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DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014

Settimanale di Informazione

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ANNO XIV - N° 36 - DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014

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DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014

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ANTONIO BOTTA

Migliaia di Casoriani a Roma per il “Francesco d’Assisi del Sud” elevato agli onori degli altari

LUDOVICO DA CASORIA E’ SANTO: ALLELUIA!

Cielo plumbeo e venticello umido che spira lieve, ma a tratti pungente, nella piazza S. Pietro. All’improvviso una pioggia sottile rallenta il flusso delle migliaia di fedeli, che, con gli ombrelli aperti, si apprestano a prendere posto nelle varie zone loro indicate dagli addetti alla sorveglianza. E’ con questo clima capriccioso che inizia, a Roma, il gran giorno da tempo atteso dai Casoriani, quello in cui P. Ludovico da Casoria, “il gigante della carità”, viene elevato agli onori degli altari. Vi sono giunti a migliaia da tutti i quartieri della nostra Città, moltissimi accompagnati dai rispettivi parroci, per partecipare, in spirito di preghiera e con un profondo sentimento di gratitudine verso il Signore, alla celebrazione di canonizzazione. Due maxischermi sono posti ai lati dell’ampia e gremita Piazza, per consentire ai convenuti di seguire con attenzione tutti i

momenti della S. Messa. Sulla facciata centrale della Basilica sono affisse le immagini dei Beati che saranno santificati: Giovanni Antonio Farina, Gambellara (Vicenza), 1803- 1888; Kubiakose Elias Chavara della Sacra Famiglia, Kainakary (India), 1805- 1871; Ludovico da Casoria, Casoria (Napoli), 1814 – 1885; Nicola Da Longobardi, Longobardi (Cosenza),1650 – 1709; Eufrasia Eluvathing Del Sacro Cuore, Kattoor (India), 1877 – 1952; Amato Ronconi, Saludecio (Rimini), 1226 – 1292. Di tanto in tanto, con un po’ di apprensione, si scruta il cielo coperto da uno strato compatto di nubi, sperando che l’astro dorato, prima o poi, metta in fuga il grigiore e doni alle membra infreddolite i raggi della sua luce calda, benché il cuore “arda” di intensa gioia per l’imminente Evento; talvolta, lo stridio improvviso di gabbiani e il leggero frullio d’ali di colombi,

che svolazzano sopra le nostre teste, si uniscono al mormorio dei fedeli che recitano il Rosario. Verso le 10,25, inizia la celebrazione eucaristica con il rito della canonizzazione: all’apparire di Sua Santità sul sagrato della Basilica insieme con i Cardinali, i presbiteri e i diaconi, le nuvole, d’incanto, lasciano filtrare la luce del sole, rincuorando la moltitudine dei devoti. Il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, accompagnato dai Postulatori, si reca da Papa Francesco e domanda che si proceda alla canonizzazione dei Beati; poi, dopo aver presentato brevemente le loro biografie, il Santo Padre pronuncia la formula di canonizzazione, stabilendo che G. A. Farina, K. E. Chavara della Sacra Famiglia, Ludovico da Casoria, Nicola da Longobardi, Eufrasia E. dei Sacri Cuori e A. Ronconi “siano devotamente onorati tra i Santi”. Il tripudio del cuore di tutti i presenti, è espresso, allora, con il sublime canto del coro e in tutta la piazza si diffonde, solenne, in lingua latina, l’esortazione a esultare nel Signore e a cantare un canto nuovo (“Exsultate, iusti, in Domino…). CONTINUA A PAG. 5


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DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014 SEGUE DA PAG. 3 Nell’omelia, Sua Santità, richiamando la bellissima serie dei verbi della “premura” del Signore presenti nel brano di Ezechiele, “cercare, curare, condurre al pascolo, far riposare, fasciare le ferite…,”, pone in evidenza l’atteggiamento che i “buoni pastori” devono assumere verso il popolo di Dio. “La pagina del Vangelo,” prosegue Papa Francesco, ci dice “che noi saremo giudicati sulla tenerezza e sull’amore. Si accoglie la regalità di Cristo, compiendo le opere di misericordia. Dal bene fatto o non fatto dipende il nostro ingresso nel Suo Regno e oggi la Chiesa ha proclamato Santi persone che sono “modelli” di dedizione a Dio e ai fratelli, essendosi dedicati totalmente al servizio degli ultimi.” “Essi” conclude il Pontefice, “ci esortano a crescere nella gioia di camminare sulla via del Vangelo, seguendo le loro orme. Ci guidi in questo cammino Maria, Regina di tutti i Santi.” In silenzio orante, al momento di ricevere Cristo sotto le specie eucaristiche, ci si dispone in fila per far comunione con Lui: il coro eleva al “Pane vivo” l’esortazione a diventare “”UNO” con ognuno di noi, così da essere noi stessi Cristo

5 per gli altri, per i tanti che sono affamati d’amore, di tenerezza, di pace, di gioia: come San Ludovico, che, sull’esempio del Suo Signore, aprì il cuore ardente di passione ai bisogni di quelli che erano considerati gli “scarti” dell’umanità, nei quali Egli vedeva i prediletti di Dio. Al termine della celebrazione eucaristica, Papa Francesco, dopo aver rivolto un saluto a tutti i fedeli provenienti da varie zone d’Italia e dall’India, raccomanda loro di pregare per Lui. E’ la prima forma di carità alla quale ci invita anche il Santo di Casoria, perché il Pontefice non va lasciato solo nella missione affidatagli dal Signore di rendere più buono, più bello e più vero il cuore di ogni uomo. La gente si accalca alle transenne per salutarlo, mentre Egli passa con la “papamobile”, sorridendo, baciando qualche bimbo, agitando le mani. Oggi, ancor di più, c’è bisogno di testimoni più che di maestri, come il Papa, come i Santi, come il nostro San Ludovico, la cui “carità sfrenata” ardeva nel Suo cuore sensibile dinanzi al dolore degli altri e vibrava nella compassione. Che il Suo fulgido esempio spinga alla mobilitazione delle coscienze, per vivere non una fede comoda e individualistica, ma

implicante la capacità di cambiare le cose, di incidere nella realtà, di trasmettere valori, di lasciare questo mondo migliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Sventolano le bandiere con l’immagine del Santo di Casoria in piazza S. Pietro, in segno di profonda gioia; le suore elisabettine bigie irradiano dal loro volto una felicità incontenibile: madre Elsi, raggiante, mi dice che è una giornata meravigliosa, mentre suor Elvira dichiara che San Ludovico ha amato Dio nei fratelli, esortandoci a fare altrettanto. Lascio la Piazza, volgendo lo sguardo al cielo: raggi di luce irrompono tra le nuvole in fuga. Mi piace pensare che essi rappresentano il sorriso della cara amica Pina Mugione, che tanto si è prodigata perché si giungesse a questo giorno “divino”. “Grazie, Pina: se oggi Casoria è in festa per la canonizzazione di Ludovico il merito è anche tuo, insieme a quello del tuo Parroco, Don Nunzio D’Elia. Dal cielo, condividi la gioia di tutti noi. So che cosa stai suggerendo al nostro cuore: “E’ tempo adesso di operare, di vivere la stessa carità del fraticello casoriano, di testimoniare la nostra santità ordinaria nel realizzare il progetto di Dio su ciascuno di noi. E’ questo il modo di continuare ad essere viva nel vostro cuore.”

