+LECCE NEI QUARTIERI - SantaRosa-in-posa

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SANTA ROSA IN POSA

REPORT Gennaio 2012

TERZA TAPPA

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LECCE +LECCECITTA’ NEI QUARTIERI PUBBLICA


I bambini sono i motori.

WeLab, Tavolo Nomade, 15 gennaio 2012

+LECCE NEI QUARTIERI

Il viaggio continua Lecce 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate

Dopo il concorso di idee del luglio scorso, l’associazione “Lecce 2.0dodici - Laboratorio di idee partecipate” inizia un viaggio di condivisione dei risultati attraverso i quartieri della città. Si riparte dai luoghi per vivere l’esperienza dei progetti, provando insieme agli autori, ai tecnici ed agli abitanti a calarsi dentro gli spazi stessi della città, per costruire desideri di trasformazione comuni e renderli pubblici. Se il concorso “Lecce città pubblica” chiedeva ai partecipanti una riflessione sullo spazio pubblico della città, +Lecce nei quartieri vuole favorire ora la condivisione pubblica dei progetti sollecitati e presentati, utilizzandoli come chiave di accesso a scenari partecipati di cambiamento della città.

La presentazione pubblica dei progetti fornisce così il pretesto per la realizzazione nei week end di una serie di Laboratori urbani itineranti e aperti, per avviare, sui luoghi dei progetti stessi, un processo orizzontale, una riflessione collettiva e plurale sullo spazio pubblico, capace di legare insieme conoscenza tecnica ed esperienziale dei luoghi. I nuovi risultati, accresciuti dei bisogni, delle idee e dei punti di vista dei cittadini saranno raccolti in un bagaglio di nuovi progetti da restituire alla città, idealmente consegnato al decisore che uscirà dalla prossima tornata elettorale amministrativa. Buon lavoro!

web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it

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Nel Concorso Lecce Città Pubblica professionisti e creativi hanno scelto il loro spazio pubblico, lo hanno adottato con gli abitanti, per promuovere insieme alle persone i valori urbani. I cittadini sono i primi esperti. Sono quelli che fanno l’urbanistica con i piedi e che consumano le scarpe. I motori della ricognizione urbana. I tecnici e i creativi hanno immaginato le soluzioni. E ora le riportano nei territori, per trasformare ancora una volta i progetti. E farne cifra di cambiamento. Lecce Città Pubblica diventa un tour, attraverso i quartieri di Lecce.

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15-16 Luglio 2011 Rettorato dell’Università del Salento

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Il 14 ed il 15 gennaio 2012, Santa Rosa in posa ritorna nei luoghi dov’è nata e si racconta agli abitanti. Ha con sé il secondo premio al concorso di idee Lecce Città Pubblica: “Per l’attenzione alla ricerca di spazi da sottrarre alla edificazione per costruire accordi di condivisione e di scambi di tempo e informativi. Per l’individuazione degli spazi sui tetti come spazi esperibili e ri-progettabili: idea non nuova ma interpretata al contesto locale periferico. Per il coinvolgimento non retorico dei cittadini.” Ritorna da loro per crescere, per diventare della Pubblica Amministrazione. E di tutti i cittadini. L’idea ripensa gli spazi esistenti e genera nuovi luoghi, con un arricchimento delle funzioni originarie. Il progetto è uno strumento per immaginare il futuro del quartiere, partendo da un presente molto promettente, sulla base di un passato profondamente attento al carattere sociale della pianificazione urbana. Santa Rosa in posa è un progetto a bassa intensità di risorse e ad alto

potenziale rigenerativo: valorizza le risorse sociali e culturali e fa emergere i contenuti dentro iniziative ed incontri con i diversi protagonisti della vita del luogo. Un punto di partenza per avviare un’iniziativa più ampia, con il coinvolgimento di un numero crescente di soggetti, privati e pubblici, che vivono il quartiere Santa Rosa e che sono disposti a mettersi in gioco per migliorarlo. La discussione nei luoghi come terreno di confronto tra i diversi attori e spazio di conoscenza dei bisogni. Il cuore del progetto è dentro i risultati degli incontri, con l’emersione di proposte, sui modi di vivere possibili e sui sistemi di prodotti e di servizi. Santa Rosa in Posa promuove una vita quotidiana riferita ad un futuro, con premesse già riconoscibili nel presente. Avanza scenari per modi di vivere e criteri di benessere come dei passi significativi nella direzione della sostenibilità. Propone idee su come utilizzare spazi e fruire di funzioni esistenti in modo più funzionale, con uno sguardo a più scale, verso l’intera città.

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15-16 Luglio 2011 Rettorato dell’Università del Salento

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WE-LAB we lab!


Il WE-lab è un laboratorio di condivisione e arricchimento comunitario di progetti urbani preliminari ideato da Città Fertile. Un processo durante il corso di un week-end, per allargare la riflessione originale e generare strategie di cambiamento, attraverso esperienze e saperi plurali. I progetti di partenza sono bozze aperte e strade possibili da ri-disegnare nei luoghi dei progetti. WE significa NOI, alla fine del weekend. C’è anche un nuovo verbo di azione: to lab. Un neologismo urbano che significa lavorare insieme e produrre subito senso, costruire un laboratorio di strada, inventare/ elaborare identità strategiche comuni. I LAB, WE LAB! L’io e il noi, dentro un percorso di impegno, per quanto breve: I lab the city, I lab my place. WE lab! Non necessariamente numeroso e rappresentativo della dimensione di cittadinanza, ma qualitativamente emergente, somma progressiva, sentiero di politica urbana portato dai singoli, rispetto ad un percorso tecnico ed intellettuale già depositato.

Sabato e Domenica. Incontri semplici sulle mappe per costruire forme partecipative attorno a idee concrete di trasformazione, per nuovi transiti dei saperi nello spazio sociale della discussione pubblica. WE-lab intercetta le persone alla scala micro-comunitaria per contestualizzare e migliorare il progetto preliminare e aprire una comunità di progetto. WE-lab promuove la traduzione del linguaggio tecnico in linguaggio naturale, senza perdita dello sguardo complessivo e dei principi identitari della proposta, con regole semplici e immediate. Al termine del percorso, tecnici e creativi insieme alle persone. Destini incrociati di idee, accrescimento della paternità intellettuale e scenari futuri. Più Città Pubblica, Più Lecce nei quartieri.

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SANTA ROSA IN POSA Il quartiere visto da chi lo abita.

