Rock Poster 1940 - 2010 . Il manifesto diventa arte

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ROCK POSTER 1940-2010 Il
diventa arte.

Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’affermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici. Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio Ames Bros degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici. Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte.

Arricchiscono il libro 36 preziose immagini a colori a tutta pagina e in appendice “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di Matteo Guarnaccia.

Martina Esposito: Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

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stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

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INFO ROCK POSTER 1940-2010 di Martina Esposito Il manifesto diventa arte 36 IMMAGINI A COLORI A TUTTA PAGINA FORMATO: 167×240 PAGINE: 100 PREZZO: € 19,50

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(https://www.areamediapress.it/)

I poster del rock. In un libro illustrato tutta la storia

! 21/04/2021 Ferdinando Molteni (https://www.areamediapress.it/author/ferdinando-molteni/)

La cultura rock non è fatta solo di musica ma anche, e non poco, di immagine. Nel senso del look degli artisti, curatissimo fin dagli esordi del genere, per arrivare alla grafica delle copertine dei dischi e, parallelamente, ai poster. Anzi, quella dei poster è una specie di cultura nella cultura, di forma d’arte a se stante, come si evince dal volume licenziato da Martina Esposito per i tipi dell’editrice milanese Vololibero, marchio ormai afermato nell’ambito dell’editoria musicale italiana.

S’intitola “Rock poster. Il manifesto diventa arte. 1940-2010” ed è una pubblicazione particolarmente pregiata dal punto di vista grafico, oltre che contenutistico (in calce c’è anche un saggio di Matteo Guarnaccia).

Trentasei sono, infatti, le immagini a colori a tutta pagina che arricchiscono l’opera.

Si legge in una nota dell’editore: «Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’afermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici. Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio Ames Bros degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici. Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte».

L’autrice, Martina Esposito, lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del “rock poster”, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

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Martina Esposito – Rock Poster 1940-2010 – Martina Esposito – Rock Poster 1940-2010 –Il Manifesto diventa Arte Il Manifesto diventa Arte

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Published on Martedì,

Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’affermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici. Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio Ames Bros degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici. Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte.

Questo volume, attraverso le parole di Martina Esposito, ci porta a fare un viaggio cronologico non solo musical-artistico ma pure legato ad avvenimenti (drammatici in alcuni casi), legati agli artisti

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ed eventi presentati nei vari posters-manifesti. Quando si parla di musica ed arte è bene considerare anche aspetti diversi come può essere quello promozionale. Come succede per le locandine cinematografiche, ci sono molti appassionati che desiderano conoscere qualcosa di più riguardo ad alcuni eventi live del passato e quindi, questo volume può esserci d’aiuto anche in questo o quantomeno può riuscire ad offrirci qualche punto per ulteriori ricerche.

Arricchiscono il libro 36 preziose immagini a colori a tutta pagina e in appendice “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di Matteo Guarnaccia.

L’Autrice:

Martina Esposito

Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

TITOLO: ROCK POSTER 1940-2010 Il manifesto diventa arte Di MARTINA ESPOSITO in appendice un saggio di MATTEO GUARNACCIA 36 IMMAGINI A COLORI A TUTTA PAGINA

FORMATO: 167x240 PAGINE: 100 PREZZO: € 19,50 www.vololiberoedizioni.it

Martina Esposito - ROCK POSTER 1940-2010 - la recensione

Quando si parla di grafica e illustrazione, nell'ambito della musica, si finisce (quasi) sempre a discettare di copertine di dischi. In realtà, ormai di copertine di dischi non ha pù molto senso parlare, giacché - ad eccesione degli album che vengono pubblicati in vinile - ormai la copertina del CD (quando c'è) o del disco digitale è poco più di un francobollo e un po' meno di una cartolina.

