Activity Report 2009/12 di Basilicata Innovazione

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Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio ed il linguaggio ancor di più. Si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d’oggi ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola. Isaac Asimov


INDICE La strada giusta 003 Basilicata Innovazione: il contesto 004 Ai blocchi di partenza: una scelta strategica Il primo traguardo: un modello vincente 006 Prima di cominciare: una premessa doverosa 007 Racconto #0 008 Primo compleanno: aspettative 010 Secondo compleanno: oggetti/progetti 012 Gli angeli custodi 014 Io broker tecnologico 017 Racconto #1 018 Case History 020 Io animatore della ricerca 037 Racconto #2 038 Case History 040 Io BI CUBE 047 Racconto #3 048 Case History 050 Servizi trasversali: la comunicazione, il Matech Point Basilicata, l’Ufficio Studi PatLib, l’Internazionalizzazione 053 Racconto #4 054 Case History 059 NIDI TecNOfrontiere 061 Terzo anno: write the future 062


La strada giusta I processi d’innovazione portano benefici ai sistemi economici, rendendoli maggiormente competitivi in quanto colgono le opportunità che scienza e tecnologia mettono a disposizione. Non si tratta tuttavia di un percorso automatico, scontato. Per attivarlo sono utili facilitatori che inneschino un ciclo virtuoso nel quale imprenditori, ricercatori, università, istituzioni locali collaborino con un comune obiettivo di crescita e miglioramento. A tre anni dalla sua nascita, si può ben dire che Basilicata Innovazione abbia assunto questo ruolo sul territorio lucano, promuovendo progetti di trasferimento tecnologico in diversi settori: dall’agroindustria

al legno&arredo, dalla meccanica all’energia verde, dall’osservazione della Terra all’ICT. Le metodologie di trasferimento tecnologico adottate in Basilicata sono le stesse sperimentate con successo da un decennio in Friuli Venezia Giulia da AREA Science Park. La felice esperienza lucana ha consentito di verificare la bontà dell’assunto iniziale e cioè che queste metodologie potessero essere felicemente trasferite anche ad altri contesti territoriali, con gli opportuni adattamenti. Possiamo anche dire che uno dei risultati finora acquisiti è quello di aver aumentato la ricettività all’innovazione da parte delle imprese lucane, ampliando gli spazi di collaborazione tra mondo della ricerca e mondo imprenditoriale.

Aggregazione, innovazione e internazionalizzazione sono le tre sfide da vincere per recuperare terreno e tornare a condizioni di sviluppo in grado di sostenere la creazione di ricchezza e nuova occupazione. La sfida di Basilicata Innovazione è accrescere il suo impatto positivo e misurabile sulla competitività della regione, facendo leva, in particolare, su uno sviluppo basato sulla conoscenza. Non è una strada facile, certo. Ma questo primo, intenso triennio sta dimostrando che la direzione intrapresa è quella giusta. Adriano De Maio, Presidente di AREA Science Park


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BASILICATA INNOVAZIONE il contesto Creare un sistema permanente di collegamento tra ricerca e impresa, che fosse in grado di dar vita ad un circolo virtuoso per rispondere alla domanda di innovazione delle imprese del territorio, attivando le migliori competenze presenti nel mondo della ricerca e fornendo un supporto adeguato durante il processo di adozione dell’innovazione stessa. E’ questa la nostra “mission”. Il progetto è stato avviato il 1° Luglio 2009, grazie alla Regione Basilicata che ha sancito un accordo di collaborazione di lungo termine con AREA Science Park, uno dei principali Parchi Scientifici e Tecnologici multisettoriali a livello internazionale e punto di riferimento nazionale per il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese e per la valorizzazione dei risultati della ricerca. L’obiettivo è far maturare fra le aziende del territorio una maggiore sensibilità sui temi della ricerca e dell’innovazione. Per noi significa rafforzare il tessuto imprenditoriale locale, realizzare un’interazione delle imprese con le Università ed i centri di ricerca - depositari di conoscenze e competenze preziose per l’innovazione e la competitività dei settori produttivi da rendere fruibili a tutto il sistema produttivo lucano, valorizzando così l’impiego delle risorse umane presenti (molte di queste, altamente scolarizzate) attraverso l’introduzione in processi aziendali e, contestualmente, limitare il fenomeno dell’emigrazione “intellettuale”. Obiettivi ambiziosi,

ma non irrealizzabili, così come la valorizzazione dei risultati della ricerca e delle attrezzature tecnologiche (laboratori specialistici, strumentazioni specifiche) già presenti sul territorio regionale. In sintesi, siamo nati per dare un sostanziale e concreto impulso alla realizzazione di una politica regionale di sviluppo delle attività produttive fondata sull’innovazione tecnologica. Per completare la dotazione di risorse dedicate al progetto, è stata messa in pista anche Innovation Factory, società in-house di AREA, specializzata nei temi della creazione e sviluppo di startup innovative, di provenienza accademica e industriale COSA ABBIAMO FATTO Dovendo guardare al tema dell’innovazione dal punto di vista delle imprese - com’è ormai nel nostro DNA - non potevamo far altro che partire da una “fotografia” dello stato dell’arte per evidenziare potenzialità e criticità dei diversi settori produttivi, ponendo le basi per l’avvio di specifiche operazioni di sostegno. Al contempo, abbiamo individuato i settori a maggior potenzialità, che sarebbero stati al centro della nostra attenzione e, probabilmente, i più ricettivi: mobilità sostenibile (settore Automotive), AgroAlimentare, Legno-Arredo, Energia, Osservazione della Terra, Materiali, ICT. Per girare la chiave ed innestare il motore, abbiamo tenuto presenti le idee che hanno avuto successo

in Friuli Venezia Giulia: un sistema di Centri di Competenza strategicamente individuati (sul modello di “Innovation Network”) per fornire servizi e assistenza alle PMI della regione sui temi di più rilevante interesse strategico; per valorizzare la ricerca sviluppata in Basilicata è stata adottata una metodologia sul modello di “Sister – Sistema regionale per la valorizzazione della ricerca”, con l’obiettivo di sviluppare i rapporti fra ricerca ed imprese e favorire il rapporto della ricerca con il mercato. Abbiamo poi creato un Centro Studi (sul modello di “Centro Studi e PatLib”) a supporto delle attività di trasferimento tecnologico e dell’innovazione, fruibile sia dall’intero sistema produttivo che scientifico della regione.


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Ma non bastava; questa è stata solo una parte del nostro lavoro iniziale, che ha previsto l’organizzazione e gestione di attività di training specificamente progettate, sia per le imprese del territorio, sia per le figure che a vario titolo si sarebbero occupate di trasferimento tecnologico (technology brokers). Infine, sul modello di “Innovation Factory”, abbiamo costituito un incubatore “di primo miglio” al servizio sia di ricercatori che di giovani desiderosi di avviare un progetto per la creazione di imprese innovative ad alto contenuto di conoscenza. GLI OBIETTIVI Dopo la selezione pubblica, il personale è stato contrattualizzato il 20 novembre 2009. Tre senior AREA coordinano la regìa di un organico costituito da 29 persone (di cui 27 lucane), molte delle quali in possesso di Lauree «soft», in piena sintonia con l’operatività e la nostra mission. Le nostre risorse umane hanno quindi sostenuto un importante periodo di formazione, in due fasi: con la presenza di personale di Basilicata Innovazione a Trieste (in AREA Science Park) e con il personale di AREA in Basilicata per coaching e affiancamento sulle diverse tematiche. La formazione da parte del personale di AREA, terminata formalmente verso la fine di febbraio 2010, di fatto è proseguita per circa un anno con ulteriori scambi per l’approfondimento di metodologie, uso degli strumenti e discussione di casi concreti. A completamento, nel periodo appena concluso abbiamo investito, su donne e uomini di Basilicata Innovazione, circa 250mila Euro in attività formative quali partecipazione a Master, formazione interna, corsi di lingua, visite a fiere di settore, partecipazione a convegni. IL CONTESTO Operare in Basilicata sul fronte dell’innovazione e del trasferimento tecnologico non sarebbe stato semplice. Lo testimoniavano

alcuni dati oggettivi: moltissime erano le piccole e micro imprese, sottocapitalizzate e polverizzate sul territorio, con bassa cultura di “rete” e scarsa propensione utilizzo di risorse per migliorare i prodotti/ processi attraverso la ricerca. La visione del mercato molto ristretta, troppo spesso confinata nei limiti della regione, era inoltre un gap notevole da considerare, così come l’eccessiva dipendenza dal finanziamento pubblico, che si traduceva in una notevole resistenza ad investire proprie risorse in progetti innovativi. Su un piano “macro”, infine, mancava una politica che favorisse la valorizzazione economica dei risultati della ricerca sviluppati presso l’Università e gli Enti di Ricerca presenti sul territorio. Lo sguardo panoramico sulle criticità esistenti ci è servito per comprendere meglio quale avrebbe dovuto essere il nostro impatto su questa realtà, quale l’approccio da utilizzare con gli imprenditori, quali le leve da esercitare per cogliere e valorizzare le eccellenze. I tanti casi di successo, al momento, dimostrano che quel quadro in realtà aveva una spessa patina che avremmo potuto squarciare, con molta buona volontà, impegno e le metodologie giuste. Infatti con il trascorrere del tempo le imprese ci hanno percepito, come di fatto vogliamo essere: partner e non consulenti, mostrando in realtà un forte interesse a migliorare la propria posizione competitiva. Abbiamo reso possibile quello che molti, all’inizio, dipingevano come “l’impossibile”: riunire imprenditori, che inizialmente si consideravano “concorrenti”, e costruire filiere di imprese per avviare progetti di comune interesse. In parallelo, abbiamo avviato e poi consolidato, con soddisfazione, la collaborazione con numerosi Dipartimenti dell’Università della Basilicata e con altri Centri di ricerca esistenti in regione, anelli di una catena delle eccellenze che andava (e va) valorizzata e messa in rete.

IL BILANCIO Sulla bilancia della soddisfazione, a tre anni dall’inizio delle attività, il peso è moderatamente dalla parte delle positività. Dall’altro lato permangono alcune criticità, a partire, ad esempio, da un certo disallineamento delle politiche Regionali con altri strumenti esistenti. Ci manca ancora un accordo quadro di collaborazione con l’Università della Basilicata, e questo può ulteriormente rallentare alcune operazioni, utili al territorio regionale che molto può ottenere da un migliore rapporto con il sistema della ricerca. Occorrerà incidere sulle attività di sviluppo di nuove imprese e incentivare la cultura sulla proprietà industriale. Sappiamo però che, siamo appena a metà del nostro cammino. Ci piacerebbe, nel prossimo triennio, essere considerati componente stabile e naturale del sistema economico regionale, completando le azioni così faticosamente intraprese nella nostra fase di start up. Abbiamo verificato che possiamo influire sulla competitività delle imprese, rompendo un atavico isolamento degli imprenditori, che hanno imparato a confrontare le proprie competenze con quelle del nostro team e degli esperti che di volta in volta ci hanno coadiuvati. C’è ancora molto spazio per creare aggregazione fra imprese su temi di interesse trasversale; c’è ancora tanto da camminare – e la necessità – sul percorso dell’orientamento dei risultati della ricerca locale verso applicazioni industriali o verso la creazione di impresa. La crescita di fatturato e i nuovi posti di lavoro stabili creati grazie ai nostri interventi sono il frutto del lavoro, della passione comune messa sul campo, della voglia di crescere e di guardare al futuro con rinnovata speranza. Siamo convinti di essere appena all’inizio di un lungo percorso, e che il meglio debba ancora arrivare.


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Ai blocchi di partenza: una scelta strategica per ridurre la distanza tra ricerca e produzione Quando mi invitarono alla conferenza stampa di presentazione di Basilicata Innovazione lo dissi con forza, convinto, come sono, che senza un forte atto di coraggio innovativo non solo la nostra regione, ma l’intero Mezzogiorno, poco potrà fare per superare il divario esistente tra il mondo della produzione e quello della ricerca. Ciò che ci serve, annunciai in quella circostanza, è individuare un trait d’union tra lavoro e innovazione che ci consenta, da un lato, di imboccare una strada nuova rispetto al passato, senza però perdere di vista, dall’altro, quelli che, a mio avviso, sono gli elementi imprescindibili di qualunque nuova sfida: intelligenza, qualità ed umiltà. A distanza di tre anni da allora ed alla luce del buon lavoro nel frattempo realizzato da una qualificata pattuglia di giovani “broker” dell’innovazione, per lo più lucani, grazie alla fruttuosa collaborazione di AREA Science Park e di quanti, a partire da Paolo Cattapan, si sono impegnati in prima persona per il successo di questa “scommessa”, leggo con soddisfazione che i risultati non sono mancati. E questo mi conforta nella speranza che sempre più, in Basilicata, possa prevalere la cultura dell’emulazione tra aziende impegnate a collaborare e a far scattare utili sinergie, nell’ambito di un processo virtuoso che faccia della ricerca e dell’innovazione la vera stella polare della crescita in Basilicata. E’ importante conoscersi per poter fare un pezzo di strada, più o meno lungo, insieme. E quindi ben vengano pubblicazioni come questa, che nel testimoniare, doverosamente, l’attività svolta, adempiono ad un ruolo fondamentale: quello di portare alla luce gli sforzi di tanti uomini e donne che, in silenzio, umilmente, in Basilicata, ogni giorno, affrontano la grande sfida dello sviluppo. Vito De Filippo Presidente Regione Basilicata

Il primo traguardo: un modello vincente di innovazione e integrazione Lo ricordo bene quel 20 luglio 2010: giorno del primo “compleanno” di Basilicata Innovazione. Il presidente della Regione, Vito De Filippo, era dovuto partire per Roma, per partecipare ad una importante riunione della Conferenza Stato-Regione, chiamata a pronunciarsi sui tagli decisi dal Governo. Il governatore lucano non poteva assolutamente mancare a quell’incontro. E quando mi chiamò di buon mattino per chiedermi di sostituirlo al tavolo della presidenza, insieme con l’allora assessore alle Attività Produttive, Erminio Restaino, avvertii una nota di rimpianto nella sua voce. Basilicata Innovazione infatti ha rappresentato sin dall’inizio, per la Regione Basilicata e la sua classe dirigente, una grande opportunità da mettere a disposizione del tessuto imprenditoriale lucano, nel dichiarato tentativo di avviare una grande sfida sul fronte della ricerca e dell’innovazione. Era naturale, quindi, che il presidente volesse verificare di persona i risultati conseguiti nel corso del primo anno di attività da quella motivata pattuglia di giovani laureati lucani, istruiti a Trieste, presso AREA Science Park, e poi calati nella realtà di Basilicata. Con quali risultati? Ottimi, a giudicare dai numeri che quella mattina ci furono illustrati da Giancarlo Michellone, all’epoca presidente del Parco scientifico, e da Paolo Cattapan, amministratore di Basilicata Innovazione, mentre i giovani seguivano l’evento con sguardi attenti, illuminati da una luce di entusiasmo e di voglia di fare. La cosa che mi colpì è che in dodici mesi questo nuovo attore istituzionale non solo aveva evitato il rischio di diventare una sorta di “corpo estraneo” all’interno della nostra regione, ma stava collaborando proficuamente con l’Università degli Studi della Basilicata, con Enea, Metapontum Agrobios, Cnr Imaa e Cnr Ibam. Davvero niente male per un “neonato” chiamato a spegnere la sua prima candelina. Angelo Nardozza Direttore Generale Regione Basilicata


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Prima di cominciare una premessa doverosa Ogni libro - o quasi - parte da una premessa e per esserci vuol dire che è essenziale leggerla prima di addentrarsi tra le pagine che seguono. Anche questo activity report ha una premessa, forse fondamentale: vuole essere un racconto, anche nel tono di voce o meglio di scrittura, di quello che è stato fatto in questi primi tre anni di attività. Un racconto che è stato scritto intervistando e chiacchierando, davanti a una tazzina di caffè, con tutto il team di Basilicata Innovazione. Ma tutto quel che è stato scritto, e ancor prima detto, difficilmente sarebbe esistito senza il prezioso contributo degli esperti coinvolti negli interventi di innovazione fra cui dobbiamo ricordare: il prof. Antonio Dal Monte, medico dello sport ed esperto di ergonomia di fama internazionale, che con il suo viso affabile e la sua pazienza ha ascoltato gli imprenditori lucani, le loro esigenze per poi dare delle risposte scientifiche e rigorose…senza colpo ferire! L’architetto Enrico Micelli, esperto di bioedilizia, che con le sue competenze pluriennali nel settore, è riuscito a seminare in Basilicata il valore aggiunto dell’architettura sostenibile. Franco Zuliani, esperto in Automazione e Macchine, che con la sua esperienza ha fatto sembrare piccoli gli accorgimenti e semplici i sistemi di ingegnerizzazione, che hanno permesso a diversi imprenditori di automatizzare i processi produttivi oltrepassando il limite dell’artigianalità/manualità. Gli esperti di Arthur D. Little, società leader internazionale nella consulenza sulla pianificazione e sviluppo di piani industriali, grazie a cui alcune imprese lucane si sono rese conto di quale sia la loro posizione sul mercato e di quali passi possono ancora fare per migliorare il loro profilo competitivo. Last but not least, i Centri di ricerca lucani (IMAA, IBAM, IMIP CNR, Metapontum Agrobios, Enea) e i Dipartimenti dell’Università degli Studi della Basilicata, i cui nomi sono acronimi un po’ strani ma i cui contenuti di sapere e di professionalità sono stati preziosi per il successo del nostro lavoro e per la crescita delle imprese!


