CAIMILANOnews Fascicolo 04 - 2010

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notiziario del club alpino italiano - sezione di milano • numero 04 / 2010


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sommario

In copertina: “Aurora” un’immagine benaugurale per il nuovo anno prossimo a dischiudersi. Questa ed altre fotografie di Davide Necchi saranno esposte in sede in occasione della mostra “Dalla nebbia all’aurora boreale” che si terrà in sede nel mese di gennaio 2011.

EDITORIALE di Giorgio Zoia ………………..………………………………………………………..

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CAI MILANO OPEN DAY di Gabriele Zerbi………………….. .…………………….……………………………..

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UN SECOLO IN GALLERIA ... di Lorenzo Revojera ....…………………………………………………… ..

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KILIMANJARO 2010 di Fabio Elli. …………...…………………..……………………….…… ……….….

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METTI AMO UN LIBRO SOTTO L’ALBERO di Piero Carlesi…………………………... ……………………………………………….

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VITA DI SEZIONE ……………………………………………………………………………. pagina 16

CAIMILANOnews - Settimanale registrato nel Registro Stampa del Tribunale di Milano con il numero 439 del 3 luglio 2006 Direttore Responsabile:Piero Carlesi Coordinamento redazionale: Marco A. Tieghi Redazione: Club Alpino Italiano - Sezione di Milano - 20121 Milano, Via Silvio Pellico, 6 - Telefono 0236515700 - Telefax 028056971 - e-mail redazione@caimilano.eu La Sezione di Milano del Club Alpino Italiano è un’associazione con personalità giuridica (DPG 19/2/1982, n.2/R/82/LEG., della Regione Lombardia), iscritta a: Registro delle Persone Giuridiche Private tenuto dalla Regione Lombardia al progr. N. 32 ( precedentemente iscritta al Registro delle Persone Giuridiche del Tribunale di Milano n. 216, vol. 7, fasc. 216); Registro Generale Regionale del Volontariato (DPG 1/3/1994, n. 54038, della Regione Lombardia) ed è riconosciuta quale ONLUS di diritto (D. Lgs. 4/12/1997, n. 460, art. 10, c.8); Registro Anagrafico delle Associazioni del Comune di Milano al foglio 28, progr.190.

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editoriale

I

n occasione delle imminenti Festività di fine anno e d'inizio 2011 desidero porgere un cordialissimo saluto a tutti soci raggiunti dal notiziario on line e nel contempo ringraziare tutti coloro che operano nell'ambito della Sezione: in particolar modo il personale della segreteria della sede, i membri del consiglio e i revisori dei conti, i custodi dei nostri rifugi e i responsabili delle Commissioni e delle Scuole. In questi miei primi mesi di presidenza ho potuto contare molto sulla collaborazione di tutti. Naturalmente poi il ringraziamento va esteso anche a tutti i nostri soci che durante l'anno trascorso hanno partecipato numerosi alle diverse manifestazioni organizzate dalla nostra gloriosa Sezione. A loro va un augurio e un messaggio importante: stiamo cercando di migliorare i servizi offerti, anche con una migliore comunicazione, sia per quanto riguarda le attività sul campo, alpinistiche, escursionistiche, scialpinistice, ecc. sia sul fronte delle manifestazioni culturali, in cui io credo molto. Infine richiamo l'attenzione sulle attività che la Sezione riserva ai giovani: credo molto in questo campo e mi auguro che dalle giovani leve possano provenire nuove ed entusiastiche forze per la nostra associazione. Le nostre Commissioni e Scuole, che costituiscono la forza del CAI vi accoglieranno sempre con simpatia e cordialità. Ancora un sentito grazie a tutti e auguri per un proficuo 2011in montagna

Giorgio Zoja Presidente Sezione di Milano notiziario del club alpino italiano - sezione di milano • numero 04 / 2010 • pagina 2


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CAIMILANO OPEN DAY di Gabriele Zerbi

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Esattamente 100 anni fa le finestre della Sezione CAI di Milano si spalancarono per la prima volta su un panorama del tutto nuovo, su quello che da allora venne definito il “salotto buono” di Milano: la Galleria Vittorio Emanuele II. Quella che diventava da quel momento la nuova sede della Sezione, si preparava ad accogliere i 1128 soci e l’allora socio onorario Duca degli Abruzzi. E si preparava ad operare affinché i s o c i Volti di antichi e nuovi amici: gioia , partecipazione, impegno, stessi condivisione di una giornata eccezionale aumentassero di numero, sviluppando un forte senso di appartenenza al Sodalizio. A 100 anni dalla storica data, la Sezione di Milano ha voluto festeggiare il prestigioso anniversario in un modo innovativo, rivolto più al futuro che alla celebrazione del passato, creando il CAI Milano Open Day. “Cento anni di montagna in Galleria” è stato il tema conduttore dell’evento, che ha voluto ribadire il significato della presenza attiva del CAI nel cuore pulsante della metropoli lombarda. Un messaggio accompagnato dall’immagine evocativa di un’aquila che vola oltre la cupola della Galleria stessa, che vola in alto verso le sue montagne, libera nel cielo di Lombardia “così bello quando è bello”. Nella data fissata, sabato 6 novembre, la centenaria sede ha voluto togliersi di dosso ogni traccia di polvere presentando ai soci e alle migliaia di cittadini che amano trascorrere il sabato in centro città, il suo volto più allegro e

