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0 COP MM 5-6 2016_MM 20/06/16 12.13 Pagina 1 S

Immaginate un borgo medievale riflesso nelle acque del lago di un’isola fiabesca, un’accoglienza esclusiva, dove ogni dettaglio è arte in un ambiente raffinato con una cucina che appaga ed emoziona...

MAGAZINE D’OPINIONE SUL MONDO DEL TURISMO

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MASTER MEETING • 5-6 2016

Che si tratti di un soggiorno di piacere o di lavoro, il resort regala una life experience indimenticabile sul Lago d’Orta

LA FORZA DEL TURISMO VERDE BLU

Lorenza Lain Ca’ Sagredo

VINO E CULTURA

LA QUINTESSENZA DELL’OSPITALITÀ MADE IN VENICE

UN BINOMIO CHE PIACE AL MICE

Nei dintorni, diversi campi da golf e suggestivi itinerari naturalistici da percorrere a piedi o in bicicletta

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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ Coworking in hotel

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al fresco!

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1 Indice inserzionisti 5-6 2016_Layout 1 21/06/16 11.35 Pagina 4

INDICE INSERZIONISTI

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pag. 49

Compagnie Des Hotels CDH Hotel Radda - Chianti (SI)

Direttore: Piero Donato

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Fairmont Monte Carlo

Sales Manager: Caroline Petrini

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III cop

Grande Albergo Roma - Piacenza

Green Park Hotel Pamphili - Roma

Hhonors Hilton Worldwide

Hotel Federico II - Jesi (An)

Sales Manager: Fabio Mainini

Direttore: Marco Migliaccio

Sales Office Italy:

Direttore: Andrea Ferrari Acciajoli

Hotel San Rocco - Orta San Giulio (No)

Hotel Valle di Assisi Santa Maria degli Angeli (Pg)

General Manager: Susanna Bianconi

India Tourism Milan - Milano

Direttore: Chilka Gangadhar

INTERNATIONAL HOSPITALITY MANAGEMENT ACADEMY - Roma

Direttore Didattico JosÊ Roblès

Milan Marriott Hotel - Milano

N&W Global Vending Spa (marchio NECTA) Vendite Horeca Italia - Valbrembo (Bg) Nero Hotel Group - La Spezia

Amministratore delegato: Gianluca Giglio

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Park Hotel ai Cappuccini - Gubbio (Pg)

Direttore: Maria Carmela Colaiacovo

tel. 075 9234 www.parkhotelaicappuccini.it

pag. 93

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Pedersoli - Assago (Mi)

Piacenzaexpo Spa - Piacenza

4

5-6 2016

www.mastermeeting.it

Titolare: Martino Pedersoli



2 Cari lettori 5-6 16_Layout 1 20/06/16 15.37 Pagina 6

Cari lettori, il 2016 si presenta con premesse positive per l’industria del turismo. Intanto il Paese beneficia dell’onda lunga dell’Expo Milano 2015. Il capoluogo lombardo ha dimostrato una buona tenuta dopo la fine dell’evento e i risultati turistici, finora, sono stati positivi, sostenuti anche dai tradizionali appuntamenti meneghini legati alla moda, al design e alle arti figurative. I dati di traffico aeroportuale sono buoni e soprattutto le previsioni sono improntate ad un soddisfacente ottimismo. In generale, l’Italia sta beneficiando anche della crisi che ha investito numerose destinazioni mediterranee interessate da problemi di sicurezza. Egitto, Turchia, Tunisia e qualche destinazione greca hanno subito i contraccolpi dei rivolgimenti sociali dell’area del Mediterraneo. Le destinazioni a lungo raggio – soprattutto l’area dei Caraibi – hanno anch’esse beneficiato di un rinnovato interesse e dell’apertura completa del mercato cubano agli Usa. La Spagna è già satura. La Francia invece, soprattutto su Parigi, ha accusato qualche problema, causa timori per la sicurezza. Insomma, l’Italia destinazione ospitale e sicura, ricca di cultu-

6

5-6 2016

www.mastermeeting.it

ra e di sperimentazioni possibili in ambito enogastronomico ed ambientale, ha buone carte da giocare d’ora in avanti. È tempo di investire per consolidare i risultati. Quest’anno dovremmo superare abbondantemente i 50 milioni di turisti stranieri, con un volume di fatturato oltre i 40 miliardi. Ci sono però delle cose da fare. Intanto aiutare gli imprenditori turistici a crescere e a sviluppare i progetti opportuni per ammodernare e migliorare l’offerta. L’Italia è destinazione sempre più di fascia alta. In secondo luogo ci vogliono regole chiare per garantire le imprese nei confronti dei grandi portali internazionali. Regole per disciplinare l’offerta visto che nuovi soggetti, come le famiglie, di fatto svolgono attività ricettiva in uno scenario un po’ caotico. Invece servono regole a garanzia di tutti, i clienti in primo luogo e poi le imprese e le famiglie. In terza battuta servono regole per disciplinare i flussi turistici nelle aree più affollate e nelle ore più critiche. I Comuni si muovono in ordine sparso, ci vuole una strategia nazionale a garanzia di tutti. Queste le sfide per crescere e consolidare i nostri primati.

Mario Mancini


Versatile, Competitiva e Ospitale Accoglienza Emiliana a cavallo tra 4 regioni

Piacenza Expo S.p.A. Via Tirotti, 11 - Fraz. Le Mose - 29122 PIACENZA tel. 0523 602711 - fax 0523 602702 e-mail: info@piacenzaexpo.it www.piacenzacongressi.it

Foto: Giovanni Tagini

In un territorio tutto da scoprire


3 Sommario 5-6 16_Layout 1 20/06/16 16.26 Pagina 8

sommario

4

Indice

6

Cari lettori

HOTEL&FINANZA

13

Notizie sui valori, espansioni, management alberghiero

74

COVER STORY

26

Ca’ Sagredo. La quintessenza dell’ospitalità made in Venice

SCENARI DEL TURISMO

30 34

Business Travel 2016

38

La forza del Turismo Verde Blu

Piacenza Expo. Un polo di riferimento e di sinergie per il territorio

Vino e Cultura. Un binomio che piace al Mice La Perla del Garda Masi Wine Experience Tommasi Viticoltori & Villa Quaranta Villa Della Torre Allegrini

ECO TRIPPING

54 58 64 70

Hotel Ristorante Il Corazziere

LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ

76 80

Coworking in hotel Hotel Allergy Friendly

TRAVEL STYLE

84 88

Al turismo piace Hipster Nel turismo la curiosità è una gran virtù

LE LOCATION DI MM

TREND

42 46 48 50 52

ECO TRIPPING THE CASE HISTORY

92 94

Atahotel Varese CDH. Villa Ducale e CDH Parma & Congressi

SICILIA MICE CON VISTA

96 98

Atahotel Capotaormina Atahotel Naxos Beach

TOP MICE HOSPITALITY

Case cantoniere brand d’Italia Il meglio del turismo sostenibile

100

Loano 2 Village

Eventi sostenibili? In location sostenibili

TOP BLEISURE HOSPITALITY

Viaggi stellari

102

8

5-6 2016

www.mastermeeting.it

Hilton Worldwide


Valle d'Assisi 4_2016_Layout 1 09/05/16 15.26 Pagina 1

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3 Sommario 5-6 16_Layout 1 20/06/16 16.26 Pagina 10

SOMMARIO

FINANCE CONFIDENTIAL

122

Banca 2.017. La banca che vorrei

IL PARERE DEL LEGALE

124

Volare nel futuro

HOTEL MANAGEMENT

126

Il futuro della gestione alberghiera? Lo decide il cliente

AROUND THE WORLD

128

Enti del Turismo stranieri in Italia. Chi è il più attivo del reame?

HOSPITALITY NEWS

130

Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità

AERONEWS

136 104

Air Canada. Italia in volo verso nuovi traguardi

Palace Hotel &Hotel Barchetta Excelsior

TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ

106 108

Consorzio Seaman Nasce Skinius Milano. La nuova linea courtesy per l’haute hôtellerie

DONNE AL TOP

110

Luisa Bagnoli. L’importante è imparare ad ascoltarsi

RISORSA UOMO

114

Organizzare un evento? Che stress!

LA PAROLA AL FORMATORE

118

L’assenza della presenza

UNA METAFORA PER CRESCERE

120

Essere. Innanzitutto

LE VIE DELL’INCENTIVE

10

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www.mastermeeting.it

138

Tequila, il sapore del Messico

145

Indirizzi




4 Hotel & Finanza 5-6 2016_Layout 1 20/06/16 15.42 Pagina 13

OSPITALITÀ

QUANDO IL VENTO SOFFIA ALLE TUE SPALLE, È TEMPO DI CORRERE HOTEL TRANSACTION

I PRO E I CONTRO DI UNA BRAND COLLECTION SCENARI

UN ANNO POSITIVO PER LA LUXURY HOSPITALITY IL TIMESHARING FUNZIONA ANCORA L’esperienza italiana della multiproprietà e del timesharing è stata negativa, ma ad altre latitudini il movimento continua con transazioni e sviluppi interessanti, grazie ai due storici e potenti strumenti commerciali Interval e RCI.

ITALIAN HOTEL MONITOR Nel primo quadrimestre cresce la Room Occupancy in 39 città su 45 con un aumento medio di 1,7 punti. In termini assoluti sono 9 le città che superano la quota del 60% di R.O. con, in testa, Milano (69,9%), seguita da Roma (66,4%) e Firenze (64,1%). In leggero aumento (+0,5%) anche il prezzo medio camera (108,46 euro).

DESIGN E LOW COST. BINOMIO DIFFICILE Solleticati forse dalla tendenza del momento, molti albergatori si ostinano a voler costruire alberghi low cost ma di design. È bene ricordare però che low cost significa materiali economici e non di design. Ed è bene ricordare inoltre che non è facile progettare un hotel di design che duri nel tempo e che la durata minima di un investimento alberghiero in Italia è di 20 anni...


4 Hotel & Finanza 5-6 2016_Layout 1 20/06/16 15.42 Pagina 14

Editoriale di Aureliano Bonini*

Quando il vento soffia alle tue spalle, è tempo di correre e diventare migliori

a che parte soffia il vento nel 2016? All’inizio dell’estate e della stagione turistica, migliaia di albergatori non hanno ancora un’idea chiara di quello che accadrà. Nel nostro Paese c’è un certo ottimismo diffuso, fondato soprattutto sulle minacce del terrorismo islamico che incombono e sull’insicurezza che penalizza quindi i resort nord africani, egiziani e turchi. Anche in Italia però non mancano le ricadute negative generate dalla minaccia terroristica: durante la stagione estiva potrebbero infatti arrivare sulle nostre coste decine di migliaia di migranti africani in fuga dalle guerre. Possiamo quindi considerare un vero vantaggio per la nostra industria turistica lo stato di latente insicurezza presente nel bacino del Mediterraneo? Chi aveva previsto un più 5% di arrivi come STR Global sta già ridimensionando le proprie stime. Quasi tutti i benchmark che conosciamo stanno contraendo le previsioni di arrivi e presenze, che restano tuttavia positive. Per fortuna le spese dei turisti in albergo sono in crescita anche in termini reali. Chi invece continua a rastrellare vantaggi economici crescenti sono gli intermediari, le OTA per prime, che nel primo quadrimestre

D

*Aureliano Bonini è esperto di organizzazione alberghiera e hotel management, ha insegnato alle facoltà di Economia dell’Università di Perugia, di Rimini e alla Luiss di Roma. Dal 2007 è Lecturer di European Food&Beverage alla Hotel School della Cornell University di Ithaca, N.Y. (USA). Trademark Italia opera nel settore dal 1982 con un portafoglio attuale di 250 alberghi.

14

5-6 2016

www.mastermeeting.it

del 2016 stanno effettuando massicci investimenti in pubblicità e promozione per sostituirsi ai sistemi di prenotazione alberghiera e ai siti internet degli albergatori. In buona sostanza, la situazione evolve ma non positivamente come si pensava ed è possibile prevedere un rallentamento della crescita turistica 2016. In questo contesto, comunque favorevole per l’Italia turistica, riteniamo sia il momento giusto per investire nella propria struttura ricettiva per riqualificare, aggiornare, ristrutturare e aggiungere comfort, servizi. L’obiettivo deve essere quello di innalzare i propri standard qualitativi per accogliere al meglio i nuovi ospiti anziché ridimensionare i costi operativi. Quando il vento soffia alle tue spalle non è il caso di risparmiare energie, è tempo di correre e diventare migliori!

Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il più rapidamente possibile dai nostri consulenti.


4 Hotel & Finanza 5-6 2016_Layout 1 20/06/16 15.42 Pagina 15

HOTEL TRANSACTION

Il valore degli alberghi ome si può valutare una catena della dimensione di Starwood? Abbiamo sempre pensato che ci fossero dei maghi della finanza dietro a queste valutazioni e che per vendere mezzo milione di camere sparse per il mondo ci volesse un genio dell’ingegneria finanziaria. Invece scopriamo che questi illustrissimi manager fanno i conti come li facciamo noi di Trademark Italia. Il valore di Starwood è stato infatti calcolato così: l’Ebitda 2016 (giustamente quello di prospettiva) moltiplicato per 14, più qualche onorario per consulenze e intermediazione. Punto. In Italia noi guardiamo l’Ebitda dell’anno in corso, ma utilizziamo gli stessi moltiplicatori, tra 10 e 15 volte il margine operativo lordo ex ante tasse e imposte. Per finire, il valore stimato riverbera sul titolo azionario, sul closing price di borsa e il titolo aumenta per fare in modo che gli azionisti traggano vantaggio dalla fusione (dal 10 al 15% del valore del titolo prima della transazione).

C

AFFARI IMMOBILIARI - GESTIONALI HOTEL IN VENDITA Categoria

Camere

Location

5 stelle

68

Roma

4 stelle

70

Treviso

4 stelle

110

Rimini

4 stelle

130

Giulianova

4 stelle

100

Bari

4 stelle

38

Madonna di Campiglio

3 stelle

60

dintorni Verona

3 stelle

42

Salice Terme (PV)

3 stelle

30

Rimini - Viserbella

4 stelle

54

Milano (stazione Centrale)

HOTEL IN LOCAZIONE 5 stelle

160

Salsomaggiore (PR)

4 stelle

90

Venezia - Mestre

3 stelle

56

Riviera Romagnola

Sintesi estrema: se un albergo di medie dimensioni a Roma e Milano dimostra un GOP (Gross Operating

Profit) di 1 milione di euro il valore dell’albergo può variare tra i 10 e i 14 milioni di euro.

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4 Hotel & Finanza 5-6 2016_Layout 1 20/06/16 15.42 Pagina 16

Il boom delle collezioni: pro e contro on Unbound Collections Hyatt va ad aggiungersi a Marriott (Autograph) e Hilton (Curio) tra le grandi catene che cercano di entrare nel mercato degli alberghi indipendenti con nuovi brand. Per un hotel indipendente dotarsi di un brand di questo tipo può presentare dei vantaggi. Appartenere a un grande marchio porta clienti e non impone standard impegnativi, tuttavia i pro e contro vanno valutati con estrema attenzione. Ecco allora una sintesi ragionata dei vantaggi e degli svantaggi di queste affiliazioni:

C

I PRO DI UNA BRAND COLLECTION 1. avere accesso immediato ai grandi sistemi distributivi; 2. ottenere più facilmente finanziamenti. Gli investitori amano i brand; 3. l’accesso agli enormi database del brand; 4. fee delle OTA in genere più basse a causa del potere di acquisto dei marchi; 5. l’accesso ai programmi di fidelizzazione della ca tena; 6. supporto del brand a livello di promo-comunicazione; 7. poter conservare il nome dell’hotel.

I CONTRO DI UNA BRAND COLLECTION 1. gli accordi di franchising e/o management con le catene sono sempre a lungo termine; 2. le spese legate alla tenuta del rapporto con un brand di catena sono sempre più elevate di quelle di una catena volontaria o un consorzio commerciale; 3. le catene non possono segmentare il loro database clienti come fanno gli alberghi indipendenti più dinamici, per cui è difficile ottimizzare il lavoro di mailing; 4. il vostro database diventa di proprietà del brand. Se si lascia il marchio, si lasciano i dati passati della struttura (dei quali tuttavia si potrebbe fare una copia); 5. la variabilità e flessibilità delle tariffe sono limitate in base all’immagine e alla reputation del marchio. Non si possono alzare o abbassare le tariffe oltre determinati livelli; 6. le tariffe e le modalità di erogazione dei premi fedeltà li stabilisce il marchio in base a suoi criteri; 7. i marchi hanno tempi pachidermici, hanno grandi team ma poca flessibilità e solo pochissimi consentono agli hotel affiliati di avere una strategia indipendente.

Il timesharing funziona ancora esperienza italiana della multiproprietà e del timesharing è stata negativa, ma ad altre latitudini il movimento continua con transazioni e sviluppi interessanti. Anche dopo la cessione di quote Starwood a Marriott il timesharing incontra importanti occasioni di business grazie a due storici e potenti strumenti commerciali: Interval e RCI. Secondo ARDA (American Resort Development Association) che associa e studia il settore delle vacanze in multiproprietà negli Stati Uniti dove tutto è nato (ricerca Edition 2015, pubblicata lo scorso settembre), il timesharing ha registrato una crescita di circa il 4%. Il volume delle vendite dal 2010 al 2015 è aumentato di quasi il 25% con una media del 6% annuo. Sorprendente per noi è scoprire che “il timesharing gode ottima salute” come dimostra il report di ARDA. Lo sviluppo è continuo secondo David Gilbert, presidente di Interval International, e gli investitori crescono di numero e di dimensione. Un’altra buona notizia è che i tassi di occupazione delle unità in timesharing viaggiano in media sul 78% annuo. Le novità: a fine aprile Marriott Vacation Club forte dell’acquisizione di Starwood e delle sue multiproprietà,

L’

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ha annunciato l’estensione del proprio marchio con Pulse, un insieme di multiproprietà urbane in 5 città chiave: New York City, San Diego, Washington DC; South Beach-Miami e Boston. Forse per arginare l’avanzata di Airbnb anche Marriott, la maggiore compagnia alberghiera mondiale, guarda positivamente a questo settore dell’ospitalità affermando che il viaggiatore di oggi è alla ricerca di esperienze urbane e di “una casa fuori casa” anche per brevi periodi e tempi diversi da quelli che eravamo abituati a vendere. «Siamo tutti d’accordo che le cose cambiano e dobbiamo aggiornare la multiproprietà tradizionale», afferma Ed Kinney di Marriott Vacation Club, «e aggiornare tempi e comfort del timesharing per soddisfare l’evoluzione del viaggiatore. Possiamo proporre esperienze formidabili ai turisti, ma anche ai nostri proprietari la cui età media sta cambiando: quelli che hanno acquistato una multiproprietà negli ultimi tre anni hanno mediamente 39 anni e uno stipendio medio annuo di 90.000 dollari». L’ottimismo sembra giustificato, ma per noi italiani l’esperienza economico-finanziaria della multiproprietà è ancora una ferita aperta.


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IL BORSINO DELLE CATENE Starwood Hotels & Resorts Worldwide (NYSE)

Accor Hotels (Bourse de Paris)

20%

E41

15%

40 39

10% 38 5%

37 36

0

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7 14 21 28 1 mar mar mar mar apr

11 apr

18 apr

25 2 9 16 23 31 apr mag mag mag mag mag

InterContinental Hotels Group (NYSE)

2016

7 14 21 28 4 mar mar mar mar apr

11 apr

18 apr

25 2 9 16 23 30 apr mag mag mag mag mag

18 apr

25 2 9 16 23 31 apr mag mag mag mag mag

Hilton Worldwide (NYSE)

$50

$23,00

48

22,50

45

22,00

44 21,50

42

21,00

40

20,50

38

2016

7 14 21 28 4 mar mar mar mar apr

11 apr

18 apr

25 2 9 16 23 31 apr mag mag mag mag mag

Choice Hotels International (NYSE)

11 apr

$51,00 50,00 49,00 48,00 47,00 46,00 45,00 44,00

7 14 21 28 4 mar mar mar mar apr

11 apr

18 apr

25 2 9 16 23 31 apr mag mag mag mag mag

2016

14 mar

1 apr

21 apr

11 mag

31 mag

Millennium & Copthorne (London Stock Exchange)

Morgans Hotel Group (Nasdaq) $ 2,2 2,1 2,0 1,9 1,8 1,7 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2

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7 14 21 28 4 mar mar mar mar apr

Hyatt Hotels (NYSE)

$54 53 52 51 50 49 48 47 46 45

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2016

ÂŁ483,10 463,11 443,12 423,12 403,13 383,14

21 mar

8 apr

28 apr

18 mag

NH Hoteles (Bolsa Madrid)

2016

14 mar

28 mar

11 apr

25 apr

9 mag

23 mag

MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid)

E4,6

E11,00

4,4 10,50

4,2 4,0

10,00

3,8 9,50

3,6

2016

apr 2016

mag 2016

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14 mar

4 apr

18 apr

2 mag

16 mag

30 mag


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SCENARI

2016, anno positivo per l’hotellerie di lusso arà un anno positivo il 2016 per l’hotellerie italiana, soprattutto per quella di lusso che, stando ai più recenti dati del Luxury Hotel Monitor, negli ultimi cinque ha fatto registrare una crescita costante che continuerà in termini di fatturato anche nell’anno

S

ritiene logico, ovvio e scontato un aumento dei prezzi: per il 28% dei rispondenti superiore ai 5 punti percentuali (perché così vanno i costi), per il 29% inferiore ai 5 punti percentuali. C’è anche un 35% di manager “prudenti” che optano per la continuità/stabilità dei prezzi. In-

identità (da una notte e via), un leggero calo per gli hotel di vacanza che non propongono qualche caratteristica emblematica di lusso, glamour e cucina originale. Sono in particolare i viaggiatori stranieri, ma sempre più spesso anche gli italiani abbienti, che perce-

in corso. Con una pipeline che registra imminenti aperture come quelle del W a Milano e Roma e del Rosewood Hotel, sempre nella Capitale, il panorama nazionale degli hotel di lusso arricchirà ulteriormente la propria offerta con evidenti vantaggi per i turisti abbienti di tutto il mondo. Per il 2016 il 58% dei manager interpellati dal Luxury Hotel Monitor prevede una crescita dei ricavi nella propria struttura ricettiva, mentre solo 1 manager su 10 segnala una possibile contrazione del giro d’affari. Interrogati sul trend tariffario la maggioranza dei manager

fine una quota limitata all’8% di manager e gestori che intravedono una possibile contrazione dei prezzi nel corso dell’anno, dovuta non tanto alla crisi e alla mancata inflazione quanto probabilmente alla crescente pressione delle OTA. Come si può vedere la situazione complessiva dei migliori alberghi italiani resta molto positiva. Il sondaggio del Luxury Hotel Monitor evidenzia dunque una domanda crescente per l’ospitalità di qualità superiore, una robusta attenzione per gli hotel capaci di offrire servizi d’eccellenza e di lusso, la stabilità per la domanda di alberghi senza

pendo la riduzione del servizio, degli standard e della qualità negli hotel a 4 stelle, sperimentano i servizi degli hotel a 5 stelle per alloggiare circondati da atmosfere speciali, servizi personalizzati ed esclusivi. L’appeal dell’offerta alberghiera di lusso italiana è tuttora emblematica di servizi straordinari, visibilmente superflui e per questo “rassicuranti”. Lo dimostrano le recenti acquisizioni di marchi da collezione della nostra hotellerie da parte di grandi gruppi stranieri così come la crescita costante della room occupancy rilevata da Italian Hotel Monitor per il segmento luxury.

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L’impatto di Airbnb sul settore alberghiero egli ultimi sei mesi numerosi analisti hanno studiato l’impatto di Airbnb sul settore alberghiero di New York City arrivando a calcolare una perdita di ricavi per gli operatori tradizionali e le casse comunali di circa 452 milioni di dollari nel solo 2015. Ma oltre a questa perdita c’è di più perché è ormai piuttosto evidente che la maggior parte di coloro che provano il servizio di Airbnb poi non tornano più ad utilizzare gli hotel tradizionali. D’altra parte Airbnb rappresenta una vera e propria rivoluzione nel settore ricettivo, non è solo un pericoloso competitor per gli alberghi, è un modello da studiare. Secondo Larry Mogelonsky (LMA Communication) Airbnb andrebbe considerata con ogni probabilità “la migliore azienda del mondo nel campo del lodging turistico”, per alcuni importanti motivi: 1. perché ha il miglior sito web del pianeta per come presenta le offerte e le attrazioni della zona. Ma soprattutto perché coinvolge entrambe le parti in causa, ospiti e titolari dell’alloggio, nel giudicare e fornire un feedback sull’altro, secondo il modello di TripAdvisor; 2. perché è un marchio unico e omogeneo. Non ha sotto-brand, offre alloggi per viaggiatori che di sfumature, creatività, servizi diversificati e finti vantaggi non ne possono più. Ovviamente è un’aggressione alle compagnie alberghiere tradizionali (tutte), ma il modello ospitale di Airbnb è molto più chiaro e semplice di quello che propagandano le catene internazionali; 3. perché sembra capace di generare emozioni, ma anche un elevato livello di consapevolezza e un sorprendente livello di fidelizzazione che dura nel tempo; 4. perché investe nella pubblicità tradizionale. Riconosce che la rete non è un veicolo pubblicitario, ma piuttosto un veicolo di distribuzione delle informazioni che crea con i social media un rapporto di reciproco nutrimento. I driver emozionali della domanda rimangono TV, radio, riviste e manifesti pubblicitari; 5. perché crea un rapporto friendly. Airbnb favorisce i rapporti personali tra chi ospita e chi alloggia, senza i classici intermediari privi di volto; 6. perché Airbnb è una esperienza da consumato-

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re ruspante. Spinge ad esplorare le strutture disponibili, ad approfondire i dettagli. L’ospite esplora, studia, fa i “compiti a casa” prima dell’acquisto e quando arriva nell’alloggio è come se avesse già instaurato un rapporto con il proprietario prima ancora di attraversare la soglia; 7. perché offre una vasta gamma di prodotti tra opzioni di prezzo, luogo e tipologia... più accattivante di qualsiasi OTA. Quest’ultimo è un dato da non dimenticare perché se l’arrivo delle OTA per molti albergatori ha rappresentato una perdita disastrosa di identità, quello di Airbnb è molto peggio. Infatti, se con Booking ed Expedia gli ospiti rimanevano all’interno degli hotel tradizionali e gli albergatori pagavano una commissione diciamo elevata, con Airbnb si apre una voragine di mercato.

Airbnb raddoppia le camere e i letti disponibili delle città più famose del mondo. Pare anche a noi impropria l’etichetta data a Airbnb come parte integrante della nuova “sharing economy”. Per definizione, la condivisione è una transazione senza contanti, uno scambio di beni materiali, servizi e conoscenze senza denaro. Qui invece di denaro ce n’è tanto, soprattutto per i proprietari degli alloggi che stanno erodendo ricavi e clienti agli albergatori. E Airbnb, così come HomeAway e altri player del settore, crediamo siano qui per rimanere, anche a lungo, e magari con l’obiettivo di portare a termine una mega fusione con qualche grande compagnia alberghiera! A presto. 5-6 2016

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INVESTMENT & MARKETING

Design e low cost. Un binomio difficile

gni giorno incontriamo un imprenditore che ci chiede di progettare un albergo low cost ma di design. E ogni giorno spieghiamo che low cost significa materiali economici e non design. Spieghiamo anche che non è facile progettare un hotel di design che duri nel tempo e che la durata minima di un investimento alberghiero in Italia è di 20 anni. Un hotel di classe economy, categoria 3 stelle, di 80 camere va semplificato al massimo e il terreno su cui costruirlo deve essere praticamente gratis. Qualcuno si spaventa, meglio un albergo più piccolo, un hotel classico, un hotel senza ristorante, un hotel di periferia famoso per il day use... Cerchiamo di farli ragionare affinché condividano una formula che possa stare sul mercato, raccogliendo qualche successo economico finalizzato al rientro in 10 anni del capitale investito. Tutti concordano... Poi usciti dai nostri uffici incontrano un architetto che li con-

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vince a fare meglio, un albergo bello, qualcosa di originale che abbia un’identità straordinaria. Il sentiment prevale sulla ragione. Cerchiamo di convincere questi intraprendenti progettisti, che quando si progetta un hotel lo si deve disegnare in base al prezzo che mediamente riuscirà ad ottenere dall’ospite. Li avvertiamo che la parola “economy” significa spendere poco nella costruzione per dotarsi di equipaggiamenti e arredamenti camere molto confortevoli e facili da gestire. Parole spesso inutili. Ecco alcuni suggerimenti per la progettazione di un hotel di fascia economica che in Italia significa 23 stelle: • la piastra dell’edificio va progettata e realizzata in fretta, possibilmente senza scavare garage milionari dove nascondere marchingegni e caldaie che teoricamente dovrebbero consentire il risparmio energetico (si pagano da sé). Attenzione a dove vi propongono di piazzare gli impianti

di condizionamento: fate in modo che non disturbino gli ospiti (anche se sono visibili); • niente fantasie, progettare spazi modulari, avere in mano un progetto “definitivo”. L’obiettivo è “aprire il cantiere oggi e farlo durare al massimo 78 mesi. Più dura il cantiere più costa l’albergo. Se l’hotel è economico e il prezzo medio si stima sia di 80 euro per camera per notte. La camera “finita, chiavi in mano” non può costare più di 40.000 euro che significa un investimento, terreno compreso, di 3,2 milioni, oltre IVA per 80 camere (dieci percento di aumento in corso d’opera); • cambiare gli elementi d’impatto che costano poco. Si deve progettare pensando a rinnovare ogni 5-7 anni gli equipaggiamenti più sfruttati: i letti ad esempio, i cuscini, le coperture delle abatjour, i rivestimenti di poltrone e divani; • l’hotel deve sempre e comunque essere semplice da capire, altamente illuminato e facile da fruire. Semplicità non vuol dire essenzialità, letti con un solo cuscino, armadi senza porte, tre appendiabiti e un bagno illuminato con una squallida lampada al neon. Almeno due, una dentro la doccia da 100watt e una sul lavabo, stessa potenza. Se l’albergatore si accorge di avere sbagliato, che il design hotel non piace ai clienti, che gli ospiti stanno una notte e poi non li vedi più, se i ricavi non bastano per fare fronte ai costi, è inutile aspettare il terzo anno di avviamento. L’investitore-albergatore deve correre ai ripari rapidamente, entro il secondo anno di gestione. Deve cercare di vendere l’albergo quando è “fiammante” a qualcuno che come lui pensa che il design sia la risposta che il mercato desidera perché il classico e il contemporary non garantiscono l’ospitalità giusta.


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Italian Hotel Monitor© Primo quadrimestre con occupazione in crescita e prezzo medio camera stabile. A registrare in assoluto le performance migliori in termini di R.O. sono le città di Milano con 69,9%, Roma (66,4%) e Firenze (64,1%). Prezzi in aumento a Torino (+5,2%)

Italian Hotel Monitor nel primo quadrimestre registra un incremento della Room Occupancy del 2016 in 39 città su 45, con un aumento medio di 1,7 punti ma con punte del +5,9 a Torino, del +4,4 a Trieste, +4,3 a Bologna, +4,2 a Catania e Genova, +4,1 a Bari e +4,0 a Napoli. In termini assoluti sono 9 le città che superano la quota del 60% di R.O.: Milano con il 69,9%, Roma con il 66,4%, Firenze con il 64,1%, Genova (62,3%), Bergamo (61,6%), Torino (61,4%), Bologna (61,0%), Catania (60,9%) e Napoli (60,3%). Sale leggermente anche il prezzo medio camera a 108,46 euro (+0,5% rispetto allo scorso anno). A livello tariffario si segnalano l’incremento di Torino (+5,2%) e di Como (+4,9%), ma anche la diminuzione registrata a Milano (–2,3%), orfana di Expo. Per quanto riguarda invece i prezzi assoluti, si confer-

L’

ma al vertice del ranking Venezia, con un prezzo medio camera di 148,85 euro, seguita da Milano (127,50 euro), Firenze (118,53 euro), Roma (113,49 euro) e Torino (104,13 euro). Analizzando le tipologie ricettive, i dati confermano l’ottima perfomance del settore luxury che, nei primi quattro mesi del 2016, ha registrato una crescita di occupazione e prezzo delle strutture 5 stelle e 5 stelle deluxe rispettivamente di 0,6 punti percentuali e del 2,8%. Tiene anche il segmento upscale (4 stelle) con una R.O. in salita di 1,7 punti e i prezzi praticamente stabili (+0,5%). Si interrompono le difficoltà commerciali degli alberghi a 3 stelle che crescono di mezzo punto percentuale come prezzo medio e di 1,3 punti come occupazione camere. 5-6 2016

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REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GEN-APR 2016 Occupazione e Prezzo per Città Città

+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +

Zoom sulle città Top Ten

Occupazione % Camere Gen-Apr Gen-Apr Var 2015 16/15 2016

TORINO GENOVA MILANO COMO BRESCIA BERGAMO PARMA REGGIO EMILIA MODENA TRENTO BOLZANO VENEZIA VERONA VICENZA PADOVA TREVISO UDINE TRIESTE FERRARA BOLOGNA RAVENNA RIMINI REP. SAN MARINO FIRENZE PISA SIENA ANCONA PESARO PERUGIA ROMA VITERBO LATINA RIETI PESCARA NAPOLI BARI FOGGIA TARANTO POTENZA REGGIO CALABRIA PALERMO MESSINA CATANIA CAGLIARI SASSARI TOTALE ITALIA

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5-6 2016

61,4 62,3 69,9 48,7 44,1 61,6 54,0 51,2 51,1 49,8 56,2 59,7 49,9 51,5 53,6 54,5 57,8 54,1 51,0 61,0 56,1 53,9 50,2 64,1 57,3 57,0 53,1 52,9 42,0 66,4 50,1 48,7 47,5 49,7 60,3 54,6 41,8 52,0 43,8 46,1 55,1 49,9 60,9 54,0 52,8 61,4

55,5 58,1 68,8 47,7 41,3 60,1 55,4 48,8 47,4 50,1 54,5 57,8 49,1 48,3 53,6 50,8 53,9 49,7 49,1 56,7 55,1 53,3 49,7 64,3 55,3 56,1 49,2 50,9 40,9 65,1 48,5 45,4 47,9 49,1 56,3 50,5 43,1 49,5 44,0 44,3 53,7 47,5 56,7 53,3 50,9 59,7

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5,9 4,2 1,1 1,0 2,8 1,5 -1,4 2,4 3,7 -0,3 1,7 1,9 0,8 3,2 0,0 3,7 3,9 4,4 1,9 4,3 1,0 0,6 0,5 -0,2 2,0 0,9 3,9 2,0 1,1 1,3 1,6 3,3 -0,4 0,6 4,0 4,1 -1,3 2,5 -0,2 1,8 1,4 2,4 4,2 0,7 1,9 1,7

Gen-Apr 2016

Prezzo Medio Gen-Apr Var 2015 16/15

104,13 94,73 127,50 101,89 84,41 88,84 86,32 81,80 85,18 83,59 85,63 148,85 91,47 84,12 85,95 84,41 87,96 89,05 90,63 99,76 83,77 86,29 80,27 118,53 88,26 90,68 84,41 82,75 86,54 113,49 83,01 83,04 82,85 83,79 99,69 84,79 82,87 82,25 80,76 82,21 88,56 82,58 83,44 84,94 83,04 108,46

98,98 92,03 130,53 97,12 84,27 87,42 84,24 82,98 83,32 84,46 85,57 147,85 89,03 84,17 84,79 83,82 85,68 88,77 89,95 97,79 84,33 85,36 79,62 116,57 87,69 92,01 84,63 81,65 85,59 113,13 82,64 82,42 81,49 86,27 98,12 84,16 81,25 83,00 79,64 82,62 86,06 82,59 87,25 83,81 83,20 107,90

5,2% 2,9% -2,3% 4,9% 0,2% 1,6% 2,5% -1,4% 2,2% -1,0% 0,1% 0,7% 2,7% -0,1% 1,4% 0,7% 2,7% 0,3% 0,8% 2,0% -0,7% 1,1% 0,8% 1,7% 0,7% -1,4% -0,3% 1,3% 1,1% 0,3% 0,4% 0,8% 1,7% -2,9% 1,6% 0,7% 2,0% -0,9% 1,4% -0,5% 2,9% 0,0% -4,4% 1,3% -0,2% 0,5%

Città

VENEZIA MILANO ROMA FIRENZE BOLOGNA NAPOLI TORINO VERONA GENOVA BARI TOTALE ITALIA

Città

VENEZIA MILANO ROMA FIRENZE BOLOGNA NAPOLI TORINO VERONA GENOVA BARI TOTALE ITALIA

Occupazione % Camere Luxury Upscale Midscale

59,5 63,2 57,2 58,1 59,0

Luxury

432,82 361,48 300,41 401,17 351,37

59,7 69,9 66,4 64,1 61,0 60,3 61,4 49,9 62,3 54,6 61,4

59,6 67,3 70,0 62,9 59,6 60,0 54,7 51,2 58,8 51,5 57,7

Prezzo Medio Upscale Midscale

148,85 127,50 113,49 118,53 99,76 99,69 104,13 91,47 94,73 84,79 108,46

85,55 67,90 62,18 61,14 59,80 53,96 55,60 53,80 52,81 50,71 55,36

Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia

Luxury Upscale Midscale

Tipologia

Luxury Upscale Midscale

Gen-Apr 2016

59,0 61,4 57,7

Occupazione Camere Gen-Apr Var 2015 16/15

58,4 59,7 56,4

0,6 1,7 1,3

Gen-Apr 2016

Prezzo medio Gen-Apr Var 2015 16/15

351,37 108,46 55,36

341,87 107,90 55,08

Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia

2,8% 0,5% 0,5%


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TREND

L’ascesa del wellness hotel livello internazionale la domanda di alberghi che mettono il wellness al centro della loro offerta per valorizzare i sani stili di vita e la prevenzione sta crescendo rapidamente. Parole d’ordine come eco-lusso, gluten free, pulizia, detox, vitalità e consapevolezza sono parte integrante del dizionario benessere e stanno diventando un tratto comune del settore dell’ospitalità. I viaggiatori vogliono sempre più

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damentali per l’industria dell’ospitalità. I consumatori sono più attenti che mai alla loro salute e al loro benessere e l’offerta di ospitalità lo deve comprendere, aggiornarsi ed offrire servizi e comfort in linea con l’odierno wellness lifestyle. Il trend del benessere è dunque uscito dai confini delle case e delle palestre e sta entrando prepotentemente negli alberghi che devono non solo offrire programmi di sog-

mente e spirito attraverso un corretto e specifico esercizio. Mente, anima e corpo al centro dunque di molte operazioni di rebranding alberghiero che puntano a combinare la qualità dei servizi e degli standard ospitali con un’offerta di benessere completa e personalizzata che va dall’esercizio fisico più o meno leggero con appositi programmi di pilates o ayurveda o yoga alla meditazione e alla lettura... il tutto per liberare la mente

alloggiare in strutture ricettive che non solo li facciano rilassare, ma li ritemprino e li rigenerino. Data la nuova modalità di lavoro “sempre connessi”, il livello di stress delle persone è sempre più elevato e per questo motivo sono importanti e preziosi i giorni di riposo e relax. Gli alberghi più attenti hanno preso coscienza di questo trend che porta i wellness tourists a spendere mediamente il 30% in più dei turisti, per così dire, tradizionali. Cibo sano, elevata qualità del sonno, attività più coinvolgenti e originali e un’attenzione globale alla salute dell’ospite sono elementi fon-

giorno centrati sul relax e lo star bene, fisico e mentale, ma anche riconsiderare il layout delle camere, migliorare la qualità dell’aria e la depurazione delle acque, avere ambienti ipoallergenici, migliorare la qualità del sonno, etc. La recente acquisizione di Morgans Hotel Group da parte di SBE Entertainment Group per 794 milioni di dollari ne è una testimonianza. L’iconico brand alberghiero che ha dominato New York per due decenni, si doterà infatti di nuovi e più ricchi programmi di benessere finalizzati a ridurre lo stress quotidiano degli ospiti e a ritemprare

degli ospiti dallo stress quotidiano. È ormai chiaro che il wellness non è più la moda di una stagione, è uno stile di vita che le persone prendono molto sul serio e costringe anche le strutture alberghiere ad innovare la propria offerta di benessere con servizi ed opportunità appositi. Cambiamenti come questi sono radicali e molti albergatori non hanno né spazio né soldi per attuarli, perché non si tratta più soltanto di un’esperienza legata alla Spa o al centro benessere; oggi la wellness experience è molto di più e coinvolge l’offerta alberghiera e ricettiva a 360 gradi. 5-6 2016

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La cucina vegana si fa stellata

Breaking news

nche Alain Ducasse e Alain Passard, due tra i più famosi (e pluristellati) chef al mondo, hanno “abbracciato” lo stile vegetariano. Lo hanno portato all’interno dei loro lussuosi ristoranti parigini, declinandolo in versione gourmet e costruendo attorno alla proposta vegetariana un’esperienza gastronomica che, nella capitale mondiale dell’haute cuisine, sta affascinando anche gli onnivori. Oggi parlare di alta cucina vegana non è un paradosso o una provocazione. Sono lontani i tempi in cui per evocare l’alta cucina si faceva riferimento a foie gras, ostriche, caviale, enormi carrelli di formaggi francesi e mousse di cioccolato grondanti burro. Nell’era della cucina 3.0 anche gli chef stellati entrano in relazione con il mondo della cucina veg proponendo menu senza carne, pesce e proteine animali. Il capostipite della cucina stellata vegana in Italia è, senza ombra di dubbio, Pietro Leemann, un pioniere in materia. Al Joia, il suo ristorante milanese, l’unico totalmente vegetariano in Italia con una stella Michelin, anche l’uso di latticini e uova è ridotto ai minimi termini. Sulla sua scia e sull’onda di un trend in costante crescita è nata anche l’Organic Academy, scuola itinerante con centinaia di iscritti in lista d’attesa, che ha tra i suoi principali “animatori” lo chef Simone Salvini per lungo tempo braccio destro dello stesso Leemann e reso recentemente famoso dalla parodia televisiva di Maurizio Crozza. Il mood passeggero è stato superato e probabilmente siamo di fronte ad un passaggio epocale in cui cibi da sempre considerati solo contorni diventano protagonisti di piatti nei quali non si inganna l’occhio facendo sembrare carne una polpetta di legumi o ricreando la consistenza di una chianina grigliando seitan. Quello che conta ora è la qualità, il trattamento delle materie prime e l’arte della cottura (o non cottura) per far scoprire al palato i piaceri inesplorati di verdure e legumi, fiori ed erbe. Il percorso è appena iniziato ma sono sempre di più le persone curiose e inesperte, vegetariani e vegani a parte, incuriosite da questa cucina e desiderose di sperimentarla. Il vegetarianesimo non è più dunque una “religione laica” quanto piuttosto uno stile di vita che modifica l’approccio al cibo, ai misteri dell’alimentazione, alla cucina in virtù dell’evoluzione occidentale e di una maggiore consapevolezza in termini di benessere fisico, salute ed empatia con il mondo animale. E più che i messaggi dei grandi chef, dei medici e dei talebani veg, oggi sono le “celebrities” pop ad influenzare la cultura della tavola facendosi ambasciatori di un’etica che in Italia riguarda quattro milioni e mezzo di vegetariani e vegani (+15% negli ultimi due anni secondo i dati Eurispes). Sono numeri che, anche per mere ragioni commerciali, i ristoratori più noti, “alti” e famosi non possono ignorare. La Penisola è ormai il terzo Paese europeo per numero di ristoranti veg, dopo Germania (il Paese più vegetariano d’Europa, con circa 7 milioni di persone) ed Inghilterra. Adesso i nuovi “cuochi verdi” si stanno facendo largo anche in provincia, dove si è lontani anni luce dall’offerta disponibile nelle grandi città. Riusciranno a diffondere il verbo e conquistare i palati dei veg-scettici e dei gourStefano Bonini met più open-minded? È difficile, ma la sfida è lanciata.

