Semestre

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gennaio/dicembre

2013

editoriale

di Stefano Blanco direttore generale Fondazione Collegio delle Università milanesi

La ricchezza di iniziative che trovate in questo numero rispecchiano un continuo impegno di tutti noi nel continuare a proporre attività e percorsi formativi e culturali che possano rappresentare esperienze significative di crescita personale, accademica e in prospettiva professionale. Vi troverete una varietà e una diversità che racchiudono una ricerca di modalità di coinvolgimento e fruizione che in ottica multidisciplinare arrivino al cuore e alla testa di tutti gli studenti. Tutto questo segna un altro cruciale indirizzo che il Collegio di Milano e la Fondazione Collegio delle Università milanesi non vogliono stancarsi di sottolineare ed é la volontà di continuare a formare buoni cittadini. Lo faremo, come sempre, innovando, non fermandoci al già fatto o alla ritualità ma con una proposta chiara e decisa, consapevoli del rischio di non essere sempre facilmente digeribile, ma altrettanto consapevoli che solo da un conflitto educativo costruttivo si formano le persone. Oggi è già domani e così anche per noi l’impegno di partnership con Expo 2015 segnerà profondamente il nostro Dna.

Testimonianze: Marta Cartabia e la Consulta

Essere giudice costituzionale I segreti della Consulta, la professoressa Marta Cartabia, 50 anni, lombarda, ordinario di Diritto costituzionale a Milano Bicocca e membro di quella Corte, non li ha ovviamente svelati. La giudice di nomina presidenziale si è infatti tenuta alla larga dallo specifico delle questioni che campeggiavano sui quotidiani italiani quando, il 27 novembre scorso, ha svolto la sua testimonianza al Collegio. Non ha parlato per esempio della imminente sentenza sulla legge elettorale vigente, il cosiddetto Porcellum, nel senso che non è entrata nello specifico delle posizioni dei singoli giudici costituzionali. I suoi doveri istituzionali lo impedivano

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ma l’incontro con la professoressa Cartabia non ha certo avuto il carattere della reticenza. Anzi, la giudice è entrata profondamente nel dettaglio dei lavori di questo delicatissimo organo dell’ordinamento nazionale. Prima però, secondo il format tipico delle Testimonianze, è partita dalla sua personale esperienza, dalle scelte formative, dal percorso che l’ha condotta a studiare diritto e poi a farne il proprio lavoro. Anche nel suo caso è una storia di maestri, vale a dire di persone incontrando le quali una prospettiva di studio, di ricerca, di lavoro si fa di colpo più suggestiva e affascinante. Cartabia ne ha indicati almeno due.

in questo numero 02

Eni & you

Collegiali alla scoperta Programma culturale

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II sem. 12-13, I sem 13-14

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Full immersion nel futuro

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Grafene

Testimonianze

Zingales, Ainio e Grom Linfas, idee agro-innovative

30mila euro alla start-up Sulle orme di Marco Zanuso

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La memoria del progetto

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C’è Verdi in Aula B

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Eni: la multinazionale e il merito

Libiamo ne’ lieti calici

Gavi, una giornata di lavoro

La Fondazione si forma

Un incontro con Eni corporate university per capire le politiche del gruppo italiano sulle risorse umane

Con l’amministratore delegato di Eni corporate university, Marco Coccagna, gli studenti del Collegio hanno avuto l’opportunità di scoprire le politiche di un grande gruppo multinazionale italiano sulle risorse umane e sul merito. Coccagna con la sua società si occupa della formazione e dell’aggiornamento di tutto il gruppo con base a San Donato (Milano). Nell’incontro, che si è tenuto il 17 dicembre nell’aula magna, Coccagna ha fatto anche un inquadramento storico del gruppo, a partire dalle prime scuole tecniche volute dal fondatore Enrico Mattei, e ha fornito un dettaglio di quello che Eni fa oggi nel mondo. Al termine, inaugurata una mostra multimediale e interattiva che, per due settimane, ha permesso a studenti e visitatori di ripercorrere la storia del gruppo.


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Eni & you

Come entra il merito nelle politiche aziendali di un grande gruppo industriale? Marco Coccagna, amministratore delegato di Eni corporate university, la struttura della multinazionale italiana che si occupa della formazione, l’ha spiegato martedì 17 dicembre agli allievi del Collegio di Milano. Per gli studenti l’opportunità di capire cosa la società potrebbe dare loro, professionalmente. Rovesciando il famoso spot pubblicitario.

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’attenzione al riconoscimento e alla valorizzazione del merito è iscritta nel Dna di Eni. L’eredità di Enrico Mattei. Nella sua visione le persone e le loro competenze erano considerate una risorsa fondamentale per lo sviluppo del business. Conscio che un paese come l’Italia, uscito dalla guerra in condizioni disastrate e senza grandi risorse naturali, poteva contare solo sulla qualità delle proprie persone, Mattei utilizzò le “leve” del recruitment e della formazione per costituire rapidamente, negli anni ‘50, uno staff di eccellenza. Gran parte del segreto del successo dell’Eni di Mattei fu proprio legato alla rapidità con la quale egli riuscì a selezionare (in alcuni casi direttamente), preparare e mettere in circolo una rete formidabile di tecnici e manager giovani, meritevoli e dalle grandi potenzialità. “Quando li trovo (giovani, ricchi di talento, motivatissimi, disponibili fino alla dedizione), li assumo anche se non ho bisogno, perché quando ne hai bisogno non li trovi”: era questa la filosofia di un talent scout che sin dall’esperienza partigiana aveva mostrato un grande fiuto nel valutare le persone e una profonda capacità di attrarle e motivarle, trasmettendo il senso di una missione da compiere. In un periodo nel quale partivano in continuazione nuove iniziative di business, riteneva importante disporre di quelle che chiamava “riserve di professionalità”, perfettamente formate e pronte per essere immediatamente operative dovunque, nel mondo, dovessero servire. Mattei lanciò una grande politica di formazione e addestramento per tutte le figure professionali, da quelle più operative, fino ai quadri e i dirigenti, coinvolgendo in seminari (alcuni a livello di singola società operativa, altri a livello di gruppo Eni) anche il top management. Era frequente che mandasse i suoi collaboratori più meritevoli negli Stati Uniti affinché potessero visionare modalità organizzative innovative da replicare in Italia. Il suo investimento sulla formazione e sul merito è espresso in maniera molto evidente da una serie di iniziative volute espressamente da lui. L’iniziativa che ha avuto più successo a livello internazionale è stata la costituzione nel 1957 della Scuola di Studi Superiore sugli Idrocarburi, la prima business school italiana dedicata anche a stranieri, rinominata nel 1969 Scuola Mattei, oggi parte integrante di Eni corporate university, che esprime in maniera chiara il


