di copertura, portandolo dai 14 mesi di Aspi (16 per i licenziati nel 2015) ai 18 mesi; in questo caso, il reddito di attivazione puntava ad anticipare

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l’entrata a regime della riforma statale. Quest’ultima prevedeva un aumento graduale della durata dell’ASpI dai 14 mesi ai 16 mesi, fino a 18 mesi per i licenziati dopo il primo gennaio 2016. A partire dal gennaio 2015, l’intervento riguarda anche i lavoratori di età inferiore ai 50 anni che hanno terminato il periodo coperto da ASpI; ad essi il Reddito di attivazione permetterà di portare la durata dell’indennità di disoccupazione da 8 mesi a 10 mesi per i licenziati entro il 2014 e, per i lavoratori licenziati nel 2015, dai previsti 10 mesi ad 11 mesi. Per i disoccupati nel 2016 era prevista l’entrata a regime della riforma statale (12 mesi di ASpI) e, conseguentemente, da quella data era indicata la conclusione dell’intervento provinciale.

NASpI L’assetto ora descritto subirà profondi cambiamenti: infatti, il modello statale dell’Aspi e MiniAspi e, conseguentemente, il Reddito di attivazione, sono interessati da un ulteriore processo di evoluzione. E’ all’esame del Parlamento la bozza di decreto legislativo, presentato dal Governo il 24 dicembre scorso, in attuazione dell’art. 1 comma 2 della legge 183/2004 (Jobs Act). Tale decreto si inserisce nell’ambito del più generale disegno di riforma nazionale dell’assetto degli ammortizzatori sociali, intrapreso dall’esecutivo con l’obiettivo di una definitiva revisione della normativa statale in materia, che estenda i periodi di tutela garantiti contro i casi di sospensione o cessazione del rapporto di lavoro, sia in termini di ampiezza della platea dei possibili beneficiari, sia in termini di durata dei trattamenti. Il decreto attuativo prevede un’indennità unica, che sostituisce l’Aspi e la MiniAspi, denominata NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), per sostenere il reddito di chi abbia perduto involontariamente il lavoro a partire dal primo maggio 2015. I destinatari sono i lavoratori dipendenti, con esclusione di quelli a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni e i lavoratori agricoli a tempo determinato ed indeterminato (come già accade per ASpI e Mini-ASpI). Le prin-

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cipali novità riguardano durata e requisiti per l’accesso al trattamento. Per l’accesso alla NASpI, il lavoratore disoccupato deve, infatti, poter far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno 13 settimane di contribuzione e 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. La NASpI viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni, mentre, per gli eventi di disoccupazione dal 01.01.2017, la durata massima sarà di 78 settimane (cioè un anno e sei mesi). E’ evidente, da un lato, la volontà di rendere maggiormente accessibile lo strumento, prevedendo dei requisiti di accesso più morbidi ed inclusivi rispetto a quelli attuali; d’altro lato, il perdurare della crisi economica, ha senz’altro contribuito all’allungamento dei periodi di tutela che, teoricamente, può raggiungere anche i 24 mesi.

DIS-COLL Nell’attesa degli interventi di semplificazione, modifica o superamento dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto, il decreto introduce inoltre una misura a sostegno del reddito dei lavoratori con rapporto di co.co.co e co.co.pro iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, non pensionati e privi di partita IVA, che cessino il rapporto di collaborazione nel corso dell’anno 2015 e siano in possesso di una serie di requisiti riferiti al reddito derivante dall’ultimo rapporto di collaborazione e alla contribuzione versata. La durata della DIS-COLL (così è denominata l’indennità) non può superare i 6 mesi e non coprirà l’aspetto contributivo.

Condizionalità Per entrambe le misure descritte, l’erogazione della prestazione è sempre condizionata dalla regolare partecipazione ad iniziative di attivazione lavorativa e a percorsi di riqualificazione professionale, di ricerca attiva di un’occupazione e di reinserimento nel tessuto produttivo che, stando


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al testo del decreto, tradisce la ferma volontà di rendere concreta l’attuazione su scala nazionale di ciò che in Trentino si sta realizzando già da tempo: il cosiddetto “principio di condizionalità”.

confronto con l’intervento provinciale del reddito di attivazione, che per le categorie destinatarie e le finalità perseguite sembra rappresentare, ancora una volta, un’anticipazione di scelte poi estese a livello nazionale.

ASDI

Autonomia

Analoga condizione è richiesta per l’erogazione dell’ASDI, il nuovo Assegno di Disoccupazione, istituito in via sperimentale per l’anno 2015, per fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori percettori della NASpI che ne abbiano fruito per l’intera sua durata senza trovare occupazione e si trovino in una condizione economica di bisogno. L’intento, per lo meno per il primo anno di applicazione, è di favorire prioritariamente i lavoratori vicini al pensionamento o con minorenni a carico, attraverso l’erogazione di un ulteriore sostegno al reddito, per una durata non superiore ai 6 mesi, che copra anche la contribuzione figurativa e gli assegni per il nucleo familiare. Il decreto rinvia ad una successiva regolamentazione la maggior parte degli aspetti di dettaglio, rendendo, ad oggi, ancora prematuro il

Rispetto a questo complesso di istituti innovativi, la Provincia di Trento ha di fatto svolto un ruolo di apripista, come si è detto. A maggior ragione occorre capire se si può andare ancora oltre. In questo senso il problema è certamente quello di rendere più efficiente, migliorandolo, il sistema degli ammortizzatori trentini. E questo si potrà fare se e per quanto si riuscirà ad estendere l’azione della Provincia anche sulla gestione della cassa integrazione (come previsto dalla delega). Ma soprattutto si avrà successo se si legherà tutta la partita delle politiche passive ad interventi di politica attiva, integrati anche a innovative politiche industriali, per sostenere l’occupabilità dei lavoratori in difficoltà e favorire il loro inserimento attraverso azioni interconnesse al sostegno delle imprese.

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Eccellenza metalmeccanica Ha toccato anche il Trentino il Road Show di Federmeccanica sul territorio nazionale. Con Confindustria Trento sono state visitate alcune realtà di eccellenza del settore.

Una

due giorni dedicata all’in- preparate, ma è necessario che anche le istituzioni, l’Università dustria metalmeccanica, per ri- e le scuole vadano nella stessa direzione”. badirne l’importanza per il terri- Le visite aziendali si inseriscono in un tour nazionale di Federmeccanica volto a valorizzare le eccellenze del Made in Italy. torio e puntare i riflettori sulle “Da tempo abbiamo avviato una stretta collaborazione con la eccellenze trentine. Federazione nazionale dell’industria metalmeccanica”, ha spieSi è conclusa oggi la visita in gato il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato. “In Trentino della delegazione di Federmeccanica guidata dal di- questo momento è fondamentale che le associazioni territoriali rettore generale Stefano Franchi. del nostro Sistema e quelle di categoria si alleino per lavorare assieme al fianco delle imprese”. Iniziata ieri pomeriggio con la riunione della Sezione metalmec- “In Trentino abbiamo toccato con mano l’eccellenza dell’industria meccanica” ha commentato Franchi. “Abbiamo trovacanica di Confindustria Trento, è proseguita a Rovereto con le visi- to imprese con il cuore nel territorio e il respiro nel mondo. Dobbiamo lavorare per diffondere una nuova cultura a favore te in Metalsistem e Pama, mentre ad Arco l’incontro è stato ospita- delle imprese. Le istituzioni devono fare in modo di liberare la fiducia, liberare le risorse, liberare l’ingegno – ha proseguito to da ZF Padova. Franchi – e realizzare quegli investimenti che consentano alle Alla riunione della Sezione ha partecipato anche il vicepresi- aziende di essere competitive nel mondo”. dente della Giunta provinciale e assessore all’industria Alessandro Olivi. “Mi ha fatto piacere constatare la grande partecipazione degli imprenditori – ha spiegato Alessandro Benedetti, vicepresidente di Confindustria Trento e presidente della Sezione metalmeccanica – in rappresentanza di imprese grandi e piccole. È stata l’occasione per fare il punto sul Jobs Act e sulle principali novità a livello nazionale. Ma si è parlato soprattutto dell’emergenza credito e del tema della formazione, con particolare riferimento al polo della meccatronica di Rovereto. Le aziende hanno bisogno di risorse umane

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associazione

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Centrale dei rischi e arbitro bancario Approfondito con la filiale di Trento della Banca d’Italia il funzionamento della Centrale dei rischi, i cui dati influenzano la valutazione del merito di credito di ogni azienda, e le potenzialità dell’Arbitro Bancario Finanziario.

IL

titolo del seminario: "Strumenti per la gestione delle relazioni impresa-banca: la Centrale dei rischi e il ruolo dell’arbitro bancario finanziario" contiene in sé la finalità di questa e di una lunga serie di iniziative poste in essere da Confindustria Trento: fornire alle aziende associate le conoscenze tecniche e gli strumenti idonei per confrontarsi efficacemente con il mondo del credito, essendo consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza. Luigi Togn, membro della Giunta di Confindustria Trento con delega per il credito, ha aperto i lavori evidenziando che le iniziative di informazione attivate da Confindustria Trento, aiutano le imprese a comprendere e utilizzare al meglio gli strumenti disponibili per la gestione finanziaria dell’azienda. Ha testimoniato inoltre l’attenzione che l’Associazione sta riservando all’argomento del credito: va in questa direzione la recente costituzione a Palazzo Stella del servizio finanza d’impresa, con l’obiettivo di agire a fianco delle aziende per il miglioramento del rapporto impresa-banca. Quanto permanga prioritario per le aziende il tema dell’accesso al credito e dei suoi costi, è stato evidenziato in apertura da Roberto Busato direttore di Confindustria Trento: "Funzione dell’Associazione è quella di agevolare l’accesso al credito, dando strumenti e chiavi di lettura alle aziende. Busato ha anche colto l’occasione per ricordare il recente varo del Fondo Strategico, che costituisce una nuova opportunità di crescita per le aziende trentine promossa dalla Provincia autonoma, offrendo loro la possibilità di finanziarsi con l’emissione di minibond, in maniera alternativa rispetto al tradizionale canale bancario.

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La positiva collaborazione tra Banca d’Italia e Confindustria Trento è stata sottolineata dal direttore della filiale di Trento di Banca d’Italia, Paolo Ciucci, che ha inoltre sottolineato che l’Istituto è a disposizione delle imprese per qualunque chiarimento in merito sia alla Centrale dei Rischi che all’Arbitro Bancario. Il funzionamento della Centrale dei rischi è stato ampiamente approfondito da un funzionario del Servizio Vigilanza, Raffaele Ferro, che ha chiarito tempi e modalità di alimentazione della centrale da parte del sistema bancario, dati contenuti e modalità di rettifica. Alcuni casi pratici hanno chiarito le modalità di lettura delle non sempre semplici indicazioni. Nella seconda parte dell’incontro Michele Rizzolli ha illustrato il funzionamento dell’Arbitro Bancario Finanziario, organismo la cui segreteria è gestita da Banca d’Italia, che consente di risolvere in maniera stragiudiziale, celermente ed a costi irrisori controversie tra clienti e sistema bancario. L’intervento al dibattito di alcune aziende con quesiti squisitamente tecnici ha chiuso l’incontro. Nei saluti e ringraziamenti finali il Direttore di Confindustria Trento ha ricordato che il servizio finanza d’impresa è a disposizione delle aziende associate, anche per approfondire i temi trattati nel corso del seminario.


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Formazione finanziata: ancora in pista In partenza un nuovo piano dedicato all’aggiornamento dei lavoratori sui temi dell’internazionalizzazione e dell’innovazione.

Assoservizi

si è assicurata ancora una volta la possibilità di erogare alle imprese un importante lotto di corsi di formazione con i finanziamenti messi a disposizione da Fondimpresa. Il piano di formazione I&I For Smes's (Internazionalizzazione e Innovazione per le piccole e medie imprese), presentato sull’Avviso 4/2014, è stato selezionato e approvato da Fondimpresa, che alla società di servizi di Confindustria Trento destinerà il finanziamento necessario a coprire 798 ore di formazione da svolgere tra il 27 febbraio 2015 e il 26 gennaio 2016. “Al momento le aziende coinvolte sono 22, ma siamo pronti a ricevere l’adesione di nuove realtà - spiega Agnese Biasiolli, direttrice di Assoservizi -. La partecipazione ai corsi calendarizzati nell’ambito del piano non comporta alcun esborso da parte di quanti vorranno essere della partita, fatta eccezione naturalmente per il costo persona”. Il progetto è rivolto alle aziende della provincia di Trento interessate alla formazione nelle tematiche dell'internazionalizzazione e innovazione tecnologica di prodotto e di processo. Ad oggi, il percorso coinvolge venti tra piccole e medie imprese e due grandi realtà, per un totale di 178 lavoratori: il 36% è donna, il 22% ha meno di 29 anni.

Chiuso con successo il piano “Far crescere le Pmi in Trentino per rafforzare l’economia di sistema” Nei giorni scorsi si è concluso il percorso di formazione prevista dal piano “Far crescere le Pmi in Trentino per rafforzare l’economia di sistema”, coordinato da Assoservizi in associazione temporanea con Delta Informatica e Formazione Spa. I numeri del piano danno il senso dell’efficacia dell’iniziativa: rispetto alle soglie previste, le attività gestite dalla società di servizi di Confindustria Trento hanno marcato aumenti più che significativi in particolare in relazione al numero di imprese aderenti e di lavoratori coinvolti. Alle trenta aziende selezionate al principio del percorso si sono aggiunte, nel corso del progetto, altre sette realtà; coerente l’incremento dei dipendenti interessati dagli interventi formativi (25 in più dei 379 previsti), per un aumento generale delle ore di formazione erogate. Preme sottolineare pure i dati in crescita legati alla tipologia dei lavoratori formati. Si prevedeva di aprire l’intervento a un numero di donne pari al 35,44% del totale dei lavoratori: ci si è spinti oltre il 40%. Così nel caso degli over 45: in ultima battuta, il 30,87% del totale delle persone formate. Nel corso del progetto è stato certificato il 71% delle attività formative. Assoservizi ha inoltre sperimentato con successo l’azione di validazione delle competenze in ambito amministrativo, come previsto dalla deliberazione della Giunta provinciale numero 1649 del 29 settembre 2014: a sei lavoratori è stata infatti data la possibilità di conseguire un documento ufficiale, rilasciato dalla Provincia autonoma di Trento, che valida le competenze in possesso dei partecipanti.