Governance NH, prima catena in italia per offerta ricettiva

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Oceanwood Capital è un hedge fund con sede a Londra che detiene il 10% delle azioni NH, catena spagnola di grande rilevanza per l’Italia dove è presente con 53 strutture alberghiere. Secondo alcuni rumors provenienti da Londra e Madrid per NH, parzialmente controllata da HNA, fondo d’investimento cinese che ne detiene ufficialmente il 29,5% delle azioni, qualche turbolenza dev’esserci. Con l’acquisizione di Carlson Hotels da parte di NH emergono, come spesso accade, conflitti di interesse legati al controllo del nuovo sistema aziendale. In sostanza Oceanwood Capital Management LLP chiede al presidente spagnolo del Gruppo NH Hotel di farsi temporaneamente da parte e lasciare le deleghe assegnate per permettere un riassetto societario. Lo riferisce il Wall Street Journal, aggiungendo che Oceanwood con la sua quota del 10% in NH Hotel Group, intende correggere il conflitto che compromette i rapporti tra soci nel consiglio di amministrazione di NH. Nello specifico Oceanwood teme che HNA voglia il controllo di Carlson compromettendo così la vendita della sua partecipazione in Rezidor Hotel Group, piccola catena che è di parziale proprietà di Carlson e concorrente oggettiva di NH in Europa. Oceanwood insiste dichiarando che i rappresentanti cinesi di HNA in NH stanno per rendere difficile la fusione tra NH e Carlson. Il portavoce di NH risponde affermando non vi è alcun conflitto di interessi relativo alla trattativa Carlson, che sono state adottate tutte le misure per monitorare i potenziali conflitti, e che la proposta di Oceanwood sarà messa in agenda il prossimo mese, quando si terrà la riunione generale annuale a Madrid. In pratica no comment.

Uno sguardo sui dati ufficiali, spesso una sorta di giungla confusa Per chi lavora in questo settore (turismo e ospitalità, affari e finanza) è doveroso interrogarsi sui dati presentati da storici e consolidati istituti come ad esempio la Banca d’Italia o la UNWTO. Ma anche le organizzazioni


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tax free ci forniscono sempre più dati. Il panorama di questo inizio anno è formidabile, quasi incredibile: i miliardi volano e gli investitori possono essere soddisfatti. Banca d’Italia: a febbraio le spese degli stranieri aumentano del 2,8%. Secondo il rapporto mensile sul turismo internazionale della Banca d’Italia, la bilancia dei pagamenti turistica ha presentato nel mese di febbraio un surplus di 260 milioni di euro, a fronte di uno di 241 milioni nello stesso mese dell’anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 1.649 milioni, sono aumentate del 2,8% mentre quelle dei viaggiatori italiani all’estero, per 1.390 milioni, sono cresciute dell’1,9%. Nel periodo gennaio-febbraio 2016 si è registrato un avanzo di 517 milioni di euro, a fronte di uno di 453 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 3.620 milioni, sono aumentate del 4,6% e quelle dei viaggiatori italiani all’estero, per 3.103 milioni, sono cresciute del 3,2%. (Per maggiori informazioni: www.bancaditalia.com). UNWTO: nel 2015 i turisti hanno speso 1200 miliardi di dollari a livello mondiale. Secondo i dati diffusi dall’UNWTO, per il quarto anno consecutivo, il fatturato prodotto dal turismo internazionale è cresciuto nel 2015 più dell’export complessivo a livello mondiale. L’incremento è stato del 3,6% per il turismo e del 2,8% per le esportazioni. Secondo UNWTO, molto ascoltata a Roma nel 2015, il fatturato generato nel mondo dai visitatori internazionali per trasporti, alloggio, cibo, intrattenimento, shopping e altri servizi ha superato i 1.200 miliardi di dollari. Le destinazioni con i più elevati volumi di fatturato turistico sono state l’anno scorso gli Stati Uniti (178 miliardi), la Cina (114 miliardi), la Spagna (57 miliardi) e la Francia (46 miliardi), mentre chi ha speso di più per turismo internazionale sono stati cinesi (292 miliardi), americani (120 miliardi), tedeschi (76 miliardi) e britannici (63 miliardi). (Per maggiori informazioni: www.unwto.org. Global Blue: nel 2015 gli acquisti dei turisti cinesi sono cresciuti del 56%. Secondo il rapporto annuale elaborato dal CeSIF, Centro Studi sull’Impresa, in collaborazione con Global Blue, sono Milano, Roma e Firenze le destinazioni italiane preferite dai turisti cinesi amanti dello shop-

ping. Lo scorso anno si è concluso con un bilancio particolarmente positivo per il tax free shopping nel nostro Paese: gli acquisti dei viaggiatori cinesi sono aumentati del 56%, contro un andamento generale degli acquisti in Italia fermo a un +16%. Nel 2015 i cinesi che hanno deciso di recarsi all’estero sono stati 127,8 milioni: un vero e proprio esercito che, oltretutto, è composto in larga parte da big spender, se pensiamo che lo scontrino medio dei cinesi è passato da 896 a 944 euro, registrando un incremento di circa 5 punti percentuali. Acquistare prodotti di lusso resta, dunque, uno degli scopi del loro viaggio nella Penisola e lo share principale (+68%) è appannaggio dell’abbigliamento e pelletteria, seguito dai gioielli, i cui acquisti sono aumentati del 23%. Molto richiesti anche gli outlet, visitati dal 19% degli acquirenti L’importante è credere, ma senza verificare!

Ma la parity è bandita o no? Dopo Francia e Germania anche in Italia è in via di abolizione la clausola di parità tariffaria tra hotel e Online Travel Agencies. Un emendamento al disegno di legge sulla concorrenza approvato lo scorso ottobre alla Camera dei Deputati prevedeva infatti l’abolizione della parity rate, la clausola contrattuale secondo la quale l’hotel affiliato alle piattaforme online (Booking ed Expedia su tutti) non può offrire sul proprio sito web un prezzo più basso a quello presente sui portali di prenotazione. Sono passati alcuni mesi e sembra che il Senato sia pronto a rinviare la questione a Bruxelles, che ha già fatto capire come questa norma non sia ritenuta coerente con le regole comunitarie. L’Italia, insomma, sarebbe libera di procedere, con il rischio però non solo di incappare nelle critiche e ma anche in una procedura d’infrazione. Mentre almeno a chiacchiere i legislatori vanno avanti citando regole e norme comunitarie, gli albergatori italiani continuano ad avere a che fare con OTA che gli procurano clienti in misura importante e che, a loro volta, possono benissimo fare a meno, in moltissimi casi, delle loro camere. Nel resto del mondo d’altronde non cambia nulla e i conflitti con le OTA continuano, perché loro non possono fare a meno della clausola di parity rate e lottano per difenderla. E se saran-

no mai condannate da un tribunale le conseguenze potrebbero essere pesanti. Ma gli albergatori hanno o no il diritto di gestire i prezzi con la massima flessibilità possibile e di distribuire le scorte “al ribasso” come fanno tutti i commercianti? Possono sentirsi liberi di fare prezzi diversi da quelli pubblicizzati dall’OTA? Lo scontro è destinato a continuare, del resto tutti sono alla ricerca di un miglioramento della loro strategia commerciale per avere più clienti subito. I più svantaggiati in questo scontro sono i piccoli hotel indipendenti, quelli che più di tutti hanno bisogno del supporto commerciale di queste piattaforme di distribuzione online. Le OTA che commercializzano le camere di un hotel in diverse lingue e in diverse parti del mondo investono milioni di euro per conquistare viaggiatori e turisti e indurli a prenotare attraverso i loro sistemi. Si tratta di potenziali clienti che l’albergatore da solo non potrebbe mai conquistare, neanche investendo migliaia di euro in comunicazione e promozione. Come può allora fare a meno di Expedia, di Booking... di Tripadvisor? È chiaro che è difficile, ma è altrettanto limitativo accettare le restrittive regole delle OTA. Se le Catene hanno affrontato il problema da un lato investendo sui propri canali di distribuzione, dall’altro negoziando accordi favorevoli con i grandi player della distribuzione online, gli alberghi indipendenti sono destinati a soffrire il potere delle OTA non avendo (in molti casi) l’impatto dimensionale, la capacità manageriale e la brand reputation necessarie per conquistare i viaggiatori internazionali. Il web che, a molti sembra la soluzione per tutti i mali turistici italiani, è una “bestia” da trattare e maneggiare con attenzione e competenza: legarsi mani e piedi alle OTA per ospitare clienti “infedeli” pagando un 15-20% di commissione può essere una scelta manageriale molto rischiosa a lungo termine. L’emendamento che riconosce all’albergo la possibilità di disintermediare e lo rende libero di proporre tariffe più basse di qualunque altro distributore anche sul proprio sito web può avere ricadute non prevedibili sul mercato turistico alberghiero. Aspettiamo con curiosità di vedere cosa accadrà una volta che la norma sarà approvata definitivamente!

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Ca’ Sagredo

La quintessenza dell’ospitalità made in Venice Antica dimora nobiliare, oggi cinque stelle prestigioso, l’hotel è un’icona dell’accoglienza. Un albergo “museo vivente” dove l’arte è in ogni dettaglio, nel servizio e nel modo speciale, unico, di ricevere l’ospite

✒Luciana Sidari prestigioso, l’essere uno spazio scenografico in continua trasformazione, quasi un museo vivente; l’essere un’icona, un emblema dell’immaginario che l’ospite, arrivando a Venezia ha sempre sognato.

Ca’ Sagredo e Lorenza Lain

In apertura Lorenza Lain. Qui sopra, la facciata di Ca’ Sagredo Hotel

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Secondo Aristotele e poi nell’astronomia antica, il quinto elemento dopo acqua, aria, terra e fuoco era l’etere e, ancora oggi, usiamo la parola “quintessenza” per esprimere il massimo che si possa ottenere da una sostanza dopo cinque distillazioni. La quintessenza di Ca’ Sagredo sta nei suoi elementi costitutivi: l’essere stato la Ca’, cioè la casa, di una delle più interessanti famiglie nobiliari di Venezia, i Sagredo; l’essere un albergo cinque stelle

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L’amore che la General Manager profonde in Ca’ Sagredo è altrettanto distillato, è difficile definire chi ha creato cosa. «La passione che tutti i giorni dà un senso alla mia attività, nasce da molto lontano», dice Lorenza Lain, «cioè dalla mia storia personale: sono figlia di un diplomatico, generale dell’aereonautica, ho avuto un’educazione severa, che però mi ha fatto conoscere il mondo. La nonna materna mi ha insegnato a vivere con intensità le esperienze fatte durante i viaggi, soprattutto in Estremo Oriente. A dieci anni, mi sono trasferita con la famiglia a Bruxelles dove ho frequentato l’Ecole Européenne. Successivamente per motivi di studio, mi sono recata in molti paesi, in particolare negli Stati Uniti. Sono laureata in lingue orientali a Venezia e ho un PHD in arte contemporanea cinese dell’Università Jussieu di Parigi. Gli studi mi hanno por-


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COVER STORY

tato a 22 anni in Cina, dove ho cominciato a conoscere il mondo dell’hotellerie presso lo Sheraton di Pechino. Il “nomadismo” di quegli anni mi ha permesso di assimilare e sedimentare il meglio di altri Paesi, ma, nello stesso tempo, ha rafforzato la mia consapevolezza di essere profondamente, nell’intimo, italiana. Così, divisa tra due anime – quella creativa, curiosa, aperta a esperienze eclettiche di altre culture e quella che mi viene dall’autodisciplina – ho deciso che lavorare negli alberghi sarebbe stata la mia professione. E Venezia, un vero crogiuolo di culture, che amo profondamente, sarebbe stata la città dove avrei vissuto».

Nulla succede per caso Lorenza Lain, dopo alcuni anni trascorsi nella catena Starwood, dove si occupa di p.r. e manifestazioni, trova nell’Hotel Luna Baglioni, la lente d’ingrandimento che le fa mettere a fuoco, grazie all’incarico di vicedirettore, ciò che desidera per il futuro: occuparsi di un albergo capace di diventare un’ icona dell’essenza di Venezia.

Un modello di ospitalità culturale «Il Ca’ Sagredo di oggi è nato con me», dice Lorenza Lain, che si è occupata del progetto sin dal pre-opening, «l’input era naturalmente quello di trasformare un Palazzo cinquecentesco disabitato e da restaurare, in una “casa” a cinque stelle che diventasse un modello di “ospitalità cul-

turale”. Era quello che volevo, dare a un luogo destinato all’accoglienza una second life intrinsecamente collegata alla

Sopra, Lorenza Lain, Mario Mazzoleni, Francesco Verdi. Qui a fianco, “La caduta dei Giganti”, Pietro Longhi, 1734

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Salone del Portego

città e al suo passato illustre, coerente con le attività di oggi: ricordo che i Sagredo sono stati grandi mecenati, collezionisti e protettori di scienziati come Galileo Galilei».

Ca’ Sagredo Experience

Sala della Musica

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Ecco quindi il pensiero che dà forma al management di Lorenza Lain: Palazzo Sagredo è un meraviglioso “contenitore” dove l’esperienza del dormire, del fare colazione, dell’affacciarsi sul Canal Grande diventa partecipazione, valorizzazione del contesto che viene naturalmente accen-

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tuata con manifestazioni organizzate ad hoc. Il Palazzo è un esempio virtuoso: non solo conserva con cura se stesso, ma crea, divulga, proposte culturali per tutti i “viaggiatori curiosi” e per Venezia, in senso lato. Chi vuole dare un senso più profondo al suo soggiorno, può richiedere una visita guidata delle Sale, partecipare a una sessione di cooking class, alle “cene olfattive” con il Maestro Profumiere, a un corso di fotografia, a concerti strumentali o di lirica, e a incontri a tema e mostre. Recentemente è stata organizzata una conferenza per un grande dipinto che rappresenta l’albero genealogico della Famiglia Sagredo, realizzato dall’artista Verdi a cura della Fondazione Mazzoleni di Bergamo. Molte idee nascono da un network di relazioni tra le realtà che costituiscono quella che potremmo definire l’industria creativa di Venezia: La Biennale, la Fondazione Querini Stampalia, il Peggy Guggenheim Museum, I Musei Civici senza dimenticare il contributo prezioso di storici e critici dell’arte, ma anche quello delle Sedi Consolari dei diversi Paesi (famosa è, ogni anno, la festa per l’Independance Day) e, ancora, il contributo dell’Associazione Veneziana Albergatori, (dove Lorenza ricopre l’incarico di consigliere per la categoria cinque stelle), e di Alta Gamma, il laboratorio dell’Università Ca’ Foscari.


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COVER STORY A proposito di cucina

A Ca’ Sagredo è arrivato da pochi mesi il giovane Chef Damiano Bassano, di origine salentina, che dopo esperienze in Francia e America è approdato in Spagna, alla corte di Ferran Adrià. Per lui, la cucina è un laboratorio: «Solo attraverso la sperimentazione si possono cogliere nuove opportunità di abbinamento», dice lo Chef Bassano. I suoi piatti sono caratterizzati da un inconfondibile stile. La curiosità e la passione per la continua ricerca lo portano a trasformare prodotti semplici in squisiti e raffinati piatti, sapientemente presentati anche dal punto di vista estetico, tanto che alcune composizioni – dei veri e propri piccoli capolavori – richiamano i colori e forme delle murrine veneziane.

Il guest portrait Ma chi sono gli ospiti di Ca’ Sagredo? «In genere», dice Lain, «sono persone sensibili, che cercano un quid in più. A selezionare gli ospiti sono i loro stessi specifici interessi. Provengono perlopiù dall’Europa, Stati Uniti, Sud America. Potremmo considerarli una nuova generazione di viaggiatori del Grand Tour, che hanno il desiderio di riscoprire ciò che hanno già visto in precedenti soggiorni veneziani, oppure che vogliono avere “una prima volta” capace di suscitare un sentimento indelebile. Sono presidenti o amministratori delegati di fondazioni museali, collezionisti, scrittori, artisti, proprietari di gallerie, personalità invitate da Consolati,

che sono di casa a Ca’ Sagredo, in particolare il Consolato del Principato di Monaco, di cui sono ambasciatrice per il turismo». A Ca’ Sagredo tutte queste attività convivono in perfetta sintonia, ci tiene a precisare Lorenza Lain. «le iniziative vengono selezionate già dalla prenotazione del soggiorno, come nel caso delle rappresentazioni di Othello, ospitate per dare un contributo vivo alla ricorrenza dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, oppure ci vengono richieste come un’opportunità in più o come post congress, in caso di un incentive o di un viaggio d’affari. In particolare, è molto apprezzata la possibilità di fare la spesa con lo chef: con la Gondola si attraversa il Canal Grande, si ammirano le variopinte bancarelle del Mercato di Rialto, si comprano squisitezze delle Isole e della laguna e si torna in Hotel per cucinare e apprezzare i sapori dei piatti veneziani. il tutto vissuto non come gioco, ma come approfondimento, partecipazione alla vita quotidiana di Venezia». ■

Lo Chef, Damiano Bassano

A sinistra: la Biblioteca di Zaccaria Sagredo - Suite. Qui a fianco, Terrazza sul Canal Grande

Alcuni dati

Questo magnifico Palazzo, riconosciuto Monumento Nazionale del XV secolo, offre 42 camere; 11 Suites Grand Canal, Heritage, Sagredo; 9 junior suite, Grand Canal, Sagredo; 22 Double rooms, Grand Canal, Sagredo, che fanno vivere in toto un’indimenticabile Venice Experience. 5-6 2016

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SCENARI DEL TURISMO

Business Travel 2016

Le previsioni per l’anno in corso sembrano poco incoraggianti, ma l’Italia vince per ottimismo. E mentre i BRIC – India a parte – temono un rallentamento delle trasferte, i nostri travel manager scommettono su un secondo semestre 2016 in crescita

✒Aura Marcelli Puntuali come ogni anno, arrivano le previsioni sull’andamento globale del turismo d’affari, raccolte da Airplus International, sulla base del sentiment e delle intuizioni di quasi 850 travel manager e di oltre 1.150 viaggiatori d’affari, provenienti da tutto il mondo. E le sfere di cristallo per la seconda metà dell’anno sembrano lasciar intravedere uno scenario non molto incoraggiante, afflitto da un calo delle trasferte d’affari, in particolare nei cosiddetti Paesi emergenti, dettato soprattutto dalla decelerazione dell’economia cinese e dalla consistente flessione dei prezzi delle materie prime. Crescono a livello globale, pur rimanendo minoritarie, le

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percentuali di coloro che si aspettano un rallentamento del mercato del business travel e aumenta il numero di quanti temono un effetto negativo dell’attuale clima economico sui viaggi d’affari. In controtendenza, in questo quadro globale non molto roseo, ci sono invece i Travel manager italiani, convinti, per quasi i due terzi, che il settore non subirà alcun effetto negativo o, anzi, trarrà beneficio dalla situazione economica. Un ottimismo, quello del nostro Paese, davvero promettente, visto che il numero di chi ritiene che i viaggi d’affari aumenteranno nel 2016 è addirittura raddoppiato rispetto allo scorso anno.


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SCENARI DEL TURISMO Il punTo dI vIsTA dI chI vIAggIA

Se le previsioni dei travel manager variano molto a seconda del contesto geografico e imprenditoriale, il quadro descritto dai viaggiatori d’affari risulta essere più omogeneo su scala globale. Tendenzialmente più ottimisti, si aspettano un 2016 positivo nel 36% dei casi e negativo solo nel 19%. Nessun Paese tra quelli analizzati presenta una maggior incidenza di attese negative rispetto a quelle positive. Ancora una volta in testa alla classifica dei più ottimisti, ci sono i viaggiatori indiani (79%) e in coda i russi (8%). Quanto all’Italia, il 53% degli intervistati prevede che la situazione economica possa avere effetti positivi sull’andamento dei viaggi d’affari nel 2016, mentre solo il 9% ritiene, al contrario, probabili effetti negativi. Anche le attese relative ai numeri di trasferte risultano mediamente positive. Il 32% a livello globale si aspetta una crescita, mentre il 12% prevede una diminuzione. In questo caso le differenze geografiche incidono maggiormente, con punte del 71% di chi in India si aspetta di viaggiare di più nel 2016, che crollano vertiginosamente per il dato corrispondente della Scandinavia. I viaggiatori d’affari italiani più ottimisti si attestano sul 39% (dato corrispondente a quello dei travel manager), con una minima incidenza di chi crede che i viaggi caleranno (3%) e la netta maggioranza (58%) che si aspetta una sostanziale stabilità. Quanto ai costi, il 48% dei business traveller non prevede cambiamenti nelle spese sostenute dall’azienda, mentre il 36% si aspetta un aumento dei costi di viaggio.

BRIc pessimisti Dall’inizio della crisi nel 2009 a oggi non sono mai stati tanti come quest’anno i

Travel manager che si sono dichiarati pessimisti sull’andamento del mercato. La percentuale non è altissima, pari al 19%, ma dà comunque la misura di una tendenza importante, trainata dai Paesi BRIC: fatta eccezione per l’India, che, invece, si attesta in cima alla classifica dei 24 Paesi analizzati dallo studio quanto a previsioni positive, le economie emergenti sono quelle che si aspettano per l’anno in corso una frenata del settore. Proprio la Russia e il Brasile, infatti, sono gli unici Paesi che presentano un numero di travel manager che si aspetta una riduzione dei viaggi superiore a quelli che invece ne Per l’Italia i risultati dell’indagine Airplus confermano un trend, che vede il business travel relativamente slegato dall’andamento dell’economia nazionale. Così il 46% dei travel manager italiani non prevede effetti di alcun genere sulle trasferte di lavoro

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SCENARI DEL TURISMO

Fatta eccezione per l’India, che, invece, si attesta in cima alla classifica dei 24 Paesi analizzati dallo studio quanto a previsioni positive, le economie emergenti sono quelle che si aspettano per l’anno in corso una frenata del settore

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prevedono un aumento. Si tratta di casi unici, che, benché attestino una tendenza certo non positiva, non devono far sopravvalutare la negatività della situazione. A livello globale resta prioritaria, ma pur sempre in diminuzione rispetto allo scorso anno, la percentuale delle aziende che si aspettano un incremento nel numero dei viaggi d’affari, passata dal 35% del 2015 al 31% del 2016, come pure quella dei Travel manager (la metà degli intervistati) che non prevedono nessun particolare effetto dell’attuale clima economico sul settore dei viaggi d’affari, cui fa da contraltare il 29% che attende un effetto, invece, negativo. Mai come quest’anno il quadro geografico è molto discordante, con i travel manager provenienti da India (47%), Regno Unito (46%), Italia (46%) e USA (45%) decisamente ottimisti sull’influenza dell’economia sulla salute del settore, e quelli che operano in Germania (3%), Messico (5%), Sudafrica (6%), Australia e Svizzera (7%), molto meno inclini a previsioni positive. Tra i 19 Paesi che, tra quelli analizzati dalla ricerca, hanno mostrato una più alta percentuale di travel manager che si aspettano un effetto negativo anziché positivo, spicca il Sudafrica (61%), la cui economia è stata fortemente colpita dalla

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flessione dei prezzi delle materie prime, dall’indebolimento della valuta, dalla caduta del rating creditizio e una disoccupazione superiore al 25%, seguita da Messico (55%), Francia (46%) e Spagna (43%). Quanto al numero di viaggi, è ancora l’India a condurre le fila dei Paesi ottimisti, con addirittura il 67% dei travel manager che scommettono su un aumento del numero di trasferte, seguita da Paesi Bassi (49%) e Turchia (45%). Ai primi posti nella classifica dei mercati pessimisti, invece, troviamo il Brasile, dove il 45% degli intervistati prevede una diminuzione dei viaggi d’affari, la Cina (32%, che però compensa il dato con un 33% di previsioni positive) e la Russia (28%).

la situazione italiana Guardando al nostro Paese, i risultati dell’indagine Airplus del 2016 confermano un trend in atto da anni, che vede il business travel relativamente slegato dall’andamento dell’economia nazionale. Così il 46% dei travel manager italiani non prevede effetti di alcun genere sulle trasferte di lavoro, mentre il 28% si aspetta che la situazione economica peserà negativamente sui viaggi d’affari (in calo rispetto al 34% dello scorso anno) e il 25% si è dichiarato convinto di un prossimo effetto


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SCENARI DEL TURISMO I 6 TRend gloBAlI vIsTI dAI TRAvel MAnAgeR

positivo, percentuale in crescita di un punto rispetto allo scorso anno e decisamente più alta rispetto alla media mondiale pari al 20%. L’atteggiamento ottimistico è confermato anche sul fronte delle previsioni relative al numero di trasferte, negative solo per il 5% degli intervistati nel nostro Paese e positive per il 39% (circa il doppio dello scorso anno). Viaggi in crescita, dunque, per le aziende italiane, ai quali non si accompagnerà un aumento della spesa, stando alle previsioni della grande maggioranza dei travel manager nostrani: solo il 28% prevede un aumento, mentre il 15% si aspetta addirittura un calo. Nel contesto globale si rilevano attese decisamente differenti, con il 41% del travel manager internazionali che prevede l’aumento delle spese e il 18% che si aspetta un calo. Le aziende che temono maggiormente l’aumento di questa voce di spesa sono quelle indiane (63%), spagnole (52%) e tedesche (51%). In Italia e a livello globale, invece, troviamo un sostanziale accordo quanto alle voci di spesa che incidono maggiormente, prima fra tutte quella dei voli aerei, che incide a livello globale per il 41% e in Italia per il 30%, seguita dai costi per hotel, 35% globalmente e 21% in Italia, e dai treni, 18% globalmente, 20% in Italia. ■

Nello scenario di digital transformation nel quale si stanno muovendo i mercati e anche il business travel, la ricerca di AirPlus ha indagato quali siano, nelle opinioni dei travel manager, i macro trend che nel 2016 influenzeranno la società. Le tendenze individuate deliano un mondo sempre più tecnologico e interconnesso. La sicurezza dei dati viene indicata come trend dall’88% degli intervistati a livello globale: la necessità di far viaggiare le informazioni in modo sicuro durante le trasferte si deve conciliare con la gestione sicura dei dati personali dei dipendenti, garantita da parte dei fornitori di servizi di viaggi.

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I social media sono considerati un trend fondamentale per la propria azienda dall’87% dei travel manager: la condivisione delle informazioni e delle esperienze è un aspetto importante non solo per il viaggiatore d’affari, ma anche per il datore di lavoro che può comunicare con il proprio dipendente in tempo reale. L’Italia, che mostra percentuali più elevate per ogni tendenza, attribuisce particolare attenzione al trend dei social media, con ben il 91% delle aziende che lo considera importante.

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Negli ultimi anni anche la mobilità sostenibile è diventato un tema a cui le aziende guardano con crescente attenzione: per il 77% dei travel manager è un trend da analizzare con attenzione, per rispondere adeguatamente alla richiesta di contenimento dell’impatto dei viaggi sull’ambiente e di massimizzazione dell’efficienza e dei costi.

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La globalizzazione continua a essere segnalata come tendenza dall’85% degli intervistati, spiegando in parte il motivo per cui molti travel manager quest’anno si aspettano un aumento del numero di viaggi e quindi dei costi.

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L’importanza dei Big data e della sharing economy è confermata dai travel manager, ma è rispettivamente il 59% e il 60% di loro a considerarli un trend fondamentale

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La sicurezza dei dati viene indicata come trend dall’88% degli intervistati a livello globale

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7 Scenari Piacenza Expo_Layout 1 20/06/16 15.45 Pagina 34

SCENARI DEL TURISMO FOCUS PIACENZA

Piacenza Expo

Un polo di riferimento e di sinergie per il territorio Buona accessibilità, un’offerta flessibile di spazi e servizi e un buon rapporto qualità/prezzo. Sono questi i plus della struttura, nata come organizzatore fieristico e, oggi, hub per fiere e convegni. Con iniziative ad hoc per il Mice, in collaborazione con Istituzioni e Club di prodotto

✒Annarita Maggi

Angelo Manfredini e Sergio Copelli

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Piacenza, grazie alla sua felice ubicazione geografica – è porta dell’Emilia e crocevia tra quattro regioni – e alla facile raggiungibilità, è una destinazione dall’appeal in crescita per il settore Mice, con un’offerta interessante di strutture ricettive e servizi

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di qualità. Al sistema di accoglienza si aggiunge la possibilità di sinergie strategiche sul territorio, che, se sviluppate adeguatamente, potrebbero fare di Piacenza una Mice City Brand di riferimento per il Nord Italia. Già oggi la destinazione gode di una buona reputazione da parte della domanda. A confermarlo sono i numeri di Piacenza Expo, realtà nata come organizzatore fieristico ma che, da un decennio, in virtù del suo nuovo centro congressi, si è proposta sul mercato quale interlocutore privilegiato per fiere e convegni, ma anche per workshop, seminari tecnici, assemblee di associazioni di categoria e mostre. «Solo nel 2015», fa sapere il Presidente di Piacenza Expo Angelo Manfredini, «abbiamo realizzato 33 eventi e ospitato 84 convegni. Prendendo in considerazione gli anni dispari, i più omogenei per fiere di riferimento, il numero degli espositori è in continuo aumento: 1.322 nel 2011; 1.773 nel 2013 e 1.915 nel 2015. Anche i visitatori sono aumentati: 75.540 nel 2011;


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SCENARI DEL TURISMO

116.122 nel 2013 e 122.857 nel 2015. Di questi ultimi, 32.316 sono stati i visitatori specializzati per fiere e convegni settoriali, mentre le presenze del pubblico generico sono state 90.541 Nel 2016 ad oggi sono in programma 27 eventi fieristici e l’attività convegnistica è in crescita. Il Bilancio Sociale 2014 di Piacenza Expo ha attestato come l’incremento degli espositori e dei visitatori delle fiere e convegni abbia migliorato l’indotto economico a livello locale, pari nel 2014 a 5.400.000 euro».

Punti di forza La facile raggiungibilità, il buon rapporto qualità/prezzo, la possibilità di affiancare all’attività congressuale anche situazioni espositive, così come la qualità dei servizi catering legati alla tradizione enogastronomica piacentina e i servizi di assistenza agli organizzatori sono i punti di forza del Centro Fieristico, fa sapere il coordinatore Sergio Copelli, precisando che «il centro congressi è adatto ad accogliere qualsiasi tipologia di evento fino a 350 partecipanti. Mentre per convention con platee più ampie si può usufruire dei padiglioni fieristici». Anche sul fronte della visibilità, sono in atto strategie importanti, «accanto ai tradizionali strumenti che vanno dal sito web alle campagne mailing, stiamo svi-

luppando un’attività di relazioni pubbliche per promuovere ulteriormente la struttura», continua Copelli, «fermo restando che la miglior pubblicità resta comunque il passaparola tra gli addetti ai lavori: chi ha già testato le nostre strutture, ha apprezzato la nostra flessibilità e l’impegno a soddisfare al meglio le attese dei clienti».

Le iniziative con gli enti territoriali «Per migliorare l’appeal di Piacenza, città vocata al turismo d’affari – anche in forza dei suoi importanti distretti industriali, logistici e agroalimentari – ma che, oltre ai pregi, ha anche i limiti della piccole realtà

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SCENARI DEL TURISMO LE DOTAZIONI

Il centro fieristico Piacenza Expo mette a disposizione un moderno e attrezzato padiglione espositivo di 10.000 mq, modulabile, interamente cablato, al quale si aggiungono un secondo padiglione di 3.000 mq a campata unica, che può essere utilizzato in maniera autonoma con reception indipendente, e un terzo spazio di 1.000 mq, sempre a campata unica, con luce naturale, ideale per meeting, dimostrazioni, mostre-convegno e rassegne espositive. La struttura dispone inoltre di un Auditorium da 334 posti con configurazione fissa a parlamento, arredato secondo canoni ergonomici che consentono una perfetta visuale e di due sale convegni, rispettivamente da 100 e da 40 posti. Completano l’offerta una business room, perfetta anche per workshop e una luminosa e accogliente Galleria, dove si possono allestire piccoli spazi espositivi, che collega i padiglioni con Auditorium, Sala Convegni B, Sala Corsi C, Sala Stampa/Lounge VIP, e ufficio servizio tecnico. Piacenza Expo dispone infine di un parcheggio con 2.400 posti auto.

italiane, sarà necessario sempre più consolidare un insieme integrato di servizi e un coordinamento delle proposte di svago», prosegue Copelli, «In questo senso, Piacenza Expo ha in essere convenzioni con Istituzioni e Club di prodotto. Per esempio, abbiamo siglato un accordo con i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza – un brand del territorio emiliano molto forte – che permette di usufruire di prezzi agevolati per soggiorni tra le antiche mura e in location di charme. Importanti cene di gala legate all’attività congressuale si sono svolte anche negli spazi dei Musei Civici di Palazzo Farnese, nel Salone monumentale di Palazzo Gotico, nel centro storico della città, o presso la Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni. D’intesa con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Piacenza, il nostro quartiere fieristico ha stipulato, inoltre, convenzioni con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, con i Musei Civici di Palazzo Farnese, con il Museo Civico di Storia Naturale,

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con Kronos - Museo della Cattedrale e con l’Opera Pia Alberoni».

Driver per la promozione di tutte le attrattive turistiche È dunque ragionando sempre di più in quest’ottica di sistema e di sinergie che Piacenza Expo può diventare un valido strumento di marketing territoriale, in grado di valorizzare e promuovere l’esperienza di visita e di soggiorno della destinazione. «Un quartiere fieristico ed un centro congressuale, per competere sul mercato, non possono limitarsi ad essere un semplice contenitore di eventi», ci tiene a ribadire il Presidente Manfredini, «Piacenza Expo deve dunque svolgere, per il territorio, un ruolo di driver per quanto riguarda la promozione delle attrazioni turistiche, delle eccellenze enogastronomiche e dei distretti industriali, artigianali e commerciali. D’altro canto è in questo senso che sta andando la direzione della domanda: sono sempre di più a Piacenza le iniziative legate ad associazioni tecniche e professionali nei più disparati settori (metalmeccanica, siderurgica, salute, turismo, terziario, veterinaria, lavori pubblici), cosa che in passato non avveniva così frequentemente in quanto si privilegiavano i grandi centri. La propensione a maggiori e più rapidi spostamenti da parte degli operatori, la necessità di ottimizzare il proprio evento, sfruttando una migliore dislocazione e la convenienza dei servizi che una città come Piacenza offre (location per cene di gala, alberghi, ristoranti, facilità di spostamenti urbani), senza tralasciare l’efficace attività di scouting e di relazioni intrapresa in questi anni da Piacenza Expo, sono tutti elementi che hanno portato alla definizione di accordi strategici con importanti partner a livello nazionale ed alla realizzazione di nuovi eventi». ■



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SCENARI DEL TURISMO

La forza del Turismo Verde Blu

Con la bella stagione torna la voglia di stare all’aria aperta, godendo appieno dei panorami incontaminati, a stretto contatto con la natura. E proprio in questo periodo torna, come sempre, negli ultimi 13 anni, l’appuntamento con il Rapporto Ecotur sul Turismo Natura

✒Aura Marcelli, foto di Barbara Ainis Tutta l’energia del Turismo Verde si mostra nei numeri della 13esima edizione della ricerca Ecotur, condotta dall’Osservatorio permanente sul Turismo Natura e curata da Istat, Enit e Università dell’Aquila, sotto la guida del coordinatore scientifico Tommaso Paolini, docente di Economia del Turismo presso la Facoltà di Economia, del centro universitario abruzzese. I risultati confermano la tendenza in continua crescita di questa tipologia di turismo, nel nostro Paese, come in tutto il mondo. In Italia nel 2015 si sono registrate oltre 104,6 milioni di presen-

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ze nel complesso dei parchi nazionali e regionali (contro i 102,2 del 2014), al 47,2% di turisti stranieri e al 52,8% di turisti italiani, con una permanenza media di 3,78 giorni. Presenze in aumento che si sono tradotte in una crescita del fatturato rilevante, stimata al +3,2% dal 2014 al 2015, che ha portato a un totale di quasi 12,3 miliardi di euro. Si tratta di dati record, a conferma della salute e delle potenzialità del comparto, nonostante la ancor marginale ripresa economica. Il Turismo Natura, che, stando alle previsioni, dovrebbe confermare il segno + anche


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SCENARI DEL TURISMO

Sport all’aria aperta ed esperienze culturali e ambientali autentiche attirano in Italia un numero sempre più consistente di turisti in cerca di natura

per il 2016, si presenta ancora una volta come un’area strategica di sviluppo, in grado di attrarre l’interesse dei viaggiatori internazionali con le esperienze ambientali e culturali, originali e autentiche, che si possono vivere nelle aree verdi e protette del nostro Paese.

primato è stato minacciato dalla grande performance dei “borghi più belli d’Italia”, che seguono a stretto giro nelle preferenze segnalate. Segue il turismo rurale e poi, a una certa distanza, il mare, l’agriturismo, la montagna e, da ultimo, il turismo lacuale.

Dove, perché e chi?

Il crescente interesse dei viaggiatori nel Turismo Natura si fonda su motivazioni diverse che insieme concorrono al successo di questa tipologia di viaggio. Quella che è stata negli scorsi anni la motivazione più rilevante, e anche la più intuitiva, ossia il vivere a contatto con la natura, ha raccolto in questo XIII Rapporto Ecotur l’interesse solo del 22% del campione, superata dalla voglia di praticare sport e attività all’aria aperta (al 26%), come pure dal desiderio di conoscere le tradizioni culturali, folcloristiche ed enogastronomiche delle destinazioni visitate (24%). Seguono il desiderio di relax

Vicino per affinità elettiva al turismo sostenibile e all’ecoturismo, il Turismo Natura se ne differenzia sulla base della sua stretta e imprescindibile relazione con le destinazioni: parchi, aree protette, borghi, turismo rurale, agriturismi, mare, montagna e laghi, costituiscono gli scenari entro i quali si muovono i viaggiatori e i Tour Operator analizzati nel Rapporto Ecotur. La parte del leone l’hanno sempre fatta i parchi e le aree protette, leader tra le destinazioni in tutti i tredici anni di indagini condotte dall’Osservatorio. Ma, a differenza del passato, quest’anno il loro

Dopo la crescita del 3,2% del 2015, anche il 2016 promette di essere un anno positivo per il turismo verde-blu

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SCENARI DEL TURISMO

riore, il 36% con laurea e solo il 13% con licenza elementare o media inferiore – come pure la capacità di spesa – oltre il 75% dei turisti che godono una vacanza natura ha una capacità di spesa considerata nella media (dato in crescita rispetto allo scorso anno), mentre la capacità di spesa “alta” è pari al 16% e quella “bassa” si è ristretta (di molto)al 7%.