propositivo. Le iniziative si sono succedute in modo ordinato ma senza pause. Già alle 9 del mattino sono iniziate nella sala principale le proiezioni di film di montagna: “C’è pane per i tuoi denti. Patagonia 1958, frammenti di una spedizione” e, successivamente, “In un altro mondo” primo premio al Sondrio Festival 2010. Tra i due film è stata collocata la presentazione del libro di Daniela Pulvirenti “Terre Artiche”. Contemporaneamente, nella sala della Biblioteca della Montagna si teneva la riunione annuale dei gestori dei rifugi della Sezione. in un’altra sala ancora si succedevano le presentazioni, ricche di spettacolari immagini, delle iniziative proposte per il 2011 dalle varie commissioni e Scuole. Le persone interessate potevano così conoscere in anteprima gli appuntamenti della Commissione Scientifica Nangeroni, del Gruppo Seniores, della Scuola Sci Fondo Escursionismo, del Gruppo Nordic Walking, della Scuola Righini di Sci Alpinismo, della Commissione Attività Giovanile, della Commissione Escursionismo e della Scuola Nazionale d’Alta Montagna Parravicini. Mentre nella sede si succedevano le presentazioni, nella sottostante Galleria Vittorio Emanuele risuonavano, sempre più vicine, le note della Banda musicale di Gravedona. Attorniata da una grande folla, la banda ha tenuto il suo applaudito concerto, per poi salire nella sede e attirare l’attenzione del pubblico suonando un brano proprio affacciata alle finestre del CAI. Altret-

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tanto ricco di eventi, che hanno attirato in sede centinaia di persone, è stato il pomeriggio del CAI Milano Open Day, con ancora protagoniste le commissioni e con la presentazione, in una sala gremita, della ristampa del libro “L’arte di arrampicare di Emilio Comici” di Severino Casara, edito da Hoepli. A presentare il libro è intervenuto l’Accademico del CAI e presidente del GISM Spiro Dalla Porta Xidyas, autore della postfazione del libro stesso, che ha tracciato un profilo, ricco di aneddoti, degli anni storici dell’alpinismo in Italia. Non si erano ancora spenti gli applausi in sala quando dalla Galleria iniziavano a diffondersi le note di canzoni ben note a chi ama la montagna. Era il Coro CAI Milano, che trasportava i cittadini milanesi, spesso indaffarati e “di fretta” in un’atmosfera tanto nuova per la città quanto antica e suggestiva. I canti di montagna del coro hanno poi scaldato anche l’atmosfera della sede del CAI, dove il concerto si è concluso con tutti i presenti che, guidati dal Maestro Roberto Pellegrini, hanno cantato, con un filo di commozione, la “Montanara”. L’intensa giornata ha infine proposto,

quando ormai era sera, la premiazione dei soci che hanno rinnovato per 25, per 50 e addirittura per 75 anni (!) la propria iscrizione al CAI. I premiati, oltre un centinaio di soci e numerose autorità – tra cui il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano Michele Mardegan e i Vicepresidenti generali del CAI Ettore Borsetti e Vincenzo Torti – hanno poi partecipato al ricevimento dei cento anni della sede, dimostrando che la giornata è stata un momento fondaMomenti del CAI Milano Open Day | al centro: il Vice Presidente mentale non Generale Vincenzo Torti e il nostro Presidente Giorgio Zoia solo per rinsaldare i rapporti tra le persone che frequentano la sezione, ma anche per proporre un’immagine del CAI come organismo vitale e ricco di proposte. “Il CAI Milano Open Day è stato il primo di questi appuntamenti di successo – ha sottolineato il presidente della Sezione Giorgio Zoia – lo riproporremo ogni anno, anche per riconfermarci come primo punto di riferimento per tutti coloro che desiderano condurre una vita attiva, attraverso un piacevole e consapevole contatto con la natura e le montagne”.

http://caimilanonews.blogspot.com e sarai sempre informato sul cai milano notiziario del club alpino italiano - sezione di milano • numero 04 / 2010 • pagina 5


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Lorenzo Revojera

La Sezione di Milano del CAI fu fondata da un gruppo di scienziati, fra i quali Luigi Gabba, professore di chimica, al quale è intitolata la nostra Biblioteca.

UN SECOLO IN GALLERIA

Era l’anno 1873, e – coerentemente con la professione dei fondatori – il luogo di nascita e la prima sede non potevano essere che presso il Politecnico, situato allora in piazza Cavour; furono concessi gratuitamente alcuni locali per interessamento del rettore, Francesco Brioschi, anch’egli fra i fondatori. Una saletta era dedicata alla biblioteca.

La sede risultò tosto insufficiente ad acco-

breve storia delle varie sedi del CAI Milano

gliere i soci e i frequentatori della biblioteca, che continuava a crescere; e nel 1886 ci si trasferì (in comune con la Società di Esplorazioni Commerciali in Africa), in via Silvio Pellico al 6.