Martina Esposito, giovane grafica e illustratrice, ci offre l'opportunità di riflettere su un'altra forma d'arte connessa alla musica: quella che riguarda i manifesti dei concerti. A questo tema ha dedicato la sua tesi di laurea, che opportunamente espansa e adattata va a costituire il nucleo testuale del suo libro. Il desiderio di offrire, oltre a uno sguardo attento e informato sui 32 manifesti riprodotti nella sezone principale del libro, quella da lei curata, anche una panoramica dell'evoluzione della storia del rock dal 1940 al 2010, genera un ibrido che (personalmente) trovo un po' troppo ambizioso e fa scivolare il testo nel didascalico. Avrei preferito che l'autrice si concentrasse sulla narrazione, l'analisi e la descrizione del soggetto principale del suo lavoro, e cioè appunto i manifesti - magari, se fosse stato possibile, ampliando il numero degli essemplari riprodotti (per gli appassionati e i curiosi segnalo il sito www.gigposters.com, ma attenzione: rischiate la vostra carta di credto, è un sito di vendita e propone tentazioni irresistibili - alla prima visita ho subito lasciato 70 dollari + spese di spedizione per la stampa su acrilico 18x25 del manifesto dei Beatles al Candlestick Park del 29 agosto 1966).

Brillante e istruttiva, ma il nome dell'autore è una garanzia, la breve appendice curata da Matteo Guarnaccia.

RECENSIONI - LIBRI «ROCK POSTER 1940-2010 - MARTINA ESPOSITO» la recensione di Rockol
VOTO 7,5/10 BAJADA DE PRECIOS
Recensione del 18 mag 2021 a cura di Franco Zanetti

ARTE

La storia dei poster del rock, da strumenti di promozione dei live a oggetti d'arte, nel nuovo libro di Martina Esposito edito da Vololibero

Like 1

"A un passo dal fenomeno di massa, al rock 'n' roll manca un unico tassello: la promozione, ed è proprio qui che inizia la nostra storia". E la storia cui si fa riferimento qui è quella dei poster dei concerti, manifesti che pubblicizzano i live delle grandi star della musica dal rock 'n' roll in poi. La medesima storia viene raccontata in Rock Poster 1940-2010 (Vololibero edizioni), nuovo libro di Martina Esposito . In circa 100 pagine la grafica, illustratrice e docente, che vanta peraltro collaborazioni importanti come quella con Marvel Entertainment per Netflix US, spiega come si sono evolute le grafiche, le tecniche e le idee stesse alla base dei poster che hanno fatto la storia e che sono storia, tanto quanto gli eventi per cui sono stati creati.

All'inizio i manifesti ricalcano quelli messi a punto per gli incontri di boxe con i nomi degli artisti che si esibivano al posto dei pugili, ma un po' alla volta cresce l'importanza dei poster e man mano vengono messi in risalto alcuni aspetti: uno di questi ultimi riguarda le pose iconiche delle rockstar, a cominciare da Elvis e dal suo movimento pelvico per un concerto a Jacksonville, Florida, del 1956, fino a quella di Freddie Mercury per il Live dei Queen allo Stadio di Wembley del 1986; tra i due eventi ne spicca poi un altro con relativa immagine che farà la storia: quella di Pete Townshend degli Who per un concerto al Marquee Club di Londra del 1965 mentre suona la chitarra facendo il windmill , celebre suo movimento/marchio di fabbrica, eseguito roteando il braccio per riprodurre gli accordi. "Se fino a quel momento la grafica musicale ha essenzialmente pubblicizzato gli eventi, - scrive Martina Esposito sempre a proposito del poster che raffigura Townshend - ora sceglie di documentarne le sensazioni" e poi - fa notare sempre l'autrice - "l'ideazione del prodotto non è più affidata alla tipografia, bensì a un artista" che nel caso specifico è Brian Pike. Tutti questi momenti all'interno del libro sono documentati con il supporto di 36 immagini, di quei poster cioè che aiutano la narrazione, allo scopo di seguire di pari passo la storia del rock: tra questi non mancano ovviamente i colori della psichedelia di San Francisco con grandi nomi della grafica come quello di Rick Griffin, per citarne uno su tutti, prolifico nella sua attività al fianco dei Grateful Dead; c'è spazio inoltre per i grandi eventi, a partire dal Festival di Monterey del 1967 con un poster realizzato da Tom Wilkes; e ovviamente non può non esserci il punk con Jamie Reid a servizio dei Sex Pistols.

