biennale venezia teatro_2008

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Biennale Musica

Venezia 2 >18 Ottobre 2008 Laboratorio Internazionale del Teatro

diretto da Maurizio Scaparro Venezia 27 Ottobre –29 Novembre 2008


in collaborazione con

con il sostegno di


Laboratorio Internazionale del Teatro Maurizio Scaparro Direttore Settore Teatro

Viviamo un periodo storico, artistico, civile nel quale noi europei del Mediterraneo sentiamo il bisogno, che fa parte delle nostre tradizioni culturali, di guardare nei secoli all’Oriente per arrivare a nuove conoscenze, nuove tolleranze, nuove sorprese, nuove illusioni. In particolare l’Oriente più vicino all’Europa (e sempre più vicino) abbiamo voluto ricordarlo con questo laboratorio teatrale, una volta tanto non solo per i conflitti violenti di interessi e religioni, ma per quel senso utopico di convivenza sofferta e felice che “l’esercizio illimitato della fantasia” suggerisce e consente. La consapevolezza dell’importanza centrale del nostro Paese e della nostra lingua, e la civiltà multietnica già presente in Europa e in particolare nell’Europa del sud, ci hanno stimolato ad ipotizzare una serie di incontri e di riflessioni pubbliche visti con l’occhio di un’Europa che non può dimenticare che parte del suo patrimonio artistico e culturale, e quindi della sua stessa civiltà, nasce dalla contaminazione e confluenza della cultura araba, cristiana ed ebraica. Nasce così questo laboratorio con grandi Maestri e nuove creatività per studenti, allievi attori e studiosi, per spettatori che vogliono conoscere meglio come può costruirsi un percorso artistico, per quanti credono nel futuro di Venezia come centro vitale di studio e di ricerca.

International Theatre Workshop Maurizio Scaparro Director of Theatre Section

We are living in a historical, artistic, civil era in which we Europeans of the Mediterranean feel the need, as part of our cultural traditions, to look over the centuries to the Orient to seek new knowledge, a new tolerance, new surprises, new illusions. Especially the Orient closest to Europe (and increasingly closer): we have chosen to remember it in this theater workshop, not only because of its violent conflicts of interest and religion, for once, but for the utopian sense of painful yet happy coexistence that the unlimited exercise of our imagination suggests and admits. Our awareness of the primary importance of our country and our language, and the multi-ethnic civilization that already exists in Europe and in particular in southern Europe, has stimulated us to consider a series of public encounters and debates, seen through the eyes of a side of Europe that cannot forget that part of its artistic and cultural heritage, therefore of its very civilization, lies in the contamination and convergence of the Arab, Christian and Jewish cultures. This is the intent of this workshop conceived with great Masters and new creativity for students, student actors and scholars, for spectators who wish to understand how an artistic process is constructed, for everyone who believes in the future of Venice as a vital center for study and research.


Il mare di Shakespeare Sopra la scena del mondo il mare separa e riunisce amanti, ricongiunge padri e figli, ribalta la sorte degli uomini spodestati e degli usurpatori, come nella Tempesta, dove il mare agitato dalla bacchetta magica di Prospero scompiglia sorti e destini dentro l’infinita mutabilità della vita. Proprio come il Tempo, che toglie e redime, nell’immensa opera di Shakespeare, anche il mare e in particolare il mare Mediterraneo – la distesa delle battaglie di Otello, il periglioso liquido labirinto del Pericle – domina una geografia ora reale ora immaginaria. Bagna terre incognite e lambisce città popolose, ridisegna i confini del mondo, spingendo i personaggi a navigare dalla Grecia alla Sicilia a Venezia lungo rotte d’acqua e di fantasia. On the stage of the world, the sea separates and reunites lovers, fathers and sons, overturns the fate of dethroned men and usurpers, as in The Tempest, where the sea stirred up by Prospero’s magic wand mixes up fates and destinies within the infinite mutability of life. Just like Time, that takes away and redeems, in Shakespeare’s immense work even the sea, and in particular the Mediterranean Sea – the plain of Othello’s battles, the perilous liquid labyrinth of Pericles – dominates an alternately real and imaginary geography. It bathes unknown lands and laps the shores of populous cities, it redraws the edges of the world, sending the characters to navigate from Greece to Sicily to Venice on routes of water and fantasy.

OTELLO (2001) regia di Eimuntas Nekrosius produzione La Biennale di Venezia


I miti ritrovati L’espressione cultura mediterranea è al centro di un ventaglio di direzioni e strade lungo le quali il mito antico si è diffuso, rinnovato, perso e ritrovato in forme continuamente diverse, sorprendentemente inventive, in forma di favola o di parabola, nelle pagine di un libro o sulla scena. Dalle Metamorfosi di Ovidio, dove le storie dei poemi e delle antiche tragedie sono riassunte e incastonate le une dentro le altre, ai miti moderni, come quello di Don Giovanni, la mutazione delle forme di trasmissione è il percorso culturale che bisogna seguire per ricomporre e alimentare un patrimonio di racconti perenni. Guardare il mito significa riconoscere la nostra profondità e la nostra tradizione millenaria in infinite narrazioni continuamente recuperate. The expression “Mediterranean culture” lies at the center of a range of directions and routes along which the ancient myth had spread, been renewed, lost and found again in constantly modified forms, surprisingly inventive, in the form of fable or parable, in the pages of a book or on stage. From Ovid’s Metamorphoses, where the stories of poems and ancient tragedies are summarized and embedded into one another, to the modern myths, like the myth of Don Giovanni, the mutation of the forms of transmission is the cultural evolution that must be followed to recompose and nurture a heritage of perennial stories. Looking at myth means to recognize our depth and our millenary tradition in the infinite narrations that return over and over again.

LE METAMORFOSI (2002) regia di Giorgio Barberio Corsetti produzione La Biennale di Venezia


C’era una volta Gli arabi sostengono che leggere per intero Le Mille e una notte può portare alla morte. Ma il piacere che ci dà la lettura, anche di un solo brano, deriva dalla coscienza che si tratta di un fiume inesauribile. Il titolo originale enumerava mille notti. Il superstizioso timore delle cifre pari indusse i compilatori ad aggiungerne una, e questo basta ad evocare l’infinito. Le Mille e una notte suggeriscono infatti un esercizio illimitato della fantasia. Eppure, se ne esploriamo il labirinto, scopriamo che non è un mero caos irresponsabile, né un’orgia dell’immaginazione. Il sogno ha le sue leggi, e malgrado infortuni e disgrazie, metamorfosi e demoni, il copioso tempo di Sheherazade ci lascia un sapore raro, nei libri come nella vita. Il sapore della felicità. Jorge Luis Borges

(dalla prefazione a Le mille e una notte secondo Galland, Franco Maria Ricci Ed., 1981)

The Arabs sustain that reading The Thousand and One Nights in its entirety will lead to death. But the pleasure of reading even a single tale, derives from the awareness that it is a boundless river. The original title counted one thousand nights. The superstitious fear of even numbers led the original compilers to add one more, and that one was enough to evoke infinity. The Thousand and One Nights suggest an unlimited exercise of fantasy. Yet, if we explore the labyrinth, we discover that it is not just irresponsible chaos, or an orgy of the imagination. Dreaming has its laws, and despite misfortune and accident, metamorphoses and demons, Scheherezade’s copious time leaves a rare taste, in books as in life. The taste of happiness. Jorge Luis Borges

(from the preface to The thousand and one nights according to Galland, Franco Maria Ricci Ed., 1981)

LE MILLE E UNA NOTTE (1996) regia di Maurizio Scaparro


Le lingue franche nei porti del Mediterraneo Lingua franca del levante – espressione che _ ricalca l’arabo lisan al-farang˘ – si diceva la lingua mista del libero scambio delle persone e delle merci, quando il mare riacquista, tra il Medioevo e l’Età moderna, il ruolo di sistema privilegiato di comunicazione del mondo. È una lingua che accoglie parole e le diffonde da una costa all’altra, seguendo le rotte della simbiosi franco-veneziana con gli apporti del greco, dello spagnolo, dell’arabo e del turco. L’effetto comico nasce da mescolanze e intarsi: lo testimonia il teatro veneziano nel Cinquecento, o nei secoli seguenti, fino a esperienze vicine, come il curioso pastiche della lingua della servitù italiana ad Alessandria d’Egitto che fa parlare e cantare le “bellissimi e giovanissimi” sorelle Brontë. Lingua franca del levante – the lingua franca of the east, an expression similar to the Arabic _ lisan al-farang˘ – was the name given to the mixed language of the free exchange of people and goods when, between the Middle Ages and the Modern Age, the sea returned as the privileged system of communication in the world. It is a language that absorbs words, spreading them from one coast to another, along the routes of the French-Venetian symbiosis with the contribution of Greek, Spanish, Arabic and Turkish. The comic effect comes from mixing and grafting the languages: this may be seen in sixteenth-century Venetian theatre, or in the centuries to follow, and in more recent experiences such as the curious pastiche in the language of Italian servants in Alexandria of Egypt, spoken and sung by the “very beautiful and very young” Brontë sisters.