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L’intervento di Marco Coccagna (sotto a destra nella foto) ha coinciso con l’inaugurazione, presso il Collegio, di una mostra multimediale interattiva sulla storia di Eni suo forte interesse nei confronti della formazione e anche una notevole originalità nell’approcciare questo tema, sia per l’interdisciplinarietà sia per la provenienza della maggior parte degli studenti dall’estero (ad oggi sono più di 110 le nazionalità degli oltre 2.800 studenti formati, di cui il 55% stranieri). Da subito, infatti, Mattei volle imprimere una forte dimensione internazionale alla Scuola, offrendo borse di studio non solo ai più promettenti e meritevoli ingegneri, economisti, chimici, geologi e tecnici di casa nostra, ma anche a studenti che provenissero dai più svariati paesi del mondo. Per usare le parole che lo stesso Mattei rivolse agli allievi della Scuola nel 1960, in occasione della cerimonia di apertura del IV anno accademico: “Teniamo a che si formi una più ampia conoscenza fra gli uomini, tra noi italiani e tra voi giovani di altri paesi… per lo sviluppo della tecnica moderna come, e anche soprattutto, per l’avvenire del nostro e del vostro Paese”. Si deve anche a lui la costituzione della Scuola di formazione per perforatori, che è attualmente il centro di formazione tecnicoprofessionale di Cortemaggiore di Eni corporate university, dove, caso rarissimo nel mondo, sono presenti due veri pozzi-scuola utilizzati per le esercitazioni del personale, oltre a numerose altre strumentazioni e macchinari utili a una formazione e addestramento operativo molto efficace. Infine, costituì la Scuola di tecnica direzionale, per i suoi dirigenti, che poi nel tempo si trasformò nella società IAFE (Istituto per l’alta formazione di Eni) dedicata alla formazione manageriale che nel 2001 fu incorporato in Eni corporate university. Ma che cos’è Eni oggi? Un Gruppo con un fatturato: 127 miliardi di euro, una capitalizzazione di borsa di 66, un utile netto di Gruppo: 8 miliardi di euro, produzione: 1,7 milioni boe/giorno. Queste dimensioni pongono Eni al 12° posto nel mondo per total assets nella classifica Mediobanca 2013 sulle multinazionali. Eni opera in un settore ad altissima intensità di capitale (un settore che tra il 2010 e il 2035 attirerà investimenti per 20 trilioni di dollari, ossia 20 mila miliardi) e dalla presenza di tecnologie in evoluzione. Solo in Eni, in particolare, nel quadriennio 2013-2016, prevediamo investimenti per quasi 60 miliardi di euro, in paesi remoti quali il

Mozambico, l’Indonesia, il Venezuela, la Nigeria, il Kazakhstan. L’enorme volume di investimenti andranno realizzati in paesi estremamente complessi da un punto di vista politico, economico, sociale e dovranno essere affrontate problematiche tecniche e tecnologiche molto difficili, come già evidenziato. Tutto ciò rende necessario disporre di persone che si siano affermate con merito e siano, quindi, in possesso di un vasto e articolato corredo di competenze tecniche e manageriali. È per questo che in Eni è ancora presente lo spirito che negli anni ’50 ha animato Mattei, uno spirito che si è ulteriormente raffinato e arricchito. Che cosa vuol dire merito in Eni? In Eni il merito si esprime attraverso un insieme di capacità, comportamenti e competenze che sono parte integrante del nostro Dna


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Cosa è

Eni

oggi?

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ni è un’impresa integrata che opera in tutta la filiera dell’energia ed è presente oggi con 78.000 persone in 90 Paesi del mondo con competenze di eccellenza e posizioni di leadership nei principali mercati internazionali. La forte presenza nel mercato del gas, le operazioni nel Gnl (gas naturale liquefatto), le competenze industriali nella generazione elettrica e raffinazione con il sostegno di capacità di ingegneria e realizzative di rilevanza mondiale consentono a Eni di presidiare tutte le fasi della creazione di valore, dalla ricerca alla commercializzazione degli idrocarburi e di perseguire opportunità e progetti congiunti nel mercato.

e della nostra cultura. Le abbiamo raccolte in un modello, il Modello d’eccellenza: • Sapere e saper fare: esprime la padronanza del know-how tecnico, che rappresenta la base della professionalità. Soprattutto in un settore, come il nostro, caratterizzato da know-how complessi, difficili da sviluppare. Si tenga presente che molti ruoli professionali tipici del nostro settore, quali ad esempio l’Exploration Manager, richiedono almeno 15 anni di esperienza sul campo e formazione specifica per essere ricoperti al meglio. • Essere squadra: requisito indispensabile in una società complessa e molto articolata come la nostra, nel quale non è solo importante capire il proprio ruolo, ma anche quello degli altri, e riuscire a integrarsi al meglio, collaborando per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. • Coraggio di cambiare: il settore dell’energia negli ultimi anni ha fatto registrare importanti discontinuità che richiedono una capacità di seguire modalità di lavoro innovative. • Essere esempio: integrità, responsabilità, trasparenza, fiducia, sono valori che devono costantemente animare il nostro operato. Sul tema dell’integrity culture e della leadership responsabile stiamo investendo molte energie in termini di formazione, comunicazione e sistemi di gestione e sviluppo delle persone. • Avere passione: operiamo in un settore dove le difficoltà sono tante e di diverso tipo. In questo contesto, la passione è un carburante fondamentale per ottenere risultati. Sono queste le capacità e i valori che ricerchiamo nelle persone che selezioniamo; sono queste le capacità e i valori che cerchiamo di sviluppare e diffondere con le nostre attività di formazione e comunicazione interna. A queste capacità e a questi valori, infine, facciamo riferimento per identificare le persone da promuovere e quelle da incentivare/premiare. Sono capacità e valori che le nostre persone devono saper esercitare con efficacia in paesi che spesso hanno culture molto diverse dalla nostra e diverse fra loro, aspetto che richiede una grande flessibilità. Cosa facciamo concretamente in Eni per riconoscere, valorizzare e sviluppare il merito e le competenze? Rispetto al tema oggetto del nostro incontro, mi fa piacere evidenziare alcuni esempi, che traducono quanto finora da me affermato in fatti concreti. 1. L’impegno di Eni nel riconoscere e supportare il merito dei giovani studenti. Sono circa 200 le borse di studio assegnate da Eni annualmente a seguito di rigorose selezioni a studenti italiani e stranieri per la frequenza di master e percorsi formativi tecnico-specialistici

Per entrare un po’ più nel dettaglio delle attività possiamo aggiungere: • ricerca e produzione di idrocarburi in Italia, Africa Subsahariana, Mare del Nord, Stati Uniti, America Latina, Australia e in aree a elevato potenziale, quali Mar Caspio, Medio ed Estremo Oriente, India e Russia; • approvvigionamento, trading e commercializzazione di gas naturale e Gnl, e nella generazione e vendita di energia elettrica; • in Italia, Eni è il primo operatore nella raffinazione, con 5 raffinerie, e leader nella distribuzione dei prodotti petroliferi; • attraverso Saipem, Eni è contrattista leader nella fornitura di servizi di ingegneria, project manage-

ment e costruzione. Inoltre è una delle più grandi società internazionali di ingegneria e costruzione, al servizio dei mercati dell’oil&gas, onshore e offshore. Il Gruppo opera in aree di frontiera, ricercando idrocarburi in zone artiche, in mari con fondali ben oltre i 2.000 metri di profondità, in aree remote desertiche o coperte da fitta vegetazione. Per Eni, l’innovazione tecnologica è la leva per renderli accessibili a costi contenibili e con il minimo impatto ambientale. Nel 2012 la spesa complessiva in ricerca e sviluppo tecnologico è stata di 211 milioni di euro; nel prossimo quadriennio prevediamo di investire circa 1,1 miliardi di euro.

