CARTAPRESSATA - MAGAZINE - GIUGNO

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La Voce di chi non ha voce

GIORNALE INFORMATIVO MENSILE PER USO ASSOCIATIVO

ANNO VII GIUGNO 2014

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La Voce di chi non ha voce

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Diretto da Francesco Baldi

di : Francesco Baldi

Hanno collaborato:

Un‟altra avventura ci attende, altre problematiche. In questo secolo poniamo nuovi interrogativi a come evolve velocemente il nuovo modo di vivere. Guardiamo sempre in avanti con molta frenesia, e con molta superficialità, tanto da dimenticare la nostra salute.

A. Baldi – G. Collina - S. Balzano – F. Baldi– E. Pasta – G.M. Pacini –V. Ripoli . – G. Schiano – – S. Nicastro – R. Foffa – G. Wurth –

Cartapressata apre gli occhi a molte nuove realtà che incalzano e che noi facciamo finta di non guardare. Ritmi frenetici, stati d‟ansia, corse contro il tempo.

Per chi vuole mandarci materiale può scriverci : cartapress@libero.it

Potete visitare il nostro sito online :www.cartapressata.blogspot.it. Corriamo a velocità che nemmeno noi ormai possiamo fermare. Tutto questo ci porta in unica direzione: DIPENDERE. Tutto ci penetra nel sangue, qualsiasi cosa che pensiamo sia un benessere, qualsiasi aggeggio di comunicazione ci crea uno stato psicologico di attenzione, di protagonismo, e di dipendenza. LA VOCE DI CHI NON HA VOCE ! Vi auguriamo una buona lettura !

CARTAPRESSATA MAGAZINE è promosso dall’ Associazione Volontariato “ I Ragazzi della barca di carta “ , con la partecipazione delle Associazioni in Rete - Arca di Noè group - . La collaborazione a “ CARTAPRESSATA “ è gratuita, compresa quella della Direzione. Tutti i contributi scritti, gli articoli, gli elaborati e le foto pubblicate dagl’ iscritti dell’ Associazione e dai collaboratori del MAGAZINE non costituiscono attività giornalistica. Tutti sono realizzati a titolo non professionale e senza finalità lavorativa, ma solo per impegno sociale, civico e culturale, liberamente espresso nelle forme tutelate e riconosciute dalla Costituzione. Le inserzioni presenti sono un libero omaggio alla proprietà ad esercizi privati che hanno contribuito con le proprie sottoscrizioni all’autofinanziamento del periodico e delle attività delle Associazioni .

In questo numero: Dossier

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Furto vergogna

9

Cani aggressivi

11

Guardarsi intorno

12

Enea

13

L’ Adolescenza

15

ItaliaAccessibile

18

Violenza donne

19

Lettere aperte

20

Parco Totò

23

Sportello

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DOSSIER DIPENDENZE Per dipendenza si intende una alterazione del comportamento che da semplice o comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. L'individuo dipendente tende a perdere la capacità di un controllo sull'abitudine. Dal punto di vista degli effetti è utile suddividere la dipendenza in dipendenza fisica (alterato stato biologico) e dipendenza psichica (alterato stato psichico e comportamentale). La dipendenza fisica, prodotta essenzialmente dai condizionamenti neurobiologici, è superabile con relativa facilità; la dipendenza psichica, difficile punto nodale della tossicodipendenza, richiede interventi terapeutici lenti, complessi e ad ampio raggio, coinvolgendo spesso i familiari che stanno attorno alla persona dipendente. La DIPENDENZA si può sviluppare verso il cibo (anoressia - bulimia), verso le sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano anche l'alcolismo e il fumo, verso il sesso (dipendenza sessuale, masturbazione compulsiva), verso il partner (dipendenza affettiva), verso il lavoro (work-a-holic), o verso comportamenti come il gioco (gioco d'azzardo patologico), Internet (Internet addiction Disorder), i videogame, ecc.

Dipendenza dal Web: "L'80% è adolescente" Adolescenti che trascorrono intere notti persi nel mondo fantasy di un gioco di ruolo virtuale, ragazzi che pur di essere connessi ad internet tralasciano la scuola, le amicizie, la palestra, e si isolano sempre più dal mondo reale, per costruirsi un mondo parallelo fatto di social networks, persone e giochi di ruolo, in cui ogni relazione e interrelazione è rigorosamente 'schermata'. Oppure adulti, solitamente maschi, che restano connessi a Internet notte e giorno visitando siti pornografici o di gioco d'azzardo, perdendo via via interesse per ogni altra attività nella vita reale, e trovando 'piacere' soltanto online.


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stare ore e ore davanti al computer non costituisce la malattia, ma il sintomo di un disturbo, di una incrinatura a livello intimo molto profondo. Questo accomuna la dipendenza da internet a tutte le altre dipendenze patologiche: droga, alcol, tabacco, gioco d'azzardo, etc. Alla base di una dipendenza c'è spesso una carenza di tipo affettivo e comunicativo, ma anche in questo caso adulti e adolescenti patologici reagiscono in maniera diversa: i primi 'tuffandosi' in un mondo virtuale non interattivo, quasi autistico, perché la visione di un video pornografico così come la partita di poker al tavolo verde online non prevedono interazioni di nessun genere, se non molto blande, mentre i teenagers reagiscono ai problemi di interazione sociale rifugiandosi nella Rete e 'connettendosi' con più persone possibile (pensiamo alle chat, ai social networks, ai giochi di ruolo), quasi fosse l'unico modo, per questi giovani, di comunicare con i coetanei". Il rischio è quello di scollegarsi totalmente dalla vita reale… "Non solo, nel caso degli adolescenti il rischio è anche quello di ricorrere sempre e solo allo schermo del pc, quindi a un filtro, per comunicare più facilmente con amici o conoscenti. Infatti il 'parlare' tramite computer vanifica ogni forma di linguaggio non verbale, si annullano il contatto fisico, l'espressività facciale, il tono di voce, vengono meno le emozioni (arrossire, balbettare), in una parola: si è meno umani. Non cambia molto la questione se le persone parlano attraverso una webcam. Le relazioni che chiunque instaura sul web sono parziali, non coinvolgono la persona nel suo insieme, perché lasciano fuori l'aspetto emotivo, e questo modo 'schermato' di approcciarsi agli altri può divenire patologico.

