Essere Impresa giugno 2016

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03 • GIUGNO 2016 Anno 06 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

L’importanza della conoscenza Si teme ciò che non si sa gestire. Comprendere è ciò che consente di affrontare le situazioni, la conoscenza rappresenta il mezzo per compenetrare la realtà. Ciò che non siamo in grado di gestire ci è ignoto e l’ignoto fa paura, o comunque è fonte d’insicurezza. Per questo è indispensabile essere sempre aggiornati sulla vita del Paese, poter accedere a informazioni obiettive consente di formarsi una propria opinione, di poter decidere liberamente. Confartigianato di Forlì ha promosso il confronto sul referendum costituzionale per dare l’opportunità agli imprenditori di comprendere meglio le ragioni del sì e del no, per effettuare una scelta realmente consapevole. Da pagina 4

in evidenza L’EDITORIALE: Il vicepresidente Luca Morigi spiega l’importanza dell’artigianato e della micro impresa per la crescita del Paese. Da settant’anni Confartigianato opera a fianco di chi incarna l’economia italiana. A pagina 3 LA XX EDIZIONE DELL’ARTUSIANA: Lo stand di Confartigianato ha animato per nove serate Piazza Artusi. Le aziende associate hanno presentato le specialità del territorio, per ribadire l’attenzione alla qualità della produzione artigianale. Da pagina 10

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi; le novità per gli studi di settore. La denuncia di infortunio spiegata in dettaglio. Gli incentivi per le assunzioni e i bandi per le imprese. Da pagina 15 a pagina 21 MOVIMENTI: Ugo Berti nuovo presidente CUPLA. Donne Imprese e Anap assieme per promuovere politiche a sostegno della conciliazione. Giovani Imprenditori: il presidente Alessio Brighi in Giunta nazionale. Da pagina 22 a pagina 25


associazione editoriale

Il potere di decidere • di Roberto Faggiotto

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osa accade se i cittadini di una nazione chiamati a esprimersi su un quesito referendario di massima importanza si recano alle urne senza avere piena consapevolezza del tema oggetto della votazione? La risposta è Brexit, almeno leggendo le cronache. Pare che gli Inglesi, il popolo della Magna Charta, della separazione dei poteri, del Bill of Rights, abbiano espresso il proprio voto sulla permanenza in Europa senza avere chiaro cosa significhi realmente far parte dell’Unione Europea e quali implicazioni potrà averne la scelta di uscirne. Il mercato, la concorrenza, le libertà economiche, la moneta unica e, più in generale la dimensione economica, sono solo la superficie di una realtà più complessa. Le tardive ricerche effettuate in rete, dai votanti inglesi, sul motore di ricerca più diffuso, evidenziano come, di fondo, la scelta non sia stata ponderata, bensì effettuata senza valutarne la portata e ignorandone le conseguenze, quasi fosse un semplice atto di dissenso nei confronti dell’Esecutivo, o un ipotetico segnale di rottura. La vittoria del Leave non sarebbe quindi meramente l’affermazione della destra che rifiuta immigrazione e integrazione, ma frutto della paura e dell’ignoranza. Ciò denota che la democrazia inglese, la più antica, definita la madre di tutte quelle dei tempi moderni ha fallito? Certamente no, ma ha dimostrato che la democrazia richiede cittadini maturi, in grado di meritare questa forma di governo. I diritti civili e politici, ancora prima di quelli sociali, sono ciò che caratterizza i sistemi democratici da quelli autoritari, se i cittadini per paura, per pigrizia o per mancanza di volontà, consapevolmente rinunciano a esercitare la propria facoltà, finiscono col delegare ad altri le proprie prerogative, rischiando di perderle. Per avere diritto a essere cittadini attivi bisogna agire responsabilmente. E il dover d’informarsi è il primo passo. Non è un caso che tra gli eventi inseriti negli appuntamenti per la ricorrenza del settantesimo compleanno di Confartigianato Forlì, sia stato organizzato un partecipato convegno sulla riforma costituzionale che in autunno sarà oggetto di referendum. Abbiamo volutamente acceso una luce su un tema complesso, perché ognuno possa scegliere liberamente se sostenere il sì o il no, in piena coscienza. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

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Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VI • n. 03 GIUGNO 2016

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

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il commento associazione Settant’anni di Associazione

L’artigianato non va in pensione • di Luca Morigi Vicepresidente di Confartigianato Forlì

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onfartigianato taglia il traguardo dei settant’anni di vita, una storia con solide radici e intimamente legata a quella italiana. A metà degli anni quaranta, il nostro Paese usciva distrutto dal conflitto mondiale, non solo dal punto di vista materiale, ma anche nella quotidianità delle persone. Ciò che non mancava erano la voglia di ricostruire, di riprendere a vivere, la speranza e la fiducia nel futuro. Lo scempio spingeva a puntare lo sguardo al futuro, era diffuso il desiderio di lasciare alle spalle il dolore e di costruire un paese diverso. L’artigianato e la piccola impresa hanno giocato un ruolo chiave in questa fase, non solo operativamente - contribuendo sia alla realizzazione di case, fabbriche e nuovi progetti che testimoniassero la rinascita, sia a rimettere in moto l’economia italiana - ma favorendo la ripresa delle relazioni, in quanto realtà fondate e centrate sulle persone, sui talenti e sulle abilità. E proprio nell’immediato dopoguerra nascevano le prime associazioni degli artigiani in Italia, tra cui quella di Forlì. In settant’anni molte cose sono accadute, una continua evoluzione che, dal 1946 ha visto l’alternarsi di momenti di boom e di fasi recessive, anche molto pesanti, quale l’attuale. Eppure, anche oggi, l’artigianato vuole continuare a essere la vera forza produttiva italiana, rinnovandosi senza perdere la propria identità. Cinque milioni di pmi, di cui il 99% sono piccole aziende, che quotidianamente si confrontano con la burocrazia italiana, la concorrenza sleale e un sistema bancario sordo alle necessità delle aziende. Un esercito di piccoli imprenditori che non perseguono unicamente il profitto, ma che pongono la massima attenzione al territorio nel quale operano e vivono, parte vitale della comunità locale, contribuendo alla crescita economica, all’occupazione e in sintesi al benessere collettivo. E dopo settant’anni nuovamente sono chiamati a fronteggiare una crisi, per certi versi inedita, frutto di paure, egoismi e perdita di valori. Proprio quei valori di cui sono permeati l’artigianato e la piccola impresa. Gli artigiani hanno ancora molto da dare, valori da trasmettere per rinsaldare il senso di comunità, l’appartenenza e l’orgoglio per il proprio territorio. Ed è la vivacità del sistema imprenditoriale ciò che contribuisce a mantenere alto il livello di benessere anche dei comuni più piccoli, garantendo opportunità di impiego e conseguentemente la presenza di tutte le infrastrutture e i servizi di cui una comunità necessita, senza bisogno di abbandonare il territorio. essere impresa • • • giugno 2016 • 3


associazione Il partecipato confronto promosso a Forlì

Referendum costituzionale 2016: le ragioni del sì e del no

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unedì 20 giugno alle 20.30, nella sede di Confartigianato Forlì si è tenuto il dibattito sul referendum costituzionale dal titolo “Cambiare: come? Le ragioni del sì e del no”. L’Associazione forlivese ha deciso di promuovere un confronto tra il Senatore Carlo Giovanardi del gruppo IDEA e l’Onorevole Marco Di Maio del Pd, moderato dal presidente dell’Associazione Giorgio Grazioso, ritenendo auspicabile favorire il ragionamento e il dibattito sui problemi che riguardano la nazione, per esaminare, riflettere, discutere e giungere alle proprie conclusioni senza delegare ad altri la propria scelta referendaria (nelle foto alcuni momenti della serata). In autunno, infatti, i cittadini saranno chiamati a esprimersi sulla riforma costituzionale attraverso il referendum. Come spiegato dai vertici di Confartigianato “per poter effettuare una scelta consapevole è indispensabile conoscere le ragioni sia di coloro che hanno proposto i contenuti della riforma, sia di coloro che, pur riconoscendo la necessità di un cambiamento, non concordano sulla modalità scelta.” La serata ha fornito l’opportunità di chiarire, grazie ai rappresentanti delle due diverse posizioni, gli effetti per gli imprenditori e per i cittadini delle riforme proposte, in particolare sulle modifiche all’articolo V della Costituzione. Riformato nel 2001, per attuare l’art. 5 della Costituzione, che riconosce le autonomie locali individuava nei Comuni, nelle Città metropolitane, nelle Province e nelle Regioni gli enti tenuti a farsi carico dei bisogni dei residenti. Sino alla modifica individuata dall’attuale esecutivo, l’azione di governo si svolgeva a livello inferiore e più vicino ai cittadini, salvo in caso di impossibilità o di inadempimento del livello di governo inferiore. La preoccupazione maggiore di chi fa impresa nel territorio è che ci sia un allontanamento fra le aree maggiormente decentrate e i decisori chiamati a legiferare, creando un aggravio di adempimenti e oneri per i cittadini e Continua a pagina 5 • • •

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Referendum costituzionale 2016: le ragioni del sì e del no le aziende che mantengono vive le realtà periferiche. Durante il convegno, proprio gli imprenditori intervenuti al dibattito hanno voluto ribadire la necessità di non penalizzare i piccoli comuni, maggiormente decentrati, comunità nelle quali operano la maggior parte delle micro e piccole imprese. Il cambiamento, ritenuto ormai inderogabile, non deve diventare motivo di nuovi oneri per chi rappresenta l’anima, non solo produttiva, delle collettività locali. Un’opportunità per le imprese per far sentire la propria voce, chiarendo come, ora più che mai, sia indispensabile chela politica tenga in considerazione le esigenze della piccola impresa, che rappresenta il 99,4% dei 5 milioni di pmi che operano nel nostro Paese. L’associazione forlivese ha scelto di promuovere un equilibrato approfondimento che si è avvalso del contributo di due relatori di grande competenza, in grado di illustrare le proprie motivazioni in modo efficace e chiarendo i dubbi e i quesiti posti dal numeroso pubblico in sala, al termine della prima parte dedicata alla presentazione dei contenuti. Un incontro promosso nell’ambito delle iniziative realizzate per i settant’anni dalla fondazione dell’Associazione e un’occasione per ribadire la necessità di tutelare il territorio e il sistema produttivo che lo sostiene. Ogni cambiamento non può prescindere dalla garanzia della centralità della micro e piccola impresa, cuore produttivo del Paese e dalla certezza di non creare un ulteriore scollamento tra i centri di potere e i comuni più piccoli e maggiormente decentrati. Un confronto per comprendere meglio, per riflettere costruttivamente, lasciando libero ciascuno di valutare autonomamente la propria posizione sulla materia. Come ribadito anche in sede nazionale da Confartigianato “per quanto riguarda il processo riformatore, la Confederazione valuta positivamente il fatto che il Parlamento abbia approvato un’ampia riforma della Costituzione, che modifica aspetti di fondamentale importanza per la vita del Paese, come l’assetto degli Organi dello Stato, la competenza legislativa, il ruolo delle Regioni e degli enti locali, le potestà e le competenze del Governo. Ma Confartigianato chiede di essere lasciata giù dal carro del sì, pur favorevole alle riforme costituzionali, chiarisce che gli imprenditori andranno a piedi e con le proprie gambe verso il

futuro. La riduzione dei parlamentari non è il solo aspetto importante, pur assurto a simbolo della riforma. Nel testo sono affrontati temi dei quali Confartigianato chiede la risoluzione con insistenza: una migliore governabilità, la semplificazione e la velocizzazione del procedimento legislativo, la valorizzazione dei rapporti Stato-Territori con il completamento del Titolo V”.

Fotoservizio: Fabio Blaco essere impresa • • • giugno 2016 • 5


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Il referendum costituzionale in cinque punti 1

Riforma del Senato, fine del bicameralismo perfetto

La riforma si propone di superare il bicameralismo perfetto (non presente in nessun altro Paese europeo), che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. Attualmente tutte le leggi, sia ordinarie sia costituzionali, devono essere approvate da entrambe le Camere. Anche la fiducia al governo deve essere concessa sia dai deputati sia dai senatori. Con la riforma, invece, la Camera dei deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo. Il Senato diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali e potrà esprimere pareri sui progetti di legge approvati dalla Camera e proporre modifiche entro trenta giorni dall’approvazione della legge, emendamenti che la Camera ha facoltà di non considerare. I senatori continueranno a partecipare anche all’elezione del presidente della repubblica, dei componenti del consiglio superiore della magistratura e dei giudici della corte costituzionale. Ma la funzione principale del senato sarà quella di esercitare una funzione di raccordo tra lo stato, le regioni e i comuni.