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Tempi di cambiamento? Azione! Assoservizi lancia una serie di appuntamenti destinati a sviluppare nei lavoratori particolari competenze trasversali legate alla comunicazione, ma non solo.

Oltre

ottanta tra professionisti, collaboratori e titolari d’impresa hanno preso parte, lo scorso 14 gennaio a Palazzo Stella all’evento "Azione! Quali abilità per tempi di cambiamento”: un business show ispirato ai temi dell'internazionalizzazione, dell'innovazione, delle aggregazioni e della negoziazione, della formazione e della comunicazione, curato dai partner di Palestra della Scrittura Paolo Carmassi e Alessandro Lucchini. All’insegna dello stesso claim Assoservizi propone nei prossimi mesi una serie di attività formative curate dalla “Palestra”: Il linguaggio del gruppo 13 febbraio 2015 Il linguaggio dell’accordo 6 marzo 2015 B&B Budo & business 10 aprile 2015 B&B Ritmo & business 21 maggio 2015

Per informazioni: Federico Diener formazione@assoservizi.tn.it T. 0461 360053

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Il 27 febbraio a partire dalle 9.30 Assoservizi promuove il seminario "Progettazione europea", allo scopo di fornire una panoramica sugli obiettivi, i contenuti e le procedure di accesso ai programmi della Commissione europea a supporto delle imprese. Il seminario è il primo step di avvio di un percorso di informazione, coaching, consulenza individuale e supporto concreto alla redazione e presentazione di progetti europei, che si svilupperà nel corso del 2015 in stretta collaborazione con Roberta Mancia, esperta formatrice, coach e progettista europea di stanza a Bruxelles. Il percorso si articolerà in due ulteriori step: - Formazione e Coaching: per far emergere i progetti finanziabili dalla Commissione europea, su cui investire nello step successivo. - Redazione del progetto: in collaborazione con l’europrogettista, si procederà alla selezione del bando, alla ricerca dei partner e alla scrittura e presentazione del progetto. Si imparerà, dunque, scrivendo il proprio progetto.


EDIZIONE / 2014

a cura di: Gianluca Toschi

L’ECONOMIA TRENTINA ATTRAVERSO I DATI DI BILANCIO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA


La tua azienda cresce, insieme a noi Franco Giacomoni, Lorenzo Chizzola e Andreas Verde sono tre esperti qualifi cati in ambiti diversi, che in Synergysolving lavorano insieme per offrire una visione globale e un vero supporto operativo nella gestione dell’azienda. Gli obiettivi? L’effi cientamento della struttura e dell’organizzazione aziendale, l’analisi e l’eventuale rivisitazione dei processi organizzativi e produttivi, un migliore utilizzo delle risorse umane, l’individuazione del più adeguato assetto fi nanziario, la ricerca delle idonee risorse fi nanziarie utili al sostegno dell’azienda nei programmi di investimento e di crescita, di consolidamento e di gestione del circolante.

Franco Giacomoni TRE PROFESSIONISTI PER UNA CONSULENZA UNICA

Consulente d’impresa nell’ambito della pianifi cazione e del controllo di gestione fi nanziario. Per favorire la concessione di fi nanziamenti alle imprese da parte degli istituti creditizi, è partner di Fivesixty Service Srl - Milano, Società di Mediazione Creditizia.

Lorenzo Chizzola Agente in attività fi nanziaria, da oltre 20 anni è il referente territoriale di primarie Banche/Società di Leasing con riferimento a strumenti fi nanziari di medio-lungo termine. Interpreta le esigenze dell’imprese, forte di una più che decennale esperienza in Confi ndustria Trento.

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1. Introduzione

1

(Italia, indice mensile destagionalizzato, base 2010=100)

125 120 115 110 105 100 95 90 85 2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

previsioni CSC Fonte: CSC Confindustria, gennaio 2015

GRAFICO 2 Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato – valori concatenati al 2005 – Milioni di euro 15500 15000 14500 14000 13500 13000

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

12000

1997

12500 1996

Anche i dati relativi al prodotto interno lordo della provincia confermano lo stesso andamento. Il 2009 vede una forte accelerazione della diminuzione del prodotto interno lordo trentino, che era già cominciato nel 2008. Il 2010 segna un parziale recupero confermato dai dati del 2011. Il 2012, ultimo dato disponibile, fa segnare una nuova caduta che porta i valori del Pil provinciale ad un valore inferiore rispetto a quelli registrati dopo la caduta del 2008. Come si collocano le imprese trentine in un contesto così complesso? Per dare una risposta a queste domande Confindustria Trento ha scelto di dotarsi di nuovi strumenti di analisi sull’andamento dell’economia della provincia. La rilevazione congiunturale condotta

GRAFICO 1 Produzione industriale 2005-2015

1995

I dati sulla produzione industriale in Italia restituiscono l'immagine di un paese che non riesce a imboccare la via della risalita non solo verso i livelli pre-crisi (2008) ma neanche verso quelli raggiunti dopo il recupero segnato nel biennio 20092010. Fatto 100 il valore della produzione industriale nel 2010 a gennaio del 2015 il valore si attesta, infatti, a 90,61. L'andamento della produzione industriale sembra confermare che la crisi è entrata in una quarta fase: alla brusca caduta del 2009 è seguito il biennio 2011-2012 di ripresa, una nuova caduta nel 2012 e la sostanziale stagnazione degli ultimi due anni.

Fonte: Istat

con cadenza semestrale è stata sostituita a partire dal 2013 da un’analisi sui bilanci delle imprese della provincia. Per avere uno sguardo di medio periodo sulle dinamiche che hanno coinvolto le imprese della provincia in seguito alla crisi si è scelto di considerare

i bilanci del periodo 2008-2013. I bilanci del 2008 rappresentano, infatti, gli ultimi bilanci "pre-crisi", in considerazione del fatto che il brusco rallentamento dell'economia mondiale si è manifestato nell'ultimo trimestre dell'anno, con un impatto quindi contenuto sui conti dell'intero esercizio.

Fonte: CSC, gennaio 2015

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2. Il profilo delle imprese selezionate Per rilevare l'andamento economico delle imprese della provincia di Trento sono stati utilizzati i dati di bilancio di poco meno di 3.000 società di capitale presenti nel database Aida di Bureau Van Dijk. L’analisi sui bilanci è stata condotta su un campione chiuso di imprese, utilizzando i bilanci disponibili relativi agli ultimi sei esercizi (2008-2013). Il campione chiuso consente di creare serie storiche coerenti (l’impresa dev’essere presente in tutti gli anni analizzati), ma ha lo svantaggio di escludere a priori le imprese costituite o cessate successivamente l’anno di inizio dell’analisi (2008). Partendo dai bilanci di imprese (società di capitale) della provincia di Trento presenti nel database AIDA di Bureau Van Dijk2 sono stati selezionati quelli disponibili nel periodo 2008-2013 relativi a imprese attive e quindi non in cessazione o con procedure all'attivo (liquidazioni, fallimenti e procedure concorsuali). Tra questi sono stati considerati solamente quelli delle imprese che in tutti i quattro anni considerati hanno ottenuto ricavi per almeno 50.000 Euro. Considerando le finalità dell'analisi (studio sull'andamento dell'economia della provincia) non sono stati considerati i bilanci consolidati. Al termine della selezione sono risultati coerenti con i criteri applicati 2.918 bilanci. Utilizzando gli stessi parametri sono stati selezionati i bilanci di altre 44.176 2 3

Tabella 1 - Distribuzione delle imprese per settore produttivo A B C D E

Raggruppamento Agricoltura, silvicoltura e pesca Estrazione di minerali da cave e miniere Attività manifatturiere Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

v.a. 73 35 540 36 22

% peso* 2.5 4.5 1.2 0.2 18.5 34.9 1.2 8.1 0.8 0.8

F Costruzioni 409 14.0 6.1 G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli 581 19.9 26.5 e motocicli H Trasporto e magazzinaggio 126 4.3 6.2 I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 200 6.9 1.4 J Servizi di informazione e comunicazione 166 5.7 2.1 K Attività finanziarie e assicurative 23 0.8 0.3 L Attività immobiliari 218 7.5 1.0 M Attività professionali, scientifiche e tecniche 208 7.1 3.8 N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 118 4.0 1.7 P Istruzione 29 1.0 0.1 Q Sanità e assistenza sociale 57 2.0 1.3 R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 65 2.2 0.8 S Altre attività di servizi 11 0.4 0.1 U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 0.0 0.0 Totale 2.918 100.0 100.0 *calcolato sui ricavi medi del triennio 2011-2013 Fonte: Fondazione Nord Est 2014

imprese delle altre aree del Nord Est: Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia in modo da confrontare l'andamento economico della provincia con quello delle aree vicine. Tra le imprese selezionato il gruppo più numeroso (581 aziende, pari al 19,9% del campione) è impegnata nel settore del commercio, segue la manifattura (540 imprese pari al 18,5% del totale) e le costruzioni con 409 aziende (14%). Se il peso dei diversi comparti viene calcolato sulla base dei ricavi prodotti3 al primo posto si collocano le imprese manifatturiere che producono il 34,9% dei ricavi totali, al secondo quelle del settore

commercio (26,5%) e al terzo le aziende che operano nel settore della fornitura di energia elettrica e gas (8,1%). La variazione è dovuta, ovviamente, alle diverse dimensioni delle imprese nei vari comparti. Le imprese sono state poi classificate in Grande, Media, Piccola e Micro utilizzando come parametro la media dei ricavi ottenuti nel periodo analizzato. Sono considerate grandi le aziende con ricavi superiori a 50 milioni di Euro, medie quelle con ricavi tra 10 e 50 milioni, piccole quelle con ricavi tra 2 e 10 milioni e micro quelle con

Le elaborazioni dei dati di bilancio sono state prodotte da Istituto Poster su specifiche di Fondazione Nord Est partendo dai dati della banca dati Aida, Bureau Van Dijk Calcolato sulla media dei ricavi degli ultimi 3 esercizi

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volume dei ricavi inferiore a 2 milioni di Euro. Il gruppo più rilevante (67,6%) è quello delle imprese micro, seguono le piccole (23,7%), le medie (197 imprese, pari al 6,8%) e quelle grandi (2%). Se si considera il volume dei ricavi le imprese grandi producono più della metà dei ricavi: 50,9%, 23,8% le medie, 17,7% le piccole e le micro il 7,7%.

Tabella 2 - Distribuzione delle imprese per classe dimensionale (v.a. e ricavi 2013) Classe dimensionale

v.a.

%

ricavi

%

Grande

58

2,0

8.529.540.333

50,9

Media

197

6,8

3.985.327.577

23,8

Piccola

691

23,7

2.961.295.633

17,7

Micro

1.972

67,6

1.287.282.415

7,7

Totale

2.918

100,0

16.763.445.957

100,0

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

3. Ricavi Dopo la caduta dei ricavi registrata nel 2009 e il recupero del biennio 2010-2011 i ricavi “dell’impresa Trento4” non crescono più. Nel triennio 2011-2013 i ricavi si sono stabilizzati attorno a quota 105 (2008=100). Rispetto al dato medio le imprese di dimensioni maggiori (quelle con più di 50 milioni di Euro) hanno dimostrato una maggior capacità di recupero (110 il valo-

re dell’indice nel 2011) ma come per le altre la crescita dei ricavi sembra essersi arrestata nell’ultimo triennio. Si conferma la situazione di difficoltà per le imprese “Micro” (quelle con ricavi inferiori a due milioni di Euro). A cinque anni dalla crisi i loro ricavi sono il 15% inferiori rispetto a quelli pre-crisi. Nell’ultimo anno si rileva un aumento dei ricavi solamente per le imprese

GRAFICO 3 Andamento dei ricavi per classe dimensionale 2008-2013 (2008=100)

110 105 100 95 90 85 2008

2009

grande

2010

media

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2011

piccola

2012

micro

2013

totale

medie, che passano da 103,3 del 2012 a 106,4 del 2013. Le imprese piccole, con ricavi tra i 2 e i 10 milioni appaiono come quelle che meno hanno risentito della caduta dei ricavi nel 2009 (98,3, il dato migliore tra quelli considerati), una buona capacità di ripresa nel 2010 e 2011 ma una progressiva perdita di velocità nel triennio successivo. Da 105,4 del 2011 i ricavi si attestano a 102,8 nel 2012 e 101,3 nel 2013.

Come già sottolineato nel report del 2013, l’analisi dell’andamento dei ricavi per settori economici mette in luce come nel 2009 la riduzione abbia interessato in maniera più intensa i settori del manifatturiero (-18,3% nel 2009), della fornitura di acqua (-15,1%) e dell’agricoltura (-9,2%). A distanza di cinque anni i settori più colpiti appaiono quelli legati al mondo delle costruzioni: le imprese che lavorano nel comparto dell'estrazione di minerali da cave e miniere

Utilizzando la tecnica del “bilancio somma” le voci di bilancio delle imprese che appartengono al campione vengono sommate come se si trattasse di una unica impresa.

4

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30

registra ricavi inferiori del 16% rispetto al 2008, quelle delle costruzioni -15,1%. Se si considerano i due settori più importanti rispetto al volume dei ricavi prodotti, le imprese manifatturiere hanno recuperato

la caduta del 2009 e nel 2013 hanno ricavi superiori a quelli del 2008 dell’1,9%, anche se in calo rispetto ai valori fatti registrare nel biennio 2011 e 2012 (rispettivamente +4,4% e +4,1%). Il settore commercio che ave-

va raggiunto il valore di 102,5 nel 2011 ha visto, nel biennio successivo, una progressiva diminuzione dei ricavi: 100,6 nel 2012 e 99,6 nel 2013 (e quindi -0,4% rispetto ai ricavi del 2008).