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GIANNI BIANCO

Casa d’oro, Casa dura

Una delle cose che maggiormente interessa le comunità, locali o nazionali, del passato del presente è la voglia, il desiderio di enfatizzare la propria provenienza, condire il passato di un mito spesso da dimostrare. Sui banchi di scuola abbiamo studiato l’Odissea, l’Iliade, i due grandi poemi di Omero che hanno creato il mito greco. I romani con Virgilio scoprirono la discendenza dai profughi di Troia e più precisamente Enea fu il loro capostipite. I Vichinghi, i Nibelunghi, tutti i popoli e le comunità guardando al loro passato, spesso di predoni o semplici allevatori se non razziatori, hanno voluto creare il mito di una discendenza divina. Nelle nostre vicinanze, la città di Afragola, grazie all’autorevolezza del prof. Grillo, ha creato la suggestione di essere stata fondata dai Normanni, precisamente Ruggiero, cui è stata dedicata una statua alla Via Oberdan. La vicina Frattamaggiore con il suo San Sosio, divenuto Sossio dalle nostre parti si scopre una colonia di gente proveniente da Miseno. Caivano, Atella e soprattutto Acerra terra di Sanniti di quest’ultima il ricordo della battaglia di Suessola in località Calabricito fra Romani e Sanniti dell’anno 341 a.c., quando le nostre terre erano il centro della Campania Felix dei futuri dominatori del mondo antico. A guardare lo stemma di Casoria invece è subito naturale pensare che quella casa rurale sia una Casa d’oro, ma non è così. Ho letto nel tempo diversi testi e da casoriano desideravo, come tutti, che quella storia fosse vera. La realtà invece è assai differente e la nostra Casoria altro non era che uno dei tanti villaggi che circondavano la città di Napoli il nome più semplicemente proviene da Casuri o Casolari e la presenza di tanti concittadini con questo cognome conferma questa realtà. Casaurea, Casador, sono solo nomi inventati dal desiderio di rendere grande la propria storia, insieme alla provenienza nobiliare che generalmente accompagna le comunità, niente di tutto ciò, abituiamoci all’idea di essere anche noi come tante altre realtà, villaggi sorti intorno a Chiese o vicino a un fiume come gli abitanti della cittadella e il Sebeto, uno dei pochi fiumi napoletani, oggi scomparso o seppellito nel sottosuolo. L’oro di Casoria non è quello del colore dello stemma cittadino ma, dei figli illustri che ne hanno reso celebre il nome su tutti il Sindaco Giovanni Pisa che nel 1631 riscattò all’asta la libertà del “Casale” per 12.000 ducati. Le vicende cittadine da quel momento furono legate alla fiorente borghesia cittadina, all’artigianato e soprattutto al clero che proprio in città darà illustri rappresentanti. Padre Ludovico da Casoria, Santo da domenica 23 novembre è il precursore di una tradizione che regalerà altri illustri rappresentanti ecclesiastici, di lui esistono e resistono le Suore Elisabettine Bigie, La Casa Natale del Santo, l’Istituto annesso. Luigi Maglione Segretario di Stato del Vaticano negli anni del secondo conflitto mon-

diale, il Cardinale Antonio Del Giudice, valente diplomatico, il Cardinale Alfonso Castaldo Cardinale di Napoli. Giulia Salzano, anch’essa Santa che in città creò il nucleo delle Suore catechiste del Sacro Cuore, Maria Cristina Brando le Suore adoratrici della Sacra Croce. L’ospedale dei Camilliani, l’Ospizio di San Mauro, l’Istituto per non udenti, le Francescane. Casoria inoltre è stata terra di giuristi come Antonio Rossi, Nicola Rocco, Marco Rocco, Andrea Torrente. Basterebbero questi nomi per rendere unica una comunità, darle il pregio e il privilegio di dedicare a questi pilastri laici e cattolici la paternità di un valore che non è “oro” per le fattezze di un manufatto ma per la tradizione, la cultura, la statura morale. La Casa d’oro che fu un tempo e che da Giovanni Pisa al dopoguerra ha regalato una serie di uomini e donne tali da rendere grande il nome di Casoria. Il buio è calato dalla scomparsa della vocazione industriale della città. Da allora la fanno da padrona i padroni del potere, i padrini del consenso che hanno sedimentato in città uno schiavismo culturale dal quale sarà difficile uscirne. La Casa d’oro è diventata la Casa dura per uomini e donne di capacità, inventiva, creatività, non pochi sono quelli che hanno cercato migliore sorte al di fuori dei confini cittadini. La fanno altresì da padrone gli scugnizzi, di tutti i ceti e di tutte le età. Lasciatemi dedicare questa mia riflessione all’ultimo grande casoriano scomparso precocemente ma mai dimenticato da tutti quelli che ne sono stati estimatori e che in lui intravedevano una speranza, lo straordinario Prof. Claudio Ferone.