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Elezione del Presidente della Repubblica

All’elezione del presidente della Repubblica non parteciperanno più i delegati regionali, ma solo le Camere in seduta comune. Occorrerà la maggioranza dei due terzi dei componenti fino al quarto scrutinio, poi basteranno i tre quinti. Solo dal settimo scrutinio basterà la maggioranza dei tre quinti dei votanti (attualmente è necessario ottenere i due terzi dei voti dell’assemblea fino al terzo scrutinio; dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti).

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Abolizione del Cnel

Il Cnel attualmente è un organo ausiliario previsto dalla costituzione che ha una funzione consultiva per quanto riguarda le leggi sull’economia e il lavoro. Il testo costituzionale conferisce al Cnel anche l’iniziativa legislativa, il consiglio cioè può proporre alle Camere delle leggi in materia economica. Il ddl Boschi ne prevede la soppressione.

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Riforma del Titolo V

Con la riforma, una ventina di materie tornano alla competenza esclusiva dello Stato. Tra queste: l’ambiente, la gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni.

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Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare

Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50% più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50% più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.


associazione Assemblea nazionale 2016

Merletti: “il futuro è artigiano”

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o scorso 28 giugno si è tenuta la Convention nazionale di Confartigianato (nelle foto). Il Presidente Giorgio Merletti, dal palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma, ha passato in rassegna i nodi cruciali che oggi soffocano le imprese italiane. Di fronte a lui, seduti in platea ad ascoltarlo, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, e centinaia di rappresentanti della politica italiana e delle istituzioni. Quasi 1700, invece, i delegati di Confartigianato, tra cui una rappresentanza forlivese, arrivati da tutta Italia per celebrare i 70 anni di attività di Confartigianato. Un anniversario storico, che conferma l’impegno per le piccole imprese dall’immediato dopoguerra, con il fondatore Manlio Germozzi, alle battaglie di questi duri anni di crisi economica. “Nel 1946 con le loro officine e i loro laboratori, gli artigiani stavano anche ricostruendo il tessuto democratico del loro Paese, ben consapevoli di dover tessere di nuovo la rete delle relazioni territoriali,

familiari, produttive; di dover richiamare o ritrovare i propri lavoratori perché persone insostituibili e fondamentali. E, così facendo, davano alla nuova Italia stabilità, fiducia e, finalmente, pace” ha chiarito il Presidente Merletti nella sua relazione. E proprio in questo contesto di rinascita “le prime associazioni locali di mestiere si mettevano insieme per dare vita alla nostra Confederazione. Un Sistema che innervava il territorio nazionale fungendo da tessuto connettivo e che era in grado di dare solidità e qualità alla spinta produttiva che stava appena ricominciando. Nasceva così dal basso e con varietà e vitalità pari alla spumeggiante voglia di impegnarsi, un corpo intermedio che sarebbe stato protagonista della vita del Paese, con responsabilità, competenza e impegno. Eravamo noi, Confartigianato” ha ricordato il Presidente dal palco. “L’economia italiana si è popolata di imprenditori che, con creatività e flessibilità e con la loro incessante opera, hanno costruito una struttura diffusa quanto solida, locale ma connessa con il mondo globale, fonda-

ta sull’interesse economico ma strettamente legata all’interesse sociale. La nostra azione di rappresentanza di questo grande e variegato mondo di imprenditori si è evoluta insieme a esso, per corrispondere a bisogni, sempre diversi e maggiori, degli imprenditori, delle loro famiglie e dei loro collaboratori.” Parole appassionate, che hanno infiammato la numerosa platea intervenuta. “Insomma, abbiamo settant’anni ma non abbiamo nessuna intenzione di andare in pensione! Anzi, oggi siamo qui per testimoniare che l’artigianato ha futuro e che bisogna ricostruire la fiducia, la speranza nel fare impresa, partecipando così - con responsabilità - allo sviluppo e al bene comune. Come 70 anni fa. Bisogna oggi ricostruire il senso di appartenenza all’Europa, ritrovare le ragioni dello stare insieme e i valori costitutivi dell’integrazione europea. Il nostro continente è attraversato da profonde tensioni, da egoismi nazionalisti e da spinte autonomiste che rischiano di incrinare un’architettura faticosamente costruita.” E proprio l’attualità politica ed economica non porta buone notizie. La recente decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione europea ha gettato nel panico le borse europee e calato nell’incertezza il futuro comunitario. Soprattutto, però, ha messo a nudo i limiti di una comunità troppo lontana dalla realtà. “È questa Europa troppo burocratica, incapace di muoversi in modo coeso, lontana dalle aspettative degli Stati e dei popoli che la compongono, che deve cambiare e diventaContinua a pagina 8 • • • essere impresa • • • giugno 2016 • 7


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Assemblea nazionale 2016 Merletti: “il futuro è artigiano” re un’Europa veramente unita, solidale, democratica, capace di far valere peso economico e ruolo politico sulla scena mondiale”, ha tuonato senza mezzi termini Merletti. L’Italia continua a offrire più ostacoli che opportunità alle micro e piccole imprese. A cominciare dal cuneo fiscale sul lavoro dipendente, che ha raggiunto il 49%, e da un fisco che ruba tempo e denaro agli imprenditori. “Le misure adottate nell’ultimo anno per attenuare il carico

tributario sulle imprese sono un segnale positivo. Ma non bastano. Perché lo spread fiscale tra Italia ed Europa è sempre troppo elevato: 28 miliardi nel 2015. In pratica, i cittadini italiani pagano 461 euro di tasse in più all’anno rispetto alla media europea. E il total tax rate, cioè la somma di tutte le imposte e tasse pagate dall’impresa al lordo dei profitti, è pari al 64,8%, il più alto in Europa”, ha denunciato Merletti. “Al Governo italiano e ai nostri Europarla-

mentari chiediamo un impegno straordinario presso le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo per la rapida approvazione del Made in. Perché sono in gioco il futuro delle imprese ed il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei prodotti, oltre alla lotta contro il grave fenomeno della contraffazione, che distrugge imprese e occupazione e colpisce proprio i settori di punta del Made in Italy. C’è bisogno di unire per crescere. In questi settant’anni di pace in Europa lo hanno dimostrato gli artigiani e i piccoli imprenditori con la loro capacità di innovare prodotti e servizi, inventare nuove modalità di stare sul mercato e innovative strategie di penetrazione commerciale all’estero. A questo proposito, voglio dire come il cambiamento dell’ICE da Istituto in Agenzia sia stata realmente una buona pratica per lo sviluppo degli scambi commerciali con l’estero, che ha dato indubbi vantaggi alle piccole imprese proprio in un periodo di grandi difficoltà. Fare impresa non è mai stato tanto difficile come in Continua a pagina 9 • • •

Fare impresa in Italia, una sfida Nel 2016 gli italiani pagano 28 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei cittadini dell’Eurozona. Si tratta di 461 euro di maggiori imposte pro capite. Per le imprese il gap fiscale Italia/Europa è ancora più ampio: il total tax rate, cioè la somma di tutte le imposte e tasse pagate dall’impresa al lordo dei profitti, è pari al 64,8%, il più alto nell’Ue, superiore a quello della Francia (62,7%) ed Austria (51,7%) e più che doppio rispetto a quello di Slovenia (31,0%) e Svizzera (28,8%). La situazione peggiora per le piccole imprese con meno di 20 addetti, che pagano un’aliquota fiscale complessiva su Ires ed Irap del 32,8%, superiore di 5,2 punti rispetto al 27,6% delle imprese di medio-grande dimensione, con 50 addetti e oltre. Alla crescita della pressione fiscale ha contribuito il prelievo a livello locale: tra il 2011 e il 2015 le imposte dirette e indirette di tutte le Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 6%, trainate dall’incremento del 27,2% (+14,8 miliardi di euro) dei 5 principali tributi locali cioè Irap, Addizionali Irpef, IMU e TASI. Al peso delle tasse si sommano le complicazioni burocratiche per pagarle. Anche qui un altro record negativo: ogni impresa italiana spreca in adempimenti fiscali 269 ore all’anno, 92 ore in più delle 177 ore della media Ocse e superiori alle 218 ore in Germania, alle 158 ore in Spagna, alle 137 ore in Francia e alle 110 ore nel Regno Unito. Sulla competitività delle imprese, poi, il cuneo fiscale sul costo del lavoro dipendente, pari al 49%, di 13,1 punti superiore al 35,9% della media Ocse ed il quinto più alto dopo Belgio, Austria, Germania ed Ungheria. Ritardi, ostacoli, inefficienze del sistema Paese generano un ambiente ostile al ‘fare impresà, tanto che nella classifica sulla facilità di fare impresa l’Italia si colloca al 45° posto tra i 189 Paesi del mondo.

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Assemblea nazionale 2016 Merletti: “il futuro è artigiano” questi anni di crisi e di profondi cambiamenti tecnologici.” Inevitabile un passaggio sul complesso rapporto tra credito e piccole imprese. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, in quattro anni i finanziamenti agli artigiani sono diminuiti di 11 miliardi di euro. E sul fronte del Fondo centrale di garanzia, le notizie non sono migliori. “Se davvero si vogliono sostenere le piccole imprese, è anche tempo che l’attività del Fondo centrale di Garanzia ritorni ad essere dedicata esclusivamente a loro - ha chiesto Merletti - Oggi, infatti, la maggior parte delle risorse del Fondo viene utilizzata dalle banche per garantire vecchio credito, con pochi vantaggi per le imprese, ma grande beneficio per il loro capitale di vigilanza”. La situazione per le piccole imprese resta tesa. Nonostante questo, però, il tessuto imprenditoriale italiano è vivo e dinamico. Lo ha ricordato il Presidente Merletti dal palco della Conciliazione, annunciando l’accordo con i sindacati per la riforma del modello contrattuale e illustrando i numeri sull’innovazione digitale e sull’export delle piccole imprese. La risposta del Governo è arrivata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che ha illustrato le prossime iniziative di Palazzo Chigi. “Penso che dobbiamo fare in modo che le imprese possano sviluppare la loro azione al meglio, senza impedimenti, senza vincoli inutili e inopportuni. Questo significa lavorare sulla semplificazione

Chi sono i piccoli L’importanza della piccola impresa è fondamentale per il rilancio dell’Italia. Considerando le prime venti economie di cui si dispone di dati sulla struttura di impresa - che insieme rappresentano il 60,6% del Pil mondiale - il nostro Paese mostra una quota di occupati nelle micro e piccole imprese (MPI) con meno di 20 addetti pari al 57,5%, il doppio rispetto al 29,0% delle media. Tra i maggiori Paesi europei l’Italia presenta la più alta quota di occupati in micro e piccole imprese manifatturiere con meno di 20 addetti (38,9%), davanti a Spagna (31,2%), Francia (21,9%), Regno Unito (17,3%) e Germania (14,8%). Nel 2013 le sole MPI manifatturiere fino a 20 addetti realizzano un fatturato di 166.051 milioni di euro. Negli ultimi dodici mesi le esportazioni dei settori di MPI ammontano a 115.972 milioni di euro pari al 7% del PIL. L’Italia il primo Paese esportatore in Ue 28 nei settori di MPI in 48 Paesi dei 229 nel Mondo in cui effettua vendite di questi prodotti.

della pubblica amministrazione e sul peso della tassazione. In più - ha aggiunto il Ministro Poletti - abbiamo un tema che riguarda il cuneo fiscale sul lavoro, che oggi è molto forte e che va ridotto. Naturalmente, questa è una di quelle scelte che deve essere compatibile con il bilancio dello Stato. Noi abbiamo fatto della riduzione della pressione fiscale una priorità della nostra azione di governo. Queste sono le iniziative che metteremo in campo per aiutare le imprese a crescere”.

