Visioni di Vetro

Page 1

Visioni di Vetro Visioni di Vetro

1 Quaderni del volontariato 2022 sociale Centro Servizi per il Volontariato PerugiaTerni CESVOL UMBRIA EDITORE a cura di Pierpaolo Mariani Omaggio ai vetrai e alle rivestitrici di aschi
Edizione
1
2022 Quaderni del volontariato

Cesvol

Centro Servizi Volontariato Umbria

Sede legale: Via Campo di Marte n. 9 06124 Perugia

tel 075 5271976

www.cesvolumbria.org

editoriasocialepg@cesvolumbria.org

Edizione febbraio 2022

Coordinamento editoriale di StefaniaIacono Stampa Digital Editor - Umbertide

Per le riproduzioni fotografiche, grafiche e citazioni giornalistiche appartenenti alla proprietà di terzi, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire. E’ vietata la riproduzione, anche parziale e ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzato.

ISBN 9788831491280

I QUADERNI DEL VOLONTARIATO UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE

I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati.

Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi segni che provengono dal passato recente o più antico,

3

per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e disillusione Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati. Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo.

Cesvol Umbria

4
5 Visioni di Vetro NE’ TEMPIO NE’ CAPANNONE COMMERCIALE a cura di PIERPAOLO MARIANI pmariani741@gmail.com 3298192286 Con il patrocinio di

L’arte del vetro

(I libri della Specola)

“I primi frammenti di vetro di cui si hanno tracce sono stati rinvenuti nel Medio Oriente, in Siria per l’esattezza, e risalgono probabilmente al quinto millennio avanti Cristo. Si tratta di piccole perle colorate. Questo ritrovamento è doppiamente importante perché testimonia non solo l’avvenuta scoperta del procedimento costruttivo di un manufatto utilissimo alla vita dell’uomo, ma anche del cambiamento rivoluzionario che una parte dell’umanità aveva avviato, dando vita ai primi insediamenti stanziali.[…] Il vetro soffiato trovò la sua massima fortuna intorno al XII sec. a Venezia, dove abili artigiani cominciarono ad aprire botteghe nell’isola, universalmente nota per questo, di Murano. “ […] *

Dal 1200 a Piegaro si produce vetro. Utili riflessioni per la conoscenza dei risvolti storici sulle Vetrerie di Piegaro sono forniti da ricercatori che hanno lasciato lodevoli memorie.

FERDINANDO CORGNA, nella prefazione a “Le Vetrerie di Piegaro dal 1250 al 1941” scrive: - “Quando, anche quest’anno, dopo dieci mesi di lontananza, sono tornato al mio paese mi è occorsa una visione tanto gradita quanto inattesa. Accanto alla ciminiera del Vecchio Fornacino di vetri, ne sorgeva una nuova più alta e robusta”. - “Dai maestri ai soffiatori agli addetti ai forni, dai vetturali a coloro che procurano il combustibile, dai fanciulli alle donne, una buona metà di essa trova impiego diretto nella fabbrica.” […]

ROSA BAROVIER MENTASTI – Nel volume “Il vetro veneziano” pubblicato nel 1982 si legge una citazione circa il flusso tra Murano e Piegaro di antichi maestri vetrai, desunta dalle notizie di articoli pubblicati e raccolti in volume da Luigi Zecchin, che ha scritto su Venezia e su Altare. “Nel

7

XIV secolo singoli vetrai si trasferirono nell’isola di Murano da Treviso, da Mestre, da Vicenza, da Ravenna, da Pavia, da Piegaro, centro umbro di tradizioni vetrarie.

SENOFONTE PISTELLI, ha scritto poesie e libri di storia su Piegaro e la Vetreria. In “Storia di Piegaro e delle sue Vetrerie” ricostruisce i tratti salienti dalla sudditanza di Piegaro a Roma imperiale, fino all’Alto Medioevo.

“Verso il 1293 – scrive - ad opera di maestranze venete, giunte nel nostro Paese dopo che la Serenissima Repubblica di Venezia aveva bandito le fornaci della città ordinando il trasferimento a Murano, ebbe inizio la lavorazione del vetro, che tanta fama doveva recare al castello. ” […]

LUGLIO 2006 – Senofonte Pistelli e Piepaolo Mariani pubblicano “Piegaro, cent’anni fra cronaca e storia”.

MAGGIO 2007 - Gabriella Munaretto e Antonio Batinti, ci lasciano ampia documentazione con “Parole di vetro, arte e tradizione a Piegaro dal XIII sec.”

IMPORTANTI TESI DI LAUREA: - Silvia Bacchi, anno accademico 1989/1990, relatore il Prof. Alberto Melelli.

- Michele Broccoletti, relatore Prof.ssa Cristina Galassi, anno accademico 2005/2006.

Scrive Michele Broccoletti: IL MUSEO DEL VETRO DI PIEGARO. “Nell’autunno del 2004, in occasione della Sagra paesana, mi è capitato di recarmi a Piegaro. Passeggiando per le stradine del paese, un’insegna, che recitava: “Visitate il Museo del vetro aperto tutte le sere”, ha attirato la mia attenzione, spingendomi verso l’ingresso del Museo. Ad accogliere i visitatori vi erano due signori anziani, che si sono rivelati essere due ex operai, dell’ex vetreria. La Vetreria di Piegaro, come tutte le fabbriche, aveva una precisa organizzazione, che nel corso degli anni si è modificata ed evoluta, in relazione ad alcuni fattori, quali i cambi di proprietà e di gestione e l’introduzione di nuovi macchinari

8

e nuovi sistemi di lavoro.[…] Per la ricostruzione della storia della vetreria e del ciclo produttivo della stessa, sono state utili le referenze dei due ex operai, Aldo Moretti e Pierpaolo Mariani. Mariani è un collezionista che ha donato al Museo la sua collezione di oggetti di vetro, e mentre spiegava ai visitatori le fasi di produzione degli oggetti in vetro, mi ha anche messo a disposizione il suo archivio fotografico. “

PENSANDO AL MUSEO

Di fronte all’ipotesi di smantellamento della Vetreria di Piegaro per farne appartamenti, sorge spontaneo un concerto di interventi sulla stampa e sul Bollettino del Comune di Piegaro. Il clamore suscitato dalla raccolta dei fossili curata da Luigi Boldrini a Pietrafitta, contagia, e si fa strada l’idea di salvare damigiane, fiaschi e mura antiche di Piegaro. Si avanzano proposte per la tutela dei reperti e conservazione della memoria storica; si concretizza l’idea del Museo del Vetro. La ricerca di memorie e reperti è stato impegnativo ma infine proficuo.

Immaginare, fantasticare, rimuginare un tema divenuto familiare; ho nella mente l’animato centro storico di Piegaro dell’epoca, la fisionomia dei compagni di combriccola. C’è chi ha fatto esperienze di lavoro nelle aziende artigiane, le falegnamerie, i fabbri, i muratori, i calzolai, passaggi quasi obbligati, per i ragazzi. Mentre la rivestizione dei fiaschi sarà prerogativa di molte donne. Terminato l’Avviamento agrario a Tavernelle, richiedo il libretto di lavoro e inizio il periodo dell’apprendistato nella Vetreria Misciatelli. Non sono più a spasso, o meglio, come si diceva una volta, a bighellone.

È il turno di notte. Sento dei movimenti provenire dalla

9
*
*

cucina. Mamma Cecilia è dispiaciuta di svegliarmi a notte fonda, ma allo stesso tempo soddisfatta per essermi trovato un lavoro. Mi incammino per Via del Passeggio deserta, lo chalet, il tratto di strada con le panchine, il cancello del Rocolo con le mura invalicabili. A destra la sagoma maestosa del Monte Arale e l’aperta campagna, fino al piazzale dove le donne prelevano e riconsegnano i fiaschi da rivestire. Infine l’assordante rombo del forno all’apertura della sgangherata porta che va alla scaletta di mattoni, con la ringhiera di stecche andate. Dal pianerottolo si ha la visione completa della piazza, l’imboccatura del forno e le figure dei vetrai armeggiare attorno alla macchina semiautomatica. A tratti sento lo sferragliare del carico della tempera. Talvolta insieme ai fiaschi, nella tempera scorrono oggetti di non comune fattura, soffiati a bocca: un vasetto, un levaolio, un’ampollina, un tritasale, o una fiasca portaghiaccio. Così seguitano ad incantare i vetrai con quel che sanno dell’antica arte del vetro.

Certe notti a tratti non sento più né i rumori né le voci dei compagni; si impara a sognare ad occhi aperti, non esiste quasi più la tempera né la lavagna dove si segna la produzione. Si rischia di essere rapiti da un vortice che induce al torpore, facendo cocci per terra dei fiaschi appena soffiati.

ARTICOLI DI GIORNALI E DOCUMENTI

Nel 1988 le Amministrazioni comunali di Panicale e Piegaro, attraverso una lettera alle famiglie del territorio, annunciano l’avvenuta Convenzione con ENEL. In essa si dice -.” La realizzazione della Centrale e del Progetto Integrato Pietrafitta può rappresentare un valido esempio di come sia possibile coniugare lo sviluppo tecnologico con la salvaguardia e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente”.[…] L’ ENEL

10

realizzerà inoltre, un Centro di Informazione con annessa sezione museale per la valorizzazione ed esposizione al pubblico dei reperti fossili trovati durante lo scavo della miniera”.

1989 - l’amministrazione comunale di Piegaro acquista l’intero complesso dell’antica vetreria con l’intento di recuperare non solo l’esistente per preservarlo dalla rovina del tempo, ma di ridargli una vita propria [….]

La volontà dell’amministrazione comunale non è soltanto la creazione di un bel contenitore nel quale esporre le opere vetrarie prodotte nel passato, ma è anche il tentativo di far nascere una nuova economia, dare un forte impulso all’artigianato artistico e nuove occasioni al turismo locale.”

IMMAGINI DELL’ANTICA VETRERIA MISCIATELLI

11
POI V.C.P., OGGI MUSEO DEL VETRO

Nel territorio sono operanti alcune Associazioni, tra le quali

IL CENTRO SOCIO CULTURALE “Q. FRATINI”.

Il 19 agosto 1998 si costituisce l’Associazione Culturale “IL BORGO”.

8 APRILE 2000 – il Sabato. GIORNALE DELL’UMBRIA. L’occhio sulla città: Piegaro. Progetti per rilanciare l’economia della zona. C‘è il futuro in due musei. A uno stadio avanzato quello sull’arte del vetro, da disegnare quello paleontologico.

13 OTTOBRE 2000 – LA NAZIONE - VETRO & VETRI, FASCINO DELLA MEMORIA. Una mostra di bottiglie e vetri per rendere omaggio alla “vecchia” vetreria di Piegaro.

L’ha realizzata Pierpaolo Mariani che espone la propria rassegna nel centro storico del paese in via Roma.

GENNAIO 2001- L’ Associazione IL BORGO rinnova

il Consiglio Direttivo. Risultano eletti: Moreno Spoleti, presidente, Pierpaolo Mariani, vice presidente, Elga Vagnini

segretaria, Paola Farina cassiera; Consiglieri: Michele Bartolini, Elena Bellavita, Simone Bianchi, Renato Bisci, Laura Buzzetti, Alberto Cecchini, Adriana Fratini, Roberto

Ferricelli, Miriana Marabissi, Gabriele Marsili, Pino Mattei, Gabriella Munaretto, Bruno Paparotto, Ferruccio Ragno, Luca Zangarelli.

