VOCE DI BUCCINO 2007/4 (ANNO XIII N. 4)

Page 1


ANNO XIII NUM. 4

Periodico di Cultura - Tradizioni e Informazione Poste Italiane SpA, sped. in abb. postal e - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 DCB - Roma Tassa riscossa - Taxe Percue - Roma - Italy Distribuzione gratui ta

tra i buccinesi d’america

INVERNO

2007


Pag. 2 Editoriale di Angelo Imbrenda Il giro tra i buccinesi nel mondo in 150 giorni Il prologo a Buccino La Voce di Buccino grazie al suo nuovo ambasciatore ha raggiunto nuovi nostri connazionali negli States e nel Canada. Il prologo di questo entusiasmante giro si è avuto a Buccino con la consegna del Premio Buccinese dell’anno. Alla punzonatura del 30 giugno presso l’Aula Consiliare era presente un folto pubblico che ha potuto finalmente scoprire cosa è l’Associazione Buccinesi nel Mondo e La Voce che la rappresenta. Una vigilia della Madonna ricca di patos e di gioia che solo un Maestro come Mario Chiariello poteva creare. Dopo questo coinvolgente prologo si erano creati tutti i presupposti per iniziare il giro vero e proprio verso il nuovo mondo. Così rifornitosi di fieno per il lungo viaggio l’asino è volato verso l’America. New York-Toronto Il tour dell’america si è svolto dal 6 al 26 settembre con varie kermesse giornaliere inserite tra due semi tappe nel circuito del New Jersey. La prima tra i gregoriani e la seconda tra i volceiani d’america. Un’ampia sintesi con foto avrete modo di vedere nelle pagine dedicate all’evento. Devo solo parteciparvi la mia commozione quando ho visto il filmato della consegna dell’attestato di benemerenza a Mario Chiariello nell’Aula Consiliare di New Ark. Il logo di quella città mi è familiare perché mia madre è nata proprio in quel Comune nel lontano 1913. A Toronto in Canada si è conclusa la tappa americana di Mario con una grande festa che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico di italo-americani originari della Ciociaria, delle puglie, della Lucania, delle calabrie e Sicilia. Roma L’ultima tappa di questo irripetibile 2007 si è svolta a Roma l’11 novembre presso il teatro delle Emozioni nella zona dell’Arco di Travertino. In una uggiosa serata novembrina che ha contribuito ad inumidire non solo gli abiti, Mario Chiariello ha mostrato il grande cuore dei

La Voce di Buccino - Inverno 2007 nostri connazionali in terra d’America. Mezz’ora di immagini a partire dall’imponente statua della libertà e per finire con la significativa visita a un cimitero americano (Lodi) dove riposano i genitori di Costantino Conte l’artefice e promotore del viaggio di Mario. Quest’ultimo nello zoomare sui nomi delle lapidi ha mostrato l’ indiscutibile origine italiana di questi oscuri eroi dimenticati. Ma non tutti dimenticano e io nel mio piccolo non lo farò mai perché sono figlio e nipote di emigranti. Dal mio esilio romano continuerò a inviare la Voce di Buccino in giro per il mondo grazie all’insostituibile collaborazione del maestro Mario Chiariello e ai sussidi per l’editoria come vi vado ad esplicare quì appresso. Un vù cumprà nella casta E’ tempo di caste. Non si parla d’altro. Da quella dei politici a quella dei giornali e dell’editoria. Libri sul tema che si esauriscono e che vanno in ristampa. Non pensavo 15 anni fa di entrare un giorno nel salotto buono dell’editoria e di conseguenza far parte anch’io di una casta che vede nomi illustri come Mondadori, Rusconi, EspressoRepubblica, ecc. ecc. Una carriera brillante. Nemmeno trent’anni di lavoro in un’azienda leader nel mondo dell’informatica mi hanno dato tante soddisfazioni. Finalmente sono entrato anch’io nel gotha della carta stampata. Dopo dieci anni di gavetta, dopo il porta a porta e tanta tentata vendita sono riuscito a trovare il mio Eldorado. La corsa all’oro è finita. Pepite d’oro sotto forma di contributi sono piovute su la Voce di Buccino perché questo periodico che ho fondato è entrato a far parte delle testate che ricevono contributi perché “edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero”. Se nei suoi primi dieci anni di vita La Voce di Buccino è potuta crescere lo si deve alla comprensione dei buccinesi. In particolare a quelli che come me emigrarono da giovani per cercare oltre la siepe del proprio paese il lavoro e la dignità che può essere conquistata solo con esso. A forza di rinunce, di caparbietà e di sacrifici sono riuscito a portare avanti un’iniziativa che per molti sembrava impossibile. Ed in effetti i momenti di sconforto sono stati tanti. Non so come ma sono riuscito a superare la crisi del settimo anno. Si suol dire che la fame aguzza l’ingegno e così ho scoperto la possibilità di far entrare

La Voce di Buccino tra le testate che edite in Italia vengono diffuse prevalentemente all’estero. Bastava non cercare nuovi lettori a Buccino ma tra i compaesani all’estero. Così la Voce ha puntato decisamente la prua verso il mare aperto ed è salpata verso le americhe. Se nei primi anni del novecento erano centinaia i buccinesi, i gregoriani che approdavano oltre oceano, nei primi anni del duemila è stata la Voce di Buccino a raggiungere i figli e i nipoti di questi conterranei emigrati. Grazie ai primi contributi, che mi hanno permesso di far fronte alle onerose spese postali , ho potuto ampliare il numero di lettori esteri e da poche centinaia siamo arrivati a oltre un migliaio. Nell’anno di grazia 2007, grazie all’amico asino che ha attraversato l’oceano, a Costantino e Rosetta Conte che hanno curato l’organizzazione, il sogno di un gemellaggio con i buccinesi USA è oggi una splendida realtà. Il prossimo gemellaggio sarà con i buccinesi d’Argentina, anche se idealmente è stato già reso possibile con un intenso scambio epistolare ( e-mail). Se Mario Chiariello è riuscito a coronare il suo sogno di dimostrare che anche gli asini sanno volare, il sottoscritto vù cumprà ha dimostrato che è possibile creare qualcosa di grande. Basta andare con lo sguardo oltre la siepe, come ci ha insegnato un grande volceiano, che a me è precluso di nominare. Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo ai Buccinesi nel Mondo.

La VOCE di BUCCINO Aut. Tribunale di Roma n. 190/95 Direttore resp. - Dino Baldi

Direttore

Angelo Imbrenda Direz. - Redaz. - Amm.ne Via Carolei, 22 - 00173 Roma Tel. e Fax 06.72670085 Cell. 329-6156267 e-mail: lavocedibuccino@inwind.it Stampa: GRG Tipolitografica - Salerno mese dicembre 2007

Il giornale si sostiene con il Vostro contributo volontario: Quota Abb. Annuale euro 10.00

C/C postale n. 36456002 intestato a: Angelo Imbrenda Il foro competente per ogni controversia è quello di Roma.


La Voce di Buccino - Inverno 2007

DA VELECHA A VOLCEI Vèlecha, città fondata dagli Etruschi in Campania, è la romana Volcei? di Giuseppe Arduino Sul dominio degli Etruschi in Campania fa fede il noto passo di Plinio (Nat. Hist., III, 70): “a Surrentino ad Silarum amnem XXX millia passuum ager Picentinus fuit Tuscorum” (l’agro Picentino, per uno spazio di trenta miglia, dalla Penisola Sorrentina al corso del fiume Sele, fu in possesso degli Etruschi). Il celebre naturalista accenna anche al tempio di Giunone Argiva -il cosiddetto Heraion di Foce Sele- costruito dal mitico Giàsone. Il ritrovamento di iscrizioni etrusche arcaiche, databili al V secolo a. C., a Pontecagnano e -più vicino a Volcei- a Eboli, attesterebbe la loro influenza anche in questa fascia di territorio. Oggi, la critica storica, sulla base dei risultati della ricerca archeologica, è concorde nell’ammettere che la presenza degli Etruschi in Campania, non fu dovuta soltanto a rapporti commerciali con le popolazioni magnogreche e anelleniche ivi stanziate, ma debba intendersi come una vera e propria colonizzazione, oltretutto confermata dalla tradizione storiografica antica. Con la fondazione di Capua (etr. capu = falco), avvenuta all’incirca nel 600 a. C., ha inizio la dominazione etrusca in Campania, conclusasi poi con la calata degli italici Sanniti intorno al 430 a. C. Non abbiamo motivo di ritenere che i rapporti intercorsi fra Greci ed Etruschi in Campania siano stati cordiali, ma ad un certo momento essi dovettero trovare un modus vivendi, perché su entrambi incombeva la minaccia dei Sanniti, che, dai monti del Sannio, tendevano anch’essi ad espandersi verso il mare e che si erano spinti per tempo fino a Nola. Siti etruschi, dislocati nella fascia territoriale campana, noti da leggende monetali e non esattamente localizzati, sono: Uri o Urina, Marcina, Velcha o Vèlecha, Irna (Irnthi sulle monete, col suffisso locativo theta-iota). Marcina, più esattamente Markinna, ricordata dal geografo Strabone come colonia dei Tirreni (Tyrrenòn ktìsma), viene ubicata a Vietri sul Mare, raccolta dov’è il moderno abitato e dotata di un ottimo approdo, favorevole agli scambi commerciali. V’è anche chi la situa a Cava dei Tirreni o a Fratte di Salerno, dove, in quest’ultima, sin dalla fine del VI secolo a. C., si sviluppò un fiorente centro commerciale etrusco-campano, attivo nella produzione di terrecotte, da identificare invece con Irna, di cui vi sarebbe pure un riflesso nel nome del fiume Irno. Uri corrisponderebbe a Nola (nouela = la [città] nuova), rifondata dai

Sanniti con questo nome e oltretutto saldata in stretto rapporto con la prima per via delle monete, abbastanza simili, emesse dai due centri. Anche Vèlecha è nota soltanto da leggende monetali e, per i topografi del primo Novecento, sarebbe da ricercare nel territorio flegreo-cumano. Va anche ricordato, che durante la campagna di scavi sulla rocca preromana di Satriano di Lucania, diretti da Ross Holloway negli anni 1966-1967, fu rinvenuta una moneta di bronzo (aes grave) di Vèlecha, avente, sul diritto, una testa virile raggiata (Helios) e, sul rovescio, una testa di cavallo di profilo a sinistra. L’ipotesi del Sambon, che, nella sua dotta opera numismatica del 1903, attribuiva la monetazione bronzea di Vèlecha alla lucana Volcei, per Bruno D’Agostino, sarebbe priva di ogni fondamento. Il primo a stabilire un probabile legame, tra questa ignota città e Volcei, fu il glottologo tedesco Ernst von Planta, autore di una pregevole Grammatica del dialetto osco-umbro, edita a Strasburgo nel 1897. Conviene sottolineare che vel, quale formante la parola Vèlecha, nella lingua etrusca, è un prenome equivalente al gentilizio latino Velio, ma è anche un tema linguistico mediterraneo, alla base di toponimi come Velleia, Velia (una delle vette del Palatino; città sulla costa tirrenica della Lucania), Velitrae, Volsci, avente significato di “essere alto, altura”, diffuso anche nell’Iberia e nell’Illiria. Non dimentichiamo che, in area picentina, due topònimi, o meglio un idrònimo e un orònimo, sono squisitamente d’impronta etrusca: il nome del fiume Tusciano e quello del monte Tubenna. Volcei è, invece, un nome romanizzato, trasmessoci dalle iscrizioni e non dalle fonti, in quanto in Plinio (Nat. Hist., III, 98) leggiamo Volcentani, coniato probabilmente da Volcentum, -come Grumentum, Forentum, Ursentum, Tarentum-, e in Livio (XXVII, 15): Volcientes, derivato da Volci, omonima città dell’ Etruria; così come da Veii (Veio) abbiamo il sostantivo Veientes. Lo stesso Giulio Frontino, nel Liber coloniarum, citando una praefectura Vulcentana, assieme con Atina-Cosilinum e Tegianum, ricava l’aggettivo dal pliniano Volcentani. E’ probabile che nella fonte cui attinse Livio, come opinava Gaetano De Sanctis, fosse scritto Lucani Volcientes e non Lucani et Volcientes, e, in tal modo, l’attributo etnico sarebbe stato

Pag. 3 indispensabile per evitare confusioni geografiche, necessario per distinguere i Volcenti lucani dagli etruschi di Volci. Invece, secondo il Fraschetti, l’espressione Lucani et Volcientes, nel controverso passo liviano, indicherebbe la marginalità di Volcei, il suo carattere di zona di frontiera, in rapporto alla Lucania propriamente detta. Il brano di Livio, come si sa, si riferisce alle manovre puniche in Lucania del 209 a. C., quando i Volcenti accolsero all’interno della cinta muraria un presidio cartaginese, che poi consegnarono, arrendendosi, al console Quinto Fulvio Flacco, che li avrebbe puniti “solo con il castigo delle parole”. Precisiamo che il sostantivo usato da Tito Livio è Volcientes, non Volceientes, in quanto ricavato da Volcii, orum, che precede la forma classica Volcei, orum, quest’ultima, confermata dalle epigrafi (...sacerdos Volceis et Atinae...) e in uso nell’epoca imperiale. La voce greca Oulkoi, adoperata dal geografo Tolomeo e che il Forcellini nel suo monumentale dizionario (Lexicon totius latinitatis) riferisce all’omonima città etrusca, fu tradotta Ulci, da alcunti eruditi settecenteschi, creando così non poche confusioni topografiche. L’etruscologo Massimo Pallottino, tra le città non identificate in Campania, cita Velcha,- cognome documentato a Tarquinia-, diversamente il Conway ritiene che Vèlecha sia una anaptissi (nella fattispecie, l’inserzione di una vocale tra due consonanti), corrispondente in latino a una forma come Volcania e indicante probabilmente il nome di una città o di una tribù. In sostanza l’analisi del nome non impedirebbe una trasformazione linguistica di Velcha>Volca in Volcei; così come dall’etrusco Velzna abbiamo il nome latino Volsinii: Bolsena, da Ruma: Roma, da Tarchna: Tarquinia, da Velathri: Volaterrae, Volterra. In proposito, il Bracco sottolinea: “il nome romano di Volcei (Buccino per noi) trattiene in sè quello stampo d’origine che riconosciamo in città del cuor dell’Etruria, come Vulci, Volsinii e Volaterrae”. Al momento, in mancanza di ulteriori dati, sarebbe questa la sola ipotesi accettabile e cioè che il nome etrusco Velcha sia stato mutato dalla lingua di Roma in quello di Volcei. Tesi condivisa, anni addietro, dal punto di vista linguistico, anche dal mio ex professore di Etruscologia, Francesco Roncalli. Già il Devoto aveva osservato: “un’isola tirrenica sembra rimanga ai Volcentani di Volcei (Buccino)”, lasciando intendere così una probabile fondazione etrusca della città. Ma di questo era poco persuaso il Krahe, il quale poneva il seguente interrogativo: Volcei. Eine etruskische Siedlung in Lukanien? (Volcei. Un sito etrusco in Lucania?).


Pag. 4

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Illustri personaggi volceiani Conversando con il filosofo Piero Di Vona di Angelo Imbrenda

Riprendiamo la nostra conversazioneintervista con Piero Di Vona, partendo dalla sua carriera universitaria. Qual’è stata la sua carriera universitaria? Inizia : “Assistente volontario di Filosofia medioevale a Milano- con il Prof. dal Pra, che è stato il mio maestro. Una persona a cui devo molta gratitudine. Purtroppo, c’è una brutta legge della vita: si ricorda, si stimano le persone quando non ci sono più. Questa è una brutta legge ma è così. Pur avendo idee molto diverse dalle mie, ha accettato i miei scritti, anche se portavano in una direzione completamente lontana dalla sua”. E quì intercala quest’affermazione con il suo caratteristico risolino. Quindi primo assistente di Filosofia medioevale a Milano poi libero docente di storia della filosofia a Milano, poi professore incaricato di Storia della Filosofia Medievale per ben otto anni a Pavia, poi ho vinto il concorso di Filosofia all’università di Palermo. da quì a Salerno sempre in storia della filosofia medievale. Infine a Napoli come professore di Storia della Filosofia, successore del Prof. Giuseppe Martano. Una vita passata nell’Università perchè mi ero laurato nel febbbraio 1952 e il 1 novembre dello stesso anno ero già assistente volontario. Dopo cinquant’anni, nel 2002 sono andato in pensione. Dal nord al sud, ha girato l’Italia... Sì ma in nessuna parte mi sono sentito bene come a casa mia. Diceva il marito di mia cugina, Linda Caprio, che ero un apolide, perchè non mi ero fermato da nessuna parte. E a Buccino ci verrà ancora? Per me che sono rimasto solo, che non c’è più nessuno della mia famiglia venire a Buccino... non lo so quando potrò tornare.. , se me la sentirò. Buccino per Lei che cosa è, cosa è stato.