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vita associativa Artusiana 2016

Lo stand di Confartigianato riscuote consensi

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o stand di Confartigianato Forlì (nelle foto) all’edizione 2016 della festa Artusiana ha visto l’alternarsi di nove aziende associate per rispondere ai gusti di ogni palato. Dal dolce al salato, dalla tradizione all’innovazione, con un importante filo conduttore: la qualità delle materie prime e la bontà dell’offerta. Ad aprire le danze, sabato 25 giugno, l’Associazione culturale San Marten di San Martino in Villafranca che ha allestito una serata a base di pesca: dal primo, i famosi tortelli alla pesca, al dessert, la regina incontrastata del menù è stata proprio il succoso frutto estivo, rigorosamente a chilometro zero. La serata successiva è stata dedicata ai dolci di ispirazione artusiana, con il Panificio Castellucci di Meldola, che ha realizzato un tris di dolcezza: la torta di riso, la torta

di mandorle e cioccolato e una delicata specialità alla ricotta. Poi la pizzeria Pinco Pallino di Forlimpopoli ha stupito i visitatori con ricette speciali, pensate per abbinare le specialità locali: dai formaggi, ai salumi, sino alle verdure, una varietà tutta da gustare. Ma le sorprese dello stand sono state molteplici: l’azienda agricola La Minarda di Branzolino ha portato a Forlimpopoli, un tris di cappelletti all’uso di Romagna, un piatto unico abbinato alla degustazione della birra, mentre mercoledì il Forno Colombina di Modigliana ha preparato un assortimento di biscotti alla moda de “la scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Una selezione di biscotti realizzati con ingredienti ricercati e ripresi dalla tradizione, tra cui il grano “gentil rosso”, dal caratteristico fusto alto due metri, che non richiede concimi né di-

serbanti, ma ha una lavorazione più complessa, per ricavare una farina più ricca di amido e con meno glutine, caratteristiche organolettiche che rendono i prodotti da forno più digeribili e in grado di mantenere più a lungo la fragranza. Tra le specialità che hanno avuto i maggiori consensi anche gli spaghetti con sugo alla rustica, secondo la ricetta 104 dell’Artusi, preparata da R&B Locanda Guelfo di Tredozio e la “zuppa sul sugo di carne” la numero 38 sempre dal volume del gastronomo forlimpopolese realizzata nella serata di chiusura dal ristorante Mulino San Michele, sempre di Tredozio, due prestigiose realtà che testimoniano la vivacità dell’area del Tramazzo nel settore dell’accoglienza. Altra eccellenza di quell’area la Cooperativa Sociale Abbraccio Verde, che col tris Continua a pagina 11 • • •

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vita associativa La XX edizione della Festa Artusiana

Insieme a tavola, tra tradizione e modernità

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Artusiana 2016: grazie alle nostre aziende Sabato 25 giugno

Mercoledì 29 giugno

◆ Associazione Culturale San Marten San Martino in Villafranca “Tortelli alla pesca” e macedonia di pesche

◆ Forno Colombina - Modigliana Biscotti alla moda dell’Artusi

Domenica 26 giugno ◆ Panificio Castellucci di Castellucci Maurizio - Meldola Menù tris di dolci della tradizione Artusiana: Torta di Riso - Torta di Mandorle e Cioccolato - Torta di Ricotta

Lunedì 27 giugno ◆ Pinco Pallino di Orban Aurelia Forlimpopoli Pizze condite con prodotti del territorio

Martedì 28 giugno ◆ Azienda Agricola La Minarda Branzolino Forlì Cappelletti all’uso di Romagna: tre gustose ricette in un unico piatto arricchito dalla birra, abbinata anche alla degustazione

Giovedì 30 giugno ◆ R & B Locanda Guelfo - Tredozio Ricetta 104 dell’Artusi “Spaghetti con sugo alla rustica”

Venerdì 1 luglio ◆ Bel Posto di Maretti Adriana - Corniolo Tortello alla lastra zucca e patate (premiato a Expo 2015)

Sabato 2 luglio ◆ Coop. Sociale Abbraccio Verde Modigliana Tris di crescioni alle erbe spontanee e una dolce sorpresa

Domenica 3 luglio ◆ Ristorante Mulino San Michele - Tredozio Ricetta 38 dell’Artusi “Zuppa sul sugo di carne”

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Lo stand di Confartigianato riscuote consensi di crescioni alle erbe spontanee e il dolce di frutta, come si cucinava un tempo, ha portato alla ribalta i prodotti del sottobosco. Da sottolineare anche la partecipazione dell’azienda Bel Posto di Corniolo che ha preparato il noto tortello alla lastra, pre-

o stand di Confartigianato di Forlì ha animato Piazza Artusi. Lo spazio espositivo, promosso dall’Associazione, in occasione delle iniziative pensate per ricordare i settant’anni dalla fondazione è stato dedicato alla valorizzazione delle eccellenze del territorio. Nove serate, nelle quali sono state preparate prelibatezze da parte dell’Associazione San Marten coi tortelli alla pesca e la macedonia che incorona il frutto dell’estate, il Panificio Castellucci coi dolci della tradizione Artusiana, la pizzeria Pinco Pallino con le sue ricette uniche, l’Agriturismo la Minarda, con specialità ispirate dal testo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” ma con ingredienti a sorpresa, il Forno Colombina coi biscotti alla maniera dell’Artusi, la Locanda il Guelfo, con le golosità più sofisticate, il tortello alla lastra zucca e patate di Bel Posto, la scoperta delle erbe di campo e delle molteplici ricette nelle quali si declinano con la Cooperativa Sociale Abbraccio Verde e il Ristorante Mulino San Michele con le rivisitazioni delle ricette del gastronomo di Forlimpopoli. Una selezione imperdibile che ha riscosso ampi consensi da parte dei numerosi avventori che hanno scelto di gustare quanto cucinato dalle aziende associate.

miato a Expo 2015 come specialità italiana. Come chiarito dai vertici dell’Associazione obiettivo della partecipazione alla manifestazione “è di ribadire la qualità del prodotto artigianale, realizzato con materie selezionate e del territorio. Anche la scelta delle aziende presenti è stata operata in questa direzione, per consentire al visitatore di apprezzare il gusto di ciò che viene preparato come una volta, usando soltanto prodotti d’eccellenza.” essere impresa • • • giugno 2016 • 11


aziende storie di impegno e successi Chi investe nel centro storico

Fedifo amplia i locali

L’

imprenditrice Federica Siboni scommette sul centro storico e lo fa ampliando gli spazi del suo negozio, Fedifo (nelle foto), aperto quasi otto mesi fa in via De Amicis 10. Dopo i lavori di ripristino dei locali adiacenti all’attuale sede, venerdì 27 maggio si è tenuta l’inaugurazione dell’attività, con una novità, la presenza del laboratorio nel quale nascono alcune delle numerose creazioni in vendita. Come spiega l’imprenditrice “anche la ristrutturazione è in linea con la filosofia che anima l’attività, il riciclo, il riuso e il recupero dei materiali. Nel corso dei lavori, curati tutti da artigiani della zona, sono stati riutilizzati tutti i materiali originali, in alcuni casi dando una nuova vita a ciò che non era più utile allo scopo originario; per esempio le travi, restaurate, sono state adattate a mensole per il negozio, affinché nulla diventasse rifiuto.” L’imprenditrice, da sempre attiva nel settore tessile, ha creato una linea di accessori moda, per la persona e per la casa frutto della lavorazione di vecchi maglioni di lana, lana di recupero alla quale viene data nuova vita. La produzione dell’imprenditrice è affiancata dall’offerta di realizzazioni di stilisti e piccoli artigiani del territorio, tanto che il cliente che non riesce a trovare il capo desiderato può chiedere una personalizzazione dell’articolo richiesto. Con l’ampliamento dell’area, Fedifo potrà commercializzare una scelta più ampia di accessori per la casa, mentre è già attiva una collaborazione per la vendita di prodotti di cartoleria realizzati da un’azienda forlivese. Un’attenzione alle attività radicate sul territorio e una sensibilità all’ambiente, incentivando l’utilizzo di materiali che, correttamente lavorati, possono avere una seconda possibilità.

Made in Italy e contraffazione

Il comparto moda tra i più esposti Una recente indagine Ocse-Euipo ha messo in luce come sia proprio l’Italia il paese europeo che più subisce il problema delle violazioni dei diritti di proprietà derivanti dalla contraffazione. Per quanto concerne i sequestri di merce non originale, al primo posto nel mondo si trovano gli Stati Uniti, seguiti dall’Italia con il 14,6%, la Francia con il 12,1%, la Svizzera con l’11,7% e il Giappone con l’8,2%. I due cicli recessivi del 2008 e del 2014 hanno messo a dura prova le imprese italiane, a fronte di un calo del Pil di 19,1 miliardi di euro, le autorità hanno sequestrato 337milioni di beni contraffatti per un valore stimato di 4,4 miliardi di euro. L’impatto, soprattutto sul comparto moda è rilevante e quantificabile in una minore vendita per le imprese di quasi 10milioni di euro e una perdita di più di 88mila posti di lavoro. La pressione del sommerso e della concorrenza sleale rende ancora più complessa la situazione congiunturale delle imprese manifatturiere, tanto che nei settori maggiormente esposti, nel 2015, si è registrata una flessione delle imprese del 1,4%. La contraffazione è in crescita anche nelle vendite online, è infatti triplicata la quota di sequestri effettuati su merci trasportate con corriere e posta, i vettori dell’ecommerce che in 5 anni è passata dal 5,7% al 16,3%. Potenzialmente sono esposti al rischio di acquistare prodotti online contraffatti più di 3milioni di utenti della rete.

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a cura di Mauro Collina economia & lavoro

Come va la vita?*

O

ggi le aspettative di vita sono cresciute di 20 anni rispetto a mezzo secolo fa, cure mediche e abbondanza alimentare hanno raggiunti livelli mai visti prima. Eppure mai come oggi il progresso è sotto accusa, sprofondati come siamo nel pieno di una crisi economica, culturale e di valori.

È facile sentirsi impotenti e desiderosi di fuggire da una società che ci opprime. “Andare per boschi” per recuperare un buon rapporto con se stessi come suggeriva Henry Thoreau ha ispirato molti pensatori nel 900 e continua a ispirare ecologisti e ambientalisti contemporanei. Pochi sanno che il lago Walden in cui si rifugiò Thoreau per vivere in un capanno, come un eremita, sia distante meno di tre chilometri dall’abitato di Concord, sua città natale. Cosa cercava dunque Thoreau, a due passi da casa? Quello che molti di noi sognano, non la fuga dalla civiltà, né l’inseguimento di un ideale primitivo, piuttosto un luogo protetto, non fuori dal mondo ma abbastanza lontano dal mondo da non sentirne più il rumore. C’è chi pensa che lo sviluppo della nostra società sia da cercare nella decrescita. Altri sostengono che non si smetta mai di crescere, perché quando una cultura, un essere umano, una relazione sentimentale, smette di crescere, appassisce inesorabilmente, deperisce e comincia a morire: è una legge biologica, non se ne esce. Il problema è il modo in cui si cresce e non la crescita in sé. È per questo che parlare di benessere, in tempi di crisi, è diventato un tema fra i più discussi. Da una parte c’è chi pensa che parlare di qualità della vita in presenza di una recessione sempre più severa sia un diversivo per fornire un alibi a quei governi che si sono rivelati incapaci di fornire una risposta adeguata alla questione della crescita. Dall’altra parte ci sono quanti ritengono che la qualità della vita e la sua sostenibilità siano questioni strutturali che non possono iscriversi nella tempistica dettata dai mercati finanziari perché ci interpellano sull’evoluzione di lungo periodo della società, sul mondo che vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli. In questa seconda prospettiva, la qualità della crescita è importante quanto la sua quantità. Per misurare il benessere, ormai è un fatto assodato, occorre andare oltre il PIL. Che non vuol dire dimenticarlo, ma completarlo, con parametri che considerino tutto ciò che il Prodotto Interno Lordo non cattura. Da questo dibattito ne è nata un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat, che hanno elaborato una tabella comprendente i

Benessere regione per regione L’Ocse ha lanciato un sito interattivo (https:// www.oecdregionalwellbeing.org/) che permette di visualizzare il grado di benessere su base regionale. È anche possibile consultare i dati relativi alla qualità della vita assegnati su una scala da 1 a 10 a ogni regione, che compone i Paesi in questione, relativamente a salute, sicurezza, accesso ai servizi, impegno civico e partecipazione alla vita pubblica, educazione, lavoro, ambiente, reddito. Il nuovo sito web dedicato alla qualità della vita è parte della ‘’Oecd’s Better Life Initiativè’ e si basa come strumento di misurazione sul Better Life Index, indice che permette agli utenti di comparare diversi Paesi e diverse regioni per parametri e priorità differenti.