Il 31 marzo il Presidente Spoleti convoca II Consiglio Direttivo per definire il programma delle manifestazioni. Tra gli argomenti da discutere, vi è la rievocazione della rivestizione dei fiaschi, la corda più lunga. Sono nominati responsabili Renato Bisci, e Pierpaolo Mariani.

APRILE 2001 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA. PIEGARO

MUSEO DEL VETRO, VIA AI LAVORI.

Sarà interamente ristrutturato l’edificio dell’ex vetreria. A darne notizia è lo stesso sindaco Massimo Bianchi.

[…] Il “Museo del vetro”, insieme con il museo dei fossili di Pietrafitta, servirà ad incentivare il turismo, risorsa non essenziale e tuttavia importante per la zona, mentre il

12

futuro annesso laboratorio dovrà garantire il rilancio della produzione artigiana.

MOSTRE di OGGETTI di VETRO e impagliatura dei fiaschi sono svolte a Canneto il 10 MARZO 2001 e a Migiana di Monte Tezio.

Dall’’8 DICEMBRE 2001 al 6 GENNAIO 2002, nell’ambito di “Arte di Natale” nei locali Mc Donald a Perugia.

Proseguono contatti, a Bevagna, dove in occasione della Sagra delle Gaite, sono presenti soffiatori del vetro che successivamente si destreggeranno a Piegaro. Con l’assessore Michele Bartolini raccogliamo adesioni e materiale per Il PALIO.

DOMENICA 7 OTTOBRE 2001 – 1° PALIO DEL FIASCO IMPAGLIATO organizzato dall’’Associazione culturale IL BORGO, con la partecipazione del Comitato SAGRA DELLA CASTAGNA e il CIRCOLO

ENDAS di Piegaro.

IL NOTIZIARIO di Piegaro nel numero del marzo 2002 riporta:

“L’ECO DEL PALIO”

- “Crescente interesse attorno alla rivestizione dei fiaschi rilanciata dal Palio che si è svolto a Ottobre 2001.

GENNAIO 2002 – INIZIA LA RACCOLTA DI MEMORIE

DI EX VETRAI E RIVESTITRICIMolti piegaresi si prestano con donazione di materiale. Altri sono titubanti nelle donazioni; forte é l’attaccamento agli oggetti, testimonianze del lavoro svolto da familiari o amici in vetreria, (“che non si sa che fine faranno”).

13

• Stralci della documentazione I MASTRI VETRAI RACCONTANO, vedi in Appendice.

GENNAIO 2002 – SCUOLA ELEMENTARE di MONTEGRILLO (PG) – Lezione di impagliatura, in collaborazione con la Direzione Didattica del II° Circolo.

Partecipano due rivestitrici di Pietrafitta.

GENNAIO 2002, COMUNE DI EMPOLI. ARCHIVIO STORICO E CENTRO DOCUMENTAZIONE VETRO.

Gentile Sig. Mariani, Le invio il materiale che abbiamo prodotto. Ho saputo che ha parlato con la dott.ssa Ciappi, che le avrà fornito le informazioni che Le interessavano. Cordialmente, Stefania Terreni.

11 GENNAIO 2002, - lettera alla SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA PER L’UMBRIA – Chiedo di poter usufruire di alcune immagini di reperti antichi collocati nel Museo Archeologico da inserire nell’opuscolo “Pierpaolo Mariani, collezione di oggetti di vetro”.

23 GENNAIO 2002: La Soprintendente Reggente, Laura Bonomi risponde: - “Con riferimento alla Sua richiesta Le

14

inviamo alcune riproduzioni a colori di balsamari esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia.

3 FEBBRAIO 2002 - IL CORRIERE DELL’UMBRIA. - “EX

VETRERIA di PIEGARO: ENTRO IL MESE I LAVORI

– Saranno appaltati entro la fine del mese i lavori per la ristrutturazione della parte dell’ex-vetreria di Piegaro destinata ad ospitare il laboratorio artigiano previsto dal progetto generale del “Museo del vetro.[…] Per quanto riguarda gli appartamenti ricavati nella parte dell’immobile non soggetta a vincoli da parte della Soprintendenza, tre dei sei alloggi sono già abitati dai loro nuovi proprietari. A riferire dello stato di avanzamento dei lavori per il “Museo del vetro” è il sindaco, Massimo Bianchi.

28 MAGGIO 2002 - Scrivo al Sindaco: “Sig. Sindaco, seguo con interesse gli sviluppi del restauro dell’Antica Vetreria di Piegaro che ospiterà il Museo e il Laboratorio per la lavorazione artigianale del vetro. Con la presente Le rendo noto di essere in possesso di materiale tra cui oggetti di vetro costituente una ragguardevole raccolta che espongo in varie manifestazioni. Inoltre mi dedico a raccogliere testimonianze fotografiche che ritengo utili per eventuali pubblicazioni su Piegaro e le sue vetrerie.”

6 GIUGNO 2002 - Lettera di risposta del Sindaco:

COMUNE DI PIEGARO - Oggetto: MUSEO DEL VETRO.

- “Gent.mo Sig. Mariani, con la presente siamo ad informarla che l’Amministrazione Comunale di Piegaro da oltre un anno ha intrapreso il lavoro di ristrutturazione dell’antico complesso della vetreria sita in Via Garibaldi a Piegaro. Quest’importante opera di restauro ha come obiettivo, oltre il recupero strutturale ed architettonico del manufatto, la cui conclusione è prevista presumibilmente per questo autunno, la creazione di un Museo del Vetro e di un laboratorio per la lavorazione artigianale del vetro.

15

A tale fine si è dato vita ad progetto museale che prevede un approfondito studio dei fatti, dei personaggi, degli oggetti e degli strumenti che hanno caratterizzato la storia, l’attività economica e il vissuto sociale dell’antica vetreria. In questa fase preliminare l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con tecnici specializzati del settore, sta effettuando un lavoro di ricerca, schedatura e catalogazione degli oggetti, dei macchinari, degli utensili, delle foto, dei documenti cartacei e di tutto il materiale proveniente o riconducibile alla vetreria di Piegaro.

Per questa serie di motivazioni La invitiamo, qualora fosse in possesso di materiali o informazioni riguardanti l’antica vetreria, a contattarci al fine di programmare un incontro ed approfondire insieme gli argomenti in questione. Ringraziando per l’attenzione accordataci, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.”

8 OTTOBRE 2002 - CORRIERE DELL’UMBRIA. LA VETRERIA MOSTRA I SUOI GIOIELLI. PIEGARO.Grande folla domenica mattina a Piegaro premiata anche da una bella giornata dal cielo terso. Occasione doppia: festa dei gemellaggi tra il Comune e due città estere e visita ai locali restaurati del futuro museo dell’antica Vetreria. Conclusa la cerimonia di gemellaggio, tenuta dal sindaco Massimo Bianchi in fascia tricolore sotto le imponenti capriate di legno della sala, la folla ha potuto ammirare sia il palazzo, sia i preziosi oggetti custoditi nelle teche. In movimento per l’occasione anche gli automatismi del plastico su scala. Tra gli ospiti in giro per le sale, le delegazioni della cittadina francese Verneuil en Halatte e del comune ceco di DvurKralove Nad Labem.

28 DICEMBRE 2002 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA.

LABORATORIO DEL VETRO IN PRIMAVERA.

L’idea avviata nel 1989 custodisce un pezzo importante della

16

storia del paese. La notizia arriva direttamente dal sindaco di Piegaro, Massimo Bianchi: - ”Il laboratorio sarà attrezzato con tutti i macchinari necessari a realizzare manufatti. E non si esclude che in un prossimo futuro questo nobile mestiere, oltre ad essere illustrato nel laboratorio per soddisfare l’interesse dei visitatori, possa anche essere insegnato ai giovani in appositi corsi”. All’interno dell’edificio è un trionfo del vetro, resti di vecchie colate e di alcuni manufatti prodotti nella vetreria stessa ed un’infinità di cunicoli, grandi e piccoli da far girare la testa.

SETTEMBRE 2003 - RISONANZE – CULTURE LOCALI. Con un paziente lavoro di raccolta e di selezione, Pierpaolo Mariani ha realizzato una straordinaria collezione di bottiglie, fiaschi, damigiane e altri contenitori di vetro, che sono state esposte in numerose città e paesi dell’Umbria. – “Da ragazzi si giocava nelle piazze con le palline di vetro, ce n’erano di tutti i tipi, di tutte le sfaccettature, opache, trasparenti, colorate. Dai mucchi di vetro le biglie si capavano nelle bottiglie di gazzosa. Da grandicello sperimentai il lavoro in Vetreria.

Facevo “il portantino”. LIBRETTO DI LAVORO

17

15 OTTOBRE 2003 - IL CORRIERE DELL’UMBRIA –TUFFO NEL PASSATO, QUANDO SI VIVEVA DI VETRO. Antica collezione di oggetti del tempo che fu. Per alcuni giorni è sembrato di tornare indietro nel tempo, quando la vecchia vetreria era in funzione, e il centro del paese era “invaso” da sedioline dove donne, ma anche bambini, si sedevano con la loro balla di scarcia e si guadagnavano il pane impagliando fiaschi e bottiglie. Un balzo indietro “organizzato” da Pierpaolo Mariani, agente di viaggi, con una passione infinita per il vetro.

PRIMAVERA 2004 – IL NOTIZIARIO. Piegaro patria del vetro? Collezione di vetri esposta presso il Centro l’Occhio in occasione dell’inaugurazione. “Mariani ha lavorato, se pur per un breve periodo nella stessa vetreria, attività che non ha fatto altro che accrescere la sua passione per la ricerca e la conservazione di oggettini vetro”.

12 - 13 GIUGNO 2004 – PIEGARO – A seguito delle elezioni comunali è eletto Sindaco Caporali Andrea nella lista “Democratici per Piegaro”.

18

18 giugno 2004 – Partecipazione di nomina a Consigliere Comunale.

- “Nel rallegrarmi per la conseguita elezione formulo, per il bene di questa laboriosa popolazione, gli auguri migliori per la sua futura attività amministrativa”.

Il Sindaco, Dr. Andrea Caporali.

Nella foto:

Il Consiglio comunale così composto: Consiglieri di maggioranza: Bianchi Massimo, Bartolini Michele, Corradini

Diego, Fattorini Simonetta, Paolucci Renzo, Ferricelli

Riccardo, Bertoldo Gianni, Santarelli Giancarlo, Gatticchi

Emanuele, Mariani Pierpaolo, Mosconi Erika.

Consiglieri di minoranza: - Brilli Mauro, Cini Marco, Cristallini Bruno, Mariani Stefano, Papa Arnaldo.

26 GIUGNO 2004 SAGRA DELLA CASTAGNA E

RADUNO AUTO D’EPOCA. Tramite un collezionista di auto incontrato al ristorante, intavoliamo un discorso sul vetro e mi parla di un ex vetraio residenti a CERTALDO che ha lavorato anche a Piegaro.

Lo stesso collezionista fa da tramite per fissare un incontro.

19

8 SETTEMBRE 2004 - Deliberazione consiliare: - “Al fine di sviluppare la partecipazione di tutti i consiglieri Comunali e di migliorare il lavoro complessivo del Consiglio, sono costituite le Commissioni Comunali Permanenti”.