Non solo escursionisti

Bambini, ragazzi e adulti. Turisti di tutte le età sono attratti da questa tipologia di turismo, trovando nelle destinazioni-natura l’opportunità di rilassarsi, di conoscere la gente del luogo e di fuggire dalla massa

(14%), in crescita di quasi il doppio rispetto al 2014, la possibilità di godere dell’ospitalità e della disponibilità della gente del luogo e di poter approfittare di prezzi più bassi (entrambe al 5%), e, infine, il desiderio di frequentare luoghi poco affollati (4%). Il turismo natura si rivolge a un target piuttosto variegato, soprattutto in termini di fasce di età. Bambini, adulti e over-60, tutti possono godere delle attrattive di questa tipologia di turismo e ciò risulta evidente dalle percentuali indicate nel Rapporto: la fascia tra 31-60 anni rappresenta il 36% dell’utenza, quella over-60 rappresenta il 31%, quella 16-30 rappresenta il 25%, mentre quella sotto i 15 anni copre solo il 6% del totale, comunque in linea con gli anni precedenti. Altri dati che delineano l’identikit del viaggiatore attratto dal turismo natura sono il livello di istruzione – che vede il 51% dell’utenza in possesso di un diploma di scuola supe-

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A distinguere il turismo natura dalla semplice escursione interviene la variabile del pernottamento. E così proprio la scelta della struttura dove soggiornare e il numero di notti spese nella destinazione-natura costituiscono un elemento fondamentale nella valutazione del comparto. I dati relativi alle strutture ricettive utilizzate dai turisti quando scelgono una vacanza in una destinazione-natura que-

2015: comunicazione promossa

L’indice relativo alla comunicazione del turismo natura ha sempre presentato un valore molto altalenante. Ciò è dipeso dalla disponibilità di fondi a disposizione degli enti preposti alla promozione dei parchi nazionali e regionali e delle altre aree protette. Stando alle rilevazioni relative al 2015 la situazione della comunicazione si presenta alquanto positiva, visto che è stata dichiarata sufficiente dal 69% dei Tour Operator intervistati e insufficiente solo dal restante 31%.


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SCENARI DEL TURISMO GLi sporT preferiTi

st’anno evidenziano un cambio di rotta importante. La sorpresa del 2013 era stata la perdita della leadership da parte degli hotel (alberghi e pensioni), parzialmente recuperata nel 2014, ma i dati del 2015 fanno segnare una controrivoluzione riportando nettamente in vetta l’ospitalità alberghiera, con il 27% delle preferenze. Seguono a distanza gli agriturismi (18%, comunque in crescita rispetto allo scorso anno), i B&B (17%), le case private (15%), i campeggi (10%), il camper (7%) e i rifugi/foresterie (6%). Quanto al numero dei pernottamenti, i dati rilevati variano notevolmente a seconda che si faccia riferimento a destinazioni di rilevanza nazionale o regionale. Sono le destinazioni per così dire minori, ossia parchi e aree protette a carattere regionale e locale, quelle nelle quali è maggiore l’incidenza di escursionisti che non scelgono di trattenersi per la notte (generalmente per maggior prossimità alla zona di residenza), rispetto ai veri e propri utenti del turismo natura. In questo caso, dunque, i ritorni economici per queste aree sono ridotti rispetto a quelli generati dai parchi e le aree protette a carattere nazionale. Considerando le aree protette come un unicum il Rapporto Ecotur ha rilevato nel 28% dei casi una permanenza

Un elemento di particolare rilievo emerso dal Rapporto Ecotur di quest’anno è stata l’importanza attribuita alla pratica di attività sportive all’aria aperta. Ma quali sono gli sport preferiti dai turisti-natura? Secondo i gestori dei parchi nazionali e regionali e delle altre aree protette, in cima alle preferenze si posiziona il biking con il 30%. Bici da corsa, ma anche le nuove e trendy Fat Bike: evoluzione diretta delle mountain bike, sono caratterizzate da pneumatici e cerchi molto larghi, per permettere di “galleggiare” su superfici morbide come neve, fango e sabbia, ma anche su terreni particolarmente sconnessi. A una certa distanza, seguono l’escursionismo (19%) e il trekking (17%), mentre più di nicchia risultano essere l’equitazione e lo sci di fondo (entrambi all’8%), l’animal watching (6%) e la long tail composta da climbing, vela, jogging, rafting e altri sport minori.

di 1 giorno da parte dei turisti-natura, percentuale rilevante ma in netta diminuzione rispetto al valore fatto registrare nel 2014, pari al 33%. Seconda per un soffio, con il 27%, la categoria di chi si ferma nelle destinazioni-natura per il weekend, seguita dai 3 giorni al 22%, una settimana al 15% e più di una settimana all’8%. Tendenzialmente si è assistito, dunque, a un aumento della durata della permanenza in percentuale. Questa rilevazione si è tradotta in un aumento del numero di presenze nelle strutture ricettive stimato al +2,3% (oltre 87.3 milioni nelle strutture ricettive ufficiali dei parchi nazionali e regionali e oltre 17.2 milioni nelle strutture ricettive delle altre aree comunque protette). ■

Tra gli sport praticati, il biking si conferma al primo posto: quasi un turista su tre usa la bicicletta per godere appieno dell’esperienza di viaggio

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Vino e Cultura Un binomio che piace al Mice Qualcosa è successo all’ultimo Vinitaly 2016. C’è stato un click e si è messa da parte un’allocuzione, “la cultura del vino”, per cominciare a diffonderne un’altra: “il vino produce cultura”. Un’opportunità quest’ultima, particolarmente affascinante anche per momenti aggregativi aziendali

✒Luciana Sidari La parola “vino” è quasi contemporanea alla nascita dell’uomo e ai suoi primi tentativi riusciti di agricoltura consapevole. Gli etimologi discutono se derivi dal sanscrito “venas”, cioè piacevole (e il vino lo è eccome!) radice anche di Venus, o dall’ebraico “iin” e dal greco “oinos”, o, ancora, dal sanscrito “vi” (attorcigliato), che evoca i tralci sinuosi della vite. Non importa quando apparve il vino, ciò che conta è che, già le prime civiltà – quella sumerica, seimila anni fa, e poi l’ebraica, l’egiziana, la greca e la romana – conside-

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ravano la vite e il suo frutto uno dei beni più preziosi, tanto che all’ospite che arrivava veniva offerta una coppa di vino, in segno di accoglienza e di pace. La letteratura stessa è prodiga di esempi: i racconti omerici, la mitologia, la Bibbia sono ricchi di episodi sul vino che sono rimasti nel nostro dna mediterraneo.

L’epica del vino Proprio il nostro dna mediterraneo, cullato dalle brezze, scaldato dal sole e cresciuto in una terra generosa – sassosa,


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Il paesaggio del vino

piatta o collinare, che sia – ha fatto sì che attorno al vino si sia venuta a creare un’aura mitica. Ma, dopotutto, non è forse un miracolo che dagli acini dei grappoli nascano meravigliosi nettari di color rubino, giallo, rosa, bianco, verde? E non é forse un miracolo anche che ci siano stati così tanti scambi di barbatelle da nazione a nazione? Certo, ne è passato di vino sotto le volte delle cantine... Nei secoli, le tecniche si sono affinate e, oggi, in Italia e nel mondo, c’è una nuova consapevolezza: all’ultima manifestazione di Vinitaly 2016 a Verona è stata quasi archiviata l’allocuzione “cultura del vino” per cominciare a diffonderne un’altra: “il vino produce cultura”. Ci sono cento, mille esempi, a dimostrare che il mondo del vino ha, nel tempo, prodotto cambiamenti non solo ambientali e paesaggistici, ma anche sociali, culturali e artistici.

Le colline del Chianti, del Prosecco, del Cartizze e dell’Amarone o quelle tappezzate di vigne arruffate, arrampicate con tenacia su declivi impossibili che rendono eroica la viticoltura, o, ancora, le colline che hanno preso le forme del vento nelle isole e nelle regioni del sud Italia, sono tutte “gioielli” di un paesaggio umanizzato, testimonianza della volontà di un fare che produce cultura e life style. Tant’è che oggi, come ieri, il vino è un’icona, un oggetto di culto: rappresenta un territorio dove gli uomini da secoli hanno lavorato – e continuano a lavorare – con il proprio bagaglio di tradizioni, saperi e di metodi. Un territorio che ha segni distintivi propri, risultanti da una combinazione unica di microclima, piovosità, siccità, morfologia geologica e altitudine. Territorio e vino sono così indissolubilmente legati che quando si dice Champagne, Frascati, Roero, Bordeaux, Chianti,Marsala, si potrebbe cascare nel vecchio dilemma: è nato prima l’uovo o la gallina? Prima il vino o prima il territorio? Ma se è vero che il culto del vino ci accompagna fin dalla comparsa delle prime civiltà è altrettanto vero che qualcosa, oltre alle tecniche di produzione, è profondamente cambiato. E sono i luoghi ad esso destinati: non più cantine fredde e buie ma veri e propri templi design, progettati da archistar internazionali. Basti citare la Hall Winery nella Napa Valley, le Cantine del marques de Riscal in Spagna di Frank Gehry o le Bodegas Ysios, a Laguardia, firmate da Santiago Calatrava. In Italia, che non è da meno in questa ten-

In apertura, Tenuta Venissa, in Scarpa Volo, isola di Mazzorbo, nel cuore del parco della Laguna di Venezia, dove la terra rappresenta solo l’8% della superficie. Un vigneto unico, dove la vite ha trovato un equilibro magico tra la fertilità del terreno e la minaccia del sale e dell’acqua. Sopra, Pedemonte. La cantina con botti in acciaio inox di Tommasi Viticoltori

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denza internazionale, si distinguono invece la Rocca di Frassinello di Renzo Piano progettata per Paolo Panerai, le Cantine Antinori progettate da Marco Casamonti, le famose Bolle della distilleria Nardini di Massimiliano Fuxsas, la cantina Rubbia ipogea di Massimo Pagliari a Suvereto, le Cantina Mezzacorona in Trentino, disegnata da Alberto Cecchetto. E, ancora, la cantina Petra di Mario Botta progettata per Vittorio Moretti e la Fattoria delle Ripalte di Tobia Scarpa... Gli esempi sono tanti e altrettanto preziosi sono i restauri di ville, castelli e palazzi annessi, come nel caso di Villa Della Torre di Marilisa Allegrini, nel cuore della Valpolicella o di Villa Serego Aldeghieri della Famiglia Bo-

PHOTO © MATTIA MIONETTO

Sopra, Perla del Garda. Vigneti. In basso, la Tenuta Venissa, composta da un’area coltivata di oltre 2 ettari e cinta da un muro settecentesco in parte ricostruito. Al suo interno, oltre al campanile del 1300, si trovano la casa padronale col camino sporgente, le cantine, la stalla, il fienile e i depositi per gli attrezzi, oggi ristrutturati e adibiti ad albergo e ristorante

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scaini, per non parlare del complesso di Villa Quaranta della famiglia Tommasi e della piacevole e accogliente Cantina della Perla del Garda. I progetti delle nuove cantine sono davvero un’espressione di cultura a 360 gradi. Dietro ogni bottiglia di vino, c’è infatti un grande lavoro di comunicazione, di immagine e di marketing


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territoriale. Ogni etichetta è l’espressione di una destinazione: contenuto e contenitore sono un valore aggiunto del luogo e viceversa. Così come le cantine di nuova concezione non sono solo l’espressione di un trend culturale ma anche la risposta a un’esigenza di maggiore razionalizzazione dell’organizzazione e della produzione, esigenza che oggi si estende anche ad altri aspetti più conviviali come, per esempio, l’ospitalità e il post congress. Così ville e cantine si trasformano da luoghi di produzione a location appealing e alternative per conferenze, eventi, visite, degustazioni e, in qualche caso, anche in dimore di charme per soggiorni bleisure.

Un mondo da riscoprire in chiave Mice

forza l’immagine. I tempi sono maturi per parlare di vino e cultura, di ospitalità e responsabilità: produrre e quindi assaggiare ottimi vini, ma anche far conoscere le motivazioni che hanno portato ad investire nella progettazione di cantine firmate da architetti di fama, o a restaurare storiche dimore, in alcuni casi anche borghi. O addirittura far risorgere vigneti, come nel caso di Gianluca Bisol, uno dei più prestigiosi produttori di Prosecco e Cartizze, che nella tenuta Venissa di Mazzorbo, ha fatto rinascere da poche barbatelle una vigna di Dorona, considerata estinta, per realizzare progetti entusiasmanti e alcune volte persino impossibili, come produrre vino da vigne alte, dove arriva la neve. ■

Vigneti nella Tenuta La Arboleda Masi Tupungato a Mendoza in Argentina. Sotto, da sin. Luciana Sidari, Gianluca Bisol e Elisa Dilavanzo di Cantina Maeli

Al mondo dei congressi e degli incentive le famiglie italiane del vino offrono affascinanti opportunità in grado di dare quel quid in più a ciascun evento. In un colpo solo si avvera quello che tutto il mondo del turismo congressuale desidera: trovare una location, interloquire con persone e famiglie speciali, organizzare un post congress che non sia solo un wine tasting ma anche una life experience, l’occasione di condividere il patrimonio di valori della famiglia che produce il vino. Una serata organizzata dopo un meeting in una villa, in un casale o in un castello, con il produttore, diventa un ricordo indelebile, un elemento che crea comunicazione e raf5-6 2016

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La Perla del Garda A Lonato, i Prandini portano avanti la tradizione di famiglia, producendo vini di alta qualità certificata, tra cui spicca la Lugana

metodo classico oltre alla versione giovane d’annata.

Tra le novità, anche una sala meeting per eventi, con vista Ecco un’altra storia di famiglia, questa volta si tratta di Giovanna e Ettore Prandini, fratelli quarantenni appassionati di agricoltura e, in particolare, di produzione vinicola in un luogo per morfologia e paesaggio tra i più belli del Lago di Garda sud: le colline moreniche del Lugana. Perla del Garda si trova nel comune di Lonato, lungo la strada che collega il paese al Santuario della Madonna della Scoperta. Nel 2000 nasce un’idea ambiziosa: riportare la vigna sulle colline moreniche, selezionando le barbatelle, decidendo il numero di piante per ettaro e cercando il sistema migliore di coltivazione della vite. La raccolta a mano dei grappoli d’uva – da agosto a novembre – e la vinificazione a caduta rappresentano i due pilastri del metodo di produzione. Con il cambio generazionale si è deciso di produrre vini di alta qualità certificata: dei circa 30 ettari di vigneti fra Desenzano e Sirmione, il 90% è occupato dal Trebbiano di Lugana o Turbiana. La Lugana rappresenta il gioiello dell’azienda, che interpreta tutte le tipologie previste dal disciplinare: riserva, superiore, vendemmia tardiva e spumante

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Quest’anno si festeggia il decennale dalla prima produzione con lo spumante Castelguelfo, uno Chardonnay millesimato del 2007 riserva dei fondatori che ha fatto non meno di 72 mesi sui lieviti e sempre quest’anno verrà presentata la prima etichetta Bio, infatti dal 2013 è in corso una conversione ad agricoltura biologia di 4 ettari su 30 di proprietà. La passione dei due fratelli ha ispirato alla mamma, architetto Adele Treccani, il progetto di una moderna Cantina che ha permesso dal 2006 la prima produzione. La cantina, costruita su tre livelli, è ideata per consentire la cosiddetta “vinificazione a caduta”. Gli interni, la forma delle bottiglie, la grafica delle etichette, così come il packaging sono molto accurati e non è difficile vedere il tocco femminile della

titolare. Giovanna Prandini, Delegata dell’Associazione Donne del vino per la Lombardia, su richiesta dei propri clienti ristoratori, mette a disposizione per eventi aziendali, eventi privati, ricevimenti, una capiente sala al primo piano della Cantina. Dalle sue finestre si gode la vista di Sirmione, della Rocca di Manerba, ma anche della collina, striata dai filari delle vigne. È provvista di cucina e permette a catering professionali di servire menu che si sposino bene con i vini a km 0. La cantina è spesso un luogo di incontro con le scuole o associazioni di winelovers e sommeliers. L.S.

Le degustazioni dei Vini Perla del Garda

Anche le degustazioni rappresentano un momento importante per l’educazione al gusto, per una partecipazione sempre più consapevole del pubblico: in queste occasioni ai vini di punta dell’azienda vengono associate specialità DECO o DOP come il salame di Pozzolengo o tocchetti di Grana Padano.


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VINO&CULTURA SELECTED BY MM

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Masi Wine Experience Una storia di ospitalità e cultura in Valpolicella, che, da sei generazioni, fa conoscere al mondo degli appassionati l’eccellenza dei suoi vini, ma anche i valori e l’anima di una famiglia

Un po’ di storia. La storia dei vini Masi inizia quando la famiglia Boscaini, tuttora proprietaria, acquista pregiati vigneti nel “Vaio dei Masi”, una piccola valle nella Valpolicella classica, alla fine del XVIII secolo. Oggi Sandro Boscaini (foto) – che rappresenta la sesta generazione della famiglia che ha contribuito a creare con l’Amarone una delle eccellenze italiane più apprezzate e conosciute al mondo – è presidente e amministratore dell’azienda che guida con il supporto dei famigliari, coinvolti anche nel progetto di Masi Tupungato in Argentina, azienda vitivinicola a conduzione biologica dove lo stile veneto ha incontrato la natura argentina replicando il successo ottenuto nelle Venezie, dove Masi è storicamente radicata. Ma Masi è anche ospitalità e cultura. Con il progetto “Masi wine experience”, la famiglia imprenditrice apre le porte delle proprie sedi storiche in Valpolicella e in altri

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luoghi, agli appassionati del vino. Non si tratta solo di marketing, in questi luoghi ci sono l’anima e i valori di una famiglia.

L’incanto di un soggiorno nelle possessioni Serego Alighieri Tutti sappiamo che Dante visse una parte del suo esilio a Verona, ma non tutti sanno che in Valpolicella ci sono le possessioni Serego Alighieri, dove dal 1353 risiedono i diretti discendenti del sommo poeta. L’atmosfera è d’incanto, è possibile fare una passeggiata nel giardino e nei vigneti, la visita alla cantina storica dove profumano i fusti di ciliegio, e nel fruttaio dove, nei mesi invernali, vengono deposte le uve in appassimento per la produzione dell’Amarone e altri vini pregiati. L’antica foresteria è ristruttu-

Mister Amarone abita a Sant’Ambrogio

La sede storica di Masi si trova nel cuore della Valpolicella classica. Il visitatore si deve preparare a forti emozioni: la visita al fruttaio dove appassiscono le uve, tecnica in cui Masi ha un’expertise internazionale, la visita delle cantine, tra le più ampie d’Italia, inclusa la cantina sperimentale.

rata e ospita otto appartamenti arredati in un sobrio stile di campagna. Sono disponibili anche sale per eventi, convegni e una cucina professionale attrezzata per seguire dei corsi e scoprire i piaceri della tavola, con l’abbinamento di una selezione di vini Masi e Serego Alighieri. L.S.

Tenuta Canova a Lazise sul Lago di Garda

Aperta in sordina lo scorso 2015, Tenuta Canova, come tutte le proprietà Masi, è diventata un must have. Il suo successo sta nella facilità dell’accesso, nella cordialità dell’accoglienza, nella ristorazione semplice, ispirata alle ricette di casa, che rappresenta una vera e propria icona delle eccellenze del territorio, da abbinare ai vini Masi, con vista sul magnifico Belvedere: lo sguardo spazia dai vigneti e dalle colline della Valpolicella, fino alla montagna. Nella cantina viene affinato il Campofiorin, mentre, nel wine store, si trova l’intera gamma di vini Masi. Per eventi aziendali, ma anche per picnic in famiglia, sono a disposizione anche la corte e l’uliveto.


ph. ales&ales


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Tommasi Viticoltori & Villa Quaranta La passione di una grande famiglia della Valpolicella Classica

Tommasi Viticoltori è una delle più rinomate aziende della Valpolicella classica, situata in un lembo di terra che si estende a nord-ovest di Verona, compreso tra la pianura, i monti Lessini e il Lago di Garda. Le colline della Valpolicella sono una terra privilegiata non solo per la storia, la cultura e le tradizioni ma anche per la bellezza del paesaggio e per la straordinaria vocazione e dedizione alla vite. Il grande amore per la propria terra d’origine e i vitigni autoctoni non ha impedito alla quarta generazione di Tommasi di misurarsi con altre regioni e tradizioni. Col progetto Tommasi Family Estates, nel 1997, è iniziata una serie di investimenti

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in regioni altamente vocate, per cui oggi il patrimonio vitivinicolo si estende su più di 500 ettari in quattro regioni d’Italia: in Toscana con podere Casisano a Montalcino e Poggio al Tufo in Maremma; in Puglia a Manduria con Masseria Surani e in Lombardia nell’Oltrepò pavese con Tenuta Caseo.

Tutto comincia col vigneto di nonno Giacomo La Verona di fine ’800 era la “grande osteria dei popoli”, in particolare nei primi anni del ’900 che vedevano il diffondersi lo spirito allegro della belle époque. Nel 1902 Giacomo Tommasi decide di credere nel vino che non doveva essere più solo una bevanda per contadini, ma una bevanda conviviale. Nelle terre, che lavorava come mezzadro, la produzione di uva, trasformata in vino, aumenta significativamente e i conti Campostrini per i quali lavorava, gli concedono di lavorare tutta l’uva prodotta. Così inizia la storia della famiglia Tommasi: nonno Giacomo continua a esprimere la sua filosofia dell’accoglienza, aprendo nel 1926 una trattoria a Parona, con l’intenzione di commercializzare i prodotti dei campi e, nel 1937, inaugurando un ristorante in centro a Verona. Negli anni ’90, quando l’azienda vinicola


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TREND Il Centro Benessere Terme della Valpolicella

2500 mq dedicati al relax e al benessere è uno spazio esclusivo ed armonioso dove l’acqua e i vini Valpolicella ed Amarone sono i protagonisti di trattamenti speciali, esclusivi e personalizzati, con una splendida zona Saune-Thermarium, una zona Acqua termale interna ed esterna, una zona Fitness attrezzata Technogym. Ultima nata la SPA Clinic, il Centro Medico che offre servizi medici e diagnostici per la salute ed il benessere psicofisico del paziente.

fa la scelta di puntare ancora di più sulla qualità, si investe ulteriormente nel settore dell’accoglienza acquisendo Villa Quaranta, arricchita successivamente da una SPA e un Centro Congressi.

Tommasi family Oggi siamo alla quarta generazione della famiglia e ognuno dei membri è inserito in azienda con un proprio ruolo: Giancarlo è l’enologo ed il responsabile della viticoltura; Pierangelo è il responsabile commerciale dei mercati esteri; Piergiorgio è il responsabile del mercato nazionale; Stefano è il responsabile del mercato regionale; Francesca, Erica e Paola sono le responsabili del reparto amministrativo. Tommasi Viticoltori si è specializzata da molti anni nella produzione di Amarone, un “nettare divino”, diventandone uno dei principali ambasciatori nel mondo, non-

ché nella produzione degli altri vini rossi della tradizione: Ripasso, Valpolicella Classico Superiore e Recioto.

L’ospitalità Tommasi La seicentesca Villa Quaranta, oggi prestigioso ed elegante hotel immerso in un ampio parco-giardino con 79 spaziose e confortevoli camere e suite, è una delle più incantevoli ville della Valpolicella, tra Verona ed il Lago di Garda. La Valpolicella è una terra di storia, cultura, tradizioni ed ottimi vini, da sempre meta privilegiata di nobili famiglie, che vi costruirono eleganti dimore. Della Villa si occupano Michela e Barbara Tommasi con il supporto esperto del Direttore Luca Carrara. L.S.

Il Ristorante Borgo Antico

Gli ospiti sono accolti in un ambiente raffinato, la Villa seicentesca, dove è possibile assaporare l’accurata cucina locale e regionale. Il Borgo Antico agli amanti del gusto offre anche Cantina in Villa e La Bottega del Gusto, luoghi suggestivi per degustare i sapori del territorio e la premiata Carta Vini con più di 800 etichette. Tommasi Viticoltori accoglie nella sede storica di Pedemonte amici ed amanti del buon vino e delle buone tradizioni. Conoscere la famiglia Tommasi, significa conoscere la storia di questa terra e dei suoi vini. 5-6 2016

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TREND

Villa Della Torre Allegrini Azienda storica della Valpolicella Classica, fa parte de “Le Famiglie dell’Amarone d’Arte”

territorio di cui il vino è il totem: la Valpolicella, Verona, l’Italia. Allegrini fa parte de “Le Famiglie dell’Amarone d’Arte”, consorzio formato da dodici aziende che fondano le proprie radici nei valori di storicità e di arte espressi in ogni loro accezione. È un’azienda storica della Valpolicella Classica, ma è anche un nome, noto a livello internazionale, divenuto sinonimo di eccellenza e di qualità grazie a vini come Palazzo Della Torre, La Grola, La Poja e a un grande Amarone, in vetta alle classifiche di tutto il mondo. A Fumane, nel cuore della Valpolicella Classica, si erge uno dei più maestosi esempi di villa rinascimentale italiana, Villa Della Torre, oggi sede di rappresentanza dell’azienda Allegrini radicata nel territorio dal XVI secolo e proprietaria dagli anni ’70 del vigneto Palazzo della Torre, che circonda la Villa. Anima dell’azienda è Marilisa Allegrini, Presidente di Italian Signature Wines Academy, all’interno della quale si trovano raggruppate aziende vinicole rappresentative dell’intero settore enoico italiano. Marilisa ha intuito giovanissima l’importanza di valorizzare oltre che il vino prodotto anche il

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“El Palasso” Chiamata così dagli abitanti di Fumane, Villa Allegrini è sempre stato il punto di riferimento di quest’area. Opera congiunta di Giulio Romano, il più fedele e dotato allievo di Raffaello, autore del gonzaghesco Palazzo Te a Mantova, e di Michele Sanmicheli, è costruita in pieno Rinascimento secondo il modello della domus antiqua romana. A 30 minuti di distanza da Verona, l’edificio è stato restaurato con attenzione, mantenendone l’aspetto magico e misterioso che lo contraddistingue. La Villa permette un percorso su tre livelli: la grotta a base ottagonale, il cui


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TREND

ingresso ricorda una gigantesca maschera terrifica (gli Inferi), la parte mediana dove predomina l’acqua come elemento purificatore, fino a salire nella parte più alta, la cappella tutt’oggi consacrata (il Paradiso).I raffinati interni stupiscono per la magnificenza dei Mascheroni presenti nelle sale: sono splendidi camini con sembianze animalesche animate da uno spirito grottesco, testimoni quasi immor-

Il Wine Relais

In questo suggestivo complesso monumentale, è nato un originalissimo Relais ispirato al Vino e all’Arte. Le dieci lussuosissime camere, dotate di ogni comfort per il benessere del corpo e della mente, sono ambientate all’interno di un annesso rustico e nell’ala meridionale della Villa, con scorci straordinari sul monumento e sul vigneto circostante. Pur mantenendo un’unità stilistica, ogni camera gode di una propria identità ed è ispirata ad alcuni dei vigneti più importanti di Allegrini e ai protagonisti della storia cinquecentesca de complesso architettonico: Veronica Franco, la celebre poetessa e cortigiana veneziana, Giulio Della Torre, committente e intellettuale di fama, Giulio Romano e Michele Sanmicheli, grandi architetti del Rinascimento. Coronano l’offerta le degustazioni dei grandi vini Allegrini, corsi di cucina, tour guidati, servizio ristorante su prenotazione con piatti ispirati al territorio preparati dai Resident Chef di Villa e gli eventi culturali, che animano la Villa e ne scandiscono il tempo.

tali della forza e della bellezza del fuoco. Il Peristilio nel corpo centrale ripropone la “domus romana antiqua” dove ora come allora sono accolti gli ospiti. Per Marilisa Allegrini, la Villa, acquisita nel 2008, è un sogno che si realizza, un sodalizio con il mondo dell’Arte. Il connubio fra Arte e Vino fa da filo conduttore e da ispirazione, nell’assoluta convinzione che entrambi rappresentino nobili forme di espressione, create da animi estrosi ed intuitivi e in grado di suscitare emozioni inaspettate. Questa convinzione l’ha portata, con la collaborazione di Giancarlo Mastella, a produrre e sostenere eventi culturali – in collaborazione con la Fondazione Solomon R. Guggenheim di Venezia, con il Museo Statale Hermitage – e a istituire un premio annuale “L’arte di mostrare l’arte” un riconoscimento dato ai curatori di mostre che abbiano in particolare soddisfatto la cupiditas videndi dei visitatori. Senza contare la “galleria d’arte” delle etichette limited edition, iniziata nel 2012 con Milo Manara, Arthur Duff, Athos Faccincani, Kandinsky a 150 anni dalla nascita dell’artista. L.S.

In Villa vino e arte

La Villa, fiore all’occhiello dell’ospitalità Allegrini, è sempre aperta ai visitatori e costantemente animata da un ricco calendario di eventi ed attività, in perfetta continuità con quella che era la vita all’interno del Palazzo, aperta alla cultura e al buon vivere di una mondanità nobile ma mai presuntuosa. Dopo il tour guidato, è possibile deliziarsi con degustazioni e fare pratica nelle tante cooking class che si svolgono durante l’anno. Villa Della Torre è inoltre un privilegiato palcoscenico per iniziative legate all’arte e alla cultura, festival letterari, incontri privati e cerimonie.

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Case cantoniere brand d’Italia Le Case cantoniere, disseminate lungo le strade da nord a sud del Paese, diventano presidi di turismo sostenibile grazie al progetto di riqualificazione nato da un accordo tra Anas, Mibact, MIT e Agenzia del Demanio

✒di TiCo

La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico è una grande opportunità per realizzare progetti concreti di slow travel

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Dalla metà dell’Ottocento fanno parte della storia del nostro territorio e ne hanno caratterizzato l’aspetto paesaggistico con il loro colore rosso pompeiano. Stiamo parlando delle Case cantoniere, ben 1244 unità immobiliari dislocate ad intervalli regolari lungo le strade statali che da nord a sud attraversano il Belpaese. Fu infatti il Regio Decreto del Re di Sardegna Carlo Felice, nell’ aprile 1830, a istituire la figura del cantoniere affidandogli il compito della manutenzione e del controllo di un “cantone” della strada (un tratto di 3-4 chilometri). Da qui, il nome della casa che li ospitava per soccorrere feriti o per ricoverare agenti della forza pubblica e militari in servizio; un

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luogo simbolo della presenza sul territorio del Regno prima e dello Stato repubblicano poi. Solo 150 anni dopo, il Regolamento dei Cantonieri cancellò il vecchio concetto di “cantone” introducendo “nuclei e centri di manutenzione” dotati di personale e mezzi; ed oggi il cantoniere agisce con moderni mezzi e strumenti tecnologici.

Al via un progetto pilota per trenta case Molte di queste caratteristiche strutture sono quindi in disuso, un patrimonio immobiliare che come ci fa sapere il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, «rappresenta un valore sociale ed econo-


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mico di fondamentale importanza per il Paese e che attraverso l’avvio di concrete iniziative di riqualificazione può costituire un fattore di crescita per l’economia e per l’occupazione». Ed è partendo da questa premessa che è stato siglato un accordo di collaborazione tra Anas, Mibact, MIT e Agenzia del Demanio per l’attuazione di un progetto pilota che partirà dall’analisi delle potenzialità di un primo portafoglio di una trentina di case ubicate su tutto il territorio nazionale e che sarà progressivamente integrato con ulteriori beni pubblici dismessi. Si tratta di immobili presenti in prossimità di reti e circuiti culturali, turistici e di mobilità come la via Francigena ed il tracciato dell’Appia antica. Successivamente saranno coinvolti il Cammino di Francesco (La Verna-Assisi), il Cammino di San Domenico, il Circuito del barocco in Sicilia, la Ciclovia del Sole (Verona-Firenze), la Ciclovia Ven.To (Venezia Torino).

Nuovi punti di ristoro per turisti slow Il progetto pilota sarà pronto entro il 30 giugno 2016 e subito dopo partiranno i relativi bandi. «Con la firma di questo protocollo, le Case Cantoniere ritorneranno ad essere simbolo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le

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ECO TRIPPING Energy, Relax e Foodies: i nuovi target

Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini e il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, firmano l'accordo per la riqualificazione delle Case Cantoniere

L’Anas possiede 1.244 Case Cantoniere, di cui il 10% ad alto potenziale turistico

persone», ci dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, precisando che «l’operazione rientra in una politica di cura dei beni pubblici e attenzione al territorio, volta a favorirne la fruizione». E gli fa eco il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini: «Le Case cantoniere dall’inconfondibile colore sono un formidabile marchio italiano, che diventerà conosciuto nel mondo; per questo ho dato indicazioni alle Soprintendenze che venga tutelato il loro colore rosso pompeiano e conservate le scritte che riportano il chilometro in cui si trovano». Un brand formidabile per promuovere quel turismo sostenibile necessario allo sviluppo sociale, economico e culturale dei tanti territori ricchi di arte, tradizioni enogastronomi-

Le case Cantoniere in Italia

Su tutto il territorio nazionale l’Anas possiede 1.244 Case Cantoniere (di cui 607 sono utilizzate a vario titolo – uso istituzionale o di supporto alle attività di esercizio) di cui il 35% indisponibile per valorizzazione perché sedi istituzionali, il 55% parzialmente disponibili sulla base delle analisi dei flussi di clienti, il 10% ad alto potenziale turistico.

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L’iniziativa è orientata su target specifici e qualificati, in particolare quella dei giovani italiani ed europei classificati come Energy; stranieri senior e italiani locali, Relax; italiani e stranieri di tutte le età, Foodies; stranieri e italiani che cercano percorsi alternativi ed originali stile Routard. «L’idea è di aumentare i servizi al cliente stradale», fa sapere il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, «sviluppare un brand associabile a concetti di autenticità, genuinità, legame con il territorio». Ogni Casa Cantoniera potrebbe offrire una serie di servizi base con una qualità e un costo standard (ristorazione, ospitalità) a cui si aggiungerebbero altri servizi e beni specifici della struttura e del territorio (es. una selezione di prodotti enogastronomici o artigianali della zona).

che e bellezze paesaggistiche che rendono l’Italia un Paese unico. Grazie alla voglia di fare di chi saprà cogliere questa opportunità, queste case potranno trasformarsi in ostelli, ciclo officine, punti di ristoro per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire l’Italia in modo diverso, più lento e sostenibile, più attento al paesaggio».

Nei prossimi mesi, i piani di utilizzo La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico è oggi una grande opportunità per realizzare progetti concreti di slow travel rimettendo in funzione beni abbandonati lungo itinerari turistici e culturali di grande valore. «L’Agenzia del Demanio è impegnata a fianco degli altri Enti pubblici per promuovere iniziative che restituiscano nuova vita agli immobili in disuso, anche minori, lungo i più suggestivi percorsi religiosi, culturali e naturalistici italiani, rispondendo così a un’esigenza collettiva sempre più forte, con il rilancio dell’imprenditoria e dell’occupazione. «Nei prossimi mesi», ci informa il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, «saranno definiti i piani di utilizzo (Turismo, Cultura, Accoglienza, Ristorazione, Ospitalità, etc.) delle Case Cantoniere inserite nel progetto; la tipologia dei servizi che offriranno e che andranno ad ampliare quelli a supporto delle attività di esercizio e manutenzione della rete stradale mantenendone la disponibilità. ■


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Il meglio del turismo sostenibile Dal Messico all’Olanda, dal Botswana al Regno Unito, ecco i vincitori del Tourism for Tomorrow Awards 2016: le eccellenze sostenibili che ispirano e guidano il settore verso la sostenibilità

✒Beatrice Bartoli «I vincitori del Tourism for Tomorrow Awards 2016 sono vere e proprie fonti di ispirazione per il turismo, in una visione a lungo termine», ha dichiarato David Scowsill, presidente e CEO di WTTC Global Summit, riconoscimento giunto quest’anno alla XVI edizione. In un contesto come quello attuale di contrazione delle risorse, di crescente pressione sul patrimonio culturale e le tradizioni locali, queste realtà sono la testimonianza vivente che il mondo dei viaggi e del turismo può essere uno strumento per il bene comune. Hanno dimostrato una chiara ed evidente leadership per il settore». Come già negli anni scorsi, il premio si è artico-

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lato in cinque categorie – comunità, destinazione, ambiente, innovazione, persone – per descrivere aspetti e realtà differenti del turismo di oggi. «I finalisti di quest’anno sono stati tutti di altissimo livello», ha commentato Fiona Jeffery, presidente del Tourism for Tomorrow Awards. «Condividendo le loro best practice con il mondo imprenditoriale del turismo, privato o pubblico, possiamo garantire che il turismo continui a crescere nella direzione della responsabilità e dell’eticità». «La sostenibilità è una questione di importanza globale per tutto i settori, e i


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Rispetto per l'ambiente, per le persone e le comunità . Le eccellenze del turismo sostenibile sono la riprova del fatto che il mondo dei viaggi può essere uno strumento per il bene comune. (Credits: Barbara Ainis)

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ECO TRIPPING Italiani sempre più green

Anche i viaggiatori italiani sono sempre più attenti a contenere l’impatto ambientale dei propri viaggi. Lo conferma una recente indagine condotta da TripAdvisor su 4.800 viaggiatori internazionali, di cui 2.168 italiani. Ne è emerso come ben il 40% dei viaggiatori del nostro Paese ha in programma di fare scelte di viaggio eco-responsabili nei prossimi 12 mesi, in netta crescita rispetto allo scorso anno (34%) e ancor più rispetto al 2014 (26%). Quasi 7 viaggiatori su 10 hanno dichiarato che ritengono il web uno strumento fondamentale per fare scelte di viaggio green, in particolare quando c’è la possibilità di trovare informazioni sulle pratiche eco-friendly adottate dagli hotel. Tra le pratiche sostenibili più apprezzate dagli italiani emergono: il sistema di illuminazione centralizzato delle camere che spegne tutte le luci quando si lascia la stanza rimuovendo la chiave magnetica dal dispositivo a parete (57%); il programma di riutilizzo di asciugamani e biancheria (41%) e l’uso di lampadine a risparmio energetico (39%). Le altre scelte sostenibili dei viaggiatori italiani sono: le carte d’imbarco paperless (28%) e la scelta di una mobilità ecologica (a piedi, in bici o con i mezzi pubblici) al posto dell’automobile (41%).

vincitori di questo premio stanno aprendo la strada al turismo verso un contenimento dell’impatto sociale e ambientale sulle comunità in cui opera. Dobbiamo tutti farci ispirare da quel che loro hanno raggiunto». Jeff Rutledge, CEO di AIG Travel, main sponsor dei Tourism for Tomorrow Awards. Il lusso ecosostenibile del Lefay Resort, affacciato sugli incantevoli panorami del Lago di Garda

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Comunità - Espediciones Sierra Norte, Messico Le foreste della Sierra Norte, nello stato messicano dell’Oaxaca, sono uno degli

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ecosistemi più complessi della terra, con una impressionante varietà di specie di piante (oltre duemila). Questa ricchezza naturale è oltretutto custode e miniera di


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tutte quelle conoscenze e tradizioni indigene che costituiscono il grande patrimonio della medicina tradizionale messicana. Negli ultimi 22 anni il progetto comunitario Expediciones Sierra Norte ha lavorato per preservare, da un lato, queste conoscenze e, dall’altro, per condividerle con il sempre crescente numero di persone che visitano la regione, creando oltre 100 km di percorsi all’interno della foresta, lungo gli antichi sentieri che anticamente collegavano tra di loro le comunità locali. Il lavoro è stato così proficuo che si è passati dai 20 turisti che avevano passato almeno una notte nella Sierra Norte nel 1995, ai circa 17mila turisti di oggi. Questi numeri hanno portato impiego e prosperità economica condivisa tra tutti i membri delle comunità.

dello sviluppo di Parkstad, un tempo distretto minerario carbonifero, come destinazione turistica anche invernale. L’idea è stata quella di fornire una alternativa al fascino estivo della regione di Hill Country, realizzando con efficacia e successo un progetto di turismo sostenibile e destagionalizzato, trainato da attrazioni ed eventi: Gaia Park Zoo, Snow World,

Il lodge Campi ya Kanzi, in Kenya, è un esempio emblematico di come il turismo possa sostenere la comunità locale e l'ambiente

Destinazione, Parkstad Limburg, Olanda Fino alla fine del secolo scorso, le regioni limitrofe di Hill Country e Parkstad, nella provincia olandese di Limburg, erano entrambe in uno stato di declino economico e commerciale. Ma negli ultimi 15 anni le due aree hanno condiviso il programma 5-6 2016

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ECO TRIPPING I 4 hOtEL PIù SOStENIBILI hotel Central Park, New York, USA 1hotels.com Secondo hotel realizzato dal brand americano che vuole declinare il lusso metropolitano in rigorosa filosofia green, è un vero rifugio di sostenibilità ed eleganza in piena Manhattan. Efficienza energetica, gestione e ottimizzazione dell’acqua, riciclo e riutilizzo dei rifiuti, gastronomia il più possibile a km zero e rispetto per le persone. Sono questi i capisaldi di uno dei più ispirati progetti di ospitalità al mondo.

the Saffire Freycinet, tasmania, Australia www.saffire-freycinet.com.au Una resort di lusso e design il cui impegno è proprio quello di preservare il delicato ecosistema nel quale si colloca dall’impatto delle attività umane. Le sue pratiche sostenibili vanno dai sistemi di efficienza energetica per acqua e luce, a quelli per il ricircolo naturale dell’aria, dai programmi di riforestazione a quelli di protezione del diavolo della Tasmania.

the Proximity, Carolina del Nord, USA www.proximityhotel.com Con una lunga lista di riconoscimenti per l’impegno a favore dell’ambiente, tra i quali il LEED Platinum, questo hotel mette in campo oltre 70 pratiche sostenibili, dalla produzione di acqua calda con pannelli solari al sistema di sensori che ottimizza i consumi energetici della cucina, dalla gestione efficiente dei rifiuti alla valorizzazione dell’illuminazione naturale. Così, e grazie ai materiali con i quali è costruito, l’edificio consuma circa il 40% di energia in meno rispetto ad un hotel convenzionale.

