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DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014

Settimanale di Informazione

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A proposito di dissequestro

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ANNO XIV - N° 32 - DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014

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riceviamo e pubblichiamo FRANCESCO GIRARDI

CASORIA AMBIENTE: A ONORE DEL VERO E DEI NOSTRI CITTADINI

Caro direttore, ti scrivo per fugare alcune voci infondate che hanno ventilato violazioni ambientali gravi connesse al trattamento di rifiuti tossici o nocivi presso il Centro di Raccolta Comunale sito in prossimità della sede aziendale. L’8 ottobre scorso, nel corso di una serie di controlli effettuati sul territorio della Terra dei Fuochi, a seguito di un accesso presso il nostro Centro di Raccolta Comunale, venivano contestate alcune violazioni relative a presunte miscelazioni di rifiuti, trattamento di rifiuti nocivi e trattamento di rifiuti tossici. Tali contestazioni (ripeto assolutamente presunte) venivano già nella giornata del 9 ottobre completamente ritenute inconsistenti dalla relazione che, alla presenza dei militari dell’arma dei carabinieri e del capitano Iannicca della Compagnia di Casoria,veniva redatta congiuntamente dal personale dell’Asl e dell’Arpac regionale. La società, in una proficua interlocuzione con l’autorità giudiziaria preposta, presentava un piano di conferimento dei rifiuti precedentemente caratterizzati dai tecnici Asl

e Arpac ed otteneva l’autorizzazione allo smaltimento e il dissequestro temporaneo dell’area del Centro Raccolta Comunale. Le attività di conferimento si sono regolarmente svolte sulla base dei contratti e delle autorizzazioni in possesso dell’Azienda. Il 22 ottobre, constatata la regolarità delle operazioni e lo svuotamento dei cassoni del centro sono stati riapposti i sigilli per procedere agli ulteriori riscontri ed alle successive procedure volte al regolare dissequestro definitivo dell’area. In nessun caso sono stati ritrovati e conferiti rifiuti tossici o nocivi o oggetto di miscelazioni. Le uniche tipologie riscontrate quali rifiuti urbani pericolosi erano ascrivibili alla tipologia RAEE (Frigoriferi ed elettrodomestici bianchi) oggetto di regolare convenzione con i consorzi obbligatori di smaltimento preposti. La Città di Casoria è tra le più attive ed attente, nella Regione Campania, ai problemi dell’ambiente ed alla correttezza di funzionamento del ciclo della raccolta differenziata. La società del Comune fa dell’impegno in tal senso una propria

bandiera, pur consapevole delle difficoltà del territorio e della farraginosità della normativa e dei controlli. Oggi Casoria Ambiente sta adoperandosi per riattivare il normale ciclo di funzionamento e per rendere disponibile di nuovo alla cittadinanza il servizio di conferimento al Centro di Raccolta Comunale, in tempi brevi. Comunicheremo pertanto la riattivazione del servizio (ora sospeso) appena possibile e nel frattempo ci scusiamo per il disservizio fatto patire, ribadendo il nostro impegno a minimizzare il disagio per la città. Un cordiale saluto


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ANTONIO BOTTA

A colloquio con don Pasquale Fioretti, Parroco della chiesa di S. Benedetto Abate

IN CONTINUITA’ CON LA LINEA PASTORALE DI DON MAURINO Dopo l’intervista a don Marco Liardo e a mons. Nunzio D’Elia, continua l’inchiesta di Casoriadue sull’apostolato che svolgono i Parroci della nostra Città nelle rispettive Parrocchie. A rispondere con cordialità alle nostre domande è, questa volta, don Pasquale Fioretti, Parroco della chiesa di S. Benedetto Abate. A tre anni dalla morte di mons Mauro Piscopo, qual è il suo ricordo personale dell’amatissimo Parroco di S. Benedetto? Personalmente ho tanti bei ricordi della mia esperienza di sacerdote accanto all’indimenticato don Mauro. Soprattutto è vivido il ricordo di come, nonostante la grave malattia che lo aveva colpito, non si risparmiasse mai dai suoi impegni sacerdotali. Malato confortava gli ammalati, sofferente non risparmiava un sorriso, una carezza a chi viveva qualche momento difficile. Sicuramente il suo apostolato si pone in una linea di continuità con l’indimenticato Predecessore. In sintesi, potrebbe indicare i punti cardine della linea pastorale della Parrocchia ? Padre Piscopo, sacerdote sempre attento ai cambiamenti nella Chiesa, fu tra i primi ad aprire la Parrocchia alla collaborazione dei laici e ripeteva sempre lo slogan “Parrocchia, famiglia di famiglie” dove ognuno doveva sentirsi come a casa propria. Attualmente la Parrocchia, in continuità con la linea pastorale iniziata da don Mauro, sta vivendo una grande primavera pastorale e spirituale: gruppi di catechesi per tutte le fasce d’età,

dai bambini della prima comunione fino al gruppo di famiglia, passando per l’oratorio, i giovani ed i giovanissimi. Anche la vita spirituale è molto sentita e ruota intorno al culto del nostro San Benedetto. Quando ricorrono le due feste, il 21 marzo e l’11 luglio, tutto il quartiere si mobilita per omaggiare il santo che viene a benedire le varie zone con festoni, lancio di fiori, esposizione di coperte con grande partecipazione popolare. Anche i gruppi di preghiera della Parola chiamati “centri del Vangelo”, che si svolgono nei vari rioni, sono molto seguiti e partecipati. Anche se non abbiamo le strutture adatte, per lavori di restauro e risistemazione (oratorio; nuovi locali e ristrutturazione della Chiesa) che ormai stanno per iniziare, la comunità è di una vivacità incredibile. La lettera pastorale del Cardinale Crescenzio Sepe “Dar da mangiare agli affamati” è ricca di spunti operativi, per sollecitare le comunità ecclesiali a testimoniare una fede incarnata nel territorio, che stimoli all’impegno civile, al perseguimento degli interessi generali della collettività, con uno sguardo preferenziale rivolto alle fasce deboli, agli ultimi, a coloro che subiscono il disagio di una terribile crisi economica. Come intende lei recepire le sollecitazioni dell’Arcivescovo per tradurle in iniziative e atti concreti di carità fattiva ed efficace? Come coordinatore del clero di Casoria ho partecipato ai primi lavori di programmazione diocesana svoltisi nel convegno di Materdomini nel luglio scorso. Recependo le indicazioni del Cardinale Arcivescovo mi sono ancora di più convinto che oggi la nuova evangelizzazione passa obbligatoriamente per i vari segni di carità che una comunità può adoperare. Prima di tutto abbiamo un centro di ascolto Caritas molto atti-