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GIANLUCA GRIMALDI

Palacasoria: il nodo sembra sciogliersi Pochi comuni del napoletano possono vantare strutture sportive ampie come il Palacasoria: un palazzetto di 5000 posti con quattro ampi spogliatoi. Tuttavia, è ormai consuetudine che tutto quello che può sollevare di almeno un po’ lo standard di vivibilità della nostra città rischi di essere perduto. Nel febbraio di quest’anno,

i vigili del fuoco hanno dichiarato il Palacasoria inagibile: a renderlo tale sarebbe lo stato precario di alcune gradinate di accesso alle tribune che potrebbero mettere in pericolo l’incolumità degli spettatori. A restare agibile solo la piscina annessa. Quella che però doveva essere una gara di gestione da concludersi a fine

marzo di quest’anno, si è protratta per mesi senza trovare una vera soluzione. A giugno, il consigliere Pugliese aveva chiesto anche la revoca del bando di gara, poiché l’inagibilità della struttura era stata dichiarata solo successivamente all’ emanazione dello stesso. Fino a poco tempo fa si ignorava, dunque, quali fossero le sorti del Palacasoria e si temeva l’impossibilità di trovare un nuovo gestore. Abbiamo, così, dato la parola ad alcuni addetti ai lavori che hanno fatto un po’ di chiarezza sull’attuale stato della struttura e sulla sua, anche se non ancora definitiva, nuova gestione. Da un punto di vista strutturale, l’architetto Napolitano ci ha spiegato come si stia procedendo all’affidamento di uno studio volto a risolvere le problematiche di agibilità. Le spese di ristrutturazione del palazzetto sono, infatti, a carico del Comune. In relazione, invece, al problema della gestione della struttura, abbiamo parlato con il dirigente Salvatore Petirro. Petirro ci ha spiegato che la gara si è conclusa con

aggiudicazione provvisoria (dopo gli ulteriori controlli, diventerà definitiva): bisogna attendere che la Stazione Unica Appaltante provveda ad emettere il decreto definitivo di aggiudicazione, dopodiché ci sarà l’incontro col nuovo soggetto concessionario per un verbale di consegna. La nuova ditta, al momento aggiudicataria provvisoria, è la ASD Alba Oriens. Una svolta, quella illustrataci da Napolitano e Petirro, che sembra, almeno apparentemente, farci tirare un sospiro di sollievo. Resta, tuttavia, la paura che ci siano ritardi nell’attuazione dei lavori da parte degli enti pubblici e che la nuova ditta si trovi a dover fronteggiare incombenze che non aveva calcolato, con risvolti imprevedibili e, soprattutto, lunghi. A risolvere il tutto potrebbe essere una celere attuazione dei lavori di messa in agibilità: ma, si sa, talvolta anche i lavori più semplici richiedono un lungo procedimento burocratico. Aspetteremo i prossimi risvolti, sperando che, presto, i cittadini di Casoria e non solo possano tornare a godere del loro palazzetto dello sport.


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FLORIANA ALAIA

“PAGA E TASI!” IMU, TASI, TARI, IUC, nomignoli strani di cui tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta, per lo più al telegiornale. Alcune persone però, tra cui soprattutto giovani, non sanno nemmeno per cosa stanno questi acronimi, pur essendo essi parte della realtà cittadina quotidiana. Occorrerebbe però che tutti conoscessero le dinamiche di pagamento di queste imposte del sistema tributario italiano, e capire quindi a cosa sono finalizzate. Ultima arrivata con la legge di stabilità del 2013 è la TASI, Tributo per i Servizi Indivisibili, pagata per finanziare i servizi erogati in favore della comunità la cui quantità non è misurabile singolarmente, ossia la manutenzione stradale (pulizia e illuminazione), il verde pubblico, la sicurezza locale, il servizio di protezione civile, i servizi anagrafici e tutti gli altri forniti dall’ente locale in cui si risiede. Decidere se applicare o meno questa tassa era facoltà di ogni comune, che doveva scegliere se sopperire o meno al mancato contributo all’IMU da parte dei possessori di prima casa. Dopo le voci messe in giro i primi di settembre da un articolo pubblicato online da un giornale di Positano in cui si diceva che il sindaco di Casoria avesse abolito la TASI, una settimana dopo (15 settembre), sono state pubblicate sul sito cittadino le aliquote da pagare e i relativi termini di scadenza. I cittadini hanno avuto un mese di tempo per versare il primo contributo: era possibile infatti pagare entro il 16 ottobre, mentre la seconda rata bisogna estinguerla entro il 16 dicembre, cosa assurda se si pensa che è appena due

mesi dopo. La prima rata originariamente doveva essere saldata entro maggio, ma a causa della mancata delibera delle aliquote da parte di diversi comuni, tra cui il nostro, sono state effettuate diverse proroghe, facendo ridurre i cittadini a pagare il tutto in poco tempo. “Il Consiglio Comunale, con deliberazione n. 26 del 03/09/2014, ha stabilito le seguenti tariffe della TASI per il 2014: -aliquota 2 per mille per abitazioni principali, diverse da quelle di lusso di cui alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, e relative pertinenze; -aliquota 1 per mille per altri immobili ovvero per tutte le altre fattispecie imponibili diverse da quelle di cui al punto precedente. * *(70% a carico del proprietario, 30% a carico dell’occupante)”. Ricordando che per legge l’aliquota può variare dall’1 al 2,5 per mille(eventualmente si può arrivare fino al 3,3 per mille se si considera il possibile addizionale dello 0,8 per mille

previsto dalla LEGGE 2 maggio 2014, n. 68 per introdurre delle detrazioni), ci si ritrova a chiedersi come mai un contributo così elevato, se si pensa che in media nei piccoli comuni italiani si paga poco più del minimo senza finanziare le detrazioni. Altra domanda che sorge spontanea è: “Varrà la pena pagarla?” E’ risaputo che le strade della nostra cittadina, nonché le aree verdi, non vengono curate come dovuto; a volte capita che l’illuminazione stradale è accesa anche in pieno giorno e che invece quando è buio le luci vengano spente troppo presto. Se si pensa poi che questa tassa copre anche le spese per la sicurezza locale ci si ritrova un po’ perplessi dati gli episodi dell’ultimo mese, come la sparatoria a via Manzoni, la rapina all’orologiaio Cennamo in via Carducci, e l’ultimissima testimonianza di una ragazza che passeggiava in viale Europa verso le sette di sera del 25 novembre, la quale ha denunciato un episodio di autoerotismo da parte di un uomo appostato in quella zona in un’auto. Paghiamo, ma in cambio cosa riceviamo?

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VISITA GUIDATA ALLA COOPERATIVA SIPI-INTEGRAZIONI: LA MALATTIA MENTALE NON FA PIU’ PAURA!

