Percorsi in Ceramica 49 ITA-ING

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percorsi in ceramica

Poste Italiane Spa, n. 49, Maggio 2024 Spedizione in abbonamento Postale - 70%, DCB Modena
CONTEMPORARY CHURCHES RIVISTA DI SEGNI E IMMAGINI MAGAZINE OF GRAPHICS AND DESIGNS
49/2024

direttore responsabile editor in chief

Mauro Manfredini

progetto grafico art direction Ikos Elisabetta Naldi

coordinamento editoriale editorial coordination Nadia Giullari

redazione testi text editing Matteo Vercelloni stampa printing

ROTOLITO S.p.a. Milano

Tassa pagata Postage paid

Casalgrande Padana Via Statale 467, n. 73 42013 Casalgrande (Reggio Emilia) Tel. +39 0522 9901 casalgrandepadana.it

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percorsi in ceramica /49

editoriale editorial

2 Chiese del mondo

Churches of the world

Mauro Manfredini

chiese moderne e contemporanee

modern and contemporary churches

4 Chiesa di Nostra Signora della Misericordia

Church of Nostra Signora della Misericordia

Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini 1956-1958

SBG architetti 2006-2008

16 Due Chiese Neo-Apostoliche in Germania

Two New Apostolic churches in Germany

Bamberg Architektur-Thomas Bamberg

24 Complesso Parrocchiale Madonna delle Grazie

Madonna delle Grazie Parish complex

Corvino & Multari

30 Chiesa di San Pio da Pietrelcina

Church of San Pio da Pietrelcina

Anselmi & Associati

nuove collezioni new collections

36 Marmora

Nuovi motivi e cromatismi lapidei, tradotti in lastre di gres porcellanato, si affiancano alla ricca offerta dei ‘marmi’ e delle ‘pietre’ di Casalgrande Padana

New stone and marble-inspired colours and effects enrich Casalgrande Padana’s range of porcelain stoneware tiles

ceramica & creatività

ceramic tiles and creativity

44 Casalgrande Padana con l’Accademia di Brera

Casalgrande Padana joins forces with the Brera Academy

grand prix XIII 2022/2024

48 La cultura internazionale del progetto

International design culture

Chiese del mondo Churches of the world

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Questo numero di “Percorsi” affronta un tema progettuale denso di storia, quello della chiesa come spazio liturgico e della fede. Abbiamo selezionato una serie di progetti contemporanei in Italia e all’estero e un capolavoro del modernismo, La Chiesa di Nostra Signora della Misericordia a Baranzate di Bollate nell’hinterland di Milano, progettata da Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti e Aldo Favini tra il 1956 e il 1958 , oggetto di un attento restauro per riscrittura, ad opera dello studio SBG architetti. La lettura di questi progetti, a cavallo tra modernità e nostro presente, ha permesso di verificare come i materiali di Casalgrande Padana siano stati scelti per le loro qualità materiche e tecniche, per le prestazioni di garanzia di durata nel tempo e per la facilità di manutenzione in luoghi collettivi. I progetti che presentiamo nelle pagine che seguono rispecchiano nel loro confronto e nei loro diversi linguaggi quelle indicazioni che il Vescovo Nunzio Galantino, Segretario Generale CEI, affermava nel XIV Convegno Liturgico Internazionale del giugno 2016, nel suo intervento “Costruttori di Chiesa”. A proposito di come un esterno di un edificio ecclesiale sappia esprimere la realtà della Chiesa si affermava che una chiesa di nuova edificazione ”esprimerà realmente qualcosa di fondamentale della comunità cristiana, nella misura in cui renderà evidente che costituisce l’accesso ad uno spazio altro; e permette l’ingresso in un tempo che interrompe il normale scorrere del tempo. [...] Un edificio ecclesiale dovrebbe, pertanto, mostrarsi sin dall’esterno come casa che serve a dimorare in uno spazio “altro” e ad abitare un tempo “altro” rispetto allo spazio e al tempo che segnano la vita del mondo.” Accanto a questa dimensione fortemente simbolica oltre che religiosa si aggiunge il fatto che “un edificio ecclesiale se deve essere in qualche modo distinto dal resto delle costruzioni, non dovrà dare la sensazione di risultare estraniato dalla città nella quale è inserito: perché è su quelle medesime strade che i cristiani, usciti dalla chiesa torneranno a camminare e a vivere”. Ecco allora che i sagrati delle chiese diventano nei nuovi progetti delle piazze pubbliche integrate ai tessuti urbani che le accolgono; nuovi luoghi collettivi aperti ad un pluralismo di pensiero e di fedi secondo quelle indicazioni date da Papa Francesco nella Evangelii gaudium (2015): “sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che l’autopreservazione”. In tale ottica ci piace pensare, insieme a Nunzio Galantino, a “una Chiesa capace di abitare un mondo strutturalmente pluralistico, multireligioso e, insieme, in continuo mutamento”, una Chiesa che sappia ascoltare, contro ogni fondamentalismo. Tra le ultime novità delle nostre collezioni che offriamo al mondo del progetto di architettura, chiude il numero della rivista la collezione Marmora , che sviluppa nuovi motivi e cromatismi lapidei tradotti in lastre di gres porcellanato per aggiungersi alla ricca offerta dei ‘marmi’ e delle ‘pietre’ di Casalgrande Padana. In fine ricordiamo a tutti i progettisti l’importante scadenza del 31 dicembre 2024, termine ultimo per potersi iscrivere a Grand Prix, concorso internazionale di Architettura, nato per stimolare nuovi percorsi di ricerca e sperimentazione sull’impiego di materiali Casalgrande Padana.

This issue of “Percorsi” focuses on a field full of history: sacral architecture. We have selected a few contemporary projects in Italy and abroad, including the church of Nostra Signora della Misericordia in Branzate di Bollate in Milan’s hinterland. This modernist masterpiece was designed by Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, and Aldo Favini between 1956 and 1958 and was recently restored by SBG Architetti. All these projects, straddling modernity and the present, feature Casalgrande Padana materials chosen for their unique technical and textural features, excellent performance and durability, and low maintenance, which make them perfect for public spaces. Each with their own language, these churches follow the guidelines that the then Secretary-General of the Italian Episcopal Conference, Bishop Nunzio Galantino, outlined during his “Builders of the Church” speech at the 14th International Liturgy Conference in June 2016. For example, during this speech, Bishop Galantino explained that a newly built church “expresses something essential about the Christian community when it’s clear that it provides access to a different space and a time that interrupts the normal flow of time [...]. In other words, the exteriors of a church should clearly show that people are about to step into a space and time that are not the space and time of the world.” In addition to this symbolic and religious dimension, an ecclesiastical building should stand out from the other buildings “without giving the impression of being estranged from the city it’s in because it’s on those same streets that Christians return to walk and live once they leave the church.” As a result, churchyards become new public squares integrated into the urban fabric and open to thought and religious pluralism, as Pope Francis wrote in Evangelii Gaudium (2015): “I dream of a ‘missionary option’, that is, a missionary impulse capable of transforming everything, so that the Church’s customs, ways of doing things, times and schedules, language and structures can be suitably channelled for the evangelisation of today’s world rather than for her selfpreservation.” To this end, we agree with Bishop Galantino’s idea of a Church that lives in a pluralistic, multi-religious, and ever-changing world. A Church that listens and is against any form of fundamentalism. We end this issue by presenting Marmora , one of our latest collections. This collection translates new stone- and marble-inspired colours and patterns into porcelain stoneware tiles that enrich the Casalgrande Padana range. Finally, we invite you to enter our Grand Prix, the international architecture contest that celebrates new ways of using and experimenting with Casalgrande Padana materials. There’s time until 31 December 2024 to submit a project.

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Chiesa di Nostra Signora della Misericordia

Church of Nostra Signora della Misericordia

Baranzate, Milano

Progetto Project by Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti, Aldo Favini 1956-1958

Riscrittura architettonica Restoration by SBG architetti 2006-2008

di by Matteo Vercelloni 1. Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) Ph: © Marco Introini

Chiesa di Nostra Signora della Misericordia

Intervista a Giulio Barazzetta - SBG architetti

Church of Nostra Signora della Misericordia

Interview with Giulio Barazzetta - SBG architetti

Matteo Vercelloni

Questo progetto di recupero radicale che avete condotto con attenzione e passione, affronta il tema del restauro del moderno, del riuso del manufatto urbano nell’ottica dell’economia circolare applicata al patrimonio architettonico. Come ti sei posto in tale prospettiva di riuso e rilettura dell’edificio?