Tabella 3 - Andamento dei ricavi per settore 2008-2013 (2008=100) Agricoltura, silvicoltura e pesca Estrazione di minerali da cave e miniere Attività manifatturiere

Imprese

2008

2009

2010

2011

2012

2013

73

100

90,8

88,5

102,6

100,9

106,7

35

100

110,9

84,5

92,3

82,9

84,0

540

100

81,7

95,2

104,4

104,1

101,9

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

36

100

122,6

130,2

145,5

144,1

153,8

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

22

100

84,9

107,5

115,0

110,5

132,7

Costruzioni

409

100

95,2

102,7

95,7

90,3

84,9

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

581

100

94,1

98,6

102,5

100,6

99,6

Trasporto e magazzinaggio

126

100

92,3

103,0

108,9

107,5

108,7

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

200

100

113,7

111,1

113,3

114,5

117,7

Servizi di informazione e comunicazione

166

100

103,9

113,1

119,4

122,8

124,9

23

100

118,0

131,8

111,0

197,0

124,4

Attività immobiliari

218

100

96,4

87,4

87,3

91,2

92,2

Attività professionali, scientifiche e tecniche

208

100

95,9

87,3

98,6

94,1

108,9

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

118

100

105,6

116,9

122,0

133,6

140,4

Istruzione

29

100

91,1

96,8

98,8

101,4

108,2

Sanità e assistenza sociale

57

100

99,1

101,3

106,6

111,9

116,7

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

65

100

104,4

108,0

110,2

105,1

116,1

Altre attività di servizi

11

100

105,7

106,0

116,8

123,7

121,7

1

100

66,3

49,7

49,0

47,0

47,0

2.918

100

92,0

99,6

106,1

105,1

105,6

Attività finanziarie e assicurative

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali Totale Fonte: Fondazione Nord Est 2014

In termini più generali i settori che hanno registrato gli andamenti migliori in termini di ricavi sono quelli della fornitura di energia elettrica (+53,8% nel 2013 rispetto al 2008), del noleggio e delle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+40,4% nel periodo considerato), della fornitura di acqua e gestione dei rifiuti (+32,7%) e dei servizi di informazione e comunicazione (+24,9%). Se si confrontra il dato dei ricavi a livello territoriale i dati delle imprese trentine (105,6) sono, dopo 6 anni, allineati a quelli delle imprese del Veneto (105,9). Fanno meglio le imprese della provincia di Bolzano (115,3), sotto

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ai valori medi quelle del Friuli Venezia Giulia, che dopo 6 anni

(98,2) presentano ancora valori inferiori rispetto a quelli del 2008.

GRAFICO 4 Andamento dei ricavi per area 2008-2013 (2008=100) 115 110 105 100 95 90 85 2008

2009

Trento

2010

Bolzano

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2011

FVG

2012

Veneto

2013

Nord Est


31

Considerando l'importanza del settore manifatturiero (che come ricordato in precedenza genera più di un terzo dei ricavi totali della provincia) appare opportuno analizzare i dati del comparto ad un maggior livello di dettaglio. Tutti e tre i settori più importanti del manifatturiero presentano, nel 2013, un volume dei ricavi superiore a quello del 2008: +5,5% per il compar-

to dei macchinari, +12% per l'agroindustria e +6,5% per legno, carta e stampa. Le imprese del settore gomma-plastica dopo aver segnato un ottimo recupero nel 2011 (+10,6% rispetto al 2008) perdono più di 20 punti nel biennio successivo e nel 2013 il volume totale dei ricavi prodotti dal comparto è di 9,1 punti percentuali inferiore rispetto a quello del 2008. Male anche

i mezzi di trasporto. La crisi del 2008 aveva più che dimezzato i ricavi (-52,8% nel 2009) poi un lento ma progressivo recupero che porta i ricavi del 2013 ad un livello di 14 punti percentuali inferiori rispetto a quelli del 2008. Bene invece le imprese del settore chimico, negli ultimi tre esercizi i ricavi sono di circa 20 punti percentuali superiori a quelli registrati nel 2008.

Tabella 4 - Andamento dei ricavi per macro-settore delle imprese manifatturiere 2008-2013 (2008=100) Peso % 2013

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Macchinari e apparecchi NCA

16,0

100

80,7

93,9

102,6

101,5

105,5

Alimentari, bevande e tabacco

14,4

100

92,8

94,2

102,3

107,2

112,0

Legno, carta e stampa

12,5

100

94,7

107,2

109,4

106,8

106,5

Gomma e materie plastiche

12,4

100

90,1

103,1

110,6

102,4

90,9

Mezzi di trasporto

12,1

100

47,2

63,0

80,8

86,4

85,9

Chimica

11,6

100

85,4

112,5

123,7

120,3

118,3

Metalli di base e prodotti in metallo

8,8

100

69,0

79,5

87,6

88,1

84,4

Tessile, abbigliamento, pelli

4,5

100

91,8

119,5

146,7

141,9

123,9

Apparecchi elettrici

3,1

100

116,0

129,2

108,8

118,4

118,9

Farmaceutico

1,8

100

113,8

111,0

124,8

133,7

131,8

Prodotti delle altre attività manifatturiere

1,2

100

105,8

109,0

116,1

112,6

107,7

Riparazione

1,0

100

70,7

106,1

122,1

123,8

92,1

Computer e apparecchi ottici

0,4

100

92,1

126,2

131,9

123,1

118,1

Mobili

0,3

100

88,0

86,1

84,6

86,0

86,2

Totale

100,0

100

81,7

95,2

104,4

104,1

101,9

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Cambiando la prospettiva di analisi e passando quindi dal dato aggregato ai bilanci delle singole imprese5, si riscontra che poco più della metà delle aziende trentine (52%) ha, nel 2013, ricavi superiori rispetto a quelli che registrava sei anni prima. La percentuale

aumenta all'aumentare delle dimensioni: 49,1% tra le micro, 56,4% tra le piccole, 60,9% tra le medie e 69% tra le grandi. Vanno meglio rispetto alla media i settori della sanità e dell'assistenza sociale (84,2%), della fornitura di energia elettrica (72,2%) e dell'agricol-

tura (64,4%). I risultati meno positivi si riscontrano tra le imprese del comparto dell'estrazione di minerali da cava, tra le quali solamente il 22,9% ha ricavi superiori rispetto a quelli che aveva nel 2008, ma anche tra le imprese manifatturiere (41,3%).

La presenza di imprese di grosse dimensioni può infatti far diminuire la capacità di informazione del dato aggregato. Vale la pena, quindi, utilizzare anche altre prospettive di osservazione.

5

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32

GRAFICO 5 Imprese con ricavi 2013 superiori ai ricavi 2008 (val. %) per dimensione e settore tutti dimensione grande media piccola micro settore agricoltura, silvicoltura e pesca estrazione di minerali da cave e miniere attività manifatturiere fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria fornitura di acqua, reti fognarie, gestione rifiuti costruzioni commercio all'ingrosso e al dettaglio trasporto e magazzinaggio attività dei servizi di alloggio e di ristorazione servizi di informazione e comunicazione attività finanziarie e assicurative attività immobiliari attività professionali, scientifiche e tecniche noleggio, agenzia viaggio, servizi di supporto alle imprese istruzione sanità e assistenzia sociale attività artistiche, sportive, di intrattenimento altre attività di servizi 0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

All'interno del manifatturiero si riscontrano andamenti differenziati. La totalità delle imprese del farmaceutico ha, nel 2013, ricavi superiori a quelli del 2008,

mentre 20 punti percentuali sopra la media si registrano tra le imprese che si occupano della produzione di computer e di apparecchi ottici (61,5%) e dell'a-

groindustria (61,3%). Chiudono invece l'elenco il comparto dei mezzi di trasporto (14,3%), quello dei mobili (21,4%) e degli apparecchi elettrici (27,8%).

Grafico 6 - Imprese del manifatturiero con ricavi 2013 superiori ai ricavi 2008 (val. %) per macrosettore manifatturiero metalli di base e prodotti in metallo legno, carta e stampa macchinari per e apparecchi NCA gomma e materie plastiche alimentari, bevande e tabacco tessile, abbigliamento, pelli riparazione prodotti delle altre attività manifatturiere apparecchi elettrici mobili computer e apparecchi ottici chimica mezzi di trasporto farmaceutico 0

10

20

30

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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40

50

60

70

80

90

100


33

4. Solidità Tra i vari indicatori disponibili per analizzare la solidità dell'impresa si è scelto di utilizzare il rapporto debt/equity che confronta la posizione finanziaria netta complessiva (debt) e il patrimonio netto (equity). All'aumentare del risultato del rapporto aumenta l'esposizione nei confronti dei terzi6. Nel 2013 il 28,6% delle imprese trentine ha un rapporto debt/equity superiore a 2, e quindi si trova nella “zona a rischio7” che caratterizza le imprese con debiti pari a oltre il doppio del patrimonio netto. Nei sei anni analizzati la situazione è sostanzialmente stabile8. Migliora, invece, la situazione tra le imprese della provincia di Bolzano e tra quelle venete (-3,9 p.p. e -3.7 p.p. nel confronto 2008-2013)9.

Tabella 5 - Imprese con rapporto debt/equity>2 2008 e 2013 (val. % e p.p.)

Se il dato generale vede inalterato, nella sostanza, il numero di imprese che si trovano nella "zona a rischio" l'analisi che considera le dimensioni delle imprese evidenzia andamenti molto diversificati.

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Il passaggio tra il 2012 e il 2013 vede un netto miglioramento tra le imprese di dimensioni maggiori. Nel 2012 le imprese con rapporto debt/equity superiore a 2 erano il 19,5%, nel 2013 scendono all’8,6%.

6

Territorio

2013

2012

2008 diff. 13-08

Trento

28,6

28,8

28,8

-0,2

Bolzano

24,5

26,1

28,4

-3,9

Friuli Venezia Giulia

25,2

25,7

26,4

-1,2

Veneto

24,1

25,4

27,8

-3,7

Nord Est

24,6

25,7

27,7

-3,1

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Tabella 6 - Imprese con rapporto debt/equity>2 2008 e 2013 (val. % e p.p.) 2013

2012

2008 diff. 13-08

Grande

8,6

19,5

19,0

-10,4

Media

22,2

25,1

25,0

-2,8

Piccola

28,2

29,4

26,5

1,7

Micro

30,1

29,3

30,5

-0,4

Trento

28,6

28,8

28,8

-0,2

Tra le imprese del manifatturiero la percentuale di quelle nella "zona a rischio" nel 2013 è invariata rispetto al 2008. Livelli più dettagliati di analisi evidenziano andamenti positivi tra le imprese del tessile/abbigliamento tra le quali la percentuale di imprese con rapporto debt/equity superiore a 2 scenda da 36,4% a 30,4%. Tra le imprese della

chimica si assiste ad una riduzione da 27,3% a 9,1%. Sul fronte opposto tra le imprese del settore gomma/ plastica la percentuale cresce passando dal 28,3% al 34,9%. Significativa anche la variazione positiva tra le imprese del settore computer e apparecchio ottici: da 18,2% a 33,3%.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Fazzini, M. (2013). Analisi di bilancio: metodi e strumenti per l'interpretazione delle dinamiche aziendali. IPSOA, Gruppo Wolters Kluwer.

Il parametro rappresenta, ovviamente, una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere considerati per un eventuale approfondimento.

7

8

Va comunque ricordato che molte imprese avevano beneficiato, proprio nel 2008, della possibilità di rivalutare i beni iscritti in bilancio offerta dalle misure anti-crisi varate in quell’anno

9

Il dato non è confrontabile con quello pubblicato nel report del 2013 in quanto calcolato su basi diverse.

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34

Grafico 7 Trento, imprese manifatturiere con debt/equity > 2 tutti tessile, abbigliamento, pelli riparazione prodotti delle altre attività manifatturiere mobili mezzi di trasporto metalli di base e prodotti in metallo macchinari e apparecchi NCA legno, carta e stampa gomma e materie plastiche farmaceutico

0 0

computer e apparecchi ottici chimica apparecchi elettrici alimentari, bevande e tabacco 0

5

10

2008

15

20

25

30

35

40

2013

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

5. Liquidità L'analisi della liquidità permette di evidenziare la capacità dell'azienda di far fronte agli impegni di breve periodo attraverso l'utilizzo del capitale circolante. L'indice di liquidità è dato dal rapporto tra la differenza delle attività correnti e delle rimanenze rispetto alle passività correnti10 ed evidenzia, quindi, quante volte le attività correnti liquidabili sono superiori o inferiori alle passività correnti. Il rapporto è generalmente positivo se superiore all'unità11.

GRAFICO 8 Indice di liquidità per territorio 2008-2013 (valore mediano) 1,1

1

0,9

0,8 2008

2009

Trento

2010

Bolzano

2011

FVG

2012

Veneto

2013

Nord Est

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Ibidem Fazzini (2009) pg. 97 e successive. Anche in questo caso siamo di fronte ad una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere considerati per un eventuale approfondimento settoriale.

10 11

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35

Nel corso del periodo analizzato l'indice di liquidità migliora costantemente tra le imprese di tutte le aree. Trento rappresenta l'unica eccezione. Il 2011 vede un arretramento ai valori del 2009 e un successivo lieve miglioramento nei due anni successivi. In ogni caso l'indicatore nel 2013 (0,96) è più elevato rispetto a quello rilevato nel 2008 (0,89). Se il valore mediano rimane costante negli ultimi 3 anni, nello stesso periodo la differenza tra le imprese del campione si va ampliando. Se si considerano le imprese che sono tra il primo (p25) e il terzo quartile (p75), imprese che rappresentano la metà del campione analizzato, le differenze (misurate dallo scarto interquartile) vanno ampliandosi.

