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DOMENICA 11 GENNAIO 2015

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E’ colpa dei cittadini ???

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ANNO XV - N° 2 - DOMENICA 11 GENNAIO 2015

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NANDO TROISE

E’ COLPA DEI CITTADINI? La Città di Casoria, l’opinione pubblica e la politica rischiano di perdere una grande occasione

Succedono cose un po’ strane di questi tempi nella nostra allegra Repubblica delle banane che è Casoria. Enzo Carfora evita il fallimento della Città nonostante il manifesto contrario del PD; cerca di dialogare con tutti: Ascom, Confesercenti, Cgil – Cisl – Uil, Comitati cittadini, CittadinanzAttiva, gli anziani, gli studenti ecc., conferma tutti gli Assessori, tutti i componenti delle partecipate e, conferma, da uomo di scrivania e di studi, la sua volontà di pilotare Casoria. Casillo, impegnato nella ricerca di una candidatura regionale vincente, gli offre il suo pieno appoggio, stabiliscono nuove regole su prossime concessioni edilizie nel centro antico. Arrivano anche i numeri civici nei quartieri con le vie senza nome; I moralisti entrano in sciopero, legioni di galoppini danno segni di insofferen-

za e contestano. E tra un pettegolezzo ed un inciucio e nel mentre l’ambiente politico si esercita con queste esercitazioni sul campo, il Sindaco, l’Assessore all’Urbanistica e quello all’Ambiente, il Dirigente ed il Settore alla Pianificazione del Territorio, oltre a rintuzzare gli attacchi dell’opposizione e i controlli della Guardia di Finanza, spiegheranno in un convegno il progetto di pista ciclabile in un parco di valenza ambientale presentato più di un anno fa e non ancora realizzato Un approfondimento si impone. Troppo comodo generalizzare e confondere. Ma è altrettanto facile e disonesto, scaricare sulla volontà dei cittadini decisioni che sono dell’ambiente politico. E dopo aver ascoltato con religiosa attenzione l’ottimo intervento di Nicola Laezza, quello di Enzo Carfora e dell’Assessore Casillo, vado a

rileggermi un libretto scritto da Paolo Mancuso, Giudice della Procura della Repubblica di Napoli, oggi Procuratore Capo al Tribunale di Nola: fa un distinguo profondo e importante sulle due criminalità che ci sono a Napoli e nella sua provincia: la predatoria che è concentrata sugli scippi, i furti, le rapine, che ammazzano per un motorino o un telefonino, pericolosa e cattiva e poi c’è la grande criminalità organizzata che a Napoli chiamiamo camorra e che è divisa in tanti clan, tanti, a seconda del quartiere o dei paesi di provincia e che Mancuso dice : “ha assunto aspetti imprenditoriali: dal traffico di carne, latte e derivati, l’edilizia”. Il quartiere di moda nei talk show televisivi e sui giornali è Secondigliano e la sua Scampia: CONTINUA A PAG.5


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SEGUE DA PAG. 3 le Vele, il 3° Mondo, le Case Celesti, quelle dei Puffi, il Cassano, la Cupa dell’Arco e le sue bande: i girati, le cape scarfate, gli spagnoli, i Di Lauro, etc. E, poi Casoria: sta cambiando il tessuto sociale, la crisi economica ci angustia, l’incertezza politica preoccupa: i vecchi valori sono stati cancellati o sono in via di revisione. Soltanto nel mondo della politica si continua a pensare alla vecchia maniera e si favoleggia di un perenne Eldorado, delle industrie, di crisi. Dirigenti senza scrupoli e pennivendoli conniventi cercano di illudere, su tutto il passato, il vergognoso passato che, purtroppo, ritorna. A questa maggioranza ci si presentano, in continuazione, i crac che arrivano, proprio, da questo passato che ritorna e che non si possono, per alcun motivo, dimenticare, come i fusti tossici trovati alla Resia che il colosso Enichem dice di aver bonificato, le tante e troppe concessioni edilizie o permessi a costruire, lo scandaloso sito

5 dei rifiuti nella strada provinciale Cantariello, il non ancora concluso caso di “Città del Libro”, della partecipazione del Comune di Casoria, l’Ice Snei etc, i tanti crolli, l’ultimo in via Padre Ludovico, a pochi passi dalla Chiesa e Parrocchia di Santa Maria delle Grazie e dalla Casa Natale di San Ludovico, il non ancora risolto problema del Mercato Ortofrutticolo, dei terreni di Ponticelli, i miliardi persi con “Buontempo” e “Snaidero”, e poi c’è il Cimitero Consortile, Casoria Ambiente, lo Stadio San Mauro, i “giardinetti” di via Duca D’Aosta. Continua il gioco della grande illusione. Quante carriere dirigenziali sono state costruite con l’aiuto della politica? Tutto sulle spalle dei cittadini, gli unici presenti al botteghino. Per anni i cittadini sono stati educati alla filosofia di questa classe dirigente e politica; per mesi si sono sentiti propinare che il centro sinistra aiuta a vivere, permette

la realizzazione di tutti i sogni e cancella le brutture del quotidiano. Ora che la realtà è diversa, ed è venuta fuori, oggi che monta la rabbia sociale per un paese ridotto sul lastrico, ai cittadini annebbiati dall’oppio della propaganda chiedono, ora, improvvisamente, di capire il momento, di cambiare filosofia, di festeggiare, tanto è colpa del governo, è colpa di Renzi.

LETTERA APERTA AL SINDACO VINCENZO CARFORA AUGURI SINDACO DEL 2015

Se fossimo malevoli o prevenuti nei tuoi confronti potremmo fare tutta una serie di considerazioni: la scelta della tua persona, tra tante altre, fu definita il collante della democrazia. Fosti presentato alla Città, nel maggio del 2011, magnificando le tue qualità di uomo e di professionista, ti votarono e ti fecero votare. Poi ti hanno lasciato quelli del Partito Democratico: il gruppo consiliare e la segreteria politica sezionale. Il tutto secondo un copione scritto tanti anni fa e che si ripete con tutti i Sindaci (tutti!), quasi come se fossero, questi, i Sindaci, improvvisati attori. Non siamo né malevoli né prevenuti e ti auguriamo le più grandi fortune, nell’interesse della Città. L’augurio e la speranza che le strade siano meno dissestate (in questi giorni sono troppe le buche per la Città, che il traffico meno caotico

(gli istituti religiosi della Città ne sono diventati i veri e propri produttori), che i cumuli di immondizia meno evidenti, che ci siano meno scippi, che il cittadino venga costantemente informato sugli atti amministrativi più significativi (in tanti chiedono informazioni sulle indagini del MEF ndr). E’ chiedere troppo? C’è oggi un grande bisogno di ritorno alla normalità. Se riuscirai a realizzare in tempi ragionevoli, questo minimo che, in gergo tecnico, viene definito ordinaria amministrazione, confermerai la stima che l’intera cittadinanza ha per te. Ma, se a tanto aggiungi risposte più concrete ai cittadini più deboli: vecchi, handicappati, giovani in cerca di prima occupazione, allora sublimerai la tua opera. Seguiremo il tuo lavoro con vigile benevolenza, plaudiremo e censureremo i tuoi atti senza erigerci a

giudici ma giovandoci di quel diritto di critica, patrimonio di ogni cittadino nei confronti del proprio Sindaco. Inizia bene il nuovo anno. Non accettare le indicazioni delle segreterie dei partiti se questi ti indicheranno uomini di altre città, che nulla sanno della nostra storia (la conferma di ciò arriva dai toponimi scelti da una commissione composta da persone che non solo non sono di Casoria ma non hanno mai letto uno dei tanti libri che parla della Storia di questa Città). Gli esempi di un passato recente sono ancora nella mente di noi tutti. Quanti inutili Soloni abbiamo sopportato negli ultimi anni. L’augurio che ci sentiamo di fare alla Città è che, quest’Amministrazione, mantenga le promesse fatte; tutto qui: solo questo. La redazione.


