Jekill e altri classici della letteratura - Guido Crepax - Anteprima

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GUIDO CREPAX

LA BIBLIOTECA DI GUIDO CREPAX

JEKYLL E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA

Guido Crepax è uno degli autori che ha contribuito a definire la grammatica e la sintassi del Fumetto, grazie al suo segno grafico che mescola tecniche opposte come il tratteggio e la macchia, al montaggio della pagina e alla composizione delle vignette, alle sue storie che hanno raccontato anche il mutare della società. È anche il creatore di Valentina, una delle icone dell’immaginario. L’opera di Crepax spazia in tutti i generi letterari: dalla trasposizione letteraria alla commedia sofisticata, dalla fantascienza al noir, dal romanzo storico a quello erotico, e costituisce fin dal suo esordio una fonte di ispirazione e di confronto.

GUIDO CREPAX (Milano, 1933-2003) Guido Crepax è uno dei maestri del Fumetto. La sua carriera inizia nel 1953, dopo la laurea in Architettura, come illustratore di copertine di dischi; collabora poi con numerosi editori (Mondadori, Vallardi, Rizzoli, Loescher, Sonzogno, Ricciardi), riviste «Novella», «Galaxy» e «Tempo medico», e a diverse campagne pubblicitarie. Nel 1965, nel secondo numero di «Linus», pubblica il primo di una lunga serie di romanzi a fumetti, La curva di Lesmo, dove appaiono il critico d’arte Philip Rembrandt e la fotografa Valentina Rosselli: quest’ultima diventerà il suo personaggio più famoso, trasportato anche al cinema, in televisione, nella moda e nel design. Nel 1967 esce per Rizzoli L’astronave pirata (1968), il primo romanzo a fumetti italiano pubblicato direttamente in volume. Tra le altre sue opere possiamo ricordare Belinda (1967); Bianca (1968); Anita (1972-80); L’uomo di Pskov (1977); L’uomo di Harlem (1979); Giulietta (1989-90); Francesca (1990); gli adattamenti di diversi classici della letteratura (Dr. Jekyll e mr. Hyde [1987], Dracula [1987]), e dell’erotismo (Histoire d’O [1975], Emmanuelle [1978]).

“Da una parte sarei rimasto l’irreprensibile Dr. Jekyll... dall’altra sarebbe nato un uomo nuovo con una struttura mentale più semplice... privo di qualunque freno inibitore... senza scrupoli!” DR. JEKYLL

JEKYLL E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA «Ogni volta che disegno le storie degli altri», ha detto una volta Guido Crepax, «mi sento un intruso»… tranne quando ha lavorato sui classici qui raccolti. Il bisogno di realizzare queste trasposizioni non nasce solo dalla richiesta degli editori, ma anche dal lungo cammino artistico e personale iniziato da bambino, come dimostra la versione del Jekyll fatta all’età di dodici anni, in cui si scoprono tutte le caratteristiche dello stile che si sarebbe formato negli anni a seguire. è anche per questo che queste opere sono state realizzate solo a partire dagli anni della maturità artistica quando, affinati gli strumenti espressivi, è in grado di appropriarsene fino a riscriverle, ponendosi sullo stesso piano degli autori originali. Catalogate erroneamente come “minori”, questi adattamenti letterari rappresentano uno dei vertici dell’arte di Guido Crepax, che trova la sua massima liberà espressiva nei sogni letterari di quegli autori che fin dall’infanzia lo hanno fatto sentire affine, e non estraneo.

GUIDO CREPAX

JEKYLL

E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA

ISBN978-88-96197-47-9 978-88-96197-47-9 ISBN 9 788896 197479

Foto: Guido Crepax, Lucca, 1970 [Archivio Crepax].