Carta nautica dell’Adriatico (1624) Alvise Gramolin


Sans papier Ci sono parole che ruotano intorno all’identità di nuove e vecchie generazioni di immigrati dall’Oriente, dall’Africa, dai tanti Sud del Mondo. Parole che in Europa si confondono con la fatica del vivere civile e il bisogno di nuovi traguardi culturali. Parole come sans papier, banlieue, integrazione, passaporti, frontiere... La spinta, forse utopica, delle nostre riflessioni in questo Laboratorio Internazionale del Teatro nasce dal voler credere che esiste un posto nell’arte in generale, e il teatro in particolare, dove malgrado tutte le difficoltà si riesce a cogliere la potenzialità e l’energia che questi mutamenti comportano, il loro cimento con la lingua e i gesti dei sentimenti, spesso vietati dal codice di comportamento e da tante difficili situazioni di vita. There are words that revolve around the identity of new and old generations of immigrants, from the Orient, from Africa, from the many Souths of the world. Words that in Europe become part of the toil of civilian life and the need for new cultural aspirations. Words such as sans papier, banlieue, integration, passports, borders… The perhaps utopian impulse behind our considerations in this International Theatre Workshop comes from our desire to believe that there is a place in art in general and in theatre in particular, where, despite all the difficulties, it is possible to capture the potential and energy that these changes bring with them, their foundation in language and in the gestures of sentiment, often forbidden by codes of behaviour and by so many difficult living situations.

LA PORTE DE FATIMA (2008) regia di Roger Assaf


27 ottobre Auditorium Santa Margherita 10.00 > 13.00

27 ottobre Auditorium Santa Margherita 15.00 > 19.00

Mediterraneo

Cultura Mediterraneo Europa. Scrittori, attori, studiosi, critici, registi: i protagonisti del Laboratorio Internazionale del Teatro aprono con il loro intervento la manifestazione. Una giornata di incontri e riflessioni comuni per declinare i temi e le domande cui risponderanno, nei trenta giorni successivi, i laboratori, gli spettacoli, le iniziative. Segnatamente la giornata si apre al mattino con gli interventi di Frédéric Mitterand, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, del poeta siriano Adonis e di Maurizio Scaparro ad indicare l’importanza oggi del comune sentire di lingue e culture diverse che si affacciano sul Mediterraneo. Culture Mediterranean Europe. An opening event, with encounters and shared considerations on themes that will then be addressed by the workshops, the performances, the initiatives. Speakers will include Frédéric Mitterand, the director of the French Academy in Rome, the Syrian poet Adonis and Maurizio Scaparro, to discuss the sentiment shared by the different languages and cultures that overlook the Mediterranean.

Mediterraneo

incontro di apertura con Adonis Frédéric Mitterand Maurizio Scaparro

C’è il Mediterraneo, il mare stesso, non tanto come frontiera o barriera fra il Nord e il Sud, ma piuttosto luogo complesso di incontri e correnti, che implica lo spostamento di popolazioni, storie e culture, che sottolinea il senso continuo della trasformazione storica e della tradizione culturale che lo rende un luogo di transito continuo. Potremmo ritornare a quella storia, non tanto con l’idea di ristabilire una volta per tutte il dato storico, quanto per rimetterlo in gioco e ascoltare i suoi altri lati repressi. La composizione plurilinguistica e pluriculturale del Mediterraneo incoraggia un rimescolamento delle solite carte dell’appartenenza nazionale. Senza la spiegazione immediata di nazione e nazionalismo, emerge una configurazione molto diversa che propone non tanto il confronto del relativismo culturale, ma una complessità storica aperta e diversificata (Iain Chambers). The Mediterranean: not a border or a barrier between North and South, but a complex place of meetings and currents, implying the migration of peoples, histories and cultures, underlining the continuous sense of historical transformation and cultural tradition that makes it a place of ongoing transition. (Iain Chambers)

incontro dedicato ai temi di “Mediterraneo” introduce Iain Chambers incontro con Roger Assaf Francesca Corrao Masolino D’Amico Massimo Nava Piermario Vescovo coordina Carmelo Alberti conclude Predrag Matvejevic´


28 ottobre > 30 novembre Museo di Palazzo Mocenigo 10.00 > 16.00 - chiuso lunedì

4 > 27 novembre Casa del Cinema 18.00 e 21.00 ogni martedì e giovedì

Pasolini mediterraneo

Pasolini mediterraneo

I costumi

Danilo Donati e la Casa di alta moda Farani hanno ideato e realizzato i costumi utilizzati da Pier Paolo Pasolini nella maggior parte dei suoi film. Tessuti creativi, tagli d’epoca, drappeggi misteriosi danno materia e corpo ai personaggi mitici, simbolici o dannati, che attraversano il Mediterraneo cinematografico del regista di La ricotta, Edipo re, Porcile, Decameron, Il fiore delle mille e una notte. Tutte pellicole che videro Donati (scomparso sette anni fa) regalare al cinema veri e propri costumi-scultura che adesso, grazie al patrimonio della sartoria Farani esposto in mostra, permettono di ricostruire lo spirito e i sogni pasoliniani - quelli vissuti in Marocco, nello Yemen, in Italia meridionale - toccandoli quasi con mano. Danilo Donati and the Casa di Alta Moda Farani conceived and created the costumes used by Pier Paolo Pasolini in most of his films. Creative fabrics, period tailoring, mysterious draping give matter and body to the mythical, symbolic, damned characters who travel across the cinematographic Mediterranean filmed by the director of La ricotta, Edipo Re, Porcile, Decameron.

mostra di costumi di Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini a cura della Sartoria Teatrale Farani di Luigino Piccolo in collaborazione con Musei Civici Veneziani

Il cinema

Pier Paolo Pasolini era un viaggiatore instancabile, specialmente verso i paesi del Mediterraneo. Si spostava per motivi di lavoro, letterario, cinematografico e televisivo, ma soprattutto mosso dal desiderio forte dell’esplorazione culturale: l’antropologia era uno dei suoi interessi prevalenti. Consegnando allo schermo il Sud dell’Italia, la Grecia, l’Africa e l’Arabia, Pasolini ha compiuto al tempo stesso l’analisi, il racconto, la rappresentazione dei legami che uniscono città, acque, terre. La rassegna di film e documentari curata da Italo Moscati ne segue i percorsi, tanto densi quanto poetici, sulle diverse sponde: i sassi di Matera, per esempio, o la Turchia e la Siria di Medea, o la penisola arabica del Fiore delle mille e una notte. Pier Paolo Pasolini was a tireless traveler, especially in the countries of the Mediterranean. Presenting southern Italy, Greece, Africa and Arabia on the screen, he offered an analysis, a story, a representation of the bonds that bind the cities, the water, the lands. A film series follows his dense and poetic travels along its many shores.

ciclo di film e documentari a cura di Italo Moscati in collaborazione con Circuito Cinema Venezia, Cinemazero - Pordenone esposizione fotografica di immagini tratte dai film di Pier Paolo Pasolini in collaborazione con Sartoria Teatrale Farani di Luigino Piccolo Martedì 4 novembre Edipo re (1967, 104’) π Giovedì 6 novembre Medea (1969, 118’) π Martedì 11 novembre Il Fiore delle Mille e una notte (1974, 130’) π Giovedì 13 novembre Il Vangelo secondo Matteo (1964, 142’) π Martedì 18 novembre Comizi d’amore (1963-64, 90’) π Giovedì 20 novembre Appunti per un’Orestiade africana (1963-73, 63’) a seguire Le mura di Sana’a (1970, 13’) π Martedì 25 novembre Sopralluoghi in Palestina (1964, 55’) π a seguire Appunti su un film sull’India (1968, 35’) Giovedì 27 novembre Accattone (1961, 120’) π with English subtitles

4 novembre ore 17 Casa del Cinema incontro con il curatore coordina Fabrizio Borin (Università Ca’ Foscari di Venezia)


27 ottobre Teatro Piccolo Arsenale 20.30

28 > 30 ottobre Teatro Piccolo Arsenale 9.30 > 13.00

Concerto per il Cristo velato

La bellezza del dialogo, una cornice per costruire il dialogo

Concerto per il Cristo velato richiama un capolavoro della scultura settecentesca napoletana, ed è un testo composto da Adonis dopo un breve soggiorno in quella città. “Volavano le vie di Napoli, come non vidi altrove. Lunedì, diciotto febbraio dell’anno corrente 2002... Un’onda in forma di scultura e l’acqua fazzoletto increspato trasparente tra le pieghe tutte nel descrivere il dolore narrano il corpo”. Il ritmo della scrittura di Adonis si fonde in concerto con le note jazz del pianoforte di Francesco D’Errico, il contrabbasso di Daniele Esposito, la batteria di Salvio Vassallo.