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GIANLUCA GRIMALDI

Il futuro che vogliamo per Casoria: dopo Anna Bellobuono un degno erede Una grande assenza. E’ questa l’espressione più adatta per indicare quel vuoto nell’amministrazione casoriana che, dal 31 dicembre, si è profilato nella Polizia Municipale. Il comandante, la dottoressa Anna Bellobuono, ha infatti assunto il ruolo di comandante della Polizia Municipale della città di Salerno, firmando un contratto che la vedrà impegnata a ricoprire tale incarico per tre anni. Un’assenza, la sua, che si sostanzia nella persona oltre che nel ruolo. Eppure, perché Casoria piange un comandante in carica al comando di Casoria solo da aprile? I motivi sono innumerevoli, ma la loro elencazione sarebbe superflua rispetto a quella che è una premessa semplice e vera: la passione e la professionalità sono stati il punto di forza della dottoressa Bellobuono. Questi due elementi sono riusciti ad emergere non dopo anni di servizio, bensì dopo pochi mesi di lavoro attento e preciso: una prerogativa che appartiene solo a chi svolge la propria professione senza pretendere nulla in cambio se non la soddisfazione che deriva dal compiere il proprio dovere. E’ un dono, questo, ormai raro. Fare riferimento solo al vantaggio di avere un comandante donna per ragioni di genere sarebbe riduttivo: la dottoressa Bellobuono non è stata un vanto per Casoria perché donna, ma perché non si è adagiata nella stasi e, da subito, ha preteso il cambiamento. “Pretendere” e non “chiedere” è stato ciò che ha fatto la differenza. Tanto è stato fatto in questi mesi. Tanto ancora sarebbe stato fatto se Anna Bellobuono fosse rimasta a Casoria. E’ questa consapevolezza ineluttabile che genera il rimpianto per una persona che abbiamo conosciuto purtroppo così poco. Ma tenerla vincolata a noi sarebbe un gesto egoistico: l’incarico a Salerno è troppo prestigioso perché si rinunci ad esso. Non mancano, però, polemiche e perplessità. La dottoressa Bellobuono ha, infatti, chiesto un’aspettativa al Comune di Casoria, da molti ritenuta ingiusta da conferire. Dura la reazione dell’assessore Casillo che ha sottolineato

come la Bellobuono avesse dovuto avvisare, due mesi fa, di aver sostenuto il concorso. “E’ stato leso un rapporto di fiducia e correttezza istituzionale” sono state le sue parole. “Non è possibile che il Comune di Casoria rigetti la mia richiesta di aspettativa. E’ un mio diritto” ha dichiarato, in risposta, il neo comandante di Salerno. Una contesa, di certo, non semplice da risolvere e che vedrà, come ha sottolineato l’assessore Lanzano, una verifica da parte del dirigente del personale per valutare l’ammissibilità o meno dell’aspettativa. Cosa porterà di Casoria Anna Bellobuono nel suo trasferimento a Salerno? Non abbiamo parlato con lei direttamente, ma siamo certi che la nostra città sia riuscita a lasciarle un grande senso di unione e l’urlo forte di un cambiamento che solo una persona che seguirà le sue orme riuscirà ad ascoltare e decifrare. E’ questo che alla fine ci auguriamo per Casoria e i casoriani. Perchè meritiamo persone che diano ascolto all’impellenza estrema di un cambiamento e che, con una condotta onesta e trasparente, ci conducano verso un futuro di rinnovamento e regole rispettate.

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ANTONIO BOTTA

Intervista a don Jonas Gianneo, Parroco della chiesa S. Maria Francesca in Arpino “HO CONCELEBRATO CON PAPA FRANCESCO: ESPERIENZA TOCCANTE E INCREDIBILE”

“Nessuna tariffa per i sacramenti: la Parrocchia si mantiene grazie alla sensibilità e alla spontaneità dei fedeli” Siamo giunti, con la nostra inchiesta sui Parroci di Casoria, ad Arpino, dove, nella parrochia S. Maria Francesca, svolge il suo ministero sacerdotale don Ionas Gianneo, il quale, benché raffreddato e influenzato, ci ha concesso cordialmente l’intervista. Gli siamo molto grati per la sua disponibilità. Lei opera nella frazione Arpino, dove i cittadini vivono lontano dal centro urbano e non si sentono, quindi, casoriani “doc”. Ciò, a suo avviso, è stato di ostacolo alla creazione di una comunità parrocchiale coesa o, al contrario, proprio la lontananza dal nucleo storico e la diversa provenienza hanno favorito la costituzione di un famiglia ecclesiale unita intorno ai valori fondanti della fede cristiana? La maggior parte degli abitanti della Cittadella di Casoria, che preferisco chiamare comunità dei fedeli in quanto formano l’intera nostra comunità parrocchiale, proviene da più zone di Napoli. Infatti negli anni 60-70 abitavano in zona solamente poche famiglie perché il territorio, periferico, era rurale: vaste zone di terreni agricoli si estendevano per tutto

il territorio. Agli inizi degli anni ’70 man mano iniziavano le nuove costruzioni di case, villette e palazzi e dalle zone centrali di Napoli si trasferirono molte famiglie per trovare abitazione in questa nuova zona di sviluppo, oggi arricchita di circa 25 mila persone. All’epoca, il mio predecessore Padre Giuseppe Miano, aveva trovato un po’ di difficoltà nel costruire una comunità con famiglie di diversa provenienza, ma emergevano sia lo spirito che la volontà nel voler costruire una comunità cristiana ben solida. Anche oggi, con modalità e situazioni diverse, si cerca di lavorare giorno dopo giorno cercando di mantenere la comunità unita puntando sui valori umani e cristiani, visto che, più passano gli anni, subentrano sempre nuove difficoltà a causa della situazione globale delle condizioni di vita in questa nostra società: la crisi, della mancanza di lavoro, la violenza, la sfiducia, il malessere….. Il fatto che si siano organizzate, in occasione del Natale, diverse manifestazioni ( concorso di arte presepiale, Presepe vivente dei bambini in Parrocchia, concerto Gospel di Natale) fa supporre che la sua sia una Comunità viva. CONTINUA A PAG. 10

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SEGUE DA PAG. 9 E’ così o gli eventi sono stati realizzati per destare una maggiore partecipazione alla vita della Parrocchia, essendo la vita aggregativa scarsa? Ogni tipo di attività che viene realizzata con e per la comunità parrocchiale serve sempre per tenere le famiglie unite creando momenti di aggregazione tra i bambini, gli adolescenti, i giovani, gli anziani, insomma…..le famiglie intere. La Parrocchia non si limita solamente ad organizzare le cose in alcuni momenti più importanti dell’anno, quali a Natale e a Pasqua, ma si impegna ad essere attiva durante tutto l’anno, quasi ogni mese, pensando cosa offrire per restare sempre più uniti dal punto di vista sociale, culturale e religioso. Oggi come oggi, alla Cittadella, è solamente la Parrocchia che impegnandosi, scuote il torpore territoriale che ci circonda, visto che non si offre altro, per vivere insieme come un’unica famiglia. Lei, nel Maggio scorso, ha concelebrato nella residenza di S. Marta addirittura con Papa Francesco. Ci parli di questa sua straordinaria esperienza. Un’esperienza toccante che non dimenticherò mai….ma nello stesso tempo incredibile se oggi ripenso a quel venerdì, 9 maggio scorso. Avevo fatto richiesta mesi prima di essere accolto da Papa Francesco con i miei genitori che celebravano 50 anni di matrimonio. Nel mio cuore portavo sempre questa speranza di incontrarlo, ma pur sapendo che ogni giorno tantissime richieste arrivavano in Vaticano per partecipare alla S. Messa con lui a Santa Marta, sembrava quasi impossibile che la mia venisse accolta. Infatti la Cappella di Santa Marta, dove celebra ogni mattina Papa Francesco, è piccola, accoglie circa 70 persone e ogni giorno il Papa accoglie sia 35 persone provenienti dalle parrocchie di Roma, perché essendo Vescovo di Roma, e spesso lo sottolinea, desidera incontrare le comunità delle parrocchie romane, che altre 35 persone fra tutte le richieste che pervengono alla Santa Sede. E mi ricordo di aver ricevuto la comunicazione dal segretario particolare del Papa il giorno dopo l’arrivo delle reliquie del sangue di Papa Giovanni Paolo II in parrocchia il 24 febbraio scorso. Direi quasi un segno dall’Alto che io desideravo tanto sia per me che per i miei genitori, invocato anche attraverso il Papa Santo. Ricordo quella mattina: siamo stati accolti alle 6.30 e dopo i dovuti controlli per entrare nella Citta del Vaticano, entrammo nella Cappella di Santa Marta. Mentre i miei genitori prendevano posto tra i banchi, io andai a vestirmi con i paramenti sacri in sacrestia. Recandomi poi in Cappella, presi posto al primo banco, eravamo circa 7-8 sacerdoti concelebranti. Alle ore 7.00, dalla sacrestia, all’improvviso esce Papa Francesco per la S. Messa, la cosa che mi ha colpito tanto è che era solo ad uscire dalla sacrestia, non era accompagnato da nessuno per essere aiutato per la celebrazione, nessun mi-