vo aperto tre giorni a settimana dove si viene incontro a tutte le eventuali esigenze non solo materiali, ma anche sociali. Oltre al “pacco” alimentare che, grazie alla convenzione con il nuovo Banco Alimentare, riusciamo a dare ad oltre 90 famiglie, abbiamo lo sportello gratuito di sostegno psicologico ogni lunedì diretto dalla Dott.ssa Rosanna Sorvino; vi è anche la figura del “mediatore familiare” nella persona del sig. Giacomo Orefice, che aiuta tante coppie in crisi a riprendere il dialogo e già diverse coppie hanno ripreso a “sorridere”, fra poco riparte anche lo sportello di “assistenza legale” sempre gratuito diretto dall’associazione dei francescani forensi guidati dall’avv. Manlio Merolla. Nell’oratorio parrocchiale quali sono le attività mirate ad offrire ai ragazzi del quartiere opportunità formative e di crescita sociale? Anche se non abbiamo ancora una struttura adeguata (i lavori dovranno iniziare quanto prima, vi è solo un ultimo cavillo da risolvere) abbiamo una tradizione oratoriale decennale, consolidatasi negli anni. Fiore all’occhiello è l’oratorio estivo che va dalla chiusura delle scuole fino alla prima settimana di luglio. I ragazzi con il pagamento di una quota minima restano in parrocchia dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. CONTINUA A PAG. 7


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DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 SEGUE DA PAG. 5 In questo tempo fanno tutto insieme: ballano, giocano, vivono le catechesi, mangiano (anche abbondantemente) e si preparano allo spettacolo finale sempre molto bello ed apprezzato. D’inverno si incontrano il sabato dalle 17 alle 19 e vivono in piccolo quello che è vissuto durante l’estate. Dall’oratorio sono nate diverse squadre di calcio per più fasce d’età e partecipano ai vari tornei cittadini

7 (l’anno scorso sono stati i primi), decanali e diocesani. E’ Imminente la canonizzazione del Beato Ludovico da Casoria. A suo avviso, quali stili di vita può ispirare ai casoriani, in particolar modo ai giovani, la figura di questo “ciclone della carità”, di questo “eroe del Vangelo”? Padre Ludovico è stato un uomo di grande cultura che dopo la notte della svolta (dopo

l’adorazione nella chiesa delle sacramentine a Napoli) ha tradotto questa sua sapientia mentis in sapientia cordis. Ogni cristiano per non essere uno sterile uomo di cultura deve tradurre la sua vita in opere di carità che certo l’ingegno aiuterà a realizzare. Padre Ludovico ha realizzato tutte le sue opere sfruttando anche le sua intelligenza ed il grande bagaglio culturale di cui era munito. Al di là delle virtù cristiane, il nostro santo può essere additato a tutti, credenti e non, come uomo che ha unito sapienza e carità per il bene del prossimo ed anche per la propria realizzazione personale. Spesso i fedeli esigono molto dai loro parroci, senza considerare che non poche volte essi sono colti da momenti di stanchezza e di stress. Qual è la sua opinione al riguardo? Ancora dalle nostre parti la parrocchia è considerata la fontana del villaggio ed il sacerdote rimane come ultimo interlocutore per chiedere consiglio, sicurezza ed aiuto. La nostra chiesa non chiude non prima delle 21 e qualche volta anche più tardi, per permettere a tutti, anche a chi si libera dopo il lavoro di poter passare e sostare in chiesa o di chiedere informazioni e colloqui. Tutto ciò stanca, a volte ti strema? Si ma ti da’ tanta pace e soddisfazione perché vedi che il Signore agisce attraverso di te e nonostante te!

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ALESSIA DIANO

“Un tempo la chiamavano Campania Felix. Ora è la terra dei fuochi”

Intervista a Ivan Zippo Se si considera quale enorme quantità di alimenti offre questo mare pescoso […], la grande varietà di frutta e di verdura che si trova in abbondanza tutto l’anno […] e come tutta la regione porta da secoli il titolo onorifico di Campania Felix, si capirà bene quanto la vita in questi posti sia felice. Queste sono le parole con cui Goethe, nel 1787, parlava della Campania. Decisamente diversa è la situazione attuale, descrittaci da Ivan Zippo in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Campania Mortis”, tenutasi all’ISIS Torrente di Casoria il 24 ottobre. La Campania, meravigliosa e magica terra, tanto amata dal poeta tedesco sembra non esistere più oramai, essa si è trasformata in un luogo di morte e di sofferenza. Il suo volto da “felix” si è tramutato in “mortis”, e il passaggio dalla rigogliosità al decadimento viene materializzato concretamente nell’opera di Zippo sui volti degli abitanti di Castelvolturno, che a causa di un terribile virus, perdono ogni tratto di umanità trasformandosi in zombie. Ivan, classe ’86, ci ha parlato di come è nato il romanzo e dei motivi che lo hanno spinto a scriverlo. Innanzitutto l’autore ha sottolineato che il suo intento non è quello di parlar male di Castelvolturno, la piccola città di mare è “una cassa di risonanza dei problemi che affliggono l’Italia, e più in generale, la società moderna: rifiuti, armi, spaccio, immigrazione, inquinamento, cattiva amministrazione.” In un passo molto toccante del libro si legge: “Quello che la gente non sa è che l’emergenza rifiuti non è una questione meridionale, ma mondiale […] Purtroppo qui nessuno si rende conto che il nostro progresso e la nostra società basata sul benessere hanno un costo molto alto.” Il suo libro vuole essere sì una denuncia alla spregevole situazione in cui è condannata a vivere la città da qui proviene, ma allo stesso tempo vuole dimostrare come nonostante le gravi problematiche da affrontare ci siano