Esule da più di quarant’anni a Parigi, Adonis (pseudonimo di Ali Ahmad Said Isbir) è nato in Siria nel 1930 e ha vissuto in Libano. Oltre che poeta, Adonis è drammaturgo, saggista, alfiere della rinascita letteraria araba, attivo nel contemporaneo dibattito internazionale, a partire dai problemi del confronto tra Oriente e Occidente. Ripetutamente candidato al Premio Nobel, ma anche autore di opere che riflettono la turbolenta attualità dei conflitti internazionali, lo scrittore tiene a Venezia anche una serie di lectiones magistrales che permettono di apprezzarne la statura culturale e politica.

The rhythm of the poetic prose of Adonis, the greatest Arabic-language poet, blends with the jazz music of Francesco d’Errico’s piano, Daniele Esposito’s bass and Salvio Vassallo’s drums. Concerto per il Cristo Velato, which borrows its title from a masterpiece of eighteenth-century sculpture, is a text composed by the Syrian-Lebanese poet after a short stay in Naples.

poesia in concerto testo di Adonis voce recitante Adonis pianoforte ed elettronica dal vivo Francesco D’Errico contrabbasso Daniele Esposito batteria Salvio Vassallo performance in lingua araba con sopratitoli in italiano (traduzione di Francesca Corrao)

Exiled in Paris for over forty years, Adonis (the pseudonym of Ali Ahmad Said Isbir) was born in Syria in 1930 and lived in Lebanon. He is not only a poet, but a playwright, essayist, and a paladin of the Arab literary Renaissance, active in the contemporary international debate on the issues concerning the confrontation between East and West. A series of lectiones magistrales confirms his cultural and political status.

lectio magistralis di Adonis rivolta ad autori e studenti di materie umanistiche articolata nelle sezioni giornaliere - significato (società aperta) - contenuti e obiettivi (superare i confini fisici e mentali - creare il rispetto dell’altro) - modalità e condizioni (libertà di pensiero e movimento - favorire il meticciato - armonizzare la molteplicità) coordinamento Francesca Corrao


27 > 1 novembre Ex convento delle Terese - IUAV 15.00 > 19.00

27 > 31 ottobre Isola di San Servolo 15.00 > 19.00

Studio su Orlando

Nella produzione letteraria di Virginia Woolf Orlando, scritto nel 1928 e ispirato alla figura di Vita Sackville-West con cui la Woolf aveva intrecciato una complessa relazione, è un episodio davvero singolare. Il progetto drammaturgico di Stefano Pagin, pensato per questo laboratorio, viene affiancato dal progetto musicale e dalle composizioni originali di Gabriella Zen. Così il lavoro che si svilupperà sull’isola di San Servolo non fa perno – come nel film di Sally Potter – sull’aspetto biografico. Orlando diventa invece allegoria dell’amore e dell’artista e la riduzione drammaturgica circoscrive la sua indagine a questi temi: amore ed erotismo. Valorizzati sono soprattutto la parte con Orlando (uomo) e Sascia, quella con Orlando (donna) e Shelmerdine, e naturalmente la zona dedicata ai viaggi di Orlando nel Mediterraneo. In Virginia Woolf’s literary production Orlando (1928) – inspired by the figure of her friend Vita Sackville-West with whom Woolf had woven a complex relationship – is a truly singular episode. The dramaturgical project by Stefano Pagin, conceived for this workshop, is integrated by the musical project with the original compositions by Gabriella Zen.

Il Sogno: musica di parole e commedia per musica

laboratorio di ricerca musicale per la composizione delle musiche per lo spettacolo Orlando di Virginia Woolf regia di Stefano Pagin prove aperte a un pubblico di uditori musiche originali e coordinamento musicale Gabriella Zen violino Constantin Beschieru Diana Lupascu viola Marco Nason violoncello Tiziana Gasparoni percussioni Kiki Dellisanti flauto d’ebano Emma Zen bouzouki Yorgos Yannakis produzione Vortice, Teatro Fondamenta Nuove di Venezia in collaborazione con Comune di Venezia - Assessorato alla Produzione Culturale

31 ottobre ore 17.00 Isola di San Servolo incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio con lezione-concerto

Un mondo umano alto, ispirato a immagini classiche. Un mondo magico di fate e spiritelli. Un mondo umano basso, fatto di artigiani. Linguaggi, separazione e mescolanza degli stili, metrica e musicalità, sono la drammaturgia stessa del lavoro di Shakespeare. Il sogno di una notte di mezza estate è tra i testi teatrali che più hanno generato altri testi teatrali, soprattutto in musica. A valle ci sono The Fairy Queen, masque di Henry Purcell, Sommernachtstraum, le musiche di scena di Mendelssohn per il Sogno in tedesco nella traduzione di Schlegel e A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten. Il laboratorio, impostato su una nuova traduzione del testo, prossimamente in libreria, indaga il rapporto che le diverse occasioni di teatro stringono con il contemporaneo Zeitgeist sonoro.

laboratorio di analisi linguistica, drammaturgica e di regia su A Midsummer Night’s Dream (Sogno della notte d’estate) di William Shakespeare rivolto a 20 giovani autori o studenti di materie umanistiche a cura di Walter Le Moli Luca Fontana in collaborazione con fDA - clasT corso di laurea specialistica in scienze e tecniche del teatro Università IUAV di Venezia

A Midsummer Night’s Dream is one of the plays that has generated the greatest number of other writings, especially in music. Earlier examples include The Fairy Queen by Purcell, the stage music by Mendelssohn and an opera by Britten. This workshop, based on a new translation of the work, investigates the relationship that these various opportunities create with the contemporary Zeitgeist of sound.

1 novembre ore 17.00 Ex convento delle Terese - IUAV incontro con i curatori e letture di brani scelti da A Midsummer Night’s Dream


29 ottobre > 3 novembre Teatro Giovanni Poli Santa Marta 10.30 > 13.00 – 14.00 > 19.00

29 ottobre > 4 novembre Fondazione Scuola di San Giorgio 11.00 > 16.00

Elyssa/Didone: la regina errante

Arcipelago mediterraneo

Il laboratorio condotto dall’attrice Marilù Prati e da Renato Nicolini – poliedrico uomo di spettacolo, architetto, amministratore pubblico e ideatore, 30 anni fa, delle famose Estati Romane – prende le mosse dal romanzo dell’autore magrebino Fawzi Mellah, un autore sensibile ai problemi del post colonialismo, ma anche ai miti e alle leggende della propria terra. Elissa la reine vagabonde ripercorre la storia della regina Didone e il suo peregrinare da Tiro a Cipro a Malta, e infine in Africa, dove fondò Cartagine. Il progetto che ha riunito studenti dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e giovani architetti dell’Ecole Nationale d’Architecture et d’Urbanisme di Tunisi, trova conclusione a Venezia, dove si apre anche al pubblico. The workshop led by Marilù Prati and Renato Nicolini takes its moves from the novel by Moroccan author Fawzi Mellah, an author sensitive to the problems of post-colonialism and to the myths and legends of his own country. Elissa la reine vagabonde narrates the story of Queen Dido and how she roamed from Tyre to Cyprus to Malta, and finally to Africa, where she founded Carthage.

laboratorio sulla messa in scena teatrale dal romanzo di Fawzi Mellah rivolto a 10 allievi attori, a 5 allievi scenografi/ costumisti ed a 5 allievi light and video designer a cura di Renato Nicolini Marilù Prati in collaborazione con Aldo Zucco (laboratorio scenico), Grazia Bono (marottes), Milli Basile Rognetta (costumi e attrezzeria), Fabio Massimo Iaquone, Giorgio Cannizzaro (laboratorio videoart), Luigi Biondi (luci) produzione Laboratorio Teatrale Universitario “Le Nozze” in collaborazione con Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Ecole National d’Architecture et d’Urbanisme di Tunisi (ENAU), progetto Giovani a Teatro - Esperienze della Fondazione di Venezia

3 novembre ore 17.00 Teatro Giovanni Poli Santa Marta incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Ennio Concina (Università Ca’ Foscari di Venezia)

Microdrammi

Agguerrita corrispondente dall’area balcanica per alcune delle principali testate giornalistiche europee, Biljana Srbljanovic è soprattutto una delle scrittici teatrali di spicco in questo decennio. Conduce un laboratorio in cui il formato del microdramma è stato scelto come strumento esatto per raccontare quell’arcipelago, anche linguistico, che è il Mediterraneo. “La rotta non è tracciata, si navigherà a vista tra coste frastagliate, tratti di mare aperto, porti riparati. Bisognerà cogliere scorci di un paesaggio variabile e creare nuclei narrativi svincolati da generi e stili”. A 5 giovani scrittori già impegnati con Srbljanovic presso il Corso di drammaturgia della Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, il laboratorio affianca 8 autori selezionati a Venezia e orientati alla scrittura professionale per la scena.

laboratorio di scrittura drammaturgica rivolto a 8 giovani autori o studenti di materie umanistiche a cura di Biljana Srbljanovic in collaborazione con Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano

A determined correspondent from the Balkans for some of the major European newspapers, Biljana Srbljanovic is one of the leading playwrights of the decade. She will lead a workshop in which micro-drama has been selected as a tool to narrate the not-only linguistic archipelago of the Mediterranean, where glimpses of landscapes serve to create narrative nuclei unconstrained by genre or style.