DIPENDENZA SESSUALE L'ipersessualità o dipendenza sessuale o sex addiction è un disturbo psicologico e comportamentale nel quale il soggetto sperimenta una necessità patologica ossessiva di avere rapporti sessuali o comunque di pensare al sesso, e ha quindi una dipendenza dall'attività sessuale (analoga a quella che si può avere per un qualsiasi tipo di droga). La dipendenza patologica è in taluni casi progressiva, aumentando di intensità col presentarsi concomitante di una forma di saturazione sessuale. Per poter soddisfare la propria pulsione può verificarsi nel soggetto la ricerca sempre più intensa di rapporti sessuali tendenti all'osceno o al perverso. Tali aspetti dovrebbero essere contestualizzati in un ambito di disagio psicologico-psichiatrico. D'altra parte, ancora oggi, l'interesse della psichiatria verso la sessualità e i problemi sessuali dei pazienti affetti da disturbi mentali è


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tiepido: da ciò consegue una possibile impreparazione del clinico nell'affrontare e nel gestire la dimensione sessuale del suo assistito. Il clinico potrebbe trovarsi quindi nella disagevole condizione di utilizzare la propria esperienza come unico metro di misura del comportamento sessuale. L'evento sessuale rischia paradossalmente di essere "accettato" o "rifiutato" a seconda del fatto che sia in accordo con ciò che il clinico ritiene possa appartenere alle categorie del "buono" o del "cattivo"; in questo caso verrebbe meno una capacità di comprensione che trascenda i luoghi comuni, e che quindi possa fornire paradigmi esplicativi utili ad una gestione scientificamente corretta della domanda e del disagio sessuale del paziente disfunzionale.[senza fonte] Il soggetto portatore di un disturbo è innanzi tutto una persona con una propria identità, orientamento, preferenze e conflittualità inerenti alla sessualità, elementi che si articolano con le strutture psicopatologiche dei disturbi mentali e si declinano in “neosessualità”, la cui complessità deve essere "interpretata" più che etichettata. L'avvento di Internet e la conseguente facilità di accesso alla pornografia, sembrerebbero avere influenza sull'aumento dei casi di dipendenza sessuale.

DIPENDENZE AFFETTIVE E RELAZIONALI Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore. (Paulo Coelho)


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Dipendenza da cibo Il comportamento alimentare è soggetto ad alcuni disturbi, in parte inquadrati in maniera precisa, come la bulimia e l‟anoressia, in parte ancora poco conosciuti e descritti. Di fatto, i casi di obesità o di disagio per l‟incapacità di controllare il proprio appetito sono gestiti in base all‟elemento “peso corporeo”, in genere con approcci quali diete e rieducazione alimentare, oltre che terapie farmacologiche. In verità, molti soggetti sovrappeso che quotidianamente si confrontano e lottano contro il pensiero del cibo e falliscono nel tentativo di ignorare o controllare il proprio appetito, non traggono alcun beneficio da misure dietologiche, semplicemente perché non sono in grado di gestirle. Non si tratta di volontà ma del fatto che l‟appetito e quindi il comportamento di ricerca del cibo non sono controllabili nemmeno avendo una forte motivazione al dimagrimento. Al contrario, spesso la dieta in queste persone esacerba pensieri e istinti riguardanti il cibo, ed è vissuta come un tentativo fallimentare ma anche odioso di sottrarre il cibo. La persona, anziché vedere ridotto il proprio appetito, che è il centro della preoccupazione, vede ridotto l‟oggetto da consumare, che il cervello identifica come un elemento essenziale e irrinunciabile, per cui reagisce con un aumento della voracità e della frustrazione per l‟ evidente incapacità di fare quello che in condizioni normali sarebbe possibile (mangiare di meno e dimagrire). Ma soprattutto, queste persone sanno che il problema non si esaurirà nella perdita di peso, e che il problema dell‟appetito ritornerà anche dopo essere dimagriti, causando o un nuovo ingrassamento, o comunque un disagio cronico rispetto alla necessità di arginare questo aumento. Le terapie farmacologiche per il controllo dell‟appetito sono efficaci nella bulimia, ma non esiste ad oggi un farmaco affidabile e sicuro per tenere l‟appetito sotto controllo, che possa essere usato in maniera continuativa . La dipendenza da cibo è quindi una “nuova”patologia, di definizione recente, che tuttavia risponde al modello generale di una dipendenza, una di quelle dipendenze non direttamente chimiche.


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DIPENDENZA DA LAVORO La sindrome da dipendenza dal lavoro o sindrome da workaholism è un disturbo ossessivo-compulsivo, un comportamento patologico di una persona troppo dedita al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a sé stessa, al coniuge, ai figli. Il workaholic, essendo assillato dal lavoro, ha sbalzi adrenalinici elevati. È adrenalino-dipendente. Ciò determina aggressività a livello familiare e con i colleghi; è sempre sicuro di sé, invincibile, arido. È concentrato nel successo professionale. Tende a voler avere tutto sotto il suo controllo. Non pone un confine tra la vita professionale e quella personale, familiare; perde il concetto di privacy. Dorme poco, le sue forze lavorative sembrano inesauribili. Sentono un forte disprezzo per chi frequenta concerti, teatri, sport, in sintesi per coloro che spendono del tempo in attività "futili" e non produttive come il lavoro. Passa il tempo libero, i week-end, le ferie in attività che possano avere una qualche relazione col lavoro. È incapace di rilassarsi: la sua mente è sempre alla ricerca di soluzioni per risolvere i problemi lavorativi. Quando non lavora si sente inquieto e annoiato. Non ha nessun hobby se non quelli connessi al suo lavoro. Ha una rigidità comportamentale.I workaholic sono in genere ignari che il coniuge ed i figli abbiano spesso un profondo risentimento verso le loro abitudini lavorative. Il workaholic non tollera ostacoli al proprio modo di lavorare: chiunque si metta sulla sua strada subirà la sua aggressività. Cerca di mantenere una posizione di superiorità sui familiari e di controllarli.

La dipendenza da droghe, è la condizione di chi avverte il bisogno irrefrenabile di assumere una determinata sostanza stupefacente nonostante le conseguenze dannose che tale assunzione possa comportare. E' essenziale affrontare il complesso problema della dipendenza dalle droghe, affiancando quando necessario il dovuto supporto farmacologico e i trattamenti sanitari necessari.