nistro, nessun ministrante, lui solo, impressionante….. infatti si reca da solo all’altare, da solo si aggiusta il microfono e gira le pagina del messale…. solo sull’altare mentre noi sacerdoti stiamo tutti al primo banco, guardandolo e concelebrando con lui. Una semplicità unica ed impressionante che nessuno si aspettava, forse perché siamo stati sempre abituati a vedere un Papa circondato da tante persone durante le celebrazioni. Dopo la S. Messa Papa Francesco ha salutato singolarmente ciascuno dei presenti; ho presentato i miei genitori ed è rimasto molto contento nel vedere ancora coppie, come i miei, che perseverano nel matrimonio, soprattutto dopo 50 anni, diversamente da oggi. Poi sono stato ricevuto da lui e mi ha accolto paternamente. Abbiamo parlato insieme, mi ha aperto il cuore dicendomi delle cose...di quello che mi ha detto lo sappiamo solo io e Dio e nessun altro….porto tutto nel mio cuore tuttora…. Anche nella sua comunità parrocchiale si avvertono i morsi della crisi economica? Quante sono le famiglie indigenti che ricorrono alla Caritas parrocchiale? E come fate fronte alle richieste? Grazie ad un’equipe della Caritas Parrocchiale, guidata dai diaconi, si è potuto fare un serio discernimento circa i bisogni concreti sul nostro territorio. Si è creato inizialmente un Centro d’Ascolto per accogliere le famiglie bisognose e constatare le loro reali necessità. Principalmente la Caritas Parrocchiale si occupa di fornire viveri a un’ottantina di famiglie, circa 300 persone. Quasi ogni mese la Caritas Parrocchiale si fornisce dal Banco delle Opere della Carità di Caserta, per assicurare ad ogni famiglia dei pacchi viveri. Inoltre, grazie all’aiuto prezioso degli adolescenti e giovani della nostra comunità parrocchiale, si raccolgono periodicamente dei viveri donati dalle persone davanti ai negozi di zona, che servono per integrare quanto viene dato alle famiglie disagiate. Il compito primario della Caritas è quello di sensibilizzare l’intera comunità parrocchiale al senso della carità verso le vere situazioni di bisogno e di disagio familiare e al dovere di promuovere, organizzare e coordinare attività caritative ed assistenziali. E’ fondamentale far conoscere a tutta la comunità parrocchiale


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i veri bisogni e promuovere proposte per assistere i deboli, i poveri e gli emarginati. La Caritas Parrocchiale è aperta tutti i giorni per accogliere le persone che chiedono vari tipi di assistenza. I settori organizzati in Parrocchia per accogliere ogni necessità sono i seguenti: un centro d’ascolto, l’assistenza agli anziani e ai disabili, il volontariato ospedaliero e la pastorale degli infermi. Altro obiettivo della Caritas Parrocchiale è quello di offrire anche una formazione a tutti coloro che desiderano collaborare in questo settore così delicato, dedicando il proprio tempo alle opere assistenziali e caritative. Sul funzionale sito della sua parrocchia lei ha fatto pubblicare il documento finale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Qual è il suo punto di vista sull’apertura della Chiesa ai divorziati risposati e sulla richiesta delle coppie gay di adottare i bambini? Come si suol dire attendiamo una risposta dall’alto…..varie sono le considerazioni da tener conto circa queste questioni ma posso dire che già in parrocchia le affrontiamo. Infatti abbiamo un gruppo di Pastorale dei divorziati risposati e di nuove unioni che si riunisce in parrocchia affrontando questo delicato tema attraverso le condizioni della loro vita con un percorso di fede; è importante far capire che non sono esclusi dalla chiesa né devono essere considerati scomunicati assolutamente, come tanti purtroppo pensano, ma vi è un invito caloroso e un’accoglienza premurosa a farli partecipare ai gruppi parrocchiali come vengono invitati tutti i figli di Dio che desiderano essere guidati verso di Lui. Papa Francesco è di larghe vedute, così come lo sono Io, ma al di là di ogni nostro pensiero, che sia positivo o negativo su certi argomenti, noi apparteniamo ad una Chiesa, voluta da Cristo, con a capo il Vescovo di Roma nella persona di Papa Francesco e rispettiamo ogni sua decisione futura circa le questioni in essere. Una cosa è certa, siamo tutti figli di Dio e chi si lascia guidare veramente da Lui, non sbaglia quasi mai prendendo certe decisioni nella propria vita. Ogni condizione di vita va valutata e rispettata, e come diceva Papa Francesco in un intervista: chi sono Io per giudicare quella persona…..quello che conta per me veramente è far conoscere Dio a queste persone, che forse l’hanno perso di vista perché criticati e giudicati ingiustamente a causa della loro condizione di vita, sia per le coppie di nuove unioni che per gli omosessuali, per poterle guidare, come cerco di condurre gli altri, sulla via della salvezza. In effetti, anche se le condizioni di vita sono diverse, siamo tutti uguali come figli di un unico Padre, che non fa mai preferenza di persone…e che non giudica mai….. Il sogno di Papa Francesco è una “chiesa povera per i poveri”. Persiste, però, il luogo comune che i parroci chiedono troppi soldi ai fedeli anche imponendo tariffe “salate” per la somministrazione dei sacramenti. Qual è la situazione economica della sua Parrocchia? Elenchi complessivamente le “uscite” e le “entrate” per un rendiconto trasparente. Sono veramente contento di rispondere a questa domanda tanto delicata quanto importante. Innanzitutto desidero sottolineare che in parrocchia esiste un Consiglio Parrocchiale Affari Economici formato da 9 membri: dal sottoscritto, dai due diaconi, da un Avvocato, da un Commercialista, da un ex banchiere e da altri tre membri rappresentanti della comunità parrocchiale. Secondo il Codice di Diritto Canoni-