persone che si rimboccano le maniche e cercano di vivere onestamente. I veri protagonisti del romanzo sono dunque loro, non gli zombie. I morti viventi sono un espediente letterario ma “l’elemento portante sono i sopravvissuti di Castelvolturno”, proprio per questo nella storia non vi è un unico protagonista, la vicenda ruota attorno a 47 persone che con atteggiamento diverso affrontano la catastrofe. “Il mio è un esperimento letterario, volevo mostrare come ogni singolo personaggio si relazionava, anche in base alle esperienze avute, a quanto accadeva durante l’apocalisse.” Ciò che incuriosisce è che uno dei sopravvissuti porta lo stesso nome dell’autore: Ivan. Il giovane scrittore ci rivela che essendo un appassionato di zombie, ha voluto prendere parte in prima persona alla lotta contro gli ex umani. E a proposito di lotta, ha sottolineato che nel testo i sopravvissuti non devono combattere solo contro gli zombie bramosi di carne umana; essi hanno un altro rivale altrettanto terribile: il governo. Nel libro si legge: “Ci vogliono morti! Quando tutto questo sarà finito inventeranno qualche balla, come al solito, trovando qualche capro espiatorio a cui farla pagare […] Nel massimo del silenzio ammazzeranno tutti quelli che possono dire qualcosa […] Il governo dichiarerà che non ci sono più sopravvissuti nel perimetro e così nessuno penserà più che c’è qualcuno da salvare.” Gli abitanti di Castelvolturno non infetti sono dunque abbandonati a loro stessi nel più totale isolamento. Al di là della vicenda horror narrata dall’autore, il libro contiene una forte metafora politica. Dove sono state le autorità in tutti questi anni? Cosa facevano mentre Castelvolturno, e in generale la Campania, crollavano nell’abisso? Ma, soprattutto, perché si è arrivati a questo punto? La risposta a questa domanda ci viene data da uno dei protagonisti della vicenda che afferma: “La triste storia

dell’uomo. Siamo capaci di imparare qualcosa solo quando tutto va male, quando perdiamo quello che abbiamo. Siamo uniti solo nella disgrazia, forti solo davanti alla morte”. Insomma, bisogna sprofondare, toccare il fondo. La gente deve soffrire, ammalarsi e morire prima che qualcuno provveda. Tutto ciò è assolutamente disarmante e avvilente. Per questo motivo l’autore ha affermato che “bisogna informare le persone. La verità non può essere sepolta. Bisogna denunciare questa situazione.” E per rendere ancora più manifesto il suo intento ha realizzato anche un cortometraggio tratto dal libro insieme a degli amici. Nell’agghiacciante video, che dura 21 minuti, viene mostrato il processo di disumanizzazione dell’uomo in uno scenario catastrofico. Lo scrittore ci ha rivelato che non è stato affatto difficile creare l’atmosfera apocalittica: “Il set cinematografico era già lì, era nei ruderi e nelle strade di Castelvoltuno. Non occorreva aggiungere altro.” “Campania Mortis” è un libro che si legge tutto d’un fiato e il fatto che sia stato scritto da un ragazzo di soli 28 anni dimostra il talento di questo giovane scrittore. Ringraziamo Ivan per il suo impegno e invitiamo tutti voi a leggere l’opera. Merita davvero.


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ALESSIA DIANO

Alla ricerca della felicità perduta. Presentazione del libro “Campania Mortis” Venerdì 24 ottobre, a Casoria, presso la biblioteca dell’ISIS Torrente è stato presentato al pubblico il libro “Campania Mortis”, scritto dal giovane e talentuoso Ivan Zippo ed edito da Milena Edizioni. L’incontro, organizzato da Francesco Gemito, sempre impegnato a promuovere eventi cultuali sul nostro territorio, è stato moderato da Ferdinando Troise, direttore di CasoriaDue. “Campania Mortis”, come si evince dall’agghiacciante titolo, tratta un argomento dolorosamente noto: il degrado e l’inquinamento nella Terra dei Fuochi, luogo che un tempo godeva dell’appellativo di “felix, ma che oggi di felice ha ben poco. L’originalità dell’autore sta nel fatto di aver dato un taglio fantastico alla vicenda narrata: Castelvolturno, città che sarebbe potuta diventare una delle più belle riviere d’Italia, si ritrova ad essere il punto di origine di una spaventosa epidemia. La diffusione del virus CTR3, scarto di un progetto bellico, trasforma gran parte dei residenti in una sorta di

zombie il cui unico scopo è cibarsi dei non infetti. La città, messa in stato di quarantena, deve affrontare in totale solitudine il caos derivato dalla tragedia poiché il governo non ha previsto nessun piano di evacuazione per i sopravvissuti. In “Campania Mortis” è presente il Leitmotiv che percorre tutti i romanzi horror che hanno come protagonisti gli zombie, ovvero la lotta tra i viventi e gli ex umani, ma ciò che arricchisce il testo è la forte valenza metaforica data dall’autore; nel libro non si parla semplicemente della classica battaglia tra sopravvissuti e zombie, la guerra viene complicata da una terza parte, definita da Zippo come “un mostro troppo grande per accorgersi di noi”, ovvero il potere. Le autorità nel libro del giovane autore sono forse ancora più spaventose degli zombie perché mentre la disumanizzazione di questi ultimi è causata dal virus, la spietatezza del governo non ha giustificazioni. Sebbene in “Campania Mortis” sia Castelvolturno (città dalla quale proviene l’autore) a diventare teatro dell’apocalisse, Troise, nel suo veemente intervento, ha fatto notare che purtroppo tante altre città campane sarebbero potute essere il

palcoscenico di questa catastrofe: abusi ecologici, rifiuti tossici, cattiva amministrazione sono problematiche diffuse ovunque sul nostro territorio. “La nostra è una terra dannata, sfortunata, martoriata, violentata”, ha proseguito il direttore, e riportando l’attenzione sulla situazione casoriana, ha affermato che “probabilmente Casoria sta messa peggio di Castelvolturno”. Il direttore ha inoltre fatto notare che tra le numerose persone intervenute alla presentazione non vi era nemmeno un rappresentante della nostra amministrazione, sebbene fossero stati tutti invitati. Le discussioni su temi realmente preoccupanti evidentemente non suscitano l’attenzione che meritano. La nota positiva emersa da questo appuntamento letterario è che i giovani sono sempre più interessati ad informarsi su quanto accade nel nostro territorio e si mostrano desiderosi di attuare un cambiamento per ridare dignità alla nostra terra. Ivan Zippo, con questa sua opera di denuncia, può essere dunque, a giusta ragione, considerato il valido portavoce di tutti noi giovani.