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Il furto della vergogna

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA Furto in uno stabile, rubato un motoscala cingolato utilizzato per trasportare la sedia a rotelle sulle scale. Il tutto è successo a Giugliano (NA) in pieno giorno.

«Ero uscita con mio marito alle tre del pomeriggio, poi al ritorno, poco prima delle dieci di sera, non ho trovato il motoscala nell‟androne del palazzo». A raccontare quanto è accaduto è Rosaria Esposito, 56 anni, costretta a vivere su una sedia a rotelle dall‟età di undici anni per una vaccinazione sbagliata. Lei e il marito, Alvaro Di Benedetti, anche lui di cinquantasei anni, vivono nelle strutture di proprietà del Comune di Napoli da oltre sei anni e da cinque anni e mezzo avevano ricevuto in comodato d‟uso il mezzo dall‟Asl Napoli 2 Nord per permettere alla donna di uscire dal suo appartamento, situato al terzo piano in un parco. La palazzina non ha l‟ascensore e dal Comune di Napoli era stato più volte ribadito che l‟ascensore non poteva essere installato per la carenza di fondi. «Il mezzo che hanno portato via - racconta la donna – pesa oltre un centinaio di chili ed è lungo quasi due metri. Per trasportarlo ci saranno volute almeno quattro persone, visto che parte solo grazie ad una chiave particolare». Ma nel parco nessuno ha visto o sentito qualcosa: «Qui quando arriva qualche „volto nuovo‟ subito viene notato, nel mio caso invece, nessuno ha visto o sentito nulla. Vuol dire che chi ha rubato il mezzo sapeva a che ora sarei uscita e quando sarei rientrata. I ladri sono entrati, preso il motoscala e lo hanno caricato in auto». Un „lavoro‟ di almeno quindici minuti e probabilmente un furto su commissione. La coppia ha sporto denuncia ai carabinieri della Compagnia di Giugliano (G.C.)


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Spesa per la disabilità: siamo tra gli ultimi in Europa! A certificarlo ufficialmente è ora anche il recente Rapporto Annuale ISTAT: siamo al ventiquattresimo posto, tra i ventotto Paesi dell‟Unione Europea, per la spesa destinata alle persone con disabilità. «È dunque smentito dalle cifre – sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della FISH – chi ipotizza che basti razionalizzare la spesa sociale. Va invece aumentato l‟intervento economico, allineandoci almeno alla media europea»

«Nel 2011, certifica l‟ISTAT nel suo Rapporto Annuale 2014 sulla situazione del nostro Paese, la spesa destinata in Italia alle persone con disabilità(pensioni di invalidità; contributi per favorire l‟inserimento lavorativo; servizi finalizzati all‟assistenza e all‟inclusione sociale; strutture residenziali) è stata pari al 5,8% della spesa complessiva in protezione sociale, a fronte del 7,7%della media europea, un dato che ci colloca tra i Paesi con le percentuali più basse di spesa destinata alla disabilità. A spendere meno di noi, infatti, sono solo la Grecia, l‟Irlanda, Malta e Cipro». Lo si legge in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell‟Handicap), che ricorda poi come queste «prestazioni pesino solo per l‟1,7% sul nostro Prodotto Interno Lordo (PIL)» e che di questa percentuale «l‟1% sia destinato alle provvidenze (pensioni e indennità) per l‟invalidità civile e solo lo 0,7 ai servizi per l‟inclusione sociale o alle strutture residenziali». Sono per altro tutti preoccupanti, in àmbito di politiche sociali, i dati riportati nel quarto capitolo del Rapporto ISTAT, offrendo un quadro ben poco confortante delle condizioni di vita

delle famiglie e

delle politiche

di

welfare nel

nostro

Paese.

Se infatti tra i ventotto Stati dell‟Unione Europea, l‟Italia risulta essere settima per la spesa in protezione sociale (Sanità, Previdenza e Assistenza), avendo destinato nel 2011 il 29,7% del PIL a tale funzione (media europea il 29%), questo piazzamento è contraddistinto da forti disomogeneità rispetto alle varie voci di spesa: in pensioni di anzianità e vecchiaia, infatti, se ne va il 52% (la media europea è del 39,9), vale a dire più di tutti gli altri Paesi. Di contro, siamo invece al penultimo posto per la voce Famiglia, maternità e infanzia,

con

il

4,8%

(media

europea

dell‟8%),

ovvero

l‟1,4%

del

PIL.


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I dati di raffronto con l‟Europa si sommano poi a quelli drammatici sull‟impoverimento e sulla fortissima sperequazione fra Nord e Sud del Paese. Solo per citarne uno e restando all‟area

della

disabilità,

le

differenze

territoriali

risultano

realmente

insostenibili.

Mediamente, infatti, una persona con disabilità residente al Nord-Est usufruisce di servizi e interventi per una spesa annua pari a 5.370 euro, contro i 777 euro del Sud! «La disabilità e la non autosufficienza sono uno dei primi elementi di impoverimento e di rischio di povertà delle famiglie e degli individui. È a rischio la coesione sociale, un insidioso pericolo figlio dell‟esclusione su cui bisogna intervenire poiché è un‟emergenza e una priorità». (S.B.)

CANI AGGRESSIVI…NO AI MINORI ! Chi ha meno di 18 anni non può possedere,né portare a spasso le razze poco mansuete;sono pochi coloro che non amano i cani. Vi sono,però,persone che tendono a gestire il “buon fido”,spesso di grossa taglia in maniera molto disinvolta,senza curarsi del fatto che tali animali,per loro natura,possono avere scatti di aggressività difficilmente controllabili,come dimostrano i numerosi episodi riportati con frequenza dalla cronaca. Per prevenire il ripetersi di drammatici episodi c‟è una serie di regole e divieti. Innanzitutto il possesso e la detenzione dei cani ritenuti mansueti ( lista delle razze allegato al decreto legge )è vietato a chi abbia riportato condanne penali non lievi,oltre che ai minori di anni 18, e alle persone interdette o inabilitate per infermità. La ragione del divieto risiede nella ridotta forza fisica e nella minore esperienza,che rendono più difficoltoso per un ragazzino controllare l‟animale. Inoltre i proprietari dei cani sono tenuti a speculare un‟assicurazione per i danni causati dell‟animale e a portare a passeggio il loro amico a 4 zampe solamente dopo averlo munito di museruola e guinzaglio. Sono del tutto esonerati da entrambi gli strumenti i cani per i non vedenti o non udenti addestrati come cani guida. Il rispetto verso gli animali,si impara quando si è cuccioli,e non parlo certamente dei nostri migliori amici. (Vanessa Ripoli)


