Donne in piazza

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graphic novel


La collana “Amnesty International / La Boîte à Bulles” nasce dalla collaborazione della casa editrice con Amnesty International su casi che l’organizzazione internazionale rileva come significativi e scottanti. Gli autori scelgono liberamente e secondo la loro sensibilità di collaborare al progetto e a quali temi, ma viene loro fornita ogni documentazione e contatto diretto, per assicurare la credibilità dell’opera.

Doigts d’Honneur by Ferenc & Bast © 2016 la Boîte à Bulles - All rights reserved. www.la-boite-a-bulles.com Per l’edizione italiana Donne in piazza © 2018 Ferenc, Bast © 2018 ComicOut I edizione: ottobre 2018 Traduzione: Sarah Di Nella Grafica di copertina: ComicOut Editing: Sal Tascioni e Laura Scarpa Collana «Graphic Novel» a cura di Laura Scarpa e Sal Tascioni ISBN 9788897926610 Associazione Culturale ComicOut www.comicout.com via Prenestina 18 - 00176 Roma info@comicout.org


Sceneggiatura Ferenc

Disegni Bast

DONNE

IN PIAZZA Rivoluzione in Egitto e i diritti delle donne


Gli autori ringraziano Amnesty International per i preziosi contatti e la collaborazione, in particolare Vincent Henry. Grazie a Myriam Rak e al team di Clearance.

Grazie a Nicolas Doray e ad Adrien Amilhat per l’assistenza tecnica, Grazie a Ferenc per la pazienza e la cura Dedicato a mia figlia Inès…

Bast

Grazie a Bast per il bel testo e la costanza! Dedicato a Audrey, Marius e... Merlin.

Ferenc


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Un difficile risveglio dopo la Primavera Araba La violenza narrata nelle pagine precedenti, fu uno shock per chi sfidava e lottava per la libertà attraverso la Rivoluzione egiziana. Con l’evidenziarsi di questi casi di violenza, sono venuti alla luce i difetti di una società basata sulla disuguaglianza tra uomini e donne. Disparità che le autorità non hanno mai cercato di correggere o eliminare. E se la Rivoluzione è stata in grado di suggerire che era arrivato il momento delle riforme, la delusione poi è stata ancora più forte. La volontà politica necessaria per un’efficace applicazione delle riforme non è mai stata evidente prima o dopo gli sconvolgimenti del 2011. E se le incertezze o gli sconvolgimenti politici che hanno caratterizzato il paese dal 2011 non hanno contribuito a migliorare la situazione, non possono neanche giustificare l’immobilismo e indifferenza. Per anni, i governi successivi hanno spesso sottolineato i diritti delle donne come se stessero svolgendo solo un esercizio di pubbliche relazioni. A volte hanno anche usato violenza contro le donne al solo scopo di segnare punti contro i loro avversari politici. Nessuna donna è immune In Egitto, le donne e le ragazze continuano a essere vittime di violenze particolarmente inquietanti – incluse aggressioni sessuali collettive e torture in detenzione – sia nella sfera privata che in quella pubblica. Più del 99% delle donne e ragazze, intervistate in Egitto in uno studio pubblicato da UN Women nel 2013, ha riportato di aver subito qualche forma di molestia sessuale. Le autorità egiziane hanno preso iniziative, ma solo simboliche, nel 2014, con una legge che criminalizza le molestie sessuali. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi si è impegnato pubblicamente a combattere questo flagello, senza che questo si traduca in una strategia coerente e sostenibile. Nonostante le recenti riforme frammentarie, le carenze nelle leggi egiziane e l’impunità di fatto per gli autori di reato mantengono un clima di tolleranza per la violenza sessuale e di genere. Le condanne sono rare e la stragrande maggioranza delle vittime attende giustizia. Inoltre, quando chiedono aiuto, molte donne vengono ignorate o trattate con disprezzo dalla polizia e dai tribunali. Molte donne, vittime di questa violenza, si rassegnano a soffrire in silenzio. Finché le autorità continueranno a non riconoscere la portata del problema della violenza e dell’atteggiamento discriminatorio, eviteranno anche di adottare le principali riforme che sono essenziali per cercare di frenarlo.

Tratto da testi di Amnesty International per questa opera

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