Le “nuove pose” di Santa Rosa. - L’area del mercato. Rivitalizzazione e rivisitazione del mercato con l’inserimento di aree esterne per le attività commerciali, la sostituzione delle murature di tamponamento co la struttura e rendono più visibile e permeabile l’interno arricchendolo di illuminazione naturale, la realizzazione di un tetto verde di tipo estensivo, a bas condizioni climatiche interne oltre a fornire un più piacevole affaccio agli edifici circostanti. - Progettazione di un nuovo contenitore situato tra il mercato e il vecchio campetto di cemento. Sarà innanzitutto “un’altra piazza”, un piccolo municipio di quartiere, un luogo d’incontro e sede dell’ “InfoPoint” Santa Rosa. Questo spazio vuol essere innanzitutto punto di riferimento e centro informazioni, facilmente fruibile e utile a raccontare con competenza e chiarezza il q fruitori, residenti e non. Una voce del quartiere, nel cuore del quartiere e per il quartiere. Suddiviso in ambienti che accolgono ripristinate attività un tempo in uso come la “borsa del tempo” e ne introducono di nuove per stimolare l’aggrega condivisione di luoghi per laboratori di cucina e di giardinaggio, punto di informazione sugli spazi di co-working realizzati ex-novo o nei locali non pi quartiere. Piccolo “municipio di quartiere”, gestito dagli stessi residenti, dunque luogo dell’informazione e dei servizi, del confronto e del dialogo, per trovare risp quartiere. Accanto ai servizi offerti, questo spazio propone ai residenti appuntamenti periodici con il consultente ambientale e con il vigile di quartiere. -La Bocciofila “Luca Belfiore”. Riorganizzazione degli spazi e ri-ammodernamento dell’impianto sulla base delle esigenze attuali. - L’Arena verde. Progettazione di un’arena per promuovere una varietà di iniziative culturali rivolte non solo al quartiere Santa Rosa, ma anche potenzialmente alla citt cemento adiacente alla Bocciofila diventa un’arena per la messa in scena di spettacoli teatrali, la realizzazione di piccoli concerti di musica di vario genere o la programmazione cinematografica estiva. - Gli orti Per innescare un meccanismo virtuoso nel quartiere nell’ottica della produzione e del consumo a Km zero il progetto prevede la realizzazione di un’a funzionale e simbolico, fruibile anche da chi non si è mai confrontato con la coltivazione della terra. Posizionati all’estremità nord-ovest dell’originario se via Tevere a sud e la via Flumendosa a nord, trattasi di piccoli appezzamenti di terreno singolarmente affidati a residenti e avventori, ai quali verrà data coltivazione a laboratori di giardinaggio e cucina. Il tutto su di un’area attualmente abbandonata e originariamente predisposta a verde sportivo dal vigen - Istituzione di un eco-bus, navetta elettrica gratuita su ruote, per un più agevole collegamento tra la piazza del mercato, gli orti e la struttura sportiva de - Santa Rosa isola verde. In futuro il verde cittadino avrà sempre più un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dei centri urbani. La presenza di giardini metropolitani o direttamen contribuisce a migliorare la qualità della vita. I tetti verdi consentono l’isolamento delle abitazioni evitandone il surriscaldamento e la loro presenza a migliorare così il microclima già esistente in un quartiere in cui la presenza di aree verdi è già preponderante rispetto ad altre zone della città. Senza consentono anche di evitare allagamenti a causa dei temporali e favorire la sopravvivenza della microfauna. Il progetto immagina tetti verdi, preferibilmente del tipo estensivo e quindi a basso costo di manutenzione, per la maggior parte degli edifici a 3-4 piani, oltr le case uni e bi-familiari, a 1-2 piani, potrebbero invece dotarsi di tetti verdi del tipo intensivo, veri e propri giardini pensili che diventano un’area di sfogo -Il quartiere produce energia: impianti fotovoltaici e pannelli solari dedicati alla produzione di energia elettrica e di acqua calda sanitaria sono invece ide fabbricati più alti, riducendo consumi ed emissioni dei rispettivi blocchi condominiali. - Nuova mobilità/viabilità nel quartiere. Pedonalizzazione dell’area mercatale, inserimento del collegamento pubblico di eco-bus, con concentrazione della viabilità carrabile lungo le vie Te

a unico senso di percorrenza nel tratto adiacente alla Bocciofila. Differenziazione delle aree di sosta per pubblico, residenti e commercio (carico e scarico) e posizionamento delle stesse in prossimità de antistante il mercato, lungo le vie Tevere e Adige, ma anche sulla Piazza Indipendenza. Avanzamento dell’area pedonale di quest’ultima pur mantenendo la sosta delle auto e del servizio pubblico. - Santa Rosa quartiere wireless. Si prevede la realizzazione di una infrastruttura tecnologica di comunicazione wireless, secondo gli standard Wi-Max e Wi-Fi, finalizzata alla cittadini, studenti, turisti e imprese di connessioni Internet senza fili a banda larga per l’accesso a servizi e contenuti digitali.

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SantaRosa-in-posa

Secondo premio della giuria Il profilo Il nostro progetto vuol essere uno strumento per immaginare il futuro del quartiere, partendo da un presente molto promettente, sulla base di un passato profondamente attento al carattere sociale della pianificazione urbana. Su questa base abbiamo elaborato mappe di indagine ed estrapolato proposte, finalizzate alla produzione di nuove idee condivise, su come si potrebbe vivere, e possibilmente vivere bene, consumando meno risorse e rigenerando la qualità dell’ambiente. SantaRosa-in-posa si propone come un sistema aperto. Al fine di collaborare allo sviluppo di un immaginario sociale capace di coniugare creativamente idee globali e specificità locali, abbiamo innescato la discussione

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Le “nuove pose” di Santa Rosa. - L’area del mercato. Rivitalizzazione e rivisitazione del mercato con l’inserimento di aree esterne per le attività commerciali, la sostituzione delle murature di tamponamento con ampie vetrate che alleggeriscono la struttura e rendono più visibile e permeabile l’interno arricchendolo di illuminazione naturale, la realizzazione di un tetto verde di tipo estensivo, a basso mantenimento, per migliorare le condizioni climatiche interne oltre a fornire un più piacevole affaccio agli edifici circostanti. - Progettazione di un nuovo contenitore situato tra il mercato e il vecchio campetto di cemento. Sarà innanzitutto “un’altra piazza”, un piccolo municipio di quartiere, un luogo d’incontro e sede dell’ “InfoPoint” Santa Rosa. Questo spazio vuol essere innanzitutto punto di riferimento e centro informazioni, facilmente fruibile e utile a raccontare con competenza e chiarezza il quartiere e i suoi servizi a tutti i suoi fruitori, residenti e non. Una voce del quartiere, nel cuore del quartiere e per il quartiere. Suddiviso in ambienti che accolgono ripristinate attività un tempo in uso come la “borsa del tempo” e ne introducono di nuove per stimolare l’aggregazione. Book-crossing, bike-sharing, condivisione di luoghi per laboratori di cucina e di giardinaggio, punto di informazione sugli spazi di co-working realizzati ex-novo o nei locali non più in uso sotto alcuni dei portici del quartiere. Piccolo “municipio di quartiere”, gestito dagli stessi residenti, dunque luogo dell’informazione e dei servizi, del confronto e del dialogo, per trovare risposte e per orientarsi con facilità nel quartiere. Accanto ai servizi offerti, questo spazio propone ai residenti appuntamenti periodici con il consultente ambientale e con il vigile di quartiere. -La Bocciofila “Luca Belfiore”. Riorganizzazione degli spazi e ri-ammodernamento dell’impianto sulla base delle esigenze attuali. - L’Arena verde. Progettazione di un’arena per promuovere una varietà di iniziative culturali rivolte non solo al quartiere Santa Rosa, ma anche potenzialmente alla città. L’ormai inutilizzabile campetto di cemento adiacente alla Bocciofila diventa un’arena per la messa in scena di spettacoli teatrali, la realizzazione di piccoli concerti di musica di vario genere, la presentazione di una kermesse o la programmazione cinematografica estiva. - Gli orti Per innescare un meccanismo virtuoso nel quartiere nell’ottica della produzione e del consumo a Km zero il progetto prevede la realizzazione di un’area verde destinata ad orti, spazio funzionale e simbolico, fruibile anche da chi non si è mai confrontato con la coltivazione della terra. Posizionati all’estremità nord-ovest dell’originario sedime del quartiere, compresi tra la via Tevere a sud e la via Flumendosa a nord, trattasi di piccoli appezzamenti di terreno singolarmente affidati a residenti e avventori, ai quali verrà data la possibilità anche di alternare la coltivazione a laboratori di giardinaggio e cucina. Il tutto su di un’area attualmente abbandonata e originariamente predisposta a verde sportivo dal vigente strumento urbanistico. Le “nuove pose” di Santa Rosa. - Istituzione di un eco-bus, navetta elettrica gratuita su ruote, per un più agevole collegamento tra la piazza del mercato, gli orti e la struttura sportiva del CONI. - L’area- Santa del mercato. Rosa isola verde. In futuro il verde cittadino avrà sempre più un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dei centri La presenza di giardini metropolitani o direttamente realizzati sui di tettitamponamento delle abitazioni Rivitalizzazione e rivisitazione del mercato con l’inserimento di aree esterne perurbani. le attività commerciali, la sostituzione delle murature co contribuisce a migliorare la qualità della vita. I tetti verdi consentono l’isolamento delle abitazioni evitandone il surriscaldamento e la loro presenza aiuta a rinfrescare l’aria. Si viene a la struttura e rendono più visibile e permeabile l’interno arricchendolo di illuminazione naturale, la realizzazione di un tetto verde di tipo estensivo, a bas migliorare così il microclima già esistente in un quartiere in cui la presenza di aree verdi è già preponderante rispetto ad altre zone della città. Senza poi dimenticare che alberi e piante


