IL GEOMETRA – N° 4-2010

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Il geometra

Editoriale Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta Direttore responsabile ILARIO TESIO Consigliere responsabile LUCIANO SIMONATO Redazione e impaginazione MICHELA OBERTO Grafica CHIARA CAMPONI Comitato di redazione: FEDERICA CAPRIOLO, PAOLO CUSELLI, RODOLFO MEAGLIA, LUCA PERRICONE, RENATO PITTALIS, VITTORIO VIZZINI Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità: Via Toselli 1 - 10129 Torino Tel. 011537756 - fax 011533285 e-mail rivista@collegiogeometri.to.it Hanno collaborato a questo numero: ANDREA COLETTO, PIERO CONROTTO, RENATO PITTALIS Stampa e fotolito: Tipografia Melli - Borgone di Susa Tel. 011.96.46.367 Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948 Pubblicazione mensile con pubblicità inferiore al 50% Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti. Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Da giugno ad oggi la vita del nostro Collegio è stata certamente molto intensa. A fine giugno – inizio luglio si sono svolte le votazioni per il rinnovo del Consiglio del Collegio, che si è insediato il 19 luglio. Tutto il nuovo Consiglio ha iniziato subito a lavorare con entusiasmo e decisione dopo la pausa estiva; l’ingresso di quattro nuovi Consiglieri apporta certo nuove energie, nonostante richieda comprensibilmente un po’ di tempo per la reciproca conoscenza ed armonizzazione. Il Direttivo è stato in parte “rivoluzionato”, perché sono cambiate le figure del Vice Presidente e del Segretario; ringraziamo sentitamente, a nome del Consiglio e degli iscritti tutti, i quattro Consiglieri uscenti, per il loro sostanziale contribuito alla buona conduzione della vita del Collegio e della categoria nel loro periodo di mandato. Anche le Commissioni sono state aggiornate, con la conferma dei tanti colleghi che hanno collaborato in questi anni e con l’ingresso di nuove leve che, ci auguriamo, apporteranno nuove idee e proposte. Altro fatto rilevante è stato il trasloco della sede del Collegio: dal 4 ottobre gli uffici, le sale corsi e tutta la struttura sono trasferiti in Via Toselli 1, nella zona pedonale della Crocetta, di cui daremo i dettagli in un prossimo numero della rivista. Abbiamo ora un Consiglio nuovo ed una sede nuova, che ben rappresentano i 3.600 Geometri di Torino e Provincia: oggi più che mai il nostro Collegio ha raggiunto un ruolo di grande evidenza e visibilità. Basti considerare i rapporti intensificati e proficui con la Regione e la Provincia – negli ambiti della certificazione energetica, dell’urbanistica ed edilizia e della tutela del territorio, nonché della presenza costante nelle consultazioni legislative – con il Comune di Torino – nella redazione di convenzioni e di condivisione delle decisioni di nostra competenza – con l’Agenzia del Territorio – nei rapporti sempre più stretti di collaborazione e reciprocità – nonché con la Camera di Commercio, con i vari Comuni, con l’Agenzia delle Entrate e con gli altri organismi professionali e di categorie affini. Buon lavoro a tutti noi Ilario Tesio


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Sommario

Editoriale

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Chiarimenti ministeriali in merito al permesso di intervenire sul patrimonio paesaggistico

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Agevolazioni prima casa allargate

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Sipem - Sistema Informativo pratiche edilizie e monitoraggio municipale

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Argomenti legislativi La successione dei beni in usucapione

di Andrea Coletto

Professione

La successione dei beni in usucapione, pag. 3

Il portale CartograďŹ co Nazionale

pag. 18

Giurisprudenza in edilizia ed urbanistica

pag. 20

Consiglio Nazionale Il nuovo Consiglio del Collegio pag. 27

Per il Rinascimento delle Professioni

pag. 22

Commissione Sicurezza Nuovi modelli della dichiarazione di conformitĂ degli impianti tecnici

di Piero Conrotto

pag. 23

Atti del Collegio

Riunioni di Zona pag. 40

Il Consiglio del Collegio per il quadriennio 2010/2014

pag. 27

Programma di lavoro

pag. 30

Riunioni di Zona

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di Renato Pittalis

Convegni Convegni, in breve

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Argomenti legislativi

La successione dei beni in usucapione Il caso di eredi che hanno inserito nella dichiarazione di successione beni acquisiti per usucapione dal de cuius in mancanza di sentenza accertativa di Andrea Coletto, Geometra e Avvocato

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rasmetto in allegato la documentazione relativa ad una vicenda giudiziaria conclusasi recentemente in materia di denuncia di successione, nella quale sono indicati beni immobili che l’erede riteneva di proprietà del padre de cuius, in quanto usucapiti per possesso ultraventennale, ed originariamente di proprietà del nucleo familiare del medesimo, al quale partecipava per la quota di diritto di ¼. Si tratta di una tematica di notevole interesse per i Geometri, i quali nello svolgimento della professione si ritrovano ricorrentemente ad affrontare la problematica di beni intestati a terzi, che gli eredi ritengono invece di proprietà del de cuius, in quanto acquisiti per possesso ultraventennale, che ne ha determinato l’intervenuta usucapione. Normalmente in queste situazioni non si attivano le procedure (citazione agli intestatari dei beni e/o procedura speciale del ricorso ammessa nelle località montane) dirette ad ottenere il titolo attestante l’avvenuta usucapione, ma più semplicemente si indicano in successione per ottenere dal catasto la voltura con riserva. L’operazione, che ha valenza fiscale, costituisce comunque un atto anche sostanziale, perché accerta comunque un momento nel quale questo possesso esiste ed il tempo prosegue a convalidare la situazione di fatto.

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ell’ambito professionale mi è accaduto, se pur rarissimamente, di avere contestazioni in merito a queste successioni, in sede giudiziale civilistica, per accertare l’intervenuta o meno usucapione. Solo ultimamente, per la prima volta, ho avuto una contestazione in sede penale, quando un coerede del nucleo familiare originario cui partecipava con il de cuius come comproprietario di beni, venuto a conoscenza dell’indicazione dei beni presuntamente usucapiti, in denuncia di successione, da parte dell’erede del de cuius, ha presentato denuncia per il reato ex art. 483 codice penale, (art. 483 c.p. Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico). La Procura della Repubblica ha avviato la procedura, indagando sull’erede che aveva proposto la Denuncia di Successione con l’indicazione dei beni immobili

(case e terreni) già usucapiti dal de cuius. Il procedimento si è chiuso infine con l’archiviazione, restando ovviamente possibili eventuali ulteriori accertamenti in sede giudiziale civilistica, se ritenuti meritevoli dal denunciante.

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n merito ai problemi di usucapione, rilevo anche che con Sentenza n. 2485/07 la Corte di cassazione è intervenuta per chiarire che è valido il contratto di compra-vendita con cui viene trasferito il diritto di proprietà di un immobile sul quale il venditore abbia esercitato il possesso per un tempo sufficiente al compimento dell’usucapione, sebbene l’acquisto della proprietà da parte sua non sia stato giudizialmente accertato in contradditorio con il precedente proprietario. In sostanza è ammesso l’atto di trasferimento dei beni usucapiti, con usucapione senza titolo. In particolare, questo era sempre stato possibile sin all’intervento della Sentenza di cassazione Sez. II n. 9884 del 12.11.1996, che aveva stabilito l’esigenza del titolo dell’avvenuta usucapione per poter operare su questi beni. Ora, con la successiva sentenza, la Cassazione ripristina la situazione pregressa, prendendo atto che l’usucapione è uno dei modi di acquisto della proprietà a titolo originario, per cui chi usucapisce ha un contatto diretto col bene e non con un precedente proprietario.

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Argomenti legislativi Memoria difensiva nell’interesse di ................................................... nata a ........................................... Residente in .................................. Quale persona sottoposta ad indagini preliminari in ordine alle seguenti ipotesi di reato: “del delitto di cui all’art. 483 c.p. perché attestava falsamente a pubblico ufficiale (impiegato dell’Agenzia delle entrate, Ufficio di …………….) in un atto pubblico (dichiarazione di successione destinata a essere trascritta presso la Conservatoria di .......... – fatti dei quali l’atto era destinato a provare la verità ed in particolare falsamente attestava che l’attivo ereditario era costituito da 73 immobili, dettagliatamente descritti nella citata dichiarazione, nella piena proprietà del padre defunto tacendo l’esistenza dei comproprietari.” In merito l’indagata espone: In data……….., decedeva in ………. il sign....…… (DeCuius)…………., padre dell’indagata, il quale era proprietario di beni in Comune di………….. che sono stati oggetto delle Denunce di successione , come indicate in atti, con il particolare della denuncia di successione n°….. vol……. del ……………...2007 nella quale sono stati inseriti beni in parte di proprietà del De-Cuius con titolarità giuridica per una quota e per restante quota in proprietà del medesimo per acquisizione consolidata da un possesso ultraventennale. La presente denuncia si riferisce a questa quota di beni che si assume acquisita per usucapione dal DeCuius, in quanto il denunciante contesta l’intervenuta usucapione. Fatto I beni in esame, costituiti da alcuni fabbricati, in parte in precarie condizioni conservative e terreni agricoli montani di scarsissimo valore, il tutto in Comune di ………….., erano in origine di proprietà dell’avo della esponente sign……(indagata)…, deceduto nel lontano 1946.

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I beni all’epoca si trasferirono per successione legittima ai quattro figli C/V……………M/B…………… B/……………….e C/……… , per la quota di ¼ ciascuno. La coerede…C/………decedeva il…………1966 lasciando eredi per testamento le sorelle C/V………e M/B…………... La coerede…M/B decedeva in data………..1969, lasciando erede il figlio …………………… (ATTUALE DENUNCIANTE.) Il coerede…B/…………………, decedeva lasciando eredi i figli C/ G……………e. C/A…… il quale diveniva proprietario dell’intera quota in seguito alla premorienza del fratello C/G. Alla morte della coerede C/ V…………… le subentravano i figli V/……e….. Z/ .… Sostanzialmente si ritiene che l’albero genealogico prodotto dal denunciante come stilato dal geom. ……………….. sia corretto, e riflette la vicenda giuridica dello stipite. In questa situazione occorre valutare le vicende succedute dopo l’apertura della successione di M/B…apertasi il ………………1969. Questa situazione risulta peraltro chiarita dallo stesso denunciante nella deposizione resa alla Procura della Repubblica in data ……….2009 quando ammette che “...solo uno dei fabbricati è stato da tanti anni usufruito da C/A……(DE CUIUS)……, saltuariamente come casa rurale, con l’accordo tacito di tutti gli eredi.” ed infine riferisce: “gli altri eredi non sono interessati alla vicenda perché il coerede V/ …….. non si sa dove si trovi, si è separato da anni e dovrebbe vivere in Polonia. La sorella Z………….vive in altro comune e siccome ha problemi di salute, sia suoi che della figlia disabile, non è tanto interessata a questa storia”. Sostanzialmente, con le dichiarazioni di suo interesse, chiarisce che i terreni montani sono incolti, le case sono ruderi, ad esclusione di quella

utilizzata da molti anni dal C/A…(De Cuius)…. padre della denunciata. Risulta così chiarito un primo fatto giuridico importante: Il C/A….. è riconosciuto unico possessore di un bene ereditario a fronte di terreni montani e sei o sette fabbricati in stato di abbandono. Già questa dichiarazione del denunciante spiega l’ intervenuta proprietà in capo alla denunciata in quanto l’art. 476 del cod.civ. dispone per l’accettazione tacita dell’eredità nel senso che: “L’accettazione è tacita quando il chiamato all’eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe diritto di fare se non nella qualità di erede”. Nella fattispecie il riconosciuto possesso ed utilizzo di un bene ereditario (Un fabbricato in Comune di ……….. che è parte del patrimonio già collettivo.) da parte del coerede C/A……… determina l’accettazione dell’eredità da parte di questo coerede possessore di bene ereditario. A questa situazione di utilizzo di un bene ereditario da parte di un erede si contrappone il comportamento dei coeredi, i quali non sono nel possesso di beni ereditari, che il denunciante dichiara in stato di abbandono usati per lo più da margari, e comunque non da loro coeredi. Ne consegue che i coeredi dovevano procedere ad una accettazione espressa dell’eredità ai sensi del disposto dell’art. 475 cod civ. entro i termini indicati dall’art. 480 cod.civ. che dispone: “il diritto di accettare l’eredità si prescrive in dieci anni. Il termine decorre dal giorno dell’apertura della successione e in caso d’istituzione condizionale, dal giorno in cui si verifica la condizione…” Il denunciante …………. ha ereditato la quota della madre al decesso di questa in data………..1969 e pertanto, non essendo nel possesso di beni ereditari, doveva procedere all’accettazione espressa nei modi di legge entro il………………1979.


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Argomenti legislativi Questa accettazione non l’ha fatta, lasciando prescrivere il suo diritto all’accettazione. Stessa situazione si è verificata per i coeredi V……….. i quali peraltro – a quanto consta - non vantano più attualmente diritti sull’eredità. Già questa vicenda – chiarita peraltro dal denunciante – definisce il rapporto dei coeredi con l’eredità giacente, e depone per il diritto esclusivo sull’eredità da parte del C/ A……….. trasmesso alla sua morte all’unica figlia erede, ora indagata.. Alla situazione di fatto esposta e derivata dalle dichiarazioni dello stesso denunciante, si pone un ulteriore aspetto, nel senso che il C/A, padre della denunciata, è rimasto il solo possessore dei beni ereditari per un periodo ultraventennale a decorrere dalla scadenza del diritto di accettazione degli altri coeredi. Infatti a partire dal………..1979, mancando l’accettazione del denunciante chiaramente non nel possesso di beni in quanto ha dichiarato e precisato che i terreni montani erano nel possesso saltuario di “margari” ed i fabbricati rurali in stato di abbandono, si è verificata l’interversione del possesso per il .......... , nel senso che venendo a mancare coeredi legittimati a pretese sull’eredità, ovviamente il suo possesso – da quel momento è stato di tipo esclusivo, con riguardo sia al “corpus” sia “all’animus”, incompatibile con la possibilità degli altri condomini di far uso dei beni, e che comunque non hanno mai fatto. Peraltro il possesso dei beni da parte del C/A è perdurato sino alla sua morte, consolidando l’acquisizione dei beni anche per “Usucapione”, ed a questa situazione di fatto è subentrata la figlia sua erede che ne continua il possesso, mai prima contestato. Mai nessuna opposizione e/o richiesta di divisione dei beni ereditari è stata fatta in passato dai coeredi, i quali invece hanno fatto trascorrere il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità senza manifestare

Come già comunicato, ogni iscritto all’Albo potrà ottenere il nuovo tesserino di riconoscimento fornito di badge con chip di prossimità, che permette il controllo automatico della partecipazione ad eventi e corsi, nonché la gestione crediti formativi. Per realizzare il progetto, è necessario acquisire le fotografie di tutti gli Iscritti all’Albo. Tutti gli iscritti all’Albo iscritti precedentemente al 1/1/2007 devono pertanto consegnare al Collegio: una foto-tessera recente un modulo di richiesta compilato copia di un documento d’identità

CREDITI FORMATIVI MINIMI DA CONSEGUIRE ANNUALMENTE: Dal 1° al 5° anno di iscrizione = 15 Dal 6° al 35° anno di iscrizione = 10 alcun interesse alla medesima. Il C/A………. ha sempre curato questi beni sino alla sua morte, intervenendo tutti i fine settimana, oltre ad abitare in una delle case tutto il periodo estivo, ha sempre posseduto i beni ereditati coltivando il terreno pianeggiante – in mappa f°……… nn°……………. - come orto – ricavando dai terreni il legname per le

esigenze della casa abitata nei periodi di residenza (Casa distinta in mappa al f°…n°……..), attuando direttamente ed anche tramite l’artigiano edile……(ditta edile……) le manutenzioni conservative dei fabbricati, anche utilizzando legname ricavato nei terreni a bosco per riparazioni dei tetti, concedendo per periodi saltuari a terzi l’uso dei fabbricati per depoil geometra n. 4/10

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Argomenti legislativi

L’opinione secondo la quale la trascrizione della denuncia di successione sarebbe di per sé sufficiente ai fini dell’opponibilità a terzi del legato ex lege, è priva di giuridico fondamento….perché una tale trascrizione non rientra tra quelle espressamente previste dalla legge sostanziale, all’articolo 2643 c.c. e ss., considerato peraltro che la denuncia di successione è atto avente rilevanza esclusivamente fiscale…”

sito masserizie, oltre la disponibilità di uso diretto per le esigenze proprie di deposito materiali e cose tuttora ricoverate nei fabbricati. Inoltre in merito l’Agenzia delle Entrate, con risoluzione n° 52/E del 25.02.2009, nel richiamare i principi sulla usucapione, ha precisato che “l’opinione secondo la quale la trascrizione della denuncia di successione sarebbe di per sé sufficiente ai fini dell’opponibilità ai terzi del legato ex lege, è priva di giuridico fondamento, perché una tale trascrizione non rientra tra quelle espressamente prevista dalla legge sostanziale - all’articolo 2643 c.c .e s.s., considerato peraltro che la denuncia di successione è atto avente rilevanza esclusivamente fiscale.” Cfr. Corte di Cassazione Sez V del 02. 08.2007 n. 31435) - il tutto confermato già in altra occasione dalla stessa Corte di Cassazione (Sent. 12

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06.1987 n. 5135) secondo cui: “la circostanza che gli eredi del terzo abbiano trascritto a proprio favore la denuncia di successione, ed ottenuto le volture catastali a proprio nome, non costituendo tali operazioni - (trascrizioni, voltura) - fatti idonei a determinare il trasferimento della proprietà” non rappresenta titolo idoneo al trasferimento del diritto di proprietà sul bene oggetto della dichiarazione di successione. Si conclude, pertanto, che l’operazione svolta dalla sig.a........... indagata consiste in una operazione di esclusiva Natura Fiscale, per proseguire nell’impegno di gestione della proprietà da oltre trenta anni già operato dal proprio padre, con attivazioni che non possono avere rilevanza penale.

Risoluzione della Agenzia delle Entrate N. 52/E del 25.02.2009 Oggetto: Consulenza giuridica - Dichiarazione di successione - Bene immobile acquistato per usucapione ricompreso nell’asse ereditario in assenza della sentenza dichiarativa di accertamento. Con l’istanza di consulenza specificata in oggetto, concernente la presentazione della dichiarazione di successione e l’indicazione, in essa, di beni acquisiti per usucapione, in assenza di una sentenza dichiarativa è stato esposto il seguente Quesito Viene chiesto di conoscere se possa ritenersi corretto che in dichiarazione di successione venga indicato, come facente parte dell’asse ereditario del


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Argomenti legislativi de-cuius, un immobile allo stesso pervenuto per usucapione, pur in assenza della sentenza di accertamento della stessa. Soluzione interpretativa prospettata dall’istante In mancanza di una sentenza di usucapione, non si ritiene corretto enunciare in dichiarazione di successione il diritto di proprietà in capo al de- cuius per avvenuta usucapione, al fine di farne valere i diritti successori. Ciò in quanto la sentenza dichiarativa dell’avvenuta usucapione costituisce atto necessario ai fini dell’opponibilità ai terzi del diritto di proprietà acquisito per effetto dell’usucapione stessa. Parere della Direzione L’usucapione costituisce un modo di acquisto della proprietà a titolo originario e si perfeziona con il decorso di un periodo di tempo predeterminato dalla legge, durante il quale il bene da usucapire deve essere posseduto ininterrottamente. L’acquisto del diritto per usucapione avviene per legge, nel momento in cui matura il termine previsto dalle norme del codice civile (articoli 1158 e seguenti). Rappresenta oramai un orientamento pacifico in giurisprudenza il principio in base al quale l’accertamento per via giudiziale dell’intervenuta usucapione da luogo ad una sentenza accertativa, avente natura dichiarativa e non costitutiva (v. Cassazione del 19 marzo 2008, n. 12609 e Cassazione del 5 febbraio 2007, n. 2485). A tal fine la trascrizione, in base all’articolo 2651 del codice civile, della sentenza da cui risulta acquistato per usucapione la proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi ha natura di pubblicità-notizia, in quanto assolve allo scopo di garantire completezza ai pubblici registri. Ciò posto, si ritiene che alla fattispecie in esame, riguardante la legittimità dell’indicazione in dichiarazione di successione di un immobile acquistato per usuca-

pione, pur in assenza della sentenza accertativa di tale acquisto, si applichi l’articolo 9, comma 1, del Testo Unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni, approvato con D.Lgs. 31 ottobre 1990, n. 346 (di seguito TUS), per il quale “L’attivo ereditario è costituito da tutti i beni e diritti che formano oggetto della successione, ad esclusione di quelli non soggetti all’imposta a norma degli articoli 2, 3, 12 e 13”. Ne consegue, che qualora nell’asse ereditario sia presente un bene immobile acquisito per usucapione dal de-cuius e manchi una sentenza accertativa di tale diritto, gli eredi o i legatari sono tenuti a inserire nella dichiarazione di successione i dati identificativi di detto bene, specificando che l’acquisto è avvenuto per usucapione. Gli uffici locali competenti, che ricevano una dichiarazione di successione nella quale siano stati inseriti i dati identificativi di immobili, che l’erede o il legatario assume essere stati usucapiti dal de- cuius, devono procedere a liquidare l’imposta limitandosi all’esame della dichiarazione, come previsto dall’articolo 33, comma 1, del TUS, senza che sia necessario effettuare ulteriori accertamenti circa la titolarità dei beni indicati come facenti parte del patrimonio ereditario. Gli uffici, inoltre, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, del Testo Unico delle disposizioni concernenti le imposte ipotecaria e catastale, approvato con DLGS 31 ottobre 1990, n. 347 (di seguito TUIC), devono redigere il certificato di successione in conformità alle risultanze della dichiarazione di successione, inserendovi anche gli immobili che gli eredi hanno dichiarato essere stati usucapiti dal decuius, e richiedere la trascrizione del predetto certificato. Si ricorda che la trascrizione del certificato, in base a quanto stabilito dal comma 2 del predetto articolo 5 del TUIC, “… è prevista limitatamente agli effetti fi-

scali stabiliti dal presente testo unico e non costituisce trascrizione degli acquisti a causa di morte degli immobili e dei diritti reali immobiliari compresi nella successione”. Seppure ad altri fini, la Suprema Corte ha precisato che “L’opinione secondo la quale la trascrizione della denuncia di successione sarebbe di per sé sufficiente ai fini dell’opponibilità a terzi del legato ex lege, è priva di giuridico fondamento….perché una tale trascrizione non rientra tra quelle espressamente previste dalla legge sostanziale, all’articolo 2643 c.c. e ss., considerato peraltro che la denuncia di successione è atto avente rilevanza esclusivamente fiscale…” (v. Corte di Cassazione Sez. V del 2 agosto 2007, n. 31435). Quest’ultima pronuncia appare coerente con il principio affermato in altra occasione dalla stessa Corte di Cassazione (sentenza del 12 giugno 1987, n. 5135) secondo cui “…la circostanza che gli eredi del terzo abbiano trascritto a proprio favore la denuncia di successione (…) ed ottenuto le volture catastali a proprio nome, non costituendo tali operazioni (trascrizioni, voltura) fatti idonei a determinare il trasferimento della proprietà” non rappresenta titolo idoneo per il trasferimento del diritto di proprietà sul bene oggetto della dichiarazione di successione. Il medesimo principio, peraltro, è stato ribadito dall’Amministrazione Finanziaria con circolare del 11 luglio 1991, n. 37 - parte 2, nella quale viene espressamente evidenziato che la trascrizione della dichiarazione di successione non costituisce titolo pubblicitario degli acquisti a causa di morte né elemento di continuità delle trascrizioni. *** Le Direzioni regionali vigileranno affinché le istruzioni fornite e i principi enunciati con la presente risoluzione vengano puntualmente osservati dagli uffici.