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W I NONNI … Un nonno su tre si occupa dei nipoti durante l‟anno, a parte le meritate vacanze, assolvono spesso al compito di baby-sitter a tempo pieno. Sono nonni che vanno in bicicletta e si tuffano in piscina, che giocano a tennis e sanno usare il computer,sono i nuovi nonni…Essi sono la nuova generazione di mezzo posto un tempo occupato dai neogenitori,in mezzo tra figli e i nipoti. I nonni si fanno in quattro,anche se cresce in loro la voglia di essere disimpegnati, finalmente liberi dalle corse e dalla fretta, si rendono disponibili, e nonostante piccoli e grandi conflitti,aiutano a crescere. Dal 1978 al 2005 la vita media in Italia si è allungata di quasi 7 anni. Merito delle innovative terapie farmacologiche che hanno dato un contributo fondamentale alla riduzione della rilevanza delle malattie infettive come causa di morte,si è passati dal 15,2% del 1930 all‟ 1,1% del 2013. ( ASSOCIAZIONE ANZIANI )

GUARDARSI INTORNO… A volte ti guardo intorno e ti scopri in una grande solitudine…ti senti una persona sola che non sa più di chi fidarsi. Scopri troppo egoismo,troppa falsità…il mondo ti pare una roulette russa,la vita è una continua sfida. Non c‟è lealtà,non c‟è quasi più un‟amicizia disinteressata,a volte ci viene voglia di dire che questa vita è uno schifo! Poi ci sono tanti che masticano veleno,qualcuno dice che oggi vanno avanti solo i lecchini ed i pagnottisti…Sarà anche vero,ma bisogna conservare la dignità,bisogna essere persone coraggiose e serie anche nelle tribolazioni,soprattutto nei momenti duri e nel dolore! C‟è chi trama il male di nascosto;e all‟apparenza non sembra così,pensate che sotto sotto ,trame malvagie ne esistono in grande quantità. Bisogna tenere gli occhi bene aperti,perché si rischia di restare stritolati. Come ti comporti ogni giorno?Riesci a fare qualcosa di buono?Pensi che sia ancora possibile sperare?Che cosa hai pensato di fare per arginare il male?Conti che si presentano nel tempo ,basta guardarsi intorno ! (G. SCHIANO )


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Il ruolo delle nanotecnologie nello stoccaggio dell‟idrogeno ENEA - Ufficio Stampa e Rapporti con i Media

Resp. Elisabetta Pasta Tel. 0636272806 –2609 cell. 3298313702 e-mail: uffstampa@enea.it www.enea.it L’impiego dell’idrogeno come vettore energetico ecosostenibile ed efficiente richiede di risolvere importanti problemi per la sua produzione ed immagazzinamento. Avanzamenti nella ricerca dei materiali per realizzare catalizzatori efficaci e nuove tecniche di immagazzinamento che soddisfino requisiti di peso, volume, sicurezza ed economicità costituiscono l’aspetto decisivo per riuscire ad ottenere prestazioni competitive dall’idrogeno. Questi argomenti sono stati al centro della sessione "Hydrogen Production and Storage" del congresso internazionale CIMTEC 2014 “International Conference on Modern Materials and Technologies”, sponsorizzato dall’ENEA, in corso fino al 20 giugno a Montecatini Terme. La sessione, organizzata e presieduta dall’ENEA, da diversi anni impegnata in ricerche d’avanguardia per la produzione e l’accumulo dell’idrogeno, ha riunito fra i maggiori esperti mondiali nei settori della fisica, chimica, scienza ed ingegneria dei materiali che si sono confrontati sui più avanzati progressi scientifici e tecnici nel campo, evidenziando anche i problemi irrisolti e le linee guida per la ricerca futura. Un’attenzione particolare durante la sessione è stata dedicata alle nanotecnologie che possono svolgere un ruolo importante nelle ricerche per l’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico. Un passo in avanti in questo campo di ricerca è rappresentato dalle attività della Action europea “Nanostructured materials for solid-state hydrogen storage”, sostenuta dalla struttura intergovernativa per l’European Cooperation in Science and Technology (COST), a cui è stato dedicato uno specifico intervento della sessione. Infatti questa Action, coordinata dalla ricercatrice ENEA Amelia Montone, si propone di definire innovativi metodi per l’immagazzinamento dell’idrogeno allo stato solido (SSHS – Solid State Hydrogen Storage) basati su materiali nanostrutturati. Di importanza cruciale è infatti trarre vantaggio dalle enormi opportunità offerte dalle nanotecnologie e nello stesso tempo sviluppare modelli e strategie di simulazione per prevedere le proprietà dei materiali e il comportamento dei sistemi, permettendo anche di limitare costosi esperimenti basati su prove ed errori. L’obiettivo finale dell’Action è sviluppare materiali SSHS con proprietà opportunamente costruite che trovino utile impiego nei settori dell’energia e del trasporto così da sostenere nel medio-lungo periodo le economie dei paesi europei. Per informazioni http://www.cimtec-congress.org/symposium_fb www.cost-mp1103.eu