nel quartiere e un buon terreno di confronto tra i diversi attori coinvolti, facilitando la generazione di idee circa la direzione da prendere e le scelte da fare. Un confronto indispensabile, perché riteniamo che non si possa prescindere dalla conoscenza dei bisogni e delle necessità di chi abita e consuma la città. Questo è solo il punto di partenza. La nostra idea potrebbe costituire l’avvio di un’iniziativa più ampia, da programmarsi e continuarsi nel tempo, con il coinvolgimento di un sempre maggior numero di soggetti, privati e pubblici, che non solo vivono il quartiere Santa Rosa, ma che soprattutto credono nelle sue potenzialità, persone disposte a mettersi in gioco per migliorarlo.

Santa Rosa in posa è… …sostenibilità e autosufficienza del quartiere. …coltivare una “cultura” della vita quotidiana. …partecipazione.

Le “nuove pose” di Santa Rosa L’area del mercato Rivisitata, rivitalizzata. Con l’inserimento di aree esterne per le attività e nuove trasparenze. Con la permeabilità dell’edificio, illuminato dalla luce naturale, coperto da un tetto verde estensivo, a basso mantenimento, per migliori condizioni climatiche ed un più piacevole affaccio. L’InfoPoint Santa Rosa Un nuovo contenitore, tra il mercato e il vecchio campetto di cemento. Un’altra piazza: un piccolo municipio di quartiere, un luogo d’incontro, un punto di riferimento e un centro informazioni, facilmente fruibile e utile a raccontare con competenza e chiarezza il quartiere e i suoi servizi a tutti i suoi fruitori, residenti e non. Una voce del quartiere, nel cuore del quartiere. Con ambienti che accolgono attività ripristinate, come la “borsa del tempo” e ne introducono di nuove, per l’aggregazione: book-crossing, bike-sharing, condivisione di luoghi per laboratori

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di cucina e di giardinaggio, un punto di informazione sui nuovi spazi di co-working. Il Municipio di Quartiere Piccolo e gestito dagli stessi residenti. Luogo dell’informazione e dei servizi, del confronto e del dialogo. Spazio di appuntamenti periodici con il consulente ambientale e con il vigile di quartiere. La Bocciofila “Luca Belfiore” Riorganizzata e ammodernata, sulla base delle esigenze attuali. L’Arena Verde Per promuovere una varietà di iniziative culturali, per il quartiere e per la città. Il campetto di cemento come scena per il teatro, per piccoli concerti, per eventi e per il cinema d’estate. Gli orti Per un consumo a chilometro zero. Con uno spazio funzionale e simbolico, fruibile anche da chi non si è mai confrontato con la coltivazione

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della terra, all’estremità nord-ovest tra via Tevere e via Flumendosa. I piccoli appezzamenti di terreno sono singolarmente affidati a residenti ed avventori, per alternare la coltivazione a laboratori di giardinaggio e di cucina. In un’area abbandonata e predisposta a verde sportivo dal piano urbano. Santa Rosa come isola verde Tetti verdi per migliorare il benessere abitativo. Alberi e piante, per evitare gli allagamenti e per la micro fauna. Di tipo estensivo, a basso costo di manutenzione, per gli edifici a 3-4 piani, per il mercato e per il nuovo contenitore; tetti verdi intensivi per le case uni e bi-familiari, a 1-2 piani, veri giardini pensili. Il quartiere che produce energia Impianti fotovoltaici e pannelli solari, sui tetti dei fabbricati più alti, per ridurre consumi ed emissioni dei blocchi condominiali. Una nuova mobilità nel quartiere Con la pedonalizzazione dell’area mercatale, con un eco-bus ad alimentazione elettrica tra il mercato,


la zona a verde degli orti e l’area sportiva attrezzata del CONI. Con la concentrazione della viabilità carrabile lungo le vie Tevere e Adige. Con aree di sosta differenziate, per pubblico, residenti e commercio, in prossimità degli accessi residenziali, nell’area del mercato, ma anche su Piazza Indipendenza. Con l’avanzamento dell’area pedonale, mantenendo la sosta delle auto e del servizio pubblico. Un eco-bus, navetta elettrica gratuita, per un agevole collegamento tra la piazza del mercato, gli orti e le strutture sportive del CONI. Santa Rosa quartiere wireless Un’infrastruttura tecnologica di comunicazione wireless per Santa Rosa, secondo gli standard wimax e wi-fi, per l’accesso a servizi e contenuti digitali.

La vita quotidiana, come cura, cultura e coltura. Innovazione, riconoscendo valore e merito a ciò che già esiste.

Attraverso questo link è possibile scaricare la relazione del progetto:

Il metodo Organizzazione in luoghi differenti di incontri sul tema della vivibilità del quartiere. Raccolta delle proposte e uso dei risultati, per avviare ed estendere il progetto Santa-Rosa-in-posa.

uploads/2011/07/santa-rosa-in-posa-TESTO-DEF.pdf

Le prospettive Progettare e mantenere un network web-site. Una rete per facilitare e promuovere le attività interne al quartiere, un medium di comunicazione con l’esterno. Usare il network per promuovere un programma ampio di sperimentazioni ed attività culturali, a coinvolgimento crescente.

http://www.lecce20dodici.it/cittapubblica/wp-content/

Attraverso questo link la Tavola di progetto presentata al concorso: http://www.lecce20dodici.it/cittapubblica/wp-content/ uploads/2011/07/santa-rosa-in-posa-TAVOLA.pdf

Componenti del gruppo: Valentina Galluccio – architetto Gabriella Morelli – comunicazione sociale Mario Sarno – ingegnere Anna Paola Paiano – Tinada S.r.l. Pierpaolo Limone – Tinada S.r.l con il contributo grafico di Danilo Scalera – Paz LAb

Principi di progettazione Sostenibilità, partecipazione. I residenti come attori sociali della vita del quartiere, produttori di idee e portatori di criticità e bisogni.

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INCONTRO ZERO


L’incontro zero la narrazione in posa I progettisti, Città Fertlile, Lecce2.0dodici

I progettisti raccontano il progetto. Il progetto si racconta e si esplora fino in fondo. Emerge una mappa nomade: un sistema discorsivo libero per rendere visibili i contenuti più importanti. La vita del quartiere emerge dalla mappa, il brainstorming accelera la narrazione. Fissa le idee. Raccoglie punti di forza e di debolezza, della realtà e del progetto. Da molti punti di vista.