Il ruolo del poster è cambiato nel corso degli anni, perché è cambiata ovviamente la fruizione della musica o il supporto su cui la musica stessa è disponibile all'ascolto. E allora i manifesti diventano disegni realizzati attraverso tecniche che non possono prescindere dall’utilizzo dei computer, per poi divenire istantanee in funzione della condivisione sui social network, come avviene inevitabilmente in tempi più recenti.

Chiude il libro "Quando la musica rimbalza sul muro", saggio breve dell'artista e storico del costume Matteo Guarnaccia.

Da semplici strumenti per la promozione dei live i poster divengono oggetti d'arte, da collezione e magari catalogati su siti Internet specifici. Nel libro si racconta allora non solo come la storia inizia, ma anche come sta proseguendo... anche perché il sottotitolo è proprio Il manifesto diventa arte

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ROCK POSTER 1940-2010. IL MANIFESTO DIVENTA
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Share 1 (#) (#) di Leonardo Follieri 18 maggio 2021
Tags: Poster (/tags/poster) libro (/tags/libro) Vololibero (/tags/vololibero) Martina Esposito (/tags/martina-esposito) Recensione (/tags/recensione)

tonyface

Martina

Una veloce ed esaustiva "storia del rock" attraverso l'arte grafica.

Dagli inizi scarni del rock 'n'roll con manifesti minimali, simili a quelli utilizzati per gli incontri di pugilato, alle elaborazioni più accurate degli anni Sessanta, fino all'esplosione dell'arte psichedelica: "Il lettering deve essere reso estremamente difficile da leggere! Le lettere possono diventare fiori, fiamme, accecare. Bisogna esagerare con i colori vibranti, irritare il più possibile l'occhio di chi guarda." Victor Moscoso.

E poi il punk spariglia di nuovo le carte con la sua diretta essenzialità, in qualche modo ripresa poi dal rap.

Una lettura molto interessante di un aspetto sempre più trascurato e dimenticato dell'arte musicale.

A compendio tante preziose illustrazioni e “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di Matteo Guarnaccia.

Martina Esposito Rock Poster 1940-2010. Il manifesto diventa arte VoloLibero Edizioni euro 19.50

Pubblicato da tony-face a 12:30 AM Etichette: Libri

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Martina Esposito – Rock Poster 1940-2010 – Il Manifesto

AndreaTuretta Inviato il: 25/5/2021, 12:02

diventa Arte

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Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’affermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici. Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio Ames Bros degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici. Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte.

Questo volume, attraverso le parole di Martina Esposito, ci porta a fare un viaggio cronologico non solo musicalartistico ma pure legato ad avvenimenti (drammatici in alcuni casi), legati agli artisti ed eventi presentati nei vari posters-manifesti. Quando si parla di musica ed arte è bene considerare anche aspetti diversi come può essere quello promozionale. Come succede per le locandine cinematografiche, ci sono molti appassionati che desiderano conoscere qualcosa di più riguardo ad alcuni eventi live del passato e quindi, questo volume può esserci d’aiuto anche in questo o quantomeno può riuscire ad offrirci qualche punto per ulteriori ricerche.

Arricchiscono il libro 36 preziose immagini a colori a tutta pagina e in appendice “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di Matteo Guarnaccia.