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Chiarimenti ministeriali in merito al permesso di intervenire sul patrimonio paesaggistico Ministero dei beni e le attività culturali Circolare 22.1.2010 Come è noto, il 1 gennaio 2010 è entrato in vigore il procedimento di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica secondo la disciplina del Capo IV della Parte terza del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (d’ora in poi “Codice”). Considerata la rilevanza della disposizione e l’incidenza della stessa sul regime autorizzatorio per le opere e gli interventi che incidano su beni paesaggistici, si ritiene di dover fornire nell’immediato chiarimenti che consentano l’operatività degli Uffici, nelle more di ulteriori più specifiche direttive. A riguardo si evidenziano di seguito gli aspetti più rilevanti della procedura con particolare riferimento agli articoli 146, in combinato disposto con gli articoli 159 e 147. Preliminarmente e in linea generale si osserva che il legislatore nei diversi commi dell’articolo 146, nel denominare il soggetto deputato al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica ha utilizzato espressioni diverse: “regione”, “enti destinatari della delega”, “amministrazione”, “amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica”, etc. Al fine di fugare qualsiasi dubbio interpretativo, si chiarisce che tali espressioni indicano l’Amministrazione competente in con-

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creto al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. Tale Amministrazione deve essere individuata in concreto, tenendo conto che la competenza è stata attribuita (confermata) alle Regioni dal Codice e che (anche dopo l’entrata in vigore del Codice) le Regioni hanno diffusamente ricorso alla “delega” della competenza nei confronti di Comuni, Province, Comunità Montane, Enti parco, ovvero forme associative di enti locali (tale evenienza è oggi presupposta dalle disposizioni del Codice e viene specificamente considerata al comma 6 dell’articolo 146) . 1) Sorte dei procedimenti autorizzatori in corso alla data del 31 dicembre 2009. a - Prima ipotesi- procedimenti che alla data predetta non siano ancora giunti all’adozione dell’autorizzazione paesaggistica. In questi casi il procedimento non potrà concludersi secondo la disciplina prevista dall’articolo 159, ma dovrà essere continuato applicando la disciplina prevista dall’articolo 146; le attività istruttorie eventualmente compiute possono essere utilizzate dall’Amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, ai fini della presentazione della richiesta di parere al Soprintendente secondo quanto precisato al punto 2. b - Seconda ipotesi- procedimenti

che alla data predetta abbiano invece già dato luogo all’adozione dell’autorizzazione paesaggistica. In questi casi l’Amministrazione che ha rilasciato l’autorizzazione, qualora non vi abbia già provveduto, è obbligata a trasmettere l’autorizzazione e la relativa documentazione al Soprintendente competente, il quale procederà alla valutazione di legittimità ed all’eventuale annullamento entro il termine di 60 giorni dalla ricezione della documentazione completa. In questi casi essendovi già il provvedimento autorizzatorio, il procedimento seguirà la disciplina dall’articolo 159. Si precisa che in nessun caso il Soprintendente potrà esprimere il parere di merito, previsto dall’articolo 146, comma 5, in ordine ad una autorizzazione già adottata (vale a dire, perfezionata mediante apposizione di firma e data) entro il 31 dicembre 2009, ancorché l’Amministrazione competente l’abbia trasmessa richiedendo espressamente tale parere. Pertanto, qualora l’interessato intenda avvalersi della nuova procedura dovrà formulare apposita richiesta al Comune che, laddove ne ravvisi i presupposti, potrà procedere ad annullare l’autorizzazione rilasciata e a riattivare il procedimento ai sensi dell’articolo 146. 2) Natura del parere del Soprintendente. Dal dettato del secondo periodo del comma 1 dell’articolo 159 discende che la nuova procedura di autorizzazione paesaggistica indicata nell’articolo 146 del Codice si applichi per


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Professione i procedimenti che vengano avviati a partire dalla data del 1 gennaio 2010, nonché per i procedimenti che alla data del 31 dicembre 2009 non siano stati ancora conclusi “…con l’emanazione della relativa autorizzazione o approvazione”. Per detti “nuovi” procedimenti, pertanto : - spetta ai Soprintendenti, ovvero ai funzionari delegati per sostituzione, assenza o impedimento del dirigente, l’espressione del parere obbligatorio e vincolante indicato al comma 5 dell’articolo 146, entro 45 giorni dal ricevimento. Si segnala che non appare opportuno in questa fase di prima applicazione che i Soprintendenti attribuiscano a funzionari del proprio ufficio la delega permanente e continuativa all’espressione del parere. - il parere reso dai Soprintendenti riguarda anche il merito della trasformazione del territorio oggetto della richiesta di autorizzazione ed è, al momento, non soltanto obbligatorio ma anche vincolante e sarà tale fino a che, con riferimento a tutte le fonti del vincolo paesaggistico che in concreto assumono rilevanza per il progetto di trasformazione del territorio sottoposto ad autorizzazione, non ricorrano le condizioni indicate dal Codice. 3. Avvio del procedimento e preavviso del provvedimento negativo ai sensi dell’articolo 10- bis della legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m.i. Dal dettato del comma 7 (cfr. anche i commi 2 e 7) dell’articolo 146 si evince che l’avviso di inizio di procedimento è a carico dell’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione (cioè, si ripete, la Regione, ovvero gli Enti – Comuni, Province, Enti Parco, Comunità montane, etc. – da essa delegati). Pertanto il Soprintendente non ha l’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento. Anche per la fattispecie del preavviso di provvedimento negativo di cui all’articolo 10-bis della legge 7

agosto 1990, n. 241 e s.m.i. il comma 8 dell’articolo 146 dispone che sia l’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione a comunicare agli interessati il preavviso di provvedimento negativo ai sensi, appunto dell’articolo 10-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241 e s.m.i, ovviamente prima di adottare il diniego di autorizzazione. . 4. Procedimento di autorizzazione: elementi e fasi. Si sottolineano gli aspetti qualificanti della disciplina entrata in vigore. - L’obbligo di ottenere l’autorizzazione paesaggistica degli interventi che si intendono intraprendere su immobili ed aree di interesse paesaggistico (ovvero i beni paesaggistici indicati all’articolo 134 del Codice) è regolato dal comma 1 dell’articolo 146. - La documentazione che deve corredare l’istanza di autorizzazione è disposta dal comma 3 e, ad oggi, è quella indicata nel D.P.C.M. 12.12.2005, che come è noto è suscettibile di aggiornamenti o integrazioni; - Ai sensi del comma 7 l’Amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, che riceve la domanda dell’interessato, entro 40 giorni dal ricevimento della stessa domanda ha l’obbligo di: a) verificare se l’intervento necessiti effettivamente dell’autorizzazione paesaggistica; b) verificare se la domanda presentata per ottenere l’autorizzazione sia corredata di tutta la documentazione necessaria e, in caso contrario, richiedere le opportune integrazioni e svolgere gli accertamenti del caso; c) verificare se l’intervento proposto sia conforme alle prescrizioni d’uso contenute nei provvedimenti di dichiarazione di interesse pubblico e nei piani paesaggistici; l’Amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione potrà comunque esprimere una propria valutazione in ordine alla compatibilità dell’intervento rispetto

Il 31 dicembre 2009 è scaduto il termine, più volte prorogato, di vigenza del regime transitorio in materia di autorizzazioni paesaggistiche disciplinato dall’art. 159 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Lo scopo della disciplina transitoria era quello di concedere alle regioni un lasso di tempo sufficiente per l’attribuzione delle deleghe agli enti locali e per effettuare le verifiche, sempre a cura delle regioni, in ordine alla sussistenza dei requisiti di capacità organizzativa e tecnico-scientifica in capo agli stessi enti. Sul nuovo procedimento di autorizzazione paesaggistica si è espresso il Ministero per i beni e le attività culturali, che ha fornito chiarimenti con la circolare del 22 gennaio 2010.

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ai valori paesaggistici tutelati; d) trasmettere al Soprintendente la documentazione e una relazione tecnica illustrativa; a riguardo si evidenzia la necessità di concordare con le Amministrazioni competenti che venga inviata al Soprintendente anche l’istanza dell’interessato, per ogni eventuale necessità; e) comunicare all’interessato l’inizio del procedimento. A questo proposito, è opportuno sottolineare che, ai sensi dell’articolo 159, comma 1, terzo periodo, il mantenimento della “delega” della competenza autorizzatoria nei confronti degli enti locali è subordinato all’esito positivo di una verifica di adeguatezza sotto il profilo del possesso, in capo all’ente delegato, dei requisiti di competenza tecnico-scientifica delle strutture e di separatezza nelle stesse delle funzioni in materia paesaggistica da quelle in materia urbanistico-edilizia previsti dall’articolo 146, comma 6. In caso di esito negativo di detta verifica, alla data del 31 dicembre 2009, la delega è decaduta e la competenza autorizzatoria è ritornata alla Regione. Pertanto, richiamando quanto già segnalato in data 21 dicembre 2009 si evidenzia che è ormai indispensabile che i Direttori regionali provvedano ad acquisire dalle Regioni informazioni in ordine alla verifica da esse compiuta, ed in particolare l’elenco degli enti delegati che, avendo dimostrato il possesso dei requisiti di adeguatezza, mantengono l’esercizio della competenza autorizzatoria anche dopo la data suddetta. - Ai sensi del comma 8 il Soprinten-

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dente ha l’obbligo di rilasciare il parere, entro 45 giorni dalla ricezione degli atti. Si tratta naturalmente di una valutazione di merito sulla compatibilità paesaggistica dell’intervento progettato e deve anche essere operata la verifica della conformità dello stesso alle disposizioni del piano paesaggistico vigente al momento della valutazione, nonché alla disciplina indicata nell’articolo 140, comma 2. Ove non sussistano parametri specifici di disciplina d’uso, il Soprintendente compirà le proprie valutazioni tecnico-discrezionali in ordine alla compatibilità paesaggistica dell’intervento. L’ultimo periodo del medesimo comma 8 prevede che, ricevuto il parere del Soprintendente, l’Amministrazione competente adotti il provvedimento conclusivo, di autorizzazione paesaggistica ovvero di diniego, provvedimento che, naturalmente, dovrà essere conforme al parere reso dal Soprintendente. - Qualora il Soprintendente non si pronunci nel termine di 45 giorni, il comma 9 dell’articolo 146 attribuisce all’Amministrazione competente la facoltà di indire una conferenza di servizi. La conferenza deve pronunciarsi entro il termine perentorio di quindici giorni; il Soprintendente potrà esprimere il proprio parere nell’ambito della conferenza. - Il medesimo comma 9 dispone che in ogni caso, laddove il Soprintendente non si pronunci, decorsi i 60 giorni dalla ricezione degli atti da parte del Soprintendente stesso, l’Amministrazione competente adotta comunque il provvedimento finale. - Al comma 9 sono anche disciplina-

te le procedure sostitutive sotto descritte: a) l’inutile scadenza dei 60 giorni sopraindicati senza che l’Amministrazione competente per delega abbia adottato il provvedimento definitivo consente all’interessato di rivolgersi in via sostitutiva alla Regione che provvederà entro 60 giorni dalla ricezione dell’istanza. Per tale attività la Regione può anche avvalersi di un Commissario ad acta. b) In tutti i casi nei quali la Regione abbia mantenuto a sé le competenze paesaggistiche e non provveda ad adottare il provvedimento, l’interessato può presentare al Soprintendente la richiesta di autorizzazione paesaggistica, affinché questo ultimo si pronunci in via sostitutiva, entro gli stessi termini indicati. - Ancora si sottolinea come il Codice disponga, rispettivamente al comma 11 ed al comma 13: a) che l’autorizzazione diventi efficace decorsi 30 giorni dal rilascio (cfr. comma 11); b) che l’Amministrazione che ha rilasciato l’autorizzazione trasmetta l’autorizzazione alla Soprintendenza che ha reso il parere, alla Regione, (all’Ente parco, ove esistente e sempre che non sia stato esso stesso delegato al rilascio dell’autorizzazione), nonché agli altri enti pubblici territoriali interessati (ancora comma 11); c) che ogni Amministrazione competente al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche istituisca un elenco delle autorizzazioni via via rilasciate, da aggiornare ogni 30 giorni e liberamente consultabile, anche per via telematica (comma 13). Lo stes-


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Professione so comma stabilisce quali elementi debba contenere l’elenco e dispone l’obbligo che l’Amministrazione competente per delega trasmetta alla Regione e alla Soprintendenza copia dell’elenco. E’ quindi fondamentale che le SS.LL. operino un costante monitoraggio di tale invio e segnalino ai Direttori regionali le eventuali omissioni, affinché sia possibile una proficua interlocuzione con le Regioni finalizzata a garantire il pieno rispetto della norma. In esito ai numerosi quesiti posti dagli uffici e da diverse amministrazioni, si ritiene utile esplicitare quali siano le condizioni alle quali la normativa vigente lega il venir meno della carattere vincolante del parere del Soprintendente: a. I decreti di dichiarazione di interesse pubblico già vigenti ai sensi della legge n. 1497 del 1939, del Testo unico dei beni culturali e ambientali, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, adottati sia dal Ministero che dalle Regioni (ovvero dalle Province in caso di delega a tali Enti), che siano stati integrati con la specifica disciplina “…intesa ad assicurare la conservazione dei valori espressi dagli aspetti e caratteri peculiari del territorio considerato…” (cfr. articolo 140, comma 2 ultimo periodo). In merito si ritiene utile chiarire che il termine disciplina é stato utilizzato dal legislatore in riferimento alle prescrizioni d’uso che devono essere indicate nella proposta che avvia il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico (cfr. articolo 138, comma 1, ultimo periodo). Ancora si evidenzia che l’articolo 141- bis del Codice ha attribuito sia al Ministero che alle Regioni il compito di procedere alla predetta integrazione entro il termine del 31 dicembre 2009. In caso di inadempienza delle Regioni è previsto che il Ministero provveda in via sostitutiva. Deve però osservarsi che nelle regioni nelle quali è già in atto la copiani-

ficazione può avvenire che gli Uffici ministeriali e i competenti organi regionali congiuntamente abbiano scelto o scelgano di procedere alla elaborazione delle prescrizioni d’uso nel corso dell’elaborazione del piano paesaggistico, avvalendosi dell’articolo 143, comma 3, lettere b), c) e d). b. La stessa condizione deve sussistere per le nuove proposte di dichiarazione di notevole interesse pubblico e di conseguenza per i nuovi decreti di dichiarazione di notevole interesse pubblico, sia che i decreti vengano adottati dalle Regioni (ovvero dalle Province in caso di delega a tali Enti), sia che il Ministero utilizzi la potestà attribuita dall’articolo 141. In questo caso, lo si rammenta il decreto viene adottato dal Direttore regionale, ovvero dal Direttore Generale di questa Direzione in caso di decreti relativi a beni paesaggistici ricompresi nel territorio di più Regioni (cfr. D.P.R. n. 233/2007, novellato dal D.P.R. 91/2009, rispettivamente articoli 17, comma 3, lettera o-bis e 7, comma 2, lettera p); c. Come sopra esposto, la stessa condizione deve sussistere quando le prescrizioni d’uso vengono predisposte nel rispetto dell’obbligo stabilito dall’articolo 143, comma 3, lettere b), c) e d), cioè nei piani paesaggistici, definitivamente approvati. d. La stessa condizione, infine, deve sussistere per le aree vincolate ope legis, cioè quelle indicate al comma 1 dell’articolo 142 ed elencate dalla lettera a) alla lettera m), vale a dire, le cosiddette “aree Galasso”; e. Successivamente all’introduzione delle prescrizioni d’uso, deve essere stata effettuata la positiva verifica da parte degli organi ministeriali dell’adeguamento degli strumenti urbanistici alle previsioni del piano paesaggistico. Soltanto dopo il verificarsi di tutte le condizioni sopra indicate il parere del Soprintendente sarà obbligatorio ma non più vincolante. Si sottolinea

che, allo stato attuale, non sussiste alcun caso sul territorio nazionale che rispetti tutte le predette condizioni. Si rammenta inoltre come sia attualmente all’esame del Consiglio di Stato lo schema del regolamento di semplificazione previsto dall’articolo 146, comma 9 del Codice, per gli interventi di lieve entità. Al momento dell’adozione del regolamento, con successiva circolare, verranno indicati gli aspetti innovativi e l’incidenza di detta disciplina sulla procedura autorizzatoria. Infine, va segnalato che, in data 23 dicembre 2009, il Ministro ha insediato il gruppo di lavoro deputato alla razionalizzazione della disciplina recata dagli articoli 146 e 149 del Codice. In tale sede saranno affrontate tutte le problematiche relative alla corretta applicazione dell’articolo 146 (ivi comprese e in particolare quelle determinate dal possibile ricorso allo strumento della conferenza di servizi ed alla relativa tempistica e quelle inerenti alle competenze in materia di cave e miniere regolate dai commi 14 e 15 che necessitano di più specifici e puntuali approfondimenti e che saranno oggetto di successive, separate indicazioni). Sulla presente è stato acquisito il parere dell’Ufficio legislativo che si è espresso in conformità. Si confida nella corretta applicazione delle indicazioni fornite e si resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento che si rendesse necessario. f.to Il Direttore Generale (Arch. Roberto Cecchi) Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee Servizio IV – Tutela e qualità del paesaggio Via di S. Michele, 22 00153 Roma

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Agevolazioni prima casa allargate

Circolare Agenzia delle Entrate 31/E del 7.6.2010

Con la circolare in oggetto, nella forma domanda/risposta, l’Agenzia delle Entrate fornisce alcuni chiarimenti in ordine all’applicazione delle agevolazioni “prima casa”. Nel trattare l’acquisto con atto separato di pertinenze di abitazioni precedentemente acquistate senza fruire delle agevolazioni “prima casa” e pertinenze di abitazione acquistata prima che fossero istituite le agevolazioni “prima casa”, l’Agenzia precisa che le condizioni per potere usufruire delle agevolazioni “prima casa” sono state introdotte per la prima volta dalla legge 22/4/1982, n. 168. Nell’attuale disciplina, nella nota II-bis all’art. 1 della tariffa allegata al DPR 131/86, è previsto che le agevolazioni prima casa spettano, sussistendo le condizioni ivi indicate, per l’acquisto, anche se con atto separato, delle pertinenze della casa