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19 Novembre 2011 Sede di Città Fertile

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INCONTRO SWOT - REALTA’ ZERO

PUNTI DI FORZA

PUNTI DI DEBOLEZZA

• il verde urbano

• la disattenzione per i punti strategici

• il mercato

• l’area incolta alle spalle del quartiere

• un quartiere a misura d’uomo

• i pieni e i vuoti non utilizzati • la presenza solo maschile nell’area del campetto

• un vuoto verso l’ipotesi degli orti • la partecipazione attiva • quartiere come zona di passaggio e di flussi

OPPORTUNITA’

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MINACCE


PUNTI DI DEBOLEZZA

• Santa Rosa, isola verde

• il reperimento delle risorse

• il rammodernamento del quartiere

per le opere più consistenti

• l’uso degli spazi esistenti per il co-working • la memoria storica • il nuovo contenitore per le pratiche sociali • il mercato: l’apertura e la visibilità • la struttura mercatale regolamentate • i collegamenti verdi

SWOT - SANTA ROSA IN POSA

PUNTI DI FORZA

• bassa chiarezza sulla proprietà delle aree

• generare percorsi chiusi • rinnovare l’attrattiva del mercato

in progetto

• un’area verde morbida e intergenerazionale • spazi incolti per progetti cooperati • cura del microclima e della micro fauna • più affacci sul verde • percorsi lenti per agevolare i servizi • maggiori connessioni in rete

MINACCE

OPPORTUNITA’

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INCONTRO ZERO


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LA RICERCA INCONTRO E I TESTIMONI ZERO “C’è una dimensione. E’ una convergenza delle vite di chi ci abita. Questo per sottolineare quanto questo quartiere abbia delle grandi capacità!” Ricerca-Azione a Santa Rosa, intervista 3, gennaio 2012.

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LA RICERCA E I TESTIMONI Voci in posa, di Santa Rosa. Il punto di vista di chi vive la città.

Il laboratorio partecipato ha promosso due metodi distinti e congiunti: l’approccio sociologico della Ricerca Azione per coinvolgere il tessuto sociale e strutturati tipici della progettazione partecipata, per produrre azioni di cambiamento, collettive e condivise. Dalla ricerca sociale, la ricerca-azione assume la tecnica delle interviste strutturate, al fine di raccogliere l’intero patrimonio conoscitivo e percettivo degli abitanti; allo stesso tempo se ne distanzia, tramite l’attivazione di tecniche innovative d’azione, depositata in attività di animazione territoriale, di interazione/ scambio e di cambiamento. Durante l’indagine partecipata, sono state somministrate 20 interviste strutturate agli abitanti del quartiere. L’individuazione dei soggetti è avvenuta secondo un campionamento a valanga, identificando uno o più individui della popolazione di studio, chiedendo loro di segnalare altre persone, via via giungendo alla composizione


del campione previsto. Gli ambiti di interrogazione dell’intervista sono stati suddivisi in quattro aree tematiche, al fine di indagare le percezioni dei cittadini nei confronti del quartiere, le relazioni e l’utilizzo dello stesso, il sistema del commercio e infine le idee sulla trasformazione urbana. La storia locale e le testimonianze raccolte riconoscono il quartiere come una zona nata nel secondo dopoguerra, periodo in cui si inizia a prendere seriamente in considerazione il dettame costituzionale del diritto alla casa. “L’Istituto Autonomo Case Popolari, in una prima fase, che corrisponde alla fine degli anni ’50 inizi anni ’60...su Lecce si decide di investire sull’edilizia popolare. Quindi si incomincia a costruire Santa Rosa come quartiere periferia, allora, quartiere destinato alle persone che avevano una serie di difficoltà economiche. Poi negli anni ’70 lo IACP su Lecce si sposterà sulla zona della 167. Quindi Santa Rosa nasce intorno alla fine degli anni ’50, se non vado errata! Alcune costruzioni, se non sbaglio, dovrebbero essere del ’56, o giù di lì,

e nasce come quartiere popolare, a edilizia popolare, però concepita di generazione ottima. Perché appunto, erano case monofamiliari, tutt’al più bifamiliari, con villetta, c’erano soltanto alcuni palazzi. Viene concepito per essere un quartiere autonomo e vivibile. Autonomo perché viene installato un piccolo mercato coperto, vivibile perché viene fatta una viabilità, una fontana per renderlo maggiormente grazioso. Questa è la nascita di Santa Rosa.” (I. 4). “Io avevo 7 anni quando sono venuta ad abitare qui, quindi il ricordo è molto remoto! Intanto, non era tutto quanto come le vedete, le palazzine erano, in via Adda, di fronte la sede della circoscrizione. Sono due palazzi gemelli di due piani. C’erano questi due palazzi; la piazzetta dove c’è “Profumo di pane”, lì c’era l’ufficio postale; dove c’è il forno, la chiesetta, che è quella dove c’è la Caritas, quella era la nostra chiesetta. Poi c’erano queste palazzine dove c’è profumo di pane. Noi giocavamo nella piazzetta dove c’è profumo di pane, c’era anche la pista, dove si gioca a pallacanestro. Lì giocavamo, perché eravamo quattro gatti,

eravamo proprio pochi.” ”Mancava via Adige, mancava la fontana, c’era la palazzina di fronte a questa palazzina, che è a cinque piani, ed affaccia dalla parte di dietro, di fronte alla fontana. Poi c’era tutta campagna intorno. Poi, piano piano, è iniziata l’edificazione. Eravamo pochi, ci conoscevamo tutti. Poi negli anni ’60 è iniziato il processo di urbanizzazione, è venuta via Adige, poi le palazzine sul viale alberato, piazza Indipendenza.” (I.15). Dai dati raccolti e dal loro confronto con la letteratura sociologica, emerge con forza come il quartiere abbia subito processi di invasione e successione. Pertanto è possibile confermare e verificare una significativa mobilità della popolazione ed un’evoluzione del contesto urbano in generale. Superato il decennio degli anni ’80, momento in cui il quartiere è particolarmente vivo e popolato, gli anni ’90 rappresentano il periodo di avvio dell’abbandono e della desertificazione, con la creazione dei primi vuoti urbani, fino agli anni 2000,

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LA RICERCA INCONTRO E I TESTIMONI ZERO 24

in cui il quartiere si caratterizza per particolari fenomeni, non del tutto conclusi. “Negli anni ’80 era un quartiere estremamente vivo! Ma questo corrisponde anche a dei dati demografici: c’erano molti figli, c’erano molte famiglie. Era un quartiere sostanzialmente pieno. Lecce non aveva ancora subito la gentrificazione, per cui non era stata ancora trasformata nella fantasy city che è oggi. Per cui, c’era molto interscambio fra i quartieri e, Santa Rosa aveva una sua centralità. Negli ani ’90 è incominciata la desertificazione. Una serie di famiglie, grazie a una serie di congiunture, hanno migliorato la propria situazione economica e di conseguenza hanno abbandonato il quartiere. Quindi questo quartiere ha iniziato ad essere popolato, in particolar modo da pensionati, o da famiglie a basso reddito, che non potevano permettersi la riscossione, o la rivendita, o la riscossione per la locazione e compagnia bella! Questo è durato per tutti gli anni ’90, sostanzialmente è stato un processo di desertificazione crescente. Poi c’è stata la svolta del 2000, la svolta del 2000 è corrisposta ad una svolta

complessiva della città, perché tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, si sono incominciati a sentire gli effetti della trasformazione dell’Università. Quindi tutta l’operazione che aveva fatto Angelo Rizzo, il precedente rettore, aveva potenziato al massimo Lecce, e quindi la sede universitaria. Lecce è iniziata a crescere con il numero degli studenti iscritti; hanno incominciato a crescere non solo le facoltà scientifiche legate al polo dell’ Ecotekne, ma anche quelle umanistiche. Sono partiti una serie di corsi di laurea nuovi, che nel polo umanistico hanno spinto fortemente la rinascita o la nascita universitaria di questa città. Quindi negli anni 2000 incominciano ad aumentare gli iscritti, e Santa Rosa era un quartiere diagonale, in termini urbanistici, rispetto alle sedi centrali di Ateneo, Parlangeli, il Buon Pastore per lingue e poi per quella che sarebbe diventata la sede definitiva di Beni Culturali, gli Olivetani” (I.4) “Poi c’è da dire che Santa Rosa, è una cosa che ho notato da un po’ di anni, è un quartiere fatto di anziani, donne separate e studenti. Però capisci che gli anziani che vivono con le donne separate, con i

figli di separati, hanno qualche stimolo in più, perché sono circondati…ti faccio un esempio: in questo palazzo c’è una signora che ha una voglia di stare in giro, di fare le cose, perché è inevitabile che dal contatto costante con ragazzini e ragazze come noi, loro ricevano un feedback della realtà che sta intorno, comunque positivo. Non è un quartiere che ti devi impellicciare, come ad esempio Piazza Mazzini! C’è una dimensione. E’ una convergenza delle vite di chi ci abita. Questo per sottolineare quanto questo quartiere abbia delle grandi capacità!” (I.3). I processi di invasione e successione non si sono del tutto interrotti. Senza piani di programmazione territoriale integrata, che coinvolgono figure sociali e funzioni differenti, il rischio è la costruzione della periferia. “Dal 2000 è iniziato il mercato dei residenti fuori sede, quindi Santa Rosa oggi è per metà popolato da anziani e per metà popolato da studenti. Nell’interstizio tra questa due aree dense, c’è tutta una serie di professionisti, single e qualche residuo famigliare che ancora continua ad abitare.