su tematiche di interesse oil & gas costruiti con Università prestigiose in Italia e all’estero (Oxford University, Mit, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Bologna, Pisa). 2. L’attenzione al merito è inscritta nel nostro processo di selezione e nelle metodologie che impieghiamo. Il processo di selezione in Eni è estremamente rigoroso e trasparente ed è basato sul lavoro di psicologi iscritti all’albo e adeguatamente formati e sull’utilizzo di metodologie e strumenti di valutazione che rappresentano best-practices a livello internazionale. Il possesso delle conoscenze tecniche necessarie (sapere e saper fare) è certificato dal nostro management di linea attraverso un colloquio tecnico. Lo stesso processo di selezione viene seguito per l’assegnazione delle numerose borse di studio (sono anche previsti ulteriori riconoscimenti economici agli allievi che lungo il percorso di studi conseguono risultati di assoluta eccellenza). 3. Negli ultimi anni abbiamo implementato a tutti i livelli della nostra società sistemi di valutazione e sviluppo del personale che ci consentono di conoscere sempre meglio il know-how, le performance e le potenzialità delle nostre persone e identificare i migliori sostituti per quelle posizioni per le quali è necessario favorire un ricambio. E, tenuto conto della nostra importante presenza all’estero, questi sistemi li stiamo applicando worldwide. Sulla base di questi dati siamo in grado di realizzare piani di formazione e di crescita professionale e manageriale agganciati a un coerente sistema retributivo, in grado di valorizzare i talenti della nostra organizzazione e dare il miglior riconoscimento possibile al merito delle persone della nostra azienda, possibilmente senza barriere culturali e geografiche. 4. Infine, qualche dato relativo all’impegno di Eni nel sostenere la formazione e lo sviluppo delle competenze del proprio personale: sono più di 4 milioni le ore di formazione erogate, per un investimento complessivo di circa 85 milioni di euro. La formazione è a sostegno dello sviluppo del business a livello globale, anche in aree di frontiera, quali l’Iraq o il Mozambico. I contenuti spaziano a 360 gradi da aspetti tecnici relativi alla perforazione e al project management o all’ingegneria dei giacimenti, fino alla negoziazione internazionale e alla leadership. Un esempio di integrazione dei processi di formazione con quelli di sviluppo manageriale è il percorso formativo “Eni program for management development”, realizzato in partnership con la Sda Bocconi, 14 mesi di lavoro e studio, destinato a giovani quadri in sviluppo, anch’essi identificati con criteri di merito.


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semestre 2013-2014

Giudici, giornalisti, manager, psicologi:

un Programma culturale aperto I seminari del primo semestre hanno registrato interventi di vari addetti ai lavori, invitati dai docenti coordinatori. Corso in inglese sulla geografia delle antiche civiltà. Con la videomaker brasiliana Debora Hirsch un projectwork per comunicare il sociale

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ema di grande attualità in Italia il corso “L’etica del sistema economico” faceva parte dell’offerta del Programma Culturale del Collegio di Milano per il primo semestre dell’anno 2013-2014. A tenerlo è stato il professor Pippo Ranci Ortigosa, dell’Università Cattolica del S.Cuore, membro del Comitato scientifico del Collegio stesso. Il seminario aveva come oggetto tematiche quali l’analisi economica classica (alcuni principi) e i suoi limiti; il principio di utilità e il principio di autodeterminazione/libertà; gli incentivi e loro distorsioni; la questione della proprietà privata, della redistribuzione e della tassazione; la responsabilità sociale e la solidarietà; la criminalità economica e finanziaria; la dottrina sociale della Chiesa e il concetto di bene

comune. Oltre allo stesso Ranci, al professor Mario Anolli, docente di Etica della finanza nello stesso ateneo, e Marco Maiello, imprenditore sociale a Italia Welfare, i collegiali che vi hanno partecipato hanno potuto seguire, il 19 novembre, la lezione di Gabriella Manfrin, giudice, nonché presidente dell’ufficio dei Giudici delle indagini e delle udienze preliminari, Gip e Gup, del Tribunale di Milano, intervenuta sul tema “Etica ed esercizio della funzione giurisdizionale”. Per gli studenti l’opportunità, davvero unica, di ascoltare un magistrato di grande esperienza . Al centro del corso “Medicina personalizzata”, tenuto dal professor Ruggero Pardi dell’Università San Raffaele, è stato invece l’affronto di alcuni problemi legati al versante più propriamente scientifico della medicina moderna.


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semestre 2013-2014

Un seminario che ha fornito le testimonianze di esperti sul tema che, proprio a causa della rapidità dei progressi e dell’entità degli investimenti in questi ultimi anni, presenta tematiche emergenti, tanto importanti quanto sottovalutate, come le implicazioni etico-deontologiche della medicina predittiva applicata alle malattie complesse e ai tumori o la necessità di considerare un paziente come individuo e non come semplice portatore di una certa malattia. In “cattedra”, oltre allo stesso Pardi e a Paolo Cattorini, docente di bioetica all’Insubria, anche addetti ai lavori quali giornalisti, Elena Dusi di Repubblica, o manager dell’industria farmaceutica come Francesco Sinigaglia della Dompé Farmaceutici, Elia Stupka, genetista del San Raffaele. “Incrocio di sguardi sulla Cina” è stato invece un corso che ha cercato di presentare il mondo cinese contemporaneo attraverso le lenti di discipline giovani come l’antropologia, le scienze sociali e i cultural studies. Il tema portante è stato il nodo concettuale della rappresentazione: come la realtà possa apparire molteplice a seconda dello sguardo che la scruta e che poi la restituisce tramite i differenti “media” (cinema, Internet, video indipendenti, propaganda governativa, stampa). I partecipanti sono stati guidati in un itinerario alla scoperta del Paese, delle sue molteplici sfaccettature e delle sue contraddizioni. Realizzato con la collaborazione dell’Istituto Confucio della Statale di Milano, il corso ha registrato le lezioni di antropologi, etnografi, sinologi anche dell’Università MilanoBicocca come Sara Beretta e Isabella Radaelli e studiosi di altre istituzioni. Nel corso di “Mente, cervello e nuovi problemi”, coordinato dalla professoressa Laura Boella della Statale di Milano,

gli studenti partecipanti sono andati alla scoperta di nuovi ambiti interdisciplinari quali la neuroetica, neuroeconomia, neuropolitica e neurodiritto. Discusse le tecniche di neuroimaging, i principali modelli sperimentali e i dati che ne risultano concernenti momenti fondamentali della convivenza umana, come l’altruismo, l’empatia, la decisione e il libero arbitrio. Sono intervenuti docenti molto noti come, tra gli altri, il

genetista Carlo Boncinelli e lo psicologo Alberto Oliviero. “Egypt, Greece and Rome: How Geography Influenced History” era invece il titolo del corso tenuto, in inglese, da Corinna Rossi, archeologa e responsabile delle relazioni internazionali del Collegio. Un viaggio ideale fra tre civiltà che, nel rapporto col territorio, hanno influenzato pesantemente la storia successiva. Di comunicazione istituzionale e non profit s’è

occupato invece il project work curato dalla videomaker Debora Hirsch con Mediaset e intitolato “Comunicare il non profit”: obiettivo realizzare un video per una campagna sociale da inserire negli spazi dedicati alla “pubblicità progresso” dai canali televisivi del gruppo. Ascolto guidato dell’opera, fotografia e pubblic speaking sono stati i laboratori che hanno completato le attività del Programma del semestre.