La Quinta Commissione competente per le materie attinenti la cultura, l’istruzione e il turismo sarà composta da:

- Mariani Pierpaolo, Presidente;

- Consiglieri: Fattorini Simonetta, Bartolini Michele, Cristallini Bruno, Brilli Mauro.

18 NOVEMBRE 2004 si svolge la prima riunione di insediamento della 5.a Commissione Cultura. Verbalizza la Dott.ssa Pichini. Al termine ci si riconvoca per le ore 21 del 3 marzo presso la sala comunale di Castiglion Fosco.

29 DICEMBRE 2004 - “SE RISUONA IL CAMPANILE”.

Come Presidente della Commissione Cultura propongo alla attenzione del Sindaco, dell’assessore di competenza, dei Consiglieri comunali e alle Associazioni, alcune riflessioni riguardanti Piegaro.

- “Qualche segnale accomuna Piegaro ai quartieri satelliti di alcune grandi città o paesi dormitorio. Si tratta qui della sua perduta vitalità e identità, dei suoi palazzi disabitati e delle sue botteghe chiuse da tempo. Negli anni ’50-’70 il borgo aveva ancora una precisa fisionomia; nel centro storico di Piegaro risiedeva il fulcro dell’economia e un discreto tessuto sociale formato da piccola e media borghesia; botteghe di artigiani e commercianti ruotavano attorno alla piazza, dove erano la farmacia, il bar, la chiesa, il teatro e le caratteristiche osterie. La vecchia vetreria ha rappresentato il tratto di unione tra diversi ceti sociali, la conoscenza del mestiere metteva alla pari l’impresa e il lavoratore specializzato. Fuori dalla metafora, la Vetreria, e il Comune possono essere le due torri campanarie da far risuonare. Le Associazioni possono essere formidabili cinghie di trasmissione per

20

l’Amministrazione comunale che stimola e in buona parte finanzia le attività, purché non siano fine a se stesse, abbiano una vita interna democratica e una proiezione esterna partecipata. Importante, mi pare decisivo, esaminare, discutere in questa Commissione sul come sarà realizzato il Museo del Vetro e come inserire in esso il laboratorio per fare del Museo ad esempio, una stazione di ricerca e di promozione a livello nazionale sul riuso di vetro e plastica. In riferimento all’incarico affidatomi dal Consiglio comunale faccio anche un cenno sui contatti già avuti, della programmazione di importanti incontri, visite in luoghi per stabilire gemellaggi, scambi con altre città vetrarie e infine, raccolta di memorie, reperti e mostre di oggetti di vetro. La collaborazione con il Centro Sociale Anziani un Centro molto attivo, sarà utile per le peculiarità che ci distinguono, attraverso i laboratori tradizionali di impagliatura dei fiaschi, e, sicuro, la lavorazione artistica del vetro!

9 GENNAIO 2005 – IL CORRIERE DELL’UMBRIA. Piegaro. Analisi e proposte del consigliere Pierpaolo Mariani, presidente della Commissione cultura.

CENTRO STORICO IN CERCA DI IDENTITA’. - Dopo aver ricordato la vivacità del borgo negli anni ’50, senza dimenticare quanto svolto da Associazioni ed Enti, individua alcune linee guida sulle quali riflettere. La prima auspica la realizzazione di uno specifico locale per il Centro Culturale autogestito dagli anziani. Non un Ente in conflitto con il C.S.A. di Panicale, ma una struttura che valorizzi “il potenziale di memorie, di mestieri, di hobby , di saggezza che gli anziani hanno, che andrà perduta se non si lascia il testimone alle giovani generazioni”.[…]

16 GENNAIO 2005 CERTALDO, piazza BOCCACCIO. Incontro con LUCACCINI VARO E MORI Rodolfo, che è

21

stato in delegazione a Piegaro nel 1990 per la Lega Coop. L’ex vetraio prima di tutto ci tiene ad informarmi che a Certaldo è tutto sotterrato, che le vetrerie di un tempo non esistono più e che nella zona vetraria ci sono solo palazzine. Siamo dove si svolge il Mercatino dei prodotti e delle cose antiche. Sono partito da Perugia alle ore 7.30 e sono arrivato alle 9.45. E’ ancora freddo pungente, ma la giornata è splendida. […] L’approccio avviene parlando della bella giornata, anche se gelida, poi decisamente attacchiamo il discorso per il quale ci siano scomodati di domenica. Per i miei interlocutori - è un piacere – dicono – perché a Certaldo - non si parla da tempo di vetro. Le vetrerie sono state chiuse nel 1954 e al loro posto ci sono palazzi. Nessuno che si vanti di avere collezioni di oggetti di vetro o che parli di realizzare musei. Mi confermano che da “Colle” nel corso dell’anno portano in piazza un “fornino” per fare dimostrazioni durante le feste. Si tratta della manifestazione che si svolge a Certaldo Alta denominata “MERCANTIA” a fine giugno - luglio. A Certaldo si rivestivano i fiaschi già nell’antichità. Il Sig. Lucaccini è di famiglia vetraia, usa il termine “casta” per dire che era una categoria di prestigio. Si parla di soffiatura e soprattutto di fiaschi, e di tanti, tanti oggetti d’uso comune, soffiati a bocca. Fornisce qualche notizia su quel vetraio piegarese che si era trasferito a Certaldo per soffiare vetro, si innamorò di una fanciulla che sposò. Insieme fecero poi ritorno a Piegaro.[…] Non ci siamo mossi molto dal palazzo comunale e ora sulla piazza c’è animazione anche perché siamo accanto al Duomo e gente che va a messa. Si parla di Gambassi dove anticamente si soffiava il vetro. Nel corso del nostro dialogo i signori Lucaccini incontrano alcuni ex vetrai e si fermano a parlare. Arriva il famoso “Fofo” che ha fatto da tramite per l’incontro. Scende e ci saluta, e come per una rimpatriata arrivano ancora: il Bartalini che è titolare del vecchio studio

22

fotografico con un ragguardevole archivio sulla lavorazione del vetro e Mori. A un certo punto siamo in 7 - 8 e c’è anche il gestore di un negozio di antiquariato col quale avevamo scambiato qualche parola e ora mi dice che se ho voglia di acquistare qualcosa mi devo affrettare altrimenti chiude.[…] C’è con tutti l’impegno di risentirci più avanti e che magari ci si riveda.

29 MARZO 2005: Riunione della 5.a Commissione. In tale occasione presento i documenti: - “Memoria storica e prospettive del vetro”; - “I maestri vetrai raccontano” e “Per il Museo del vetro a Piegaro”. Copia degli stessi è indirizzata al Sindaco e alla Associazione Il Borgo.

31 MARZO 2005 - CONSIGLIO COMUNALE con all’Ordine del giorno: - Lavori di allestimento del Museo del vetro in Piegaro Capoluogo – Approvazione progetto preliminare.

- Cessione di una rata di terreno in Piegaro capoluogo;Interpellanze ed interrogazioni.

-“Chiedo se la 5.a Commissione si intende mantenerla attiva. Trattando poi dell’antico “Fornacino” del vetro, ubicato dietro al Palazzo comunale e attualmente di proprietà privata, propongo che nella ristrutturazione sia prevista la conservazione e la resa visibile del forno fusorio”. Un consigliere di minoranza segnala come sia stata fatto un grossolano errore da parte dell’Amministrazione, nell’annunciare la presenza fissa di un vetraio soffiatore a lume proveniente dal Veneto.

11 APRILE 2005 – Al Sig. Sindaco di PIEGARO, e, p.c., ai componenti la 5.a Commissione: “Le trasmetto in allegato la raccolta di interviste a ex vetrai, in vista della riunione della Commissione che si terrà giovedì c.m. avente all’O.d,g.: Museo del Vetro e varie. Ringrazio per la cortese attenzione e resto a disposizione per eventuali approfondimenti.”

23

27 MAGGIO 2005: COMUNE DI PIEGARO – A nome della Quinta Commissione Cultura presento una relazione sul lavoro svolto.

- “Sig. Sindaco, Consiglieri, la V Commissione si è riunita diverse volte, su tematiche riguardanti il ruolo di Piegaro, che, partendo da una programmazione apprezzabile di eventi, può ulteriormente rafforzarsi, con un maggiore coinvolgimento delle componenti sociali.[…] Il 22 maggio si sono ritrovati, in maniera spontanea al Ristorante Da Elio gli ex vetrai e loro familiari. In tale occasione il Presidente della Vetreria Cooperativa Piegarese, Dott. Bruno Gallo, ha espresso gratitudine ai soci fondatori e alle loro famiglie per aver consegnato alle nuove generazioni un patrimonio che è allo stesso tempo economico e ideale. Mario Putti che è tra i fondatori della VCP, ha ricordato i momenti commoventi dell’inizio del primo turno di lavoro, il 13 giugno 1960, con la produzione di fiaschi e pulcianelle, affermando - “Giungere a quel 13 giugno non fu semplice. L’alternativa era l’emigrazione o la miseria. Vinse allora, a costo di grandi sacrifici, l’intuito e la dedizione di tutti i concittadini, con in testa Leonida Pedetti” . Nella nostra ultima riunione si è deciso di affrontare alcune questioni, partendo dal costituendo Museo del vetro e del Museo Paleontologico. Ci siamo posti l’impegno di realizzare a Piegaro un laboratorio del vetro capace di attrarre turisti e tutti coloro che amano l’arte vetraria, tenendo conto che esistono rari contenitori come la nostra ex vetreria. Pare indispensabile coinvolgere gli anziani vetrai. Abbiamo accennato anche alla questione dei Gemellaggi con Empoli, Altare e Murano, facendo visita a musei particolarmente significativi. Il bilancio di queste prime riunioni può essere considerato positivo. Ma dobbiamo deciderci per un programma che sia finalmente operativo.

24

Il Consiglio comunale di Piegaro, delibera un viaggio per Altare, località vetraria della Liguria dove vi furono rapporti molto proficui tra vetrai delle due località.

16 LUGLIO 2005 – Incontro con Sonia Pantini. Al telefono per fissare l’appuntamento, mi aveva bloccato dicendo: - ”Sente? Ascolti !” […] Dall’altro capo del telefono mi giunge un suono, una musica, sentita già ma non saprei dire cosa fosse. Lei prosegue: - “Ecco la mia passione, oggi che sono vecchia ho ritrovato il mio vero amore! La musica classica…” - Aggiunge che potevo contare sulla porta sempre aperta per parlare di vetro, di Altare, di Piegaro. Mi mostra alcune fotografie. Ne ha cose da raccontare. Sonia fu moglie di Giuseppe Prandi, maestro leva-vetro, artefice della costruzione della ciminiera dietro al palazzo Misciattelli, e deceduto nel 1975. Prosegue: - “Come scoprii che ero carina”, e… “Il Prandi era vedovo”,… “Ero brava a rivestire i fiaschi; le mie sorelle erano più veloci ma io ero una perfezionista, ho abitato nella casa dei Rossi, i calzolai, vicino alla famiglia Neri che aveva i cavalli; mia madre era molto brava a rivestire le fiasche schiacciate con il vimine. Con questo accorgimento si proteggeva il vetro e si conserva alla giusta temperatura il vino o l’acqua per il lavoro nei campi. Abbiamo rivestito anche fiaschi; per quelli da ½ e 1 litro si usava la scarcia bianca; per Orvieto e per Montepulciano (Est-Est-Est) le pulcianelle fatte a corda. Quelli da 2 litri erano fasciati con la scarcia normale”. Le sorelle di Sonia ne rivestivano anche trenta al giorno, lei 15-20. -“Quando andavamo a scuola facevamo le corde per le altre rivestitrici e guadagnavamo 4 soldi per 100 corde!”