GRAFICO 8 Indice di liquidità – p25-p75 1,9 1,4 0,9 0,4 2008

2009

2010

p75

2011

p50

2012

2013

p25

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

GRAFICO 9 Scarto interquartile (p25-p75) 1,05 1 0,95 0,9 0,85 0,8 2008

2009

2010

2011

2012

2013

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

6. Redditività Tra i diversi indicatori utilizzabili per considerare la redditività si è scelto di utilizzare il ROS (Return on Sales) l'indicatore che misura la redditività delle vendite, ottenuto dal rapporto tra il reddito operativo e i ricavi di vendita. In termini generali il ROS delle imprese del Nord Est ha visto, dopo l'importante caduta del 2009, un biennio di sostanziale stabilità a cui è seguita una nuova caduta nel 2012. I bilanci del 2013 sembrano segnare una timida inversione di tendenza con indicazioni di modesti rialzi nei valori mediani dell'indicatore. Le imprese di Trento non sembrano allinearsi all'andamento generale registrato nell'ultimo anno. Il ROS rimane sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente (2,93 rispetto a 2,98 del 2012).

Allungando lo sguardo va comunque sottolineato che il ROS per le aziende della provincia si è ridotto in 6 anni da 4,37 (era il

più elevato tra quelli dei diversi territori del Nord Est nel 2008) a 2,93, segnalando una continua tensione sui margini.

GRAFICO 10 ROS 2008-2013 (Valori mediani) 4,5 4,3 4,1 3,9 3,7 3,5 3,3 3,1 2,9 2008

2009

Trento

2010

Bolzano

2011

FVG

2012

Veneto

2013

Nord Est

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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36

Nel 2013 i risultati meno positivi si registrano tra le imprese grandi: il ROS passa da 2,77% a 1,88% in sei anni, il dato peggiore tra tutte le classi. In ripresa la redditività delle vendite tra le imprese medie che dopo il miglioramento del 2012 si attesta a 2,19%.

GRAFICO 11 ROS 2008-2013 per dimensione (val. %) 5 4,5 4 3,5 3 2,5

Se si considerano i settori rilevanti per l’economia provinciale, il manifatturiero vede ridursi la redditività delle vendite da 5,2% a 3,5%. Riduzione progressiva e costante nel settore delle costruzioni in cui si passa da 6,8% del 2008 a 4,% del 2013. Il settore del commercio sperimenta un livello del ROS sostanzialmente costante fino al

2 1,5 1 2008

2009

grande

2010

media

2011

piccola

2012

2013

micro

tutti

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2012, quando si assiste a una repentina caduta dell’indicatore, il 2013 conferma il dato dell'anno precedente.

Tabella 7 - ROS 2008-2013 valori mediani per settore Settore

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Agricoltura, silvicoltura e pesca

1,0

1,0

0,9

1,3

1,1

1,0

Altre attività di servizi

6,8

2,1

3,3

4,2

5,4

3,4

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

9,3

8,8

11,1

9,6

4,6

8,4

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

1,2

2,9

1,7

1,9

0,7

1,8

Attività finanziarie e assicurative

5,1

4,6

5,0

4,6

4,2

4,5

Attivita' immobiliari

9,0

7,6

8,5

7,2

9,5

7,0

Attività manifatturiere

5,2

4,0

4,2

4,1

3,9

3,5

Attività professionali, scientifiche e tecniche

6,1

4,8

4,6

4,0

3,6

3,1

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli

3,0

2,7

2,8

2,5

1,9

1,9

Costruzioni

6,8

5,9

5,3

4,9

4,2

4,0

Estrazione di minerali da cave e miniere

5,5

4,1

3,2

5,0

2,6

3,3

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

4,7

5,1

5,7

3,6

2,0

2,7

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

5,7

5,9

6,7

6,7

11,0

8,8

Istruzione

3,1

2,4

2,7

2,7

2,9

5,1

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

3,2

2,6

3,8

3,4

2,3

2,4

28,5

13,0

-29,1

-12,3

18,7

27,2

Sanita' e assistenza sociale

1,8

1,6

1,9

2,4

1,9

1,1

Servizi di informazione e comunicazione

6,6

7,5

6,6

5,6

5,7

5,5

Trasporto e magazzinaggio

1,9

2,8

2,3

2,1

1,6

1,8

Tutti

4,4

3,9

3,9

3,7

3,0

2,9

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Approfondendo l’analisi del settore manifatturiero, emerge che la redditività delle vendite in sei settori raggiunge nel 2013 il valore più

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basso: alimentari e bevande, legno carta e stampa, macchinari, metalli di base, tessile abbigliamento e altre manifatturiere. In ripresa

il settore degli apparecchi elettrici e dei mobili, dopo un 2012 molto difficile in cui il ROS era sceso a 1,7% (4,9% il dato del 2013).


37

Tabella 8 – Trento, settore manifatturiero, ROS 2008-2013 (Valori mediani) per settore manifatturiero 2008

2009

2010

2011

2012

2013

Alimentari, bevande

2,9

3,1

3,2

3,2

2,9

2,2

Apparecchi elettrici

5,2

2,9

5,8

6,1

5,0

5,7

Chimica

4,3

4,2

5,2

3,0

2,9

3,6

Computer e apparecchi

5,0

-3,6

3,2

3,9

3,0

2,5

Farmaceutico

10,5

7,3

5,2

6,2

5,7

6,3

Gomma e materie plastiche

4,9

4,1

3,6

3,5

3,1

3,3

Legno, carta e stampa

5,2

3,8

3,8

4,0

4,0

2,9

Macchinari e app.

8,1

4,8

5,0

4,3

4,1

3,6

Metalli di base

5,3

4,1

4,8

4,9

4,7

3,8

Mezzi di trasporto

7,1

-4,2

4,7

6,0

7,6

3,8

Mobili

5,2

3,7

5,6

4,3

1,7

4,9

Prodotti delle altre industrie manifatturiere

6,8

5,6

5,6

5,2

4,4

4,2

Riparazione

4,9

6,2

10,4

2,8

6,2

6,5

Tessile, abbigliamento

3,9

2,6

3,7

3,9

2,3

2,1

Totale

5,2

4,0

4,2

4,1

3,9

3,4

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Mettendo insieme i risultati dell'analisi sull'andamento dei ricavi e della redditività è possibile identificare quali settori sono riusciti, nel periodo analizzato, ad aumentare i ricavi mantenendo una redditività soddisfacente. L'analisi riguarda i primi cinque settori del manifatturiero che rappresentano circa il 70% del volume dei ricavi del comparto. Sul fronte dei ricavi i settori che meglio hanno saputo allargare i propri mercati sono quello della chimica (+18,3% rispetto al 2008), degli alimentari e bevande (+12%), del legno, carta e stampa (+6,5%) e dei macchinari (+5,4%)12. Il settore della gomma plastica perde invece piùdi 9 punti percentauli.

GRAFICO 12 Manifatturiero, variazione media dei ricavi (mediana) e variazione della redditività (ROS) 2008-2013 per settore

I valori relativi alla variazione del ROS sono invece negativi per tutti i comparti. Le imprese che producono macchinari pagano l'importante riduzione della redditività delle vendite avvenuta nel 2008-2009 e il lento ma progressivo declino avvenuto negli anni successivi. Il settore legno, carta e stampa ha registrato due

importanti momenti di riduzione del ROS che pesano sul dato totale: il 2013 e il 2008. Il comparto Gomma e materie plastiche ha sperimentato, invece, una lenta ma progressiva diminuzione della redditività che sembra essersi arrestata nel 2013. Venendo ai comparti con i dati più positivi, l'agroindustria, dopo un periodo

12

chimica alimentari, bevande

0,04

0,03

0,02

legno, carta e stampa macchinari e app.

0,01

-0,2

-0,15

-0,01

-0,05

0

0,5

0,1

0,01

gomma e materie plastiche

0,02

-0,03 Fonte: Fondazione Nord Est 2014

di sostanziale stabilità sul fronte della redditività ha visto un calo negli ultimi 3 anni. I dati della chimica appaiono come i più difficili da interpretare in quanto il panorama del comparto trentino dipende in gran parte dai numeri di una singola impresa. Il dato risente quindi degli andamenti di quell'impresa.

In ascissa del grafico viene misurata la varaizone media annuale.

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38

7. Conclusioni Come stanno attraversando la "quarta fase13" della crisi le imprese trentine? Attraverso l'analisi condotta su 2.918 bilanci di aziende della provincia di Trento (e di altri 44.176 delle altre aree del Nord Est) relativi al periodo 2008-2013 si è cercato di dare una risposta a tale quesito. Partendo dai ricavi l'analisi mette in luce che dopo la caduta registrata nel 2009 e il recupero del biennio 2010-2011 "il fatturato dell’impresa Trento” non cresce più. Nel triennio 2011-2013 i ricavi risultano, infatti, del 5% più elevati rispetto a quelli del 2008, con modeste variazioni annuali. Le imprese di dimensioni maggiori (quelle con più di 50 milioni di Euro) hanno dimostrato una maggior capacità di recupero (+10% nel 2011rispetto al 2008) ma come per le altre la crescita dei ricavi sembra essersi arrestata nell’ultimo triennio. Si conferma la situazione di difficoltà per le imprese “Micro” (quelle con ricavi inferiori a due milioni di Euro). A cinque anni dalla crisi i loro ricavi sono il 15% inferiori rispetto a quelli pre-crisi. Il confronto a livello territoriale vede i dati delle imprese trentine allineati a quelli del Veneto. Fanno meglio le imprese della provincia di Bolzano, sotto ai

valori medi quelle del Friuli Venezia Giulia, che dopo 6 anni presentano ancora valori inferiori rispetto a quelli del 2008. Se si guarda ai singoli bilanci delle imprese si rileva che poco più della metà delle aziende trentine ha, nel 2013, ricavi superiori rispetto a quelli che registrava sei anni prima. La percentuale aumenta all'aumentare delle dimensioni. Vanno meglio rispetto alla media i settori della sanità e dell'assistenza sociale, della fornitura di energia elettrica e dell'agricoltura. I risultati meno positivi si riscontrano tra le imprese che si occupano dell'estrazione di minerali da cava, tra le quali solamente una su cinque ha ricavi superiori rispetto a quelli che aveva nel 2008, ma anche tra le imprese manifatturiere. Se si considera la solidità delle imprese trentine la situazione, nei sei anni analizzati, è sostanzialmente stabile. Nel Nord Est migliora, invece, la situazione tra le imprese della provincia di Bolzano e tra quelle venete. Sul fronte della liquidità, nel corso del periodo analizzato l'indice di liquidità migliora costantemente tra le imprese di tutte le aree del Nord Est. Trento rappresenta l'unica eccezione. Il 2011 vede un arretra-

mento ai valori del 2009 e un successivo lieve miglioramento nei due anni successivi. In ogni caso l'indicatore a fine periodo è più elevato rispetto al primo rilevato. La redditività delle vendite delle imprese del Nord Est ha visto, dopo l'importante caduta del 2009, un biennio di sostanziale stabilità a cui è seguita una nuova caduta nel 2012. I bilanci del 2013 sembrano segnare una timida inversione di tendenza con indicazioni di modesti rialzi nei valori mediani dell'indicatore. Le imprese di Trento non sembrano allinearsi all'andamento generale registrato nell'ultimo anno. Il ROS rimane sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente. Il ROS mediano per le aziende della provincia si è ridotto in 6 anni da 4,37 (era il più elevato tra quelli dei diversi territori del Nord Est nel 2008) a 2,93, segnalando una continua tensione sui margini. Se si considerano in maniera combinata la capacità di espandere i ricavi e quella di mantenere una redditività soddisfacente i settori del manifatturiero che nel periodo hanno dimostrato di tenere meglio di altri sono il chimico e gli alimentari e bevande.

L'andamento della produzione industriale sembra suggerire che la crisi sia entrata in una nuova fase: alla brusca caduta del 2009 è seguito il biennio 2011-2012 di ripresa, una nuova caduta nel 2012 e la sostanziale stagnazione degli ultimi due anni.

13

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Appendice Tabella 9 - Distribuzione delle imprese per settore e classe dimensionale (v.a.)