Giulio Barazzetta

Nella logica dell’economia circolare è più corretto parlare di adeguamento, recupero e conservazione, piuttosto che di restauro. Nel caso specifico abbiamo parlato anche di ‘riscrittura’ di un capolavoro del moderno che è stato condotto in stretto rapporto con gli autori. Lo stesso edificio è stato riscritto in continuità con l’opera degli autori ancora viventi.

La chiesa, considerata un riferimento dell’architettura sacra moderna e della liturgia post-conciliare, ha posto anzitutto diversi quesiti di progetto rispetto alla luce naturale quale elemento compositivo in riferimento all’individuazione del materiale del rivestimento; voglio dire per la conservazione della sensazione multiforme e sempre variabile che suscita alle persone che lo spazio accoglie. Poi non si è potuto certo tralasciare il legame di riconoscibilità dell’edificio instaurato nel tempo con le persone che lo hanno vissuto.

This project, which you conducted with great attention and passion, is an example of restoring modern buildings and reusing urban artefacts, applying the principles of circular economy to architectural heritage. What was your stance on reinterpreting this building?

Giulio Barazzetta

In a circular economy strategy, we should call it adaptation, recovery, or conservation rather than restoration. In this specific case, we added the concept of reinterpretation of a modern masterpiece we conducted in close collaboration with the original authors. We reinterpreted it maintaining a continuity with the work of the original architects who were still alive.

The church, considered a benchmark of modern sacral architecture and post-Council liturgy, entailed several issues regarding natural light as a reference for choosing the cladding material and maintaining that multiform, variable sensation it gives people inside the church. And, of course, we couldn’t neglect the building’s recognisability.

2 3 2.3.4.5.
Lavori di
ristrutturazione
dell’edificio Restoration works
Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I)
Ph: © Marco Introini
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Ordine architettonico in corrispondenza delle quattro colonne: a sinistra il prospetto dall'esterno, a destra la sezione trasversale dall'interno; pianta del dettaglio d'angolo. Confronto del rivestimento alle diverse epoche: sezioni complete e dettaglio corrispondente.

1958: il pannello di tamponamento originario di esecuzione sperimentale in cantiere, documentato nelle riprese dell'edificio finito e dai resti materiali, era il risultato dell'assemblaggio di due lastre di vetro industriale colato “rigato” con sezione a prismi, inframmezzate da un pannello di polistirene espanso a bassa densità di colore bianco.

1980: il rivestimento originario, abbattuto da un attentato nel 1979, è stato sostituito dagli stessi progettisti nel 1980 con un pannello composto da vetro retinato, materassino di poliuretano e successivamente polietilene, lastra di policarbonato alveolare. La struttura della facciata in acciaio è stata rivestita di alluminio anodizzato naturale.

2014: la facciata realizzata, campionata e testata e posata in opera, è sorretta da struttura in acciaio inox AISI 304 rifinito con pallinatura (shot-peening) a diametro variabile e trattamento protettivo epossidico trasparente di finitura antimacchia. Le vetrate sono composte da: 1° strato esterno = vetro extrachiaro temperato 6+6 mm con rigatura acidata sulla faccia esterna e pvb bianco interposto, intercapedine con gas inerte, vetro basso emissivo 6 mm - intercapedine con gas inerte; 2° strato = vetro basso emissivo 6 mm - intercapedine con gas inerte; 3° strato = vetro basso emissivo 6 mm - intercapedine con gas inerte; 4° strato interno vetro extrachiaro temperato stratificato con vetro bugnato 6+6 rigatura acidata sulla faccia esterna e pvb bianco interposto. Campione finale a quattro strati tre camere, in opera primavera 2014. Dimensioni 90x270x5 cm, 2,43 mq pannello Peso 89 kg/mq, 216 kg pannello Costo 320 €/mq, 900 €/pannello Caratteristiche luminose ed energetiche test 23.11.2011.

Riflessione luminosa

Trasmissione luminosa

Trasmissione

05cm
02m 1
RL:
29,4%
TL:
2,2%
RE:
Riflessione solare diretta
30,8%
TED:
solare diretta
1,6%
FS:
7 6 5 4
Fattore solare
6,3% Termotrasmittanza vetro Ug: 0,7 W/mqK.
6. Parziale pianta dell’edifico, prospetto esterno e sezione Partial plan of the building, exterior elevation and section 7. Esterno ristrutturato della Chiesa The church’s restored exteriors
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“Nel caso specifico abbiamo parlato anche di ‘riscrittura’ di un capolavoro del moderno che è stato condotto in stretto rapporto con gli autori.”

“In this specific case, we added the concept of reinterpretation of a modern masterpiece we conducted in close collaboration with the original authors.”

Il vincolo posto dalla Soprintendenza nel 2003 ha fatto partire il recupero dell’opera assunta anche come esempio di intervento su costruzioni della modernità del dopoguerra. Sostenuto anzitutto da Bruno Morassutti, con cui abbiamo collaborato sino al momento della sua scomparsa, il processo progettuale si è sviluppato con grande attenzione collaborando con gli “autori” Morassutti, Angelo Mangiarotti e Aldo Favini ricalcando un’opera architettonica in una pratica di “riscrittura” che definisce forse un modo avanzato di fare restauro; modalità che si affianca sovrappone a quelle di conservazione e di adeguamento. Un percorso che è stato accolto con convinzione anche dal Soprintendente di allora, l’architetto Alberto Artioli, che ha sempre avuto attenzione per il patrimonio architettonico del ‘900. Poi il concetto di riuso del manufatto urbano ci ha costretto a lavorare all’interno del basamento inserendo le nuove funzioni richieste, trasformandone gli interni senza alterare le dimensioni dell’involucro.

GB

The constraints set by the Superintendence in 2003 turned this project into an example of restoration of post-war modernist buildings.

The design process developed carefully in close collaboration with the original architects, Bruno Morassutti (with whom we worked until his passing), Angelo Mangiarotti, and Aldo Favini. This “reinterpretation” can be defined as an advanced restoration method alongside – and sometimes overlapping – conservation and adaptation. This approach was welcomed by the then Superintendent, Alberto Artioli, who has always paid great attention to the 20th-century architectural heritage.

Then, the concept of reusing urban artefacts forced us to work within the original building’s base, adding the requested new functions and transforming the interiors without changing the envelope’s size.

9 GB
8. Vista interna dell’edificio Interior view of the building Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) Ph: © Marco Introini 9. Vista esterna dell’edificio Exterior view of the building Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) Ph: © Marco Introini
Ciò che emerge è la qualità dello spazio quasi in senso astratto.
What emerges is the almost abstract quality of the space.

MV

Analizzando la parte superiore dell’edificio, la grande aula dello spazio lirico della chiesa, mi sembra che questa si riconduca alla tradizione ottocentesca della nascita della modernità, che si snoda secondo un percorso sperimentale dal Crystal Palace al Centro Pompidou; e cioè la costruzione per componenti compiute dell’opera architettonica.

GB

Non c’è dubbio che sia così; la chiesa di Baranzate si colloca, anche per la caratteristica del ‘montaggio’ delle sue componenti, a pieno titolo nella tradizione del moderno. Occorre tuttavia tenere presente che il brevetto del cemento armato è del 1849, ma per il Crystal Palace (1851) e per i tempi necessari alla sua costruzione ci si rivolse ad un costruttore di serre, che appunto lavorava già nella logica di assemblaggio di artefatti metallici predisposti. La Chiesa di Baranzate è un edificio sperimentale, se la struttura della base e dei pilastri è in cemento armato tradizionale, quella della copertura è per elementi di calcestruzzo prefabbricati, assemblati e post-tesi in opera. Come per componenti distinte è il tamponamento delle facciate in acciaio e vetro verificate allora in corso d’opera. Il tutto in una combinazione di competenze tra impresa tradizionale e sperimentazione della prefabbricazione che caratterizzava molte opere dell’Italia del dopoguerra.