54511V

€ 28,00

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GUIDO CREPAX

JEKYLL

E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA



INTRODUZIONE

I

l desiderio di Guido Crepax di riprendere in mano alcuni classici della letteratura e di riscriverli secondo il proprio stile si manifesta alla fine degli anni Sessanta, dopo un lungo periodo di pubblicazione intensiva delle avventure di Valentina sulle pagine della rivista «Linus», e quasi un quinquennio di intensa attività come illustratore per editori e compagne pubblicitarie. Le sue capacità narrative e artistiche sono al massimo della loro creatività e si sente pronto ad affrontare in maniera sistematica quelle narrazioni da cui aveva imparato la grammatica e la sintassi dell’arte del racconto; quegli stessi testi che si è ripetuto innumerevoli volte fin da bambino ponendo così, quasi senza accorgersene, le basi del narratore futuro che è diventato. La trasposizione di classici della letteratura non è certo una novità. Basta osservare le tante varianti di miti greci ed episodi biblici che riempiono le mura di chiese, musei e collezioni private, come anche le tantissime variazioni su temi che si pensa abusati, come la Sacra famiglia, di cui artisti di ogni tempo hanno dato la loro personale versione. E fin dall’inizio della loro storia moderna, anche i quasi coetanei cinema e fumetto si sono cimentati nella trasposizione di opere letterarie. I motivi sono essenzialmente due: il primo è ovviamente di natura commerciale. Un film o un fumetto è anche un prodotto che deve far guadagnare chi lo realizza e chi lo commissiona. La scelta di rifarsi a opere già note, meglio se di successo, può essere la chiave di volta per costruire un successo annunciato. Il secondo è quello di impadronirsi di un’opera amata e raccontarla nuovamente, ma secondo il proprio punto di vista. Anche questa è un’operazione antica, come dimostrano i racconti mitologici rielaborati da autori diversi, in tempi e luoghi differenti. Se da un lato questo processo di riscrittura crea da subito un legame con il lettore, il quale sente la necessità di confrontarsi e trovare un corpo materiale al proprio immaginario che gli sia affine, dall’altro nasconde una trappola spesso mortale per l’autore. Per quanto descritto minuziosamente, un personaggio o un ambiente letterario non sarà mai oggettivamente definito e lascerà a ogni lettore la possibilità di modellarlo secondo la propria sensibilità. Quando invece questo personaggio o questo ambiente trovano la loro rappresentazione, sia su uno schermo cinematografico sia su carta stampata, ecco che allora comincia lo spietato gioco del trovare le differenze tra quello che si è immaginato nella propria testa e quello che viene realizzato con attori e disegni, tra quello che è nel libro e quello che manca o che è aggiunto o travisato nella nuova versione. È un gioco che spesso si conclude tragicamente per l’adattamento. Questa delusione nel rilevare il naturale scollamento tra opera originale e derivata è anche il motore del meccanismo che porta autori diversi, in tempi e luoghi diversi, a confrontarsi con gli stessi fantasmi letterari, a tornare su strade già battute per aprirne altre, magari laterali e su sentieri impervi, che spesso si risolvono in grandiose sconfitte, appassionanti quasi come l’og-

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getto narrato. Un esempio per tutti potrebbe essere la storia dei tentativi di trasposizione delle tremila pagine della Recherche di Marcel Proust in un film di due ore, che hanno impegnato per decenni registi come Luchino Visconti e Joseph Losey, e autori come Suso Cecchi d’amico e Harold Pinter. Rispetto al cinema, il fumetto ha dalla sua parte la possibilità di poter realizzare qualunque scenografia a costo zero, a parte carta, matite, chine e colori e, ovviamente, l’inventiva dei disegnatori. Molti autori della generazione di Crepax, come Hugo Pratt oppure Dino Battaglia, si sono a loro volta cimentati con le trasposizioni letterarie, e non a caso sono proprio quelli che hanno avuto il “romanzo” quale medium formativo – sarà Pratt tra i primi a parlare di Fumetto come Letteratura disegnata – e che vedevano le proprie storie come romanzi tout court, in netto anticipo sulla definizione di “graphic novel”. Se per alcuni questa produzione è stata una parte importante ma minoritaria della propria attività, in Crepax è invece ampia e variegata, come dimostra la lista degli autori da lui riscritti e in parte raccolti in questo volume: E.A. Poe, R.L. Stevenson, Giacomo Casanova, Franz Kafka, Karen Blixen, Henry James. Sono scrittori di cui sono presenti tracce e citazioni anche in altri racconti di Crepax, ma che nelle trasposizioni qui pubblicate diventa co-autore loro pari. Sono storie ingiustamente considerate minori e nate solo per le esigenze dei suoi editori, mentre invece per la qualità della realizzazione e le idee che ne stanno alla base rappresentano tappe importanti nella sua carriera e, in generale, per la narrazione per immagine. Come nei casi della “Storia immortale”, dal racconto omonimo di Karen Blixen, e di Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Nel primo esempio, Crepax si diverte a disegnare i personaggi riprendendoli dal film omonimo che Orson Welles ha tratto dalla stessa novella. Nel secondo caso integra al racconto a fumetti anche le parti espunte dalla precedente versione del romanzo originale, parti andate perdute e di cui si ha notizia solo dalle lettere della moglie di Stevenson, mescolandole poi con citazioni tratte dalle diverse versioni cinematografiche della stessa opera. Per concludere, non è un caso che questo volume parta proprio da Jekyll: non solo perché è stato uno dei primi soggetti su cui Crepax si è cimentato come autore di fumetti già da bambino, dopo che la madre gli aveva narrato la vicenda, ma anche perché il racconto di questo dualismo irrisolto e irrisolvibile tra aspetti diversi della personalità e della coscienza ci narra anche il rapporto tra romanzo e fumetto, tra la convivenza e l’unione di parole e immagini, tra i due lati della stessa medaglia della narrazione che non smette di produrre opere che rinnovano il piacere di farsi raccontare, e che non esauriscono ciò che hanno da narrare.