Siamo purtroppo legati ad una società, ad un mondo che tende a nascondere i problemi, che tende a reprimere le emozioni e i sentimenti, molti sono coloro che si rifiutano di manifestare una propria difficoltà soprattutto se questo problema è di tipo psicologico. Ancora oggi la malattia mentale è sinonimo di paura, si tende a nascondere anche un piccolo sintomo di malessere per non essere considerati diversi, dei “pazzi” da questa società senza senso. E continuando a nascondersi, a non affrontare queste piccole spie di dolore si cade nel baratro della follia. Questo è uno dei modi più semplici che ho trovato, per spiegare ciò che per me è la malattia mentale, forse non una vera malattia, semplicemente un mondo nuovo in cui ciascuno si ritrova a vivere. Questo discorso che mi ha colpito e che credo colpisca un po’ tutti, nasce da incontro bellissimo che ho fatto in settimana con la SIPI, una Cooperativa che si occupa proprio del sostegno e dell’aiuto di queste persone che hanno avuto una vita difficile, che hanno cercato di soffocare il dolore ma questa sofferenza si è manifestata in malattia. La loro sede è a Via Pio XII nel Madrinato San Placido di Casoria, dove dal 1996 sorge questa struttura, gestita dal Direttore Sanitario Nunzio Mauro, che accoglie pazienti psichici che provengono dagli ex manicomi o segnalati dalla Asl in base ai loro requisiti medici. Sono stata con loro in una mattina qua-

lunque di vita quotidiana ed è stato istruttivo vedere come questi pazienti si impegnano per ritornare alla vita normale; hanno imparato a curare da soli la propria igiene, a fare le pulizie nelle proprie stanzette e addirittura si occupano da soli del pranzo e della cena sbizzarrendosi in cucina con le migliori ricette. In questa visita sono stata accompagnata dalla piacevole guida di due operatori Pietro Anfedini e Teresa Cioffi, a cui si è aggiunto lo Psicoterapeuta Davide Cavuoto. Tutte persone eccezionali che lavorano ogni giorno per raggiungere un obiettivo comune, quello di restituire una vita a chi ne è stato privato ingiustamente e in maniera quasi inspiegabile. Anche i malati cronici possono ricominciare il loro percorso, la malattia mentale non deve più far paura, i pazienti psichici non devono essere segregati e allontanati e la Sipi agisce proprio per raggiungere questo scopo. La struttura, così come ho potuto constatare, si divide in diversi settori: c’è una zona chiamata “Kairos” che rappresenta la parte residenziale psichiatrica e che accoglie 20 pazienti. Si tratta per lo più di malati mentali cronici che alloggiano nell’edificio sottoponendosi a sedute di psicoterapia di gruppo e anche individuale ogni giorno. C’è poi una zona che accoglie i pazienti provenienti dagli ex manicomi, si tratta soprattutto di persone anziane, che hanno sofferto per anni rinchiusi in edifici scuri e privi di allegria. Sono


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queste le persone che più hanno provato il dolore, segregati in posti privi di vita, hanno sopportato le camice di forza e sono stati imbottiti continuamente di farmaci, che hanno contribuito a spegnere completamente la loro voglia di vita. Il dottor Cavuoto, ci ha raccontato che queste persone sono arrivate alla Sipi, in condizioni drammatiche, soffocati e distrutti da anni di violenza psicologica. Molti di loro, legati a problemi del tutto diversi da quelli mentali, sono stati comunque costretti a quella prigione e sottoposti al massacro e non ad una cura. Accanto a queste persone ormai croniche, la Sipi ospita anche malati mentali non cronici che possono recuperare completamente la loro salute con un percorso sicuramente molto lungo e faticoso. La struttura accoglie ben 20 pazienti che ogni mattina entrano a far parte di questa grande famiglia, svolgendo terapia individuale e attività di laboratorio molto interessanti. Alcuni di loro gestiscono un bar che sorge all’interno della struttura, altri ancora si impegnano nell’attività di “Stencil” diretti dal Dottor Gabriele Gallina, che li guida nel dipingere maglie e tessuti vari, affrontando un lavoro di molta precisione e di attenzione, che sarebbe difficile per qualsiasi essere umano. Accanto a questo lavoro il Dottor Gallina si occupa anche del sostegno delle famiglie di questi ragazzi, che provano una sofferenza pari a quella dei figli nel sopportare questo dolore a cui non si può trovare rimedio. Ciò che mi ha colpito nel visitare la struttura è stato il contatto con queste persone, tra di loro ci sono giovani ragazzi come me, ci sono laureati e persone intelligenti, c’è in molti di loro ancora una grande

13 voglia di vivere, di ricominciare, che non deve assolutamente spegnersi. La Sipi agisce su questi pazienti con un metodo di cura che non prevede l’uso di psicofarmaci, nessuno di questi pazienti appare drogato o incapace di capire perché troppo imbottito di medicinali. Il fondatore di questo metodo di cura è il Professor Giovanni Ariano il quale ha deciso di trattare questi pazienti non come dei malati da reprimere attraverso i farmaci ma come “persone da incontrare”. Attraverso la psicoterapia di gruppo e individuale, attraverso le attività che sopra abbiamo elencato, ma soprattutto attraverso il dialogo continuo e formativo si vuole portare questi pazienti a raggiungere la propria autonomia sia nel lavoro che nei sentimenti. Accanto a questa attività dedicata ai malati gravi, la Sipi svolge anche un lavoro di assistenza psicologica con prezzi moderati per intervenire il prima possibile e reprimere ogni tipo di malessere mentale. All’interno della struttura sorge poi anche una scuola di specializzazione in Psicoterapia riconosciuta fin dal 1998, che contribuisce a creare nuovi esperti in questo importante settore medico. Un altro grande progetto, a cui gli operatori della Sipi stanno lavorando con molta fatica ormai da mesi, è quello di mettere in scena una rappresentazione teatrale. Finalmente il 5 dicembre ci saranno nella struttura le prove generali e noi saremo lieti di essere presenti. In collaborazione con una vera compagnia teatrale sarà allestita una commedia i cui protagonisti saranno proprio questi pazienti, questi malati allontanati dal mondo che invece hanno ancora molto da raccontare. Gli operatori che si occupano di questo progetto ci tengono a

sottolineare che questa rappresentazione non avrà un scopo ludico o di spettacolo, sarà invece un ulteriore modo per aiutare questi pazienti a manifestare le proprie emozioni, li aiuterà a capire che la rabbia, la felicità, il pianto sono sentimenti di cui non bisogna avere paura e mostrarli al mondo non può fare altro che bene. Un lavoro che richiede pazienza e fatica ma soprattutto tanta passione e tanta forza di volontà, caratteristiche che ho ritrovato completamente nei rappresentanti della Sipi. Si tratta di un gruppo di lavoro fantastico che ha bisogno del nostro aiuto per continuare su questa strada e aiutare un numero maggiore di persone. Voglio infatti ricordare che quelli che fanno parte della Sipi sono i più fortunati, una minima parte di malati rispetto a tutti quelli che cercano ancora di sopravvivere nel nostro mondo, non ci dimentichiamo di loro e contribuiamo con tutte le nostre forze per mettere fine a questo dolore.