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LA MIA ADOLESCENZA – Il periodo più bello. Penso che l‟adolescenza sia un periodo stupendo e forse il più bello di tutta la vita: cambiano gli interessi, i gusti, il fisico si sviluppa, si fanno nuove esperienze si assumono piccole responsabilità e ci si avvicina all‟autonomia totale. Ma è anche un periodo di scelte difficili dove bisogna affrontare i piccoli-grandi problemi quotidiani; e non è finita qui, perché si matura anche e si incomincia a guardare il mondo che ci circonda con occhi diversi: si distinguono i veri amici, si prendono le prime cotte e si inizia a prendere coscienza di ciò che accade nel resto del mondo. Io penso di vivere bene la mia adolescenza o: conosco molte persone, ma gli amici sinceri con cui posso confidarmi sono pochi e fidati, perché di ragazzi con cui scherzare è pieno il mondo, ma gli amici veri sonorari per ognuno di noi. Per quanto riguarda le responsabilità cerco di essere autonoma per quanto mi è possibile e quando una cosa mi interessa molto la coltivo e la porto a termine. Anche a scuola cerco di fare del mio meglio e so che dovrò impegnarmi ancora di più per raggiungere risultati ancora più gratificanti;ma anche il mio tempo libero è molto soddisfacente tra danza e svago come uscire con le amiche(di cui non posso certo lamentarmi), andare al cinema(mia passione incontrastata), leggere e tante altre cose. Ma come tutte le cose non è tutto “rose e fiori” e la pecora nera c‟è sempre in questa fascia di età ovviamente sono i genitori che quando più ci divertiamo frenano la nostra felicità con discorsi pesanti o con divieti. In fondo in fondo so che hanno ragione e che ciò che li fa parlare è l‟esperienza, ma so anche che anche loro si sono trovati nelle nostre stesse condizioni a dover implorare un permesso per andare in discoteca o per qualsiasi altra cosa; ma questa è una delle caratteristiche dell‟adolescenza fatta di gioie e sofferenze, incomprensioni e voglia di libertà per poter spiccare il volo completamente autonomi verso la nostra vita. Io, come molti altri,vorremmo arrivare subito ai 18 anni, perché sarebbe stupendo avere i privilegi e la libertà di un maggiorenne;anche se molti diventati adulti vorrebbero invece tornare ad avere i privilegi dei ragazzini. Quindi sono arrivata ad una conclusione che non esiste un‟età perfetta, ma solo che si può vivere il periodo del proprio presente al meglio in base alle singole esigenze di ognuno; e io ho ancora molti anni davanti di adolescenza che intendo vivere intensamente, senza sprecarne neanche un attimo, per poter riempire con questo piccolo tassello, l‟intero puzzle della mia vita. ( Serena Nicastro )


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Anche a Kabul nascono i fiori Qui le notti sono diverse, nessuna luce rassicurante che mi ricordi di far parte ancora di questo mondo. Solo le stelle ci osservano sprezzanti dall‟alto, ma ci sono volte in cui giurerei che anche loro si sono dimenticate di brillare per noi. I primi giorni a Kabul tossivo di continuo, ero quasi diventato lo zimbello di tutta la base. Non ero abituato alle polveri che si alzavano dopo le esplosioni e avevo l‟impressione che un lottatore di sumo mi saltasse sul petto ogni volta che inspiravo. Ero convinto che avrei resistito solo poche ore prima che mi rispedissero a casa abbracciato ad una bombola d‟ossigeno, tra commenti e risatine generali. Quando ti arruoli volontario, sai che potrebbero inviarti in missioni come quelle che raccontano solo al telegiornale, e che a quel punto sarà troppo tardi per tirarsi indietro. Lo sai bene, ma confondi paura e coraggio, illusione e speranza che tutto conduca ad una pace, anche stringendo un fucile tra le mani. Così parti senza guardarti indietro, perché il mondo ha bisogno di eroi senza gloria. Cominci davvero a vacillare quando senti l‟eco degli spari in lontananza e capisci che non è la solita esercitazione, quando scopri che non è un pallone quello che a otto anni portano sotto il braccio, quando una donna vestita di nero protegge col suo corpo un bimbo che non è il suo, ma che non ha altri che lei. In questa terra troppi piangono i loro morti che nessuno tornerà a seppellire. Non si urla neppure più. Il silenzio rotto dalle mitragliatrici diventa assordante quanto una montagna che crolla sotto i piedi. E non ero pronto a tutto questo. Non c‟è simulazione che prepari veramente un soldato alla guerra. Ma lo scopri solo quando intorno a te non c‟è altro. Prima di partire, ho scritto ai miei genitori e alla mia ragazza una lettera che porto sempre con me, nell‟eventualità in cui…non avessi la possibilità di dire loro a voce quanto li amo. Mi mancano in un modo che non immaginavo, eppure qui non c‟è nulla che mi ricordi casa. Questo posto è così lontano dal mondo che conoscevo che comincio a pensare che non ci sia più nulla fuori da qui. Un luogo dove le anime si macchiano di sangue. La mia l‟ho sentita andare in frantumi la prima volta che ho ucciso un uomo. Non c‟è stato il tempo di riflettere. Io o lui. Vivere o morire. Aveva il volto coperto, ma gli occhi fissi su di me mentre prendeva la mira. In quel momento sono diventato colpevole di onnipotenza, colpevole per aver preso con un proiettile il posto di Dio. È passato molto tempo, ma quegli occhi vengono ancora a cercarmi la notte. Me li immagino infantili, innocenti e luminosi, poi impauriti sotto le bombe, disperati ed umidi di pianto. Crescendo, per poter sopravvivere, quegli stessi occhi sono diventati pietra, senza più luce né lacrime. A questo punto chi può dire cosa sia giusto e cosa sbagliato? Quali sono i veri colpevoli? Questi uomini dal cui sguardo non sembra trapelare alcuna anima sono quegli stessi bambini che piangevano senza essere consolati, a cui è stato dato un fucile al posto di una carezza, sono quei ragazzini dai piedi nudi ed una bomba in una mano.