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Intervista ad Enzo Amato

Questa settimana noi di CasoriaDue abbiamo avuto il piacere di intervistare Enzo Amato, che con sua moglie, Pina Santillo, coltiva da anni la passione per la danza sportiva ottenendo degli importati risultanti, non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Riportiamo di seguito l’intervista Innanzitutto, che cosa è la danza sportiva? La danza, in generale, è una forma di espressione artistica riconosciuta come arte dello spettacolo. E’ un insieme di linguaggio del corpo ed è il modo più efficace, forte, immediato e diretto attraverso il quale avviene la comunicazione. E’ quindi l’unione tra la musica, la mente ed il corpo. La danza sportiva, invece, rappresenta la trasposizione del ballo, generalmente di coppia, da disciplina artistica in disciplina sportiva, il cui livello varia dall’amatoriale al professionistico, suddiviso in varie categorie e classi, rispettivamente riferite all’età dei ballerini, al grado di difficoltà delle figure, delle prestazioni e della complessiva performance.

La danza sportiva, che può essere praticata dalle persone di tutte le età, è composta da varie discipline: le danze standard (valzer inglese, tango, valzer viennese, slowfox, quick step), le danze latino americane (samba, cha cha cha, rumba, paso doble, jive), le danze caraibiche (salsa, mambo, merengue, baciata) e danze argentine (tango, milonga). Quali sono i benefici che ricava chi pratica tale attività? La danza sportiva è in grado di portare grandi benefici. Gli effetti che ha sul nostro corpo sono vari: se la pratica è regolare aumenta la forza, la resistenza fisica, l’equilibrio e la flessibilità del corpo. Si migliora la postura, e questo rende le persone di aspetto più alto e snello, oltre che più elegante. Inoltre questo tipo di attività fa aumentare il livello di endorfina, provocando quel senso di euforia che è il migliore antidoto contro lo stress. Praticare la danza sportiva ha degli effetti benefici anche sulle nostre relazioni sociali, essa consente, ad esempio, di entrare in contatto con gente di diversa estrazione e cultura e permette di acquisire una menta-

lità più aperta. Mi parli della diffusione della danza sportiva in Italia? In Italia la danza sportiva ha una propria Federazione denominata FIDS, che è affiliata al CONI. La FIDS conta circa 150.000 tesserati, circa 4.000 Società e circa 3.000 tecnici. Tantissime persone in Italia e nel mondo praticano la danza sportiva. Nell’ultimo decennio questa disciplina ha avuto nella nostra nazione una maggiore diffusione con il programma televisivo “Ballando con le stelle”, dove, in realtà, le esibizioni e i balli sono un mix di danza e spettacolo. Alcuni ballerini che partecipano al programma televisivo sono stati anche nostri insegnanti, in particolare Samanta Togni, Simone Di Pasquale e Natalia Titova. Tu e tua moglie Pina come vi siete avvicinati alla pratica della danza sportiva? Ci siamo avvicinati alla danza sportiva per caso e su insistenza di mia moglie. Ero convinto che si trattasse di un genere di ballo praticato solo da persone in età avanzata, invece ho dovuto ricredermi. Ho constatato che la danza sportiva è una vera e propria disciplina sportiva che può sostituire l’attività che si pratica nelle palestre ed in altri sport. Ci iscrivemmo ad una scuola di ballo alla fine degli anni ’90. Con sorpresa ci rendemmo conto che il nostro apprendimento era veloce, quindi a seguito dell’insistenza dei nostri maestri partecipammo a varie gare di ballo conseguendo buoni risultati fin dall’inizio. Da allora, sempre con maggiore impegno, fatto di sacrifici e di tanti allenamenti, abbiamo partecipato a molte competizioni di carattere regionale e nazionale. Quali sono i risultati più importanti che avete conseguito? Siamo pluricampioni regionali nella combinata dieci balli, nelle danze standard e nelle danze latino americane. Inoltre siamo plurifinalisti ai campionati italiani nelle danze latino americane e combinata dieci balli. La più grande soddisfazione, comunque, l’abbiamo ottenuta quest’anno: abbiamo conseguito i titoli di campioni regionali per


DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 le danze latino americane e combinata dieci balli, oltre che il secondo posto nelle danze standard. Inoltre il giorno 9 luglio siamo diventati campioni italiani a Rimini nella combinata dieci balli (cinque danze standard e cinque balli latino americani) Senti che da parte dell’amministrazione casoriana c’è il giusto riconoscimento per chi come te e tua moglie si distingue per particolari abilità? Assolutamente no. Casoria è una città dalla quale provengono campioni di varie discipline, pensa a Mauro Sarmiento (vincitore di due medaglie olimpiche nel taekwondo), a Gioia Marzocca (campionessa di sciabola) o a Enzo Picardi (campione di pugilato), eppure l’amministrazione appare totalmente disinteressata. Non solo non esistono adeguate strutture dove potersi allenare ma non viene nemmeno riconosciuto il valore di chi si impegna con mezzi propri a coltivare la passione per lo sport. Sono anni che propongo di organizzare una cerimonia celebrativa al PalaCasoria, nella quale premiare simbolicamente con una pergamena i casoriani che si sono distinti per particolari abilità, non solo nello sport, ma anche nella cultura o nella musica, ma fino ad ora nessuno mi ha ascoltato. L’intervista ad Enzo Amato ha messo ancora una volta in evidenza le pecche che caratterizzano le istituzioni della nostra città. Per l’amministrazione dovrebbe es-