In un secondo incontro, mentre parliamo riordinando gli appunti, squilla il telefono. È’ la signora Graziella da Altare, ex proprietaria di Villa Rosa, oggi sede del Museo dell’Arte vetraria. Sarà Lei che mi fa da tramite per ritessere i fili con gli

25 *

anziani vetrai. Vi sono gli eredi dai nomi noti, che lavorano vetro per farmacie. Da Firenze e da Altare vennero in tanti: venne il Merendini, il Minetti con moglie e figlia, Bormioli che fungeva da agente commerciale, e altri che si sistemarono in diverse pensioni.

30 SETTEMBRE 2005 – Ricevo la gradita richiesta da parte del Presidente del Comitato Sagra della Castagna di esporre presso il Museo del vetro di Piegaro la mia collezione, in occasione della XVIII.a edizione della Sagra e collaborare dal punto di vista organizzativo, visto che nello stesso edificio saranno allestiti spazi espositivi di pittura e scultura

12 GIUGNO 2006 – Convocazione straordinaria CONSIGLIO COMUNALE. Richiesta dal Gruppo di minoranza su aspetti del metodo partecipativo in merito ai terreni ex centrale ENEL e realizzazione delle strutture ed allestimento dei Musei Paleontologico di Pietrafitta e del Vetro di Piegaro.

SETTEMBRE 2006. CENTRO SOCIO CULTURALE

ANZIANI “Q. Fratini”. L’incaricato Francesco Patalocco trasmette un documento al Sindaco di Piegaro e, p.c. a Pierpaolo Mariani, consigliere comunale sulla attività svolta:

-“Riferendomi all’incarico ricevuto, con la presente vengo a comunicare di avere ultimato ogni mio impegno, con la elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Le riunioni si tenevano di norma nelle serate di lunedì e giovedì dalle ore 21 alle una di notte e quelle a Castiglione del Lago il lunedì pomeriggio dalle ore quindici alle ore diciotto e trenta circa presso la sede CESVOL, oltre a riunioni comprensoriali per la realizzazione del Coordinamento AUSER – Umbria Territoriale del Trasimeno e la stesura del relativo Regolamento. […] Mi tornano in mente le tante giornate trascorse al fianco di Stefano Barbanera ad elaborare quanto predisposto assieme ai Colleghi durante le riunioni presso il C.S.A. – Approvazione

26

STATUTO e Regolamenti interni, e votazione per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo.”

VENERDI’ 9 FEBBRAIO 2007- Il Giornale dell’Umbria

- Il gusto del Week end - Collezionismo. Sulle orme di antichi e creativi oggetti di vetro. Tra fiaschi di ogni tipo e dimensioni, bottiglie, caraffe ed ampolle: una collezione che conta centinaia di pezzi, alcuni introvabili e curiosi. Tanti oggetti unici e particolari che appartengono alla nostra cultura. L’antica vetreria di Piegaro è l’unica struttura in Italia prossima a diventare un museo.

PRIMAVERA 2007 – IL NOTIZIARIO DEL COMUNE DI PIEGARO, VISITA AL MUSEO DI ALTARE (Sv).

27

Il Comune di Piegaro rappresentato da una delegazione composta dai consiglieri Gatticchi, Santarelli, Mariani e dall’assessore Fattorini si è recata, il 19 e 20 gennaio 2007, nella località di Altare (Savona), per una visita al Museo del Vetro.

L’iniziativa è stata proposta dal presidente della V Commissione per quanto attiene la lavorazione del vetro, che accomuna questi due paesi, ma soprattutto in previsione della prossima apertura del Museo del vetro a Piegaro. Molto istruttivo è stato rintracciare tramite Mario Putti la signora Sonia Pantini, sua nuora. Il Museo dell’arte vetraria Altarese, nato all’interno della Società Artistico Vetraria quale museo d’azienda, oggi è ospitato in dodici sale di Villa Rosa ed offre ai suoi visitatori una rassegna di opere che vanno dal 1750 al 1950. La nostra visita al museo è stata preceduta dall’incontro con il vicesindaco che ci ha poi accompagnato fino a Villa Rosa dove è stato proiettato un filmato sulla lavorazione del vetro a fornace. Il bookshop è fornito di pubblicazioni che riguardano i reperti esposti, la storia e i prodotti tipici del paese e tutta l’oggettistica in vetro, che serve di autofinanziamento. Il Comune di Piegaro con questo viaggio, ha avuto la possibilità di portare a casa l’esperienza di una realtà fortemente affermata nell’arte vetraria, nonché la possibilità di instaurare una sorta di scambio culturale basato sulle affinità che accomunano i due paesi. La volontà dell’amministrazione di Piegaro non è soltanto la creazione di un contenitore nel quale esporre le opere vetrarie prodotte nel passato, ma è anche il tentativo di far nascere una nuova economia, dare un forte impulso all’artigianato artistico e nuove occasioni di turismo locale.[ …]”

Con il viaggio ad Altare si rafforza l’idea di riaccendere la fornace per un laboratorio artistico. Non vi sono piu’ rischi di incendio raccontati nella vecchia Venezia e che si vaneggiano

28

ancora a Piegaro. Le ridotte dimensioni del forno e le norme vigenti ne danno ampia sicurezza.

DICEMBRE 2008 IL NOTIZIARIO - Periodico del Comune di Piegaro – MUSEO DEL VETRO - Ultimi lavori per terminare l’allestimento del Museo del vetro di Piegaro. “Finalmente –afferma l’assessore alla cultura del comune Miriana Marabissi – stiamo completando il percorso museale che permetterà di conoscere quella che è stata la storia di questa antica vetreria e di poter ammirare alcuni dei pezzi che qui venivano prodotti anche grazie alla generosità di molti cittadini che hanno messo a disposizione del museo importanti reperti”. […]

09 MARZO 2009 COMUNE DI PIEGARO - Il sottoscritto

CAPORALI ANDREA, in qualità di Sindaco pro-tempore AUTORIZZA

Il Sig. Mariani Pierpaolo, in qualità di Consigliere Comunale e membro della Commissione Consiliare Permanente “Servizi Sociali, Integrazione, Sport, Tempo Libero, Associazionismo, Cultura, Istruzione e Turismo” a contattare direttamente i possessori di oggetti di vetro destinati all’allestimento del Museo del Vetro di Piegaro nonché a coadiuvare il gruppo tecnico di lavoro alla selezione e scelta dei pezzi oggetto di esposizione[…]

18 APRILE 2009 - LA NAZIONE - PIEGARO – APRE IL

MUSEO DEL VETRO – Verrà inaugurato oggi alle 17:30 il Museo del vetro di Piegaro. Il Museo, di cui ne esistono pochi esempi in Italia, è allestito all’interno dell’antica fabbrica del vetro posta nel centro storico del paese risalente ai primi dell’ottocento. […]

In esposizione i manufatti vetrari prodotti nel corso dei secoli in quest’antica vetreria: da bicchieri, bottiglie e caraffe finemente lavorati a mano a damigiane e fiaschi impagliati che hanno caratterizzato la produzione della fabbrica vetraria

29

fino al 1960.

18 APRILE 2009 – LA NAZIONE. PIEGARO – APRE IL MUSEO. […] Il percorso espositivo propone più livelli di cultura e intreccia la storia del vetro con quella della produzione vetraria di Piegaro, la storia della vetreria con la storia locale.

PRIMAVERA 2009 – IL NOTIZIARIO di Piegaro.

MUSEO DEL VETRO: così Piegaro racconta la sua storia. Con la dott.ssa Laura Lametti, dirigente della Soprintendenza ai beni culturali, artistici architettonici ed etno - antropologici dell’Umbria, e il dott. Gianni Bovini, che hanno curato l’allestimento del museo, cerchiamo di capire qual’ è la particolarità e i criteri usati per il suo allestimento. –“La prima cosa da sottolineare è che di musei di questo tipo ne esistono pochi esempi non solo in Italia ma anche all’estero. Di particolare rilievo il fatto che è stato realizzato all’interno di un edificio, molto ben conservato, dove avveniva la lavorazione del vetro con importanti testimonianze delle varie fasi. Un esempio di archeologia industriale e di lavorazione artigianale di estrema importanza perché nella storia di una fabbrica di questo genere si identifica la vita di una comunità, la sua cultura, i suoi aspetti sociali”.

DICEMBRE 2010 – LUNGO LAGO – Periodico di informazione del CLUB AMANTI del TRASIMENO.

UN’ANTICA VETRERIA, ORA MUSEO DEL VETRO. Nel cuore dell’antico borgo di Piegaro, alla base di un’imponente ciminiera in mattoni, sorge il complesso dell’antica vetreria, all’interno del quale il 18 aprile del 2009, è stato inaugurato il Museo del Vetro. Numerosi sono i pezzi esposti donati da privati al museo.[…] Al centro della sala principale del museo sono ancora presenti i resti del forno spento nel 1968. Nel suggestivo sotterraneo, tra cunicoli e magazzini, un’imponente massa verde smeraldo, prodotta

30

dalla solidificazione dell’ultimo vetro fuso nell’impianto, è il monumentale simbolo della sua secolare storia.

Oggi il museo è gestito dal Comune di Piegaro e nello specifico dall’operatore museale Chiara Berechillo, una figura giovane che ha il compito di promuovere l’attività del museo, creandone una sinergia col territorio. Il museo oggi ospita numerose iniziative, con attività rivolte ad un pubblico di tutte le età.

18 MAGGIO 2011 - Lettera al Sig. Sindaco e, p.c. Assessore alla Cultura – PIEGARO.

In allegato si trasmette una prima bozza dell’inventario realizzato dal sottoscritto con degli oggetti esposti nel Museo del Vetro, ai fini della stesura del Contratto di Comodato. All’interno sono stati inseriti documenti e foto che, insieme ad altro materiale metto volentieri a disposizione per eventuali pubblicazioni. L’elenco degli oggetti è da verificare congiuntamente per individuare eventuali errori ed omissioni.

17 DICEMBRE 2012 - Lettera al Sindaco di Piegaro. “Ho provato un senso di sgomento nell’associare le immagini pubblicate dalla stampa, alla notizia della riproduzione del forno fusorio all’interno della struttura museale di Piegaro. Le vicissitudini della Vetreria - museo sono costellate di approssimazione, ma non è questa lettera che vuole riaprire discorsi già fatti, considerati alla stregua di gratuite polemiche. Entravamo in diversi nel “cantiere” da anni abbandonato, per fotografare dettagli che ancora oggi fanno stringere il cuore. Ogni mattone, ogni angolo della Vetreria riportava alla mente azioni, suoni, voci, volti di persone che hanno dedicato la loro professione al paese. Salvare materiale e memoria divenne una missione. Poi riattivammo contatti con Liguria e Toscana, regioni con le quali era intessuta una lunga storia comune. Il Museo ha dato in parte gratificazione e chi resta e Lei a mio parere potrebbe consigliare ai Suoi collaboratori

31

di riflettere, aprirsi a uno scatto di modestia e curiosità per valorizzare - per esempio - i resti del forno e non oscurare i reperti che con tanta passione abbiamo raccolto.[…].