Questo è quello che è oggi! Ma nonostante il ripopolamento da parte degli studenti, e questa secondo me è la cosa importante, in realtà la desertificazione che ha subito negli anni ’90 non è stata placata, nel senso che, lasciando da una parte gli anziani, e prendendo in considerazione la popolazione giovane, questa usa il quartiere come un dormitorio. Non c’è un rapporto diretto con il quartiere. Significa che il loro tempo libero, il loro acquisti, le relazioni e la vita quotidiana non avvengono all’interno di Santa Rosa, ma altrove. Tutt’al più la socializzazione può avvenire all’interno della propria casa.” (I. 4). La scarsa socializzazione con il quartiere da parte della popolazione giovanile è confermata anche dagli intervistati, che dichiarano di non avere un rapporto diretto con lo spazio: le relazioni personali si risolvono esclusivamente nel commercio minuto. Dalle 20 interviste è emerso che l’utilizzo del quartiere dei giovani si stabilisce in una semplice frequentazione degli esercizi di vicinato, mentre il resto delle loro attività si svolge fuori dal centro residenziale. Si può ipotizzare un possibile carattere

minaccioso di questi fenomeni relazionali e sociali. La popolazione studentesca, da punto di forza del quartiere, diviene minaccia per lo stesso e opportunità per l’intero spazio urbano. “Al di là di tutte le funzioni legate al vivere quotidiano, non lo vivo. Esco, vado a fare la spesa, compro le cose di cui ho bisogno. Uso la posta, il tabacchino. Non lo vivo da un altro punto di vista. Esco da un’altra parte della città. Ogni tanto andavo al CONI a fare delle passeggiate. Sarà successo tre volte, mi piacerebbe che succedesse un po’ di più. Dal punto di vista culturale lo trovo veramente morto!” (I.1) “Io lo vivo nel quotidiano molto, ma non lo vivo per le mie amicizie, per le mie relazioni sociali.” (I.2) Nell’ultimo periodo un’ulteriore categoria sociale inizia a popolare il quartiere: il sistema dell’avvocatura. Per la presenza del tribunale, molte figure professionali scelgano appartamenti e locali interni al quartiere, come sede dei propri uffici. Il fenomeno può innalzare il rischio di

speculazione edilizia e di impoverimento delle figure sociali. In un processo di successione di questo tipo, il valore degli immobili può aumentare e le relazioni, fatte di vita e di diverse figure, possono dissolversi, riducendosi in frammenti dell’arco quotidiano. Un quartiere abitato e utilizzato per le sole finalità professionali o residenziali può perdere i connotati che lo rendono vivo e appetibile. “Penso che la fase attuale che stiamo vivendo in Italia, a Lecce, in Puglia, sia una fase in cui dobbiamo incominciare a mettere al centro un discorso, che è quello della cittadinanza. Ma dobbiamo avere il coraggio di farlo prescindendo dalle strategie di marketing. Dobbiamo avere il coraggio di farlo a prescindere da quello che è la fuffa, delle idee, del progetto. Santa Rosa potrebbe essere una chiave per creare un raccordo che avvicini altri quartieri che sono a ridosso di questa fantasy city che è il centro della città, ma che non riescono ad essere parte integrante dello sviluppo urbano, economico e sociale della città.

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LA RICERCA INCONTRO E I TESTIMONI ZERO

Santa Rosa è una cerniera fondamentale, ed andrebbe trattata non a partire da interventi di marketing o di abbellimento scenografico, ma andrebbe presa seriamente in considerazione dal punto di vista politico, sociologico. Se non si parte da un’analisi demografica di chi la abita, dalle funzioni che svolge e dalle funzioni che vuoi che essa svolga in futuro in relazione al sistema città, non vai da nessuna parte! Quindi rischi di essere anche Santa Rosa, un po’ imbellettata da qualche buona operazione di marketing territoriale. In realtà rischi di farne una nuova zona di speculazione edilizia. Solo che la speculazione non si fa sul costruito nuovo, ma sulla riqualificazione del vecchio, su una gentrificazione delle abitazioni che aumentano di valore. Scatta la speculazione. Hai fatto un quartiere nuovo, ma in realtà non hai creato un rapporto e uno sviluppo importante complessivo della città.” (I. 4) Oltre alle modifiche nella composizione della popolazione, i processi di cambiamento che hanno investito il quartiere riguardano il tema della sicurezza.

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Inizialmente era luogo privilegiato della criminalità organizzata e della microcriminalità. Questi fenomeni con il tempo sono stati debellati e attualmente sono presenti zone residuali di rischio. “I primi anni che sono arrivata, questo quartiere era famoso per situazioni di spaccio nelle piazzette. Poi, piano piano questa cosa è andata scemando. Ma non era una situazione pericolosa, non era mai….non ci si sentiva mai a rischio camminando nel quartiere. Adesso queste situazioni più marginali si sono rarefatte, ed è nata una nuova dimensione: quotidiana.” (I.3). Nelle percezioni del quartiere, gli intervistati lo reputano tranquillo, solare, ben servito e architettonicamente gradevole. Un forte senso di appartenenza e di comunità caratterizza le relazioni quotidiane. “Se vai negli esercizi commerciali trovi il vecchietto che non sa che fare e passa la giornata nel tabacchino, poi va nel supermercato e scambia due chiacchiere

con gli esercenti. Poi dal benzinaio. In questo senso è molto carino il quartiere. È un po’ un paese. Ci si conosce. Sanno che sei la figlia di quello. E’ a questo livello.” (I.7). “Non è un quartiere che ti devi impellicciare, come ad esempio Piazza Mazzini! C’è una dimensione. C’è una convergenza delle vite di chi ci abita. Questo per sottolineare quanto questo quartiere abbia delle grandi capacità!” (I.3). “Santa rosa è il quartiere che più mi piace di Lecce. Ci sono quei portici molto lunghi, è un quartiere caratteristico per quanto riguarda una città. Perché una cosa che avviene, generalmente quando piove. C’è il balconcino che a Lecce non c’è. Il punto di riferimento a Lecce quando ti vuoi riparare è Santa Rosa. Poi c’è il calzolaio, la merceria, la sartoria. Sono tutte quelle attività che stanno venendo meno, perché appunto superate. E’ bella l’atmosfera che si respira di giorno nel quartiere. Si respira un’atmosfera un po’ retrò, un po’ sognante, appunto per quello che ti dicevo prima... il calzolaio, gli antichi mestieri che non ci sono più. E’ il fatto di poter trovare tutto


in un portico così breve, senza stancarsi molto a camminare.” (I.8).

dell’abbandono da parte degli amministratori.