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Centro consulenza sordita’ COMUNICAZIONE: L’ACUSTICA VALENTE INVITA LA CLIENTELA NELLA NUOVA SEDE IN VIA G. D’ANNA 18/B (NEI PRESSI DI PIAZZA CIRILLO) IN LOCALI PIU’ AMPI ACCOGLIENTI ED ATTREZZATI. AGLI INTERVENUTI E’ RISERVATA UNA CONFEZIONE DI PILE OMAGGIO Acustica Valente s.r.l. Via G. D’Anna 18/B Casoria Tel. 081/7573181 / Cell. 3315827183 e-mail: acustica.valente@virgilio.it


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ALESSIA DIANO

La “Locanda del Business” Dove la cordialità e la competenza sono di casa Questa settimana ci siamo recati alla “Locanda del Business” ristorante, pizzeria e braceria, nata da otto mesi accanto al Business Hotel e al Business Café, punto di riferimento nella città di Casoria sulla S. S. Sannitica. La locanda, che per la vicinanza delle feste natalizie è stata adornata con luminarie da far invidia a quelle di Salerno, sta riscuotendo grande consenso tra i clienti. Luigi Primitivo, che insieme al padre Rino gestisce con dedizione e premura il famoso complesso, ci ha cordialmente accolti e ci ha raccontato quali sono le ragioni del loro successo. Innanzitutto, com’è nata l’idea di creare anche un ristorante accanto all’hotel e al café? Sentivamo che la struttura aveva una parte mancante. Prima avevamo già un ristorante, però era riservato solo ai clienti dell’albergo. Abbiamo pensato di inaugurarne uno aperto a tutti nel quale riproporre i vecchi sapori della cucina nostrana. Adesso la struttura è completa a 360°. A proposito dei piatti che presentate ai clienti, mi dici com’è strutturato il vostro menù? Abbiamo un menù di mare ed uno di terra. Offriamo ai nostri clienti prodotti eccezionali: crostacei vivi, frutti di mare in vasca, tagli di carne prelibati, prosciutti di Spagna. Il successo della nostra cucina è dato dalla bontà dei prodotti e dalla bravura dei nostri cuochi. I fiori all’occhiello del nostro chef Giovanni sono: la genovese con gli ziti spezzati, così come

si cucinava anticamente e gli scialatielli rivisitati con cozze, pecorino e basilico. Per quanto riguarda le pizze, ti assicuro che quelle preparate dal nostro Armando sono le migliori del territorio. Cosa contraddistingue il vostro complesso? I clienti apprezzano i sapori dei nostri piatti e possono anche sentirsi sollevati dal fatto di non dover pagare cifre esorbitanti per poter degustare prodotti di qualità. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, sappiamo che il cliente non può permettersi di spendere troppo. Non solo abbiamo prezzi modici, ma stabiliamo anche un rapporto di amicizia con chi ci sceglie. Chi viene qui mangia bene, passa del tempo in piacevole compagnia e al momento del conto si sente addirittura invitato a ritornare! Alla “Locanda del Business” vengono spesso organizzate feste ed eventi. Ce ne parli?

Abbiamo cinque sale in cui possono essere ospitate feste di ogni tipo: di compleanno, laurea, anniversari. Adesso stiamo organizzando delle serate a tema con menù tipici accompagnati da musica live e karaoke. Il sabato sera, inoltre, offriamo un servizio di animazione e ludoteca per i bambini. Mentre i genitori mangiano in tranquillità i bambini possono divertirsi e ricevere ogni volta giochi e maschere diversi. Dopo quest’intervista abbiamo capito qual è l’ingrediente chiave che ha permesso alla struttura del Business di raggiungere il successo: la qualità – dei prodotti in primis, ma anche dei servizi offerti, del personale e dei titolari che sono sempre pronti a soddisfare le esigenze dei clienti. Ringraziamo Luigi per il tempo dedicatoci e vi invitiamo a passare una piacevole serata alla “Locanda del Business”. Ne sarete entusiasti!


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LUIGI IPPOLITO

La Giovane Italia al Museo del Calcio: a Coverciano anche un po’ di Casoria con Ciro Troise Di solito, quando si parla di musei si pensa sempre a ciò che è stato nel corso degli eventi, nella mente affiorano i tempi remoti della storia che ha tantissimo da raccontare. È qui che le vicende restano impresse, le gesta diventano immortali, il passato indelebile. C’è, però, chi in luoghi come questi cerca di legarsi anche al futuro, di creare una prospettiva, di preparare l’avvenire: è il caso del magnifico “Museo del Calcio” di Coverciano dove, oltre ad esserci la zona tecnica adibita per gli allenamenti della Nazionale azzurra, si celebrano anni e anni di storia del pallone nel nostro Paese attraverso i vecchi cimeli e le gloriose immagini dei campioni. Nella galleria fiorentina, infatti, lunedì 24 novembre si è tenuta la terza edizione de “La Giovane Italia, i talenti del futuro”: un’importantissima manifestazione che dà spazio, nel particolare, ai giovani talenti e che crede, in maniera forte e decisa, nel progetto di ripartire proprio da questi per poter ridisegnare la grandezza ormai perduta in questo sport. Durante l’edizione di quest’anno, sono stati premiati 16 giocatori, quattro per ogni categoria d’età (’95, ’96, ’97 e ’98) in base ai rispettivi ruoli in campo (portiere, difensore, centrocampista e attaccante). Tra i vari vincitori ci sono Scuffet dell’Udinese, Jose Mauri del Parma, Cristante ex Milan ora al Benfica. Sono stati anche selezionati i migliori allenatori in merito ai campionati di categoria vinti: Federico Coppitelli (Roma) per i Giovanissimi Nazionali; Gianmarco Conti (Inter) per gli Allievi Nazionali; Paolo Nicolato (Chievo) per la categoria Primavera; infine, Roberto Fogli (Torino) per i Berretti. Inoltre, c’è stata anche la presentazione del libro “La Giovane Italia 2014-15, i talenti in cui crediamo” scritto da Paolo Ghisoni, giornalista Sky, che ha collaborato alla stesura con Stefano Nava, Luca Brivio, Manuel Monzani, Alessandro Paoli, Fabiola Rieti e con il casoriano Ciro Troise. Proprio il direttore del sito web IamNaples.it, che oltretutto focalizza le proprie attenzioni anche sui settori