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semestre 2013-2014

Dalla governance europea ai saperi dell’Occidente,

via stelle e teatro

Programma culturale ricco di suggestioni ha incluso anche un approfondimento della storia contemporanea italiana, un laboratorio di canto, un project-work sul Grafene, un altro alla scoperta dei distillati, oltre a orto biologico e public speaking

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al Grafene, ultima frontiera nanotecnologica, ai “saperi dell’Occidente”. Il Programma Culturale 20122013 del Collegio di Milano, del quale è stato presentato il 26 febbraio 2013 il secondo semestre, ha abbracciato, come tradizione, molteplici aree. Detto già, nelle pagine precedenti, del project work Grafene, giova ricordare che di conoscenza nel mondo occidentale hanno parlato studiosi come Carlo Sini, della Statale di Milano, in un corso che si proponeva come un esercizio teorico e politico di comprensione del presente attraverso gli strumenti offerti dalla ricerca filosofica. Ci si chiedeva infatti a quali e quante scienze sono in mano i poteri e i saperi del nostro continente e cosa sia in gioco nell’uso e nello sviluppo di queste scienze. Oppure come cambiamo noi al mutare del mondo che è disegnato da questi saperi. Di governance trattava invece il corso, “Verso una società europea” tenuto, tra gli altri, dal professor Paolo Trivellato di Milano Bicocca. Si cercava infatti di rispondere ad alcune domande. Stiamo assistendo a una evoluzione delle società nazionali verso qualcosa di simile a una società europea? Quali sono le “basi sociali” dell’integrazione europea? “In questo corso”, aveva spiegato lo stesso professor Trivellato nella presentazione, “proviamo a

rispondere esaminando come le società europee si differenziano quanto a funzionamento delle istituzioni (sistemi di istruzione e formazione, modelli di welfare) e quanto a diffusione di valori (civicness) e identità collettive”. Si è collocato invece nella storia contemporanea, il corso “Un Paese anomalo: l’Italia dal referendum istituzionale al primo governo Berlusconi”, tenuto da Ivano Granata della Università statale di Milano.

Un percorso che ha esaminato sia le cause che, dopo quasi mezzo secolo dalla fondazione della Repubblica, hanno finito per ostacolare la compiuta realizzazione, in senso politico, sociale ed economico, del Paese. Analizzate anche le motivazioni delle varie “occasioni mancate” che hanno impedito di realizzare una vera politica riformistica che avrebbe contribuito a dare maggiore solidità allo stato, sia le “anomalie” che hanno

caratterizzato l’evoluzione di quest’ultimo. Fra gli argomenti trattati: dal referendum istituzionale alla Costituente, la Costituzione, le elezioni del 1948 e il centrismo, il centrosinistra: speranze e fallimenti, il ’68 e la società civile, il ruolo del sindacato, il ruolo dei partiti, dalla “strategia della tensione” al delitto di Aldo Moro, le conseguenze del crollo del comunismo, il “terremoto” del ’92 e l’avvento di Silvio Berlusconi.


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Grafene, full immersion nel futuro Il project work del secondo semestre 2012-2013, dedicato alla nanoparticella che è valsa il Nobel del 2010. Dodici collegiali hanno studiato per la società Goldmann & Partners la possibilità di comunicare gli scenari che questo nuovissimo materiale disegnerà in molti campi. Il risultato una mostra allestita per alcuni giorni alla Statale

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l futuro al Collegio di Milano. È stata la netta sensazione di quanti hanno partecipato, nel corso del secondo semestre 2012-2013, al project work “Grafene” col Centro studi per la sostenibilità applicata di Goldmann & Partners, società milanese che si occupa di progettazione, consulenza aziendale ed attività editoriale nel campo dell’architettura sostenibile e della bioarchitettura. A un gruppo di studenti, 12 in tutto, col tutoraggio di Paolo Francesco Prestini, fisico di ST Microelectronics, era stato affidato il compito di studiare le possibilità di comunicare le applicazioni e gli sviluppi della nanoparticella di carbonio scoperta nel 2004 da due scienziati dell’Università di Manchester, André Geim

e Konstantin Novoselov, scoperta per la quale erano stati premiati col Nobel per la Fisica nel 2010. Goldmann & Partners si occupa infatti di Grafene all’interno del progetto Atanor di Regione Lombardia per lo sviluppo di materiali polimerici multifunzionali a base di questo nuovissmo materiale. Il lavoro dei collegiali ha condotto alla realizzazione di una mostra che è stata allestita dal 25 giugno al 3 luglio 2013, nel Colonnato di Largo Richini all’interno dell’Università statale di Milano. Il gruppo di lavoro ha realizzato alcune strutture tubolari in materiale plastico molto leggero, che reggevano pannelli informativi. Chi visitava la mostra poteva cioè capire le meraviglie del

Grafene: dalla capacità di questo nuovissimo materiale di condurre l’energia più velocemente alla possibilità di costruire computer potentissimi e miniaturizzati, così come tablet pieghevoli da infilare nel taschino. Una vera rivoluzione con applicazioni che spaziano dalla biomedicina, all’ambiente, alle costruzioni, alla mobilità. All’inaugurazione della mostra, il 25 giugno, sono intervenuti il direttore generale del Collegio, Stefano Blanco, e Alessandro Cremona, presidente di Goldmann & Partners. “Il project work è una delle modalità con cui il Collegio di Milano svolge il proprio Programma Culturale”, ha detto Blanco, “si tratta di un’opportunità unica, per i nostri allievi, di capire cosa significhi una committenza, di approfondire il lavoro in team e di imparare sul

campo modalità progettuali legate al mondo imprenditoriale grazie a una tutorship professionale. In questo caso realizzato con Goldmann & Partners, cui siamo grati. Col Grafene c’è stato il valore aggiunto di una frontiera scientifica e tecnologica nuova”. “La funzione divulgativa su questa materia innovativa intrapresa con il Collegio di Milano, rientra per Goldmann & Partners all’interno del progetto Atanor di Regione Lombardia per lo sviluppo di materiali polimerici multifunzionali a base di Grafene”, ha invece ricordato Cremona, spiegando come la società, all’interno del progetto, abbia il compito di portare a conoscenza e agevolare la comprensione del nuovo materiale e dell’importanza della sostenibilità nel considerare i nuovi ambiti di applicazione, sottolineando i benefici ambientali ed energetici. “Il Collegio di Milano”, ha proseguito, “ha rappresentato un’importante opportunità di formazione e divulgazione della conoscenza legata al Grafene. Ed in linea con questo obiettivo la mostra dà la possibilità a tutti di essere informati sullo stato attuale di ricerca e, grazie alla particolare realizzazione espositiva e all’accessibile approccio culturale divulgativo, sulle implicazioni più pratiche”.