E’ difficile... e dopo una pausa... è il luogo dove sono nato... sono veramente buccinese, eh, eh, eh. Innanzitutto è il luogo dove sono nato. Ho trascorso i miei primi sei anni, e non godevo di buona salute e aggiunge ma non sono stati di certo i peggiori della mia vita. Per le note vicende storiche... No, perchè i miei genitori erano convinti che finchè vivevo a Buccino dovessi parlare il dialetto e cioè andare a scuola senza sapere una parola d’italiano. La conclusione quale fu? Il primo trauma è che a sei anni e mezzo, seguii con mia madre e mia zia Rosa, mio padre a Milano. Si fece trasferire a Milano sempre nell’illusione che in una grande città sarebbero state meno notate quelle sue idee. Grande illusione perchè questo non fu assolutamente vero. Mi iscrissero in una scuola elementare milanese in cui ero il solo a non conoscere una parola di italiano. L’italiano io l’ho imparato a scuola. Ma la mia non era, voglio precisare,una condizione eccezionale. Soprattutto i ragazzi di provincia si sono trovati nella mia stessa condizione, mentre i giovani meridionali conoscono oggi meglio dei loro coetanei settentrionali la lingua italiana. Allora trovai molte difficoltà di inserimento e io ci sono stato dai sei anni ancora per trentotto anni. A Milano si ambienta meglio chi non viene da una famiglia in cui ci sono persone che hanno studiato. E’ molto più facile inserirsi per chi viene da una famiglia , come posso dire, intellettualmente più modesta. Dopo aver vinto il concorso ho lasciato Milano e sono andato a Palermo. Dopo due anni sono andato a Salerno (1974) perchè c’era mia madre e la mamma di mia moglie, data l’età di queste due persone. Per otto anni ho insegnato a Salerno e successivamente a Napoli. Dove si è trovato meglio con l’insegnamento Certamente a Salerno e non a Napoli, forse per le mie idee. Lei parla delle sue idee, mi spiega cosa vuol dire. Beh perchè ho studiato all’Università Statale di Milano e quelle del nord sono meno popolari delle università meridionalise posso usare questo termine- e dico

popolari perchè nelle università del nord non è che ci siano dei rapporti particolarmente affettuosi, c’è rivalità e non c’è nemmeno troppa considerazione. Ognuno si sceglie i suoi, però quando si deve portare avanti qualche giovane che lavora in università e promette bene i professori si accordano in modo che tutte le voci abbiano un loro peso. A Napoli purtroppo la mentalità è rimasta quella del popolino. C’è la regola dell’asso piglia tutto. Tutti i posti a me e niente a te. E così era nella mia facoltà. I così detti baroni... Lì c’era una sola scuola la quale prendeva tutti i posti disponibili. E questo è un errore immenso perchè nelle università c’è bisogno di sentire più voci diverse, mentre se si va di sentire una sola voce non è più università è particolarità eh, eh, eh... Si vanno ad eleggere solo quelli che appartengono ad un’unica scuola. A Buccino non ho particolari ricordi perchè sono andato via che avevo sei anni e ci sono venuto solo di estate tranne nel dopo terremoto perchè la casa era in ricostruzione. Quindi di Buccino non è che sappia molto. Non ho molta conoscenza dell’ambiente di Buccino. (Così come i buccinesi non sanno molto del prof. Di Vona, lo vedevano passeggiare con qualche amico nelle giornate estive). Eppure a Buccino ci sono stati e ci sono personaggi che sono sempre presenti nelle varie manifestazioni culturali ecc. Mentre di Lei non si conosce una attiva partecipazione a queste attività che si vanno tenendo attraverso vari enti istituzionali. Hanno cercato di coinvolgerla per portare il suo contributo culturale? Sono molto grato ai buccinesi che nel centenario della sua nascita (Quintino DiVona) hanno voluto pubblicare quel libro con dei saggi su di lui e di suoi scritti ma loro non è che mi hanno interpellato. il Gruppo che ha portato avanti questa iniziativa non è che ha chiesto a me di collaborare. No, loro hanno chiamato Marcello Gigante e Giuseppe Arduino. (continua a pag. 5)


Pag. 5

La Voce di Buccino - Inverno 2007 Illustri personaggi volceiani Conversando con il filosofo Piero Di Vona (da pag. 4)

Con tutta la riconoscenza ma voi volete scrivere su un uomo che ha vissuto e ha combattuto nella Resistenza. Chi c’è a Buccino che ha vissuto nel nord e ricorda tante cose di quel periodo? Non sono io? E, allora,perchè non vi siete rivolti a me. Solo perchè sono estraneo ai partiti politici, non mi sono mai voluto mettere... Non ha mai voluto mettere la sua figura al servizio di... Se fossi un vanitoso potrei affermare che sono uno che ha fatto in Italia una carriera universitaria e sono arrivato in cattedra senza avere in tasca una tessera di nessun partito politico. O essere considerato simpatizzante in alcun modo a qualche partito. Allora loro hanno commesso un errore. Si sono rivolti a Marcello Gigante che non avendo rapporti con il prof Barbagallo si rivolse a Villani . Barbagallo manco a farlo apposta aveva scritto su Francesco Saverio Nitti, amico di mio padre, quindi aveva ben altra confidenza con quel periodo. Avrebbero dovuto chiamare Barbagallo e non Villani. Superando i rapporti di poca simpatia perchè quando si fa uno studio la simpatia non c’entra, c’entra la capacità perchè uno ha fatto certi studi e l’altro non li ha fatti. Non mi hanno coinvolto perchè se lo avessero fatto avrei suggerito di rivolgersi a Barbagallo perchè aveva scritto un libro su Nitti. Di quel libro ho estrapolato l’articolo Natìo borgo selvaggio che ho pubblicato sul periodico e inserito nella raccolta antologica I dieci anni de La Voce di Buccino. Si, si... questo è un buon lavoro... eh mio padre... ci sono anche tante cose inedite. Fine seconda puntata

Ditta

T.M.S .M.S..s.n.c.

dei F.lli Trimarco M.& S. Lavorazione e costruzione Ferro e Alluminio Via Cornito, 7 - Tel. 0828.751115 84021 BUCCINO (SA) Fax 0828.751970 Cell. 335.8290882 - 338.8537276

Cresce la ricettività alberghiera nel territorio di Buccino (ager volceianus) RELAIS ELICETO è una meravigliosa creatura della nostra terra, nata da poco, per stupire gli increduli e per entusiasmare chi ha rinunciato a credere nel futuro della nostra gente. Nell’area territoriale del CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI, oggi, miracolosamente, nella natura intatta del nostro paese, spunta questo fiore della RELAIS ELICETO speranza. Un fiore così autentico da entrare immediatamente nella catena degli Alberghi di fascino dal prestigioso marchio Charme & Relax.

Dalla guida turistica si legge: “ In un territorio antico, ricco di testimonianze storiche, cultura, tradizioni, immerso in una natura intatta si trova il Relais Eliceto, ex casina di caccia dei Caracciolo, posta sulla cima di un colle da cui si gode un panorama straordinario. La costruzione offre 19 camere e 8 suite, ristorante, sala convegni, sala lettura, sala musica. Il relais offre inoltre la possibilità di praticare varie attività: tennis, calcetto, nuoto, golf, tiro con l’arco, equitazione. Il direttore Antonio Salimbene con orgoglio afferma “ la struttura non è solo nostra, appartiene all’intera comunità e necessita dell’aiuto di tutti perché possa vivere e essere una delle tante bellezze del territorio. Oggi, 17 Novembre, è stata consacrata la cappella gentilizia dell’Eliceto Relais. Molti gli invitati. La cerimonia è stata onorevolmente officiata da sua Eccellenza mons. Angelo Spinillo. Il vescovo di Teggiano, gradito per la sua amabilità,

con parole calde e generose ha nobilitato l’evento e con la sua socievole disponibilità ha regalato tanta soddisfazione ai presenti.

Al Direttore Antonio Salimbene i nostri migliori auguri per l’intrepido atto di coraggio, per la bella scommessa che riempie di orgoglio noi tutti e che incoraggia soprattutto la nostra bella gioventù a sperare che “Anche per noi, forse, sta spuntando il sole”. Consultare il sito: www.CharmeRelax.com/eliceto

TE RISTORAN ALBERGO

PIZZERIA - SALA RICEVIMENTI ARIA CLIMATIZZATA SERVIZIO CATERING (adiacente Zona Industriale) BUCCINO - Tel. 0828.957360 www.ristorantemyworld.com


Pag. 6

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Una montagna di e-mail sui rifiuti a Buccino

Appena scoppiata la tempesta rifiuti su Buccino abbiamo ricevuto molte e-mail sul tema. Ci siamo sottoposti ad un vero lavoro straordinario per archiviare le varie informazioni.Gli interventi del sindaco Via e del consigliere provinciale Parisi, degli Amministratori Comunali, i manifesti dell’opposizione ( Stella Polare). Le riunioni e relative delibere comunali (N° 27 del 08.11.2007) . La marcia indietro del Commissario di Governo ha riportato la calma e ha esonerato La Voce dall’uscire in edizione straordinaria. Ci possiamo immergere così nel nostro salvaguardato ambiente bucolico e declamare tutti insieme i versi del Leopardi: Passata è la tempesta odo gli augelli far festa… Nel nostro caso non gli augelli ma i cittadini, dal Primo all’ultimo hanno festeggiato. Ma l ‘assedio di Troia ( leggi Campania) non è scongiurato perché il nemico spazzatura è alle porte dei campani. Qualche riflessione sul tema spazzatura è bene che i cittadini inizino a farla. Il problema è della Campania ed è lì che bisogna risolverlo, ricordandosi sempre che prevenire è meglio che curare.

Insediamento Rifiuti a Buccino PRIME CONSIDERAZIONI Ancora una volta debbo sottolineare che sono stato la “Cassandra” sistematicamente inascoltato. Da oltre due anni andavo allertando i piú sui rischi connessi ad un eventuale insediamento di rifiuti vari sul nostro territorio e la notizia del giorno, purtroppo, conferma questo mio allarmismo. Ma davvero i nostri amministratori ( almeno quelli piú in alto ) non subodoravano o non erano a conoscenza di determinate manovre che coinvolgevano il nostro territorio ? Ho i miei forti dubbi in proposito e adesso ci tocca assistere alla pantomina di riunioni di urgenza, di consigli comunali aperti, di minacce varie, per giungere al punto di paventare eventuali azioni di forza e di protesta. Ma crediamo davvero che queste persone siano del tutto incolpevoli ? Io credo che, innanzi tutto, e qui dovremmo essere tutti, ma tutti uniti, si rendono

improcastinabili le dimissioni di tutto il Consiglio Comunale. Dopo, e soltanto dopo, si deve creare un Comitato d’azione a tutela e difesa dei sacrosanti diritti del nostro paese. Giá, pochi istanti fa, da un amministratore del momento (anche se non importante ) mi é giunto un tentativo di giustificare questo atto cosí dannoso per Buccino, con la puerile affermazione che, in ogni caso, un posto va trovato per la sistemazione dei rifiuti e questo la dice lunga sulla linea che intendono seguire i nostri politicanti da strapazzo. Non vorremmo che, al danno si aggiunga la beffa, prendendo delle decisioni affrettate e poco consone alla nostra educazione e tradizione. Il nostro non é e non vuole essere un popolo di burattini che, semmai, a comando, fanno delle azioni dimostrative che vanno oltre i limiti di legge. Personalmente credo che un primo passo possa essere fatto da tutte le aziende operanti sul territorio con la convocazione di una riunione allargata anche ai sindacati dove, previa la costituzione di parte civile delle aziende stesse, per il riconoscimento dei notevolissimi danni economici derivanti dalla scelta di Buccino come sito per il deposito dei rifiuti, si dovrá procedere all’invio di lettere di licenziamento per tutte le maestranze operative, ivi compresi anche i dipendenti delle aziende collaterali ( indotto ). Non vedo, quindi, come valide le soluzioni di occupazioni di ferrovie, strade, etc. tutte populistiche e che, guarda caso, vengono giá affacciate proprio da quegli amministratori che, ignavi o colpevolmente consenzienti, hanno consentito di arrivare a questo punto. La protesta, intesa come popolare, la vedo soltanto proprio verso i nostri rappresentanti, dei quali dobbiamo pretendere le dimissioni e, nel contempo, se dovesse rendersi necessario, raggiungere una larga intesa a che la popolazione tutta restituisca il certificato elettorale. Si convochino poi assemblee, riunioni, incontri, etc. etc. ma dove si fará ben attenzione a non consentire agli attuali amministratori di sedersi al tavolo de relazionanti ma soltanto di potersi confondere con il popolo tutto. Eduardo Magaldi

E-mail da Firenze sulla discarica Dalla classe dirigente del paese, quale ritengo voi siate, mi aspetterei proposte piu responsabili, partendo dal presupposto che la situazione della gestione dei rifiuti nella regione Campania risulta allucinante e, vista da fuori, incomprensibile. Vivendo a Firenze osservo la situazione con occhio distaccato ma partecipe e credo che nessuno di voi possa dissentire dalla constatazione che le immagini apocalittiche che passano periodicamente per i telegiornali di tutte le reti arrechino un danno enorme alla economia tutta della intera regione, a cominciare dal turismo per finire ai prodotti agricoli di qualità. E allora, se le cose stanno così, non sarebbe il caso di cominciare a ragionare in positivo ed a proporre soluzioni alternative praticabili? Sussiste la possibilità di trasformare il problema in opportunità? Visto che nella trattativa è coinvolto anche il governo centrale non sarebbe meglio, per esempio, mettere a disposizione l’area della zona industriale attualmente occupata dalla discarica di pneumatici per consentirvi la lavorazione e lo stoccaggio delle “ ecoballe”? Non si potrebbe trattare per avere in cambio qualche corposa contropartita tangibile? O a vs. parere è preferibile lasciare fare alla camorra con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti? O meglio ancora continuare ad esportare a peso d’oro l’immondizia prodotta in Campania verso la Germania e continuare a consentire alla camorra di importare dal nord gli scarti industriali avvelenando le aree agricole del nocerino? Ritengo opportuno segnalarvi la esperienza del comune di Peccioli, in provincia di Pisa, grande grossomodo quanto Buccino, che grazie alla lungimiranza di un sindaco accettò anni fa la dislocazione di una discarica nel proprio territorio ricavandone corpose contropartite sia in termini occupazionali che di vantaggi economici per l’intera comunità. Sono certo che le mie considerazioni saranno da tutti spernacchiate ma spero solo che il mio messaggio possa instillarvi qualche dubbio e considerare che vista la gravità della situazione ambientale campana è obbligo morale di tutte le persone responsabili fare qualche sacrificio personale per contribuire a risolvere la situazione. Un caro saluto a tutti, Peppino. (Avv. Giuseppe Salimbene Firenze)


La Voce di Buccino - Inverno 2007

Caro il mio Direttore

Toronto - Mario Chiariello al Fossacesia Club

In questo numero figureranno diversi miei scritti e lettere di amici che hanno partecipato emotivamente al viaggio in America. Gradirei che questa lettera a te diretta comparisse come premessa generale. Eri stato da me invitato ad accompagnarmi nel grande viaggio. Costantino Conte aveva esteso l’invito di accoglienza anche a te, al sindaco di Buccino e a chiunque avesse manifestato la voglia di unirsi. Per gli impedimenti giustificati di ognuno di voi sono rimasto solo, e solo ho affrontato l’avventura. Oggi avverto la necessità di chiederti un piacere che non vorrei vedermi negato. Oggi mi puoi essere più utile in Italia che come compagno di viaggio in America. Il viaggio dell’asino si è compiuto e bisogna pubblicizzarlo. E’ una emozione che bisogna far circolare fra la nostra gente. Mi rendo conto che forse monopolizzerò questo numero. Chiedo che sia un numero speciale dedicato all’asino. E’ il regalo di Natale che questo animale vuole offrire ai lettori della Voce. Questo quadrupede ti chiederà una cosa che non si sarebbe mai permesso di chiedere. Niente di meno – LA COPERTINASul retro della copertina del mio libro c’è scritto che i somari sono i veri amici dei poveri e con poco fieno e poca paglia sono felici. Facciamo sfilare cani, gatti, pecore, politici, miss, ma gli asini no. Oggi sono qui a chiederti di mettere in finestra proprio un asino. Ti sfido a commettere questa grossa trasgressione. Intanto voglio non ringraziarti, ma osannarti. Il semplice ringraziamento è poco. Io sono qui a dirti ripetutamente grazie. Mi riesce difficile far capire quanto gigantesco dovrebbe essere il mio grazie.