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di abitazione, acquistata con le agevolazioni “prima casa”, limitatamente ad una per ciascuna categoria catastale C/2, C/6 e C/7. Nella circolare in oggetto, l’Agenzia, rispondendo ad un contribuente che aveva acquistato l’abitazione nel 1978 (anteriormente quindi alla legge 168/1982 che ha istituito le agevolazioni “prima casa”), afferma che la normativa di favore prevista per la prima casa può trovare applicazione anche in relazione all’acquisto di una pertinenza destinata al servizio di un’abitazione acquisita senza fruire dei suddetti benefici in quanto non ancora previsti dalla normativa vigente al momento del trasferimento. L’Agenzia trae tale conclusione, facendo riferimento ad un precedente chiarimento fornito con la circolare 19/E del 2001. Fino alla data del 22/5/1993, ai fini IVA, per

l’acquisto di una casa di abitazione non di lusso presso un’impresa costruttrice era prevista oggettivamente l’applicazione dell’aliquota IVA del 4% (l’acquirente, in tale ipotesi, non doveva pertanto invocare, ai fini IVA, nell’atto di acquisto il beneficio “prima casa”). l’Agenzia nella citata circolare 19/E ammise, in tal caso, la possibilità di fruire delle agevolazioni “prima casa” in relazione alle pertinenze di abitazioni acquistate anteriormente al 22/5/1993 da impresa costruttrice. Tuttavia, per gli acquisti di casa di abitazione intervenuti dopo l’entrata in vigore della legge 168/82 (24/4/1982) e fino al 21/5/1993, l’Agenzia precisò che il proprietario (che aveva acquistato l’abitazione dal costruttore usufruendo, oggettivamente, dell’aliquota Iva del 4%) per fruire dell’agevolazione “prima casa” in relazione alla pertinenza, doveva dichiarare che al momento dell’acquisto dell’abitazione sarebbe stato nella situazione richiesta per usufruire della agevolazione “prima casa”. Sul tema dell’ampliamento, le Entrate erano già intervenute (ris. n. 25/2005 e n. 38/2005) in presenza di prima unità acquisita con le agevolazioni prima casa; il caso trattato riguardava invece l’ampliamento di una unità abitativa acquistata senza l’applicazione dei bonus “prima casa” per assenza dei requisiti richiesti al momento del rogito, soprattutto in quanto il cessionario risultava già titolare di altro immobile acquistato con il trattamento agevolato. La possibilità era già stata confer-


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Professione mata dalla giurisprudenza (Cassamantenimento delle agevolazioni zione, sentenze n. 563/1998 e n. “prima casa” il fatto che nel 10981/2007), ma limitatamenmomento dell’acquisto del te all’acquisto di due alloggi nuovo alloggio da adibire contigui destinati ad essere ad abitazione principale Agli acquisti delle pertinenze accorpati. risulti già in possesso degli immobili spettano i benefici Nel caso prospettato, di altro immobile si“prima casa”, ancorché l’unità abitativa l’Agenzia precisa che tuato nello stesso col’acquisto dell’alloggio mune. non abbia goduto della medesima da accorpare al precedente L’Agenzia risponde agevolazione per assenza dei può essere agevolato a conche: requisiti richiesti dizione che: - per non decadere dal- i due alloggi accorpati cole agevolazioni il citato stituiscano un’abitazione unica, comma 4 della nota II-bis) non rientrante nella tipologia degli imrichiede la sussistenza, in relaziomobili non di lusso; ne al nuovo immobile, delle condi- al momento dell’acquisto del sezioni “prima casa”, ma è necessario tazione usufruendo delle agevolaziocondo alloggio ricorrano tutti i requiche il nuovo immobile sia adibito a siti “prima casa” previsti dalla nota ni “prima casa”. Lo stesso intende ce- dimora principale; II-bis) all’art. 1, della tariffa, parte dere tale alloggio prima del decorso - tuttavia le condizioni “prima casa” prima, allegata al DPR 131/1986. Ri- dei cinque anni e, per non decadere sono richieste, in sede del nuovo acguardo alla condizione prevista dal- dalle agevolazioni, acquista entro un quisto, al fine di ottenere il credito la lettera b) della citata nota (di non anno un altro alloggio da adibire ad d’imposta previsto per coloro che, essere titolare di diritti reali su altra abitazione principale. Il contribuente entro un anno dall’alienazione delcasa di abitazione nel territorio del precisa che successivamente all’ac- l’immobile acquistato con i benefici comune in cui è situato l’immobile quisto della “prima casa” ha compra- “prima casa”, procedono all’acquito un secondo immobile situato nello sto di un altro alloggio per il quale da acquistare). Per quanto riguarda le cessioni, la stesso comune in cui intende acqui- ricorrono altresì le condizioni “prima circolare esamina il caso in cui un stare la nuova abitazione. Chiede, casa” (art. 7, commi 1 e 2, della legge contribuente aveva acquistato un’abi- pertanto, se può essere di ostacolo al 448 del 1998)

La sede del Collegio dei Geometri si è trasferita in Via Toselli 1, 10129 Torino Invariati: gli altri recapiti: Telefono 011 537756 Fax 011 533285 e-mail: segreteria@collegiogeometri.to.it sito internet: www.collegiogeometri.to.it l’orario di apertura al pubblico: Dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,30 Lunedì e Mercoledì anche dalle 14,00 alle 17,00 il geometra n. 4/10

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Sistema Informativo Pratiche edilizie e Monitoraggio Municipale Caratteristiche del servizio

Il SIPEM è un servizio telematico on line per la gestione dei procedimenti autorizzativi in materia edilizia (Denunce di Inizio Attività; Permessi di Costruire) relativi al Piano Casa, che consente al Professionista incaricato dal cittadino che intende eseguire l’intervento edilizio di instaurare il procedimento presso il Comune, di predisporre la documentazione in un apposita cartella elettronica e di inoltrarla all’Ente attraverso posta elettronica certificata (PEC); il servizio consente al Comune di gestire la pratica ed il rapporto con il Professionista in via telematica-informatica, avvalendosi anche di un apposito archivio digitale. Il servizio è stato sviluppato da ANCITEL S.p.A. dopo un’accurata fase di progettazione che ha coinvol-

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to l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL), la Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti (CIPAG) e GROMASistema s.r.l. In base alle Convenzioni sottoscritte, l’obiettivo definito è quello di offrire un servizio per la gestione delle pratiche edilizie relative al Piano Casa che sia innovativo, comodo, agevole e di buona qualità, puntando a migliorare il governo delle stesse nonché favorire una progressiva demateralizzazione e standardizzazione del procedimento autorizzativo in materia edilizia, a partire del Piano Casa. Il Professionista abilitato compila on line la Denuncia di Inizio Attività (DIA) o la Istanza di Permesso di Costruire (PdC), nonché la Rela-

zione Tecnica Asseverata, inserendo nella cartella elettronica tutti gli elaborati necessari, e gli altri allegati previsti dalle norme nazionali e locali, firmandoli digitalmente. Una volta che tutto è pronto, appone la propria firma digitale all’intera cartella e la trasmette al Comune. Per certificare l’avvenuta consegna, il SIPEM invia in automatico la stessa cartella attraverso PEC, provvedendo a recuperare la ricevuta di avvenuta consegna al Comune e ad inserirla nella cartella elettronica. Il Professionista potrà, a sua discrezione o sulla base di specifiche indicazioni fornite dal Comune, integrare una pratica già presentata. Tutte le comunicazioni successive che intercorreranno tra Comune e Professionista potranno essere effettuate sul SIPEM e risultare collegate al procedimento. Per le ragioni già esposte sopra, ogni trasmissione sarà certificata attraverso l’impiego dello strumento PEC, consultabile in ogni momento in maniera indipendente da SIPEM. E’ previsto che il cittadino che instaura il procedimento autorizzativo elegga il proprio domicilio presso il Professionista, e che acconsenta in via preventiva a ricevere ogni forma di comunicazione in forma elettronica-telematica. Il servizio agevola ulteriormente le comunicazioni con il Comune in quanto il Professionista può domiciliare presso la sua casella di posta elettronica certificata (PEC) tutte le comunicazioni provenienti dallo stesso, tenendo quindi sotto controllo la situazione di ogni singola pratica.


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Professione La cartella elettronica, con tutta la documentazione relativa ad ogni singola pratica, rimane a disposizione del Professionista per almeno 5 anni dalla data di apertura, a condizione che questa sia stata effettivamente inoltrata al Comune entro 6 mesi dalla sua apertura. Il servizio è accessibile 24 ore al giorno per i 7 giorni della settimana. In ogni momento il Professionista potrà inoltrare istanze che verranno spedite al Comune da SIPEM. Nel caso di DIA, la data di avvenuta ricezione fa scattare i 30 giorni che ha il Comune per revisionare la documentazione, prima che essa venga considerata accettata in base al principio del silenzio/assenso delineato dall’art. 23 D.P.R. 380/2001. In entrambi i casi (DIA e istanza PdC) l’avvenuta ricezione sarà attestata dalla notifica PEC inoltrata automaticamente dal SIPEM all’interessato ed assumerà valore legale, opponibile a terzi, in virtù della Convenzione di adesione firmata dal Comune. Il Comune riceverà le Denunce di Inizio Attività o le Istanze di Permesso di Costruire nell’area ad esso riservata in SIPEM oltre che nella casella di PEC dedicata, che gli verrà fornita/assegnata all’atto della stipula della Convenzione di adesione. Al fine di identificare univocamente una pratica il sistema assegnerà in automatico, alla singola pratica, un codice (ID_SIPEM) univoco visibile sia dal professionista sia dal Comune. Tale ID agirà da legante “logico” per tutti i documenti, le comunicazioni e le integrazioni successive di una pratica; inoltre consentirà la costituzione di un fascicolo virtuale. Il Comune potrà accedere ai dettagli delle pratiche ricevute relative al Piano Casa in qualsiasi momento sia per visionare la documentazione sia per conservare i files, previo download, di tutta o parte della documentazione. Inoltre, può utilizzare SIPEM per comunicare con il Professionista, ad esempio, per richie-

L’archivio digitalizzato delle pratiche relative al Piano Casa è di grande utilità non soltanto per razionalizzare ulteriormente la gestione del procedimento autorizzativo ma anche per monitorare l’andamento del Piano Casa ed il suo impatto sul territorio. Il sistema offre una ampia gamma di report per estrarre delle informazioni strutturate dall’archivio, attraverso ricerche semplici (per richiedente, per via, per numero civico, per mq…., ) e avanzate (a scopi statistici o di monitoraggio). dere al Professionista dei chiarimenti o informarlo sulla natura delle eventuali integrazioni/modifiche che gli stanno per essere notificate.

A chi si rivolge

SIPEM si avvale di un’architettura tecnologica avanzata e sicura che consente solo ai soggetti abilitati, Professionisti e Comuni, di utilizzare il servizio. Ai Professionisti, in particolare, garantisce: - Attivazione ed accesso via web alle proprie cartelle 24 ore su 24, 7 giorni su 7 giorni - Assistenza tecnica attraverso delle FAQ (risposte a domande di uso frequente) ed un help-desk dedicato - Sicurezza nell’accesso/autenticazione al servizio per tutti i Professionisti Per tutti i Professionisti abilitati a presentare le pratiche edilizie (DIA o Istanza di Permesso di Costruire), sarà possibile compilare apposito modulo presso il Comune al fine di autocertificare la propria abilitazione professionale. Il modulo conterrà anche delle indicazioni su come perfezionare l’accesso al servizio ed acquisire lo strumento di firma. - Sicurezza nell’accesso/autenticazione al servizio per i Geometri Per quanto riguarda i Geometri, l’utilizzo della chiave usb, in dotazione ai Geometri iscritti all’albo profes-

sionale, con il certificato digitale rende estremamente sicuro e semplice l’accesso autenticato al servizio. Il possesso del certificato contenuto nella chiave è legato all’abilitazione professionale presso l’Ordine dei Geometri - che agisce come Registration Authority - il quale ha anche la facoltà di revocare o sospendere un certificato nei casi previsti dalla normativa. - Firma Digitale dei documenti per i Geometri Utilizzando la stessa chiave usb, il Geometra apporrà la propria firma digitale sulla Denuncia Inizio Attività o l’Istanza di Permesso di Costruire, sulla relazione tecnica asseverata e sul resto dei documenti elettronici da lui predisposti, così come su istanze, atti e documenti cartacei scansionati, per copia conforme. - Semplificazione della fase di preparazione e presentazione della domanda Il sistema memorizza i dati introdotti dal Professionista in modo da agevolare la compilazione on line della documentazione. Inoltre, nella cartella relativa ad ogni singola pratica vengono fornite delle precise indicazioni sugli allegati da preparare ed informazioni aggiuntive sui contenuti degli stessi, in base alle disposizioni regolamentari del singolo Comune. Il sistema consente di salvare la documentazione man mano che viene predisposta in modo da permettere al Professionista un perfetto controllo dello stato di preparazione della il geometra n. 4/10

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Professione pratica nonché decidere, quando la documentazione è completa, il momento di inviarla al Comune. - Notevoli Risparmio di Costi e di Tempo Tutti i documenti sono elaborati, allegati, trasmessi ed archiviati esclusivamente in formato elettronico, con date certe e pieno valore legale tra le parti coinvolte, senza che possano essere ripudiati da terzi per vizi formali. Spariscono le fotocopie, le code per presentare le domande o per fare dei pagamenti, le lunghe attese per recuperare la documentazione archiviata in caso di necessità, i dubbi su cosa è stata presentata o meno, il tutto, con un evidente risparmio di costi e di tempo legato ad una maggiore efficienza organizzativa e di gestione. - Comodità e sicurezza nei pagamenti Il Professionista potrà pagare comodamente dal proprio ufficio o da casa il costo del servizio SIPEM ed i diritti di segreteria relativi a ciascuna pratica con carta di credito (POS virtuale) ed i diritti di segreteria relativi a ciascuna pratica compilando elettronicamente un bollettino postale attraverso Pronto Banco Posta. I Professionisti iscritti a Geoweb potranno inoltre usufruire dei servizi di pagamento anticipato con il quale la società anticipa per conto del Professionista il pagamento del servizio e dei diritti di segreteria comunali. La fattura verrà predisposta in modo automatico ed inviata al Professionista in modalità telematica. Ai Comuni garantisce in forma GRATUITA: - Personalizzazione della documentazione Al Comune vengono proposti dei formati standard della Denuncia di Inizio Attività (DIA) e dell’Istanza di Permesso di Costruire (PdC), appositamente studiati dagli esperti legali e di settore di Ancitel, oltre alla

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relazione tecnica asseverata ed i rispettivi allegati minimi (nome, tipo, dimensione, eventuale descrizione) e quelli opzionali (ad esempio, richiesti per particolari tipologie di pratiche). Al momento dell’adesione al servizio, che non ha un costo per l’Ente Locale, il Comune ha la possibilità di personalizzare i formati che gli vengono proposti, aggiungere eventuali indicazioni, così come intervenire sulle informazioni relative a ciascun allegato minimo opzionale, oltre ad inserire eventualmente altre indicazioni sulla documentazione da allegare, in modo che l’attivazione del servizio risponda perfettamente alle proprie esigenze operative e che le pratiche rispondano alla normativa vigente. - Casella di PEC dedicata Il SIPEM assegnerà a ciascun Comune aderente una casella di PEC dedicata esclusivamente alla fruizione del servizio, dal ricevimento della documentazione alle successive modifiche e/o integrazioni fino all’approvazione definitiva. La casella verrà attribuita all’ufficio comunale preposto al trattamento delle pratiche edilizie, con l’individuazione della persona fisica responsabile (RdS). - Account SIPEM Il Responsabile di Servizio provvederà, a sua volta, a creare sotto la sua responsabilità tanti account in SIPEM quanti sono le persone dello staff comunale che intende far abilitare per la gestione del procedimento autorizzativo rispettando le procedure di sicurezza definite da Ancitel e riportate in Convenzione. - Garanzia sul riconoscimento della qualifica del mittente Al SIPEM non può accedere chiunque: il Comune ha la sicurezza che il Professionista che fa uso del servizio è una figura professionale accreditata istituzionalmente e qualificata per attivare il procedimento, che si assume la responsabilità professionale dell’inoltro e la cura della pratica.

- Archivio digitale delle pratiche E’ garantita la conservazione di tutti i documenti digitali originali e scansionati che compongono le singole pratiche, in un apposito archivio digitale del Comune. L’esistenza dell’archivio è il vero fulcro del sistema in quanto permette al Comune di razionalizzare l’organizzazione del lavoro relativo alla disamina delle pratiche con notevole efficienza ed avendo sempre un quadro aggiornato delle pratiche accese, di quelle che possono essere oggetto di revisione ed eventuali contestazioni, di quelle che sono state approvate dopo revisione o in base alla regola del silenzio/assenso e di tutte le integrazioni, annotazioni e comunicazioni che sono state fatte durante l’iter della pratica. - Risparmio di Costi e maggiore produttività del lavoro La conservazione digitale delle pratiche relative al Piano Casa comporta dei risparmi di denaro e di tempo sui costi di stampa, di stoccaggio e di archiviazione cartacea. Il risparmio può essere significativo se si considera che la documentazione deve essere, a norma di legge, conservata per più anni e reperibile in qualsiasi momento. La produttività nella gestione delle pratiche aumenta per la facilità con la quale si può accedere all’informazione e visionare la documentazione, semplificando gli aspetti organizzativi. Infatti, SIPEM permetterà una buona razionalizzazione nella organizzazione del lavoro interno degli uffici comunali, in quanto le pratiche verranno gestite in modo oggettivo ed uniforme con dei procedimenti di consultazione trasparenti e standardizzati. - Monitoraggio delle pratiche e statistica In generale, SIPEM agevola la trasparenza, la gestione ed il controllo del procedimento autorizzativo. E’ anche uno strumento di supporto prezioso per l’attività di controllo e


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COSTO DEL SERVIZIO SIPEM ha un costo di euro 50 Euro (IVA inclusa) per ogni cartella inoltrata dal Professionista (singola procedura DIA/PdC e allegati), da pagare al momento dell’invio della stessa al Comune attraverso posta elettronica certificata. Se il Comune fa delle osservazioni e richiede delle integrazioni o modifiche il Professionista potrà integrare o modificare il contenuto della cartella senza costo aggiuntivo. Successive integrazioni saranno da considerarsi come nuova cartella. PER TUTTE LE CARTELLE AVVIATE DAL PROFESSIONISTA ENTRO IL 31 DICEMBRE 2010 E’ PREVISTO UNO SCONTO PROMOZIONALE DEL 40%; PERTANTO IL COSTO DI OGNI SINGOLA CARTELLA E’ PARI A EURO 30 E (IVA inclusa) verifica di carattere urbanistico, ambientale e territoriale, nonché per attuare la vigilanza edilizia. A valle delle richieste di ampliamento dei volumi edificabili, il servizio offre dei report statistici che permettono al Comune un monitoraggio complessivo del Piano Casa a livello nazionale/regionale e del proprio territorio, comprese le ricadute socio-economiche della normativa sul proprio territorio. - Gestione semplice e veloce delle comunicazioni tra Comune e Professionisti Il Comune avrà a disposizione un canale sicuro e affidabile con i Professionisti che inoltrano le richieste relative al Piano Casa dal momento che riceve attraverso la mail (account) del Responsabile del Servizio l’avviso di ricezione della DIA o Istanza di Permesso di Costruire con i relativi allegati fruibili e gestibili mediante il SIPEM. Può inoltrare per la stessa via eventuali richieste di modifica/ integrazione o altre comunicazioni di pertinenza. Allo scopo di assicurare l’integrità e la completezza dell’archivio relativo alla pratica, viene richiesto al Comune di indicare al Professionista che le eventuali modifiche e/o integrazioni siano essere sempre fatte attraverso SIPEM.

Ad altri organismi istituzionali e sovra comunali garantisce: - Interrogazioni statistiche sull’andamento del Piano Casa SIPEM pubblicherà delle informazione statistiche sul Piano Casa ed il suo andamento nelle diverse regioni, in base alle informazione raccolte dal sistema stesso e/o ai dati provenienti da altri fonti statistiche. Inoltre, vengono predisposti degli indicatori statistici per il monitoraggio dell’attività edilizia e la vigilanza urbanistica, ambientale e territoriale nei singoli Comuni.

Funzionalità Aggiuntive

Il portale SIPEM offre una serie di servizi aggiuntivi agli utenti del servizio: - Servizio di documentazione normativa Banca dati costantemente aggiornata sui principali provvedimenti normativi nazionali e regionali in materia, per essere sempre aggiornati. E’ inoltre prevista una funzionalità che consente ai Comuni, a loro richiesta, di eseguire l’upload dei propri regolamenti edilizi per metterli a disposizione dei Professionisti. - FAQ Tra i servizi di supporto a tutti gli uti-

lizzatori di SIPEM è prevista la pubblicazione delle domande e risposte più comuni su questioni di carattere giuridico-amministrativo afferenti le procedure edilizie ed il Piano Casa. - L’Esperto risponde Per i Comuni già abbonati ai servizi di base di Ancitel, sarà possibile usufruire di un ulteriore consulenza telematica attraverso il servizio “ANCI Risponde”. Le risposte alle domande formulate da questi Comuni o da altri sul Piano Casa, sono consultabili nella sezione “Urbanistica e Tutela Ambientale” scegliendo con un clic l’argomento “Piano Casa”. - Formazione e Formazione a distanza (FAD) Ancitel svolgerà un’attività di formazione specifica rivolta ai dipendenti degli uffici comunali incaricati dalle Amministrazioni che hanno aderito a SIPEM. Una simile iniziativa verrà avviata per i professionisti (Geometri) che lo richiederanno alla Groma Sistema

Per maggiori informazioni scrivere all’indirizzo di posta elettronica: info.sipem@ancitel.it il geometra n. 4/10

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Il Portale Cartografico Nazionale

Se pensiamo ad una grande biblioteca pubblica i cui scaffali sono popolati da volumi che trattano le più disparate materie, chiunque desideri soddisfare una curiosità, approfondire delle tematiche, studiare determinati argomenti, trovare degli elementi su cui basare una ricerca può liberamente accedere al patrimonio librario della biblioteca e consultare i volumi di suo interesse. Possiamo immaginare il Portale Cartografico Nazionale (PCN) come una “biblioteca” sul web i cui scaffali contengono la cartografia disponibile sul territorio italiano riguardante i principali tematismi ambientali e territoriali. La cartografia, che costituisce la Base Cartografica di Riferimento, è corredata da un relativo set di informazioni (metadati) tra loro omogenee e utili a comprendere, confrontare e scambiare il contenuto dei dati descritti. Tali informazioni danno vita al Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali. Tale cartografia è quella predisposta in collaborazione con le varie Amministrazioni competenti, ma anche quella offerta da un network di nodi periferici presso le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali cooperanti e dialoganti con il Mini-

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stero dell’Ambiente. Il Portale Cartografico Nazionale consente a chiunque disponga di un collegamento Internet – studiosi, ricercatori, amministratori, privati cittadini – di visualizzare ed utilizzare senza alcun onere la cartografia di proprio interesse, selezionandola proprio come se si trovasse sugli scaffali di una biblioteca. Possono essere individuate due tipologie di utenti finali del PCN. Alla prima appartengono tutti coloro interessati ad una semplice visualizzazione della cartografia disponibile, che può essere consultata esattamente come si sfoglia un libro. Alla seconda appartengono coloro che, per professione o per studio, hanno necessità di elaborare i dati territoriali e ambientali presenti sul Portale e lo possono fare grazie ai servizi WMS, WFS e WCS messi a disposizione e che consentono l’interoperabilità dei dati. Attualmente tra gli strati cartografici disponibili, tutti tra loro sovrapponibili, troviamo: ortofoto b/n e colore; cartografia IGM; modello digitale del terreno; toponimi; limiti amministrativi; aree protette;

descrizione dei suoli; pianificazione del territorio; batimetrica dei mari; rischio di erosione della costa; unità fisiografiche della costa; linee ferroviarie; date delle ortofoto; geologica terrestre; CORINE Land Cover. Il Portale Cartografico Nazionale si rivela quindi un utilissimo strumento: - in ambito politico-amministrativo, proponendosi come un fondamentale supporto per la pianificazione, la gestione, il controllo e la programmazione del territorio; - in ambito scolastico, per l’insegnamento della storia, della geografia, delle scienze naturali e di tutte quelle discipline che richiedono il ricorso a cartografia tecnica; - in ambito universitario e scientifico, costituendo una sorta di catalogo di tutte le informazioni di tipo territoriale e ambientale disponibili che diventano reperibili gratuitamente e presso un’unica fonte; - nell’ambito della tutela del paesaggio, dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici, consentendone una esatta individuazione e perimetrazione sul territorio.


