Il piccolo libro dei Beatles - Anteprima

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Prefazione

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opo il suo Piccolo libro del rock, meticolosa storia illustrata sia con salutare soggettività che con allegra erudizione di un’esistenza votata al ritmo binario, Hervé Bourhis è dunque recidivo nel risalire il tempo concentrandosi stavolta su un unico gruppo, il più leggendario, quello di cui ogni canzone è diventata un classico: i Beatles. E la magia si compie ancora una volta. Perché l’epopea dei quattro di Liverpool, dalla loro preistoria fino alle ultime recenti registrazioni dei due superstiti, dipana la più incredibile e vertiginosa successione di trionfi e invenzioni, complicità e tradimenti, armonie (pop) e dissensi. Carismatici, scaltri, burloni, arroganti e, ovviamente, traboccanti di talento: John, Paul, George e Ringo furono tutto questo, quattro ragazzi eternamente sulla cresta dell’onda la cui storia si ascolta e si legge come la matrice di tutte le avventure rock, dalle più fenomenali alle più confidenziali accadute in seguito. Una storia che d’ora in poi si può anche guardare, grazie alle straordinarie matite di Hervé Bourhis: un fan molto speciale e maniacale ma distaccato, appassionato ma non accecato, la cui immaginazione è stata confezionata dalle immagini (copertine, foto, film...) tanto quanto dalle parole e i suoni. Di colpo, la sua percezione, amorevolmente priva di complessi ma seriamente documentata, dei leggendari “Fab Four” ringiovanisce miracolosamente la nostra. Hugo Cassavetti critico musicale di France Inter

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scolto l’album Magical Mystery Tour dal 1989. Lo acquistai in cassetta, perché non avevo il lettore CD ed era più pratico per sentirlo in autobus, mentre andavo al liceo. Un anno dopo comprai il vinile perché era un bell’oggetto, e aveva allegato uno spesso libro pieno di foto del film omonimo. Quando ci siamo fidanzati, Alexandra, la mia attuale compagna, mi ha regalato il CD, e poi, per i miei 33 anni, una copia del vinile originale: il famoso doppio LP del 1967. L’anno dopo ho trasformato le tracce del CD in file mp3. La vecchia cassetta, che ascolto ancora quando viaggio in auto, ha sopportato bene il colpo, anche se non è più quella di un tempo. Questo libro tenta di rendere omaggio ai Beatles. Perché se è anche vero che da quel 1989 ascolto molti altri artisti, è sempre a Loro che torno quando non so più cosa sentire. Hervé Bourhis

