Brand Care magazine 003

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di Alfonso Amendola

Ecco le parole-d’ordine. Arti ed etica. Ecco le parole chiave. Cervello-corpo-intimità. Mondi onirici. Ribellione. Poesia. Scarnificazione. Rivendicazione della propria individualità e del collettivo. Fede e Potere. E ancora… emergentismo, identità, leccornie ed esorcismi come linee di fuga. Il tutto utilizzando la deflagrazione dell’immagine, la contaminazione di spazi e di stili d’espressione. Prendi 20 artisti nati da una meticolosa selezione nazionale e iscritti al circuito dei “Giovani Artisti Italiani”. Opera una scelta verso una sintesi di tutti i linguaggi e stili: teatro, danza, video, grafica, design, sound-art, street artist, senza dimenticare esperti di marketing e organizzazione dello spettacolo. Ospitali per un mese all’interno di un festival che si caratterizza per prolificità e diversificazione dell’offerta culturale,  ovvero “Salerno Creativa”, la rassegna, guidata da Paolo Apolito (docente di Antropologia culturale presso Roma 3), che nel mese di luglio ha costellato la città campana di eventi e spazi d’invenzione espressiva a vocazione giovanile

e collettiva come da tempo non si vedeva. E ti ritrovi un affiatato ed entusiasta nucleo di “Residenze d’Artista” che dopo un mese di allenamenti, incontri, seminari, workshop ma soprattutto prove su prove ti realizzano due eventi dal respiro potente e innovativo. E così sono nate due azioni guidate da una vera e propria compagnia  teatral-multimediale. Sono due le azioni performative che hanno visto impegnate le “Residenze d’Artista”. La prima è uno “Studio per frammenti di divenire, ovvero: dell’essere, del detto, del dire” di e con Ilenia Caleo, Serena Gatti, Miki Gorizia, Aglaia Mora e Valentina Vacca. E la seconda è intitolata “The Experiment: attrazioni per pubblico mobile” di e con Eloisa Gatto, Miki Gorizia, Dario Lazzaretto,

Leggere Strutture, Mariano Leotta, Les Filles Föllen, I Mordimatti, Natalia Saurin, Ale Senso, Toba Toba, Silvia Venturini, Carla Vitantonio e Lisa Zen. Nel primo lavoro “Studio per frammenti di divenire ovvero: dell’essere, del detto, del dire” si sostanzia una profonda riflessione sul poetico. Resta a Pier Paolo Pasolini il merito d’aver indicato con la dicitura “teatro di poesia” (corpo, immaginazione, tecnica e linguaggio) un percorso di necessità ed espressioni che ancor oggi ha una solidità per comprendere una serie di esperienze della scena contemporanea che in questa preziosa definizione perfettamente si riconoscono. Infatti lo “Studio per frammenti di divenire ovvero: dell’essere, del detto, del dire” proprio all’interno del tessuto del

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VIDEO, TEATRO E ARTE SPERIMENTALE: un progetto multimediale per un’etica della collettività creativa

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