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Era infatti fallito un tentativo di installarsi presso il liceo Beccaria, nella

Ma forse è il caso – in questa ricorrenza che conferma il ruolo di istituzio-

attuale piazza Missori (allora piazza san Giovanni in Conca).

ne ultra centenaria della nostra Sezione, insieme a poche altre della città – di lanciare uno sguardo retrospettivo a ciò che il CAI Milano era riuscito a realizzare prima del 1910; con quale bagaglio di esperienze cioè intraprendeva il viaggio lungo il ventesimo secolo. Il bilancio si rivela veramente sorprendente; e per farne un breve riassunto ci affidiamo al preziosissimo e raro volumetto Cronaca della Sezione di Milano nei primi suoi cinque lustri di vita – 1873/1898; al non meno prezioso libro del 50° Cinquant’anni di vita della Sezione di Milano 1873/1923 nonché ai documenti esistenti presso l’Archivio Storico della nostra Biblioteca.

Nel 1891 la Società si spostò in via Dante 15, e il CAI Milano con essa; lì si rimase per quasi vent’anni.

Finalmente, nel 1910 si ebbe dal Comune la disponibilità totale dei locali già occupati con la detta Società in via Silvio Pellico 6 con affaccio sull’Ottagono della Galleria; grande fu la soddisfazione di avere finalmente una sede non condivisa con altri in un luogo così acMilano, Piazza Cavour in un’immagine d’epoca con la sede cessibile e prestigioso. Il sofdel Politecnico.che per prima ospitò il neo costituito CAI Milano fitto del salone venne decorato con simboli alpini e lo stemma del CAI. I locali – che sono quelli attuali – vennero solennemente inaugurati il 2 dicembre 1910 con un discorso del Presidente, Mario Tedeschi, che è passato alla storia dell’alpinismo italiano come l’inventore delle “escursioni popolari”. La prima di esse fu effettuata già il 4 e 5 giugno del 1911 al ghiacciaio dell’Albigna e al passo di Zocca, e vide la partecipazione di 626 persone. Un’impresa organizzativa e alpinistica eccezionale per quei tempi: e lo sarebbe probabilmente anche per i nostri.

Cominciava così, un secolo fa, con una iniziativa senza precedenti in Europa, la storia “recente” (si fa per dire…) della nostra Sezione nella sede che ancora oggi occupiamo.

Sotto la guida di presidenti come Antonio Stoppani, Luigi Gabba, Vigilio Inama, Pippo Vigoni, Carlo Magnaghi, Antonio Cederna, Alberto Riva, Luigi Brioschi ed Eligio Tamburini – dunque fior di scienziati, professori universitari, fondatori di industrie e un sindaco di Milano – i soci erano saliti dai 50 iniziali a 1184; e i rifugi alpini avevano superato la dozzina, distribuiti sull’intero arco delle Alpi Centrali e Occidentali.

Il primo era stato quello di Moncodeno, in Grigna, che fu inaugurato il 2 settembre 1881 in occasione del XIV convegno degli alpinisti italiani; fu seguito dalla capanna Cecilia (1883) al Disgrazia, offerta dal conte Lurani, e da un ricovero al Pian di Biandino (Valsassina). Più avanti furono erette la capanna Milano in val Zebrù (ora 5° Alpini) e un ricovero al Legnone nel

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1884; la capanna Cedeh (ora Pizzini-Frattola) sotto il Cevedale, la Marinelli al Rosa e la Releccio (poi Bietti) in Grigna nel 1886; la capanna Badile nel 1887; una nuova Cecilia nel 1890; la capanna Dosdè in val Grosina (1891) e il rifugio Grigna Vetta, poi Brioschi, nel 1895. La capanna Zocca in val Masino, distrutta da una valanga, fu sostituita nel 1905 dalla Allievi, e nel 1906 nasceva – primo esempio di rifugio prefabbricato – la gloriosa Rosalba. E nel 1910 si gettavano le basi per la costruzione del rifugio Porta … ma di questo parleremo più avanti.

stata in parte riprodotta nel volume offerto ai soci nel 2003 Milano e le sue montagne. Iniziativa legata al trionfale avvento della fotografia fu il Panorama dalla vetta della Grigna Settentrionale o di Moncodine: una vista circolare ad opera del socio Pio Paganini (1898). Era stata preceduta nel 1885 da una veduta della catena alpina presa dall’alto del Duomo ad opera del pittore Edoardo F. Bossoli, che ne fece dono al CAI Milano; l’originale è tuttora esposto in Sezione, ed è riprodotto nel volume Cento anni di CAI Milano offerto ai soci nel 1973.

Un capitolo del volume relativo al 50° si intitola Per esigenze di spazio tralasciamo l’attività puraorgogliosamente “nove capanne in sei anni 18841890”; tanto attivismo era sostenuto da molta generosità – di tempo e di mezzi economici – da parte di valenti soci, come Lurani, Albertario, Rossini, Valsecchi ecc.