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Saluti da Pepperland

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n un angolo della fitta giungla che è questo libro, l’autore ricorda la sua iniziazione ai Beatles: un giorno del 1973, quando la madre gli regalò per il compleanno un libriccino che lo folgorò, “l’origine di un’ossessione”, per dirla con le parole dello stesso autore. Carta canta, ma devo dire che “lo supponevo”, per rubare le parole all’ispettore Cip; supponevo cioè che il nostro Hervé non fosse uno che i Beatles li ha vissuti in diretta e poi deglutiti/elaborati/fantasticati ma un “quinto Beatle” entrato al secondo atto, a polemiche smorzate, a giochi conclusi. Solo così credo si spieghi il rilievo dato alla vita dei Fab oltre i Fab, alla (quasi) par condicio tra i scintillanti Sixties e il resto, gli anni, i decenni in cui John, Paul, George e Ringo hanno fatto di tutto per dimostrare quel che d’istinto noi figli di Eleanor Rigby e del Sergente Pepe sapevamo benissimo: la cifra totale era molto, molto più della somma delle quattro individualità. Ma qui sembra che voglia fare il polemico e rimproveri all’autore di “non esserci stato” quando essere un beat era un azzardo culturale e un rischio per la salute pubblica (giravano certi forbicioni per cheveux longs, presso la “maggioranza silenziosa” degli anni Sessanta…). No, nessuna polemica, anzi... faccio i complimenti a Bourhis per avere evitato il difetto classico di chi appunto entra a mito inoltrato: l’omologazione, tutto eguale a tutto e ogni cosa sempre bellissima, imperdibile, leggendaria. Vignetta dopo vignetta, il nostro uomo si rivela in realtà un innamorato senza paraocchi, che usa il ventaglio per fare aria ai suoi eroi ma, se occorre, anche il frustino; seguace del Macca, eppure capace di bacchettarlo quando il suo Ego si allarga (spesso), disposto perfino a bestemmiare in chiesa, se è vero che il Sgt. Pepper non lo incanta e non ce la fa a tenersi il rospo. «Alla fine, un album appassionante, a volte magico, ma che la mancanza di spontaneità rende un po’ glaciale e intimidatorio. Ecco, l’ho detto.» L’idea dei Beatles a fumetti è vecchia quanto la storia Fab, e lo testimoniano le varie prove prima ancora che il Sottomarino Giallo solcasse i mari. Qui però Bourhis non si è limitato a fumettare i suoi eroi, ma ha composto una vera e ambiziosa enciclopedia, usando tutti i materiali che la sua eccitata “rubber soul” gli ha messo a disposizione: copertine di dischi, fotografie iconiche, aneddoti veri o presunti, pezzi di vita personale, allusioni, intrecci con il mondo musicale circostante. Guai anche solo a pensare che sia “l’ennesimo libro sui Beatles”. È un innovativo mash up, una biografia intessuta con fantasticherie, è storia + immaginario collettivo + vita personale, e per l’autore anche di più: un modo di chiudere il cerchio da quel lontano regalo di compleanno, di diventare anch’egli artigiano originale e prezioso come i suoi amati. Ha coronato il sogno della vita, ha preso casa a Pepperland da dove ci manda i suoi saluti che, voi capirete, con tutto quel che c’è da raccontare non potevano stare certo in una cartolina. Riccardo Bertoncelli critico musicale e scrittore

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Grazie a: François Ayroles Cleet Boris Christian Durieux Christophe Gaultier Pascal Girard Klaus Humann David Scrima e Rudy Spiessert per i loro disegni inediti sparsi nel libro. Grazie anche a: la signora Beaumenay-Joannet il signor Stanislas Barthelemy la signora Anne Goscinny il signor Marcel Gotlib il signor Albert Uderzo. Grazie pure a: Catherine Bazabas Elliot e Pierre Fabien Bourhis Sandrine Capelle Thierry (“lo scopritore”) Carl-Stéphane Georgin Frédéric Gerbault Claudia Jerusalem-Groenewald Olivier Jouvray Xavier Ladousse Dominique Luczack Philippe Ostermann Alexandra Philips (Greatest Maccafan alive) Laurent Rullier e Sylvain Yon per il loro sostegno.

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A Liverpool i terribili bombardamenti del 1940 e 1941 provocano migliaia di morti. Una parte della città viene distrutta.

Liverpool è una città portuale del nord-ovest dell’Inghilterra, situata nella contea del Lancashire.

Richard ed Elsie sono lieti di annunciare la nascita del loro figlio Richard Henry Parkin Starkin Jr, in data 7 luglio, a Madryn St, Liverpool (Dingle).

Blasone della città di Liverpool con il suo simbolo, il Liver bird.

Il 9 ottobre 1940, durante un raid aereo tedesco e in pieno black-out, Julia Lennon (nata Stanley) mette al mondo John Winston Lennon all’Oxford St Maternity. “Winston” fu scelto da Julia, in omaggio a Churchill.

Liverpool in 5 date: 1207: Fondazione della città. XVIII secolo: Commercio con le Antille (41% del commercio europeo di schiavi). 1851: Grazie al suo porto, la “British New York” è più ricca e dinamica di Londra. 1908-1912: Costruzione del Titanic. 1940: Circa 900.000 abitanti a (5 città d’Inghilterra).