12 indicatori di quello che è chiamato BES (Benessere equo e solidale): sicurezza delle persone, benessere soggettivo, benessere economico, qualità dell’ambiente, salute, istruzione, relazioni sociali, partecipazione civica e istituzioni, equilibrio tra vita lavorativa e privata, qualità dei servizi, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione (vedi box). Vi consiglio di visitare il sito: www. misuredelbenessere.com, il rapporto sul BES offre spunti interessanti ed è uno strumento utile per rendere i cittadini maggiormente consapevoli sui punti di forza e sulle difficoltà da superare per migliorare la qualità della vita. Perché è dalla società che occorre ripartire, mettendo l’uomo al centro, se si vuole che anche l’economia possa rimettersi in moto. Non è un caso che governi come quello australiano o norvegese si siano posti come obiettivo principale il miglioramento del benessere dei propri cittadini. Le loro strategie promuovono l’autonomia individuale attraverso il lavoro, il rispetto dei diritti umani, le pari opportunità e principi di uguaglianza che si traducono in una redistribuzione delle risorse. Noi, cosa aspettiamo? *dal titolo del rapporto dell’OCSE “How’s life?” essere impresa • • • giugno 2016 • 13


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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli Le novità per gli studi di settore La proroga dei termini di versamento delle imposte dei soggetti per i quali sono elaborati gli studi di settore, già annunciata con comunicato stampa del MEF n. 107 del 14 giugno 2016, è stata formalizzata nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2016, pubblicato nella G.U. n. 139 del 16 giugno 2016. Le persone fisiche e le società di persone (e soggetti equiparati) devono effettuare, ordinariamente, il versamento del saldo 2015 e del primo acconto 2016 delle imposte (IRPEF e/o IRAP) e dei contributi previdenziali risultanti dal mod. UNICO 2016 entro il 16 giugno 2016 ovvero entro il 18 luglio 2016 con la maggiorazione dello 0,40% (in quanto il 16 luglio cade di sabato). Con il D.P.C.M. in oggetto, viene disposto che i soggetti, per i quali sono stati elaborati gli studi di settore, tenuti ai versamenti risultanti dalla dichiarazione dei redditi e da quella dell’IRAP, possono effettuare i predetti versamenti:  entro il 6 luglio 2016 (senza alcuna maggiorazione)  ovvero dal 7 luglio 2016 al 22 agosto 2016 con la maggiorazione dello 0,40% (il 20 agosto cade di sabato). Per le società di capitali, invece, i termini di versamento sono collegati alla data di approvazione del bilancio relativo al 2015. La proroga al 6 luglio senza maggiorazione ovvero al 22 agosto 2016, con la maggiorazione dello 0,40%, trova applicazione solo con riferimento alle società che hanno approvato il bilancio entro il 30 aprile 2016 e, pertanto, sarebbero tenute al versamento delle imposte (IRES e IRAP) entro il 16 giugno 2016 (ovvero 18 luglio con la maggiorazione dello 0,40%).Sono quindi escluse dalla proroga le società che approvano il bilancio nel mese di giugno 2016 (avvalendosi del maggior termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio), che devono ordinariamente effettuare i versamenti entro il 18 luglio 2016 (ovvero 16 agosto con la maggiorazione dello 0,40%, che slitta al 22 agosto 2016). Si precisa che la proroga riguarda i soggetti:  che esercitano un’attività per la quale è stato elaborato il relativo studio di settore: tra i soggetti che fruiscono della proroga rientrano anche quelli interessati da una causa di esclusione o di inapplicabilità dello studio di settore;

 che applicano il regime fiscale di vantaggio di cui all’art. 27, comma 1, del D.L. n. 98 del 2011;  che determinano il reddito forfetariamente ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 della L. n. 190/2014 (legge di stabilità 2015) e che svolgono attività economiche per le quali sono previsti gli studi di settore, anche se i medesimi sono anch’essi esclusi per legge dalla relativa applicazione. Analogamente allo scorso anno, la medesima proroga è applicabile anche nei confronti dei seguenti soggetti titolari di redditi di partecipazione in società/enti che esercitano attività per le quali è previsto lo studio di settore (che hanno quindi i requisiti per beneficiare della proroga), ossia ai: - collaboratori dell’impresa familiare, - soci di società di persone, - soci di associazioni professionali - soci di società di capitali trasparenti. Non beneficiano della proroga i soggetti:  che dichiarano, per il periodo d’imposta 2015, ricavi di cui all’articolo 85, comma 1, esclusi quelli di cui alle lettere c), d) ed e), o compensi di cui all’articolo 54, comma 1, del TUIR, di ammontare superiore a euro 5.164.569;  che applicano i parametri;  le persone fisiche “private”. La proroga trova applicazione, in generale, con riguardo a tutti i versamenti risultanti dal mod. UNICO. Di conseguenza, oltre al saldo 2015 e all’acconto 2016 di IRPEF, IRES e IRAP, sono differiti anche i versamenti relativi ai seguenti tributi (semprechè dovuti dai soggetti che usufruiscono della proroga, come indicata nel par. 2):  addizionali IRPEF  saldo IVA per i soggetti che presentano la dichiarazione in forma unificata  contributi previdenziali (IVS, gestione separata INPS, etc.)  imposte sostitutive quali quelli applicabili per il regime forfetario e di vantaggio  cedolare secca, imposta sul valore degli immobili situati all’estero (IVIE) e quella sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (IVAFE).

Riscossione coattiva: cambiano le modalità di notifica degli atti per le imprese Dal 1° giugno 2016 le imprese individuali e le società - come anche i professionisti iscritti in albi o elenchi - riceveranno la notifica degli atti di riscossione Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • giugno 2016 • 15


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15

di Equitalia attraverso la posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo risultante dall’Indice nazionale degli indirizzi INI-PEC, in attuazione dell’art. 14 del D.Lgs. 159/2015 (Decreto sulla semplificazione e razionalizzazione delle norme sulla riscossione in attuazione della delega fiscale). Detto articolo prevede, infatti, l’obbligo per Equitalia di effettuare le notifiche a mezzo PEC per le imprese ed i professionisti, mentre per i cittadini il canale PEC sarà attivato su specifica richiesta. Il citato articolo 14, al fine di potenziare la diffusione dell’utilizzo della posta elettronica certificata nell’ambito delle procedure di notifica, nell’ottica del massimo efficientamento operativo, della riduzione dei costi amministrativi e della tempestiva conoscibilità degli atti da parte del contribuente, sostituisce l’art. 26 comma 2 del D.P.R. n. 602/73. L’uso della posta elettronica certificata (PEC) consentirà, dunque, di velocizzare il processo di notifica da parte di EQUITALIA. La norma consente, infatti, all’agente della riscossione la consultazione telematica e l’estrazione, anche in forma massiva, di tali indirizzi. Equitalia, in una nota indirizzata alla Confederazione, precisa che dal 1° giugno prossimo le imprese individuali e le società, dotate di PEC, riceveranno sulla propria casella mail le comunicazioni di Equitalia senza più dovere ritirare gli atti presso gli uffici postali o comunali. Nel caso di indirizzo PEC non valido o inattivo, o nel caso in cui la casella mail risultasse satura malgrado il secondo tentativo effettuato dopo 15 giorni dal primo, Equitalia comunica che l’atto sarà inviato telematicamente alla Camera di Commercio competente per territorio e sarà sempre reperibile on line in un’apposita sezione del suo sito internet della medesima. Il contribuente verrà informato del deposito “telematico” dell’atto tramite raccomandata con avviso di ricevimento. Equitalia, inoltre, ricorda che le imprese sono tenute a disporre di un indirizzo PEC attivo presso il registro delle Imprese attraverso il quale viene puntualmente aggiornato, secondo modalità stabilite per legge, l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC).

Maxiammortamento 2016 Si ricorda che fino al 31/12/2016 per le imprese ed i lavoratori autonomi che intendono effettuare investimenti in beni strumentali nuovi, al solo fine di determinare le quote di ammortamento e i canoni di leasing, il costo di acquisizione è incrementato del 40% (così, ad esempio, un cespite acquistato per € 60.000 rileva per il calcolo degli ammortamenti per € 84.000). È stata disposta l’irrilevanza dell’incremento di costo ai fini dell’applicazione degli studi di settore (maggiori ammortamenti e maggiori valori beni strumentali). Relativamente agli acquisti di veicoli nuovi effettuati nel predetto periodo, oltre all’incremento del 40% del costo di acquisizione, è previsto l’aumento nella me-

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desima misura (40%) dei limiti di deducibilità di cui all’art. 164, comma 1, lett. b), TUIR (così, ad esempio, il limite di € 18.075,99 passa a € 25.306,39). Sono esclusi dall’incremento gli investimenti:  in beni materiali strumentali per i quali il DM 31.12.88 stabilisce un coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%;  in fabbricati e costruzioni;  in alcuni beni ricompresi nei seguenti gruppi: - gruppo V (industrie manifatturiere alimentari specie 19; - gruppo XVII (industrie dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua), specie 2/b, 4/b; - gruppo XVIII (industrie dei trasporti e delle telecomunicazioni), specie 1,2,3,4 e 5.

Ambiente e Sicurezza • a cura di Alberto Camporesi Denuncia all’autorità e indagine per infortunio Gli infortuni che comportano prognosi elevate, quindi superiori ai 30 o ai 40 giorni che conseguenze possono avere? Esistono due categorie principali di implicazioni: la necessità di denuncia all’autorità di pubblica sicurezza, ora portata a 30 giorni, e l’eventuale indagine per infortunio.

Denuncia di infortunio all’autorità di pubblica sicurezza Prima dell’entrata in vigore del DLgs 151/2015, per gli infortuni prognosticati non guaribili entro tre giorni, escluso quello dell’evento, il datore di lavoro doveva inviare una copia della denuncia/comunicazione di infortunio all’Autorità locale di Pubblica Sicurezza. Con il DLgs 151/2015 dal 22 marzo 2016 è modificato l’obbligo del datore di lavoro a comunicare gli infortuni sul lavoro. L’obbligo di comunicazione all’autorità locale di pubblica sicurezza (da adempiere entro il termine di 2 giorni da quando ne ha avuto notizia) deve avvenire esclusivamente in caso di infortunio mortale o che abbia causato una prognosi superiore a 30 giorni. Il datore di lavoro adempie alla comunicazione con l’invio all’Inail della denuncia di infortunio con le modalità telematiche sopra previste. Continua a pagina 17 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16

Indagine per infortunio Le regole non sono cambiate. Le lesioni personali colpose sono perseguibili dell’art. 590 del c.p., anche in relazione alla gravità.  La lesione personale è grave […]: 1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa, ovvero una malattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni; 2) se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo;  La lesione personale è gravissima […] se dal fatto deriva: 1) una malattia certamente o probabilmente insanabile; 2) la perdita di un senso; 3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile, ovvero la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare, ovvero una permanente e grave difficoltà della favella; 4) la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso.”  In caso di lesioni colpose l’azione penale è legata alla prognosi: 1) prognosi che superano i 30 giorni: attivazione, per lo più ad iniziativa dell’ INAIL, dell’ inchiesta amministrativa della Direzione provinciale del lavoro, il cui verbale viene inviato al Pubblico Ministero; 2) prognosi fino a 40 giorni: possono far scattare l’azione penale solo ad iniziativa dell’interessato; 3) prognosi oltre i 40 giorni: l’eventuale azione penale viene promossa d’ufficio dal Pubblico Ministero.

Lesioni gravi e gravissime e responsabilità della società Si ricorda che con DLgs 231/2001 è stata introdotta una forma di responsabilità “amministrativa” che colpisce direttamente enti e società nel caso di commissione di reati da parte di dipendenti e collaboratori ovvero dai propri amministratori e manager. La L. 123/2007 ha introdotto, tra i reati previsti dal DLgs 231/2001, anche il reato di omicidio colposo, lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. Le sanzioni previste per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato si distinguono in: sanzioni pecuniarie, sanzioni interdittive (interdizione dall’esercizio di attività, sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze e concessioni, divieto contrarre con la P.A., esclusio-

ne/finanziamenti e contributi, divieto di pubblicizzare beni e servizi), confisca, pubblicazione della sentenza.

Campi elettromagnetici Valutazione dei rischi di esposizione Nel giugno 2013 venne pubblicata la Direttiva Europea 2013/35/UE sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da esposizione a campi elettromagnetici. Il 1° luglio 2016 è scaduto il termine per il recepimento della direttiva e dei nuovi limiti di esposizione, nonché delle relative le prescrizioni. Lo scorso mese di dicembre 2015, la Commissione Europea ha elaborato e pubblicato una specifica linea guida, della quale è presente una versione semplificata per le PMI.

Campi elettromagnetici: che cosa sono I campi elettromagnetici possono essere generati da sorgenti presenti in molte attività lavorative, nell’ambito di processi di fabbricazione, la ricerca, le comunicazioni, le applicazioni mediche, la produzione, trasmissione e distribuzione di energia, la telediffusione, la navigazione marittima e aerea e la sicurezza. I campi elettromagnetici possono anche essere “incidentali”, come i campi generati in prossimità dei cavi di distribuzione dell’energia elettrica all’interno degli edifici, oppure dovuti all’impiego di apparecchiature e dispositivi elettrici. La maggior parte delle sorgenti dei campi elettromagnetici presenti nelle case e negli ambienti di lavoro produce livelli di esposizione estremamente bassi, tali che la maggior parte delle attività lavorative comuni difficilmente causa esposizioni superiori ai livelli di azione (LA) o ai valori limite di esposizione (VLE) stabiliti dalla direttiva relativa ai campi elettromagnetici. Ma talvolta i limiti possono essere superati, e può essere quindi necessaria una verifica strumentale. Esempi di sorgenti di campi elettromagnetici, in ambito lavorativo, sono i seguenti:  linee di alimentazione elettrica a tensione elevata;  sistemi di trasmissione radio;  impianti di saldatura;  riscaldatori industriali a microonde;  apparecchi elettromedicali;  magnetizzatori e smagnetizzatori;  sistemi per la ricerca di difetti nei materiali.