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racconto #0

C’è nessunoooo? Per compiere i primi passi ci vuole pazienza, coraggio e personalità scivolare addosso i pensieri di chi mi guardava come fossi

una pazza arrogante. Forse lo ero, ma c’era del metodo, in questa follia. Non sarei ripartita da nulla. Avevo il mio entusiasmo, le idee, le competenze, la mia energia. Tutto quello che rischiavo di perdere per strada, lasciando che venisse soffocato dalla routine. E avevo incrociato un progetto nuovo, vincente.

Pioniera e factotum: il dolce peso della sfida Sola. Catapultata in uno spazio immenso. Immenso e vuoto. Mi sento come la particella di sodio della pubblicità.

C’è

nessunoooo? Sono appena tornata da Trieste e ho negli occhi e nella

testa quei suoni da realtà multiculturale, frizzante, energetica e in continuo movimento. Era qualche giorno fa e sembra un’altra dimensione. Qui è tutto enormemente bianco, immobile. Silenzioso. Rintocchi metallici, frammenti di canzoni intonate a voce alta, il ronzìo di punte di trapano roteanti mi ricordano che i lavori in corso sono appena iniziati e che si dovranno concludere

Workinprogress, lavoriamo per voi. rapidamente.

Si dice così, no? Solo qualche mese fa ero immersa nei miei numeri, nella tranquillità di lancette ordinate e puntuali. Ero in un destino lavorativo ineluttabile, legato ad un contratto a tempo indeterminato. Un vero lusso, di questi tempi. Aver deciso di sfidare me stessa, di lasciare senza esitazione ogni certezza e di svoltare, come si dice, era stato un attimo. Un lampo di luce che quella parola, “innovazione”, legata alla mia terra, mi aveva folgorata.

Ero pronta a lasciarmi

Certo, guardarsi intorno oggi non incoraggia ma... gli operai lavorano veloci. E le pareti iniziano a prendere forma e colore. Arrivano i primi sorrisi, alcune tensioni, passi pesanti e un vociare umano. Discreto ma umano. Forse avrò finito di occuparmi solo di aridi dettagli tecnici, di scadenze e di lavori in corso. Avrò finito di contabilizzare le trasferte e gestire la logistica, di rispondere a tre telefoni, che puntualmente squillano tutti insieme. E

cos’è realmente Basilicata Innovazione. allora potrò concentrarmi a studiare

Come si muovono i broker, cosa è questa sigla che già mi piace, “Sister”. Potrò essere finalmente funzionale al mio ruolo di interfaccia con il mondo esterno, consapevole dei servizi e delle opportunità che noi avremmo offerto. Ne sono certa: vedrò il passaggio dalla diffidenza alla fiducia, respirerò l’innovazione, mi arrabbierò e capiterà, forse, di maledirmi per le scelte che ho fatto, e di rimpiangere il tempo in cui lo stipendio arrivava tranquillo, a fine mese, e c’era sempre qualcuno pronto a dirmi cosa avrei dovuto fare, senza che mi toccasse spremermi le meningi e ricominciare daccapo ogni giorno. Senza orari. Ma non è questo, in fondo,

libertà….

il sapore della

L’anello tra management e personale Avanti il prossimo! Che tensioni, in queste

selezioni. Ci si gioca il futuro, o quantomeno un’opportunità di quelle da non lasciarsi sfuggire. La competitività è alta, sono tutti qui per vincere. Alla fine ne resteranno una

trentina, e io dovrò coordinarli. Ho letto molti libri e ho accumulato esperienza, sono stata in formazione per settimane, ma le risorse umane sono variabili che nessuno potrà mai insegnarti. Vanno affrontate, sul

So che dovrò trasmettere regole. Passerò per quella antipatica, per la perfettina di turno, ma lo farò. Sapevo fin dall’inizio che per un po’ sarei stata il parafulmine della struttura, fa campo, e sfidate, almeno all’inizio.

parte del gioco.

E così, tra un report e l’altro, impartirò condizioni ferree per le trasferte, per i convegni... Rido poco, in questo periodo, ma solo per tenere alta la concentrazione. E dico molti no. Sono no “scomodi”, ma necessari. Solo quando penso che tra un anno il rodaggio più duro sarà ultimato, i muscoli in tensione si allentano. Ma non posso. Non devo pensare. Al centro del mio agire c’è la responsabilità; viaggio tra il management e il personale e devo rispondere a entrambi.

Mediazione, pazienza, coraggio, personalità: c’è tutto questo nel lavoro sul campo, on the job. Qui non si sgarra.

La parte più piacevole arriverà appena il disallineamento iniziale sarà colmato. Allora capiranno che dietro questa corazza ci sono sentimenti non distanti dai loro. E finalmente potrò lasciare entrare in me il valore del confronto, dell’arricchimento umano, contribuire a dare vita e forma autonoma a questa cellula in costruzione. Perché so, anzi spero, che tra qualche anno succederà, e potremo

camminare sulle nostre gambe, rappresentare quel centro di eccellenza che oggi è nella testa di ognuno di noi. Sarà così, lo sento. Chi è il prossimo?


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Il gruppo dell’amministrazione Anna D’Amato, Caterina Cavallo, Valeria Verrastro, Luciana Satriani


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Primo compleanno: aspettative Mamma Regione rappresentata da Angelo Nardozza e da Erminio Restaino - e papà AREA nei panni di Giancarlo Michellone - vengono a trovarci per capire cosa abbiamo fatto in questo primo anno di lavoro. No, non abbiamo paura ma l’emozione è tanta: spegneremo la prima candelina, dopo dodici mesi in cui abbiamo imparato facendo (aspetta… com’è che si dice? Prendi gli appunti…ecco! “learning by doing”!) e avviato i primi percorsi di innovazione con imprenditori e ricercatori. Abbiamo dati che testimoniano come e con quanto impegno Basilicata Innovazione sia arrivata in ogni angolo, anche sperduto, del territorio, per presentare i servizi e le opportunità offerte; per prendere per mano gli

imprenditori e i ricercatori e vincere assieme la sfida: fare innovazione in Basilicata per dare slancio alla competitività. 260 imprese lucane contattate e 217 visitate, appartenenti principalmente ai settori dell’agro-industria, legno e arredo, automotive, energia, ICT e Osservazione della Terra. 61 gli interventi di innovazione (tra conclusi e in corso); 6 convalide per valorizzare i risultati della ricerca, sviluppate grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata, ENEA, Metapontum Agrobios, CNR IMAA, CNR IBAM; 9 proposte imprenditoriali in fase di valutazione per l’avvio di percorsi di incubazione e la creazione di start up. Un grande giorno, festeggiato proprio presso la sede di Basilicata

Innovazione, in cui è stato anche tagliato il nastro al MaTech Point® Basilicata e al suo piccolo spazio espositivo di campioni di materiali. Un giorno indimenticabile, in cui sono stati raccolti i primi frutti ma soprattutto stimolate le energie per andare avanti, sempre meglio e con il doppio dell’impegno.



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Secondo compleanno: oggetti/progetti Più o meno un anno prima, sulla torta c’era una sola candelina. La struttura è cresciuta, non tanto in termini dimensionali quanto di risultati concreti raggiunti e di visibilità sul territorio: Basilicata Innovazione era pronta a puntare i riflettori su imprenditori, ricercatori e professori universitari, per dar loro la possibilità di raccontare cosa avessero realizzato grazie al suo supporto, scegliendo di mettersi in gioco.

e prototipi realizzati attraverso percorsi di innovazione: dal progetto CerrRov a Ergonomia Basilicata; dal Pane di Matera alle stampe sul tufo dei Sassi di Matera; dalla tecnica del Georadar agli ambienti per videogames al sistema di tracciabilità dei beni artistico-culturali.

A distanza di solo un anno quindi, arrivava la prima vittoria, per noi e per chi aveva voluto credere nel nostro metodo di lavoro. Ma sapevamo di essere ancora sotto le Storie di innovazione di occhiate pungenti di chi successo, fatte di parole nutriva delle perplessità che diventano prodotti su di noi. Sapevamo di nuovi e competitivi: questo dover raccogliere nuovi il “menù” del secondo input dal Territorio e compleanno di Basilicata dall’Amministrazione Innovazione. Regionale per essere sempre più una struttura È stato festeggiato presso il indispensabile per lo Park Hotel di Potenza, dove sviluppo competitivo della sono stati allestiti dei mini Basilicata. stand espositivi con prodotti

Eravamo e siamo consapevoli che bisogna continuare a “tirare calci al pallone dell’innovazione” per creare traiettorie sempre più precise e vincenti. Un grazie particolare, per la riuscita di quella giornata, va ad Antonella Pallante - giornalista TGR - che ha saputo moderare con grande professionalità tutti gli interventi che si sono susseguiti sul palco.



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L’elevata specializzazione dei servizi di Basilicata Innovazione è frutto delle competenze acquisite da un gruppo di persone che nei primi tre anni di attività della struttura hanno vissuto

angeli custodi

Y W C R

”, da “ vigilando su aziende, ricercatori, gruppi di persone con idee di impresa. Assistiti a loro volta da figure importanti, sono entrati in scena in punta di piedi, a fari spenti, ascoltando. E così si sono formati, sono cresciuti e hanno acquisito sicurezza, autonomia, per consigliare, proteggere, incoraggiare. Si sono materializzati nei momenti di maggiore difficoltà, hanno indagato e risolto casi intricati, mettendoci impegno e passione. è la loro esperienza che vorremmo raccontare, nelle pagine che seguono.


YES WE CA RE


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Io: Broker tecnologico Erano i primi giorni dell’ottobre 2009 quando, membro della commissione per la selezione del futuro personale di Basilicata Innovazione, ho avuto l’opportunità di imbattermi in numerosi giovani lucani, desiderosi di farsi conoscere, di capire il significato dell’opportunità loro proposta e di essere soggetti attivi della sfida lanciata da AREA Science Park e dalla Regione Basilicata. Non conoscendo questa terra e neppure i suoi abitanti, sono rimasto molto impressionato dalla caparbietà di questi ragazzi, dalla ricchezza dei loro curricula e dalla forte volontà di mettersi in gioco orgogliosamente per un futuro migliore della loro terra. E’ iniziato in questo modo il mio rapporto con il personale di Basilicata Innovazione, e in particolare con i broker, una decina di giovani lucani che hanno avviato con entusiasmo un percorso formativo mirato e specifico che ha permesso alla struttura di disporre di uno staff in grado di interpretare correttamente le esigenze di innovazione, di prodotto o di processo, e di individuare assieme alle imprese le soluzioni più adeguate per contribuire alla loro competitività. L’impegno e la preparazione di tutto il nostro personale, assieme alla presenza di attori con i quali è credibile poter sperimentare forme di collaborazione forti e finalizzate - le imprese, il mondo della ricerca, le istituzioni territoriali – hanno permesso il raggiungimento di risultati non prevedibili all’inizio delle attività e di gran lunga superiori alle aspettative iniziali. La metodologia consolidata di Basilicata Innovazione per il trasferimento tecnologico e l’impegno quotidiano di tutto il personale ha dimostrato con i risultati che tale attività, quando adeguatamente supportata da una amministrazione pubblica lungimirante, riesce a dar vita, nel tempo, ad una vera crescita della cultura dell’innovazione radicata nel territorio, dalla quale non è poi possibile tornare indietro. Tale crescita culturale è alla base di tutti quei processi destinati a generare lo sviluppo competitivo del quale beneficia non solo il sistema produttivo di un territorio ma la sua intera comunità. Andrea Trevisi Responsabile Servizio Trasferimento Tecnologico


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racconto #1

Broker tecnologico, sospeso su un filo tra impresa e ricerca.

Facciamo rete, produciamo conoscenza, sviluppiamo innovazione, ma prima di tutto siamo un team, e questo ci rende orgogliosi. Abbiamo una missione ben precisa: scavare un solco nuovo, aprire una traccia mai esplorata prima, su un terreno scivoloso, difficile. Siamo giovani con competenze specialistiche e tanta voglia di mettersi in gioco, ci hanno scelto per questo.

Ricordo le prime settimane in Basilicata Innovazione.

Aver superato le selezioni era stata dura, ma non potevamo gioire. Avevamo bisogno di formazione. Lo abbiamo fatto con i colleghi di AREA Science Park, erano loro i primi broker tecnologici italiani. Ci siamo messi nelle loro mani per carpire ogni piccolo segreto, ogni indicazione utile, ogni piccolo dettaglio che potesse fare la differenza. C’era questo, nei nostri pensieri, per settimane e settimane. Poi arriva il momento di scendere in campo. C’è più ansia, che paura. Ma è

ansia positiva, di chi morde il freno. Stiamo

per salire su un filo sottile sospeso nel vuoto, e non abbiamo paura. Follia o autostima? Difficile dirlo. Ma se guardo negli occhi i miei

colleghi, mi sento più sicuro. E poi, abbiamo ancora un piccolo paracadute. I colleghi esperti contattano le imprese, ci accompagnano agli appuntamenti, avviano la presentazione. Noi, dietro di loro, pronti a raccogliere i frammenti. Nello sguardo dell’imprenditore c’è diffidenza, timore. Non saranno quegli strani termini inglesi e quell’accento così lontano a spaventarli? Avanziamo in scena per rassicurarli, per dire che anche per noi è un’esperienza nuova. La traiettoria verso il nuovo porta rischi per tutti ma è un orizzonte possibile, e non li lasceremo soli.