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Grande

Media

Piccola

Micro

Totale

2

17

31

23

73

5

30

35

Estrazione di minerali da cave e miniere Attività manifatturiere

25

71

170

274

540

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

4

9

11

12

36

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti

1

1

8

12

22

Costruzioni

1

20

116

272

409

14

49

167

351

581

3

5

39

79

126

1

20

179

200

5

17

142

166

1

4

18

23

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli Trasporto e magazzinaggio Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione Servizi di informazione e comunicazione

2

Attività finanziarie e assicurative Attivita' immobiliari

1

1

9

207

218

Attività professionali, scientifiche e tecniche

2

8

27

171

208

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

2

2

29

85

118

4

25

29

4

18

34

57

3

14

48

65

2

9

11

1

1

1972

2.918

Istruzione Sanita' e assistenza sociale

1

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento Altre attività di servizi Organizzazioni ed organismi extraterritoriali Totale complessivo

58

197

691

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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41

ZF, nuovo centro per la formazione ZF Padova ha inaugurato ad Arco il training centre destinato alla crescita dei dipendenti e dei clienti dello stabilimento trentino. di Alessandro de Bertolini

Un’area

completamente nuova di oltre 500 Padova Srl – l’operazione è strategica ed è volta a metri quadrati dedicata all’istruzione, l’esercitazio- garantire un servizio migliore al cliente, rafforzanne, la pratica e la formazione del dipendente e do la nostra posizione all’interno del Gruppo Zf”. del cliente; in una parola, un nuovo e moderno Lo stabilimento di Arco è la sede trentina di Zf training centre. È questa la novità più forte di Zf Padova Srl, parte della Business unit marine di Zf Marine di Arco, che ha inaugurato il nuovo spazio Industrial division. L’azienda appartiene dal 1995 nello scorso mese di dicembre alla presenza del alla divisione Zf Marine propulsion systems, una vicepresidente della Provincia autonoma di Tren- realtà che conta otto stabilimenti in Italia, Germato Alessandro Olivi, del presidente degli indu- nia, Taiwan, Brasile e Stati Uniti. Il fatturato annuo striali del Trentino Paolo Mazzalai e del sindaco supera i 260 milioni di euro per un totale di oltre 1.200 dipendenti. Zf Marine propulsion systems si di Arco Alessandro Betta. Il training centre è stato realizzato a fianco della inquadra a sua volta in una compagine più amsede dell’azienda arcense, ad Arco in via Sant’An- pia, che risponde al nome di Zf Friedrichshafen drea. “Per il nostro stabilimento – spiega Gianni Ag. Il gruppo tedesco Zf Ag è strutturato su cinque D’Incau, responsabile After Sales & Service di Zf differenti divisioni che coprono l’intero settore

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aziende

aziende


42 aziende

dell’automotive. Comprende 126 stabilimenti nel mondo, conta 76mila dipendenti e fattura 18 miliardi di euro l’anno. Nell’ambito del Gruppo, Zf Padova Srl è la sede della Business unit pleasure craft, che produce trasmissioni per la nautica da diporto (da 10 a 1500 Cv) fabbricate negli stabilimenti di Arco, Padova, Friedrichshafen (Germania), Kaohsiung (Taiwan). Ad Arco, in particolare, “si sono concentrate le attività di Advanced research & development e il Centro servizi e training; la produzione locale comprende i controlli elettronici e gli invertitori per barche a vela, sia fissi che sterzanti”. Il nuovo training centre è pensato per Arco ma, grazie agli spazi e alla flessibilità di struttura e di attrezzature, è destinato a servire tutte le aziende del Gruppo. “Stiamo già proponendo l’utilizzo della nuova struttura – spiega Gianni D’Incau – anche alle altre divisioni di Zf Ag”. Da questo punto di vista l’operazione è strategica. “In questo modo – continua – rafforziamo la presenza di Zf in Italia”. E le divisioni del Gruppo si possono appoggiare ad Arco: “La realizzazione del nuovo spazio ad Arco – precisa infatti D’Incau – dimostra che il Gruppo crede in noi e nel nostro stabilimento”. All’interno del Zf Friedrichshafen Ag, l’operazione ha rappresentato inoltre uno dei primi progetti

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interdivisionali. La volontà di costituire un nuovo training centre è nata nel 2012, ma l’idea si è concretizzata nel 2013 con il coinvolgimento di Zf Italia. “Anche Zf Italia – prosegue D’Incau – aveva l’esigenza di creare uno spazio di questo tipo. Così abbiamo lavorato assieme e in brevissimo tempo abbiamo raggiunto i risultati voluti. Condiviso il piano industriale con la nostra Divisione, abbiamo ottenuto il budget e poi, nel mese di marzo del 2014, abbiamo atteso il via libera dalla commissione edilizia del Comune di Arco. Subito dopo sono cominciati i lavori e nel breve tempo di dieci mesi abbiamo chiuso il cantiere”. Il tutto in tempi record. Secondo D’Incau, ottima la collaborazione anche con le aziende locali, che hanno ottenuto gli incarichi. “Nella costruzione del nuovo spazio – spiega – abbiamo lavorato con diverse aziende del territorio. In tutti i casi ci sono stati ottimi riscontri sia nell’esecuzione dei lavori sia nel rispetto delle tempistiche”. L’azienda di Arco ha sostenuto l’iniziativa con un forte investimento. “Complessivamente – conclude il responsabile – la costituzione del training centre ha comportato per noi una spesa di circa 700mila euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 150mila per le ultime fasi di implementazione e completamento”.


43 aziende

Mezzo secolo per Sepa Generazioni a raccolta per festeggiare i cinquant'anni di Sepa, storica azienda trentina del settore del porfido. Premiati i fondatori, Tullio Sevegnani e Paolino Bergher.

Ha compiuto cinquant’anni Sepa di Albiano. “Un motivo di grande orgoglio”, spiega Marco Sevegnani, che assieme ai soci Marco e Sandro Bergher sono al timone dell’azienda. “Essere ancora qui dopo tanto tempo – prosegue – ci dà la forza per continuare e per fare ancora meglio, nonostante la crisi, che non risparmia il comparto del porfido”. Sepa, azienda trentina specializzata nell’estrazione e nella lavorazione del porfido, ha festeggiato mezzo secolo di vita il 4 dicembre scorso. Assieme a tutti i dipendenti, erano presenti anche Rocco Cristofolini, presidente della Sezione por-

fido di Confindustria Trento, e Pierangelo Baldo, che segue il settore del porfido per gli industriali del trentino. Marco Sevegnani, Sandro e Marco Bergher rappresentano oggi la seconda generazione. Cinquant’anni fa, furono i loro padri a fondare l’attività: Tullio Sevegnani e Paolino Bergher. Durante le cerimonia per il cinquantesimo, Rocco Cristofolini ha consegnato una targa commemorativa ai due soci fondatori. Dopo la messa celebrata nella chiesetta di Albiano, i festeggiamenti sono proseguiti con un pranzo di gala assieme al sindaco di Albiano Mariagrazia Odo-

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44 Cristofolini (a destra) premia Sevegnani e Bergher

rizzi, al direttore di Espo (Ente sviluppo porfido) stiamo specializzando nelle soluzioni su misuLuca Filippi e al presidente della Cassa rurale ra, in modo da rispondere alle più diversificate Lavis-Valle di Cembra Ermanno Villotti. esigenze del cliente. Ci siamo adeguati in questo Nel corso delle celebrazioni, i giovani al coman- senso e ci siamo strutturati in base a questa fido dell’azienda hanno voluto raccontare con nalità. Oggi non è più possibile lavorare solo su queste parole un’avventura lunga mezzo secolo: prodotti standardizzati”. “Era il 19 giugno del 1964, quando un gruppo di Rispetto alla concorrenza straniera, tra i vantaggi amici di Albiano acquistò all’asta pubblica in- di Sepa c’è la qualità della materia prima. L’aziendetta dal Comune una concessione denominata da estrae e lavora tutti i colori del porfido: grigio, ‘la Rossa’, facente parte del lotto numero tre in rosso e viola. “Lavoriamo pietre da un minimo località Montegaggio. I soci riunirono le proprie di un 1 centimetro di spessore – prosegue – fino maestranze, le proprie idee, i propri risparmi per a un massimo di 1 metro. Abbiamo la fortuna di acquistare la concessione. Fecero grandi sacrifici estrarre in cava materiale di primissimo ordine, per avviare l’attività nella speranza di creare un con ottime colorazioni e ottime caratteristiche fifuturo per sé e per i propri famigliari. Iniziarono siche. Questo ci dà una garanzia in più rispetto questa avventura estraendo e lavorando il porfi- alla concorrenza”. do trentino, la meravigliosa pietra naturale che Da oltre 35 anni Sepa è affiliata a una struttura costituisce le nostre montagne. La sfida non è sta- consortile. La presenza di un consorzio consente ta facile e il percorso è stato spesso in salita. Ma di muoversi con maggiore compattezza sui meri risultati hanno premiato i soci fondatori e la cati esteri. Fino a un anno fa, l’azienda apparteloro audacia. Oggi, quindi, il pensiero dell’azien- neva al Consorzio cavatori produttori porfido di da è di riconoscenza per le persone che hanno Albiano. Ora fa parte del Cipt, il Consorzio italiadato avvio all’impresa: Tullio e Paolino. E per tut- no porfido del Trentino. Il Cipt, che rappresenta ti coloro che hanno lavorato in questi anni alla una nuova realtà, può contare su una quindicigestione e alla realizzazione degli obiettivi d’im- na di aziende consorziate. “Tramite il consorzio presa. È nostra convinzione che i soci fondatori – racconta Marco Sevegnani – presidiamo molti abbiano lavorato non solo per il bene dell’azien- mercati esteri in tutti i continenti. Buona anche da ma anche per trasmettere a noi giovani, ormai la situazione in Europa”. alla guida della società, quelle note di resistenza Dopo cinquant’anni di attività, Sepa dà lavoro e di autenticità che servono per guardare avanti oggi a una quindicina di dipendenti. Quasi tutti e rinnovarsi continuamente”. sono della zona, Albiano o val di Cembra. ForteIn un mercato sempre più competitivo, infatti, la mente radicata sul territorio ed espressione di un capacità di rinnovamento rappresenta per Sepa comparto che tradizionalmente ha rappresentato una priorità. “Svolgiamo tutte le lavorazioni per Albiano la prima fonte di economia e sostendel porfido – precisa Marco Sevegnani – segan- tamento, l’azienda delle famiglie Sevegnani e Bedo ogni tipologia di lavorato: cubetti, piastrelle, gher guarda con ottimismo al futuro, nonostante cordonati, fiammati, eccetera. Da alcuni anni ci le difficoltà della crisi. (adb)

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Information and Communication Technology


46 aziende

Filati colorati dall’ateneo all’industria Aquafil ha sviluppato le modifiche del processo produttivo studiate da Buccella durante il suo dottorato. Con l’ottimizzazione dei sistemi di colorazione vengono realizzati nuovi tipi di filo di elevata qualità.

Per

gli interni delle automobili e per le pavimentazioni delle case e degli uffici arrivano dei filati colorati di ultima generazione a ridotto impatto ambientale, dalle prestazioni elevate, di qualità, belli. La produzione viene effettuata nello stabilimento ad Arco di Trento di Aquafil Spa. Il “segreto” della nuova generazione di filati sta nell’ottimizzazione dei masterbatch colore, ovvero nell’impiego di pigmenti per colorare fibre sintetiche. Le indicazioni per apportare le migliorie sono emerse da uno studio di Aquafil per produrre filati in poliammide Bcf (Bulked continuous filament) tinti in massa (solution dyed), adatti per la pavimentazione e l’automotive. Studio seguito da un giovane Mauro Buccella - durante il suo corso di dottorato di ricerca in Ingegneria e Scienza dei Materiali all’Università di Trento con il tutor Luca Fambri, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo trentino. Buccella aveva potuto svolgere il suo studio grazie alla borsa di dottorato in cofinanziamento, iniziata nel 2011 e terminata nel 2013, promossa dalla Fondazione Trentino Università in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovere-

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to. Il progetto ha potuto contare su un budget di 60mila euro, per metà coperti dalla Fondazione Trentino Università grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio e per il restante 50% a carico di Aquafil, azienda il cui progetto di ricerca era risultato vincitore del bando. Ora Mauro Buccella, che lo scorso aprile ha conseguito il dottorato di ricerca, lavora in Aquafil. "Sono stato assunto a tempo indeterminato da Aquafil Spa come ingegnere di processo presso il reparto Masterbatch" dice con soddisfazione. Buccella, in realtà, è stato “di casa” ad Aquafil fin da studente della laurea magistrale. "Per un anno, tra l’ottobre 2009 e l’ottobre 2010, ho svolto uno stage presso Aquafil nella struttura


47 aziende

La scalata più difficile al mondo con scarpe La Sportiva

di Ricerca e Sviluppo, durante il quale ho sviluppato la tesi di laurea magistrale in Ingegneria dei Materiali sul tema del recupero fisico del nylon dal titolo “Selezione di additivi per la stabilizzazione e l'up-grading di poliammidi industriali”. Relatore Luca Fambri e correlatori Emanuele Pasqualini e Andrea Dorigato. Quindi, da gennaio 2011 a dicembre 2013, il dottorato in cofinanziamento tra Fondazione Trentino Università, Fondazione Cassa di Risparmio e Aquafil in Ingegneria e Scienza dei Materiali. "Il 15 aprile 2014 – racconta – ho difeso la tesi di dottorato dal titolo “Color masterbatches for polyamide 6 fibers. Optimization of compounding and spinning processes. Physical-chemical characterization of industrial products”. Tutor accademici Luca Fambri e Andrea Dorigato. Tutor aziendale Mauro Caldara". Il lavoro di dottorato è stato sviluppato sull'ottimizzazione del processo produttivo dei masterbatch colore più critici. Mauro Buccella commenta: "L'esperienza del dottorato cofinanziato è risultata molto positiva sia dal punto di vista industriale che accademico-scientifico. Dal punto di vista industriale i risultati ottenuti a livello di laboratorio sono stati verificati negli impianti di Aquafil dando esiti positivi. Per questo motivo, le modifiche studiate del processo produttivo sono state seguite in produzione. Dal punto di vista accademicoscientifico il percorso ha consentito la pubblicazione di quattro articoli su riviste internazionali e la partecipazione a cinque congressi internazionali. Questo progetto di dottorato mi ha permesso, inoltre, di ricevere il premio dell’Ateneo di Trento come migliore dottore di ricerca in Ingegneria e Scienza dei Materiali dell'anno accademico 2012-2013. Infine, tale percorso è stato coronato nel migliore dei modi, ovvero con un impiego a tempo indeterminato in Aquafil".

Ci sono voluti sette anni di studio e 19 giorni in parete sulla montagna simbolo degli Stati Uniti D’America - El Capitan, in California (2307 metri) per portare a termine una delle scalate più difficili della storia dell’arrampicata sportiva. Ci sono riusciti il 14 gennaio scorso i due atleti americani Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson, portando a termine la durissima via “Dawn Wall”: un muro quasi completamente liscio di circa 900 metri in verticale. Un’impresa senza precedenti, sulla quale è intervenuto anche il presidente statunitense Barack Obama, il quale ha espresso personalmente via twitter la sua gratitudine verso gli atleti che “hanno dimostrato che niente è impossibile”. Non tutti sanno che ai piedi dei due arrampicatori c’era anche un pezzo d’Italia e di Trentino in particolare. La scarpetta utilizzata da Kevin e Tommy, è stata infatti realizzata dall’azienda trentina La Sportiva: marchio leader nel settore dell’arrampicata di cui detiene circa il 70% della quota di mercato mondiale grazie alla produzione realizzata nel quartier generale di Ziano di Fiemme, dove lavorano ad oggi più di 230 persone. “La Sportiva produce oggi calzature ed abbigliamento outdoor per vivere la montagna a 360° racconta Lorenzo Delladio, amministratore delegato dell’azienda ed espressione della terza generazione della famiglia Delladio – ma il suo core business rimane fin dagli anni Settanta la scarpetta d’arrampicata interamente made in Italy. Eravamo in parete con Manolo quando fece conoscere l’arrampicata al mondo e siamo orgogliosi di poter dire che una scarpetta studiata, assemblata e prodotta da mani italiane attraverso processi interamente artigianali, era ai piedi di Caldwell e Jorgenson durante l’impresa più importante degli ultimi vent’anni nel mondo verticale.”