Winston Churchill è in visita agli studi della EMI di Londra, ad Abbey Road. Malizioso, chiede ai tecnici vestiti in camice bianco: «Devo aver sbagliato posto. È un ospedale questo?»

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SCOUSE*! 18 giugno: nascita di James Paul McCartney, al Walton General Hospital di Liverpool, figlio di Jim (rappresentante di cotone e musicista dilettante) e Mary (infermiera e levatrice). Di origine irlandese, “McCartney” si scrive senza la “a” di “Mac” ed è una sola parola, con la maiuscola di “Cartney”. Ecco.

* È l’accento di Liverpool, ma anche il modo di esprimersi, il senso dell’umorismo e lo spirito burbero dei suoi abitanti.

25 febbraio: nascita di George Harrison a casa dei suoi genitori, al 12 di Arnold Grove (Wavetree), piccola casa a un piano, con il bagno esterno nel giardino del retro.

Al piccolo John Lennon piace giocare nei giardini di questo vecchio orfanotrofio dell’Esercito della Salvezza.

George è l’ultimo di 4 figli.

Il padre, Harold Hargreaves Harrison, è autista di autobus e ha fatto il marinaio per la White Star Line. Louise, la madre, è casalinga.

G eorge Martin volontario per combattere con la Royal Air Force. Ha 19 anni.

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Alfred “Freddy” Lennon è separato da Julia e ha trascorso gli ultimi anni a fare del contrabbando. Vuole portare suo figlio John in Nuova Zelanda, ma quest’ultimo sceglie di restare con la madre.

La salute del piccolo Richard Starkey è preoccupante. Dopo una peritonite, rimane in coma per 10 settimane.

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Diplomato alla Guidance School of Music, George Martin entra alla EMI come assistente del boss della PARLOPHONE.

Yoko Ono, 20 anni, figlia di ricchi giapponesi esiliati dopo la guerra, entra al Sarah Lawrence College, una scuola d’arte molto esclusiva e liberale, situata nei dintorni di Manhattan.

Richard Starkey trascorre di nuovo sei mesi in ospedale. A questo punto, il futuro della sua scolarità è compromesso.

John Lennon

entra alla Quarry Bank High School. è un ragazzino curioso, creativo, che scrive poesie ispirate a quelle di Lewis Carrol (in particolare il “Jabberwocky”). Da sette anni ormai abita a Woolton, un quartiere abbastanza esclusivo di Liverpool, con sua zia Mimi. È la sorella di Julia, che ha deciso di non tenerlo con lei, dato che il suo nuovo amichetto, John Dykins, non desidera crescerlo.

Paul McCartney frequenta la Joseph Williams Primary School e vince il primo premio in un concorso scolastico nazionale. Nel suo componimento fa l’apologia della monarchia.

Paul incontra George (qui con nonna Harrison) sullo scuolabus. Vanno alla stessa scuola, ma Paul lo tratta come un bambino. In effetti, hanno otto mesi di differenza.

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A Brian Epstein, 19 anni, viene ridotta la durata del servizio militare a causa della sua omosessualità. Viene invitato a ritornare a casa per “incompatibilità mentale ed emotiva”. In realtà, si è fatto confezionare un’uniforme da ufficiale per andare a rimorchiare nei bar di Londra ed è stato denunciato.


Julia Lennon,

che frequenta di nuovo suo figlio, insegna (piuttosto male) i rudimenti della chitarra a John. Julia canta e suona il banjo e l’ukulele.

Morte di George, il marito di zia Mimi, che John considerava come suo padre. Prima di morire, aveva regalato a John un’armonica cromatica Hohner.

George Martin diventa direttore dell’etichetta Parlophone, dedicata alla musica classica, barocca, folcloristica e all’umorismo (come il “Goon Show” con Peter Sellers).