11 co, ogni comunità parrocchiale è tenuta ad avere tale Consiglio; i membri, nell’insieme formano un organo con funzione consultiva e non deliberativa, sotto la guida del Parroco, per la gestione amministrativa della Parrocchia allo scopo di agevolare il suo compito di pastore della comunità e di rendere trasparente la gestione unica della Parrocchia. Tale Consiglio presenta al Consiglio Pastorale Parrocchiale il bilancio consuntivo annuale e porta a conoscenza della comunità parrocchiale le componenti essenziali delle entrate e delle uscite verificatesi nel corso dell’anno. Le entrate della Parrocchia provengono esclusivamente dalle offerte dei fedeli; nella cassa parrocchiale vengono versate le offerte libere ricevute dai fedeli. Nella nostra comunità parrocchiale non vi sono tariffe, né richieste specifiche di denaro per la celebrazione dei sacramenti, dei sacramentali e per i servizi offerti in parrocchia; le offerte sono caratterizzate dallo spirito di liberalità e dalla spontaneità dei fedeli. Assieme ai collaboratori parrocchiali, tutti volontari e nessuno compensato se non dal Signore, si cerca di far capire che la Chiesa Parrocchiale appartiene alle famiglie della comunità e che è doveroso essere sensibili per il giusto mantenimento di essa sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria del complesso parrocchiale. Si insiste delicatamente, rispettando la crisi economica che ha colpito ogni famiglia, con un’azione educativa dei fedeli sul contribuire alle varie necessità della parrocchia. In questi ultimi anni, tanti lavori sono stati effettuati tra cui il rifacimento del tetto, della facciata e della torretta della chiesa e tutti i locali annessi, a causa dell’usura durante gli anni, esposti alle continue intemperie, diventati veramente pericolanti. Desidero sottolineare che in tutti questi anni più richieste di aiuto economico sono state inoltrate sia alla Regione che alla Provincia e al Comune, ma mai nessuna risposta positiva è pervenuta per tali lavori urgenti affrontati. Sono giunte solamente false promesse da parte di più persone che si proponevano di far arrivare alla nostra comunità parrocchiale qualche sostegno economico ma mai alcun aiuto concreto è sopraggiunto. La Parrocchia va avanti e affronta ogni tipo di spesa grazie alla sensibilità dei suoi fedeli…. Il Cardinale insiste molto sulla riattivazione in ogni Parrocchia dell’oratorio per offrire ai ragazzi una valida alternativa alla strada e alla dipendenza dai videogiochi. Ci parli delle attività oratoriali in atto nella sua Parrocchia e ci spieghi come cerca di sopperire alla fuga dei giovani dalle chiese. Una vera novità nella nostra comunità parrocchiale, sorta già da qualche anno, è stato lo sviluppo di una Pastorale Giovanile vera e propria da cui scaturisce ogni tipo di cammino rivolto ai giovani, agli adolescenti e ai nostri ragazzi. Innanzitutto c’è stata la creazione di una sede dedicata all’accoglienza di queste fasce d’età, prima cosa pensata per allontanare i nostri giovani e ragazzi dalla strada e da tante altre dipendenze. La sede offre spazi di gioco e di ritrovo tutto ambientato secondo lo stile di vita giovanile. Sono stati formati degli animatori ed educatori per ogni fascia d’età, pronti ad accogliere tutti per offrire loro non solo percorsi di catechesi ma anche per organizzare tornei, eventi ed altre iniziative adeguate a tutti. Grazie alla Pastorale Giovanile si creano cammini di Evangelizzazione per far scoprire o riscoprire la propria fede in Dio, guidati da uno Spirito di amicizia fraterna, confrontandosi e approfondendo varie tematiche sociali, culturali e religiose.


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12 ROSA DAVIDE

La Basilica di San Mauro Abbate tra le più belle d’Italia

Imponente, maestosa, situata nel centro della “vecchia Casoria”, la Basilica di San Mauro è una delle parrocchie più belle e più ricche di storia presenti in Campania e in Italia. Fu inizialmente progettata, nel 1092, come una piccola chiesa di campagna. “Sviluppandosi il casale, nel 1429 fu istituita ufficialmente la parrocchia, sotto il patronato dell’Universitas (il Comune dell’epoca) e dei notabili del luogo. Ai primi del Seicento, fu avviata la fabbrica della nuova chiesa, grandiosa struttura in stile barocco conclusa nel 1621 e completata nei decenni successivi con pregevolissime opere d’arte. La pianta è ad una sola navata, con dieci cappelle, cinque per lato. Agli affreschi che illustrano la vita del santo, fanno da corona tre splendide tele di Domenico Antonio Vaccaro”. Queste le informazioni storiche che si possono leggere sul sito internet parrocchiadisanmauro.it

La monumentale Chiesa di S. Mauro Abate, attualmente esistente, è la seconda in ordine di tempo, ad essere costruita. La costruzione iniziò il 15 gennaio del 1606 sul suolo di cui un parte era stata occupata dalla piccola chiesa preesistente, che fu, poi, utilizzata come sagrato del nuovo tempio, in modo da rendere prospetticamente meglio visibile la facciata della nuova costruzione; una parte fu acquistata dall”’Università” di Casoria; e una parte fu donata da un gruppo di notabili detti “particulares”. Le cappelle conservano interessanti opere di Pietro di Martino detto Forlì, come la superba pala lignea della Madonna di Monserrato, del 1590. Tra le cappelle, la maggiore è quella del santo patrono, che conserva anche il monumento funerario del cardinale Luigi Maglione, segretario

di stato di papa Pio XII. Numerose sono le celebrazioni liturgiche e devozionali che vengono svolte quotidianamente. L’oratorio giovani organizza numerosi eventi quali sagre gastronomiche ed iniziative culturali. L’edificio è motivo di vero orgoglio per i cittadini casoriani, per i quali le vacanze di Natale non terminano mai con la befana ma il 15 Gennaio con la festa del santo patrono San Mauro Abbate.

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ALESSIA DIANO

Claudio Martelli – La decadenza non è un destino Nel suo ultimo libro “Ricordati di vivere” (Bompiani, 2013) Claudio Martelli, a proposito della politica italiana, afferma: “La decadenza non è un destino. È qualcosa che abbiamo costruito rinvio dopo rinvio”. Parole dure, amare, lapidarie ma estremamente veritiere. I problemi che attanagliano oggi il nostro Paese sono una scomoda “eredità” lasciataci dai cattivi governi e dalle strategie politiche basate sulla massima del “tirare a campare”. Martelli è stato uno dei personaggi di spicco della nostra politica tra gli anni Ottanta e Novanta, gli anni caldi della storia italiana: deputato socialista, braccio destro di Bettino Craxi, ex ministro della Giustizia. Oggi, pur essendosi allontanato dallo scenario politico per dedicarsi al giornalismo e alla conduzione televisiva, è comunque una figura di eccezionale importanza. Al di là delle scelte, giuste o sbagliate, che ha fatto quando era al fianco di Craxi, le sue considerazioni in merito alla politica sono sempre lucide ed imparziali. Cos’è che non funziona

nella politica italiana? Martelli nell’attuale politica ravvisa innanzitutto inadeguatezza (più volte ha parlato di “politici dilettanti”), seguita da un’enorme distanza tra le promesse degli attuali dirigenti politici e i fatti reali. Le belle parole e gli impegni presi così vanno spesso in frantumi, come castelli di sabbia in riva al mare. Lui che di politica non ne fa più, ha deciso di impegnarsi in progetti volti ad aiutare chi è in difficoltà e necessita di supporto. Negli ultimi anni ha rivolto la sua attenzione in particolare verso gli immigrati (non dimentichiamo che è stato il primo a regolamentare l’immigrazione nel nostro Paese nel 1990) e la gente del Sud. Nel 2010 Martelli ha così fondato la web tv “Lookout”, attraverso la quale si incoraggia la conoscenza, il contatto e la convivenza tra popoli diversi. Nella redazione della web tv lavorano immigrati, figli di coppie miste e rifugiati, proprio a sottolineare l’importanza che si vuole dare al rapporto tra diversi. Il tipo di informazione che “Lo-

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okout” offre è dunque critica e costruttiva. Il progetto per il Sud a cui Martelli ha preso parte è invece “Resto al Sud”, una testata giornalistica le cui voci, tutte meridionali, spiegano perché il Sud non deve essere abbandonato. “Resto al Sud” è uno spazio virtuale in cui vari talenti del meridione, dagli imprenditori agli artisti, si adoperano per far rifiorire le nostra terra e per non lasciarla in mano all’abbandono e all’ignoranza. Martelli sta dunque dimostrando che c’è rimedio alla decadenza, che con l’impegno e la dedizione si può offrire qualcosa di buono ai cittadini.


