Brand Care magazine 003

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strumenti del conflitto e la verità degrada nella mistificazione e nello “spettacolo”. Analisi  dell’annuncio stampa “Il bianco è dato dalla somma (convenzionale) di tutti i colori dell’iride, ma è un mondo in cui tutti questi colori sono scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto, interiormente lo sentiamo come un non-suono. Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l’altra di un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni.” (Lo spirituale nell’arte, Vasilij Kandinskij)

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L’annuncio è nel classico formato 70X100; tutta la superficie è occu-

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Per Noi non ci arrendiamo sono stati realizzati uno spot video, una campagna stampa (declinata in quattro affissioni) e uno spot radiofonico; l’obiettivo qui è individuare una possibile chiave di lettura per la scelta, in tutte e tre le produzioni, di soluzioni espressive dal taglio sobrio e minimale, a fronte di un impianto retorico elaborato e ad alta intensità emozionale. L’articolo, attraverso l’analisi di uno dei manifesti, proporrà una riflessione sugli obiettivi di comunicazione più generali di un’organizzazione come MSF: un soggetto che, in virtù della propria storia e della propria mission, è programmaticamente impegnato “nell’arena mediatica”, in situazioni in cui sempre più spesso la comunicazione e l’informazione diventano

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pata da una fotografia in bianco e nero; il soggetto è un bambino ferito, l’inquadratura un piano medio; l’angolo di ripresa contestualizza il soggetto nell’ambiente: il bimbo è appoggiato alla parete di un ambulatorio medico (sulla sinistra, in secondo piano, vediamo alcuni particolari di una barella o di un letto di ospedale); i suoi tratti somatici indizio del fatto che probabilmente ci troviamo da qualche parte nel sud-est asiatico; il suo corpo presenta delle ferite (ustioni causate dall’esplosione di un qualche ordigno?); il braccio sinistro regge una vistosa fasciatura che ne avvolge il busto; la bendatura altro non è che la stoffa usata per realizzare la bandiera bianca che sta alla destra del giovane paziente: dal bastone su cui è fissata precariamente, la tela bianca si proietta sul corpo fondendosi “innaturalmente” con le garze della fasciatura. Lo sguardo del bambino si perde fuoricampo, sulla sinistra: nonostante le ferite, l’espressione dipinta sul suo volto non è propriamente di dolore fisico; sembra piuttosto lo sguardo preoccupato e disincantato di chi già ne ha viste tante nella propria esistenza: non ha niente di infantile, al contrario le rughe di espressione sulla sua fronte comunicano una certa austerità che contribuisce a smorzare il “pietismo” che


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