4 novembre ore 17.00 Auditorium Santa Margherita incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio


2 > 7 novembre Isola di San Servolo 9.00 > 12.30 – 14.30 > 19.30

3 > 6 novembre Teatro Piccolo Arsenale 10.00 > 13.00 – 14.00 > 19.00

Ciao: a Est dell’Est

Ciao è il saluto più confidenziale che esista in lingua italiana. Deriva dal veneziano s-ciao, cioè schiavo (“ti sono tanto vicino da sentirmi tuo schiavo”) e rimanda alla prima, grande corrente commerciale di vendita di schiavi slavi, avviata in Germania nel X e XI secolo. Il seminario interculturale condotto da Corrado Veneziano, che insegna Sociologia della comunicazione a L’Aquila, parte da questa parola d’affetto per allargarsi a universi contemporanei in cui le attestazioni più parziali e marginali (uno scontrino ferroviario, un’inserzione pubblicitaria, i dati burocratici di una carta d’identità, una cartolina) e quelle più raffinate (un libro, una poesia, un saggio filosofico) sono occasioni di comprensione e scavo, conoscenza di sé e dell’altro, messa in crisi di stereotipi e pregiudizi e, al tempo stesso, modi di sollecitazione verso un’emancipazione e una democrazia reali. Ciao is the most informal greeting that exists in the Italian language. It derives from the Venetian word s-ciao, meaning slave - schiavo (“I am so close to you that I feel I am your slave”), the word refers to the first important trade of Slavic slaves, which began in Germany during the X and XI centuries. The seminar is an opportunity for study, to debunk stereotypes and prejudices.

Il cantiere del “Girasole”

laboratorio di teatro e di intercultura 2 > 7 novembre 14.30 > 19.30 con gli allievi del Cutamac e Shylock 3 > 7 novembre 9.00 > 12.30 con gli studenti della Venice International University a cura di Corrado Veneziano con la partecipazione di Marijana Ugrika Oscar Iarussi produzione Associazione Culturale ACIES in collaborazione con Cutamac dell’Università di Bari, Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia, Venice International University

7 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Iliana Krapova (Università Ca’ Foscari di Venezia)

Uno dei più noti artisti libanesi, Roger Assaf, porta nel suo essere, regista, attore, scrittore, le cicatrici di un paese dove la guerra è condizione quotidiana. Nel 1997, Assaf ha fondato alla periferia meridionale di Beirut l’associazione SHAMS, termine che in arabo corrisponde alle iniziali delle parole giovani, teatro, cinema, ma vuol dire anche girasole, e offre spazi di espressione alle generazioni disagiate della capitale. Il centro accoglie in modo completamente libero ragazzi che desiderano realizzare esperienze musicali, di teatro, o di altro genere. Il laboratorio permette di conoscere un frammento di realtà libanese sviluppato a dispetto dei conflitti che dominano senza interruzione il Libano da più di trent’anni. One of the most famous Lebanese artists, Roger Assaf, in his work as director, actor, writer, carries the scars of a country where war is an everyday condition. In 1997, in the southern suburbs of Beirut, Assaf founded the SHAMS association, a term which in Arabic corresponds to the initials of the words youth, theatre, film, but also means sunflower.

laboratorio di creazione teatrale legata alla memoria collettiva e alle sue forme espressive rivolto a 15 attori ed allievi attori a cura di Roger Assaf produzione Collectif SHAMS – Association Coopérative Culturelle des Jeunes du Théâtre et du Cinéma in collaborazione con progetto Giovani a Teatro - Esperienze della Fondazione di Venezia

6 novembre ore 17.00 Teatro Piccolo Arsenale incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Rosella Dorigo (Università Ca’ Foscari di Venezia)


4 > 9 novembre Teatro Giovanni Poli Santa Marta 10.00 > 13.00 – 14.00 > 19.00

6 novembre Teatro Malibran 20.30

Il teatro come strumento di pace

Percorsi di Pace

Sotto la guida del regista Gabriele Vacis, un gruppo di attori professionisti del Teatro Nazionale Palestinese ha incontrato una trentina di allievi italiani in un workshop durato tre mesi, ispirato all’Amleto di Shakespeare e destinato a trasformarsi in uno spettacolo. Una modalità di lavoro dove il teatro diventa mezzo per comunicare condizioni sociali e vissuti drammatici. “Da Roma a Tel Aviv si sorvola il Mediterraneo. La notte è tersa. C’è una gran luna. Si vedono lucine di navi e barche. Dopo tre ore di volo la costa: il bagliore di una città che sembra Las Vegas. È Tel Aviv. Mentre l’aereo atterra pensi che è paradossale: le città più illuminate non sono quelle più sicure, ma quelle che hanno più paura. Volando sul Mediterraneo si capiscono i paradossi. Cioè, si impara a trovarli ovvi” (Gabriele Vacis).

Nel settembre 2004, su iniziativa del Comune di Venezia, un gruppo di 10 ragazzi israeliani provenienti dalla città costiera di Rishon Le Zion e altrettanti coetanei palestinesi di Nablus, città dei territori occupati della Cisgiordania, hanno passato una settimana sull’isola di Sant’Erasmo, in laguna, insieme a due classi di studenti italiani : un film di Ferdinando Vicentini Orgnani (il regista di Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni e di Mare largo) racconta quell’esperienza: “Questa esperienza di ‘convivenza con il nemico’ fatta a Venezia potrebbe essere quel qualcosa in più che fa oggi la differenza nei loro comportamenti, e li porta a una comprensione più profonda del problema”. A seguire, un concerto condotto dalla tromba di Paolo Fresu, che aveva già lavorato al cinema con Orgnani, – la musica è sempre una lingua franca – e attraversato dalla voce recitante di Lella Costa che leggerà testi di Marcello Fois.

Under the guidance of director Gabriele Vacis, a group of professional actors from the Palestinian National Theatre meet thirty young Italian students in a three-month workshop inspired by Shakespeare’s Hamlet, which will later become a performance. A work method by which the theatre becomes a means to communicate social conditions and dramatic life experiences.

laboratorio teatrale finalizzato all’allestimento dell’Amleto di William Shakespeare con attori ed allievi attori del Teatro Nazionale Palestinese aperto a un pubblico di soli uditori a cura di Gabriele Vacis progetto promosso da Ministero degli Affari Esteri - Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Cooperazione Italiana a Gerusalemme, ETI Ente Teatrale Italiano in collaborazione con Teatro Nazionale Palestinese, Associazione Inteatro

In September 2004, a group of 10 Israeli young people from the coastal city of Rishon Le Zion and ten Palestinians youths from Nablus, a city in the occupied territories of the West Bank, spent a week on the island of Sant’Erasmo, in the Venetian lagoon, with two classes of Italian students: a film by Ferdinando Vicentini Orgnani recounts this experience, sealed by a concert for instruments and narrating voice. 9 novembre ore 17.00 Teatro Giovanni Poli Santa Marta incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Shaul Bassi (Università Ca’ Foscari di Venezia)

La sindrome di Sant’Erasmo anteprima del film documentario di Ferdinando Vicentini Orgnani musiche originali di Paolo Fresu a seguire concerto per strumenti e voce recitante tromba, flicorno ed effetti Paolo Fresu pianoforte e fisarmonica Antonello Salis chitarra elettrica ed acustica Bebo Ferra contrabbasso Paolino Dalla Porta oud e voce Dhafer Youssef con la partecipazione di Lella Costa drammaturgia Marcello Fois regia di Ferdinando Vicentini Orgnani produzione Alba Produzioni dal progetto “Tu, Noi” dell’Assessorato alle politiche giovanili e pace del Comune di Venezia con il sostegno di Provincia di Venezia in collaborazione con La Biennale di Venezia, Fondazione Teatro La Fenice di Venezia


8 novembre Teatro Piccolo Arsenale 20.30

8 > 13 novembre Isola di San Servolo 10.00 > 13.00 – 14.30 > 19.30

La Porte de Fatima

In un villaggio del Libano del sud, un ragazzo filma il matrimonio della ragazza di cui era perdutamente innamorato. Lo scoppio della guerra coglie tutti di sorpresa, le strade sono bloccate, e il ragazzo è costretto a intraprendere un pericoloso cammino di ritorno verso Beirut. La Porte de Fatima, spettacolo teatrale nato all’interno di SHAMS, indica un luogo sulla frontiera meridionale, punto di partenza di un viaggio iniziatico che attraversa il paesaggio urbano e riprende con l’ironia dei racconti reali, attraversati da guerra e pace, case distrutte e strade malfamate, i temi trattati da Assaf anche al cinema. La Porte de Fatima, a performance conceived within SHAMS, indicates a place on the southern border of Lebanon, the point of departure for an adventurous path home towards Beirut which develops, with the sensitivity of the artist and a dose of irony, the issues that Roger Assaf addresses in his films.