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Robert L. Stevenson

DR. JEKYLL E MR. HYDE


ROBERT LOUIS STEVENSON (Edimburgo, 1850 – Upolu, Samoa, 1894) R.L. Stevenson ha condotto la propria vita nel segno dell’avventura, sia letteraria sia reale. Dopo aver finito gli studi di giurisprudenza, si dedica alla scrittura guadagnandosi subito anche l’ammirazione dei lettori e di un critico attento come lo scrittore Henry James: «È un lusso, in questa epoca immorale, incontrare qualcuno che scrive sul serio – che conosce veramente questa bella arte». Dopo un iniziale interesse per la saggistica soprattutto di viaggio, si rivolge alla narrativa, in particolare d’avventura, pubblicando libri indirizzati a un pubblico di ragazzi (L’isola del tesoro, La freccia nera, Rapito), e adulti (Il signore di Ballantrae, Le nuove Mille e una notte e l’incompiuto Weir di Hermiston), prediligendo spesso un’ambientazione storica, sulla scia del conterraneo Walter Scott. Durante un viaggio nel Pacifico per scrivere un libro sui mari del Sud, trova finalmente i luoghi che possono dare sollievo alla salute, divenuta ormai molto cagionevole a causa di una malattia ai polmoni che l’ha sempre perseguitato. Decide di trasferirsi definitivamente prima a Honolulu, nelle isole Hawaii, e poi nell’isola di Samoa. Qui, oltre a ballate, poesie e racconti di mare, inizia quel romanzo in cui si intravede la maturità dello stile che la sua arte stava raggiungendo, ma che purtroppo si interrompe a causa della sua morte improvvisa.

LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E DEL SIGNOR HYDE Il romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886) riflette perfettamente il fascino dello scrittore per la dicotomia tra il fascino del male e la banalità del bene e della virtù, e per le ambiguità morali, retaggio della sua educazione calvinista. Tale interesse percorre tutta la sua opera narrativa, come dimostra in maniera esemplare la figura del pirata Long John Silver nell’Isola del tesoro (1883), oggetto dell’ammirazione del giovane protagonista, anche se non rappresenta certo un modello etico da seguire. Nel tratteggiare il dualismo Jekyll/Hyde, Stevenson risentì dell’influenza del romanzo The private memoirs and confessions of a justified sinner (1824) del poeta e scrittore scozzese Robert Burns, dove l’aspetto soprannaturale viene utilizzato per raccontare il passaggio da uno stato “normale” a uno più “demoniaco”. Se il romanzo ha immediato successo, la sua genesi fu invece travagliata. Ispirato da un paio di sogni, inseriti anche nel libro, la prima stesura viene realizzata in un tour-deforce creativo di tre giorni. Quando Stevenson, come sua abitudine, lo legge ad alta voce alla moglie Fanny e al figliastro Lloyd Osborne, è criticato aspramente perché secondo la consorte non aveva centrato l’allegoria della situazione, ma aveva solo raccontato la storia delle abiezioni morali di Hyde. Dopo un violento alterco tra i due, lo scrittore ammette le ragioni della moglie, brucia il manoscritto e, nonostante le sue condizioni di salute debolissime, lo riscrive così come venne poi stampato in soli altri tre giorni.

Dr. Jekyll e mr. Hyde, Olympia Press Italia, Milano, 1987.

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Capitolo 1: STORIA DELLA PORTA

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JEKYLL E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA

Introduzione 5

R.L. STEVENSON: DR. JEKYLL E MR. HYDE Capitolo 1: Storia della porta Capitolo 2: L’omicidio di Carew Capitolo 3: La lettera Capitolo 4: L’incidente del dr. Lanyon Capitolo 5: La finestra Capitolo 6: L’ultima notte Capitolo 7: Il racconto del dr. Lanyon Capitolo 8: La confessione di Henry Jekyll

7 9 19 25 29 35 39 49 53

GIACOMO CASANOVA: STORIA DELLA MIA VITA 83 HENRY JAMES: GIRO DI VITE 115 KAREN BLIXEN: LA STORIA IMMORTALE

175

E.A. POE: I RACCONTI DEL MISTERO Il duplice delitto della via Morgue Il mistero di Marie Rogêt La lettera rubata

