Capitani Coraggiosi su La Nuova Venezia

Page 1

Imprese, ecco come si supera il "baratro" Costa, Beraldo, Buoro e Tomat: «Situazione difficile, avanti con le riforme. Ma si può ancora vincere» VENEZIA

L'immagine del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi di un Nord sull'orlo del baratro non è stata digerita da molti imprenditori che non accettano di alzare bandiera bianca. Ieri, nel corso dell'«Alumni Day», giornata organizzata all'Università Ca' Foscari per gli studenti, si è tenuto il convegno «Capitani Coraggiosi. Manager 2.0 nel Nord Est del Terzo Millennio». Il quadro generale che ne è emerso è quello di un territorio piegato da rigide restrizioni, ma non spezzato alla radice. Il made in Italy non è morto, ma bisogna imparare a valutare le risorse pensando a

una dimensione globale e non soltanto locale. «La situazione è sicuramente complessa» ha affermato Lauro Buoro, presidente della Nice, azienda che nel 2012 ha fatturato 275 milioni di euro, 20% in più rispetto all'anno precedente «male eccellenze ci sono. Il problema è che sta cambiando il mondo e non c'è ancoralo spirito di aggregazione che ci vorrebbe, cioè quello di condividere una nuova visione che va oltre al proprio giardino e che guarda a tutti i mercati internazionali». Per Stefano Beraldo, ad di Coin non è il Nord che sta male, ma tutto il Paese: «Il Nord rappresenta una sfumatura diversa di

un disagio diffuso in tutto il Paese. Bisogna invertire il volano, la legge Fornero è una tragedia. Io sono per retribuire di più il lavoratore, ma chiedendo più flessibilità. Si parla tanto dell'occupazione dei giovani, ma intanto si aumenta l'età pensionabile. Non è una contraddizione? Coin fa una fatica bestiale, m a ha raddoppiato il fatturato». Per Andrea Tomat, presidente Lotto Sport Italia, il Nord deve tornare a essere la locomotiva del Paese e lo può fare se viene messo nelle condizioni giuste che dipendono da una politica solida: «Nessuna famiglia può dare il meglio se ci sono continuamente dei problemi all'interno. Per

Lauro Buoro , Stefano Beraldo e Giovanni Costa

risolvere la crisi c'è bisogno di attori di grandi dimensioni e molto è in mano all'Europa. Io spero che con le elezioni a settembre in Germania la situazione cambi ed emergano leader in grado di riequilibrare il welfare». Per il professore Giovanni Costa, vice presidente di Intesa San Paolo, il problema principale del Nordest è quello che vede ancora una separazione tra impresa familiare e manageriale: «Il ruolo familiare nello sviluppo delle imprese è un grande valore, ma deve essere pronto a un evoluzione. Ci sono dei manager brillanti che non sanno ancora dialogare con queste particolari realtà». Infine, per Costa, questo è un momento particolare perché le banche si stanno prendendo dei ruoli impropri in quanto il capitale di credito si trasforma a volte in capitale a rischio e questo è sintomo che qualcosa non va a monte. Vera Mantengoli


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.