L’empatia funziona

. Ora che la navicella-madre è tornata a Nord, siamo sul filo, alla ricerca di un equilibrio stabile. Siamo a metà del percorso. Non possiamo, non dobbiamo guardare né indietro, né sotto. I primi contatti telefonici con gli imprenditori non sono incoraggianti, ci avevano avvertito: “qualche porta in faccia arriverà, e vi farà anche bene”. C’è crisi, non c’è né tempo nè voglia di parlare con i soliti consulenti. Ma noi non siamo consulenti, facciamo innovazione e cultura di impresa. Rovesciamo paradigmi. Per noi il Bando pubblico non è la “scossa” per innescare interventi ma uno strumento al servizio dell’impresa che vuole innovare.

Gli imprenditori non sono concorrenti ma colleghi, con le

medesime esigenze da soddisfare. Il futuro si vede meglio se saremo in tanti, a coglierne il profilo. Sarà durissima accompagnarli verso questa visione. Eppure cominciamo ad avere spalle larghe e tono diverso: deciso, ma rassicurante.

Siamo una “squadra”, non ci sentiamo mai soli. Neanche davanti ai nostri computer, nell’open space in cui trascorriamo buona parte del nostro tempo lavorativo, dimenticando le compatibilità caratteriali: al centro c’è l’azienda, l’obiettivo, e ognuno di noi con il proprio background può contribuire ad

alimentare

quell’alito di vento utile a riequilibrarci, sulla corda sospesa nel vuoto. L’energia collettiva degli altri settori della struttura si sente, è linfa vitale, ci aiuta. “Prego, accomodatevi.” A volte bastano due parole per far cadere il muro della diffidenza. Siamo in azienda, nel vissuto di uomini e donne fatto di sguardi, sudore, intuizioni, imprecazioni, sorrisi, fatica, sofferenza. E voglia di rialzarsi, per guardare lontano. C’è tutto questo intorno a noi, e molto altro da scoprire e far scoprire, all’interno e all’esterno di quella cellula. Inutile rivolgersi ad imprese lontane se puoi acquistare un componente da un tuo vicino. Ma devi conoscerlo, e noi ti aiuteremo a farlo. Con morbidezza, equilibrio, limando gli spigoli. La sfida ormai è accettata. Lo vediamo agli eventi che organizziamo, lo percepiamo dalle telefonate che arrivano in ufficio per richiedere il nostro intervento; alcuni da contoterzisti vorrebbero lanciarsi e lavorare in autonomia. Finalmente! Restare sospesi su un filo può essere anche gratificante e addirittura divertente, chi l’avrebbe mai pensato? La tensione si stempera in un lieve sorriso: il solco è tracciato. Ma rimane ancora molto da fare: i tempi della ricerca sono ancora troppo lunghi. L’impresa in pochi mesi vede scorrere la sottile linea di confine tra la vita e la morte, il mercato non ha pietà. E poi, parlare di innovazione con i giovani ci viene più facile. Ma lasciare il timone alle generazioni successive è difficile e occorre avere pazienza, molta pazienza, con i capitani di lungo corso. Ma ce la faremo. Perché

ormai il difficile è alle spalle e guardare nel vuoto non ci spaventa più. Di fronte, davanti a noi,

c’è uno sperone di roccia su cui sedersi, asciugare il sudore, liberare il respiro. Prima di ripartire.


un broker a lavoro nell’open space


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Il tavolino “Espresso” è stato donato al presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, che ha commentato: “Anche questa è una risposta alla crisi e nasce da quella dose di coraggio che le imprese lucane devono mettere in campo e che Basilicata Innovazione può offrire”.

CerrRov

da legna da ardere a complementi d’arredo Perché buttarla nel camino? Non tutta la legna da ardere è “povera”. Lo dimostra il progetto che da giugno 2010 a febbraio 2012 ha coinvolto 14 imprese collocabili nella filiera del legno, per un totale di 106 dipendenti e 13 milioni di fatturato. Innovare partendo dall’esistente, riuscendo a guardare oltre. CerrRov dimostra che cerro e roverella, due essenze molto diffuse in Basilicata e da sempre considerate a basso valore commerciale, possono trasformarsi in pregiato materiale per la realizzazione di complementi d’arredo. L’INTERVENTO L’intuizione, prodotta all’interno del Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente dell’Università della Basilicata, diventa una “scintilla” grazie al

team di Basilicata Innovazione. La presenza sul territorio lucano di tutti gli anelli della filiera del legno e la disponibilità di adeguate competenze all’interno dell’Ateneo lucano sono pre-condizioni incoraggianti. Il primo passo da fare è migliorare alcune proprietà fisiche e meccaniche delle due tipologie di legname, attraverso idonee tecnologie di termo-trattamento. Il CNR di Invalsa, in Trentino, provvede a realizzarle. La fase operativa è vissuta direttamente nelle aziende coinvolte: gli imprenditori toccano con mano criticità e potenzialità del legno e costruiscono i primi prototipi: porte da interno (in collaborazione con I.P.M. di Castelluccio Inferiore); pavimentazioni per esterno (in collaborazione con la G.R. Sistemi Holzindustrie Srl di Tito Scalo); un tavolino, chiamato “Espresso” (dalle

forme, che richiamano le rotaie), in collaborazione con la falegnameria Colacicco Sas e l’Associazione Mimers-Design al Plurale di Matera. I RISULTATI Gli opportuni test esterni daranno una risposta definitiva sulla possibilità di sfruttamento industriale dei risultati. Gli operatori ci credono e sperano di poter fruire di un forte vantaggio competitivo, realizzando un sistema/filiera intorno a questo materiale. Se così sarà, i due anni di duro e paziente lavoro di sperimentazione saranno ampiamente ripagati dalle ricadute in termini economici, di nuovi mercati e nuova occupazione. Per la Basilicata si aprirebbe, inoltre, una nuova frontiera sulla silvicoltura di qualità, a beneficio di una gestione corretta e sostenibile della risorsa “territorio”.

Io broker tecnologico Giuseppe Guarini, Stefania Faretta


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Automazione

per competere nel mercato globale La globalizzazione impone una ripresa di competitività e l’incremento di valore aggiunto; l’unica strada è l’innovazione, l’acquisizione continua di knowhow, l’ottimizzazione ed il controllo dei processi. Nasce con questa premessa il progetto “Automazione”, che in via sperimentale, nel giugno del 2011, ha coinvolto 10 imprese lucane, con specifici audit per

esaminare il processo e valutare le possibilità di efficientamento più idonee. I soddisfacenti risultati raggiunti e l’interesse manifestato da numerose imprese hanno determinato una prosecuzione del progetto, che riguarderà 20 imprese di diversi settori. L’iniziativa ha avuto il supporto di Franco Zuliani, esperto in Automazione e Macchine.

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Io broker tecnologico Luigi D’Amato,Francesca De Sua, Giuseppe Pennella, Raffaele Fraudatario

Plasticart 2000 automatizza e vince Quando i processi produttivi interni all’azienda saturano il lavoro dei dipendenti, rispondere al surplus di domanda da parte dei clienti diventa impossibile. A meno che non si guardi all’innovazione tecnologica, come ha fatto la Plasticart 2000 di Lauria, rivolgendosi a Basilicata Innovazione. L’azienda si occupa di confezionamento di articoli da imballaggio in plastica, in particolare di posate monouso. Il suo mercato tradizionale si estende nell’area del Lagonegrese e nelle province limitrofe (basso Cilento e parte settentrionale della fascia tirrenica calabrese). In alcuni periodi dell’anno le richieste dei clienti sono elevatissime, pressanti. Il processo di confezionamento, che avviene con l’ausilio di più operatori sia per la fase di carico che per quella di scarico dei singoli componenti, non consente di incrementare la capacità produttiva. Si rischia di perdere il posizionamento e i vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti.

L’INTERVENTO Il personale di Basilicata Innovazione ha analizzato il processo produttivo aziendale e individuato i sistemi di automazione presenti in altri settori. Valutate le possibili alternative e identificata la soluzione più adatta per il settore e le esigenze di riferimento, è stato realizzato uno studio di plausibilità finalizzato ad automatizzare il processo di confezionamento delle posate monouso. In soli quattro mesi, grazie al coinvolgimento di Zuliani, si è riusciti a portare a termine l’intervento. La svolta è stata l’aver individuato e mutuato un sistema proveniente dal settore meccanico, per ottimizzare il processo e abbattere i tempi necessari a soddisfare le richieste dei clienti, razionalizzando l’uso delle risorse umane.

“Basilicata Innovazione mi ha dato la possibilità di migliorare il processo produttivo, riducendo i costi di lavorazione. Sono soddisfatto del risultato” Franco Olivieri

I RISULTATI I vantaggi e le ricadute dell’intervento si sono concretizzati in un notevole incremento della capacità produttiva (con possibilità di evadere gli ordini in tempi ristretti e avere accesso a nuovi mercati); nel miglioramento del processo di confezionamento con utilizzo più efficiente degli operatori; in una maggiore stabilità del sistema di carico dei tovagliolini; in un +20% di fatturato, 5 addetti consolidati e 2 nuove assunzioni (stima aziendale).


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In.Car.Ta

automazione e stampa: processi per non “incartarsi”

“Basilicata Innovazione mi ha permesso di ottenere un valido strumento per incrementare la produttività, riducendo i costi e migliorando il processo produttivo” Luciano Carretta

Una buona intuizione e un portafoglio clienti in crescita; ma quando le richieste aumentano, arrivano i problemi. Da rappresentante di shopper a creatore di una piccola azienda a conduzione familiare, attualmente gestita dal figlio: Luciano Carretta, titolare di In Car.Ta sas, azienda con sede a Melfi (in provincia di Potenza). Il mercato di riferimento dell’impresa è localizzato nell’area del Vulture Melfese e nelle province limitrofe. L’impresa si specializza in fornitura di piccoli lotti di shopper in carta, personalizzate tramite stampa serigrafica. Emerge la necessità di aumentare i volumi di produzione, perché le richieste da evadere raddoppiano. Il limite è nel processo di stampa, che si basa sulla “manualità” dei due operai presenti in azienda. L’artigianalità delle operazioni comporta tempi di realizzazione molto lunghi e non adatti quindi alle produzioni di grossi volumi. Carretta, che aveva provato – senza successo - ad apportare una serie di modifiche al processo di stampa, viene contattato da Basilicata Innovazione L’INTERVENTO Uno studio di plausibilità sullo stato dell’arte nel settore della stampa serigrafica individua un sistema di automazione adatto a soddisfare l’esigenza emersa. Con il contributo di Franco Zuliani, viene individuato e mutuato un sistema che,

grazie a particolari accorgimenti, automatizza il processo di carico e attua lo spostamento nel forno della shopper serigrafata per l’asciugatura. In soli cinque mesi, l’intervento di innovazione consente di sviluppare e implementare un sistema di facile ingegnerizzazione. In soli cinque mesi, l’intervento di innovazione consente di sviluppare e implementare un sistema di facile ingegnerizzazione sui macchinari, con un notevole risparmio in termini di costi. La produzione su grossi lotti, in tempi rapidi, non è più un sogno. Anzi, l’imprenditore lucano pensa addirittura di evolvere il suo raggio di azione, sviluppando una serie di prototipi da trasformare in macchinari da lanciare sul mercato. I RISULTATI I vantaggi e le ricadute sono state molteplici: l’ottimizzazione del processo di stampa con utilizzo efficiente degli operatori; un incremento di produzione del 122% di stampe giornaliere; garanzia di evasione degli ordini in tempi rapidi; apertura a nuovi segmenti di mercato; +40% di fatturato, 3 addetti e 2 nuove assunzioni (stima aziendale); spostamento in un nuovo stabilimento e raddoppio della linea di produzione; nuovo mercato per la commercializzazione anche del processo di stampa.


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Io broker tecnologico Francesca Caputo, Angelo Lamonea

Progetto Bioedilizia abitare il presente, preservare il futuro Non è la moda del momento ma una necessità inderogabile richiesta dalla Ue e dalla committenza più attenta. La bioedilizia può aiutare l’ambiente attraverso il progettare e costruire “sostenibile”, ovvero utilizzando impianti energeticamente efficienti e tecnologie appropriate, creando case energeticamente attive, considerando materiali con un basso impatto ambientale. Una metodologia di lavoro ma anche un modo di approcciarsi all’ambiente in grado di migliorare comfort, sicurezza, salute e qualità della vita dell’uomo. Per diffondere questo approccio bioecosostenibile, Basilicata Innovazione ha ideato “Progetto Bioedilizia”, in collaborazione con l’Architetto Enrico Micelli, esperto di settore con esperienza trentennale nella progettazione di edifici bioecocompatibili.

L’INTERVENTO L’iniziativa ha avuto una durata di sei mesi, da gennaio a giugno 2012, e ha coinvolto 17 imprese lucane del settore edile, sia strutturale che impiantistico. è stata questa la naturale prosecuzione di un’attività formativa avviata nel 2011, con una serie di incontri (5 su Potenza, altrettanti su Matera) sui temi della bioarchitettura, destinati ai tecnici di progettazione edile. Una visita in azienda ha permesso di analizzare le singole esigenze e acquisire i dati sulle produzioni e sulle criticità riscontrate. Attraverso un report, sono state dettagliate le ipotesi di soluzione individuate in riferimento alle problematiche emerse. La redazione di una relazione conclusiva riepilogativa ha infine evidenziato gli interventi effettuati e i risultati ottenuti.

I RISULTATI L’iniziativa ha fornito alle aziende coinvolte, in maniera gratuita, l’assistenza tecnica necessaria per sviluppare competenze sulla sostenibilità ambientale, adottare materiali sostenibili certificati e a chilometro zero, individuare tecnologie impiantistiche a basso impatto ambientale, con una forte attenzione alle energie rinnovabili. A seguito delle attività svolte da Basilicata Innovazione, l’ANAB - Associazione Nazionale di Architettura Bioecologica organizzerà sul territorio regionale una serie di incontri, nel corso dei quali alcune aziende leader del settore presenteranno le proprie tecnologie più interessanti.


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“L’intervento ci consente di scrivere un’ulteriore e importante pagina nella storia del Canestrato di Moliterno IGP” Antonio Pugliese

Canestrato di Moliterno I.G.P. il futuro a stelle e strisce In base al disiplinare, il Canestrato di Moliterno IGP, pecorino lucano noto ed apprezzato, può essere realizzato utilizzando latte crudo o latte termizzato, ed è solo in quest’ultimo caso che è consentito l’utilizzo di colture selezionate autoctone. Si tratta dunque di un processo di lavorazione spiccatamente tradizionale, che comporta una certa variabilità del prodotto e che presenta una serie di criticità legate alla sua preparazione e stagionatura. Il Consorzio di Tutela del pecorino Canestrato di Moliterno, per portare il prodotto su nuovi mercati - in particolare quello australiano e statunitense, che pongono limitazioni alla commercializzazione di formaggi da latte crudo – intende ottimizzare il processo di produzione del formaggio.