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Il Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale Il Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PST-A), ai sensi della legge 179 del 31 luglio 2002 art. 27, è un Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e Ministero della Difesa (MD) d’intesa con le Regioni e le Province Autonome ed ha l’obiettivo generale di generare e rendere disponibili e condivisibili, all’intero comparto della Pubblica Amministrazione, le informazioni territoriali indispensabili per la creazione di elaborati ad alto valore aggiunto. I dati saranno ottenuti da processi di telerilevamento, ovvero dall’acquisizione a distanza di dati riguardanti il territorio e l’ambiente. L’obiettivo del Piano Straordinario è quello di avviare, per la prima volta, la costituzione di una Base Dati rappresentativa del territorio Nazionale, con particolare riguardo alla sua configurazione, al suo rapporto con l’ambiente. Una base dati ad altissima risoluzione, e ad elevato valore aggiunto, da ottenersi tramite l’utilizzo delle tecnologie più evolute che le piattaforme satellitari e su aeromobili rendono attualmente disponibili. In particolare, il progetto prevede la acquisizione, da parte del Ministero, di dati prodotti da Telerilevamento con tecnica Laser-scanning LiDAR (da piattaforma aerea) e con tecnica interferometrica (da piattaforma satellitare) e la conseguente catalogazione di tali dati nella Banca Dati del Portale Cartografico Nazionale (PCN). Le basi dati realizzate rappresenteranno un valido contributo alle attività di governo del territorio, supportando in particolare le attività di topografia, cartografia e fotogrammetria numerica, la modellistica tridimensionale, i Sistemi Informativi Territoriali e, soprattutto, i Sistemi Informativi di Supporto alle decisioni. L’obiettivo primario del PST-A è quello di realizzare, il più rapidamente possibile, una base dati per il supporto ai processi decisionali in tutte le aree soggette al rischio del dissesto idrogeologico ed a favorire la condivisione di “data set” delle metodologie e dei risultati. Assume quindi valore strategico per il PST-A il proposito di realizzare e rendere fruibile il più vasto “set di dati” riferiti al territorio. Un “set di dati “ da acquisire sia tramite un piano mirato di telerilevamento evoluto, sia integrandolo il “set di dati” già realizzati o in corso di realizzazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni Centrali o Locali.

DURC : Chiarimenti dal Ministero L’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, con la determinazione n. 1/2010 ha affermato che “al Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) nel settore degli appalti pubblici, …, vada riconosciuta una validità trimestrale”. Il Ministero del Lavoro, con la circolare n. 35/2010, ha fornito ulteriori precisazioni sulla validità del DURC e sulle affermazioni dell’Autorità riportate nella suddetta determinazione. Nell’ambito delle procedure di gara – afferma il ministero - deve essere acquisito un DURC per ciascuna procedura; tale DURC attesta che la ditta è in regola alla data di rilascio del documento ed ha validità trimestrale. La Circolare precisa inoltre che nell’ambito degli appalti pubblici, non può essere utilizzato un DURC richiesto a fini diversi (ad es. un DURC richiesto ai fini della fruizione di benefici e sovvenzioni previsti dalla disciplina comunitaria o un DURC richiesto per lavori privati). Per “le fasi di stato avanzamento lavori o stato finale/regolare esecuzione”, infine, sussiste l’obbligo di richiedere un nuovo DURC per ciascun SAL o stato finale riferiti ad ogni singolo contratto; tale DURC ha validità trimestrale ai fini del pagamento per il quale è stato acquisito. Il DURC deve essere richiesto anche nel caso di appalti relativi all´acquisizione di beni, servizi e lavori effettuati in economia ai sensi dell´art. 125, comma 1, lett b), D.Lgs. n. 163/2006 ed ha validità trimestrale con riferimento allo specifico contratto. Da ultimo il Ministero sottolinea che il DURC rilasciato con riferimento ai lavori privati in edilizia, anch’esso con validità trimestrale, può essere utilizzato, per l’intero periodo di validità, ai fini dell’inizio di più lavori.

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Giurisprudenza in edilizia e urbanistica Lottizzazione abusiva Corte di Cassazione – Sezione III Penale – Sentenza 8 ottobre 2009, n. 3907 La misura della confisca va estesa ai soli “terreni lottizzati” ovvero “rientranti nel generale progetto lottizzatorio” da identificarsi in quelli che risultino oggetto di un’operazione di frazionamento preordinata ad agevolarne l’utilizzazione a scopo edilizio. Ove esiste, pertanto, un preventivo frazionamento, va confiscata l’intera area interessata da tale frazionamento nonché della previsione delle relative infrastrutture e opere urbanizzate, indipendentemente dall’attività di edificazione posta concretamente in essere. Nell’ipotesi, invece, in cui non sia stato predisposto un frazionamento fondiario e tuttavia si sia conferito, di fatto, un diverso assetto ad una porzione di territorio comunale, la confisca va limitata a quella porzione territoriale effettivamente interessata alla vendita di lotti separati, dall’edificazione e dalla realizzazione di infrastrutture (cfr. Cass., Sez. III, 2.10.2008, n. 37472) Responsabilità coniuge dell’usufruttuario Corte di Cassazione, Sentenza n. 11093 del 23 marzo 2010 I reati previsti dall’art. 44 del D.P.R. n. 380 devono essere quantificati come reati comuni e non come reati a soggettività ristretta, salvo che per i fatti commessi dal direttore dei lavori e per la fattispecie di inottemperanza all’ordine di sospensione dei lavori impartito dall’Autorità amministrativa; con la conseguenza che

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chiunque, anche se non proprietario, può essere ritenuto responsabile del reato edilizio, purché risulti un suo contributo soggettivo all’altrui abusiva edificazione da valutarsi secondo le regole generali sul concorso di persone nel reato. Il che vale ad affermare che anche il coniuge dell’usufruttuario può in via di principio rispondere del reato in esame in quanto ciò che rileva per il giudizio di responsabilità è la prova del rapporto causale alla consumazione del reato e non già la qualità soggettiva dell’imputato. Obbligo di esporre il cartello contenente gli estremi del titolo abilitativo Corte di Cassazione, Sentenza n. 46832 del 9 dicembre 2009 Costituisce ancora reato la violazione dell’obbligo di apporre il cartello indicante gli estremi abilitativo qualora prescritto dal regolamento edilizio o dal provvedimento sindacale, in quanto sussiste continuità normativa tra l’art. 4, comma quattro, dell’abrogata legge 28 febbraio 1985, n. 47 e la nuova fattispecie contemplata dall’art. 27, comma quarto, del citato D.P.R. (In motivazione la Corte ha precisato che sussistono invece dubbi sull’individuazione del soggetto attivo del reato, non essendo pacifica la configurabilità del reato solo a carico del direttore dei lavori). Ristrutturazione ed ampliamento Consiglio di Stato, Sez. IV, decisione n. 1550 del 10 aprile 2008 Un manufatto che subisce il crollo delle sue pareti, (nella specie, una baracca di lamiera di circa mc 32 – di

per sé non definibile come manufatto destinato ad abitazione) non può essere più considerato un “edificio esistente”, e pertanto non consente la realizzazione di edifici ex novo in base al principio della ristrutturazione edilizia, che si caratterizza per la riedificazione che comporti “la piena conformità di sagoma, volume e superficie tra il vecchio ed il nuovo manufatto” ciò che per definizione va escluso quando si discuta di apliamento di cubatura dell’edificio. Vedute: limitazioni legali Corte di Cassazione, Sentenza n. 14784 del 24 giugno 2009 Il regime legale delle distanze delle costruzioni dalle vedute, prescritto dall’art. 907 cod. civile, non è applicabile, stante il disposto dell’art. 2, cod. civile – per il quale “alle costruzioni che si fanno in confine con le piazze o le vie pubbliche non si applicano le norme relative alle distanze” - non solo quando la strada o la piazza pubblica si frappongono fra gli edifici interessati, ma anche nel caso in cui le stesse delimitano ad angolo retto, da un lato, il fondo dal quale si gode la veduta e, dall’altro, il fondo sul quale si esegue la costruzione. Necessita il permesso di costruire per la realizzazione senza vincolo di pertinenzialità immediato Consiglio di Stato, Sentenza n. 4801 del 21 luglio 2010 La realizzazione di un parcheggio interrato, con vincolo di pertinenzialità da perfezionare in un momento


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Professione successivo alla costruzione, deve essere assentita mediante permesso di costruire. Questo il principio espresso dal Consiglio di Stato, con la sentenza 21/07/2010, n. 4801 Trova quindi applicazione secondo la Corte, in combinato disposto con il successivo art. 10, il quale assoggetta a permesso di costruire tutti gli interventi di nuova costruzione, l’art. 3, primo comma lettera e) del D.P.R. 380/2001, ai sensi del quale costituiscono interventi di nuova costruzione, tra gli altri: - la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente; - gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal comune; - la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato. E’ stato anche chiarito come il Piano dei parcheggi costituisce strumento attuativo del piano generale, ma nel diverso senso del soddisfacimento coordinato di quella necessità pubblica nell’ambito di tutto il territorio comunale, e quindi non può essere equiparato ad un piano particolareggiato, il quale di converso attua le previsioni di massima dello strumento urbanistico generale collocandole nella realtà di una specifica porzione del territorio comunale.

Le delibere condominiali non sono valide se danneggiano un condomino Possono essere annullate le delibere condominiali, anche se adottate con maggioranza, se “ledono gravemente il diritto anche di un solo condomino”. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione (sentenza 20902/2010), spiegando che le innovazioni o le migliorie votate a maggioranza sono vietate se rendono “ talune parti comuni inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino”. Il chiarimento è stato reso dalla Corte nel prendere in esame il caso relativo a una delibera con cui l’assemblea condominiale aveva concesso a tre inquilini dello stabile il permesso di collocare a proprie spese un ascensore nel vano scala condominiale. In questo caso secondo la Corte la delibera è legittima ma ci sono situazioni in cui anche se vi è la piena maggioranza le delibere vanno annullate. Ciò accade - spiega la Corte - quando le decisioni prese siano “gravemente lesive dei diritti all’uso e al godimento delle parti comuni anche di un solo condomino”.

SPORTELLO PER L’EDILIZIA E L’URBANISTICA DEL COMUNE DI TORINO - NEWSLETTER N. 28 DEL 7 SETTEMBRE 2010 Oggetto: ALLEGATO ENERGETICO - MODULISTICA E’ stato pubblicato in data 6 settembre 2010 il nuovo modello AE-REA per il calcolo dei requisiti richiesti dall’Allegato Energetico e riferito all’applicazione di quanto previsto dallo Stralcio di piano per il riscaldamento ambientale e il condizionamento. Normativa aggiornata alla DGR 46-11968 del 4 agosto 2009 in vigore dal 1° aprile 2010 ed alle norme generali dell’Allegato Energetico Ambientale al R.E. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/word/ae_risp_prescr.xls il geometra n. 4/10

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Consiglio Nazionale

Per il Rinascimento delle Professioni Un Forum a Roma sulla riforma delle professioni

Organizzato dai Consigli Nazionali dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali, si è svolto a Roma nella Sala del Refettorio a Palazzo San Macuto il 22 Luglio 2010 scorso un forum per incontrare i rappresentanti del Parlamento sulla bozza di testo di riforma delle professioni all’esame della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

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Al di là del futuro libero confronto tra le forze parlamentari, le professioni tecniche di primo livello, che da tempo sostengono di appartenere ad un medesimo orizzonte di riferimento, hanno inteso promuovere le ragioni che rendono la loro identità degna del riconoscimento legislativo. Alla tavola rotonda “Professioni tecniche di primo livello: scommettere sul futuro”, hanno partecipato i rappresentanti coinvolti nella proposta di legge di riforma delle professioni. L’On. Avv. Maria Grazia Siliquini (Pdl) – presentatrice della proposta di legge recante “Disciplina delle libere professioni” ha illustrato nei dettagli gli obiettivi ed i contenuti del progetto di legge. “Il testo su cui sta lavorando la Camera – ha continuato l’onorevole Siliquini – mi sembra in piena sintonia con il documento presentato mercoledì al ministro Alfano dai rappresentanti di tutte le professioni, perché entrambi hanno lo stesso scopo di razionalizzare e semplificare l’intero settore”. I due documenti dunque potrebbero confluire in un unico testo. L’alternativa è che il governo prenda in mano le redini dell’iniziativa e porti a termine un disegno di legge di principi. A partire da questo si metteranno a

punto i decreti attuativi cui demandare le specificità di ogni singola professione. Pierluigi Mantini (Udc) ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “non sostenere riforme che non siano in grado di incidere sull’esistente” anche se – ha dichiarato Mantini - garantisco il mio appoggio al testo Siliquini, ma il clima è cambiato: la politica mi sembra pronta per accogliere le istanze dei professionisti, solo che ora sono proprio loro che devono scendere in campo superando i particolarismi e chiedendo il conto al ministro Alfano per due anni di inattività”. Il nodo rimane quello dell’unificazione delle tre professioni tecniche organizzatrici del Forum. Parere positivo in questo senso da tutti i relatori, incluso Ignazio Messina (Idv), perché un nuovo Ordine dei tecnici laureati di primo livello rappresenta l’unica strada per garantire al cittadino la qualità dei servizi da sempre esercitati dai professionisti. Nello stesso tempo, tutti i relatori sono d’accordo sull’abolizione della sezione B degli albi, perché ha causato la perdita di un percorso unico e coerente tra formazione e accesso alla professione. Su questo punto perplessità sono state manifestate da Antonio Picardi, consigliere Junior dell’Ordine degli ingegneri, per il quale l’abolizione della sezione B porterebbe al futuro incerto dei triennali con la eventuale confusione delle competenze professionali.


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Commissione Sicurezza

Nuovi modelli della dichiarazione di conformità alla regola d’arte degli impianti tecnici di Piero Conrotto Con il D.M. 19/05/2010 (G.U. n. 161 del 13/07/2010) sono stati pubblicati i

nuovi modelli della Dichiarazione di Conformità alla regola dell’arte per gli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso, collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze, inclusi gli impianti di cantiere e similari. La redazione della dichiarazione di conformità degli impianti, installati all’interno degli edifici, era già stata prevista “in primis” dalla Legge n. 46/90, poi abrogata e sostituita dal D.M. 22/01/2008 n. 37, oggi tali modelli sono stati completamente sostituiti (e ampiamente modificati) dal nuovo D.M. 19/05/2010. Questo decreto è stato emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico, a seguito dei rilievi e raccomandazioni della Commissione Europea per dirimere le controversie di cui alle procedure di infrazione aperte nei confronti dell’Italia per avere adottato una norma nazionale che poneva ostacoli alla libera circolazione di alcune merci nel mercato europeo (in particolare contro l’utilizzo di raccordi in rame a pressare per impianti gas domestici e contro l’utilizzo di condutture in polietilene multistrato per condutture gas domestici). I nuovi modelli, unici nella forma per tutti gli impianti tecnici, sono di due tipologie: - il primo modello è utilizzabile esclusivamente dalle imprese di settore per la dichiarazione di conformità di qualsiasi tipologia di impianto installato (e/o trasformato);

- il secondo modello, invece, è un’opportunità utilizzabile soltanto dagli uffici tecnici interni di imprese non installatrici (es.: un’industria metalmeccanica) per i propri impianti aziendali installati (e/o trasformati) e solo se nei loro uffici tecnici interni ci sono delle figure abilitate a tale scopo, altrimenti anche loro adotteranno la procedura ordinaria affidandosi ad un’impresa di settore. Quindi dal 28/07/2010 cambiano i modelli della Dichiarazione di Conformità degli impianti tecnici. Anche questi modelli come i precedenti, devono essere redatti e sottoscritti dal legale rappresentante e dal responsabile tecnico dall’impresa esecutrice

degli impianti stessi. Tale disposizione legislativa scaturisce dalla necessità, per il legislatore, di fare assumere la responsabilità dell’installazione a colui che ha materialmente eseguito l’installazione e non a soggetti terzi quali i professionisti abilitati che, magari, per compiacere il committente, potrebbero essere indotti a firmare presunte ”conformità” che, al contrario, il legislatore attribuisce giustamente soltanto all’installatore. Il geometra libero professionista è direttamente coinvolto nella gestione dei nuovi modelli in relazione all’attività svolta, quale ad esempio: - amministratore condominiale o di proprietà immobiliari (installazione,

Gli impianti sono classificati come segue: a) impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere; b) impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere; c) impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei locali; d) impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie; e) impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali; f) impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili; g) impianti di protezione antincendio.