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Centro consulenza sordita’ COMUNICAZIONE: L’ACUSTICA VALENTE INVITA LA CLIENTELA NELLA NUOVA SEDE IN VIA G. D’ANNA 18/B (NEI PRESSI DI PIAZZA CIRILLO) IN LOCALI PIU’ AMPI ACCOGLIENTI ED ATTREZZATI. AGLI INTERVENUTI E’ RISERVATA UNA CONFEZIONE DI PILE OMAGGIO Acustica Valente s.r.l. Via G. D’Anna 18/B Casoria Tel. 081/7573181 / Cell. 3315827183 e-mail: acustica.valente@virgilio.it


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GIUSEPPE NAVARRA

A G G I O R N A M E N T I

Leggo su Casoria Due del 5/10/2014 la conclusione del comunicato stampa PD che riporto integralmente: ”Parco pubblico con percorso ciclabile collegato al centro storico dell’area di mq 36.000 ca. ex Aeronautica Militare sita in Via Boccaccio recentemente acquisita alla proprietà comunale.” Facciamo un po’ di chiarezza: le aree demaniali non sono state ancora acquisite ma è stata avanzata richiesta di acquisizione a titolo non oneroso al Demanio da parte del Consiglio Comunale (vedi Del. C.C. 71/2013 e 45/2014). Le aree acquisibili sono diverse ma le più importanti risultano quelle di Via Boccaccio e di via Michelangelo (altri 20.000 mq). E’ il caso di fare un po’ di storia. Nel periodo in cui impazzava a Casoria la Triade Commissariale capitanata dal dott. G. Piccolella (ott. 2005/ apr. 2008), CittadinanzAttiva prospettava alla terna commissariale la possibilità dell’acquisto dell’area demaniale di Via Boccaccio. Fu redatta ed inviata la delibera in cui si dichiarava la disponibilità dell’Amministrazione ad acquistare l’area. La procedura ebbe nuovo impulso con la Giunta Ferrara nel 2009. A Casoria giunse perciò una commissione. Il cancello che impediva l’accesso all’area fu aperto e fu fatta una ricognizione. Fu riscontrata la presenza di due serbatoi per carburanti mimetizzati sotto due collinette. Sembra, comunque, che le cisterne non fossero mai entrate in funzione. Non c’era niente da bonificare. In seguito il Segretario Comunale dell’epoca, dott. T. Romano, con alcuni funzionari si recò a Roma presso gli uffici addetti alla valutazione economica dell’area demaniale. La cifra da sborsare era incompatibile con le risorse

economiche del Comune. Non se ne fece nulla. Per buona sorte il 2 giugno 2013 viene approvato il D.L. n. 69 convertito con legge n. 98 del 9 agosto 2013 per cui gli Enti sul cui territorio insistono beni demaniali possono richiederne l’acquisizione a titolo non oneroso, cioè gratis. Grazie alle due delibere di C.C. succitate il Comune ha potuto avanzare la richiesta di acquisizione delle due aree demaniali. Dopo aver letto il verbale del dibattito in C.C. avvenuto il 29/11/2013 non si possono non condividere due preoccupazioni legittime espresse da alcuni consiglieri che riassumo brevemente: verrà mantenuto nel tempo il vincolo di destinazione a parco tematico dell’area di via Michelangelo? La destinazione futura dell’area di via Boccaccio resterà ad “uso pubblico?” Nell’attesa che si reperiscano i fondi per realizzare questi parchi sono state calcolate le spese per la manutenzione di queste aree incolte (taglio dell’erba, potatura ed altro)? Domande legittime le prime due, irrilevante la terza a fronte del valore sociale e patrimoniale dell’acquisizione. Alle tre perplessità espresse dai consiglieri ha risposto l‘arch. Salvatore Napolitano in qualità di Dirigente Pianificazione del Territorio: Le due aree, già destinate a “parco” nel PUC, essendo beni acquisiti rientrano nella “fattispecie di beni disponibili”. Il significato di questa frase sibillina, chiara solo agli addetti ai lavori, l’ha spiegato subito dopo lo stesso architetto: L’Amministrazione Comunale ha la facoltà di alienare (leggi vendere) queste aree se in futuro avrà bisogno di far cassa. La legge prevede anche che Il 10% del ricavato va allo Stato

in qualità di ex-proprietario. Gli tocca un mini-risarcimento, come la buonuscita agli ex-inquilini. Noi, cittadini deleganti, assisteremo impotenti all’eventuale ennesima prepotenza dei nostri delegati in caso decidano di vendere i suoli demaniali? Come sarà possibile l’alienazione? Cambiando la destinazione d’uso. Déjà vu! Déjà vu! Déjà vu! Ipotesi possibile? Vediamo: Io, Giuseppe Pincopallino, costruttore edile, adocchio l’affare, contatto chi conta e faccio l’offerta. Chi conta contatta altri che contano e addio al parco. Chi ci risarcirà per la sua perdita? Magari ci sarà anche un contentino per gli allocchi con l’edilizia convenzionata (vedi scuola Puccini ad Arpino ed altre furbate). Gesù, come sono diventato pessimista e malpensante! Purtroppo Roma docet! Milano docet! Venezia docet! E chissà quante altre ignote città docent a nostra insaputa. Chiudiamo questo aggiornamento con la terza perplessità: le aree incolte. A nome dei cittadini amanti della natura ringrazio l’arch. Napolitano per aver difeso nel suo intervento la biodiversità delle aree lasciate incolte per gli anni necessari alla realizzazione dei parchi (Dio volendo). Leggo dal verbale del dibattito: “per me un’area incolta non è un’area inutile, soprattutto a Casoria, perché diventa un angolo di una sorta di biodiversità, nascono le piante, ci vanno gli uccelli, c’è qualche fiore…..” Architetto, grazie per la sua eco-sensibilità e per la visione romantica dei suoli incolti. Magari fossero altrettanto ecosensibili e romantici i cosiddetti detentori del potere, i padroni del vapore! Arrivederci al prossimo aggiornamento.

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16 LUIGI IPPOLITO

Campionato, Supercoppa, mercato e futuro: l’analisi sul Napoli del grande ex Beppe Bruscolotti Dopo quasi due settimane di sosta, il calcio italiano torna a far parlare di sé e lo fa non solo per le appassionanti e avvincenti sfide sui campi di gioco: in prima pagina ci sono anche le vicende di mercato, con i vari club pronti a rinforzarsi per proseguire al meglio il proprio cammino in campionato. Il Napoli, grazie alla finestra di riparazione, ha saputo potenziarsi con Strinic e Gabbiadini, due acquisti mirati e sulla carta di buona caratura. Da non dimenticare, però, è la grande vittoria in Supercoppa a Doha contro la Juventus, evento che ha rianimato l’animo dei calciatori e dei tifosi e che ha soprattutto raddrizzato il bilancio di una squadra che, specialmente a inizio stagione, aveva deluso e non poco. Ora, oltre ad approfondire queste e altre tematiche, bisogna capire dove può realmente arrivare questa compagine: per farlo abbiamo chiesto aiuto a Giuseppe Bruscolotti, l’ex bandiera del Napoli che detiene il record di presenze con gli azzurri e che vinse lo scudetto nel lontano 1987. Per prima cosa, le chiedo un giudizio sul Napoli visto sinora. Che voto dà alla squadra? “Un bel 7! Il cammino è stato buono, non ottimo ma comunque soddisfacente”. C’è differenza con le principali antagoniste del campionato, vale a dire Juve e Roma? “Il divario è ancora tanto, lo dice la classifica. Il Napoli ha arrancato molto all’inizio e con le piccole, dove i bianconeri e i giallorossi non hanno sbagliato quasi mai. Il recupero dipende soltanto dagli uomini di Benitez. La seconda fase del torneo è da poco iniziata e ci sono ancora molte gare da disputare, però ognuno deve credere nelle proprie possibilità”. Dei due nuovi acquisti, Strinic e Gabbiadini, che ne pensa? “Due giocatori di fascia che quindi devono avere grandi doti di corsa e di fiato. Su Gabbiadini, in particolare, si possono dare migliori pareri perché viene dal nostro campionato e si conoscono le qualità. Credo che possa ben sostituire l’infortunato Insigne. Inoltre, non bisogna dar

loro enorme pressione per far sì che entrambi si esprimano al meglio delle loro capacità”. Consiglierebbe qualche ulteriore rinforzo, soprattutto in difesa? “Non potrei, non sono un operatore di mercato!” Si torna sul terreno di gioco dopo la vittoria in Supercoppa e dopo la sosta: vantaggi e svantaggi per gli azzurri? “Vincere quel trofeo ha dato grande entusiasmo a tutto il gruppo e questo è un fattore che conta tantissimo! Certo, non bisogna però esaltarsi o montarsi la testa! Poi, recentemente abbiamo appurato che le soste sono fatali al Napoli, quindi mantenere ben alta la concentrazione è d’obbligo. Dopo le soste, però, possono essere tutte un po’ meno attente e avere dei cali, magari ne approfittiamo…” Da ex difensore, si sente di dare qualche consiglio alla difesa del Napoli, troppo spesso trafitta quest’anno? “Purtroppo non posso, semplicemente perché il calcio è cambiato nel corso degli anni. Nel calcio moderno, la fase difensiva è completamente diversa da quella che c’era ai miei tempi. Oggi i difensori seguono i movimenti di gioco e i marcamenti sono molto più elastici. Tempo fa le squadre venivano costruite partendo dal portiere, ora succede l’opposto e si crea una formazione comprando prima gli attaccanti per poi costruire il modulo attorno a loro”.