Oggi sono sul tuo giornale a celebrare qualcosa che sa di straordinario ed il merito è solo tuo. Parlare di straordinario è forse poco, perché nella parabola della mia esistenza ci vedo del miracoloso. Angelo Imbrenda, senza riserva alcuna, da sempre mi regala il suo braccio destro. Con il suo aiuto mi ha permesso di realizzare un percorso incredibile. Mi ha consentito di accumulare una ricchezza unica e rara. Mi fa scoprire vincitore. In genere chi vince è colui che supera e mette in ginocchio un altro. La mia vittoria è ancora più bella perché non vuole mortificare nessuno. Sono riuscito a vincere solo me stesso, ad allontanare le tante asperità che hanno avvelenato la mia esistenza e oggi mi sento sereno con me stesso e con il mondo, incapace di odiare. Se al presente mi scopro in questa beata condizione sono qui a testimoniare che Angelo mi ha offerto gratis la migliore cura. I giudizi che si esprimono su di lui sono tanti e io sono qui ad aggiungere il mio. Caro il mio direttore grazie per il tuo sostegno, grazie per questa voce che fai circolare, grazie per i tanti amici che ho scoperto nel mondo. Gli eroi del silenzio, gli umili, i mortificati sono i dimenticati di sempre. Sono tanti che nemmeno ci pensi. Essi si scoprono compresi solo nel cammino di un asino che ama accompagnarsi ai suoi simili e al mondo dei mortificati e dimenticati. Con la bandiera della libertà interiore prosegue nel suo viaggio per continuare a vincere su se stesso e mai sugli altri. Se ritieni che questo asino sia meritevole della copertina, faglielo questo regalo. E’ un dono di Natale che farà piacere all’esercito dei vinti e di sicuro anche al Bambino Gesù.

Pag. 7 C’è posta per l’asino Mario. Amico mio, di vero cuore devo dirti che per me sei più di un fratello. Mi avevi informato che dovevi fare un giro per gli Stati Uniti e Canada. Lo hai fatto e sei stato gentile da farmi avere il filmino del viaggio. Con mia moglie ci siamo veramente commossi nel vedere che l´asino continua a volare nell´anno 2007 per raggiungere i Buccinesi nel mondo. Mario penso che quello che stai facendo è davvero una bella cosa. Far ricordare le nostre tradizioni è una grande gioia per tutti. Noi della nostra età ci siamo nati, ma col passare del tempo molte cose le stiamo dimenticando. Con il tuo modo di fare permetti due cose importanti. Noi anziani ricordiamo il tempo passato e i nostri giovani scoprono le loro radici. I nostri figli sono curiosi di sapere da dove vengono e tu con i tuoi documenti rendi questo viaggio nel passato affascinante e interessante. Per questo motivo considero prezioso questo tuo lavoro. Mario, per dimostrarti come è tutto vero quello che sto dicendo, devo confessarti che nel momento che insieme con mia moglie guardavamo il tuo dvd è arrivato a casa mia mio figlio. Si è fermato a guardare tutto il filmato di New York e Canada. E´ rimasto così interessato e sai cosa mi ha detto ? - Papà dobbiamo far venire questo uomo anche in Argentina. Amico mio, ti ho sempre detto che la mia casa in Argentina è come fosse casa tua. Adesso con la volontà di mio figlio sono qui a ripetertelo con più convinzione di prima. Ringrazio il nostro Direttore della Voce di Buccino Angelo Imbrenda per questo piccolo spazio che ci mette a disposizione dove possiamo esprime i nostri sentimenti. Approfitto per salutare il Sindaco, tutta l´amministrazione comunale, tutti gli amici in Buccino e i lettori nel Mondo. Auguro a tutti un buon Natale e un prospero anno nuovo. Nicola Catone


Pag. 8

La Voce di Buccino - Inverno 2007

L’asino in America

LE SPECIALI EMOZIONI DI UN VIAGGIO coraggio. Ero un bambino mortificato, però sulla mia mortificazione ho costruito un bellissimo progetto di vita e l’ho fatto con umiltà, con l’asinello della mia terra. Sono riuscito a costruire una ricchezza interiore che mi rende il più ricco del mondo. Per me che ho attraversato sentieri difficili del passato e del presente, trovarmi oggi in quest’aula parlamentare, ricca di simboli che parlano di storia e di valori, questa circostanza mi rende immensamente felice. La storia è stata sempre scritta da pochi coraggiosi, tipo Cristoforo Colombo. Oggi, nel momento in cui sono arrivato in America, avrei voluto come Colombo, baciare questa terra, perché un asino, che riesce a giungere in America, che riesce a regalare emozioni, che riesce a incontrare un amico come Robert che mi regala questa soddisfazione, ebbene, può morire domani come l’uomo più felice del mondo. Costantino, qui presente, un asino come me. Mi ha voluto a tutti i costi in America e mi ha fatto il più bel regalo della vita. Lui insieme alla moglie sono la casa dell’accoglienza della gioventù buccinese.

Esprimere la sintesi di un viaggio in America che ha permesso di avvicinarmi a non meno di 500 italiani, non è davvero semplice. Mi ha consentito di acquisire una esperienza umana notevole che mi accompagnerà per sempre. Ma accanto alla ricchezza di questi contatti ci sono momenti distintivi che non posso non evidenziare. In primo luogo la visita a Ellis Island, l’isola di arrivo dei tanti emigranti italiani, costretti sotto a capannoni a passare il periodo della quarantena. Il grande fiume dei nostri italiani, che come un Ulisse collettivo, trova, nel museo di questa isola, depositata la propria storia attraverso una infinità di fotografie che testimoniano il grande prezzo umano pagato da questi pionieri coraggiosi. Nell’isoletta vicina Liberty Island ho potuto provare la grande emozione di ammirare e penetrare nel corpo della gigantesca statua della LIBERTA’ il simbolo per eccellenza della proclamazione dei diritti umani che dal 1876 ha dato il via alle svariate r i v o l u z i o n i successive. A soli pochi giorni di distanza il grande battezzo con Robert Marasco consegna la targa dell’Associazione Buccinesi l’ufficialità. nel Mondo a Costantino Conte Robert Marasco, un figlio di buccinesi, dopo essere rimasto Le mamme dall’Italia benedicono questa incantato dalle meraviglie della sua coppia per la mamma che i giovani Buccino, ha programmato per l’asino una trovano qui in America. proclamazione che mi ha fatto piangere. La giornata si è conclusa con una Nella City Hall del Palazzo Parlamentare emozione collettiva. di Newark, senatori americani, alla presenza di giornalisti e rete televisiva, si Altre emozioni a dir la verità si sono sono congratulati con l’asino che ha succedute a ritmo continuo. La premiazione del Sindaco Di Garfield, ricevuto in dono il Sigillo della Città. quelle dei gregoriani, il ringraziamento del Queste le mie parole di ringraziamento: Sono oggi commosso. I miei occhi sono Sindaco Gerardo Malpede che ci ha umidi. Sto facendo un percorso con raggiunti in pieno festeggiamento con la

sua calda telefonata. La seconda emozione per eccellenza mi è stata regalata dove non pensavo proprio di andare, dove mi sono trattenuto non più di 48 ore. L’asino in Canada. Non solo a contemplare la bellezza delle Cascate ma a navigarci sotto, a farsi inzuppare dalla pioggia scrosciante degli schizzi che raggiungono altezze incredibili. Chi lo avrebbe mai pensato che il Canada teneva per me in serbo una sorpresa che non dimenticherò per la vita. Il mio arrivo è stato annunciato dalla radio italiana Canadese. Alfonso Ciasca, il giornalista conduttore della radio, ha aperto la serata in mio onore con una religiosa preghiera di ringraziamento che mi ha incoraggiato a mostrare il mio crocifisso, sostenitore del viaggio. Mi hanno consentito di cantare, poetare, recitare e mostrare filmati che hanno suscitato tanta commozione. In regalo mi sono visto arrivare un asino vero al centro della sala e intorno a quell’asino si è costruita una gigantesca esaltazione generale. Un pregevole riconoscimento del parlamento Canadese mi ha ancora una volta profondamente emozionato e l’asino così ha ringraziato i presenti: Questa sera è successa una cosa grande, troppo bella. Siete stati voi a meritarla. Spero che il Signore mi dia la forza di continuare. Per lo spirito di giustizia che mi porto nel cuore verso l’uomo, i bambini, il mondo, con coraggio e ostinazione devo ancora andare avanti. Mi rattrista che sono sempre solo. Neanche i familiari al mio fianco. In questo viaggio non mi sono arreso. Con le mie paure sono venuto tra voi e sono stato premiato. Un premio così grande non lo avrei mai immaginato. L’indomani la radio canadese e la stampa italiana pubblicizzavano la grande serata. Una serata indimenticabile per l’asino, per la famiglia Santaluce che l’ha voluta, per i tanti italiani in Canada. L’asino veniva richiesto il giorno dopo per una intervista televisiva, ma era già in volo sull’aereo dell’Alitalia per rientrare incredulo nella sua terra d’origine.

0828.951003 347-7180930 338-2879538


La Voce di Buccino - Inverno 2007

E-mail dagli USA di Costantino e Rosetta Conte ad Angelo Imbrenda e Mario Chiariello Carissimo Angelo, Costantino ed io Rosetta vogliamo cortesemente ringraziarti della tua generosita’ di riconoscenza nei nostri confronti per l’attestato che hai voluto regalarci e che Mario ci ha consegnato. E’ fantastico essere onorati anche senza la nostra presenza, grazie di vero cuore. Continuiamo a complimentarti per le tue brillanti storie su questo giornale sempre piu’ interessante e affascinante, dove ci fai rivivere, soprattutto a noi lontani, emozioni del passato e del nostro amato e indimenticabile paese. Grazie per il tuo immenso impegno di farci sentire orgogliosi di essere Buccinesi. Angelo, saremo sempre fieri di poterti ospitare un giorno qui da noi e poter ricambiare con gratitudine e stima tutto quello che hai fatto. Certo sarebbe stato bello, meraviglioso averti insieme con Mario ed essere insieme uniti in tutte le nostre avventure. Con questo ti salutiamo in attesa e con entusiasmo dell’arrivo della prossima edizione LA VOCE DI BUCCINO- Ti inviamo un affettuoso saluto e augurare BUON NATALE a te, alla tua famiglia e a tutti i nostri cari Buccinesi che risiedono a Buccino e ai Buccinesi lontani sparsi in tutte le parti del mondo. BUON NATALE e FELICE ANNO 2008. Con tanto affetto Costantino & Rosetta Per tutti i buccinesi che ci vogliono contattare la nostra posta elettronica e’ [Rconte714@cs,com] Carissimi Rosetta e Costantino, ricambio gli auguri e le belle parole nei miei confronti. Come già vi ho detto in passato non siete voi che dovete ringraziare me ma sono io a dirvi GRAZIE per quello che avete fatto per Mario e di conseguenza per LA VOCE e per l’ASSOCIAZIONE. Mi auguro un giorno di venire anch’io nel N.J. per potervi abbracciare e ringraziare di persona. Meritate tanto e se questo numero è dedicato al viaggio dell’asino il prossimo giornale sarà dedicato ai coniugi Conte, in particolare al SURVIVAL Costantino. Questa è la sorpresa che renderà pregnante il contenuto della prossima VOCE di primavera 08. Nel frattempo, caro Costantino, rimettiti dal fastidio cardiaco così potrai gustare il bell’uovo di Pasqua che ti giungerà attraverso le pagine del nostro giornale. AUGURI e un forte abbraccio a voi e alla vostra famiglia Angelo

Caro Mario, il tuo viaggio si e’ concluso. L’ASINO ha finalmente volato ed attraversato l’oceano. Tutto questo lo dobbiamo al nostro incontro di un anno fa dove semplicemente volevamo farti i nostri complimenti per tutti i tuoi meravigliosi articoli che scrivi sulla VOCE DI BUCCINO. Ma quell’incontro ben presto e’ diventato un futuro ricco di entusiasmi e di soddisfazioni per entrambi. Dopo quell’incontro abbiamo avuto la fortuna di averlo con noi nella nostra casa. Abbiamo insieme manifestato l’amore per la nostra terra natia per onorare la gente del nostro paese di Buccino che restera’ sempre nei nostri cuori. Bene, ad accoglierti con tanta gioia quella sera del tuo arrivo ci sono stati amici buccinesi e gregoriani.La nostra casa per tre settimane diventava anche la tua casa. Tu ti sei subito trovato a tuo agio. Durante questa tua permanenza insieme abbiamo costruito un’amicizia di valori indescrivibili rispetto alle nostre personalita’e del nostro modo di vivere. Durante questo breve percorso abbiamo imparato a conoscerti.Tante sono le tue qualita’ ma quella che apprezziamo di più e’ il tuo coraggio,la tua onesta’, la forza di sorridere, non arrendersi mai. Con il tuo buon umore,con i tuoi occhi pieni di felicita’ hai regalato emozioni e una popolare allegria che sono valori infallibili e indimenticabili. A tutto questo dobbiamo aggiungere la collaborazione di Claudio e Federico che ci hanno raggiunto dal Canada. Claudio con gli spettacolari suoni di tre organetti e mandolino ha reso quella nostra serata più spettacolare, da non dimenticare.

Gerardo Gaeta con la sua stupenda voce, le sue canzoni My Way e Oh Mandy ha incantato tutti. Da non dimenticare la serata a casa nostra dove tu, Antonio (Pupetta) con la sua splendida chitarra e Claudio con l’organetto avete messo in armonia tutti i nostri amici in particolare

Pag. 9 con la canzone del DIRINDIDI. Ad accompagnare il ritornello Carol moglie di nostro cugino figlio di Francesco Di Leo anche lui di Buccino(CHE SERATA)! LA nostra avventura continua con lo straordinario incontro di Robert Marasco che ci ha offerto una brillante cerimonia soprattutto a te dove ti ha onorato con un attestato e medaglia di riconoscimento (indescrivibile!).Anche tu pero’hai incantato Robert nel fargli guardare i tuoi documentari raccolti su dei DVD che hai portato da Buccino:la festa della Madonna, le nostre famiglie, il nostro paese.Sono rimasti senza parole la cara Maria D’Acunto il figlio Franco,Fred e Madeline Marottoli quella sera non volevano lasciarti. Hai commosso tutti, quanta nostalgia della nostra amata terra. Questi DVD che tu generosamente ci hai lasciato noi li conserveremo gelosamente come dei tesori. Ai cari fratelli gregoriani e alle loro famiglie hai regalato loro qualcosa che nessuno mai ha fatto. In uno dei tuoi DVD la loro gente le loro famiglie, il loro paese la festa del loro patrono SAN GREGORIO. Tutti te ne sono grati compreso noi con la sorpresa dalla nostra compagna di scuola Rosanna Bastardo e la sua famiglia. Mario tu ed io Costantino abbiamo trascorso giorni inseparabili.La nostra amicizia sembra legata da tanti anni. Abbiamo condiviso storie della nostra infanzia un po’ diverse l’una all’altra, ma che poi alla fine sembravamo davvero due CIUCCIARIELLI. Insieme ci siamo regalati un sogno. Sono felice insieme con mia moglie Rosetta di averti ospitato. In casa nostra sei stato a nostro agio in tutti i modi.Non lasciamo fuori il viaggio in Canada dove siamo stati ospiti di Federico una persona dal cuore grande dove anche li sei stato accolto con grande onore non soltanto dalla famiglia di Federico ma da gente di Buccino, San Gregorio e tanti altri italiani. La serata in Canada,che spettacolo!Serata fulminante con l’arrivo di cosa!LU CIUCCIO! oggi introvabile anche a Buccino. In questo percorso abbiamo raccolto ricordi incantevoli che insieme porteremo nei nostri cuori e non si cancelleranno mai piu’. Abbiamo ricevuto il tuo DVD del nostro percorso sulla tua permanenza quì con noi.Devo dirti che ci hai regalato spendide giornate e serate indimenticabili., ma la cosa più bella dove mi hai toccato nel profondo del mio cuore resta il giorno che sei partito.In mattinata ci siamo trovati sulla tomba dei miei genitori.Ci siamo abbracciati e pianto insieme.Siamo due fratelli che entrambi abbiamo perso i nostri cari genitori che dall’adila’ saranno orgogliosi di noi. QUESTO E’ VERAMENTE IL PIU’ BEL REGALO DELLA MIA VITA. Con tanto affetto Costantino & Rosetta


Pag. 10

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Cari fratelli gregoriani d’America