MV

Tutto questo e il tema della sperimentazione sull’opera architettonica in sé sembra che sposti in secondo piano la sua funzione liturgica. Ciò che emerge è la qualità dello spazio quasi in senso astratto; il fatto che poi l’edificio sia una chiesa appare come una delle tante funzioni possibili. Perché come diceva Aldo Rossi, quando un’architettura è sana e forte può accogliere qualsiasi funzione. Per Mangiarotti, Morassutti e Favini, il fatto che il progetto di questo edificio, sui cui stavano sviluppando un percorso di sperimentazione, fosse destinato ad accogliere una chiesa era il motivo-guida oppure no?

MV

Analysing the upper part of the building – the liturgical room – it seems to me that it hints at the 19th-century tradition of the beginning of modernity, developing along an experimental path from the Crystal Palace to the Pompidou Centre, i.e., a prefabricated construction method.

GB

Yes, there’s no doubt about it. The Baranzate church is absolutely part of this tradition, even for how its components are “assembled”. It’s important to remember that reinforced concrete was patented in 1849; however, due to the time constraints for building the Crystal Palace (1851), they relied on a greenhouse builder, who already worked by assembling prefabricated metal artefacts. The Baranzate church is an experimental building. Its base and pillars have a traditional reinforced concrete structure, whereas the roof consists of precast concrete elements post-tensioned and assembled on-site. The infill walls of the steel and glass façades –also composed of distinct components – were verified during the construction process. This combination of traditional construction and experimental prefabrication characterised many post-war buildings in Italy.

MV

All this and the theme of architectural experimentation seem to shift the building’s liturgical function to the background. What emerges is the almost abstract quality of the space. Being a church appears to be just one of the building’s possible functions.

As Aldo Rossi used to say, when architecture is solid and healthy, it can accommodate any function. Mangiarotti, Morassutti, and Favini were developing an experimental project. But was the fact that this building was a church the “guiding light” for them or not?

10.11. Lavori di ristrutturazione interni Interior restoration works Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) 10. Ph: © Marco Introini
10 11
11. Ph: © Giulio Barazzetta Disegni / Drawings: SBG architetti
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12. Planimetria interna dell’edificio Interior floor plan of the building 13. 14. Viste interne dell’edificio Interior views of the building Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) Ph: © Marco Introini
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Disegni / Drawings: SBG architetti

Il progetto di Nostra Signora della Misericordia avviene in un contesto preciso che è quello della strategia del Cardinale Montini di costruire nuove chiese per la periferia di Milano e questo non va dimenticato. Certo il carattere dei tre progettisti è laico, ed è quello della componente del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) cui i tre progettisti aderirono. Favini allievo del ‘comunista’ Ridolfi, Mangiarotti respira l’aria del Partito di Azione, Morassutti invece è cattolico, ma sicuramente democratico e non integralista. Al di là che il capolavoro di Baranzate sia una chiesa quello che si intende sperimentare è la definizione del prototipo del nuovo edificio industriale. La campata è unica e si ripete senza soluzione di continuità, e questo concetto prosegue e si affina nei lavori successivi di Mangiarotti e Favini che proprio dell’esperienza di Baranzate faranno tesoro. Il meraviglioso padiglione sul porto di Genova e il deposito Birra Poretti di Mestre, che è l’avanzamento del concetto di progettazione per elementi essenziali verso la prefabbricazione industriale degli anni Settanta, nella ricerca e l’affinamento dell’unica grande campata indipendente, devono molto alla chiesa di Baranzate. Esiste anche un’altra dimensione concettuale importante ed è quello della concomitanza fra spazio del lavoro e spazio delle fede, che rimanda anche all’Art.1 della nostra Costituzione. C’è la coincidenza tra Mangiarotti e Morassutti di un’idea laica dello stato e del rapporto tra religione e vita civile. Così il progettare una chiesa, quella di Baranzate, è stato per loro pensare al modo di costruire il nuovo spazio della fabbrica nella convergenza di valori legati alla vita civile del Paese. Il riferimento non è più allora alla tipologia dell’edificio e alla sua funzione ma è al sistema che genera la campata più ampia possibile e ripetibile per addizione.

MV

Il percorso di riscrittura della chiesa di Baranzate mi sembra sia stato per voi di tipo radicale mettendo in luce il limpido disegno dello scheletro per poi ricostruirne la pelle esterna e la pavimentazione.

GB

Let’s not forget that this project was part of a specific context, i.e., Cardinal Montini’s strategy to build new churches on Milan’s outskirts. However, the approach of the three architects was secular, stemming from the National Liberation Committee they were members of. Favini was a student of the “communist” Ridolfi, and Mangiarotti breathed the air of the Action Party. Conversely, Morassutti was a democratic, nonfundamentalist catholic. Now, besides this masterpiece being a church, what the architects wanted to experiment with was the definition of a new industrial building. The single bay is repeated seamlessly, and this concept is further perfected in Mangiarotti’s and Favini’s subsequent works. For example, the beautiful pavilion at the Genoa port and the Birra Poretti deposit in Mestre owe a lot to the Baranzate church. They are examples of the shift of the concept of design by essential elements towards industrial prefabrication of the 1970s.

Then there’s another essential concept to keep in mind, i.e., the coexistence of work space and religious space, which, in a way, refers to Article 1 of the Italian constitution.

Mangiarotti and Morassutti shared the same idea of a secular state and the relationship between religion and civil society. For them, designing the Baranzate church was a way to think about how to build a new factory space, integrating the values of the country’s civil society. This way, we are no longer referring to the type of building or its function but to the system that a larger and repeatable bay creates.

MV

Your reinterpretation of the Baranzate church seems quite radical. It highlighted the design of its skeleton and recreated its skin and flooring.

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“Per noi non si è trattato di riprodurre la verità dell’originale, ma un suo modello il più possibile verosimile.”

“For us, this project wasn’t about reproducing the original’s truth but about creating a model as similar as possible.”

GB

Linea Gresplus Collezione Cotto Cerato Rosso 14x28 cm

15.16.17.

Viste interne dell’edificio Interior views of the building

Chiesa di Nostra Signora della Misericordia Church of Nostra Signora della Misericordia Baranzate, Milano (I) Ph: © Marco Introini

Il percorso è stato radicale perché il portare l’edificio alla struttura nuda ha significato metterne in luce la parte ‘funzionante’ dal punto di vista statico. Abbiamo sostituito tutti i montanti ammalorati della facciata-involucro fino a trovare un’azienda in grado di seguire e rifare il disegno modulare originario (portando i vetri dallo spessore di 4 cm a 7 cm), cambiando il materiale (acciaio inox pallinato privo di manutenzione) e sperimentando dei vetri particolari, traslucidi e materici, che restituiscono la sensazione della luce interna ed esterna imitando la rigatura originaria che offre la vibrazione di un tempo. Abbiamo cercato con successo di ricostruire la ‘sensazione’, quella che dava lo spazio di un tempo.

MV

Nella riscrittura del pavimento della grande sala come è stato il rapporto con Casalgrande Padana e come sono avvenute le scelte del prodotto finale?

GB

Abbiamo lavorato insieme a Casalgrande Padana, perché il problema che è emerso, come nel caso della scelta del materiale e della finitura dell’infisso dell’involucro perimetrale, era anzitutto quello della manutenzione. In realtà noi volevamo riproporre il cotto come nel progetto originario, ma la committenza non ne rilevava giustamente garanzie sufficienti per la durata nel tempo, oltre per i problemi di pulizia e di friabilità del materiale oggettivamente presenti. Il nostro problema è stato quello di trovare un materiale dalle prestazioni superiori al cotto, di facile pulizia e in grado di durare nel tempo, in grado però di dare, ancora, la stessa ‘sensazione’ prodotta del materiale originariamente impiegato. Casalgrande Padana ha risposto alla nostra richiesta proponendo un materiale di loro produzione, personalizzato però dal punto di vista del formato per seguire esattamente il passo di posa di quello originario, dunque la proporzione che, come tutta la chiesa e le sue componenti, è nel rapporto di 1 a 2. Tutto il disegno della pavimentazione è legato a quello generale, con le fughe che cadono in mezzeria dei montanti di facciata.