Campi ya Kanzi, Kenya www.maasai.com Nato in sinergia con la comunità Maasai dall’idea e l’impegno di due italiani, questo lussuoso e affascinante lodge è leader nell’ecoturismo. Unisce l’obiettivo dello sviluppo della comunità locale con quello della sostenibilità ambientale, attraverso l’uso esclusivo di energie rinnovabili, l’efficiente gestione dell’acqua piovana e la conservazione della natura e degli animali selvatici.

Mondo Verde Gardens, numerosi festival ed eventi culturali. In una zona che fino a 15 anni fa non aveva alcun introito dal turismo, Parkstad ha generato nel 2015 368 milioni di euro e dà oggi lavoro a tempo pieno a 5.800 persone. È la prova evidente che le destinazioni in declino si possono rigenerare.

Ambiente, Botswana Rhino Conservation Project di Wilderness Safaris, Botswana Anche in questo caso il cambio del millennio ha segnato il punto di svolta. Fino al 2000 in Botswana non c’erano più rinoceronti allo stato selvatico, ma negli ultimi 16 anni Wilderness Safaris, in collaborazione con il governo dello Stato, ha cominciato a reintrodurre i rinoceronti neri

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e bianchi nella regione incontaminata del fiume Okavango. Nel 2014 e nel 2015, l’iniziativa ha favorito il più grande movimento di esemplari di rinoceronte nero mai realizzato fino ad oggi, trasportando gli animali in aereo fino ad una remota pista di atterraggio all’interno del delta del fiume. Oggi, quindici anni e molti trasporti dopo, è stata ristabilita nel territorio una popolazione stanziale, ampliando la distribuzione geografica della specie in un momento in cui la caccia di frodo sta minacciando la sopravvivenza del rinoceronte in altre regioni dell’Africa meridionale. Per tutto il tempo l’iniziativa si è focalizzata sulle 4 C fondamentali: conservazione, comunità, cultura e commercio. E ha lavorato a stretto contatto con le comunità che contribuiscono all’85% del personale impiegato nei suoi campi. Tutto a beneficio del futuro umano e turistico del Botswana, anche grazie al progetto Children in the Wilderness che lavora per trasmettere ai giovani, futuri leader dell’ambiente, l’attenzione alla protezione del loro patrimonio naturale, perché possano diventare i custodi di queste possenti creature nel futuro.

Innovazione, Carmacal Carbon Calculator di ANVR, the Netherlands travel trade Association, Olanda Ancora una volta i Paesi Bassi tra i premiati a Dallas. Fino ad oggi, un problema rilevante con molti sistemi per il calcolo dell’impronta delle attività turistiche sull’ambiente è stata la loro focalizzazio-


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Persone, Youth Career Initiative, Regno Unito e worldwide

ne solo su una parte limitata di tali attività, in genere o il volo o l’alloggio. Il carbon calculator di Carmacal, invece, è il primo sistema B2B per imprese del turismo che consente di misurare tutti gli aspetti di un viaggio con un solo strumento, ossia capace di fornire la misura dell’impatto del volo aereo in base alla combinazione compagnia aerea/aeromobile in base alla rotta, ma anche di stimare il carbon footprint per 500mila diverse opzioni di alloggio in tutto il mondo. Questo vuol dire che i tour operator possono valutare l’impatto ambientale dei pacchetti che offrono, con una precisione mai raggiunta in precedenza, e possono cercare modi per garantire maggiore efficienza, aggiungendo concretamente valore a migliaia di imprese in tutto il mondo.

In collaborazione con undici imprese alberghiere partner (tra le quali Fairmont, InterContinental e Hilton, il progetto Youth Career Initiative (YCI) ha sviluppato un programma semestrale di formazione e training indirizzato a giovani disoccupati con limitate opportunità socio-economiche in 15 Paesi del mondo. L’iniziativa ha lavorato inoltre con sopravvissuti a tragedie legate alla tratta di esseri umani, collaborando con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per consentire la loro reintegrazione e la riabilitazione, attraverso la partecipazione a questo programma. Oggi sono oltre tremila i giovani che hanno concluso la formazione con YCI, tra i quali 60 sopravvissuti alla tratta di esseri umani. In un momento di grande crescita per il settore, questo programma è già diventato un punto di riferimento per mostrare come il turismo possa fornire competenze di lavoro che trasformano la vita dei giovani più in difficoltà. ■

L’hotel Proximity, nella Carolina del Nord, consuma circa il 40% di energia in meno rispetto ad un hotel tradizionale

Il prezioso e delicato ecosistema della Tasmania è preservato anche dalle attività del The Saffire Freycinet

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Eventi sostenibili? In location sostenibili! Quello dell’attenzione all’ambiente resta un trend centrale nello sviluppo del futuro della meeting industry. Ecco perché i centri congressi dovranno badarci sempre di più...

✒Davide Deponti Che mesi saranno quelli prossimi per il business travel? Secondo una recente indagine di Carlson Wagonlit Travel, multinazionale specializzata nella gestione dei viaggi d’affari, le aziende svilupperanno nuove tecnologie e metodi di lavoro innanzitutto con l’obiettivo di migliorare la soddisfazione dei propri collaboratori in trasferta. «I travel manager ci hanno detto forte e chiaro», spiega David Moran (foto), executive vice president Carlson Wagonlit Travel, «che l’esperienza del viaggiatore avrà un ruolo sempre più importante nella gestione del travel. Che si tratti di informazioni proattive sulla destinazione, di aiuto in caso di emergenza,

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dell’accesso multicanale o di servizi personalizzati, tutto sarà progettato per offrire ai viaggiatori una migliore esperienza in ogni fase del viaggio». Queste le prime conclusioni scaturite dallo studio “Travel Trends, Program Priorities”, condotto su oltre 1.000 travel manager in tutto il mondo, attraverso white paper tematici, case study di clienti e ricerche aggiuntive per dare ai travel manager una panoramica completa per l’anno a venire.

Top priorities Ma c’è di più. Infatti, andando più nello specifico ad analizzare la classifica che lo studio ha realizzato per segnalare le dieci


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Di fronte alle crescenti problematiche globali, non ultima quella legata all’inquinamento e alla sensibilità ambientale, le aziende hanno deciso di prendere seri provvedimenti per garantire la sicurezza e l’assistenza ai propri viaggiatori, considerando anche i rischi legati ai servizi della “sharing economy” che ancora non offrono sufficienti garanzie (come gli alloggi privati e il carsharing)

principali priorità si vede come spicchino tra le altre quella legata a “Safety & Security”, con l’80% dei voti, e quella legata a “Impatto ambientale”, con il 35%. Due tematiche già di per sé molto interessanti che rientrano in una macro-area, ancora più degna di attenzione, definita “Viaggiare in modo responsabile”. Questo perché, spiega la survey, oggigiorno le aziende, di fronte alle crescenti problematiche globali, non ultima quella legata all’inquinamento e alla sensibilità ambientale, hanno deciso di prendere seri provvedimenti per garantire la sicurezza e l’assistenza ai propri viaggiatori, considerando anche i rischi legati ai servizi della “sharing economy” che ancora non offrono sufficienti garanzie (come gli alloggi privati e il car sharing). Proprio per questo è anche previsto che crescerà parallelamente l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei viaggi, percepita come sempre più importante anche nel comparto dei

viaggi d’affari, sia dai travel manager sia dai viaggiatori. «Se le aziende cercano di rendere più semplice la vita dei viaggiatori», aggiunge David Moran, «anche il ruolo delle Travel Management Company sta evolvendo da fornitori di servizi di viaggio a consulenti in grado di suggerire soluzioni e consigli su una serie di argomenti cruciali, come quello legato alla sostenibilità ambientale».

L'Enterprise Hotel Milano, del Gruppo Planetaria, è una struttura dalla spiccata anima green

Best practise internazionali Insomma, migliorare e semplificare la vita dei business traveller e di conseguenza aumentare la qualità ambientale di una location per eventi sono temi che andranno sempre più di pari passo. Già oggi, il fatto che una location adotti misure particolari per contenere l’impatto ambientale delle proprie attività è una discriminante di scelta per l’organizzatore di un evento, e in quanto tale non è più solo la dimostrazione di un maggiore impegno etico volto a ridurre gli sprechi ma anche un valido argomento di marketing capace di migliorare la reputation di una sede. Riguardo 5-6 2016

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Il 70% dei centri congressuali internazionali segnalati dal Green Venue Report come case history d’eccellenza ha un “sustainability manager”, o addirittura un green team dedicato a programmi di riduzione dell’impatto ambientale

alle performance di sostenibilità dei centri congressi a livello globale la Società americana di consulenza Greenview ha stilato il “Green Venue Report” evidenziando tra le best practices 30 grandi centri congressi in grado di accogliere complessivamente circa 10mila eventi l’anno per un totale di circa 36 milioni di partecipanti. La maggior parte delle strutture

Al Parco dei Principi di Roma si seguono le regole per la messa in opera degli eventi sostenibili

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considerate si trova in Usa e Canada, ma figurano anche due centri congressi cinesi, uno di Singapore, uno di Nairobi e uno europeo, l’olandese Amsterdam RAI. Molto interessante analizzare nel dettaglio i risultati, anche perché lo studio non valuta il grado di sostenibilità di ogni singolo centro congressi, ma riporta i dati aggregati di performance relativi alle diverse


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prie iniziative di sostenibilità (+7% rispetto al 2013). Sempre e proprio per lo stesso motivo non sorprende quindi che ben l’86% delle strutture studiate abbia personale commerciale e operativo preparato sul tema e pronto a rispondere alle domande e alle richieste dei clienti.

La terrazza con l’orto dell'Hotel Milano Scala: grazie ad esso gli chef possono utilizzare prodotti bio a km, anzi a metro, zero

Figli di un “dio green”

misure o azioni che concorrono a determinarne i parametri di sostenibilità. Pratica importante, perché, in questo modo, l’indagine offre, sia ai centri congressi che agli organizzatori di eventi, un parametro oggettivo di riferimento per le performance future. Il primo benchmark fa riferimento alle risorse impiegate per “creare sostenibilità” : qui i centri congressuali studiati eccellono poiché il 70% di loro ha un “sustainability manager”, cioè una persona interna dedicata a implementare e coordinare le azioni di sostenibilità, che, in tre quarti dei casi, ha titoli o certificazioni professionali specifici. «Avere una persona dedicata», spiegano gli esperti di Greenview, «è già, di per sé, un indicatore di performance molto forte. Se poi si aggiunge che una percentuale ancora più alta di location estere (il 77%) addirittura si è dotato di un “green team” – persone che lavorano in diversi dipartimenti ma il cui compito è informare e coinvolgere tutti i dipendenti nei programmi di riduzione dell’impatto ambientale – si capisce come in Italia i passi da fare in questa direzione siano ancora tanti. E se qualcuno pensa che queste risorse dedicate alla sostenibilità siano troppe, ecco un altro dato: il 27% dei centri congressi analizzati ha ricevuto dai clienti richieste precise di informazioni sulle pro-

Le best practices dei centri congressi studiati, è importante sottolinearlo, non si fermano tra “le mura” della location. L’85% dei luoghi per eventi analizzati ad

Puglia. From meeting to solidarity

Bari si candida fra le prime città del sud a diventare destinazione “smart” per i meeting, adottando specifiche pratiche di sostenibilità. A dare la notizia al quotidiano “Il Tempo” è stato il delegato Puglia di Federcongressi&Eventi, Maddalena Milone, in occasione di un incontro formativo e informativo per la filiera congressuale barese su “L’industria dei congressi nelle strategie di attrattività”. «L’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi “Oice», ha dichiarato Milone, «conferma che la maggior parte dei congressi si tengono al nord; questo significa l’ opportunità per Bari e per la Puglia di intercettare una domanda in crescita; la regola infatti è che la maggior parte dei congressi non si svolgono due volte nella stessa destinazione. Vogliamo crescere, dunque, ma soprattutto vogliamo crescere fra le prime città italiane del sud in connubio con l’impegno per la sostenibilità: nei due congressi internazionali che si terranno a Bari quest’anno faremo un primo passo in questo percorso green partendo proprio dal cibo, per diminuire lo spreco degli alimenti: porteremo avanti il progetto “Food for good, from meeting to solidarity”, che consente di recuperare il cibo avanzato in occasione di un evento e di donarlo a enti caritatevoli». «La sostenibilità», fa eco Maria Cristina Terenzio, consulente strategico di Marketing digitale e sostenibilità per la Meeting industry, «abbraccia un campo ben più vasto, sia sociale che economico, richiamando alla responsabilità non solo il singolo individuo ma anche le organizzazioni e le imprese, in modo particolare quelle del settore che, per vocazione, spostano persone e idee, impattando in modo rilevante sul territorio».

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Tra le misure adottate dalle location per ridurre l’impatto ambientale c’è anche quella di incoraggiare i partecipanti di un evento a muoversi con mezzi pubblici o biciclette

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esempio aderisce ai programmi o alle iniziative di sostenibilità messe in campo dalle città, province o regioni di appartenenza. Si consideri inoltre che ben l’80% dei centri congressi presi in esame dona regolarmente il cibo non consumato durante gli eventi agli enti caritatevoli locali. Numeri che impressionano in positivo: le 30 strutture che hanno preso parte all’indagine hanno donato complessivamente 630 tonnellate di cibo pari a circa 1,4 milioni di pasti. D’altro canto la media dei rifiuti che sono riciclati è del 52%, percentuale che può apparire inferiore alle aspettative, ma solo a causa del basso tasso di riciclabilità delle moquette e dei materiali di costruzione utilizzati per fiere ed esposizioni. Per contro, il 76% della spesa per prodotti di pulizia è destinata all’acquisto di prodotti certificati come sostenibili. Senza contare che ben il 93% dei centri congressi è in grado di fornire

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dati annuali sulla propria produzione di rifiuti, l’86% sul consumo di energia e il 90% sul consumo d’acqua. Per quanto riguarda invece la misurazione dell’impatto dei singoli eventi, il 72% può fornire dati di produzione dei rifiuti, il 48% di consumo energetico e il 34% di consumo idrico. Tutto questo lavoro di certificazione ovviamente si ottiene sempre grazie alle risorse investite e al team di lavoro dedicato. Certificazione che diventa centrale anche a livello economico, perché la location non si dimentica di essere società creatrice di business. E allora il 90% dei centri congressi ha ottenuto, o sta lavorando per ottenere, certificazioni specifiche di sostenibilità edilizia, mentre il 59% acquista energia proveniente da fonti rinnovabili (prevalentemente dall’eolico) e il 42% produce autonomamente parte dell’energia necessaria attraverso pannelli solari. Ma non solo: il 33% dei luoghi studiati ha “tetti verdi”, attrezzati cioè con piante o giardini pensili, e tra le strutture prese in esame ce ne sono un paio che


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ECO TRIPPING LE DIEcI rEgoLE DELL’EvEnTo grEEn Non importa se si tratta di un meeting, di una convention o di una kermesse. Le linee guida da seguire quando si vuole organizzare un evento il più possibile sostenibile sono quasi sempre le stesse. A spiegare queste buone pratiche è Legambiente che, con il diffondersi di una coscienza più sensibile alle tematiche ambientali, ha studiato un decalogo di linee guida semplici ma estremamente efficaci. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Utilizzare prodotti a chilometro zero Prediligere piccoli fornitori locali per ogni tipo merceologico Preferire prodotti biologici Operare la raccolta differenziata sia durante l’evento che nel post-event Utilizzare stoviglie completamente biodegradabili Servire acqua in brocche di vetro Promuovere uno stile di vita sostenibile Invitate i partecipanti a raggiungere l’evento con mezzi pubblici o biciclette Regalate un omaggio agli invitati arrivati in bici Piantare alberi per azzerare le emissioni di anidride carbonica prodotta

A ciò poi si aggiunge che quando se ne ha la possibilità bisognerebbe utilizzare tecnologie ad alta efficienza energetica e sfruttare fonti di elettricità pulita.

hanno addirittura installato alveari per la produzione del miele, mentre il 30% dei

centri congressi produce autonomamente frutta o ortaggi che utilizza per il proprio servizio catering. Risparmio proprio ma anche opportunità di risparmio per gli ospiti: il 93% dei centri congressi è raggiungibile con i trasporti pubblici, inoltre l’87% dispone di postazioni per il parcheggio delle biciclette e il 65% ha stazioni di ricarica per le auto elettriche a disposizione di dipendenti e delegati. ■

Tra le sustainabilitypractices durante i congressi c’è anche la raccolta del cibo avanzato da destinare a enti caritatevoli. L’80% dei centri congressi presi in esame dall’inchiesta di Greenview ha donato complessivamente 630 tonnellate di cibo pari a circa 1,4 milioni di pasti.

Anche i delegati possono fare i loro comportamenti sostenibili in hotel, ad esempio suddividendo i rifiuti per il riciclaggio

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Viaggi stellari Un trend all’insegna della sostenibilità su cui vale la pena puntare, come dimostrano i 200mila turisti che ogni anno si recano in Spagna, a Tenerife, per ammirare la via lattea dall’osservatorio astronomico più importante del mondo. Ma la passione per l’astroturismo sta contagiando tutto il mondo, Italia compresa

✒Tiziana Conte Viaggiare per ritrovare se stessi, per provare nuove emozioni. Fra le varie forme di turismo non tradizionali e che vanno verso la direzione di quello cosiddetto slow ed ecosostenibile, rientra senza dubbio l’astroturismo. Un fenomeno che coinvolge sempre più viaggiatori internazionali che decidono di attraversare il globo per ammirare un’eclisse, la Via Lattea o un cielo stellato senza inquinamento luminoso. Un trend su cui vale la pena puntare, come dimostrano i 200mila astrotu-

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risti che ogni anno si recano a Tenerife. Non a caso l’isola spagnola dispone di uno degli osservatori astronomici più importanti del mondo: la caldera del Teide, di proprietà dell’Instituto de Astrofisica de Canarias, che, insieme al Roque de Los Muchachos di La Palma, costituisce l’European Northern Observatory (ENO) e ospita telescopi e strumentazioni appartenenti ad una sessantina di istituzioni di 19 Paesi. La caldera del Teide è sul massiccio di Izaña, a 2400 metri di quota ed in


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ECO TRIPPING

Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Portogallo, Namibia e Sudafrica, ma nessuno con la densità di osservatori del Cile, che ne conta 21 scientifici, di cui 10 visitabili e 25 turistici. Ma non solo, il Paese è anche dotato di 24 sistemazioni con servizi astroturistici e oltre 50 tour operator che offrono itinerari ad hoc e può fregiarsi di essere il primo, in Sudamerica, ad aver ricevuto la certificazione Starlight Tourism Destination per la sua “oasi del buio” nel sito del Parco Fray Jorge, a cui si sono aggiunte nel 2014 tre nuove certificazioni Starlight a Pampa Joya, Mano del Desierto e Alto Loa. Un riconoscimento importante che finora nel mondo hanno ricevuto solo 15 siti, fra cui Alqueva in Portogallo, La Riojia in Spagna e La Palma alle isole Canarie.

E in Italia?

prossimità del parco nazionale. Grazie all’umidità dell’oceano si forma una nube che, restando in bassa quota, copre le luci della costa e consente le condizioni ideali per esplorare il cielo.

il primo progetto di sviluppo del turismo astronomico in forma responsabile e sostenibile, in grado di rispettare la natura e tutelare il patrimonio celeste, lo si deve ad un giovane romano. Tutto è iniziato con un sogno, quello di Fabrizio Marra (foto), universitario con la passione dell’Astronomia. Ed è proprio a questa passione per gli astri che Fabrizio si ispi-

Prato Selva 2.0, in Abruzzo, ha ottenuto il livello Gold dei “I Cieli Più Belli d’Italia”

Cile, un laboratorio naturale mondiale per l’astronomia Che i numeri degli astroturisti siano destinati a crescere lo ha ben compreso il Cile, che con il progetto “Astroturismo Chile” punta a diventare un laboratorio naturale, mondiale, per l’astronomia. Un paese che può contare su una forte concentrazione di osservatori astronomici – circa il 40% di quelli esistenti nel mondo, che diventeranno il 70% nei prossimi dieci anni – e su un cielo che ha pochi eguali con una media di 290 notti chiare e limpide all’anno. Altre mete considerate astroturistiche sono concentrate tra Spagna, Canada, Stati 5-6 2016

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sce un prodotto innovativo e specializzato, nella consapevolezza che «il turismo è oggi sempre più un’esperienza emozionale dove la qualità è un elemento indispensabile».

Pacchetti di viaggi sotto le stelle

Il Torrino del Povile, sulla cima di un colle, nel cuore della Teverina, offre un suggestivo panorama

Il borgo di Rocca Massima dispone di due siti osservativi: un campo aperto a Nord, I Pascoli, e il Parco della Memoria

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ra per la sua tesi di laurea sulla creazione di un’impresa innovativa nel settore del turismo, tesi che gli vale la lode Nasce così nel 2014, dalla sua idea, Astronomitaly: il primo progetto di sviluppo del turismo astronomico, nazionale, realizzato in partnership con Federturismo Confindustria e Federparchi Europarc Italia, vincitore pure del premio Talento Italiano 2014, promosso da partner fra cui AITR - Associazione Italiana Turismo Responsabile e Legambiente Turismo. «L’originale e innovativo progetto», ci spiega il founder Marra, «unisce in un circuito di rete gli attori del turismo, del territorio e dell’astronomia per offrire un prodotto certificato, responsabile e sostenibile; una forma di ecoturismo capace di valorizzare la natura e il patrimonio celeste attraverso il marchio di qualità “I cieli più belli d’Italia”. E la nostra è la prima certificazione astroturistica che permette di individuare i migliori luoghi dai quali osservare il cielo stellato e valorizzarli attraverso iniziative sostenibili e prodotti turistici proposti sul marketplace di Astronomitaly». Alla base c’è la competenza e la passione di un gruppo di professionisti che garanti-

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La selezione avviene fra quei luoghi incontaminati di cui il Belpaese è ricco, che consentono di godere di un cielo di altissima qualità e senza inquinamento luminoso. Inoltre, precisa Mara, «mettiamo in contatto le strutture e gli astroturisti realizzando pacchetti di viaggio sotto le stelle che includono l’osservazione guidata e con il supporto di telescopi professionali». Ad oggi sono state certificati cinque locations, mentre per ulteriori due, che si trovano nel Lazio, si stanno completando le procedure di assegnazione del riconoscimento: l’Agriturismo Belvedere Torre Alfina, ad Acquapendente e Penucha Grove Bed&Breakfast a Fara Sabina.

I cieli certificati La Certificazione “I Cieli Più Belli d’Italia”, che mira a individuare e valorizzare i luoghi d’Italia con una bassa percentuale di inquinamento luminoso e a realizzarvi eventi ed esperienze ad hoc per “i viaggiatori delle stelle”, è stata assegnata di recente a Il Torrino del Povile, nel Lazio, che ha ottenuto il riconoscimento Silver. Già residenza estiva della famiglia dei conti Bulgarini di Siena, proprietari del castello Baglioni di Graffignano, il Torrino del Povile fino alla metà del secolo scorso era utilizzato per la monta dei tori. Nel 2013 è divenuto azienda agricola e agriturismo con servizi di ospitalità e ristorazione. La struttura sorge sulla cima di un colle nel cuore della Teverina, sormontata da un torrino che guarda a 360° dal monte Soratte al Cimino, dal lago di Alviano a Castiglione in Teverina. Sempre nel Lazio, Rocca Massima, borgo più alto della provincia di Latina, dal 2015 è uno de “I cieli più belli d’Italia” che si è meritata il livello Silver. Qui sono stati individuati due siti osservativi: un campo aperto a Nord, chiamato I Pascoli, e il Parco della Memoria. Il primo offre una veduta panoramica della costa pontina e una visuale davvero ampia del cielo su tutti i punti cardinali. L’assenza di luci consente di osservare anche la Via Lattea, mentre la


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ECO TRIPPING NoN solo asTrI

«L’astroturismo rappresenta una nuova forma di ecoturismo in forte crescita in Italia e sul quale vale la pena investire con iniziative e progetti che rispondano ai desideri dei viaggiatori», precisa Marra. Appassionati, curiosi e romantici, potranno quindi trovare nella sezione viaggi del sito www.astronomitaly. com/viaggi numerose soluzioni di soggiorni e iniziative. Per esempio nella magica settimana delle stelle cadenti, dall’11 al 17 agosto, Astronomitaly propone la Tuscia in una sorta di viaggio nello spazio che grazie ai telescopi e all’esperto astrofilo condurrà dalla Luna al Pianeta Saturno, fra galassie, nebulose, e ammassi stellari sino ai confini dell’Universo. Un tour che regala emozioni a tutto tondo coinvolgendo tutti i sensi con i profumi, gli antichi sapori del territorio e soggiorni in residence d’eccellenza. Ma ci sono pure i weekend in occasione di Ischia sotto le stelle, rassegna di eventi organizzata in partnership con Marianna Polverino, Guida GAE di Ischia, Tenuta di Cannavale e Casa D’Ambra, «nel perseguimento dell’obiettivo comune di valorizzare e promuovere le bellezze storiche e naturalistiche dell’Isola in un’ottica di turismo sostenibile».

presenza di massi e vecchie strutture rendono il luogo suggestivo e adatto anche all’astrofotografia paesaggistica. Il Parco della Memoria alla periferia Nord-Est, è caratterizzato dalla presenza di un piccolo anfiteatro in cui si trova una riproduzione di colonne ed architravi romani dove ogni anno si svolge l’evento “Le poesie della memoria”. Un luogo che riveste anche un ruolo spirituale, connettendo le generazioni passate con quelle presenti e future, dove le famiglie del borgo dedicano un albero in memoria di un caro defunto o come augurio ad un bambino che nasce. Con la certificazione Silver, l’Hotel Pullman Timi Ama in Sardegna, nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, nella baia di Villasimius, aggiunge al suo paesaggio da cartolina anche un suggestivo manto di stelle pronto ad accogliere sotto di sé tutti coloro che desiderano emozionarsi. Una certificazione che rafforza l’impegno dell’hotel in azioni che mirano a tutelare e promuovere le buone pratiche per la sostenibilità.

Ha ottenuto invece il livello Gold dei “I Cieli Più Belli d’Italia”, classificandosi fra le migliori locations della Rete del Turismo Astronomico, Prato Selva 2.0: struttura ricettiva in Abruzzo. Il riconoscimento a seguito di un attento lavoro di rilevazioni per valutarne la “qualità astroturistica”. La location abruzzese, è già molto apprezzata per i suoi servizi di ospitalità e ristorazione, nonché quale importante punto di riferimento per escursionisti, ciclisti e sciatori. Il livello Gold se lo è meritato pure l’Hotel Relais Castello di Petroia, la prima location certificata in Umbria da Astronomitaly. Immerso nella natura delle valli di Gubbio, l’edificio medievale è racchiuso entro una cinta muraria, dotato di magnifiche Sale, di una Biblioteca e di una Segreta. Nato come fortezza tra il IX e il X secolo, fu residenza di feudatari e poi abitazione signorile. Negli anni ’90 del secolo scorso è stato trasformato in struttura ricettiva di proprietà di Carlo Claudio Sagrini che ora è felice di poter condividere con tanti curiosi il “suo” cielo. ■

Hotel Pullman Timi Ama in Sardegna aggiunge al suo paesaggio da cartolina anche un suggestivo manto di stelle

L’Hotel Relais Castello di Petroia, immerso nella natura delle valli di Gubbio, accoglie gli ospiti in un’atmosfera medievale

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ECO TRIPPING

THE CASE HISTORY

Hotel Ristorante Il Corazziere Un rural resort che è oggi un modello integrato di accoglienza ed eco sostenibilità diffusa sul territorio Da Osteria dei Pescatori a Il Corazziere

Sopra l’hotel “Il Corazziere”. In basso, due immagini dell’hotel “Il Mulino”

Quella dell’Hotel Ristorante Il Corazziere è una storia che si lega a doppio filo sia con quella del luogo in cui sorge, Baggero di Merone – prima frazione d’Italia ad essere stata ripensata integralmente in chiave ecofriendly – sia con la storia del Paese. Il tutto partì dal nonno Giuseppe, cappellaio in Monza, in un laboratorio sul Ponte Dei Leoni attraversato dal pescoso fiume Lambro. Giuseppe Camesasca, grazie alla sua altezza, non solo fisica ma soprattutto morale, entrò a far parte dello Squadrone dei Corazzieri a Roma. Servì Vittorio Emanuele III per lunghi anni e svolse un ruolo fondamentale in sua difesa durante l’attentato del 14 marzo1912. In questo frangente dimostrò freddezza e spirito di sacrificio, difatti la scorta guidata dal maggiore Lang salvò i sovrani dall’attentatore anarchico, un certo D’Alba.

Dopo una brillante carriera, Giuseppe Camesasca s’innamorò di una giovane friulana incontrata durante una battuta di caccia del Re e, con lei, fondò, sulle rive del fiume Lambro, “L’osteria dei Pescatori”, nel 1919. Ma per l’imponenza di Giuseppe e la sua esperienza nell’arma, l’osteria prese subito il nome de “Il Corazziere”. Fu il figlio Armando a sviluppare il tutto, riuscendo a costruire un’impresa di successo, grazie all’acume ed al senso del dovere. La laboriosa moglie Mariuccia con il nipote Peppino ed il fedelissimo Tonino costruirono un ristorante di qualità nella verde Brianza.

La nuova generazione Negli anni “il Corazziere” ha sviluppato una consapevolezza ed una responsabilità verso l’ambiente che lo circonda divenendo “Rural resort”, cioè un luogo di confort in pieno rispetto dell’ambiente. Numerosi sono stati gli investimenti che hanno portato questa struttura ad essere riconosciuta la “più green d’Italia”. Oggi sono due gli Hotel “Il Corazziere” e “Casa del Mulino” collegati al Ristorante che offrono l’ambiente ideale per una vacanza green in un’area di grande sensibilizzazione per il recupero del territorio, con l’auspicio e l’obiettivo di una grande Brianza verde attraversata da un Lambro pulito come in passato.

Il Concept Il rural resort “Il Corazziere” e “Casa del mulino” costituisce il primo esempio di turismo ecosostenibile in un’area che, invece, è stata un chiaro esempio di industrializzazione esasperata. Green, qui, si-

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ECO TRIPPING Riconoscimenti:

Il Rural Resort il 24 giugno 2013 è stato sede del progetto Sustainable Energy della Comunità Europea. 1° Premio miglior progetto di Innovazione turistica Italiana, 2010 1° Premio Lombardia Ambiente 2013 all’Université d’Eté 4° posto progetto “Water and Tourism”, Organizzazione mondiale del turismo, 2013 1° Premio “Talento Italiano nel 2014” nella categoria Imprese Ospitali di Legambiente. 2015 patrocinato “Feeding the future now”, Regione Lombardia. www.corazziere.it

gnifica avere introdotto i più innovativi sistemi di risparmio energetico, dal controllo in domotica dei due alberghi alla produzione di corrente grazie a sole ed acqua. Il complesso è dotato di due impianti di produzione energetica da fotovoltaico, due pompe di calore che utilizzano l’acqua del fiume Lambro, tre caldaie a condensazione, un sistema di recupero delle acque piovane, illuminazione a led. La struttura è in classe A, con sofisticati controlli dei consumi e recuperi di calore e il solare termico. Inoltre, l’antico mulino attiguo all’hotel produce corrente elettrica grazie ad un sistema di moltiplicazione meccanica che utilizza la vecchia ruota, evocativa di un passato rurale.

nonché percorsi verdi e percorsi lacuali sul fiume. Consta altresì di un’oasi naturale, percorsi e strutture green, una piattaforma ecologica efficiente e un grande depuratore all’avanguardia. Le cascine, inoltre, sono in corso di recupero per continuare l’attività agricola e scambiare i prodotti con i paesi adiacenti e le vicine strutture ricettive. P.T.

La sala del Mulino risalente al 1722 e realizzata dalle Monache Benedettine dove oggi è possibile svolgere meeting e team building. Qui sotto, l’area benessere. In basso a sin., il fiume

L’ Ecofrazione di Baggero La ricerca e lo sviluppo continuo nell’ambito della tutela ambientale, perseguiti dal team di Andrea Camesasca hanno stimolato anche altri imprenditori della zona, portando alla creazione della prima Ecofrazione d’Italia “l’Ecofrazione di Baggero”, frutto di sinergie tra reti di strutture e servizi sul territorio. Le porte dell’Ecofrazione sono rappresentate dalla stazione ferroviaria (già totalmente riqualificata), parchi e piste ciclo-pedonali,

Un nuovo concept di accoglienza

Andrea Camesasca con il suo team ha creato e costituito un piano applicativo sulla trasmissione d’impresa, esempio analizzato all’interno dello studio del Cerif “Strategie e problemi della Family Business” del professor Claudio Devecchi dell’Università Cattolica di Milano. «Pur essendo un azienda storica», dice Camesasca, «ci riteniamo una start up in quanto recentemente con molto coraggio abbiamo “cambiato pelle”, investendo in modo importante su un nuovo concept di ricettività alberghiera che unisce l’aspetto green e di Blue Economy e l’accoglienza a tre R (reuse, reduce e recycle). La struttura si avvale di giovani collaboratori che vivono non distanti dal rural resort, l’80% di loro addirittura nel territorio comunale, con mansioni ed autonomia sia nelle attività di ordinaria amministrazione che nell’analisi di strategie per la promozione; il mio fine oltre a quello di delegare e controllare è quello di trasmettere loro entusiasmo e passione per i temi dell’accoglienza e della sostenibilità». Il Rural Resort è partner della prima rete indipendente Italian Hotels and friends www.ihf.club.

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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ

Coworking in hotel Attira l’interesse di un numero sempre maggiore di lavoratori – manager, freelance, imprenditori e startupper – il coworking oggi non è certo una novità. Del tutto nuova è, invece, l’attenzione che gli hotel più innovativi stanno indirizzando proprio verso questo fenomeno, individuando negli spazi del lavoro condiviso una nuova opportunità per offrire ai propri ospiti servizi utili e up-to-date, ma anche per generare nuovi fatturati e attirare nuovi clienti

✒Zaira Cangi Potrebbe sembrare un’evoluzione ovvia e connaturata nell’identità stessa degli hotel, da sempre luoghi nei quali i viaggiatori d’affari hanno non solo soggiornato, ma anche lavorato – nella propria stanza come nei business center – e dove le aziende locali e globali trovano grandi spazi e attrezzatissime meeting room, perfette per le proprie riunioni di rappresentanza. Eppure il cambiamento non è scontato e non è neppure di poco conto. Perché il passaggio dalla stanza del business center, con le scrivanie, i terminali, il fax e la

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stampante, agli spazi condivisi del lavoro in stile sharing economy è un salto enorme, in termini di design, di fruizione e, soprattutto, in termini generazionali. La filosofia del coworking, infatti, è il frutto di un processo di contaminazione irreversibile tra dovere e piacere, tra lavoro e relax, tra produttività e divertimento. Parliamo del modo di lavorare dei Millennials (che piace anche a non pochi esponenti delle generazioni precedenti): laptop e tablet in mano, tante idee nella testa e nessuna paura di condividerle.


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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ Ipse dixit

John Hardy, CEO de The John Hardy Group e fondatore del premio Radical Innovation in Hospitality. «In generale, abbiamo cominciato a vedere un profondo cambiamento nella definizione tradizionale di hotel. Non è più sufficiente ridurre il tutto a un edificio rettangolare con un nome e un marchio; al contrario gli hotel devono tenere il passo con l’evoluzione dello stile di vita e della tecnologia. Molte strutture stanno già cambiando, includendo grandi spazi sociali – come lobby, lounge e bar – e gli spazi di coworking ne sono la naturale evoluzione. Se gli hotel non considerano la domanda di spazi dinamici e condivisi per il lavoro, corrono il rischio di rimanere in una prospettiva monodimensionale».

Perché il coworking in hotel?

Gli spazi comuni degli hotel si trasformano secondo la filosofia bleisure del coworking. Nella foto, la living area dell'hotel Zoku. Credits: Ewout Huibers for Zoku and concrete

Quanti anni ci sono voluti perché il wi-fi gratuito ed efficiente entrasse nelle logiche degli albergatori? Non pochi, soprattutto in relazione alla velocità di cambiamento del mondo digitale. Oggi il mondo dell’accoglienza si trova di fronte a una nuova sfida, alla quale deve rispondere con rapidità se vuole cavalcare l’onda e non trovarsi travolto dai cambiamenti. Cambia il modo di lavorare e cambia il modo di viaggiare. Il modello bleisure invade ogni aspetto del viaggio e del soggiorno d’affari, arrivando a stravolgere i connotati anche della quotidianità lavorativa. Così proprio gli hotel scoprono di poter rispondere in modo nuovo alle esigenze del viaggiatore, trasformando gli spazi comuni, dalla lobby agli altri spazi social dell’albergo, in una prospettiva

Design da hotel di lusso e flessibilità per incontrare le esigenze e i portafogli dei giovani imprenditori. Nella foto, The Student Hotel di Amsterdam. Credits: The Student Hotel

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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ

Coworking hotels Hotel Schani, Vienna

www.hotelschani.com Ha aperto le sue porte ad aprile 2015 il primo “start up hotel” europeo. Quattro stelle di design nel centro della capitale austriaca, è pensato espressamente per nomadi digitali in cerca di un luogo di lavoro e

automatico e zero tempi di attesa in reception. L’hotel ha pensato anche a sviluppare un Market Place online per stimolare e favorire il networking.

The Student hotel

www.thestudenthotel.com In Olanda ce ne sono già cinque e, appena aperti, sono già un successo. Ma tra pochissimo arriveranno anche le sedi di Parigi, Barcellona e Firenze (nel 2017, in un edificio ottocentesco del centro storico). Come suggerisce il nome, sono indirizzati a un pubblico di giovani, ma non solo di studenti (benché sia-

relax, con spazi di coworking aperti, accoglienti e funzionali (free wi-fi ultra veloce con fibra ottica) a tariffe flessibili (anche carnet da 10 o 30 accessi in 3 mesi), sale per meeting ed eventi. Ma anche l’accoglienza tradizionale è assolutamente smart: mobile check-in e check-out, la chiave della camera sullo smartphone, scelta della camera online, pagamento

work-friendly: wi-fi potente e gratuito ovunque, prese di corrente a portata di carica batterie, tavoli condivisi alternati a comodi spazi per il relax. Ma questa piccola grande rivoluzione spinge l’hotel oltre i propri confini, aprenCondividere le idee non è più percepito come un rischio, ma come un'opportunità. Così gli spazi business in hotel si devono aprire alle nuove tendenze. Credits: Hotel Schani

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dolo alle contaminazioni che tanto piacciono alla cultura social-alternativa che ha conquistato le metropoli di mezzo mondo. Così l’hotel che crea al suo interno spazi di coworking non si rivolge solo ai propri ospiti, ma attrae un pubblico


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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ l’organizzazione di meeting. Persino il ristorante dell’hotel presenta grandi tavoli comuni con prese di corrente e cabine private per la privacy.

Zoku, Amsterdam livezoku.com

© EWOUT HUIBERS FOR ZOKU AND CONCRETE

no gli unici che possono soggiornare per più di 2 settimane): anche professionisti, creativi, startupper e viaggiatori curiosi trovano in questi innovativi hotel l’ambiente ideale per le loro attività bleisure. Attenzione: non si tratta di ostelli, ma di hotel dal design moderno e informale, con stanze smart, grandi e attrezzati spazi per il lavoro condiviso, meeting room, palestre, sale giochi, servizio di biciclette e ristoranti gourmet.