giovanili partenopei, ha voluto esprimere le sensazioni nel corso dell’evento: “È stata una bella esperienza, importante per la mia carriera. Tanta ammirazione per il Museo del Calcio, vero e proprio tempio del calcio italiano. Però, sinceramente, sono rimasto un po’ deluso perché mi aspettavo di visitare anche la zona tecnica, che personalmente ritengo molto più bella e che invece ho solo intravisto. Comunque, è stato stupendo incontrare i giocatori di cui abbiamo trattato e, ancor di più, vedere alcuni di loro premiati. Sono d’accordo con i riconoscimenti, rispecchiano i veri valori!”. Un po’ di rammarico, però, sta nel non aver assistito alla premiazione di qualche giocatore del Napoli: “Ci può stare. Anche altre squadre, come la Lazio per fare un esempio, non hanno avuto calciatori premiati. Certo, il Napoli, a quanto pare, non vince un riconoscimento simile da anni e questo può essere un campanello d’allarme. Al contempo stesso, però, si può prendere la cosa come uno stimolo per fare meglio nei prossimi anni!”. In conclusione, qualche anticipazione sui prossimi incontri per presentare il libro: “Saremo anche a Casoria! La data dovrebbe essere il 18 dicembre, ma non sappiamo ancora precisamente il luogo. Nelle possime settimane organizzeremo il tutto al meglio!”.

Per i tuoi lieti eventi Feste di Compleanno Battesimi & Comunioni

Claudio Chiappetti Per Contatti: 3471077260


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ELIANA GIGLIO

Continuano i problemi al centro commerciale La Masseria di Cardito..

È ormai dallo scorso agosto che la situazione al centro commerciale La Masseria di Cardito è diventata come una matassa di filo difficile da sciogliere. Il 7 agosto scorso, Credendino, proprietario dei centri commerciali I Pini di Casoria, La Masseria di Cardito e GVC di Afragola, ha deciso di vendere due dei centri commerciali in suo possesso: I Pini e La Masseria. Era il 7 agosto quando si è proceduto con il fitto di ramo d’azienda senza garanzie di assunzioni per i lavoratori del centro commerciale La Masseria. La notizia inizialmente non ha fatto poi così rumore. I lavoratori sono passati alla mobilità, senza sapere cosa sarebbe stato del loro futuro. Passa il mese d’agosto, di norma per la maggior parte degli italiani mese di pausa da tutto e tutti, con un’unica certezza: La Masseria sarebbe passata a nuovi proprietari, con una nuova gestione, nuovi lavoratori. Nel corso del mese di agosto si è sentito vociferare su chi sarebbe stato il nuovo proprietario del centro commerciale di Cardito, se ne sono dette di tutti i colori. C’è chi parlava di un noto gruppo francese che aveva deciso di investire in questa zona, chi affermava convinto che le cose non sarebbero cambiate, eppure da quel 7 agosto, la bagarre continua e

non accenna a fermarsi. I lavoratori del centro commerciale di Cardito, una volta rientrati dalle ferie, hanno deciso di rifiutare la mobilità, chiedendo e pretendendo garanzie da parte della nuova società entrante. Dal 5 di settembre iniziano uno sciopero che dura circa due settimane, chiedendo appunto che si faccia chiarezza, che si diano garanzie a persone che da anni ormai vivono l’ambiente della Masseria e che ci lavorano da tempo. Anziché scegliere un sindacato comune, i lavoratori di Cardito, hanno optato per un sindacato autonomo, il Cub, che ha fatto pressioni, che ha supportato i lavoratori in sciopero e che ha e sta cercando di mediare affinchè la situazione migliori. A settembre stesso, in un incontro con i nuovi proprietari, si era giunti alla conclusione che dei cinquanta lavoratori del centro commerciale, venti sarebbero stati assunti subito e trenta di loro avrebbero dovuto accettare la mobilità in attesa di essere smistati in altri centri commerciali/supermercati di proprietà del nuovo gruppo a capo della Masseria. A fine settembre, dopo lo sciopero iniziale e le garanzie avute dai nuovi proprietari e grazie al sindacato autonomo scelto, si era giunti alla conclusione che la società di proprietà di


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Credendino sarebbe passata alla Ventrone srl. Si era giunti persino ad un accordo sugli stipendi arretrati, e sul trasferimento non possibile da attuare per ventiquattro mesi rispettando il contratto iniziale, che gli orari e le paghe sarebbero state pagate in trance stabilite nel corso di una riunione in cui avevano partecipato il vecchio e il nuovo proprietario e il sindacato dei lavoratori della Masseria. Di quell’accordo però, è stato rispettato poco o niente. Come arretrato i dipendenti del centro hanno avuto solo agosto, e c’è chi avanza arretrati ancora maggiori in termini di tempo. La questione principale era su chi doveva pagare i dipendenti: il vecchio o il nuovo proprietario? Nel corso dei mesi la situazione non è cambiata. Ad inizio ottobre i lavoratori del centro commerciale iniziano un nuovo sciopero, appoggiati e coadiuvati sempre dal Cub, il sindacato autonomo. Con lo sciopero chiedono sempre le stesse cose: che si faccia chiarezza e che una volta per tutte si definisca la loro situazione. La situazione degenera nel mese di novembre, quando i proprietari del centro commerciale abbassano le serrande non garantendo il regolare svolgimento del lavoro dei dipendenti. Ormai stanchi, avviliti ma più che mai uniti, i dipendenti decidono di occupare il centro commerciale, facendo turni che coprano l’intera giornata. Un modo estremo, ma probabilmente l’unico per riuscire a fare chiarezza e per riuscire a definire il loro futuro. Il virale è pieno di video relativi alla bagarre in atto alla Masseria, in molti di questi video c’è il sindacalista argentino a capo del Cub che spiega la situazione e le loro richieste.

19 Come dicevamo all’inizio, Credendino ha venduto anche I Pini di Casoria. Qui la situazione è decisamente migliore rispetto a Cardito. I dipendenti del centro commerciale sono stati riassorbiti dalla società entrante: la CRAI, grazie anche al ferro e fuoco attuato alla Masseria. Per quanto concerne la bagarre Credendino/Ventrone, per quanto concerne il futuro dei cinquanta dipendenti del centro commerciale la Masseria, i lavori sono in corso d’opera. I nuovi proprietari, sembra, abbiano richiesto alla proprietà uscente il concordato preventivo. Staremo a vedere come evolverà la situazione e vi terremo aggiornati in real time tramite i nostri canali: Casoriadue e Casoriadue online.