L’Autrice: Martina Esposito

Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

TITOLO: ROCK POSTER 1940-2010 Il manifesto diventa arte Di MARTINA ESPOSITO in appendice un saggio di MATTEO GUARNACCIA 36 IMMAGINI A COLORI A TUTTA PAGINA

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PAGINE: 100 PREZZO: € 19,50

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ROCK POSTER

1940-2010

Il manifesto diventa arte.

Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’affermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici. Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio Ames Bros degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici. Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte.

Arricchiscono il libro 36 preziose immagini a colori a tutta pagina e in appendice “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di Matteo Guarnaccia.

Martina Esposito

Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

Scrivi qualcosa e premi invio... “Storie di musica” nella prossima puntata, disponibile da venerdì 28 maggio, storia e analisi del brano degli Stadio, pubblicato nel dicembre del 1984 nell’album omonimo, “Chiedi chi erano i Beatles”.

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POSTER CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL ROCK: INTERVISTA A MARTINA ESPOSITO

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Martina Esposito, gra!ca, studiosa e autrice del libro illustrato Rock Poster 1940-2010 (Vololibero, 2021), ha parlato agli ascoltatori della grande importanza dei poster nella storia del Rock: che essi siano stati concepiti per promuovere un singolo concerto, un tour o un festival, negli USA sono considerati una vera e propria forma d’arte.

Dal primo poster di Hank Williams ai Pink Floyd e ai Sex Pistols, !no a Bjork: sono moltissimi gli esempi di collaborazioni vincenti tra musicisti e artisti della gra!ca e della comunicazione che hanno portato alla creazione di poster indimenticabili.

VALORI IN CORSO con Ludovica Valori

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Rock poster, un volume sul manifesto rock e la sua evoluzione

sapienti mani di artisti oggi divenuti iconici. Dallo stile psichedelico dei poster per i live organizzati dal collettivo Family dog al modello immaginifico (assai più recente) appannaggio dello studio Ames Bros, l’arte e la musica hanno filtrato a più non posso, concretizzando capolavori grafici.

«La sinestesia, il connubio tra diverse forme d’arte, con la musica come centro propulsore», rimarca Guarnaccia. Curiosità, passione e talento che, al pari di un motore, hanno spinto Esposito – lavora come grafica, illustratrice e docente – a realizzare un volume in rimando alla tesi che ha proposto all’Accademia di Belle arti di Bologna, a conclusione del biennio di illustrazione editoriale. «Ho sempre osservato con grande attenzione tutta l’estetica della musica – spiega l’autrice, che vive a Milano – trovandola assai intrigante. Proprio durante l’Accademia mi sono resa conto che esisteva un vero e proprio filone legato al manifesto rock, molto in voga negli Stati Uniti, meno in Italia».

Roma
poster, storia dei manifesti rock e della loro evoluzione https://insideart.eu/2021/05/31/rock-poster-un-volume-sul-manifesto-r... 1 di 3 01/06/21, 16:01
lunedì 31 Maggio 2021 Massimo Canorro
Rock

Nasce da qui l’impulso a indagare su un argomento «che mi ha portata a ricostruire le tracce della sua storia, così ho scelto di utilizzarlo come tesi. Anni dopo, continuavo a pensare che questa indagine avesse bisogno di essere conosciuta da più persone: ogni volta che ne parlavo con amici, c’era sempre grande interesse. Così ho ripreso in mano la mia vecchia tesi, e l’ho riscritta aggiungendo interviste ad alcuni artisti». E “il manifesto diventa arte” attraverso i poster di band senza tempo: Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, Sex Pistols, Pink Floyd solo per citarne alcuni.

Ma tra i manifesti che hai inserito (e la cui genesi hai ben dettagliato) ce n’è qualcuno a cui sei più legata? «È difcile sceglierne uno emblematico per me – replica l’autrice – ma probabilmente a provocarmi maggiore emozione c’è quello di Newport 1965, che promuove una serata capace di cambiare le sorti della musica: il primo assetto elettrico di Bob Dylan. Quella scelta avrà molte conseguenze, non ultima la Summer of love. Dunque, amando anche la tenacia di Dylan, lo considero un poster basilare».