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Qual è il suo parere per Benitez e per De Laurentiis? “Il mister spagnolo sta facendo comunque bene. Tutto sommato ha portato nella bacheca azzurra altri due trofei e questo gli fa onore. Ma c’è sempre da migliorare se si punta in alto. Sul presidente parlano chiaro i traguardi tagliati durante i suoi anni di lavoro. Le promozioni, le qualificazioni ai tornei europei, le lotte scudetto. Il Napoli è tornato grande grazie al suo operato. Vincere lo scudetto?! Con la giusta programmazione può accadere!”. I napoletani in rosa, secondo lei, sono più un bene o un male? “Quando vinsi lo scudetto, molti dei miei compagni erano napoletani e credo che questo abbia dato ulteriore spinta alla nostra voglia di vincere. Io, personalmente, non credo che questo sia un problema anzi è un fatto troppo strumentalizzato! Si dicono troppe cose a riguardo, a volte nemmeno corrette e questo non giova a nessuno. I figli di Napoli vengono bersagliati di più rispetto agli altri forse perché il pubblico ha più aspettative da loro. Tutti i giocatori, in ogni caso, ricevono i fischi se la prestazione non convince. Si pensi a giocare bene e a dare il massimo che i mugugni non ci saranno!”. Su Hamsik cosa ha da dire? Lo slovacco troppe volte viene sostituito… “Se un calciatore non rende come dovrebbe è giusto cambiarlo e farlo accomodare in panchina. E si può trattare anche del capitano! L’allenatore opera nel bene della squadra e se lo sostituisce c’è sempre un motivo valido. Le decisioni del tecnico si devono sempre rispettare!”. Sulla sua carriera, le volevo chiedere come mai non è arrivata mai la chiamata per la Nazionale?

“Beh che dire… Mi son sempre detto che evidentemente c’era gente più brava di me!”. Attualmente di che si occupa e quali sono i suoi progetti nel futuro? “Adesso mi diverto con il Gladiator in Eccellenza. Una bella società gloriosa e affascinante per tanti aspetti. Per il futuro, vedremo col tempo che succederà”. E sul Napoli?! Dove crede possa arrivare questa squadra? “Anche qui non so esprimermi. Si vedrà di partita in partita cosa può accadere. Da tifoso, ovviamente, mi auguro di vederla il più in alto possibile e che un giorno, non tanto lontano, si possa essere vincenti e convincenti!”.

Onoranze Funebri

Maria Luisa Esposito

Direzione e Uffici: Via Marco Rocco, 18 80026 - Casoria (NA)

Tel. 081.7587204 Cell. 380.7587204

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18 CARMEN PALUMBO

ALLENAMENTO A PORTE APERTE PER IL NAPOLI: SI FESTEGGIA LA SUPER COPPA

Allenamento a porte aperte per il Napoli venerdì 2 gennaio al San Paolo, così la nostra squadra ha deciso di inaugurare il nuovo anno abbracciando calorosamente i tifosi. Si è trattata di un’occasione per ritornare in campo dopo le festività ma anche per presentare con orgoglio il trofeo vinto contro la Juventus. È stato un momento di grande entusiasmo da parte dei tifosi accorsi al San Paolo per questa occasione. Più di 20 mila, hanno riempito tutto il settore dei distinti e l’affluenza inaspettata ha reso necessaria anche l’apertura della curva B. I protagonisti di questo grande spettacolo sono stati naturalmente i calciatori che hanno attirato il pubblico lanciando palloni verso gli spalti e hanno mostrato fieri la coppa attraversando l’intero campo. Un grande in bocca al lupo alla nostra squadra del cuore per questo nuovo anno. FLORIANA ALAIA

Andrea Scotti Galletta e la Carpisa Yamamay Acquachiara

Di norma sulla scena sportiva campana si tende sempre a concentrarsi sugli sport più popolari e seguiti, quali il calcio, e quindi ad incentrarsi sulla serie A e sul Napoli. Non dovremmo dimenticare però, che ci sono altre discipline sportive a portare alto il titolo napoletano nel mondo sportivo, quali ad esempio la pallanuoto. Una delle squadre che sta riscuotendo successo è la Carpisa Yamamay Acquachiara, diretta da Massimo Pezzuti e allenata da Paolo De Crescenzo, la quale il 17 dicembre ha sfidato l’Olympic Nizza per qualificarsi con un pareggio alle semifinali dell’Eurocup 2014/2015. Tra gli atleti che hanno conseguito la qualificazione c’è Andrea Scotti Galletta, difensore centrale dell’Acquachiara da luglio 2011. Ex azzurro e giocatore del Posillipo e Ortigia, Scotti Galletta ha disputato un’ottima stagione nel 2010/2011, ha conquistato la Champions e numerose calottine negli Europei del 2006 di Belgrado e il Mondiale del 2007 a Melbourne. Il difensore, che nell’Acquachiara affianca altri importanti giocatori come Amaurys Perez (che ricordiamo aver visto prendere parte quest’anno al programma televisivo Pechino Express), giostra la sua carriera su due campi: gioca e inoltre allena le giovanili dell’Acquachiara, ossia le squadre under 15 e under 16. Inoltre è tra gli ideatori di un sito web specializzato proprio nella pallanuoto, waterpolo24.com, un portale sportivo che non è incentrato unicamente sull’Acquachiara, ma su tutte le squadre ita-

liane coinvolte in questo sport. Un altro team con cui è probabile che la squadra di Galletta dovrà confrontarsi all’Eurocup è quello del Posillipo, di cui un tempo faceva parte: il Posillipo si è infatti qualificato anch’esso per le semifinali battendo i russi del Sintez Kazan. A sognare una finale europea tutta napoletana è Franco Porzio, presidente onorario della Carpisa Yamamay Acquachiara, che oltre ad essere orgoglioso per la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2024 che spalanca orizzonti importanti per la pallanuoto napoletana, è fiero che il Posillipo abbia fatto parlare di sé raggiungendo anch’esso la semifinale. Durante il mese di gennaio ci sarà il sorteggio per le semifinali: oltre alle due squadre italiane nell’urna ci saranno Steaua Bucarest e Mornar Spalato: speriamo che i nostri team non vengano subito messi l’uno contro l’altro e che ci sarà un’avvincente sfida finale nella piscina Felice Scandone di Napoli.