Considerando che il rapporto che tutti noi abbiamo con l’architettura e il mondo avviene anzitutto attraverso la percezione individuale, si può affermare che per noi non si è trattato di riprodurre la verità dell’originale, ma un suo modello il più possibile verosimile.

GB It was a radical process because bringing the building back to its bare structure meant emphasising its “functioning” part from a static point of view. We replaced all the ruined studs of the façade/envelope. We had to find a company that could recreate the original modular design (bringing the glass thickness from 4 to 7 cm), changing the material (maintenance-free peened stainless steel) and experimenting with translucent and textured glass to replicate the sensation of internal and external light, imitating the original ribbed glass to provide the same vibes. We tried to recreate the same sensations of the original space and succeeded.

MV How was working with Casalgrande Padana for the flooring? How did you choose the end product?

GB We worked closely with Casalgrande Padana. Maintenance was the main problem when choosing the material and the finish of the perimeter envelope frame. Actually, we wanted to opt for terracotta tiles like in the original project. However, this material can be fragile and difficult to clean, and it didn’t convince the clients who were concerned about its durability. We needed a durable, better-performing material that was also easy to clean.

A material that could give the same sensations as the original one. Casalgrande Padana met our need with custom-size tiles that could follow the exact same laying pattern and proportion as the original (1:2 throughout the church and its components). The floor design follows the general design, with the grout lines falling in the centreline of the façade’s studs.

Every person’s relationship with architecture and the world around them is based, first of all, on individual perception.

Therefore, we could say that, for us, this project wasn’t about reproducing the original’s truth but about creating a model as similar as possible.

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Materiali ceramici Ceramic materials
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Due Chiese Neo-Apostoliche in Germania

Two New Apostolic churches in Germany

Kornwestheim / Sonnenbühl

Progetto Project by Bamberg Architektur-Thomas Bamberg

di by Matteo Vercelloni 1. Chiesa Neo-Apostolica New Apostolic church Kornwestheim (DE) Ph: © Bamberg Architektur Mário P. Rodrigues

Chiesa Neo-Apostolica New Apostolic church Kornwestheim

Bamberg Architektur-Thomas Bamberg

La Chiesa neo-apostolica è una confessione cristiana millenarista nata in seguito allo scisma di Amburgo del 1863, quale missione universale cristiana e apostolica e si considera come continuazione della Chiesa cristiana primitiva, prefiggendosi di divulgare il Vangelo e di preparare le anime dei fedeli al ritorno di Cristo. A tale espressione religiosa si rifanno le due chiese progettate da Thomas Bamberg in due diversi contesti, secondo una grammatica architettonica scandita da volumi semplici e riconoscibili. Se a Kornwestheim la chiesa si colloca all’interno di un fitto tessuto urbano nel mezzo di due linee ferroviarie, sul confine tra la presenza industriale dell’area Salamander, segnata dall’alta ciminiera in mattoni conservatasi, e la zone residenziale a nord; a Sonnenbühl è il bordo dei campi coltivati a nord e il paesaggio agricolo che fanno da contorno alla nuova chiesa, affiancata a ovest dalla zona industriale, aperta a est verso il panorama collinare del Giura e qui affacciata verso la strada principale di accesso alla cittadina del Baden-Württemberg. I due progetti sono assimilabili per le affinità di percorso metodologico nella ricerca di un’immediata riconoscibilità del luogo di culto definito dal ricorso a volumi semplici e all’impiego di una palette materico-cromatica composta da pochi elementi distribuiti tramite un’attenta regia d’insieme.

A Kornwestheim la nuova chiesa collocata all’estremità settentrionale dell’area industriale Salamander, oggetto di recupero e conversione, occupa uno spazio a corte offrendosi come nuovo elemento centrale. Sollevata su un basamento in mattoni che si rapporta al passato industriale del sito, la chiesa è composta da due zone funzionali distinte e tra loro collegate tramite il comune atrio d’ingresso. A ovest una nuova piazza pensata come punto d’incontro per il quartiere anticipa la zona dell’edificio che accoglie i locali polivalenti e la sacrestia, distribuiti su un solo piano fuori terra. A est del foyer centrale si sviluppa l’aula liturgica definita volumetricamente come un grande cubo in mattoni faccia a vista che riprende la stessa finitura della parte più bassa della costruzione. Il cubo della chiesa presenta una vetrata continua policromatica lungo il lato sud che colora l’interno secondo le diverse intensità della luce del giorno. La vetrata aperta dalla strada sull’aula liturgica è ripetuta in dimensione maggiore, e con solo vetri chiari, sulla sommità del fronte ovest per catturare la luce naturale insieme al lungo lucernario che gli è complementare. La forma geometrica percepibile nell’esterno cela in realtà una tettonica interna a falda unica ribassata rispetto all’altezza percepibile sui fronti urbani.

The New Apostolic Church is a millennialist Christian denomination that arose from the 1863 schism in Hamburg, Germany. It considers itself a continuation of the Early Church and aims to spread the Gospel and prepare the faithful for the second coming of Christ.

Thomas Bamberg designed the two new churches recently built in Kornwestheim and Sonnenbühl, Germany. The Kornwestheim church is located in the urban fabric between two railway lines, the Salamander industrial area dominated by the well-preserved brick flue-gas stack, and the northern residential area. Conversely, the Sonnenbühl church is immersed in a rural landscape, with an industrial area to the west and a hilly view of the Swabian Jura range to the east, overlooking the main road to Baden-Württemberg.

These two projects were undertaken using a similar approach to make these places of worship immediately recognisable through simple volumes and few well-combined materials and colours.

The Kornwestheim church has become the new central element of the north end of the Salamander industrial area, which is being converted and redeveloped. This industrial past is reflected in the brick base of the church, which comprises two functional areas connected through a common atrium. The new square to the west is a new meeting point for the neighbourhood and leads to the multi-use rooms and the sacristy, which are all on the same above-ground floor.

The liturgical room – an enormous cube with exposed bricks like the lower part of the building – develops east of the central foyer.

The polychrome glazing along the southern side of this cube colours the interiors according to the sunlight’s intensity.

The western side of the liturgical room has a larger clear-glass window letting the natural light in and a skylight that complements it.

The geometric shape perceived from the outside conceals a lower single-pitch roof.

18 19
2 3 WEST Bebelstraße
Bahnhofstraße
Salamanderstraße
2. Prospetti esterni dell’edificio Exterior elevations of the building 3. Planimetria generale General floor plan

Materiali ceramici Ceramic materials

Linea Pietre Native Collezione Mineral Chrome Mineral Grey 30x60 cm

4.5.6.

Viste interne dell’edificio Interior views of the building Chiesa Neo-Apostolica New Apostolic church Kornwestheim (DE) Ph: © Bamberg Architektur Mário P. Rodrigues

4 5
20 21

La vetrata aperta dalla strada sull’aula liturgica è ripetuta in dimensione maggiore, e con solo vetri chiari, sulla sommità del fronte ovest per catturare la luce naturale insieme al lungo lucernario che gli è complementare.

The western side of the liturgical room has a larger clear-glass window letting the natural light in and a skylight that complements it.

L’aula risulta così più intima e raccolta con il soffitto interno staccato dai bordi perimetrali da cui proviene la luce indiretta che si unisce a quella naturale della parete di fondo che accoglie l’essenziale crocifisso incastrato in una parete in aggetto. Particolarmente curato e protagonista appare il disegno della pavimentazione di gres porcellanato di Casalgrande Padana (collezione “Mineral Chrom Grey” nel formato cm 30 x 60), che si abbina ai colori tenui delle pareti e al legno naturale delle panche, posato secondo una trama in grado di creare una griglia di riferimento che segna le aree di passaggio rispetto a quelle di sosta in modo chiaro e allo stesso tempo discreto.

This way, the liturgical room appears more intimate. In addition, the interior ceiling seems detached from the perimeter from where indirect light floods in with the natural light from the end wall housing the crucifix on a protruding wall panel. The flooring featuring Casalgrande Padana porcelain stoneware tiles from the Mineral Chrom Grey collection (30x60 cm) is one of the highlights. It perfectly matches the soft colours of the walls and the pews’ natural wood. In addition, its layout marks the various areas clearly yet discreetly.