Agro-forestali dell’Università degli Studi della Basilicata, ha previsto una prima fase di isolamento e caratterizzazione di microrganismi autoctoni (con campionamenti da latte crudo e da formaggi a diversi stadi di maturazione) per poi passare alla realizzazione di prototipi di colture starter autoctone, che consentono un più efficace controllo microbiologico e sensoriale e favoriscono un conseguente miglioramento del prodotto. Il successo dell’intervento è stato sancito dalla sperimentazione su scala pilota della produzione di formaggi, utilizzando due tipologie di colture starter autoctone, selezionate per le peculiari caratteristiche, e attraverso un più preciso controllo sul processo, dalla produzione della cagliata alla maturazione del formaggio.

L’INTERVENTO Basilicata Innovazione, grazie al coinvolgimento del Dipartimento di Biologia, Difesa e Biotecnologie

I RISULTATI I vantaggi e le ricadute si sono tradotti nella riduzione della variabilità del prodotto; nel

miglioramento delle caratteristiche del formaggio rispetto a quello ottenuto con il sistema di produzione tradizionale; nella possibilità di accedere a nuovi mercati, in particolare quelli che pongono limitazioni alla commercializzazione di formaggi da latte crudo, come l’Australia e gli Stati Uniti.

Io broker tecnologico Loretta Santarsiero


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“Il risultato raggiunto potrà favorire lo slancio, in termini di sviluppo economico, non solo del Consorzio ma di tutte le aziende lucane del settore lattierocaseario che vogliano entrare nei mercati esteri” Giovanni Grieco

CO.P.A.L.

il lungo viaggio della ricotta dalla Basilicata alla tavola degli australiani è un po’ come tornare ai tempi dei primi flussi migratori. Questa volta, però, a compiere il lungo viaggio verso mondi nuovi dovrà essere… una ricotta. E’ questo l’obiettivo del consorzio CO.P.A.L. (Consorzio Produttori Agroalimentari Lucani) di Ferrandina, in provincia di Matera, per aggredire nuovi e interessanti mercati con un prodotto di qualità, che tuttavia ha sui mercati locali e nazionali alcuni forti competitor, come le produzioni derivanti da latte di vacca a basso prezzo. Per ampliare le opportunità di business, bisogna osare, arrivando a pensare l’inimmaginabile (o quasi) e affidandosi a mani esperte. Per permettere alla ricotta lucana di essere presente sugli scaffali australiani e statunitensi occorre farla viaggiare in nave e non in aereo, dove si guasterebbe. Ciò significa prolungare la shelf life del prodotto, stimabile mediamente in 5 giorni, addirittura fino a 60.

L’INTERVENTO Missione impossibile? Niente affatto. Basilicata Innovazione, grazie al coinvolgimento del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Agro Forestali dell’Università degli Studi della Basilicata, ha individuato le competenze utili ad avviare e concludere con successo l’intervento di innovazione, ripensando l’intero processo produttivo e ottimizzando la fase di conservazione del prodotto. L’analisi dei metodi di conservazione e delle tecnologie già presenti in azienda e la ricerca di possibili soluzioni tecnologiche

Io broker tecnologico Federica Laguardia

migliorative, applicabili al processo di produzione della ricotta, hanno fatto il resto. Attraverso uno studio di plausibilità, della durata di undici mesi, Basilicata Innovazione ha fornito all’azienda la soluzione più adatta a soddisfarne l’esigenza, individuando alcuni conservanti, un trattamento termico condotto con forno a microonde e il confezionamento in atmosfera modificata. I RISULTATI La shelf life della ricotta è stata prolungata fino a 58 giorni, con una modalità di confezionamento più adatta al trasporto su nave per circa un mese. L’innovazione ha prodotto l’aumento dei margini di guadagno e del vantaggio competitivo di CO.P.A.L. rispetto ai concorrenti locali (grazie alla capacità di fornire un prodotto di qualità in un arco temporale più esteso) e l’ingresso del Consorzio in nuovi segmenti di mercato.


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DE.RA.DO. “Grazie all’intervento di Basilicata Innovazione si potrebbero aprire nuove e interessanti opportunità di mercato. Ci riteniamo molto soddisfatti” Massimo De Salvo

pesce fresco in atmosfera modificata lungo la catena del freddo Ottimizzare la conservazione e il trasporto di prodotti ittici freschi: è questo l’obiettivo dell’azienda DE.RA.DO. srl di Matera, che ha il suo bacino di clienti nel materano e nelle province limitrofe pugliesi. Per stoccare e distribuire il prodotto, le risorse economiche da investire sono ingenti e impediscono di allargare la clientela. L’azienda, nel produrre importanti quantitativi di ghiaccio, necessari a preservare la freschezza dei lavorati, consuma infatti molta energia e anche il trasporto è oneroso, a causa dell’eccessivo volume e peso dei contenitori di polistirolo usati per la distribuzione, difficili da smaltire. Occorre prolungare la shelf-life del prodotto, ampliandone la vita commerciale e quindi il mercato. Bisogna agire lungo l’intera catena del freddo, che va ripensata e riorganizzata per ottimizzare la conservazione dei prodotti e ridurre i costi del processo di distribuzione. Ma come fare? L’INTERVENTO Uno studio di plausibilità individua un metodo alternativo di confezionamento: in atmosfera modificata all’interno di sacchetti di polietilene e poliammide. Basilicata Innovazione, grazie al coinvolgimento del Dipartimento Tecnico-Economico per la Gestione del Territorio Agricolo-Forestale dell’Università degli Studi della Basilicata, ha così avviato e concluso con successo in sei mesi l’intervento di innovazione in azienda, individuando e mutuando un sistema di conservazione utilizzato nei Paesi dell’Europa settentrionale per i prodotti ittici e in Italia per altre tipologie di prodotti alimentari.

I RISULTATI L’aumento della shelf-life del prodotto è aumentata da 48 a 120 ore, con la possibilità di coprire un raggio di territorio più esteso con le consegne. La miscela gassosa (atmosfera modificata), i cui costi di produzione sono inferiori rispetto al ghiaccio, ha prodotto una drastica diminuzione del volume e del peso delle nuove confezioni, con conseguente abbattimento dei costi di trasporto. I sacchetti di polietilene e poliammide, inoltre, sono facilmente gestibili attraverso i processi di raccolta differenziata e riciclaggio. Un macchinario già in possesso dell’azienda e mai utilizzato, con dei piccoli adattamenti, è risultato infine perfettamente in grado di gestire il confezionamento dei prodotti in atmosfera modificata. Da stima aziendale, l’innovazione ha prodotto un + 5% di fatturato.

Io broker tecnologico Loretta Santarsiero


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Ergonomia Basilicata il design che migliora il benessere Migliorare il benessere e la produttività dei lavoratori è un obiettivo di tutti gli imprenditori. Il traguardo si può conquistare in tanti modi, compreso quello di applicare i principi dell’ergonomia nella progettazione dei prodotti e nei processi produttivi e combinando in modo razionale ed unico innovazione, design e tecnologia. Soluzioni innovative, capaci di migliorare la qualità della vita del consumatore/cliente, in termini di efficienza ed efficacia sul lavoro, si traducono in sicurezza e benessere nella quotidianità. Il Progetto Ergonomia Basilicata è nato proprio con l’obiettivo di sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale regionale attraverso l’integrazione nei prodotti e nei processi dei principi ergonomici. Per farlo, ci si è avvalsi

Io broker tecnologico Giuseppe Guarini, Francesca Caputo.

del professor Antonio Dal Monte, noto specialista di medicina dello sport, che ha messo a disposizione delle imprese lucane la pluriennale competenza ed esperienza nel settore dell’ergonomia. Consapevoli che occorresse diffondere in maniera trasversale la cultura dell’ergonomia, non sono stati posti limiti dimensionali e settoriali all’ingresso: qualunque impresa operasse in Basilicata, sviluppando e realizzando prodotti in grado di interfacciarsi con l’essere umano, sarebbe stata una potenziale beneficiaria del servizio. La raccolta e l’analisi dell’esigenza aziendale ha costituito lo step di partenza. Una volta definita la proposta di intervento, è stata avviata la fase di assistenza per

lo sviluppo e realizzazione del progetto di innovazione. In termini pratici, l’assistenza gratuita è stata rivolta alla rivisitazione dei manufatti, con un’attenzione nel cogliere le idee e le indicazioni utili a realizzare prodotti ad alto valore aggiunto, maggiormente rispondenti a criteri di comfort, benessere ed usabilità. Il percorso, della durata di dieci mesi (da settembre 2010 a giugno 2011) è stato proposto ad oltre 50 imprese di diversi comparti produttivi: divani e poltrone, ambienti per cucina, poltrone per ufficio, corsetteria, meccanica. 18 aziende hanno mostrato interesse, 15 gli interventi di innovazione realizzati.


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“Grazie all’intervento di Basilicata Innovazione, l’azienda ha approfondito gli aspetti legati alla sicurezza dell’utente mediante una progettazione basata su una dettagliata analisi antropometrica” Franco Paolicelli

Lady Cucine

la cucina del futuro è comoda, funzionale e sicura Design, funzionalità, sicurezza: chi trascorre molto tempo in cucina non vorrebbe rinunciare a nulla. Un principio noto a Lady Cucine srl di Matera, gestita dalla famiglia Paolicelli e radicata sul territorio materano da oltre 20 anni. Uno dei maggiori player nel settore, al Sud Italia, con un’offerta di prodotti “su misura” in cui tradizione e innovazione si combinano grazie a macchinari di ultima generazione, personale qualificato e in costante aggiornamento, studio dei materiali da utilizzare. L’INTERVENTO Management aziendale e progettisti interni sono stati coinvolti sui temi dell’ergonomia applicata al prodotto. Lo spazio operativo

di lavaggio/cottura è partito da un’analisi antropometrica (studio delle dimensioni corporee per la definizione delle caratteristiche dimensionali delle parti che vengono a contatto con il corpo umano) e ha fissato come principi fondamentali la sicurezza e la facilità di pulizia. VANTAGGI E RICADUTE Lo studio ha portato alla realizzazione di un prototipo, in fase di realizzazione su scala industriale, con un’unica zona lavaggio/cottura; l’inserimento della lavastoviglie sotto il piano cottura; una griglia in ghisa per i fuochi divisa in diverse sezioni; un miscelatore unico per le due vasche con comando sulla canna; vasche progettate secondo un disegno modulare, con coperchi

utili per la copertura del piano cottura; una soluzione innovativa per l’inserimento della cappa di aspirazione. Il vantaggio aziendale, oltre che dal punto di vista della comunicazione (per il messaggio che si potrà veicolare sul nuovo modo di intendere la progettazione dei mobili da cucina), si tradurrà in un aumento di fatturato di circa il 20%, con un incremento occupazionale di 4 risorse da destinare alla realizzazione di specifici piani di lavoro (previsioni aziendali).


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Polform

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il divano tutto comfort e design Un divano è la dedica personale ai momenti di relax, uno strumento di relazione con gli altri, un modo per personalizzare i nostri ambienti. Per cui, oltre a risultare gradevole, deve avere un’imbottitura atta a garantire un equilibrato comfort, che non sprofondi ma che non sia eccessivamente rigida. Lo sanno bene alla Polform srl di Matera, che all’interno del Distretto del Mobile Imbottito di Matera si occupa della lavorazione e trasformazione del poliuretano e poliestere per la realizzazione di imbottiture per divani e poltrone. L’incrocio con Basilicata Innovazione e con il professor Dal Monte ha permesso all’azienda

di proporre ai propri clienti semilavorati con diverse e migliori prestazioni, funzionali all’aumento del comfort; migliorare le proprie competenze nell’impiego di differenti imbottiture, accoppiate attraverso molteplici modalità; migliorare conseguentemente la qualità e la redditività dei propri processi produttivi e diversificare la produzione. L’INTERVENTO Il gruppo di lavoro di “Ergonomia Basilicata”, in stretta collaborazione con i tecnici aziendali, ha avviato una analisi critica delle attuali lavorazioni, focalizzandosi sulle tipologie dei materiali poliuretanici impiegati, del loro accoppiamento e

“In seguito all’intervento di Basilicata Innovazione, l’azienda ha avuto modo di sperimentare nuovi concetti di lavorazione dei materiali con risultati molto soddisfacenti” Emanuele Cifarelli

sul modo di realizzare una seduta, al fine di ottenere migliori risultati di comfort, rispettando le forme ideate dai designers. VANTAGGI E RICADUTE Si è trattato di un percorso complesso, sviluppato nell’arco di circa quattro mesi, al termine del quale l’impresa ha realizzato un interessante prototipo di divano con una imbottitura ergonomica: un prodotto che offre un maggiore livello di comfort rispetto a quelli già esistenti e con ottime prospettive di inserimento nel mercato.


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MITO 1964

la poltrona reinterpretata guarda al futuro Un nuovo modo di “interpretare” una seduta è stato proposto all’azienda MITO 1964 srl di Matera, che opera nel Distretto del Mobile Imbottito e si occupa della creazione di divani e poltrone, con un’ampia modellistica. L’ESIGENZA L’azienda, contattata dal personale di Basilicata Innovazione, ha manifestato grande interesse verso il Progetto Ergonomia Basilicata. L’applicazione dei principi dell’ergonomia nella propria realtà operativa avrebbe

infatti consentito di proporre ai propri clienti manufatti con diverse e migliori prestazioni in termini di comfort; migliorare le proprie competenze relativamente all’impiego e l’accoppiamento di differenti imbottiture; incrementare conseguentemente la qualità e la redditività dei processi produttivi. L’INTERVENTO Il gruppo di lavoro di “Ergonomia Basilicata”, confrontandosi costantemente con i tecnici aziendali di MITO1964, ha analizzato nel dettaglio le attuali

lavorazioni, le tipologie di materiali impiegati e l’accoppiamento dei poliuretanici. L’obiettivo dell’intervento aveva come finalità un prodotto di design, il linea con i propri gusti estetici, ma anche in grado di garantire il massimo comfort all’utente. VANTAGGI E RICADUTE In quattro mesi è stato realizzato un prototipo di poltrona: un prodotto competitivo che, coniugando ergonomia e design, risponde ai criteri di comodità, benessere e usabilità, ed in grado di garantire il miglioramento delle esperienze di consumo dell’utente.

“L’azienda, in seguito all’intervento di Basilicata Innovazione, ha incrementato il suo know-how tecnico, sfruttandolo in particolar modo nel customer service e riducendo in parte eventuali contestazioni sul prodotto finito” Domenico Marinelli


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Innoplastica

tecnologia e conoscenza: meno costi, più innovazione Progettare l’innovazione con oggetti in plastica, partendo da casi concreti e migliorando le performance delle imprese del settore; Innoplastica è un progetto a servizio delle Pmi lucane ideato da Basilicata Innovazione, in collaborazione con il Consorzio Proplast di Alessandria, il più importante centro di competenza italiano in tema di lavorazione delle materie plastiche. I servizi di R&D e di formazione nell’area della trasformazione dei materiali plastici, dell’ingegneria dei materiali, dell’ingegneria di prodotto e di processo, hanno consentito di offrire alle aziende lucane di settore soluzioni specialistiche intergrate e innovative.