187 189 197 209

FRANZ KAFKA: IL PROCESSO Capitolo 1: Arresto. Colloquio con la signora Grubach. Arriva la signorina Bürstner Capitolo 2: Primo interrogatorio Capitolo 3: Nella sala delle udienze deserta. Lo studente. Le cancellerie Capitolo 4: L’amica della signorina Bürstner Capitolo 5: Il bastonatore Capitolo 6: Lo zio. Leni Capitolo 7: L’avvocato. L’industriale. Il pittore Capitolo 8: Il commerciante Block. Licenziamento dell’avvocato Capitolo 9: Nel duomo Capitolo 10: La fine

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Guido Crepax di Sergio Rossi

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Bibliografia

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Sceneggiatura – disegni: Guido Crepax Introduzione e note: Omar Martini e Sergio Rossi Guido Crepax: testo di Sergio Rossi Progetto grafico di copertina – adattamento editoriale: Ottavio Gibertini

© 2011 Black Velvet Editrice Srl Via Bolognese 165 – 50139 Firenze Prima edizione: giugno 2011 www.blackvelveteditrice.com e-mail: info@blackvelveteditrice.com ufficio stampa: press@blackvelveteditrice.com Ristampa Anno __________________________________________ 5 4 3 2 1 0 2014 2013 2012 2011

Stampato presso Tipografia Negri – Bologna.





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Guido Crepax è uno degli autori che ha contribuito a definire la grammatica e la sintassi del Fumetto, grazie al suo segno grafico che mescola tecniche opposte come il tratteggio e la macchia, al montaggio della pagina e alla composizione delle vignette, alle sue storie che hanno raccontato anche il mutare della società. È anche il creatore di Valentina, una delle icone dell’immaginario. L’opera di Crepax spazia in tutti i generi letterari: dalla trasposizione letteraria alla commedia sofisticata, dalla fantascienza al noir, dal romanzo storico a quello erotico, e costituisce fin dal suo esordio una fonte di ispirazione e di confronto.

GUIDO CREPAX (Milano, 1933-2003) Guido Crepax è uno dei maestri del Fumetto. La sua carriera inizia nel 1953, dopo la laurea in Architettura, come illustratore di copertine di dischi; collabora poi con numerosi editori (Mondadori, Vallardi, Rizzoli, Loescher, Sonzogno, Ricciardi), riviste «Novella», «Galaxy» e «Tempo medico», e a diverse campagne pubblicitarie. Nel 1965, nel secondo numero di «Linus», pubblica il primo di una lunga serie di romanzi a fumetti, La curva di Lesmo, dove appaiono il critico d’arte Philip Rembrandt e la fotografa Valentina Rosselli: quest’ultima diventerà il suo personaggio più famoso, trasportato anche al cinema, in televisione, nella moda e nel design. Nel 1967 esce per Rizzoli L’astronave pirata (1968), il primo romanzo a fumetti italiano pubblicato direttamente in volume. Tra le altre sue opere possiamo ricordare Belinda (1967); Bianca (1968); Anita (1972-80); L’uomo di Pskov (1977); L’uomo di Harlem (1979); Giulietta (1989-90); Francesca (1990); gli adattamenti di diversi classici della letteratura (Dr. Jekyll e mr. Hyde [1987], Dracula [1987]), e dell’erotismo (Histoire d’O [1975], Emmanuelle [1978]).

“Da una parte sarei rimasto l’irreprensibile Dr. Jekyll... dall’altra sarebbe nato un uomo nuovo con una struttura mentale più semplice... privo di qualunque freno inibitore... senza scrupoli!” DR. JEKYLL

JEKYLL E ALTRI CLASSICI DELLA LETTERATURA «Ogni volta che disegno le storie degli altri», ha detto una volta Guido Crepax, «mi sento un intruso»… tranne quando ha lavorato sui classici qui raccolti. Il bisogno di realizzare queste trasposizioni non nasce solo dalla richiesta degli editori, ma anche dal lungo cammino artistico e personale iniziato da bambino, come dimostra la versione del Jekyll fatta all’età di dodici anni, in cui si scoprono tutte le caratteristiche dello stile che si sarebbe formato negli anni a seguire. è anche per questo che queste opere sono state realizzate solo a partire dagli anni della maturità artistica quando, affinati gli strumenti espressivi, è in grado di appropriarsene fino a riscriverle, ponendosi sullo stesso piano degli autori originali. Catalogate erroneamente come “minori”, questi adattamenti letterari rappresentano uno dei vertici dell’arte di Guido Crepax, che trova la sua massima liberà espressiva nei sogni letterari di quegli autori che fin dall’infanzia lo hanno fatto sentire affine, e non estraneo.

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Foto: Guido Crepax, Lucca, 1970 [Archivio Crepax].

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