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All‟inizio non riuscivo a darmi risposte, poi ho capito che per salvarmi dovevo smetterla di pormi domande. I bambini di ieri non li salverà più nessuno, ma quelli che nasceranno oggi, quelli che sopravvivranno alle prime bombe, non sono ancora perduti. Del resto, anche qui batte il sole. Da quando sono qui ho conosciuto tanti bambini eroi, a cui nessuno darà una medaglia d‟onore. In questo posto si diventa adulti prima ancora di iniziare a parlare ed i primi passi sono fatti per scappare, nessun applauso per quei piedini incerti nella polvere. Ognuno di noi è qui per qualcosa, io sono qui per loro. Lontano dal mio porto, lontano dalle carezze di mia madre e dal sorriso rassicurante di mio padre, lontano dall‟amore di Ada. Ho scelto la tempesta, anche rischiando la deriva. Sono colpevole di essere la causa di tutte le loro angosce. Non sempre riesco a collegarmi con casa e, quando succede, spesso il segnale salta, lasciando un tremulo fermo-immagine dei loro visi forzatamente sorridenti mentre cercano di trattenere lacrime con tutta la forza del mondo. In quei momenti mi scopro ad accarezzare lo schermo ed immaginare le loro dita intrecciarsi alle mie, ma come fantasmi della notte, svaniscono quando torna la luce. Non sono il più giovane alla base, ma nonostante questo sono uno dei pochi a non avere ancora una moglie e dei figli ad aspettarmi a casa. Prima di partire, credevo che un passo del genere meritasse tutta la riflessione possibile e che la fretta conducesse l‟uomo alla rovina. Ma da quando sono qui, ho imparato ad accorgermi che il tempo non è scandito solo in secondi. Quando gli spari si avvicinano, pochi attimi possono durare un‟eternità, un‟eternità in cui è il ritmo accelerato e regolare del cuore a segnare lo scorrere del tempo. Da quando sono qui continuo a chiedermi perché non l‟ho fatto prima, perché non le ho chiesto di sposarmi, perché non le ho comprato un anello, perché ho sempre dato per scontato che avessimo tutto il tempo di questo mondo a disposizione? Ada mi chiama eroe, ma è lei la mia eroina. Lei, che ogni giorno prega per il suo soldato, lei che mi aspetta paziente nascosta dietro un velo di lacrime che non posso asciugare, lei che conserva tutte le mie lettere come fossero reliquie, lei che sogna di adottare un bambino afghano che possa chiamarmi papà, lei che piange con me, per me. Questo posto mi ha aperto gli occhi, anche se non sapevo di averli chiusi, mi ha insegnato che l‟amore può arrivare anche nell‟angolo più buio del mondo e che anche a Kabul nascono i fiori.

Per le strade caotiche di Napoli, un giovane soldato cammina con indosso la mimetica, portando ancora con sé il borsone con cui è partito sei mesi fa. Si ferma davanti una vetrina nascosta dietro l’angolo. I suoi occhi scrutano attentamente anello dopo anello, finché non si posano su un piccolo ricciolo d’oro bianco. Un timido sorriso compare impercettibile su quel viso segnato da solchi che solo la guerra scava così profondamente. Tira piano un sospiro, come per assaporare un momento che mai più rivivrà, ed entra.

Giada Maria Pacini


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Italia Accessibile presenta la “Pedana per Disabili Ribaltabile con zerbino incorporato” brevetto dell‟Arch Polcaro.

Il dispositivo consente di superare modesti dislivelli e garantire l‟accessibilita‟ a persone con ridotte capacita‟ motorie.Trattasi di un manufatto che si installa facilmente e consente di adeguare una buona parte degli immobili esistenti alla normativa sull‟abbattimento delle barriere architettoniche senza intervenire in modo invasivo ed apportare modifiche sostanziali agli stessi. Al momento dell‟utilizzo – aperta e ribaltata – la pedana presenta una superficie antisdrucciolo – mandorlata o grecata – che consente il transito della carrozzella per disabili in completa autonomia e sicurezza. Richiusa, la pedana si presenta interamente ricoperta da uno zerbino in materiale a scelta – eventualmente personalizzato con logo e scritta – e risulta totalmente invisibile e perfettamente integrata nel contesto dell‟immobile oramai reso accessibile da questo manufatto. In caso di gradini di modesta altezza l‟installazione della pedana garantisce una accessibilita‟ totale. In caso di pendenze superiori verra‟ comunque garantita una accessibilità condizionata mediante i seguenti interventi che prevedono i seguenti dispositivi tecnologici:


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1. installazione di un campanello di chiamata e logo sull‟abbattimento delle barriere architettoniche,di cui all‟art. 6 del D.P.R. 384/78 e D.P.R. n. 503/96, di forma rettangolare, con simbolo bianco in campo blu e riportante la scritta “ACCESSIBILITA‟ CONDIZIONATA”; 2. La pedana verra‟ aperta su chiamata, in corrispondenza della soglia di ingresso dell‟attività e sara‟ richiusa subito dopo, per non intralciare la pubblica via e creare occupazione di suolo pubblico. La permanenza in ogni caso sarà strettamente limitata al passaggio ed alla permanenza del disabile. Per info e costi scrivere aitaliaccessibile@gmail.com

VIOLENZA SULLE DONNE…. Ancora violenza,e ancora emergenza…Sono stati accertati circa moltissimi casi di violenza sessuale,quasi 14 al giorno. Ma si tratta di dati che non fotografano la vera gravità del fenomeno: solo il 4% delle vittime denuncia,infatti il suo stupratore. Ma il dramma della violenza sessuale e in generale della violenza sulle donne è così grave che dovrebbe farci pensare ed agire. I fatti sgomentano: compagni di scuola che aggrediscono,deridono,violentano,filmano con telefonini;vigliacchi,delinquenti e stupidi; feriscono per sempre l‟animo della vittima. Maltrattamenti fisici e psicologici,oltre un milione le vittime di comportamenti persecutori,il cosidetto STALKING. Sofferenza materiale e morale,malattia,morte sono le conseguenze di tutto questo. La maggior parte delle violenze avvengono dentro la coppia,la prevenzione conferma che l‟alcool e la droga incidono pesantemente sulla violenza nella coppia. La violenza sulle donne si combatte con educazione e prevenzione,contro abusi e stupri…”NON BASTANO LEGGI”. (Francesco Baldi)


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Mi chiamo Laura e sono la madre di Jacopo Bregolato, un ragazzo padovano di 15 anni con diagnosi di autismo grave. L‟anno scorso, verso la fine della scuola media, il Collegio Docenti aveva messo per iscritto l‟indirizzo orientativo per la scuola superiore, consigliando per Jacopo il Liceo della Grafica 'Valle' che, essendo nel quartiere, avrebbe permesso di continuare il progetto di lavoro sull‟autonomia già avviato durante le medie. Il Liceo 'Valle' ha rifiutato l‟iscrizione asserendo di non avere la struttura adatta ad accogliere Jacopo! Consapevoli delle difficoltà di inserimento di Jacopo in un tradizionale percorso di scuola superiore, abbiamo allora deciso di iscriverlo al Centro di Formazione Professionale Francesco d‟Assisi, che accoglie ragazzi svantaggiati, con problemi personali e/o relazionali. Assurdi ostacoli impediscono a Jacopo di frequentare il Francesco d‟Assisi per tutta la settimana: può accedervi solo 3 giorni su 5. A marzo si è tenuta dunque la riunione plenaria di tutte le Istituzioni coinvolte alla quale la famiglia non è stata invitata. In quella sede si è risolto il problema con un parcheggio: il prossimo anno scolastico Jacopo dovrebbe frequentare l‟Istituto Statale per geometri Boaga. Questo problema, per il bene di Jacopo e di tutti i ragazzi come lui, deve essere risolto diversamente! Jacopo deve poter frequentare la scuola che lui e la famiglia hanno scelto. Deve poter continuare il prossimo anno al Francesco d‟Assisi e frequentare le classi tutti i giorni. Per questo chiediamo che ci sia personale assistenziale e/o educativo, dedicato agli alunni con “particolari necessità” per tutto il tempo di copertura delle attività formative, anche presso i Centri di Formazione Professionale! I genitori di Jacopo e Autismo Padova Onlus