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49 aziende

Graffiti lancia 4Local Si chiama 4Local ed è il progetto con cui Graffiti 2000, web agency associata con sede nell’Alto Garda, ha scelto di mettere il proprio know how a disposizione del territorio.

Oggi

la competizione riguarda sempre meno le singole aziende e sempre più i territori nel loro insieme: dipende dalla capacità delle imprese e delle istituzioni di fare sistema, perché solo così possono competere nel mercato globale. Se tuttavia da un lato si parla molto di ciò che ognuno si aspetta dalle istituzioni, non è altrettanto frequente interrogarsi su quali siano i doveri nei confronti del territorio: è importante che a ogni impresa sia garantito il diritto di competere nel mondo, così come è fondamentale che l’azienda avverta la responsabilità di contribuire al bene comune.

Poiché la responsabilità è l’abilità nel dare risposte, Graffiti ha deciso di partecipare alla crescita del Trentino condividendo il proprio know-how digitale, tecnologico e creativo. “Nasce così il progetto 4Local – spiega Luca Cattoi, titolare dell’azienda - col quale, a titolo gratuito, mettiamo parte del nostro tempo lavorativo a disposizione della comunità: incontri in aula con gli studenti, workshop e consulenze oneto-one”. Nell’ambito del progetto, durante gli incontri nelle scuole alcuni collaboratori Graffiti si confrontano con gli studenti degli istituti superiori

Il dg di Graffiti Marco Calzolari (sin.) e il presidente Luca Cattoi

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50 aziende

per farli riflettere sulla preparazione necessaria ad affrontare al meglio il mondo del lavoro: “Ad esempio – spiega Cattoi -, imparando a valorizzare se stessi e le proprie idee in modo professionale. Lo scorso anno abbiamo sperimentato questo modulo formativo al Liceo Andrea Maffei di Riva del Garda: abbiamo coinvolto un partner tecnico internazionale in veste di sponsor e predisposto un’attività interattiva che prendeva spunto da alcuni dei nuovi processi organizzativi, in particolare Lean e Agile”. I workshop sono invece dedicati alle nuove professionalità: sviluppatori, programmatori e designer Graffiti tengono seminari gratuiti sull’impiego di nuovi software, particolari linguaggi di programmazione e strumenti per progettazioni grafiche. “Si tratta – chiarisce Cattoi - di dare seguito alle prime iniziative già realizzate in questi mesi, estendendole alle diverse aree in cui opera Graffiti”.

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Infine c’è la consulenza one-to-one, un vero e proprio servizio sportello aperto a tutti: giovani, studenti, liberi professionisti, aziende e associazioni. È sufficiente che chi lo desideri chieda un appuntamento allo staff Graffiti, che è pronto per rispondere a domande, dare consigli per migliorare un progetto, offrire un semplice parere”. 4Local non si ferma in Trentino: è un format che Graffiti mette a disposizione di qualunque realtà – in Italia o all’estero – sia pronta a dare il proprio contributo.


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Se la fisica risolve i problemi delle imprese Presentati i risultati della prima edizione dell’Industrial Problem Solving with Physics: presentati i progetti curati da studenti e ricercatori presso Adige Spa, Aquafil Spa e Röchling Automotive.

Tempo

di bilanci (ma non solo) per l’Industrial Problem Solving with Physics. Nel corso di un evento ospitato nei giorni scorsi a Palazzo Stella, Confindustria Trento e ateneo trentino, partner del progetto, hanno presentato i risultati della prima edizione dell’iniziativa, promossa per incentivare i rapporti tra imprese e mondo della ricerca sul modello di affini proposte sperimentate con successo nel nord Europa. Trenta giovani ricercatori dell’Università di Trento hanno messo le proprie conoscenze, le proprie competenze e la propria creatività a disposizione di tre imprese locali per la risoluzione di problemi concreti: Adige Spa (Blm Group), Aquafil Spa e Röchling Automotive. Il lavoro si è sviluppato nel breve tempo di una settimana di fine luglio, ma il tipo di supporto garantito dai team impegnati nella gestione delle criticità sottoposte ha garantito alle realtà produttive la massima soddisfazione: da un lato per l’efficacia dell’intervento,

dall’altro per l’ottima collaborazione instauratasi tra i ricercatori e i collaboratori degli stabilimenti interessati dall’attività. "Le tre aziende hanno visto realizzarsi concrete proposte di soluzione ai problemi applicativi presentati, sperimentando un modo nuovo di approcciarli – ha spiegato Giulio Bonazzi per Confindustria Trento –. Eravamo convinti che l’entusiasmo dei giovani ricercatori e la loro preparazione tecnica avrebbero portato nuove soluzioni per incrementare l’innovazione e la competitività delle imprese. Ne abbiamo avuto un’eccezionale dimostrazione. Sarebbe utile potere estendere questo tipo di esperienza anche ad altri dipartimenti dell’ateneo". "Sulla scia dell’accordo per l’università, la ricerca e l’innovazione firmato nelle scorse settimane tra Confindustria e Conferenza dei Rettori delle Università Italiane - ha esordito Aronne Armanini, prorettore vicario dell’Università di Trento - credo

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innovazione

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Da destra: Bonazzi, Mazzalai, Armanini e Pavesi

sia importante anche qui in Trentino dare il nostro contributo per lo sviluppo culturale ed economico, metterci in gioco per creare nuove opportunità di crescita e di occupazione, soprattutto per i giovani. Come Ateneo trentino vogliamo fare la nostra parte per partecipare ai programmi europei di ricerca e trasferimento tecnologico insieme alle imprese e per tenere presenti le esigenze del mondo imprenditoriale nei percorsi di dottorato. In questo senso la ricerca che l'Ateneo di Trento porta avanti ha senz'altro un ruolo strategico. Basti pensare che la produttività dei nostri ricercatori è da tre e mezzo fino a cinque volte quella della media dei ricercatori italiani. Le aree di maggior successo nei rapporti con il mondo produttivo sono naturalmente quelle dell'ingegneria, ma anche la fisica si sta affermando come disciplina dal forte potenziale per l'innovazione industriale. Alla luce di tutto questo, l’iniziativa Industrial Problem Solving with Physics è importante perché dimostra concretamente come dallo studio teorico e dalla ricerca universitaria di base possano venire soluzioni nuove per i problemi tecnologici proposti dalle aziende". Al termine dei lavori, fra le tre soluzioni proposte, una commissione di valutazione, insieme all’intero comitato scientifico e ai rappresentanti delle aziende coinvolte, ha riconosciuto il merito del gruppo di ricercatori intervenuti sulla problematica evidenziata da Adige Spa, alla quale è stato assegnato il primo posto nella classifica stilata

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per l’occasione. L’azienda, leader mondiale nel campo della progettazione, produzione e vendita di macchine per la lavorazione di tubi metallici, aveva chiesto ai ricercatori di individuare metodi e strumenti per lo studio della fluidodinamica dei gas di assistenza al taglio laser. La soddisfazione dovuta agli esiti del progetto è stata tale da indurre, a conclusione dell’iniziativa, all’attivazione di una collaborazione tra azienda e dipartimento. Il problema industriale sottoposto da Aquafil – azienda con sede ad Arco e fra i principali attori, in Italia e nel mondo, nella produzione di fibre sintetiche – riguardava invece la colorazione dei filati, realizzata mediante l'aggiunta di additivi appositamente preparati: i cosiddetti masterbatch. Nell’ambito del terzo progetto – così nella classifica finale - il Gruppo Röchling Automotive ha spinto i ricercatori del dipartimento a muoversi nel settore dell’automotive, per indagare il ruolo di un prodotto impiegato nei moderni processi di riduzione catalitica dei gas di scarico. Al pieno gradimento manifestato da tutti i partner per l’elevato valore dell’esperienza corrisponde oggi la volontà di rinnovare l’iniziativa: nel corso dell’evento è stata infatti lanciata la seconda edizione di IPSP, che si terrà dal 20 al 25 luglio 2015. Le imprese avranno dunque tempo fino al 7 maggio 2015 per aderire al progetto, e per risolvere nuovi problemi industriali con il solo ausilio della fisica.


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Trento come Smart City Trento selezionata da Ieee tra le dieci città più intelligenti al mondo. Chiamate a raccolta imprese e centri di ricerca per puntare a un modello di Smart City. di FIAMMETTA NICOLETTI

Comune

di Trento, Università, Trento Rise e Ieee (Institute of electrical and electronic engineers) hanno organizzato lo scorso dicembre una tre giorni di incontri tecnici, culminati con un evento pubblico divulgativo, sul tema della Smart City, dal titolo “La città intelligente”. L’iniziativa, svoltasi il 10, 11 e 12 dicembre 2014, ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti e ricercatori nazionali e internazionali, per approfondire, sviluppare, declinare e pianificare ciò che le nuove sfide tecnologiche pongono a disposizione della cittadinanza per un concreto miglioramento della loro vita quotidiana promuovendo l’inclusione e il rispetto delle esigenze di tutti i cittadini, non solo delle persone digitalmente alfabetizzate. Il pensare la città in un’ottica “smart” comporta una riorganizzazione, valorizzazione e realizzazione di obiettivi ed interventi che mettono a fattor comune le reciproche conoscenze, sperimentazioni e soluzioni tecnologiche puntando sulla centralità delle risorse umane, in senso integrale e inclusivo. Una città pensata sia per chi lavora, produce, scambia, genera valore economico ma anche una città a misura delle persone, della qualità della vita, delle relazioni, una città che si fa carico di tutti i portatori di diritti. A tale obiettivo sta puntando la città di Trento, che ha iniziato un percorso condiviso, frutto della collaborazione fra istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca e imprese per proporre e realizzare tramite la tecnologia, la ricerca e l’innovazione soluzioni tendenti a dare risposte concrete alle richieste di maggiore sostenibilità ambientale, con un miglioramento dei sistemi di mobilità e risparmio energetico e di maggior sostenibilità sociale comprendente

la tutela e la facilitazione dei rapporti tra le persone. Trento è stata selezionata dall’Ieee come una delle dieci città al mondo più intelligenti e in grado di diventare un laboratorio in cui l’applicazione e l’interconnessione delle diverse tecnologie digitali offrirà ai cittadini servizi innovativi per la soluzione ai quotidiani problemi di traffico, inquinamento, sviluppo economico e gestione sostenibile delle risorse naturali attraverso una costante collaborazione di “sistema” accompagnata da una rendicontazione pubblica periodica di quanto fatto e di quanto pianificato per il futuro.

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internazionalizzazione

internazionalizzazione

Quarant’anni a servizio dell’export Passato, presente e futuro di Trentino Export nel V Export Meeting organizzato dalla cooperativa a fine 2014. di Giorgio Zagonel

Si

è svolto lo scorso venerdì 12 dicembre, nella A seguito dell’intervento della presidente della bella cornice di Maso Poli a Pressano di Lavis, il cooperativa, vi è stata una retrospettiva in cui V Export Meeting di Trentino Export: momento sono stati elencati i risultati ottenuti da Trentidi incontro per tutte le aziende associate e non no Export in questi ultimi anni ed in particolar alla cooperativa ma anche di festeggiamenti per modo nel corso del 2014. Nello specifico sono i quarant’anni di nascita della prima struttura state supportate 34 aziende con mirate ricerche in Provincia dedicata all’internazionalizzazione. di mercato, 14 aziende con l’organizzazione di Alla presenza del presidente di Confindustria incontri Business to Business nei mercati di rifeTrento Paolo Mazzalai e del presidente ono- rimento e 11 aziende nella fase successiva a querario e fondatore di Trentino Export Mimmo sti incontri, fino alla vera e propria concretizzaFranco Cecconi si sono ritrovate più di ottanta zione dei primi ordini. Mercati di riferimento di piccole e medie imprese esportatrici della no- queste attività sono stati in particolare: Russia, India, Marocco, Turchia, Germania, Sud Africa, stra Provincia e vari professionisti del settore. Ad aprire la serata è stata Barbara Fedrizzi, pre- Brasile, Stati Uniti, Colombia e Perù. A questi sidente di Trentino Export e titolare di Metalife servizi specialistici è da aggiungere l’assistenza Srl, che illustrando le strategie della cooperativa specialistica su tematiche legate alla contrattuaper il futuro ha sottolineato che “restare fermi, listica internazionale, alla consulenza fiscale e non investire nell’innovazione e nella ricerca doganale, che ha riguardato 13 aziende e il servidi nuovi sbocchi commerciali porta necessaria- zio di traduzioni ed interpretariato usufruito da mente al perdurare dell’attuale crisi economica 32 aziende. Infine sono stati ricordati i progetti nazionale. Necessario è affrontare i mercati este- collettivi che hanno visto la continuazione ed ri con serietà e concretezza: internazionalizza- implementazione della piattaforma logistica di zione, esportazione e scoperta di nuovi mercati Trentino Export in Brasile, a Rio dos Cedros nelpiù dinamici sono le grandi opportunità che lo Stato di Santa Catarina (progetto Pi.Ma.Rio.) e le piccole e medie imprese devono necessaria- due importanti incoming di operatori brasiliani mente cogliere per poter competere nel mercato in Trentino svoltisi nel 2014. globale. L'attuale crisi dei mercati internazionali Nel proseguo della serata sono state trattate ha infatti portato ad uno spostamento del ba- invece varie tematiche inerenti l’internazionaricentro dei centri economici dalle economie lizzazione delle imprese trentine, le loro proavanzate, ai cosiddetti "mercati emergenti" con blematiche ed i loro punti di forza. Si sono conseguente difficoltà di vendita dei prodotti così succeduti gli interventi di Davide Coco, nei paesi maturi e la crescita in maniera espo- direttore Distribution Euler & Hermes, partner nenziale di nuova ricchezza nei paesi in via di di Trentino Export, sull’importanza dell’assicurazione del credito all’estero e dell’Avvocato Ansviluppo. Il superamento della crisi economica in atto tonio Valla, dello studio Valla & Associates di non può che passare attraverso la ricerca di San Francisco in California, che ha illustrato le opportunità e le criticità del futuro Accordo di nuovi sbocchi commerciali”.

