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DM RC 03 // Il progetto energetico ha una grande influenza nell’immagine finale dell’edificio. Per esempio, se pensiamo alle tecnologie come i pannelli solari o fotovoltaici, al sistema trompe, si corre il rischio di fare edifici tutti uguali. Come gli elementi di biotecnologia e gli elementi del progetto convivono nella varietà architettonica? TA: In un mondo ideale, le tematiche ambientali arricchiscono l’estetica e contribuiscono a un disegno più olistico e potente. Una barca a vela per le regate dell’American Cup è un bel disegno totalmente guidato dalla perfomatività. Nel progetto architettonico la facciata è l’interfaccia tra interno ed esterno, provvede all’accesso della luce diurna e della ventilazione naturale, ha un potenziale per generare energia (sole + vento) e allo stesso tempo è la “carta da parati” della sfera pubblica. La progettazione ambientale non è una contraddizione, tanto più che sta aumentando il portafoglio delle sue potenzialità. In questo senso sostiene un’estetica guidata dallo scopo, indipendente dallo stile. DM RC 04 // Transsolar collabora con molte firme dell’architettura mondiale: Steven Holl, Behnisch Architects, Jean Nouvel, Oma sono solo alcuni. Quale architetto dà maggiore importanza all’aspetto bioarchitettonico? Qual è stato il progetto più stimolante? TA: Possiamo dividere il nostro lavoro in due categorie diverse: 1. Noi “informiamo” il disegno in un lavoro integrato fra l’architetto e il nostro team. Il nostro contributo è basato sul clima locale (che potenzialmente dà alla progettazione un’identità locale – il nuovo vernacolare), sull’esperienza e sulla creazione di software. Alcuni architetti si avvicinano a noi per discutere specifici requisiti legati al clima locale, prima di iniziare il progetto. Il concorso per Campidoglio Due a Roma al quale abbiamo lavorato con Behnisch Architekten è un buon esempio. Fin dall’inizio abbiamo capito che la realizzazione di una piazza ombreggiata poteva essere una grande opportunità per la città di Roma. Allo stesso tempo può essere usato l’ombreggiamento per generare energia, raccogliere l’acqua piovana etc. Sfortunatamente Siamo arrivati secondi.

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1. Cloudscape - Venice Biennale 2010 ph. Tetsuo Kondo walking view 2. Cloudscape - Venice Biennale 2010 ph. Tetsuo Kondo resso

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2. Altri architetti si avvicinano a noi con un design forte, ma a volte fisicamente “sub-ottimale” per farsì che funzioni. In questo tipo di processi diventiamo “schiavi” dell’idea architettonica. Suona come un’approccio sbagliato; ma spesso viene fuori, qualcosa di nuovo e molto innovativo, da questo processo. Quando siamo stati coinvolti da Murphy Jahn nel progetto del nuovo aeroporto di Bangkok, gli architetti avevano già vinto il concorso per la realizzazione di una tensostruttura. Il tessuto non è certo il materiale ideale in certe condizioni climatiche. Il risultato è stato lo sviluppo di un tessuto con un rivestimento simile a quello usato per manipolare le proprietà del vetro. Una contraddizione nel progetto è stata responsabile dello sviluppo di un nuovo materiale. Questo è molto intrigante per noi. I singoli approcci così come le condizioni limite di ogni progetto è un’unica sfida (clima, limiti di budget, ecc. ). E’ difficile dire qual è stato il più stimolante e non è importante. E’ più soddisfacente quando possiamo trasformare un obiettivo specifico nell’assetto del progetto e in un benefit per il cliente. DM RC 05 // Gli architetti hanno spesso la testa fra le nuvole. Come dicono. Ma siamo realmente finiti nelle nuvole un mese fa; nel vostro Cloudscape alla Biennale di Architettura di Venezia. E’ stata una delle più divertenti, innovative e chiacchierate operazioni dell’ultima edizione. Potete descrivercela? TA: Cloudscape è un modo per visualizzare l’ingegneria climatica. Un nuvola appare se l’umidità nell’aria si condenza in tante goccioline. Questo accade quando si aumenta l’umidità in uno strato già saturo. Per mantenere questo strato in una precisa posizione con alta densità (aria fredda) sotto deve essere presente uno strato a bassa densità (aria calda). Creare tre strati diversi è stata la sfida. E’ stato bello vedere che non era solo un oggetto visuale, ma che le persone erano in grado di vivere l’esperienza del cambio di clima nelle diverse zone del cloudscape.


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