13 sere un vanto avere sul suo territorio delle personalità di spicco, in questo caso specifico degli sportivi, che hanno ottenuto dei risultati riconosciuti a livello nazionale, se non addirittura mondiale. Organizzare la semplice cerimonia celebrativa proposta da Amato mostrerebbe ai cittadini che l’amministrazione si interessa finalmente ai casoriani. Ma evidentemente l’attenzione delle nostre istituzioni è rivolta ad altro…


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GIANLUCA GRIMALDI

Circumvallazione esterna: traffico e disagi A determinare la vivibilità di un territorio e il tenore di vita ad esso relativo è anche la possibilità di muoversi con facilità attraverso luoghi che sono, geograficamente, vicini. Eppure, per un motivo o per un altro, è pur vero che certi posti sembrano distare molto di più degli effettivi chilometri che li separano gli uni dagli altri. E’ ormai da più di una settimana che code di autoveicoli si susseguono lungo i quasi 6 chilometri della circumvallazione esterna. Quello che dovrebbe essere un tratto da percorrere in brevissimo tempo è diventato, per molti automobilisti, un vero e proprio incubo, tanto da portare molti a optare per percorsi e strade alternative.

Ma come è possibile che un’arteria costruita proprio al fine di velocizzare la percorrenza di una determinata area risulti invece lenta ed eccessivamente trafficata? In realtà, si tratta, a quanto pare, di una situazione temporanea: all’origine del disagio la manutenzione di alcune tubature dell’acqua che avrebbe portato a rallentamenti e code. Il tutto avrebbe dovuto essere risolto in poco tempo, ma la situazione sembra che tornerà stabile solo tra qualche giorno. Non è la prima volta che la circumvallazione esterna risulta bloccata o che normali lavori di manutenzione comportano disagi che si protraggono per diversi giorni: già i forti acquazzoni estivi avevano mostrato alcune pecche nello scolo delle acque piovane, paralizzando totalmente il traffico anche per diverse ore. Non è raro, inoltre, imbattersi in cumuli di rifiuti che circondano l’area della circumvallazione. Nonostante i diversi interventi ad opera anche dei singoli Comuni, come il grande sgombero operato da Qualiano nel mese di luglio in relazione all’area antistante il campo rom, molti tratti risultano ancora il luogo dove rifiuti, domestici e industriali, vengono depositati e, spesso, dati alle

fiamme. Non è difficile notare strani odori o imbattersi in colonne di fumo nero mentre si percorre la superstrada: talvolta, queste discariche a cielo aperto si trasformano in veri e propri roghi che, oltre ad attentare alla salute pubblica per la loro tossicità, rappresentano un serio pericolo di incendio anche per le aree circostanti. Situazione dove, dunque, non assume importanza solo il senso civico dei normali cittadini, ma anche il dovere delle istituzioni di vigilare in relazione alle aree di propria competenza.

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ROSA DAVIDE

ASPETTANDO L’EVENTO DEL 23 NOVEMBRE

I cittadini casoriani attendono un grande evento, quello della Canonizzazione del Beato Padre Ludovico, previsto per il prossimo 23 Novembre. In città si respira grande entusiasmo. Tante le bandiere che raffigurano Padre Ludovico sui balconi e fuori i negozi. Vicino la Casa Natale, scritte e immagini raffiguranti il suo operato. La parrocchia di Santa Maria delle Grazie, come le tante altre presenti sul territorio, è pronta per il lieto evento. Il 23 Novembre è prevista la partenza in pullman alle 4:00 del mattino da Piazza Formicola. La quota di 20 euro è comprensiva di: posto in pullman, pass di entrata a Roma, parcheggio del pullman in Piazza San Pietro e autostrada. E’ prevista una colazione a sacco probabilmente presso il “Santuario Divino Amore”. Sono numerosissime le adesioni già pervenute. I casoriani sono dunque in attesa di tre eventi molto importanti. Il 21 novembre 2014, da Posillipo, l’Urna contenente i suoi resti mortali verrà portata a Santa Chiara e seguirà, alle ore 17, un momento di preghiera. Il 23 novembre 2014, alle ore 10.00, in Piazza San Pietro a Roma, Papa Francesco proclamerà “Santo” Padre Ludovico. Il 29 novembre infine, l’Urna di San Ludovico sarà portata al Duomo di Napoli e alle 18.30 il Cardinale presiederà una solenne celebrazione di ringraziamento. FLORIANA ALAIA

Canale che vai, azzurri che trovi

Dopo aver trattato qualche settimana fa della trasmissione calcistica “Settimana Azzurra” di Paolo Esposito, questa domenica ci occupiamo di altri due programmi tv dedicati al calcio, in particolare a tutto ciò che è legato al Napoli, uno in onda su TeleAkery, l’altro su Televomero. Il primo è “Corner”, talk show settimanale condotto da Michele Sibilla in onda su TeleAkery (canale 592 del digitale terrestre) il martedì dalle 20.45, che è possibile vedere anche in streaming su www.teleakery.com. Ospiti abituali di Corner sono Nello Odierna, il noto direttore responsabile dei servizi sportivi di Capri Event, il quale segue il Napoli da anni e anni, e Pasquale D’Angelo, esponente di vecchia data del tifo organizzato della curva B, più volte definito anima del programma. Questa settimana invece hanno partecipato allo show il giornalista di “Cronache di Napoli” Marcello Altamura, e l’agente FIFA Andrea Buffo. A intervenire nel corso di qualche puntata durante questi anni è stato anche il giornalista Carlo Caporale, direttore di “Tribuna Sport” in onda su Televomero. Oggigiorno i due programmi vanno in onda allo stesso orario il martedì sera ( Tribuna Sport su canale 11 del digitale terrestre) tenendosi testa a vicenda e spingendosi sempre più a migliorarsi per accontentare il proprio pubblico. Sono diventate ormai entrambi punto di riferimento per i tifosi napoletani, delle finestre informative dedicate inte-

ramente al Napoli, che permettono a chi le segue di essere sempre aggiornati sulle ultime news: la loro importanza non è trascurabile se si pensa che “Tribuna Sport” è giunto quest’anno alla sua diciottesima stagione. Sessanta minuti di notizie, interviste, commenti e collegamenti telefonici incentrati sul calcio Napoli ma anche sulle altre realtà sportive napoletane, condotti dal già citato giornalista Carlo Caporale e da Tiziana Pirone. Non manca un collegamento diretto con i telespettatori a casa, che possono chiamare allo 081/5784779 o connettersi alla diretta tramite mail a tribunasportelevomero.it . Il martedì sera quindi la scelta è ardua, ma una volta deciso non resta che mettersi comodi e godersi le ultime news sulla propria squadra del cuore!