L’INTERVENTO L’iniziativa è durata sei mesi (gennaio-giugno 2012) e ha coinvolto nella prima fase di audit 40 imprese del settore. Ne sono state poi selezionate 17, oggetto dell’intervento. Tra le diverse attività realizzate, è stata prevista l’ottimizzazione degli stampi e dei tempi ciclo e la riduzione delle difettosità di stampi già in opera. Oltre alla valutazione dei materiali per generare processi produttivi più efficienti, sono state sviluppate conoscenze tecnologiche per la riduzione dei costi di produzione. I RISULTATI Sono state individuate soluzioni personalizzate di ingegneria di prodotto e di processo, attraverso

Io broker tecnologico Francesca De Sua, Luigi D’Amato

un percorso che ha previsto: visite in azienda, la realizzazione di interviste agli imprenditori per la raccolta e l’analisi delle esigenze; la redazione di una prima bozza di progetto di innovazione (con l’analisi effettuata per ogni singola azienda e le ipotesi di soluzione individuate), l’individuazione e messa a punto di progetti di innovazione di prodotto o di processo. Al termine delle attività, è stato realizzato e presentato un report conclusivo sull’andamento del settore “lavorazione materie plastiche” nella regione Basilicata.


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“Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di allungare la shelf life del prodotto con un investimento minimo. Grazie, Basilicata Innovazione” Rocco De Carlo

La Radice

un tartufo per tutte le stagioni Nel piatto, la freschezza del tartufo garantisce al consumatore un aroma e un gusto inconfondibili. E tuttavia, ogni tipologia di tartufo ha il suo tempo, in funzione della stagionalità. La Radice srl, che nasce nel 1991 per volontà dei soci Rocco De Carlo e Domenico Pace, è specializzata in conserve a base di tartufo a marchio proprio e di conserve vegetali vendute sia a marchio proprio che conto terzi. Il mercato di riferimento è prevalentemente nazionale (localizzato soprattutto nel Nord Italia) e comunitario (in particolare, Olanda e Belgio). Si tratta di prodotti di nicchia, riservati a gastronomie, enoteche e ristoranti di alta qualità, che gradiscono il tartufo fresco, dall’alto valore commerciale in rapporto alla stagionalità. Da qui la richiesta di conferire al prodotto una maggiore durata, per poterlo immettere sul mercato nei periodi più remunerativi.

L’INTERVENTO Basilicata Innovazione, grazie al coinvolgimento del Dipartimento Tecnico-Economico per la Gestione del Territorio Agricolo-Forestale dell’Università degli Studi della Basilicata, ha esplorato soluzioni tecnologiche migliorative e individuato un metodo alternativo di conservazione. Lo studio di plausibilità è durato sette mesi e ha consentito di selezionare la conservazione in cella di stoccaggio, con ricircolo di aria in condizioni di atmosfera controllata, e il confezionamento in atmosfera modificata all’interno

Io broker tecnologico Loretta Santarsiero

di buste di polipropilene microforato, mettendo in funzione un macchinario già acquistato dall’azienda. I RISULTATI I vantaggi sono stati evidenti e si sono concretizzati nel prolungamento della shelf-life del tartufo da 7 a 28 giorni. La riduzione delle perdite dovute al calo di peso del prodotto durante il periodo di conservazione ha ulteriormente conferito vantaggio competitivo, grazie alla capacità di fornire un prodotto di qualità in un arco temporale più esteso. Grazie all’ottimizzazione delle funzionalità di un macchinario che era in azienda ma non veniva utilizzato, inoltre, si è potuto gestire il confezionamento dei prodotti in atmosfera modificata. Tutto ciò si è riverberato anche in termini di fatturato con un +20%, secondo stime aziendali.


Oroverde Lucano

olio vitaminizzato destinato alla prima infanzia Il segreto in una “Lacrima”. Tra le tipologie di olio extravergine prodotte da Oroverde Lucano S.r.l., frantoio di Ferrandina (in provincia di Matera) nato nel 2002, “La Lacrima” – olio ottenuto dalla prima spremitura a freddo -, oltre ad essere di qualità superiore, risulta molto delicato. Merito del metodo di estrazione dalle olive (metodo Sinolea® sgocciolamento naturale a freddo “goccia a goccia”, senza l’utilizzo dell’acqua di processo), che ne esalta le proprietà organolettiche garantendo il massimo contenuto di antiossidanti naturali. Da qui l’idea: produrre un olio da destinare alla prima infanzia, attraverso l’integrazione di vitamine con “La Lacrima”, e completare il profilo nutrizionale di pappe e minestrine. L’INTERVENTO Basilicata Innovazione, che si è avvalsa delle competenze del Dipartimento di Biologia, Difesa e Biotecnologie Agro-Forestali dell’Università degli Studi della Basilicata, ha fornito il supporto necessario per la formulazione della “ricetta” e lo studio delle interazioni di queste vitamine con l’olio di partenza. è stato avviato e concluso in quindici mesi uno studio di plausibilità per lo sviluppo sperimentale di un olio vitaminizzato destinato all’infanzia. In particolare sono state definite la tipologia, la concentrazione e la formulazione delle vitamine da miscelare all’olio, le modalità di miscelazione per ciascuna vitamina. Le analisi chimiche hanno dimostrato che, durante la shelflife del prodotto - 18 mesi, termine minimo di conservazione - le vitamine aggiunte non hanno

subito diminuzioni rilevanti di concentrazione. Anche le prove di analisi sensoriale sono state confortanti: l’olio ottenuto mantiene nel tempo il profilo aromatico originario e le vitamine presenti riducono l’intensità, già bassa ne “La Lacrima”, di alcuni fenomeni che influiscono sulle caratteristiche organolettiche. A conclusione dell’intervento è stata definita la ricetta e messa a punto l’etichetta (riportante i valori nutrizionali del prodotto), che potrà essere utilizzata già a partire dalla campagna olearia. I RISULTATI Oltre al vantaggio di poter nutrire in maniera migliore i bambini, i vantaggi aziendali si sono concretizzati nell’ingresso in nuovi segmenti di mercato, nella diversificazione della produzione e in un +8% sul fatturato (stime aziendali), con sei posti di lavoro consolidati.

“Grazie a Basilicata Innovazione e agli esperti coinvolti, abbiamo qualificato anche la nostra cultura d’impresa, acquisendo dettagli e nozioni scientifiche sul processo di lavorazione delle olive, e potremo realizzare e commercializzare il nuovo prodotto nel modo più efficace” Dina Tantulli

Io broker tecnologico Francesco Mastroberti

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Osservazione della terra un cluster dalle elevate potenzialità In Basilicata esiste e opera un piccolo cluster di imprese che si occupa di Osservazione della Terra (OT). Sono perlopiù piccole imprese, che intrattengono rapporto di monocommittenza con il fornitore/ cliente, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Nove, in tutto, con un centinaio di dipendenti in totale. In cinque hanno scelto di aderire al progetto di Basilicata Innovazione, volto a costruire una mappa dell’esistente e una proiezione futura, attraverso la verifica delle diverse tipologie dei servizi offerti, dei modelli di business e dei mercati, per valutare le ipotesi di rilancio.

Io broker tecnologico Stefania Faretta, Luigi D’Amato

I RISULTATI Il progetto, realizzato con la collaborazione del consulente CyTyO di Milano, specialista in economia e studi di fattibilità nel settore OT, è stato condotto con una metodologia operativa che ha consentito di identificare i players/competitor nazionali ed internazionali, i prodotti/processi, i mercati di riferimento, l’attuale posizionamento delle aziende lucane. Sono stati effettuati studi di market intelligence e analisi di case study, in relazione a specifici segmenti del settore OT per l’erogazione di servizi ad alto valore aggiunto, non ancora esplorati. Sono stati altresì individuati gli applicativi commerciali esistenti, quelli emergenti, quelli

da sviluppare, con potenziali interessanti prospettive. CONSIDERAZIONI FINALI Le potenzialità per crescere esistono ma alla proiezione verso un futuro globale, fa da freno la piccola dimensione delle aziende OT lucane e la conseguente difficoltà di disporre delle necessarie risorse umane ed economiche. Anche l’opportunità proposta da Basilicata Innovazione è concreta ma è necessario raggiungere la massa critica per creare team multidisciplinari e proporre ai mercati prodotti e servizi altamente innovativi.


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Io broker tecnologico Raffaele Fraudatario, Giuseppe Guarini

ASSESSMENT definire il proprio profilo competitivo per crescere e vincere le sfide Il capitale umano qualificato e un tessuto imprenditoriale con potenzialità di crescita sono alcuni dei punti di forza del sistema produttivo lucano. Basilicata Innovazione ha inteso agire su questa leva per trasformare le potenzialità in opportunità e per tradurle in occasioni di sviluppo e crescita dimensionale. Da qui nasce il Progetto Assessment, che ha visto l’intervento di Arthur D. Little SpA (ADL), società internazionale leader nella consulenza manageriale, riconosciuta come una delle grandi “fabbriche di pensiero manageriale e tecnologico mondiale”.

L’INTERVENTO L’iniziativa, realizzata tra luglio 2011 e Giugno 2012, ha coinvolto 29 Pmi lucane, individuate a seguito di un avviso pubblico nei settori Automotive/Meccanica, Energia, Agroalimentare, Osservazione della terra/Information and Communication Technology, Edilizia, Imbottito/Legno&Arredo. Le aziende hanno beneficiato gratuitamente delle competenze di ADL - con l’assistenza dei broker di BI - per la definizione del proprio profilo competitivo, lungo un percorso che partendo da analisi del business model, dei risultati economico-finanziari ed operativi dell’azienda e dell’organizzazione del personale e del mercato, è proseguito con incontri diretti con gli imprenditori, della durata complessiva di alcune giornate.

I RISULTATI Dopo aver individuato punti di forza e di debolezza delle imprese, sono state formulate le ipotesi di sviluppo più opportune, tracciando le linee potenzialmente più vantaggiose. É stato in seguito predisposto uno studio multi client sul sistema delle imprese lucane: le informazioni e i risultati raccolti sono stati sintetizzati e aggregati in maniera anonima per la stesura di macro-analisi sui settori di appartenenza delle aziende, utili agli stakeholder sia all’individuazione di aree di criticità, anche comuni a più imprese del Territorio, sia all’avvio di riflessioni su possibili soluzioni.


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20092012


Io animatore della ricerca LA VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA La ricerca mette in moto competenze specialistiche, permette di allargare gli orizzonti e di spingersi oltre i confini del reale, per sondare territori dove solo lo sguardo “clinico” di un ricercatore può arrivare. Allora perché non trasformare quel risultato della ricerca, a cui si è arrivati con tanto impegno e dopo notti insonni, in un’opportunità da sfruttare commercialmente, inserendola sul mercato, o per rispondere all’esigenza di un’azienda? É così che nasce il percorso di “valorizzazione della ricerca”, che è possibile percorrere assieme a Basilicata Innovazione e grazie a cui realizzare: La mappatura delle competenze La disponibilità di know how adeguato e la raccolta di informazioni puntuali su competenze e tecnologie, reperibili presso l’Università degli Studi della Basilicata e i Centri di Ricerca locali, consente di sviluppare progetti di innovazione nelle imprese. Basilicata Innovazione rende disponibili tali informazioni attraverso i propri operatori del trasferimento tecnologico. Il processo di valorizzazione Competenze e risultati delle attività di ricerca costituiscono fattori determinanti per i progetti di sviluppo territoriale. La loro messa a valore sul piano economico comporta una prima fase di verifica e convalida ed una fase successiva di valorizzazione. Basilicata Innovazione mette a disposizione dei ricercatori interessati un insieme articolato di interventi e servizi per ciascuna fase. Le verifiche di potenzialità Una sistematica interazione con i ricercatori permette di acquisire informazioni sui risultati delle attività di ricerca, che possono trovare occasioni di applicazione industriale. L’opportunità di valorizzarli sul piano economico viene verificata valutando la possibilità di tutelarne la proprietà intellettuale, individuando le possibili strategie di protezione e caratterizzando lo scenario di mercato più favorevole per la commercializzazione dei risultati. La valorizzazione economica Il valore economico derivante dall’impiego sul mercato dei risultati della ricerca può essere ottenuto con tre modalità alternative: la cessione di diritti di Proprietà Intellettuale, l’acquisizione di contratti di ricerca da parte di soggetti industriali, la creazione di uno spin-off. In tutti tre i casi Basilicata Innovazione individua i potenziali interessati e fornisce assistenza per la stipula degli accordi contrattuali. Per lo sviluppo delle nuove iniziative imprenditoriali, Basilicata Innovazione mette a disposizione i servizi e l’assistenza specialistica di BI CUBE, il suo incubatore d’impresa. Paolo Mander Responsabile servizio Valorizzazione della Ricerca


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racconto #2

Ricerca: l’arco è teso

L’arco è teso, tra la terra e il cielo. Siamo in alto e non cìè un filo di vento. Lo sguardo si restringe e diventa un mirino, per rincorrere

Abbiamo poche frecce nella nostra faretra, non possiamo sbagliare. E’ un

un punto lontano.

lavoro ad alto rischio e ad altissima precisione, il nostro. Questo bersaglio è il punto di arrivo. L’hanno messo apposta lì, su un altopiano, chiedendo al corpo e alla mente il massimo sforzo. Siamo stanchi, veniamo da molto lontano, ma la sfida ci intriga, la passione sovrasta il sudore. Abbiamo esplorato i nostri limiti,

Per salire fin quassù abbiamo dovuto scardinare equilibri e rimontare orizzonti, percorrere studiato il percorso, analizzato le insidie.

strettoie, evitare crepacci. Ci ha guidati un maestro, di vita e di lavoro, che ci ha insegnato l’arte di ascoltare. Ascoltare. Per i cinesi è un ideogramma complesso, che comprende diverse cose: un orecchio stilizzato, un simbolo che indica l’alterità (il rispetto per l’altro e la sua identità), un occhio, e infine anche il cuore, perché si ascolta bene solo con il cuore. Abbiamo iniziato con tutte

queste componenti, sovrapposte e incrociate, per liberare uno sguardo libero e aperto. Di fronte a noi, menti pensanti e focalizzate su settori diversi, di nicchia; ognuno con un suo percorso, una traiettoria già tracciata, un sentiero imboccato da mesi, da anni. Ognuno con un lungo segreto da non rivelare. Il primo difficile step è stato inserirsi, su quel sentiero, chiedendo di fare un po’ di strada insieme, per poi pensare di tornare indietro, decidere di prendere un’altra direzione, scollinare tra rovi e scarpate. Era un rischio, certo, ma anche un altro punto di vista con cui confrontarsi. Quello che vedi, pensavamo, dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. E anche per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva. Occorreva trovare questo passo,

parlare lo stesso linguaggio, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, giocare sul filo dell’empatia e delle emozioni, della passione e dell’impegno comune, sapendo che l’unica certezza era non avere certezze. Un segnale scomodo, forse anche irritante al solo pensarci. Una fatica enorme. Ed era solo l’inizio. Ora che il pallino era nelle nostre mani, scottava. Dovevamo far presto ma senza avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Un rebus…

Oltre a pensare, dobbiamo indagare. A volte il passaggio dalla filosofia all’investigazione ha la distanza di un clic. Tanto ci vuole per “sparare” il dato nelle mille direzioni dei nostri database e cercare le migliori risposte. è una ricerca illimitata, che combina elementi di analisi commerciale, esplora i meandri dell’anteriorità brevettuale, va a fondo nella comprensione di settori, tematismi, attività.

Occorre un lavoro certosino, instancabile e appassionante al tempo stesso. Perché è dura, è vero, ma stiamo imparando

una professionalità ad altissimo valore aggiunto, ne siamo consapevoli. Valorizziamo la ricerca, offriamo soluzioni, apriamo passaggi nascosti in quelle menti pensanti.