YOTEL, New York

www.yotel.com Un hotel futuristico con una lounge dedicata al coworking e altri spazi dedicati al lavoro condiviso e al-

Ecco la dimostrazione che il processo di ibridazione è ormai avvenuto. Questo nuovissimo progetto, inaugurato proprio in questo giugno 2016, presenta all’industria dell’accoglienza una nuova categoria, rigorosamente ibrida: si tratta di un luogo flessibile dove vivere e lavorare, per un giorno o per lunghi periodi di tempo, con i servizi di un hotel e la socialità di un buon vicinato. Qui si può vivere, lavorare, rilassarsi e condividere le proprie idee.

nuovo di creativi, professionisti e imprenditori, senza ancora grandi disponibilità, senza una sede di rappresentanza, ma con la voglia di fare che riesce a convertire la crisi in opportunità e con una connaturata propensione al bello e al buono (quindi con un’interessante ricaduta anche sul bar, la ristorazione e le eventuali boutique presenti in hotel). Un pubblico giovane che fa tendenza e che, frequentando l’hotel (anche e soprattutto fuori dai periodi di alta stagione), gli dà un ulteriore appeal dinamico e contemporaneo. Così l’hotel può scegliere di offrire questo servizio gratuitamente, oppure, proprio come negli spazi di Coworking “tradizionali”, far pagare una modesta quota oraria o giornaliera, che consente di accedere agli spazi condivisi, di avere una propria postazione con i servizi connessi e, magari, di poter usufruire di altre aree dell’albergo (bar, ristoranti, Spa, palestra o altro). A parte, più in linea con quello che già fanno gli hotel da sempre, si possono affittare sale meeting attrezzate per presentazioni multimediali, magari con un ulteriore occhio di riguardo alla flessibilità in termini di tempi e modi di utilizzo. Il cambiamento è nell’aria e molti hotel in

giro per il mondo stanno cogliendo questa opportunità. Ma bisogna pensarci in fretta, perché, se l’hotel può aprirsi al lavoro condiviso e attrarre nuove fette di mercato, anche gli spazi di coworking si stanno inventando nuove formule di ospitalità di design e di tendenza, con il cosiddetto coliving. ■

Relax e lavoro si fondono negli spazi accoglienti del coworking in hotel. Nella foto, la Green Lounge dell'hotel Yotel di NY. Credits: Yotel

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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ

Hotel Allergy Friendly La stanza di un albergo può trasformarsi da luogo di relax a pura tortura per chi soffre di allergie respiratorie o da contatto. Milioni di persone nel mondo, che quando viaggiano devono fare i conti con starnuti, asma, prurito e occhi rossi. E che, quando prenotano, preferiscono gli hotel allergy free

✒Aura Marcelli Bambini e adulti che soffrono di allergie hanno bisogno di attenzioni particolari da parte degli hotel che li ospitano. In Italia Allergy Free Hotels offre agli hotel un protocollo di profilassi e un punto di incontro tra domanda e offerta per il turismo allergy friendly. Credits: www.allergyfreehotels.info

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Gli hotel sono alla costante ricerca di nuove fette di mercato. Pronti a reinventarsi e a rinnovarsi, vogliono conquistare il favore di nuovi clienti rispondendo con sollecitudine alle loro esigenze. Eppure c’è un esercito composto da milioni di turisti che fatica a trovare soddisfazione ai propri bisogni quando viaggia, per lavoro o per piacere. Sono uomini e donne - circa un cittadino europeo ogni quattro e un italiano ogni cinque – per i quali il soggiorno in hotel si trasforma in un tormento di starnuti, occhi rossi, difficoltà respiratorie e chi più ne ha più ne metta. Sono

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gli allergici, per i quali il piacere del viaggio è spesso compromesso dalle reazioni parossistiche a stimoli generalmente innocui presenti nella camera da letto, nel bagno o nelle parti comuni dell’albergo. Se un’attenzione sempre maggiore e sempre più diffusa è riconosciuta alle allergie alimentari (visti anche i rischi connessi), sono ancora molti, molti di meno gli hotel che prendono in considerazione di attrezzare le proprie stanze e la propria gestione in modo da rispondere alle esigenze delle persone che soffrono di allergie respiratorie o di dermatiti allergiche da


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LE NUOVE VIE DELL’OSPITALITÀ Lo sAPevi cHe...

• Gli allergici agli acari della polvere spesso migliorano se passano le vacanze in montagna al di sopra dei 1500/1800 metri • Agli asmatici e allergici ai pollini sono di solito consigliate le località marine • Circa 300 milioni di persone al mondo soffrono di allergie • Circa il 40% dei bambini mostra i sintomi di reazioni allergiche

contatto. Ma qualcosa si sta muovendo, anche in questa direzione. All’estero come in Italia. Per il bene degli allergici e per aprirsi a una nuova clientela.

Allergici a cosa? Inquinamento, agenti chimici e chissà quali e quante altre controindicazioni della modernità hanno fatto sì che si siano sviluppate e diffuse le allergie. Si pensi che il termine stesso non ha più di un secolo di vita. Oggi, però, volenti o nolenti ci troviamo a dover fare i conti con una sovrabbondanza di allergeni e con una sempre maggiore incidenza di reazioni allergiche, spesso molto fastidiose e causa di forte disagio. Sostanze chimiche, muffe, funghi, pollini e gli arcinoti acari della

Le 5 regoLe deLL’HoteL ALLergyFriendLy Pulizia: bando a profumi e deodoranti, ma anche ai prodotti chimici che devono essere evitati o usati con parsimonia. Si devono preferire sistemi naturali di pulizia, sanificazione con ozono, l’uso di vapore (meglio se secco) almeno a 100°e di aspirapolvere dotati di filtri che impediscano la dispersione di allergeni. Regolarmente vanno puliti frigobar e sistema di ventilazione, prestando attenzione a evitare la formazione di muffe.

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Biancheria: letti e cuscini devono essere rivestiti con tessuti barriera che permettano la traspirazione, ma non il passaggio degli allergeni. Nel lavaggio della biancheria è bene evitare l’uso dell’ammorbidente (da sostituire con aceto di vino) in quanto questo prodotto rilascia sostanze chimiche che permangono sui tessuti. Quanto alle tende, devono essere lavabili a 60° e lisce, per evitare che trattengano la polvere.

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Muri e pavimenti: i muri devono essere lisci e dipinti con colori idrosolubili, senza tappezzeria. Per i pavimenti, bando alla moquette e ai tappeti scendiletto, se non facilmente lavabili. Benissimo i rivestimenti lisci, come ceramica, marmo o legno. Da evitare, invece, il linoleum in quanto può emettere formaldeide.

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Bagno: pareti e pavimenti devono essere facilmente lavabili, rivestiti in ceramica, per limitare al massimo i rischi di umidità e muffe. A questo scopo è necessario porre particolare attenzione alle perdite d’acqua e a garantire una ventilazione adeguata, o con finestra o con ventilazione forzata almeno a 2 volumi/ora. Si deve evitare, infine, l’uso di profumi e deodoranti.

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no pets: le stanze allergyfree devono necessariamente essere precluse agli animali, come pure alle piante da interno. Ovviamente devono essere esclusivamente no-smoking.

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3 HoteL LiBeri dA ALLergeni Hilton it.hiltonworldwide.com La catena alberghiera propone le sue Pure Allergy Friendly Guestrooms (in collaborazione con Pure Room) in molte strutture negli USA, da Orlando a Minneapolis, da NY a Washington. Queste stanze offrono ai viaggiatori d’affari o leisure la sicurezza di poter soggiornare in un ambiente praticamente privo di allergeni, grazie a sistemi di ventilazione dotati di appositi filtri, trattati con Tea Tree Oil, superfici trattate per eliminare contaminanti e batteri, biancheria e tessuti barriera contro gli allergeni.

Hotel Milano scala www.hotelmilanoscala.it Dal 1 aprile 2016 questo è il primo albergo Allergy Free di Milano. Un intero piano di camere è stato predisposto seguendo il protocollo realizzato da ALLERGY FREE HOTELS, per la profilassi naturale ed ecologica in grado di eliminare microorganismi e allergeni dalle stanze d’hotel. Escludendo l’uso di qualsiasi detergente chimico, pericoloso per l’ambiente e potenzialmente nocivo per l’uomo, questo protocollo prevede per la pulizia e la sanificazione degli ambienti l’uso esclusivo di ossigeno trivalente e vapore. L'Hotel Milano Scala è il primo hotel Allergy Free di Milano. Credits: Hotel Milano Scala

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the square, copenhagen www.thesquarecopenhagen.com Parte del gruppo danese Arp-Hansen Hotel Group, questo elegante hotel nel centro della capitale accoglie tutti gli ospiti in stanze dotate di piumoni e cuscini ipoallergenici e “featherfree”, ossia senza piume. Per gli ospiti che ne fanno richiesta sono disponibili guestroom allergy friendly, senza tappeti e igienizzate con detergenti certificati NordicEcolabel, privi di sostanze che possano risultare dannose per la salute o provocare reazioni allergiche.


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CREDITS: ALLERGY FREE HOTELS

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polvere, principali responsabili di questa spropositata risposta immunitaria,trovano i loro nascondigli ideali nei tessuti della biancheria, nei cuscini e nei materassi, nei tappeti e nella moquette, nei frigo e negli armadi, nei bagni e nei sistemi di ventilazione. In altre parole: la stanza d’albergo può essere il loro habitat ideale.

A descriverla così sembra una situazione irrimediabile, ma in realtà esistono degli accorgimenti, dopotutto non eccessivi (in alcuni casi si tratta di interventi già adottati dalla maggior parte delle strutture), che possono trasformare un albergo tradizionale in uno spazio accogliente e sicuro anche per chi soffre di allergie. ■

L'hotel The Square nel centro di Copenhagen è certificato NordicEcolabel. Credits: The Square Copenhagen

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Al turismo piace Hipster

Out of mainstream, amante dell’autenticità ed eco friendly, il viaggiatore hipster è un’opportunità interessante per il settore, che promuove uno tipo di turismo decentralizzato, sostenibile e di qualità

✒Barbara Ainis Per tutti quelli che (come me fino a qualche tempo fa) non sanno bene che cosa significhi hipster, possiamo dire che la parola, ormai di diffusa un po’ in tutto il mondo, è sinonimo di vintage, bohémien, alternativo, progressista ecologista, non convenzionale. Tra le tante varianti che hanno connotato l’estetica e l’etica della comunità hipster, a partire dagli anni Quaranta dello scorso secolo, quella che si è andata affermando soprattutto negli ultimi cinque o sei anni è stata l’essenza outof-mainstream dell’uomo e della donna hipster: baffi e barba lunghi e demodé, acconciature asimmetriche stile punk rock, occhiali dalle montature impegnative, jeans a vita alta e camicie da boscaiolo so-

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no solo la superficie visibile di una filosofia di vita che aborre tutto quanto è scontato, banale, di massa e di moda. Nella vita di tutti i giorni, ma anche nei viaggi. Così lo stile hipster, che nel frattempo, e non senza le contraddizioni del caso, è diventato di tendenza, influenza anche le scelte dei turisti, hip e non. Quando il viaggiatore hipster visita una città sceglie non già i monumenti più famosi né i quartieri più trendy, ma le zone non turistiche, autentiche e originali, dove entrare in contatto con la gente del luogo, con la gastronomia, meglio se bio, con le iniziative culturali alternative, con lo shopping vintage e i prodotti alimentari km 0. Da Londra ad Amsterdam, da Madrid a Berlino, passan-


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TRAVEL STYLE Al turista hipster non interessano i monumenti più famosi, ma piuttosto i quartieri più originali, la gastronomia locale, l’offerta culturale alternativa. Questo permette alle grandi città di valorizzare turisticamente anche le zone periferiche

do per Milano e Roma, sono sempre di più le destinazioni grandi e piccole che stanno cogliendo l’occasione di attrarre questa nicchia di mercato, per decentralizzare il turismo e far vivere una nuova vita ai quartieri periferici e meno noti.

Madrid L’hipsterìa dilaga nella capitale spagnola, in particolare nel quartiere di Malasaña, storico centro della Movida madrileña degli anni Settanta e Ottanta e, da un po’ di anni, regno incontrastato degli hipster in bicicletta. Qui le parole bohemien e vintage si trovano praticamente ovunque, tra supermercati ecologici, centri culturali, bar in stile anni Quaranta, negozi di artigianato, spazi ex-industriali, coworking e concept store in cui la mania per le cupcake si declina con ogni altra possibile offerta commerciale. Mentre nel vicino quartiere trendy-gay di Chueca c’è perfino una chiesa cattolica in stile hipster, che per espletare il proprio compito evangelico di accoglienza, si apre alla comunità di credenti e non con un cartello in perfetto stile hip: “Caffè gratis, Wi-fi, aperto 24/7, gli animali sono benvenuti, TV”. HipTip: La Bicicleta Cycling Café – panini, insalate e biciclette in un locale assolutamente hipster. www.labicicletacafe.com

Il recupero di spazi architettonici in disuso è un classico dell’estetica hipster. Nella foto, i canali a nord di Amsterdam hanno saputo reinventarsi come la Mecca del vintage, del biologico e della sharing economy. Credits: I Amsterdam Mediabank

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Il Café de Ceuvel è un esempio emblematico di quel che piace al turista hipster: un ex cantiere navale, ora locale casual dove mangiare a chilometro zero e bere bevande analcoliche e bio. Credits: I Amsterdam Mediabank

Amsterdam L’Olanda ha fatto della tendenza di viaggio hipster addirittura un brand, con una campagna dedicata (Holland. The Original Cool). Il quartiere hipster per eccellenza della capitale olandese è senza dubbio Amsterdam Noord. Questo è il regno del cibo biologico, dei negozi vintage, dei mercatini alternativi e degli workplace sostenibili. Qui vecchi magazzini e cantieri navali in disuso si sono trasformati in

I 5 Hotel pIù HIpster Al Mondo • Fabric, parigi Ispirato al passato industriale della città, tra mattoni e tubi a vista, accosta, con un design di grande impatto, cuoio, metallo e colori bold. www.hotelfabric.com • 1888 Hotel, sydney È orgogliosamente il primo Instagram Hotel, con uno spazio all’entrata dedicato ai Selfie, foto Instagram dei clienti appese ai muri delle stanze, un iPad per stanza e, ovviamente, free Wi-fi ovunque. www.ovolohotels.com • roughluxe, londra In una tipica casa londinese, con solo 9 stanze, è il sogno degli hipster con il suo stile shabby chic portato alle estreme conseguenze. www.roughluxe.co.uk • the IronHorse, Milwaukee Un magazzino della capitale del Wisconsin è stato trasformato in un hotel-loft, con 100 stanze dall’eleganza post-industriale, dove ogni dettaglio è segno di una attenzione maniacale al design. www.theironhorsehotel.com • Alma Hotel &lounge, tel Aviv Nella città più hipster di Israele, questo hotel da 15 stanze fonde l’ispirazione bohemian con lo stile chic sofisticato. In un edificio storico del 1925, accosta arditamente l’architettura storica con il lusso contemporaneo. www.almahotel.co.il

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affascinanti spazi dove cultura, divertimento e artigianato convivono in un’atmosfera molto rilassata. Hip Tip: Cafe de Ceuvel, un piccolo villaggio hipster sull’acqua – dove prima c’era un cantiere navale –. Cool e biologico, si mangia a km 0, si bevono bevande analcoliche e ci si gode il panorama. www.deceuvel.nl

londra Gli hipster hanno in comune la passione per il cibo, biologico, locale, vegan o alternativo, purché di alta qualità. Il quartiere per eccellenza per gli hip-foodies è Shoreditch, il quartiere londinese dal passato industriale, i cui magazzini sono stati trasformati in gallerie d’arte (è il regno della street art dell’artista Banksy), locali vintage e ottimi ristoranti, dove scoprire gusti e persone originali e autentiche. Hip Tip: Cereal Killer Café, un bar e negozio dove condividere con i proprietari, to-


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TRAVEL STYLE HIpster AddIo... BenvenutI YuccIes?

Nonostante lo stile hip domini ancora la scena internazionale, c’è chi giura che il tempo degli hipster sia già passato e un’altra schiera di alternativi cool sia pronta a prenderne il posto. Si tratta degli Yuccies, acronimo di Young urban creatives, giovani imprenditori della Internet economy con ancora pochi soldi, ma molto ben disposti a spenderli, fondatori di startup, appassionati di hi-tech, social network e gastronomia, esteticamente più “composti” degli hipster, ma altrettanto affascinati da co-working, gallerie d’arte, caffè e ristoranti biologici e laboratori creativi.

talmente hipster, la passione più sfrenata per il latte con i cereali (ne servono oltre 120 tipi provenienti da tutto il mondo), non solo per colazione, ma a ogni ora del giorno. www.cerealkillercafe.co.uk

Berlino Volente o nolente la capitale tedesca è stata invasa dai viaggiatori hipster. E, sebbene qualche berlinese se ne lamenti, questo ha voluto dire una crescita notevole del turismo. Il quartiere bohemianpunk di Kreuzberg è il centro incontrastato di questa controcultura turistica, con un mix di cucina internazionale, coffeehousegourmet, bar cool e street art. Un tempo uno dei quartieri più poveri di Berlino, a cavallo Est e Ovest, oggi è un centro di cultura e stile. Hip Tip: East Side Gallery, street art su quel che resta del Muro di Berlino. www.eastsidegallery-berlin.de

roma Bohémien e vintage, il Rione Monti è il quartiere preferito dagli hipster nella nostra capitale. Tra Piazza Venezia, il Colosseo e l’Esquilino, questa è una delle zone più autentiche del centro di Roma, old style al punto giusto, cool senza essere di moda, ricca di capolavori dell’arte antica, ma anche di moderne gallerie, mercati tradizionali, bar, ristoranti slow food, negozietti gourmet e laboratori artigiani. Hip Tip: Mercato Monti, il più importante mercatino vintage di Roma, dà voce e spazio a talenti creativi, artigiani e artisti di tutto il mondo. www.mercatomonti.com

Milano Con la rivoluzione portata da EXPO la città ha cambiato faccia e anche quartieri periferici o semi periferici si sono riscoperti come un polo di attrazione per giovani creativi e hipster fuori dal coro. C’è sicuramente l’Isola, che, a due passi dai grattacieli di Porta Nuova, ha mantenuto il suo fascino autentico, declinandolo in salsa cool, ma ci sono anche altre zone sulle quali sarebbe stato più difficile scommettere: l’Ortica, Bovisasca e soprattutto NOLO (acronimo di North of Loreto), tra locali vintage, gallerie, laboratori d’arte e un mix indefinito di culture, sembra proprio che ambiscano a essere i nuovi centri del divertimento e del turismo alternativo. Hip Tip: Talent Garden – Merano Campus, in una piccola parallela di viale Monza, si trova lo spazio di Co-working più innovativo della città. milano.talentgarden.org. ■

A sin., il vintage spopola tra i viaggiatori hipster: negozi dal sapore démodé spuntano come funghi nei quartieri alternativi di Londra e delle altre capitali europee. Credits: Visit London. Qui sotto, a Milano il quartiere più interessante è il cosiddetto NOLO, dove hanno aperto recentemente negozi, bar e locali tutti ispirati alla cultura alternativa. Qui si trova anche il più grande e innovativo spazio di Coworking milanese. Credits: Talent Garden

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Rifugge le mode ed è in cerca di esperienze autentiche il Viaggiatore Curioso. Cultura, gastronomia e contatti con la gente del posto, purché diventino ricordi indelebili

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Nel turismo, la curiosità è una gran virtù


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TRAVEL STYLE Esigenti e attenti ad andare oltre il conosciuto, con un’ottima capacità di spesa, riconosciuti come trend-setter dalla propria cerchia di conoscenze. Sono i viaggiatori curiosi, tipologia di viaggiatori, presi in esame da una recente ricerca

✒Testo e foto di Barbara Ainis Negli ultimi due decenni abbiamo assistito a una fondamentale trasformazione delle attitudini di viaggio dei turisti di tutto il mondo. Le scelte autonome, la voglia di una vacanza su misura, la ricerca esigente di esperienze originali e autentiche, che prima rappresentavano l’approccio di una percentuale molto più contenuta di viaggiatori, oggi sono nei desiderata di un numero importante di turisti. Sono quelli che una recente ricerca condotta da MMGY Global per conto di Leading Hotels of the World, su un campione di 1.500 persone da USA, Germania e Giappone, ha definito Viaggiatori Curiosi: persone benestanti, per le quali il viaggio è un momento fondamentale della vita, che privilegiano la scoperta in ogni aspetto dell’esperienza, culturale, culinario e personale. Sono allergici ai trend di massa e, anche a fronte di una maggior spesa, cercano gli aspetti più inediti di una destinazione, per vivere in prima persona storie da raccontare e da conservare come ricordi unici.

«Obiettivo della ricerca è stato conoscere e comprendere la filosofia ma anche i comportamenti di questo specifico segmento di mercato», spiega Ted Teng, Presidente e Ceo di The Leading Hotels of the World. «Il nostro studio ha permesso di individuare un ospite con peculiarità ben precise: un viaggiatore attratto dalla scoperta di nuove culture, che evita ciò che già conosce e ama profondamente l’avventura».

Identikit del Viaggiatore Curioso Non è difficile comprendere perché questa tipologia di viaggiatore rappresenti un’utenza di grande interesse per hotel e destinazioni: il Viaggiatore Curioso, di età compresa tra i 25 e i 64 anni, viaggia molto, almeno otto volte all’anno e per il 2016, per la stragrande maggioranza, non ha intenzione di ridurre questo trend, tuttalpiù di aumentarlo. Tra gli intervistati i veri travel addicted si sono rivelati essere gli statunitensi, l’83% dei quali ritiene che viaggiare sia una parte essenziale della

Almeno 8 viaggi all’anno alla ricerca di tesori nascosti

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Relax e cultura sono al top delle motivazioni di viaggio

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propria vita, ma anche tedeschi (80%) e giapponesi (70%) hanno confermato la grande importanza dell’esperienza di viaggio. Non si fanno condizionare eccessivamente dalle tendenze e dalle mode – in particolare i viaggiatori giapponesi – mentre sono alla ricerca continua di nuovi tesori nascosti – specie USA (83%) e Germania (81%) –. Si tratta, per oltre la metà degli intervistati, di viaggiatori aperti all’avventura (purché non si corra il rischio legato alle situazioni di instabilità politica) e desiderosi di entrare in contatto con i locali, trend-setter nella loro cerchia di amicizie, nel caso di USA e Germania, decision maker ovunque, ma in

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special modo in Giappone. Sanno quel che vogliono – fare esperienze che si trasformino in ricordi indimenticabili (81%), fare qualcosa di fuori dall’ordinario (73%) e visitare nuove destinazioni (in particolare per USA con il 93% degli intervistati) – e lo cercano in maniera indipendente consultando internet. Le motivazioni di viaggio vedono nel relax la prima scelta, condivisa dal 79% degli intervistati, mediamente per circa quattro dei loro viaggi annuali. Dopo il meritato riposo, il Viaggiatore Curioso cerca la cultura – nel 42% dei casi e indicativamente per 2,6 dei viaggi nell’arco di un anno – la vita all’aria aperta – per il 34% del panel e 2,4 viaggi – oppure un luogo dove festeggiare occasioni speciali – 28%, per 1,7 viaggi. Il desiderio più forte è quello di fare del proprio viaggio una vera e propria “immersione” nella destinazione scelta. Il 68% ritiene importante fare un’esperienza a tutto tondo, tuffandosi letteralmente nella cultura locale. Con il termine “cultura” gli intervistati si riferiscono a storia e architettura (al top dei desideri del 91% degli intervistati), tradizione culinaria (fondamentale per l’89%) e popolazione locale (contatto cercato dal 78%). Gli statunitensi sono i turisti più interessati alla cultura intesa in senso tradizionale (92%), i tedeschi sono i più attratti dalla possibilità di immergersi


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in esperienze autentiche, a contatto con la gente del posto (81%), mentre per la quasi totalità dei giapponesi (94%) le esperienze culinarie sono l’attrattiva principale nella scelta di un viaggio. I Viaggiatori Curiosi sono disposti a spendere per ottenere quel che cercano in una vacanza. Per l’anno in corso la ricerca di Leading Hotels of the World ha rilevato una previsione di spesa in decisa crescita rispetto al 2015: da 390 dollari a 419 dollari al giorno, con un aumento pari al 7%. Rispetto alle loro normali abitudini di spesa, questi turisti quando viaggiano sono propensi a spendere di più, in particolare per mangiare (66%), per lo shopping (44%) e per la vita notturna (38%). Nella scelta degli hotel, il brand risulta poco o per nulla importante per questo tipo di viaggiatori, in particolare per Giappone (57%) e per Germania (48%). Gli elementi che, invece, condizionano la scelta dell’alloggio (sempre di alta o altissima categoria) sono l’ubicazione, lo stile preferito, la vicinanza alle attrazioni che interessano, il costo e, solo in una percentuale più contenuta, le preferenze dei compagni di viaggio.

Il 54% degli intervistati, quando possibile, infatti, tende a inserire occasioni di svago personale all’interno delle trasferte lavorative, mediamente più frequenti rispetto ai viaggi di piacere (8,9 contro 8,4). Il 45% prolunga per interessi personali il soggiorno d’affari, mentre il 42% ha compiuto un viaggio di lavoro in compagnia di moglie, familiari o amici. ■

Giappone, USA e Germania sono i mercati analizzati dalla ricerca di Leading Hotels of the World

Tendenza bleisure Fin qui si è parlato di turismo leisure, ma lo studio ha analizzato anche il turismo business, sulla base di interviste a 964 persone che hanno compiuto uno o più viaggi d’affari negli ultimi 12 mesi: 396 abitanti negli Stati Uniti, 338 in Germania e 230 in Giappone. Quel che emerge è chei Viaggiatori Curiosi mantengono le loro attitudini anche quando viaggiano per lavoro, cercando di declinare il dovere con il piacere, in perfetta filosofia bleisure, e dando altrettanta importanza alla qualità dell’hotel (con una forte incidenza di fidelizzazione, pari al 44%, e un’ottima disponibilità di spesa, sempre per il 44%). 5-6 2016

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Atahotel Varese Nella “città giardino”, a due passi dal centro congressi Le Ville Ponti, il quattro stelle offre un’ospitalità a tutto tondo e di livello, per eventi e soggiorni bleisure

Facilmente raggiungibile dall’aeroporto di Malpensa e affacciato direttamente sull’ippodromo, l’Atahotel Varese è un punto di riferimento privilegiato per le aziende che cercano una location tranquilla, comoda – l’hotel è vicino al centro congressi Le Ville Ponti – e soprattutto funzionale. Con il valore aggiunto, non trascurabile, di poter contare sulle numerose attrattive messe a disposizione da un territorio che, per posizione, centralità di strutture e servizi e per qualità dell’offerta, è un vero e proprio paradiso per il Mice: laghi, valli, ma anche luoghi storici, culturali (in pochi minuti si possono visitare i Giardini Estensi e il Castello, ma vale la pena anche fare tappa al Sacro Monte) e siti di intrattenimento e di shopping (in 30 minuti si raggiunge l’outlet svizzero di Foxtown) costituiscono lo scenario paesaggistico per post congress variegati, dove non mancano neppure proposte eccellenti di benessere e di enogastronomia.

Perfettamente inserito in questo hub naturale per eventi, l’Atahotel Varese si contraddistingue per la luminosità e la sua modernità architettonica, in linea con i più attuali standard di comfort e di tecnologia, oltre che per i suoi spazi meeting di ultima generazione. Il centro congressi mette a disposizione una sala plenaria in grado di accogliere fino a 800 persone, a cui si aggiungono una meeting room da 180 posti e altre sale più piccole (da 10 a 35 ospiti), tutte attrezzate e con wi-fi (presente anche in tutte le altre aree della struttura). Le camere, complessivamente 220, tra Superior, Executive, Suite e Junior Suite, sono arredate con gusto, piacevolmente calde nell’atmosfera, e dotate tutte di ampio balcone con vista sulle colline. In particolare, le Executive hanno vista esclusiva sull’ippodromo o sulla piscina, mentre le Superior guardano verso le montagne e il Sacro Monte. Nella bella stagione si può usufruire, poi, sia di una piscina sia del

parco esterno, quest’ultimo attrezzato anche per il divertimento dei piccoli ospiti. L’hotel è inoltre dotato di una palestra. Una menzione merita, infine, il Ristorante Derby, con cucina a vista, perfetto per business lunch e banchetti, le cui ampie vetrate offrono una spettacolare vista sull’ippodromo. Per drink e pause relax, dalle ore 10 fino alle 24, è aperto anche il Bar Mosaique, happening point fresco e dinamico. P.T.

L’opinione

Atahotel Varese è una location adatta alle esigenze di un’azienda dinamica e dai grandi numeri. Professionalità dello staff, accoglienza, flessibilità e spazi sono elementi fondamentali per viaggiatori esigenti e che amano sentirsi a casa. E Atahotel Varese è uno degli hotel nella zona che sa offrire da anni questi servizi nel tempo sempre più variegati e migliorati. Di certo un’ottima scelta per soggiornare nella città Giardino. Panzeri Diffusion srl

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dimora storica contemporanea L’Umbria conserva intatto il fascino della natura, delle arti e delle tradizioni. Gubbio, nel cuore dell’Umbria, rappresenta un candido gioiello incastonato nel verde, le sue architetture sono tra le testimonianze più alte di un Medioevo colto e raffinato e giungono a noi come monumenti senza tempo. In questa cornice vi accoglie il Park Hotel ai Cappuccini, dimora ideale di un’antica, nuovissima ospitalità, offrendovi spazi esclusivi e servizi eccellenti per convegni e incentives di sicuro successo.

Park Hotel ai Cappuccini Via Tifernate • 06024 • Gubbio (Perugia) • Italy • Tel. +39 075 9234 • Fax +39 075 9220323 www.parkhotelaicappuccini.it • info@parkhotelaicappuccini.it

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Compagnie Des Hotels Nella città di Parma il brand italiano è presente con due top location per convegni e soggiorni bleisure. CDH Villa Ducale e CDH Parma & Congressi, entrambi con spazi meeting all’avanguardia e ristorazione di qualità CDH | IL GRUPPO Il giovane gruppo alberghiero Compagnie Des Hotels, guidato dall’Amministratore Stefano Mastagni, ha scelto la splendida città di Parma per fondare la società e basare i propri uffici di sede. È proprio a Parma che nascono due hotel prestigiosi e affermati per la città, il quattro stelle CDH Villa Ducale, collocato tra l’uscita A1 e il centro città e il quattro stelle superior CDH Parma & Congressi, nella zona Ovest di Parma. no. Sono in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza sia per la clientela business, grazie alla vicinanza all’autostrada, al comodo parcheggio gratuito, alla connessione wi-fi in qualsiasi area dell’hotel, sia per la clientela leisure, poiché è possibile raggiungere il centro città in 5 minuti con mezzo proprio o con la comoda navetta gratuita dell’hotel. Il CDH Villa Ducale è un’ottima location congressuale con ampi e flessibili spazi comuni e sale meeting, queste ultime ca-

CDH VILLA DUCALE Con il suo comfort raffinato e la sua posizione strategica, il CDH Villa Ducale mostra il suo fascino sin dall’esterno, grazie alla fusione di due strutture, “la Villa” e “le Torri” costruite in tempi ed in stili differenti, ma legate armoniosamente dalla grande vela, protagonista della facciata dell’hotel. Le eleganti 113 camere, anch’esse costruite in tempi differenti si presentano suddivise per stile, alcune con un arredo più classico e altre con un design più moder-

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paci di ospitare dalle 5 alle 250 persone e con accesso diretto per eventuale esposizione di mezzi o scarico in sala. A disposizione c’è inoltre un foyer per hospitality desk o per piccoli stand. Il campo da paintball collocato dietro la struttura e raggiungibile a piedi in un minuto consente di organizzare attività di teambuilding aziendali. Ottima la ristorazione: il Villa Ducale Restaurant è oggi un punto di riferimento per chi ama la buona cucina del territorio. Propone un ricco ed invitante pranzo con formula open buffet, aperto anche alla clientela esterna e un servizio di cena à la carte con menù tipico parmigiano con pasta e dolci tipici home made.


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CDH PARMA & CONGRESSI Il CDH Parma & Congressi rappresenta l’hotel di riferimento della piazza per i suoi ampi spazi congressuali l’elevato livello organizzativo, qualitativo e logistico. Le 166 camere, moderne e confortevoli, si sviluppano su tre piani e si suddividono in varie tipologie: classic, superior, junior suite e suite. Arredate in stile moderno godono tutte di aria condizionata e riscaldamento autonomi e di connessione wi-fi gratuita. Le junior suite e le suite offrono, in particolare, spazi ampi e luminosi e un elevato standard di comfort. Anche in questo hotel la gradevolezza del soggiorno è garantita dalla grande vocazione gastronomica oltre che dall’efficienza di un servizio all’avanguardia, altamente qualificato, in grado di coniugare comfort, relax e tecnologia. Il cuore delle strutture congressuali è l’Auditorium Verdi, che riprende il concetto del teatro su due livelli ed è in grado di ospitare fino a 450 partecipanti. Collocato al piano terra ed illuminato con luce naturale grazie alle ampie vetrate con vista su spazi verdi, l’Auditorium è dotato di una sala regia, perfetta acustica, maxi schermo con proiettore, accesso diretto in sala per automezzi o grandi installazioni. L’offerta è completata da ulteriori 15 sale, tutte dotate di amplificazione, collegamento telefonico e internet, interfacciabili tra di loro con l’Auditorium Verdi via intranet per la parte audio e video. Il Ristorante Falstaff è la piacevole scoperta che renderà unico il soggiorno in hotel: un’esaltazione dei sapori della tradizione alternata ad interpretazioni innovative, che enfatizzano il gusto di preparazioni più leggere e moderne. Una ristorazione versatile supporta meeting e congressi, grazie ai 300 posti a sedere del Ristorante e grazie alle sale di supporto che riescono

a garantire una ristorazione fino a 700 posti. Le sale da banchetti con ampie vetrate si affacciano sul giardino dell’hotel dove sono presenti la piscina, zona solarium attrezzata, gazebo ed ombrelloni, una perfetta atmosfera per ricevimenti e aperitivi a bordo piscina. P.T.

PARMA MARCHIO DI QUALITÀ

Proclamata nel Dicembre 2015 “Città creativa per la Gastronomia UNESCO” per le prelibatezze alimentari che la distinguono a livello internazionale, Parma rafforza la propria vocazione e il valore turistico ed economico. «Il futuro del territorio parmense passa in primo luogo attraverso la valorizzazione dei suoi prodotti di eccellenza e la capacità di trasformarli in cibo», queste le parole del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, fiducioso e sempre più soddisfatto dello sviluppo della città. Numerose le iniziative artistico-culturali, sinonimo di città in continuo movimento e sviluppo, per il cittadino e per il turista, come ParmaEstate e il Festival Verdi, che grazie al Teatro Regio di Parma, prevedono un cartellone ricco di eventi. Importante anche il Gola Gola Festival, tre giorni consecutivi ricchi di eventi a cielo aperto con un unico tema: il cibo e che, nella sua prima edizione, ha superato il numero di presenze previste. Ad essere coinvolti nell’iniziativa numerosi giornalisti, aziende locali, chef stellati e personaggi dello spettacolo.

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SICILIA • MICE CON VISTA

Atahotel Capotaormina A fare da sfondo ad eventi e congressi, una scenografia d’eccezione: con vista sulla baia di Naxos e il mare blu della Sicilia. Il tutto corredato da spazi, tecnologie e un servizio di prim’ordine

Basterebbe, forse, solo il mare della Sicilia che si infrange sulle rocce sotto il profilo maestoso dell’Etna a fare dell’Atahotel Capotaormina l’indirizzo prescelto per un soggiorno Mice, in cui l’elemento business sfumi naturalmente nel leisure, offrendo ai suoi ospiti suggestioni uniche. Ma ci sono molte altre ragioni per scegliere questo affascinante resort. La modernità delle sue dotazioni, per esempio, conforme agli standard dell’alta ospitalità business internazionale, e il comfort delle sue 190 camere, in elegante stile mediterraneo, tra Classic, Superior, Executive, Executive Suite e Junior Suite, particolarmente ampie, luminose, silenziose, e tutte con balcone, dove cenare e rilassarsi, guardando l’orizzonte. Chi desidera una maggiore privacy, può scegliere anche la formula appartamento con 2 camere doppie, salotto, 2 bagni, balcone vista mare

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e wifi, quest’ultimo gratuito e presente anche in tutte le altre camere, nel centro congressi e nelle aree comuni. La vista mozzafiato è il fil rouge che connota tutta la struttura incluso il raffinato spazio della sala plenaria per oltre 400 posti, da cui si scorge l’Isola Bella. Sempre per meeting ed eventi, sono a disposizione ulteriori 7 sale riunioni attrezzate – per un totale di spazi congressuali di 1700 metri quadrati – oltre alle grandi sale banchetti e alle splendide terrazze panoramiche, perfette per coffee break e cocktail. Punto di forza, in particolare, in occasione di un congresso, è la ristorazione, declinata in tre proposte ugualmente eccellenti: il Ristorante

Naxos, a strapiombo sul Golfo di Naxos, dove gustare un’ottima cucina sia del territorio che internazionale; il Ristorante la Scogliera, su ampie terrazze a bordo mare, cornice ideale sia per pranzi a buffet e a base di specialità di pesce, sia per romantiche cene a lume di candela, con raffinato menù a la carte. Per la colazione con American buffet c’è, invece, il Ristorante Alcantara, che propone anche piatti della tradizione siciliana, da gustare in terrazza, ammirando l’Etna e la baia. Variegata e di qualità è anche l’offerta dei tre bar: l’Approdo, vicino alla piscina, La Spiaggia e il Bar Svevo, con la sua terrazza panoramica, dove l’aperitivo è un vero e proprio rito: all’imbrunire il cielo si illumina romanticamente della luce dei fari dei piccoli porti, mentre lo sguardo si perde nell’incanto del mare, cogliendo sulla sinistra il profilo della costa calabra. E, a sottolineare la magia del Bar Svevo, c’è anche la musica dal vivo. P.T.



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SICILIA • MICE CON VISTA

atahotel Naxos Beach A picco sul mare, con vista spettacolare sull’Etna, l’hotel è un piccolo mondo da scoprire per eventi e congressi, a tutta natura

Un paradiso per il Mice

A solo 6 chilometri da Taormina, immerso in un’oasi di agrumeti e uliveti, con spiaggia privata e magnifica vista sul mar della Sicilia e sull’Etna, l’Atahotel Naxos Beach regala ben più di un’emozione ai congressisti che scelgono il quattro stelle come location per i loro meeting. Oltre alla posizione – è ad appena 50 chilometri dall’aeroporto di Fontanarossa e, da qui, si può partire per vivere le tante bellezze di que-

Da veDere

sta parte dell’Isola – c’è un’offerta quanto mai ricca e di qualità, a cominciare dalle accomodation: si può scegliere tra 170 camere doppie, 19 suite deluxe e 453 camere in Villetta. Le Villette possono essere doppie, triple o family e sono tutte situate nel parco e dotate di patio o terrazzo attrezzati che offrono un’ampiezza di sguardo sul verde con un effetto rilassante e rigenerante sulla mente e sulla creatività.

In pochi minuti d’auto, si raggiungono le principali attrattive della zona: Messina (50 km), Catania con l’Etna (40 km), Taormina (6 km) e Milazzo (80 km) dove ci si può imbarcare per un giro delle isole Eolie. E, se si ha un po’ più di tempo a disposizione, a 120 km, c’è Siracusa con i suoi Teatri Greco e Romano e l’Ortigia, mentre, a 200 km, si può visitare la Valle dei Templi di Agrigento. Infine, per gli appassionati di golf, a 25 km, a Castiglione di Sicilia, si trova il Picciolo Golf Club.

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Che si tratti di un convegno, di una presentazione di un prodotto o di un evento glam, il Naxos Beach è in grado di trasformarsi per l’occasione nella cornice più appropriata, mettendo a disposizione spazi – ben 1600 mq in tutto – e servizi per ogni tipo di esigenza. Da sola la Sala Plenaria può ospitare 780 persone, ma ci sono anche altre 14 sale da 10 fino a 270, equipaggiate di tecnologie up to date. Sono a disposizione, oltre al wifi gratuito in tutto l’hotel, impianto di amplificazione fisso, proiettore, schermo fisso, cabine di regia, podio e leggio, mentre le altre attrezzature possono essere richieste. Mentre, per coffe break, cocktail o buffet lunch, le sale banchetti offrono una capienza massima di 1000 persone. Tra i servizi dedicati, oltre all’hospitality desk, ci sono due uffici segreteria e una sala stampa. Pranzi e cene di gala si possono ambientare in diverse aree dell’hotel: a bordo piscina (fino a 150 persone) nella casa rustica del Massaro, antico casolare che propone antiche ricette siciliane (fino a 80 posti) e che si presta anche ad accogliere romantiche cene a lume di candela, e al Ristorante Gourmet Oasis con terrazzo panoramico (600 posti); mentre, per barbecue informali, c’è il ristorante di pesce Stella di Mare sulla spiaggia (300 posti). E, infine, con ampio terrazzo nel verde, c’è il luminoso Ristorante Del Parco. Completano l’offerta ristorativa quattro bar tra cui l’Olimpus Café per serate con piano bar. P.T.


UN MEETING A ROMA?

Una location facilmente raggiungibile e silenziosa, perfetta per organizzare meeting ed eventi. Offriamo tariffe competitive con quotazioni personalizzate in base alle vostre esigenze.