Le iniziativa editoriali non furono da meno; trentuno ne furono prodotte fra il 1877 e il 1910, fra annuari, testi scientifici, itinerari di escursioni, carte topografiche, panorami fotografici. Citiamo fra essi i ventidue annuari distribuiti fra il 1882 e il 1910 (alcuni biennali): su quello del 1910 ci intratterremo in modo particolare più avanti. E non si possono dimenticare alcune iniziative originali: ad es. l’opera di Callisto Villa sulla flora alpina (1884), il Dizionario alpino italiano dei soci BignamiSormani e Scolari del 1892, singolare catalogo delle principali vette delle Alpi; l’accurata carta topografica in scala 1/40.000 del gruppo OrtlerCevedale del socio Pietro Pogliaghi (1893), che è

mente alpinistica, peraltro rilevante sia da parte delle singole cordate che delle comitive (fra queste ultime spiccano le prime gite giovanili per le scuole, cui si diede regolare vita nel 1893 sull’impulso di Luigi Gabba). Per dare un’idea del livello alpinistico raggiunto dai soci basti accennare alla nascita in Sezione del GLASG (Gruppo Lombardo Alpinisti Senza Guide - 1907) formazione di punta che confluirà più tardi nell’Accademico; e alle quattro campagne nel Caucaso (fra il 1907 e il 1910) del socio Vittorio Ronchetti, culminate con varie prime ascensioni. Nel 1902, il socio principe Scipione Borghese aveva esplorato i Monti Celesti in Asia Centrale. Per apprezzare queste imprese, si pensi che allora spingersi quasi soli sui monti extra-europei era un ardimento molto rischioso sotto tutti gli aspetti.

Tornando alle iniziative culturali e divulgative (non dimentichiamo che la propaganda per

l’alpinismo era allora considerata dagli appassionati come un vero apostolato a sostegno di una vita sana, attiva e solidale), scopriamo che la piccola Sezione di Milano con i suoi 250 soci, un solo rifugio e un bilancio di 12.500 lire ebbe l’ardire di presentarsi con un proprio padiglione all’Esposizione Generale Italiana di Milano del 1881, tenuta nel sito degli attuali giardini di Porta Venezia; e in corrispondenza della Esposizione Internazionale del 1906 – quella che sarebbe l’Expo di oggi – organizzò il XXXVII Convegno nazionale del CAI (290 presenti fra cui quaranta signore). Numerosissime poi le conferenze, i convegni, le serate di proiezioni.

Alla Biblioteca va riservato un discorso a parte. Iniziata con dovizia di pubblicazioni scientifiche già all’atto della fondazione, ebbe una evoluzione continua orientandosi verso dotazioni – relazioni, esplorazioni, carte, guide – anche estere, di interesse sempre più alpinistico. Per dare un’idea di come la biblioteca stava a cuore al Consiglio Direttivo, si noti che dalle iniziali 200 lire annue, lo stanziamento salì nel 1875 a 1200 lire. Oltre a carta stampata, essa allora custodiva ad uso dei soci anche strumenti, come barometri, termometri, attrezzature alpinistiche. Si può considerare che nel 1910 la biblioteca contasse su quasi 2500 volumi, con proprio catalogo. Accanto ad essa, crebbe un vasto archivio fotografico alimentato dagli stessi soci, che tuttora è in aumento e si trova in fase di riordinamento generale (lo si può valutare ricco di oltre 50.000 pezzi, fra stampe, diapositive e negativi anche in cristallo).

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Ma fissiamo ora l’attenzione sull’Annuario 1909/1910, che segnò il passaggio fra la sede di via Dante e l’attuale.

Si tratta di un volumetto tascabile ma molto corposo – quasi 500 pagine – ; un autentico vademecum per l’alpinista di allora, ricco di dati ed informazioni non solo sulla Sezione, ma anche sull’intero corpo sociale nazionale, come ad es. l’elenco di tutte le sezioni con il nome del presidente. il numero dei soci e i rispettivi rifugi.

Notevole il respiro internazionale: troviamo citati le guide alpine, i rifugi, la disponibilità di carte topografiche, i regolamenti ecc. della SAT e dei Club Alpini svizzero e tedesco-austriaco. Vi si descrivono storia e statuti del GLASG, della neonata SUCAI e dello Ski Club Milano, fondato nel 1902. C’è l’elenco nominativo dei soci della Sezione, capeggiati dal Duca degli Abruzzi, socio onorario, reduce dalla celeberrima spedizione al K2 del 1909.

Alcuni dettagli interessanti: a pag. 130 scopriamo che della chiave del rifugio Badile esistevano ben 62 copie, custodite dai soggetti più diversi, come la guida engadinese Christian Klücker, l’albergo Kursaal al Maloja e il 5° Reggimento Alpini. A sottolinearne l’importanza strategica! A pag. 409 sono narrate le origini del rifugio Carlo Porta; la costruzione – decisa dall’assemblea del 28 dicembre 1909 – fu preventivata in 45.000 lire. I fondi furono raccolti mediante la sottoscrizione tra i soci di 450 quote da 100 lire ciascuna; quote rimborsabili con il ricavato della gestione mediante estrazione a sorte. La Sezione si impegnò a destinare allo scopo 1000 lire all’anno per 15 anni. Nell’Archivio Storico esistono gli originali delle 15 quote sottoscritte da Davide Valsecchi, moglie, figlia e fratelli; il che fa supporre che non ne sia stato chiesto il rimborso … altra benemerenza di quell’indimenticabile famiglia cui il CAI Milano tanto deve.