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GIANNI BIANCO

Don Raffaè

Il Napoli ha vinto a Cesena, il primo regalo dopo la vittoria sulla Juve per la Supercoppa d’Italia a Doha. Una serata strana iniziata con il minuto di raccoglimento per la scomparsa di Pino Daniele, grande tifoso del Napoli. Alla fine Rafa Benitez dichiarerà: “Napoli a Cesena come in Supercoppa, tutti insieme è più facile vincere”. Seguo il Napoli dagli anni 70’, ricordo vagamente Chiappella e Pesaola, bene Vinicio, benissimo gli altri, da Di Marzio a Marchesi e poi Bianchi, Bigon, Boskov, Reja, Donadoni, Mazzarri. Rafa Benitez in Italia ha allenato l’Inter e nel periodo peggiore, quello dell’abbandono di Mourino. Arriva a Milano nel 2010, vince Supercoppa d’Italia e Coppa Intercontinentale, quarantacinque anni dopo i trionfi della grande Inter. Dopo l’esonero interista torna in Inghilterra al Chelsea e con la Squadra londinese vince nel 2012 l’Europa League, dopo averla vinta in precedenza con il Valencia e il Liverpool. Il calcio Benitez l’ha vissuto una vita intera. Inizia da calciatore nelle giovanili del Real, non arriva alla prima squadra da calciatore ma sarà invece allenatore delle giovanili e collaboratore tecnico di Bennhaker, Valdano e Del Bosque. Il Tenerife poi il Valencia prime esperienze nella serie A spagnola. L’arrivo al Liverpool in Inghilterra darà la notorietà che il tecnico spagnolo merita, vincendo la Champions League ai danni del Milan e la Supercoppa europea nel 2004-2005. A Napoli è arrivato dopo la partenza di Mazzarri, i soliti menagrami erano convinti che per le festività natalizie Benitez si sarebbe dovuto riabituare a guidare a destra, invece no. A conti fatti il Napoli nello scorso campionato ha portato a casa la Coppa Italia, quest’anno la Supercoppa d’Italia, cosa non da poco se si paragonano gli investimenti economici di squadre come Roma, Milan, Inter, a secco da qualche anno. Visto il trend della Juve immagino ci vorrà qualche anno ancora per rendere competitivo il Campionato italiano. La cosa che, agli occhi di esperti e non, convince dell’allenatore madrileno è la sua straordinaria capacità tattica ad affrontare finali, di qualsiasi genere. Ha vinto in Spagna, Inghilterra, Italia, in Europa a livello intercontinentale, sempre in scontri diretti dove, ai valori in campo, il blasone della squadra, la tradizione, entra in campo la personalità dell’allenatore e la sua interpretazione dell’incontro. In questo Benitez non ha rivali, l’ha dimostra-

to nella partita vinta dal Napoli ai danni della Juve a Doha. Sono un tifoso e non un esperto, non entro nei dettagli tecnici ma, da due campionati il tecnico spagnolo con un modulo 4-2-3-1, propone un buon calcio, raggiunge risultati e soprattutto valorizza calciatori che nei precedenti club erano finiti in panchina o fuori squadra. Un solo grande rammarico, che sarà costato non poche discussioni on il Presidente De Laurentiis, la partenza del connazionale Pepe Rejna, oggi secondo portiere del Bayern Monaco, arrivato a Napoli in prestito dal Liverpool. La permanenza a Napoli del portierone spagnolo avrebbe regalato al Napoli la qualificazione in Champions e almeno cinque punti in più in campionato. Quando Benitez parla ai microfoni, difficilmente polemizza, questo denota carattere e personalità. Sobrio e simpatico al tempo stesso denota una grande esperienza ma anche l’idea che l’anno all’Inter lo abbia immunizzato dai veleni dell’opinione giornalistica italiana. Quando l’anno scorso per la prima volta in campionato tutti, tifosi e non del Napoli, restammo affascinati da quel gioco spumeggiante, d’attacco, aggressivo e di qualità. La sensazione è stata quella che quando si va allo stadio si paga anche lo spettacolo e il Napoli ha saputo ripagare i suoi tifosi al San Paolo, in giro per l’Italia e l’Europa. Reputo Benitez il più grande allenatore che sia transitato sulla panchina del Napoli, spero resti, per regalarci ancora emozioni e soprattutto per puntare a vincere qualcosa in più, quel qualcosa che abbiamo conosciuto e che abbiamo assaporato solo ai tempi del divino Maradona e che solo il genio di un grande allenatore, in mancanza di numeri Uno che il Club oggi ha la possibilità di ingaggiare, potrà dare. Il Napoli affrronterà di nuovo la Juve, questa volta in Campionato. Riaprire le speranze di una rimonta per il Napoli, soprattutto confermare che per vincere non necessariamente si ha bisogno di grandi campioni ma soprattutto saper mettere su un modulo, caricare psicologicamente e soprattutto motivare un gruppo di ragazzi, perché di ragazzi si tratta dai venti ai trent’anni. Atleti spesso viziati e osannati e altrettanto spesso lasciati soli nei momenti difficili. Sono convinto del buon lavoro che Benitez continuerà a fare e mi auguro possa ancora deliziarci del suo gioco e della sua sapienza calcistica, lui che è l’allenatore che ha vinto più trofei continentali in Club differenti, premiato come allenatore dell’anno in Europa nel 2006 e che mi piace chiamare “Don Raffaè”, avvicinandolo così di più a noi napoletani, lui che con coraggio e serietà è arrivato a Napoli con una valigia carica di trofei ma anche di sogni, come ogni tifoso azzurro.


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Il cielo sopra Casoria: la notte di San Silvestro

Scintillii luminosi in cielo che ipnotizzano tutti i cittadini, da i più grandi ai più piccoli. George Romero in uno dei suoi film li chiamava “i fiori del cielo”: sono i fuochi d’artificio. Ogni Capodanno, anche a Casoria, vige la tradizione di illuminare il cielo notturno di quei bellissimi colori che riescono, in modo sempre innovativo, ad impressionarci e a farci perdere in quel turbinio di luci e bagliori. Una tradizione che accomuna tutta la cittadina; fuochi da Via Principe di Piemonte a Via Marco Rocco, da Piazza Dante a Via Nazionale delle Puglie, da Via Alessandro Manzoni a Piazza Benedetto XV. Un cielo colorato non da stelle, satelliti o altri astri, ma dai numerosi fuochi che rimbombano in tutta la città. Tutti festeggiano brindando ed augurando a sé stessi ed ai propri cari che il nuovo anno sia più prospero del precedente. I bambini sono entusiasti, urlano e aspettano impazientemente che arrivi il nuovo anno per potere alzare la testa al cielo e far illuminare i propri occhi dai miliardi di luccichii di ogni colore che invadono la fredda e scura notte di San Silvestro. Molti festeggiano tutta la notte in famiglia spesso giocando ai vari giochi utilizzati in questi periodi di festa (sinco, tombola, mercante in fiera, sette e mezzo, asso che fugge ed altri), altri preferiscono festeggiare l’arrivo del nuovo anno

in locali e discoteche o qui a Casoria o comunque nei paesi limitrofi. Certo è che tutti lo festeggiano auspicando di riuscire a tenere fede ai tanti buoni propositi che ci si promette di conseguire nell’anno nuovo. Speriamo tutti che questo nuovo anno porti tante soddisfazioni a Casoria ed a tutti i suoi cittadini. A nome di tutta la redazione di Casoria due auguro a tutti un felice anno 2015.

IL NUOVO CALENDARIO DELLA RACCOLTA Zona sistema Porta a Porta

Il Presidente C.d.A Dott. F. Girardi Umido

Indifferenziato

Multimateriale

Carte e Cartone

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Martedi

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Mercoledi

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Giovedi

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CIRO TROISE

A Doha la svolta della stagione ma servono i rinforzi per non fermarsi più

Vincere la Supercoppa contro la Juventus ha alimentato l’autostima di un gruppo colpito dallo shock di Bilbao, ma per reggere i tre fronti servono rinforzi a difesa e a centrocampo