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MEDICINA : Corpo a pressione “ MISURARE LA PRESSIONE NEL MODO GIUSTO “ *Posizione di rilassamento da almeno 5 minuti *Posizione seduta in ambiente tranquillo e ben condizionato *Gambe non incrociate *Braccio sinistro in posizione comoda all‟altezza dell‟ascella *Astensione da caffè e fumo nel periodo immediatamente antecedente *Evitare di parlare durante la misurazione SISTOLICA 120-130 (MASSIMA) DISTOLICA 70-85

(MINIMA)

- VALORI OTTIMALI -

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SENTENZA DI CASSAZIONE Mancata diagnosi di tumore incurabile: sì a danno da perdita di chances Cassazione civile , sez. III, sentenza 23.05.2014 n° 11522 Siamo di fronte ad una particolare incarnazione di quella multiforme creatura dottrinaria e giurisprundenziale che si chiama “danno da perdita di chances”. Ed è bene chiarire in cosa consista questa chance. Non è, o non è necessariamente, una chance di sopravvivenza. Può darsi che per il povero paziente non ci sia davvero nulla da fare, e che nessun intervento, neanche tempestivo, avrebbe potuto salvargli la vita. Ma per colpa del medico il paziente, pur condannato, perde anche la possibilità (la chance, appunto) di vivere meglio e più a lungo durante il decorso della malattia, grazie alle cure palliative. La Corte di Cassazione richiama espressamente il precedente, quasi analogo, di Cass. n. 23846/2008. In quel caso era stato accertato che la tardività della diagnosi e dei conseguenti interventi avevano pregiudicato le possibilità di sopravvivenza del paziente, oltre alla qualità della sua vita. Nel caso in esame nessuna prova era stata raggiunta in ordine alle possibilità di sopravvivenza in caso di diagnosi tempestiva. Tuttavia, la Cassazione ritiene che vi sia ugualmente una responsabilità del sanitario, la cui funzione non è soltanto quella di fare in modo che il paziente non muoia, ma anche di fare in modo, se il decesso non può essere evitato, che il suo paziente viva il più a lungo possibile ed il meglio possibile. In conclusione, secondo l‟orientamento espresso dalla giurisprudenza di legittimità, la chance, intesa quale concreta ed effettiva occasione favorevole di poter conseguire un determinato bene o risultato, non è una mera aspettativa di fatto ma un‟entità patrimoniale a sé stante, giuridicamente ed economicamente suscettibile di un‟autonoma valutazione. La perdita della possibilità stessa di conseguire un risultato favorevole determina di per sé un danno risarcibile. Ciò che pare più rilevante è che la Cassazione ritenga risarcibile non solo la perdita della possibilità di guarire (che forse in questo caso non c'era nemmeno), ma la perdita della possibilità di condurre una vita migliore. Un danno così configurato potrebbe richiamare il peggioramento della qualità della vita che caratterizzava il danno esistenziale, ma ci pare di poter affermare che questo sia, a tutti gli effetti, un danno alla salute. (Roberto Foffa)


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GIORNATA DELLA SALUTE 1 Giugno 2014 - Parco Totò (Bagnoli – NA)

Un'Associazione senza scopo di lucro utilizza tutte le sue conoscenze per farsi conoscere e quindi sostenere, cercando di inventare ogni giorno un modo per Autofinanziarsi, in modo da poter portare avanti i Progetti per i quali è nata. Noi teniamo ai nostri progetti, ne siamo orgogliosi perché sono frutto di esperienze di Vita,Passione e anche un pizzico di pazzia. Per creare progetti come RAINBOW – DIVERSAMENTE RADIO, CARTAPRESSATA MAGAZINE, LIBRILIBERI IN MOVIMENTO, VOLONTARIATO PER 1 GIORNO,IO VOLONTARIO – ci vuole coraggio, in fondo ognuno di Noi si prefigge un obiettivo, ma è il lottare per quell'obiettivo che “ FACCIAMO LA DIFFERENZA “. Noi saremo sempre qui a metterci la faccia e a divertirci come sappiamo fare, con naturalezza,trasparenza e soprattutto tanta Umiltà, e se magari riusciremo a strapparvi anche un sorriso vorrà dire che stiamo facendo la cosa giusta. Tante visualizzazioni sul nostro sito , molti ascoltatori per la nostra RADIO , molti lettori al nostro MAGAZINE, tante persone che scambiano libri, molti eventi e tanto volontariato…Grazie ai nostri Associati, grazie ai nostri Amici, grazie a tutti i protagonisti di DIVERSAMENTE HAPPY From RAGAZZI DELLA BARCA DI CARTA, grazie anche a chi ci critica perché ci aiuta a crescere, insomma Grazie a tutti...mi raccomando ...CONTINUATE A SEGUIRCI !!! (Alessandra Baldi )