Progetto Antigone

spettacolo prima italiana ideazione e regia Roger Assaf scrittura collettiva e interpretazione Hanane Hajj Ali Yasmina Toubia Roger Assaf creazione visiva Sarmad Louis creazione sonora Jawad Naufal Caroline Tabet luci Tarek Mourad Alexandra Kahwagi costumi Bechara Atallah produzione Collectif SHAMS – Association Coopérative Culturelle des Jeunes du Théâtre et du Cinéma spettacolo in lingua araba, francese e inglese con sopratitoli in italiano (traduzione a cura di Agnese Boscariol)

Figura chiave dell’antico mito tragico, Antigone è anche un attuale modello etico e politico. La donna che dà sepoltura al corpo del fratello ribelle, viola gli ordinamenti della città, ma onora al tempo stesso le leggi silenziose degli dei e della famiglia. Contro il diritto pubblico e oggettivo dello Stato, il gesto di Antigone rimanda al diritto degli affetti e delle ombre. Il Teatro del Lemming, che da anni conduce un lavoro teatrale segnato dal coinvolgimento personale e sensoriale degli spettatori, ha ideato un laboratorio sulle radici emotive e sulla complessa sostanza civile che la tragedia mette in luce. Il progetto si sviluppa attraverso fasi successive, realizzate in diverse città, e progressivi studi, che porteranno al debutto dello spettacolo previsto a febbraio 2009 a Venezia, nell’ambito del 40. Festival Internazionale del Teatro.

laboratorio teatrale rivolto a 15 attori e allievi attori a cura di Massimo Munaro produzione Teatro del Lemming in collaborazione con progetto Giovani a Teatro - Esperienze della Fondazione di Venezia

Antigone, who buries the body of his brother, violates the laws of the city, yet at the same time he honors the silent laws of the gods and the family. His gesture – which is a relevant ethical and political metaphor – is explored in the workshop conceived by the Teatro del Lemming, which has been working for years to involve the audience in a personal and sensory way.

13 novembre ore 15.00 e ore 16.00 Isola di San Servolo presentazione pubblica del laboratorio a seguire incontro con i curatori coordina Alberto Camerotto (Università Ca’ Foscari di Venezia)


10 novembre Teatro Aurora – Marghera 14.00

12 > 17 novembre Teatro Giovanni Poli – Santa Marta 10.00 > 13.00 – 14.00 > 19.00

Ploutos

Le sorelle Brontë

Attori professionisti e non – scelti tra appassionati di teatro e interpreti amatoriali – e accompagnati dalla musica della Banda Rustica – venti ragazzi fra gli 8 e i 16 anni – affrontano un esempio della commedia greca antica, Il Pluto di Aristofane. Li guida Massimo Popolizio, attore d’elezione per Luca Ronconi e ora alla sua prima insolita esperienza di regia. Un legame inaspettato tra Roma - Tor Bella Monaca e Venezia - Marghera, le realtà urbane situate nell’hinterland di due metropoli, tra le quali nasce il progetto centrato su un testo in cui Aristofane, significativamente, iniettava un desiderio di rivolta nei confronti di un reale percepito come negativo e iniquo. Professional and non-professional actors – selected from theatre lovers and amateur actors – take on a text from ancient Greek theatre – Aristophanes’ Ploutos – under the guidance of Massimo Popolizio, to the music of the Banda Rustica, 20 young musicians between the ages of 8 and 16. An unexpected relationship between Rome - Tor Bella Monaca and Venice - Marghera, two urban realities located in the hinterlands of two metropolitan cities.

incontro di presentazione del laboratorio teatrale

da Ploutos o la ricchezza di Aristofane a cura di Massimo Popolizio e con la partecipazione di Stefano Ricci e Gianni Forte (drammaturghi) in collaborazione con Teatro di Roma, Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, Teatro Tor Bella Monaca di Roma, Municipio VIII Roma delle Torri, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Questa Nave – Ass. Cult. Teatrale

Anoleri, Bladimeri, Tra la la’: viaggio nella lingua franca del Mediterraneo

L’opera in quattro atti Le sorelle Brontë è stata scritta in un italiano maccheronico dall’ ”ultimo intellettuale cosmopolita” d’Alessandria d’Egitto, il siro-libanese Bernard de Zogheb (1924 - 1999). La lingua dei camerieri usata da de Zogheb per i suoi libretti musicali, e in particolare per quest’opera comica, è un esempio efficace della contaminazione linguistica che chiamiamo lingua franca, testimonianza di millenari incroci culturali nel Mediterraneo. Sul tema del meticciato, caratteristico delle lingue franche, il laboratorio ideato dal musicologo Stefano Valanzuolo e dal regista Davide Livermore, con la partecipazione di Peppe Barra, Massimo Carlotto, Piermario Vescovo, getta le basi per l’allestimento dello spettacolo. Vi si mescolano café chantant, melodramma italiano, grand opéra francese, e poi la zarzuela, il secentesco recitar cantando, l’avanspettacolo, la rivista italiana e, addirittura, la danza del ventre.

laboratorio teatrale ispirato al libretto di Bernard de Zogheb rivolto a 8 allievi attori e 8 cantanti d’opera a cura di Davide Livermore Stefano Valanzuolo con la partecipazione di Edoardo Bennato, Alfonso Antoniozzi (cantante), Andrea Chenna (musicista), Pino de Vittorio (attore-cantante), Carlo Negro (pianoforte), Piermario Vescovo produzione Associazione Baretti, Fondazione Teatro Stabile di Torino, Fondazione Teatro Regio di Torino

The language of waiters in Alexandria of Egypt, used by Bernard de Zogheb in his musical librettos – in particular in his comic opera Le sorelle Brontë – is the most effective example of linguistic contamination which we call lingua franca, the evidence of millenary cultural exchanges across the Mediterranean. This workshop lays the groundwork for the performance. 17 novembre ore 17.00 Teatro Giovanni Poli Santa Marta incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Lorenzo Tomasin (Università Ca’ Foscari di Venezia)


15 > 20 novembre Isola di San Servolo 10.00 > 13.00 – 15.00 > 19.00

14 > 18 novembre Teatro Piccolo Arsenale 10.00 > 13.00 – 14.00 > 19.00

C’era una volta

Le mille e una notte, il cunto de li cunti, il teatro delle ombre, Giufà, Pulcinella, per ricordare i percorsi del racconto nel Mediterraneo. È il nuovo sogno teatrale di Scaparro che nasce in questo laboratorio. “Se chiediamo a un giovane o a un vecchio che cosa pensano quando sentono pronunciare la parola Bagdad, a nessuno viene più in mente Sherazade, oppure Sinbad, o i giardini fioriti e gli straordinari racconti di un’antica civiltà. Vengono in mente solo le parole guerra e distruzione”. A Bagdad la strada dei librai è stata distrutta dalle bombe. Frammenti e fogli sparsi per l’aria, detriti, eco di spari. Uno degli ultimi cantastorie, un soldato europeo che non sa bene perché si trova là, un professore, una bella ragazza inconsapevole Sherazade, un suonatore iracheno di liuto arabo sono i protagonisti del laboratorio con cui Maurizio Scaparro riprende il filo della speranza a Bagdad. The Thousand and One Nights, the Cunto de li Cunti, the shadow theatre, Giufà, Pulcinella, to record the itineraries of storytelling in the Mediterranean. In Baghdad the street of bookshops was destroyed. Fragments and pages scattered through the air, rubble, the echo of gunshots. One of the last story-tellers, a soldier who is not quite sure why he is there, a professor, a beautiful girl and a child are the protagonists of the workshop in which Maurizio Scaparro grasps the thread of hope in Baghdad.

Il teatro come arte della navigazione

laboratorio teatrale sulla narrazione rivolto a 20 attori e allievi attori a cura di Maurizio Scaparro Francesca Corrao con la partecipazione di Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Manlio Santanelli, Fabrizio Lupo, Orlando Forioso, Farhan Sabbagh, Nazir Shamma, Fabrizia Pompilio produzione Nuovo Teatro

“Le dirò: a costringere Ulisse a tornare nella sua patria, gli si renderebbe un pessimo servizio”. Per lo scrittore e pittore Alberto Savinio, Ulisse è l’intelligente puro, colui che fa prova di tutta la gamma delle possibilità della vita e poi le abbandona. La sua è un’avventura colorata. Nato ad Atene e fratello di Giorgio De Chirico, Savinio aveva dedicato all’eroe del ritorno a Itaca una provocante scrittura per la scena che, all’epoca, nel 1925, ebbe poca fortuna. “Le ha fatte tutte, le ha combinate tutte. Eppure non è a posto. Perché? Ha vissuto la vita di tutti meno che la sua propria. Diamo a Ulisse il necessario riposo”. Il laboratorio, condotto da docenti dell’Università di Venezia assieme al regista Giuseppe Emiliani, rappresenta la prima fase di lavoro-studio in preparazione dello spettacolo Capitano Ulisse che debutterà in occasione del 40. Festival Internazionale del Teatro.