Campi elettromagnetici: quali effetti Come si legge nella guida, alcuni campi provocano la stimolazione degli organi sensoriali, dei nervi e dei muscoli, mentre altri causano un riscaldamento. Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • giugno 2016 • 17


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17

Gli effetti causati dal riscaldamento sono denominati effetti termici nella direttiva relativa ai campi elettromagnetici, mentre tutti gli altri effetti sono definiti effetti non termici. Gli effetti diretti sono i cambiamenti provocati in una persona dall’esposizione a un campo elettromagnetico. La direttiva relativa ai campi elettromagnetici prende in considerazione solo effetti ben noti che si basano su meccanismi conosciuti. Essa distingue fra effetti sensoriali ed effetti sulla salute, considerati più gravi. Gli effetti diretti possono essere i seguenti:  vertigini e nausea provocati da campi magnetici statici (connessi normalmente al movimento, ma possibili anche da fermo)  effetti su organi sensoriali, nervi e muscoli provocati da campi a bassa frequenza (inferiore a 100 kHz);  riscaldamento di tutto il corpo o di parti del corpo causato da campi ad alta frequenza (pari o superiore a 10 MHz); con vari GHz il riscaldamento si limita sempre più alla superficie del corpo;  effetti su nervi e muscoli e riscaldamento causato da frequenze intermedie (da 100 kHz a 10 MHz) Effetti indiretti possono essere provocati dalla presenza nel campo elettromagnetico di oggetti che possono costituire la causa di un rischio per la sicurezza o la salute. Gli effetti indiretti possono essere:  interferenze con attrezzature e altri dispositivi medici elettronici;  interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati attivi, ad esempio stimolatori cardiaci o defibrillatori;  interferenze con dispositivi medici portati sul corpo, ad esempio pompe insuliniche;  interferenze con dispositivi impiantati passivi, ad esempio protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo;  effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing e body art;  rischio di proiettili a causa di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;  innesco involontario di detonatori;  innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi; scosse elettriche o ustioni dovute a correnti di con tatto quando una persona tocca con un oggetto conduttore in un campo elettromagnetico e uno dei due non è collegato a terra.

Le aziende: che cosa fare Il datore di lavoro deve sempre e comunque valutare i rischi di esposizione a campi elettromagnetici.

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Laddove necessario (es. in presenza di sorgenti definite non “giustificabili”), effettuare specifiche misurazioni. Gli step fondamentali del processo di valutazione (in estrema sintesi - non esaustiva) sono i seguenti:  identificazione delle possibili sorgenti di pericolo;  identificazione degli eventuali soggetti a rischio;  valutazione preliminare dei rischi contestuale ad una eventuale indagine strumentale;  analisi dei risultati e valutazione definitiva del rischio;  definizione di un piano delle misure di prevenzione e protezione. Confartigianato Forlì è a disposizione per una consulenza tecnica o per eventuali misurazioni con strumentazione di ultima generazione.

Corsi per RSPP Per datori di lavoro che hanno già effettuato il corso di 16 ore Sulla base dell’Accordo tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 21 Dicembre 2011, ricordiamo che i Datori di Lavoro che si sono autonominati Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.) dopo il 31 Dicembre 1996, e che hanno effettuato il corso specifico di formazione della durata di 16 ore, devono obbligatoriamente frequentare un corso di aggiornamento, entro e non oltre l’11/01/2017. Il corso di aggiornamento ha una periodicità quinquennale, e la sua durata è di 6 ore per il rischio “Basso”, 10 ore per il rischio “Medio” e 14 ore per il rischio “Alto”.

Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in occasione di assunzione di un lavoratore La normativa vigente che tutela la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro (D.lgs. 81/08) prevede che l’ impresa ponga in essere i seguenti adempimenti in seguito all’assunzione del dipendente/collaboratore/associato ecc. Visita medica preassuntiva (obbligatoria solo per apprendisti minorenni) o preventiva, comunque da eseguire prima che il lavoratore sia messo a svolgere una attività per la quale è obbligatorio constatare “l’assenza di controindicazioni al lavoro a cui è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica” in caso di mansione soggetta a sorveglianza sanitaria; Formazione del lavoratore in base alla normativa vigente (accordi stato-regioni) (verificare con Agenzia se già fatta); Continua a pagina 19 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 18

Addestramento nel caso di utilizzo di macchinari e/o attrezzature pericolosi e DPI di Terza Cat. e prot.udito; Formazione teorico pratica per l’utilizzo di particolari macchinari/attrezzature (piattaforme di lavoro mobili elevabili, gru a torre, gru mobile, gru per autocarro, carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo, carrelli industriali semoventi, carrelli/ sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi, trattori agricoli o forestali, macchine movimento terra: escavatori idraulici, escavatori a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli, pompa per calcestruzzo; fornire al lavoratore i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale; richiedere l’osservanza da parte del singolo lavoratore delle norme vigenti; nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di subappalto (cantieristica), munire il lavoratore di apposita tessera di riconoscimento. Per il mancato adeguamento alle norme di cui sopra sono previste pesanti sanzioni penali a carico dei datori di lavoro. Confartigianato attraverso l’Ufficio Ambiente e Sicurezza è a disposizione delle aziende associate per assisterle e affiancarle individuando il percorso più semplice e meno oneroso per gestire i numerosi e complessi adempimenti previsti.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani Riduzione dell’orario di lavoro per i lavoratori prossimi alla pensione È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 2016 il Decreto 7 aprile 2016 del Ministero del Lavoro, con cui trova attuazione la misura prevista della Legge di Stabilità 2016, che agevola la riduzione dell’orario di lavoro per i lavoratori prossimi alla pensione. Tale possibilità è destinata ai lavoratori dipendenti del settore privato, con contratto a tempo pieno e indeterminato, che maturano entro il 31/12/2018 il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia (cioè

che abbiano maturato i requisiti minimi di contribuzione e maturino entro la suddetta data il relativo requisito anagrafico). Qualora si decida, in accordo con il datore di lavoro, di trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con riduzione dell’orario in misura compresa tra il 40% e il 60%, al lavoratore sarà riconosciuta la copertura pensionistica figurativa per la parte di retribuzione persa e la corresponsione di una somma pari alla contribuzione pensionistica, che il datore di lavoro avrebbe versato con riferimento alla prestazione lavorativa non effettuata. Tale somma verrà riconosciuta mensilmente dal datore di lavoro e non è assoggettata a contributi previdenziali, oltre a non concorrere alla formazione del reddito da lavoro dipendente. L’INPS, con circolare del 26 maggio 2016 ha fornito le istruzioni operative per la fruizione del beneficio, precisando che i datori di lavoro potranno presentare l’istanza telematica di autorizzazione al part- time agevolato a partire dal 02 giugno 2016.

Incentivi per le assunzioni disabili Il D.Lgs. 151/2015, nel modificare la legge n. 68/1999, ha riscritto tutto il sistema degli incentivi connessi all’assunzione delle persone con disabilità, affidando la competenza della gestione della materia all’INPS . L’Istituto, con Circolare n. 99 del 13/06/2016, ha fornito le istruzioni operative per la richiesta e il godimento del nuovo incentivo previsto per le assunzioni di lavoratori con disabilità effettuate dal 1° gennaio 2016. Il beneficio è riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati, che siano soggetti o meno all’obbligo di assunzione di disabili di cui alla L.. 68/99. Le categorie per cui è previsto l’incentivo sono:  disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 79%;  disabili con riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67% e il 79%,  lavoratori con disabilità intellettiva e psichica che comporti una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% Nei primi due casi, l’incentivo spetta per le assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni a tempo indeterminato di un rapporto a termine, anche a tempo parziale, decorrenti dal 01 gennaio 2016. Invece, per i soggetti con disabilità intellettiva e psichica come sopra indicati, l’agevolazione è fruibile anche in caso di instaurazione di un rapporto a tempo determinato, purché di durata non inferiore a 12 mesi. La durata e la misura dell’incentivo economico sono parametrate in base alla percentuale di disabilità del lavoratore. L’incentivo viene corrisposto al datore di laContinua a pagina 20 • • • essere impresa • • • giugno 2016 • 19


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 19

voro mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili ed è riconosciuto dall’INPS, in base alle risorse disponibili, secondo l’ordine di presentazione delle apposite domande telematiche.

Edilizia: incentivi all'assunzione La Regione Emilia Romagna con la delibera n. 1823 del 24/11/2015 ha dato attuazione all’azione definita come “BONUS OCCUPAZIONALE” per favorire il reinserimento dei lavoratori espulsi da imprese dell’edilizia e delle costruzioni. Gli incentivi si rivolgono all’assunzione dei destinatari con età superiore ai 50 anni e più precisamente: a) lavoratori interessati, nel biennio di attuazione degli interventi, da processi di: - sospensione mediante cassa integrazione guadagni straordinaria, anche in deroga; - progressiva espulsione mediante iscrizioni a liste di mobilità collettiva; b) lavoratori in stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181. L’incentivo è concesso a fronte dell’assunzione con contratto a tempo indeterminato oppure con contratto a tempo determinato superiore ai 12 mesi. In quest’ultima fattispecie l’accesso all’incentivo è ammissibile solo nel caso in cui la durata contributiva del suddetto contratto consenta al destinatario il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Le assunzioni che possono essere incentivate sono quelle realizzate nel periodo compreso fra il 12/11/2015 e il 12/11/2016, a condizione che la retribuzione assicurata al/alla lavoratore/lavoratrice a seguito della sua assunzione sia superiore a € 15.000,00 annui lordi. Gli incentivi non possono riguardare l’assunzione di destinatari che abbiano cessato un precedente rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato nei dodici mesi precedenti all’assunzione con lo stesso datore di lavoro che richiede l’incentivo. L’entità dell’incentivo per l’assunzione dei destinatari è così definito:  per contratti di lavoro a tempo indeterminato in euro 6.000,00;  per contratti di lavoro a tempo determinato o di somministrazione maggiore di 12 mesi in euro 4.000,00. Possono beneficiare degli incentivi tutti i datori di lavoro, fatto salvo il rispetto del possesso dei requisiti richiesti dal regime di aiuti prescelto e di ulteriori requisiti previsti dal legislatore, quali ad esempio la regolarità nei versamenti contributivi. L’unità locale

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destinataria degli incentivi all’assunzione deve essere localizzata in Emilia-Romagna al momento della presentazione della domanda di incentivo.

Super bonus garanzia giovani indicazioni operative INPS Con la circolare n. 89 del 24 maggio 2016, l’Inps ha provveduto ad illustrare la disciplina e fornire le indicazioni operative per la richiesta del super bonus garanzia giovani, ovvero l’incentivo riconosciuto ai datori di lavoro (anche non rientranti nella definizione di “imprenditori”) che contrattualizzino nell’ambito di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (anche apprendistato di tipo professionalizzante, mentre sono esplicitamente escluse le altre forme di apprendistato) soggetti in precedenza inseriti in tirocini rientranti nell’ambito del programma Garanzia Giovani anche se presso un datore di lavoro diverso rispetto a quello che procede all’assunzione. Vengono individuati anche precisi limiti temporali:  il tirocinio extra-curricolare in Garanzia Giovani deve essere stato avviato e/o deve essersi concluso entro il 31 gennaio 2016;  l’assunzione deve essere effettuata nel periodo compreso tra il 1° marzo ed il 31 dicembre 2016 e può avvenire anche con un contratto part time, purché superiore al 60% dell’orario normale. Il bonus è esplicitamente escluso in caso di contratto di lavoro domestico, intermittente e accessorio. Inoltre, il bonus non può essere riconosciuto:  per più di un rapporto di lavoro; in pratica, una volta riconosciuto in favore di un lavoratore, l’incentivo non sarà più autorizzato per nuove assunzioni effettuate dallo stesso o anche da un altro datore di lavoro;  per lo stesso giovane per cui si sia già fruito del bonus GA.GI. ordinario. Per quanto concerne l’assunzione con contratti di apprendistato professionalizzante, il Super Bonus è riconosciuto in misura intera solo se il rapporto ha una durata pari o superiore a 12 mesi. Qualora il piano formativo sia invece più breve (es apprendistato stagionale), l’importo complessivo del beneficio è proporzionalmente ridotto. L’incentivo è fruibile in 12 quote mensili di pari importo e, in caso di conclusione anticipata del rapporto, va proporzionato alla durata effettiva dello stesso.