Gli anziani signori trascorrono le loro giornate in alcuni esercizi commerciali, dilungandosi in chiacchiere paesane. Alcune associazioni fungono da agenzie socializzanti, almeno per questa fascia d’età. C’è il centro anziani gestito dai servizi sociali e la sede della bocciofila, che oltre alle attività agonistiche, ospita un piccolo ristoro. Ha i giochi da tavolo, riservati ai soli soci. Nell’ultimo anno è nata una nuova associazione che prova ad organizzare corsi di scrittura creativa, lettura, canto e musica, convinta che l’educazione permanente possa essere una delle chiavi di volta della vita umana. Queste agenzie socializzanti sono tuttavia poco conosciute dall’intero tessuto sociale e non rispondono alle esigenze generali della collettività. Nonostante le percezioni positive dei residenti nei confronti della vita relazionale che si svolge all’interno del quartiere, emerge inoltre un certo dissapore per quanto riguarda la manutenzione, la cura del verde e l’organizzazione della vita pubblica. Predominante è il sentimento

“I punti di forza, come dicevo, sono la dimensione paese. Bene o male siamo rimasti i nativi e qualcun altro. È un quartiere molto socievole, accogliente, almeno per come lo vivo io. Il punto di debolezza è l’abbandono generale, le strade fanno schifo. Il centro disabili è un’associazione che lo gestisce, non il Comune. Probabilmente se ci fosse un interesse maggiore nel valorizzarlo...le potenzialità per crescere ce l’ha.” (I.6) “L’altra volta parlavo con mio marito...che hanno fatto proprio decadere questo rione. Diciamo, che se loro, gli amministratori, l’avessero ben preso in considerazione… non c’è nulla! Non si vede un vigile urbano, non c’è nulla. Se loro l’avessero preso in considerazione! Poi da quando hanno fatto questi lavori, hanno tolto le aiuole, hanno tolto gli alberi. Vicino casa di mia madre, quell’aiuola che si vede, era prima di tutto circondata da una siepe, quindi già limitava, adesso è un ricettacolo di carte, perché non avendo lo sbarramento, tutto viene a…io veramente, lo ebbi a

far presente al nostro caro presidente di circoscrizione, io dissi: “scusi ma ha visto cosa è successo dopo questi lavori?!”. Lui mi disse: “ma da quando abbiamo fatto questi lavori, veramente, Santa Rosa è diventata bellissima!”. Hanno tolto un albero che si chiamava albero. Tenete presente quell’albero che fanno i fiori violetti? Albero di giuda si chiama! Era meraviglioso! Arrivava a casa di mia madre. Hanno tolto tutto! Hanno messo questi quattro alberelli. Comunque...” (I.8) Le idee in merito alla trasformazione urbana si concentrano prevalentemente sulla riqualificazione e sulla fruizione totale di alcuni spazi ad uso collettivo. Di notevole importanza è il CONI, polmone verde a scala urbana, e i campi da basket e di calcio presenti nel cuore del quartiere. Da parte della cittadinanza c’è il desiderio di questi luoghi. Alla rivendicazione dello spazio pubblico segue il desiderio di attuare processi di miglioramento strutturale: una riqualificazione di questi luoghi ed una fruizione totalmente pubblica, potrebbe comportare la presenza di flussi esterni al quartiere e caratterizzarlo

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SWOT RICERCA-AZIONE

PUNTI DI FORZA • un quartiere vivibile e umano • i negozi di vicinato ed i servizi

PUNTI DI DEBOLEZZA • la scarsa manutenzione dei palazzi e dell’arredo urbano

• il CONI

• l’invecchiamento della popolazione

• il senso di comunità e di appartenenza

• l’abbandono e la desertificazione

• i portici e la fontana

• le sporadiche zone di rischio

• il campo da basket • la qualità architettonica • il quartiere a dimensione d’uomo • la centralità e l’identità di cerniera

• il mondo dell’associazionismo

• lo sviluppo selvaggio e poco integrato

• la riqualificazione del quartiere attraverso un

• il tribunale

melange di figure sociali che lo vanno ad abitare

• gli studi legali

e popolare

• la popolazione studentesca

• i vuoti urbani • il mercato coperto • l’università

OPPORTUNITA’

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MINACCE


LE AFFINITÀ ALLO SPECCHIO Le soluzioni dei progetti devono rispondere ad un sistema di problemi. E i migliori esperti in problemi urbani sono gli abitanti. L’urbanistica non può uscire dalla vita. Vi è immersa. Le testimonianze in sintesi generano allora una nuova SWOT, affine a quella dei progettisti. L’elaborazione dei dati consente, oltre all’analisi delle narrazioni, una codifica parallela, attraverso lo schema dei fattori interni (punti di forza e punti di debolezza) e di quelli esterni al quartiere (minacce e opportunità). Una doppia SWOT, per comprendere meglio, attraverso le storie, le strade di possibile valorizzazione dei punti di forza e di ragionevole contenimento dei punti di debolezza, alla luce del quadro di opportunità e di rischi su scala urbana, percepiti dagli abitanti.

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LAB IN BOCCIOFILA


IN POSA CON LE PERSONE Soc. Bocciofila “Luca Belfiore” Santa Rosa

WeLab è un fatto di comunità quotidiana. Significa stare insieme. A Santa Rosa, accanto al mercato, c’è la bocciofila “Luca Belfiore”, aperta e accogliente. Il sabato, il laboratorio del week end parte da qui: cerca i valori da sostenere e il senso del cambiamento. La domenica li porta fuori, sotto i portici, con i tavoli nomadi negli spazi del transito. Le mappe sono permeabili. Sempre si fanno attraversare dalla vita. I discorsi fanno le mappe. A volte crescono subito, ovunque. Questo è il discorso di avvio di Santa Rosa, che subito precipita in due mappe liquide. Collettive. A forma e destino nomade.

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14 Gennaio 2012

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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IL RACCONTO

IL RACCONTO DEI TECNICI AGLI ABITANTI Santa Rosa in posa. Per ripensare lo spazio pubblico con la comunità, con più discipline. Partiamo da coloro che sono qui da cinquant’anni, dalla bocciofila e dagli scout. Immaginiamo senza stravolgere.

A nord ovest, una zona libera non utilizzata, è trasformata in orti urbani e in giardino, con una visione del consumo a chilometro zero. E’ collegata al mercato ed al CONI, con un bus ecologico.

Santa Rosa, quartiere ricco, per il valore delle persone. Esiste un grande legame con i luoghi. La piazza del mercato è fulcro del progetto e cuore del quartiere. E’ una struttura poco utilizzata e chiusa. Non comunica la visione delle attività. Per il mercato proponiamo trasparenza, interazione e un tetto verde a bassa manutenzione: un gradito affaccio. Inseriamo un nuovo contenitore, un punto di incontro: un piccolo municipio di quartiere, luogo dei residenti.

Santa Rosa, isola verde, dai tetti verdi e dai giardini pensili, sulle abitazioni uni e bi-familiari. E sugli edifici alti ancora verde, impianti fotovoltaici e pannelli solari.

Con percorsi di cucina e co-working. La bocciofila viene rammodernata per le nuove esigenze ed il campetto trasformato in arena verde.

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Santa Rosa, immersa in una visione centrale fatta di pedoni e di mobilità sostenibile. Santa Rosa, tecnologicamente infrastrutturata con il wifi, è Santa Rosa che comunica.


LE DOMANDE

TECNICI E ABITANTI LE RIFLESSIONI COMUNI Uno spazio per gli animali, un loro spazio. Uno spazio per cani liberi dal guinzaglio, con aree verdi facilmente dedicabili. Un luogo pubblico, con funzioni intercambiabili per il quartiere. Santa Rosa, geograficamente particolare, chiede gli orti come cerniera, con materie prime disponibili nel quartiere ed un luogo di analisi dei problemi, dentro il piccolo municipio.

E’ l’idea di una riconversione e di un riuso con strutture leggere. I portici sono nuovo spazio vivo e pubblico. La vicinanza con il Foro Boario: è polo di riferimento e zona d’interscambio. C’è un bellissimo equilibrio fra le parti urbane.

L’età media del quartiere è molto alta, ma ci sono i bambini. La riqualificazione delle palazzine e di tutti gli altri contenitori è data per tutte le generazioni, con il verde, fra dentro e fuori.