GREEN PARK HOTEL PAMPHILI

AULA MAGNA

SALA PEGASO

SALA ROMANA

A pochi km dal centro città in un’area residenziale, il Green Park Hotel Pamphili offre: 153 camere confortevoli, parco privato che circonda la struttura, ampio e luminoso ristorante recentemente ristrutturato con affaccio su di un piacevole giardino, bar con terrazza, comoda palestra, free Wi-Fi, parcheggio interno gratuito.

Una sala di 350 mq per meeting fino a 250 persone a platea; con amplificazione, videoproiettore, registrazione audio, microfoni, Wi-Fi, 2 cabine di regia. La sala gode di una bella luce naturale.

80mq per accogliere fino a 72 persone. La sala è situata al primo piano ed è dotata di luce naturale. Con disposizione fissa a platea, è dotata di podio, cabina regia, Wi-Fi, amplificazione, videoproiettore.

La sala ha un’ampiezza di 50mq, si trova al terzo piano dell’edificio, con luce naturale. Dotata di tavolo ovale per lavori di gruppo fino a 20 persone, audiovisivi di base, Wi-Fi.

L.GO LORENZO MOSSA 4 - 00165 ROMA, ITALIA T +39 06 66 10 28 - F +39 06 66 35 216 www.hotelpamphili.com - info@gphotelpamphili.com

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TOP MICE HOSPITALITY

Loano 2 Village Sta per aprirsi la stagione estiva per questo resort dalla doppia vocazione: da un parte, struttura all-inclusive, per vacanze all’insegna del divertimento e del relax e, dall’altra, destinazione congress&meeting in grado di accogliere eventi dai grandi numeri

Da sempre la Liguria, e soprattutto la Riviera di Ponente, si identifica con il concept di vacanza estiva per famiglie con bambini o coppie in cerca di mare e relax a pochi passi da casa. Alcune strutture hanno tuttavia saputo andare oltre l’offerta tradizionale e hanno implementato nuovi servizi destinati a segmenti diversi di pubblico, dagli sportivi in cerca di avventure, ai giovani che prima ancora che della spiaggia vogliono godere di una vivace nightlife, fino alle aziende e ai business travelers che chiedono spazi e proposte adatte alle loro esigenze. Il Loano 2 Village è una di queste: da una parte, ha

una precisa vocazione verso soggiorni all inclusive che prevedono mare, sole, attività sportive, animazione e divertimento, mentre, dall’altra, ha sviluppato soluzioni specifiche per il mercato Mice, che includono sia l’utilizzo della maggiore capacità ricettiva della Liguria (i posti letto complessivi sono 1.200 in 360 tra camere e appartamenti da una e due stanze da letto), sia un centro congressi per eventi dai grandi numeri, sia, infine, un accompagnamento dedicato nella creazione di programmi ad hoc che sfruttano spazi e servizi interni, oltre alle tante occasioni presenti sul territorio.

I numeri contano La capacità ricettiva della struttura si rispecchia nella dimensione degli spazi per incontri e convegni: la sala più ampia è la Portofino, che, allestita a teatro, può ospitare fino a 500 persone, ma che è in grado anche di trasformarsi in una grande

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TOP MICE HOSPITALITY

area espositiva di circa 700 mq. Accanto a questa, ci sono altri sei ambienti, con una capienza da 20 a 110 posti, e una saletta utilizzata come reception e segreteria. Questi spazi sono adatti a diversi tipologie di eventi, dai convegni plenari agli incontri riservati, dai seminari alle giornate di formazione, e sono dotati di tutti i sistemi audio-video e della connessione internet necessari per l’efficiente realizzazione dell’evento. Oltre al centro congressi, il Loano 2 Village propone altri ambienti al coperto (come le tre sale ristorante fino a 550 commensali) e all’esterno, tra la terrazza panoramica che guarda al mare e i tranquilli giardini all’aperto in cui sono spesso ospitati cocktail, buffet e serata di gala, all’insegna della migliore tradizione culinaria ligure.

Le proposte del territorio Il resort è una destinazione che ha fatto del relax e del divertimento le sue carte vincenti. Gli ospiti possono infatti trovare qui tre grandi piscine, di cui una con solarium e area bambini, una semi-olimpionica per nuotare e una vasca idromassaggio da 10 persone, oltre alla piscina interna riscaldata disponibile nei mesi invernali; un campo di tennis e due da calcetto; diverse spiagge convenzionate che danno accesso a un mare per sei anni di seguito premiato con la Bandiera Blu a riconoscimento dello stato di pulizia di acque e fondali. Attorno alla struttura, poi, sono molte le occasioni di intrattenimento offerte dal territorio circostante, sia da inserire all’interno di un programma congressuale, sia destinate agli accompagnatori. Si spazia dalle visite ai più suggestivi borghi della Riviera di Ponente, come i tre villaggi medievali di Balestrino, Castelvecchio e Zuccarello, e Bussana Vecchia, detta anche il villaggio degli artisti, alle escursioni nei luoghi più interessanti dal punto di vista naturalistico come le grotte di Toirano, alle esperienze enogastronomiche nelle cantine locali per scoprire le migliori etichette del territorio.

Tutte queste destinazioni permettono di conoscere aspetti della Liguria poco noti, non solo autentici e lontani dalla rotte tradizionali del turismo, ma soprattutto che non comprendono soltanto e necessariamente il mare: il resort è infatti tra i pochi della regione a essere aperto tutto l’anno. Volendo, poi, spingersi più lontano, si trovano monumenti di grande fascino, come l’antica Abbazia di San Fruttuoso, che si può raggiungere esclusivamente via barca, e mete imperdibili come le Cinque Terre e la Costa Azzurra. Per chi preferisce invece praticare sport e attività all’aperto ci sono diverse opportunità, dal diving alla scoperta dei fondali, al trekking nell’entroterra, fino all’adrenalinico flyboard, che permette di volare letteralmente sull’acqua grazie a una potente propulsione e a una speciale tavola. La Riviera di Ponente, tra Santo Stefano e Ospedaletti, ospita inoltre la più lunga pista ciclabile d’Europa, 24 km da percorrere in bicicletta o pattini che seguono l’antico tracciato ferroviario che costeggiava il mare. G.G.

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TOP BLEISURE HOSPITALITY

Hilton Worldwide

Milano e Venezia, ma anche Sorrento, in Costiera Amalfitana, e Malta. Ecco le declinazioni di un top brand che, da sempre, propone nuovi stili di viaggio e di accoglienza Hilton WorldWide è ormai un punto fermo nell’immaginario del viaggiatore, in particolare di quello bleisure, esigente nelle aspettative e attento ai particolari, che trova nel brand una garanzia di lusso, stile e massimo confort, ma anche location eccezionali e un servizio attento a tutte le sensazioni: dal benessere al gusto, dal comfort alla bellezza del contesto paesaggistico.

Design di lusso stile Hilton nel cuore di Milano Strategicamente situato nel cuore della città, l’Hilton Milan è nelle immediate vicinanze del quartiere degli affari e in prossimità delle case di moda più famose, a pochi passi dalla Stazione Centrale, dalla metropolitana e dalla fermata del servizio navetta che collega il centro con i tre aeroporti. Caratteristiche, queste ultime che rendono l’hotel la destinazione ideale di livello internazionale sia per viaggi d’affari che di piacere. Grazie a un costante rinnovamento per allinearsi alle sempre più esigenti aspettative di una clientela bleisure consapevole, oggi la struttura, accogliente e con un design contemporaneo di lusso, è in grado di mettere a disposizione un’offerta d’eccezione, che rispecchia gusti e necessità del business traveller contemporaneo. Nel 2016 un ulteriore rinnovo ha visto il coinvolgimento della lobby e del ristorante, ri-

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voluzionando il concetto di ristorazione. CONCEPT45 si presenta al pubblico con una proposta gastronomica che si ispira ai piatti della tradizione locale: un viaggio nel gusto lungo il 45° parallelo, per ritrovare in un istante ricordi perduti anche solo nel profumo di un piatto. Un centro congressi all’avanguardia con oltre 1600mq e 13 sale meeting, una banqueting/breakout area e una terrazza esterna di 200mq, inclusa una ballroom di 260mq in grado di accogliere eventi per un massimo di 200 persone, sono i fiori all’occhiello di una proposta meeting aperta ad ogni evento. Proposta che garantisce un servizio dedicato con possibilità di soddisfare ogni richiesta del cliente.

Mice in Laguna by Hilton Conferenze, mostre, congressi, ma anche lanci di prodotti, sfilate di moda e convention aziendali nel cuore di Venezia. L’Hilton Molino Stucky Venice è il più grande Hotel Congressuale di Venezia, situato sulle sponde dell’Isola della Giudecca, una location unica nel suo genere ed ideale per tutti i tipi di eventi, punto di riferimento degli happening Mice della Laguna. Il Centro Congressi è distribuito su una superficie complessiva di 2600mq. Per gli eventi più grandi, la Venetian Bal-


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TOP BLEISURE HOSPITALITY

lroom, è in grado di accogliere fino a 1000 delegati e può essere anche suddivisa in 5 sale insonorizzate, tutte con accesso indipendente. Nel Foyer di 700mq, adiacente alla Ballroom, si possono allestire esposizioni o ambientare coffee break e cocktail fino a un massimo di 750 ospiti. L’Hotel offre anche 14 sale riunioni, un Business Center e un’Executive Boardroom, tutti spazi dotati dei migliori confort e attrezzati con le tecnologie più avanzate. Esperienziale l’offerta gastronomica grazie a piatti raffinati che attingono alla tradizione veneta, da gustare presso l’Aromi Restaurant e il Bacaromi Restaurant, situati sulla terrazza che affaccia sul Canale. La vista mozzafiato dello Skyline Rooftop Bar regala un panorama della città unico mentre la piscina panoramica all’ottavo piano è il luogo ideale dove concedersi un momento di puro benessere, da vivere in ogni sua declinazione nella splendida Spa.

Sorrento, bleisure in Costiera Nelle immediate vicinanze della celebre Costiera Amalfitana e immerso nella ricca vegetazione mediterranea, l’Hilton Sorrento Palace regala invece una vista esclusiva sul Golfo di Napoli, con il dolce profilo del Vesuvio all’orizzonte. Ampia la scelta di sale dalle diverse dimensioni, sia interne che esterne: la Sala Sant’Antonio con vista panoramica, o la suggestiva Sala Ginestre con piscina interna o, ancora, il meraviglioso Agrumeto esterno. Le spe-

cialità gastronomiche del luogo si possono scoprire al Ristorante Sorrento. Fiore all’occhiello il complesso scenografico di sei piscine disposte su livelli differenti che, nella bella stagione, fa da cornice suggestiva a eventi open air. L’albergo può essere un ideale punto di partenza per le isole di Capri e di Ischia, entrambe distanti tra i 20 e i 40 minuti, oltre che per conoscere i luoghi pittoreschi della Costiera Amalfitana o visitare bellezze archeologiche uniche come Pompei e il sito archeologico di Ercolano. Cristina Chiarotti

HILTON MALTA

Situato a Portomaso un magnifico complesso residenziale costiero, Hilton Malta si affaccia direttamente sulla premiata yacht marina e dispone di 413 camere di diversa tipologia con dettagli di lusso. Il Centro congressi Hilton Malta offre diverse sale in grado di accogliere da 80 a 1330 delegati suddivise su quattro piani, collegati da scale mobili e ascensore, e in grado di ospitare ogni tipologia di evento. Variegata e di qualità anche la proposta ristorativa: si può scegliere tra la cucina mediterranea del nuovo Ristorante Oceana, e le specialità thailandesi di The Blue Elephant. Durante i mesi estivi si può anche cenare all’aperto al Merkanti Bistro nel Beach club privato dell’albergo.

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TOP BLEISURE HOSPITALITY

Palace Hotel & Hotel Barchetta Excelsior Una sola città, Como, due diversi punti di vista: a pochi metri di distanza l’una dall’altra queste due strutture, entrambe di proprietà del Gruppo Villa d’Este Hotels, presentano le novità per la primavera-estate, che avrà un accento specifico sull’offerta food&wine Proposte gastronomiche rinnovate, serate in riva al lago e una serie di appuntamenti per degustare il meglio della cucina e dei vini del territorio: sono queste le principali novità offerte dalle due strutture facenti capo al Gruppo Villa d’Este Hotels che si trovano a Como, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. L’Hotel Barchetta Excelsior si affaccia infatti su piazza Cavour, considerato l’elegante salotto della città, con una spettacolare vista panoramica del lago, mentre il Palace Hotel si erge direttamente sulla passeggiata che costeggia lo specchio

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d’acqua. A accomunarli ci sono il continuo dialogo tra la storia dell’edificio in cui sono stati aperti e la ricerca del massimo del confort richiesto dal viaggiatore contemporaneo; l’eccellenza del servizio attento a tutti i dettagli; la cura nel rinnovo degli spazi (l’ultima grande opera di ammodernamento risale a due anni fa e ha interessato entrambi gli hotel) e l’offerta di sempre più occasioni e proposte.

Un appuntamento di gusto all’Hotel Barchetta Excelsior Questa struttura 4* nasce come locanda a inizio Ottocento e ben presto diventa uno dei locali migliori di Como, famoso per i risotti e per la sua specialità, la trota. A distanza di due secoli, il Barchetta – che nel frattempo ha subito una profonda opera di ristrutturazione che l’ha dotata prima del suo caratteristico porticato e poi ha inglobato un edificio adiacente per aumentarne la capacità ricettiva (oggi le camere sono 84) – continua a proporre


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TOP BLEISURE HOSPITALITY

una cucina di alto livello nel ristorante Bistrò: sapori mediterranei preparati con prodotti di stagione, pasta fresca fatta in casa, cura nella presentazione. Lo chef Christian Babuin ha elaborato anche una “snack card” perfetta per un pasto veloce e leggero, ma con tocchi inediti, servito sulla terrazza che si apre con l’arrivo dell’estate. Grande attenzione è dedicata al giusto abbinamento tra piatti e vini. Questi ultimi sono i protagonisti degli aperitivi in cui degustare prodotti che provengono dalla stessa area geografica, per un’esperienza di gusto coerente e completa. La proposta gastronomica, disponibile anche per banchetti, cene di gala e business lunch, si accompagna alla presenza di spazi e servizi dedicati al mercato Mice, incluse due sale meeting: la Sala Como, modulare, con capienza fino a 45 persone e la Sala Cavour, da 20.

Serate in riva al lago al Palace Hotel Questo albergo è inserito all’interno di un prestigioso palazzo lungo la passeggiata che costeggia il lago ed è stato costruito negli ultimissimi anni dell’Ottocento già in previsione di farne una struttura ricettiva di grande confort ed eleganza. A completare il progetto originale ha provveduto la nuova proprietà: è stata annessa la dépendance di stile moderno (che ha portato il numero della camere alle attuali 94) ed è stato realizzato il Centro Congressi, che oggi conta cinque sale dal design contemporaneo, in grado di accogliere da 10 a 170 persone, tutte al piano terra, illuminate dalla luce naturale e con vista o sul lago o sul centro storico. A

questa struttura versatile si associano anche altri ambienti destinati al business: in particolare le diverse sale dining e la grande terrazza all’aperto. Proprio le proposte gastronomiche sono le grandi protagoniste dalla nuova stagione: il Ristorante Antica Darsena offre una carta profondamente legata ai sapori del territorio, insieme a prodotti biologici e a km 0, per piatti che si ispirano alla tradizione regionale ma rivisti con creatività dallo chef Ercole Sandionigi; la selezione dei vini è stata rinnovata, per offrire il meglio della produzione locale; sulla terrazza del Garden Bar Ceccato è possibile degustare una selezione di sandwich gourmet, insieme a un calice di Champagne Pommery o una birra prodotta in loco come la Aquadulza. Anche il Palace Hotel festeggia l’arrivo della primavera con una serie di appuntamenti all’insegna del buon cibo (BBQ di giovedì e aperitivo di venerdì), della musica dal vivo e dello scenario offerto dalla terrazza open air.

Occasioni per la bella stagione Con l’arrivo della primavera e dell’estate il lago è il punto focale attorno a cui organizzare le attività per gli ospiti delle due strutture, che sia un tranquilla gita in battello, una lezione di vela, una pedalata lungo le sue rive o una visita ai tanti giardini, alle ville aristocratiche e ai borghi storici che ne punteggiano la costa. L’Aeroclub di Como offre anche la possibilità di esplorare lo specchio d’acqua e i suoi dintorni da una diversa prospettiva, a bordo di un idrovolante o di un bimotore. Per gli appassionati degli sport all’aria aperta, inoltre, nel raggio di una trentina di km dai due hotel, si trovano ben sette campi da golf tra cui scegliere. Giulia Gagliardi

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TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ

Consorzio Seaman Outsourcing e consulenza in gestione dei servizi alberghieri sono i punti di forza di una realtà in crescita su tutto il territorio nazionale, grazie anche a partnership strategiche te automatizzati e personalizzabili, all’allestimento e alla spettacolarizzazione di ogni tipologia di evento, dalla ristrutturazione degli ambienti con progettazione layout e consulenza fino alla realizzazione finale, fino all’affiancamento di gestione, monitorando tutte le attività di outsourcing con soluzioni integrate ed ecosostenibili. La mission di Seaman è infatti ottimizzare le risorse in stretta sinto-

Un meccanismo preciso, un sistema di imprese ben organizzato, capace di affrontare ogni esigenza di outsourcing nelle strutture alberghiere, e non solo, ma anche di affiancare con successo eventi speciali e da ricordare. Il Consorzio Seaman è una realtà sempre in crescita e dinamicamente competitiva sul territorio nazionale. Con un portfolio di circa 20 società consorziate in continuo aumento e quasi mille dipendenti in pianta stabile presso le strutture seguite, l’azienda sta in poco tempo raccogliendo i frutti di una sapiente miscela di proposte e di servizi estremamente personalizzati.

dove le sinergie maturate nei vari settori vengono amplificate e implementate verso nuove direzioni. Tra queste una partnership importante che darà nuovo slancio alle competenze del Consorzio, è quella con Ecofim, holding immobiliare che opera da anni nello sviluppo e nei servizi immobiliari su tutto il territorio nazionale, coprendo ogni fase del processo produttivo e che vanta a Roma ben 25 strutture alberghiere. Un’occasione per Seaman di dimostrare tutta la sua competenza di gestione e di offerta di servizi.

Partnership strategiche per nuovi sviluppi

Un servizio chiavi in mano dunque, dalla proposta tecnologica con impianti d’avanguardia completamen-

D’altronde l’esperienza accumulata dalle varie aziende è diversificata e capillare, cresciuta nella sistematica organizzazione di servizi nel settore pubblico (ministeri, strutture sanitarie, aeroporti) sia con attività di facchinaggio e logistica, sia con servizi di pulizie, housekeeping e ristrutturazioni immobiliari. Una varietà resa possibile dalla fusione di esperienze decennali sul campo che è l’asse portante del Consorzio,

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Seaman: facilities e best practices

Un successo in numeri

nia con la gestione interna, limitando i costi e proponendo facilities per la revisione di ogni tipologia di struttura, verso una idea più competitiva di management alberghiero, quotidiana ed ecosostenibile, controllando le sacche di emergenza in tempo reale e introducendo best practices che valorizzino tutte le risorse. Grazie alla vastità dei servizi offerti dal Consorzio Seaman, che abbracciano la vita intera dell’albergo, si possono aprire nuove possibilità di mercato e investire al meglio per il futuro. C.C.

Il Consorzio Seaman vanta risultati significativi malgrado i suoi pochi anni di attività (la società è nata nel 2013) grazie alle notevoli sinergie messe in campo integrando le varie aziende consorziate. Ecco qualche dato: • società consorziate: 20 aziende • fatturato del gruppo: 20 milioni euro • personale in forza stabile: circa 1000 unità su tutta Italia • addetti alla logistica interna: 27 dipendenti • ispettori della qualità: 15 professionisti



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TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ

Nasce Skinius Milano la nuova linea courtesy per l’haute hôtellerie

Per gli ospiti dei luxury hotel, la ricercatrice biologa Mariagrazia Boniardi ha creato un esclusivo gift box con prodotti a base di olio di semi di lino e vitamine A,C,E. Adatti anche alle pelli sensibili e intolleranti

Nata otto anni fa dalla ricerca più avanzata nel campo della dermocosmesi, la linea per la cura della pelle Skinius – che agisce direttamente sulle cellule cutanee per frenare i processi di invecchiamento e migliorare gli inestetismi – viene oggi proposta anche in un’elegante formula courtesy kit per l’hôtellerie d’alta gamma: la “Skinius Milano”. «Per chi viaggia, in particolare se si è spesso in trasferta di lavoro, potersi prendere cura della propria pelle come a casa, utilizzando solo prodotti specifici testati demologicamente e senza essere costretti a portarsi dietro il beauty case, è un’esigenza sempre più sentita: intolleranze e allergie, oggi tra l’altro in continuo au-

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mento, sono, insieme allo stress ossidativo, le principali cause dei disturbi cutanei», spiega la biologa Mariagrazia Boniardi (foto), fondatrice dell’azienda Skinius che, con il complesso Fospidin, a base di glucosamina (lo zucchero precursore dell’acido ialuronico) e di fosfolipidi estratti dalla soia, ha creato il più potente elisir antiaging attualmente disponibile sul mercato. Queste sostanze di origine naturale, secondo i test, hanno infatti un ruolo fondamentale nel favorire la sintesi delle fibre di collagene e di elastina, migliorando sensibilmente l’idratazione e il turgore della cute. «In questa linea di amenities per hotel», continua la dottoressa Boniardi, «ho volu-


31 Top Quality Skinius (2)_Layout 1 20/06/16 16.20 Pagina 109

TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ La beLLezza nasce daLLa saLute deLLa membrana ceLLuLare

to privilegiare la detersione delicata. Tutti i prodotti – dal detergente allo shampoo, dall’hair conditioner al body lotion, fino al sapone – sono a base di olio di semi di lino e di vitamine A,C,E». Di particolare raffinatezza, la confezione, soft touch, a chiusura magnetica, in bianco e argento, i colori identificativi del marchio, a cui si abbina un concept di eleganza metropolitana che l’imprenditrice ha voluto legare alla città di Milano, capitale del glamour internazionale. «Per la clientela straniera degli hotel di alto livello è senz’altro un motivo d’appeal trovare in camera un courtesy gift il cui brand è associato a Milano, ma soprattut-

«Dopo i 45 anni, per le donne in particolare con la menopausa», spiega Boniardi, «il livello degli zuccheri presenti nella pelle diminuisce progressivamente, non garantendo più un ottimale funzionamento delle cellule e delle proteine di sostegno, come il collagene e l’elastina. E, con l’età, diminuisce anche la quantità di acido ialuronico, fondamentale per mantenere integri i tessuti connettivi del derma. Quadro che, a livello cellulare, provoca un impoverimento dei principi nutritivi e riparatori del derma, rendendo la pelle più esposta ai danni dell’invecchiamento. Da qui la sfida di restituire alle cellule, agendo sia dall’esterno che dall’interno, quelle sostanze “rigeneranti” che il corpo non è più in grado di produrre». Con il sistema integrato Skinius – neologismo che nasce dall’unione del termine inglese Skin (pelle) e dal latino ius (diritto) – l’imprenditrice milanese ha ideato una formula di bellezza a 360 gradi che si fonda sulla sua esperienza nel campo della biologia tissutale e che abbina alle creme già apprezzate (la linea di dermocosmesi biocellulare “Skinius The Doctor is in”) una nuovissima gamma di integratori di ultima generazione (“Skinius Nutraceuticals”). «Questi ultimi», spiega la dottoressa Boniardi, «agiscono direttamente dall’interno favorendo la penetrazione dei principi attivi delle cremee. Per avere una pelle tonica, occorre, insomma, mantenere sempre le cellule cariche di energia e in equilibrio».

to i cui prodotti sono di altissima qualità, cosa non sempre così scontata, neppure negli alberghi di lusso». Non è un caso che, dalle ricerche di customer satisfaction, tra gli elementi che identificato la qualità di un hotel, ai primi posti, ci sia proprio il bathroom kit. E, per venire incontro alle diverse esigenze degli hotel, Skinius ha previsto anche diversi formati, da quello standard di 50 ml fino a 150 ml per le suite. m.m.

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L’importante è imparare ad ascoltarsi Dalla banca alla multinazionale, dalla multinazionale alla consulenza e all’imprenditorialità. Luisa Bagnoli, ad della società di consulenza Beyond International, ha costruito il suo successo fidandosi di se stessa e guardando sempre avanti

✒Guia Cappelletti

Luisa Bagnoli a Tokyo nel quartiere Asakasa

Lei è una di quelle persone che le cose le fanno accadere. Un cambio di passo, un nuovo lavoro, un progetto ambizioso, un sogno. Luisa Bagnoli è senese di nascita e milanese d’adozione. Dopo il liceo classico e studi in economia e phd in scienze economiche e finanziarie a Siena, nei primi anni Novanta entra in Monte dei Paschi a Milano, dove si occupa di trading, risk management e asset management. È tra i primi a far funzionare i software per la gestione del rischio, ma dopo quattro anni sente che il suo posto non è più lì. «Troppo spesso vedevo che non c’era la persona giusta al posto giusto. Volevo fare qualcosa per cambiare le cose». La sua passione per le persone e per il loro potenziale, sovente inespresso, iniziava a farsi sentire e così si propone a Michael Page, il gruppo inglese appena entrato in Italia. È la seconda metà degli anni Novanta, quando l’executive search iniziava a diffondersi. Da allora di strada e di esperienze ne ha fatte Luisa.

«All’inizio sarei scappata, poi decisi di restare...» Prima della classe a scuola e nello sport, nuoto e pattinaggio da corsa, anche sul lavoro la carriera è veloce. «Era stato un ra-

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dicale cambio di scenario: la banca era già attrezzata a livello informatico, mentre la selezione seguiva ancora metodi arcaici, il telefono e le conoscenze. All’inizio sarei scappata, poi decisi di restare perché era una sfida con me stessa, avevo deciso di fare altro nella vita e quella era l’occasione che mi ero cercata. Dovevo farcela lì». Così nel giro di un anno Luisa è prima per risultati, forte anche della sua conoscenza nel settore bancario e finanziario. Ma dopo qualche anno anche le logiche multinazionali iniziano ad andarle strette e, con l’esperienza ormai accumulata nel recruiting, decide di mettersi in proprio. Prima come consulente a partita Iva, poi fondando la propria azienda, Beyond International, che oggi conta una dozzina di dipendenti, tutte donne. Proprio dalla spinta a non conformarsi a valori e sistemi lavorativi che non condivideva, Luisa aveva trovato il coraggio di cambiare, dalla banca alla multinazionale, dalla multinazionale alla consulenza e all’imprenditorialità. Avanti senza paura. «Ammetto che all’epoca si trattava di un coraggio indotto, perché non riuscivo a stare dove non sentivo comunione di valori e interessi. Oggi, invece, cerco nuove esperienze perché ho una forte fiducia nella vita, da cui scaturisce il coraggio del cambiamento. Ormai seguo il flusso, mi fido delle mie intuizioni. Se in passato non avessi avuto paura di sbagliare i tempi di un’azione o di un’idea, probabilmente avrei fatto prima quello che invece realizzo oggi senza problemi». Ma come per i maestri, c’è un tempo per tutto. Anche i suoi maestri, infatti, quelli che la guidano, sono recenti: «I maestri non li ho incontrati per caso, ho dovuto decidere che li volevo e cercarli. Non ho avuto maestri prima di sei anni fa. Ma come si dice, il maestro appare, o lo trovi, quando sei pronto», aggiunge Luisa con un po’ di mistero e comprendo che non posso spingermi oltre. Probabilmente so-


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DONNE AL TOP Sì viaggiare...

Dai colli senesi a Milano, dove vive da vent’anni, e uno sguardo sul mondo. Dalla finestra del suo ufficio, nel centro di Milano, si intravede la facciata del Duomo e, sulla parete opposta, immagini della campagna toscana, e un po’ di Provenza. Ma Luisa Bagnoli si definisce “decisamente metropolitana” ed è da vera metropolitana che si sposta ovunque: lago, colli, mare e monti. Sul Lago di Garda c’è il suo rifugio preferito, perfetto per una remise en forme dopo una tirata lavorativa o troppo stress, il Lefay Resort & SPA Lago di Garda, «Nuotare nella piscina all’aperto riscaldata, con lo sguardo a pelo d’acqua sul lago, è impagabile. Ogni tanto mi regalo una settimana qui, tutta per me». Ma il suo cuore è rimasto anche all’Halaveli Resort, alle Maldive, dove nel 2005 ha iniziato a fare yoga e non ha più smesso. «Non sono tutti uguali i resort delle Maldive. Se c’è il sole vanno bene tutti, ma se capita la settimana di pioggia come è capitato a me una volta a dicembre, allora scegliere un servizio di altissimo livello con numerose attività aggiuntive paga, come all’Halaveli». Attenta ai dettagli e alla qualità, da buona imprenditrice delle risorse umane si accorge subito se e come funziona la catena del servizio e, quando c’è una falla nella gestione, tende a segnalarla al direttore d’albergo. «Mi è capitato di trovare la cucina non all’altezza delno maestri yogi, maestri della bioenergetica e del coaching. Luisa stessa è diventata coach 6 anni fa, dopo mesi difficili per un avvelenamento da farmaco. «Sono guarita con la meditazione tutti i giorni e con il coaching, una torcia che aiuta a illuminare i talenti che ancora non vediamo e non usiamo, perché forse non ci servivano in

l’offerta, oppure la sala ristorante fredda e dispersiva, mentre è meglio creare angoli accoglienti e favorire una esperienza che sia coerente in tutti i suoi aspetti», suggerisce la Bagnoli. Che per ora ama ancora viaggiare comoda. Si costruisce l’itinerario di viaggio, ma sugli hotel non vuole sorprese. Di recente è stata in Giappone e la scelta è caduta sì sugli hotel tradizionali, i cosiddetti “ryokan”, ma di fascia alta. Il suo preferito è stato il Ryumeikan Ochanomizu Honten di Tokyo. Completamente ristrutturato dal 2014, dieci camere, ogni dettaglio bello e curato secondo l’antica cultura giapponese e l’abbigliamento tradizionale a disposizione per la cena e la cerimonia del tè. L’hotel di Kyoto, invece, aveva la parte termale speciale, con “omsen”, le pozze d’acqua termale, ampie, pulitissime e accoglienti. Un altro resort Spa dove sognare è Borgo Egnazia in Puglia. «Lì i colori e gli odori del Sud si ritrovano nei prodotti della Spa la quale, come al Lefay, è superlativa per il contatto della mente con il corpo. Più di rado vado al Vigilius a Bolzano, splendido resort ecosostenibile costruito dall’architetto Thun, cui si accede solo con la seggiovia e da lì si possono fare passeggiate splendide e senza fine in tutte le stagioni», conclude l’imprenditrice con uno spiccato senso del benessere.

passato, ma ora invece possono aiutarci nel nostro sviluppo personale e professionale».

«Ti ascolti grazie a un altro che ti fa ascoltare...» Luisa e le sue collaboratrici erogano coaching alle aziende, ma lo sperimentano 5-6 2016

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L’imprenditrice all’ingresso del santuario Fushimi Inari di Kyoto

regolarmente anche su di sé: «Il coaching è come lo sport, va fatto con regolarità. È come il tagliando dell’auto! L’importante comunque è imparare ad ascoltarsi e per assurdo, nel coaching, ti ascolti grazie a un altro che ti fa ascoltare, che ti guida, che ti spinge davanti allo specchio di te stessa quel tanto che tu non possa fuggire», racconta Luisa. In questi otto anni Beyond International si è strutturata come una società di consulenza, che offre servizi completi al ciclo di vita delle aziende sul fronte risorse umane, dall’assessment al coaching, dall’executive search all’apertura di filiali all’estero. Ultima nata una scuola di leadership, che parte dalla formazione dei direttori del personale, quelli che dovrebbero intercettare e investire sui futuri leader aziendali; e dalla formazione dei capi intermedi, coloro che tutti i giorni fanno da cerniera tra management ed execution.

Fare cultura di impresa insieme Ma il vero gioiellino di Luisa Bagnoli è il network che ha creato quattro anni fa, The Power of New Culture (PNC), che riunisce manager e imprenditori interessati a fare cultura d’impresa per incidere sul cambiamento in atto. «Incontravo almeno due o tre persone belle al giorno, quelle persone che agiscono con valori e senso di prospettiva. Ma le vedevo isolate, isolate nelle loro aziende e isolate tra loro. Così ho deciso di farle incontrare, di connetterle e, dal 2012, almeno due volte all’anno ci incontriamo tra noi e con ospiti che ci danno spunti di riflessione e ci aggiornano su temi caldi per lo sviluppo della società, delle organizzazioni e del lavoro». Ormai è un parterre di circa mille

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partecipanti che ruotano tra docenti universitari, manager, imprenditori e giornalisti, che si interrogano sul presente e sul futuro. L’ospite di questa primavera è Noreena Hertz, l’economista inglese che sta studiando la generazione K, i nuovi consumatori e prossimi lavoratori (13-20 anni). «Mi interessava capire meglio le caratteristiche di questi giovani che non sono neanche figli del digitale, quelli sono i Millennial, ma sono la generazione della robotica. Così ho deciso di invitare l’esperta inglese che parla a Davos, e lei ha accettato di venire a Milano all’evento di PNC. Tra dieci anni avremo in azienda questi ragazzi e se non impariamo ad ascoltarli e a capirli, ai loro occhi risulteremo ancora più antenati dei Veteran, i nostri padri, quelli nati tra il 1925 e il 1945. Dobbiamo darci una mossa, creare ponti, perché la robotica con tutte le sue implicazioni è già qui».

«Se fai l’imprenditore a volte non vuoi l’equilibrio, anzi non lo cerchi proprio...» Ma, ancora una volta, Luisa non ha paura, guarda in faccia il futuro con ottimismo. «Il lavoro sarà privilegio per anime felici, per chi avrà qualcosa da dire di originale, per chi saprà ancora immaginare, perché il resto sarà svolto dai robot». E il suo prossimo passo? Fare qualcosa di utile per gli anziani, miscelando i vantaggi della robotica con l’antica sapienza della meditazione, come gestire e organizzare spazi con il top della medicina alternativa, dello sport, dello yoga e della robotica, che aiuta a muovere gli arti e a recuperare funzionalità, ma con una mente limpida e serena. Anche lei ha trovato di recente il suo equilibrio, tra emisfero sinistro ed emisfero destro, tra vita privata e lavoro: «Se fai l’imprenditore a volte non vuoi l’equilibrio, anzi non lo cerchi proprio perché non è prioritario, punti tutto sulla realizzazione del tuo progetto. Oggi, però, ho imparato a prendermi degli spazi che prima non mi sarei concessa e, per esempio, mi vesto sempre di più come voglio! Agli occhi di mio marito sono comunque sempre “intrapresa” e mi chiede sorpreso dove trovi tutta questa energia! Una regola però me la sono sempre data: non lavorare nel week-end, tranne eccezioni». ■


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RISORSA UOMO

Sono almeno cinque i principali fattori di stress che rendono il mestiere di event manager tra i più faticosi: tra questi il rapporto col pubblico e le modifiche dell’ultimo minuto

Organizzare un evento?

Che stress!

Quali sono i mestieri oggi più stressanti? Forse incredibile è sapere che insieme a pompieri e piloti d’aereo ci sono proprio gli event planner. Ecco perché e come si riduce la fatica...

✒Duccio Dossena

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RISORSA UOMO

Ogni lavoro al mondo ha in sé una componente di stress, che può essere più o meno accentuata e più o meno costante nel tempo. Esistono, tuttavia, alcuni fattori oggettivi che causano stress. Proprio in quest’ottica la società americana di ricerca del personale Career Cast ha cercato di capire quali mestieri possono essere peggiori di altri, e per questo motivo ha stilato la lista di quelli che sono riconosciuti come i dieci lavori più faticosi. E, a quanto pare, l’organizzazione di eventi resta saldamente ai primi posti in classifica: dallo studio infatti risulta addirittura che questa comunque sia ambita professione abbia guadagnato, si fa per dire ovviamente, ben tre posizioni quanto a livello di stress. Insomma, cambia il mercato, cambiano le richieste dei clienti e cambiano anche i livelli retributivi, ma organizzare eventi è considerato oggi il quinto lavoro più stressante dell’anno. Fermo restando che la percezione dello stress lavorativo è un fattore in parte soggettivo quello che qualcuno vive con grande tensione potrebbe non turbare affatto un altro lavoratore, a parità di impegno - facciamo un passo indietro, e torniamo alla classifica stilata dagli esperti americani di Career Cast per capire quali sono i fattori oggettivi in base ai quali l’organizzazione di eventi è posta quasi in cima alla lista delle professioni più faticose.

La top ten Secondo il sondaggio di CareerCast i principali fattori di stress riguardano in primo luogo la cosiddetta dimensione “fisica” del lavoro, come il rischio per l’incolumità propria e degli altri, delle condizioni ambientali estreme e anche dello sforzo fisico richiesto. Non bisogna poi dimenticare i fattori inerenti alla sfera psicologica ed emotiva: l’alta competitività, l’essere sempre sotto lo scrutinio del pubblico, il dover essere frequentemente in viaggio e lontano da casa e dagli affetti, le scadenze tassative, il contatto quotidiano con i clienti e la retribuzione legata ai risultati conseguiti. Tra i lavori in cui i fattori sopracitati incidono di più c’è, appunto, quello dell’event planner che, stando sempre all’indagine di Carrer Cast, avrebbe guadagnato nell’ultimo anno ben tre posizioni nella top ten dei mestieri più stressanti, raggiungendo il quinto posto.

C’è chi rischia la vita Curioso e interessante è a questo punto scoprire la classifica. In cima c’è la professione del soldato, per la quale le ragioni che causano alto stress sono evidenti. Per motivi similari di vicinanza al pericolo, al secondo posto, troviamo il pompiere: non dimentichiamo che, oltre a combattere il fuoco, cosa di per se già pericolosa e stressante, i vigili del fuoco si misurano anche con i disastri naturali e le emergenze mediche, mettendo a repentaglio, in tante diverse occasioni, la propria vita. Sul terzo gradino del podio figura il pilota di aereo: come è ovvio il suo stress deriva dalla responsabilità di avere in mano la sicurezza di migliaia di passeggeri ogni mese. Dalla sua, rispetto ai “concorrenti”, almeno, il pilota ha un alto valore retributivo: in America è pari in media a 103.390 dollari quindi ad esempio circa 4 volte di più in media di un soldato. E non guadagna certo così bene neppure il quarto qualificato, l’agente di polizia: anche per quest’ultimo lo stress è determinato dal rischio della propria vita e dalla responsabilità della sicurezza di altri.

Una riuscita serata di gala: organizzare eventi, spiegano gli esperti, è un’attività che richiede grande energia e che obbliga a un’attenzione sempre massima

E chi combatte contro deadline imprescindibili e imprevisti dell’ultimo minuto Terminati i posti più alti in classifica, al quinto c’è, appunto, l’organizzatore di eventi. Per lui, spiega la ricerca, lo stress è dato da molti fattori: le deadline molto strette, le alte aspettative dei clienti, i cambiamenti di programma, l’attenzione richiesta per ogni dettaglio, i viaggi, la competizione. Ma di questo parleremo meglio più avanti. Intanto completiamo questa curiosa classifica, che al sesto posto vede un lavoro abbastanza simile, come elementi di stress, a quello dell’event planner: si tratta del responsabile delle 5-6 2016

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RISORSA UOMO I 5 fattori di stress per l’event manager secondo Metooo Chi organizza eventi, nel suo piccolo, può essere dunque incredibilmente stressato per la necessità di occuparsi di più cose contemporaneamente e, soprattutto, per il timore che, nonostante la cura di ogni minimo dettaglio, qualcosa possa sfuggire all’ultimo controllo. Secondo Metooo, società di servizi napoletana che aiuta gli organizzatori di eventi a comunicare, promuovere, vendere e gestire i propri eventi, sono cinque le cause principali di stress per questo tipo di lavoratore. 1 La pianificazione. Nel giro di pochi giorni è necessario fissare il “cosa”, il “dove” e il “quando”; poi c’è anche il “come”, altro fattore fondamentale che, a sua volta, può richiedere una trattativa infinita scandita a suon di mail e telefonate. Una trentina di mail per approvare il menù, una decina per la forma e colore delle sedie, una quindicina per la personalizzazione della struttura che ospita l’evento e così via. Nel frattempo, si devono compilare le liste degli invitati e dei relatori che, seppur nominate come “definitive”, sono, fino all’ultimo istante, tutt’altro che tali, perché continuamente modificate e riaggiornate. 2 Le attrezzature. Spesso, per la “legge di Murphy”, gli apparecchi improvvisamente si rompono, senza alcun avvisaglia, all’ultimo momento. Con la tecnologia si sa, non c’è prudenza e controllo che tengano. Bisogna prenderne atto ed essere pronti con le soluzioni di emergenza. Ma che stress. 3 Il clima. Il mal tempo è uno dei fattori più temuti da chi organizza eventi e assolutamente non controllabile: pioggia, vento e neve possono in taluni casi seriamente compromettere la riuscita di un evento, anche solo ritardando o ostacolando l’arrivo dei partecipanti. Chi fa questo mestiere sa bene che tutte le previsioni meteo sono realmente attendibili all’incirca solo a tre giorni dall’evento che, però, in genere, viene programmato molti mesi prima. 4 Le persone. Chi svolge un lavoro a contatto con il pubblico ha imparato sulla propria pelle che ogni individuo è un universo a parte, fatto di umori, stati d’animo, ossessioni, preoccupazioni e ore di psicoanalisi. I più bravi sanno muoversi come equilibristi tra le altrui suscettibilità, ma, a volte, basta un nonnulla perché un incidente diplomatico rischi di mandare a gambe all’aria l’evento. 5 L’ultimo minuto. Se c’è un minuto nel quale, sempre secondo “la legge di Murphy”, tutto quello che è stato pianificato per mesi e sembra ok può cambiare, è l’ultimo. E sono tanti i fattori che possono cambiare senza preavviso: le presentazioni, il personale di riferimento o il numero dei partecipanti. E lo stress sale.

relazioni pubbliche, lavoratore sotto pressione costante: quanto più il cliente è “importante”, tanto più la pressione si fa sentire. Deadline imprescindibili, contatti con la stampa spesso ostile, reperibilità continuativa, gestione delle crisi sono poi altri dei fattori di stress. Gli ultimi quattro posti della top ten dello stress, infine, riguardano mestieri molto diversi tra loro: settimo è il manager aziendale senior, che deve fare i conti con

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mercati sempre più sfidanti, competizione, globalizzazione e digitalizzazione (insomma tanti piccoli Gordon Gekko si aggirano tra noi...); Ottavo è invece il conduttore televisivo o radiofonico, che deve rispettare scadenze pressanti e lavora sotto il costante scrutinio dell’opinione pubblica; nono è chi sta scrivendo questo articolo, o almeno un suo parente stretto, cioè il giornalista reporter che si occupa di inchieste sui temi più scottanti del momento; decimo in classifica è infine il tassista, lavoratore per il quale i principali fattori di stress, oltre alla competizione, sono l’interlocuzione continua con il pubblico e il vivere costantemente nel traffico delle grandi città.