Detassazione dei premi di produttività In data 16/05/2016 è stato pubblicato il Decreto Interministeriale (firmato in data 25 marzo) che disciContinua a pagina 21 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 20

plina la detassazione dei premi di produttività, che torna quindi ad essere operativa dopo l’interruzione avvenuta nel 2015, con importanti novità. La Legge di Stabilità 2016, infatti, ha reintrodotto, in via permanente, l’imposta forfetaria del 10% sui premi di risultato e sulle distribuzioni di utili ai lavoratori con reddito da lavoro dipendente fino a 50mila euro lordi annui ed entro un tetto annuo di 2000 euro lordi. Il Decreto Interministeriale in oggetto stabilisce ora che le somme potenzialmente detassabili saranno esclusivamente i premi di risultato, intendendo per tali le somme di ammontare variabile la cui corresponsione sia legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione. La definizione dei criteri di misurazione e verifica di tali incrementi è demandata alla contrattazione collettiva di secondo livello. L’applicazione della detassazione, infatti, è subordinata al deposito del contratto collettivo aziendale o territoriale da effettuarsi entro 30 giorni dalla relativa sottoscrizione, insieme con la dichiarazione di conformità dello stesso alle disposizioni del Decreto 25 marzo 2016, redatta in conformità allo specifico modello disponibile sul sito del Ministero del Lavoro.

Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) : definiti i criteri per l’autorizzazione Sulla Gazzetta Ufficiale n. 137/2016 è stato pubblicato il Decreto del Ministero del lavoro n. 95442 del 15/04/2016, che definisce i criteri per l’approvazione dei programmi di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO). In particolare, è previsto che l’azienda, al fine di ottenere la concessione della CIGO, debba presentare una relazione tecnica dettagliata, resa sotto forma di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, contenente le ragioni che hanno determinato la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa che dimostri, sulla base di elementi oggettivi, la possibilità di ripresa dell’attività.

Credito • a cura di Collabora Dalla Regione contributi per agriturismi e fattorie didattiche A disposizione circa 15,7 milioni di euro per incentivare l’agriturismo e l’attività di fattoria didattica La Regione continua a investire nella multifunzionalità, nello sviluppo di attività turistiche e didattiche favorendone la nascita di nuove ma soprattutto so-

stenendo le aziende esistenti che ampliano l’offerta agrituristica arricchendo i servizi a disposizione degli utenti. Si intende sostenere l’offerta ricettiva regionale nello sforzo di qualificare le strutture esistenti attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento di fabbricati rurali, la qualificazione di spazi aperti e acquisto di attrezzature. Potranno beneficiare del contributo, gli “operatori agrituristici” iscritti negli elenchi previsti dalla Legge Regionale nr. 4 del 2009 “Disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole” che rientrano tra le: micro imprese agricole, quindi hanno meno di 10 persone occupate e con un fatturato o bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro; piccole imprese agricole, quindi hanno meno di 50 persone occupate e con un fatturato o bilancio annuo inferiore a 10 milioni di euro. Il sostegno sarà del 50% della spesa ammissibile per gli interventi attuati nelle aree rurali con problemi di sviluppo, del 45% per quelli attuati nelle aree rurali intermedie e del 40% per il restante territorio regionale. Saranno premiate le imprese ad agricoltura biologica o che vantano la presenza di un giovane imprenditore che negli ultimi cinque anni ha usufruito del premio di primo insediamento. I contributi sono concessi in conto capitale e non possono superare l’ammontare di 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari (regime De Minimis). Il termine per la presentazione delle domande scadrà il 23/09/2016.

Liberi dal gioco d’azzardo 150mila euro per chi dismette le macchinette “mangiasoldi” aderendo al marchio “Slot FreER” La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, si proposta dell’assessore al Turismo e Commercio, Andrea Corsini, ha deliberato l’emanazione di un bando per la concessione di contributi per Progetti presentati da Comuni e da Unioni dei Comuni per contrastare i fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito. La finalità, come per la altre azioni di contrasto messe in campo della Regione, è quella di ridurre l’impatto e le ricadute sulla collettività in termini di costi, sicurezza e legalità. I progetti, per essere ammessi al contributo, dovranno essere avviati dall’1 gennaio 2017 e concludersi entro il successivo 31 dicembre. Saranno ammessi i progetti che svilupperanno eventi informativi e/o campagne di sensibilizzazione oppure iniziative culturali collegate alla diffusione del marchio SlotFreER. Possono accedere ai finanziamenti azioni nei confronti di esercizi commerciali, pubblici esercizi, circoli privati e altri luoghi deputati che scelgono di aderire alla campagna regionale, richiedendo l’assegnazione del marchio SlotFreER. I progetti devono essere inviati alla Regione, con posta certificata, entro il 31 ottobre 2016 all’indirizzo comtur@postacert.regione.emilia-romagna.it essere impresa • • • giugno 2016 • 21


movimenti Anap

Ugo Berti nuovo Presidente del CUPLA

I

l CUPLA Forlì-Cesena (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) composto da 7 Associazioni dei Pensionati (ANAP - Confartigianato; Associazione Pensionati CIA; 50 & PIU’ Fenacom - Confcommercio; CNA Pensionati; Federpensionati Coldiretti; FIPAC - Confesercenti; FNPA Casartigiani; Sindacato Pensionati Confagricoltura) ha rinnovato i propri vertici. L’assemblea provinciale del CUPLA, che conta su tutto il territorio ben 28mila pensionati aderenti, da sempre attivo nella promozione di iniziative rivolte alla tutela dei diritti e del benessere delle persone anziane, ha eletto il nuovo Direttivo che resterà in carica per il prossimo biennio. La carica di Presidente, ricoperta negli ultimi due anni da Cesare Garavini, espressione

del Cupla provinciale, oltre al Presidente Berti, è composto dal Vice Presidente Benito Gaudenzi e dai consiglieri Cesare Garavini, Sergio Giunchi, Sauro Suprani, Marcello Mazzotti, Ernesto Partisani, Alberto Dina, Sergio Giunchi, Ettore Succi, Paola Desanti, Armano Morelli.

di Federpensionati Coldiretti, passa nelle mani di Ugo Berti (nella foto), già vicepresidente, artigiano, sessantasei di età, rappresentante di Anap Confartigianato Forlì. Il nuovo Direttivo

L’impegno del neo presidente Berti sarà improntato alla promozione dell’attività del Cupla nel segno della continuità al fine di assicurare la massima visibilità al Coordinamento e rappresentare al meglio le problematiche e le istanze dei pensionati del lavoro autonomo. L’azione svolta dal CUPLA prevede, dunque, momenti di studio, attività convegnistiche e il coinvolgimento dei mezzi di informazione e comunicazione per dare rilievo alle tematiche connesse alla terza età.

Pensioni d’oro

Corrispondenza tra importo e contribuzione “La decisione della Corte Costituzionale di respingere le richieste di incostituzionalità della legge del Governo Letta che aveva istituito il prelievo sulle pensioni d’oro ci sembra aderente al principio di solidarietà che ispirava la norma”. È la posizione dei vertici Anap Confartigianato. “Ridurre l’enorme divario che esiste nel nostro sistema pensionistico tra le pensioni di importo assai elevato, che talvolta sono sproporzionate rispetto alla contribuzione effettivamente versata, e le pensioni di basso importo che spesso non consentono di 22 • giugno 2016 • • • essere impresa

condurre un’esistenza dignitosa è una misura di carattere sociale ed equitativa che non può non trovare il consenso dell’Anap, anche perché sono aumentate le pensioni che si situano al di sotto della soglia di povertà”. E continuano “secondo uno studio del CER, negli ultimi dieci anni il costo del paniere di consumo delle famiglie dei pensionati relativamente più povere è incrementato di circa 50 euro al mese, mentre le pensioni sono rimaste al palo o sono diminuite in termini reali per effetto dell’inadeguato meccanismo di rivalutazione automatica”.

La conclusione è un invito chiaro “occorre che le norme che istituiscono prelievi di solidarietà obbediscano a due principi. Per prima cosa i prelievi debbono essere utilizzati categoricamente per soccorrere le pensioni più basse. Le pensioni sulle quali si istituisce il prelievo, inoltre, devono essere effettivamente d’oro e, quindi, non vanno toccate quelle al di sotto di una ragionevole quota che rappresentano il frutto di una vita di lavoro e che permettono di condurre una vita agiata ma certamente non nella ricchezza”.


Anap movimenti

Necessario incentivare la ripresa

A

nap Confartigianato ha realizzato la VII Assemblea Programmatica, dal titolo “Il futuro non aspetta” tenuta a Montesilvano. L’organizzazione, che si propone di rappresentare, tutelare e difendere gli anziani e i pensionati, si è posta nella tre giorni di lavori degli obiettivi specifici per correre insieme e continuare a crescere sia dal punto di vista numerico sia della sindacalizzazione, rafforzare il rapporto con i soci e aumentare l’autorevolezza, la visibilità e l’efficacia degli interventi dell’Associazione. L’Assemblea, che ha ribadito la validità del tema dominante della precedente Assise di San Vincenzo nel 2013 e cioè “Crescere in una logica di sistema”, ha anche individuato, alla luce dei cambiamenti avvenuti e delle prospettive future, un piano strategico da portare avanti nei prossimi anni, indicando percorsi e obiettivi. Tra questi l’Anap si propone di diventare sempre più forza sociale, con un rapporto diretto e personale con i soci tenuto dai gruppi territoriali; di essere punto di riferimento costante per i pensionati, dei quali va favorita la partecipazione attiva e di trovare maggiore integrazione e sinergia all’interno del sistema Confartigianato. In particolare occorre sollecitare e promuovere la partecipazione femminile nei ruoli di responsabilità, arricchendo così la visione di Anap, hanno sottolineato i vertici, commentando la costituzione del Comitato Donne. “Si tratta di un’iniziativa che merita la massima attenzione sia perché le donne rappresentano circa la metà dei nostri soci sia perché possono dare un grosso contributo all’Organizzazione”. Sono stati i temi politico-sindacali e quelli sempre caldi di sanità e pensioni i cardini della discussione durante tutta l’Assemblea. Le considerazioni sulla previdenza nel nostro Paese non hanno lasciato dubbi sulla necessità di agire e in fretta: “Al Paese serve la ripresa economica che ancora non si vede; è su questo fronte che bisogna lavorare, non su quello delle pensioni, che genera un conflitto intergenerazionale senza senso”. Nella prospettiva di un “futuro che non aspetta”, l’Assemblea è partita dalla situazione complessiva del Paese tracciando un quadro non confortante: “L’Italia stenta a trovare la strada dello sviluppo; impossibile non valutare che le nostre pensioni hanno perso in questi ultimi anni il 30% del loro potere d’acquisto e che la sanità è ormai negata a una gran parte dei cittadini, mentre per la prima volta nella nostra storia è cala-

ta l’aspettativa di vita”. Una situazione che non può non suscitare preoccupazione: Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione porterà in poco tempo dall’attuale 24% di anziani in Italia al 30% e i risvolti sono facilmente intuibili. Ecco perché, secondo Anap, a destare particolare preoccupazione sono le previsioni contenute nel DEF sulla spesa sanitaria che nel triennio 2017-2019 crescerà meno del PIL nominale e, quindi, non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi. “La sanità pubblica, a parità di potere d’acquisto, nel prossimo triennio disporrà delle stesse risorse solo se la ripresa economica del Paese raggiungerà previsioni più che ambiziose - hanno commentato - in caso negativo, è molto probabile che sul SSN si potranno abbattere ulteriori tagli”.