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SEGNALAZIONI SENZA RISPOSTE:

RIFIUTI E STERPAGLIE IN VIA BRINDISI

Cittadini malcontenti e avviliti si rivolgono alla nostra redazione, stanchi ormai di continuare a segnalare problemi che puntualmente non avranno risoluzione. Parliamo nuovamente dei rifiuti, la spina nel fianco della nostra città e anche di molte altre in Campania. Sacchetti e rifiuti ingombranti si trovano spesso per le strade di Casoria e nonostante la raccolta differenziata sia praticata in maniera molto attiva, non è la prima volta che segna-

liamo questo tipo di problema. Sono proprio i cittadini che si preoccupano di risolvere questa situazione e continuamente ci inviano foto e richieste di pubblicazione. L’ultima è arrivata qualche settimana fa e si riferisce a Via Brindisi, una zona della periferia casoriana, ingombrata da sterpaglie e rifiuti di qualsiasi genere. Dopo la segnalazione e le numerose lamentele siamo andati a controllare personalmente e abbiamo constatato la presenza di erbe selvatiche mescolate a sacchetti e oggetti ingombranti. Insomma un’area terribile da vedere e da respi-

rare. La puzza sgradevole dei rifiuti arriva alle abitazioni vicine che si lamentano continuamente ma soprattutto, come riportato nella segnalazione, le sterpaglie ormai diventate enormi ostacolano il percorso stradale e rendono difficili le normali manovre automobilistiche. Una situazione davvero degradante che interessa tutta la strada e in particolare all’altezza del numero civico 40 di fronte ad una casa completamente abbandonata dove si è alzato un muro di erbaccia. Il manto stradale è occupato del tutto da questi cespugli e la situazione non è più sostenibile. Il cittadino che si lamenta con la nostra redazione, ha anche più volte rilasciato richieste e segnalazioni sul sito “SOS CASORIA”, senza ricevere nessun tipo di risposta. Il sito in questione, creato dal comune di Casoria, nasce proprio con l’intenzione di dare ai cittadini la possibilità di comunicare direttamente con l’amministrazione e di segnalare i problemi che creano squilibrio nel nostro paese. In realtà però se si comunica un problema ci si aspetta anche una risoluzione immediata, che purtroppo continua a non arrivare. Insomma il nostro cittadino come tanti di noi, non solo si chiede come fare per venire a capo di questo problema, ma si chiede anche quale sia davvero l’utilità di questo sito. In effetti ci piacerebbe sapere chi si occupa di questo blog e se la sua creazione è frutto dei soldi e delle tasse pagate da noi cittadini, perché in tal caso, ciascuno di noi pretenderebbe la più completa presenza e l’immediato intervento da parte di chi lo gestisce. Nel frattempo in mancanza di questo servizio che sembra non essere in grado di agire, la nostra redazione si preoccupa di comunicare ciò che accade a Casoria, sperando in un possibile provvedimento.


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LUIGI IPPOLITO

“La Giovane Italia”: il libro dei talenti che verranno. Tra i relatori anche Ciro Troise!

Il calcio italiano non è più quello di una volta. Da troppo tempo ormai il nostro Paese ottiene soltanto scarsi risultati in questo sport. All’ordine del giorno ci sono sempre problemi finanziari, fallimenti di squadre, scandali, scommesse e introiti vari, tanto che non ci si scandalizza più nel sentir queste notizie. La crisi del calcio italiano è un fatto risaputo ma, nonostante si navighi in cattive acque da tanto, nessuno sembra attuare delle soluzioni per vedere quanto

PAOLO G HISONI - STEFANO N AVA CON

LUCA B RIVIO , M ANUEL M ONZANI , FABIOLA R IETI E C IRO T ROISE

LA

GIOVANE

GLI UNDER 19 IN CUI CREDIAMO

meno la rotta d’uscita. Il punto essenziale per ripartire c’è: i giovani e le relative equipe di categoria. Un’iniziativa fondamentale che si muove in questo senso è quella del giornalista Sky, Paolo Ghisoni, che fra trasmissioni tv e siti tratta perfettamente dei nuovi volti del pallone. La sua ultima opera è “La Giovane Italia, gli Under19 in cui crediamo”: un almanacco che si occupa dettagliatamente dei migliori piccoli talenti in circolazione nei diversi club che giocano nei vari campionati d’Italia. L’edizione corrente, che elencherà i calciatorini nati dal 1995 al 2000, annovera tra i collaboratori Stefano Nava, ex difensore del Milan ora commentatore Sky e allenatore della formazione Berretti dei rossoneri; presente anche un po’ di Casoria grazie a Ciro Troise, direttore responsabile del website IamNaples.it. Proprio a lui, Casoriadue ha