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55 internazionalizzazione

La riunione a Maso Poli

libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. A margine di questi interventi vi sono poi state le testimonianze aziendali portate da Michele Trentini di Gpi Spa e Dario Piccinelli di Capi Srl. Testimonianze queste che hanno illustrato come i servizi e l’ausilio offerto da Trentino Export abbiano tangibilmente aiutato queste aziende ad ampliare i propri business su mercati esteri emergenti, specificatamente in Russia, Brasile e Medio Oriente. Il presidente Barbara Fedrizzi, poi, nelle conclusioni ha ribadito come: “Il nostro è un grande territorio, dalla grande storia e dalla grande identità. In Italia, e non solo, ci invidiano per l’estrema bellezza della nostra natura, per le nostre tradizioni, per l’eccellenza dei nostri prodotti, non solo nel settore agroalimentare ma anche per la nostra Industria di qualità. Però c’è

un ma. Siamo un piccolo territorio se rapportato all’insieme dell’Italia, ancora più piccolo se rapportato all’Europa, questo per non parlare del Mondo e del suo mercato globale. Dico questo perché ritengo che vi sia una forte ed ineluttabile necessità di sinergia, a livello provinciale, tra tutti gli attori economici privati e pubblici, per fare squadra ed uscire tutti insieme da questo difficile momento più forti e preparati di prima. Sono questi i momenti in cui bisogna mettere da parte personalismi, corporativismi e campanilismi, ormai anti storici”.

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Germania e Francia: mercati a confronto Incontro organizzato Da Confindustria Trento, in collaborazione con Trentino Export e Trentino Sviluppo sui due paesi, tra i principali partner commerciali del Trentino.

In

collaborazione con Trentino Export e Trentino esteri in Francia, ha poi fornito un inquadramento Sviluppo, Confindustria Trento ha organizzato a sulle opportunità di business e di investimenti per Rovereto, presso il polo di via Zeni, il seminario le imprese orientate verso il mercato francese. “Germania e Francia: mercati a confronto”. Obiet- A seguire, Roland Plecher dello studio legale Pletivo dell’evento è stato approfondire e comparare cher-Rechtsanwälte di Monaco e Maximilien Gaslile opportunità di business esistenti per le imprese ni dello studio legale Gaslini&Rodi dei fori di Parigi trentine nei mercati di maggior esposizione e inte- e Milano, hanno fornito l’inquadramento legale dei resse. I due Paesi, secondo l’indagine condotta perio- due Paesi, trasferendo informazioni utili sulle modicamente da Confindustria Trento, risultano essere dalità di lavoro, gli errori da evitare, gli strumenti il primo e il terzo partner commerciali del Trentino. pratici e gli accorgimenti utili per la corretta impoI relatori hanno saputo fornire utili informazioni di stazione legale per fare business oltralpe. natura commerciale, legale e finanziaria, presentan- Infine, Deutsche Bank Ag e Gruppo Bnp Paribas do i servizi offerti e dedicati in particolare alle Pmi. hanno informato sui servizi finanziari offerti nei L’evento è stato aperto dal vicepresidente di Trenti- due Paesi. Roberto Mancone, responsabile Global no Sviluppo, Fulvio Rigotti, e da Nicolò Andreini Head Business Products di Deutsche Bank Ag, ospite dell’Area Internazionalizzazione di Confindustria da Francoforte, ha posto l’accento sull’opportunità Trento, è stato chiuso dal presidente di Trentino che le aziende italiane, auspicabilmente aggregate Export Barbara Fedrizzi, ed è stato moderato da in realtà più grandi rispetto alle attuali, puntino Mauro Casotto, direttore marketing di Trentino sulla digitalizzazione che riduce la dipendenza dal sistema creditizio e rende la business intelligence Sviluppo. Nella prima parte del seminario, rappresentanti accessibile a basso costo. Malika Verdier, Corporate di enti accreditati hanno introdotto le opportu- Relationship manager del Gruppo Bnp Paribas, ha nità presenti in Francia e Germania. Lara Scholz, presentato le caratteristiche del sistema bancario membro del consiglio di amministrazione di De francese e i servizi che il gruppo mette a disposiInternational Italia, braccio operativo della Ca- zione a sostegno dell’internazionalizzazione delle mera di Commercio Italo-Germanica, e Dagmar imprese. Wülknitz, project manager Europe di Nrw Invest, Al termine del seminario, le imprese partecipanti Agenzia governativa per lo sviluppo economico del hanno richiesto numerosi incontri bilaterali con le Land Nordreno Vestfalia, hanno fornito un quadro varie strutture presenti, che si sono svolti nel pomeintroduttivo delle opportunità di business e delle riggio, avviando progetti di sviluppo ed espansione migliori strategie di penetrazione sul mercato tede- nei due mercati. sco, presentando anche i servizi che le due strutture I relatori hanno confermato che sui mercati tedesco mettono a disposizione per ricerca partner, ricerche e francese il Made in Italy è tuttora molto richiesto. di mercato, apertura di uffici e strutture produttive Fondamentale per il successo è la definizione di in loco, così come per l’accesso ai finanziamenti e una strategia commerciale strutturata, investimenti alle agevolazioni pubbliche. Hervé Pottier, direttore in risorse umane altamente competenti, prodotti indi Invest in France Italia, l’ente per gli investimenti novativi e competitivi.

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Obiettivo Balcani: opportunità e criticità Nell’area, in cui non a caso operano oltre quaranta aziende associate a Confindustria Trento, prodotti e modello industriale italiano hanno ancora una reputazione tale da favorire ampi spazi di manovra.

Si

Si è tenuto presso la sede di Confindustria Trento il 26 novembre scorso il Forum “Obiettivo Balcani: opportunità e criticità dell’area”, dedicato alle opportunità di business per le imprese trentine nei Balcani, organizzato in collaborazione con UniCredit e Confindustria Balcani. Obiettivo del seminario è stato presentare caratteristiche e opportunità dei mercati di Romania, Serbia e Bulgaria. Il Seminario è stato aperto dal presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi, dal presidente di Confindustria Balcani Luigi Salvadori, dall’Area Manager Trentino Alto Adige di UniCredit Marco Martincich; ha moderato l’evento il presidente di Confindustria Bosnia Erzegovina Salvatore D’Erasmo. Mauro Casotto, direttore Marketing e Innovazione di Trentino Sviluppo, ha curato le conclusioni. Roberto Mascali, in qualità di direttore di Confindustria Balcani che riunisce le associazioni di imprese attive nel Sud-Est Europeo (Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Macedonia, Serbia, Romania, Albania, Croazia e Montenegro), ha segnalato come i Balcani offrano molte opportunità di crescita, grazie anche ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Nell’area, in cui non a caso operano oltre quaranta aziende associate a Confindustria Trento, prodotti e modello industriale italiano hanno ancora una reputazione tale da favorire ampi spazi di manovra. Numerosi fattori favoriscono inoltre gli investimenti nei Balcani in vari settori: nel metalmeccanico è presente manodopera a basso costo e altamente specializzata; nell’agroindustria la buona qualità del terreno; in generale, una tassazione favorevole e la possibilità di trovare validi e competenti partner locali. L’Italia continua ad essere il primo partner commerciale per la Serbia, e il secondo o terzo per gli altri Paesi dell’area, ha evidenziato Silvia Herceg di Confindustria Serbia. La Serbia è inoltre un’ottima piattaforma logistica grazie anche all’accordo di libero scambio commerciale con la Russia.

Matteo Ferrazzi, capo dell’Ufficio Cee Cib Stategy & Business Communication di UniCredit, ha ribadito l’importanza per le imprese trentine di internazionalizzarsi, anche e soprattutto in mercati come quelli balcanici, particolarmente adatti alle Pmi. Nonostante la frammentazione politico-economica dell’Area, l’economia è molto dinamica e vi sono sempre nuove opportunità da cogliere, che spesso i media non evidenziano. In questo contesto, UniCredit mette a disposizione i suoi International Centers, uffici di esperti che forniscono sostegno finanziario e commerciale agli imprenditori che vogliono inserirsi sui mercati locali. Cinzia La Rosa, presidente del Consiglio regionale Piccola Industria di Confindustria Veneto, ha confermato gli ottimi riscontri che la sua azienda, La Rosa Isolamenti Srl, sta avendo in Serbia, nonostante la mancanza di pregresse esperienze internazionali, le sue piccole dimensioni e il settore di appartenenza non facilmente esportabile, i servizi di impiantistica e risparmio energetico appunto. Al seminario è seguito un workshop dedicato all’edilizia nei Balcani con focus sulla Romania, co-organizzato con la Sezione autonoma dell’Edilizia di Trento, gestito dal presidente di Ance Trento, Giulio Misconel, dal direttore di Confindustria Romania Tommaso Busini, e da Matteo Ferrazzi di Unicredit; ha moderato il direttore di Confindustria Balcani, Roberto Mascali. In questa sessione sono state approfondite le prospettive future e le opportunità per le aziende trentine del settore edile nei Balcani. Infatti l’edilizia trentina, tradizionalmente legata al territorio, ha individuato proprio nei Balcani il suo spazio di sviluppo all’estero. L’incontro è terminato con una sessione di incontri bilaterali di approfondimento con i rappresentanti di UniCredit e Confindustria Balcani ai quali hanno partecipato alcune imprese interessate.

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education

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Apprendistato professionalizzante Dal 1° gennaio 2015 sono entrate in vigore rilevanti novità per le aziende trentine, in particolare in relazione al Piano formativo individuale. di Maria Cristina Poletto, responsabile Area education Confindustria Trento

Il

2015 si presenta come un anno dal quale si at- l'entrata in vigore della Legge Finanziaria Provinciatende una inversione di rotta nel mercato del lavoro, le 2015 della Provincia Autonoma di Trento (Lp 30 in particolare quello giovanile, rispetto al 2014, che dicembre 2014, n. 14), viene eliminato l'obbligo, finonon ha registrato alcun significativo miglioramento, ra in capo ai datori di lavoro, di inviare ad Agenzia nonostante gli interventi normativi di liberalizza- del Lavoro il piano, utilizzando la modulistica e zione del contratto a temine e le semplificazioni gli applicativi previsti dall’ Agenzia stessa, che non in tema di apprendistato, che in sede locale han- effettuerà più la verifica di conformità dei Pfi. no acquisito per quest’ultimo effettiva valenza dal A partire dal 1° gennaio 2015, non dovranno quindi essere più inviati ad Agenzia del Lavoro il Pfi e le 1° gennaio. L’apprendistato professionalizzante aveva subito sue eventuali successive modifiche, nonché i relativi una sostanziale modifica rispetto alla disciplina allegati (ad esempio l'allegato 2, o ancora l’allegato 5 precedentemente in atto, già con il Testo Unico “agenda del percorso formativo”), né in via telemadell’apprendistato n.167/2011 e con il Decreto Legge tica, né in via cartacea. L’Agenzia medesima segnala che l'applicativo Ganet, software per la compilazio34/2014. L'apprendistato è un contratto di lavoro a conte- ne e l'invio on line dei Pfi, è stato dismesso e non è nuto formativo, finalizzato a favorire l'inserimento più funzionante. dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso l'ac- La semplificazione introdotta viene applicata sia quisizione di un mestiere o di una professionalità per le nuove assunzioni che per le assunzioni effettuate prima del 31 dicembre dello scorso anno. specifica. Il contratto di apprendistato è sempre stato accom- Da parte degli enti formativi di riferimento contipagnato da un Piano Formativo Individuale, che nueranno comunque ad essere resi disponibili la in Provincia di Trento le aziende erano tenute ad formazione di base e trasversale gratuita ed i servizi inviare all’Agenzia del Lavoro. Il piano descrive il di supporto (ad esempio il tutor dell’alternanza) e percorso formativo del singolo apprendista in rela- la formazione professionalizzante con una parziale zione agli obiettivi da conseguire, individuati con quota di costo a carico dell’azienda. riferimento ad un “profilo” coerente fra quelli ela- Ai sensi del Testo Unico dell’apprendistato citato più sopra, i Pfi possono essere compilati anche sulla borati dalla contrattazione collettiva. A seguito delle recenti modifiche normative, è stato base di moduli e formulari stabiliti dalla contrattadisposto che il Pfi sia redatto in forma sintetica e zione collettiva o dagli enti bilaterali. Questi ultimi, allegato al contratto di assunzione, eliminando con- laddove previsto, potranno erogare il servizio di veseguentemente il termine di trenta giorni per la sua rifica di conformità dei piani stessi ed altri servizi formativi e non, di sostegno all’apprendistato propredisposizione e l’invio ad Agenzia. Infatti, alla luce del nuovo quadro normativo, al fessionalizzante. quale si aggiungono il “Protocollo d'intesa in mate- Con lo scopo di agevolare i datori di lavoro nella ria di apprendistato professionalizzante o contratto programmazione e nella documentazione della fordi mestiere” sottoscritto tra le parti sociali e la Pro- mazione dell'apprendista, Agenzia del Lavoro manvincia autonoma di Trento il 29 dicembre 2014 e terrà la possibilità di consultare sul proprio sito in-

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ternet - www.agenzialavoro.tn.it - i piani formativi autonome di Trento e di Bolzano in data 20 febstandard per le singole figure professionali, l'agenda braio 2014. formativa e altri strumenti a supporto dell'attività A seguito dell'assunzione dell'apprendista, Agenzia formativa a cura del datore di lavoro. del Lavoro provvederà ad inviare all’azienda una La formazione per i tutori aziendali rimane obbli- comunicazione di invito a prendere visione dei gatoria. L’erogazione dei contributi provinciali per calendari dei corsi (http://www.agenzialavoro.tn.it/ l’occupazione di apprendisti è subordinata alla ve- aziende/apprendistato_2012/entiformazione). Le rifica del rispetto dell’obbligo formativo dei tutori aziende saranno inoltre contattate dall'ente formaaziendali. I contenuti e la durata della formazione tivo di riferimento per concordare la convocazione. per tutori sono definiti nell’ambito del Documento Allo stesso ente sarà possibile rivolgersi per qualsiasi degli interventi di politica del lavoro. informazione. La Provincia, per il tramite di Agenzia del Lavoro, Confindustria Trento e Agenzia del Lavoro stanno continuerà a fornire, nei limiti delle risorse annual- individuando la nuova forma di comunicazione mente disponibili, la citata offerta formativa gratui- che consentirà all’azienda di mantenere l’importanta finalizzata all’acquisizione di competenze di base te opportunità di scegliere lo speciale programma e trasversali, per un monte ore complessivo non formativo previsto per il modulo di 40 ore, dedicato superiore a 120 ore per la durata dell’intero appren- esclusivamente al progetto Giovani Industriosi, per distato, tenuto conto dell’età, del titolo di studio e assolvere l’obbligo di formazione formale di area delle competenze dell’apprendista, nel rispetto delle trasversale nel primo anno di durata del contratto linee guida adottate dalla Conferenza permanente dell’apprendista laureato o diplomato, inserito dalper i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province le imprese associate.