Un mestiere stressante che, però, dà molte soddisfazioni «Faccio questo ingrato (sorride, ndr) mestiere da 25 anni e devo dire che i primi anni sono stati quelli più stressanti, anche per via della poca esperienza che avevo sul campo», dice Stefano Montalbetti (a sin.), amministratore delegato di MZ Congressi e organizzatore congressuale. «Organizzare eventi e congressi è un’attività che richiede energia e ti obbliga a un’attenzione sempre massima – devi dar retta a tantissime persone contemporaneamente, entrare nella testa di ciascuna, prevedere gli imprevisti climatici e tecnici – tuttavia può essere anche molto gratificante. È un mestiere dinamico, ti stimola ad essere flessibile e creativo. Certo, oltre allo stress, non mancano le difficoltà, penso alla burocrazia, alla fatica che si fa quando si devono affittare spazi pubblici. Specie se l’evento del quale parliamo è posticipato non solo di mesi ma addirittura di anni in avanti, come capita quando si deve pensare a un’organizzazione su


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scala mondiale. Non che gli organizzatori vogliano avere gli spazi gratis, ma che, almeno, non sia così complicato averli a disposizione». Una qualità che fa la differenza in questo mestiere è senz’altro la flessibilità «bisogna essere dinamici e creativi, tenendo conto che l’imprevisto è sempre in agguato e che anche saperlo gestire è un plus: alcuni anni fa organizzammo una cena al Castello Sforzesco di Milano, in un cortile all’aperto, con mille persone; poco prima dell’arrivo degli ospiti iniziò un vero diluvio e tutti insieme con lo staff iniziammo a spostare i tavoli sotto i portici. Dopo anni, abbiamo organizzato una cena nella stessa location, prevedendo il posizionamento di una elegante tensostruttura in plexiglass, che, però, in quel caso, non è servita». Anche per Stefania Demetz (foto sotto) direttrice generale della Coppa del Mondo di sci in Val Gardena e autrice di un libro sul mestiere di event manager edito da Carocci, realizzare eventi è un’attività gratificante anche se faticosa: «io non credo che in una classifica come questa, ma limitata all’Italia, l’event manager avrebbe la stessa posizione. Sono ben altri i lavori stressanti nel nostro paese. È però fondamentale avere esperienza sul campo, cominciando dalla classica gavetta, e diventare professionisti seri e non

gente che “fa eventi”. Io ho iniziato dalle fotocopie, e poi tirando i cavi della televisione. L’apprendistato è fondamentale per imparare a gestire al meglio lo stress. Tutto serve, persino distribuire migliaia di comunicati in una sala stampa». ■

Eventi e pubbliche relazioni hanno cause di stress simili: per entrambi, quanto più il cliente è “importante”, tanto più la pressione si fa sentire

Caro meeting, quanto mi costi

Che sia perché le aziende operano sempre più in mercati complessi o perché strumenti quali conference call telefoniche, videoconferenze, condivisione di schermi hanno reso gli incontri molto più semplici, il dato di fatto è che negli ultimi anni il tempo che nelle aziende si dedica alle riunioni è aumentato esponenzialmente: oggi, in media, è pari al 15% del tempo “collettivo” delle organizzazioni e, sempre in media, i manager trascorrono più di due giorni la settimana in riunioni con tre o più colleghi o membri dello staff. A dirlo è uno studio della società di consulenza Bain & Company, il quale ha rilevato che l’80% delle riunioni sono organizzate all’interno dell’azienda e avvengono nell’ambito dei singoli dipartimenti, fra i vari dipartimenti, oppure fra il quartier generale dell’azienda e altri uffici, con obiettivi principalmente di condivisione delle informazioni. Lo studio indica inoltre che, nella maggior parte delle riunioni monitorate, i partecipanti controllano e inviano email o continuano a fare il proprio lavoro, limitando così l’efficacia della riunione stessa, tanto che spesso occorre programmarne altre con l’aggravante di creare ulteriore stress. Un circolo vizioso che le aziende non sembrano saper gestire, senza contare il costo del tempo dedicato dai dipendenti alle riunioni. Queste le premesse che hanno indotto la Harvard Business Review, la rivista della Business School dell’Università di Harvard, a sviluppare uno strumento online per calcolare quanto effettivamente costano alle aziende le riunioni dei dipendenti. Si chiama Meeting Cost Calculator e per funzionare richiede 3 dati: la durata della riunione, il numero dei partecipanti e la retribuzione annuale di ogni partecipante. Inseriti i dati, il sistema fornisce automaticamente il costo stimato (in dollari) e un commento sull’opportunità o meno di organizzare quella specifica riunione. Per esempio, un meeting di 2 ore cui partecipano 4 persone che guadagnano circa 65mila euro l’anno costa all’azienda circa 363 euro, e l’indicazione del calcolatore è di ricalibrarne tempo o numero dei partecipanti per abbassarne il costo. Ciò che però il calcolatore non tiene in considerazione è che una riunione porta con sé molte variabili difficili da misurare, come quella appunto dello stress. 5-6 2016

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LA PAROLA AL FORMATORE

a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it

L’assenza della presenza Luigi deve parlare di una questione con il suo capo Evaristo. Lo raggiunge nel suo ufficio, si siede di fronte a lui e comincia a spiegare. Evaristo lo esorta... “vai pure avanti”, “dì pure”. Peccato che Evaristo, mentre esorta, sta contemporaneamente scrivendo una email. Nella stanza la voce di Luigi, il picchiettare furioso dei tasti e dei mugugni di Evaristo che davvero crede di essere in grado di riuscire contemporaneamente a scrivere ed ascoltare. Probabilmente farà male tutte e due le cose. Finita la (mezza) conversazione, Evaristo raggiunge la sala riunioni per un meeting con il marketing. Arriva ovviamente in ritardo, ma poco male, gli altri sono in ritardo come lui. Mentre aspetta scrive ulteriori email con il cellulare, e prosegue, passando dalle email agli sms durante tutta la riunione che nel frattempo è iniziata. Del resto ha un problema aperto con la divisione vendite e deve assolutamente chiarirsi. Terminato il meeting e mentre si sposta per i corridoi riceve una email riepilogativa con l’action plan della riunione, uno dei punti discussi riassunto nella email non gli torna, a lui non sembrava di aver dato il consenso a quel progetto. Incontra il suo team per il meeting settimanale e mentre i suoi gli raccontano i risultati continua a pensare al marketing: o lo hanno incastrato o lo hanno deliberatamente ignorato. Scrive una email furiosa durante la riunione mentre i suoi parlano al vuoto. Al termine parte con un collega delle vendita ed in taxi si dirige in aeroporto. Durante il tragitto parla tutto il tempo al telefono con un collaboratore che ha un problema

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e scambia sms con quelli del marketing che stanno facendo escalation. E via così. Cosa è? Presunzione? Delirio di onnipotenza? Venerazione del multitasking? Mancanza di educazione? Arroganza? Semplice imitazione dei peggiori comportamenti manageriali? Totale incapacità di gestire se stessi (che è quasi peggio di tutte le altre per chi ha un ruolo di responsabilità)? Qualunque sia la causa si segnala l’ormai definitiva scomparsa della “presenza” nei comportamenti aziendali. Nessuno riesce più ad essere completamen-

te presente in quello che sta facendo. Sempre con un pensiero al passato e molti al futuro, a gestire ed imbastire comunicazioni virtuali che generano confusione ed imbarazzo ed incapaci di gestire il qui ed ora. Impossibile dare e ricevere attenzione piena. La “presenza” è pianta soprattutto dalla vecchia virtù del rispetto ed inaspettatamente dalla virtù dall’ “efficacia”, ancora giovane ma ignorata ed incompresa. Perché se siamo solo presenti a metà, daremo metà, riceveremo metà e dovremo lavorare il doppio. ■



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UNA METAFORA PER CRESCERE

a cura di Leonardo Frontani edu@leonardofrontani.com

Essere. Innanzitutto

A piedi nudi nel parco, non il famoso film, ma lo stupore di mio figlio che ad 8 anni si esalta per “l’esperienza” (l’ha definita lui così), di camminare per un po’ a piedi nudi in un parco guidato da esperti educatori. Perché questa cosa mi fa riflettere? Cosa m’infastidisce? Quarant’anni fa, Leonardo bambino, poteva camminare spesso a piedi nudi. Gli era consentito. Ottant’anni fa, molti bambini nel mondo occidentale, erano costretti a camminare a piedi nudi. Stiamo perdendo il senso delle cose, la nostra connessione con la realtà, la bellezza della naturalità. Ogni giorno da 17 anni interferisco con la vita di individui ed organizzazioni con la pretesa di “formare” o meglio di avviare “trasformazioni” volontarie. Ogni giorno mi appare evidente che la nostra beneamata civiltà occidentale, fiera dei suoi achievement si sia completamente rammollita. Viviamo felici con il nostro benessere e soprattutto con la nostra tecnologia, ma non siamo più capaci di fare tante cose e stiamo perdendo competenze evolutive e culturali. Abbiamo delegato ai nostri navigatori l’incombenza di orientarci e anche metaforicamente noi non lo sappiamo fare più. Siamo smarriti nel percorrere la stessa strada più volte senza riconoscerne punti di

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riferimento, come se ogni volta dovessimo ricominciare da capo. Stiamo delegando alla rete social l’impegno quotidiano della relazione, professionale ed amicale. Più passa il tempo e meno siamo disposti a donare al rapporto con l’altro. È molto meno impegnativo fargli arrivare un messaggio frequente ed istantaneo che sentirlo al telefono per il gusto di condividere. Abbiamo nelle nostre cucine una serie di strumenti da lavoro degni di una missione di ricerca, salvo poi non sapere nulla di cucina: ma non è un problema, abbiamo i tutorial su you tube. E così, la ricetta di quella torta al cioccolato non verrà mai memorizzata né passata in una chiacchera tra amici. Siamo sovralimentati con cibi che provengono interamente da fabbriche (guardate cosa c’è sul vostro tavolo della colazione). Siamo talmente coperti nella stagione fredda, che nelle case si muore di cal-

do e se, quando sei all’aperto, senti un pochino di freddo vai nel panico. Abbiamo tipologie di scarpe per tutte le più specifiche occasioni, abbiamo armadi pieni di alternative salvo poi usare il 50% degli abiti. Siamo invasi dai gadget, spesso elettronici che poi non usiamo e finiscono abbandonati nei cassetti. Siamo pieni di batterie, di caricatori, di trasformatori, di spine, di calcolatrici, di cellule solari, di puntatori laser, di giochi elettronici, di lettori mp3, di conta soldi, mischia carte da gioco, ventilatori portatili, torce a led, vibrostimolatori, sexy toy, lettori per ebook, telefonini che non usiamo più, asciugacapelli agli ioni, livelle elettriche eccetera, eccetera. Una enorme quantità di energia per alimentare unego smisurato espressione di autentica debolezza ed incapacità. Io non ci sto. Io come educatore ho il dovere di salvare me stesso e cercare di fare qualcosa anche per gli altri. Io credo che occorra allenarsi alla “rinuncia” cominciando a riscoprire il gusto di fare il meglio che possiamo con quello che abbiamo a disposizione. Credo che occorra riscoprire il senso della disciplina, che oggi viene associata solo ad immagini di sofferenza e tirannide. Ci occorre andare a solleticare la nostra resilienza, capacità naturale di piegarsi senza spezzarsi, e credo infine che occorra valorizzare il saper Essere innanzitutto, piuttosto che la qualificazione personale attraverso il raggiungimento di obiettivi effimeri e di breve periodo. Non sarà la tecnologia a salvarci, ma la nostra Umanità. ■

«Considero come il compito più importante della formazione assicurare la sopravvivenza di queste qualità: una curiosità intraprendente, uno spirito invincibile, la tenacia nel perseguire gli obiettivi, pronti per la negazione del sé sensibile, e, sopra tutto la compassione» Kurt Hahn (pedagogo tedesco, padre della formazione esperienziale)


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FINANCE CONFIDENTIAL

a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it

Banca 2.017.

La banca che vorrei Mi ricordo quando anni fa nel mio condominio abitava un imprenditore del settore del commercio, incontrandolo inevitabilmente sull’ascensore accadde di andare sul tema dell’istruzione dei figli e lui mi disse «scelgano l’indirizzo di studio che meglio credono ma comunque devono saper far di conto» per questo motivo li mandò tutti e quattro a fare ragioneria, poi uno diventò architetto e gli altri scelsero altre strade che non fossero economiche. Iniziamo a saper far di conto, poi vedremo. I recenti disastri avvenuti nel settore bancario e quelli preannunciati dalla stampa decisamente contagiata dall’allarmismo collettivo del “lo sapevate e non avete fatto nulla”, ha spinto la maggior parte dei correntisti del nostro Paese ad improvvisarsi conoscitori della materia. Le massaie intervistate e i tassisti che si sentono raggirati dichiarano come ora abbiano capito cosa fossero le obbligazioni subordinate, ma del resto per molti di loro la scheda finanziaria sottoscritta riportava la dichiarazione che avevano capito di cosa si trattasse, forse prima di firmare dovevano ripassare la materia se ora affermano di averla capita. A beneficio di tutti, per non sentirsi troppo fessi o inadeguati compreso chi scrive, mi sento di affermare che siamo nel bel mezzo di uno scontro titanico tra i controllori del sistema bancario e finanziario. Da una parte la BCE la Banca Centrale Europea che oltre ad emettere obbligazioni a supporto della ripresa europea (il famoso quantitative easing) come contropartita chiede di poter effettuare controlli sugli Istituti di credito con una proliferazione di regolamentazione tendente ad uniformare le valutazioni ed i controlli. Dall’altra parte la Banca d’Italia (non me ne voglia) che, mentre una volta aveva la responsabilità della politica monetaria, così come definita dai testi di economia, nonché di indirizzo del Paese, ora viene ridimensionata ad adattare le direttive europee alla normativa locale ed effettuare i controlli. Ne deriva una proliferazione a doppio livello di normativa e di controlli che ovviamente obbliga gli operatori bancari e finanziari a

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cambiare le proprie strategie ed i propri modelli organizzativi: ne deriva che la centralità del servizio al cliente deve necessariamente cedere la priorità agli adeguamenti imposti per decreto che determinano impatti significativi sul sistema informatico delle banche. I nostri regolatori danno per scontato che le disposizioni emesse a getto continuo vengano applicate nei tempi prestabiliti seguendo un vecchio teorema di Mazzini “io lo penso voi lo attuate”, tuttavia tra pensiero ed azione nel sistema bancario c’è l’informatica, ossia la traduzione del pensiero umano in regole matematiche gestite elettronicamente da computer: istruzioni di programmazione, interrelazioni delle procedure informatiche, adeguatezza di apparati informatici, e soprattutto correttezza dei risultati complessivi successivi alle modifiche; ovvero ottenere la certezza dopo aver modificato i sistemi non si sia originato qualche errore a valle in qualche procedura che prima funzionava correttamente. Parlando di banche il rischio di errore può essere rappresentato dalla perdita di danaro, o errori nella tassazione o peggio che si verifichi un disallineamento tra dati pregressi e dati modificati, la cui riparazione necessita giorni di intervento, con la conseguente potenziale perdita delle informazioni correnti in itinere. Troppi cambiamenti con il fine di apportare maggiori controlli, possono determinare loro stessi un rischio sistemico di errore nei risultati presenti e prospettici, la sensazione è che questo aspetto non sia stato adeguatamente ponderato dai nostri prolifici regolatori. Una banca che non ha una storia da seguire e da gestire, quindi modifiche rilevanti nei sistemi informatici, crediti incagliati da cedere alla bad bank pubblica, rischio di insolvenza da ribaltare sugli ignari correntisti esiste già. È la banca di nuova generazione che chiameremo banca evoluzione 2.017. Questa banca non ha neppure preso in considerazione l’ipotesi di essere una banca universale, ossia avviare la maggior parte dell’operatività concessa ad un istituto di credito, ha deciso di fornire un servizio di base: aprire


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FINANCE CONFIDENTIAL

un conto corrente ai clienti, dare una carta di credito e poco altro. Il conto si apre a distanza mediante un’intervista via web con strumenti pubblici di video conferenza, durante la quale il potenziale cliente oltre al suo viso mostra il proprio documento di identità. Lo stesso documento viene inviato via web unitamente al modulo di apertura conto e la banca provvede ad aprire il conto, realizzare un accesso personalizzato alla banca web ed a trasmettere via posta celere la carta di credito con la quale in cliente potrà effettuare gli acquisti e prelevare contanti dal sistema POS. Se il lavoro del futuro, seguendo la strada introdotta dai recenti job acts sarà destrutturato, anche il servizio della banca ha spazio per esserlo e molti giovani che non hanno necessità di mutui, o impiegare i risparmi, perché non dovrebbero puntare nella banca con evoluzione 2.017? Sono queste le banche del futuro che vorrei, banche la cui attività sia chiara a tutti e trasparente, con la separazione della loro operatività per tipologia differente di clientela e di servizi e quindi dei rischi lasciando al singolo la decisione di cosa scegliere e chi scegliere. Nel semplificare le attività bancarie e di credito, prevedendo un futuro sempre più complesso serve semplificazione e specializzazione per aree di prodotto. Personalmente auspico l’esistenza di una banca che eroga solo servizio di incassi e pagamenti ai privati, quella che lo fa solo per le aziende di piccole medie dimensioni; l’istituto specializzato nel servizio delle grandi aziende e multinazionali, per infine passare alle banche dedite all’erogazione

di prestiti sotto forma di mutui a privati e ad aziende. Attività separate per seguire le normative complesse di riferimento con una più coerente e limitata allocazione di risorse, che quindi creino canali professionali altamente specializzati, che non debbano gestire problematiche interne di natura differente riversando risorse intellettuali ed investimenti sul servizio al cliente e la relazione con quest’ultimo. Facilità di accesso via web ai movimenti ed alle informazioni proprie e trasparenza dei bilanci degli istituti, con processi appoggiati sulle nuove tecnologie che facciano risparmiare tempo garantendo la sicurezza e se proprio dovremo avere due o tre posizioni specializzate aperte, poco male. Fondamentalmente è meglio avere due rapporti bancari di una sola banca multi prodotto che ad insaputa dei correntisti, per una valutazione errata di crediti inesigibili sorti nel decennio precedente, o per mancanza di patrimonio ri definito per decreto, rischi di saltare e si possa rivalere sui depositi del cliente. ■ 5-6 2016

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a cura dell’avvocato Roberta Borghini

IL PARERE DEL LEGALE

Volare nel futuro Nessuno crede che i social media rimpiazzeranno la necessità di incontrare le persone faccia a faccia. Per questo, in futuro saremo sempre più dipendenti dai voli. Questo rende indispensabili le regole per rendere lo spazio aereo sicuro, rispettando le esigenze degli aeroplani civili, dei droni e degli aerei militari. Ma soprattutto rende irrinunciabili alcune riflessioni sui voli del futuro. Negli anni a venire, nell’inevitabile confronto fra confort e rapidità le compagnie sceglieranno senza esitazione la qualità dei servizi a bordo. Abbandonato il brivido dell’aereo supersonico che aveva elettrizzato gli anni ’60, in futuro la parola d’ordine sarà “voli più green”. In altre parole, i voli dovranno essere meno inquinanti, meno stressanti e più divertenti, a bordo di aerei più ecosostenibili, più silenziosi e totalmente riciclabili, dove i passeggeri non saranno confinati in spazi angusti ma potranno liberamente camminare e confrontarsi con gli altri viaggiatori e con la tecnologia. Addirittura, uno studio di design leader nella progettazione dei velivoli dell’aviazione civile ha ipotizzato un aereo ideale che sovverte abitudini di volo ormai consolidate: prima di tutto, senza bagagli, né a mano né in stiva. Si potranno portare con sé solo oggetti personali come giacca e borsa per il computer, ma nessun bagaglio: al limite, i passeggeri potranno portare a bordo esclusivamente valigie “customizzate”, che si adattino cioè agli spazi sotto alle poltrone. Insomma, il bagaglio non sarà più un carico perché la compagnia provvederà a prelevarlo a casa e consegnarlo direttamente a destinazione, nella stanza d’hotel. Un’intuizione che consentirebbe di rendere gli imbarchi più rapidi del 71% e che taglierebbe sensibilmente i consumi, facendo risparmiare ad una compagnia aerea fino a 25 milioni di dollari l’anno. Più realisticamente, molte compagnie si sono già preoccupate della

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qualità dell’aria che si respira a bordo: hanno previsto l’installazione di umidificatori e di impianti per la rigenerazione dell’atmosfera. Anche la cosiddetta “quota cabina” (ovvero la pressione dell’aria respirata dai passeggeri) è già stata oggetto di studi ed interventi, dato che la sua trasformazione comporta una riduzione della fatica e delle eventuali conseguenze dovute ai lunghi spostamenti stando seduti. Sul fronte viaggiatori, un recentissimo sondaggio ha delineato le loro aspettative sul futuro dei viaggi ad alta quota. Le sorprese non sono mancate. Gli italiani, insieme ai portoghesi, si sono rivelati i più

contrari al consumo di alcolici a bordo; meno rigidi inglesi e spagnoli che permettono un massimo di due bicchieri in volo a corto raggio, mentre per i tedeschi nessuna limitazione dovrebbe essere posta al consumo di alcol in volo. Tolleranza zero per i fumatori sugli aerei del futuro: sul punto, l’opinione degli europei è unanime e gli inglesi sono i più tenaci oppositori delle sigarette a bordo. Assai gradita, invece, la presenza degli amici a quattro zampe che sta a cuore soprattutto agli italiani: ben due terzi dei nostri connazionali consentirebbe ai passeggeri di portare animali a bordo. ■

Al momento, non tutte le compagnie aeree consentono il trasporto di animali e non tutte accettano ogni tipologia di animale. Se la compagnia accetta il trasporto dei pet, bisogna decidere per il viaggio nella stiva pressurizzata oppure in cabina. Il trasporto nello spazio passeggeri di solito è sottoposto a specifiche condizioni: l’animale deve stare all’interno di un trasportino di dimensioni prefissate, adatto per poter stare nello spazio tra i sedili, ma che gli consenta di stare in posizione comoda, di potersi girare e accucciarsi. In ogni caso, se la bestiola arreca disturbo ai passeggeri, il Comandante può farla trasferire nella stiva o sbarcarla al primo scalo. Nessuna limitazione è posta per i cani guida per non vedenti e non udenti e per gli altri cani di servizio: possono essere trasportati gratuitamente in cabina su tutti i voli, anche low cost. Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it


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38 Hotel Management Riccardo Cocco_Layout 1 20/06/16 16.27 Pagina 126

HOTEL MANAGEMENT

Il futuro della gestione alberghiera?

Lo decide il cliente

Per Riccardo Cocco, consulente e manager del Savoy di Roma, a “ispirare” la direzione di un hotel è l’esperienza stessa dei suoi ospiti

✒Antonella Gemma Tereo

Sono i clienti che fanno i numeri e non i numeri che fanno i clienti ed è sempre il mercato a scegliere

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La gestione è la chiave del successo di un hotel, fatta di scelte che oggi devono fare i conti con un mercato in rapida evoluzione. Ecco le osservazioni di Riccardo Cocco, consulente oltre che hotel manager del Savoy di Roma, Director of Revenue Development di Distinctive One Hotels, Revisore di conti di SKÅL International, Segretario Regionale dell’ADA Lazio ed esperto di Revenue Management. Come valuta l’evoluzione nel management alberghiero del settore upscale? «Le competenze oggi richieste sono molto più specifiche e legate al mondo del web e della distribuzione, mentre tutte le funzioni del management aziendale vanno verso un concetto di Revenue Management. Nel tempo, il Management di un hotel si è parecchio evoluto e non solo nel settore upscale, fondandosi su di un ciclo a mio avviso molto virtuoso e legato a doppio filo al cliente e alle sue aspettative: oggi la direzione di una struttura implica tutta una serie di attività trasversali ispirate dall’esperienza del cliente».

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E in cosa invece si fa tesoro del passato? «Si sta riaffacciando in modo sempre più prepotente un acronimo: USAH - Uniform System of Accounts for Hotels, ovvero un sistema molto completo di controllo di gestione che sta dirigendo le attenzioni dei management alberghieri da obiettivi di fatturato ad obiettivi di profitto. È un sistema che risale al lontano 1926 che finalmente sta iniziando a sradicare le reticenze e le paure dei proprietari alberghieri individuali». Quali sono, secondo lei, i punti di forza e di criticità dell’hôtellerie italiana? «I due punti coincidono: la criticità sta nella frammentazione dell’offerta che non fa capo ad organizzazioni nazionali e/o internazionali – circa il 95% degli alberghi presenti in Italia sono a gestione diretta – e non permette un’evoluzione trasversale delle competenze. La forza nasce proprio dalla stessa frammentazione e non omologazione del prodotto e del servizio. Spero, in futuro, si riesca a trovare un punto


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HOTEL MANAGEMENT 5 errorI dA evITAre neLLA GesTIone dI un hoTeL

di unione tra l’acquisizione delle competenze e la diversificazione dell’offerta». Quali aspetti del budgeting occorre considerare in una struttura in fase d’avvio sul mercato? «La maggior parte delle strutture alberghiere sono a gestione diretta e non sempre le logiche di management si sposano con le logiche di proprietà. In genere il budget che viene indicato ai propri collaboratori, è un budget basato solo ed esclusivamente sull’anno precedente. In aggiunta a questo, un errore che troppo spesso si genera, è la definizione di un budget partendo dai costi. Due aspetti, allora sono fondamentali da considerare: sono i clienti che fanno i numeri e non i numeri che fanno i clienti – ed inoltre – è il mercato a scegliere». Parliamo di staff recruitment: quanto (e su quali figure) investire? «Tra i vari capitali di funzionamento troviamo il capitale umano. Dobbiamo cercare quelle risorse che siano il miglior investimento per l’azienda. Farei quindi una prima differenziazione tra gruppi e catene alberghiere e gestioni dirette o proprietà: nel primo caso le risorse più ricercate sono a copertura di aree distributive, commerciali e anche nel social media. Nel secondo, si ricercano ottimi professionisti dell’accoglienza. Poi c’è la formazione, l’unico vero modo per poter stare sempre al passo con l’evoluzione del mondo dell’ospitalità».

• non mantenere la promessa fatta al cliente. La promessa non significa portare sulla luna il nostro cliente, ma è dettata da cosa siamo in grado di fare bene e da come lo consegniamo al cliente. • non formare i propri collaboratori. Se non si aumentano e non si raffinano le competenze che compongono la promessa al cliente, non riusciremo mai a mantenere il punto #1. Se il clima aziendale è favorevole, i nostri collaboratori avranno più facilità nel mantenere la promessa. • Il mondo finisce fuori dalla nostra porta. Quando andiamo a definire le nostre strategie, misuriamole sempre rispetto a ciò che ci circonda e soprattutto cerchiamo di identificare con attenzione il nostro cliente e le sue aspettative. Ricordiamo inoltre che il nostro competitive set, non necessariamente è quello del nostro cliente! • Il mondo termina il 31 dicembre. Spesse volte soprattutto quando si supera la metà dell’anno, faccio delle verifiche spot per vedere chi ha avuto l’illuminazione di inserire le proprie tariffe a far data dal 1 gennaio dell’anno successivo. Il riscontro è molto spesso deludente. Ricordiamo sempre che i sistemi distributivi permettono la vendita con una finestra di 365 giorni da oggi. • Tutti hanno i miei stessi gusti ed aspettative: Si stima che la popolazione mondiale sia di circa 7,5 miliardi di individui, non è pensabile poterli e saperli accontentare tutti. L’unica cosa giusta è ascoltare la propria clientela e prepararsi a soddisfare le sue esigenze.

Ha citato gli aspetti social... ma come supportarli? «Come precedentemente accennato, gli obiettivi del management alberghiero sono diretti sempre di più alla guest experience. La comunicazione social è uno di questi aspetti: deve prevedere un vero e proprio piano editoriale ed una logica comunicativa essenziale e puntuale. Nel mondo social spariscono i “colletti bianchi” e ci si dà del “tu” con un automatismo che può più o meno piacere. Il mondo social può essere un alleato dell’albergatore e dell’albergo, un modo per anticipargli l’atmosfera e le “promesse” che dovranno essere in tutto mantenute». E rispetto alla ristorazione alberghiera italiana, quali sono ora i trend? «La ristorazione in albergo all’estero è un punto di riferimento molto importante nella gestione di un’azienda alberghiera ed una fonte di revenue. Nel nostro paese, la tradizione culinaria è capillare in ogni area, zona e piccolo centro e la ristorazione in ambito alberghiero viene vista come luogo dove si pagano conti salatissimi, mangiando in modo pessimo. Oggi, con l’implementazione di nuovi concept, si sta scoprendo tuttavia che la ristorazione alberghiera ha una sua storia da raccontare». ■

Riccardo Cocco, consulente hotel manager del Savoy Hotel di Roma

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AROUND THE WORLD

Enti del turismo stranieri in Italia

Chi è il più attivo del reame? La risposta è l’India, con circa 30 grandi eventi promozionali organizzati durante l’anno e una campagna di advertising, su tutti i canali, ad alto impatto emozionale

✒Mario Masciullo

Sopra, danze tipiche al Ristorante Shiva di Milano. In basso, da sin. Gangadhar Chilka, direttore India Tourism di Milano, Ms. Sini Mathew Tour Leader Madras Travels, Mr. Nandakumar, Ceo Madras Travels, la proprietaria di un’agenzia di viaggio vincitrice di un tour in India, Shashi Kant Kaundal, Station Manager Air India

Da anni, l’Italia si è qualificata territorio fertile per il turismo outgoing verso ogni parte del mondo, contribuendo a cambiare il modo di viaggiare: da un turismo “mordi e fuggi” – anche nei casi di tours di media durata dove persino in 10-15 giorni, il soggiorno non superava le 24 ore

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in una località in programma – a un turismo sempre più selettivo, di nicchia e desideroso di vivere un’autentica life experience nella destinazione prescelta, favorito in questo anche dagli stimoli sempre più numerosi e interessanti forniti dagli enti del turismo, in gran parte europei. Tra i soggiorni balneari in località esotiche, in prevalenza dell’emisfero Est, dove abbondano strutture altamente qualificate a costi più contenuti rispetto a quelle situate in Occidente, si sono inseriti i viaggi tematici, in particolare quelli culturali, della spiritualità (in prevalenza buddismo), dei viaggi di nozze, del turismo medico e delle cure del corpo e della mente, come lo Yoga. In particolare, quest’ultima disciplina identifica come patria millenaria l’India. Destinazione che gli Italiani hanno imparato a conoscere sempre meglio negli ultimi tre anni, grazie all’insediamento del direttore dell’ente del Turismo Indiano (India Tourism) con sede a Milano, il Sig. Gangadhar Chilka la


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AROUND THE WORLD

cui giurisdizione copre Grecia, Cipro e Malta e al quale va il merito di aver promosso l’India nel nostro Paese e nel Mediterraneo come nessun altro prima di lui aveva mai fatto, attraverso un’eccellente e variegata campagna pubblicitaria su tutti i media. Di certo il suo successore avrà parecchio filo da torcere se vorrà stare al passo con il suo dinamismo. Un impegno full time: da gennaio a dicembre, agosto incluso «La campagna», spiega il direttore Gangadhar, «include la partecipazione alle maggiori fiere del turismo tra cui c’è anche quella del Turismo Archeologico di Paestum ma anche l’intervento a fiere minori attraverso, per esempio, la sponsorizzazione di eventi sportivi o culturali. È previsto inoltre un tourbillon di “presentazioni” vale a dire di incontri con operatori turistici e/o economici per illustrare la destinazione India, a cui, in genere, partecipano sempre anche l’ambasciatore Indiano e il Console (con sede a Milano)». Quanti eventi riesce ad attuare personalmente in un anno? «All’incirca 30, organizzati tra Italia, Grecia, Cipro e Malta. Ma ne occorrerebbero di più, motivo per cui sacrifico volentieri anche il mese di agosto per presenziare, in qualità di sponsor, agli incontri folkloristici che si svolgono in estate. L’India è un Paese dalla grandezza infinita e le sue attrattive - che interessano una moltitudine sempre maggiore di potenziali turisti richiederebbero una vita per essere visitate». Tra pubblicità ed eventi, qual è l’asset più redditizio? «Sono attività distinte ma assolutamente complementari. La pubblicità è pianifica-

ta in abbondanza sulle testate del settore, delle agenzie di viaggi e degli operatori turistici, e contribuisce a mantenere sempre viva l’immagine della destinazione, proponendola come meta appealing per diversi tipi di turismo. La partecipazione agli eventi ha forse il valore aggiunto del rapporto umano diretto». Quali sono le destinazioni che suggerisce di visitare oltre a quelle più conosciute? «Il Sud dell’India, una parte che ancora in pochi conoscono veramente, dove esiste un ricchissimo patrimonio di cultura, arte, archeologia e riserve ecologiche, che vale davvero la pena scoprire». Come riesce a mantenere un ritmo così “frenetico”, a districarsi brillantemente tra mille impegni, senza mai perdere di vista i dettagli? «Pratico la disciplina Yoga ogni giorno. L’esercizio costante, che cerco sempre di condividere il più possibile anche con il mio prossimo, aiuta a pensare con maggiore chiarezza ed agire con più efficacia in ogni circostanza, oltre a liberare corpo e mente dallo stress». Ha un messaggio particolare da inviare al suo pubblico? «Sì, un messaggio rivolto a tutti coloro che si recano in India. Da poco tempo è stata istituita una linea verde per assistere i turisti di ogni paese nel territorio indiano: la Tourist Help line, attiva giorno e notte per assistenza in 12 lingue. Il numero verde è 1800-11-1363». Degno di andare in rete per un voto al dinamismo? ■

A sinistra, maestro yoga durante un evento. Sopra, ospiti della serata indiana al Ristorante Shiva di Milano

www.indiatourismmilan.com - info@indiatourismmilan.com L’operatore indiano specializzato verso il Sud India è Madras Travels and Tours www.madrastravels.in. Rappresentanza in Italia, Roma: mario@madrastravels.in; tel. 3492503664 5-6 2016

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HOSPITALITY NEWS N O T I Z I E DA L M O N D O D E I V I AG G I E D E L L’ O S P I TA L I T À

Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi

Con il pacchetto “Celebrate in Rome” un romantico soggiorno al Visconti Palace Hotel Per ritrovare la dolcezza del primo periodo di matrimonio o per festeggiare un anniversario di coppia, cosa c’è di meglio di un week end di relax e romanticismo? Sensibile alle esigenze dei suoi ospiti, il Visconti Palace Hotel di Roma dedica alle coppie un pacchetto speciale per festeggiare nella Capitale la più magica delle ricorrenze con l’offerta “Celebrate in Rome” (a partire da 250 euro a notte) valida per un soggiorno minimo di 3 notti che include: pernottamento in Suite, bottiglia di Spumante e composizione di frutta fresca in camera all’arrivo, due aperitivi di benvenuto al “Visconti Bar”, al “Patio” o in Terrazza, prima colazione con buffet all’americana, late check out ore16,00, connessione wi-fi e quotidiano. Sulla grande terrazza panoramica si può godere della vista sui tetti di Roma e rilassarsi per un drink presso il “Roof 7 Bar”. Il Visconti Bar, situato nell’accogliente area Lounge al piano terra dell’albergo, propone un servizio di piccola ristorazione dalle 11,00 a mezzanotte tutti i giorni. Visconti Bar, area Lounge, il Patio situato a pianterreno e la Terrazza sono luoghi adatti per rilassarsi a fine giornata, per un incontro di lavoro, un aperitivo o cocktail ed eventi privati. Durante la bella stagione, tutte le sere c’è il BBQ in terrazza. L’albergo dispone anche di una palestra equipaggiata con le più sofisticate attrezzature e di uno spazio polifunzionale ad altissima tecnologia per convegni, congressi e conferenze. Dal board meeting esclusivo al party con DJ o musica dal vivo, dal seminario al cocktail in terrazza sotto le stelle. Info: tel. 063684 - www.viscontipalace.com.

Premio Carlo Magno al Kolbe Hotel Roma In pieno centro città, proprio sotto il Palatino e a due passi dai Fori Imperiali, il Kolbe Hotel di Roma è la location ideale per eventi di alto livello internazionale. Di recente la location ha accolto un parterre d’eccezione come il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz,

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il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, giunti a Roma, per la consegna – nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano – del Premio Carlo Magno a Papa Francesco. Prima del Sommo Pontefice il premio Carlo Magno – riconoscimento che dal 1950 viene conferito

annualmente dalla città tedesca di Aquisgrana a personalità che hanno contribuito all’integrazione e all’unione in Europa – è stato assegnato a Martin Schulz (2015), JeanClaude Juncker (2006) e a Donald Tusk (2010). Imponente, data l’importanza degli ospiti, la macchina organizzativa attivata in occasione della permanenza a Roma dei tre delegati europei. Una sfida vinta brillantemente da tutto lo staff dell’Hotel Kolbe e che ha confermato la forte vocazione congressuale della struttura capitolina, mettendo a disposizione dei presidenti anche le sale riunioni e le attrezzature tecniche per l’incontro con i media. Un altro grande successo per l’albergo romano, che si aggiunge al prestigioso premio Best World Luxury Hotel&Conference Centre 2015 dello scorso anno e alla importante nomination ai prossimi World Luxury Hotel Awards 2016. Tra gli eventi di rilievo ospitati dal Kolbe Hotel, il 9 maggio c’è stata la “Festa dell’Europa” in ricordo dell’anniversario della dichiarazione di Schuman. Nello scenografico giardino dell’hotel un sottofondo delicato di quartetto d’archi ha visto l’Ambasciatore EU Laurance Argimon Pistre accogliere uno ad uno i numerosi invitati alla festa dell’Unità Europea. Numerosi i servizi offerti dal Kolbe Hotel Rome, tra cui le camere particolarissime, alcune con vista mozzafiato sui Fori. La spaziosa sala colazione e il lounge bar sono luoghi ideali dove è possibile rilassarsi gustando cibi e cocktail, fino all’ampio ed elegante Garden Restaurant “Al Palatino”, che fonde i sapori della tradizione romana con le nuove tendenze culinarie. Gli ospiti, durante la bella stagione, possono anche fruire di una suggestiva oasi di verde, il chiostro del convento, un incantevole giardino interno con ulivi secolari e alberi di agrumi, perfetta cornice per eventi indimenticabili. Attrezzato con le più moderne tecnologie, il Centro Congressi Kolbe


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HOSPITALITY NEWS Inaugurata a giugno la Galleria del Gottardo

Hotel Rome è in grado di ospitare eventi personalizzati, dalla riunione privata al classico meeting, dal corso di aggiornamento alla grande convention. Le sale riunioni hanno spazi modulabili e in grado di adattarsi perfettamente alle esigenze del cliente per ospitare fino a 150 persone. L’incantevole giardino interno dell’hotel può essere invece un ambiente romantico ed emozionante per un cocktail esclusivo magari accompagnato dalla musica o per una cerimonia nuziale esclusiva, complice la Sala Colosseo, che affaccia direttamente sul chiostro, dai preziosi soffitti a mattoni originari del Seicento. Nella foto in alto da sin. Martin Schulz presidente della Commissione europea con Carlo Izzo, gm del Kolbe Hotel Rome (anche in basso con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker).