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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WE - POST


WE Post!

Il sabato. Gli spazi della Bocciofila Ore 16.00 To post è verbo di azione. E’ neologismo. E’ l’atto di depositare i contributi. Le persone ascoltano la narrazione e sviluppano ragionamenti.

I punti di vista delle persone sul progetto precipiteranno in una superficie istantanea, secondo una geografia di contenuti affini. Argomenti dominanti e settori di approfondimento, con un mix di fattori, positivi e negativi, derivati dall’ascolto e dal confronto.

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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WE - POST


post-it rosa per raccontare gli elementi apprezzati, da consolidare e sviluppare:

ACCESSIBILITÀ E MOBILITÀ

ORTI E MERCATO

post-it gialli per rendere i fattori deboli punti di svolta e meccanismi di cambiamento:

• • • • • •

orti urbani, orti verticali: ecco il verde pubblico! tetti verdi orti pubblici, assegnati orti urbani collegati al mercato il mercato trasparente, riqualificato, rivalutato innovazioni a basso impatto ambientale

• • • • • • •

ORTI E MERCATO • • •

bassa fattibilità reale degli orti urbani bassa fattibilità dei tetti verdi bassa fattibilità della solarizzazione dei tetti

RIQUALIFICARE: I LUOGHI DI AGGREGAZIONE SOCIALE E DI MELANGE

RIQUALIFICARE: I LUOGHI DI AGGREGAZIONE SOCIALE E DI MELANGE •

lo sviluppo della mobilità sostenibile

santa rosa in posa: un quartiere in evidenza valorizzazione dell’esistente il tessuto delle diverse qualità sociale è fattore rigenerativo l’arena ed il nuovo contenitore: interculture e nuove aggregazioni sociali co-working punti di ritrovo e reti infrastrutturazione wi-fi CONI e campi: risorsa e identità

• • • • • • • •

non si conosce l’età media degli abitanti mancato coinvolgimento delle scuole del quartiere poco spazio per lo sport e per i bambini attività per persone esterne al quartiere debole rigenerazione sociale e culturale mancata riqualificazione delle altre strutture sportive centri culturali limitati la presenza degli universitari non è aggregante

• • • • • •

basso potenziamento dell’illuminazione e dell’arredo urbano la risorsa del polo della giustizia può essere fattore critico bassa riqualificazione negli edifici a nastro (negozi) mancata destinazione all’infanzia dei vecchi contenitori disattenzione per la fontana bassa attenzione architettonica della zona nord di Santa Rosa mancanza di un dog park scarsi incentivi per i residenti che investono

ACCESSIBILITÀ E MOBILITÀ • • •

basso studio dei percorsi pedonali e ciclabili poche piste ciclabili bassa consapevolezza dei punti di accesso e delle relazioni urbane

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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WE - POST 38

L’insieme dei post-it: cosa mi piace, cosa non mi piace


I raggruppamenti di senso

ORTI

PUNTI DI ACCESSO

INTERNO/ ESTERNO

MERCATO

MOBILITA’ SOSTENIBILE

UNIVERSITA’ E SPORT

SPAZI CULTURALI ARENA E COWORKING

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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WE - POST

ORTI

PUNTI DI ACCESSO

INTERNO/ ESTERNO

MOBILITA’ SOSTENIBILE

MERCATO

UNIVERSITA’ E SPORT

SPAZI CULTURALI ARENA E COWORKING

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Nodi e connessioni concettuali


I temi di discussione

ORTI

TEMA_01 PUNTI DI ACCESSO

Flussi Interni/Esterni INTERNO/ ESTERNO

TEMA_02 Il Ciclo del Mercato e degli Orti

MERCATO

MOBILITA’ SOSTENIBILE

TEMA_03

UNIVERSITA’ E SPORT

I Luoghi del Melange SPAZI CULTURALI ARENA E COWORKING

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Soc. Bocciofila - Santa Rosa

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TAVOLI NOMADI 42

I TAVOLI NOMADI E LE MAPPE, Sotto i portici, domenica, ore 11.30

Santa Rosa in Posa, fra le persone. Sotto i portici, gli elaborati e i post-it. Le voci. Con noi, Angela Barbanente, Assessore alla Qualità del Territorio della Regione Puglia. Tre tavoli, per evolvere insieme tutti i discorsi, partendo dagli epicentri addensati di una mappa di sintesi, formata sui post-it. I ragionamenti fluidificano. I tavoli sono attraversati dai discorsi che transitano, fino a riconoscere i bambini come protagonisti del cambiamento, della rigenerazione e dell’innovazione dei luoghi. I bambini, in movimento a piedi lungo i possibili piedibus, cambiano Santa Rosa, rendono viva l’economia, fra orti sociali e mercato. Trasferiscono la conoscenza dei bisogni, le relazioni fra più case e fra più generazioni. I bambini sono sguardo interscalare e tessuto urbano di Santa Rosa in posa.


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15 Gennaio 2012

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Portici - Santa Rosa

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TAVOLI NOMADI

FLUSSI INTERNI/ESTERNI punti di accesso, interno/esterno, mobilità sostenibile I punti di accesso segnano le relazioni urbane, la consapevolezza del quartiere. Santa Rosa è quartiere dai molti elementi: richiede consapevolezza. Consapevolezza dei flussi differenti e dei servizi, consapevolezza della loro gittata, consapevolezza delle relazioni, con la città. Transito, permeabilità, impermeabilità. Flussi e tempi. Soste e accessi. Margini e orti. Relazioni urbane a più scale, d’inquadramento generale. La viabilità è caotica, soprattutto in punti significativi, vicino alle scuole. Le città non hanno articolazione funzionale della viabilità: accade solo nella città storica e nelle vie del commercio, con un’assurda mobilità indifferenziata.

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La città amica dei bambini e delle bambine non è limitata agli spazi adiacenti alla scuola, ma pervade il quartiere, così come le isole pedonali, occasioni per riprogettare in ogni quartiere i percorsi, con una distinzione fra pedoni e ruote. La mobilità pedonale diventa politica centrale. Centrale è partire dai bambini. I bambini sono il Piedibus. Il Piedibus sottrae le macchine, consente di vedersi in un luogo, è maturazione ambientale e responsabilità. La responsabilità è riflessa sul quartiere.


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Portici - Santa Rosa

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TAVOLI NOMADI

IL CICLO DEL MERCATO E DEI ORTI verde, orti, mercato Continuare a piantare un albero per ogni bambino nato, con una festa di quartiere. Generare un cambiamento dal basso, come cura diffusa da consegnare ad un’Amministrazione responsabile nella cura. Attivare la partecipazione collettiva per la manutenzione nel tempo e per la consapevolezza delle regole. I bambini, protagonisti della mobilità di quartiere lungo le linee del piedibus, diventano motori del mercato e degli orti, attraverso una solida alleanza con la scuola, con il mercato, con le generazioni diverse nelle famiglie.

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Portici - Santa Rosa

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TAVOLI NOMADI

I LUOGHI DEL MELANGE spazi culturali, arena e piccolo municipio, università e sport, co-working Mancano le risorse: si promuovano soluzioni a basso costo per lo spazio pubblico e manutenzione sistematica. I percorsi, a partire dal piedibus fino all’arredo urbano, siano fatti di materiali semplici, di soli colori e di cura. Uno spazio pubblico ugualmente ripensato, partendo dai condomini, fra spazi privati e luoghi comuni. I flussi dei percorsi, l’entrare e l’uscire, rappresentano la mescolanza cromatica dei tessuti, a più generazioni. Spazi pubblici senza recinzioni, collegati con i flussi, protetti da tutti e da ogni singolo. La vivibilità dei luoghi è sentimento comunitario e spazio di appartenenza

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Arena e piccolo municipio: lo spazio pubblico e le istituzioni come casa. Il piccolo municipio, per la cultura del verde e per la formazione all’orto: una scuola di giardinaggio per più generazioni, centrata sui bambini. Le generazioni sono rigenerative: gli studenti rafforzano, con la loro presenza, i servizi del quartiere. Il polo sportivo è risorsa per l’integrazione, a più voci e a più generazioni. La melange è tessuta dai bambini.