Il 5x1000 è un’importante risorsa per il volontariato anche per il CAI Milano

GRAZIE A TUTTI coloro che con la loro firma ci hanno permesso di garantire e promuovere la sicurezza in montagna

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Testo e fotografie di

FABIO ELLI

KILIMANJARO 2010 con il CAI Milano sul tetto del continente africano

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terza pagina Ebbene sì, anche quest’anno siamo tornati in Africa. Una terra che già ci aveva affascinato l’anno scorso, in occasione della salita al Toubkal, e che quest’anno abbiamo deciso di tornare a ripercorrere, solo un po’ più a sud, in Tanzania: lo stato dei parchi nazionali, dei grandi animali selvaggi, delle savane, in una visione sicuramente più vicina a quella che tutti hanno di questo continente. Non ci siamo dedicati ai safari, ma a una delle mete per antonomasia dell’escursionismo di alta quota, un vulcano immenso, che ci ha letteralmente stregato, mentre salivamo piano piano – o meglio dire “pole pole” in swahili – attraversando le cinque fasce climatiche che si succedono fino alla cima.

Progressivamente, nei giorni successivi, abbiamo lasciato la zona delle foreste pervenendo alla terza fascia, quella a vegetazione più rada. E’ una brughiera, una prateria alpina d’alta quota cosparsa di piante endemiche: lobelie e seneci giganti, piante con una corteccia ruvida e facilmente staccabilie che, a quanto pare, può avere diversi utilizzi – anche di emergenza come sa bene un nostro compagno di spedizione-.

Il Kilimanjaro ha tre coni vulcanici: il Kibo (5895 m.) il cui punto piů alto č l'Uhuru Peak, il Mawenzi (5150 m.) e lo Shira (3962 m). L’ingresso del parco e l’inizio della salita è il Machame Gate ( 1800 m), porta d’ingresso dove si sbrigano le pratiche burocratiche necessarie per poter accedere alla cima. Per arrivare al punto di accesso alla via, abbiamo attraversato la prima zona climatica, calda e ventilata, caratterizzata da campi coltivati a cereali, seguite, sulle primissime pendici del monte, da piante da frutto – banane – e caffè.

Questa zona si spinge fino ben otre i 4000 m e durante il nostro aggiramento della montagna la possiamo ammirare e viverla in un modo unico e meraviglioso: si rimane infatti per circa tre giorni alla stessa quota, raggiungendo in sequenza, lo Shira Camp a 3800 m e il Karanga camp a 4000 m con una lunghissima e spettacolare traversata del versante sud della montagna. In questo modo siamo stati costantemente sopra un soffice mare di nuvole che si perde a vista d’occhio all’orizzonte. Incredibile ci è apparsa la visione dell’ombra del Kilimanjaro proiettata sulle nuvole, da pelle d’oca!!!

Dopo circa quarantacinque minuti di firme e controlli, siamo già immersi nella seconda zona, quella della folta e intricata foresta pluviale dentro la quale sembra che prima o poi spunti da qualche parte il famoso “predator”.

Per raggiungere il suggestivo Barufo Camp, nido d’aquila posto a 4600 m si attraversa la quarta zona, il cosiddetto deserto di alta quota dove la fanno da padrone sassi e polvere laviche, solo aggraziati da licheni e piccoli colorati fiori. Il Barufu è il punto di partenza per la salita in cima, iniziata verso la mezzanotte del giorno più importante. Fino ai 5650 m di Stella Point, camminiamo con passo lento e costante, non vediamo pressoché nulla con le frontali in testa, ma all’alba lo spettacolo dell’ultima fascia, quella sommitale dei ghiacciai, ci lasci letteralmente incantati.

La foresta è tracciata solamente dai sentieri che risalgono il Kilimanjaro; il resto è solo un groviglio di alberi, rami, liane e vegetazione. Dopo circa cinque ore di lenta salita approdiamo al primo campo, il Machame Camp a circa 3000 m .

Anche se i pochi e piccoli ghiacciai stanno fortemente soffrendo il surriscaldamento terrestre, il panorama è incredibile. Non c’è più fatica né stanchezza, tutti siamo affascinati e eccitati da questi momenti. Le enormi pareti dei ghiacciai ci accompagnano dolcemente

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terza pagina alla nostra sinistra, mentre alla nostra destra il cratere immenso è come se volesse catturare egoisticamente i nostri sguardi. Alle 6:30 del mattino tutto il gruppo del CAI Milano (18 persone) arriva sulla vetta più alta del continente africano: la commozione è forte; c’è gioia, felicità, spirito di squadra, e tutto ciò che solo la montagna riesce a regalare a chi la ama. Nel pomeriggio rientrando nel Mweka Camp a 3000 m siamo consci di aver dentro di noi un qualcosa in più adesso. Un’esperienza intensa, fatta di fatica e di indicibile bellezza, il rapporto con le guide i portatori e tutto lo staffa del posto ha dato un valore aggiunto a questa esperienza che ci ha fatto crescere. La realtà di quei posti ci ha insegnato molto facendoci riflet-

ALPINISMO E’...

tere sulle condizioni di vita che noi abbiamo temporaneamente solo vissuto come “turisti”. Salendo il gigante africano, la gioia di vivere di queste popolazioni, a volte ci ha imbararazzato, ma ci ha reso un po’ più umili. Questo ci hanno insegnato i nostri amici africani e per questo saremo loro sempre grati.

Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in questa piccola impresa: in primis il Presidente Giorgio Zoia, il Consiglio del CAI Milano e soprattutto quanti con me hanno partecipato di questo fantastico trekking: Gianni Pasinetti, Stefano Legnoni, Roberto Monguzzi, Federica Ferraresi, Luca Spadoni, Simona Fagioli, Lorenzo Maritan, Emma Amodeo, Graziano Pastori, Carlo Bramati, Andrea Laricchia, Mariateresa

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Mettiamo un libro sotto l’albero di Piero Carlesi Un famoso scrittore - Jorge Luis Borges - ha definito il libro quale “...una delle possibilità di felicità per noi uomini” All'ultimo minuto forse i doni di Natale sono stati già acquistati. Ma un buon libro, oltre che per gli amici è un ottimo dono anche per se stessi, anche da farsi in gennaio… Vi proponiamo quindi alcuni titoli che sono usciti recentemente. Buona lettura!

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Da montagna a montagna Mobilità e migrazioni interne nelle Alpi italiane (secoli XVIIXIX) a cura di Pier Paolo Viazzo e Riccardo Cerri Edizione Zeisciu Centro Studi 2009, Magenta (Mi), 192 pagine, 20 euro. Il volume, in elegante veste editoriale, raccoglie gli atti del Convegno omonimo che si è tenuto a Macugnaga il 5 luglio 2008. Dopo un'introduzione dei curatori, si susseguono i testi di sette relazioni che hanno per tema l'analisi delle migrazioni delle popolazioni nell'area del Monte Rosa. Cuore dell'evento sono state certamente i temi affrontati proprio dai curatori Viazzo e Cerri che rispettivamente hanno trattato delle comunità walser, con studi di demografia, economia e migrazioni, e la mobilità intra-alpina nell'area del Monte Rosa con evidenze settecentesche in valle Anzasca (non a caso il convegno si è tenuto a Macugnaga, uno dei principali centri walser del versante italiano delle Alpi, molto interessato da fenomeni di migrazione). Segnaliamo poi altri temi più curiosi come i rituali di vetta e gli usi pubblici della motagna nelle Alpi del Sette-Ottocento di Marco Cuaz, le Comunità minerarie piemontesi di Roberta Clara Zanini.e la relazione sui pastori orobici sul versante meridionale del Monte Rosa di Roberto Fantoni. Il volume, che risulta molto interessante per gli appassionati dell'area del Monte Rosa, presenta preziose riproduzioni di stampe antiche e di foto d'epoca e si conclude con una ricchissima bibliografia Acque di Valtellina e Valchiavenna di Livio Piatta e Cludio Smiraglia Edizioni World images e Bim, bacino imbrifero montano dell'Adda, pagine146.

il paesaggio, che ha levigato e spianato valli, che ha contribuito alla sopravvivenza dell'uomo in quota e al piano, sia per l'agricoltura, sia per l'energia. Non dimenticando l'efficacia delle regimazioni, della manutenzione dei fiumi e dei torrenti perché come è ben noto l'acqua può fare anche enormi danni, causare allagamenti, frane, smottamenti, alluvioni. Carlo Sicola Il fascino della montagna di Marco Dalla Torre Edizione Sezione di Milano del Club Alpino Italiano e Gism – Delegazione Lombardia, pagine 66, 10 euro. Salutiamo con soddisfazione il primo volumetto tascabile di una collana che ci auguriamo prolifica frutto della collaborazione fra la Sezione di Milano del CAI e la Delegazione Lombardia del Gism che ha lo scopo di promuovere gli scritti degli alpinisti lombardi. Apripista di questa nuova iniziativa editoriale, veramente pregevole nella sua semplicità (ci ha ricordato in bello le mitiche guidine Itinera Montium e Verba Montium del Guf Milano), è questo scritto del nostro socio Marco Dalla Torre dedicato alla nobile figura dell'accademico del CAI Carlo Sicola. Chi era Sicola si chiederanno in molti? Era uno dei più bravi alpinisti milanesi dell'anteguerra, fondatore a 16 anni, con Carlo Negri e Giovanni De Simoni della Scuola nazionale di alpinismo Agostino Parravicini. Avviato alla montagna in età giovanissima da don Luigi Re all'Alpe Motta, presso Madesimo, Sicola si impone ben presto per la sua grande passione per la montagna e l'alpinismo, entrando subito nel novero della schiera eletta degli Accademici del CAI. L'opera di Dalla Torre ripercorre la vita alpinistica di Sicola, la sua passione per la toponomastica e il più recente impegno per l'ambiente montano in Mountain Wilderness, di cui fu uno dei fondatori nella storica assemblea di Biella. Il saggio, pur breve, si pone all'attenzione per la meticolosa ricerca storica, il recupero delle testimonianze e la ricca bibliografia, tutte qualità che il giovane autore ha già mostrato per esempio nel saggio su Antonia Pozzi uscito lo scorso anno.