Il viaggio dell’asino si è felicemente concluso. Sono a casa con il cuore pieno di tanti nuovi affetti e con la convinzione di essere riuscito a dare vita a una cosa bella. Prima di raggiungervi negli Stati Uniti ho lavorato per mesi con la volontà di raccogliere del materiale che potesse farvi entusiasmare. Non mi è stato possibile mostrare il tutto a tutti, ma lo stare insieme e parlarsi con l’entusiasmo degli occhi è bastato per dare vita a momenti significativi e incancellabili. L’amore per la terra natia e dell’italianità che intendevo incontrare l’ho trovato e mi lascia soddisfatto. Per molti di voi sono arrivato come uno sconosciuto, ma con il mio rientro mi ritrovo con numerosi amici. Appena giunto in Italia ho subito pensato di raggiungervi con il ringraziamento per la calorosa accoglienza. Ho preferito aspettare qualche giorno per farvi giungere, insieme alla mia lettera di gratitudine, anche il filmato che vuole essere il documento e il messaggio riepilogativo del mio viaggio. Principalmente sono venuto fra voi con la volontà di portare la poesia della nostra terra e rinsaldare nell’animo di tutti la nostra italianità. Non so fino a che punto ci sono riuscito. Il frastuono e gli entusiasmi che emergono nei festeggiamenti spesso poco favoriscono la concentrazione e offrono poco spazio alla riflessione. Sono felice di consegnarvi questo filmato con l’augurio che ognuno di voi che mi ha conosciuto possa averlo e conservarlo per ricordo. Possa gustarselo nella

tranquillità della propria casa. Possa riascoltare le parole della poesia che ho dedicato a voi miei fratelli d’America. Possa seguirmi nei miei interventi e possa riascoltare le calde parole che il mio cuore ha costruito per voi in piena sincerità. Vi ringrazio per la cittadinanza onoraria che mi avete conferito. L’ho molto gradita e la conserverò gelosamente. L’asino è felice e orgoglioso del suo viaggio. L’amore per voi tutti è condensato nel filmato che oggi vi lascia in ricordo. Vito Dente mi ha regalato, la sera che sono stato ospite in casa sua, il duplicato di un’audiocassetta dell’anno 1977. E’ un servizio radiofonico di Lucio Basco sul vostro paese di San Gregorio Magno. Una registrazione conservata così gelosamente di sicuro ha un grande valore affettivo. In Canada, nella serata del 22 Settembre, in cui ho incontrato i miei concittadini italo-canadesi, ho recitato per i gregoriani presenti una poesia nel dialetto del paese “ Lu riale de lu pezzente”. Un genitore è corso a casa per ritornare con un’audiocassetta sulla quale era registrata la stessa mia poesia che io avevo insegnato al figlio, Angelo Duca, mio alunno in San Gregorio, 25 anni fa. Costantino Conte è stato il fedele testimone di questa singolare emozione. Riascoltare quella audiocassetta, dopo un quarto di secolo, a migliaia di chilometri dalla mia terra, a pieno volume, nel centro della sala, per me è stato non solo un grande regalo ma un’autentica sorpresa. La sorpresa ha commosso tutti i presenti. Quella cassetta, conservata ancora oggi,

rappresenta per quei genitori un valore che mi inorgoglisce. Oggi questo asino a voi lascia un libro e un filmato: i segni del suo viaggio. Riconosce di avere nella sua mente un fanatismo strano: l’amore per la terra natia, ma non se ne dispiace. Un grande della cultura di Buccino alla domanda “ che cosa è il paese natio?” ha così risposto “Il paese natio è un luogo, ma è anche una dimensione dello spirito. E’ l’aria di cui abbiamo bisogno fino all’ultimo giorno. Ma è soprattutto il confine, il limite, la frontiera che dobbiamo superare. E tutti voi con il vostro coraggio e spirito d’avventura quel confine lo avete magnificamente superato. E ha superato la siepe anche l’asino della vostra terra. Ha compiuto un’impresa che nessun asino avrebbe osato fare. Lo ha fatto. Ci è riuscito. Ed è felice. E’ voluta essere non una gita di piacere ma una autentica prova d’amore dell’asino della vostra terra, l’ultimo rimasto in vita che continua a portare nell’animo quel mondo antico e con ostinazione continua a credere in quei valori. Il filmato che mando in dono è un documento. Mi voglio illudere che qualcuno lo conserverà a ricordo di un viaggio irripetibile di un asino e che un domani molto lontano possa dire: “ io tengo il filmato dell’asino che venne tanti anni fa in America “. Io oggi per allora ringrazierò quell’anima gentile ripetendo a me stesso “ quanto fu bella quella mia pazzia da asino”. Lascio voi tutti con tanta gratitudine e amore nel cuore. Mario

di RUSSO DOMENICO

AUTOFFICINA MECCANICA CARROZZERIA GOMMISTA ASSETTO RUOTE EQUILIBRATURA Svinc. BUCCINO Sud Loc. Ponte San Cono, 27 Tel. 24/h 0828 957332 - 330 81 46 92 Fax 0828 958856 e-mail: russo.tecnocar@tiscali.it


Pag. 11

La Voce di Buccino - Inverno 2007

La corrispondenza del l’asino:da e per l’America Mario ringrazia Alfredo e Rina Calisto Alfredo e Rina Calisto, siete meravigliosi, la vostra accoglienza è stata infinitamente squisita da commuovere me e Costantino. Poche ore di vita insieme sono servite a costruire l’amicizia per una vita. Siete l’onorevole rappresentanza della nostra terra in Canada. Sono felice di essere stato capace di regalarvi tanta gioia e tanto orgoglio per la vostra terra d’origine. Rina non dimenticherò le tue battute di mano, le saltate sui piedi, i tuoi occhi scintillanti e la voce gridante con i pollici puntati in su: Viva Buccino. Sì, Rina tutti noi insieme siamo proprio una bella squadra di calcio. Puoi essere fiera del tuo paese, portatelo nel cuore perché è bello e sta vincendo con il nostro entusiasmo. Non tardare molto per venirci a trovare. Mario

Mario con Rina e Alfredo Calisto

Caro Mario, Non posso fare a meno di farti giungere due miei righi, come buccinese, dopo che sei stato in mezzo a noi. Ho voglia di ringraziarti per quello che hai fatto. E´ davvero un bellissimo regalo. Sei stato in mezzo a noi per poche ore, ma ci hai lasciato un ricordo bellissimo, da non dimenticare. Hai un cuore grande e tanta buona volontà che ti spinge a fare tutto questo, per gli altri e per te.

Caro Antonio, per via delle diverse pagine già impegnate dalla mia penna su questo numero, non posso dilungarmi, ma nemmeno posso tacere o rimandare al prossimo numero quello che abbiamo provato insieme. Ripetutamente mi sono detto che il solo incontro avuto con te è sufficiente per giustificare lo scopo del mio viaggio. L’emozione che sono riuscito a regalare a te, a tua madre, a tutta la tua numerosa famiglia ed a me stesso è qualcosa di grande. Mi fa dire: dovevo farlo. La sofferenza della lontananza che scorre fra te e i tuoi familiari esprime nella sua interezza cosa significa essere emigrato e rende l’idea della sofferenza collettiva di tutti coloro che lasciano la propria terra. Ma un animo tenero, debole e gentile come il tuo, patisce ancora di più. Il calore dei nostri ripetuti abbracci, l’intesa degli occhi, il richiamo a tante emozioni della nostra terra ci hanno spesso unito con l’umidità degli occhi. Ripagante è stata la ricca frequentazione che ci ha permesso di vederci spesso insieme e non per incontri fulminei, come è successo per tanti altri. Ti ho seguito ripetutamente con gli occhi sul lavoro, nel tuo parlare e nel tuo signorile relazionare con gli altri. Mi hai riempito di orgoglio, nel cuore di una New York vertiginosa e frenetica, dove è difficile entrare e ancora di più fermarsi ed affermarsi. Sei cresciuto molto. Hai acquisito una indiscussa professionalità e una invidiabile responsabilità che ti hanno consentito di meritare la grande fiducia che ti è stata accordata. Ti ho visto vincente e soddisfatto osservare l’ombra di te stesso, ormai così lontana , nella Buccino di solo pochi anni fa. Adesso sei quasi pronto per un gran salto, così speciale che può farti cambiare per sempre la tua condizione di vita.

Quella sera io volevo che le ore non passavano mai. Eravamo tutti contenti a stare in mezzo a te. Mi sembrava di trovarmi nella piazza Mercato di Buccino, e pure eravamo solo quattro Buccinesi, ma sembrava tutto il paese unito. Non potrò mai dimenticare la tua venuta. Sto Leggendo il tuo libro ed e molto commovente. E´ bello ricordare gli anni passati. Saluti a Buccino Rina Calisto - Toronto

Mario, Giulia e Francesco Amendola (cumpà Cecca) e Antonio Fernicola

Già ti vedo nella gratificante condizione dell’italiano che in America ha trovato la grande fortuna. Ma a che prezzo ! Tu sei

un fragile, dal cuore d’oro, che vive in conflitto in un’America che lascia poco spazio ai sentimenti. Questo è quello che ti rende ancora più bello ai miei occhi perché nobilita lo scopo del mio viaggio. Sono venuto a cercare l’anima bella della mia terra e l’ho trovata soprattutto in te. Tu hai il privilegio di esprimerla al massimo grado. Ho vissuto con te delle emozioni che hanno vibrato come note su un pentagramma musicale. Ora ti saluto esortandoti: forza Antonio! Con la sofferenza non si muore, anzi si può riuscire a toccare le stelle. Se è successo a me, perché non dovrebbe succedere ad un’anima bella come la tua. Ti voglio bene. Ti vogliono ancora più bene Costantino e Rosetta. Il tuo amico del cuore. Mario Caro Mario La tua partenza ha svuotato la casa di Costantino e la nostra. Durante il tuo soggiorno abbiamo goduto del via vai, delle sorprese e delle tante novità. Ti ringraziamo dei tanti momenti di allegria che ci hai regalato. A me hanno fatto particolarmente bene per via di alcuni pensieri che avevo nella testa. Mi hanno aiutato a distrarmi. Mia moglie Carrol ogni tanto canta quel tuo diridindindì e ci fa ricordare il tuo buonumore che ha coinvolto noi tutti. Le tue emozioni sono diventate le nostre emozioni e i tuoi successi, i nostri successi. Hai per un poco cambiato la nostra vita e dopo la tua partenza siamo ricaduti nella nostra normalità. L’arrivo del tuo DVD è stata una vera sorpresa. Ci ha fatto rivivere la bellezza di quei giorni che ci sono apparsi ancora più belli. Se la tua vita è stata sempre così allegra, mi convinco che sei un uomo fortunato. Beato il tuo paese nel quale tu vivi perché ha la fortuna di averti ogni giorno. Non passerà molto e ti verrò a trovare. Mi hai fatto sentire la nostalgia dei miei, di Tonino Fernicola, di Ernestina e della sua mamma, che al momento saluto tanto caramente e appena potremo faremo loro una sorpresa. Giuseppe Di Leo e Carrol


Pag. 12

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Il regalo di Natale dell’asino Natale è sempre un momento particolare Grazie di esistere. Con tanto affetto Titina Muccione dell’anno e lo è anche per LA VOCE DI BUCCINO che in questa occasione cerca di presentarsi ai suoi lettori con una veste Questa lettera da sola è bastata a lenire diversa dal solito, quasi sempre speciale. tutte le mie ferite. Per questo appuntamento anche io mi Se oggi la porto alla luce è per una sono sentito sempre impegnato ad offrire gratificante strana coincidenza. Di ritorno dal mio viaggio ho diviso con delle riflessioni pregne di amore fraterno. Quest’anno sono qui con tanta gioia nel il mio amico di sempre la visione del cuore. Sono particolarmente felice di poter filmato-documento che ho costruito sulla offrire un dono singolare, ricco di tante mia avventura in America. Riporto la sua emozioni. Il mio viaggio in terra impressione: Mario ti ho sempre d’America. Ho preferito volutamente apprezzato per le tante cose belle che attendere questo numero per offrire agli hai fatto nel nostro paese, ma questa è affezionati lettori i risultati del viaggio particolare e mi riempie di orgoglio da farmi dire: Grazie di esistere. come un autentico regalo di Natale. La liturgia natalizia invita i fedeli cattolici a esaltare lo spirito della fratellanza. Il Il mio è stato il viaggio di un asino viaggio dell’asino è stato temerario, privo di ogni compagnia, prevalentemente questo: la voglia di nemmeno di un familiare. Ma non mi sono incontrare i tanti fratelli lontani che arreso. Oggi sono a casa mia con un animo portano nel cuore la nostalgia della terra vincente. natia, senza distinzione di provenienza o Sono qui a entusiasmarmi sul testamento di regione. La gioia dell’asino è tutta nello spirito della poesia in dialetto gregoriano che ha recitato ai fratelli italiani in Canada “ Lu riale de lu pezzente”. Un asino nella sua umiltà e povertà si è sforzato di regalare il suo cuore e diverse poesie della sua terra. Questo regalo è stato Il giornalista Alfonso Ciasca intervista Mario Chiariello gradito e ha generato emozioni e spirituale lasciatoci da un grande della nostra Terra, Marcello Gigante. Sono qui commozioni a catena. con l’umiltà culturale di un asinello a dire Quando, quattro anni fa, presentai che ho osato superare il recinto della ufficialmente il mio libro, ero fortemente nostra “siepe”. amareggiato per le incomprensioni che mi Oggi, in questo momento natalizio, tormentavano sul mio posto di lavoro. Ci l’asino vuole dividere la sua coraggiosa fu una splendida anima gentile che mi impresa con gli umili della sua terra e con regalò unitamente ai fiori questa sorpresa: tutti coloro che continuano a credere che Mario, sei grande: Ti auguro che questo Buccino è un bell’albero secolare, molto sia solo l’inizio del tuo successo. Ma che antico, con nobili radici e con dei rami dico! … Tu di successi e di affermazioni capaci di produrre favolosi frutti. nella vita ne hai avuti già tanti. Questo Posso dire a me stesso che bel Natale e ne è stato soltanto l’epilogo. La tua vena invito gli affezionati lettori a partecipare creativa è qualcosa di eccezionale che alla mia gioia. mi viene di paragonarti al Buon Dio Il viaggio dell’asino in formato DVD è a quando dal nulla creò il mondo. Sai tirar disposizione di tutti. Può essere richiesto fuori il bello dalle cose più brutte, sai gratis alla Voce di Buccino oppure direttamente al mio indirizzo. E’ una dar significato alle cose più futili. Hai ragione, sei un uomo ricco, di una emozione da non perdere. Una eventuale ricchezza che non è facile accumulare e spedizione postale è a carico del richiedente. marchiariello@tiscali.it che nessuno mai ti potrà portare via.

E-mail dagli USA Mario Sono tanto contenta che tu sei stato fra noi. Hai portato tante cose belle del paese, ci hai fatto rivivere tante belle emozioni. Ci hai permesso di vedere i tanti cambiamenti nella nostra Buccino. E’ stato commovente rivivere la festa della Madonna. Siamo tutti emozionati di te Mario e ti aspettiamo un’altra volta. Se ci prometti di tornare di nuovo io mi impegno a farmi trovare ancora qui. A Sollenne e a Ermina chiedo che quando passa la Madonna la salutassero per me. Conservo tanta devozione per la Madonna e amore per il mio paese. Che Buccino trionfi sempre. Buccino ha sempre vinto e deve diventare sempre più bello. Grazie al tuo viaggio è diventato anche più amorevole. Maria D’Acunto

Mario con Maria D’Acunto e il figlio Frank

La visita di Mario è stata per tutti noi una vera festa. Io lo considero il nostro caro ambasciatore e voglio sperare che Roma, o uffici diplomatici in New York, in Canada gli facciano i giusti riconoscimenti. Al suo entusiasmo aggiunge bravura, dolcezza e tanta amorevolezza. Ha saputo farci vivere belle emozioni. Ci ha portati fuori dal nostro torpore e tirato fuori da ognuno di noi ricordi, amore, fratellanza. Ha ri-inventato Buccino. Con i suoi filmati ha saputo commuoverci e mi ha reso particolarmente felice nel vedere tanta commozione negli occhi di mia madre. Mi sono ripromesso che se la mamma migliora ancora di un poco il suo stato di salute le regalo un altro viaggio, forse l’ultimo, nella terra che si porta nel cuore. I miei cari saluti a zia Sollenne e Erminia. Tanti saluti a Buccino. Evviva Buccino. Franco Iuorio (figlio di M. D’Acunto)


La Voce di Buccino - Inverno 2007

Una favola in terra canadese Una mattina di marzo dell’anno 2005, entrando nello studio di registrazione di mio figlio, incontro Claudio insieme al papà e apprendo con grande meraviglia che intenzionalmente giungono dal Canada per l’incisione di un CD musicale. Nasce sull’istante la mia curiosità per il ragazzo che vive così lontano dall’Italia con una passione per l’organetto, uno strumento che produce musica prevalentemente popolare e meridionale. Le domande di curiosità si susseguono a catena e, fra le tante, spontanea e legittima primeggia questa:”a cosa ti serve questa musica in una terra così lontana? “ Solo quest’anno ho potuto rendermi conto chi è veramente Claudio e cosa rappresenta per la comunità italiana di Toronto.

