Brand Care magazine 007

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Tale garanzia ha come conseguenza il fatto di poter ridurre il tempo dedicato a “spiegare” e “dimostrare” le proprie capacità e competenze, la propria “onestà” professionale. Il tempo risparmiato potrà dunque essere utilizzato per approfondire i rapporti, ascoltare l’interlocutore e creare empatia [cfr. La civiltà dell’empatia: dagli esperimenti sulle scimmie al branding http://tiny.cc/19nao]. Ascoltare e saper predisporre dinamiche di empatia, condividere le proprie quanto le altrui esperienze, interagire in maniera attiva nei luoghi d’incontro, siano questi reali o virtuali, risulta essenziale se si persegue l’obiettivo di creare un rapporto di fiducia basato sulla propria reputazione, ovvero quando si deve portare a termine un lavoro accurato e in linea con le aspettative del proprio interlocutore: l’era del marketing push è finita da un pezzo, la narrazione come la comunicazione consiste sempre in uno scambio bidirezionale o multidirezionale. maturare ogni tanto pensieri troppo complessi per essere espressi in un post o in una news di poche righe: queste narrazioni più “evolute” sono quelle che pubblico qui, su Brand Care magazine, storie che riflettono soprattutto il mio modo di intendere la mia professione, racconti attraverso i quali esprimo il mio modo di concepire il mio lavoro e il mio settore, che si collegano di volta in volta a quelli degli altri contributors, inserendosi in un panorama più ampio fatto di competenze e conoscenze non solo mie.

per essere colte e trasformarsi in relazioni hanno necessità di essere curate e condivise. Di conseguenza, ogni volta che si rivela possibile, opto per un mix tra utilizzo di strumenti web, magari per raggiungere e successivamente mantenere un contatto, che integro attraverso la presenza nella realtà quotidiana, in cui fisso incontri e partecipo a eventi, fiere, festival, interviste...

Tutti strumenti fondamentali per approfondire e rafforzare le proprie relazioni e dar forma ai propri racconti. Collezionare A mio avviso, comunque, i mezzi che la Rete mette a contatti online in sé serve a ben poco: occorre connetterli in disposizione (o che permette di creare) devono essere modo da produrre innovazione e perseguire il miglioramento considerate come delle opportunità, opportunità che (kaizen) nella realtà offline.

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