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Commissione Sicurezza d’appalto) - CTU e CTP, valutatore e consulente tecnico nelle compravendite immobiliari, SCIA (installazione, trasformazione, manutenzione impianti di cantiere e/o stabilmente installati nell’edificio, in relazione allo svolgimento della propria attività come da mandato ricevuto)

Dal 28 luglio 2010 cambiano i modelli della Dichiarazione di Conformità degli impianti tecnici. trasformazione, manutenzione impianti stabilmente installati nell’edificio) - direttore dei lavori in cantiere (installazione, trasformazione, manutenzione impianti, stabilmente installati nell’edificio come da capitolato d’appalto) - coordinatore per l’esecuzione dei lavori (installazione, trasformazione, manutenzione impianti di cantiere) - soggetto certificatore ai fini antincendio ex L. n. 818/84- (installazione, trasformazione, manutenzione

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impianti, come da progetto, stabilmente installati nell’edificio ai fini antincendio) - consulente aziendale -RSPP esterno - (installazione, trasformazione, manutenzione impianti stabilmente installati nell’edificio) - consulente esterno di un’impresa edile - controllo subappaltatori impiantisti - (installazione, trasformazione, manutenzione impianti di cantiere e/o stabilmente installati nell’edificio come da capitolato

Breve analisi dell’ALLEGATO I L’Allegato I è il modello che più interessa al geometra libero professionista, utilizzabile esclusivamente dalle imprese di settore per la dichiarazione di conformità di qualsiasi tipologia di impianto installato (e/o trasformato) e delle relative note esplicative già date dal legislatore, quindi obbligatorie. - dati identificativi dell’impresa esecutrice: sono la ragione sociale, indirizzo, P. IVA. - breve descrizione dell’impianto e attività svolta dall’impresa: lavori di installazione, trasformazione, manutenzione; per gli impianti elettrici va specificata la potenza massima impegnabile in Kw, per gli impianti a gas invece deve essere specificato il tipo di gas distribuito ad es.: gas canalizzato della 1, 2, 3 famiglia, GPL da recipienti mobili, GPL da serbatoio fisso. - dati identificativi di chi ha commissionato l’impianto: è il COMMITTENTE ed è anche destinatario degli obblighi di manutenzione, controllo e verifica, secondo quanto previsto dalle vigenti norme; obblighi richiamati anche nella Nota n. 10 del Modello. - indirizzo, la destinazione d’uso dell’edificio: tipo civile, commercio, industriale, altri usi. - dati identificativi della proprietà immobiliare: è destinatario degli obblighi di manutenzione, controllo e verifica, secondo quanto previsto dalle vigenti norme. Non sono richiesti gli estremi catastali dell’immobile. Segue la DICHIARAZIONE vera


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Commissione Sicurezza e propria con la formula di rito “dichiara sotto la propria personale responsabilità che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola d’arte, secondo quanto previsto dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi cui è destinato l’edificio, avendo in particolare”: - rispettato il progetto, redatto ai sensi dell’art. 5, da ….........: sono i dati identificativi del progettista, solo quando ne ricorra l’obbligo (vedi D.M. 37/2008): iscrizione all’Albo professionale. - seguito la norma tecnica applicabile all’impiego: devono sempre essere indicate con precisione le norme tecniche (es.: UNI-CEI) e di legge distinguendo tra quelle riferite alla progettazione, all’esecuzione e alle verifiche. - installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione (art. 56): qui è solo da crocettare, l’elenco dei materiali viene richiamato dettagliatamente in un punto successivo. - controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge: qui è solo da crocettare, le specifiche norme applicate per le verifiche sono già state dettagliatamente individuate nel punto precedente. Bisognerebbe però farsi rilasciare dall’impresa esecutrice l’evidenza documentale degli esiti delle verifiche effettuate in sito prima della messa in servizio dell’impianto, potrebbero servire in caso di anomalie e/o incidenti ed anche ai fini assicurativi. Per le verifiche ai fini antincendio, es. portata e pressioni degli idranti, sono valori da comunicare ai VVF. Da ricordare che l’impresa esecutrice, di una trasformazione o ampliamento di impianto, verifica tutto l’impianto anche l’eventuale parte già esistente proprio per “verificare” l’idoneità del sistema completo; l’impiantista non è soltanto

responsabile per la parte da lui eseguita ma anche della compatibilità dell’intero sistema impiantistico, eventualmente preesistente, a cui si è collegato (da ricordare che l’impiantista ha il dovere dell’obbligazione di risultato nei confronti del committente). - elenco degli “ALLEGATI OBBLIGATORI” - progetto ai sensi degli art. 5 e 7: qui è solo da crocettare solo se è presente il progetto, ma qualora l’impianto eseguito su progetto sia variato in opera, il progetto presentato al committente a fine lavori deve comprendere le varianti in corso d’opera. Viene specificato che fa parte del progetto la citazione della pratica di prevenzione incendi, ove richiesta (in correlazione con i nuovi modelli VVF di dichiarazione per la DIAantincendio di cui all’art. 3 – DPR 37/98 e s.m.i.). - relazione con le tipologie dei materiali utilizzati: è l’elenco dettagliato delle tipologie dei materiali utilizzati (es.: tipo, marca, classe di reazione al fuoco,...), sia per responsabilizzare l’installatore sui requisiti prestazionali degli stessi (es.: ai fini antincendio, ATEX, locali ad uso medico, ...), ma è anche una sua garanzia e protezione ai fini di possibili incidenti per manomissioni successive ma non a lui imputabili. In particolare le note esplicative specificano che la relazione deve contenere, per i prodotti soggetti a norme, la dichiarazione di rispondenza alle stesse, completata ove esistente, con riferimenti a m a r c h i , certificati di prova, ecc., rilasciati da istituti autorizzati. Per gli altri prodotti, da elencare, il firmatario deve dichiarare che trattasi di materiali, prodotti e componenti conformi a quanto previsto dagli art. 5 e 6. La relazione deve dichiarare l’idoneità rispetto all’ambiente di installazione (es.: ai fini antincendio, ATEX, locali ad uso medico, …). Quando rilevante al buon funzio-

namento dell’impianto, si devono fornire indicazioni sul numero e c aratteristiche degli apparecchi installati od installabili (ad es. per il gas: 1) numero, tipo e potenza degli apparecchi, 2) caratteristiche dei componenti il sistema di ventilazione dei locali, 3) caratteristiche del sistema di scarico dei prodotti della combustione, 4) indicazioni sul sistema di collegamento elettrico degli apparecchi, ove previsto). - schema dell’impianto realizzato: per schema dell’impianto realizzato si intende la descrizione dell’opera come eseguita (si fa semplice rinvio al progetto quando questo è stato redatto da un professionista abilitato e non sono state apportate varianti in corso d’opera). Nel caso di trasformazione, ampliamento e manutenzione straordinaria, l’intervento deve essere i nquadrato, se possibile, nello schema dell’impianto preesistente. Viene specificato che lo schema citerà la pratica di prevenzione incendi, ove richiesta (in correlazione con i nuovi modelli VVF di dichiarazione per la DIA-antincendio di cui all’art. 3 – DPR 37/98 e s.m.i.). - riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti: sono costituiti dal nome dell’impresa esecutrice e dalla data della dichiarazione preesistente. Per gli impianti o parti di impianti costruiti prima dell’entrata in vigore del presente decreto, il riferimento a dichiarazioni di conformità può essere sostituito dal rinvio a “dichiarazioni di rispondenza” (art. 7, comma 6). Viene specificato che, nel caso in cui parti dell’impianto siano predisposte da altra impresa (ad es.: ventilazione e scarico fumi negli impianti a gas), la dichiarazione deve riportare analoghi riferimenti per dette parti. NOTA dell’autore: senza volere evocare lo spirito di un importante documento purtroppo mai nato, il geometra n. 4/10

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Commissione Sicurezza noto come “libretto di fabbricato”, mi chiedo dove si potranno mai trovare tutte le vecchie “dichiarazioni di conformità” degli impianti del fabbricato, (dal 1990 in poi) che dovranno necessariamente essere citate dall’impiantista nella sua nuova “dichiarazioni di conformità”. Scorrendo la G.U., però, ho rilevato che anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno avuto lo stesso dubbio, tant’è che è istruttivo leggere la Circ. 09/07/2010 n. 16063 (Linee guida generali per la costituzione di un “fascicolo immobiliare” per gli edifici pubblici; punto “Elementi costitutivi del fascicolo immobiliare”, ad esempio il capoverso n. 11 - raccolta degli attestati di conformità degli impianti- e il capoverso 20 - riepilogo degli interventi di manutenzione effettuati negli ultimi cinque anni). Realisticamente invece credo che ci sia da prevedere una “overdose” di lavoro per i professionisti tecnici abilitati alla redazione delle “dichiarazioni di rispondenza” di cui all’art. 7, comma 6 del D.M.37/2008. - copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali: si trova nell’ultima parte dell’iscrizione alla CCIAA dell’impresa, in cui è anche individuato il “responsabile tecnico” della medesima, che dovrà firmare (con il legale rappresentante dell’impresa) i l modello della “dichiarazione di conformità”. Questo documento, ai sensi del D.lgs. 81/2008 e s.m.i., dovrebbe già essere stato consegnato al committente prima dell’inizio dei lavori (D.lgs. 81/2008: art. 26 - Obblighi connessi ai contratti d’appalto- , art. 90 - Obblighi del committente o responsabile dei lavori -, Allegato XVII -Idoneità tecnico professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi-). - attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati: se nell’impianto risultano incorporati dei

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prodotti o sistemi legittimamente utilizzati per il medesimo impiego in un altro Stato membro dell’Unione Europea o che sia parte contraente dell’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (es.: Paesi quali la Svizzera e la Turchia), per i quali non esistono norme tecniche di prodotto o di installazione, la dichiarazione di conformità deve sempre essere corredata con il progetto redatto e sottoscritto da un ingegnere iscritto all’Albo professionale secondo la specifica competenza tecnica richiesta, che attesta di avere eseguito l’analisi dei rischi connessi con l’impiego del prodotto o come sistema sostitutivo, di avere prescritto e fatto adottare tutti gli accorgimenti per raggiungere livelli di sicurezza equivalenti a quelli garantiti dagli impianti eseguiti secondo la regola dell’arte e di avere sorvegliato la corretta esecuzione delle fasi di installazione dell’impianto nel rispetto di tutti gli eventuali disciplinari tecnici predisposti da fabbricante del sistema o del prodotto. ALLEGATI FACOLTATIVI Vengono elencati degli esempi non esaustivi, quali: eventuali certificati dei risultati delle verifiche eseguite sull’impianto prima della messa in esercizio o trattamenti per la pulizia, la disinfezione, ecc. E’ già stato evidenziato precedentemente che sarebbe una buona cosa farsi rilasciare dall’impresa esecutrice l’evidenza documentale degli esiti delle verifiche effettuate in sito prima della messa in servizio dell’impianto, potrebbero servire in caso di anomalie e/o incidenti ed anche ai fini assicurativi; naturalmente sono fatte salve le verifiche obbligatorie sugli impianti (es. le verifiche ai fini antincendio, le verifiche sugli impianti elettrici per la messa a terra, le verifiche sugli impianti di ascensore e montacarichi, i trattamenti di pulizia e disinfezione sugli impianti a fluido - acqua potabile, aeraulica -,

i trattamenti contro la legionellosi). Termina la “dichiarazione” una nota di protezione per l’installatore in cui l’esecutore dell’impianto declina ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti dalla manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione o riparazione. Segue la data, la firma del “responsabile tecnico” dell’impresa e relativo timbro, la firma del “dichiarante” e relativo timbro. Da ricordare che i datori di lavoro dell’impresa installatrice e i lavoratori autonomi, che sono anche “responsabile tecnico”, devono necessariamente firmare due volte. Il modello termina con le “AVVERTENZE PER IL COMMITTENTE. Vengono sinteticamente richiamate le responsabilità del committente o del proprietario ai sensi d e l l ’ a r t . 8 del D.M. 22/01/2008 n. 37 - Obblighi del committente o del proprietario -. Viene specificato che: - al termine dei lavori l’impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione di conformità degli impianti nel rispetto delle norme di cui all’art. 7; - il committente o il proprietario è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all’art. 1 ad imprese abilitate di cui all’art. 3. Se non diversamente specificato tutti gli articoli di legge citati sono riferiti al D.M. 22/01/2008 n. 37, - Regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11-quaterdecies, comma 13-a, della legge n. 248 del 02/12/2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici - (pubblicato nella G.U. n. 61 del 12/03/2008 - in vigore dal 27/03/2008).


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Atti del Collegio

Il Consiglio del Collegio per il quadriennio 2010/2014 A seguito delle elezioni svoltesi dal 29 giugno al 3 luglio 2010, il nuovo Consiglio Direttivo, che si è insediato il 19 luglio 2010, risulta così costituito: Presidente: Segretario: Tesoriere: Vice Presidente: Consiglieri:

Geom. Ilario Tesio Geom. Daniela De Salvia Geom. Gian Luca Pautasso Geom. Massimo Ottogalli Geom. Federica Capriolo Geom. Giancarlo Carasso Geom. Daniele Giuseppe Carità Geom. Paolo Cuselli Geom. Giuseppe De Marco Geom. Rodolfo Meaglia Geom. Maurizio Mentigassa Farè Geom. Claudio Monticone Geom. Luca Perricone Geom. Luisa Roccia Geom. Luciano Simonato il geometra n. 4/10

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Atti del Collegio

I Consiglieri che guideranno il Collegio nel quadriennio 2010 - 2014

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Federica Capriolo

Giancarlo Carasso

Daniele Giuseppe CaritĂ

Paolo Cuselli

Giuseppe De Marco

Daniela De Salvia

Rodolfo Meaglia

Maurizio Mentigassa Farè

Claudio Monticone

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Atti del Collegio

Massimo Ottogalli

Gian Luca Pautasso

Luca Perricone

Luisa Roccia

Luciano Simonato

Ilario Tesio

Federica Capriolo

Iscritta all’Albo dal 1995, svolge la professione in Nichelino ed è Consigliere del Collegio dal 2006, come coordinatrice della Commissione Scuola, Praticanti ed Accreditamento. Per l’Agenzia formativa della Fondazione, è responsabile della progettazione e pianificazione ed analisi dei fabbisogni. E’ Consigliere Segretario di Geo.Val. - Associazione Valutatori Esperti – del Consiglio Nazionale

Giancarlo Carasso

Iscritto all’Albo dal 1985, svolge la professione in Torino ed è Consigliere del Collegio dal 2006, come coordinatore della Commissione Gestione Patrimonio Immobiliare.

Daniele Giuseppe Carità

Iscritto all’Albo dal 1984, svolge la professione in None ed è Consigliere di prima nomina. Dopo essere stato componente della Commissione Urbanistica, è ora coordinatore della Commissione Agricoltura.

Paolo Cuselli

Iscritto all’Albo dal 1993, svolge la professione in Collegno ed è Consigliere del Collegio dal 2002. E’ stato coordinatore della Commissione Informatica ed attivo componente della Commissione Stampa. Dal 2006 è coordinatore della Commissione Disciplina e dal 2010 anche della Commissione Pubbliche Relazioni.

Giuseppe De Marco

Iscritto all’Albo dal 1981, svolge la professione in Bussoleno ed è Consigliere del Collegio dal 2006. E’ stato coordinatore della Commissione Catasto ed oggi è coordinatore della Commissione Fisco.

Daniela De Salvia

Iscritta all’Albo dal 1996, svolge la professione in Torino ed è Consigliere del Collegio dal 2006. E’ stata coordinatrice della Commissione Incentivazione della Professione e Pari Opportunità ed oggi è coordinatrice della Commissione Consulenti Tecnici e Conciliazione, il geometra n. 4/10

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Atti del Collegio oltre ad assumere la carica di Segretario. Per l’Agenzia formativa della Fondazione, è stata responsabile delle pubbliche relazioni e pari opportunità.

Rodolfo Meaglia

Iscritto all’Albo dal 1985, svolge la professione in Rivarolo Canavese ed è Consigliere di prima nomina. Dopo esserne stato componente, è ora coordinatore della Commissione Edilizia-Urbanistica.

Maurizio Mentigassa Farè

Iscritto all’Albo dal 1972, svolge la professione in Torino ed è Consigliere di prima nomina. E’ stato componente della Commissione Catasto ed è ora coordinatore della Commissione Edilizia-Urbanistica.

Claudio Monticone

Iscritto all’Albo dal 1992, svolge la professione in Torino ed è Consigliere di prima nomina. Dopo esserne stato componente, è ora coordinatore della Commissione Catasto.

Massimo Ottogalli

Iscritto all’Albo dal 1989, svolge la professione in Strambino ed è Consigliere del Collegio dal 1996. E’ stato coordinatore della Commissione Topografia e Cartografia ed oggi è coordinatore della Commissione Tariffe, oltre ad assumere la carica di Vice Presidente. E’ inoltre Delegato della Cassa di Previdenza Geometri.

Gian Luca Pautasso

Iscritto all’Albo dal 1985, svolge la professione in Avigliana ed è Consigliere del Collegio dal 2000 e Tesoriere dal 2002. E’ stato coordinatore delle Commissioni Fisco e Riunioni di Zona ed oggi è coordinatore di quest’ultima. E’ inoltre Delegato della Cassa di Previdenza Geometri.

Luca Perricone

Iscritto all’Albo dal 1985, svolge la professione in Torino ed è Consigliere del Collegio dal 2004. E’ coordinatore della Commissione Sicurezza e Impiantistica e Consigliere di Geo.Sicur - Associazione Geometri per la Sicurezza – del Consiglio Nazionale.

Luisa Roccia

Iscritta all’Albo dal 1996, svolge la professione in Pinerolo ed è Consigliere del Collegio dal 2006. E’ stata coordinatrice della Commissione Catasto ed oggi è coordinatrice delle Commissioni Competenze, Topografia e Cartografia, Incentivazione della Professione e Pari Opportunità. E’ Probiviro del Sindacato Federgeometri.

Luciano Simonato

Iscritto all’Albo dal 1967, svolge la professione in Cirié ed è Consigliere del Collegio dal 1990. E’ stato Segretario del Collegio fino al 2010 ed è coordinatore delle Commissioni Cassa di Previdenza - Fondo di Solidarietà e Stampa. Nell’ambito della Cassa di Previdenza, ha avuto la carica di Delegato dal 1993, di Consigliere dal 1997 e di componente di Giunta dal 2001. Oggi è Amministratore Unico di Groma Sistemi.

Ilario Tesio

Iscritto all’Albo dal 1992, svolge la professione in Carmagnola ed è Consigliere del Collegio dal 1994. E’ stato Vice Presidente del Collegio dal 2000 al 2005 ed è Presidente dal giugno 2005. Ha coordinato negli anni le Commissioni Catasto, Agricoltura ed Estimo ed oggi è coordinatore della Commissione istituzionale Albo e Praticanti. E’ Delegato e Consigliere della Cassa di Previdenza dal 2009.

Programma di lavoro per il quadriennio 2010/2014 CONSIGLIO DOVERI GENERALI I Consiglieri hanno l’obbligo di riservatezza nei riguardi degli argomenti oggetto della seduta di Consiglio. Nell’ambito della discussione degli argomenti all’Ordine del Giorno, ogni Consigliere è tenuto a condividere le

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proprie conoscenze ed il proprio pensiero sull’argomento in discussione e ciò per un più allargato dibattito e per una ponderata valutazione di tutti gli aspetti che l’argomento coinvolge. Tranne casi di urgenza, le sedute di Consiglio vengono programmate semestralmente, in orari da assecondare nella misura massima le esigenze della pluralità dei Consiglieri. Ogni Consigliere ha il dovere, già moralmente accettato al momento della dichiarata disponibilità a far parte della compagine consigliare, di essere presente alle


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Atti del Collegio sedute di Consiglio rispettando sia la puntualità di inizio che l’intero svolgimento delle singole sedute e quindi fino alla conclusione delle stesse. I Consiglieri coordinatori di Commissione devono relazionare sul proprio operato o sul lavoro della Commissione con la produzione di documenti. Attività o iniziative particolari costituenti programma di lavoro della Commissione, devono prima essere sottoposti al Consiglio. I Consiglieri che hanno rappresentato il Collegio negli incontri locali o a livello nazionale devono relazionare in Consiglio e, ove necessario, produrre relazione scritta sugli argomenti trattati. COMPITI DEL DIRETTIVO PRESIDENTE • Oltre ai compiti istituzionali e di supervisione generale, il Presidente rappresenta ufficialmente il Collegio ed il Consiglio nelle manifestazioni importanti, nei convegni e riunioni di zona ed in sede nazionale, coordinandosi e riferendo ai Consiglieri sulle iniziative che lo coinvolgono. • Per la disciplina, pur avendone la responsabilità, si avvale della Commissione disciplina coordinata dal Consigliere designato. • Tiene i rapporti con il C.N.G. e Cassa di Previdenza, mantenendo contatti costanti e di rappresentanza a livello nazionale. SEGRETARIO • Gestione e controllo del personale • Gestione di tutte le attività istituzionali del Collegio (Albi iscritti e praticanti, Elenco Speciale, corrispondenza in arrivo e partenza ecc.) • Analisi sulla funzionalità delle varie Commissioni per segnalare ed evidenziare eventuali richiami. • Responsabilità della comunicazione con gli iscritti tramite e-mail, sito web ecc. TESORIERE • Gestione della contabilità secondo i principi della contabilità per le Pubbliche Amministrazioni • Rapporti con i Revisori dei Conti, con presenza indispensabile alle verifiche periodiche degli stessi, e degli incontri necessari in fase di stesura di Bilanci consuntivi e preventivi, nonché di eventuali spese straordinarie • Rapporti continuativi con i consulenti fiscali del Collegio • Raccolta preventivi per tutte le spese e rapporti con i fornitori con facoltà di decisione per interventi ordinari, ma con obbligatorietà di sottoporre al Consiglio le decisioni sulle spese significative ed innovative • Controlli capillari delle spese e dei crediti del Collegio • Vidimazione di tutte le fatture e documenti di spesa

• Controllo diretto, almeno settimanale, del personale addetto alla contabilità sia del Collegio che della Fondazione • Elaborazione di prospetti contabili per ogni seduta di Consiglio; • Elaborazione bilanci consuntivi e preventivi e relative modifiche VICEPRESIDENTE • Funzioni di rappresentanza in luogo del Presidente in caso di impedimento del medesimo • Coordinamento dei gruppi esterni (Sindacati, Associazioni ecc.), in collegamento con il Consigliere coordinatore delle Commissioni interessate FONDAZIONE Atteso che, per Statuto, ad ogni carica nell’ambito del Consiglio del Collegio corrisponde identica carica nell’ambito del Consiglio della Fondazione, e tenuto conto che la Fondazione è stata costituita per fiancheggiare il Collegio nello svolgimento delle attività per quest’ultimo non statutariamente previste, considerato anche l’avvenuto riconoscimento “Ente accreditato alla formazione”, da parte della Regione Piemonte occorre che tutti i Consiglieri del Collegio offrano la propria disponibilità a cooperare per il buon esito delle finalità della Fondazione. Le Commissioni più avanti descritte, sono da considerarsi come suddivisione dell’attività del Collegio, ma considerato lo stretto rapporto tra i due organismi opereranno indistintamente ove richiesto per l’uno o l’altra, scegliendo quali tra i due Enti può garantire un risultato migliore.

COMMISSIONI FUNZIONAMENTO • Ogni Commissione avrà un consigliere coordinatore, responsabile della Commissione che potrà avvalersi della collaborazione di altri consiglieri; • Oltre al consigliere coordinatore almeno altri due consiglieri faranno parte della Commissione; • Tutti i consiglieri possono partecipare alla riunione della Commissione pur non facendone parte; • Il coordinatore di Commissione oltre a relazionarsi con i componenti della Commissione, aggiornerà il consiglio sugli intenti e sull’operato della Commissione; • I componenti della Commissione, fermo restando la dichiarata disponibilità dei singoli iscritti, saranno noil geometra n. 4/10

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Atti del Collegio

LE COMMISSIONI 2010 - 2014 I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X. XI. XII. XIII.