Bravo Claudio, complimenti! Puoi essere davvero fiero perché questo meritato riconoscimento ti viene da un esperto. Complimenti due volte perché dopo avere apprezzato la tua bravura musicale e il caldo approccio col pubblico, ho provato la sensazione di avere di fronte a me un giovane suonatore d’organetto della mia terra, dimenticando, come tu puntualizzi, che sei un Canadese. Di fronte al tuo affettuoso invito di venirti a trovare in Toronto, in quel non molto lontano 2005, ho semplicemente sorriso perché mi chiedevi l’impossibile. Mai avrei supposto che il destino bizzarro avesse in serbo la sorpresa più bella della mia vita. Nel momento del saluto eravamo già amicissimi. Tu mi hai lasciato la tua bella realizzazione musicale UN NATALE TRADIZIONALE con ciaramella e zampogna, ed io il mio amato libro C’E’ UN ASINO CHE VOLA. Uno scambio artistico di musica e poesia che cantano entrambe il calore e l’amore per la nostra terra italiana. Ripeto, mai avrei pensato che le nostre due diverse espressioni artistiche potessero trovarsi affiancate per dare vita in terra canadese ad una serata indimenticabile, non solo per noi due ma per tutta la comunità di Toronto e di riflesso per la gente del mio paese. A sancire la superba straordinarietà della serata, in cui ci siamo esibiti insieme, tu con la musica e io con filmati e poesie, è stata la reale presenza del simbolo per

eccellenza di quel grande mondo contadino: “ lu ciucciariello”. La presenza di un asino vero nella sala del Club Fossacesia resterà una pagina di Storia nella tua terra, un ricordo indelebile nel tuo curricolo professionale e il regalo più bello per me che ho fatto dell’asino l’emblema della mia vita. Grazie Claudio per questa favola che hai saputo realizzare in terra canadese. Grazie per il tuo entusiasmo e per la tua gioventù che sono la bella speranza di una fiaccola che continua a tenere in vita le nostre tradizioni italiane. E’ il bellissimo regalo che stai restituendo allo zio di Colliano che per la prima volta, nei tuoi innocenti otto anni, depositò nel tuo cuore la passione per l’organetto. Grazie per la grande emozione che hai regalato ad un asino zoppicante della mia età per averti avuto al suo fianco con la tua vivace freschezza professionale. Grazie per la tradizione della nostra terra che con la tua bravura continui a far brillare. E’ stata una grande gioia scoprirti un importante punto di riferimento per tutta la comunità italiana. La fiducia e la stima che ti vengono da questa gente stanno consolidando in te l’amore e la cultura per la terra dei tuoi genitori. La gioia che tu regali ai tanti italiani che soffrono del male della lontananza non ha prezzo. L’emozione continua che si legge negli occhi di mamma e papà è il più bel regalo che un figlio può offrire ai genitori fieri della propria terra. In questo mio viaggio ho sofferto quando ho incontrato figli di italiani che non conoscono la lingua dei genitori. Tu, oltre alla lingua, canti la cultura. Mi viene da definirti il piccolo cuore italiano in terra canadese. L’asino con orgoglio ti ha tenuto al suo fianco. Ti apprezza con tanta commozione nel cuore e ti ringrazia per tutto ciò che fai e rappresenti per l’Italia. Ti lascio con l’augurio che le tue solide aspirazioni ti consentano di raggiungere prestigiosi traguardi. Saranno il tuo meritato compenso, la gioia dei tuoi e l’orgoglio degli italiani in Canada. In quanto a me, asino della mia terra, che ho investito tutta una vita nell’entusiasmare i giovani, sono felice di lasciarti con l’illusione di essere stato capace di depositare nel tuo nobile cuore un pezzetto di anima della nostra terra. Grazie Claudio, sei già un grande, ma aspira a diventare grandissimo per la gioia di noi tutti. Hai con te il tempo, la passione, le capacità e l’incoraggiamento del tuo pubblico italiano.

Pag. 13 Carissimo Mario, Te ne sei tornato in Italia ma sei sempre presente in mezzo a noi. Ci hai lasciato tanto entusiasmo e tante emozioni che noi porteremo per sempre nei nostri cuori. Hai portato un pezzetto d’Italia qui a Toronto in Canada. Ti voglio ringraziare per aver accettato il nostro invito a venirci a trovare in terra Canadaese. Voglio anche ringraziare, in particolar modo, mio zio Angelo Strollo di Colliano perchè per mezzo di lui ho consociuto tuo figlio Daniele ove ho registrato nei suo studi i miei CD musicali. Daniele è una persona eccezionale sia come persona che come professionista. Per mezzo di lui ho cosciuto suo papa, Mario Chiariello che ci ha fatto trascorrere dei momenti tanto belli qui in terra nostra. Io sono Canadese, però sono molto attaccato all”Italia, la terra di mamma e papa. La sera del 22 settembre, qui a Toronto, hai scritto una pagina di storia. Tutti i presenti, mi hanno ringraziato e mi ringaziano ancora per aver dato loro questo bellissimo regalo(aver conosciuto Mario Chiariello), che tu ti sei ribattezzato come “Lu Ciucciariello”. Le poesie che ci hai narrato e i filmati che ci hai mostrato hanno incantato tutti i presenti e ti ringrazio per averci regalato una bellissima serata. I miei genitori hanno letto il tuo libro e ne parlano sempre con tutti i parenti ed amici. Anzi, papà lo sta leggendo di nuovo e dice sempre che parla di realtà, di sincerità e di storia. Mario, ti lascio con un caloroso abbraccio. Salutami Daniele. Ciao, Claudio Santaluce Grazie Mario Per averci fatto trascorrere dei momenti tanto belli da non dimenticare. Sarai presente nei nostri cuori per il resto della nostra vita. Ci hai portato tante emozioni e bei ricordi. Grazie, sei grande. Federico e Rosa


Pag. 14

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Dopo la follia di domenica 11 novembre CERCASI RAGIONE DISPERATAMENTE…

Giovani registi crescono Antonello Novellino

di Mario Panzarella Trimarco In questo scorcio di Novembre quanto è accaduto in Italia dovrebbe indurre a far sentire la voce di tutti e a prendere atto delle responsabilità che la società civile d o v r e b b e consapevolmente assumersi. I gravissimi fatti di queste ultime settimane non possono essere ignorati e consegnati all’oblio, ma meritano attenzione e riflessione per impedire che “il sonno della ragione”produca nuovi MOSTRI. Mi hanno scosso particolarmente i fatti di Roma: nella storia della Repubblica non era mai accaduto che venissero assaltate quattro caserme della Polizia di Stato. È domenica 11 novembre. Tifosi avversari si incrociano presso l’area di servizio di Badia al Pino ed è scontro. La rissa richiama l’attenzione della Polizia stradale dalla parte opposta della carreggiata. Un agente spara e un proiettile uccide il giovane romano Gabriele Sandri, tifoso laziale. Il diffondersi di questa notizia scatena disordini: la comunicazione difetta su tutti i fronti. Gli Ultrà sembrano rispondere ad un preciso disegno eversivo. Se i poliziotti non avessero ignorato le provocazioni ci sarebbe stata una mattanza. Con amarezza e sgomento mi viene da dire che tutto questo si poteva evitare, sia se quel poliziotto non avesse compiuto il gesto scellerato, sia se tifosi di squadre diverse, nell’incontrarsi, si fossero stretti la mano augurandosi l’un l’altro la vittoria della compagine migliore, magari consumando spensieratamente un panino. Ma non è così che è andata e, forse, non poteva andare diversamente. A mio parere la mancata costruzione dell’identità soggettiva rende l’individuo debole, vulnerabile, fragile… Gli esseri umani privati della consapevolezza del sé, diseredati della memoria e senza alcun patrimonio da onorare e difendere, non hanno mete da perseguire e conseguire e scivolano nel baratro esistenziale. Nel “branco”, al contrario, prende forma una identità collettiva, tossica, atipica e

malata che si estrinseca con l’azione vandalica, il cinismo, la ferocia e la violenza più efferata. L’assenza di valori etici narcotizza ed espropria le coscienze, non permette di considerare “prezioso” il dono della vita propria ed altrui, non consente di apprezzare l’insostituibile ricchezza della “diversità” e considerare fortificazione di se stessi “la sconfitta”. Sul filo di queste riflessioni spero che tutti ritornino alla ragionevolezza, per consentire, finalmente, al fiore di sbocciare dalle sabbie aride del deserto... per concretizzare il miracolo della rinascita delle COSCIENZE, il ripristino della RAGIONE. Occorre abbandonare la barbarie e uscire, quindi, a “riveder le stelle”. E similmente alle stelle brillano gli occhi di tutti i bambini del mondo quando provano la gioia di dare un calcio ad un pallone, magari costruito con materiale povero, come i grandi campioni facevano nella loro infanzia. Questa è l’emblematica immagine in cui si riflette il calcio pulito! La sua alta valenza educativa non può essere oltraggiata dai sassi nelle tasche dei tifosi e soffocata da spirali di violenza, perché il calcio sano unisce e non divide, istruisce alla pace e non alla guerra, è ponte fra i popoli e le culture, nel rispetto agonistico. Mentre scrivo il Natale è alle porte e a tutti i lettori di questo giornale, anche a quelli d’oltreoceano, desidero formulare i più fervidi auguri. Al Direttore Angelo Imbrenda, unitamente agli affettuosi auguri di ogni bene, esprimo immensa gratitudine per aver consentito anche alla mia voce di farsi sentire. Caro Mario, nel ricambiare gli auguri, lascia che sia io a esprimerti immensa gratitudine per consentire a me di pubblicare questa tua bella e illuminante riflessione. Quando ho la possibilità di pubblicare sulla VOCE articoli scritti dai giovani mi si apre il cuore alla speranza. Quando questi articoli tracimano di tanta saggia ragione la speranza si trasforma in certezza. L’Italia ha ancora un futuro perché, agli ultrà del tifo demenziale che si trasforma in atto delinquenziale, può contrapporre questo fiore di gioventù. Grazie a.i.

Da venerdì 9 novembre2007 e per tutta la settimana, presso il Cine Verdi di via Bravo Murillio ,28 di Madrid è stato proiettato il corto del regista ventiseienne Antonello Novellino (Salerno/ITALIA) DIETRO LE COSE-detras de las cosas un corto con tematica sociale attuale: la bulimia. SINOSSI: il vuoto bisogna riempirlo fino a sdoppiarsi... trasfigurarsi / trasversalmente ...riempire buste di plastica, riempire una vita di plastica... cibo... colori di ortaggi,verdure e frutta...ritualità bulimica ossessiva compulsiva che solo uno scroscio d’acqua può lavare via per poi ricominciare.... dietro le cose... dietro le porte... Da vedere fino alla fine. I titoli sono ingannevoli. Hace falta llenar el vacío hasta desdoblarse... Transfigurarse transversalmente... Llenar bolsas de plástico, llenar una vida de plástico... Comida... el color de las hortalizas, de la verdura, de la fruta... El rito obsesivocompulsivo que sólo un torrente de agua puede lavar para después volver a comenzar... detrás de las cosas... detrás de las puertas... E’ molto valida e utile l’iniziativa dei gestori del Cine Verdi ,di proiettare un corto davanti ai film in programmazione, è una giusta vetrina che omaggia giovani registi che altrimenti dovrebbero affidarsi solo ai festival! Fare un cortometraggio richiede lo stesso impegno e sintesi di capacità comunicativa alla pari dei lungometraggi. I corti sono prove di iniziativa e coraggio per i giovani che non hanno ancora “ gancio” con le grosse case di produzioni . Tutti i grandi registi hanno iniziato con i corti che poi a successo raggiunto sono “chicche di talento” pregnanti di verità creativa /artistica . Oggi tutti con i mezzi tecnologici possono fare un corto, ma di pochi è il futuro da regista!


Pag. 15

La Voce di Buccino - Inverno 2007

IL MIO CUORE ANTICO IN UNA CHIESA MODERNA

La nuova Chiesa di Romagnano

Le emozioni sono importanti nella vita di ognuno di noi, provare emozioni oggi diventa sempre più raro, siamo totalmente presi da una vita non vita e c’illudiamo di vivere, in realtà sopravviviamo. Le chiese moderne, come le case moderne, non mi invitano ad entrare, non mi parlano al cuore, non mi creano emozioni. Il mio cuore “antico”vive di ricordi che solo le antiche pietre fanno riaffiorare. Il moderno, quando visito una città, non mi emoziona, anelo il nucleo antico. I palazzi antichi mi parlano, mi fanno vibrare, mi raccontano il passato e m’invitano ad entrare. Ogni volta che vedo una chiesa moderna, entro per un’esigenza dello spirito, ma non riesco a pregare, non riesco a ritrovarmi. Per caso, mi sono trovata a “Romagnano nuova”, davanti alla nuova chiesa. Ho guardato la facciata e sono entrata…Appena sono entrata ho provato una grand’emozione. Il mio sguardo si è rivolto all’azzurro del cielo ed insieme alle nuvole hanno portato la mia preghiera fino a Dio. La chiesa è dedicata alla Madonna del Rosario ed è piena di simboli nascosti ai quali Don Giovanni, ha risposto in maniera esauriente a tutti i miei perché. Sulle arcate sono scritti i titoli principali che sono stati dati alla Madonna nel corso dei secoli. Sotto il cielo ci sono degli affreschi dove sono rappresentati i tre titoli che oggi vengono dati alla Madonna: Mater filia dei,Sponsa dei,Mater dei. Sul presbiterio c’é

l’apoteosi della Madonna, la Santissima Trinità che incorona la Madonna.Gli affreschi sono stati eseguiti da Alberto Forlenza, Mercurio Vito, Mauro Trotta e Adele Ruggiero L’altare è un tronco secolare di ulivo donato da un fedele di Romagnano al Monte. Dietro l’altare c’è un quadro della Madonna di Pompei circondata da tanti cerchi, in ogni cerchio sono stati dipinti i misteri del Santo rosario da un noto ceramista di Vietri sul Mare e donati dalla signora Falcone. Sulla destra, il battistero di marmo scultoreo di Carrara, dalla forma ottagonale. Dietro c’è il mosaico di San Giovanni Battista e la colomba sembra volar via dal dipinto, realizzata da una mosaicista buccinese, Carmelina Capua. La mia attenzione è stata catturata dalle stazioni della via Crucis dipinte in tutta la loro essenzialità, umanità e divinità. Volti semplici, scavati dalle rughe del tempo e immersi nello spazio presente. Non volevo più uscire da questa chiesa: tutto mi parlava al cuore e mi provocava emozione. Come mai? Dopo un po’ ho capito che il sacerdote, l’architetto Grippo, l’impresa edile, i pittori,la mosaicista e i ceramisti hanno lavorato all’unisono per creare una chiesa. Concettina Cariello

In memoria di un Uomo G r a z i e all’amministrazione c o m u n a l e , quest’anno, per la prima volta, si è svolta, nella chiesa di S.Antonio Abate di Buccino, una manifestazione che, con l’assegnazione del “Premio Marcello Gigante”, ha voluto ricordare la persona del nostro illustre concittadino, Marcello Gigante. Un video ha ripreso i momenti più salienti della sua brillante carriera, suscitando nei presenti, forti emozioni, intensificate dall’intervento del vincitore del premio, Prof. Arrighetti che ha ripercorso momenti di vita trascorsi con il grande professore Marcello. I nostri ricordi di questo piccolo grande uomo risalgono alla nostra infanzia: mio zio, Costantino Cariello, suo alunno, parlava sempre del suo grande professore a me e sua figlia Dina. Nutriva verso di lui una grande venerazione ed ogni volta che

ci parlava di lui la sua emozione si trasmetteva a noi. Ci riferiva della sua grandezza e di quanto aveva dovuto lottare per farsi strada: figlio di commerciante inserito nell’ambiente accademico dell’epoca! Non riuscivamo a frenare la nostra commozione, quando con altrettante commozione, parlava del dolore di Marcello per la morte prematura del figlio Mauro. Sapevamo così tanto di lui che quando finalmente riuscimmo a stringergli la mano provammo un’emozione grande e ritrovammo quel grande uomo. Quando ascoltammo una sua conferenza a Buccino riuscì a farci capire tutto nonostante la nostra ignoranza in materia. Rimanemmo incantate perché ci rese semplici anche le cose difficili. Ricordarlo oggi a tutti coloro, che non l’hanno conosciuto è un dovere perché come lui ebbe a dire “I vivi sono vivi,ma i morti non sono morti” Dina e Tina CARIELLO Gentilissime Dina e Tina Cariello, partecipo alla vostra gioia perché come voi dite: “ Grazie all’amministrazione comunale, quest’anno, per la prima volta, si è svolta, nella chiesa di S.Antonio Abate di Buccino, una manifestazione che, con l’assegnazione del “Premio Marcello Gigante”, ha voluto ricordare la persona del nostro illustre concittadino, Marcello Gigante. Non è stata la prima volta però. Sia a Buccino che fuori si sono tenute manifestazioni in suo onore. Per la cronaca, il 30 novembre 2002, ad un anno dalla scomparsa del nostro illustre concittadino, si tenne una commemorazione presso il Liceo ASSTEAS indetta dall’Amministrazione Comunale di Buccino e in contemporanea ma non concordata,una manifestazione a Roma indetta dall’Associazione Buccinesi nel Mondo e da La Voce di Buccino (cfr. il numero Inverno 2002 de La Voce). Successivamente a luglio 2005 la stessa associazione e il periodico istituirono il “ 1° Premio Marcello Gigante” da assegnare ad una personalità di origine Buccinese. Questo premio è giunto alla terza edizione ma non porta più il nome del nostro amato concittadino per un vizio di forma da noi commesso. O, sarebbe meglio dire, perché i gendarmi della memoria volceiana hanno posto il loro niet. Siamo costretti quindi a conservare la figura di Marcello Gigante nel nostro cuore come dei carbonari. Un giorno, forse, sarà concesso anche a noi di onorarLo. a.i.