laboratorio teatrale sull’Avventura Colorata del Capitano Ulisse di Alberto Savinio rivolto a 15 attori e allievi attori a cura di Giuseppe Emiliani in collaborazione con Carmelo Alberti, Paolo Puppa, Alessandro Tinterri, Piermario Vescovo produzione Vortice – Teatro Fondamenta Nuove in collaborazione con Comune di Venezia – Assessorato alla Produzione Culturale

For Alberto Savinio, Ulysses is “pure intelligence”; he tests the entire range of life’s possibilities and then abandons them. The workshop, conducted by teachers from the University of Venice, represents an initial phase of work-study in preparation for the performance of Capitano Ulisse, directed by Giuseppe Emiliani, which will make its debut during the 40th International Theatre Festival. 18 novembre ore 17.00 Teatro Piccolo Arsenale incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio

20 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Carmelo Alberti (Università Ca’ Foscari di Venezia)


18 novembre Teatro Malibran 20.30

18 > 25 novembre Accademia Villa Ca’ Zenobio – Treviso 10.00 > 13.00 – 15.00 > 18.00

L’ultimo Pulcinella

Pulcinella nelle banlieue. Che cosa lega le periferie parigine, teatri di emarginazione e violenza, alla maschera napoletana? Le periferie del mondo si parlano tra di loro. Condividono problemi di integrazione, di lavoro, di crescita giovanile, e il teatro può diventare metafora di un riscatto sociale. “È l’elemento conduttore del film, la cosa più toccante, ciò che rende forte il legame tra il viaggio di un Pulcinella fallito, un teatrante per vocazione che non ha più speranze, e i ragazzi di queste periferie della Francia, una Francia che ci è sconosciuta, non quella dell’Eliseo, o dei palazzi di Parigi. A loro, Pulcinella parla con i movimenti, con la gesticolazione. Assieme a lui, questi ragazzi parlano una stessa lingua, che è la lingua del Mediterraneo”. (Massimo Nava) Pulcinella in the banlieue. What do the suburbs of Paris, theatres of social marginalization and violence, have in common with this character from the Neapolitan commedia dell’arte? The suburbs of the world talk to one another. They share problems of integration, employment, youth. The theatre can become a metaphor for social redemption.

Don Giovanni

film regia di Maurizio Scaparro con Massimo Ranieri e con Adriana Asti, Jean Sorel, Valeria Cavalli, Domenico Balsamo, Carla Ferraro, Margot Dufrene con Georges Corraface con la partecipazione straordinaria di Antonio Casagrande sceneggiatura di Rafael Azcona, Diego De Silva, Maurizio Scaparro musiche originali Mauro Pagani produzione Compagnia Italiana, Faro Film, Rai Cinema introduce il film Marco Müller (D irettore Settore Cinema) in collaborazione con Fondazione Teatro La Fenice di Venezia

Seicentoquaranta in Italia, cento in Francia e novantuno in Turchia. “Ma in Ispagna son già 1003”. Susanna Attendoli e Maurizio Scaparro lavorano assieme in un laboratorio rivolto a cantanti d’opera e dedicato all’interpretazione del recitativo nel Don Giovanni di Mozart, opera mediterranea per eccellenza. Le coste d’Italia, Francia, Spagna, Turchia sono infatti i luoghi d’azione prediletti dal più incallito fra i seduttori d’ogni epoca. Proprio come racconta il suo servo, Leporello, all’esterrefatta donna Elvira. Ma in che modo la sua parola si fa musica? E per quali vie la musica si fa teatro? Il lavoro dei due registi parte dall’analisi musicologica e drammaturgica, per arrivare all’interpretazione in scena, dentro un percorso che alterna didattica e creatività personale e si avvarrà anche delle esperienze registiche di Maurizio Scaparro compiute in Europa attorno al mito di Don Giovanni.

laboratorio di studio sul recitativo mozartiano dedicato al Don Giovanni, ovvero dal “recitar cantando” al cantare recitando rivolto a 10 cantanti a cura di Susanna Attendoli collaborazione musicale Roberta Ferrari con la partecipazione di Maurizio Scaparro realizzato in collaborazione con Teatri s.p.a società strumentale di Fondazione Cassamarca, Treviso

Giovanna Attendoli and Maurizio Scaparro present a workshop on the interpretation of the recitativo in Mozart’s Don Giovanni, the Mediterranean opera par excellence. The coasts of Italy, France, Spain and Turkey are the places of action preferred by the protagonist. From a musicological and dramaturgical analysis to the stage interpretation, in a journey that alternates didactics and personal creativity. 25 novembre ore 17.00 Teatro delle Voci – Treviso incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Maria Del Valle Ojeda (Università Ca’ Foscari di Venezia)


22 novembre Teatro Piccolo Arsenale 20.30

22 > 27 novembre Isola di San Servolo 10.00 > 13.00 – 14.30 > 19.30

Salonicco 43

Nel 1939, su una popolazione di 100.000 abitanti, Salonicco contava decine di migliaia di ebrei, molti di origine e di nazionalità italiana. “La più grande e prospera comunità ebrea sefardita d’Europa, una delle più importanti del mondo” scrive lo storico Albertos Nar, ricordando che delle 32 sinagoghe della città, edificate anche da siciliani, calabresi, pugliesi, sono oggi rimaste solo fotografie sbiadite... Durante i mesi terribili del 1943, la tenacia di Guelfo Zamboni, console italiano a Salonicco, “giusto tra le nazioni”, riuscì a salvare dall’eccidio nazista più di 500 persone: uomini, donne, bambini che riconobbero in lui uno Schindler italiano. Dedicato alla Salonicco multietnica, lo spettacolo di Ferdinando Ceriani li eleva tutti a protagonisti del proprio eroico e comune destino. Dopo la presentazione, a settembre in Grecia, e una tournée mediterranea che ha toccato anche Tel Aviv, Salonicco 43 approda ora a Venezia. During the terrible months of 1943, the tenaciousness of Guelfo Zamboni, the Italian consul in Thessaloniki, “a righteous among the nations”, made it possible to save over 500 Jews from the Nazi holocaust: men, women, children who recognized him as an Italian Schindler. Dedicated to multiethnic Thessaloniki, the performance by Ferdinando Ceriani raises them all to the level of protagonists of the heroic fate they share.

In volo verso Simurgh

spettacolo prima italiana da un’idea di Gianpaolo Cavarai Antonio Ferrari tratto da Italian Diplomatic Documents on the History of the Holocaust in Greece (1941 – 1943) a cura di Daniel Carpi libero adattamento e regia Ferdinando Ceriani con Massimo Wertmuller Carla Ferraro voce e curatela musicale Evelina Meghnagi chitarre Domenico Ascione percussioni Arnaldo Vacca costumi Sartoria Farani organizzazione Carlo Mosso

Farid ad-dı¯n Attar è uno tra i più celebri poeti mistici persiani. La sua opera più conosciuta in Occidente, Il verbo degli uccelli, racconta la storia di un gruppo di volatili che partono per un viaggio alla ricerca del re Simurgh. Più che un filo narrativo, l’opera svolge un vero e proprio percorso sapienziale: il viaggio rappresenta gli stadi attraverso i quali l’anima si accosta alla perfezione divina. Di evidente derivazione sufica, questi temi appartengono anche alla storia del Mediterraneo: il viaggio dell’anima è comune a tutte le culture di questo mare, ed è frutto di un orizzonte aristotelico-neoplatonico, per secoli punto di riferimento delle tradizioni islamica, ebraica e cristiana. L’opera di Farid addin Attar non è un testo teatrale, e in questo senso, all’interno del laboratorio proposto da Elisabetta Brusa, permette la selezione di momenti che diventeranno stimoli per un lavoro sull’espressione corporea, integrato dal rapporto con la maschera, le tecnologie, la musica, il suono, il canto.

laboratorio teatrale suggestioni mediterranee e visionarie tratte da Mantiq at-Tayr (Il verbo degli uccelli) di Farid Ad-dı¯n Attar rivolto a 8 attori e allievi attori a cura di Elisabetta Brusa in collaborazione con Kiki Dellisanti e gli allievi del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia (musica mediterranea), Livio Picotti e Ulrike Wurdak (musica sacra), Alvise Vidolin (musica elettronica), Carlo Saccone (esperto di mistica persiana e traduttore) produzione Associazione Culturale ACIES

produzione Ex Novo con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana

20 novembre ore 17.00 Teatro Piccolo Arsenale incontro con Gianpaolo Cavarai, Antonio Ferrari, gli autori e gli artisti dello spettacolo coordina Caterina Carpinato (Università Ca’ Foscari di Venezia)

The Conference of the Birds is a mystical poem by Farid ad-dı¯n Attar and tells the story of a group of birds that depart on a search for King Simurgh. A product of Sufi culture, the theme also belongs to the history of the Mediterranean: common to all the cultures of the Mediterranean, the journey of the soul is at the center of the workshop conceived by Elisabetta Brusa, concerning body expression and sound.