6

Chiesa Neo-Apostolica New Apostolic church

Sonnenbühl

Bamberg Architektur-Thomas Bamberg

Materiali ceramici Ceramic materials

Linea Granitogres Collezione Marte Grigio Egeo 30x60 cm

Linea Pietre Native Collezione Mineral Chrom Mineral Beige 30x60 cm

1.2.3.

Viste esterne e interne dell’edificio Interior and exterior views of the building

Chiesa Neo-Apostolica New Apostolic church Sonnenbühl (DE)

Ph: © Bamberg Architektur Mário P. Rodrigues

1 2
22 23

3

Due alte vetrate laterali trovano in angolo due corrispondenti setti di pietra naturale dal forte spessore. Two lateral windows find two thick natural stone walls in the corners.

A segnare il bordo urbano a nord della cittadina di Sonnenbühl la nuova chiesa Neo-Apostolica si propone come un volume chiaro con facciate color sabbia in cui trovano spazio degli inserti di pietra locale impiegati nell’interno a caratterizzare il brano di rivestimento parietale che accoglie la leggera croce lignea alle spalle dell’altare dello stesso materiale. Qui il volume della chiesa, composto come a Kornwestheim da una parte più bassa che accoglie la sacrestia e i locali polivalenti rivolti a sud, denuncia nell’aula liturgica accessibile dal foyer centrale, la sua tettonica interna. Il volume esterno della chiesa segue infatti l’andamento della falda inclinata che si sviluppa dalla parte bassa dell’edificio per salire con una ripida pendenza di 45° sino al colmo del fronte nord, rivolto verso la campagna e sorta di simbolico portale di accesso alla città. Due alte vetrate laterali trovano in angolo due corrispondenti setti di pietra naturale dal forte spessore che caratterizzano il fronte cieco, segnato in sommità da una croce sospesa che comunica la funzione religiosa del complesso. Alle vetrate laterali che catturano la luce del giorno si aggiunge il lungo taglio centrale che divide in due settori simmetrici la falda inclinata della copertura enfatizzando nell’interno la prospettiva e il percorso verso l’altare. Anche qui il gres porcellanato di Casalgrande Padana (collezione “Marte” colore Grigio Egeo e “Mineral Chrom Beige”) impiegato per le pavimentazioni concorre a unire i percorsi e a definire le diverse zone funzionali assumendo il ruolo di una delle componenti compositive primarie dell’intero progetto .

The new church in Sonnenbühl is located on the town’s northern border. Its sand-colour façades feature local stone inserts, which are repeated inside to characterise the wall housing the wooden crucifix behind the altar of the same material. Like the Kornwestheim church, the volume comprises a lower part, with the sacristy and multi-use rooms facing south, and a liturgical room accessible from the central foyer.

The external volume of the church follows the 45-degree slope that develops from its lower part to the top part of the northern front overlooking the countryside, which serves as a symbolic portal to the town.

Two lateral windows find two thick natural stone walls in the corners, characterising the windowless front of the building, dominated by a cross at the top. In addition to these two lateral windows that let the daylight in, there is a long central slit opening, which divides the sloping part of the roof into two symmetrical sectors, emphasising the perspective and the path to the altar. Once again, Casalgrande Padana’s porcelain stoneware floor tiles take centre stage, this time with the Marte and Mineral Chrom collections (in Grigio Egeo and Beige, respectively), marking the various areas and becoming a primary element of the entire project.

24 25

Complesso Parrocchiale

Madonna delle Grazie

Madonna delle Grazie

Parish complex

Diocesi di Lodi, Dresano (Milano)

Progetto Project by Corvino & Multari

di by Matteo Vercelloni 1. Complesso Parrocchiale Madonna delle Grazie Madonna delle Grazie Parish complex Dresano, Milano (I) Ph: © Studio F64 Paolo Cappelli & Maurizio Criscuolo Fotografi Associati, Napoli

Complesso Parrocchiale Madonna delle Grazie Madonna delle Grazie Parish complex Diocesi di Lodi, Dresano (Milano)

Corvino & Multari

Collocata al margine est del paese di Dresano, nella pianura del lodigiano, il complesso parrocchiale Madonna delle Grazie emerge in modo eloquente dal verde dei prati del suo intorno offrendo nell’immediato la propria soluzione compositiva caratterizzata dalla sintesi di forme semplici. Il corpo basamentale della costruzione è un grande rettangolo caratterizzato da un chiostro centrale attorno al quale sono distribuiti i locali del ministero pastorale e di servizio. Al rettangolo di riferimento dell’impianto fondativo si affianca il grande cilindro dell’edificio ecclesiastico sovrapposto, posizionato sul lato est del basamento architettonico e rivolto verso la campagna. Come affermano gli autori: “Il corpo basamentale misura l’intero lotto in direzione est-ovest si sviluppa su un unico livello, ed è caratterizzato da una tessitura di elementi in calcestruzzo armato pigmentato all’ossido di ferro [sui lati sud, est e in parte del lato nord], per conferire alla teoria di elementi il caratteristico colore del laterizio, che, al pari delle costruzioni agricole della pianura del Sud Milano, filtra la necessaria illuminazione agli spazi esterni”. Particolarmente riuscito e felice soluzione compositiva perimetrale, la trama scandita in modo matematico dai setti incrociati di calcestruzzo color cotto, a formare delle fitte “X” affiancate in successione senza soluzione di continuità, disegna un efficace schermo poroso tra esterno e porticato che funge da leggero e permeabile contrappunto cromatico al bianco del possente cilindro che emerge con forza dal rettangolo basamentale dello stesso colore. Al parallelepipedo di fondazione e al cilindro ad esso sovrapposto, si aggiunge in asse a quest’ultimo, e rivolto a Sud, verso la via Pavia di accesso, l’ampio sagrato che enfatizza il percorso prospettico per raggiungere l’ingresso e poi l’aula della chiesa.

The Madonna delle Grazie Parish complex emerges with its simple shapes from the surrounding green fields on the eastern border of Dresano, a town in the Lodi plain. The rectangular base features a central cloister around which the service and parish activity rooms are arranged. In addition, the base is surmounted by the enormous cylinder of the ecclesiastical building on the eastern side overlooking the countryside.

As the architects explain, the base (which covers the entire plot from east to west) develops on a single level. It features a “woven” reinforced concrete structure (on the southern, eastern, and part of the northern side) pigmented by iron oxide, giving it its distinctive brick colour, which, like other farm buildings in that area south of Milan, filters the necessary amount of light in the outdoor spaces.

This composition, created with mathematical precision by the seamless repetition of brick-coloured reinforced concrete “X” shapes, draws a porous screen between the exterior and the portico, which serves as a permeable counterpoint to the white cylinder emerging majestically from the rectangular base in the same colour.

The large churchyard, in axis with the cylinder, faces south towards the access point in via Pavia, emphasising the perspective path to the entrance and the liturgical room.

26 27

Materiali ceramici Ceramic materials

Linea Pietre Native Collezione Marte Thassos 60x120 cm - 30x60 cm

1. Vista esterna dell’edificio Exterior view of the building

2.3.4.5.

Viste interne dell’edificio Interior views of the building

Complesso Parrocchiale Madonna delle Grazie Madonna delle Grazie Parish complex Dresano, Milano (I)

Ph: © Studio F64 Paolo Cappelli & Maurizio Criscuolo Fotografi Associati, Napoli

1 2 3
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Un’architettura simbolica e rappresentativa che definisce con convinzione uno dei margini del tessuto urbano in cui si innesta, offrendosi al paesaggio della pianura come costruzione immediatamente riconoscibile. The highly symbolic architecture of this parish complex defines a part of the urban fabric it’s set in, becoming a landmark in the surrounding landscape.