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Le trans brasiliane vanno in gol. Ore dal chirurgo e corsi d'inglese Per le transessuali che si prostituiscono, i Mondiali di calcio che si sono aperti il 12 giugno in Brasile sono un'occasione da non perdere. Molte di quelle che solitamente trascorrono sei mesi l'anno in Italia – si dice che la domanda dei clienti italiani sia la più alta in assoluto – o che vivono in provincia, sono già arrivate nelle grandi città dove si svolgeranno le partite. Passano ore e ore tra chirurgia, cure estetiche e parrucchieri, spendendo tantissimi soldi per sentirsi più donne e più belle. In più, quest'anno, hanno frequentato corsi di inglese per avvicinare più facilmente gli stranieri. L'italiano non c'è bisogno di impararlo. Già lo parlano perfettamente. Aumento esponenziale del rischio di contagio, si vendono in strada, nelle vie di Rio de Janeiro o di Salvador da Bahia. Incontrano i clienti in macchina, in spiaggia o nei tantissimi motel a ore aperti 24 su 24. Molte accettano le proposte più azzardate dei clienti, che pagano tre volte tanto per fare sesso senza preservativo, nonostante in Brasile i condom siano distribuiti gratuitamente ovunque, nelle scuole e durante i grandi eventi e le manifestazioni. Gli operatori sociali sono in allarme, perché aumenterà in maniera esponenziale il rischio di contrarre il virus Hiv/Aids. Le trans sono le più esposte: visto lo stigma sociale che le accompagna, raramente si recano nelle strutture sanitarie pubbliche per fare regolari controlli. In una decina di Stati brasiliani, con il finanziamento del Fondo mondiale contro l'Aids delle Nazioni Unite (UnAids), il Ministero della salute ha incaricato alcune organizzazioni non governative di effettuare nuovi test con fluido orale per risultati immediati: un semplice tampone tra labbra e gengive che in pochi minuti, con una attendibilità del 99%, rivela la presenza del virus o meno. Oggi essere sieropositivi in Brasile non è più un dramma, visto che i farmaci anti-retrovirali sono gratuiti e permettono di continuare a svolgere una vita abbastanza normale. Durante la Copa do mundo; soprattutto perché è aumentata la perversione dei clienti che chiedono di fare sesso senza preservativo, pagando il triplo. Italiani compresi. I clienti appartengono a tutte le fasce sociali ed aumentano ad inizio mese, quando prendono lo stipendio. Le tariffe vanno dai 5 ai 300 reais (1 euro=3 reais). Molte si prostituiscono per soli 5 reais, per pagare la dose quotidiana di crack. In Brasile vengono chiamati transessuais solo quelli che hanno fatto l'operazione chirurgica per diventare donna. I talent scout che cercano ragazzi belli. Visto l'aumento delle richieste, nelle favelas brasiliane sono spuntate anche delle equivoche figure, una sorta di “talent scout” per assoldare nuove trans: individuano ragazzi belli e con lineamenti particolarmente femminili e propongono loro di assumere ormoni e fare la vita, con la promessa di facili e cospicui guadagni. Molti accettano. “Alcune guadagnano bene , ma spendono tutto in chirurgia estetica, cure ormonali, vestiti, birra, droga”. Ma la vita quotidiana è durissima. Moltissimi sono gli episodi di violenze e aggressioni nei loro confronti. Se hanno il coraggio di continuare questa vita è perché la loro motivazione di essere donne è fortissima”. . . con una metafora efficace: “La religione, la famiglia e la società per voi etero sono tre pilastri che vi sostengono. Per noi sono tutto il contrario: tre punte pronte a ferirci”. FONTE da R.S.


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"L'accarezzatrice", storia di un'assistente sessuale. Contro tabù e ipocrisia La scrittrice Giorgia Wurth: “Questo libro è diventato come un figlio, una missione per me. Sogno che se ne parli il più possibile. L‟obiettivo è il riconoscimento della professione anche in Italia, per questo vado molto in giro"

Gioia è un‟infermiera di trent‟anni. Perde il lavoro e viene lasciata dal fidanzato con cui aveva programmato di sposarsi, mentre suo padre si ammala. Nella disperata ricerca di un lavoro si imbatte in una coppia, entrambi con distrofia muscolare. La moglie le chiede di lavorare come assistente sessuale di suo marito. Inizialmente Gioia si allontana scandalizzata, ma poi si domanda se quella richiesta sia una perversione, oppure la più profonda forma di amore. Con questa vicenda inizia il romanzo “L’accarezzatrice” con cui l’attrice e scrittrice Giorgia Wourth indaga il tema dell’assistenza sessuale. Per scrivere “L’accarezzatrice” ho fatto un lavoro di ricerca di quattro anni che mi ha regalato incontri meravigliosi. Poichè sono per metà svizzera, paese dove esiste la figura dell’assistente sessuale, è lì che leggendo un articolo di giornale sono venuta a conoscenza di questa professione. Ed è iniziata una ricerca che mi ha portato a conoscere assistenti sessuali e le associazioni che le gestiscono, persone con diverse abilità e i loro genitori. Da questo viaggio appassionante è nato il libro, che è un romanzo di fantasia in un contesto realistico. L’Italia è un paese ipocrita su questo: si ha paura di parlare di un diritto, come quello dell’assistenza all’affettività e alla sessualità, mentre poi si va con trans o con minorenni, mi scrivono persone che hanno bisogno di questa figura, ma anche donne che vogliono diventare assistenti sessuali.

Gioia, l‟accarezzatrice del romanzo, vive un percorso di importante crescita personale. L’obiettivo è il riconoscimento della professione anche in Italia, per questo vado molto in giro. Ma è un percorso ostico perché essa è legale in paesi come Svizzera, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Austria, dove è permessa la prostituzione e, anche se la professione dell’assistente sessuale è qualcosa di molto distinto, legalmente ricade in quell’ambito.


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“ CONTRIBUTO A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE” COS‟E‟:Sono prestazioni agevolate e/o sociali concesse dai Comuni: 1)Assegni per nuclei familiari con almeno 3 minori 2)Assegno di sostegno alla maternità concesso alle madri cittadine italiane residenti 3)Assistenza economiche alle gestanti nubili e ai minori riconosciuti da un solo genitore che provvede direttamente al loro mantenimento.Anche ad extracomunitari con “permesso di soggiorno” ACCESSO:Il cittadino deve presentare domanda su apposito modulo presso gli Uffici dei Servizi Sociali del proprio Comune di appartenenza. Il COMUNE GARANTISCE:Erogazione del contributo per il periodo previsto dalla legge.

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PREVENZIONE Un controllo importante è anche quello degli occhi. Una visita dall’oculista dopo i 40 anni spesso è necessaria perché si comincia a leggere male da vicino. Può però essere anche la scusa buona per controllare le diverse strutture dell’occhio (con esami immediati, semplici e indolori) e verificare che siano in buona salute. Dopo i 50 anni, invece, bisogna ripetere ogni anno l’esame del PSA(antigene prostatico specifico), un test del sangue che “misura” questo marcatore che può aumentare in caso di tumore della prostata (valori lievemente alterati non devono però far spaventare oltre misura).


Cartapressata - Magazine

Volontario è… “…CHI DONA SE STESSO, NON LE PROPRIE RICCHEZZE ! ”

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