«ALL THE BEETLES MISS YA» DICE LEE MARVIN A MARLON BRANDO. LE "BEETLES" SONO LE RAGAZZE DELLA BANDA DEI MOTOCICLISTI nel film cult il selvaggio.

Il giovane Harrison, amante della velocità, assiste, deluso, alla sconfitta del suo eroe, Juan Manuel Fangio, durante la corsa di AINTREE, vicino a Liverpool.

Mary McCartney muore di cancro al seno. «Mi sarebbe piaciuto vedere i ragazzi crescere» è la sua ultima frase. Jim e i suoi due figli, Paul (14 anni) e Michael (12 anni), si trovano completamente disorientati.

Hofner inventa il basso a violino 500/1.

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Da Rusworth & Dreapers Paul rivende la tromba che gli avevano regalato. Compra una chitarra (una Zenith). Essendo mancino, deve invertire l’ordine delle corde.

TEDDY BOYS IL 1956 È L’ANNO IN CUI I GIOVANI INGLESI SCOPRONO IL ROCK’N’ROLL GRAZIE AI PROGRAMMI DI RADIO LUXEMBOURG.

Zia Mimi butta via le poesie di John. Lui le dice: «Un giorno diventerò famoso e rimpiangerai di averlo fatto».

LIVERPOOL, PORTO DI COMMERCIO, È IN PRIMA LINEA. MA I DISCHI SONO RARI E COSTOSI.

Compone la sua prima canzone “I lost my little girl”. PRIMO disco ROCK ASCOLTATO DA GEORGE HARRISON.

“Lennon” è un nome gaelico di origine irlandese (come il 25% degli abitanti di Liverpool). Esiste anche un villaggio che si chiama Lennon nel Finistère, in Francia.

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"ROCK WITH THE CAVEMAN" DI TOMMY STEELE E IL PRIMO PEZZO ROCK INGLESE.

RICHARD ACQUISTA IL SUO PRIMO RULLANTE.

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16 gennaio: apertura del Cavern Club (10 Mathew Street, Liverpool, Inghilterra).

John Lennon fonda i Quarrymen, un gruppo di skiffle. Il nome viene dalla sua scuola, la Quarry Bank High School. I membri sono: JOHN LENNON BILL SMITH ERIC GRIFFITHS ROD DAVIS PETE SHOTTON COLIN HANTON

Woolton

Lo skiffle è molto popolare tra i giovani inglesi, grazie ai suoi strumenti improvvisati e quindi poco costosi: un’asse per lavare fa da batteria, e un manico di scopa munito di una corda, fissata su una cassa da tè, sostituisce il basso.

8 o 9 luglio: PETE SHOTTON è incaricato di dire a PAUL che JOHN lo vuole nei QUARRYMEN. «Ok, ma dopo le vacanze» risponde Paul.

Festa parrocchiale del 6 luglio.

Paul va a un concerto dei Quarrymen con il suo amico Ivan. Apprezza le versioni rock del gruppo e nota ben presto "il tizio con la camicia a quadri che canta". Dopo il concerto, Ivan presenta Paul, che suona “Twenty flight rock” con gli accordi e le parole giuste, il che impressiona John.

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John & Paul sgraffignano un disco dei Coasters a casa di un tizio. Dopo un periodo d’osservazione, i due adolescenti diventano molto complici, condividendo gli stessi gusti. Paul insegna degli accordi a John e cominciano a scrivere delle canzoni assieme, nel salotto dei McCartney. La prima si intitola “Too bad about sorrows”.

GLI AMICI DEGLI AMICI...

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Ed Claytonp. Skiffle Grou

(Di giorno, vive di lavoretti)

PETE SHOTTON, il migliore amico

GHN, IVAN VAU mico di John Lennon. a il migliore cCartney di Paul M

23 novembre. “Concerto” dei Quarrymen al New Clubmoor Hall. Paul si è unito al gruppo da un mese.

