Lombardia nord-ovest 1/2013 - VARESE SPECIALE MUSEI

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VARESE MUSEI IN RETE | CASE HISTORY

Villa e collezione Panza FAI

Villa Panza White, yellow and blue: spirituality blends with the metaphysics of colour and light. Red, green and pink: space and the environment become one. This is the magic of the "Varese Corridor", one of the world's most famous permanent contemporary art installations. We're at Villa Panza, in the city of Varese, where a prestigious eighteenth century residence maintained by the FAI has also been transformed into a museum, thanks to Count Giuseppe Panza's passion for art. The work, which continues to impress visitors to this day, is known as the Varese Corridor: here, the talent of Dan Flavin, whose works are displayed on the rustic first floor, is exalted in a mix of light and colour, intermingling with the paint and the architecture itself, becoming an essential component. Fluorescent neon tubes adorn the floors and walls: poor and industrial mediums, which nevertheless provide for a rich sensory experience. In the words of Anna Bernardini, the museum's director, «Count Panza liked Dan Flavin because his creativity expressed his perception of the world around him: that of an individual in constant pursuit of spirituality and the metaphysical». The Count paid no attention to the opinions of others, who, at the time, criticized his purchases of inexpensive and lesser-known works of art. But the his foresight proved to

di Nicola Antonello

Ph. Giorgio Majno

Bianco, giallo e blu: la spiritualità si fonde nella metafisica del colore e della luce. Rosso, verde e rosa: spazio e ambiente diventano una cosa sola. È la magia del ““Varese Varese Corridor”, Corridor”, una delle più celebri installazioni permanenti al mondo di arte contemporanea. Si trova a Villa Panza, Varese dove la prestigiosa dimora settecentesca del Fai, grazie alla passione per l'arte del Conte Giuseppe Panza, si è trasformata anche in un museo. L'opera, che ancora oggi lascia stupiti migliaia di visitatori, è il Varese Corridor: qui il talento di Dan Flavin, l'artista protagonista degli spazi dei rustici al primo piano, è esaltato in un mix di luce e colore, steso come la pittura insieme con l'architettura, che ne diventa parte fondamentale. Ci sono tubi al neon fluorescenti sui pavimenti o sulle pareti: mezzi poveri e industriali che, tuttavia, regalano ricche emozioni. «Il Conte Panza – racconta Anna Bernardini, direttore del museo – amava Dan Flavin perché esprimeva attraverso la sua creatività il medesimo modo di sentire, quello di una persona sempre alla ricerca della spiritualità e della metafisica metafisica». ». Il nobile non si guardava dai giudizi altrui che, all'epoca, criticavano i suoi acquisti: poco costosi, poco conosciuti. Aveva ragione: oggi sono capolavori dell'arte minimale. Grazie a questa intuizione, la Villa si arricchì di opere d'arte americana e ben presto la collezione Panza iniziò a essere conosciuta nel mondo. Un omaggio alla lungimiranza e alla sensibilità del proprietario. All'inizio degli anni Settanta Giuseppe Panza adattò anche gli ambienti delle scuderie e dei rustici per ospitare le installazioni d'arte ambientale dei californiani James Turrel, Maria Nordman e Robert Irwin. Si tratta per lo più di interventi sullo spazio con l'utilizzo della luce naturale e artificiale che tendono a creare nuove situazioni percettive. Al centro della collezione resta comunque il newyorkese Dan Flavin, di cui la collezione Panza vanta la più grande concentrazione di opere permanenti esposte.

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