27 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo incontro con i curatori e presentazione pubblica del laboratorio coordina Maria Pia Pedani (Università Ca’ Foscari di Venezia)


29 novembre Teatro Piccolo Arsenale 20,30

27 novembre Teatro Goldoni 20.30

Un mare di angeli

L’inno bizantino intonato dai greci assediati dalle milizie islamiche dentro la basilica di Santa Sofia a Costantinopoli; gli antichi ed emozionanti canti popolari di Creta; un pezzo ispirato al frammento di una lirica di Saffo composto per questa occasione da Dimitris Teocharis. Sono alcune tra le perle del recital di motivi tradizionali dell’area mediterranea con la stupefacente voce del soprano Myrto Papathanasiu (Violetta nella Traviata di Zeffirelli a Roma) e la regia di Raffaele Curi, evocativa di un tempo antico. “Un mare di angeli: sull’acqua resta il suono delle loro ali. Viene da Creta, visita Costantinopoli durante l’assedio dei Turchi, risuona dei martelli di Lord Elgin, il massacratore del Partenone, sfiora le guance di Teodora imperatrice e balla con Irene, Melina, Zorba, e i pescatori del Pireo”. The Byzantine hymn sung by the Greeks under siege inside the Basilica of Saint Sophia in Constantinople, the ancient Cretan popular songs, a piece inspired by a fragment by Sappho, composed for this occasion by Dimitris Teocharis. These are some of the jewels in the recital of traditional motifs from the Mediterranean area, featuring the stunning voice of soprano Myrto Papathanasiu.

Das Pulverfass

spettacolo prima assoluta di Raffaele Curi con Myrtò Papatanasiu composizione e pianoforte Dimitris Teocharis lira cretese Socratis Sinopoulos visual designer Sergio Metalli produzione Fondazione Alda Fendi Esperimenti in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto

Bure baruta, la polveriera, è stata scritta da Dejan Dukovski (uno fra i più attivi sceneggiatori cinematografici macedoni, oltre che un apprezzato drammaturgo) nel 1993 quando l’autore aveva solo 24 anni e la Jugoslavia, da poco esplosa, era un cumulo di macerie politiche e materiali ancora fumanti. La poveriera è un fiammeggiante blues balcanico, l’autoritratto in 11 quadri di una generazione senza alternative, frustrata nel desiderio di un’impossibile riconciliazione. Dopo essere stato alla base di un film diretto da Goran Paskalijevic, che ha riscosso larghi consensi in tutta Europa e a Venezia si è meritato il premio della critica, il copione è stato ora scelto dal Deutsches Theater di Berlino ed è diretto dal regista Dimiter Gotscheff, con il sound della Balkan Orkestar di Sandy Lopicic. Written by Macedonian playwright Dejan Dukovski and performed for the first time in Skopje in 1996, The Powder Keg is an explosive Balkan blues, a self-portrait in 11 tableaux of a generation without alternatives, frustrated in its desire for an impossible reconciliation. A production of the Deutsches Theater of Berlin directed by Dimiter Gotscheff, with the Balkan Orkestar.

spettacolo prima italiana di Dejan Dukovski regia Dimiter Gotscheff traduzione in tedesco dal macedone Samuel Finzi Dimiter Gotscheff scenografia e costumi Anri Kulev con Margit Bendokat, Sebastian Blomberg, Magne Håvard Brekke, Samuel Finzi, Alexander Khuon, Wolfram Koch, Birgit Minichmayr, Valery Tscheplanowa musica dal vivo Sandy Lopicic & Orkestar produzione Deutsches Theater Berlin, spielzeit’europa | Berliner Festspiele, La Biennale di Venezia, BITEF – Belgrade International Theatre Festival nell’ambito del progetto ENPARTS – European Network of Performing Arts con il supporto del Programma Cultura dell’Unione Europea spettacolo in lingua tedesca con sopratitoli in italiano (traduzione di Roberta Cortese)


Documentazione del Laboratorio Internazionale del Teatro Coordinamento redazionale a cura di ASAC

Giornale di bordo

Dedicate rispettivamente al video, alla scrittura giornalistica, a quella fotografica, e animate dagli studenti di Ca’ Foscari, dello IUAV e dell’Istituto Europeo di Design, quattro iniziative di documentazione provano a trattare tutto ciò che viene elaborato nelle settimane del Laboratorio Internazionale del Teatro. E lo rilanciano verso i nuovi media in formati aperti al download e compatibili con Ipod, Tube, Podcast, Web TV... Dedicated to video, to news writing, to photography, and run by students from the Venetian universities, four documentary projects will cover what happens during the weeks of the International Theatre Workshop. And will make it available through the new media in downloadable formats compatible with Ipods, Tube, Podcast, Web TV…

Prospettive per una “memoria sostenibile” Conservare la memoria significa porsi, responsabilmente, anche il problema della sua comunicazione in una prospettiva storica, attraverso i media contemporanei. Altrimenti si tratta solo di archiviazione, una forma di conservazione che, nei fatti, sottrae la memoria al sapere condiviso, risorsa indispensabile in una società sempre più orientata al dialogo interculturale.

Per una critica meridiana Per rivelare l’energia, il linguaggio e lo spessore comunicativo del teatro è necessario sperimentare tecniche fotografiche specifiche e sviluppare una poetica personale. Il laboratorio si propone come luogo di scambio e di ricerca per esercitare procedimenti espressivi, imparare la pratica dell’immagine e preparare il confronto critico con la scena.

Fotografare il teatro: teatro di parola, teatro sperimentale, teatro musicale Regista, scenografo, costumista, lightdesigner filtrano il mondo reale, natura e storia, attraverso la fantasia di un altro mondo, visivo e stilizzato. Il fotografo ha il compito di interpretare queste concezioni e queste realizzazioni. Ma deve soprattutto saper sentire e leggere la luce, la sua qualità, il suo disegno, e attraverso di lei anche il gesto e il suono.

Raccontare il racconto. Viaggio fotografico nella scena teatrale Scrittura critica come momento di documentazione e resoconto, diario di bordo che accompagna la navigazione nel gran mare mediterraneo del teatro. Il laboratorio intende sfruttare nuovi codici di comunicazione on-line, per redarre un libro delle visioni, fatto di storie, interviste, recensioni, documentazioni. Ma anche per stimolare discussioni, elaborare domande, attivare pensieri.

laboratorio di documentazione in video delle attività del Laboratorio Internazionale del Teatro con gli studenti del TARS a cura di Gianni Di Capua in collaborazione con Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici, Corso di Laurea in Tecniche artistiche e dello spettacolo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia laboratorio di Scrittura Critica rivolto a n. 10 studenti universitari di corsi di laurea specialistici a cura di Andrea Porcheddu in collaborazione con Facoltà Design e Arti, Iuav Venezia, Corso di Laurea specialistica in Scienze e Tecniche del Teatro - cattedra di Metodologia della Critica dello Spettacolo

laboratorio sulla fotografia di scena e per la scena con gli allievi del Corso Master di fotografia dello IED di Venezia a cura di Silvia Lelli in collaborazione con Istituto Europeo di DesignIED, Venezia - Isola della Certosa

laboratorio di fotografia sull’espressione visiva dedicato al teatro con gli allievi del corso di fotografia di Shyloch con gli allievi del corso di fotografia dello IED di Venezia a cura di Arianna Novaga in collaborazione con Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia


Incontri 27 ottobre 10.00 > 19.00

Auditorium Santa Margherita

Mediterraneo

giornata di incontri

28 > 30 ottobre 9.30 > 13.00 Teatro Piccolo Arsenale

La bellezza del dialogo, una cornice per costruire il dialogo

lectio magistralis di Adonis 4 novembre ore 17.00 La Casa del Cinema

Pasolini mediterraneo

inaugurazione con la partecipazione di Italo Moscati 10 novembre ore 14.00

Teatro Aurora – Marghera

Ploutos

con la partecipazione di Massimo Popolizio, Stefano Ricci, Gianni Forte 20 novembre ore 17.00 Teatro Piccolo Arsenale

Salonicco 43

con la partecipazione di Gianpaolo Cavarai, Antonio Ferrari, gli autori e gli artisti dello spettacolo

Presentazioni pubbliche dei laboratori 31 ottobre ore 17.00 Isola di San Servolo

Studio su Orlando

laboratorio di ricerca musicale coordinamento musicale Gabriella Zen 1 novembre ore 17.00

Ex-convento delle Terese - IUAV

Il Sogno: musica di parole e commedia per musica

laboratorio di analisi linguistica, drammaturgica e di regia a cura di Walter Le Moli, Luca Fontana 3 novembre ore 17.00

Teatro Giovanni Poli Santa Marta

Elyssa/Didone: la regina errante

laboratorio sulla messa in scena teatrale a cura di Renato Nicolini e Marilù Prati 4 novembre ore 17.00

Auditorium Santa Margherita

Arcipelago mediterraneo

laboratorio di scrittura drammaturgica a cura di Biljana Srbljanovic

6 novembre ore 17.00 Teatro Piccolo Arsenale

Il cantiere del ‘Girasole’

laboratorio di creazione teatrale legata alla memoria collettiva a cura di Roger Assaf 7 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo

Ciao: a Est dell’Est

laboratorio di teatro e di intercultura a cura di Corrado Veneziano 9 novembre ore 17.00

Teatro Giovanni Poli Santa Marta

Il teatro come strumento di pace

laboratorio teatrale a cura di Gabriele Vacis

13 novembre ore 15.00 e ore 16.00 Isola di San Servolo

Progetto Antigone

laboratorio teatrale a cura di Massimo Munaro 17 novembre ore 17.00

Teatro Giovanni Poli Santa Marta

Le sorelle Brontë

Spettacoli

Mostra

27 ottobre ore 20.30

28 ottobre > 30 novembre 10.00 > 16.00 - chiuso lunedì

Teatro Piccolo Arsenale

Concerto per il Cristo velato

Adonis / Francesco D’Errico

Teatro Malibran

Ferdinando Vicentini Orgnani / Paolo Fresu / Lella Costa

Ciclo film

8 novembre ore 20.30 Teatro Piccolo Arsenale

La Porte de Fatima

Roger Assaf / Collectif SHAMS – Beirut (Libano)

L’ultimo Pulcinella (film)

Maurizio Scaparro / Massimo Ranieri

22 novembre ore 20.30 Teatro Piccolo Arsenale

Salonicco 43

Teatro Goldoni

Un mare di angeli

Raffaele Curi / Myrtò Papatanasiu 29 novembre ore 20.30 Teatro Piccolo Arsenale

20 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo

Il teatro come arte della navigazione

laboratorio teatrale a cura di Giuseppe Emiliani 25 novembre ore 17.00

Teatro delle Voci – Treviso

Don Giovanni

Das Pulverfass (La Polveriera)

La Casa del Cinema

a cura di Italo Moscati

Teatro Malibran

27 novembre ore 20.30

4 > 27 novembre ore 18.00 e 21.00

Pasolini mediterraneo

18 novembre ore 20.30

18 novembre ore 17.00 laboratorio teatrale sulla narrazione a cura di Maurizio Scaparro e Francesca Corrao

www.museiciviciveneziani.it

Percorsi di Pace (film e concerto)

Evelina Meghnagi / Massimo Wertmuller

C’era una volta

Pasolini mediterraneo

mostra dei costumi di Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini

6 novembre ore 20.30

laboratorio teatrale a cura di Davide Livermore e Stefano Valanzuolo

Teatro Piccolo Arsenale

Museo di Palazzo Mocenigo

Dejan Dukovski / Dimiter Gotscheff

4 novembre Edipo re 6 novembre Medea 11 novembre Il Fiore delle Mille e una notte 13 novembre Il Vangelo secondo Matteo 18 novembre Comizi d’amore 20 novembre Appunti per un’Orestiade africana Le mura di Sana’a 25 novembre Sopralluoghi in Palestina Appunti su un film sull’India 27 novembre Accattone ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti Circuito Cinema tel. 041 721798

il foyer de La Casa del Cinema ospiterà l’esposizione fotografica di immagini tratte dai film di Pier Paolo Pasolini

laboratorio di studio sul recitativo mozartiano a cura di Susanna Attendoli 27 novembre ore 17.00 Isola di San Servolo

In volo verso Simurgh

laboratorio teatrale a cura di Elisabetta Brusa

ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti mediterraneo@labiennale.org

per il pubblico


INFORMAZIONI INFORMATION

Call Center Hellovenezia Tel. ph. + 39 041 24 24 7/7gg – h 7.30 > 20.00 promozione@labiennale.org www.labiennale.org

Prezzi dei biglietti Ticket prices Teatro Piccolo Arsenale, Teatro Malibran, Teatro Goldoni 15 m intero full price 12 m ridotto concession 8 m ridotto studenti e gruppi students and groups concessions 2,50 m giovani a teatro Abbonamento a 6 spettacoli Pass for 6 performances 60 m intero full price 48 m ridotto concession 32 m studenti students Abbonamento a 3 spettacoli Pass for 3 performances 30 m intero full price 24 m ridotto concession 16 m studenti students Scelta da effettuarsi al momento dell’acquisto Date non sostituibili Non rimborsabile Choice of the performances upon purchase of the pass No change after purchase No refunds

Fuori abbonamento No passes L’ultimo Pulcinella Teatro Malibran 18/11 h. 20.30 8 m intero full price 6 m ridotto concession 2,50 m giovani a teatro

Riduzioni Concessionary tickets

Eventi a ingresso libero Free entrance events

Under 26, over 65, VENICEcard (senior&junior), Rolling VENICEcard, Carta Giovani, CinemaPiù, Biennale Card 2008, abbonamento Fenice stagione 2008/09, TCI, ACI , ACIF, su presentazione biglietto 11. Mostra Internazionale di Architettura

prenotazione obbligatoria (fino ad esaurimento posti disponibili) booking required (subject to seat availability)

Biglietto ridotto su presentazione di un documento che ne attesti il diritto Concessionary tickets upon presentation of a document proving eligibility La Biennale per gli studenti La Biennale for students biglietto ridotto studenti Scuole Secondarie di Primo e di Secondo Grado, Università, Accademie Belle Arti e Conservatori concessionary ticket for students of primary and secondary schools, Universities, Fine Arts Academies and Conservatories Prenotazione gruppi Group bookings tel. ph. +39 041 5218828 fax +39 041 5218732 promozione@labiennale.org lunedì > venerdì monday > friday h. 10 > 17 Gruppo minimo 8 persone Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti disponibili Groups of 8 persons minimum Booking required and subject to seat availability Accompagnatori degli spettatori con inabilità motoria e bambini fino ai 6 anni: ingresso gratuito People accompanying disabled persons and children up to 6 years old: free entrance Apertura biglietterie un’ora prima presso le sedi degli spettacoli Ticket offices open one hour before the shows at the theaters Non è consentito l’ingresso a spettacolo iniziato Entry will not be permitted once the performance has started Pasolini mediterraneo mostra dei costumi di exhibition of costumes by Danilo Donati per i film di for the films by Pierpaolo Pasolini prenotazioni ed informazioni booking and information Palazzo Mocenigo +39 041 721798 www.museiciviciveneziani.it

Convegno Mediterraneo 27/10 Lectio magistralis 27 > 29/10 Incontri e presentazioni finali dei laboratori prenotazioni booking mediterraneo@labiennale.org Pasolini mediterraneo ciclo di film e documentari a cura di Italo Moscati prenotazioni e informazioni booking and information Circuito Cinema – Comune di Venezia +39 041 5241320

Prevendite Advance sales Venezia Punti Vendita Hellovenezia: c/o Teatro La Fenice – h. 10 > 16 P.le Roma – h. 8.30 > 18.30 Tronchetto - Agenzia – h. 8.30 > 18.30 Ferrovia - S. Lucia – h. 8.30 > 18.30 (no abbonamenti no passes) Lido Santa Maria Elisabetta – h. 8.30 > 18.30 (no abbonamenti no passes) Mestre Punto Vendita Hellovenezia Via Cardinal Massaia (angolo Via Cappuccina) lun > ven mon > fri h. 10 > 16 sab sat h. 8.30 > 13 Dolo Punto Vendita Hellovenezia Via Mazzini, 108 (no abbonamenti no passes) lun > sab mon > sat h. 8.30 > 18.30 Chioggia Punto Vendita Hellovenezia Piazzetta Vigo (no abbonamenti no passes) h. 8.30 > 17.00 Sottomarina Punto Vendita Hellovenezia Viale Padova, 22 (no abbonamenti no passes) h. 8.30 > 18.30

Prevendite telefoniche Advance sales by phone tutti i giorni, sino al giorno antecedente lo spettacolo daily until the day before the performance h. 9 > 18 call center Hellovenezia tel. ph. + 39 0412424 Pagamento con carta di credito (diritto di prevendita) Payment by credit card (commission charges) Prevendite on line Advance sales on line Pagamento con carta di credito (diritto di prevendita) Payment by credit card (commission charges) www.labiennale.org www.hellovenezia.com I biglietti non sono rimborsabili Tickets are not refundable

Come raggiungere le sedi degli spettacoli How to reach the performance venues Collegamenti Transfers Per to: Teatro Piccolo Arsenale fermata boat stop Arsenale da from P.le Roma / Ferrovia Linea 1 / Linea 41 Per to: Teatro Malibran / Teatro Goldoni fermata boat stop Rialto da from P.le Roma / Ferrovia Linea 1 / Linea 2 Parcheggi a Venezia Venice Parking Autorimessa Comunale tel. ph. 041.2727301 -fax 041.723131 Autopark Doge tel. ph. 041.5202489-2410865 Parcheggio S.Andrea tel. ph. 041.2411806 Autorimessa Toderini tel. ph. 041.5207979 Garage S. Marco spa tel. ph. 041.5232213 Garage Venezia tel. ph. 041.5228725 Tronchetto Park tel. ph. 041. 5207555


Tomba del tuffatore, 470 a.C., Museo Arch. Naz. di Paestum. Si ringrazia la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino

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