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Novità sugli appalti pubblici Ance ha di recente organizzato un incontro per illustrare le principali novità normative sul tema degli appalti pubblici, con un focus sugli appalti di lavori a corpo e su quelli a misura. di Lorenzo Garbari, Segretario Ance Trento

Un

tema che riscontra sempre notevole interesse e partecipazione da parte delle imprese nei seminari che vengono organizzati dalla Sezione autonoma dell’edilizia di Confindustria Trento, è senz’altro quello degli appalti pubblici, in particolare in materia di lavori. Per il vero non sono soltanto le imprese dell’edilizia, associate ad Ance Trento, ad essere interessate a questa materia, ma lo sono anche quelle di altre sezioni, quali il porfido, gli impiantisti della metalmeccanica, il legno, nei lavori pubblici, e qualsiasi altra impresa che fornisce beni o servizi all’ente pubblico per gli appalti di servizi e forniture. Del perché di questo interessamento è presto detto. Il sovrapporsi di normative a diverso livello, in particolare il nazionale e quello provinciale – la Provincia autonoma di Trento ha

infatti potestà normativa primaria in materia di lavori pubblici – ed il susseguirsi nel tempo di continui interventi legislativi hanno creato un corpus normativo particolarmente corposo ed in continua evoluzione, che richiede pertanto un costante aggiornamento. Il seminario, coordinato dal Segretario di Ance Trento Lorenzo Garbari, si è svolto lo scorso 12 dicembre presso la Sala Assemblee di Palazzo Stella ed è stato condotto da Bruno Urbani, funzionario esperto della Direzione Legislazione Opere Pubbliche dell’Ance nazionale, coadiuvato da Roberta Zatelli, funzionaria dell’Associazione, in particolare per quegli aspetti, affrontati nel corso della trattazione, che ricevono una diversa regolamentazione in ambito provinciale. La prima parte del seminario è stata dedicata

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ad una panoramica sui provvedimenti normativi più recenti che interessano la materia. Si è quindi trattato di riforma della pubblica amministrazione e di centrali di committenza, che in ambito provinciale trovano la loro concretizzazione nell’Agenzia provinciale per gli Appalti e i Contratti – l’Apac –, che con la legge finanziaria 2015 riceve dal legislatore provinciale ancora maggiori competenze. Si è parlato di fatturazione elettronica, di semplificazione, white list, di novità in materia di Raggruppamenti temporanei di imprese, di bandi tipo dell’Autorità nazionale Anti Corruzione – l’Anac – e di Avcpass, tema quest’ultimo sul quale Ance Trento ha dedicato, a fine 2013, un seminario condotto sempre da Bruno Urbani, con il quale si è pertanto instaurato da tempo un ottimo e proficuo rapporto di collaborazione. Un altro tema importante riguarda le novità in materia di soccorso istruttorio, in considerazione delle pesanti sanzioni pecuniarie che le imprese si possono trovare a dover corrispondere in caso di errori commessi nella presentazione di dichiarazioni essenziali previste per la partecipazione alle gare d’appalto. Un sistema sanzionatorio che in Provincia di Trento ha trovato

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tuttavia una mitigazione con la previsione normativa che dispone che nessuna sanzione viene irrogata se le dichiarazioni integrative vengono presentate da parte dell’impresa nel termine di tre giorni. Si tratta evidentemente di una norma di buon senso, che tuttavia esplica i propri effetti soltanto in ambito provinciale. La seconda parte del seminario è stata invece dedicata alle differenze che intercorrono nell’aggiudicazione e nell’esecuzione degli appalti di lavori pubblici a corpo rispetto a quelli a misura. La trattazione di questo tema è stata in primo luogo di carattere normativo, intesa ad illustrare le caratteristiche che distinguono, secondo il legislatore, una figura rispetto all’altra. Sono stati tuttavia gli aspetti concreti, rappresentati dai casi pratici esposti dai numerosi imprenditori intervenuti al seminario, che hanno focalizzato l’attenzione e reso particolarmente partecipato il confronto. Il seminario è stata quindi l’occasione per gli imprenditori stessi di confrontarsi anche tra di loro, in una sorta di tavola rotonda allargata e spontanea, dove ognuno ha raccontato le proprie esperienze ed ha interloquito con i relatori e con i colleghi imprenditori.


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Contratti di rete e rapporti di lavoro Le novità normative in tema di reti d'impresa offrono nuovi interessanti strumenti alle imprese per la gestione del personale in chiave di flessibilità. di Giacinto Favalli e Barbara Fumai, Avvocati

“Distacco”

e “codatorialità” come nuovi strumenti per favorire flessibilità e occupazione nel mercato del lavoro? Così può essere letto il recente intervento legislativo (Dl n. 76/2013, convertito nella L. n. 99/2013) che aggiunge all’art. 30 della Riforma Biagi il comma 4-ter ed introduce, in presenza di un contratto di rete, una novità in materia di distacco e, per la prima volta, la c.d. codatorialità. Procediamo con ordine. Attraverso il contratto di rete, introdotto nell’ordinamento italiano nell’anno 2009 (art. 3 L. n. 33/2009), due o più imprese si obbligano contrattualmente all’esercizio comune di una o più attività economiche, rientranti nei rispettivi oggetti sociali. Ciò allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato conseguendo, attraverso la determinazione di un “programma comune di rete”, obiettivi strategici condivisi e potendo, al contempo, fruire di benefici ed agevolazioni fiscali. In detto contesto, specifica attenzione potrà essere rivolta alla condivisione, oltre che di know how e di risorse tecniche e finanziarie, delle risorse umane, secondo c.d. regole di ingaggio dei soggetti occupati nelle imprese partecipanti alla rete. Qui si inserisce la citata normativa. Quanto alla sua prima parte, la disposizione normativa introduce una presunzione di interesse al distacco nel caso di imprese in rete. In altri termini, diversamente da quando accade nel distacco (ordinario) non sarà più necessario, in caso di accertamento giudiziale, dimostrare la sussistenza dell’interesse al distacco del datore di lavoro distaccante, posto che detto interesse sorgerà “automaticamente” in presenza di un contratto di rete. La presunzione di interesse al distacco ricorrerà, in particolare, in presenza di due condizioni, ovvero

che vi sia un contratto di rete, valido ed efficace, ai sensi del Dl n. 5/2009 e che il distacco avvenga (solo) per lo svolgimento delle attività che le imprese hanno deciso di svolgere in comune e che hanno indicato nel programma di rete. In caso contrario, si applicheranno le regole del distacco ordinario ex art. 30 della Riforma Biagi. Nella sua seconda parte, sempre nel caso di imprese in rete, la disposizione introduce l’ipotesi della codatorialità. Il legislatore, per vero, non specifica che cosa debba intendersi per codatorialità, ma la predetta formulazione – secondo le prime indicazioni del Ministero del Lavoro – va letta nel senso che ciascun imprenditore che partecipa alla rete potrà esercitare il potere direttivo secondo le citate regole di ingaggio stabilite dal singolo contratto di rete. Il tratto distintivo della codatorialità, dunque, è la titolarità congiunta del rapporto di lavoro tra due o più imprenditori in rete. Il lavoratore diviene “terzo” rispetto al contratto di rete e, pertanto, si ritiene debba prestare la sua accettazione delle regole di ingaggio, cui il contratto individuale di lavoro dovrà rinviare.

Per approfondire: la disciplina di riferimento Dl n. 5/2009 convertito nella della L. n. 33/2009, art. 3 Dl n. 76/2013, convertito con modificazioni nella L. n. 99/2013, art. 7, comma 2 lettera 0 a) Dlgs n. 276/2003 (la c.d. “Riforma Biagi”), art. 30, comma 4-ter Circolare del Ministero del lavoro e della Previdenza sociale 29 agosto 2013 n. 35

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E ciò, si ritiene, anche nel caso di lavoratore già dipendente di una impresa che entra a far parte di una rete, atteso che il nuovo regime di codatorialità costituisce un mutamento dei poteri e delle responsabilità nel rapporto di lavoro, funzionale ad incidere sulla causa del contratto, che richiede una novazione del rapporto. La disciplina normativa, come detto, rinvia al contratto di rete – affida, cioè, all’autonomia negoziale delle parti codatrici – la previsione delle regole di impiego condiviso del lavoratore, ovvero le concrete modalità di svolgimento del rapporto di lavoro. Così configurata, la codatorialità rappresenta certamente una opportunità, soprattutto per l’impresa di medie o piccole dimensioni, ad esempio, come accennato, in termini di flessibilità del lavoro e valorizzazione delle risorse umane. Si pensi alla possibilità di disciplinare, attraverso le regole di ingaggio, nel rispetto dei limiti posti dall’ordinamento, la distribuzione dell’orario tra i diversi datori di lavoro o la diversificazione della sede di lavoro o delle mansioni, con la conseguente suddivisione dei relativi costi.

La codatorialità può contribuire, inoltre, alla qualificazione del personale e alla stabilità dell’occupazione. Si pensi alle potenzialità di una formazione professionale all’interno di una rete di imprese, anzichè di una sola impresa, o ancora, alla possibilità di far fronte a possibili esuberi di personale, a salvaguardia dei posti di lavoro, senza ricorrere ad altri strumenti previsti dall’ordinamento. L’introduzione di distacco e codatorialità, come sopra descritti, apre una interessante prospettiva sulla dinamica del rapporto di lavoro, che richiede un consapevole impegno nella individuazione della tipologia di imprese e di figure professionali che possano trarre maggiore vantaggio dalla adozione di tali strumenti e nella precisa e “personalizzata” regolamentazione negoziale dei reciproci rapporti, affidata come detto, al contratto di rete di impresa e, nello specifico, alle c.d. regole di ingaggio. Alla luce di quanto sopra, si delinea un nuovo orizzonte negoziale, la cui ampiezza è ancora tutta “da scrivere”, nei termini che la volontà delle imprese in rete deciderà di stabilire.

EXPO 2015 A Milano la “biodiversità” dell’industria trentina Si allarga con l’adesione di Adige Spa, l’importante azienda del Gruppo BLM operante a Levico Terme, la presenza dell’industria nell’ambito della partecipazione del Trentino all’EXPO 2015 di Milano. Mentre mancano ormai pochi mesi all’inaugurazione della grande esposizione universale, si definiscono anche i termini delle modalità con le quali il Trentino caratterizzerà la propria partecipazione. Oltre alla settimana di protagonismo – dal 10 al 16 luglio - nell’apposito spazio ricavato all’interno del Padiglione Italia, il Trentino ha acquistato – tra il primo agosto al 31 ottobre - anche uno spazio di 80 metri quadri lungo l’arteria pedonale più “trafficata” dell’EXPO che è già stato denominato “Piazzetta Trentino”. Affiancheranno il forte brand trentino, a rotazione settimanale, una serie di aziende appartenenti prevalentemente al settore industriale e a quello della cooperazione. L’adesione tra questi soggetti dell’Adige Spa, azienda che produce sistemi di taglio laser dei tubi e macchine per il taglio a disco di tubi e profilati, rafforza la partecipazione del mondo industriale, che così potrà mostrarsi pienamente anche a Milano con la varietà – e per così dire, visto il tema di EXPO, con la sua “biodiversità” - della sua presenza. Al fianco di Adige saranno infatti presenti Dolomiti Fruits di Nanno, Pastificio Felicetti di Predazzo, la Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento con le due grandi skiarea dolomitiche e circa trenta aziende e le aziende termali trentine (Comano, Dolomia, Levico, Pejo, Rabbi, Val Rendena). Sono poi molte altre le industrie trentine presenti a vario titolo, sia come costruttori di opere e impianti – da Collini Lavori a Premetal, da Grisenti a Masé, al consorzio Habitech – sia come fornitori nell’ambito della ristorazione d’eccellenza (Cantine Ferrari), sia infine come espositori, tra i quali spiccano i produttori del settore vitivinicolo riuniti in apposito padiglione. (rb)

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