E per quanto riguarda i “grandi esclusi”? Per Esposito (che colleziona collaborazioni di rilievo, come quella con Marvel entertainment per Netflix Us) nessun dubbio: «Non ci sono né Woodstock né il Live Aid, ed è stata una scelta personale, legata all’idea di non privilegiare i concerti più famosi ma di citare quelli ugualmente significativi. L’assenza di Woodstock è bilanciata dall’Altamond, il festival gemello organizzato da Mick Jagger, mentre quella del Live aid dai Queen a Wembley».

Info: www.vololiberoedizioni.it

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Martina Esposito: ROCK POSTER, 1940-2010

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Quello che diventerà il “rock poster” nasce nel Tennessee nel 1940, in una ditta a gestione familiare che aveva sempre pubblicizzato incontri di pugilato ed eventi fieristici. Inizialmente la grafica è priva di qualsiasi guizzo artistico ma, con l’affermarsi del rock’n roll, gradualmente, l’estetica del manifesto diventa più eloquente ed il processo creativo passa nelle mani di artisti oggi diventati iconici.

Dallo stile psichedelico dei manifesti per i concerti organizzati dalla Family Dog, a quello immaginifico dello studio AAmmeess BBrrooss degli anni Duemila, arte e musica hanno dato vita a sempre più frequenti miracoli grafici.

Nel tempo sodalizi storici come quello tra l’onirico studio HHiippggnnoossiiss e i PPiinnkk FFllooyydd o quello tra il situazionista Jamie Reid ed i Sex Pistols hanno letteralmente plasmato i manifesti del “live” rock, contribuendo in buona sostanza al successo dei musicisti stessi e creando una vera contaminazione fra arte e musica. Questo libro racconta il manifesto rock e la sua evoluzione, da semplice veicolo promozionale di concerti e festival ad autentico oggetto d’arte.

Arricchiscono il libro RRoocckkPPoosstteerr11994400--2200110036 preziose immagini a colori a tutta pagina e in appendice “Quando la musica rimbalza sul muro”, un saggio breve di MMaatttteeoo GGuuaarrnnaacccciiaa

L’Autrice MMaarrttiinnaa EEssppoossiittoo

Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

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Martina Esposito, ROCK POSTER, 1940-2010
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libro che racconta il manifesto rock a cura di MMaarrttiinnaa EEssppoossiittoo per
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AAUUTTHHOORR , Silvia DDAATTEE - 31 Maggio 2021 ' HOME » LIBRI • POST » MARTINA ESPOSITO: ROCK POSTER, 1940-2010
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Martina Esposito

Rock poster 1940-2010. Il manifesto diventa arte

Volo libero Edizioni, 2021, 100 pp., euro 19,50 Saggi | Musica

21/06/2021 di Franco Bergoglio

Il saggio RRoocckk ppoosstteerr 11994400--22001100.. IIll mmaanniiffeessttoo ddiivveennttaa aarrttee parla dell’arte del manifesto applicata alla musica: il rock poster. Realizzato dalla gra!ca, illustratrice e docente Martina Esposito, questo volume si presenta in tutta la sua originalità !n dalla coloratissimacopertina. cover facciamo subito un salto alla !ne. In appendice al libro troviamo infatti un breve saggio di Matteo Guarnaccia che traccia un quadro storico e tecnico dell’abbinamento tra la musica e le arti visive, introducendo un concetto fondamentale per la cultura giovanile degli Anni Sessanta o per gli sviluppi successivi: la sinestesia.