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testi mo nian ze

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AuTorE

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Giornalismo e politica, la versione di Maria

Ad aprire la serie il 27 febbraio, Maria Latella, giornalista. Quando interviene al Collegio, oltre a condurre una trasmissione politica su SkyTg24, Latella è ancora direttore di A, magazine del gruppo Rcs che però, nel corso dell’anno, cesserà le pubblicazioni colpito, come altri giornali, dalla crisi del settore. Latella parte dalla sua storia personale, dall’infanzia in Calabria e l’università a Genova, il giornalismo a Roma. E l’incontro diventa presto un dialogo, con l’ospite che, forse per deformazione professionale, certo per curiosità intellettuale, si trova spesso nei panni dell’intervistatore. Un confronto a 360 gradi, che tocca i temi della politica, delle pari opportunità, della formazione, del ruolo che l’informazione deve avere nella formazione della coscienza civica delle persone. E delle sfide che Internet pone al giornalismo e alla pubblica opinione.

Maria Latella, nata a Reggio Calabria nel 1957, è attualmente editorialista del Messaggero e curatrice di una trasmissione di SkyTg24 dedicata alla politica.

Maria Latella

Eric Gerritsen

Giornalisti, critici d’arte, uomini 20 marzo di marketing e d’impresa, innovatori, Gerritsen, dal “bianco più bianco” musicisti e scienziati: sul divano alla Concordia incagliata Nel racconto di Eric Gerritsen, Executive vice-president Comdella caffetteria, un anno intero di munication & Public Affairs di Sky Italia, c’è il dipanarsi di una carriera nel mondo del marketing e della pubblicità. personaggi notevoli e appassionati brillante Il manager olandese ne ricorda i vari step nella comunicazione pubblicitaria ma anche nelle grandi aziende produttrici, sempre però in profili che ruotavano intorno a un tema: come portare un prodotto o un servizio, e il lavoro di tanti che c’è dietro, a un pubblico più vasto. Anche quando le cose non vanno: come quando, in Burson Marsteller, si occupa di “comunicazione di crisi” e si trova ad affrontare il tragico caso della Concordia e del suo fatale inchino al Giglio. “Nelle situazioni di crisi non basta prendere il manuale”, spiega. Sulla tv in Italia, sui problemi del monopolio e del conflitto di interessi, le domande sono fioccate. E lui, nel suo italiano perfetto, non si sottre.

Eric Gerritsen, 54 anni, ha lavorato in Procter& Gamble, Armando Testa, Burson-Marsteller e quindi, dal 2012, a Sky Italia.


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27 febbraio

La sera che il blues è salito in cattedra

un mito. Nella caffetteria del Collegio, gli studenti si rendono conto in breve, bastano giusto due battute, d’aver a che fare con un mito musicale. Fabio Treves, bluesman di fama internazionale, in una splendida giacca rossa coordinata con le scarpe, il lunghi capelli sulla schiena, snocciola i tanti passaggi della sua carriera e, prima ancora, la sua giovanile e assoluta passione per la musica. Un racconto personale, intimo a tratti. Come quando racconta di uno storico concerto dei Pink Floyd ad Amsterdam, alla fine degli anni ’60, con trasferimento Milano-Olanda in motorino da 50 centimetri cubici. “Mi ci vollero quattro giorni”, ci ride sopra. O come quando ricorda che Frank Zappa lo volle a suonare con sé, in un memorabile concerto a San Siro. Poi fa parlare l’armonica, per la gioia di chi ascolta. E il blues fa il resto, con standing ovation finale di tutto il pubblico. “E buon blues a tutti”.

Fabio Treves, classe 1949, milanese, cantante e armonicista, ha fondato la Treves Blues Band e collaborato con vari artisti, fra cui Mina.

10 aprile Senza rete

Gli albori di Internet in Italia. Paolo Ainio, forse il più grande imprenditore web in Italia con la sua Banzai, li fa rivivere ripercorrendo la sua storia professionale. Quando con un gruppo di giovani smanettoni, nel 1996, crea Virgilio, pioniere dei portali web. Ainio racconta un mondo digitale che si fatica a credere: tempi dilatati, procedure farraginose e molto manuali per caricare un’immagine. Un’altra epoca. Ma poi racconta anche di Giallo Zafferano, di Studenti.it dei successi dell’eCommerce, da Saldiprivati.it e ePrice.it, dell’ingresso della banca Sator di Matteo Arpe, nella compagine societaria. Fitto il dibattito: creatività, stage, imprenditoria, diversi gli argomenti toccati. Ainio distilla esperienze personali, di vita vissuta, di professionalità costruita. “Ho una cultura del fallimento”, spiega, “l’analisi dell’errore è un processo proficuo dove personalmente imparo cento volte di più di quando analizzo i miei successi”. E insiste sul valore della collegialità: “Pensare che le idee geniali possano venire solo a te è ridicolo”. Una testimonianza senza rete.

Paolo Ainio, 51enne, milanese fondatore Virgilio.it, è stato in Seat e Telecom, in proprio con Banzai nel 2008.

17 aprile Zingales, economia & civicness

Fabio Treves

L’analisi dell’errore è un processo proficuo

Paolo Ainio

Tomaso Montanari

Luigi Zingales

8 maggio L’arte della discussione

una testimonianza plurale: Tomaso Montanari, professore alla Federico II di Napoli, grande esperto di arte, polemista notissimo e Giuseppe Frangi, giornalista culturale e critico d’arte stimato. Entrambi a parlare della fruizione artistica. Se cioè esista una via maestra per capire, approfondire, vivere l’arte e quale sia. Seppure partendo da sensibilità culturali diverse, il dialogo converge, si concorda. “In Italia la storia dell’arte è diventata una branca del marketing”, polemizza l’accademico, che attacca lo spostare le opere d’arte “per fare cassa e non per generare conoscenza”, e le “mostre blockbuster che non fanno capire ciò che si vede e si risolvono in seduzione vaga”. Il giornalista rilancia con “l’apocalisse culturale che ha svuotato i Musei vaticani” ma difende l’idea di portare a S.Vittore, carcere milanese, la Pietà Rondanini di Michelangelo.