Un geografo e glaciologo della fama del nostro Claudio Smiraglia e un fotografo valtellinese della bravura di Livio Piatta si sono trovati insieme per descrivere le bellezze della Valtellina e della Valchiavenna, in pratica della provincia di Sondrio, attraverso il mondo dell'acqua. Il volume che ne è uscito, di grande formato, illustra, attraverso le fotografie di Piatta, i vari aspetti dell'acqua di questo territorio, dai ruscelli ai torrenti, dal fiume Adda che scorre nella piana di Sondrio, ai laghi che costellano e allietano i fondivalle di tante vallate. Smiraglia dal canto suo, ricorda l'importanza dell'acqua che ha plasmato

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terza pagina Camminare in Val Grande 24 escursioni per tutta la famiglia di Roberto Bergamino

Tu non fuggi mai dalla mia testa - Elda Boselli Esperienze di una maestra nell'Alto Adige, fra le due guerre di Luciana Chittero Villani

Uja editrice, pagine 88, 12 euro.

Edizioni Athesia, pagine 184, 14 euro.

Camminare in Val di Viù 22 escursioni per tutta la famiglia di Roberto Bergamino Uja editrice, pagine 96, 12 euro. Segnaliamo insieme queste due agili guidine uscite a distanza di un mese una dall'altra, scritte da Roberto Bergamino. L'autore, originario di Lanzo Torinese, ama le sue montagne e da qualche tempo desidera descriverle affinché altri appassionati possano calcare questi sentieri. Il territorio prediletto sono le valli nordoccidentali del Torinese, in pratica la Valle di Lanzo, che come noto si divide in diverse convalli. Ora in un colpo solo descrive diverse escursioni, adatte a tutti, quindi anche ai ragazzini, alla Val Grande e alla valle di Viù. Si trata dei primi due volumi di una collana che vuole avvicinare alla montagna il maggior numero possibile di persone, come dice l'autore nella presentazione. Le guide non hanno certo la pretesa di essere esaustive, ma al contrario vogliono presentare una scelta ponderata delle gite più remunerative di queste valli, che vanno riscoperte passo dopo passo. Le mete sono facili cime, borgate, valichi, punti panoramici. In Alto Annuario 2009 della Società Alpina Friulana, sezione di Udine del Club Alpino italiano. Riceviamo dal nostro socio Emi Puschiasis che ne è il bravo curatore, il 91° volume di In Alto, la celebre collana di annuari della Saf. Sono diverse le sezioni del Cai che editano un annuario, tutte opere molto meritevoli che hanno lo scopo di raccogliere le testimonianze attraverso la penna dei soci, di un anno attraverso cronache, relazioni, articoli vari. In alto è uno di questi e ci piace notare la pulizia grafica, la cura della redazione e l'interesse dei contributi raccolti. Di questa annata segnaliamo l'interesse di alcuni articoli scientifici, l'album fotografico a colori su Rigolato dello stesso Emi Puschiasis, il diario di un trekking in Nepal effettuato da alcuni soci e le relazioni di alcuni libri tra cui Arturo Dalmartello di Silvana Rovis e Il signore delle montagne di Ernesto Majoni. L'annuario si conclude come è prassi con le relazioni di attività della Sezione.

Luciana Chittero, socia del Gism, già insegnante di pedagogia all'istituto magistrale di Padova, ha vinto il primo premio al concorso Autori da scoprire, riservato a testi con ambientazione in Alto Adige, con il racconto sulle esperienze didattiche e di vita di Elda Boselli , maestra elementare alla fine degli anni Trenta, presso alcune scuole rurali di montagna dell'Alto Adige. Elda Boselli, di Quistello, in provincia di Mantova, appena diplomata cerca lavoro, ma come in questi tempi, è difficile trovarlo... a meno che ci si metta a disposizione nelle terre redente. Non ci pensa due volte, frequenta un corso a Trento e ottiene subito l'assegnazione per la scuola rurale di Marga di Terento. L'inizio è da incubo: le maestre italiane in provincia di Bolzano sono malviste, come è mal visto l'insegnamento della lingua italiana, tanto più che l'insegnamento del tedesco è vietato. Eppure con tanta grazia e buon senso Elda Boselli si fa apprezzare da studenti e famiglie tanto che alla fine del primo anno quando giunge la notizia del suo trasferimento in altra sede, bambini e mamme piangono. Luciana Chittero racconta con dovizia di particolari (e qualche invenzione narrativa) le vicende della giovane maestra, il rapporto con la popolazione locale, con il clero e con i colleghi che come lei provengono da altre parti d'Italia, portate qui a insegnare anche per maturare il doppio del punteggio ministeriale. Il testo si rivela, sullo sfondo delle vicende personali della maestra, come uno splendido affresco della vita sociale e rurale di tanti paesini sperduti della montagna altoatesina, dove la povertà assoluta è il comune denominatore. Di contorno, il sabato fascista, i tentativi di iscrivere i bambini nei Balilla, le fatidiche opzioni. La vicenda riporta solo i pochi anni dell'esperienza altoatesina, con grande lucidità e onestà intellettuale, senza sbavature e men che meno senza alcuna retorica. Limpido e preciso. Un atto dovuto, questo sì, della nuora nei confronti della suocera Elda Boselli, vera protagonista della storia, che seppe, con umanità e dolcezza, pur nella fermezza che la didattica le imponeva, anticipare di alcuni decenni quei sentimenti di coesistenza e reciproco rispetto che si devono avere fra popolazioni di lingua e cultura differenti. Il volume, presente l'Autrice, è stato presentato in Sezione nella rassegna MilanoMontagnaLibri il 30 novembre scorso.