Gita Anap: Giubileo Roma Dal 7 al 9 ottobre 2016 si terrà la gita promossa da Anap Confartigianato e aperta a tutti gli associati. Un appuntamento da non perdere con un programma molto dettagliato. Venerdì 7 ottobre: ritrovo ore 6,45 presso parcheggio adiacente alla sede di Confartigianato di Forlì. Arrivo a Roma previsto circa 11,30 - 12,00 - pranzo libero. Ore 14,00 - Visita guidata al Senato (per gli uomini è obbligatorio giacca e cravatta). Ore 16,00 - Visita libera di Roma con ritrovo al pullman alle 18,30 per rientro in hotel. Ore 19,30 - Cena e musica in Hotel. Sabato 8 ottobre: Prima colazione in Hotel e successiva visita guidata al Quirinale con gli annessi giardini. Pranzo libero. Pomeriggio visita libera alla Roma Antica. Cena in trattoria tipica in Trastevere. Rientro in hotel con visita notturna dei principali monumenti di Roma. Domenica 9 ottobre: Visita città del Vaticano con “Cammino Giubilare” che ci condurrà da Castel S.Angelo fino alla Porta Santa. Ore 12,00 - piazza S. Pietro per l’Angelus del Papa Rientro in Hotel per il pranzo: Ore 15,30 ritrovo al pullman per rientro a Forlì. Quota di partecipazione: 290 euro e comprende: viaggio A/R in Pullman, sistemazione in hotel con servizio a mezza pensione. Per iscrizioni Paola Bartolini (0543-452818 bartolini@confartigianato.fo.it) Giuseppe Mercatali (0543-452960/809 mercatali@confartigianato.fo.it) essere impresa • • • giugno 2016 • 23


movimenti donne impresa Anap e Donne Impresa Insieme per il nuovo welfare

Sostegno alle famiglie un impegno comune

L

o scorso 16 giugno si è tenuto a Bologna il convegno “Imprenditrici, famiglia, terza età: quali modelli di welfare in una società che cambia” (nella foto), promosso da Confartigianato Emilia Romagna. Il presidente regionale Marco Granelli ha spiegato le motivazioni alla base della scelta del tema, spiegando che esistono diverse motivazioni e nessuna è casuale “Confartigianato organizza piccole e medie imprese che, indipendentemente dalla loro dimensione, sono incardinate sull’imprenditore che ne costituisce l’essenza, la testa e il motore principale. L’imprenditore è una persona, cioè un micro-mondo, che vive al pari degli altri cittadini le stesse difficoltà e contraddizioni nella famiglia, nel vivere la disabilità personale o di qualche familiare, nel cercare risposte nei servizi di welfare a problemi previdenziali o di assistenza.” Proprio nel welfare l’imprenditore può svolgere una parte attiva e, ha aggiunto Granelli “le donne imprenditrici probabilmente sono migliori dei colleghi maschi perché svolgono già due funzioni: una nel welfare della propria famiglia e un’altra in quello dell’impresa. Da qualche tempo, infatti, sta cominciando a prendere corpo un nuovo elemento che dovrebbe diventare strutturale al nuovo sistema di welfare del Paese e che viene definito “welfare aziendale” e che consiste in una serie di benefici generalmente sono servizi per la famiglia o agevolazioni tariffarie, purtroppo, incentivati ancora troppo timidamente dal governo con gli sgravi fiscali.” Per il presidente le

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piccole aziende devono imparare a fare rete perché difficilmente possono riuscire a offrire da sole servizi di welfare come i nidi o gli asili per l’infanzia. E ha chiarito “il Fondo Regionale per la non auto sufficienza è frutto di un accordo sociale firmato nel 2004 fra Regione, Sindacati, Imprenditori ed Enti Locali. Con il Patto per la qualità e la coesione sociale abbiamo condiviso una visione di sviluppo del sistema produttivo ed economico che si armonizzasse con la crescita sociale dei cittadini. Abbiamo permesso, in tal modo, che i servizi sanitari si collegassero in modo finalmente stabile e sinergico con i servizi sociali e socio-sanitari, puntando a conseguire una migliore qualità dei servizi erogati e raggiungendo nel contempo un maggiore numero di cittadini. E per avere anche questo abbiamo condiviso l’introduzione di una addizionale regionale. Non un regalo, ma un servizio pagato che ha consentito di avvertire meno di altri i tagli ai servizi imposti dalla crisi.” La presidentessa regionale di Donne Impresa Emanuela Bacchilega, nel prendere la parola, ha poi inquadrato la situazione italiana “la legislazione è interessante ma frammentaria e spesso accorpata strumentalmente a qualche altro argomento anche non attinente alla famiglia, oppure valida per ceti: solo per alcuni e non per altri. La nostra politica sociale non ritiene prioritario prendersi cura del benessere della famiglia e della collettività ed è, invece, più orientata alle esigenze di riparazione o alla cura del malessere

delle singole persone. Un’armonizzazione di questi modi di intendere il welfare sarebbe di gran vantaggio per tutti.” Ma le politiche familiari non devono più essere ridotte solo ad una questione di assistenza sociale. Per Bacchilega “il sistema assistenziale di supporto alla famiglia è necessario perché è per sua natura ripartivo, non è però né preventivo né educativo alla sperimentazione di nuove forme di welfare. In quasi tutti i paesi europei sono previsti assegni al nucleo familiare per tutte le famiglie senza limiti di reddito e di attività; in Grecia e in Spagna sono previsti, ma con limiti di reddito; in Italia sono previsti ma con limiti di reddito e di attività e le attività escluse sono quelle artigianali, commerciali e agricole autonome. Ovviamente l’Italia è il paese con più artigiani e commercianti in Europa.” Evidentemente non è un caso. Altro nodo sollevato nell’intervento dalla presidentessa, la necessità di spazi educativi per i ragazzi mentre i genitori sono al lavoro, che coinvolgano anche gli imprenditori a riposo, in grado di trasmettere passioni e mestieri. Per Bacchilega “sarebbe bello poter iniziare una collaborazione tra pubblico e privato utilizzando edifici in disuso per poter creare centri di scambio culturale educativo, frequentati dai ragazzi negli orari extra scolastici e dai nostri anziani nel tempo libero. Così facendo i saperi e le maestranze dei nostri Continua a pagina 25 • • •


donne impresa movimenti L’attenzione dell’Europa

Bando Imprenditoria Femminile

L

a Commissione Europea ha lanciato, in linea con il Piano d’Azione Imprenditorialità 2020, il bando “The European Community of Women Business Angels for Women Entrepreneurs”, con l’obiettivo di sostenere e rafforzare la partecipazione femminile all’imprenditorialità. Nel 2016 solo il 29% degli imprenditori sono donne e in tal senso, anche grazie al programma COSME, la CE ha attivato questo bando con lo scopo di promuovere l’imprenditorialità femminile tramite il sostegno ad una comunità europea di Business Angels donne (imprenditrici esperte che offrono supporto economico e gestionale e consigli su come far fronte alle problema-

tiche specifiche che le donne imprenditrici devono affrontare). I membri del consorzio (che devono provenire almeno da 4 partner di 4 Stati membri diversi) possono essere: associazioni/reti/club di business angels donne e non; organizzazioni che si occupano del sostegno alle imprese, associazioni di imprese e reti di sostegno alle imprese; camere di commercio, industria, artigianato o enti simili. Il budget del bando ammonta a 2.200.000 euro che andranno a finanziare un massimo di cinque progetti. Il contributo coprirà il 70% dei costi ammissibili fino a un massimale di 440mila euro.

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stione familiare delle imprenditrici.”

Sostegno alle famiglie un impegno comune

Anche Gianlauro Rossi presidente regionale Anap ha ribadito come la famiglia e la rete dei rapporti familiari costituiscano il primo e più efficiente strumento di welfare. “Tutto ciò che aiuta la famiglia, migliora anche la tenuta del welfare pubblico. Ed è anche per questo che gli anziani devono diventare sempre più un movimento culturalmente autonomo e impegnato nella società civile a costruire una nuova comunità adeguata ai tempi in cui viviamo, per mantenere quelle caratteristiche di libertà, di partecipazione e di giustizia sociale indispensabili per una convivenza serena.”

artigiani potrebbero essere trasmesse ai ragazzi i quali a loro volta possono aiutare i nonni insegnando loro l’utilizzo della tecnologia digitale, in un continuo scambio e arricchimento reciproci, eliminando il pregiudizio che esiste nei confronti del lavoro manuale, migliorando la salute dei nostri anziani in quanto l’impegno spesso distoglie dagli acciacchi quotidiani e, al contempo, la ge-

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movimenti giovani imprenditori Nuova nomina per il presidente dei Giovani Imprenditori

Alessio Brighi in Giunta nazionale

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lessio Brighi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì è stato nominato in Giunta Nazionale nel corso della convention del movimento che rappresenta gli imprenditori under40. La prestigiosa nomina è una conferma del ruolo svolto da Brighi all’interno della dirigenza associativa. Socio della “Brighi Tecnologie Italia Snc”, a soli 27 anni ha già maturato significative esperienze nell’ambito del movimento, ed è stato selezionato tra i partecipanti per uno studio sul passaggio generazionale nella piccola impresa. Nel corso della convention i Giovani Imprenditori hanno acceso i riflettori sul valore economico e sociale dell’impresa artigiana, un patrimonio che deve essere preservato favorendo la successione dell’azienda non soltanto all’interno della famiglia, sottolineando la necessità di agevolare la trasmissione d’impresa per non disperdere la ricchezza economica e di competenze

professionali consolidata nelle aziende che hanno molti anni di attività alle spalle. Gli under 40 ribadiscono che nelle aziende c’è un grande valore economico e di cultura produttiva che deve essere preservato e rilanciato dai giovani, sostenendo e facilitando il passaggio di testimone a chi, erede del titolare o dipendente, vuole rilevare l’impresa con gli stessi incentivi fiscali e creditizi oggi previsti per far nascere le start up. Per le neo imprese italiane è difficile sopravvivere ai primi anni di vita ma anche per gli imprenditori anziani è altrettanto complicato passare il testimone a chi vuole prendere in mano le redini dell’azienda, 303.176 piccole imprese con tanti anni di attività sono interessate dal passaggio generazionale e attendono di essere rilevate da un successore. A fronte della fragilità delle imprese più giovani, cresce quindi la domanda di trasmissione d’impresa da parte delle aziende mature.

Giovani imprese, consolidamento difficile L’analisi dei dati sulla demografia di impresa evidenzia che su 265.060 imprese nate nel 2010 ben 111.325 sono cessate entro i tre anni dall’inizio dell’attività, determinando un tasso di cessazione del 42%, il massimo degli ultimi dieci anni e che evidenzia il trend di crescita della mancata sopravvivenza delle imprese. La cessazione di tali imprese entro i tre anni dalla nascita comporta la distruzione di 144.301 posti di lavoro, pari a una diminuzione del 38,5% degli addetti occupati nelle imprese nate nel 2010. L’analisi evidenzia la più ampia perdita di occupazione a causa delle cessazioni di impresa nelle costruzioni, con una diminuzione del 44,6% (pari a -29.364 addetti) degli occupati, seguite dagli altri servizi con un calo del 39,6% (pari a -71.926 addetti), dal commercio con -36,4% (pari a -30.899 addetti) e dall’industria in senso stretto con -28,9% (pari a -12.112 addetti). Tra il 2013 e il 2015 si stima la nascita di 23.057 vere nuove imprese con un’idea innovativa, oltre quattro volte le 4.928 startup innovative “per legge” iscritte nello stesso periodo e, sempre nello stesso arco di tempo, si calcola che siano cessate 111.821 imprese con potenziale di innovazione. Nel quinquennio 2006-2011 il 9,1 % delle microimprese (3-9 addetti) a conduzione familiare è stato interessato da passaggio generazionale ed il 18,2% lo prevede entro il 2016: nell’arco di dieci anni il fenomeno coinvolge più di un’impresa su quattro (27,3%) a un ritmo di 53 microimprese al giorno.