Successivamente le Commissioni saranno rimescolate, mantenendo esclusivamente un “ruolo consultivo”. La Giunta decide in materia museale un percorso diverso da quello prospettato sia nel programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni, sia nelle enunciazioni espresse dalla precedente Amministrazione e dalla 5.a Commissione. Non vi è all’apparenza intesa tra Comune e Vetreria Cooperativa. Si evidenzia invece una chiara contrapposizione da parte dei componenti l’ Associazione Il Borgo con il lavoro della V Commissione.

Si parla addirittura di pericolo incendi per il paese, nella eventualità di riattivare un forno fusorio a Piegaro, che pure abbiamo visto all’opera ad Altare.

PROSEGUONO LE INIZIATIVE COLLATERALI AL COSTITUENDO MUSEO.

Nell’occasione di alcune mostre allestite nel centro storico, transitano vecchie conoscenze: Moretti Aldo, Putti Mario detto “Baino”, Pagliacci Enrico detto “Tiberio” e Fora Nilo, detto “Borsari”. Testimonianze raccolte in volume dal titolo I

MAESTRI VETRAI RACCONTANO.

In un incontro con il Presidente della V.C.P. Dr. Gallo ho la piacevole sorpresa di trovare appese all’ingresso, incorniciate, alcune pagine ciclostilate nel 1962, contenente una intervista a Leonida Pedetti sul futuro della Vetreria Cooperativa.

“A Moiano, incontriamo il responsabili della Ditta che riveste ancora fiaschi. Si usano macchinette che anni fa

32
*
*

furono sperimentate portando alla fine della rivestizione a mano. Titolare è Giovanni Bartolozzi, industriale toscano che forniva fiaschi da rivestire in tutta la Valle del Nestore. Successivamente, in qualità di Consigliere e collezionista, avremo un incontro in località La Torre, dove risiede. È molto attivo e acconsente a fornirci la scarcia e alcuni fiaschi, per realizzare quella che è ancora una idea, cioè il Primo Palio del fiasco. Dalle parti di Bartolozzi non è rimasto un mattone sopra l’altro che sappia di vetro. C’è la sua “Torre” dove conserva reperti di un sicuro valore storico e una bella scultura alle rivestitrici. Ha scritto “Fiorenzo e Gigliola” storia di una fiascaia”. Essendo una delle ditte più rappresentative, per la rivestizione in loco fu coinvolta nella azione del Sindacato con trattative condotte all’Ufficio del Lavoro. Nel nostro incontro mi annuncia di voler donare una macchina semiautomatica per il Museo del vetro. Successivamente, avrà la facoltà di immettere nella “piazza” che era il regno dei vetrai piegaresi una statuetta, che ritrae il soffiatore.

OTTOBRE 2015 - LEONIDA PEDETTI - CONFERENZA

PROGRAMMATA DALL’ACCADEMIA MASOLINIANA

Saluti del Sindaco Roberto Ferricelli: - “ Non ho conosciuto Leonida Pedetti, se non per racconti e particolari legati al personaggio. Altri tempi, altre storie, altre difficoltà vissute in chiave di volontà di riscossa e di progresso che guidava quei difficili anni. Uno sguardo, quello di Pedetti, che sapeva vedere lontano, oltre gli stereotipi o campanili locali. Una grande onestà intellettuale, era quella di personaggio coerente ed integro. […]

Nel 1970 l’allora presidente della Regione Umbria Conti lo propose per una candidatura in Consiglio Regionale ottenendo un gentile, ma deciso diniego, motivato dalla necessità di occuparsi della Vetreria.[ …]Come Sindaco e

33

suo successore credo che la grande eredità di quest’uomo, di cui fare tesoro per svolgere al meglio il mio mandato, sia raccolta essenzialmente in tre parole: onestà, caparbietà e lungimiranza. “

Introduzione di Marco Rosadi.

“Pedetti, la storia dell’arte vetraria e le vetrerie di Piegaro – “Il vetro, passione, cuore del cuore di Piegaro. Un uomo, un amministratore, “Il Sindaco del Vetro”. Oggi parleremo, dell’uomo che negli anni del boom economico favorisce e vuole la nascita della Vetreria Cooperativa Piegarese. Leonida Pedetti, sindaco di Piegaro per circa vent’anni, dal 20 luglio 1954 al 13 dicembre 1960; e ancora, dal 7 gennaio 1965 al 1 giugno 1978, classe 1921, termina prematuramente il suo viaggio terreno nel 1984; ma nel ricordo, la sua figura, la sua opera, il suo esempio sono più che mai vivi qui a Piegaro, antichissimo borgo del vetro. Il vetro è la sua vocazione, la sua identità. E qui, nel centro storico, sono ancora visibili le vestigia di un’antica vetreria, l’Antico fornacino posto dietro al Palazzo comunale.[…]

Il 18 aprile 1960, la proprietà della vetreria è nelle mani della cooperativa presieduta da Pedetti. Merito della fermezza, del coraggio, dello spirito di sacrificio, della sagacia imprenditoriale di vetrai come Patassini, Buratta, Putti, solo per citare alcuni di quei fondatori e pionieri. Merito delle donne rivestitrici di fiaschi, fulcro dell’economia delle proprie famiglie e della comunità di Piegaro. [… ]

Ne parliamo ora con Pierpaolo Mariani, che ha lavorato nella Vetreria e ha conosciuto Leonida.”

- “Vi parlerò di Leonida Pedetti rimanendo nella scìa dell’ampia documentazione rintracciata. È stato detto, ma

voglio ricordarlo, Pedetti è sindaco di Piegaro per 15 anni e primo Presidente della Vetreria Cooperativa. La complessità

34

della figura e della vita di Leonida Pedetti, che ho conosciuto e frequentato, contiene aspetti che non possono essere liquidati i mezz’ora. Vi è insieme la complessità della storia del territorio e lui è protagonista per lunghi anni delle vicende della Valle del Nestore.

Leonida si distingue per caparbietà e impegno da subito dopo il passaggio del fronte, sia come consigliere comunale che poi assessore al Comune di Piegaro.

Ricopre la carica di sindaco in due diverse epoche, da quando Giappichini, sindaco in carica, dà le dimissioni, dal 20 luglio 1954 al 13 dicembre 1960 e dal 7 gennaio 1965 al 1 giugno 1976.

È grazie anche all’ impegno dell’ Amministrazione comunale diretta da Pedetti, come già ricordato, che nel 1960 si costituisce la Vetreria Cooperativa Piegarese, con un gruppo di vetrai disoccupati capeggiati da Patassini. Di rilevanza le assemblee tenute al Teatro comunale, oggi privato, dove convennero sindacalisti e rappresentanti delle forze politiche e sociali. In diversi abbiamo fatto qualche tentativo per mantenere viva la memoria storica di eventi che hanno caratterizzato Pietrafitta e la lignite, Tavernelle e la ferrovia Perugia-Chiusi, Panicale con i suoi santuari e i suoi ricami, Piegaro e le sue vetrerie. […]

Pedetti da lungo tempo è relegato in una specie di limbo. La sua dipartita troppo repentina, ha lasciato un ampio vuoto, come uomo e come affermato dirigente pubblico, nel pieno del suo ruolo che mi sento di indicare come il Sindaco della Val Nestore. Purtroppo ancora oggi non è stata colmata questa lacuna. Leonida Pedetti è deceduto a febbraio del 1984

35

a 63 anni. Devo dire con rammarico che non esiste una via, un sito, un luogo che lo ricordi. Meriterebbe sia la Vetreria che il Museo del Vetro.

Mi dispiace anche dover dire che una mia proposta per conferire il nome di Pedetti al plesso scolastico, fu bocciata, perché “non adatta”, perché “uomo fortemente caratterizzato politicamente”[…].

Ora consentitemi, dato che siamo in questo luogo così “caratteristico”, di dare lettura di un documento che Pedetti indirizzò alle rivestitrici di fiaschi nel momento in cui la concorrenza delle altre vetrerie divenne più serrata e rischiava di incrinare la tenuta sociale a Piegaro.

Scrive Pedetti:

-“Ritengo prima di tutto, mio dovere porgerVi un saluto cordiale e fraterno a nome di tutti i lavoratori che hanno costituito questa Cooperativa non senza difficoltà e sacrifici.

Siamo certi di trovare la vostra comprensione e collaborazione: quella comprensione che non può non esistere fra lavoratori. È la nostra una esperienza nuova, con le sue difficoltà d’inizio, ma solida e ben avviata: sorta per la volontà e con il sacrificio di lavoratori, guidata da lavoratori. […] Si è ritenuto opportuno fare questa lettera aperta perché, sono state propalate voci sul conto della nostra Cooperativa, da fonti non solo scorrette, ma è più esatto dire disoneste; che non saremmo in grado di pagare e mantenere gli impegni verso le rivestitrici. Noi non abbiamo interessi privatistici da difendere, e se occorrerà fare dei sacrifici finanziari questi li faremo noi cooperatori, senza chiederli (questi sacrifici) alle rivestitrici. Siamo in grado e assumiamo l’impegno di pagare le rivestitrici puntualmente ogni mese – di dare acconti quando richiesti – oppure, se taluna vorrà, pagare volta per volta alla consegna. Inoltre le ultime disposizioni di legge sul lavoro a domicilio saranno pienamente applicate; e così saranno applicate le tariffe del

36

Contratto Nazionale rivestitrici di fiaschi. Sarà anche nostro impegno il fornirvi erba sala (scarcia) di prima qualità. Ciò sarà pienamente possibile fra circa 20 giorni. Pertanto noi Vi chiediamo la vostra opera necessaria con lo spirito dio avere delle collaboratrici coscienti e solidali. Sappiamo che sarete con noi. Firmato per tutti i lavoratori della Vetreria

Cooperativa Piegarese, Pedetti Leonida.”

Per rimanere sul filo della memoria e del significato del lavoro che in questo luogo si svolgeva, leggo ora uno scritto inviato da una nostra compaesana residente in Toscana, figlia di un vetraio piegarese:

- “Avrei voluto essere presente alla Conferenza su Pedetti, ed eventualmente dire lì qualcosa; ma visto che non mi è possibile ti scrivo queste poche righe. Mio padre Spadacci Fernando - è nato a Piegaro il 16/4/1911, secondo di cinque figli, tu hai conosciutolo zio Coroliano che riparava le scarpe accanto alla vetreria ricordi ? Purtroppo è rimasto orfano nel 1917. Mio nonno, Spadacci Palamede, fu dato per disperso a Caporetto, e la nonna, Adalgisa Faleburle, ha tirato su da sola i figli, facendo tutto il possibile per loro. Malgrado ciò il babbo, dopo la terza elementare lasciò la scuola e a 11 anni entrò a lavorare in vetreria. Tu che hai fatto questa esperienza capisci quanto può essere dura, specie per un bambino, nonostante ciò babbo non ha mai rimpianto il suo destino. Ha amato così tanto il suo lavoro da diventare giovanissimo capo squadra, tanto che, quando si è sposato con mamma, in Aprile del 1939, veniva già richiesto nelle varie vetrerie perché insegnasse il mestiere ai giovani. […] Quando il babbo fu richiamato per la guerra d’ Africa (tengo a precisare che NON andò volontario) mamma tornò a Piegaro dove aveva la famiglia[…]. Babbo fu preso prigioniero dagli inglesi che lo condussero in India, dove è stato per tre anni,

37
*

poi in Inghilterra, fino al maggio del ’46 quando tornò a Piegaro. Non voglio descriverti le difficoltà di quei primi mesi. Babbo fu presto ricercato per il suo lavoro, lavorava tre mesi a Pietrafitta, tre a Piegaro; poi in Toscana, in particolare nelle zone di Empoli, Castelfiorentino, Ponte a Elsa; dove le vetrerie erano praticamente rimaste prive di manodopera, a causa delle deportazioni effettuate dai tedeschi dopo l’8 settembre. Quando a Empoli si costituì la “Cooperativa Fiascai” babbo si fermò, e noi con lui. Ricordo che ogni occasione era buona per me per andare in fabbrica. […] Ricordo che spesso mi chiedevo come facesse a calcolare la giusta quantità di vetro da prelevare con la canna da quella massa di pasta incandescente che rosseggiava dalla bocca del forno.