“I due volumi si compongono in corrispondenza del sagrato, dando origine ad un pronao perimetrale, che accoglie i fedeli filtrando il rapporto tra lo spazio pubblico ed il luogo sacro della Celebrazione”. Questo è formato da un impianto basato sulla forma assoluta e simbolica del cerchio ripetuto due volte in modo concentrico. Quello interno accoglie l’aula liturgica definita anche dalla disposizione a spina di pesce delle panche di legno naturale su disegno rivolte verso il presbiterio. Il secondo cerchio esterno, che cattura perimetralmente la luce zenitale proiettandola in modo indiretto e suggestivo verso l’aula centrale che cinge a 360°, disegna un deambulatorio continuo accogliendo presbiterio, custodia eucaristica, fonte battesimale e confessionali. La posizione del presbiterio che conclude l’asse prospettico sagrato - Portale di accesso - aula liturgica e abside, aggiunge alla centralità del cerchio di riferimento dello spazio della chiesa, l’ulteriore elemento simbolico e religioso del Cristo, qui rappresentato dalla grande statua scolpita da Nino Longobardi che emerge dall’immateriale Crocifisso bianco inciso nello spessore della parete. La scelta della pavimentazione Casalgrande Padana per esterno e interno (collezione “Marte” colore Thassos in formato cm 60x120 e cm 30x60 rispettivamente in finitura bocciardata e naturale) ha dato continuità visiva ai percorsi e agli spazi valorizzando la tenuta cromatica nel tempo delle superfici di calpestio e la qualità di durata del materiale altamente resistente all’uso in un ambiente collettivo. Un’architettura simbolica e rappresentativa che definisce con convinzione uno dei margini del tessuto urbano in cui si innesta, offrendosi al paesaggio della pianura come costruzione immediatamente riconoscibile, che assegna ad ogni sua parte ruoli precisi definiti da un’attenta e calibrata regia d’insieme.

“The two volumes connect in the churchyard, creating a perimeter path that welcomes the faithful and separates the public space from the sanctuary.” The latter is formed by two concentric circles, the purest and most symbolic of shapes. The inner circle houses the liturgical room, where the natural wood pews are arranged in a herringbone pattern facing the presbytery. The outer circle captures the zenithal light, projecting it indirectly into the liturgical room it surrounds completes.

In addition, it defines a deambulatory, where the presbytery, tabernacle, baptismal font, and confessionals are located.

The presbytery at the end of the churchyard-door-liturgical room-apse sequence adds another symbolic element to the circular layout: the majestic statue by Nino Longobardi of Jesus crucified emerging from the white cross engraved in the wall.

Choosing Casalgrande Padana tiles from the Marte collection in the Thassos colour for the indoor and outdoor flooring (30x60 and 60x120 cm with a natural and bushhammered finish, respectively) ensured a visual continuity while emphasising their durability and colour fastness in hightraffic public places. The highly symbolic architecture of this parish complex defines a part of the urban fabric it’s set in, becoming a landmark in the surrounding landscape. Every part has a specific function determined by a meticulously planned overall design strategy.

4 5
30 31

Chiesa di San Pio da Pietrelcina Church of San Pio

da Pietrelcina

Roma

Progetto Project by Anselmi & Associati

di by Matteo Vercelloni 1. Chiesa di San Pio da Pietrelcina Church of San Pio da Pietrelcina Roma (I)

Chiesa di San Pio da Pietrelcina Church of San Pio da Pietrelcina Roma

Anselmi & Associati

Vincitore del concorso del 2005 bandito dal Vicariato di Roma il progetto della Chiesa di San Pio di Pietrelcina in località Malafede, tra Vitinia e San Giorgio di Acilia a sud del Tevere e al confine con la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, si inserisce in modo convincente all’interno del tessuto costruito. L’ intervento sceglie in modo dichiarato il percorso di confronto e dialogo con la trama urbana e le sue emergenze nel riuscito intento di “rivolgersi alla città con una forte immagine identitaria capace di trasmettere a contesti anonimi il senso di una loro diversa e migliore configurazione”, così come affermano i progettisti. Chiesa ed edificio limitrofo ad essa complementare, dove sono collocati i locali per le attività pastorali, la canonica, la sacrestia e le attività polivalenti, si inseriscono nel lotto di forma irregolare dato dai corpi di fabbrica dell’intorno. La soluzione planimetrica segue quella pratica che negli ultimi anni è stata descritta come microchirurgia urbanistica, nello sfruttare al meglio le condizioni date per produrre un nuovo elemento urbano offerto alla collettività. In tale vettorialità l’arretramento della chiesa verso l’interno del lotto rispetto al filo stradale del parcheggio a raso di via Paolo Stoppa sfrutta il lato libero da costruzioni per enfatizzare la vista prospettica di avvicinamento all’aula liturgica, ma soprattutto assume il sagrato come sorta di ampio percorso nel verde e come nuova piazza pubblica su cui si affaccia anche l’edificio multifunzionale della canonica che ne cinge il lato ovest. La pianta della chiesa segue la forma di un rettangolo regolare di proporzione 2x1, collocando l’altare al centro del lato maggiore prospiciente l’ingresso e rialzandolo con tre gradoni in curva a comporre uno spazio rialzato che funge anche da riferimento per il posizionamento a ventaglio delle panche lignee per i fedeli. Come spiegano gli autori: “la posizione dell’altare, inconsueta nelle chiese a pianta a sviluppo longitudinale come questa, è in armonia con le volontà liturgiche emerse da Concilio Vaticano Secondo, per le quali l’insieme dei fedeli costituisce una “comunità” e di conseguenza è necessario che essa usufruisca di una forma spaziale idonea per raccogliersi intorno al suo “pastore” senza particolari gerarchie di posizione, cosa impossibile nella tradizionale collocazione dell’altare sul lato corto nelle chiese a pianta longitudinale”.

The winner of the competition announced by the Vicariate of Rome, the church of Saint Pio of Pietrelcina in Rome (in the Malafede area, between Vitinia, San Giorgio di Acilia, and the Castelporzano Presidential Estate) fits perfectly into the surrounding built area.

As a result, it creates a dialogue with the urban fabric and—as the architects explain—forges a strong identity that changes the perception of a context that usually goes unnoticed.

The church and neighbouring building housing the rectory, sacristy, and multi-use rooms fit into the plot, whose irregular shape is due to the surrounding buildings. Its layout results from what can be called an urban microsurgery strategy, which makes use of the given conditions to create a new urban element for the community.

This way, the church’s setback from the car park in via Paolo Stoppa exploits the side free of buildings to emphasise the perspective view approaching the liturgical room. More importantly, it turns the churchyard into a “green path”, a public square, the western side of which is occupied by the rectory’s multi-use building.

The church has a rectangular shape (2x1 proportion), with the altar – raised three curved steps – at the centre of the longer side facing the entrance, serving as a reference for arranging the pews in a fan shape.

As the architects explain, the altar’s position – quite unusual for longitudinal churches – reflects the liturgical mandates emerging from the Second Vatican Council, for which the faithful constitute a community and, therefore, need a suitable space to gather around their pastor without hierarchical positions, which was impossible with the classic altar position on the shorter side.

2 3
2. Pianta aula liturgica Plan of the liturgical room 3. Sezione trasversale dell’aula liturgica Cross-sectional view of the liturgical room 4. Planimetria Floor plan Chiesa di San Pio da Pietrelcina Church of San Pio da Pietrelcina Roma (I)
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4

Il grande guscio plastico della copertura scende sui lati minori sino a toccare terra, proponendosi come una sorta di simbolica tenda chiamata a proteggere.

The roof’s sculptural shell descends, almost touching the ground on the shorter sides, protecting the liturgical room like a symbolic curtain.