Ottime performance per NH Hotel Group NH Hotel Group annuncia i risultati per il primo trimestre del 2016, confermando il trend positivo che la Società ha dimostrato durante tutto l’anno passato. Nel pieno del terzo anno di attuazione del suo piano strategico, il Gruppo continua a mostrare l’impatto positivo ottenuto nei risultati di tutte le iniziative in fase di realizzazione, superando ogni aspettativa di crescita sul mercato. Dopo due anni di

Con una lunghezza record di 57,1 km, la nuova galleria di base del San Gattordo, inaugurata lo scorso giugno, si aggiudica il primato della galleria esistente più lunga del mondo. Elemento della Nuova Ferrovia Transalpina (NFTA), di fatto, la galleria rappresenta il cuore del corridoio Rotterdam-Genova che unisce il Mare del Nord al Mediterraneo. Un successo che all’orgoglio di Svizzera e Italia unisce la soddisfazione di Assoedilizia, il cui contributo, nel dare l’idea agli svizzeri, dell’interesse che in Italia sussisteva circa la linea ferroviaria del Gottardo, è stato decisivo. «Alla soddisfazione della Svizzera e dell’Italia, aggiungo anche la felicità di Assoedilizia e la mia personale», ha dichiarato il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, che è anche presidente dell’Associazione Amici Grandi Alberghi fondata insieme a Mario Mancini, durante la rassegna cinematografica “Gottardo, un mito per il futuro”. Alla rassegna era presente anche il console generale della Svizzera Fèlix Baumann. «La mia attenzione ai rapporti con il confinante paese elvetico risale a diversi anni fa», spiega Colombo Clerici, «Nel 1991 fondavamo – con gli amici Ambasciatore Salvatore Zotta, Franco Masoni Fontana, Paolo Grandi, ed un gruppo di cofondatori svizzeri ed italiani – l’Associazione italo-svizzera Carlo Cattaneo di Lugano e nel 1995/96 fummo tra i primi, con Assoedilizia, a portare la questione di AlpTransit all’attenzione dell’opinione pubblica italiana, organizzando una serie di dibattiti e di incontri ministeriali con il nostro Governo. La nostra azione contribuì a far sì che gli Svizzeri Ticinesi superassero il voto della Camera Bassa che, in un primo momento, aveva privilegiato la linea del Loetschberg a scapito proprio del Gottardo». Per festeggiare la messa in servizio commerciale della galleria – prevista per l’11 dicembre 2016 – è stato preparato un ricco calendario di eventi, tra cui la rassegna cinematografica inaugurata dal cortometraggio dei fratelli Lumière del 1895 e dedicata al tema dei treni nel cinema e una mostra-installazione nel foyer di Spazio Oberdan a Milano. Nella foto, da sin. il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici con il Console svizzero Felix Baumann.

investimenti e il miglioramento delle capacità di gestione e organizzazione, la Società rileva un forte trend di crescita nelle entrate, che in questo primo periodo dell’anno sono aumentate dell’8,5% arrivando a 301,8 milioni di euro. A sua volta, l’Ebitda migliora del 29,7% fino a 4,8 milioni di euro, nonostante l’effetto negativo del cambio valuta in alcuni mercati, l’impatto negativo della settimana pasquale in Germania e il costo opportunità di opere di ristrutturazione in alcune destinazioni. Nel contempo, il risultato netto di 39,6 milioni di euro è in linea con la previsione degli utili netti positivi stimati per l’intero anno e non riflette i miglioramenti operativi del primo trimestre preventivati in base a diversi fattori

(accantonamenti, differenze di tassi di cambio ed entrate fiscali più basse). Su base comparabile, escludendo l’effetto dei tassi di cambio dei proventi finanziari e il reddito fiscale d’esercizio inferiore, il risultato netto di questo periodo risulterebbe migliorato del 6,4% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A conferma della crescita, entro la fine dell’anno, il brand esclusivo del Gruppo, “Collection”, che ha scelto come sede Roma, raggiungerà quota 68 strutture nel mondo. Da segnalare che lo scorso 28 aprile, proprio nella Capitale, ha aperto il terzo hotel NH Collection: il 5 stelle, NH Collection Roma Palazzo Cinquecento, ospitato all’interno di una struttura che fu un tempo sede delle Ferro5-6 2016

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HOSPITALITY NEWS 45 anni di presenza in Italia per Singapore Airlines

vie e delle Poste, e splendido esempio di architettura novecentesca ricca di dettagli in stile Liberty. Al lancio ufficiale ha presenziato anche Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. A ideare la cena per l’evento di inaugurazione sono stati i celebrity chef Chris Naylor, 1 Stella Michelin (Vermeer Restaurant), e Julián Mármol, (Kyushu Restaurant presso NH Collection Grand Hotel Convento di Amalfi). Info: www.nh-hotels.com).

Aperto a Roma Palazzo Scanderbeg Casa di charme di quattro piani nel cuore di Roma composta da undici appartamenti – di cui il più grande di 166 mq – Palazzo Scanderbeg si affaccia sulla suggestiva piazzetta omonima che ricorda uno scenario teatrale e proietta l’ospite nella vita vibrante ma anche sonnolenta di Roma. Costruito nel 1466 dal Principe albanese e Re d’Epiro Giorgio Castriota detto Scanderbeg – la cui effige si trova ancora oggi sopra il portone d’ingresso – Palazzo Scanderbeg grazie ad un accurato restauro conservativo offre oggi uno stile sobrio e raffinato negli arredi, con pavimenti in legno recuperato da antiche briccole veneziane e alti soffitti con travi a vista. Gli elementi di design portano la firma di

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Lo scorso giugno, Singapore Airlines ha festeggiato i 45 anni di presenza in Italia con una serata di gala al Palazzo Brancaccio di Roma. Alla conferenza stampa, che ha preceduto la serata di gala, sono intervenute diverse personalità del settore tra cui Subhas Menon, regional vice president Europa di Singapore Airlines, Jerry Seah, general manager Italy, Eric Eng direttore contro sud Italia e Roberta Sarain, sales & communications manager per l’Italia e Carmen Sinatra Capo Scalo SIA-Roma Fiumicino. Subhas Menon ha confermato tutte le novità del prodotto per l’anno in corso, a partire dall’introduzione della nuova classe Premium Economy che «viene incontro alle esigenze sia del viaggiatore business non sempre “up level”, ma soprattutto del turista leisure che vuole più comodità e servizi a bordo». La Premium Economy è attiva sulle rotte internazionali e presto sarà disponibile anche per i collegamenti con l’Italia. Messo in risalto anche l’aumento delle frequenze: dal 25 giugno al 30 luglio i voli verso Roma passeranno da 3 a 5 a settimana. Su Milano, già dal 27 marzo la frequenza è passata da 5 a 6 voli settimanali. Confermato, infine, anche il nuovo collegamento “Capital Express” tra Canberra e Wellington e la crescita del network grazie all’accordo di partnership e codeshare tra Singapore Airlines e Lufthansa. La serata celebrativa è stata organizzata in collaborazione con Singapore Tourism Board che ha presentato gli ultimi dati sul turismo proveniente dall’Italia. «Il 2015 si è rivelato un anno favorevole per gli arrivi internazionali a Singapore, che sono cresciuti, e si è registrato un forte incremento del settore turistico. Il mercato italiano è al sesto posto per flussi internazionali con quasi 70.000 visitatori all’anno. A evidenziare i dati, Brigitte Fleischauer, area director Central & Southern Europe dell’Ente che ha aggiunto: «Il target è composto in prevalenza da coppie tra i 25 e i 50 anni e dal classico business travel». www.singaporeair.com.

Cappellini, Poltrona Frau e Terzani. Belli e preziosi i tappeti di Sartori impreziosiscono il Palazzo. «Palazzo Scanderbeg completa la nostra offerta ricettiva nei punti strategici del turismo romano», dice il general manager Giacomo Guzzardi, «il Visconti Palace Hotel vicino a San Pietro e l’Hotel Capo d’Africa nei pressi del Colosseo. Puntiamo molto su quello che si è dimostrato il fattore vincente negli altri due alberghi: il servizio. A Palazzo Scanderbeg l’ospite è coccolato aldilà di ogni sua aspettativa, nel rispetto della privacy e della discrezione. La conciergerie assiste gli ospiti 24 ore su 24, soddisfacendo ogni necessità in maniera premurosa e impeccabile. Sono disponibili anche servizi come il maggiordomo e lo chef a domicilio su richiesta. Gli appartamenti sono dotati di cucina completamente attrezzata in ogni dettaglio, dal forno a microonde alla cantinetta refrigerata per il vino, compresa una piccola selezione di prodotti gastronomici in omaggio». Info: tel.

06594848000 - info@palazzoscanderbeg.com - www.palazzoscanderbeg.com. Nella foto, l’ingresso di Palazzo Scanderbeg con l’effige dell’antico proprietario, il Principe albanese e Re d’Epiro Giorgio Castriota detto Scanderbeg

Almar Jesolo Resort & Spa Best Hotels in Italy Almar Jesolo Resort & Spa, raffinato cinque stelle sul Lido di Jesolo – famosa località a meno di un’ora da Venezia con 15 chilometri di spiaggia dorata – è stato recentemente inserito dalla prestigiosa rivista The Telegraph, nella guida Best Hotels in Italy con una valutazione complessiva di 8 su 10 e con la seguente recensione: «Bellissimo resort di tendenza sulla spiaggia del Lido di Jesolo che offre un servizio di altissimo livello (9/10) con un buon rapporto qualità prezzo (7/10), tre piscine a diverse temperature, una magnifica Spa (9/10), un ristorante eccellente e 2 bar (8/10)».


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HOSPITALITY NEWS

Un’oasi verde al Gusmay Resort di Manacore nel Gargano

Nuovo gm per Hilton Giardini Naxos

Il Gusmay Resort è il nuovo indirizzo di riferimento Mice del Gargano. Progettato dall’architetto Marcello D’Olivo nel 1959, il complesso – che include il cinque stelle Hotel Suite Le Dune e il quattro stelle Hotel Cala del Turco - si trova a Manacore, a 8 km. da Peschici e a 16 da Vieste, nell’incantevole baia del Gusmay da cui il resort prende il nome. Immerso in un parco naturale di oltre 100 ettari, il resort ha un accesso diretto al mare in una delle più belle baie del Gargano, con ingresso esclusivo per gli ospiti dell’hotel. Vero e proprio destination resort, il punto di forza del Gusmay Resort, sin dalla sua apertura, è stata la sostenibilità ambientale, con un’attenzione unica al contesto naturalistico circostante: è stato il primo hotel senza barriere architettoniche costruito in Italia. Location ideale per ogni tipologia di evento, dai piccoli board meeting alle convention aziendali, mette a disposizione l’ipertecnologico Centro Congressi “La Fenice”, composto da una grande sala di 650 mq e di 4 sale più piccole da 50 mq. Con i suoi 3600 metri quadrati di superficie espositiva, interna ed esterna, il Gusmay Resort è perfetto anche per la presentazione di autovetture, sfilate e shooting fotografici. Di ottimo livello la ristorazione che privilegia materie prime e ricette del territorio. Tre i ristoranti: il Beach Restaurant “Le Dune”, “Il Canneto” in riva al mare e il Beach Grill. Su richiesta, l’hotel organizza degustazioni enogastronomiche presso le cantine e i produttori locali. Il Resort è un paradiso anche per gli sport all’aria aperta e per la remise en forme con la SPA Pinea, 2 piscine, 2 campi da tennis e 1 campo da calcetto. Info: www.gusmayresort.it.

È un ritorno quello di Andrea Modesti (foto sotto) all’Hilton Giardini Naxos, già alla guida dell’albergo tra il 2011 e 2012, dopo essere stato per 15 anni al Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotels & Resorts

come Director of Conference &Events e come Cluster General Manager dell’Hilton Excelsior Palace e Grand Hotel et Des Palmes di Palermo. Dal mese scorso, Modesti torna alla direzione generale dell’Hilton Giardini Naxos, struttura di 296 camere, con ampio centro congressi e area espositiva, 2 ristoranti, ampio parco mediterraneo, piscina esterna, spiaggia privata e centro benessere “Our Spa”. Il top manager riprende il lavoro da dove l’aveva interrotto, concentrandosi in particolare sull’incremento del segmento Mice e leisure, sulla qualità dei servizi, sulla motivazione del team dell’albergo e sui brand service standard Hilton.

Premio Guido Carli a Alessandro M. Cabella Alessandro Cabella, General Manager dell’Hotel Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts è stato recentemente insignito del Premio Guido Carli. A consegnare al top manager l’award il presidente onorario Gianni Letta nella sala della Regina di Montecitorio a Palazzo Montecitorio con questa motivazione: «dal nonno ha imparato ad apprezzare il gusto del bello.

Dal papà la volontà di raggiungere gli obiettivi», ha dichiarato Alessandro Cabella (foto) che ama definirsi cittadino del mondo. E non tanto per le cinque lingue parlate correntemente o per l’esperienza di manager internazionale, quanto per lo spirito cosmopolita che lo ha portato a vivere e lavorare oltre che in Italia, a Monaco, in Francia e Portogallo. Dopo l’Hilton Vilamoura, il Conrad Algarve Resort e il Molino Stucky di Venezia, oggi dirige lo storico Rome Cavalieri, prestigioso hotel che lo scorso anno ha festeggiato il suo 50esimo anniversario. La sua linea guida? «Puntare ai nuovi mercati, ma con un occhio sempre attento al turista più esigente: quello italiano». Ad assegnare i riconoscimenti una giuria, composta da importanti personalità come Romana Liuzzo, Azzurra Caltagirone, Urbano Cairo, Giovanni Malagò, Matteo Marzotto, Mario Orfeo, Debora Paglieri, Barbara Palombelli, Antonio Patuelli, Antonio Polito e Giuseppe Recchi. Tra i premiati anche la presidente della Rai Monica Maggioni, il direttore del Tg de La7 tv Enrico Mentana, il direttore generale di Finmeccanica Mauro Moretti, il direttore Corriere della Sera Luciano Fontana, il banchiere Giovanni Bazoli, l’imprenditore Guido Barilla, il direttore generale di Unipol Carlo Cimbri. Info: www.romecavalieri.com.

Un concept tutto nuovo per il Novotel Milano Linate C’è tanta sostanza nel restyling del Novotel Milano Linate, il fiore all’occhiello dell’offerta in Italia di Novotel, marchio midscale del gruppo Accor Hotels recentemente rilanciato sul mercato internazionale con una nuova brand identity. Dopo importanti lavori, che hanno 5-6 2016

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HOSPITALITY NEWS L’amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni, presidente Ufi nel 2018 coinvolto le aree comuni, gli spazi meeting e parte delle camere – entro la fine dell’anno tutte le 206 stanze saranno rimodernate – il Novotel Milano Linate fa dell’eleganza e dell’innovazione tecnologica le sue parole d’ordine. In posizione strategica vicino all’aeroporto milanese, al quale è collegato da un servizio di navetta gratuito, l’hotel offre spazi accoglienti e multifunzionali, nuovi servizi all’insegna dell’innovazione tecnologica e arredi di eco-design per un’offerta personalizzata in grado di rispondere a ogni esigenza. Forte del rinnovamento del brand a livello internazionale, il Novotel Milano Linate ha modernizzato anche la propria offerta business, affermandosi così come una delle strutture di riferimento a Milano per il segmento Mice. E le soluzioni per il comparto degli eventi sono davvero tante e soprattutto à la carte: sia che si tratti di tecnologia, di Food & Beverage o di idee creative, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ogni meeting planner, quindi, può scegliere su misura tutto quello che occorre per la perfetta riuscita di ogni manifestazione. Sul fronte della tecnologia, Novotel è in grado di offrire un supporto all’avanguardia per gli incontri di lavoro, a cominciare dal wi-fi in tutta la struttura. Al “Via Kramer”, il sistema di connessione device che permette di interagire e commentare istantaneamente tutti i file, si affiancano ad esempio il “Creston AirMedia®”, che consente di visualizzare sullo schermo documenti e fotografie direttamente dai dispositivi mobili, il sistema di presentazione wireless “Barco ClickShare” e la lavagna digitale “Smart Kapp Whiteboard”, che trasmette in tempo reale i contenuti sui device dei partecipanti per poi salvarli, organizzarli e spedirli via e-mail. Altrettanto articolata l’offerta F&B: con un occhio sempre attento alla salute e al benessere, si possono scegliere soluzioni personalizzate per la pausa caffè – disponibile nelle versioni

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Dopo 27 anni, l’Ufi – l’associazione che unisce organizzatori e operatori fieristici dei centri di esposizione, oltre alle principali associazioni fieristiche nazionali e internazionali – tornerà ad avere un presidente italiano. Durante l’ultimo Open Seminar Ufi di Basilea, il Consiglio di amministrazione dell’Associazione ha infatti eletto come presidente per l’anno 2018 Corrado Peraboni, l’attuale Amministratore delegato di Fiera Milano. In Ufi, Corrado Peraboni ha assunto, prima, la carica di vicepresidente e poi quella di presidente dell’European Chapter presidente. Attualmente è Segretario del Comitato esecutivo. Per il biennio 2016-17 ai vertici dell’Associazione ci saranno dunque: Andreas Gruchow, (Deutsche Messe AG, Germania), in qualità di Presidente; Corrado Peraboni (Fiera Milano, Italia) Presidente entrante (Incoming President); Sergey Alexeev (ExpoForum-International Ltd., Federazione Russa), Presidente uscente (Outgoing President). La decisione sarà ufficializzata in occasione dell’83° Congresso annuale UFI, che si terrà dal 9 al 12 novembre 2016 a Shanghai.

tradizionale, energizzante, dolce o salata – così come per il pranzo. Oltre alla formula classica nel luminoso ristorante dell’hotel, i congressisti possono ordinare un Executive Border Lunch servito direttamente in sala per ottimizzare i tempi del meeting. Sono oltre 600 le possibili combinazioni, a partire da 15 euro e allestibili nella bella stagione nel giardino dell’albergo o a bordo piscina. L’offerta di spazi è di tutto rispetto: 9 sale modulabili, quasi tutte con luce naturale, capaci di accogliere fino a 240 delegati. Particolarissimo – e ideale per classi di lavoro di 10 partecipanti – lo spazio Airbus, appena rinnovato: intorno a un tavolo rotondo, strategico per coniugare attenzione, interazione e convivialità, ci sono le originali Wellness Ball al posto delle tradizionali sedie, per migliorare l’equilibrio e la postura. Info: www.novotel.com/Linate.

Un mare di novità al Chia Laguna L’esclusivo resort di Italian Hospitality Collection, il Chia Laguna, apre alla stagione estiva con tante novità: la riqualificazione di importanti aree dell’Hotel Baia, l’offerta di due esclusive scuole sportive e, per i bambini, l’ingresso nello staff di Masha e Orso. L’Hotel Baia si presenta agli ospiti con una veste più elegante nelle 16

nuove camere, con arredi che richiamano la natura del territorio, spazi candidi e travi a vista per i soffitti. Per vivere l’incanto di Chia all’insegna dell’esclusività e dello stile, la soluzione perfetta si trova nelle suite dell’Hotel Laguna – la Luxury Panorama Suite e la Natural Prestige Suite – inaugurate lo scorso anno. Dalla colazione servita in camera o sulla terrazza panoramica, al trasporto privato in jeep, fino alla presenza del maggiordomo, tutto è studiato per rendere il soggiorno all’Hotel laguna un’experience indimenticabile. Dall’Hotel si raggiungono la piscina Bioaquam e la Chia Natural Spa, quest’ultima immersa nella ricca vegetazione del parco con piscine idromassaggio, vasca panoramica e cabine trattamenti. Design e raffinatezza sono i tratti identitari dei ristoranti: La Pergola, offre grandi spazi lineari e moderni e arredi nelle nuance del legno chiaro e della pietra. Per musica live e dance floor c’è il ristorante Whiteluna affacciato sul bellissimo giardino che propone i migliori piatti della tradizione isolana. L’interno è finemente arredato sui toni del turchese e del sabbia a ricordare il mare di Chia e i legni portati dalle sue onde. La vocazione sportiva del resort chiama l’attività all’aria aperta e quest’anno per i più giovani la novità assoluta è la Juventus Training Experience che


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HOSPITALITY NEWS

fino all’11 settembre proporrà ai calciatori in erba desiderosi di divertirsi migliorando le proprie abilità un corso esclusivo. E per i bambini ecco due ospiti speciali: Masha e Orso che accompagneranno i piccini nel Bimbi Restaurant e nella piscina del miniclub. Chi desidera può richiedere il kit Masha&Orso (250 euro a soggiorno) che prevede oltre al welcome kit la camera personalizzata negli accessori e negli arredi. Info: www.chialagunaresort.com.

Eccellenza di tripadvisor al Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi Un hotel da fiaba. Le recensioni postate su TripAdvisor da coloro che hanno soggiornato al Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi concordano nell’apprezzare innanzitutto l’atmosfera fiabesca del raffinato hotel Liberty immerso in un parco di alberi secolari. Premiato oggi anche dal Certificato di Eccellenza di TripAdvisor per “l’attenzione al cliente al primo posto” e “il personale dedicato all’ospite per qualsiasi necessità, sempre gentile e sorridente”. A giudizio di molti, l’albergo è luminoso, elegante e romantico, le camere stupende e spaziose, le piscine esterne ed interne da favola, il centro benessere di vero benessere, ottimo il ristorante tradizionale, la carta dei vini importante e il maître estremamente disponibile. Info: tel. 07755081 www.palazzodellafonte.com.

[ comfort zone ] al Club 10 Oasi di relax al decimo piano dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, il Club 10 Fitness & Beauty Center, introduce nella sua esclusiva urban spa i prodotti e i trattamenti [ comfort zone ], il marchio skincare di Parma noto per le sue formulazioni ricche di principi attivi naturali e molecole high-tech all’avanguardia che, abbinate a rituali esclusivi, garantiscono efficacia e gradevolezza sensoriale. Tra i trattamenti e i rituali viso e corpo

della durata di 50-60 minuti ciascuno (anche per gli uomini): Hydramemory: idratazione profonda di viso, collo e décolleté. Sacred Nature: anti-età nutriente e protettivo del dna cellulare. Sublime Skin rimpolpante e riempitivo. Firming per donare elasticità e ripristinare l’idratazione della pelle del corpo. Salt Massage, rituale con pietre e impacchi di sale dell’Himalaya ad azione riequilibrante e rilassante, ideale per lenire i dolori, stimolare il metabolismo e migliorare la circolazione del sangue. Info: www.dorchestercollection.com/it/ milan/hotel-principe-di-savoia/spa/ - www.comfortzone.it

Nh Hotel Group sceglie Venezia NH Hotel Group sceglie per la terza volta una delle città più belle e romantiche al mondo per aprire la sua 54esima struttura in Italia. Venezia rappresenta infatti lo scenario ideale per una nuova apertura. L’hotel sarà un moderno punto di riferimento, accogliente e funzionale, per tutti coloro che vorranno soggiornare in città – per lavoro o per piacere – con il massimo del comfort e dei servizi di alta qualità, tipici dell’ospitalità di NH Hotel Group. Questa nuova struttura – acquisita da AXA IM - Real Assets per conto dei clienti – si trova in Rio Novo a pochi passi da piazzale Roma e dalla stazione S. Lucia: una posizione strategica che consente agli ospiti di raggiungerlo agevolmente con ogni mezzo di trasporto e allo stesso tempo di poter visitare in tutta comodità le bellezze della laguna e i più importanti punti di interesse della città. Il nuovo hotel, che aprirà le sue porte agli ospiti entro la prima metà del 2018 al termine di un processo di attenta ristrutturazione, è disposto su 5 piani e sarà dotato di 144 camere, sale meeting, ristorante e bar, area fitness, giardino esterno e una meravigliosa terrazza panoramica con vista mozzafiato su Venezia. Grazie alla sua posizione strategica nel

centro storico e vicino alle principali attrazioni turistiche, rappresenta davvero il luogo ideale in cui soggiornare, nel cuore di una delle città più suggestive e attraenti al mondo. Questa nuova apertura rappresenta un’ulteriore affermazione della volontà di NH Hotel Group di investire nel bel paese, puntando sulla valorizzazione del territorio italiano come polo attrattivo internazionale per il business e il turismo, attraverso l’offerta di servizi competitivi e di alto profilo in edifici unici, accoglienti e dotati delle tecnologie più evolute. Tutti gli ospiti potranno usufruire, ad esempio, dell’easy Wi-Fi gratuito, televisori LED, docce emozionali effetto pioggia e molti altri servizi che rendono a tutti gli effetti questo nuovo hotel la scelta perfetta per chi desidera un soggiorno indimenticabile a Venezia.

Nuovo management per Fiera Milano Nello Martini (foto) entra nel team di Fiera Milano con l’incarico di Exhibition Manager di BIT, la Borsa Internazionale del Turismo. Classe 1967, Martini vanta una grande esperienza nel settore fieristico: dal 2007 al 2009 ha ricoperto infatti il ruolo di Project Manager di Macef, Chibi e Festivity di Fiera Milano International, è stato Direttore Editoriale delle testate di Fiera Milano Editore negli anni 2000. Nel suo nuovo ruolo il top manager si occuperà di valorizzare la Borsa Internazionale del Turismo puntando alla segmentazione dell’offerta, carta vincente per gli operatori professionali e seguendo con attenzione lo sviluppo delle nuove tecnologie che hanno modificato l’approccio dei consumatori verso il mondo dei viaggi. ■ 5-6 2016

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Air Canada

Italia in volo verso nuovi traguardi

Dopo aver chiuso l’anno finanziario 2015 con risultati da record, la Compagnia di Bandiera Canadese è pronta a raggiungere nuovi obiettivi di crescita

✒Mario Masciullo Per Air Canada Italia, gli ultimi tre anni sono stati un vero e proprio successo sia sotto il profilo operativo che sotto quello economico. Il riempimento degli aeromobili ha superato la media: dall’81,7% con punte di oltre il 95%. Dagli aeroporti di Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Venezia sono partiti oltre 1.400 voli AC, trasportando 305 mila passeggeri da e per il Canada (più 11.5% rispetto all’anno precedente) con un reddito economico del 21% superiore al 2014. Agenzie di viaggio e tour operators hanno aumentato il loro contributo nella misura del 16,7%, mentre le vendite via web sono cresciute dell’11% e le vendite dirette del 7%. Nei tre anni consecutivi di successo economico-operativo il dividendo di mercato in Italia del vettore canadese si è assestato a più 6,7%. I dati in crescita di AC Italia sono in piena sintonia con i successi di AC a livello globale. Le previsioni di fatturato per l’anno in corso della Compagnia sono con il segno + stimolate dalla maggiore disponibilità di posti: oltre 23.000 equivalente a +22 percento e la fre-

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quenza voli +11% dai tre aeroporti verso Toronto e Montreal. Fino a ottobre 2016 i voli Venezia-Toronto avranno frequenze giornaliere e il Venezia Montreal tre frequenze settimanali. Anche Milano Malpensa disporrà di un volo giornaliero su Toronto con aeromobile A330 passando dalle 5 alle 7 frequenze settimanali. ■

Novità su Roma Fiumicino: nuovi aeromobili e più collegamenti

Da marzo è in vigore una frequenza giornaliera per Toronto con Airbus 300 nella nuova configurazione delle 3 classi (Business, Premium ed Economy). Da metà giugno a metà ottobre entrerà in servizio il B777, la cui capienza è di oltre 400 posti. Da Marzo Air Canada serve inoltre il volo Roma Montreal con Airbus 300 nella nuova configurazione delle 3 classi con frequenza giornaliera rimpiazzando il servizio effettuato da Air Canada Rouge (la linea Smart della compagnia).


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AERONEWS Intervista al dg Air Canada Italia, Umberto Solimeno Approdato ai vertici della Compagnia a dicembre 2012, Umberto Solimeno è anche Presidente di IBAR (Associazione dei vettori presenti in ITALIA), nonché membro Esecutivo del consiglio F.A.I.R.O e membro della sezione trasporti e turismo di Unindustria del Lazio. È inoltre relatore di spicco in convegni su temi del trasporto aereo e del turismo. Quali sono le strategie per mantenere e migliorare i livelli di carico passeggeri sopra riportati? «Abbiamo lanciato una serie di iniziative rivolte agli agenti di viaggio, per esempio una super commissione del 6% che si aggiunge a quella di base per il periodo marzo/aprile, tariffe dedicate, ma anche educational e fam trip su destinazioni servite da Air Canada, come Stati Uniti e Cuba via Toronto e Montreal». Da quale dei tre aeroporti italiani origina il maggiore contributo? «Senza alcun dubbio da Fiumicino, su cui abbiamo investito di più in Italia, crescendo sia in termini di frequenza (ben 14 alla settimana) che di capacità, con aerei sempre più grandi, non ultimi il 787 ed il B 777». Qual è la tipologia di traffico dai tre aeroporti? «Da Milano origina il 65% di viaggiatori per affari, da Venezia il 15% e da Roma il 40%». In quale misura gli operativi di Delta, Meridiana e Tap sugli USA sono concorrenziali a Air Canada Italia? «Direi che le tariffe di AC sono allineate a quelle dei vettori concorrenti». Air Transat con i suoi operativi 2016 dal sud Italia è ritenuto vettore concorrenziale? «Assolutamente sì. Credo sia un punto di forza, ma raccoglie un traffico che, al momento, non ci interessa e che risponde al nome di etnico o VFR (visiting friend and relatives)». Quali iniziative sono in corso per mantenere il servizio AC al livello pianificato di crescita? «Il nostro accordo con Trenitalia ci permette di intercettare un target di alto livello che cerca il servizio migliore sotto ogni aspetto, ristorazione compresa. Non per caso siamo l’unica compagnia 4 stelle (qua-

lificata da Skytrack) e, per 5 anni consecutivi, la migliore compagnia aerea del Nord America». Ci sono in programma iniziative speciali rivolte al business travel per fidelizzarli a AC? «Abbiamo un programma frequent flyer molto interessante, con una offerta che prevede, insieme ai nostri partner, un ventaglio unico di servizi e collegamenti nel mondo. Per le TMC (Business Travel Agency), invece, abbiamo incentivi ad hoc e contratti in essere sia come Star Alliance che come Air Canada». Altre iniziative per attrarre l’attenzione di nuove fasce di mercato, esempio il Mice? «Su questo fronte dobbiamo ancora sfruttare tutte le potenzialità, ma posso dire che, come richiesta di gruppi, nell’ultimo anno abbiamo raddoppiato il numero e l’evasione delle richieste pervenuteci». Con l’apertura ufficializzata di Cuba è previsto maggiore flusso di viaggiatori anche dall’Italia, ci sono iniziative di collaborazione con T/O italiani per inserire AC nei loro programmi turistici? «Proprio quest’anno tre tour operator ci hanno richiesto di inserire Air Canada nei loro programmi turistici verso Cuba. Per la promozione sponsorizziamo ben due viaggi di familiarizzazione per agenti di viaggio effettuati in collaborazione con alcuni operatori che pianificano la destinazione».

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LE VIE DELL’INCENTIVE

Tequila,

il sapore del Messico È un’icona messicana al pari di Speedy Gonzales, delle allegre grida dei mariachi e del sombrero. Dopo aver bruciato le gole assetate dei protagonisti cinematografici del genere spaghetti western, negli anni Ottanta la tequila è entrata nei bar, nei cocktail e nell’immaginario degli italiani come un torcibudella da buttar giù d’un fiato, quale prova di coraggio e incoscienza. Ma attenzione: questa è solo la tequila mixta, quella più economica e di minor qualità, fatta per metà di distillato d’agave messicana e per metà di sciroppo di canna, trasportata per lo più in cisterne e im-

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bottigliata all’arrivo, l’unica (o quasi) importata in Italia e in Europa fino agli ultimi anni. Poi però c’è “Il Tequila”, declinato al maschile come si fa in Messico, dove la produzione del distillato 100% di agave azzurra (Agave Azul Weber) è cosa seria, disciplinata fin dal 1976 con denominazione d’origine, e dove la sua degustazione prevede tempo, rispetto e piacere.

Distillato Premium «Tecniche innovative e una nuova attenzione alla qualità del processo di produzione hanno dato al tequila la sua eccel-


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Dalle coltivazioni di agave alle antiche distillerie, la bevanda più messicana di tutte si svela a pochi intenditori in tutta l’eccellenza del suo gusto, del suo profumo e della sua qualità ✒Testo e foto di Barbara Ainis

lenza di oggi», ci ha detto Francisco Hajnal Alfaro, presidente e fondatore dell’Academia Mexicana de Catadores de Tequila, Vino y Mezcal. «Dalla raccolta dell’agave a perfetta maturazione alla cottura lenta e attenta, dalla fermentazione controllata alla distillazione in purezza, tutto per assicurare il gusto più raffinato ed evitare la presenza di componenti che possano essere pericolose per la salute». Il vero cambiamento si è avuto nel 1994. Fu l’anno della crisi messicana, le cui conseguenze si conoscono nel mondo proprio con il nome “Effetto Tequila” e

che causò il fenomeno del Boom del Tequila. I messicani che apprezzavano il buon whisky e il buon brandy ridussero il consumo di prodotti importati e cominciarono a comprendere che anche il locale tequila poteva essere un distillato di qualità, dando così impulso alla vendita di bottiglie premium. «I migliori tequila, quelli 100% agave azzurra, sono da considerarsi al pari degli altri distillati da meditazione e sanno regalare ottime esperienze di gusto», ci ha confermato Luigi Terzago, sommelier e consigliere nazionale della Fisar, la federazione

Le antiche distillerie sono oggi musei suggestivi della cultura e delle tradizioni del Messico

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Come degustare il tequila

Dimenticate gli shot da buttare giù tutto d’un sorso. E dimenticate anche il classico sale e limone: questa combinazione aveva senso per diminuire l’impatto del sapore forte e aggressivo dei tequila artigianali del XIX secolo o degli attuali distillati di bassa qualità. Per degustare un tequila premium, per nulla aggressivo, come l’Herradura Blanco, il José Cuervo Tradicional Reposado, o il Gran Jubileo Añejo della piccola cantina La Alborada, solo per fare qualche esempio, non serve altro che non sia la calma. Le sue caratteristiche uniche si scoprono a piccoli sorsi, usando il tradizionale “caballito”, o, meglio, una bicchiere per il vino bianco, uno da cognac o la copa tequilera Riedel, creata appositamente per questo distillato. Se proprio volete accompagnare il vostro tequila, potete optare per una tradizionale sangrita – succo d’arancia, sale e peperoncino – o per un più raffinato duo fetta d’arancia e polvere di cannella.

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italiana dei sommelier e degli albergatori. «Vale davvero la pena diffondere una cultura del bere che includa anche questo distillato tra quelli di maggiore qualità, come il cognac, il rum e il whisky». Oggi è possibile comprare e degustare i migliori tequila praticamente in tutto il mondo, incluso in Italia. Ma per conoscere davvero questo distillato e il suo mondo non c’è che partire per un viaggio verso i luoghi che ne portano orgogliosamente il nome.

Storia e leggenda Su di una cosa non ci sbagliavamo: pronunciato al femminile o al maschile, il distillato tequila è davvero uno dei simboli più rappresentativi della messicanità. La


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LE VIE DELL’INCENTIVE

storia, le leggende e il genio di questa terra sono parte integrante dell’anima del suo distillato. Gli Aztechi dell’altopiano centrale del Messico raccontavano che la pianta dell’agave era nata dai resti della bella e giovane Mayahuel, uccisa dalle stelle perché fuggita per amore con il dio Quetzacóatl, il famoso serpente piumato. Mayahuel, con il suo sacrificio, si trasformò nella dea della fertilità, mentre l’agave regalò agli antichi abitanti del Messico una bevanda inebriante, capace di regalare la felicità. Non si trattava ancora di un distillato, naturalmente, dal momento che la tecnica e gli alambicchi per la distillazione sarebbero stati introdotti nel Nuovo Mondo solo dai conquistadores, ma del pulque, una bevanda alcolica ottenuta

dalla fermentazione del succo zuccherino dell’agave. Dalla fusione delle tradizioni indigene con le conoscenze spagnole, dunque in epoca coloniale, nacque la tequila, espressione sincretica dell’incontro delle due culture, al pari dell’arte barocca messicana e della deliziosa gastronomia del Paese. Le prime distillerie furono create nella Nuova Galizia, principalmente nei pressi del Pueblo Magico di Tequila e del paesino di Amatitán, che si contendono il primato. Su questo altopiano, a pochi chilometri dall’odierna Guadalajara, era diffusa l’agave azzurra e ancora oggi è qui che il disciplinare per la denominazione d’origine del tequila consente siano collocate le coltivazioni. Quando si visitano questi luoghi non si può che rimanere incantati. Uno scenario spettacolare si apre allo sguardo: una distesa apparentemente infinita di grandi piante dalle foglie carnose e appuntite, sovrastata dal profilo oscuro del vulcano che dà nome al tequila e che

A sin., l’agave azzurra disegna un panorama unico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sopra, le degustazioni guidate sono condotte da esperti sommelier e maestri tequileri

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LE VIE DELL’INCENTIVE Organizzare la visita

Molte distillerie, dalle più grandi e famose alle più piccole ma non meno interessanti, si sono aperte al turismo e in particolare al turismo esperienziale, offrendo a viaggiatori individuali e a gruppi la possibilità di scoprire da vicino tutti i segreti del tequila. Se si dispone di qualche giorno la soluzione migliore è quella di organizzare almeno tre visite a differenti distillerie, per visitare le coltivazioni, osservare il processo produttivo e partecipare a degustazioni guidate da esperti sommelier e maestri tequileri. Se invece si dispone di un solo giorno e si vuole trasformare questa occasione in una festa, forse un po’ sopra le righe, ma assolutamente messicana, si può salire sullo storico treno Tequila Express o sul nuovo e più lussuoso treno José Cuervo Express del Tequila (entrambi disponibili per eventi esclusivi). Il primo conduce alla Casa Herradura, presso la Hacienda San José del Refugio, tra musica dei mariachi e pranzo tipico; il secondo porta alla distilleria La Rojena di José Cuervo, includendo la visita alle coltivazioni, musica tradizionale, piatti tipici e, naturalmente, drink a base di tequila. www.tequilaexpress.com.mx www.josecuervoexpress.com

Con in taglio delle foglie si dà forma alla piña, il cuore dell’agave

si staglia sul cielo di un azzurro così intenso che sembra irreale. Quegli stessi campi sterminati e geometrici, insieme con le antiche installazioni industriali dei marchi più longevi e rappresentativi – la distilleria La Rojena del 1812 di José Cuervo (www.mundocuervo.com) e la Hacienda San José del Refugio del 1826 di Casa Herradura (www.herradura.com) innanzi tutto – sono stati nominati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2006.

La produzione Sotto il sole del Messico le piante dell’agave azzurra giungono a maturazione in non meno di otto-dieci anni. Solo allora sono pronte per il taglio delle foglie (la jima) e la raccolta della cosiddetta piña, il cuore della pianta, che, in effetti, ha proprio la forma di un ananas e arriva a pesare oltre cento chili. Tagliate in pezzi, le piante vengono cotte al vapore per 48 ore, in un forno in muratura. Le piñas co-

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sì cotte vengono macinate e spremute per estrarre un succo che contiene il 12% di zuccheri, ossia, il mosto pronto per fer-


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mentare. Con l’aggiunta di lieviti naturali, la fermentazione si svolge in cisterne di acciaio inossidabile e dura fino a 72 ore. È a questo punto che, come per ogni altro distillato vegetale, si passa al rame degli alambicchi. Con due diverse distillazioni si eliminano le componenti volatili indesiderate e parte dell’acqua, ottenendo finalmente un distillato da 55 gradi, da diluire con acqua deionizzata per raggiungere una gradazione di 35-43%. Questo è il tequila blanco, che passa nelle botti di ro-

vere solo qualche ora o qualche giorno, mantenendo un carattere fresco e un colore cristallino che lo rendono il più adatto ai cocktail. Più morbido e con un naturale colore dorato, è il tequila reposado, che resta nelle botti di rovere per almeno due mesi, acquisendo il sentore di legno. Infine la varietà tequila anejo (ed extra anejo) è quella più raffinata e decisa, invecchiata per almeno un anno in barrique di rovere e per questo caratterizzata da un colore ambra intenso, dal profumo del legno e da note di vaniglia e miele. ■

Come per ogni altro distillato premium, il tempo passato nelle botti di rovere regala alla tequila sentori raffinati e decisi

DOVE DORMIRE Hotel La Cofradía La Cofradía No. 1297 Tequila Tel. +52 374 742 1015 tequilacofradia.com.mx L’unico hotel all’interno di una distilleria nel Pueblo Magico di Tequila. Hacienda El Carmen Hotel & Spa Km. 58 Carr. Gdl.-Tala-Etzatlá Ahualulco de Mercado Tel. 01800 561 4053 www.haciendaelcarmen.com.mx Un luogo unico, un’accoglienza personale e una magnifica Spa, in un’antica hacienda del XVIII secolo a poca distanza da Tequila e Amatitan.

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