- “E’ la pratica – mi rispondeva – dal peso della canna ti rendi conto di quanto materiale hai preso”. E così mi spiegava che dal peso della canna riusciva a valutare la quantità del vetro prelevato, dall’armonizzare soffio con giratura nello stampo dipendeva l’omogeneità della parete …e così via, io ho imparato ad amare il vetro da lui, anche se quella bocca infuocata mi ha sempre fatto paura. Non avvertivo né caldo né rumore, da quanto ero affascinata dalla scena che si svolgeva davanti ai miei occhi: si muovevano tutti in perfetta sincronia, come guidati da una musica che solo loro sentivano, armoniosi ed eleganti, lavorando insieme ma senza neppure sfiorarsi…[…]

Il momento più bello era quando, con le apposite pinze, faceva il collo al fiasco, che poi finiva nel contenitore, per essere portato in tempera. Io guardavo, volevo imparare, volevo capire, ma non riuscivo. “Tu pensa a studiare – mi raccomandava il babbo che aveva fatto solo la terza elementare – perché questo lavoro è faticoso, e tanto!” Ricordo l’aria

38

tremolante per il calore, il sudore che colava dalla sua fronte, ma anche l’orgoglio che illuminava il suo sguardo. Quando, anni più tardi il lavoro si trasformò con l’introduzione delle macchine, babbo non volle accettare il nuovo ruolo. Ma gli anni si facevano sentire, e fare una damigiana era veramente faticoso, per le braccia e per i polmoni. Si è preso la silicosi, a soffiare il vetro, ma era orgoglioso e felice del suo mestiere, che lui ha amato fino a rifiutare di lavorare alle macchine semiautomatiche, quando fecero capolino in fabbrica. Preferì soffiare, perché diceva che alle macchine “tutti so’ bòni ma il fiascaio si fa a mano”. Il babbo è morto con i polmoni distrutti dalla silicosi, la malattia tipica dei vetrai. Quando ho visitato per la prima volta il Museo del Vetro, a Piegaro, confesso che più che ammirare i pezzi esposti che pure sono belli e particolari, pensavo a mio padre, che aveva lavorato lì dentro da quando aveva 11 anni, aveva respirato quell’aria, calpestato quei mattoni… anche se in gran parte la vecchia fabbrica è stata demolita. Per godere del Museo sono dovuta tornare una seconda volta.”

UNA BREVE RISPOSTA - “La mia prima visita a Empoli fu tanto tempo fa. Ero ancora un ragazzino. Abitavamo a Tavernelle, al “piazzone”, in affitto in una palazzina non lontana dall’asilo dove accompagnavo le mie sorelle, a scuola dopo i primi anni delle elementari fatti a Colle Calzolaro. Ebbene, capitò che nello stesso stabile vi fossero gli uffici della Camera del Lavoro. Il Sindacato al quale si rivolsero i vetrai licenziati che insieme alle rivestitrici animavano qualche assemblea. Un giorno il segretario della Camera del Lavoro chiese a mio padre se poteva portarmi con lui, a Empoli. Era in atto lo sciopero dei vetrai di Pietrafitta. Per me fu una bella gita, ma soprattutto una esperienza istruttiva, unica. Nella corsa in moto scoprivo paesaggi mai immaginati.

39

Arrivati in città, lo sguardo si concentrava sulle annerite sagome delle ciminiere; poi, una animata discussione nella sala affollata, trasformata in una grande “fumarea”, dove assistetti per la prima volta a un serrato dibattito sulla condizione operaia, della categoria dei vetrai. Si parlava di rinnovo del contratto, ma anche della preoccupazione per le famiglie che venivano gettate nel lastrico in diverse aziende toscane[…]Si parlò anche dei licenziamenti di Pietrafitta. E della vetreria di Piegaro. In seguito vi fu una mia “gita” speciale, che toccò diverse località. Avevo già dentro il vetro da tempo. L’apprendistato da portantino alla Misciatelli fu una scuola indimenticabile. Quando a Piegaro si iniziò a parlare della salvaguardia dei reperti e dello smantellamento delle Vetrerie Misciatelli, mi recai alle fonderie di Colle Val d’Elsa, a cercare gli stampi, di quelli che usavano per le macchine semiautomatiche. Fu infine in un incontro al Ristorante “Ca’ de’ Principi”, ora “ Mondo Antico” a Piegaro, che ripresi alcuni contatti per proseguire il cammino verso il raccordo storico con il vetro toscano.[…]

NOVEMBRE 2019 - Scrive Rosetta mia sorella:

-“Ciao Piero, come già ho avuto modo di dirti, questi miei non sono altro che appunti. Te li consegno cosi come mi sono venuti. Ricordo il periodo vissuto a Tavernelle, come un periodo tranquillo; ci eravamo trasferiti da Colle Calzolaro perché sarebbe diventato tutto più facile: il babbo lo ricordo a lavorare per un periodo al cementificio di Magione e poi alla centrale di Pietrafitta a scavare lignite. La mamma già lavorava a ore a Tavernelle da due famiglie e fu felice di non dover più percorrere la strada a piedi, con me da accompagnare all’asilo mentre tu e Marisa andavate per il viottolo da soli verso la scuola

Finalmente la sua e la nostra vita cambiava.

40
*

In quel periodo, con grande meraviglia di noi bambini, arrivò a casa la prima radio. Successivamente qualche altra cosa cambiò a casa nostra: vedevo la mamma preoccupata, quasi triste e la sera la sentivo bisbigliare in maniera sempre più accesa con il babbo, finché arrivò la notizia: “Andiamo via da Tavernelle”[…]. Mi ricordo con la mamma, su quel camioncino carico fino all’impossibile delle nostre cose e lei che chiedeva continuamente al guidatore dove fosse “quel paese” che sembrava allontanarsi sempre più, ogni volta che lo chiedeva. Dietro di noi vedevo che le ruote del camioncino alzavano una grande nuvola di polvere dalla strada non ancora asfaltata, poi finalmente il viaggio finì: eravamo a Piegaro. Poco dopo arrivò anche il babbo che aveva le chiavi della nuova casa. Era quella che serviva a una famiglia come la nostra, spaziosa, ben disposta al sole, con un bel terrazzo, aveva perfino un vero bagno. Nei giorni seguenti conoscemmo i nuovi vicini.

Iniziarono le visite in paese. Si andava il sabato al bar nella sala affollata e piena di fumo, per assistere ai programmi televisivi fra la caciare indescrivibili. A Piegaro per la nostra famiglia fu un periodo difficile; il babbo andava al lavoro in bicicletta anche quando diluviava o con la neve d’inverno, oppure anche essendo in malattia perché non lo avrebbero pagato. Un giorno tornò a casa in sella alla Lambretta. Non so collocare nel tempo esatto questa novità che ci facilitava un po’ la vita, ma ricordo la coincidenza con il vedere a casa nostra le prime cambiali e qualche ristrettezza, anche perché il lavoro del babbo era sempre precario. Anche la mamma dovette arrendersi. Vide che le donne di Piegaro si ingegnavano in un lavoro che per noi era sconosciuto, ed erano in tante a farlo perché le aiutava a vivere: vestivano i fiaschi prodotti dalla vetreria del paese. Fu la Pierina a insegnarci e non fu per niente facile, ma poco

41

alla volta dovemmo provare, riprovare e imparare. Alla mamma non piaceva quel lavoro, ma piano piano capì che era una risorsa. Io alla fine trovai piacevole il ritrovarsi con le altre donne e lavorando chiacchierare degli avvenimenti e della vita del paese: “il tale si sposa, c’è quello che sta male, bisogna partecipare a un funerale e non importa chi sia, tutti partecipano”. Giorno dopo giorno si era creata una certa familiarità nel gruppetto delle rivestitrici di fiaschi; mi piaceva ascoltare consigli ed esperienze dalle più anziane. […] Di quel periodo ho un ricordo molto particolare: per guadagnare qualche soldino in più, la sera dopo cena io e la mamma ci caricavamo sulle spalle una balla con 20 fiaschi, il fascione della scarcia e ognuno la sua sedia, per andare a casa degli Zugarini a veglia. Quando la balla dei fiaschi svestiti si era vuotata tornavamo a casa con i due mazzi da dieci, finiti. La cosa mi piaceva molto perché con le ragazze della famiglia si parlava, spesso si cantava o loro ci raccontavano le avventure dei Principi di Monaco e dello Scià di Persia, che leggevano su Grand Hotel. La mamma era contenta del lavoro in più che si faceva. Qualche volta venivano a farci compagnia i ragazzi più grandi e allora era festa perché ci raccontavano di antiche tradizioni, come “Sega la vecchia” e ci facevano ridere come non ho mai più riso. A volte portavano la fisarmonica e cantavamo le vecchie canzoni contadine, dimenticando la fatica del lavoro. Tornavamo a casa contente, al buio perché la strada ancora non era illuminata e se passava qualche rara macchina che ci faceva luce con i fari, ero contenta per la luce ma mi vergognavo un po’ per quello strano carico che portavamo sulle spalle. Tu Piero finita la scuola entrasti a lavorare in vetreria. Una cosa che mi piaceva molto era portarti il caffè, la sera, quando facevi il turno di notte. Intanto era l’occasione per uscire di casa, e poi passavo del tempo a guardare gli operai, ognuno

42

affaccendato nel suo lavoro. Mi affascinava il bagliore del forno e vedevo la fatica dei soffiatori, grondanti di sudore, che con le lunghe canne tiravano fuori il vetro incandescente e che con maestria lo lavoravano fino ad avere l’oggetto finito. Altre volte mi incantavo a guardare la macchina dalla quale uscivano i fiaschi ancora roventi, pronti ad essere inviati in una lunga fila verso la tempera per il raffreddamento. Per un breve periodo anche il babbo ha lavorato in vetreria, nel piazzale, ma poi ci fu la crisi e fu uno dei primi a essere licenziato.

A mia sorella Rosetta.