Pag. 16

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Mo vene Natale… Quanto è lontano il Natale di oggi da quello di cinquant’anni fa o su di lì. La festa più attesa, l’occasione unica per godersi la serenità familiare,il focolare domestico, dimenticando gli impegni, le corse e gli affanni della vita di tutti i giorni, si va concitando, riempiendosi di appuntamenti previsti e imprevedibili. Gaetano Afeltra, conoscitore dei vizi e delle virtù meridionali, scrive che al Sud i riti legati all’Avvento ancora resistono ai mutamenti di costume. Leggiamolo insieme per renderci conto che se questo è vero, è pure innegabile che essi hanno perso la genuinità per ibridarsi e moltiplicarsi in cento rivoli. “Già da metà novembre i ragazzi sui banchi di scuola pensano alla lunga festa di Natale…” Gli studenti, oggi, non hanno tempo per desiderare quel lungo periodo di riposo, indaffarati come sono ad acchiappare a volo l’occasione buona per organizzare scioperi e cortei e poi, tra novembre e dicembre attecchiscono bene i bigattini nelle aule e nei corridoi, l’occupazione e l’autogestione hanno bisogno di una rivisitazione, le assemblee di Istituto, se funzionano, vanno surriscaldate. Forse, sono solo i ragazzini delle materne e delle elementari a sentire maggiormente l’atmosfera festiva, presi dai” lavoretti “ e le recite in costume. “Durante le ore di lezione sale all’improvviso il suono degli zampognari venuti dai monti dell’Abruzzo, suono che ci fa diventare più buoni”. La musica di ciaramelle non manca, ma ora è mixata a quella dei Babbo Natale in carne e ossa o automi che dentro e fuori le vetrine fanno Natale raccogliendo fondi per il Terzo Mondo, o meglio per associazioni fantasma. Quale occasione migliore per fare beneficenza che la festa della bontà per antonomasia. Sono stati i poveri i primi ad essere raggiunti dalla buona novella e ce lo ricorda quel mondo cosmopolita del presepe fatto dal pastore Benino, dallo schiavo orientale e dal servo nordafricano. E ce lo ricordano i mendicanti che diventano più numerosi proprio nelle ore di punta e nelle strade più affollate, proprio quando si fa shopping, così il golfino di cachemire 100% e la borsa di Cavalli devono essere intossicati. Sì, ma il turbamento dura

poco, giusto il tempo di mettere mano al borsellino, di Gucci naturalmente. Ah gli zampognari! Partono ancora oggi da Colliano o da San Gregorio Magno, ma sono anche loro così impegnati per le loro performance che non hanno neanche il tempo di togliere il jeans e indossare l’abito da lavoro, quel caratteristico pantalone di fustagno o di velluto a costine piccole piccole, dove la polvere della mulattiera ben si annidava. “Le mamme si affacciano… per buttare le monetine che i ciaramellari nei loro costumi montanari, raccolgono ringraziando e togliendosi il berrettone di pelo volpino, con un gesto di gratitudine e di rispetto”. Le monetine? Già prima dell’arrivo dell’euro per pochi minuti di canto e musica dall’aria improvvisata, le tariffe erano esagerate. Manco se questi nostri zampognari fossero i maestri della Filarmonica di Vienna. Per sentirli a buon prezzo conviene fare un preventivo e un contratto verbale. “Cominciano i preparativi per il presepe: sughero o cartapesta?. Spesso l’incertezza dura giorni. Se ne parla nell’ora di cena. E’ un parlare dolce, pieno di tenerezza, familiare…” Nelle nostre case non esistono i dialoghi alla De Filippo e i monologhi di casa Cupiello sono completamente ignorati. Altro che presepe, i nostri figli devono partire per la neve, o meglio per i paesi caldi, perché “Natale al caldo e Pasqua al freddo”, e poi occorre rinnovare il guardaroba, organizzare il veglione,mentre la povera vecchia tombolata, di sicuro non esiste più. Il presepe, però si deve fare, lo faranno le nonne o le mamme, quelle bambine degli anni 50 o su di lì, che devono decorare anche l’albero. Perché quando marito e figli entrano in casa, tutto deve essere immerso nell’atmosfera dell’Avvento. Così le decorazioni si moltiplicano, nascono nuovi punti vendita, si aprono i mercatini di Natale per addobbi che di tradizionale hanno ben poco. Ora vanno di moda palline patchwork, stelline di pasta di sale e di mais, carta e cartoncino, rame e alluminio, nastri e paillettes e il Made in China dilaga. A dire il vero, ora fa chic la Natività vestita, costa cara, ma almeno non si sporca la casa armeggiando con i giornali vecchi, la colla di farina e il muschio umido di roccia. “Intanto le vetrine si arricchiscono di giocattoli…” Sì, giocattoli, pacchi e

pacchetti, perché a Natale dal momento che siamo più buoni siamo anche più bambini. In questo scambio dei doni a parenti, amici e conoscenti restiamo tradizionalisti e ci vogliamo sentire come i re Magi che portarono oro incenso e mirra al Bambino Gesù. “Il pranzo di Natale è l’impegno maggiore: dalla sua consistenza, dal numero delle pietanze, dalla varietà dei cibi si misurano il peso sociale e le condizioni di famiglia” Caro Afeltra, questo pranzo di Natale su cui hanno scritto pagine bellissime M. Serao, S. Di Giacomo e G. Marotta è forse una delle poche cose che col passare degli anni non ha perso né peso né misura, anzi è tracimato. Il capitone si è portato appresso il salmone affumicato e l’aragosta, e la minestra maritata si è accoppiata pure con l’arista al pepe verde. La radicata consuetudine di celebrare il lieto evento intorno a una tavola imbandita ci fa sentire veramente che Natale esiste. Siamo proprio noi i pastori del diversorium che si agitano vestiti a festa nell’opulenta taverna del presepe. E proprio noi tra Lambrusco e Moet & Chandon, tra trionfi di frutta, dolci e verdure ci sentiamo i veri modelli dei mastri pastorai. Non di quei pastorai di ultima generazione che contaminano il presepe con Madonna, Bush, Berlusconi o il compianto Mario Merola, ma i mastri della scuola di Sammartino. Quelli dei Musei. E che dire della processione di mezzanotte col Bambinello sul cuscino di raso rosso che doveva fare il giro attraverso tutte le stanze, anche la cucina ancora impregnata del puzzo di frittura? Questa passeggiata sacra al canto di Tu scendi dalle stelle è d’obbligo a casa mia da sempre, ma anno dopo anno mi rendo conto che a stonare e a “processionare” sono solo io, e manco tanto convinta. Perché l’ora della processione, stranamente coincide con la difficile digestione e con l’invio degli SMS che non possono essere prorogati di un solo secondo. Questo tu per tu con Afeltra che è poi un tu per tu con il nostro passato ci porta a considerare che il tempo passa, le consuetudini pure, ma occorre fermare la sacralità del Mistero, almeno dentro di noi. Approfittiamo del rinnovarsi del mistero della vita, della vita dell’uomo, del clima dove il sacro ben si fonde col profano, dove si respira un’aria di buonismo tra sincerità e ipocrisia e facciamoci un “Buon Natale”. Maria Rosaria Pagnani


La Voce di Buccino - Inverno 2007

Buccino-Volcei si fa onore in seconda categoria Quando la Voce arriverà nelle case di tutti i buccinesi il campionato di seconda categoria al quale partecipa la nostra Buccino-Volcei sarà giunto presumibilmente alla nona giornata. Non possiamo aggiornarvi in tempo reale sulle vicende calcistiche che ci stanno più a cuore , non coincidendo le cadenze settimanali degli incontri con quelle trimestrali del giornale . Siamo però consapevoli che soprattutto per i non residenti anche notizie non puntuali saranno in ogni modo apprezzate e accolte con entusiasmo, tenendo conto anche delle conferme che la nostra equipe sta ottenendo in questa prima fase. Alla sesta giornata disputata il 2/12/2007, in sintesi i risultati ottenuti sono i seguenti: 3° posto in classifica con 11 punti a 5 punti dalla prima , frutto di tre vittorie (Ricigliano, Chieve, Colliano), 2 pareggi (TanagroGregoriana e San Michele Olevano) ed una sola sconfitta alla seconda giornata contro il Quadrivio Campagna; 2° miglior attacco con 15 goals segnati; 8^ difesa con 7 reti subite. La convinzione di essere sulla buona strada si basa su considerazioni di ordine tecnico e societario. FATTORE TECNICO: l’allenatore Mauro Salvatore, pur disponendo di una vasta rosa di giocatori , ha ritenuto di non cedere alle tentazioni del turn over ( tanto di moda nel calcio professionistico) e ha dato alla squadra una ben definita fisionomia tecnico/tattica; nelle sei gare fin qui disputate sono ben sette gli “Inamovibili” : Cervino (portiere), Del Chierico, Freda e Salzano (difensori e centrocampista), Grillo, Forlenza e Candela ( centrocampista e attaccanti). Questa continuità negli uomini impiegati è alla base di una indiscutibile continuità di rendimento e risultati : difesa solida ( ma probabilmente ancora da registrare, dato che la media di goals subiti è di 1.16), centrocampo propositivo e attacco prolifico ( due goals e mezzo ad incontro) , con Forlenza e le sue 5 segnature sugli scudi. Riteniamo che lo schema adottato possa essere un canonico 4-4-2, ma di questo ed altri aspetti squisitamente tecnici ne parleremo in una prossima occasione e solo

dopo un’ampia intervista che ci proponiamo di realizzare con il mister. FATTORE SOCIETARIO: l’organigramma della società , vasto dal punto di vista quantitativo e convincente dal punto di vista qualitativo, assicura una fattiva e dinamica organizzazione , indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’ottimo presidente geometra Gerardo Murano, fin dall’inizio della nostra collaborazione (ci sentiamo settimanalmente per commentare le partite e puntualmente mi invia i relativi tabellini) ha sempre manifestato una incrollabile fiducia nella missione intrapresa , convinto di aver allestito una compagine capace di riportare Buccino al traguardo più ambito , consono alla sua storia e alla passione con cui la squadra è seguita dai tanti volceiani sparsi nel mondo. Nell’incontro della 6 ^ giornata con il San Michele Olevano, terminato 3 a 3, al primo goal della squadra di casa, il Buccino Volcei ha replicato portandosi all’inizio della ripresa addirittura sul 3 a 1: siamo stati riacciuffati solo a 4 minuti dalla fine , per giunta su un calcio di rigore che agli osservatori più obiettivi è sembrato per lo meno generoso. Che il Palazzo (anche quello “modesto” del calcio di provincia) possa avere delle antipatie è plausibile, ma siamo convinti che i valori umani e sportivi dei nostri atleti avranno la meglio e condurranno i nostri colori a conquiste importanti. Le prossime tre giornate vedranno sul sintetico campo “Paolino Via” di Buccino l’Arci Postiglione (ttualmente sesto) e il Real Palomonte (primo in classifica) e tra le due partite casalinghe la trasferta contro il Pugliano ( fanalino di coda a zero punti). Riteniamo che la sfida con gli attuali capolista, da disputare tra le mura amiche con il sostegno dei nostri supporters, possa rappresentare un punto di svolta decisivo: di più non diciamo, e vi diamo appuntamento alla prossima Voce di primavera, augurandoci di ritrovarci con ottime notizie. Buon Natale e Buon Anno agli sportivi e ai buccinesi tutti. Carmine Genetiempo

Pag. 17 I Campioni del Calcio La scomparsa di Liedholm

Liedholm e Puskas

MILANO - Nils Liedholm (nato a Valdemarsvik, 8 ottobre 1922 e morto il 5 novembre 2007, come già riporta il sito wikipedia da cui è tratta gran parte di questa biografia) è stato un ex calciatore e allenatore di calcio svedese. In Italia era stato soprannominato «Il barone». Dal 1942 al 1949 disputò sette stagioni nel campionato di calcio svedese, poi si trasferì in Italia nelle fila del Milan dove rimase fino al ritiro agonistico nel 1961, totalizzando 359 presenze e 81 gol. In maglia rossonera fu affiancato dai connazionali Gunnar Gren e Gunnar Nordahl, con cui formò il trio GreNo-Li. Vinse quattro scudetti e due Coppe Latine. Con la nazionale svedese vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1948, e giunse secondo ai mondiali del 1958 in casa alle spalle del Brasile. Dopo aver smesso di giocare a 39 anni, il Barone, nel 1963 divenne allenatore. Le squadre da lui allenate furono il Milan, il Verona, il Monza, il Varese, la Fiorentina e la Roma. Da allenatore vinse due volte il campionato italiano di calcio, con il Milan nel 1979 e con la Roma nel 1983. Dopo l’ultima stagione da allenatore nel 1996-1997, passò al giornalismo come commentatore sportivo. Negli ultimi anni Liedholm era proprietario di un’azienda vinicola a Cuccaro Monferrato. Quando decise di venire a giocare in Italia, una leggenda vuole che dicesse al padre «Tranquillo papà, un anno, massimo due e poi torno» . Una curiosità: Nils Liedholm è raffigurato sulla prima copertina dell’album “Calciatori Panini”. Il vecchio campo di calcio “Quintino Di Vona” di Largo Pescara. La Buccinese degli anni ‘50 allenata da mister Genetiempo a destra nella foto. Nel riquadro Menotti Landolfi recentemente scomparso.


Pag. 18

Pelè, per sempre

Peppino Imbrenda e Enzo Landolfi

Le nostre parole sono spesso prive di significato. Le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo, spesso inconsapevole. Le abbiamo rese bozzoli vuoti. Dovremmo rigenerarle, restituire loro senso, crearne di nuove che abbiano consistenza, colore, suono, odore. Ma quale parola potrà mai sostituirsi a memoria, amicizia, dolore. Quali parole potranno mai raccontare il garbo gentile, l’entusiasmo dirompente, la sodale amicizia di un uomo che ha attraversato il suo tempo con una levità sorridente, credendo nell’onestà e nel rispetto. Come spiegare a chi legge la costanza nell’impegno quotidiano, l’inestinguibile disponibilità verso i suoi ragazzi, quelli con i quali da giovane ha condiviso polvere e sudore e le migliaia che ha allenato con passione di padre e di sportivo, ai quali ha insegnato che giocare il calcio significa stare insieme per divertirsi, crescere, diventare adulti. Ditemelo, ve ne prego, se ci sono altre parole, che io possa scriverle per lasciare, anche nella memoria di chi quest’uomo non ha conosciuto, l’orma forte di lui che nel suo tempo ha portato i valori più antichi e più autentici dell’umanità. Per quest’uomo io piango, perché l’ho perso. Per quest’uomo io sorrido per averlo conosciuto, per aver ricevuto il dono inestimabile della sua rasserenante amicizia. Da bambini siamo diventati uomini insieme; da uomini abbiamo vissuto un’amicizia profonda e piena di pudori, perché taluni uomini non sanno confidarsi con le parole, preferiscono il silenzio, certi che l’amico di quel silenzio saprà cogliere ogni respiro. Ci univano sogni e ricordi, speranze e rimpianti, convinzioni e delusioni, la reciproca commozione al passaggio della Madonna

La Voce di Buccino - Inverno 2007 la prima domenica di luglio di tutti gli anni della nostra vita insieme, tutto quanto è bastevole a fare dell’amicizia un fatto esistenziale. Ma il mio amico se n’è andato, e la sua assenza è uno strappo dell’anima. Noi lo chiamavamo Pelè per la sua carnagione olivastra. Lo chiamavamo Pelè per quella micidiale punizione “a cupp’tiell” che intimidiva anche i portieri più inviolabili. Lo chiamavamo Pelè perché giocava con amore. Lo chiamavamo Pelè per il suo coraggio. A quindici anni gli fu riscontrato un leggero soffio al cuore con divieto assoluto a praticare sport. Quel soffio per mezzo secolo è stato il suo inno al calcio. Lo chiamavamo Pelè perché era un grande. All’anagrafe dei mortali il suo nome era Giuseppe Imbrenda. A quella degli immortali resterà Pelè, per sempre. Enzo Landolfi

REQUIESCANT IN PACE Ad un anno dalla scomparsa a Salerno di Francesco Catone La Voce di Buccino lo ricorda con queste parole tratte dal libro C’era una volta... Il calcio a Buccino “(Ciccillo r’z’noria) Francesco Catone (z’noria) ha giocato a mediano nella buccinese dei primi anni ’60. Era un mediano di quantità più che di qualità. Alla mancanza di una tecnica raffinata sopperiva con una volontà indomita. Aveva due polmoni che sembravano due mantici, e due piedi che sembravano due falcioni. Quando i campi erano pesanti per la pioggia e si affondava nell’argilla del nostro campo di largo Pescara, entrava in azione lui. Metteva in moto il suo motore diesel e partiva con il piede-falcione. Trascinava così la squadra in attacco o faceva da argine in difesa. Solo che non sempre i campi erano pesanti e sull’asciutto aveva qualche problema. ———————————————— Si è spenta il 26 novembre a Salerno

Ins. Maria Cerulo in D’Acunto Al marito Buonaventura, al figlio Angelo Raffaele, ai cognati e ai parenti tutti il cordoglio dell’Associazione Buccinesi nel Mondo. ———————————————— Si è spento in Treviso il 5 dicembre 2007

Dott. Vincenzo Via (Questore in pensione) Alla moglie Ivana Medaglia, ai figli Fabio e Giusy, la sorella Maria e ai familiari tutti le condoglianze de La Voce di Buccino e dell’Associazione Buccinesi nel Mondo.