Alla linearità geometrica della pianta rettangolare unitaria della grande aula liturgica in cui fanno da contrappunti compositivi il volume dell’ingresso che si incunea nell’interno, il coro sospeso, la cappella feriale e l’ambone, risponde la complessità della sua copertura. Questa disegna nello spazio una figura plastica risolta come un raccordo tra una sommatoria di tre archi di dimensione diversa, chiamati a disegnare il fronte sul sagrato, e un unico arco parabolico sul lato opposto dove si sviluppa la vetrata che fa da contorno all’ampio presbiterio. La Chiesa si stacca così volutamente dalla linearità e dalla figura della sommatoria architettonica che definisce l’edificio delle attività parrocchiali, più vicino alle dimensioni del costruito dell’intorno cui si rapporta, per offrirsi come elemento iconico ed emergente dal tessuto urbano di cui vuole allo stesso tempo essere parte. Il grande guscio plastico della copertura scende sui lati minori sino a toccare terra, proponendosi come una sorta di simbolica tenda chiamata a proteggere, come superficie complessa, le attività dell’Aula. Alle sue spalle la torre campanaria assunta come elemento indipendente, svetta per 17 metri di altezza. La facciata tripartita in tre curve asimmetriche e il loro raccordo al grande arco unitario sul retro si riconducono “al rapporto dialettico tra le categorie fondanti la cultura occidentale dove, fermo restando la

categoria dell’Uno, quella filosofica e generica del molteplice si determina in termini cristiani nel Trino. [...] È un’interpretazione contemporanea della tripartizione spaziale; qui non vi è simmetria, lo spazio fluisce libero nella complessità geometrica essendo tuttavia diretto verso l’unicità della volta che protegge il luogo sacro del presbiterio. Un grande manto si piega e avvolge l’assemblea dei fedeli cerando un’architettura di pura luce dove la meditazione e la preghiera possano trovare con naturalezza il proprio luogo”. Non solo la figura complessa del manto della copertura (che diventa architettura simbolica e rappresentativa in sé) assume valore come nuovo elemento di riferimento urbano, ma anche il suo carattere materico gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista delle scelte progettuali. Qui il gres porcellanato di Casalgrande Padana (collezione “Unicolore”, colore Acquamarina) assume il ruolo di protagonista in una posa ‘a mosaico frammentato’ che trova precedenti illustri nelle vicende della storia dell’architettura dall’antichità al nostro presente. Spezzata in frammenti irregolari la lastra del materiale impiegato è stata ricomposta in una superficie continua di finitura lucente e irregolare che concorre ad accentuare il valore plastico della soluzione architettonica, avvolgendo come una preziosa pelle di ceramica frammentata l’intera aula liturgica.

5
34 35

The protruding volume of the entrance, suspended chancel, chapel, and ambon complement the liturgical room’s linearity, which is countered by the roof’s complexity. This sculptural figure results from three arches of different sizes on the churchyard’s side and a single parabolic arch on the opposite side where the glazing of the large presbytery develops. This way, the church moves away from the linear architecture of the mixed-use building for parish activities (closer to the surrounding buildings), becoming an iconic element that emerges from the urban fabric it’s part of. The roof’s sculptural shell descends, almost touching the ground on the shorter sides, protecting the liturgical room like a symbolic curtain. The bell tower behind it stands 17 metres tall as an independent element. The façade, divided into three asymmetrical arches, and the single arch at the back hint at the “dialectical relationship between the One and the Multiple, the founding categories of Western culture where the Multiple is expressed in Christian terms of Triune [...].

It’s a contemporary interpretation of spatial tripartition. There’s no symmetry here. Space flows freely in its geometric complexity towards the uniqueness of the vault that protects the presbytery. It’s like a cloak that wraps around the assembly, creating an architecture of pure light, where prayer and meditation can find their natural place.”

This complex “cloak-like” roof structure becomes symbolic architecture and a new urban landmark.

Its textural features also play a crucial role in the design choices. Here, Casalgrande Padana’s porcelain stoneware tiles (Unicolore collection in Acquamarina) take centre stage in a “fragmented mosaic” layout, which has illustrious precedents in the history of architecture. The tiles were broken into fragments and reassembled in a shiny, continuous, yet irregular surface, accentuating the sculptural value of this architectural solution, which wraps around the liturgical room like a blanket made of ceramic fragments.

Linea Granitogres

Collezione Minerva

Acquamarina 30x30 cm

Finitura Opus incerto

5.6.

Viste esterne dell’edificio

Exterior views of the building

6
Chiesa di San Pio da Pietrelcina Church of San Pio da Pietrelcina Roma (I) Materiali ceramici Ceramic materials
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Marmora

Nuovi motivi e cromatismi lapidei, tradotti in lastre di gres porcellanato, si affiancano alla ricca offerta dei ‘marmi’ e delle ‘pietre’ di Casalgrande Padana. New stone and marble-inspired colours and effects enrich Casalgrande Padana’s range of porcelain stoneware tiles

Il carattere materico, il fascino e l’unicità dei marmi e delle pietre, li ritroviamo in modo stupefacente in Marmora che associa a questi, le prestazioni eccellenti del gres porcellanato.

Si tratta di materiali particolari e d’eccezione, protagonisti del patrimonio culturale italiano e non solo, ma anche provenienti da paesi lontani, che rivivono e diventano accessibili grazie alla tecnologia evoluta dell’azienda, che consente, in modo sostenibile, di interpretare la materia naturale e di ottenere soluzioni ottimali per l’architettura contemporanea.

Una collezione che è sintesi di marmi e pietre di riferimento che la natura ha fornito nei secoli; una proposta ricca di motivi e colori che interpreta le esigenze del progetto secondo i canoni di una classicità contemporanea, con texture naturali che rimandano ad atmosfere antiche.

The texture, charm, and uniqueness of the finest stone and marble blend with porcelain stoneware’s excellent technical features and come to life in the Marmora collection.

Casalgrande Padana’s advanced technology gives a new twist to the finest stone and marble that have become part of the Italian and international cultural heritage, as well as materials from distant countries, creating sustainable solutions for contemporary architecture.

This collection epitomises the types of stone and marble nature has provided over the centuries. Its wide array of colours, motifs, and natural textures is perfect for turning any space into a contemporary classic.

Di grande effetto, per enfatizzare l’aspetto materico della lastra è la lavorazione a bassorilievo Vein-Touch, che sottolinea le venature seguendone i cromatismi, per dare alla superficie un aspetto tridimensionale sia dal punto di vista visivo, sia tattile.

The Vein-Touch finish emphasises the colours and low-relief veining, ensuring a three-dimensional visual and tactile experience.

Pavonazzetto Honed 120x278 cm_120x120 cm

AQUATIO: Clear.90_Pavonazzetto Honed

FLOOR:

Pavonazzetto Vein Touch 120x120 cm

English Wood Galloway 20x120 cm

Lunense Honed 120x278 cm

Metropolis Greige 120x278 cm

FLOOR:

Lunense Honed 120x120 cm

1
1. WALL: 2. WALL:
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2
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3.5. WALL: Nero Antico Honed Bookmatch 120x278 cm FURNITURE: Muretto Mattone 8,2x25 cm FLOOR: Nero Antico Smooth 120x120 cm
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4. WALL: Morato Lucida 120x278 cm FLOOR: Lunense Smooth 120x120 cm

Marmora è disponibile nei formati 10x60 cm, 30x60 cm, 60x60 cm, 60x120 cm con spessore di 9 mm e 60x120 cm, 120x120 cm, 120x278 cm con spessore 6 mm.

Alle finiture Honed, Lucida si aggiungono due nuove tipologie: la Vein-Touch, che offre una superficie marmorea anticata con venature in bassorilievo e uno stupefacente effetto tridimensionale che ricorda i marmi anticati e usurati dal tempo e la Smooth che unisce in una sintesi finale, soffice e gradevole al tatto, gli effetti dati dalla finitura Naturale e da quella Lucida in una sorta di morbida ‘lucidatura opaca’.

Marmora comes in seven formats (10x60, 30x60, 60x60, and 60x120 cm, with a 9 mm thickness, and 60x120, 120x120, and 120x278 cm, with a 6 mm thickness) and four finishes (Honed, Polished, and the new Vein-Touch and Smooth).

The Vein-Touch finish creates an antiqued marble-like surface with low-relief veining that gives a three-dimensional tactile feel. Conversely, the Smooth finish combines the natural and polished effects, creating a smooth (hence the name), “glossy matte” effect.

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6. WALL: Morato Lucida 120x278 cm FLOOR: Lunense Smooth 120x120 cm

Marmora si aggiunge alle altre collezioni di Casalgrande Padana offrendo un materiale duraturo, inassorbente, anallergico, ignifugo, antibatterico (grazie alla tecnologia Bios Antibacterial® disponibile su richiesta), resistente alla flessione, facile da posare e da pulire.

Costituite esclusivamente da materie prime naturali le lastre in gres porcellanato di Casalgrande Padana sono ottenute con un processo produttivo a ciclo chiuso dove sofisticate apparecchiature antinquinamento consentono il riciclo e il recupero completo di tutte le componenti, nella logica dell’economia circolare assunta come valore-guida, con emissioni e dispersioni sostanzialmente nulle.