Albo e Praticanti Disciplina Competenze Tariffa Scuola e Formazione Catasto e Banche Dati Topografia e Cartografia Edilizia ed Urbanistica Sicurezza ed Impiantistica Gestione Patrimonio Immobiliare Agricoltura Estimo Consulenti Tecnici e Conciliazione (Mediazione) XIV. Cassa di Previdenza e Solidarietà XV. Fiscale XVI. Riconoscimento Crediti XVII. Riunioni di Zona XVIII. Incentivazione della Professione e Pari Opportunità XIX. Stampa XX. Pubbliche Relazioni

minati dal consiglio; ciascun iscritto potrà partecipare al massimo a due Commissioni; • La Commissione si avvarrà dell’operato del personale, per la pubblicazione del calendario delle riunioni, per le convocazioni, la definitiva stesura del verbale delle riunioni, e per lo svolgimento delle proprie attività; • Le riunioni di Commissioni dovranno essere verbalizzate, avvalendosi di un segretario scelto tra i membri di Commissione, con l’indicazione dei partecipanti, degli argomenti trattati e loro definizione, in modo da lasciare traccia del lavoro svolto dalla Commissione; • Le sedute di Commissione dovranno essere calende rizzate con largo anticipo (semestralmente), salvo convocazioni d’urgenza, per dare la possibilità ai componenti di programmarsi i loro impegni, salvo poi depennare dalla Commissione i componenti che non parteciperanno a più incontri (3) successivi senza giustificati motivi; • La Commissione potrà costituire dei sottogruppi guidati

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da un responsabile (sottocoordinatore), con temi specifici; • Il sottocoordinatore potrà essere anche uno esterno al consiglio e dovrà relazionarsi con il coordinatore della Commissione responsabile anche dell’operato del sottogruppo; • Il consigliere coordinatore dovrà far pervenire ogni bimestre alla Commissione stampa, il materiale necessario per l’aggiornamento del sito internet e/o alla predisposizione di un articolo per la pubblicazione sulla rivista. COMPITI DEI CONSIGLIERI COORDINATORI • Raccolta e segnalazione di tutte le notizie e novità legislative di competenza; • Convocazione della Commissione, almeno ogni trimestre nel caso di normalità, e con urgenza ogni qual volta intervenga una modifica che riguarda l’attività del geometra; • Attivazione e coordinamento della propria Commissione per il raggiungimento degli obiettivi; • Partecipazione ai convegni e manifestazioni di competenza organizzati da altri enti o Collegi, in rappresentanza del Presidente e del Consiglio; • Predisposizione di materiale per la stampa; • Predisposizione delle circolari da inviare con urgenza nei casi ciò sia necessario; • Coordinamento nella indizione dei convegni da organizzarsi dal Collegio su tematiche riguardanti l’attività specifica del geometra in relazione a nuovi provvedimenti legislativi o regolamenti attuativi. COMPITI DELLE COMMISSIONI I. ALBO E PRATICANTI • Aggiornamento e pubblicazione dell’Albo; • Individuazione delle specializzazioni dei singoli iscritti; • Possibilità dell’inserimento curriculum dell’iscritto; • Ai fini di una adeguata turnazione, mantenere traccia del nome e della prestazione evasa dall’iscritto, a seguito di conferimento di incarico avvenuto tramite la segnalazione del Collegio; • Verifica semestrale del livello di apprendimento dei praticanti; • Per i praticanti dare la disponibilità all’Università per lo stage obbligatorio; • Ricercare e catalogare la disponibilità degli iscritti per accogliere i praticanti e gli alunni per gli stage durante il periodo scolastico.


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Atti del Collegio II. DISCIPLINA • La Commissione è preposta all’analisi delle segnalazioni sul comportamento dell’iscritto nello svolgimento dell’attività professionale, che pervengono dai committenti, dalle Pubbliche Amministrazioni ecc., a cui deve seguire apposita istruttoria. Il Consigliere Coordinatore ad ogni seduta di Consiglio relaziona sulle segnalazioni pervenute e sugli esiti degli accertamenti, evidenziando le eventuali violazioni al Codice Deotologico per l’adozione di opportuni provvedimenti; • Le segnalazioni devono essere esaminate con immediatezza, e successiva comunicazione dell’esito all’esponente e al diretto interessato; • Il coordinatore distribuirà tra i membri di Commissione le pratiche da trattare, nominando per ciascuna di esse il relatore, che dovrà relazionare all’interno della Commissione per l’istruttoria e la successiva discussione per la proposizione al Consiglio degli eventuali provvedimenti disciplinari; • E’ indispensabile la collaborazione di un legale che assista l’operato della Commissione, sia per quanto concerne il merito della pratica, quanto per la stesura delle comunicazioni e dei provvedimenti; • Considerata la particolarità della materia i membri devono essere esclusivamente consiglieri; • I commissari devono garantire integrità morale ed etica oltre ad imparzialità di esame e giudizio, il relatore della pratica interno alla Commissione dovrà essere di altra zona rispetto all’iscritto interessato; • Per evidenziare la volontà del Collegio di salvaguardare il rispetto dei Regolamenti, del Codice Deontologico, dell’integrità e della qualità della prestazione professionale del geometra, l’attività e l’operato della Commissione deve essere resa pubblica, ovviamente nel rispetto della privacy. III. COMPETENZE • L’apertura dei recenti dibattiti sulla riforma delle professioni ed i disegni di legge (Vicari-1865, ed altri) in discussione al parlamento in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti agrari e dei periti agrari laureati, rendono di attualità la materia e necessitano dell’operato di apposita Commissione; • Nel progetto delineato a livello nazionale, della costituzione di un unico albo dei tecnici laureati, nel quale confluiranno oltre ai laureati triennali, anche gli attuali diplomati geometri, periti industriali, periti agrari e successivamente gli agrotecnici, ove ciascuno svolgerà la libera professione secondo le proprie competenze, diventa indispensabile individuare le eventuali esclusività e le arre di inevitabile sovrapposizione per la scrittura dei

nuovi regolamenti; • La Commissione, potrà pertanto essere di supporto anche al Consiglio Nazionale, inizialmente codificando e definendo per quanto possibile le attuali competenze, e successivamente analizzando i documenti proposti o che lo stesso CNG matterà a disposizione.; • Non vi è dubbio che l’attività della Commissione, che si avvarrà anche del supporto legale di esperti in materia, sarà di ausilio nello svolgimento della professione e nella gestione dell’ordinariato contenzioso sulle ompetenze, attivato dai committenti, dagli altri ordini professionali o loro rappresentanze ed associazioni (FIOPA). IV. TARIFFA • Promuovere il concetto della “tariffa”, inteso non solo come importo economico per aver effettuato una prestazione, ma come indicatore minimo della qualità di una prestazione. Misurata non unicamente in base al tempo impiegato ma al livello di specializzazione, di formazione e preparazione necessari al corretto svolgimento della prestazione, per garantire al fruitore l’esercizio dell’attività professionale con la dovuta “scienza” e “diligenza”. • Dare indicazioni agli iscritti sulla corretta formulazione della parcella, organizzando anche incontri informativi ed informativi presso il Collegio od altre sedi; • Aiutare i neo iscritti per la formulazione dei preventivi e delle parcelle; • Con la divulgazione del nuovo programma informatico per le Parcelle (Parcelle Geometri) predisposto dalla Fondazione, va trasmessa la “cultura” della tariffa, sia tra gli iscritti che ai soggetti esterni; • Assistenza nel contraddittorio tra iscritti e committenti; • Previsione dei compensi per i praticanti, da sottoporre all’approvazione a livello nazionale, per la messa a regime; • Individuare con la collaborazione delle Commissioni interessate, gli standard qualitativi minimi della prestazione professionale. V. SCUOLA E FORMAZIONE • Con l’entrata in vigore della riforma scolastica “Gelmini”, e nelle more di nuovi provvedimenti parlamentari in materia di professione, particolare importanza rivestirà nei prossimi anni la Commissione scuola, non va dimenticato che il diplomato Geometra non ci sarà più si chiamerà “Tecnico delle Costruzioni Ambiente e Territorio”. Geometra si diventerà solo con l’iscrizione all’Albo dopo i due anni di praticantato, o la Laurea Triennale nelle Classi L-7, L-17, L-21 e L-23 (ex IV, VII ed VII), o partecipazione ad un corso di Istruzione Tecnica Superiore (ITS), e superamento dell’esame ministeriale di abilitazione all’esercizio della libera professione; il geometra n. 4/10

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Atti del Collegio • La Commissione si dovrà adoperare affinché il Collegio possa attivare quanto previsto dalla riforma, in particolare incidere sulla maggiore autonomia scolastica che può arrivare fino al 35% nel V anno, con l’inserimento di: - argomenti e materie tecniche fondamentali per la nostra professione o di nuova attivazione; - docenza o codocenza dei professionisti particolarmente esperti; - stage presso professionisti, aziende e società del settore, ecc. • Attivazione in ambito non solo provinciale (Regionale) di corsi ITS, con il coinvolgimento della Fondazione; • Continuare l’attività di controllo e verifica dei praticanti che sono in sensibile diminuzione, con l’obiettivo non solo di verificarne la preparazione ma puntare alla fidelizzazione, quei pochi che si iscrivono non devono fuggire, devo trovare nella categoria: fiducia, entusiasmo, serenità, preparazione, voglia di fare e lottare per la certezza del risultato; • Condividere percorsi formativi con Università e Politecnico ottenendone il loro riconoscimento, da utilizzarsi per la formazione continua degli iscritti, servirà nel futuro per certificare e dimostrare il livello di formazione raggiunto dalla categoria; • Tutti i corsi dovranno prevedere alla fine una valutazione del livello di apprendimento dei corsisti, da effettuarsi con verifica finale le cui modalità andranno studiate e verificate (test di valutazione, prova scritta, orale ecc.); • Organizzare gli incontri con gli istituti tecnici, e le scuole medie per presentare l’attività del geometra e come si accede alla libera professione, alla presenza anche dei genitori con la partecipazione alle manifestazioni dei singoli istituti tipo “porte aperte” o similari; • Invitare le scuole a convegni e manifestazioni; • Con l’obbligatorietà della formazione continua, aumentando l’attività di formazione verso gli iscritti, dovranno essere: individuati, con la collaborazione delle Commissioni, i programmi didattici con il riconoscimento dei crediti; previste nuove forme di formazione, a distanza, teledidattica, ecc.; • La Fondazione, accreditata dalla Regione come soggetto formatore, continuerà la sua partecipazione ai bandi, verificando anche la possibilità di ottenere l’accreditamento anche su altre Regioni. VI. CATASTO E BANCHE DATI • Nell’ormai stretto rapporto tra Catasto e Conservatoria del Registri Immobiliari, e prossimamente con gli Enti Territoriali (Comuni, Provincie, Comunità Montane ecc.), vanno mantenuti i rapporti con l’Agenzia del Territorio, per l’accesso agli uffici, consultazione degli archivi, uniformità nel trattamento degli atti di aggiornamento, incentivazione e condivisione delle metodologie

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o analisi delle loro criticità, ecc.; • Dovrà essere sostenuto e spinto il passaggio all’obbligatorietà della trasmissione telematica degli atti di aggiornamento catastale, completando così un periodo di grande trasformazione del Catasto, con una attività che dalla straordinarietà (condoni edilizi, recupero dell’arretrato, fabbricati rurali, ricerca dei fabbricati sfuggiti all’accertamento ecc.), tende all’ordinarietà, senza però perdere posizioni ed attenti e lungimiranti alle nuove evoluzioni; • Devono essere incrementati ed aggiornati, anche nei contenuti, i corsi di preparazione e formazione in ambito catastale, rivolti non solo ai giovani ma a tutti gli iscritti, solo conoscendo a fondo la materia catastale è possibile mantenere la specificità della materia; • Dobbiamo ridurre fino all’eliminazione i praticanti a Catasto, con le nuove procedure non sono più indispensabili, possono essere impegnati e preparati su nuovi settori; • Prestare attenzione alle nuove evoluzioni dettate dal federalismo, alcune attività saranno delegate ad Enti esterni, dobbiamo essere pronti ove possibile a trasferire e condividere con questi soggetti la nostra esperienza in materia catastale e la conoscenza del territorio; • Nei programmi dell’A.G.T. oltre alla probatorietà, vi è la costituzione dell’Anagrafe Immobiliare Integrata, argomenti sui quali dovremmo attivarci sin da subito, considerando che tra le attività del domani c’è da seguire la gestione del patrimonio immobiliare; • Attivare la collaborazione anche con l’Osservatorio del mercato immobiliare (OMI), già collaborativo con i geometri in altre parti d’Italia, per le attività che gli sono demandate (quotazioni del mercato immobiliare, andamento delle compravendite ecc.); • Nel mondo delle banche dati, pensare a quelle da noi proponibili e realizzabili, anche con nostri investimenti (mappatura dei servizi, valori, ecc,). VII. TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA • La topografia rappresenta da sempre i fondamenti del geometra, figura che determina, misura, raccoglie, rappresenta ed interpreta i terreni e le relative informazioni geografiche, pertanto deve essere ulteriormente incentivata ed aggiornata, non è esclusivamente rivolta all’aspetto Catastale che invero svilisce l’importanza della topografia; • La Commissione dovrà individuare e trovare i naturali sbocchi della Topografia, per una precisa e più attendibile mappa (cartografia), da utilizzarsi nella gestione del territorio (strumenti urbanistici, aree protette, dissesti idrologici, siti archeologici, monumenti,ecc.). • Dovranno essere informati gli iscritti sulle potenzialità e specificità della materia, con successivi percorsi formativi anche con livelli diversi di formazione;


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Atti del Collegio

La nuova sede del Collegio di Torino in Via Toselli 1 • Studiare le nuove metodologie di rilievo, GPS, reti fisse, laser- scanner, termografia, ecc.; con l’obiettivo di formare degli specialisti, è un settore in cui i giovani sono particolarmente portati ed attratti; • Considerati gli alti livelli di investimento richiesti dalle nuove strumentazione e dai software necessari al loro corretto funzionamento (il costo del laser scanner con software dedicati è di oltre 100.000 €), dovrebbe essere studiata la possibilità di costituire dei gruppi di esperti particolarmente formati (specialisti), che svolgano l’attività (rilievo, restituzione, ecc.) a favore dei Colleghi o di altri committenti (Enti–Amministrazioni), per tramite della Fondazione. Nel qual caso la Fondazione si assumerà gli oneri economici di acquisto della strumentazione ed annessi, da ripianarsi con una quota parte sull’esecuzione dei lavori, e manterrebbe l’archivio costituendo così una Banca Dati con la memoria storica sull’evoluzione e/o cambiamenti del territorio. VIII. EDILIZIA ED URBANISTICA • Settore importante e determinante della nostra figura

professionale, che recentemente si è notevolmente evoluto, non tanto nell’aspetto normativo quanto nel modo di svolgere la prestazione professionale, è indispensabile l’interdisciplinarietà (processo di integrazione delle competenze o trasversalità delle conoscenze), non più lavoro del singolo ma del gruppo; • La Commissione dovrà attentamente analizzare ed anticipare l’evoluzione della materia, per essere di aiuto agli iscritti ed ai fruitori delle ns. prestazioni; • Programmare corsi di formazione e di aggiornamento sulla materia, sia di carattere generale che su temi specifici per implementarne la specificità, che non siano solo legati all’immediatezza, del momento, ma costituiscano carattere di continuità; • Con l’approssimarsi dell’informatizzazione delle pratiche edilizio/urbanistico (MUDE Modello Unico Digitale per l’Edilizia), vanno attivati e perseguiti i tavoli tecnici di confronto con o tra le principali e più attive amministrazioni comunali (Torino ecc.), e la Regione, per condividerne l’evoluzione e l’impostazione. In tali contesti vanno anche discusse le interpretazioni delle norme e il geometra n. 4/10

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Atti del Collegio I Revisori Contabili del Collegio Geometri Marco Bianchin, Daniele Giangrasso e Pier Carlo Gherra

dei regolamenti puntando all’uniformità interpretativa ed alla condivisione delle norme in materia; • Rendersi disponibili ed incentivare tra gli iscritti la partecipazione alla sperimentazione ed alla messa a punto delle nuove metodologie e dei nuovi strumenti, sul punto a livello nazionale è già in atto la collaborazione tra CNG, CIPAG ed ANCI, per la progettazione e l’attivazione degli strumenti per la trasmissione delle pratiche edilizie; • Incentivare la partecipazione degli iscritti, anche in collaborazione con altre figure professionali, ai bandi per i concorsi di idee indetti da comuni od altri soggetti territoriali, per la progettazione e/o il recupero di aree, fabbricati, ecc., al fine di salvaguardare le competenze e rendere attiva e presente la figura del Geometra; • Programmare almeno due convegni all’anno per gli iscritti, individuando relatori di particolare levatura ed esperienza, scelti tra i responsabili dei principali uffici tecnici comunali, oltre a funzionari regionali o ministeriali su argomenti importanti o di attualità; oltre a condividere con le stesse istituzioni, linee guida o circolari interpretative da divulgare agli iscritti e alle amministrazioni i interessate. IX. SICUREZZA ED IMPIANTISTICA • La Commissione deve evidenziare l’operato del Geometra nel ruolo fondamentale della sicurezza nei cantieri e sul posto di lavoro, settore nel quale possiamo ancora ben operare, conquistando nuovi ed ulteriori spazi; • Investire sul perfezionamento delle nostre competenze, intese come categoria che si forma e conosce la materia; • Continuare con i corsi di aggiornamento e perfezionamento sulla ex 494 - 626, ora D. Lgs. 81, e 818, ecc; con

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l’obiettivo non solo di formare ma fare cultura sulla sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro, rivestendo non solo un ruolo professionale ma anche sociale; • Approfondire l’argomento dell’impiantistica, ora trascurato, anche con specifici corsi di apprendimento; • Studiare le nuove metodologie costruttive, partecipando a seminari, convegni, verifica delle esperienze già esistenti; • Analizzare ed approfondire l’applicabilità della sicurezza nel settore agricolo, in forte evoluzione ed in ritardo rispetto agli altri, creando degli esperti e dando nuove possibilità di lavoro, in un bacino di utenti ancora sufficientemente aperto; • Le innovazioni tecnologiche devono essere di dominio immediato della categoria; • Organizzare con ASL, VVFF, ARPA, ecc. incontri e tavole rotonde sui principali argomenti; • La Commissione dovrebbe individuare la possibilità di inserirsi all’interno dell’attività della Protezione Civile, considerata la recente positiva esperienza collaborativa nel tragico evento sismico dell’Aquila, non è solo volontariato, ma organizzativo e di verifica della sicurezza. E’ di attualità la verifica del rispetto delle norme minime di sicurezza (vie di fuga, possibilità di accesso ai mezzi di soccorso, ecc.) su strutture pubbliche quali gallerie, ponti, ecc.. X. GESTIONE PATRIMONIO IMMOBILIARE • E’ una delle aree di possibile sviluppo della categoria, dove la gestione non riguarda solo l’amministrazione condominiale, ma gli adempimenti a cui devono sottostare tutti i patrimoni immobiliari siano essi privati o pubblici, o appartenenti a fondi immobiliari;


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Atti del Collegio • La Commissione dovrà oltre all’amministrazione condominiale, investire sulla gestione dei patrimoni quali: contrattualistica, manutenzione, riqualificazione, due diligence, -analisi tecnica dei beni- (prescrizioni normative, stato documentale, stato di fatto), ecc.. • Dovranno essere studiati ed individuati appositi percorsi formativi in particolare sulla due-diligence, che richiede particolari conoscenze trasversali, riguardanti anche altre Commissioni (edilizia, catasto, ecc.). Lo stato documentale e legale/ autorizzativo dell’immobile è sempre più di attualità, ed indispensabile nella contrattualistica, sia locazioni quanto trasferimento di diritti; • Deve continuare e progredire con i dovuti aggiornamenti il progetto del “quaderno del fabbricato”, del quale a parte il nome, tutto è condiviso, ricercandone i dovuti consensi tra gli operatori interessati, le altre Categorie professionali e le varie associazioni del settore, da Confedilizia in avanti; • Saranno ovviamente graditi i contributi che la stessa Commissione sarà in grado di portare all’attenzione del Consiglio, tipo la recente convenzione per la costituzione della banca dati del Catasto Energetico del Fabbricato. XI. AGRICOLTURA • Nonostante le competenze (riconosciute anche dalla tanto discussa sentenza della Corte di Cassazione n.19292 del 07-09-09),la Categoria ha perso troppo spazio nel settore agricolo: la Commissione dovrà adoperarsi per individuare le strategie da porre in atto per il recupero degli spazi persi o l’inserimento in nuovi; • Calendarizzare incontri con gli assessorati Regionale e Provinciali per l’aggiornamento continuo sulla materia e la condivisione di iniziative, magari anche formative. Non va dimenticato che l’agricoltura sta vivendo momenti epocali di trasformazione, non è più economicamente sostenibile la piccola azienda agricola ma deve trasformarsi nella logica dell’impresa agricola, che ha dimensioni superficiarie in aumento, che incrementa le forze lavorative e svolge più attività all’interno della stessa azienda; • Aprire tavoli di discussioni con tutti i soggetti operanti nel settore, Organizzazioni Sindacali, rappresentanti delle varie Associazioni (Cooperative, Allevatori, Suinicultori, ecc.), CAA (Centri di Assistenza Agricola) per discutere su ruoli, competenze, condividere ed analizzare le problematiche del settore (quote latte, incentivi, ecc.). XII. ESTIMO • Da sempre l’Estimo è stata una materia importante per l’operato della categoria: non può e non deve essere dimenticato o relegato a posizioni di subordine nel contesto delle attività del Geometra. In un momento di ampio dibattito e confronto della materia, ai vari livelli, interna-

zionali, accademici, ed operativi, sull’importanza delle valutazioni, sulla loro credibilità, merita l’istituzione di una apposita Commissione; • La Commissione deve saper raccogliere tutte le possibilità e l’importanza di una corretta, trasparente e dimostrata valutazione del patrimonio immobiliare, sapendo leggere e cogliere le criticità che interessano tale materia, in particolare l’applicazione degli standard e la condivisione delle metodologie estimative; • Dovrà confrontarsi con i cultori della materia Estimativa, con il mondo accademico, con le associazioni nazionali ed internazionali esistenti, dando il proprio contribuendo alla definizione della trasformazione in atto; • Bisognerà istituire ed aggiornare l’elenco degli iscritti che già hanno preso parte a particolari percorsi formativi sulla materia, e nella pratica applicano i metodi ed i procedimenti estimativi previsti dagli standard internazionali di valutazione (IVS), al fine di poter rapidamente fornire la segnalazione del nominativo a fronte delle eventuali richieste della specifica competenza che possono pervenire al Collegio; • Al fine di creare e migliorare la cultura dell’estimo, potrebbe essere ripresa la positiva esperienza della “serata dell’estimo”. Consistente in un incontro tra gli iscritti prefissato con cadenza mensile, nel quale si parla esclusivamente di estimo, affrontando casi e questioni pratiche e confrontandosi sulla loro soluzione, possibilmente condividendo anche lo scambio dei dati immobiliari, fondamentali per la costituzione della Banca Dati. XIII. CONSULENTI TECNICI E CONCILIAZIONE (MEDIAZIONE) • Continuare nell’attività di formazione dei consulenti tecnici del Giudice, con la condivisione e l’avvallo dei Presidenti dei Tribunali, i corsi dovranno prevedere la verifica finale a conferma del livello di preparazione conseguito e possibile griglia di valutazione per l’attribuzione degli incarichi da parte dei Giudici; • Per quanto attiene le consulenze sia per nomina del Giudice che di parte, aventi per oggetto la valutazione degli immobili, ed a maggior ragione nelle procedure esecutive, deve diventare obbligatoria l’applicazione degli Standard di Valutazione (IVS, EVS, CVI, ecc.), non è più accettabile una perizia di stima se non è fondata su condivisi metodi e procedimenti di stima; • Particolare attività dovrà essere prestata per l’informatizzazione delle procedure Giudiziarie alla luce delle disposizioni normative emanate ed emanande in materia, si dovrà adoperare nella sperimentazione in cui è inserito il Tribunale di Torino, e nell’attivazione del “Punto di Accesso”; • La Commissione dovrà studiare l’istituzione dell’Organismo di Mediazione, come previsto dall’art. 60 della L. il geometra n. 4/10