Onoranze Funebri

Maria Luisa Esposito

Direzione e Uffici: Via Marco Rocco, 18 80026 - Casoria (NA)

Tel. 081.7587204 Cell. 380.7587204

www.casafunerariaesposito.it funeralesposito@libero.it

Casa Funeraria: Via Avellino, 26 80026 - Casoria (NA)


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Riflessioni di un semplice cittadino di Casoria al rientro da Roma

…sveglia alle 3 per esssere tra i primi ad occupare le sedie in piazza San Pietro e vivere con orgoglio la canonizzazione del nostro concittadino Fra Ludovico da Casoria: Un emozione unica che sicuramente resterà nella storia della nostra Casoria e che potrebbe rappresentare un occasione di rilancio verso il mondo esterno …. Durante la messa Papa Francesco ha canonizzato sei santi le cui immagini sono state esposte sulla facciata della Basilica di San Pietro. Dopo che il Papa ha letto la formula di canonizzazione in latino, sono state collocate accanto all’altare le reliquie dei nuovi santi con la Schola che intonava un solenne “Iubilate Deo” Un “Santo vivente” , una delle figure più amate e popolari dell’ottocento e non solo a Napoli ; una canonizzazione arrivata in ritardo se si pensa che la Beatificazione è avvenuta nel 1993 . Eravamo in tanti, ognuno con un segno di riconoscimento (sciarpa, cappello,bandiera ecc.), che permette-

va di identificare il “santo di appartenenza” . Vedere tutte quelle persone, di varie parti del mondo, raccogliersi in preghiera, nel silenzio di una piazza gremita è stata un esperienza che porterò sempre nel mio cuore. Un momento molto toccante ed emozionante, infine, è stato anche quando il Papa, a bordo della sua “Papamobile”, ci è passato vicino salutandoci con un sorriso fatto di tenerezza, simpatia e grande umiltà. La cosa che non mi ha meravigliato, invece, è stata la mancanza di rispetto dall’Amministrazione Comunale verso i Casoriani , arrivati in tanti , con vari Pullman da Casoria. In un simile contesto dovevamo costituire un unico gruppo capeggiato dal nostro Sindaco per manifestare insieme la grande emozione per un sogno che finalmente si è avverato….E’ utopia? …Ma c’erano ieri a Piazza San Pietro? Io non ho visto nessuno!!! Sappiamo noi casoriani che è stato fatto un regalo al Papa? Un Papa riluttante a ricevere cadeau?

E cosa abbiamo regalato noi CASORIANI?... Povero Fra Ludovico, non si sarebbe mai aspettato di essere festeggiato in maniera completamente diversa da come ha vissuto!!!!! “Oggi la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi Santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede e la loro carità.…….” Parole sante Caro Papa !!

CASORIA AMBIENTE SPA COLLABORA CON LA POLIZIA AMBIENTALE PER CONTROLLARE LA QUALITA’ DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. PER FARE BENE LA DIFFERENZIATA RICORDA CHE: NEL SACCO MULTIMATERIALE (COLORE AZZURRO, RACCOLTA MARTEDI’) BISOGNA INSERIRE:

RICORDA CHE IL SACCO INDIFFERENZIATO DEL GIOVEDI’ NON DEVE CONTENERE RIFIUTI RIFERITI ALLE ALTRE CATEGORIE E AGLI ALTRI GIORNI.


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VITTORIA CASO

IL MERCANTE GRANDE PERFORMANCE DEI CARMENAUTI

Un tripudio di applausi ha salutato i Carmenauti, a conclusione de “Il Mercante”, commedia portata in scena domenica, 16 novembre, presso il teatro Lendi. Ludovico Silvestri, Nicla Tirozzi, Caterina Giugno, Mauro Abbate, Nando D’Anna, Antonio Ferrari, Federico Daniele, Martina Del Gatto sono stati veramente straordinari nell’interpretare rispettivamente SHYLOCK; PORZIA; NERISSA; LORENZO; BASSANIO; ANTONIO; GRAZIANO; GESSICA. Shylock, mercante ebreo, furbo e ricco, presta un’ingente somma di denaro a Bassanio amico di Antonio che si offre come garante. Come penale alla mancata restituzione della somma Shylock pone una clausola pericolosa più che esosa; Antonio purtroppo non può far onore al debito per il verificarsi di una serie di circostanze negative. In verità, il mercante non è meno sfortunato perché la figlia Jessica fugge con l’innamorato e porta via con sé gioielli e denari. Poiché il debito non è pagato nei termini previsti, Shylock chiede la punizione del debitore, secondo la legge. A questo punto intervengono sotto le mentite spoglie di due autorevoli giuristi Porzia e Nerissa, le quali argute e sagge, riescono a far sì che il processo si risolva con un verdetto di clemenza nei confronti del debitore. La conclusione felice della vicenda vede ridimensionata l’avidità di Shylock e il trionfo della clemenza e dell’a-

more. Il meritato successo riscosso domenica è sicuramente dovuto alle abilità interpretative degli attori, sia di quelli che calcano le scene da tempo immemorabile, sia di quelli che hanno minore esperienza, tutti spontanei e naturali nella recitazione, ugualmente attenti ai dettagli e alle parti, tutti padroni della scena. Un’ èquipe ben affiatata, con azioni e ritmi ben orchestrati dalla paziente e competente regia di Carmela Giacometti, ha consentito che ciascun personaggio fosse caratterizzato con sincerità appassionata e buon gusto. Il gioco delle parti, attraverso le dinamiche ben articolate e l’alternarsi dei momenti scenici ha tenuto alta la tensione del pubblico, esploso in fragorosi applausi a conclusione di ciascun atto. Un lavoro, dunque, di alta classe e di eccellente fattura, frutto dell’impegno della prof. ssa Carmela Giacometti, che non solo ha tradotto l’opera da Shakespeare in dialetto napoletano, ma, attraverso un processo d’imitatio-emulatio, ha reso il prodotto finale, un quid diverso dal modello, particolarmente originale, oltre che

attuale. L’essere umano, infatti, è al centro della scena con le sue luci e le sue ombre, con pregi e difetti, rappresentati da ciascun personaggio, chi per un aspetto, chi per un altro. Meritano di essere citati gli intermezzi musicali, ad opera del M° Patrizio Rainone, che hanno arricchito l’ atmosfera con una gradevole sfumatura di classicismo, che ha conferito al tutto un gusto leggero e leggiadro. Altrettanto sagace è stato il coinvolgimento del pubblico nella fase del giudizio, tipico di un particolare genere di commedia. Belli i costumi, curati dalla stessa Giacometti così come le scene in collaborazione con Maurizio De Pascale; bravi anche l’operatore audio, Mario Nigliato e l’ aiuto regista Giusi Rainone. Grazie a “I Carmenauti” per la bella sorpresa, attendiamo la prossima!