Arriva e si toglie la giacca, si slaccia la cravatta, rimane in maniche di camicia (bianca): Luigi Zingales si sente a casa al Collegio. Forse perché l’entusiasmo di alcuni collegiali che ne seguono la pubblicistica è palpabile. Certo questo bocconiano, che ha fatto carriera internazionale e che oggi è stimato professore all’Università di Chicago, si coinvolge con la folta platea, mostrando una forte passione civile per l’Italia che, racconta, vede ancora come quella collodiana di Pinocchio e nella quale riscontra “un preoccupante deficit di civismo” e spiega che “i cambiamenti avvengono quando le persone iniziano a indignarsi”. E c’è posto persino per lo Zingales privato che per elogiare alcuni aspetti dell’italian way of life, cita la tavola come luogo del gusto e della socialità, rivelando di combattere una quotidiana battaglia con la moglie americana che fatica a capire l’importanza di avere più pietanze e la piacevolezza della convivialità.

Tomaso Montanari, fiorentino, 43 anni, normalista, è associato di Storia dell’arte moderna alla Federico II di Napoli, saggista apprezzato, il suo ultimo libro è Le pietre e il popolo (Minimumfax).

Luigi Zingales, padovano, 51 anni, bocconiano, phd al Mit di Bo-

Giuseppe Frangi, milanese, classe 1955, dirige Vita ed è il fon-

ston, insegna Impresa e finanza alla Booth School of Business dell’Università di Chicago. Ha scritto Manifesto capitalista (Rizzoli).

datore di Casa Testori, la dimora di suo zio, Giovanni Testori, a Novate (Mi) che ha trasformato in spazio mostre permanente.


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30 ottobre

L’arte di creare sviluppo Giuseppe Frangi

Guido Martinetti

La testimonianza di Pier Luigi Sacco, economista e prorettore all’Internazionalizzazione dell’università Iulm, consente ai collegiali di riannodare i fili di un discorso sull’arte e sulla sua fruizione inziato nel semestre precedente, nell’incontro con Tomaso Montanari e Giuseppe Frangi. Stavolta in primo piano vi è la capacità della cultura in genere di creare richezza, indotto, sviluppo. Senza ovviamente svilire la propria funzione. Sacco, che è il teorico dei distretti culturali, separa il grano dell’arte dal loglio della disneylandizzazione. E racconta anche agli studenti il progetto al quale sta lavorando: Siena capitale europea della cultura 2019. Una sfida per rilanciare una città usando la leva, straordinaria, delle sue bellezze artistiche. Progetto che, se approvato, vedrà nella Città del Palio la sperimentazione di forme di “welfare culturale”, vale a dire le possibilità terapeutiche e riabilitative della fruizione artistica, studiate da alcuni anni da neuroscienziati e psicobiologi.

Pier Luigi Sacco, pescarese, classe 1964, è ordinario di Economia dell’arte alla Iulm dopo aver insegnato a Firenze, Bologna, Venezia.

20 novembre

oltre l’ermellino

Andrea Sironi Pier Luigi Sacco

5 giugno

un sogno al gusto di Grom

Come nasce un sogno? I collegiali lo sentono raccontare dalle vive parole di chi l’ha fatto e con le sue mani per giunta. Quel sogno si chiama Grom, ovvero il gelato biogico, un’eccellenza tutta italiana che Guido Martinetti ha esportato col suo socio Federico Grom in tutto il mondo, Giappone incluso. Con una testimonianza appassionata, tanto da bacchettare qualche collegiale distratto, tanto da alzarsi in piedi più di una volta o mettersi a cavalcioni del bracciolo del divano, l’imprenditore torinese ripercorre l’intuizione di Grom, la prima gelateria sotto la Mole, nel maggio del 2003, e poi il successo scandito a passo di marcia, fino a sfondare quota 60 negozi in tutto il mondo dove, ha detto, le gelaterie Grom debbano essere una piccola ambasciata nel mondo del vero gusto italiano. Ché di gelati, così come di pizze o di spaghetti, fatti senza nessun rispetto dell’italica tradizione se ne trovano già ovunque. Meglio, allora, offrire qualcosa di autentico. La soddisfazione maggiore che questo mestiere gli dà, racconta, è vedere l’espressione gioiosa di un bambino giapponese che assapora il suo gelato.

Guido Martinetti, torinese, classe 1975, master in viticultura ed enologia (anche perché l’azienda di famiglia, la Franco Martinetti winery è nel settore), fonda le gelaterie Grom nel 2003 che oggi danno lavoro a oltre 500 persone in tutto il mondo.

Con Andrea Sironi, rettore della Bocconi, il Collegio inizia a inserire nelle Testimonianze gli uomini e le donne che guidano le università milanesi. Rettore fra i più giovani d’Italia, Sironi racconta il suo percorso accademico ma soprattutto le sfide cui è chiamato chi guida un ateneo a forte vocazione internazionale come quello di via Sarfatti. Le domande fioccano: dall’ateneo milanese il discorso si allarga su equità, merito, diritto allo studio, finanziamento dell’istruzione universitaria in Italia. Un dialogo molto concreto, che parte dal programma di cui l’ateneo si è dotato per offrire borse agli studenti meritevoli alla difficoltà che ancora oggi molti studenti stranieri incontrano, a Milano, in fatto di rinnovo dei permessi di soggiorno. “Quello che invidio alle università straniere”, spiega, “sono certi campus ma presto ne avremo anche noi uno, bellissimo”.

Andrea Sironi, milanese, 49 anni, è ordinario di Intermediari finanziari, e visiting professor presso la Divisione Research & Statistics del Federal Reserve Board a Washington. Rettore dal 2012 Il primo, ai tempi della laurea in Statale, è stato Valerio Onida, costituzionalista e successivamente da anche presidente della Consulta. “Dopo un paio pag.1 di anni di molto studio e di poca convizione”, ha raccontato, “finii, quasi per caso, in un suo seminario e mi fu chiaro il senso del grande impegno che il diritto richiedeva”. Di lì a poco Cartabia si sarebbe laureata, proprio con Onida, con una tesi dal titolo: “Esiste un diritto costituzionale europeo?”. Il punto interrogativo, ha spiegato, era assolutamente d’obbligo essendo allora, nel 1987, “ancora lontanissima nella percezione di tutti la prospettiva di una Costituzione europea”. Nel suo incontro al Collegio, Cartabia ha accompagnato gli studenti all’interno dei meccanismi che regolano la vita della Consulta, raccontando dei gruppi di lavoro che al suo interno si costituiscono per affrontare i temi più disparati su cui è richiesta ordinariamente la pronuncia della Corte: siano essi la pesca, la titolarità fra Stato e Regioni a intervenire sui commerci, i diritti acquisiti in fatto di pensioni o appunto la legge elettorale.

Marta Cartabia è nata nel 1963 a S.Giorgio su Legnano (Mi), laurea alla Statale di Milano, phd all’Iue di Fiesole (Fi) con Bruno De Witte. Ha studiato in Francia e negli Stati Uniti. Dal 2011 alla Consulta.