Scouting e

desk analysis, indagini informatiche e programmi di convalida, assegnazione del budget, attesa del riscontro: in sei passaggi c’è la nostra missione, c’è il mercato. La scalata è una convergenza improbabile: mentre tendiamo i muscoli alla ricerca

pensare, incastrare dettagli, formulare ipotesi: siamo detective strani, che indagano

di un appiglio dobbiamo

senza dover trovare un colpevole ma per portare a casa una soluzione, su un telaio in cui le idee sono intrecciate con invenzione e creatività. E la scalata continua: dobbiamo competere con noi stessi, per superare passaggi impossibili, e aiutare i nostri compagni che mai avrebbero pensato di poter salire fin qui. è un gioco di progressioni, piccole progressioni in orizzontale e verticale, che ci rimette in

Quanto manca alla vetta? Tu sali e non pensarci. Il gioco degli equilibri

gioco e non ci lascia mai in pace.

funziona, la gestione del baricentro efficace. Lo sento, quella cima la raggiungeremo presto. Conquisteremo l’altopiano, scoccheremo la freccia. E centreremo il bersaglio.


In sala riunioni si discute e si fa una prima analisi dell’esigenza di innovazione rilevata


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Enzima senza effetti collaterali agisce sulle infiammazioni, è in attesa del brevetto LA RICERCA Vittoria Infantino è una ricercatrice dell’Ateneo lucano che da anni studia il metabolismo umano ed è riuscita a selezionare un particolare enzima che agisce durante i processi infiammatori. L’INTERVENTO Basilicata Innovazione, nell’ambito dei servizi per la valorizzazione della ricerca, ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università della Basilicata per produrre un brevetto. Il primo passo è stato conoscere lo stato dell’arte (grazie alle analisi di anteriorità brevettuale condotte dall’Ufficio studi e informazione brevettuale) e censire gli oltre 2.300 prodotti che le aziende farmaceutiche propongono sul mercato come anti-infiammatori. Questi, spesso, provocano effetti

collaterali in termini di problemi gastrici, in quanto disattivano solo in parte l’insorgere di infiammazioni, e tendono a bloccare l’operatività degli enzimi responsabili dell’infiammazione, piuttosto che riportarli al loro livello fisiologico. Da qui la sfida scientifica proposta dal nuovo enzima selezionato, che ha la capacità di agire in maniera diversa sugli elementi che attivano i processi infiammatori e potrà essere utilizzato nell’ambito della diagnostica e del drug discovery. La sfida sarà tutt’altro che semplice, collocandosi nell’ambito di trend tecnologici e commerciali estremamente competitivi, in cui le aziende farmaceutiche (compreso le big pharma) stanno cercando di individuare nuove tipologie di farmaci che vadano a colmare le lacune dei numerosi prodotti ad

oggi in commercio: oltre 170 nuovi anti-infiammatori risultano già in fase pre-clinica, ovvero nelle fasi iniziali delle pipeline (processo di approvazione del farmaco, che parte dal risultato della ricerca ed arriva al prodotto finale). RICHIESTA BREVETTO Il programma di convalida del risultato della ricerca (che ha previsto prove su sieri di pazienti per verificare la capacità dell’enzima individuato di segnalare l’insorgenza di processi infiammatori) e le prove di laboratorio hanno dato esito positivo, ed è stato di conseguenza richiesto il deposito del brevetto. In caso di riscontro positivo, l’interesse delle aziende farmaceutiche produrrà effetti sul piano commerciale ma anche su quello della ricerca, in direzioni dello sviluppo di collaborazioni con il gruppo dell’Ateneo Lucano.

“Il supporto di Basilicata Innovazione si è rivelato determinante, sia sotto l’aspetto dell’anteriorità brevettuale che su quello economico. Le risorse stanziate hanno permesso di accelerare i tempi della ricerca. Abbiamo corso, ma ne è valsa la pena. Nella competizione a livello mondiale, il fattore tempo può risultare spesso decisivo” Vittoria Infantino

Io animatore della ricerca Michele Petrone, Marica Passarelli


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Georadar

un controllo chirurgico in edilizia LA RICERCA Enzo Rizzo è un ricercatore dell’Istituto IMAA del CNR di Tito scalo, con competenze specialistiche nel settore dell’Osservazione della Terra. Svolge attività di ricerca su metodi elettromagnetici che, attraverso tecniche di analisi non invasive del sottosuolo, permettono di risolvere problemi di natura idrogeologica ed ambientale. La strumentazione utilizzata è composta da un georesistivimetro, da un GPS differenziale e da un georadar da 20 antenne attivo in un range da 40 MHz a 2GHz. IMAA CNR ha manifestato l’interesse ad utilizzare i risultati delle ricerche del Dott. Rizzo in settori legati all’edilizia. L’INTERVENTO Nell’ambito del programma di Valorizzazione della Ricerca, Basilicata Innovazione ha avviato una ricerca su sistemi di controllo e sicurezza in cui trovano impiego radiazioni elettromagnetiche nello spettro da 40 MHz a 2GHz. L’utilizzo di strumenti di Technology Foresight, ed in particolare delle Mappe tecnologiche “Explorer” - strumenti di lavoro molto esclusivi di Basilicata Innovazione - hanno

consentito di rilevare come la tecnica Georadar (Ground Penetrating Radar - GPR) possa essere impiegata con risultati ottimali per la caratterizzazione e l’analisi non invasiva di strutture edili ed infrastrutture. E’ stato quindi proposto all’IMAA CNR un programma di valorizzazione dei risultati della ricerca, con l’obiettivo di verificare le prestazioni conseguibili dalla tecnica individuata nei settori edile e manifatturiero. A tal fine sono state analizzate le strutture edili in cemento armato messe a disposizione dalla ditta Inpes srl Gruppo Martorano, con sede a Tito Scalo, impegnata nella produzione di strutture industriali, travi da ponte, solai estrusi in calcestruzzo

Io animatore della ricerca Renzo Sarli Calace

“Alcune idee di applicazioni differenti rispetto a quelle a cui solitamente ci dedicavamo c’erano, in realtà, ma non le avevamo mai concretizzate. Il confronto con i valorizzatori della ricerca di Basilicata Innovazione, così vicini al mondo industriale, ci ha regalato una visione più ampia e ci ha proposto una bella sfida, permettendoci di lavorare non solo in laboratorio ma anche in campo” Enzo Rizzo

armato e precompresso. Nel giugno 2010 è stato avviato un programma di convalida di dodici mesi, volto a verificare le potenzialità di inserimento nel mercato della tecnica Georadar, che ha visto la collaborazione tra IMAA CNR, Basilicata Innovazione, esperti di settore ed aziende edili. IL PROTOTIPO La corretta applicazione di metodologie non distruttive ha consentito di individuare in maniera rapida ed economica la tecnologia migliore per la realizzazione di un sistema di controllo, riducendo al minimo gli errori di interpretazione e di valutazione ed eseguire in modo “chirurgico” ed in totale sicurezza i lavori. L’intervento realizzato potrebbe consentire all’Istituto IMAA del CNR di qualificarsi come fornitore di riferimento nell’industria del settore edilizio, producendo valore economico a partire dai risultati delle ricerche. La validazione, a diretto contatto con l’utente finale specializzato nel campo dei materiali edili, ha consentito di valutare con la massima obiettività le potenzialità della tecnica GPR nel mercato dell’edilizia.


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Io animatore della ricerca Michele Petrone

“Grazie a Basilicata Innovazione abbiamo compreso una serie di potenzialità rispetto a strumenti ed elaborazioni dedicate solo al supporto dell’ambiente e dell’archeologia classica. Ci serviva, evidentemente, uno sguardo più trasversale e meno settoriale, per riuscire a guardare oltre” Antonio Lanorte

Serious Game

dal telerilevamento al serious game, l’apertura di un nuovo mercato LA RICERCA Rosa Lasaponara ed Antonio Lanorte sono due ricercatori dell’Istituto IMAA del CNR di Tito scalo, specializzati nel settore dell’Osservazione della Terra. Le loro attività di ricerca riguardano metodiche ed algoritmi di interpretazione di dati telerilevati; in particolare, le immagini rilevate mediante satellite e tecniche lidar (osservazione aerea), opportunamente trattate, evidenziano dati funzionali alla mappatura dei territori, alla prevenzione dei rischi di incendio e alla prevenzione di catastrofi, alle ricerche archeologiche. IMAA CNR ha manifestato l’interesse ad utilizzare i risultati delle ricerche dei due ricercatori anche in settori differenti.

L’INTERVENTO Uno studio sui settori industriali in cui possono trovare applicazione le tecniche di Osservazione delle Terra con l’utilizzo di strumenti di Technology Foresight e delle Mappe tecnologiche “Explorer” prodotti dalla società americana Strategic Business Insight che sono nella disponibilità di Basilicata innovazione - ha consentito di individuare come particolarmente promettente, in termini di crescita attesa, il settore del Virtual World, nello specifico dei videogame ed in particolare dei serious game, tipologie di giochi che utilizzano dati reali per unire finalità ludiche con quelle educative e che stanno catturando l’attenzione dell’industria internazionale dell’eduentertainment. Concluse queste analisi, nel giugno 2010 è stato

avviato un programma di convalida di dodici mesi, che ha visto la collaborazione di competenze complementari specializzate nello sviluppo di ambienti 3D, individuate da Basilicata Innovazione. IL PROTOTIPO Il programma di convalida ha portato alla realizzazione di prototipi di ambienti, utilizzabili nell’industria dei serious game, a partire da immagini satellitari e tecniche di telerilevamento. I prototipi saranno proposti ad aziende di game development operanti nel mercato internazionale; un intervento che potrebbe consentire all’Istituto IMAA del CNR di qualificarsi come fornitore e, quindi, di produrre valore economico su un nuovo segmento di mercato.


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FaZ

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dagli scarti minerali sintetici per tutelare l’ambiente zeoliti per bonificare acque e suoli LA RICERCA Claudia Belviso è una ricercatrice dell’Istituto IMAA del CNR di Tito Scalo. Lavora con il dottor Saverio Fiore nel settore della geochimica, mineralogia ambientale e medica; le sue attività di ricerca hanno portato al deposito di un brevetto su un procedimento per la produzione di zeoliti (minerali) a partire da ceneri - fly ashes - derivanti dalla combustione di carbone. Il prodotto ottenuto - Fly ashes Zeolitizzate (FaZ) - è quindi un conglomerato di ceneri in cui sono cresciute zeoliti con particolari caratteristiche. IMAA CNR ha manifestato l’interesse a valorizzare tali risultati per utilizzarli in settori legati alla tutela ambientale. L’INTERVENTO Basilicata Innovazione ha avviato un’attività di ricerca sull’impiego delle FaZ. Grazie all’utilizzo di strumenti di Technology Foresight, delle Mappe tecnologiche “Explorer” - dalla società americana Strategic Business Insight - ed altri strumenti di Business Intelligence, che sono

nella disponibilità di Basilicata Innovazione, è emersa la possibilità di funzionalizzare le FaZ in base ad alcuni impieghi di setinazione, quali Remediation (bonifica) di suoli e acque - in cui le FaZ possono agire sequestrando gli inquinanti - e additivi per cementi e ceramiche non tecnologiche (l’aggiunta di FaZ permette infatti di ottimizzare la porosità dei materiali, con vantaggi sul piano della resistenza meccanica). Una Desk Analysis ha inoltre confermato l’esistenza di opportunità commerciali nel mercato delle bonifiche ambientali. Su queste basi, Basilicata Innovazione ha avviato con l’IMAA CNR un programma di valorizzazione dei risultati della ricerca: dopo una prima fase di sperimentazione in laboratorio delle tecniche individuate, sono state verificate “sul campo” (ovvero nell’ambito della bonifica ambientale) le prestazioni dei prodotti risultanti. A giugno 2010 è stato avviato un programma di convalida della durata di dodici mesi.

IL PROTOTIPO Nell’ambito delle problematiche ambientali legate all’inquinamento dei suoli da metalli pesanti, Basilicata Innovazione e il Laboratorio di Geologia Medica ed Ambientale dell’IMAA CNR hanno condotto degli studi che hanno evidenziato come le tecnologie di stabilizzazione/ solidificazione utilizzate possono essere impiegate per lo sviluppo di prodotti destinati alla bonifica di aree inquinate. In particolare, sono state effettuate analisi chimiche sulle acque ed analisi mineralogiche, morfologiche e chimiche su fly ash. Questo percorso, oltre alla funzionalizzazione delle zeoliti, ha portato alla realizzazione di un prototipo di filtro per la bonifica di acque agricole ed industriali. L’intervento potrebbe consentire ai ricercatori dell’Istituto IMAA CNR di qualificarsi come fornitori nell’industria del settore ambientale, producendo valore economico a partire dai risultati delle ricerche.

“E’ stata un’esperienza bellissima, sia dal punto di vista umano che professionale. L’incontro con Basilicata Innovazione e il contributo economico ricevuto mi hanno consentito di estendere l’applicazione della ricerca dai suoli all’acqua, con risultati soddisfacenti. E il contatto ha determinato opportunità di partnership su una serie di progetti europei” Claudia Belviso

Io animatore della ricerca Renzo Sarli Calace


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Equiltheta

un codice “Equilibrato” per il mercato del plasma LA RICERCA Antonio D’Angola, ricercatore presso l’Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente, e Gianpiero Colonna, dell’IMIP CNR, hanno investito le proprie competenze sul codice Equiltheta, che calcola con estrema accuratezza e limitati tempi di esecuzione, le grandezze termodinamiche e le proprietà di trasporto di un plasma, partendo da dati elementari delle specie che lo compongono, in particolare dai livelli energetici e dagli integrali di collisione.

L’intervento ha consentito di validare lo strumento di calcolo proposto e sviluppato presso il laboratorio di Applicazioni Industriali dei Plasmi dell’Università della Basilicata e presso l’IMIP CNR. É stato simulato il comportamento di sistemi al plasma impiegati con successo nel settore industriale: i risultati ottenuti sono stati confrontati con gli strumenti di punta presenti oggi sul mercato mondiale, con l’obiettivo di mettere in evidenza le lacune di questi ultimi nella fase di simulazione, progettazione e ottimizzazione di sistemi al plasma.

L’INTERVENTO É stato avviato un programma di convalida, partendo dalla comparazione di Equilheta con prodotti simili esistenti sul mercato: l’originalità e il valore aggiunto del codice di calcolo sta nella possibilità di ottenere in maniera automatica equilibrio chimico, proprietà termodinamiche e coefficienti di trasporto di gas neutri e di miscele ionizzate in un ampio intervallo di temperatura e pressione. Gli altri prodotti già esistenti sul mercato risultano invece meno performanti e non in grado di interagire contemporaneamente sull’equilibrio e sul trasporto.

Il piano di lavoro nello specifico ha previsto le seguenti attività, nei modi e nelle forme previste dalla legge vigente: a) simulazione di scariche al plasma ad accoppiamento induttivo; b) integrazione del codice proposto con codici fluidodinamici già sviluppati presso il Laboratorio di Applicazioni Industriali dei Plasmi e presso l’IMIP CNR; c) ottimizzazione del nuovo codice integrato; d) realizzazione di un interfaccia grafica.