DANIELA ABBATE

Concerto del M° Genny Basso al centro storico di Napoli

Recital del pianista Genny Basso, domenica 30 novembre alle ore 11:00 nella Chiesa di San Francesco delle Monache a Napoli. L’artista, tornato direttamente da Parigi, eseguirà brani di Chopin e di Liszt nella suggestiva cornice del centro storico, accanto al Monastero di Santa Chiara. Il Maestro, ormai assistente ufficiale del grande pianista Aldo Ciccolini, delizierà il pubblico con il seguente programma: F. Chopin: Studi op.25, n. 1, 10 Mazurke in la min op. phost. e op. 63, n. 2, 3

Notturno in Do min. op. 48, n.1 Scherzo n .4 in Mi magg. op. 54 --------------------------------------F. Liszt: Harminies du soir (Studio Trascendentale n. 11) Cantique d’amour (dalle “Armonie poetiche e religiose”) Romance Mephisto Waltzer


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I giovani intellettuali e non manifestano il disagio di vivere a Casoria e negli altri Comuni a Nord di Napoli

LE COSE DA FARE, LA CRISI ECONOMICA E….. TANTA SFIDUCIA

Uno sciopero dei 2000 esercizi commerciali non serve a risolvere un tracollo economico come quello che attraversa Casoria. Migliaia le persone senza lavoro, la camorra organizzata come se fosse una multinazionale. Il degrado ambientale a livello di Seveso non sono questioni di ordinaria amministrazione. Non servirebbero nemmeno le visite dei tanti parlamentari che hanno “interessi” su Casoria. A Casoria servono soldi, tanti soldi per riprendersi. Non basteranno nemmeno i milioni di euro del Progetto Integrato Urbano con Fondi Europei. Occorre per Casoria, ma, forse, e, senza forse, anche per Napoli e tutti i Comuni dell’hinterland napoletano, una legge speciale o qualcosa di simile. Nel 1996, il Governo di allora, stanziò 120 miliardi di lire per il recupero dei centri storici di Orvieto e Todi. Ecco, una legge speciale. Gli squali del cemento casoriano, i palazzinari ossessionati dai piani di recupero, hanno, invece, in questa Città mortificato uno dei più belli centri storici d’Italia. Posti magnifici (es.

Piazzetta Santa Croce o anche quella che il Cardinale Maglione dedicò a Papa Benedetto XV) dove hanno vissuto le intelligenze dei nostri avi. Quando, grazie al calcio, mi trovo nei centri storici di Sorrento, Jesi o Spoleto penso ai vicoletti di via Santa Croce, via San Mauro, via Marco Rocco, via San Rocco e a tutti gli altri, anche a quei pochi di Arpino. E li invidio! Del resto, il dramma di Casoria è proprio nella chiusura di tutti i rubinetti finanziari. E’ un disegno egoistico del Nord per accaparrarsi tutte le risorse che produciamo. Con il PIU Europa c’è una piccolissima inversione. E pensare che la Germania stanziò per i cugini dell’Est, 400 mila miliardi di marchi in quattro anni. Oggi, quei paesi, abbrutiti dal comunismo sovietico, sono tra i più visitati della Germania, (Berlino, Dresda e Duisburg). A questo disegno di mortificazione governativa bisognerebbe rispondere con azioni altrettanto vigorose. Invece nulla. Rhodiatoce, Resia, Dyrup, Tubi Bonna, CGS scomparse. Troppi i ca-

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pannoni lasciati arrugginire con i loro segreti di morte. Vedi gli indimenticabili fusti tossici contenenti resine fenoliche e superfenoliche trovati, per caso, nella Resia; i “fuochi” nelle campagne del Lufrano e le tante battaglie ambientalistiche portate avanti dai comitati della “terra dei fuochi”. Occorrerebbe invitare, ospite della nostra Città, il Ministro dell’Ambiente e fargli visitare la Rhodiatoce, la Tubi Bonna, la Resia e tutte le fabbriche dismesse di Casoria. Stefano Caldoro, nonostante le sue amicizie casoriane, un po’ come hanno fatto tutti i suoi predecessori, considera Casoria come una propaggine di Secondigliano, senza disegnare nulla di costruttivo. A Casoria, un po’ alla volta, hanno sottratto tutto, anche lo zuccherino che i politici per fortuna passati di moda amavano dispensare alla loro folta e papale clientela. Servono due o tre cose molto concrete. Per cominciare: il centro interscambio merci “Ovulo commerciale”; il recupero del centro storico; il recupero delle aree dismesse. Basterebbe questo!!!


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L’angolo dellaPoesia ODE A SAN LUDOVICO O San Ludovico, tu che sei testimonianza di faro di verità e amore tra noi, prega per noi.

23 Augurissimi 21/11/2014 è nata Francesca, Angela Jasmine e i nonni sono lieti di annunciarne la sua nascita

O San Ludovico, tu che hai crocifisso i tuoi giorni terreni, alla causa dei diritti negati, per tutte le creature che gridano pietà e fame più in alto dei cieli, prega per noi. O San Ludovico, tu che hai combattuto, con fervore e audacia, l’avidità che divora il dono fraterno e affligge il pensiero degli uomini, prega per noi. O San Ludovico, buligina il nostro cammino, come il sole d’inverno che sboccia il grazioso gelsomino, prega per noi. O San Ludovico, t’invochiamo,ti supplichiamo di trasmettere ad ognuno, la tua speranza di luce per un futuro di pace, prega per noi. O San Ludovico, sia per noi d’esempio la tua resilienza riflessa, in attesa d’abbracciare l’universo, colorato dalla purezza della tua Santità, prega per noi. O San Ludovico, sia resurrezione redenta la tua fede per noi, prega per noi. Nei secoli dei secoli, Amen. Inedita- diritti riservati- Autrice Antonella de Rosa

Augurissimi 29/11/2014 A Lello Corcione Cinquanta anni sono tanti ed hai visto tante cose e fatto tante esperienze ma non ti preoccupare perchè il bello deve ancora venire... Chi è in mezzo al cammin delle propria vita è solo a metà. Auguri e baci da tua moglie Antonella e i tuoi figli Chiara e Antonio

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 2721NOVEMBRE 2014 FEBBRAIO 2013 Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271 email: info@printinghousesrl.it


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