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Le Idee Nuove Fanno Agricoltura Sostenibile

30mila euro per una start-up verde

Premiazione del concorso Linfas di Fondazione Collegio università milanesi e Fondazione italiana Accenture. Vince RISPArMiA, un progetto di un giovane ricercatore milanese per ottimizzare l’uso delle risorse idriche

I

l contadino legge sul suo smartphone se sta consumando troppa acqua per irrigare: un’innovazione che permetterà di coltivare in maniera sempre più sostenibile, cioè più rispettosa dell’ambiente. È il progetto RISPArMiA - che sta per RIduzione degli SPrechi di Acqua - il vincitore della call for solutions Linfas, il concorso promosso da Fondazione Italiana Accenture e Collegio di Milano per premiare idee innovative in agricoltura, che si è concluso il 5 novembre scorso. Presentata da alcuni giovani agronomi del Dipartimento di Scienze Ambientali della Statale di Milano, l’idea si basa sul monitoraggio in continuo dell’irrigazione in un’azienda agricola. La novità sta nel fatto che si utilizzeranno sensori e tecnologie a basso costo e piattaforme web gratuite, facilmente interfacciabili con applicativi mobile, abbattendo così del 90% i costi di sistema simile sin qui diffusi. Grazie a un tensiometro si trasmetteranno in continuo i dati a un computer che li elaborerà e li restituirà all’agricoltore in tempo reale sullo smartphone, consentendogli così di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua. Daniele Masseroni, capo progetto RISPArMiA, Arianna Facchi, Claudio Gandolfi, Edoardo Vannutelli, riceveranno il premio di 30mila euro, in danaro e in consulenza,

Il vincitore, Daniele Masseroni, al centro, con Arianna Facchi, e Claudio Gandolfi, dell’Università di Milano

per farne un’attività in grado anche di produrre occupazione. Le due giurie hanno però voluto assegnare una menzione al progetto Bicompost, il compostaggio dei sottoprodotti della filiera agricola, presentato da alcuni giovani ricercatori del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Perugia. Si tratta di un progetto che si applica al compostaggio di scarti agroalimentari - dai reflui oleari alle potature alla paglia - riducendo l’energia, l’uso di fertilizzanti chimici e di risorse non rinnovabili come la torba, e permettendo in questo modo agli agricoltori di risolvere un problema generando reddito. Soddisfatti gli organizzatori

del concorso. Per Bruno Ambrosini, segretario generale della Fondazione Italiana Accenture, “questo progetto incarna i valori che la Fondazione Italiana Accenture promuove attraverso la piattaforma ideaTRE60, cioè lo sviluppo di iniziative volte all’innovazione e all’occupazione sociale, in questo caso a favore di un’agricoltura più sostenibile”. Stefano Blanco, direttore generale della Fondazione Collegio delle Università Milanesi, ha rimarcato il valore di un’iniziativa “che trova risorse per premiare giovani e merito, in una congiuntura difficile come quella attuale” e ha ricordato che il concorso, patrocinato da

Expo 2015, “ha lavorato per sollecitare ricerche che fossero significativamente nel segno dell’Esposizione 2015, rendendo evidente come il tema del ‘nutrire il pianeta’ sia vicino a noi, al punto che due delle iniziative finaliste, una delle quali è risultata vincitrice, nascono proprio in città”. La premiazione si è svolta in coda alla tavola rotonda “Agricoltori digitali, il futuro è già presente: innovazione, multidisciplinarità e occupazione sociale in agricoltura”, che si è svolta in auditorium. Scopo della discussione, indagare all’interno del contesto in cui si è inserito il concorso Linfas e quindi capire quali sono le opportunità che i giovani possono cogliere per trovare un’occupazione sociale ed economicamente sostenibile in agricolotura. Moderati da Stefano Arduini, caporedattore del mensile Vita, ne hanno discusso Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Agricoltura e presidente della Fondazione UniVerde, Carlo Ottaviano, già direttore del Gambero Rosso, Claudia Sorlini, professore di Microbiologia agraria, Università di Milano Giuseppe Bertoni, direttore Istituto di Zootecnica, facoltà di Agraria, Università Cattolica di Piacenza. Con loro anche Adriana Santanocito, cofondatrice di Orange Fiber, una start-up che punta a realizzare fibre tessili dagli scarti dell’arancia.


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Nella memoria del progetto Professionisti ma anche studenti e appassionati in visita guidata all’edificio progettato da Marco Zanuso. Molto apprezzati gli inserimenti nella struttura originaria e l’ampliamento firmato da +Arch. Un’iniziativa dell’Ordine degli architetti di Milano

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assando fra i birilli, fra le palle infilate nella fune o fra le barriere di plastica. Sulle tracce di Zanuso. Il 5 ottobre scorso, sabato, il Collegio di Milano è stato meta della visita di oltre 90 architetti, studenti e appassionati di architettura nell’ambito di un’iniziativa dell’Ordine degli Architetti di Milano. Si trattava di un itenerario inserito nella visita guidata al Quartiere Sant’Ambrogio, con un approfondimento sull’opera di Marco Zanuso, il grande archietto milanese (1916-2001) che, tra le altre opere, ha progettato anche l’edificio che ospita attualmente il Collegio di Milano. Divisi in due gruppi, uno al mattino e uno al pomeriggio, gli ospiti sono stati guidati da Marco Biraghi, docente di Storia dell’Architettura contemporanea al Politecnico di Milano, Irene Gallina Schuster, Alessandro Sartori e Stefano Suriano. A fare gli onori di casa Corinna Rossi, responsabile delle Relazioni internazionali del Collegio, nonché architetto, e Romano Romani, ingegnere che è stato tra i primissimi collaboratori del Collegio e che, tra l’altro, si incaricò di recuperare alcune planimetrie dell’edificio, recuperandole

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Gruppo vacanze Zanuso. Architetti e appassionati in visita in Via S.Vigilio alla ricerca del dettaglio architettonico di un grande maestro italiano

personalmente in Svizzera dove il patrimonio di Zanuso è finito dopo la morte. “I due gruppi”, racconta la Rossi, “hanno effettuato lo stesso giro all’interno del Collegio. Si sono fermati nell’atrio, dove gli architetti hanno introdotto l’edificio di Zanuso spiegandone la genesi e illustrando l’inquadramento dell’opera nel contesto dell’architettura degli anni ‘70”. I visitatori hanno poi potuto ammirare una piccola selezione di disegni originali di Zanuso e una pianta dell’espansione progettata da +Arch, esposti in sala rappresentanza da Romani. “I gruppi si sono poi spostati al piano superiore”, prosegue Rossi, “dove hanno visitato le aule e le parti comuni. Si sono poi concentrati sul plastico che rappresenta il vecchio e il nuovo edificio”. A seguire, hanno visitato l’unica stanza libera situata al piano terra, e il relativo corridoio. La visita è poi proseguita nel parco attraverso la caffetteria, con un giro a piedi fino all’ingresso del Collegio da via San Vigilio. “Sia i visitatori che gli architetti che guidavano i gruppi ci hanno profusamente ringraziato per la disponibilità”, dicono Rossi e Romani, “e hanno manifestato grande ammirazione per il modo in cui l’edificio viene tenuto e apprezzamento per la sensibilità espressa nel caso di interventi che hanno modificato l’impianto dell’edificio senza però interferire con l’estetica originale (dalle uscite di sicurezza agli uffici nuovi)”. Ha destato interesse fra i visitatori anche il già citato progetto di ampliamento del Collegio firmato +Arch e presentato in plastico. In particolare il modo in cui è stato rielaborato il disegno originale della struttura di Zanuso.