notiziario del club alpino italiano - sezione di milano • numero 04 / 2010 • pagina 15


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vita di sezione

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CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2011 Presso la Segreteria e telefonicamente, utilizzando la carta di credito,è possibile rinnovare la propria adesione alla Sezione di Milano del CAI per il 2011. Ecco qui di seguito le quote deliberate dall’Assemblea Ordinaria dei Soci: Ordinario Famigliare Giovane Vitalizio

€ 53 € 31 € 22 € 17

CINEMA DI VETTA Grazie alla collaborazione tra CAI Milano e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dal 15 al 20 febbraio il grande cinema di montagna torna per il terzo anno consecutivo al Cinema Gnomo (via Lanzone 30/A) con la rassegna “Cinema di Vetta. Il programma dettagliato della manifestazione, come sempre gratuita e aperta a tutta la cittadinanza, su www.caimilano.eu , in sezione e, naturalmente sul prossimo numero de “Lo Scarpone”. PARLANDO DI MONTAGNA … Sette appuntamenti di grande interesse con ospiti di spicco per conoscere, scoprire e confrontarsi con la montagna e le diverse interpretazioni del ”fare alpinismo”. Un programma avvincente intorno al mondo. Dal 22/2 al 10/5 l’appuntamento è al martedì sera in

sede. Una piccola anticipazione? Il XII Ciclo di Parlando di Montagna.. sarà inaugurato da una conversazione con proiezione di Giovanni Caprara, responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera dal titolo “Il volo che valico le Alpi”. Una serata da non perdere ricordando le gesta di Chavez, pioniere dell’aviazione. Il programma delle serate pubbliche e gratuite, su www.caimilano.eu , in sezione e naturalmente sul prossimo numero de “Lo Scarpone”.

già aperte le iscrizioni alla settimana bianca per la settimana bianca in Val Pusteria dal 5 al 12 febbraio.

OTTAGONO SPAZIOMONTAGNA

Ginnastica presciistica | Prosegue il corso di ginnastica presciistica presso il Centro Sportivo Saini sotto la direzione di un istruttore Isef. Le lezioni di due ore settimanali si svolgono il martedì e il giovedì dalle ore 19 alle ore 20 (primo turno) e dalle ore 20 alle ore 21 (secondo turno).

Il fotografo Davide Necchi inaugura la stagione 2011 dello spazio espositivo del CAI Milano con una mostra di stupefacenti scatti dal titolo “Dalla nebbia all’aurora boreale” che resterà aperta al pubblico dal 11 al 29 gennaio.

Corso | A partire dal 9 di gennaio si tiene il corso di sci fondo escursionismo per principianti. Per iscrizioni dell’ultima ora è possibile contattare gli istruttori della Scuola telefonando al numero di cellulare 3454279288. Ha inizio il 30 gennaio e prosegue sino ad aprile il corso di escursionismo.

SCUOLA DI SCI ALPINISMO “MARIO RIGHINI” COMMISSIONE SCIENTIFICA Domenica 23/01 Escursione alla scoperta del Basso Milanese tra parchi, campi e cascine a ovest di Milano. Dalla stazione M1Molino Dorino alla stazione M1 Bisceglie, attraverso la Cascina Fametta, Boscoincittà, Cascina Melghera, Trenno, Parco di Trenno, Cimitero Militare Britannico, Cascina S. Romano, Cascina Belgioioso, Cascina Caldera, Parco delle Cave, Cascina Linterno, Cava Aurora. In collaborazione con i consoli della Lombardia del TCI.

Fino al 13/01 sono aperte le iscrizioni presso la Sezione ai tradizionali corsi di Sci Alpinismo SA1 e SA2. Vi invitiamo a consultare il nostro sito web: www.scuolarighini.it ATTIVITA’ GIOVANILI Alpes | 16/01 Traversata Como – Erba (Triangolo Lariano); 13/02 Monte Barzaghino (Triangolo Lariano) Family | 12/03 Presentazione attività al Bosco in Città

ESCURSIONISMO GRUPPO ANZIANI Per tutti appuntamento a martedì 11/01 per la presentazione delle gite del 2011 alle ore 21.00 in Sezione. Ecco qualche gustosa anticipazione: 16/01 Passo Campelli (Orobie); 6/2 Passo San Marco (Orobie); 20/2 Monte Todano (Prealpi del Cusio-Miazzina) SCUOLA SCI FONDO ESCURSIONISMO Gite | Prosegue il programma delle gite di fondo nelle seguenti località: 9/1 Splugen, 16/1 Entraques, 22/23 weekend in Engadina, 30 Conca dei Parpari. Sono

Ritrovo in sede il Martedì dalle 14,30 alle 17. Escursioni | 12/1Giornata sulla neve a Coumaral (Gressoney); 15/01 Torre Baradello (Como); 19/1 Traversata nella Riviera di Ponente da Varigotti a Noli; 26/1 Monte Orfano(Brescia); 2-4/2 Ciaspolata in Val di Funes; 2/2 Monte Castello (lago di Garda bresciano); 9/2 Traversata Chiavari-Rapallo; 12/2 canale della Muzza (milanese); 16/2 Costiera dei Cech (Valtellina).

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CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI MILANO Fondata nel 1873

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