IL FUTURO Il mercato del Plasma è composto da due settori: 1. ICT, per quel che riguarda lo sviluppo di modelli fisicomatematici e la realizzazione di codici di calcolo delle proprietà termodinamiche e di trasporto di plasmi termici. 2. Applicazioni industriali, quali: sistemi elettronici e macroelettronici, lavorazione meccaniche di precisione, produzione di polveri metalliche/ceramiche per applicazioni tecnologiche, diagnostica e molto altro. Il software Equiltheta è diventato la “punta di diamante” di un potenziale spin off. Il progetto d’impresa, sviluppato attorno al software, è stato già oggetto della valutazione del Comitato tecnico scientifico di BI CUBE e sono in fase di definizione le procedure per ospitare il team nell’incubatore.

“I progetti attivi che avevamo sarebbero probabilmente rimasti sulla carta, senza l’incontro con Basilicata Innovazione, che ci ha offerto un’opportunità importante. Professionisti preparati e disponibili, ci hanno incoraggiati nel pensare che il nostro strumento di calcolo avrebbe potuto trovare applicazione e commercializzazione. Il percorso continua e spero ci possa condurre a creare uno spin off di impresa” Antonio D’Angola

Io animatore della ricerca Renzo Sarli Calace


La ricerca scientifica è la metodologia usata per accrescere la conoscenza all’interno della scienza ed è ritenuta, in ambito economico, uno dei fattori chiave per la crescita economica e lo sviluppo economico della società nel medio-lungo periodo in virtù della sua potenziale capacità di fornire innovazione attraverso l’applicazione tecnologica delle scoperte scientifiche favorendo così il progresso della società noto come progresso tecnico e scientifico.


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IO BI CUBE

Idee da trasformare in imprese BI: è sia il prefisso che rimanda al concetto di “sdoppiamento”, sia l’acronimo di Basilicata Innovazione. CUBE: letteralmente “cubo”, è il lemma che richiama in modo sempre più diffuso sia il “luogo” deputato all’incubazione sia la possibilità di elevare “al cubo” l’idea imprenditoriale. Di qui BI CUBE, il nome dell’incubatore di Basilicata Innovazione, con una sua sede operativa a Potenza dal 24 Maggio 2011 (data di inaugurazione). Fornisce servizi e strumenti a supporto della creazione di imprese ad alto tasso di innovazione, utilizzando una metodologia sviluppata da Innovation Factory e consolidata con successo da AREA Science Park. Una metodologia che prevede l’offerta di assistenza specialistica non ad aziende neo-costituite ma a persone, ovvero Gruppi di Sviluppo, nella fase di pre-incubazione, quando è necessario svolgere una serie di verifiche tecniche, di natura

economico-legale, e di mercato funzionali alla costituzione della Start Up. Può rivolgersi a BI CUBE chiunque abbia un progetto d’impresa innovativo. Tre i profili-tipo: ricercatori, che vogliono valorizzare risultati di rilievo delle proprie ricerche attraverso la costituzione di uno spin off; imprenditori, che decidono di diversificare la propria attività creando una nuova impresa; giovani con un’idea imprenditoriale ad alto potenziale. Il percorso che i futuri imprenditori percorrono con BI CUBE prevede 3 fasi. La prima fase è quella di valutazione dell’idea imprenditoriale, svolta in maniera rigorosa dal Comitato tecnico scientifico di BI CUBE, considerando due elementi principali: il potenziale innovativo dell’idea e la propensione imprenditoriale dei proponenti. Se il riscontro è positivo, si procede

alla costituzione del Gruppo di Sviluppo e con la pre-incubazione. BI CUBE fornisce spazi attrezzati, servizi e risorse per avviare le diverse attività progettate e supporta i futuri imprenditori mettendo a loro disposizione i coach che ne condividono le scelte, assistendoli fino alla (auspicata) costituzione della start-up. Il percorso di preincubazione può variare dai 6 ai 18 mesi. L’ultimo passaggio è la costituzione dell’impresa: se sussistono le condizioni di sostenibilità economica e autonomia operativa, i proponenti e BI CUBE concordano la creazione della nuova impresa. BI CUBE partecipa alla sua costituzione con una quota di minoranza – calcolata in base agli apporti effettuati –, definendo con i proponenti i meccanismi di way-out più opportuni. Fabrizio Rovatti Direttore Innovation Factory srl


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racconto #3

I coach dei progetti di sviluppo

Non è che incubare, oltre che “covare”, significa “entrare nel cubo”? Qui mi sa che l’hanno presa alla lettera, la definizione, dico tra me e me arrivando in sede. Bicube! Per aumentare il coefficiente di difficoltà, lo

ci avevano detto che non sarebbe stato un incubatore di quelli classici, tradizionali, che accolgono avranno pensato al quadrato. In effetti

e allevano start up di impresa. No. Noi saremmo stati quelli del primo miglio. Per comprendere fino in fondo, e in fretta, il concetto, siamo stati a Trieste, in Innovation Factory. Lì non solo ce l’hanno spiegato sul campo, ma ce l’hanno anche fatto vedere, questo pre-incubatore: una grande porta girevole, che dura dai sei ai diciotto mesi: vi entrano delle persone, un po’ spaesate e con qualche vaga idea di impresa per la testa, vi escono dei team competitivi, con tutte le basi per essere sul mercato. E chi la dovrebbe fare, questa magìa? Noi, i coach dei progetti di sviluppo. Ma non facevo prima a iscrivermi a un corso per illusionisti? Non scherziamo, dobbiamo tirar fuori grandi energie, tenere

al massimo la concentrazione, ragionare da imprenditori. E comunque è una missione tentacolare: accogliere

le persone, orientarle, sostenerle, valutarle, portare dalla sfera eterea delle idee al terreno duro del mercato. Niente altro? Beh, sì, dovreste anche entrare in società con loro. Ora, vorrei vedere voi alle prese con tutta questa roba. Parlarne è nulla, il difficile viene – come sempre – sul campo. Le scrivanie sono tutte al loro posto, al primo piano di Basilicata Innovazione. Attendono di ospitare gomiti, idee, dita tamburellanti, tastiere, intuizioni, sorrisi, pugni sul tavolo e qualche imprecazione. Vita, insomma, e impegno e lavoro, duro lavoro, perché qui ci si gioca il futuro. Non è uno scherzo, ma se ci prendiamo troppo sul serio rischiamo di rinunciare, in partenza. Nessuno di noi ha mai neanche immaginato che sarebbe finita così, in un reality con poche regole ma precise: ognuno dà il massimo, giorno per giorno, e il punto si conquista insieme. Non si bluffa, non ci si illude. Siamo giovani, qui ci vorrebbe uno tosto. Tocca a voi. Ecco, come non detto. Avessi almeno il cappellino di Sylvester Stallone in Over the top: lui rovesciava sulla nuca la sua visiera e ci metteva gli occhi della tigre, per affrontare e battere tutti gli avversari, uno dopo l’altro. Sì, però, uno alla volta. Con la possibilità di asciugarsi il sudore, rifiatare. Noi no. Siamo su più tavoli, e dobbiamo giocare – si fa per dire – con persone che neanche conosciamo. Che all’inizio ci guardano un po’ così. Qualcuno pensa che gli vogliamo rubare l’idea, altri che siamo lì per controllare i loro pensieri. Non hanno

compreso che siamo solo dei “soci scomodi”, come ci piace auto-definirci. Bisogna piacersi e fidarsi, è un gioco a due che innesca una convenienza reciproca e un viaggio lungo un anno, con destinazione “mercato”. Oggi parlano altre lingue, nel senso di linguaggi scientifici; ci trascinano in progetti strani, ci costringono a studiare. C’è chi vuole fondare una nuova banca e chi pensa a costruire una piscina per le tartarughe. Gente

strana, a volte: ma non è da queste idee che in passato sono nate delle grandi start up? In fondo, come diceva Arthur Schopenhauer, genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri. Probabilmente anche noi viviamo, in questo cubo al quadrato, una dimensione diversa, differente da tutto il resto della struttura, dove comunque c’è la nostra seconda famiglia. Saperlo è rassicurante, prima di entrare in questa centrifuga più volte al giorno, ogni giorno, per metterci e rimetterci continuamente in discussione. Ne usciamo con un gran mal di testa, a volte, ma con un’esperienza di vita e di lavoro che ha dell’incredibile. E poi, in fondo, ora che siamo entrati nel ruolo, ci divertiamo anche molto: ad ascoltare le idee, a intuire quelle che possono essere “giuste”, ad adottare i gruppi di ricerca, a fare cultura di impresa. E a fantasticare che un giorno, anche grazie a noi, da

un’idea arrivata qui prematura potrà nascere una creatura da milioni di euro. Una vera start up!


BI CUBE: l’accoglienza e la sala riunioni


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SolEThEn

Solutions for Ethical Engineering SolEThEn è l’acronimo di “Solutions for Ethical Engineering”: ha cioè un approccio etico all’ingegneria, sviluppando delle attività ispirate allo sviluppo sostenibile e al rigore scientifico. Offre servizi innovativi basati su metodologie d’indagine virtuale, tipici di settori tecnologicamente avanzati, quali: Formula1, industria petrolifera e aerospaziale. Tali metodologie possono garantire: per le imprese, soluzioni a problematiche

“L’idea era nell’aria, ma come spesso accade in ambiti accademici e di ricerca, mancavano le condizioni finanziarie per renderla concreta. Basilicata Innovazione ha permesso questo passo, dandoci anche uno spazio fisico per iniziare a lavorare e assistendoci su una serie di passaggi burocratici che ci porteranno a costituirci in Srl” Paola Curci

applicative; supporto nella progettazione e nell’ottimizzazione, in termini di affidabilità delle performance, dei processi industriali; prototipazione e design di prodotti. Per le amministrazioni pubbliche, risposte utili alla realizzazione di scelte strategiche, attraverso simulazioni e analisi statistiche in ambito urbanistico, sismico/geofisico, clinico/ biomedicale, economico.

I coach d’impresa Giovanni Cafarelli, Mariangela Bellitto


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“Se non ci fosse stata Basilicata Innovazione, non avremmo mai pensato di poterci mettere in proprio, pur avendo un approccio multidisciplinare e un’esperienza maturata sul campo con multinazionali ed aziende di primissimo livello. E’ una sfida continua, ma ci sentiamo ogni giorno più pronti ad affrontare le insidie del mercato” Valeria De Bonis

I coach d’impresa Giovanni Cafarelli, Anna Sileo

CFDinnova

prodotto, processo, impianto: il cliente al centro CFDinnova prende, ad oggi, il suo nome dalla tecnologia Computational Fluid Dynamics, alla base delle sue attività. Il team svilupperà un’offerta di soluzioni e prototipi virtuali per la progettazione, simulazione e controllo di impianti e processi dell’industria agro-alimentare, finalizzati ad ottimizzare la qualità del prodotto finale. In particolare, la proposta imprenditoriale propone

soluzioni e tecnologie innovative per la gestione di processi ed impianti industriali di essiccazione (drying). I metodi tradizionalmente utilizzati sfruttano l’energia termica, ma possono indurre effetti indesiderati sull’alimento, in termini di cambiamenti di colore, aroma, perdita di vitamine o di amminoacidi essenziali. Di qui, l’interesse per l’applicazione di tecnologie multi-fisiche di scambio termico e di massa che consentono di preservare le caratteristiche

organolettiche e nutrizionali degli alimenti. L’innovatività delle soluzioni offerte da CFDinnova sta nell’applicazione dei risultati della ricerca scientifica compiuta presso l’Università della Basilicata, per simulare il funzionamento della triade Prodotto-Processo-Impianto, garantendo soluzioni altamente customizzate alle esigenze del cliente.


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20092012


Servizi trasversali: la comuni cazione, il MaTech Point Basilicata, l’Ufficio Studi e PatLib L’assistenza personalizzata di Basilicata Innovazione


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racconto #4

La Comunicazione: dal dizionario italiano-innovàno di Basilicata Innovazione

Partiamo dal nome, che è poi anche un logo con il suo payoff: Basilicata Innovazione - al servizio di imprese e ricercatori lucani. Il profilo azzurro della Basilicata, che fa tanto “azzurro-cieloimmenso”, quasi a richiamare

le ampie potenzialità del territorio in cui viviamo. Sullo sfondo, dei quadrotti

grigi: sembrano le linee di un istogramma che sale, scende, risale e poi riscende, un po’ come lo sviluppo economico in Basilicata; ma sono anche le tracce di un percorso, delineato assieme a imprenditori, ricercatori e rappresentanti istituzionali, per raggiungere l’obiettivo: la competitività del territorio lucano. Ma non sarebbe bastato né il nome “Innovazione? In Basilicata?” - né il suo bel logo completo di citazione di “imprenditori” e “ricercatori” a far capire cosa fa questa struttura. Trasferimento tecnologico, valorizzazione dei risultati della ricerca, creazione d’impresa e informazione brevettuale: parole “importanti”, che identificavano i nostri servizi e che dovevano essere comprese dal nostro target, per cogliere le opportunità offerte, gratuitamente. Ed è così che, dopo aver creato l’immagine coordinata di Basilicata Innovazione, abbiamo realizzato , come il sito web e la brochure, che potessero fornire tutte le informazioni utili. Volevamo essere visibili, far

strumenti di comunicazione mirati

capire al Territorio che c’eravamo e che eravamo al loro servizio: dovevamo consolidare da un lato la nostra immagine; dall’altro la struttura, le persone al suo interno con le loro competenze specialistiche. Abbiamo pianificato così una serie di eventi, a partire dall’inaugurazione della sede (correva il lontano 17 febbraio 2010…), per avvicinarci a imprese e ricercatori: abbiamo dialogato con loro, presentando i nostri servizi e condividendo modelli di lavoro. Abbiamo poi stretto amicizie preziose con i nostri grandi alleati: le associazioni di categoria. Il CNA di Matera, Legacoop Basilicata e poi Confindustria Basilicata, con cui abbiamo organizzato, a gennaio 2011, un seminario sul tema dell’open innovation.

l’inaugurazione, con una conferenza stampa in Regione. Volevamo però che tutti i lucani con un’idea d’impresa valida venissero a contatto con i coach d’impresa e capissero incontrandoli cosa significasse essere incubati, o meglio “preincubati” prima di entrare sul mercato. Abbiamo così organizzato il 14 giugno un open day, l’open cube, in occasione - non a caso - della giornata nazionale dell’innovazione.

Dovevamo far capire alle imprese che, per essere al passo con un mercato in continuo cambiamento, bisognava scambiare e condividere conoscenze, nell’ottica di un sistema di imprese a rete, che fanno .

A luglio 2011 è stato lanciato il numero 0, dal layout grafico leggero e semplice - non volevamo rischiare di intasare le caselle di posta elettronica! - e che consentisse “a colpo d’occhio” di focalizzarsi sui contenuti d’interesse.