Marmora tiles are long-lasting, non-absorbent, nonallergenic, fire-resistant, and even have antibacterial properties, thanks to the Bios Antibacterial® technology (available upon request). They also have excellent flexural strength and are easy to lay and clean.

Casalgrande Padana commits to a circular economy.

As a result, all its porcelain stoneware tiles are made solely with natural raw materials through a closed-cycle manufacturing process in which sophisticated anti-pollution equipment allows all the components to be recycled and reused with substantially zero emissions or dispersions.

7 42 43
7. WALL: Grigio Antico Honed 120x278 cm FLOOR: Grigio Antico Honed 120x120 cm

LUNENSE

Formati Formats

120x278 cm

120x120 cm

60x120 cm 6 mm

60x120 cm

60x60 cm

30x60 cm

10x60 cm

9 mm

Superfici Finishes Honed Smooth Vein-Touch Lucida Bookmatch

Endmatch

GRIGIO ANTICO PALOMBINO MORATO PAVONAZZETTO NERO ANTICO

Ceramica & Creatività Ceramic tiles and creativity

Casalgrande Padana con l’Accademia di Brera

Casalgrande Padana joins forces with the Brera Academy

Casalgrande Padana ha sostenuto il Workshop “Ceramica & Creatività” coordinato dall’Arch. Roberto Semprini, docente e direttore del Corso di Design dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il Corso di Design all’interno dell’Accademia di Brera, attivo dai primi anni ‘70, era tenuto dall’artista Davide Boriani che insieme a Giovanni Anceschi, Gianni Colombo, Gabriele de Vecchi e in seguito a Grazia Varisco, costituì nel 1959 il “Gruppo T”, all’origine dell’arte programmata. “T” rappresenta il ‘tempo’, riferimento che porta ad uno allo sviluppo di una ricerca artistica dove l’opera registra una variazione dell’immagine nella sequenza temporale. Sono opere, quelle del “Gruppo T”, assunte come oggetti cinetici e programmati che cercano un’interazione col fruitore.

Casalgrande Padana has supported the “Ceramic and Creativity” workshop coordinated by Architect Roberto Semprini, lecturer and director of the Design course at the Brera Academy of Fine Arts in Milan.

The Design course at the Brera Academy has been running since the early 1970s. At that time, it was held by the artist Davide Boriani, who had founded Gruppo T – one of the most important Kinetic Art groups – with Giovanni Anceschi, Gianni Colombo, and Gabriele de Vecchiin 1959, later joined by Grazia Varisco. The “T” in Gruppo T stands for “time”, leading to artistic research where every artwork focuses on image variation over time. As a result, Gruppo T’s artworks became kinetic and programmed objects that interacted with the public.

2. COMPOSITION

Andrea Redi_Elia Carnevale Garè_Luca Regonesi

1. Arch. Roberto Semprini Docente e Direttore del Corso di Design dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (I) Architect Roberto Semprini Professor and Director of the Design Course at the Academy of Fine Arts of Brera, Milan (I)
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3. LUCE Elena Birsan 4. MONDO A BLOCCHI Cina Zhejiang Hangzhou 5. CACTUS
3 5 4
Serena Gallo_Swamy Micelli_Sara Saporito
6 7
6. PIASTRELLE CIMATICHE Tommaso Bassani
46 47
7. INTRECCI Arianna Olper

All’interesse verso il mondo dell’arte e a uno sviluppo di una sensibilità artistica sempre attenta, si riconduce anche oggi la Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa e gli studenti del corso (dai 18 ai 20 anni di età), che hanno partecipato al Workshop “Ceramica & Creatività”, hanno affrontando i progetti partendo prevalentemente proprio dalle opere di alcuni artisti. In particolare si sono ispirati ai lavori degli artisti della Visual Art, ma anche ai decori delle pavimentazioni romane.

Ne hanno analizzato la composizione, mettendo in risalto alcuni concetti importanti come la tridimensionalità, la fluidità, la sovrapposizione delle linee, per poi applicare alla lastra ceramica, la loro rilettura e interpretazione. Sono così nati progetti di decori bidimensionali o a rilievo, di particolare originalità e carattere, senza che queste tensioni creative ostacolino una possibile traduzione in prodotto dei progetti emersi. Con la stessa tensione sono stati presentati anche alcuni progetti di complemento di arredo per il bagno. Casalgrande Padana ha partecipato attivamente al workshop con revisioni on line e presentandosi agli studenti come realtà produttiva attenta all’innovazione sia dal punto di vista ambientale, sia da quello creativo e progettuale. Per il fuorisalone 2024 Casalgrande Padana sarà a fianco degli studenti del Workshop nel presentare, insieme a Roberto Semprini, i progetti del corso ai visitatori internazionali che come ogni anno invaderanno la città trasformata per la Design Week in una sorta di soprendente laboratorio di Design en plein air.

Today, that same artistic sensitivity and interest in the art world relive in the Artistic Design for Business course. The students (18-20 years of age) who participated in the “Ceramic and Creativity” workshop worked on projects mainly inspired by the works of visual artists and the décors of Roman floors.

In particular, they analysed the composition, focusing on aspects like three-dimensionality, fluidity, and overlapping lines, and applied their interpretation to the ceramic tiles.

This approach led to original two-dimensional and relief décors and bathroom accessories with outstanding character, with the possibility for some of these projects to be turned into products. Casalgrande Padana participated in this workshop with online revisions, confirming the company’s focus on environmental and creative innovation.

In addition, Casalgrande Padana will stand by the workshop students who will present their projects with Roberto Semprini at the 2024 Fuorisalone during the Milan Design Week, when the city becomes an open-air international design hub.

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8. FASHION TILES Martina Simona Balliana_Camilla Colico_Federica Guariso 9. GEO BLOSSOM Mona Pishvapour

La cultura internazionale del progetto International design culture

Categorie Categories

Edifici Residenziali

Residential Buildings

Edifici direzionali, commerciali, pubblici e dei servizi

Shopping and office centres, public and service buildings

Grandi Superfici

Large surfaces

Il 31 dicembre 2024 scadrà il termine per la presentazione delle iscrizioni al Grand Prix Casalgrande Padana 2022/2024. Le opere che perverranno - costruite e completate nel periodo: gennaio 2022 dicembre 2024 - costituiranno la rassegna, oggetto di selezione, per la tredicesima edizione del Grand Prix. Un Premio di Architettura che intende proporsi, con la stessa convinzione delle edizioni svolte nell’arco di trent’anni, come un osservatorio attento e aggiornato sulla produzione progettuale internazionale declinata nelle varie tipologie affrontate.

Ė nell’ottica di sottolineare la flessibilità e la vasta gamma offerta dal gres porcellanato di Casalgrande Padana, che ogni anno aggiorna e amplia collezioni e formati, che nasce nel 1990 il Grand Prix, concorso di architettura unico nel suo genere, promosso e organizzato dall’Azienda su base triennale.

Per partecipare alla prossima edizione è sufficiente connettersi al sito, prendere visione del bando e compilare la scheda di iscrizione. www.casalgrandepadana.it/it/grand-prix/

The deadline to register for the 2022/2024 Casalgrande Padana Grand Prix is on 31 December 2024

The thirteenth edition of the Grand Prix is open to projects completed between January 2022 and December 2024. Like in the previous editions over the past thirty years, the Grand Prix Architecture Award is set to be a privileged observatory of the international scenario and the various categories it represents.

Casalgrande Padana established the Grand Prix, its unique triennial architecture competition, back in 1990 to highlight the versatility of porcelain stoneware and its wide range of collections and formats, which the company updates and expands every year.

To take part in the next edition of the Grand Prix, visit the Casalgrande Padana website, read the rules, and fill out the application form. https://www.casalgrandepadana.com/grand-prix

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3 categories over 1800 projects

more than 1300 designers

DOING OUR PART
PROTECT THE PLANET
TO
Porcelain stoneware tiles are naturally environmentally friendly, but we choose to manufacture them in a way that minimises their impact on the environment. We at Casalgrande Padana take on the responsibility of our position as an international player in the ceramic tile industry. Our closed-loop production process, industry certifications, energy policies, and product innovations ensure beautiful tiles that help improve the quality of life and protect the environment. casalgrandepadana.com
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