rivolto qualche domanda circa questo lavoro e, ancor di più, sulla situazione del calcio nostrano. Innanzitutto, come è nata questa collaborazione? Poi, cosa hai ricavato e cosa ti ha affascinato in questa esperienza? “La mia peculiarità è stata sempre quella di occuparmi dei settori giovanili, osservare da vicino le squadre e poi scriverne articoli. Su IamNaples.it e anche su gianlucadimarzio. com, in questi anni, ho pubblicato tantissimo a riguardo e grazie a questo sono stato poi contattato da Ghisoni per questo lavoro. È stata una bellissima esperienza che mi ha dato davvero tanto! La cosa che più mi ha colpito è, senz’altro, l’aver allargato i miei orizzonti, l’esser venuto in contatto con una realtà più ampia, rispetto a quella che trattavo normalmente”. Come e da dove si crea l’idea di questo libro? “L’idea nasce dalla volontà di Paolo Ghisoni e non dalle società, questo è da sottolineare! L’intento è quello di voler ridare forza al calcio italiano attraverso questi elenchi dei calciatori che potranno sfondare, individuati con la nostra attività di monitoraggio e di contatto con le società”. Ci sono state delle difficoltà? “Certo, e sono dipese tutte dall’arretratezza che caratterizza ancora moltissimi club! Molti di questi non capivano l’importanza del nostro lavoro e non mi hanno reso la vita facile. Invece di pensare che questo almanacco avrebbe dato rilievo anche a loro, le società agivano senza la benché minima partecipazione. Un dispiacere, insomma, vedere queste vicende…” Hai notato delle differenza tra i vari club del Nord e del Sud Italia? “Sì, e mi dispiace dirlo. Non tanto per quelli in Lega Pro, che è universalmente arretrata, ma per lo più per quelli delle serie maggiori. La differenza tra le società del settentrione con quelle del meridione è enorme! Certo, ci sono realtà come Napoli, Benevento, Juve Stabia e Trapani che sono un ottimo modello, ma in linea generale c’è un gap sostanziale. E questo va a discapito soprattutto dei giovani calciatori tesserati…”. Hai notato nelle squadre la presenza in maggior numero di stranieri a discapito

degli italiani? “Sfortunatamente sì. Certamente, tanto di cappello se si prende il vero talento fuori dai nostri confini. Ma, tramite la mia esperienza, ho notato che in molti non sono superiori agli italiani. Addirittura, molti calciatori stranieri sono costati tantissimo, e qualcuno diceva che si cercava all’estero proprio per poter risparmiare…”. A questo punto, la soluzione per risollevare il calcio italiano qual è? “Purtroppo, è un discorso talmente ampio che dovremmo scriverci un altro libro a riguardo! Sicuramente, la soluzione principale è investire nel futuro proprio attraverso i settori giovanili. Ma, in questo Paese, sono poche le realtà che danno la giusta attenzione all’avvenire. Piuttosto, sono in molti a pensare all’immediato non avendo prospettiva. Molto spesso, gli addetti all’opera sono inadeguati o il livello di organizzazione è scadente. Le formazioni giovanili sono viste soltanto in secondo piano, un elemento che si ha solo perché se ne ha l’obbligo. Se si vuole ripartire con questi argomenti, allora non si andrà molto lontano…”. Quale sarà allora, negli anni a venire, la situazione del calcio italiano? “Se non cambia la tendenza, si farà una brutta fine! Le cose non possono continuare in questa maniera, andrà sempre peggio! Considerando i risultati, non vinciamo una coppa continentale dal triplete dell’Inter di Mourinho. La Nazionale è uscita al primo turno agli scorsi Mondiali e non ha raggiunto mai livelli eccelsi. Qualcuno potrà menzionare l’Europeo di due anni fa, ma sinceramente una rondine non fa primavera! Abbiamo perso un posto per le qualificazioni alla Champions League, dieci anni fa detenevamo il titolo di miglior campionato del mondo e ora siamo addirittura scesi dal podio. Dovremmo prendere esempio dalle altre nazioni, quali Spagna, Inghilterra e Germania, che hanno speso negli stadi, nelle strutture e nei settori giovanili. Hanno pensato prima al fatturato e poi ai risultati! Tramite la crescita economica dovuta a queste manovre hanno, di seguito, investito per portare a casa loro i top player. I nostri club non possono puntare subito alle vittorie se non si creano le basi”. Infine, cosa ti auguri a livello personale? “Questo lavoro è stato davvero fondamentale per la mia crescita e sono davvero contento di quanto dato e di quanto ricevuto. Mi auguro di poter maturare ancora di più in questo mondo e nella materia che mi compete!”.


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DOVE ERAVAMO RIMASTI

«Io grido: “Sono innocente”. Lo grido da tre anni, lo gridano le carte, lo gridano i fatti che sono emersi da questo dibattimento! Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi.» Queste le parole che costarono a Enzo Tortora una denuncia per offesa alla Corte che di lì a poco lo avrebbe condannato. Accusato di traffico di droga e associazione camorristica per un foglietto di carta e una grafia da decifrare, le dichiarazioni dei pentiti Melluso e Pandico, fu definito, nella motivazione di condanna perché “socialmente pericoloso”. Siamo nell’anno 1983, inizia un calvario che porterà alla morte il giornalista e presentatore il 18 maggio 1988. Lunedì 27 ottobre alle ore 17,30, siamo nell’Aula Magna dell’I.S.I.S. “Andrea Torrente” di Casoria, siamo con la prof.ssa Rosalia Marino e il Preside Giovanni De Rosa per la proiezione del Film-documentario “Enzo Tortora una ferita italiana”. Il regi-

sta Ambrogio Crespi, che alla fine ha raccontato la propria vicissitudine giudiziaria molto simile a quella di Tortora, ha saputo, creare con equilibrio e tempi adeguati, un suggestivo ed emozionante lavoro cinematografico che riporta le lancette della storia indietro di trent’anni, a un periodo difficile della nostra Italia. Il film è un collage d’interventi e interviste di interpreti del processo, di magistrati, politici, giornalisti, gli avvocati del collegio difensivo. Toccante davvero una lettera scritta da Tortora alla compagna Francesca Scopelliti in cui racconta i disagi di vivere in una cella, la mancanza d’intimità e umanità che quella condizione porta e di un evento vissuto in diretta “il terremoto”. Tortora il 17 giugno 1983 è arrestato, incarcerato e messo sotto processo. A distanza di un anno Marco Pannella lo candida tra le fila del Partito Radicale, sarà eletto al Parlamento Europeo con cinquecentomila preferenze.