John entra alla scuola di Belle Arti di Liverpool.

I membri sono: Colin Hanton, Paul McCartney, Len Garry, John Lennon, Eric Griffiths.

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George Harrison, 14 anni, disegna delle chitarre sui margini dei suoi quaderni di scuola. Alla fine sua madre gliene regala una.


S

u richiesta di Paul, in febbraio George Harrison si unisce ai Quarrymen, malgrado le perplessità di John (George ha solo 15 anni). Conosce però “Raunchy” di Duane Eddy quasi nota per nota e questo gioca a suo favore.

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Paul scrive “When I’m 64” da solo e “LOVE ME DO” con John.

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Menlove Avenue. 15 luglio: morte di Julia Lennon, investita da una macchina della polizia. Il poliziotto se la cava con una nota di biasimo. John, straziato, diventa incontrollabile e inizia a bere.

14 luglio: prima registrazione dei Quarrymen nello studio di Percy Phillips a Liverpool. Per 17 scellini e sei pence, viene inciso un acetato composto da “That’ll be the day” di Buddy Holly e “In spite of all the danger”, una composizione inedita. Ogni musicista potrà tenerselo a casa a turno per una settimana.

John

inizia una relazione complicata con Cynthia Powell, una compagna di Belle Arti.

Richard,

che si fa chiamare Ritchie, diventa batterista dei RAVING TEXAS.

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John incontra

Stuart Sutcliffe

in un bar vicino alla scuola di Belle Arti. Stuart è un giovane pittore di belle speranze, un po’ più vecchio di John e di una bellezza tenebrosa alla James Dean. Diventano molto amici, il che provoca la gelosia di Paul & George...

George, qui vestito per un matrimonio, ha lasciato la scuola . Lavora come elettricista per qualche settimana .

Agosto/settembre: diversi concerti dei Quarrymen al Casbah Club di Liverpool, gestito dalla dinamica Mona Best. Il club è situato nel sottosuolo del suo domicilio.

Maharishi Mahesh Yogi, discepolo del celebre Swami Brahmananda Sarasvati, crea il movimento della Meditazione trascendentale, rivolto ai paesi occidentali. Richard Starkey si unisce al gruppo professionista RORY STORM & THE HURRICANES, guidati dal carismatico ALAN CALDWELL.

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Edizione originale: Le petit livre des Beatles © Dargaud 2010, by Bourhis www.dargaud.com All rights reserved. Testi – disegni – colori: Hervé Bourhis Traduzione: Fabrizio Iacona "Saluti da Pepperland": Riccardo Bertoncelli Progetto grafico di copertina – adattamento editoriale: Ottavio Gibertini

© 2011 Black Velvet Editrice Srl Via Bolognese 165 - 50139 Firenze Prima edizione: ottobre 2011 www.blackvelveteditrice.com e-mail: info@blackvelveteditrice.com ufficio stampa: press@blackvelveteditrice.com

Ristampa Anno __________________________________________ 5 4 3 2 1 0 2014 2013 2012 2011

Stampato presso Tipografia Negri – Bologna.



Un’enciclopedia ironica e innovativa sulla vita e l’opera dei Fab Four: copertine di dischi, fotografie, aneddoti veri o presunti e in più le recensioni – divertenti e sincere anche nelle stroncature – di tutti i dischi, di gruppo e da solisti, dei quattro ragazzi di Liverpool che hanno cambiato il mondo.

Hervé Bourhis (Turaine, 1974) è uno dei nuovi talenti del fumetto francofono. Appassionato di musica, nel suo sito (http://bourhis.ouvaton.org/) ha pubblicato la lista illustrata dei 555 dischi rock indispensabili suddivisi per decennio. Tra le sue opere, il saggio a fumetti Il piccolo libro del rock.

ISBN 978-88-96197-61-5

9 788896 197615

55238T

€ 18,00


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