«La sinestesia, il connubio tra diverse forme d’arte, con la musica come centro propulsore, è stata preconizzata sin dai tempi del romanticismo. I maudits parigini, Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire, l’hanno sperimentata nelle loro poesie, giocherellando coi suoni e la parola scritta, ma è Richard Wagner a farla debuttare in società, in maniera elitaria e pesantemente ideologica, coniando il concetto di Gesamtkunstwerk , “opera d’arte totale”» “Quando la musica rimbalza sul muro” è il titol dato da Guarnaccia al suo intervento, capace di evocare con precisione quello che il poster fa da un muro, magari anonimo, annunciando un concerto: creare una sinestesia così forte da non lasciarsi “mettere al muro”; in grado, come la musica, di muoversi nello spazio-tempo.

Trattando di musica rock, il libro muove ovviamente dall’America degli anni Quaranta e Cinquanta. I primi poster analizzati sono del cantante country Hank Williams e di Elvis Presley, il cui manifesto per la prima volta mostra a !gura intera il rocker in tutta la sua dinamicità. Questi primi poster secondo l’autrice pagano pegno alla gra!ca pubblicitaria che promuove gli incontri di pugilato, oppure –come nel caso del poster di Elvis- hanno un qualcosa di circense, e poi si scopre, leggendo il testo, che il suo manager, il terribile colonnello Parker, amministrava il Great Parker Pony Circus dello zio.

Non sveliamo troppo del libro, per non togliere alcun piacere ai lettori: le pagine che seguono i primi poster di rock’n’roll vedono fare la loro comparsa i Beatles e poi con un manifesto dei The Who del 1965 troviamo lo spartiacque. Scrive l’autrice: «Se !no a quel momento la gra!ca musicale ha essenzialmente pubblicizzato gli eventi, ora sceglie di documentarne le sensazioni»

Da lì in avanti avremo una vera arte legata ai poster con la psichedelia californiana e la sua rivoluzionaria arte allucinogena, i grandi solisti e gruppi degli anni Settanta, la reazione punk nichilista

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anche nell’arte, il professionismo del rock adulto dove i poster si devono confrontare anche con la video arte di MTV, e per !nire l’hip hop. Ovviamente la lettura di questa originale forma di storia della musica è ritmata dalle riproduzioni dei migliori poster citati.

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Martina Esposito – “Rock Poster, il manifesto diventa arte” da Vololibero Edizioni - TuttoRock Magazine

Che i poster giochino, come sostiene lo storico del costume e critico d’arte Matteo Guarnaccia, un ruolo strategico nell’espandere e tradurre il mood dei suoni sollecitando i differenti umani apparati sensoriali, è fatto incontestabile. Basterebbe sfogliare questo bel volume illustrato per farsene un’idea senza lasciare dubbi. La storia dei rock posters a partire dal 1940 fino al 2010 viene raccontata nel libro a mezzo di una suggestiva collezione di manifesti. Si va da quello del 1945 che promuove un concerto a Nashville dell’icona della country music americana Hank Williams, a quello che riguarda l’esibizione dei Daft Punk alla LA Sports Arena il 21 Luglio del 2007, dal poster spaziale che reclamizza i concerti di Oakland dei Led Zeppelin del 23 e 24 Luglio del 1977, a quello che informa gli estimatori della cantante islandese Bjork delle tappe del suo “Homogenic tour” partito il 2 novembre 1997 dal Belgio e conclusosi a Reykjavík, nel Gennaio del 1999. Non mancano le locandine che si riferiscono ad eventi che hanno contribuito a scrivere la grande storia dei concerti live: il tour americano degli Stones nel 1972, il concerto d’addio di “The Band” alla Winterland Ballroom di San Francisco nel 1976, i Queen a Wembley (1986), i Pink Floyd a Venezia nel 1989, e così via. L’evoluzione dei rock posters è stata costante e pedissequa rispetto ai canoni espressivi e artistico musicali che si sono succeduti nel corso degli anni. Oggi essi arricchiscono il ribollente calderone della cultura di massa, suggerisce il sottotitolo del volume, come vera e propria espressione artistica.