-“Quando salisti con la mamma sul camioncino che da Tavernelle vi portò a Piegaro, io mi avventuravo nella prima uscita in bicicletta insieme a nostro cugino Mario che fece da guida fino alla nuova destinazione. Facemmo una sosta dai Borscia al bivio di Missiano per salutare zia Maria e gli altri parenti; quel bivio non lontano dalla Potassa, mi torna in mente poiché poco tempo dopo, avendo fatto amicizia a Piegaro, con Giuseppe, impiegato in Vetreria, andavamo talvolta insieme, con la sua moto, ora in cerca di uno ora dell’altro vetraio per necessità lavorativa affinché sostituissero qualche assente nella “piazza”.[…]

A Piegaro e in Valle del Nestore, si è parlato e scritto della Vetreria, dei Musei, soprattutto quando la lignite e il vetro sembrava chiudessero per sempre le specifiche vicissitudini. Oggi in qualche modo il Museo del Vetro e il Museo Paleontologico ci sono. […]

Non è stato semplice arrivare a conclusione. Più di una volta si è avuta la sensazione che non si andasse a buon fine. Soltanto a “cose avviate” si fece strada la convinta adesione. Soprattutto venne a mancare il “soffiatore di vetro”.

L’agognato laboratorio artistico. E sì che del vetro la Valle del Nestore vive ancora![…]

43

Restano aperte problematiche sulla gestione e la questione del laboratorio artistico. I soffiatori provengono da altri lidi che con Piegaro hanno fatto storia comune.[…]

ATTESTATO di Gianni Bovini – presidente CRACE

- Caro Pierpaolo, Nel ringraziarti ancora per il tuo insostituibile e impagabile contributo, ti allego quanto mi è stato impossibile dire la sera dell’inaugurazione. Tante buone cose, Gianni.

“Buona sera a tutti,

- Questa sera vi parlerò del Museo del Vetro di Piegaro in quanto Presidente di CRACE […]

Negli ultimi mesi sono venuto spesso a Piegaro e, lavorando all’allestimento del Museo ho sentito più di qualcuno dire:“Ma quante volte lo inaugurate questo Museo?”. Beh, il Museo del vetro si inaugura una volta sola: in precedenza era stata realizzata una piccola esposizione per presentare il progetto che è stato finanziato dall’Unione Europea. Più correttamente quei cittadini avrebbero dovuto dire: - Ma quanto tempo ci vuole ad allestire un museo?” Perché effettivamente il primo incontro lo avemmo con gli assessori dell’Amministrazione del sindaco Bianchi nel giugno 2001, quasi otto anni fa! Otto anni non sono pochi e sicuramente almeno una parte di questo tempo è passato a causa della mia difficoltà a districarmi nelle procedure burocratico-amministrative. Non vi nascondo che non sono mancati, soprattutto da parte mia, momenti di incomprensione con l’Amministrazione, che però non ha mai riguardato l’impostazione e le finalità del Museo. Questa impostazione e queste finalità, sono state da subito ben comprese da tutti quanti. Tra questi voglio

44
AGLI INTERVENUTI ALL’INAUGURAZIONE DEL MUSEO DEL VETRO.

segnalare il grande impegno di Vittorio Casavecchia, che ha realizzato a regola d’arte gli arredi disegnati dall’arch.Sacco, che ha sempre prestato al Museo la massima disponibilità per la soluzione di tutti i piccoli problemi che inevitabilmente si presentano quando si passa dalla “teoria” del disegno/ progetto alla pratica dell’allestimento.

Ebbene il Museo è, prima di tutto, frutto della tenacia e della capacità dell’Amministrazione Comunale nel reperire le risorse finanziarie necessarie ma anche, è frutto della pazienza e delle risorse, questa volta fisiche, di Francesca Corgna, la quale, ha fatto fronte alle molteplici richieste provenienti da soggetti diversi coinvolti nella realizzazione del Museo. Più in particolare, per quanto riguarda l’esposizione museale, i pannelli esplicativi e l’applicazione multimediale si basano sul lavoro di ricerca bibliografico, archivistico e iconografico svolto dalla dott.ssa Cinzia Cardinali e dalla dott.ssa Sonia Merli, della Società Scriptorium. le quali hanno prodotto un ampio materiale nonostante i ristretti limiti di tempo imposti dalla procedura adottata. Sonia Merli ha poi “tradotto” quella ricerca nei testi dell’applicazione multimediale, testi ai quali ha dato voce Laura Santi. L’applicazione multimediale che trovate nei computer del Museo consente anche di consultare le interviste fatte da Stefano Massoli agli ex lavoratori della Vetreria nonché il video sulla storia di questa attività a Piegaro. L’esposizione dei reperti collocati nelle varie bacheche del Museo, che ha come tema centrale, i prodotti tipici della vetreria di Piegaro, arricchiti, da alcuni esempi, di cose particolari e notevoli, dovuta al lavoro che ho personalmente svolto in questi primi mesi del 2009 con l’insostituibile contributo professionale e umano di Laura Lametti, Bruno Paparotto e Pierpaolo Mariani.

L’ordine con cui voglio ringraziare, con tutto il cuore, Laura, Bruno e Pierpaolo per la bellissima esperienza

45

umana e professionale che mi hanno fatto vivere non deve far pensare in alcun modo a una qualche forma di gerarchia perché con tutti e tre, mi sono trovato a lavorare gomito a gomito, in modo semplice e spontaneo ma al tempo stesso costruttivo ed efficace come raramente si riesce a fare anche dopo anni di frequentazione.[…] La dott.ssa Laura Lametti, funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria, non si è limitata a soprintendere, ma da subito ha compreso la specificità e la valenza di questo Museo e si è letteralmente buttata anima e corpo nel lavoro di redazione dei testi per i pannelli esplicativi e nell’allestimento vero e proprio delle bacheche. Bruno, pur non indigeno, è come se sia sempre vissuto qui in vetreria e del Museo, in questi ultimi mesi è stato il custode, non nel senso, limitativo, di colui che apre e chiude, bensì di colui che “custodisce con cura e con amore”. Infine, ma non certo per ultimo, Pierpaolo, che in questa vetreria ha lavorato da giovanetto, ma dalla quale, di fatto, non è mai uscito: il suo cuore e la sua anima sono rimasti qua, e ci rimarranno ancora di più con i numerosissimi oggetti che ha concesso al Museo. Pierpaolo rimarrà sempre tra queste mura che hanno visto tanti faticare duramente, per le rispettive famiglie, e lottare, altrettanto duramente, per il futuro di questa attività a Piegaro, attività che ha conosciuto alti e bassi ma da secoli ha caratterizzato questo paese. Per queste tre persone vi chiedo un applauso perché senza di loro il Museo magari ci sarebbe lo stesso ma non sarebbe così.

Ora, l’ultima premessa, propedeutica alla visita guidata: il logo, il marchio del Museo che avete visto all’ingresso e vedrete riprodotto su tutti i pannelli. Il logo, messo a punto da Alessia Buttigli e Michele D’Agnano, dello studio professionale “Prospettive”. Questo logo riassume e comunica immediatamente e in modo efficace la natura

46

e la storia. È caratterizzato da una serie di quadrati i cui colori sfumano dal rosso al giallo al verde. Questi tre colori rappresentano il fuoco (il rosso) che con il suo calore fonde la sabbia (il giallo) per produrre il vetro (il verde); inoltre, i quadrati nella loro forma e composizione ricordano le tessere musive realizzate nel Trecento dalla Vetreria di Piegaro per il Duomo di Orvieto. Questi elementi e questa storia abbiamo voluto raccontare con l’applicazione multimediale, il video, i pannelli e con l’esposizione di oggetti che andremo a vedere, partendo dal bel plastico realizzato qualche anno fa da Gabriella Munaretto, che alla Vetreria ha dedicato anche un utile volume poi portato a termine, a causa della sua prematura scomparsa, dal prof. Antonio Batinti.[…]

47
INAUGURAZIONE MONUMENTO DA PARTE DELLA V.C.P. DOMENICA 1° MAGGIO. *

5 MAGGIO 2011 – AVVIO RILEVAMENTO REPERTI PER LA CATALOGAZIONE.

48

DI SEGUITO SI TRASCRIVONO BRANI DELLE INERVISTE DAL VOLUME “I MASTRI VETRAI RACCONTANO”.

-PECCIA LEA - Rivestitrice di fiaschi. -”Negli anni sessanta nella zona di Piegaro – Panicale non c’era molto lavoro. “A Pietrafitta vi erano alcune industrie: la Cava di lignite, la Mattoniera e la Vetreria guidata dai toscani e Bombello che produceva damigiane con una parte di vetrai che erano stati licenziati da Piegaro. Nel 1957 anche la Vetreria Piegarese era agli ultimi sgoccioli, si doveva rifare e i vetrai decisero per la Cooperativa. Alcune ditte portavano i fiaschi da rivestire. Per le donne, l’unica risorsa era la rivestizione dei fiaschi, sia fabbricati in zona dalla Vetreria Piegarese che da ditte toscane. Il lavoro incominciava la sera prima, bisognava bagnare la scarcia e fasciarla con il “ballone” in modo da non farla asciugare, altrimenti si rompeva nel momento di adoperarla e ci si rovinava le dita. Ci si alzava la mattina presto per prendere poche lire che però facevano comodo e c’era l’opportunità di non spostarci da casa e fare le faccende domestiche, si lavorava e si cuoceva la pasta, si guardavano i figli, ma la cosa negativa era che i contributi per la pensione non sempre venivano “versati”. Alcune ditte portavano il lavoro “a nero” senza rispettare i contratti e si faceva concorrenza tra lavoratrici, tutte le settimane ritiravano il lavoro, lo pagavano e lo consegnavano di nuovo. Vedendo tutte le settimane i soldi molte donne trascurarono la Vetreria Cooperativa che era sorta da poco. Venivano dalla Toscana, da Figline Valdarno, Empoli. Venne il Ninci, l’Etruria di Giovanni Bartolozzi, Gatti, ecc.. Noi si presero contatti con le donne toscane che avevano da tempo effettuato scioperi e ottenuto risultati. Poi nel 1975 arrivarono delle macchinette che eliminavano diverse fasi dalla lavorazione

49

manuale. Dalla Toscana costruirono nel 1978 una fabbrica a Moiano. Fu allora che la Vetreria Cooperativa Piegarese, attraverso una “lettera aperta” del Presidente Pedetti, rassicurò le lavoranti a domicilio sul rispetto delle norme di legge e dei contratti.[…]

-MOSCONI QUARTILIO – Scrive l’ex segretario Cgil

-Camera del Lavoro di Tavernelle: “Avendo svolto attività nel Sindacato nella zona di Tavernelle che comprende i comuni di Panicale e Piegaro sono a conoscenza, per averli vissuti, aspetti positivi e negativi delle vicende del vetro.[…] Le vetrerie non solo producevano ma svolgevano anche una attività complementare e cioè la rivestizione di varie tipologie di fiaschi. Nel territorio operavano sia imprese umbre che toscane, quindi la rivestizione aveva assunto una forte presenza estendendosi anche in alcune zone di Castiglione del Lago, Città della Pieve e Perugia.[…] Questo lavoro si può affermare che è servito ad elevare le condizioni di molte famiglie e data l’estensione, si poneva l’esigenza di fissare delle regole e per questo venne stipulato il Contratto nazionale, e a livello provinciale tariffe per ogni pezzo rivestito. Molte furono le iniziative sindacali per raggiungere tali obbiettivi, dalle assemblee agli scioperi che consistevano “nel non riconsegnare i fiaschi rivestiti”. Alle trattative presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro erano presenti rappresentanti delle donne. Una esperienza importante sul piano economico e fortemente positiva di emancipazione del mondo del lavoro e di dialettica con i committenti.”[…]

-FORA NILO – In occasione della Sagra della Castagna del 2004 è rimasto molto sorpreso del “Palio del fiasco impagliato” e della mia collezione esposta in paese. È un po’ amareggiato per il fatto che la vecchia Vetreria sia spoglia e non siano stati recuperati i materiali e le attrezzature. Mi scriverà degli appunti dei quali trascrivo alcuni brani:

50

“Negli anni ‘50 venne ripristinata la vecchia Vetreria Piegarese da una società che con un fornetto piccolo facevano pomelli per mobili; il personale non era molto, noi eravamo inesperti in quel campo di lavoro. Io facevo parte dell’officina poiché già conoscevo un po’ di meccanica. Quindi si è iniziato a lavorare il vetro con macchine semiautomatiche che io conoscevo appena e richiedevano molta manutenzione, infatti anche di notte dovevo correre per qualche riparazione, tutta la maestranza del vetro mi aveva soprannominato con il nome del vecchio meccanico che si chiamava “Borsari.