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Libiamo ne' lieti calici

DAL COLLEGIO

C'è Verdi in Aula B Nell'ambito del Laboratorio dedicato all'opera, un concerto verdiano ha visto protagonisti alcuni giovani artisti, fra cui una collegiale. Un modo per ricordare anche al Collegio i 200 anni dalla nascita del grande compositore de La Traviata

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'era Giuseppe Verdi al Collegio il 13 dicembre scorso. O meglio, c'erano le sue insuperabili arie che, ancora oggi, conquistano schiere di melomani. Nell'ambito del Bicentenario della nascita del grande compositore di Roncole di Busseto (Parma), anche il Collegio di Milano ha dato il suo piccolo-grande contributo. Il Laboratorio di guida all'ascolto dell'opera in musica, all'interno delle attività del Programma culturale del primo semestre 2013-2014, si è infatti concluso con un concerto verdiano di Natale in Aula B. Fra gli artisti che si sono esibiti davanti a un pubblico entusiasta, anche una collegiale, Maria Laura Bertoli, soprano. Con lei Ivan De Fabiani, tenore, Mayuko Sakurai, mezzosoprano e Yasuo Asaki,

baritono. Il quartetto ha eseguito brani tratti dal Don Carlo, dal MacBeth, dal Rigoletto, dalla Traviata e dall'Aida, opere tra le più belle del grande maestro. Romanze molto note come

Libiamo ne' lieti calici, tratta dalla stessa Traviata, che è stata eseguita dalla stessa Bertoli con De Fabiani. Gli artisti sono stati accompagnati al pianoforte dal maestro Kanako Sekiguchi.

La

foto notizia

Koren Kwang, visiting student coreana impegnata in un master di farmacologia dell'Università di Milano, è stata scelta da Aspen Institute Italia come assegnataria di una borsa intitolata a Francesco Cossiga. La Kwang ha ricevuto formalmente il sostegno dell'istituto il 12 dicembre scorso, nella sede di Aspen a Roma, dalle mani del presidente dell'Istituto Giulio Tremonti.

Blanco in Bocconi e alla guida di Len Un anno di incarichi importanti per Stefano Blanco, direttore generale della Fondazione Collegio delle Università milanesi. Il 4 novembre, il consiglio di amministrazione dell'Università Bocconi di Milano l'ha scelto come componente del nucleo di valutazione dell'ateneo fino al 31 ottobre del 2016. Precedetemente, a fine giugno, Blanco era stato chiamato alla presidenza di Lombardia Executives Network-Len, un’associazione professionale, costituita da vari protagonisti della Pubblica amministrazione lombarda come, tra gli altri, Pier Andrea Chevallard, segretario generale di Camera di Commercio, Alberto Brugnoli direttore di Eupolis, Mario Gatti, direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica del S.Cuore.

Riconoscimento alla missione Corinna Rossi, architetto e archeologa, responsabile delle relazioni internazionali del Collegio, che dall'anno scorso accompagna alcuni studenti della Conferenza dei collegi universitari di merito Ccum in uno scavo archeologico romano del Sud Egitto, ha ricevuto un importante riconoscimento. Il National Geographic le ha assegnato un importante grant per la campagna di scavo del 2014.

Il Collegio a Mimprendo Nel 2013 il Collegio di Milano ha partecipato a Mimprendo, il progetto che vuole avviare collaborazioni fra giovani e mondo imprenditoriale e che lo ha visto coinvolto con gli altri collegi di merito e Confindustria giovani di tutta Italia. I collegi hanno preso parte ai team-meeting con le aziende e gli studenti. Grazie a un servizio di coaching le squadre sono potute arrivare alla consegna dei progetti a fine novembre. Info: mimprendoitalia.it


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La Fondazione si forma

Un giorno interno per collaboratori e dipendenti a Gavi (Alessandria) guidati da una docente, specialista di Organizazione del lavoro. Lavoro in gruppi e confronto comune

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n anno praticamente inziato con la formazione, il 2013. Il 28 febbrio, infatti, dipendenti e collaboratori della Fondazione Collegio delle Università milanesi hanno partecipato tutti insieme a una giornata formativa. Quanti lavorano su Collegio ed Expo College si sono ritrovati a Gavi (Alessandria), presso un albergo locale, per alcune attività di training e di aggiornamento. La Fondazione ha iniziato così un percorso di investimento sul proprio capitale umano che, ha spiegato il direttore generale Stefano Blanco, sarà il fil-rouge per il triennio. Lo stesso Blanco ha aperto i lavori illustrando le prospettive della Fondazione nei prossimi anni, Caterina Gozzoli, ordinario di Organizzazione del lavoro presso l'Università Cattolica, ha guidato una fase di lavori, prima in gruppi e poi generale, durante la quale si è chiesto ai partecipanti di riflettere e confrontarsi sul profilo, le esigenze e le potenzialità dello studente collegiale in entrata, in residenza e in uscita. Nel pomeriggio il lavoro dei gruppi è stato riportato nella riunione plenaria, cui ha fatto seguito una discussione molto partecipata. A Giancarlo Lombardi, presidente, il compito di tirare le conclusioni.

Il presidente Giancarlo Lombardi tira le conclusioni della giornata. Sotto, vari momenti di lavoro nei gruppi

Comitato Scientifico Salvatore Carrubba, Presidente

Semestrale del Collegio di Milano

Direttore responsabile Giampaolo Cerri Redazione Giorgia Padovani, Martino Pillitteri Progetto grafico, impaginazione, illustrazioni Claudio Madella (box313) Fotografie Federico Tais Registrazione Tribunale di Milano n.729 del 4 dicembre 2008

Fondazione Collegio delle Università milanesi Via S. Vigilio 10 - 20142 Milano tel. +39 02 87397000 - fax +39 02 8137481 info@collegiodimilano.it www.collegiodimilano.it Presidente Giancarlo Lombardi Vicepresidenti Gianfelice Rocca, Giuseppe Cattaneo Direttore Generale Stefano Blanco

Stampato da Graphidea Srl, Milano

Membri della Fondazione Collegio delle Università Milanesi

Mario Anolli, Rosellina Archinto, Laura Boella, Maristella Botticini, Stefano Blanco, Fabrizio Conca, Fabio Corno, Bruno Dente, Federico Montelli, Mario Negri, Ruggero Pardi, Pippo Ranci, Pietro Redondi, Michele Salvati, Paolo Trivellato. La Fondazione Collegio delle Università milanesi è un'istituzione promossa dalle sette università cittadine e sostenuta da importanti enti pubblici e privati. Le attività della Fondazione sono volte alla diffusione e promozione della vita di college, alla valorizzazione della cultura del merito e all'internazionalizzazione del sistema universitario; essa si propone inolte come leva di incentivazione per la mobilità sociale e la cittadinanza attiva.

La Fondazione Collegio delle Università milanesi ha dato vita a diverse iniziative:

il Collegio di Milano, un campus interuniversitario d'eccellenza delle sette Università milanesi;

EXPO College, la prima international students' accomodation a Milano


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