GIOVANNI GRAZIANO MANCA

Dettagli: Il manifesto diventa arte di MARTINA ESPOSITO in appendice un saggio di MATTEO GUARNACCIA 36 IMMAGINI A COLORI A TUTTA PAGINA FORMATO: 167×240

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Lavora come grafica, illustratrice e docente. Dopo essersi laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sulla storia del rock poster, si stabilisce a Milano dove porta avanti l’interesse per la grafica musicale e cinematografica. Colleziona collaborazioni di particolare importanza, come quella con Marvel Entertainment per Netflix US. I suoi lavori sono spesso condivisi sulle principali piattaforme di settore (Alternative Movie Poster, Poster Spy) e vengono attualmente distribuiti da gallerie internazionali come Hero Complex Gallery di Los Angeles, California.

https://www.vololiberoedizioni.it/martina-esposito

https://www.amazon.it/Rock-poster-1940-2010-Martina-Esposito/dp/8832085240

PAGINE: 100 PREZZO: € 19,50

Martina Esposito - ROCK POSTER 1940-2010 - la recensione di Rockol

Rockol.com s.r.l.

Quando si parla di grafica e illustrazione, nell'ambito della musica, si finisce (quasi) sempre a discettare di copertine di dischi. In realtà, ormai di copertine di dischi non ha pù molto senso parlare, giacché - ad eccesione degli album che vengono pubblicati in vinile - ormai la copertina del CD (quando c'è) o del disco digitale è poco più di un francobollo e un po' meno di una cartolina.

Martina Esposito, giovane grafica e illustratrice, ci offre l'opportunità di riflettere su un'altra forma d'arte connessa alla musica: quella che riguarda i manifesti dei concerti. A questo tema ha dedicato la sua tesi di laurea, che opportunamente espansa e adattata va a costituire il nucleo testuale del suo libro. Il desiderio di offrire, oltre a uno sguardo attento e informato sui 32 manifesti riprodotti nella sezone principale del libro, quella da lei curata, anche una panoramica dell'evoluzione della storia del rock dal 1940 al 2010, genera un ibrido che (personalmente) trovo un po' troppo ambizioso e fa scivolare il testo nel didascalico. Avrei preferito che l'autrice si concentrasse sulla narrazione, l'analisi e la descrizione del soggetto principale del suo lavoro, e cioè appunto i manifestimagari, se fosse stato possibile, ampliando il numero degli essemplari riprodotti (per gli appassionati e i curiosi segnalo il sito www.gigposters.com, ma attenzione: rischiate la vostra carta di credto, è un sito di vendita e propone tentazioni irresistibili - alla prima visita ho subito lasciato 70 dollari + spese di spedizione per la stampa su acrilico 18x25 del manifesto dei Beatles al Candlestick Park del 29 agosto 1966).

Brillante e istruttiva, ma il nome dell'autore è una garanzia, la breve appendice curata da Matteo Guarnaccia.

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√ Martina Esposito - ROCK POSTER 1940-2010 - la recensione di Rockol https://www.rockol.it/recensioni-musicali/libri/1157/martina-esposito-... 1 di 1 19/10/21, 16:03

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Rock Poster, per chi ama la musica

Due artisti del “rock poster” quali Chuck Sperry e Ron Donovan della Firehouse hanno affermato: «Noi lavoriamo per gli occhi, i musicisti lavorano per le orecchie e le due cose vanno insieme». E il libro di Martina Esposito ci racconta, analizzandolo, questo “fidanzamento” iniziato negli anni Quaranta del secolo scorso e poi giunto al “matrimonio” nei decenni successivi.

«Negli anni Cinquanta, i veri amplificatori non sono solo in sala prove ma in sala da pranzo: la radio diventa il trait d’union con i giovani, e non c’è più nulla che tenga… I giovani vedono nel selvaggio approccio dei rocker una concreta possibilità di riscatto. A un passo dal fenomeno di massa, al rock ‘n’ roll manca un unico tassello: la promozione…».