Nel The Torch Hotel di Doha ci credevano in pochi, una finale crea sempre delle speranze ma battere la Juventus sembrava un’impresa troppo complicata. La strigliata di De Laurentiis ha svegliato un gruppo sfiduciato, colpito duramente dallo shock di Bilbao e dal sogno scudetto andato via troppo presto a causa di una campagna acquisti estiva al di sotto delle aspettative. La sofferta vittoria della Supercoppa può essere la svolta della stagione, ha alzato l’autostima del gruppo, ha dato fiducia, serenità e maggiore compattezza in un gruppo che ha capito con le proprie emozioni che l’unità può dare grandi successi. Il Napoli di Cesena ha mostrato dei grandi progressi in fase offensiva, Hamsik è entrato finalmente nel cuore della proposta offensiva, il giro-palla è veloce, i movimenti dei quattro uomini d’attacco mettono in luce un’armonia disarmante per gli avversari. L’attacco azzurro è un martello, capace di far male alla retroguardia avversaria con differenti strategie, sia con il fraseggio per vie centrali che con le incursioni degli esterni. Hamsik è l’immagine della svolta, può essere una risorsa fondamentale per gli azzurri. Senza Insigne, è chiamato ad assumersi il compito di costruttore della manovra, di regista offensivo. Ieri sera al “Manuzzi” si è rivisto l’uomo che sprigiona la luce per illuminare il gioco, lo spessore necessario per trovare sempre la giocata di qualità sia nel breve che nel lungo. I dati parlano chiaro: dopo Britos e David Lopez, Marek è il giocatore che ha

toccato più palloni, ben 74. Oltre all’assist per il gol di Higuain, ha messo a segno cinque passaggichiave mettendo il compagno in zona-gol, nessuno nel Napoli può vantare una statistica di questo livello nella gara di ieri. Se, però, nel ruolo di assist-man si era già calato in altre occasioni ieri lo slovacco è apparso in crescita nella capacità di trovare lo spazio per migliorare le sue medie gol, di liberarsi per il tiro. Dopo Higuain,Hamsik è l’uomo che al “Manuzzi” ha tirato di più: quattro conclusioni contro le cinque dell’argentino. E’ la precisione sotto porta che deve ancora migliorare, dei quattro tiri solo uno è andato nello specchio della porta e per trovare il gol c’è stato bisogno della deviazione di Capelli. Quattro gol in due partite, il Pipita è tornato ad essere il trascinatore, il cecchino che negli ultimi venti metri non perdona. E’ lui il vero leader del gruppo, il suo spessore deve emergere, però, anche in eventuali futuri momenti di difficoltà, un campione è chiamato a prendersi questa responsabilità. Nella prima mezz’ora un coriaceo Cesena ha tenuto testa al Napoli, Zè Eduardo conteneva Hamsik tra le linee e i due centrali cercavano il raddoppio sistematico su Higuain, Brienza cercava di dar fastidio tra le linee ma il Napoli soffriva soprattutto sulle palle aeree. Se in fase offensiva lo spettacolo è assicurato, in quella difensiva anche il Cesena ha fatto emergere le difficoltà del Napoli. Ventuno gol subiti in diciassette partite sono tanti, la formazione di Benitez ha la peggior difesa tra le prime sette mentre solo Palermo e Sassuolo sono messe peggio se consideriamo la classifica dal primo al decimo posto. Con la coppia Gargano-David Lopez il lavoro

di contenimento sulla mediana è compiuto con maggiore efficacia, Jorginho ed Inler non garantiscono lo stesso equilibrio alla squadra. Lo svizzero potrebbe anche partire durante la sessione di mercato, la sua situazione va monitorata anche se al momento non ci sono trattative avviate. Il centrocampista bravo nelle due fasi, capace di leggere le situazioni in anticipo anche se si gioca a ritmi elevati, rappresenta l’eterna carenza del Napoli di Benitez. Il Napoli va puntualmente in affanno nella fase di non possesso, concede troppi cross agli avversari, trema sulle palle inattive, soffre negli uno contro uno e paga spesso gli errori individuali dei suoi difensori centrali, dal posizionamento difensivo agli strafalcioni che hanno consentito a Tevez di portare in vantaggio la Juventus a Doha. Il lavoro negli allenamenti può far migliorare la squadra ma se certe difficoltà si ripetono vuol dire che ci sono dei limiti nella rosa che impediscono il salto di qualità del Napoli. Per reggere i tre fronti, c’è bisogno di rinforzi a centrocampo e soprattutto in difesa, dove servirebbe un calciatore di buon spessore al fianco di Albiol. Benitez è stato chiaro in conferenza stampa: “E’ difficile prendere difensori e centrocampisti migliori di quelli che abbiamo a parametro zero o a basso prezzo”. Una sorta di chiusura al mercato in entrata, solo eventuali uscite potrebbero cambiare tale situazione: Henrique e Inler potrebbero rappresentare delle possibilità in tal senso. Il mese è lungo, per non fermarsi più bisogna completare il potenziamento della squadra. Sarebbe un peccato essere ancora una volta l’eterna incompiuta in una stagione che può regalare ancora soddisfazioni in campionato, Europa League e Coppa Italia.


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Cimmaruta al quadrato

Poco tempo fa abbiamo visitato la Scuola Calcio Luigi Vitale, presentato l’organico e illustrato la ripartizione delle fasce d’età e naturalmente il modus operandi che affonda le sue radici nell’importante esperienza del Calcio Milan. Per i più curiosi però abbiamo pensato di dare qualche notizia in più sulla coppia di allenatori Cimmaruta, padre e figlio che evidentemente sono mossi da una grande e comune passione, quella del calcio. L’intervista parte da Emilio Cimmaruta,giovane che per qualche anno ha solcato i campi nelle vesti di calciatore e che oggi si affaccia ad una nuova esperienza, quella da mister, Emilio racconta che questa è la sua prima esperienza in panchina da regista e che il progetto portato avanti dalla scuola Vitale non solo gli ha permesso di conoscere personalità importanti del settore come Bagni, Monaco, ma che gli sta permettendo di formarsi non solo in una figura professionale, ma anche e soprattutto dal punto di vista personale. “Stare a contatto con i ragazzi, io mi occupo dei 2005, è un’esperienza unica, sogni con loro, ti caricano di adrenalina per l’emozione che hanno ogni volta che scendono in campo, determinati a dare il massimo, a

portare a casa la vittoria, senza mai essere scorretti, questo è il nostro primo insegnamento quello del gioco sano. Spero vivamente di proseguire quest’avventura insieme a mio padre, e perché no di fare una buona gavetta ed esperienza per poi spiegare le ali da solo in questo campo, molto lo devo anche ai suoi insegnamenti prima da genitore e poi come mister”. L’incontro con Mister Cimmaruta “first” ( mi si lasci passare l’accezione solo ironicamente per distinguere i due) è meno emotivo e spontaneo, è professionale, è l’incontro con una persona che ha fatto del calcio il suo pane quotidiano in primis perché no dobbiamo dimenticare che è stato un ottimo e valente giocatore, ma soprattutto perché nel tempo ha consolidato quella che è l’esperienza da allenatore. La carriera come mister inizia nel 1997, lasciato il campo, ma non del tutto: “Il calcio è qualcosa di vitale, chi lo ama non può abbandonarlo completamente”! “La mia esperienza parte con una personale scuola calcio che ho gestito e curato fino al all’anno 2002, poi sono entrato a far parte della Società Calcio Napoli e li ho militato come allenatore nel settore giovanile e li sono rimasto fino all’anno 2008, di li a poco ho iniziato una collaborazione

con la scuola calcio Mariano Keller dove mi occupavo dei ragazzi del ’95 e del’96 per poi rientrare successivamente per qualche anno nuovamente con il settore giovanile del Napoli. La mia esperienza con la scuola Vitale è recente, parte a giugno quando contattato dalla dirigenza ho sposato anche io questo importante progetto con il Calcio Milan, l’esperienza è forse stata una delle migliori avute sin da ora poiché non ho mai visto forse in tutta la mia carriera una scuola calcio con una tale organizzazione e con un messaggio così forte da dare ai suoi allievi, un calcio fatto di regole, di onestà e di divertimento. I ragazzi dei quali mi occupo sono quelli del 2002 e del 2005, ragazzi educati e promettenti che si impegnano ed hanno fame, fame di imparare e migliorarsi, fame da divorare il campo da gioco, e quale grande soddisfazione può avere un allenatore se non vedere i suoi pargoli sbocciare? Mi è capitato con altri come il portiere Sepe e con Raffaele Pucino che milita nel Pescara in serie B. L’augurio che faccio a me ed a tutta la società che merita veramente è quella di crescere insieme ai nostri ragazzi e di vederli crescere in importanti primavere, questo credo sia il vero risultato per chi semina con amore e passione in questo sport.”


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Giovedì 15 gennaio alle ore 18,30 il libro sarà presentato a Casoria presso il centro polifunzionale per anziani in via Torrente - Casoria Saranno presenti alcuni ospiti famosi ex calciatori del Napoli

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Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 821GENNAIO FEBBRAIO2015 2013 Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271 email: casoriadue@libero.it


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