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Atti del Collegio Nuovi modelli di registrazione dei contratti di locazione L’art. 19, commi da 14 a 16), del Dl. 31.5.2010 n. 78 dispone che, anche per gli atti aventi ad oggetto la registrazione di contratti di locazione o affitto di beni immobili, nonché la loro cessione, risoluzione o proroga, si rende necessaria l’indicazione dei dati catastali degli immobili. Per consentire al contribuente l’indicazione dei dati catastali nella richiesta di registrazione, l’Agenzia delle Entrate ha, da un lato, aggiornato il modello di registrazione cartaceo (mod. 69) e, dall’altro, ha elaborato un nuovo modello, denominato “cdc”, finalizzato ad ospitare i dati di identificazione catastale degli immobili oggetto di un contratto di locazione assoggettato a cessione, risoluzione o proroga (quest’ultimo deve essere presentato entro 20 giorni dal versamento attestante l’avvenuta cessione, risoluzione o proroga) 69/2009 e dal D. Lgs. 28/2010, stante l’obbligatorietà di adire al tentativo di Mediazione (conciliazione) prima di presentare istanza al Giudice. Ciò dovrebbe aumentare la visibilità del Collegio e della categoria oltre ad incrementare le possibilità di lavoro. XIV. CASSA DI PREVIDENZA E SOLIDARIETA’ • Il Collegio assolve anche al compito di supporto e decentramento della Cassa di Previdenza Geometri, tanto che alcune attività nei confronti degli iscritti sono svolte dai singoli Collegi. Per assolvere a tale compito il Collegio ha già del personale particolarmente esperto con lo specifico compito di assolvere a tali funzioni; • La Commissione, prevalentemente composta dai delegati, dovrà dare supporto a tale attività e a mantenere il rapporto con gli iscritti, ma con lo specifico compito di divulgare le iniziative della Cassa in ambito previdenziale per la sostenibilità e l’adeguatezza, oltre a creare una nuova cultura sul welfare previdenziale; • Stante l’attuale andamento economico e le norme generali di carattere previdenziale, la prestazione previdenziale, indipendentemente dai sistemi di calcolo assunti, dipenderà comunque dal livello di contribuzione misurato non in prossimità della pensione, ma sull’intero montante creato durante l’arco contributivo/lavorativo. In modo da poter garantire la sostenibilità del sistema previdenziale e l’adeguatezza della prestazione (pensione); • La Commissione dovrà altresì occuparsi del Fondo di Solidarietà, costituito per assistere particolari casi di dif-

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ficoltà dei nostri iscritti, analizzando le istanze pervenute o segnalate, compiendo con discrezione i dovuti accertamenti al fine di proporre al consiglio quanto previsto dall’apposito regolamento. XV. FISCALE • La Commissione potrebbe rivestire due ruoli, il primo di seguire le novità fiscali per i professionisti, sempre più variegati ed impegnativi, con ripercussioni non solo tributarie ma anche previdenziali, considerate le iniziative di collaborazione intraprese dalla nostra Cassa di Previdenza con l’Agenzia delle Entrate, per i controlli ed il pagamento con l’F24 degli oneri previdenziali; • Il secondo dovrebbe essere quello di seguire le attività fiscali già svolte dagli iscritti, conteggio ICI, 730, TOSAP, ecc., prestando così attenzione alle riforme sulla tassazione fiscale di cui si sta recentemente discutendo, specie per quanto riguarda gli immobili, cedolare unica ecc., competenze comunali ecc. • La stessa Commissione, che dovrà avvalersi anche di componenti esterni particolarmente esperti della materia (Commercialisti, Tributaristi ecc.), sarà di ausilio e supporto per le problematiche degli iscritti, ed in particolare ai giovani per il loro avvio alla professione. XVI. RICONOSCIMENTO CREDITI • Con l’attivazione della Formazione Continua ed in applicazione del Regolamento del CNG, vi è la necessità di uniformare il riconoscimento dei Crediti Formativi Professionali (CFP), condividendo con l’organismo centrale deputato metodologie ed elementi di valutazione; • La Commissione dovrà quindi vagliare e giudicare i corsi di formazione predisposti dalla V Commissione Scuola e Formazione, oltre agli eventi e seminari organizzati dal Collegio per la proposta di attribuzione dei crediti. Dovranno altresì essere esaminati i contenuti dei corsi non organizzati direttamente dal Collegio/Fondazione, ed ai quali parteciperanno i nostri iscritti richiedendoci i CFP. • Data l’importanza, i componenti dovrebbero essere diversi da quelli della V Commissione, se non nella figura del Coordinatore; andrà inoltre verificata la necessità di avere tra i membri anche soggetti esterni e particolarmente preparati sui meccanismi di accreditamento, quali docenti sia della scuola secondaria che universitari. XVII. RIUNIONI DI ZONA • La Commissione è sostanzialmente composta dai priori delle zone nominati nei singoli anni, ha come scopo l’organizzazione degli incontri itineranti nelle varie zone, anche con una maggior frequenza nel qual caso uno solo avrà il titolo di riunione annuale, con l’obiettivo di rinforzare la conoscenza tra gli iscritti ed il consiglio direttivo, integrandosi vicendevolmente e condividendo le


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Atti del Collegio tematiche della categoria; • Gli incontri annuali di zona dovranno essere dilazionati sull’intero anno solare, evitando le concentrazioni in particolari periodi dell’anno, tutti i priori dovranno contribuire con idee innovative prendendo spunto dalle zone ove si è riscontrata una maggior adesione, o con altre soluzioni che la Commissione riterrà di proporre al Consiglio; • Alle riunioni i Consiglieri dovranno essere presenti in buon numero, prestando particolare attenzione agli iscritti ed alle iniziative con la piena partecipazione all’evento, evitando di essere presenti solo al momento conviviale e terminale dell’evento; • Per avvicinare maggiormente gli iscritti si potrebbero organizzare, sempre nelle zone, dei brevi momenti di incontro e confronto su temi specifici e di attualità, o su problematiche specifiche della zona, che per facilità e maggior partecipazione potrebbero essere organizzati anche nelle ore serali e di minor attività. XVIII. INCENTIVAZIONE DELLA PROFESSIONE E PARI OPPORTUNITA’ • La categoria dei geometri, contrariamente ad altre, mostra evidenti segni di flessione nella crescita, nel 2009 la Cassa ha registrato un saldo positivo delle iscrizioni di soli 1500 unità, ed il nostro Collegio pur aumentando nel numero degli iscritti non registra più gli incrementi del passato, quest’anno per l’esame di abilitazione le Commissioni sono quattro compresi gli iscritti di Aosta. La Commissione dovrà quindi rivolgersi in particolare agli abilitati per stimolare l’iscrizione, ed aiutare i giovani iscritti che evidenziano segni di difficoltà e di scoraggiamento a mantenere l’iscrizione, con l’obiettivo di mantenere e migliorare professionalmente gli attuali iscritti, garantendo il ricambio generazionale; • Le azioni da compiere dovranno essere studiate e proposte dalla Com-

missione che dovrà anche operare in collaborazione con le Commissione con cui vi saranno delle sovrapposizioni, e che si occupano di specifici argomenti (Scuola, Topografia, Sicurezza, Catasto, ecc.); • Il concetto che dovrà prevalere è la “fidelizzazione”, chi si avvicina alla categoria deve sentirsi attratto fino al punto di diventarne parte integrante e non abbandonarla più; • Sarà indispensabile il contributo dei più anziani d’iscrizione e di quelli ben avviati perché trasmettano ai giovani l’entusiasmo e l’esperienza, nelle forme e modalità che la Commissione individuerà; • Nella nuova sede, utilizzando le attrezzature delle aule informatiche ed i software potrebbe essere attivato un “laboratorio”, dove ciascuno all’interno dello stesso ambiente sviluppa il proprio personale incarico, ma ha modo di confrontarsi con i colleghi che svolgono altri incarichi e condividere esperienze e conoscenze sia personali che professionali; • Utilizzando la Fondazione od altri strumenti, bisognerà proporsi per la ricerca di nuovi lavori da assegnare agli iscritti, sfruttando l’esperienza già fatta con la città di Torino ed altre; la prima occasione potrebbe essere quella prevista dalla recente manovra economica che ha previsto la possibilità di stipula di convenzioni con Collegi ed ordini professionali per il completamento degli accatastamenti dei fabbricati rilevati e non dichiarati al Catasto; • La Commissione avrà altresì il compito di partecipare alle attività di salvaguardia delle pari opportunità. XIX. STAMPA • La Commissione si dovrà occupare di far veicolare l’immagine del Collegio e del Geometra all’interno dell’intera collettività, iscritti, Enti Pubblici, cittadini, ecc., utilizzando l’attuale rivista “Il geometra magazine”, ed i moderni strumenti a disposizione sito Internet, social network,

facebook, ecc.; • Per mantenere l’attuale livello della Rivista, ricercando ulteriori miglioramenti è indispensabile trovare nuovi rinforzi tra i componenti della Commissione, individuandoli sia tra gli iscritti, che all’esterno magari docenti universitari, dottorandi ecc. • Sfruttando la Fondazione come editore, si potrebbe pensare di stampare qualche libro su specifici argomenti, avvalendoci ovviamente della collaborazione di esperti, sarebbe già produttivo stampare i “quaderni” o “dispense” dei corsi di formazione, specie se fatti con la collaborazione dell’Università o Politecnico. XX. PUBBLICHE RELAZIONI • Un particolare investimento dovrà essere fatto nel quadriennio nell’attività di Public Relation, in un momento fondamentale per il nostro futuro, quali: l’attivazione della riforma della scuola secondaria; la necessità di metter mano alla riforma delle professioni con l’analisi dei disegni di legge già presentati, l’analisi di criticità del mondo universitario, ecc. • Il Collegio dovrà essere presente ogni volta che si parla del Geometra, o delle attività ad esso collegate, ove si discute anche di programmazione e gestione del territorio, ecc. Dobbiamo poter dire che c’eravamo, meglio ovviamente poter anche contribuire, e per poterlo fare bisogna esserci; • Pur rientrando tra i compiti istituzionali del Presidente, per ottenere proficui risultati può essere individuata una figura di riferimento con il compito di individuare e coordinare la partecipazione ai vari momenti, distinguendo la rappresentanza e l’ufficialità, dall’apporto di fattivi contributi, individuando e suggerendo a seconda degli eventi e dei relativi argomenti il o i possibili partecipanti in rappresentanza del Collegio; • Ovviamente continuerà il dialogo con le altre Categorie Professionali, in particolare il Notariato per le attività che ci accomunano; con gli altri Collegi ed Unioni Regionali, e le Pubbliche Amministrazioni. il geometra n. 4/10

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Riunioni di Zona di Renato Pittalis

Locana, 12 giugno 2010

Grandioso paese ai piedi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, vecchio di mille anni e forse più. Adagiato in una stretta valle verdeggiante, fra pascoli e boschi centenari, lungo la Valle dell’Orco, così detta dal nome dell’impetuoso fiume che l’ha creata, ad una altitudine di circa 600 m, Locana possiede uno dei territori più vasti d’Italia, esteso su due versanti montani: parte, appunto, dai 600 m del fondovalle e giunge fino ai quasi 3700 m della Torre del Gran San Pietro. Qui a là, nell’ampio territorio di Locana sono sorte, sin dal XVI sec., ben 92 borgate, divise in 8 Ducati. Dall’inizio del Novecento i borghi sono andati pian piano spopolandosi e oggi parecchi appaiono abbandonati: visitarli, rappresenta un viaggio in un tempo lontano, ma che potrebbe anche far nascere il sogno di fermarsi. Sogno realizzabile, visto che una scommessa del Comune consiste proprio nel farli rivivere, se necessario ristrutturandoli nelle loro forme originarie, in armonia con la natura circostante. Nel centro di accoglienza del capoluogo, dotato di punto internet, si

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Pare che un invisibile filo conduttore unisca l’organizzazione delle Riunioni di Zona 2010. Dallo scenario del Parco Nazionale del Gran Paradiso (Locana) al Castello di Villar Dora, a San Maurizio Canavese dove abbiamo ammirato un ulteriore consistente esempio dell’enorme valore ambientale e artistico della nostra provincia. Complimenti ai Priori. Il segno di una marcata identità culturale dei Geometri, troppo spesso da alcuni sottovalutata, è presente nelle organizzazioni degli incontri e si coniuga con aspetti prettamente tecnici, propri di una professione multidisciplinare. Segnali positivi anche dalla presenza di tante “giovani leve” ai convegni, un bene per la categoria e uno stimolo per quanti debbano affrontare con rinnovato vigore, nei prossimi anni, il compito di sostenere – a tutti i livelli – le ragioni di un ordine professionale che, riferito alla provincia di Torino, rappresenta il secondo Collegio più numeroso d’Italia.


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Atti del Collegio trovano tutte le informazioni utili ai turisti: dagli itinerari per le arrampicate, alle piste da sci, ai sentieri per i cavalli, dalle escursioni alle notizie sulla vasta area attrezzata, per il camping ed i pic-nic. Per chi si interessa di storia e di tradizioni locali, ci sono il fascino delle caratteristiche strade, case, chiese ed il Museo degli Antichi e Nuovi mestieri. In questa suggestiva cornice, sabato 12 giugno scorso, il Priore Geom. Sergio Negro Frer ha accolto i partecipanti al Convegno Annuale dei Geometri Libero Professionisti dell’Alto Canavese. Dopo un preliminare commosso ricordo della figura del Geom. Pietro Blanchietti, recentemente scomparso ed alla cui memoria è stato dedicato un attestato di stima da parte dei presenti, il Sindaco di Locana e Presidente della Comunità del Parco, Sig. Giovanni Bruno Mattiet, nel fare gli onori di casa, ha ringraziato il Priore per l’essersi prodigato nell’organizzare ed ospitare il “prestigioso Collegio dei Geometri di Torino”. Il Sindaco ha tenuto a sottolineare le problematiche connesse alla grande estensione del territorio e la conseguente necessità di condivisione ai diversi livelli delle normative presenti in aree vincolate, da costituirsi ed applicarsi in materia partecipativa e non prettamente impositiva. La giornata di incontro è nata nell’auspicio di uno studio ed approfondimento delle tematiche del territorio montano e dei relativi operatori. Il saluto del Presidente Ilario Tesio ai presenti ha introdotto i relatori del convegno. Abbiamo quindi potuto seguire con interesse la relazione del Dr. Vincenzo Bruno, notaio in Castellamonte, che ha trattato la figura dell’imprenditore agricolo e della fiscalità collegata, dandone la definizione e tratteggiandone i caratteri di professionalità, integrando con brevi nozioni civilistiche l’inquadramento dell’argomento sviluppato. il geometra n. 4/10

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Saluto del Direttore dell’ Ente Parco Nazionale Gran Paradiso Dott. Michele Ottino Buongiorno a tutti voi e grazie al Collegio dei Geometri di Torino ed al suo Presidente per l’ospitalità. Un caloroso saluto al sig. Sindaco di Locana. Un sentito ringraziamento in particolare al geom. Negro Frer che cortesemente ci ha offerto questa opportunità. La nostra montagna, così selvaggia ed affascinante, è occupata dall’uomo da circa 12.000 anni, poco dopo il ritiro della glaciazione di Wurm. Sono quindi millenni che uomo e natura si confrontano, sino a non molti secoli fa quasi ad armi pari. All’uomo servivano pascoli per le bestie e terra per l’agricoltura, boschi per legna da ardere e da costruzione, pietre per le abitazioni. Sono questi elementi – pietra e legno – che caratterizzavano le nostre case e i nostri luoghi ed integravano elemento umano con quello naturale e paesaggistico. Nel 1922 è nato il Parco nazionale Gran Paradiso (sottolineo la parola nazionale, che interpreta una esigenza collettiva, non gli auspici di pochi eletti) per “conservare la fauna e la flora e preservare le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio”. Ma il paesaggio non è dato solo da montagne, ghiacciai, pascoli, boschi, laghi, è dato anche dalle abitazioni e dai nuclei storici. Sul versante piemontese del parco sono ben 171, collegati da una fitta rete di sentieri che congiungono anche 297 edifici di alpeggio. E’ un patrimonio notevole, dal punto di vista economico, storico, qualitativo, con elementi forti e caratteristici del paesaggio. Ma è notevole anche dal punto di vista artistico, inteso in senso ampio. E’ un patrimonio che sta subendo due fenomeni opposti, l’abbandono, con la rinaturalizzazione e la ruderizzazione e la alterazione dovuta a nuovi modelli di sviluppo con logiche molto diverse dai modelli storici. Basta pensare ai nuovi insediamenti fuori scala, al fiorire di precari raffazzonati magari per fare una legnaia, alla modificazione e semplificazione dei percorsi viari, agli interventi di recupero con tipologie diverse da quelle tradizionali, sia nelle forme, sia nei materiali. Scopo del Parco - è la legge 394/91, legge quadro sulle aree protette a dircelo - è anche “l’applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali”. Non dobbiamo quindi tutelare solo camosci e stambecchi. Cerchiamo di integrare e salvaguardare dei valori. E non sono valori che dovrebbero essere solo nostri. Anche se spesso il nostro ruolo non è compreso quando interveniamo con nulla osta che impongono una serie di modifiche progettuali e nell’uso dei materiali, in fondo cerchiamo di fare una operazione culturale che è di rendere il nostro territorio, un valore non solo naturale, ma anche ambientale,

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che possa essere anche una risorsa economica per la comunità. Quando andiamo in Trentino o Alto Adige ci compiacciamo di vedere paesi ordinati, con case ben ristrutturate e di buon gusto. Spesso ci diciamo che sono province ricche e che da noi non si potrebbe fare per motivi economici. Che siano zone ricche non vi è dubbio, ma le ragioni che fanno sì che vi regni una sorta di armonia, non stanno nel censo e la riprova è andare un centinaio di chilometri più a est, in Slovenia, paese che fino a pochi anni fa era nel blocco comunista e che non naviga di certo nell’oro, per osservare una situazione analoga. E’ una questione culturale, ancor prima che di regole. Esattamente come per chi è educato sa di non dover gettare i rifiuti per terra, indipendentemente dal fatto che sia proibito. Avere una bella casa, che rispetti il paesaggio e la cultura di chi ci ha preceduto, che non alteri i canoni fondamentali del nostro passato, migliora la qualità della vita, migliora i rapporti sociali, migliora la percezione di un territorio accogliente, determina indirettamente un incremento dell’offerta turistica, offre opportunità di lavoro a maestranze qualificate e alla filiera corta, aumenta il valore degli immobili e spesso non necessita neppure di una spesa molto più elevata. Questo si fa nel Parco con un sistema di regole – piano e regolamento – che derivano da una discussione tra Ente ed amministrazioni locali e dove si incontrano due esigenze, una nazionale, di conservazione, ed una locale, di vita e miglioramento della qualità della vita. Nel segno dell’incontro il Signor Sindaco ci ha cortesemente richiesto di collaborare alla definizione di un progetto di valorizzazione e miglioramento della borgata San Lorenzo di Locana nell’ambito di un finanziamento regionale sul Programma di Sviluppo Locale. Segno che si pone la necessità di intervenire per migliorare, che condividiamo auspici simili e che non di solo vincolo è fatto il nostro lavoro e che anzi cerchiamo di dare indicazioni, opportunità ed idee. Sta a voi creare belle case. Non è spesso semplice. Ma credo che a voi spetti un ruolo molto importante, di mediatori tra questi compiti e queste necessità, che trascendono il semplice rapporto tecnico e l’appiattimento di molti committenti su cliché e modelli che appartengono alle zone industriali, alle città e che sono falsamente moderni. Non è con l’acciaio, il vetro, il cemento che si vive la montagna. Alla luce della nostra esperienza e di quella di alcuni vostri colleghi cerchiamo di offrirvi oggi alcuni esempi di come, senza trascendimenti e senza notevoli incrementi di costi, si può migliorare il nostro territorio. Ci auguriamo che possa esservi utile, così come per noi è stato il confronto con le esigenze tecniche da voi presentateci in questi decenni.