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categorie e mercato Alimentazione

Attenzione alla documentazione obbligatoria

Le aziende che operano nel settore alimentare e in generale tutte quelle nelle quali i lavoratori sono a contatto con cibi e bevande devono rispettare precise regole igienico-sanitarie fra le quali il possesso dell’attestato di formazione-aggiornamento sanitario e il manuale di autocontrollo Haccp che deve es-

sere tenuto costantemente aggiornato. Onde evitare pesanti sanzioni, in un’eventuale fase di controllo da parte degli organi di vigilanza, si consiglia di verificare periodicamente la documentazione obbligatoria che deve essere conservata presso la sede dell’attività. Si specifica, inoltre, l’opportunità di prestare

Energia

Costi troppo elevati per la piccola impresa In questi giorni Confartigianato è entrata in campo per dare battaglia su uno dei fronti più caldi per le piccole imprese, quello dei costi dell’energia. In particolare, l'attenzione è sugli oneri generali di sistema, vale a dire quegli 11 balzelli che gonfiano del 45% la bolletta elettrica dei piccoli imprenditori. Il meccanismo degli oneri di sistema è da sempre nel mirino della Confederazione perché pesano di più su chi consuma meno energia e addirittura alcuni di essi servono a finanziare sconti e agevolazioni per le aziende energivore. Il risultato è che su un gettito complessivo di 15 miliardi nel 2015 derivante da questi oneri in bolletta, le piccole imprese hanno contribuito appunto per il 45%, mentre le grandi imprese energivore appena per il 9%. E ora questo meccanismo iniquo e perverso potrebbe addirittura peggiorare. Nel decreto Milleproroghe varato a febbraio di quest’anno è infatti prevista la riforma della struttura tariffaria degli oneri generali di sistema. Un

attenzione a coloro che somministrano pesce crudo, producono alimenti senza glutine e gelaterie, in quanto rientrano in quelle categorie dove gli organi di controllo si concentreranno maggiormente. Importante, invece, ribadire per coloro che utilizzano oggetti per cucinare oppure quelli atti a imballare, conservare e consumare gli alimenti, i cosiddetti MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) richiedere ai fornitori le schede tecniche di conformità, che dovranno sempre essere a disposizione degli organi di controllo. L’ufficio ambiente e sicurezza è a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito.

cambiamento che l’Autorità per l’energia sta mettendo a punto nei dettagli tecnici, mentre il Ministero dello Sviluppo economico deve stabilirne le date di attuazione. Proprio su contenuti e tempi della riforma è intervenuta Confartigianato con una lettera inviata il 24 giugno al Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il Presidente Giorgio Merletti ha messo nero su bianco le forti preoccupazioni per i rischi di nuove complicazioni e di maggiori costi derivanti dalla riforma a danno di 7 milioni di piccoli imprenditori. In sintesi, la sollecitazione di Merletti a Calenda è quella di riconsiderare la riforma approvata a febbraio sia nel merito che nei tempi di attuazione. Secondo il Presidente di Confartigianato il problema va risolto a monte: il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato. Innanzitutto va spostato sulla fiscalità generale parte del prelievo oggi concentrato sulle piccole imprese e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda. Quanto poi ai tempi di attuazione della riforma, Merletti sollecita al Ministro di spostarla al momento in cui sarà completata la liberalizzazione del mercato dell’energia prevista nel 2018. essere impresa • • • giugno 2016 • 27


i numeri dell’economia Un’indagine evidenzia le difficoltà dell’edilizia

Rilanciare il comparto costruzioni per far ripartire l’economia locale

Confartigianato ha monitorato l’andamento del settore delle costruzioni del nostro territorio analizzando la grave crisi che ha colpito il comparto in questi anni. Dal 2008 a oggi il settore delle costruzioni ha perso oltre 2600 lavoratori (titolari e dipendenti) dei quali 400 solo nell’ultimo anno. Numeri che dovrebbero far riflettere. Una somma di tante piccole imprese edili che ha chiuso o ridimensionato drasticamente la propria forza lavoro, senza mai assurgere agli onori della cronaca. Eppure il comparto delle costruzioni è, da sempre per l’economia del nostro territorio, un settore di prioritaria importanza, sia per le eccellenze che esprime in termini di know how e organizzazione d’impresa, sia per il radicamento che ha nella società civile, per esempio nella gestione delle Scuole Edili. La ricerca sullo stato in cui versa il settore edile, realizzata da Confartigianato, dal titolo “gli anni della crisi - 2008 - 2015”, è utile per comprendere meglio l’andamento del settore nella nostra provincia. I dati raccolti sono stati, inoltre, comparati con quelli del ravennate, grazie al prezioso contributo di Confartigianato di Ravenna. In provincia di Forlì-Cesena le imprese artigiane iscritte alla Cedaiier (quelle con dipendenti, quindi) nel periodo oggetto d’indagine sono diminuite del 42%, pas28 • giugno 2016 • • • essere impresa

sando da 1.034 a 600. Il quasi dimezzamento del numero delle imprese ha portato a una riduzione del 38% dei lavoratori occupati e del 30% delle ore retribuite, con una perdita valutabile in oltre 15 milioni di euro. Dai dati forniti dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Forlì Cesena emerge che le imprese artigiane attive nel comparto (includendo anche le ditte senza dipendenti) al 2015 sono 4725, con una diminuzione del 16,4% rispetto al 2009. Un altro elemento preso in considerazione dalla ricerca sono stati gli oneri d’urbanizzazione incassati dai Comuni di Forlì e Cesena. In 4 anni gli incassi per questo tributo sono diminuiti rispettivamente del 35% e del 64% mentre a Ravenna sono cresciuti del 9%. In tema di credito erogato alle imprese delle costruzioni si registra, in 4 anni e 10 mesi, una riduzione del 36,7% (dato aggiornato a marzo 2016), l’edilizia risulta maggiormente penalizzata rispetto alle altre imprese ferme al -22,6%. Da evidenziare come le sofferenze registrate per le imprese del settore delle Costruzioni mostrino un incremento del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 476,7% rispetto a 4 anni fa. Il peso delle sofferenze sugli impieghi pari al 22,4% a dicembre 2015, risulta maggiore di ben 18,3 punti rispetto all’incidenza registrata nel 2011 (3,5%). Sempre sul tema, va evidenziata la difficoltà delle aziende che svolgono lavori pubblici. In pratica l’impresa, con l’introduzione dello Split Payment, continua a pagare l’Iva ai propri fornitori senza incassarla in quanto ver-

sata all’erario dal committente pubblico, aumentando così l’attuale difficoltà finanziaria causata della inevitabile riduzione della liquidità. Chiarisce Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì (nella foto) “questa pesantissima situazione ha bisogno di risposte certe e soprattutto efficaci da parte delle Amministrazioni locali, che poi devono mettere in campo con tempi certi e determinazione. Come? Andando a snellire le procedure degli attuali Regolamenti Urbanistici (RUE) prevedendo reali e tangibili incentivi all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico degli immobili esistenti.” A parere di Confartigianato ci vuole più coraggio e, oltre a prevedere incentivi urbanistici e percorsi autorizzativi dedicati e veloci, occorrono incentivi fiscali con detrazioni sulle imposte comunali sugli immobili (TASI e IMU). L’obiettivo è quello di “far passare” il messaggio che oggi ristrutturare casa burocraticamente è facile, e che gli incentivi statali (del 65 o 50 per cento), accompagnati da quelli urbanistici garantiscono reali opportunità economiche. Conclude Valenti “per Confartigianato le possibilità per un rilancio esistono. Non servono sovvenzioni a pioggia o assistenzialismo, sono però improcrastinabili politiche serie, innovative e la ferma volontà da parte dei nostri Pubblici Amministratori. Se davvero siamo uno dei territori all’avanguardia del nostro Paese, per gli enti locali è davvero il momento di dimostrarlo, con i fatti.”


i numeri dell’economia Congiuntura 2016

Confartigianato esamina gli indicatori Varcata la seconda metà del 2016 e con una ventina di indicatori congiunturali a disposizione l’ufficio studi di Confartigianato ha esaminato le tendenze e caratteristiche del ciclo economico. Va ricordato che sul quadro congiunturale pesano instabilità e volatilità dopo Brexit e le criticità su fisco e credito per le imprese. Partendo dall’analisi dei dati sul mercato del lavoro pubblicato dall’Istat emerge che a maggio 2016 gli occupati salgono del 1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Al I trimestre 2016 il PIL trimestrale - in volume, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, cresce dello 0,3% in ottica congiunturale e dell’1% in un anno. Ad aprile 2016 l’indice della produzione industriale sale dello 0,5% su base mensile e dell’1,8% su base annua. La produzione è superiore del 5,4% rispetto al minimo di marzo 2009, ma resta inferiore del 21,4% rispetto al picco registrato a giugno del 2008. Nella media primi quattro mesi del 2016 la produzione manifatturiera è aumentata del 2,3% su base annua (era stabile nello stesso periodo dello scorso anno) e, per quanto riguarda i settori di attività economica, la produzione manifatturiera con la composizione settoriale dell’artigianato registra una crescita dell’1,7% a fronte del calo del 2,1% rilevato nello stesso periodo dello scorso anno. Ancora in ritardo un pieno rilancio del settore delle Costruzioni: ad aprile 2016 l’indice della produzione nelle Costruzioni cresce del 2,5% rispetto al mese precedente e del 3% su base annua, ma nei primi quattro mesi dell’anno si osserva un aumento che rimane inferiore al punto percentuale (+0,5%). A giugno 2016 l’indice del clima di fiducia delle imprese segna un calo dell’1,7% rispetto al mese precedente e scende del 3,3% nell’arco degli ultimi dodici mesi. Ad aprile 2016 l’indice del fatturato dell’industria in senso stretto

sale del 2,1% rispetto a marzo 2016 e si mantiene stabile (+0,1%) su base annua; nel complesso del I quadrimestre 2016 il fatturato del Manifatturiero, estrattivo ed energia segna una flessione dell’1,1%, più accentuata sul mercato interno (-1,3%) rispetto a quella sul mercato estero (-0,8%). Sul fronte dei Servizi nel I trimestre 2016 il fatturato delle imprese di manutenzione e riparazione di autoveicoli è in calo dello 0,8% su base congiunturale e dello 0,2% in un anno; il fatturato delle imprese dei servizi di informazione e comunicazione è in calo dello 0,3% su base congiunturale mentre è stabile rispetto ad un anno prima. Gli ordini delle imprese dell’industria in senso stretto segnano un aumento congiunturale del 1% mentre l’indice grezzo segna su base tendenziale scende dell’11,3%. Nel complesso del I quadrimestre dell’anno gli ordini scendono del 2%, combinazione di un calo del 2,1% di quelli interni e di una diminuzione dell’1,8% di quelli esteri. Ristagna la fiducia dei consumatori, anche se si osservano segnali di rafforzamento delle vendite al dettaglio. A maggio 2016 l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende del 2,0% su base mensile e rimane invariato (0,1%) rispetto allo stesso mese del 2015. Ad aprile 2016 le vendite del commercio al dettaglio in valore registrano una variazione del +0,1% mentre scendono dello 0,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; il dato cumulato nel I quadrimestre dell’anno - che comprende le vendite in saldo di inizio anno - mostra un aumento dello 0,8%. Infine uno sguardo all’andamento della domanda estera, che appare ancora incerto risentendo della debolezza della domanda delle economie emergenti. L’export sale del 2,7% rispetto al dato precedente, mentre su base tendenziale si osserva un calo dell’1%.

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i numeri dell’economia Imprese e tecnologia

In crescita la diffusione di internet Piccola impresa e artigianato non sono in antitesi rispetto alla tecnologia, anzi un recente studio promosso da Confartigianato ha rilevato proprio una tendenza sempre più diffusa a impiegare le molteplici opportunità garantite. La metamorfosi in corso del modo di produrre beni e offrire servizi, caratterizzata dal peso crescente delle tecnologie digitali, interessa in modo diffuso anche le piccole imprese. Nel dettaglio una indagine realizzata da Confartigianato evidenzia che le imprese digitali - che conoscono ed utilizzano almeno una delle principali tecnologie digitali - sono quasi il 30% del totale. La via italiana alla manifattura digitale deve essere centrata sulla biodiversità delle piccole imprese, evitando l’applicazione di modelli non adatti alla struttura produttiva della nostra economia. L’indagine evidenzia che le imprese digitali sono il 29,6%, a fronte di un ulteriore 6% conosce almeno una e ha intenzione di utilizzarne almeno una nel prossimo biennio. Nel complesso la conoscenza di almeno una delle sette tecnologie digitali è rilevata nel 60,4% dei casi, mentre un 30,6% di imprese non ne conosce e non ne utilizza nemmeno una. L’analisi per settore evidenzia che la quota di imprese digitali è maggiore nel comparto della Meccanica e pari al 47,7% del totale, seguita dal 28,5% in Comunicazione, ICT, Impianti e altri settori delle Costruzioni e dal 24,2% negli Altri settori manifatturieri. Si osserva anche

una crescita della incidenza delle imprese digitali al salire della dimensione aziendale: l’uso di almeno una tecnologia passa dal 27,8% delle micro imprese fino 10 addetti al 50,3% delle imprese tra 10 e 19 addetti. Sulla base di queste incidenze per settore e dimensione si stima che siano 183.303 le micro e piccole imprese digitali fino a 20 addetti con 626.754 occupati. Tra le tecnologie digitali esaminate si registra un maggiore diffusione per internet delle cose, presente nel 43,2% delle imprese digitali, della manifattura 3d con il 41,7% e del social manufacturing e/o cloud computing con il 39,3%; relativamente meno diffuse la realtà aumentata con il 14,4% dei casi, la realtà virtuale con il 12%, le nanotecnologie e materiali avanzati con il 7,6% e la robotica con il 5,4%. I benefici maggiormente segnalati dalle imprese digitali sono l’innovazione, mediante prodotti con funzionalità incrementate, indicata dal 58,3% delle imprese digitali e la flessibilità produttiva - personalizzazione e produzione di piccoli lotti - indicata dal 45,5% dei casi; in relazione a quest’ultima caratteristica della produzione va osservato che la riduzione del time to market viene indicato dal 18% delle imprese digitali. Tra gli altri vantaggi il 30,2% indica la riduzione dei costi di produzione, il 29,8% il maggiore controllo dei processi e della qualità dei prodotti ed il 20,3% la maggiore efficienza energetica.

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