Zi’ Capicchio , un portiere in Paradiso

Il numero di autunno della Voce mi è sembrato un vero e proprio bollettino di guerra, quella guerra che noi tutti conduciamo tra sorrisi e lacrime, accettando ugualmente vittorie e sconfitte.Tanti erano gli articoli che ricordavano persone care che non ci sono più: ne ho contate almeno una decina in questa triste contabilità degli affetti perduti. Provando a farmi forza, consapevole della ineluttabilità dei fatti legati alla nostra caduca condizione umana, ho ricevuto una inattesa telefonata con la quale il nostro caro direttore Angelo mi avvertiva della recente scomparsa di un fraterno amico, di un mio “ragazzo” della Buccinese 1951/ 1952, del portiere per antonomasia del nostro calcio di fatica e lealtà : Giuseppe Antonio Volpe, per tutti i buccinesi Zi’ Capicchio. Ho avuto la fortuna di condividere con lui amicizia e passione per lo sport, per due anni ne ho ammirato le doti calcistiche straordinarie, un uomo ed un professionista esemplare in un piccolo paese di provincia che ritornava alla vita dopo la guerra attraverso le gesta epiche dei suoi piccoli grandi eroi del pallone.E così, l’inevitabile sconfitta di questa luttuosa notizia mi ha fatto rivivere in un attimo le tante vittorie della nostra gioventù, povera di ricchezze materiali ma ricca di tesori umani e morali inestimabili:ieri con l’anima ero di nuovo lì nel campo sportivo di allora, il glorioso “Quintino Di Vona”, dove io e Zi’ Capicchio ingaggiavamo la nostra gioiosa battaglia con la sfera di cuoio.Il tepore del sole che sorgeva e il chiarore della luna che nasceva scandivano gli orari dei nostri massacranti allenamenti nelle due estati dei nostri indimenticabili venti anni : ho rivisto Zi’ Capicchio madido di sudore ma sempre instancabile nell’eseguire gli esercizi che gli proponevo per farlo diventare quello che era , un portiere da Serie A.Ho rivisto le piaghe sui fianchi e quelle sui gomiti, che i campi di calcio non erano soffici e curati manti erbosi, ma terre inospitali di polvere ed arida creta sulle quali il nostro portiere non si stancava mai di planare per difendere la sua porta dagli attacchi avversari.Ho rivisto Zi’ Capicchio serio e sorridente, mai un lamento , mai un cenno di insofferenza o di fastidio per le prove cui lo sottoponevo e per la durezza degli scontri con gli attaccanti “nemici”.Ho rivisto i suoi leggendari voli tra i pali di tutta la provincia , con la gloriosa maglia della nostra gloriosa Buccinese.Anche ora hai voluto spiccare il volo , questa volta verso una meta più alta , ma continuerai a parare come Dio comanda anche lassù : ti ricorderò, ti ricorderemo sempre, grande Zi’ Capicchio. Ai familiari ed agli amici, tutto il mio sincero affetto. CG


La Voce di Buccino - Inverno 2007

Pag. 19

La gioventù e il rock & roll Pecora nera style di Thomas Cariello C’era una volta il rock. E i suoi seguaci: la gioventù. C’erano una volta le rock star e i poster, che tappezzavano le mura delle camerette. C’erano una volta personaggi vestiti a metà che suonavano musica distorta. E tanta, ma tanta armonia nell’aria… Intraprendere la via del rock&roll style non è mai facile. Bisogna avere un gran cuore, molta determinazione, devozione…e anche tanta pazienza contro l’ignoranza del prossimo. La Musica è la dea, il palco è l’altare e Keith Richards è la guida spirituale. Come tutte le cose belle, il rock&roll style ti prende alla sprovvista. È una cosa innata, in realtà. Ma serve un atto di forza per far sì che esca fuori. Così si fluttua in un mondo irreale per circa 12-13 anni, fin quando ti capita di ascoltare Slash e i Guns n’ roses che pompano nelle casse dello stereo di qualcun altro. Il cuore rallenta, si ferma, poi ricomincia a pulsare con nuovi ritmi e dopo quel giorno non si è più gli stessi. Dopo qualche tempo si vede le cose in modo diverso. Si assimilano nuove verità che spesso non sono piacevoli, e si viene invasi da un calore che non riscalda, ma brucia. Inizia un’infinita serie di domande senza risposta. Una strana ricerca di qualcosa che non esiste. Di cose astratte. Pace. Amore. Uguaglianza. È come un’iniziazione. È capitato anche a me. Ma nel momento in cui ho iniziato a dar fastidio (senza che me ne rendessi conto, giuro!), proprio quelli che ai loro tempi furono seguaci degli Stones e degli Eagles m’hanno detto: “stai diventando troppo ribelle!” Wow! Finalmente ho scoperto come si sentirebbe un elefante in una cristalliera. (non troppo bene direi) Io non mi sento un ribelle. Ho solo paura di svegliarmi domani in un mondo dove i film di Quentin e Stanley (Tarantino e Kubrick per la cronaca) siano sostituiti da un’infinita serie di trilogie alla Federico

Moccia. Non che non lo stimi. Ma è un po’ banale! È fighissimo scrivere sui muri “io e te, 3 metri…”(N.B. è punibile dalla legge, non fatelo!!). Ma ha influenzato in maniera negativa i ragazzi. Tutti a fare la stessa cosa, come un gregge. Ormai è superato, raga…Scamarcio ha fatto altri film (almeno credo). E poi scusate, come può una ragazza considerarlo un gesto d’amore. Ce n’è talmente tanti in giro…Non è originale. Se fossi una ragazza pretenderei di più dalla mia Lei (non è un errore, sono convinto che se fossi donna i miei gusti sessuali tenderebbero lo stesso verso l’universo femminile). Così non va tanto bene…Equivale a girare tutti con gli stessi vestiti e, non fosse per le taglie, ci mancherebbe veramente poco. La cosa bella è che al Liceo mi sono trovato a fare un discorso simile con degli amici a dei novellini. Ma la loro opinione è stata la seguente:”siete troppo ribelli!” (Cavolo…sto iniziando a crederci sul serio a sta cosa) Ma allora se quelli che ieri hanno inventato la ribellione (e la facevano sul serio), oggi fanno i lord e puntano il dito; quelli che oggi dovrebbero ribellarsi sono figli dei lord e puntano il dito; noi che siamo nel mezzo…cosa siamo?Che siamo ribelli lo abbiamo capito. Ma qual è il punto in comune che permette a certe persone di classificare i ragazzi come tali (ribelli,intendo)?Non credo che sia la sola musica rock! Ma siccome anche i “ribelli” possiedono il dito indice, tanti hanno deciso di puntarlo verso l’alto (in senso gerarchico/ politico) e hanno deciso di fare ciò che fa un ribelle che si rispetti, accusando, cioè, chi ci vuole tutti con la stessa uniforme (come nella Cina di Mao), con la divisa gentilmente offerta da Baci&abbracci, eccetera, eccetera…Ma restano pur sempre pochi e nemmeno tanto convinti, e le loro buone intenzioni sono esposte nel modo sbagliato. Il fenomeno “ribelli” è dunque in diminuzione. Già nella classe ’88 c’è stato un leggero flop,e anche nelle annate seguenti, ma nessuno ci fece caso. Fin quando io stesso mi accorsi che sui muri della scuola (lieve forma di vandalismo, che abbiamo fatto tutti), invece che i soliti

bei scarabocchi, c’erano un inno alla guerra e una svastica. Da quel preciso istante ho come l’impressione che ci sia qualcosa di malvagio nell’aria. Quella sana rabbia adolescenziale sta lasciando spazio all’apatia, o va ad alimentare delle cavolate. Non è che prima si era tutti Ghandi o “Che” Guevara, ma almeno erano in molti ad avere più buone intenzioni. E tra gli intenzionati saltava fuori qualcuno che parlava meno e agiva di più. E il gioco era fatto. Adesso vedo molto egoismo e rassegnazione. Non va bene. Merito di Federico Moccia?No. Merito di un sistema che ha fatto di tutto per isolare il fenomeno “ribelle”, e ora ci prende anche in giro, classificando le nuove generazioni come videodipendenti, obese e menefreghiste. C’è un po’ di incoerenza in tutto questo. Dove sono finiti i poster nelle camere, i vestiti strappati, le chitarre malconce e la musica distorta? Non lo sapremo mai. D’altro canto in questo mondo in cui i comici fanno politica e i politici fanno ridere, sono contento che ci sia ancora qualcuno che sogna di fare la rock star più di ogni altra cosa. Anche se pochi, non importa. Ritengo il rock&roll style molto educativo. Di sicuro non insegna gli inni alla guerra. Quindi, voi, genitori di domani, indicate ai vostri figli la via del rock&roll style. Vi ritroverete con delle pecore nere tra le mani e avrete qualche problema col volume dello stereo, garantito. Ma è sempre meglio che una sola svastica sul muro della scuola, come succede adesso…


Pag. 20

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Alla ri…scoperta dell’Antica Volcei Giro del Centro Storico di Buccino (in due puntate) di Giovanni ( Nino) Salimbene A Eloise. Domenica 5 agosto 2007 – ore 11.00 Da quando percorrevo questi vicoli nelle mie quotidiane scorribande giovanili saranno trascorsi, a conti fatti, una quarantina d’anni ! Ecco gli ingredienti di questo “pasticcio” domenicale: una moglie al lavoro, una sorella generosa che non si nega mai quando le chiedi di badare a tua figlia, una tersa mattina d’estate e , da ultimo, un pizzico di curiosita’. E la nostalgia ? Quanto basta ! L’inizio è gia’ arduo. L’erta della Chianca vecchia, anche se breve, non perdona. La mia discreta esperienza di podista mi suggerisce tuttavia come affrontarla. D’altronde non ho fretta; il passo e lo sguardo possono indugiare. E anche l’orecchio. E’ mattino inoltrato e da una finestra aperta, dalla quale odo voci indistinte che non parlano italiano, mi giunge un buon odore di ragù! Devo aver fatto colazione troppo presto, penso, se mi lascio sedurre da questi richiami così poco poetici. Proseguo, e mi riporto su Via Quintino Di Vona, subito al di sotto di Porta San Mauro, o Arco del Barone, come suole chiamarla ogni buccinese. Appena un mese fa scattai una foto che ritrae l’arco mentre custodisce per un attimo, a guisa d’enorme nicchia, la nostra Protettrice. Prima e dopo di Lei un fiume di gente in processione. Oggi, nessuno! E l’arco, bocca attonita che pare esprimere una sbigottita solitudine, mi guarda stupito.Mi fermo. Sotto la volta, un batter d’ali improvviso, come amplificato da una cassa armonica, mi fa trasalire riportandomi alla realtà. E’ solo un piccione! Deciso a ripercorrere le viuzze della mia infanzia, svolto a destra per via Bellelli. Sul lato destro alcuni portali in pietra fanno da cornice a portoni che da bimbo mi parevano enormi. Accanto ad essi, feritoie verticali fatte per vedere e non esser visti si accompagnano ad anguste finestre a bocca di lupo, atte a catturare, da minime aperture, la maggior luce possibile. Grande contraddizione della nobilta’ di allora, quella di mettersi in mostra in pubblico e di spiare ...in privato! Che sia ancora cosi’? Alla mia sinistra un sedile in pietra e su di esso, nella classica posa, scorgo un gatto nero che, immobile, mi osserva languidamente con occhi annoiati. Sembra la Dea Bastet, cara agli antichi Egizi. Non sono superstizioso e proseguo, svoltando però a manca, per vie traverse.

Porta San Mauro

Mi rendo conto di essere in un vicolo per me del tutto nuovo. Quasi mi compiaccio. Evidentemente il mio amato paese ha ancora qualcosa da mostrarmi. Non avevo dubbi! Lo scenario cambia improvvisamente, assumendo un senso di desolazione: alcune abitazioni diroccate , da ambo i lati, rendono insidioso il passaggio, tra l’altro semiostruito da cumuli di calcinacci misti a ferraglia arrugginita. Addossati ai muri, rigogliosi cespi d’ortica sostituiscono cio’ che un giorno forse erano ortensie. In alto, sulle pareti corrose da larghe chiazze di licheni simili a lebbra gialla e grigia, si alternano ciuffi di parietaria, sulle facciate di quelle che una volta erano case! Ante di finestre sbilenche battono al vento di tramontana, che in quei vicoli s’insinua, si comprime, si espande, prende forza, mostra i muscoli! Una grondaia penzola sulla mia testa stridendo sinistramente, mentre cerco invano un segnale, un dettaglio rassicurante di un recente passaggio umano, o qualche forma di vita animale. Finalmente, ai miei piedi, scorgo un conetto di escrementi . Sorrido e alzo lo sguardo. So gia’ cosa vedrò: un nido di rondini e, sul posatoio fornito da un vecchio filo della luce, tre rondinini con le piume arruffate dal vento. Beata rondinità ! Quando finalmente ti deciderai, dovrai attraversare mari e deserti, per fuggire un’ignoranza che ti confonde ancora coi balestrucci o i rondoni! Mamma rondine volteggia nei dintorni e, di tanto in tanto, torna al nido recando la preda nel becco. Nobile uccello! A differenza degli altri animali, che nutrono solo la prole più forte lasciando morire d’inedia la più debole, mamma rondine nutre a turno tutti i suoi piccoli, non dimentica nessuno.E’ uno spettacolo che intenerisce, osservare con quale grazia porge l’insetto al rondinino! Pare quasi una mamma che baci il suo pargoletto. Per un attimo mi fanno felice,

unici esseri animati , oltre ai ragni e a qualche lucertola! Almeno, finchè ci saranno loro , il rischio di crollo è scongiurato. Mi riporto sulla strada principale, dove l’occhio può spaziare. Sotto di me, la pianura alluvionale che delimita a Nord il territorio di Buccino. Gobbe di glabre colline fermano, all’orizzonte, un cielo blu-cobalto attraversato da radi e veloci fiocchi di nuvole. La Tramontana, fenomeno insolito in questo periodo dell’anno, mi ghermisce con tutta la sua violenza. Bora a Trieste, Aquilone nei Balcani, Favonio nelle Alpi; qui, insinuandosi tra il Moio e l’Ogna, acquistando slancio nella pianura, quando vuole sa essere frusta e clava! E’ mezzogiorno. E’ agosto. Tuttavia un brivido di freddo mi fa ritrarre come una lumaca nel suo guscio. Proseguo. All’altezza del complesso rupestre una fontanella attrae la mia attenzione; tento di bere. Invano! E’ a secco. Ma non avevano detto, solo due mesi fa, che il problema idrico era risolto? Forse ricordo male. Forse il mio cervello, almeno quello, fa acqua!!!

Complesso Rupestre

M’inerpico per le suggestive scalette, mentre le mura in pietra riverberano una luce abbacinante; negli antri, ombre violacee celano pareti rocciose ricoperte di muschi smeraldini. Sul soffitto, avvolto a testa in giu’ nel suo patagio membranoso, un pipistrello dorme indisturbato il suo sonno diurno. Tra non molto, questi luoghi silenziosi subiranno il calpestio di mille passi, vedranno luci, udiranno suoni e rumori, sentiranno odori e profumi, e il vociare dei visitatori nell’imminente Notte Bianca! Fine Prima Puntata


Pag. 21

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Conclusa a Roma la “2007 Festa dei Buccinesi nel Mondo” L’11 novembre al Teatro delle Emozioni nel quartiere Appio Tuscolano si è conclusa la 7^ Festa dei Buccinesi nel Mondo, organizzata dall’omonima associazione e con il contributo della Regione Lazio. Dopo il prologo del 30

chitarra di Andrea Anonimo. Il Trio ha piacevolmente sorpreso gli spettatori sciorinando una serie di gag e di canzoni abilmente interpretate, dimostrando una grande capacità artistica. E’ stata la prima volta e considerato che tutte le strade

Roma 11 novembre 2007 - Teatro delle Emozioni

giugno a Buccino con l’assegnazione del premio Buccinese dell’anno, di cui abbiamo ampiamente parlato nel numero precedente della Voce di Buccino, la chiusura della manifestazione è stata incentrata sul viaggio dell’asino in america. Mario Chiariello ha proiettato un suo filmato sulla visita fatta ai nostri conterranei negli USA e in Canada.

ri..portano a Roma non sarà difficile non rivederli esibire di nuovo nella Capitale. Dopo lo spettacolo ci si è intrattenuti in conversazione attingendo ad un variegato buffet. Non solo buccinesi ma anche amici di altre realtà regionali hanno potuto familiarizzare e immortalare il momento con scatti fotografici a cui Mario Chiariello ha sottoposto gli astanti. Si è concluso così l’anno sociale della nostra Associazione con la speranza di rivederci il prossimo anno di nuovo a Roma.