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Atti del Collegio Il Direttore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, dr. Michele Ottino, nel ringraziare per l’opportunità concessa all’Ente Parco da parte del Sindaco, del Priore e del Collegio dei Geometri, ha ricordato le motivazioni che hanno portato alla costituzione dell’Ente a salvaguardia del paesaggio e le problematiche derivanti dall’attivazione di un modello di sviluppo, tutela e divulgazione dei valori culturali. In questo quadro, il ruolo dei Geometri operanti nell’ambito dei Comuni ricompresi sotto vincoli ambientali appare sempre più come quello dei mediatori nei confronti delle esigenze di una committenza a volte appiattita su clichè ripetitivi, cercando di fornire elementi qualitativi caratterizzanti le corrette esigenze culturali della salvaguardia. Gli architetti Patrizia Vaschetto ed Elio Tompetrini, funzionari dell’Ente Parco, hanno poi analizzato la composizione e le caratteristiche delle tipologie edilizie ricorrenti nell’area Parco, con una consistente documentazione grafica e fotografica di supporto alla relazione. Al termine degli interventi, i partecipanti al Convegno hanno “affrontato” il momento conviviale, preceduto dall’aperitivo. Il programma della giornata di incontro prevedeva successivamente al pranzo, la gara di pesca sportiva e l’atteso incontro di calcetto fra le rappresentative “Geometri” e “Agenzia del Territorio”. L’inclemenza delle condizioni atmosferiche ha spostato però il terreno dello “scontro” dal campo sportivo a quello esclusivamente gastronomico. Gli “atleti” hanno dovuto ripiegare su un serrato confronto condotto sul tavolo da pranzo anziché sul campo da gioco (non dimostrando, peraltro, alcun disappunto al riguardo). La giornata si è conclusa con la nomina del Priore per l’anno 2011, geom. Dario Allabatre che ospiterà in quel di Castellamonte la prossima edizione del convegno.

A lui è andata la fascia azzurra di Priore, al geom. Sergio Negro Frer invece, il ringraziamento di tutti i partecipanti per una riuscitissima edizione del Convegno Alto Canavese 2010.

Villar Dora 18 giugno 2010

Il Castello di Villar Dora, residenza feudale medievale, è situato su una piccola collina rocciosa nel centro del paese. Alcuni documenti datano la struttura dell’edificio intorno all’anno 1290, originariamente costituito da tre torrioni collegati da una cinta muraria; per la sua importanza strategica fu teatro di episodi storici di un certo rilievo. I feudatari della famiglia Provana, fra la metà del XIV sec. e la metà del XV sec. procedettero ad una ristrutturazione dalla quale presero corpo gli evidenti caratteri gotici. Successivamente, e siamo già nel corso del XVII sec., il castello fu parzialmente danneggiato in seguito all’assedio condotto dalle truppe francesi del famigerato maresciallo Catinat. Le arcate di sostegno dei giardini risalgono al XIX secolo, mentre nei primi anni del ‘900 il Conte Antonielli d’Oulx effettuò lavori di restauro che restituirono al corpo centrale del Castello il suo ori-

ginario aspetto medievale. Ed in questo sfarzoso contesto ambientale, il Priore Geom. Giorgio Alliano ha convocato e ricevuto i partecipanti al Convegno Annuale dei Geometri Liberi Professionisti della Valle di Susa e Val Sangone. I convenuti, affluiti numerosi, hanno avuto la possibilità – all’interno dello scenario medievale – di prendere visione degli sviluppi collegati all’utilizzo dei nuovi sistemi Laser Scanner per il rilevamento a supporto dell’ingegneria civile e ambientale. L’unione delle informazioni geometriche e fotografiche rappresentano l’evoluzione del tradizionale rilievo topografico. Le sempre più numerose richieste della committenza circa la descrizione ed analisi del territorio – scopi idrologici, geologici e geotecnici – nonchè delle infrastrutture e dei complessi architettonici, testimoniano la vitalità di un settore nel quale le soluzioni tecnologiche innovative aprono nuove opportunità ed ulteriori sviluppi professionali. Grazie alla MICROGEO s.r.l. che ha curato l’allestimento della strumentazione utile alla dimostrazione pratica di un rilievo condotto con Laser Scanner e restituzione a video dei risultati, tutti i colleghi hanno potuto valutare le opportunità concesse dal-

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le nuove tecniche, apprezzandone la precisione, la velocità e la definizione del prodotto finale. Preceduto dall’aperitivo offerto presso i giardini del Castello, dalla cui terrazza è possibile ammirare un pregevole panorama, il Presidente del Collegio Geometri Torino e Provincia, Ilario Tesio, nel salutare i partecipanti al convegno, ha illustrato gli ultimi aggiornamenti riguardanti la categoria: la scuola, con il nuovo ordinamento che non prevede più la figura del diplomato Geometra ma – a partire dal prossimo anno – l’inizio dei corsi di “tecnico nelle costruzioni, ambiente e territorio”; la formazione continua, punto di orgoglio della Categoria per Torino e Provincia, ove vengono registrati i migliori risultati a livello nazionale circa l’effettiva organizzazione di eventi formativi e relativa ottima partecipazione degli iscritti; l’ormai prossima inaugurazione della nuova sede del Collegio; l’attivazione della procedura di Conciliazione, quale nuovo sviluppo professionale dell’attività dei Geometri, visto in funzione dei molteplici aspetti tecnici di nostra competenza. Non è mancato il saluto del Sindaco di Villar Dora, dr. Mauro Carena, che ha tenuto a sottolineare come la categoria professionale dei Geometri sia di fondamentale importanza pratica nella vita delle comunità locali,

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data la particolare predisposizione al servizio del cittadino e delle Amministrazioni Comunali, nell’ambito delle plurime competenze. Presenti anche alla serata che ha concluso l’incontro, anche i rappresentanti dell’Agenzia del Territorio, con a capo l’ing. Laganà ed i suoi più stretti collaboratori. Al termine della cena, consumata all’interno delle caratteristiche sale del Castello, sono stati riconosciuti i doverosi ringraziamenti al Priore Geom. Giorgio Alliano, che ha curato nei minimi particolari l’organizzazione del Convegno ed è stata formalizzata la nomina del Priore per la prossima edizione , nella persona del Geom. Pier Luigi Dovis, al quale spetta il compito di ripetere il successo della manifestazione 2010.

San Maurizio Canavese, 25 giugno 2010

Il Priore Geometra Antonella De Maria, per l’annuale convegno dei Geometri Liberi Professionisti della zona di Ciriè-Valli di Lanzo-Val Ceronda e Casternone, ha deciso di regalarci una preziosa visita, guidata dall’Arch. Fiorio, alla antica Chiesa romanica di San Maurizio Canavese. La chiesa, dichiarata monumento nazionale dal 1922, rappresenta una eccellenza artistico architettonica

ben nota agli amanti dell’arte; è conosciuta soprattutto per gli affreschi detti “Il ciclo dei Serra”, commissionati nel 1495 a Bartolomeo e Sebastiano Serra. Si tratta di un magnifico ciclo pittorico illustrante 24 episodi della vita di Cristo. E’ evidente lo scopo didattico che ispirò gli ideatori delle scene, in un’epoca in cui la pittura serviva per l’istruzione della popolazione analfabeta. Seguendo schemi di impronta tardo gotica, la narrazione pittorica illustra brani dei vangeli e delle pie leggende. Ad un’epoca più tarda (inizi del XVI sec.) appartengono gli affreschi della Madonna della Misericordia (nella cappella a lato dell’altare) ed i ritratti dei Profeti (primo sottarco a destra). Attualmente la chiesa è costituita da tre navate; il nucleo più antico della chiesa plebana è costituito dal campanile romanico, risalente alla prima metà dell’XI sec. La chiesa ha poi subito nel corso della sua storia varie contaminazioni: è attribuibile al periodo gotico la parte superiore dell’abside ed un tratto di muratura alta della parete Nord del presbiterio; si deve al periodo Barocco la ricomposizione di alcuni altari e nel Settecento la costruzione delle volte sulle navate laterali e l’aggiunta della sacrestia, mentre tra l’Ottocento ed il Novecento si sono realizzate le decorazioni pittoriche a finto marmo. Il recente ciclo di restauri ha ridato splendore a questo gioiello dell’architettura del Canavese. Al termine della visita, il gruppo dei partecipanti al convegno si è trasferito presso la Sala Consiliare del Comune di San Maurizio Canavese dove, dopo aver assistito ad una dimostrazione tecnica circa l’esecuzione di rilevamenti attraverso la tecnologia dei sensori Laser Scanner – curata dalla soc. Microgeo s.r.l. – le autorità cittadine rappresentate dal Sindaco Roberto Canova e dall’Assessore all’Urbanistica-Politiche culturali e Manifestazioni, Paolo Biavati, hanno portato il saluto ai


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Atti del Collegio

Le foto delle riunioni di Zona sono del geom. Renato Pittalis

convenuti e fatto gli onori di casa. Il Presidente Ilario Tesio, nel ringraziare le autorità intervenute e – fra queste anche i dirigenti dell’Agenzia del Territorio di Torino e della locale Agenzia delle Entrate di Ciriè – ha introdotto i principali argomenti di aggiornamento interessanti la Categoria. Un importante momento di confronto è scaturito sui temi del decentramento delle funzioni catastali (Agenzia del Territorio-Comuni), fra l’ing. Laganà – direttore AdT Torino – ed i rappresentanti dell’Amministrazione cittadina; tutti concordi nel riconoscere l’enorme valenza tecnico professionale della figura del Geometra, nel processo di aggiornamento e conservazione dei dati del patrimonio immobiliare. La soc. ITALPORTE s.p.a. di San Francesco al Campo, specializzata nella produzione di porte in legno di alta qualità, ha offerto l’aperitivo presso l’elegante Show Room del nuovo stabilimento; un complesso, quest’ultimo, tecnologicamente all’avanguardia, del quale abbiamo potuto ammirare i sofisticati e moderni macchinari che – oltre a garantire un consistente volume produttivo ed elevati standard qualitativi – forniscono ottimi riscontri in termini di salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro. Il Convegno annuale si è concluso presso il ristorante “Il Mandracchio” di Rivarossa, dove la cena è stata allietata dalla serata musicale, che ha permesso di evidenziare insospettate (almeno per chi scrive) doti di ballerino da parte di molti colleghi ed ospiti. Una coreografica torta raffigurante il logo del Collegio ha preceduto la nomina del nuovo Priore per l’anno 2011, individuato nel Geom. Valter Olivetti, mentre al Priore uscente Geom. Antonella Demaria è andato il riconoscente ringraziamento degli intervenuti, per l’intensa e piacevole giornata di incontro. il geometra n. 4/10

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Convegni

Convegni, in breve Piano Casa – Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici Venaria Reale, 4 maggio 2010 Organizzato da Edicom Edizioni e da BigMat, nel seminario tecnico sul miglioramento della qualità abitativa, partendo dalle novità legislative del Piano casa, si è incrementata la conoscenza delle tecnologie e dei materiali per l’edilizia sostenibile disponibili sul mercato piemontese. I diversi relatori, sia tecnici che amministratori dell’ambiente, hanno trattato i molteplici argomenti relativi alla progettazione ed alla riqualificazione. Parallelamente al seminario, erano disponibili punti in cui si potevano ottenere consulenze tecniche sulle tecnologie ed i materiali per l’edilizia sostenibile e visionare i prodotti e le soluzioni più innovative per l’efficienza energetica. Il rapporto Ospedale Ambiente Qualità ambientale dell’Ospedale quale modello di riferimento del progetto nelle Opere e Lavori Pubblici Torino, 16 – 18 giugno 2010 “L’universo ospedale” nel suo rapporto con l’ambiente, quale modello di riferimento per l’edilizia pubblica, è stato il tema dominante di questo convegno, articolato in tre giornate sugli argomenti specifici “Luce, suono e qualità dell’aria”, “ Energia” e “Umanizzazione delle strutture ospedaliere”. I diversi interventi hanno esplorato un percorso certamente innovati-

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vo attraverso l’esame delle ultime tecnologie costruttive, anche analizzando casi concreti e testimonianze. Il convegno ha costituito quindi un momento di confronto e di riflessione per i professionisti e gli addetti ai lavori sulle nuove esigenze ambientali ed energetiche. “Il Gusto del Paesaggio” Pinerolo, 25 giugno 2010 Presso la Sala di Rappresentanza del Comune, piazza Vittorio Veneto 1, si è svolto il convegno “Il Gusto del Paesaggio”, organizzato dal Museo del Gusto di Frossasco in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino. Coinvolgendo oltre 90 Comuni, il Convegno si è posto l’obiettivo di porre in primo piano gli aspetti più qualificanti dei singoli “paesaggi”, cercando di stimolare un “gusto”

nella progettazione del verde urbano sempre più consapevole delle specificità locali e contemporaneamente indirizzare il privato nell’attenzione al “Gusto del Paesaggio”. Sono intervenuti il Sindaco del Comune di Pinerolo, Paolo Covato, l’Assessore della Provincia di Torino, Marco Balagna, il Presidente di Coldiretti Torino, Riccardo Chiabrando ed eccellenti relatori, esperti nella progettazione degli spazi pubblici e privati. A chiusura dei lavori del convegno sono stati anche premiati i Comuni che si sono più distinti nella gestione e cura del verde urbano. Progettare e costruire in classe A – Dal progetto alla certificazione di edifici residenziali plurifamiliari Torino, 23 settembre 2010


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Convegni Progettare e costruire in classe A significa realizzare edifici qualitativamente confortevoli ed efficienti dal punto di vista energetico. Per raggiungere tali obiettivi è necessaria una progettazione architettonica ed impiantistica integrata e l’utilizzo di tecnologie innovative che consentono di contenere i consumi energetici, coniugando sicurezza, qualità architettonica ed ecologia. Dalle prime fasi progettuali fino alla realizzazione in cantiere, il progettista assume il ruolo fondamentale di coordinatore del progetto: il rispetto dei parametri progettuali ed il rapporto sinergico tra le varie figure professionali che interagiscono in fase di cantiere sono essenziali per il raggiungimento degli obiettivi. Il seminario tecnico ha illustrato i metodi progettuali, le tecniche e le tecnologie costruttive atte alla realizzazione di edifici in classe A, analizzando il progetto di un edificio residenziale plurifamiliare, una torre a sei piani, realizzata a Milano e certificato in classe A CasaClima e Cened Regione Lombardia. Sono stati presi in considerazione i dati di progetto, le tipologie di isolamento termo-acustico, i materiali naturali sostenibili, le strutture trasparenti, le tecnologie impiantistiche per la ventilazione e per il riscaldamento e raffrescamento dell’edificio. Alcuni tecnici di aziende coinvolte nel progetto hanno messo a disposizione dei partecipanti la loro esperienza attraverso alcuni approfondimenti, che permetteranno di esaminare a fondo le caratteristiche tecniche e prestazionali di materiali ed impianti, di sistemi costruttivi, di elementi di raccordo. Tali approfondimenti hanno dato la possibilità ai partecipanti di entrare in possesso di nuovi elementi e competenze, necessarie per concretizzare in fase di cantiere la qualità costruttiva definita in fase di progetto.

Bosco e Territorio, Beulard, 17 - 19 settembre Dal 17 al 19 settembre si è rinnovato l’appuntamento per il mondo forestale italiano con la manifestazione internazionale “Bosco e Territorio”, che quest’anno si è svolta in un’area di elevato valore ambientale e produttivo, presa in carico dal Consorzio Forestale Alta Val Susa secondo i principi della gestione forestale sostenibile. Il tema della sostenibilità ambientale sta particolarmente a cuore agli organizzatori, tant’è che l’incremento delle emissioni di CO2 prodotte da “Bosco e Territorio” saranno compensate da interventi di gestione attiva nelle foreste dell’Alta Val di Susa. L’inaugurazione ufficiale della manifestazione è stata venerdì 17 settembre alle 14.30 nella Tenda convegni della fiera. Erano presenti il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e l’Assessore provinciale all’Agricoltura e Montagna Marco Balagna. Il moderatore del dibattimento tra le autorità è stato Luca Mercalli, meteorologo ed esperto di climatologia, collaboratore del quotidiano “La Repubblica” ed ospite fisso della trasmissione “Che tempo che fa”. Col taglio del nastro, si è avuto anche il passaggio ufficiale del testimone della manifestazione tra il Sindaco di Usseaux e quello di Beaulard, che ha ospitato questa edizione. All’interno della fiera è stato possibile ammirare la mostra-progetto vincitore del workshop di “BoisLab”, un percorso espositivo che vuole riunire vari aspetti, tra cui la rappresentazione stilizzata di un bosco, in cui elementi naturali e fonti di energia alternativa si fondono insieme al legno locale per dare vita ad una funzione strutturale e sensoriale. Un motivo di grande richiamo per operatori economici, tecnici, ammi-

nistratori pubblici e semplici cittadini interessati al tema delle risorse forestali, è stato costituito dalle prove pratiche di macchine e attrezzature per le utilizzazioni forestali montane, che si sono susseguite nelle tre giornate della fiera. Tra le diverse dimostrazioni, particolarmente interessante è stato assistere alle tecniche meno conosciute di esbosco con cavalli e con elicottero, oltre che alle modalità di raccolta meccanizzata con harvester e con impianti di gru a cavo su autocarro. Un ruolo importante è stato occupato anche dalla parte commerciale della fiera: caldaie, stufe, cucine, camini e termocamini per il riscaldamento naturale; abbigliamento da montagna, artigianato del legno, valorizzazione turistica del territorio, per finire con l’enogastronomia locale. Si è aggiunto anche l’attesissimo il geometra n. 4/10

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Posta elettronica certificata Si ricorda che tutti i professionisti hanno l’obbligo di dotarsi di indirizzo di casella di Posta Elettronica Certificata, comunicandolo ai rispettivi Collegi professionali. E’ possibile ottenere gratuitamente la PEC tramite la convenzione con il Consiglio Nazionale-Cassa di Previdenza e Aruba, sul sito www.cassageometri.it. appuntamento con lo “Show dei Campioni” Stihl Timbersport Series, un avvincente sport spettacolare ed entusiasmante, articolato in prove a colpi di ascia, di sega e motosega con le modalità dei boscaioli americani. La mattina del medesimo 17 settembre, presso la sala del Comprensorio Alpino Torino 2 di Beaulard, si è svolto un seminario transfrontaliero di monitoraggio del progetto Bois Lab, nel corso del quale si è dato conto delle diverse azioni svolte finora in Provincia di Torino e in Savoia nell’ambito delle 9 attività di progetto, per fare il punto su ciò che resta da fare da qui alla fine del progetto medesimo. Il seminario era rivolto in particolare a tutti i soggetti che a vario titolo sono stati coinvolti in attività del progetto Bois Lab, o lo saranno in futuro.

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Urbanistica in Piemonte: che fare? Torino, 11 giugno 2010 L’Ordine degli Architetti di Torino e la Fondazione OAT hanno promosso un incontro aperto al pubblico dal titolo “Urbanistica in Piemonte: che fare?”, venerdì 11 giugno alle ore 16.15, presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. Obiettivo del dibattito e della tavola rotonda è stato di mettere in luce e discutere le inadeguatezze della legge urbanistica piemontese, alla luce di un inquadramento delle altre realtà nazionali. Mentre una parte del Paese affronta il governo del territorio con nuovi strumenti entrati a far parte delle leggi urbanistiche regionali di seconda generazione (ad esempio la perequazione, la compensazione, i piani

strutturali, i piani operativi, la pianificazione strategica, …), il Piemonte, che pure si era dotato di una legge urbanistica innovativa e lungimirante già negli anni ‘70 (LR 56/1977), a distanza di più trent’anni, ha fatto pochi passi avanti. L’incontro si è proposto di inquadrare l’evoluzione del governo del territorio in Italia, dagli anni Settanta ad oggi, attraverso l’intervento di Paolo Stella Richter, professore ordinario di Diritto amministrativo dell’Università La Sapienza di Roma, mettendo in luce le debolezze e le questioni ancora aperte, tra cui il conflitto tra il livello nazionale e regionale nella pianificazione, il coinvolgimento dei privati (e in particolare dei costruttori) nelle decisioni di trasformazione urbana, l’effettiva possibilità di separare il piano strutturale dal piano operativo, integrazione tra piani di natura e di collocazione gerarchica diversi. All’interno di questo contesto, come si può modificare la legislazione piemontese, attualizzandola alla luce delle innovazioni introdotte e, allo stesso tempo, affrontando e superando le carenze delle altre leggi regionali? Si sono confrontati sul tema Carlo Alberto Barbieri, professore associato di Urbanistica del Politecnico di Torino e Livio Dezzani, il responsabile della Pianificazione urbanistica della Confindustria Piemonte. Ha tratto le conclusioni alla luce di quanto emerso Ugo Cavallera, assessore all’Urbanistica e alla Programmazione territoriale della Regione Piemonte. Buon successo di pubblico, soprattutto di professionisti tecnici ed urbanisti del territorio e non.


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