“Rock Poster” è una storia “illustrata” per chi ama la musica del diavolo fattasi carne in Robert Johnson in un incrocio del Mississippi e ne ha seguito sviluppi e diramazioni: il rock ‘n’ roll di Presley, citando per tutti il caposcuola, poi la stagione beat, del “flower power” e quella psichedelica, la stagione del rock, del progr dell’hard e dell’heavy; poi quella del punk del “No Future” e di pari passo il susseguirsi delle varie fasi della musica nera fino al rap e all’hip pop, ecc. Racconta Esposito di come questa musica, che era anche “controcultura”, cominciò a rimbalzare sui muri attraverso poster e manifesti che volevano trasformare la musica in colori e immagini che la rappresentassero e la promuovessero.

Da semplice manifesto di promozione dell’evento musicale la grafica musicale, nei ’60, sceglie di «documentare le

GLAUCO BERTANI il 10 Ottobre 2021 alle 18:01
“SANGUE DEL NOSTRO SANGUE”, GRAPHIC NOVEL SUI MORTI 7 LUGLIO 1960 A REGGIO IL FILM SU TONDELLI DEBUTTA A ROMA
VIA AL PREMIO PER LA PACE GIUSEPPE DOSSETTI
ULTIMO WEEKEND CON L’OPERA LEGO E REGGIO CHILDREN AI CHIOSTRI DI SAN PIETRO STREET-STYLE Pets EDITORIALI Editoriali del Direttore Fondino Quotidiano Radiovasca Columnists
7 Rock Poster, per chi ama la musica | 24Emilia https://www.24emilia.com/rock-poster-per-chi-ama-la-musica/?fbclid... 2 di 6 15/10/21, 17:27

sensazioni», come il poster realizzato da Brian Pike per il concerto degli Who al Marquee Moon di Londra, un «vero spartiacque nella storia del rock poster»: un eterea figura di Pete Townshend su sfondo nero che “mulinella” il braccio per una vigorosa schitarrata alla sua Rickenbacker, in primo piano il nome del gruppo scritto in bianco che buca lo sfondo nero e una freccia che spara all’insù. Poi pensiamo alla collaborazione tra l’onirico studio Hipgnosis e i Pink Floyd…

E il libro ci trascina in una trasvolata temporale, e continentale dagli USA alla Gran Bretagna e viceversa – con un atterraggio anche in Italia – aggrappati ai poster sospinti dalla furia delle note di una musica e di una (sotto)cultura che fa parte delle nostre vite da più di sessant’anni.

Gli esempi che potremmo fare sono tanti, qualcuno lo abbiamo fatto ma per saperne di più non vi resta che leggere Rock Poster. Dimenticavo: il libro, in carta patinata, è corredato dalle riproduzioni dei Rock Poster più significativi e, in appendice, un saggio di Matteo Guarnaccia che rivolge l’attenzione alla scena musicale e visiva italiana.

(Martina Esposito, Rock Poster 1940-2010. Il manifesto diventa arte, in appendice un saggio di Matteo Guarnaccia, Vololibero edizioni, Milano 2021, pp. 96, 18,50 euro, recensione di Glauco Bertani).

Colonna sonora:

ELVIS PRESLEY, Jailhouse Rock

CHUBBY CHECKER, Let´s twist again

Jefferson Airplane – Somebody to Love – Live At Woodstock, August 17, 1969

THE WHO, My Generation (Marquee Club 1967)

PINK FLOYD, See Emily Play

Sex Pistols live Anarchy in the U.K. 1976

DAFT PUNK, Encore – Alive 2007 @ Torino Traffic Festival

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia I NOSTRI VOTI

STILE NARRATIVO

TEMATICA

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3 di 6 15/10/21, 17:27
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