MAGALDI INDUSTRIE

14° Premio Giornalistico UNAR La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, mercoledì 28 novembre . L’edizione 2007 del Premio giornalistico UNAR (Unione delle Associazioni regionali di Roma e del Lazio) assegnato quest’anno ai giornalisti professionisti Tommaso Genisio e Francesco Giorgino onora indirettamente le regioni di provenienza: il Piemonte e la Toscana e la Puglia. Il Presidente dell’UNAR on. Giovanni Nonne, commentando il valore culturale e professionale dei premiati, ha detto che “le edizioni del nostro premio Giornalistico si pongono tra le manifestazioni più significative del panorama culturale romano, in quanto i candidati hanno veramente illustrato, al più alto livello possibile, il valore storico, ambientale e tradizionale delle regioni di provenienza, in un impegno che, nato da quella cultura, ha saputo evolversi e circolare nel migliore ambito internazionale”. Il saluto dell’Amministrazione Comunale di Roma è stato portato dall’Assessore Morassut che nel ricordare ai presenti le sue origini friulane, ha sottolineato come Roma nella sua millenaria storia è stata sempre aperta ai cittadini provenienti dalle varie regioni e alle loro culture. Dopo l’intervento del Presidente del Fogolar Furlan – Dott. Adriano Degano, il segretario dell’UNAR, Mario Chianale ha invitato Vincenzo Mollica a presentare i due premiati. Il noto giornalista, partendo dai ricordi della sua amicizia con Federico Fellini, ha messo in risalto l’importanza che riveste la città di Roma nei confronti di tutti coloro che approdano sulle rive del Tevere per iniziare la loro avventura professionale. Ha disegnato così uno spaccato della Città Eterna inserendo con significative parole le figure di Tommaso Genisio e Francesco Giorgino.

s.r.l.

All’interno avete avuto modo di apprendere di questo entusiasmante viaggio così come hanno fatto gli amici dell’Associazione la sera dell’11 novembre. Dopo il filmato che ha toccato momenti di grande emozione si è passati al momento del teatro-cabaret con il gruppo la N’Drasatta di Agropoli,composto da Umberto Anaclerico, Pierpaolo Iorio e dalla voce e

FONDATA NEL 1929 SALERNO - Via Irno, 219 Tel. 089.688111 TECNOLOGIE AFFIDABILI COMPONENTI ED IMPIANTI PER LA MOVIMENTAZIONE CONTINUA DEI MATERIALI SOLIDI

Angelo Imbrenda con Francesco Giorgino


Pag. 22

La Voce di Buccino - Inverno 2007

No al suicidio dell’italiano di Magdi Allam Aiuto, stiamo «suicidando» la lingua italiana! Dalla pubblica amministrazione alla scuola, dalla sanità alla giustizia, dalla religione alla sicurezza, dal lavoro alla pubblicità, ci affanniamo a persuadere le menti e a conquistare gli animi degli immigrati comunicando con decine di idiomi diversi, mobilitando un esercito di mediatori linguistico-culturali, anziché chiedere ed esigere che siano degli ospiti— che accogliamo dando loro l’opportunità di migliorare la loro condizione di vita — a conoscere e a dialogare nella nostra lingua nazionale. Oltretutto, se ci pensiamo bene, l’italiano è la certezza che ci è rimasta di un’identità collettiva vilipesa e tradita dal rischio di estinzione a causa delle conseguenze letali del morbo del multiculturalismo sul piano della perdita dei valori comuni e condivisi. In un mondo in cui siamo soltanto noi a parlarlo e che ci ha già declassato a idioma di serie B, se siamo noi stessi a relativizzarne il valore all’interno stesso dell’Italia mettendolo sullo stesso piano di decine di lingue straniere, la sua morte certa sarà ancora più precoce dell’inevitabile tracollo demografico di una popolazione autoctona a tasso di natalità zero. Nonè una scoperta assoluta ma ‘apparire sui tram milanesi della pubblicità della Kinder Ferrero in inglese, spagnolo e arabo ci costringe a una rinnovata riflessione. Come interpretare il fatto che la parlamentare di An, Daniela Santanchè, decida di far pubblicare un manifesto a pagamento con una scritta in arabo che recita «Imparate l’italiano e sarete più sicuri dei vostri diritti, dei vostri doveri e del posto che vi spetta nella nostra Patria»? Perché in uno Stato che si rispetti un privato cittadino si accolla l’onere anche finanziario di esortare lo straniero a imparare la lingua nazionale? Non dovrebbe essere una prerogativa e un dovere del governo e delle istituzioni affermare la centralità dell’italiano? Evidentemente non è così visto che non solo non si ritiene che l’immigrato debba conoscere la nostra lingua, ma ci si rifiuta per ragioni ideologiche di prendere in considerazione tale ipotesi. Tutt’al più si offre l’opportunità all’immigrato di imparare l’italiano, come

è nei piani del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, ma a condizione che sia lui a decidere se, quando e come accettare. E’ stato il ministro dell’Interno Giuliano Amato, lo scorso 11 ottobre, a formalizzare il rifiuto del governo a chiedere all’immigrato di conoscere l’italiano. L’ha fatto con una battuta: «Se a mia zia fosse stato chiesto di recitare l’Oxford Dictionary quando sbarcò a Staten Island, probabilmente sarebbe stata respinta dagli Usa e rispedita in Sicilia a fare la fame perché, a quei tempi, lei e tanti altri emigranti parlavano a stento l’italiano». E questa è stata la sua conclusione: «Ciò che non hanno chiesto a mia zia non intendo chiederlo agli immigrati che arrivano in Italia». Il discorso di fondo è una esplicita opzione per una società multiculturalista in cui vengono relativizzate le identità, le culture, le religioni e le lingue. In quell’occasione Amato ha presentato raggiante un opuscolo «In Italia in regola », tradotto in sette lingue straniere e stampato in un milione di copie. Iniziative simili sono state fatte da diversi ministeri che interagiscono con gli immigrati. Ebbene se lo Stato investe milioni di euro per tradurre le regole comuni e riuscire a comunicarle a chi risiede nello stesso spazio territoriale, significa che ha fallito in partenza perché non ha compreso che solo condividendo la lingua nazionale, in aggiunta ai valori e alla cultura, potrà iniziare il percorso per una costruttiva integrazione. L’investimento deve essere fatto non per rincorrere le lingue dei nostri ospiti,ma per vincolare l’ospite a conoscere la nostra lingua. Deve essere un obbligo, non un optional. Non c’è poi da sorprenderci se al tradimento dell’italiano in patria si accompagna l’abbandono totale della sorte della lingua nazionale all’estero, concedendo spiccioli alla Società Dante Alighieri (solo 1,7 milioni di euro contro i 300 milioni del Goethe Institut) e assottigliando sempre più i finanziamenti agli istituti di cultura italiani nel mondo (17,5 milioni di euro nel 2006). Ecco perché è ridicolo che ci si scandalizzi se l’Unione Europea e le Nazioni Unite declassificano l’italiano. Ma se non ci crediamo noi stessi al valore della nostra lingua e l’abbiamo trasformata nel simbolo di un suicidio nazionale, perché dovrebbero riabilitarla e riesumarla gli stranieri? Da Il Corriere della Sera del 24 ottobre 2007

L’incontro dei cugini Paterna a NEW YORK

Quest’estate e’ stata davvero un’estate particolare, un’altra bella sorpresa che ci ha fatto il nostro caro cugino Sabatino ricevere la sua telefonata da Roma e annunciarci la sua vacanza qui’ da noi a New York sembrava un sogno che invece si è t r a s f o r m a t o i n r e a l t a ’ . E ’s t a t o meraviglioso. Trascorrere alcuni giorni insieme, è stato indescrivibile, poterci abbracciare, stringerci. Abbiamo fatto battere i nostri cuori di gioia e i nostri occhi che solo a guardarci si riempivano di lacrime. Quando noi abbiamo lasciato Buccino Sabatino era un ragazzino ed ogni volta che tornavamo a Buccino lo trovavamo sempre piu’ cresciuto e nel suo viso sempre quel sorriso gentile ed affettuoso. Con il passare degli anni Sabatino diventa un ragazzo da ammirare da ogni punto di vista. Anche se per alcuni anni non ci siamo incontrati nei nostri cuori il nostro affetto resta incancellabile. In questi anni ha creato un futuro e una famiglia, negli ultimi anni ci siamo incontrati piu’ spesso a Buccino ed ogni volta si ripeteva la stessa frase: qualche volta vi verro’ a trovare. Insieme con noi, mia sorella Concettina e i ragazzi abbiamo trascorso momenti indimenticabili la cosa piu’ bella di questo incontro far conoscere i suoi ragazzi con i nostri specialmente i ragazzi di Concettina che sono della stessa eta’. La nostra gioia è di rivederci presto e che i nostri ragazzi continueranno ad approfondire i loro affetti perche’ ritrovarsi con la famiglia è una gioia immensa. Cari cugini vi vogliamo un bene immenso. Un abbraccio affettuoso da Rosetta, Concettina, Costantino Mauro e i nostri figli.


Pag. 23

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Il ricordo della sciagura Monongah sempre vivo fra i suoi cittadini Parlano gli italici di Monongah. Le persone di origine italiana residenti nella cittadina teatro del disastro minerario di cento anni fa hanno sempre presente quella tragedia. La visita delle autorita’ italiane e’ poco sentita Monongah – Esattamente 100 anni fa una cittadina della Virginia venne sconvolta dalla più grave sciagura mineraria mai accaduta negli Stati Uniti, che poi risulta essere anche il maggior incidente minerario italiano. Nell’esplosione, che si verificò alle 10,30 del 6 dicembre 1907 nella miniera di carbone della cittadina di Monongah, morirono 425 persone, stando ai dati ufficiali, di cui ben 171 furono Italiani. Questa tragedia supera per numero delle vittime quella più celebre di Marcinelle dove a morire furono 262 persone di cui 136 italiani. Il bilancio di Monongah non è per giunta certo in quanto accadeva spesso che ragazzi molto giovani, fra i 10 ed i 14 anni, scendessero nelle gallerie senza essere registrati come operai della miniera. Tra l’altro un’ipotesi sulla causa della sciagura imputa proprio ad un’imprudenza commessa da uno di loro il verificarsi dell’incidente. In realtà, però, la verità non è mai stata appurata: la commissione d’inchiesta della contea di Marion che fu istituita per indagare sulla sciagura rese pubbliche le proprie conclusioni il 16 gennaio 1908, ma in queste si limitò a costatare che l’esplosione avvenne nella galleria 8, senza fornire ulteriori dettagli. Altre ipotesi parlano di un cavo elettrico tranciato da un carrello fuori controllo, mentre altri attribuiscono la responsabilità alla Fairmont Coal Company, la società che gestiva la miniera, in quanto

avrebbe spento i ventilatori nel giorno precedente alla sciagura essendo chiusa la miniera e ciò avrebbe provocato in alcuni punti l’accumulo di grisou. Tutt’ora, però, permane l’icertezza sulla vicenda. Per mantenere viva la memoria di quanto accaduto si sono fatti monumenti e commemorazioni. Fra i

primi va ricordato sicuramente quello più spontaneo e più sentito realizzato da Caterina Davia, che nella sciagura perse il marito e rimase sola con quattro figli a carico. La vedova ha formato una collina di carbone andando ogni giorno alla miniera, che distava 3 chilometri dalla sua abitazione, per prendere un sacco di questo materiale che poi ha meticolosamente ammucchiato nella sua abitazione. Recentemente è stata realizzata una statua dedicata a Santa Barbara, protettrice dei minatori che riporta l’elenco di tutte le vittime accertate. Per la sua realizzazione il Comune di Falerna, lo scorso anno, ha erogato un contributo di 150.000 euro. La Regione Molise ha invece donato una campana che darà l’avvio alle celebrazioni di quest’oggi ed ha inviato una delegazione composta dalle sue massime istituzioni. Importante anche la partecipazione di molti rappresentanti della comunità molisana, una delle Regioni, insieme alla Calabria, più colpite dalla sciagura, provenienti da Montreal, Pittsburgh, Filadelfia e Chicago.

Regione Campania: approvate le linee guida triennali 2008/2010

Gli interventi per i campani all’estero e di ritorno nella regione NAPOLI – Le linee guida triennali 2008/ 2010 per gli interventi regionali in favore dei cittadini campani residenti all’estero o di ritorno in regione, sono state varate dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’immigrazione e emigrazione, Rosa D’Amelio. Gli interventi previsti sono: contributi di sostegno alle associazioni e alle federazioni: contributi per attività ordinarie di emigrati residenti all’estero iscritti al registro regionale (L.R. 2/96); contributi e finanziamenti di progetti finalizzati alla valorizzazione delle competenze e delle risorse comunitarie: contributi per progetti da realizzare all’estero; rafforzamento dei legami con le comunità residenti all’estero: incontri con le comunità all’estero, soggiorno terza età e per i giovani; attività di concertazione con le province e i comuni campani: ottimizzazione degli interventi sulle tematiche migratorie; interventi di sostegno al rientro: interventi di incentivazione alle attività produttive e di assistenza al rientro; azioni di sistema per il funzionamento della consulta regionale per l’emigrazione. “Ancora una volta con questa delibera – ha detto l’assessore D’Amelio - la Giunta regionale mostra una grande sensibilità verso i nostri corregionali all’estero. Sono per noi una straordinaria risorsa perché con il loro lavoro, la loro affermazione in tanti campi, hanno portato in alto il nome della Campania nel mondo”. Ogni anno, tenendo presente le linee programmatiche triennali, verranno approvate le linee guida annuali che prevedono interventi specifici. (Inform)

“IMPRESA di PULIZIA” Leo Angela Tel. 0828.952176 Via A. Gramsci - 84021 BUCCINO


Pag. 24

La Voce di Buccino - Inverno 2007

Vecchi e nuovi sostenitori de “ La Voce di Buccino” Costantino & Rosetta Antonio Fernicola Dott. Francesco Murano Geom. Franco Salimbene Ettore Trimarco Maria Fantoccino Santino Gallucci Ins. Ermelinda Caprio Ins. Anna Maria Di Marco Panificio Verderese Vitalina Iuor Dott. Vito Cupo Dott. Pasquale Fernicola Giuseppina Trimarco Dott. Giovanni Salimbene Gemma Pellizzari Ilario Morriello Clelia Porcelli Giannino Catone Rosetta Trimarco Arturo Salimbene Geom. Michele Menza Luigia Sacco

U SA $ US A $ Buccino Euro “ “ Pavia “ Roma “ Roma “ Salerno “ Roma “ “ “ “ “ Roma “ “ “ Buccino “ “ “ Cervignano del Friuli “ Setteville Guidonia “ Roma “ Buccino “ “ “ “ “ “ “ “ “

100 100 50 50 50 50 30 25 25 20 20 20 20 20 15 15 10 10 10 10 10 10 10

Grazie a tutti coloro che con il loro contributo permettono a questo libero foglio di continuare le pubblicazioni. Da parte nostra cercheremo di essere all’altezza della loro generosità. Iscrizioni all’ Associazione Buccinesi nel Mondo: La quota annuale e le modalità di iscrizione sono le seguenti: Socio ordinario Euro 10 Socio sostenitore “ 25 Socio benemerito “ 50 E’ sufficiente fare un versamento sul c/c postale n. 36456002 intestato ad Angelo Imbrenda con l’importo prescelto. Oppure bonifico bancario a favore dell’Associazione Buccinesi nel Mondo c/c n. 10015473 presso Unicredit ag. di Roma ABI 02008 - CAB 03361 I sottoscrittori riceveranno al loro indirizzo La Voce di Buccino.

La Voce di Buccino e l’Associazione Buccinesi nel mondo augurano

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Uscita Autostrada Sicignano d. A. - SA-RC direzione Palomonte Loc. Frascineta 84021 Buccino SA Italy Tel./Fax 0828 752023 - 957360 www.eliahotel.it e-mail: info@eliahotel.it

ta lonta ia c in m o c ia r una sto

no!!!

BCC Buccino CREDITO COOPERATIVO

SOC. COOP. A RESP. LIMITATA Sede: 84021 BUCCINO (SA) - Tel. 0828 752 200 Filiali di : 84020 S. GREGORIO MAGNO (SA) - Tel. 0828 955 392/3 84020 PALOMONTE (SA) - Tel. 0828 997 200 84020 BAGNI COLLIANO (SA) - Tel. 0828 89 56 56

La Banca d

i Casa tua!

H O T EVILLAL

e

Mont st lla

Via Vittime 16/9/43, 84021 Buccino (SA) Tel./Fax 0828.951056 hotelvillamontestella@hotmail.it


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.