-CAGIOTTI GUERRIERO - “Ho lavorato come addetto al forno con la qualifica di fonditore… Prima si facevano i bicchieri ed era stata adibita una apposita roteria. Nel 1927 Rossi Raimondo e Rossi Remo ebbero in affitto le Vetrerie su licenza della Principessa Marchesa Pallavicini. Producevano fiaschi che si rivestivano con la scarcia che si tagliava al Lago Trasimeno. Questi imprenditori avrebbero voluto trasferire lo stabilimento in località Lucerno.

-Successivamente la produzione ampliò la tipologia e si producevano fiaschette schiacciate che venivano rivestite con il vinco e bottiglioni. Durante la guerra veniva usato come combustibile la lignite che si trasportava con carri dei buoi dai giacimenti di Pietrafitta. I carri partivano vuoti da Piegaro prima di giorno, in genere alle 2 di notte, per rientrare carichi nelle ore serali. Nel periodo 1924 - 25 l’ubicazione fu spostata nella zona retrostante al Comune.[…] Le maestranze si sono formate in Toscana, nelle vetrerie di Figline Valdarno, Empoli e Pontassieve.”[…]

-MARIO PUTTI - “La mia conoscenza parte dal 1941 come primo lavoro da operaio apprendista all’età di 14 anni. Nel

1940-1941 la marchesa Misciatelli con un esperto di vetrerie e fornalista affidò la ricostruzione del forno e della ciminiera

51

a Realini venuto da Savona. Nel mese di Settembre 1941 ebbe inizio la produzione dei fiaschi e puccianelle. Si introdusse anche una produzione di bottiglie bordolesi. […] Nel 1947 la vetreria chiuse per riparazione del forno e manutenzione generale, riprese a produrre nel settembre dello stesso anno. Nel corso del ’47-‘48 venne a mancare il Sig. Realini, così a partire dal ‘50 si creavano a Piegaro delle piccole società, e nel 1958 chiuse per sempre. Per Piegaro fu un trauma perché si alimentava sempre più la disoccupazione e non potevamo concepire che una tradizione vetraria centenaria dovesse essere abbandonata. Così nel 1958 con il Sindaco Pedetti Leonida primo cittadino, cominciammo ad avere degli incontri tra noi vetrai e manovali, raggiungemmo lo scopo di costituire la Vetreria Cooperativa Piegarese, formata da 40 soci con sottoscrizione di 100.000 lire per ogni socio . Individuato e acquistato il terreno si dette inizio a costruire il primo capannone e poi un altro. Fu lo stesso Antonini che ci presentò la sua soluzione. Era dipendente di una Vetreria di Pordenone, ci accompagnò a fare una visita decisiva per approntare il nostro progetto. Con il sindaco Pedetti Leonida, il meccanico Antonini, Gambacciani visitammo quella Vetreria. Tornati si fecero i nostri conti e così, il 7 Gennaio 1969 si dette il via alla costruzione di questa nuova vetreria, entrando in produzione lo stesso anno 1 Settembre 1969. Avevamo solo un pezzo di carta con pochi disegni.[…] Infine fu festa grande la domenica della inaugurazione, con in testa il Sindaco Leonida Pedetti, i vetrai e le rivestitrici di fiaschi, i bottegai e la popolazione con la consapevolezza di combattere per uno scopo vitale come la rinascita economica di Piegaro e della Valle del Nestore.

52

12 SETTEMBRE 2013 – COMUNE DI PIEGARO Provincia di Perugia CONTRATTO DI COMODATO

L’anno duemilatredici il giorno dodici del mese di settembre, presso la residenza municipale di Piegaro, presso l’Ufficio Segreteria;

Con la presente scrittura privata, avente per le parti forza di legge anorma dell’art. 1372 del codice civile,

TRA

Il Comune di Piegaro, Codice Fiscale 00448170548, rappresentato dal Dott. Brugola Avio, nato a Perugia il 15/04/1954, il quale agisce non in proprio ma nell’eseclusivo interesse del detto Comune che in questo atto rappresenta nella sua qualifica di Responsabile dell’Area Tributi, Servizi Scolastici, Cultura e Turismo, come da decreto sindacale n. 14 del 28/12/2012, e

Il Sig. Mariani Pierpaolo, nato a Panicale il 28/05/1943, residente in Perugia, Via A. Meucci, 92, concede in comodato al Comune di Piegaro che, come rappresentato accetta, i materiali indicati e descritti nell’Elenco allegato presente contratto.

1.Detti materiali verranno a cura del Comodatario conservati presso la sede delMuseo del Vetro e presso il laboratori dsel Vetro di Piegaro.

2.Il Comodatario provvederà a propria cura e spese alla manutenzione e conservazione di detti materiali.

3.Il Comodatario potrà utilizzare detti materiali fuori del luogo di conservazione indicato al precedente punto 1. Anche per altre finalità comunque connesse con l’attività culturale e divulgativa svolta dal Museo. […]

4.Descrizione degli oggetti: - […]

53

24 MAGGIO 2017 OMAGGIO AL SINDACO FERRICELLI.

Sig. Sindaco, “Il reperto di vetro che Le presento, risale alla Seconda guerra mondiale. Trattasi di una damigiana di fabbricazione tedesca, capace di contenere nitroglicerina, abbandonata in località La Potassa, nel corso della smobilitazione dell’esercito tedesco, dopo aver fatto brillare parte del centro storico e abitazioni nei dintorni di Piegaro. Mi pare importante che rimanga tra gli oggetti conservati nel Museo del vetro. Distinti saluti.”

31 MAGGIO 2017, QUATTROCOLONNE – Periodico della Scuola di giornalismo – Pag.18. I VETRAI CHE SALVANO LA STORIA. Di Camilla Orsini. Il racconto di un fondatore del Museo del Vetro. Uno dei tanti cammei dell’Umbria e una delle più grandi vetrerie d’Europa: a Piegaro il vetro si fa dal XII secolo. Il vetro ha dato lavoro a tutto il paese: c’erano osterie, botteghe di alimentari, il forno, negozi di abbigliamento, macellerie, falegnamerie, calzolai, fabbri […]. Il vero motore portante di Piegaro era la vetreria,

54 *

che anticamente sorgeva dietro al Comune nel cosiddetto Fornacino. “Oggi questa struttura è diventata una casa vacanza – commenta con un certo rammarico il collezionista Mariani – mentre la più recente, attiva dal 1941 è diventata Museo del vetro che ho contribuito a fondare”. [.,.]

6 OTTOBRE 2017 – CORRIERE DELL’UMBRIA - GLI

ARTIGIANI DEL VETRO A CONFRONTO SU TECNICHE

E TRADIZIONI DEL MONDO. […] Durante le due giornate gli artigiani proporranno un ricco calendario di laboratori sul vetro, utilizzando le attrezzature di cui si è dotato il museo negli ultimi anni: fornace per la soffiatura del vetro, forno da vetro fusione, cannelli per la lavorazione a lume, tornio per l’incisione, oltre a tutti gli strumenti per la tecnica tiffany e il mosaico

6 OTTOBRE 2018 – UMBRIAeCULTURA - Ottobre ricco di iniziative. Il fine settimana sarà interamente dedicato alla lavorazione di questo materiale con la manifestazione “L’opera dei vetrai – vetro e vetrai in fiera”, giunta alla ottava edizione. L’evento, inserito nell’ambito della Sagra della Castagna, vedrà la presenza di oltre 20 vetrai provenienti da tutta Italia ed Eiuropa, xche animeranno gli spazi del Museo per dare vita a due giorni di lavorazione dal vivo”

2 AGOSTO 2019 LA NAZIONE. LA NUOVA VETRERIA?IN VALNESTORE.

L’investimento al Nord non può sostituire quello previsto in Umbria. Ad intervenire oggi sul “caso” Vetreria è il sindaco di Piegaro Riberto Fericelli, “siamo da sempre favorevoli all’ampliamento della Vetreria – spiega – tant’è che in un perimo momento avevamo anche proposto l’area di Pietrafitta

[…] Crediamo che l’impianto in valle sia anche una risposta morale dell’azienda, nel rispetto della volontà dei soci, per dare riscontro in termini occupazionali e di recupero ambientale, e per risolvere parte della crisi di questa Valle

55

in cui la Vetreria piegarse è sorta, ha sviluppato competenze e professionalità e le cui radici qui devono rafforzarsi nello spirito statutario della cooperazione”.

20 GENNAIO 2020 – CORRIERE DELL’UMBRIA.

“Vetreria, c’è il progetto di raddoppio per forno e magazzini di stoccaggio.[…]

Un primo interessamento per l’area della vecchia centrale Enel non è andato a buon fine per lungaggini burocratiche”.

56
BREVE STORIA DEL MUSEO DEL VETRO PER IMMAGINI

Ex Vetreria LUNGO ABBANDONO PRIMA DEL RESTAURO.

57

ATTIVITA’ SINDACALE DOPO LA CHIUSURA DELLA VETRERIA MISCIATELLI

Asemblea delle rivestitrici di fiaschi e dei vetrai di Piegaro.

58
59
60
di restauro nella ex vetreria.
al Museo del Vetro.
Lavori
Ingresso

Reperti nel Magazzino

ALCUNE BACHECHE

61
62

MACCHINA SEMIAUTOMATICA,

RESTI DELLA COLATA DEL FORNO FUSORIO

63

SOTTO: ANGOLO DELLA RIVESTITRICE

64

ALCUNI OGGETTI ESPOSTI

65
66

MUSEO DIFFUSO

67
Importanti reperti conservati in abitazioni private.
68
69
Ex vetrai riuniti al Ristorante “Da Elio”

Ringrazio:

Giuseppina Cherubini

Luciana Bianco

Rosso Rossi

Valeria Bocchetti

per le immagini delle pp.58, 67, 68

Soffiare nella canna metallica per lavorare la pallina di vetro appena estrattadalfornofusorio.

Il bolo prende forma quasi automaticamente. L'ampollina è il primo oggetto che si impara a produrre. A meno che un po' indecisi si lascia che il vetro diventi scarto che staccato dalla canna, e temperato diventa unoggetto semplice,magariunsoprammobile.

Maniamichevolicihannosostenuto,grazieCesvolUmbria

Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.