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Inizia così un impegno civile e politico contro la carcerazione preventiva e soprattutto la condizione dei reclusi nei penitenziari. Eppure l’orgoglio e il carattere dell’uomo, la sua rettitudine morale, prevalgono sull’opportunità di evitare la galera. Il 1985 è l’anno in cui Enzo Tortora si dimette dall’incarico di parlamentare europeo per consegnarsi alla giustizia italiana. La scena dell’intervento di commiato di Enzo Tortora a fianco di Marco Pannella all’assemblea di Strasburgo è straordinaria per sintesi ed equilibrio. Tortora riesce ancora a difendere il lavoro dei tanti magistrati italiani “seri, onesti e laboriosi che comunque rappresentano la maggioranza”. Enzo Tortora nel 1986 la Corte di Appello di Napoli lo scagiona da ogni collusione con la camorra e dal reato di traffico di droga. La stessa città che lo aveva condannato lo assolve. Gli ultimi due anni di vita per Enzo Tortora sono quelli del ritorno alla trasmissione “Portobello”, tra la commozione degli spettatori in sala e a casa nella prima puntata pronuncia la famosa frase “…dove eravamo rimasti…”, della nuova trasmissione “Giallo”, mentre continua la sua lotta a favore dei reclusi. Il 18 maggio 1988 Enzo Tortora muore per


DOMENICA 2 NOVEMBRE 2014 un male incurabile che si era coltivato nello spirito, cresciuto nel corpo. I funerali nella Basilica di San Ambrogio a Milano vedono amici, familiari, politici e gente dello spettacolo piangere Enzo Tortora, tanti e tra i tanti anche qualcuno che era tra i suoi denigratori. L’anno della sua morte è anche quello della riforma voluta da Giuliano Vassalli, Ministro di Grazia e Giustizia che proporrà una legge dal chiaro sapore di compromesso più che l’applicazione e lo spirito del Referendum votato dall’85% degli italiani per la responsabilità civile dei Magistrati

21 del 1987 denominato anche “Referendum Tortora”. Solo oggi, nel 2014, l’attuale governo propone delle modifiche. Una frase di quelle proposte nel film mi ha colpito più di tutte: “Nel processo Tortora il partito dei magistrati ha mostrato i muscoli”. La vicenda Tortora aprì le porte a una rivoluzione politica e culturale in Italia ma, soprattutto allo scontro di due poteri dello stato: quello politico e quello della magistratura e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. La guerra tra “chi era a favore dei giudici e chi contro”, esplose proprio in quel

periodo, acuendo l’ostilità dell’area laica e di governo verso il partito dei magistrati che culminò, dopo qualche anno, con la stagione di “Tangentopoli” e il crollo della prima Repubblica. Bravo, davvero bravo Ambrogio Crespi che ha saputo, raccontare le vicissitudini di un uomo, un giornalista tra i più amati dagli italiani che tra la poltrona di europarlamentare, l’immunità parlamentare e una sicura carriera politica scelse di entrare nella storia pagando con gli arresti domiciliari, la morte, la condanna di una “Giustizia ingiusta”.

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22 IDA PICCOLO

VI RACCONTO LA MIA GRANDE ESPERIENZA SULLA TERRA DEI SANTI

E’ un’emozione che ti prende alla gola quando sai di essere scelta come conduttrice di un dvd riguardo “Casoria città dei Santi” non solo città di successi, ed è questo il punto, forse per una come me cimentandosi solo in feste profane non traendo comunque nulla solamente soddisfazioni di averlo portato in pieno avanti ; ma la mia eperienza incamminandomi per le tante strade di Casoria ove troviamo chiese, conventi,Basilica è stato davvero un traguardo unirmi al Sacro, trascurando in quel periodo di registrazione ogni fetta di spettacolo generico. Vivere un’esperienza tra <<Spiritualità e Natura>>attraversando la zona che è stato delle più singolari gesta di “ Padre Ludovico” dove proprio in questa basilica sentì sbocciare la sua passione: vivere

in povertà assoluta e predicare il vangelo. Casoria presenta un’infinità di opere da vedere e il turista vive un’esperienza intensa e sperimentando un nuovo modo di soggiornare. <<Ho conosciuto la pace e la serenità a stretto rapporto con “la Città dei Santi” conoscendo, recependo questa grande parte di Napoli impregnata di storia e spiritualità, grazie a tanti addetti che mi hanno aiutata a scoprire ogni angolo,ogni strada che portasse alla scoperta delle tante divinità>> Concludo dicendo “ho effettuato questa esperienza con più soddisfazioni e senza alcuna difficoltà” e adesso prepariamoci all’evento che farà sorridere tutti i Casoriani e la città stessa che il prossimo 23 novembre lo vedrà Canonizzato in Piazza San Pietro da Sua Santità Papa Francesco.

LUIGI IPPOLITO

La Scuola Calcio A.C. Milan “Luigi Vitale” incontra il Napoli

Giovanissimi Regionali ed Esordienti delle due società si sfidano in amichevole sui campi del Nuova Audax. Dopo gli incontri con Salvatore Bagni e Franco Baresi, altro grande evento presso la Luigi Vitale. Infatti, nel pomeriggio di mercoledì 29 presso il centro sportivo Nuova Audax è giunto il Napoli, con le formazioni Giovanissimi Regionali classe 2001 di Fabris e gli Esordienti classe 2003 di Nocerino. Entrambe hanno affrontato, in amichevole, le squadre di pari categoria della scuola calcio affiliata al Milan: nel primo match tra i Giovanissimi Regionali, hanno prevalso col risultato di 5-0 gli azzurrini sui ragazzi di mister Grasso, mentre nel secondo i piccoli Esordienti classe 2002 di Cimma-

ruta hanno sconfitto gli avversari nei tre tempi regolamentari con i risultati di 1-0, 2-0 e 1-0.


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Augurissimi

23 Augurissimi

Al piccolo Emanuele Fusco UNO è il bambino più bello del mondo, UNO è il suo posto nel girotondo, UNO è l’amore di mamma e papà, UNO è l’anno che compie già... Buon 1° Compleanno da mamma Susy e papà Nando, dagli zii Antonio e Rosa, dalla cuginetta Anna, dai i tuoi nonni e dalla famiglia Del Vecchio Emilio

AVVISO L’amianto sul tetto all’interno della Chiesa di San Benedetto lo abbiamo segnalato all’Assessorato all’Ambiente da due anni e giace sempre nelle stesse condizione con sgretolamenti

A GENNARO SCIALO’ AUGURI DA PARTE DEGLI AMICI (TUTTI) DELL’UFFICIO TRIBUTI DI CASORIA

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

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Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 30 21OTTOBRE FEBBRAIO 2014 2013 Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271 email: info@printinghousesrl.it


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