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Portici - Santa Rosa

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LA PAROLA AI PROGETTISTI


LA PAROLA AI PROGETTISTI di SantaRosa-in-posa Il quartiere visto da chi lo abita “Santa Rosa in posa. il quartiere visto da chi lo abita. Già. Proprio così. Nei giorni del We-Lab abbiamo provato, come in una grande comunità-laboratorio, a coniugare sviluppo, attenzione per l’ambiente ed equilibrio dei rapporti sociali nel quartiere Santa Rosa, toccando con mano i problemi quotidiani di chi lo vive e lo attraversa, provando a dare risposte. Il nostro progetto si è arricchito grazie a spunti, suggerimenti e osservazioni di quanti hanno condiviso insieme a noi con passione ed entusiasmo questo percorso. La sostenibilità, principio fondamentale della nostra grammatica progettuale, è stata declinata partendo da una ricerca della qualità della vita e del vivere il quartiere anche in modo più consapevole e responsabile. Cercare i germi per l’immaginazione del futuro è qualcosa che va coltivato, alimentato, fatto crescere e diffuso in modo condiviso. E’ solo così che si possono produrre effetti duraturi, andando al di là di singole convinzioni, prassi e consuetudini consolidate. Concorsi e progetti come We-Lab reclamano con forza un ritorno a essere

cittadini. Vuol dire, forse, allora, che i tempi sono maturi perché creatività e partecipazione possano coniugarsi in un processo unitario in grado di portare nuovo valore.”

Gabriella Morelli “Le due giornate del WE-LAB ci hanno permesso di arricchire il progetto di importanti contributi da parte di residenti altri (rispetto ai gruppi da noi contattati in fase di concorso). Sono emerse proposte per il coinvolgimento di fasce d’età differenti e che ambiscono alla creazione di luoghi che accolgano attività plurime con alternati tempi di fruizione, per evitare che ciò che pullula durante il giorno si svuoti poi nelle ore serali. Identità, senso di appartenenza, condivisione di intenti: qualità importanti di cui il quartiere e’ ricco ma che vanno stimolate e animate con il personale coinvolgimento di tutti gli attori affiche’ il quartiere continui a vivere di vita propria ma anche in relazione al resto della città. E’ infatti ri-emersa la natura periferica di Santa Rosa, questa volta con la proposizione di ripensare la gerarchia dei collegamenti secondo modalità che possano trasformare anche il solo attraversamento del quartiere in elemento di arricchimento per lo stesso. E poi a tutti sono piaciuti l’arena e il mercato trasparente!”

“Non ci troviamo ad Hammarby Sjöstad, il quartiere a basso impatto ambientale di Stoccolma, o nelle vie del commercio o del turismo che portano in direzione “qualsiasi centro storico di una città italiana”, ma siamo dinanzi a Santa Rosa, che di canali preferenziali e di sostenibile ha soltanto le potenzialità e la conformazione urbana, che di questi tempi, se poi aggiungiamo anche le IDEE, certamente non è poco. Come in un film dall’indagine sociale alla maniera di Loach o Leigh, il quartiere, dal riuscito equilibrio pieni-vuoti, frutto di una feconda programmazione, e che non tralascia i contenitori “intermedi” tra pubblico e privato, ovvero aree per mercati, fontane, portici, verde e luoghi di aggregazione in genere, nello svolgersi del laboratorio urbano si è sottoposto ad una lente d’ ingrandimento, che ha evidenziato suggerimenti e possibilità realizzative amplificando gli scenari già proposti dal progetto. Un chiudere gli occhi e riaprendoli riconoscere un nuovo spazio, un finale non svelato, necessario ed insito in un meccanismo di crescita, di cui per ora l’unica cosa certa è di essere a Santa Rosa, nuovamente in posa!”

Mario Sarno

Valentina Galluccio

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TEAM DI + LECCE NEI QUARTIERI

LECCE 2.0DODICI Laboratorio di idee partecipate

CITTA’ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate Fedele Congedo Graziana Basile Cirino Carluccio Francesca Cofano

Rita Miglietta Luca Ruberti I progettisti di “SantaRosa-in-posa” Gabriella Morelli-Valentina Galluccio-Mario Sarno

Un ringraziamento particolare: ad Angela Barbanente, Assessore alla Qualità del Territorio della Regione Puglia a Teddy D’Arienzo e al Gruppo Scout Lecce 1° ad Antonio Greco e agli amici della Società Bocciofila “Luca Belfiore” per aver dato casa ad un WeLAB pienamente pubblico

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ai commercianti tutti del mercato grazie al loro buffet ai protagonisti di +Lecce nei quartieri SantaRosa-in-posa: Maria Acampora, Edgardo Attolini, Juri Battaglini, Donata Bologna, Stefano Caiulo, Vito De Campi, Stefano Cannone, Valeria Crasto, Luigi Cremonesi, Gabriele De Giorgi, Isabella Federico, Ilaria Florio, Gabriele Gorgoni, Simonetta Guido, Pierpaolo Lala, Paola Martino, Sally Mayo, Marco Memmo, Vincenzo Miglietta, Vittorio Morelli, Gabriele Papadia, Mariana Parlangeli, Pierluigi Parlangeli, Emilia Prato, Rosa Prato, Rex, Alessandra Rizzelli, Gabriele Rossi, Marco Rossi, Massimo Ruggiero, Danilo Scalera, Angela Maria Spagnolo, Pino Sparro, Cinzia Tarantino, Alessandro Tardio, Enzo Tardio, Bledar Torozi, Massimo Vigneri, Flaminia Vulcano

a tutti coloro che hanno reso questa esperienza un fatto vero, per la loro partecipazione, che è il senso.

Report a cura di Città Fertile


CITTÀ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate

LECCE 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate

CITTA’ FERTILE è un gruppo tecnico interdisciplinare che promuove i processi partecipativi per la progettazione urbana e architettonica, la pianificazione urbana, la programmazione strategica, la gestione dei conflitti ambientali, le forme di ricerca socio-territoriale. CITTA’ FERTILE costruisce architetture partecipate di processo, fondate su metodi comunitari, integrati, variati ed adattati per cittadini, gruppi organizzati, pubbliche amministrazioni. CITTÀ FERTILE è un libero gruppo di professionisti e di cittadini attivi costituito in associazione per promuovere l’Urbanistica Partecipata, l’Ascolto Attivo e la condivisione dei Saperi.

Lecce ha bisogno di uno spazio pubblico, in cui possa farsi sentire e conoscere chi pensa che la città può essere governata e vissuta in maniera diversa rispetto a questi ultimi anni. Una dimensione in cui riunire iniziative di protagonismo civico sparse sul territorio e provare a trasformare le idee “minoritarie” in un progetto maggioritario. Lecce2.0dodici vuole provare a creare: un laboratorio di idee dove provare a saldare il lavoro sul territorio (sporcandosi le mani, consumando le scarpe, perdendo la voce) con le opportunità della rete, straordinario mezzo di organizzazione non verticistica dei pensieri e delle persone.

Un contenitore in cui mettere assieme ingredienti fondamentali per dare sapore e sostanza ad un’idea di discussione partecipata: passione, senza la quale non si va da nessuna parte; creatività, per proporre un modo diverso di protagonismo civico; competenza, per dare ordine, coerenza e forma a questo entusiasmo. Un luogo in cui intrecciare energie e proposte dando loro un metodo.

web: www.cittafertile.it web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it

CITTA’ FERTILE

LECCE Gennaio 2012

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I bambini sono i motori.

WeLab, Tavolo Nomade, 15 gennaio 2012

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