A quel punto ci siamo chiesti: ma perché non prendere un aperitivo anche a casa di Confapi Matera? E tra un sorso e l’altro, una chiacchierata e l’altra, è nato a febbraio 2011 un workshop formativo del nostro Basilicata, su polimeri e tessuti tecnici. Abbiamo “bissato” con il MaTech e Confindustria Basilicata: ad aprile abbiamo partecipato ad una loro giornata formativa sull’ “efficienza energetica” con un nostro intervento sui materiali innovativi per l’edilizia sostenibile. Ci sentivamo a nostro agio con questi amici e con immenso piacere li abbiamo coinvolti a novembre

Potevamo poi rinunciare ad un canale ancora più diretto, immediato e bidirezionale di comunicazione ovvero ai social network? A marzo 2012 eravamo on line con una pagina

2011 nella promozione di “

Detto, fatto: dopo una lunga fase editoriale, a maggio 2012 è arrivata la nostra prima

“innovazione aperta”

MaTech Point®

Disegni+

Brevetti+ e

”: il programma di incentivi, gestiti dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Invitalia e Fondazione Valore Italia, rivolto alle imprese italiane per favorire il deposito di brevetti e la registrazione di disegni industriali. Intanto il servizio di “creazione d’impresa” costruiva la sua piccola sede, affiggeva sui muri pannelli ispirati ad acronimi e con immagini

BI CUBE, l’incubatore di Basilicata Innovazione. Pronti sede e materiale spiritose e ideava il suo logo:

di comunicazione, a Maggio 2011 c’è stata

Dovevamo inventarci qualcos’altro per comunicare e avvicinarci al Territorio, con informazioni puntuali su quello che facevamo e sui risultati di successo che stavamo raggiungendo con i nostri interventi d’innovazione. Abbiamo sfregato la lampada di Aladino e alla fine si è materializzata l’idea:

newsletter!

facciamo una

Facebook e LinkedIn!

A questo punto era lecito fermarci o accontentarci? “Anche no!” e abbiamo pensato: perché non inaugurare una collana di libri firmati BI? E perché non trattare un tema come quello delle opportunità offerta dalla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per semplificare una serie di procedure che spesso sottraggono tempo e pazienza alle PMI?

La semplificazione per la crescita delle PMI. Il valore dei servizi on line”. pubblicazione “

L’ultima cosa che vorremmo raccontarvi è

TechGarage Basilicata 2012

ma…lo faranno molto meglio i protagonisti: i futuri startupper lucani!


Il gruppo di lavoro Antonella Di Noia, Alberto Pizzichillo, Giuseppe D’Andrea


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Internazionalizzazione occhi e mani sugli altri mercati

Il gruppo di lavoro Valeria Dragone

Il servizio Internazionalizzazione di Basilicata Innovazione nasce per supportare le imprese lucane exportoriented a collocare al di fuori dei confini nazionali i prodotti o servizi ad elevato contenuto tecnologico. Un accordo firmato con l’ENEA di Portici, partner tecnologico del Consorzio Europeo Bridg€conomies (all’interno del network Enterprise Europe Network), rafforza le potenzialità del servizio permettendo alle imprese e ai ricercatori lucani di accedere al sistema delle reti internazionali per la collaborazione in materia di tecnologie e mercati. le attività Diverse le attività previste, tra cui l’informazione e la promozione sulle opportunità offerte da bandi europei e nazionali, adeguatamente selezionati sulla base delle aree tematiche di interesse e settori di appartenenza; la ricerca di partnership; l’informazione su iniziative, workshop, seminari e networking events a livello nazionale e internazionale,

selezionati sulla base di specifici argomenti di interesse per imprese e ricercatori. I RIsultati Le attività fin qui svolte hanno consentito di registrare i primi successi; tra le imprese lucane che sono state messe in contatto con imprenditori europei, al fine di stringere accordi di collaborazione commerciale e tecnologica, da segnalare due esperienze particolarmente significative: la società Doc Srl di Potenza, che è in contatto con un’azienda estone ed una svizzera interessate al «virtual showcase» promosso tramite il Network europeo; la Drive Beer Srl di Baragiano (Potenza), che è in contatto con una azienda della Repubblica Ceca interessata a definire un accordo commerciale per il sistema brevettato di produzione e spillatura della birra. lo sportello informativo Lo sportello informativo EEN di Basilicata Innovazione offre ad imprese, Università ed Enti

di ricerca presenti sul territorio lucano: • informazioni e assistenza alla realizzazione di collaborazioni tecnologiche transnazionali; • supporto nelle attività di valorizzazione dei risultati della ricerca e nella definizione di accordi di trasferimento tecnologico, a livello internazionale; • supporto e assistenza per la partecipazione a Programmi Comunitari di R&S Gli strumenti della rete EEN: • BBS (Bulletin Board Service) - Banca dati di offerte e richieste di tecnologie a livello internazionale; • Brokerage events e Company Mission - organizzazione di incontri bilaterali internazionali; • Ricerca Partner per la partecipazione a Programmi europei di R&S; • Workshop tematici e Conferenze su questioni di interesse per il proprio target.


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MaTech Point

®

un servizio unico nel Sud Viste una di fianco all’altra, le pareti sembrano “piastrelle” spaziali. Tutte in ordinata sequenza, eppure ognuna diversa dall’altra, stretta nel proprio segreto silenzio. Se non ci fosse qualche tecnico a svelarne il mistero, a raccontare l’apparentemente inimmaginabile, resterebbe un tocco incancellabile di irrealtà, una cellula aliena nella struttura che pulsa di vita e lavoro. Nessun trucco, nessun inganno: è il MaTech Point® Basilicata, una stanza piena di tante cose strane che chiamano, comunemente, “materiali”: polimeri, tessuti tridimensionali e termici, metalli iperelastici, plastica che sembra legno, fibre resistenti eppure leggerissime. E’ un concentrato di scienza, tecnologia, innovatività,

- Basilicata

questo showroom, nato dalla collaborazione di Basilicata Innovazione con il Parco scientifico e tecnologico Galileo di Padova. C’è poco spazio per l’ingenua e a tratti infantile curiosità del neofita: qui dentro ci finiscono gli sguardi attenti di imprenditori alla ricerca di competitività; quelli che hanno voglia, tempo e poco budget da investire su innovatività, estetica, efficienza energetica. Scannerizzano la scena, zoomano sulla piastrella giusta, iniziano a sviluppare nella loro mente la proiezione dell’impresa. Si confrontano con i tecnici del MaTech Point®, depositari di un sapere che va ben oltre questa stanza aliena, concentrato in un database che contiene schede e informazioni di aziende

Il gruppo di lavoro Luigi D’Amato, Francesca De Sua

produttrici di oltre 1.600 materiali innovativi e ben 100.000 materiali tradizionali. C’è una risposta ad ogni esigenza, anzi, molto spesso ce n’è più di una. Perché input e output, richieste e risposte, proposte e consigli si fondono e confondono. Una gara al rialzo, che si compone tecnicamente di una analisi di prefattibilità a cui fa seguito un’offerta personalizzata e mirata in funzione delle esigenze specifiche di ogni singolo cliente. Offerte reali, risposte immediate. Perché i materiali in banca dati sono tutti disponibili sul mercato, tutti con la propria rilevanza, tutti con un futuro ancora da scrivere. Compreso quelli pronti a saltare, dalla casella un po’ anonima dei “tradizionali”, nel club degli “innovativi”, magari lasciando i settori di appartenenza


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e finendo – per una strana concentrazione di intuito e visione umana – in altri comparti che non avrebbero mai pensato di conoscere così da vicino. E’ la magia della ricerca, è la forza inarrestabile dell’innovazione. Matech, workshop sui materiali innovativi La conoscenza di Matech si è sviluppata anche grazie ad alcuni workshop tematici realizzati a Potenza e Matera nel 2010 e 2011. Il primo anno, spazio ad appuntamenti tecnico-pratici per “toccare con mano” campioni di materiali innovativi e conoscerne le caratteristiche di interesse, le applicazioni già presenti sul mercato e quelle potenzialmente realizzabili. Il primo evento si è svolto il 10 novembre 2010 ed è stato dedicato ai settori meccanica, auto motive, stampaggio materie plastiche, edilizia. Tra i temi affrontati: trattamenti superficiali, lubrificazione a secco, trattamenti anticorrosivi, composti naturali, tessuti non tessuti. L’11 novembre 2010, l’attenzione si è focalizzata sui settori arredamento, imbottito, agroalimentare. Diversi i temi di discussione proposti: packaging biodegradabile, materiali della natura, materiali termoregolanti. Nel 2011, i workshop sono divenuti tematici e hanno guardato l’evoluzione e l’innovazione in ottica green. Il 10 febbraio la discussione ha riguardato “Polimeri e tessuti tecnici: soluzioni per migliorare le prestazioni energetiche e ambientali dei prodotti”; il 7 aprile si è passati a: “Sostenibilità e materiali innovativi nell’edilizia”. In entrambe le circostanze, a relazionare è stato chiamato l’ingegner Eva Tenan, del Matech – PST Galileo.


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“L’azienda potrà produrre prodotti tecnologicamente innovativi e aumentare il fatturato, ampliando il mercato di riferimento” Pasquale Ruggiero

LightStone

leggerezza, resistenza ed eco sostenibilità dei manufatti in cemento L’azienda EcoPannel srl di Ruggiero, di Satriano di Lucania (in provincia di Potenza) realizza manufatti a ridotto impatto ambientale. In particolare, produce rivestimenti in simil pietra (per colonne, fioriere, panchine, muri di contenimento, pavimentazioni, scale) utilizzando inerti e cemento. Le forme realizzate riproducono fedelmente l’immagine di mattoni, pietre vive e naturali, e sono un’alternativa alla tradizionale muratura in pietra. Sono solide e facili da mettere in opera, ma pesanti. Pensare di poter esportare al Nord e all’estero era impensabile, a causa degli alti costi di trasporto che ci sarebbero voluti.

L’INTERVENTO Basilicata Innovazione, attraverso il MaTech Point® Basilicata, è riuscita a portare a termine in 4 mesi l’intervento di innovazione in azienda che ha previsto l’analisi del processo produttivo aziendale e delle materie prime impiegate; l’individuazione di professionalità tecniche; la realizzazione di uno studio di plausibilità finalizzato a trovare un materiale da inserire nella miscela dei manufatti in cemento, che fosse leggero, fono isolante, termoisolante, resistente alle escursioni termiche e alle diverse temperature ambientali; che garantisse ai prodotti, in particolare ai pannelli di recinzione e a quelli usati per il contenimento, la giusta resistenza meccanica, soprattutto all’urto; che non fosse inquinante.

É stata quindi verificata, in maniera scientifica, la possibilità di inserire nella formulazione dell’impasto cementizio additivi che rendessero il composto meno pesante. Il MaTech ha poi fornito all’azienda i campioni dei materiali selezionati e attivato contatti con potenziali fornitori degli stessi. I RISULTATI Il vantaggio più immediato per l’azienda è stato quello di poter aumentare il proprio fatturato, grazie alla conquista di nuovi mercati, extraregionali. Il prodotto, inoltre, ha denotato caratteristiche maggiormente performanti, essendo anche termo e fono isolante.


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Ufficio studi e PatLib scavare nel database dei brevetti

Il gruppo di lavoro Raffaella De Stefano, Giusy Faretta, Maria Rosaria Santini

L’informazione brevettuale è un vantaggio competitivo e la qualità dell’informazione può essere determinante per comprendere in quale direzione procedere, se si pensa a un’idea o a un progetto; ma non è facile accedere alle fonti.

interesse dei richiedenti, utilizzando le banche dati reperibili sul mercato e le risorse informative degli Uffici Brevetti nazionali ed internazionali. A questa attività si associa una ulteriore competenza distintiva, che riguarda la realizzazione di prodotti di informazione e documentazione tecnica, scientifica e brevettuale, report e dossier sullo stato dell’arte e i trend di mercato.

La ricerca brevettuale può essere infatti complicata perché i brevetti sono documenti legali e non necessariamente sono scritti per essere facilmente trovati. Anzi, sono redatti per essere difesi in tribunale. La letteratura brevettuale, di conseguenza, diventa una risorsa di informazione tecnica e strategica di primaria importanza. Basilicata Innovazione, per rispondere a questa esigenza, ha costituito l’Ufficio Studi

Oltre a sapere “dove” cercare, incide anche il “come” farlo. Un rigoroso percorso di formazione specialistica ha permesso la costituzione di un team lucano in grado di fornire un servizio adeguato e in linea con le aspettative di un mercato che è cresciuto. Negli anni, infatti, imprese e ricercatori hanno percepito con sempre maggiore nitidezza che l’informazione brevettuale è uno strumento che può incidere nell’indirizzare le proprie scelte strategiche.

grado di fornire informazione e documentazione brevettuale di

Conoscere l’informazione brevettuale è infatti utile per diversi motivi: per evitare di “reinventare la ruota”

che comprende il Centro PatLib* (Patent Library) per la Basilicata, in

(sprechi di risorse in ricerca e sviluppo), per non incorrere nel rischio di contraffare accidentalmente un brevetto di qualcun altro, ma anche per fornire un aiuto sostanziale al consulente nella fase di redazione della domanda di brevetto. La risposta delle imprese e la tipologia delle indagini richieste indica come il tema della proprietà industriale inizi ad essere percepito come valido strumento per un monitoraggio della tecnologia e della concorrenza. Sono sempre più le imprese lucane, inoltre, che comprendono l’importanza

della registrazione del marchio aziendale come

strumento in grado di apportare maggiore riconoscibilità ai propri prodotti ed evitare la contraffazione di prodotti e marchi. *PatLib e un marchio che viene rilasciato dal UIBM di Roma; Innovation Factory ha inoltrato da tempo la domanda di riconoscimento; le valutazioni sono in corso.


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NIDI TecNOfrontiere le idee innovative spiccano il volo

Il simbolo dell’iniziativa è un colibrì, e non è un caso: il

piccolo volatile ha un’eccezionale capacità di volo, grazie alla più grande apertura alare, in rapporto alle dimensioni del corpo, tra tutti gli uccelli. E librarsi in volo verso la costituzione di una start up di successo è il sogno dei team che hanno aderito all’iniziativa della Camera di Commercio di Potenza - quale capofila del Partenariato per l’Innovazione - e Basilicata Innovazione, in collaborazione con dPixel. Un’avventura fantastica, - la prima nel suo genere, in Basilicata - partita il primo marzo 2012 e culminata il 3 luglio con la finale TechGarage Basilicata 2012. Quattro mesi intensi, iniziati con un semplice clic su un modulo on line di www.niditecnofrontiere. it per candidarsi, e via, nel gran gioco della competitività, sotto lo sguardo lungo di Gianluca

Dettori e Antonio Concolino, venture capitalist

di professione e formatori di start upper di lungo corso. Chi temeva che il “buttarsi senza rete” non fosse consono alla propensione dei giovani lucani è stato seccamente smentito, dai numeri e dalla

modalità di approccio, entusiastico e partecipativo. Dettori lo aveva detto: «C’è una miniera nascosta ed è nella testa dei nostri ragazzi. Una generazione che è “naturalmente” in connessione con il resto del mondo ed utilizza le tecnologie destinate, nel giro di 10 anni, a rivoluzionare il mondo del lavoro. Bisogna solo ascoltarli, e noi inizieremo proprio da qui». La business

plan competition ha vissuto

diverse fasi: una fase di

scouting ha prodotto una

prima scrematura, permettendo ai coach di concentrarsi sulle idee a maggiore tasso potenziale; due settimane di full immersion hanno portato i team ad incrociare tanti manager,

tecnici

e “visionari”. Ognuno,

dalla propria angolazione, non si è risparmiato in consigli e indicazioni. L’idea ha preso forma, sono nati i business plan e le presentazioni strutturate delle idee imprenditoriali (il pitch), in vista della giornata finale. è lì che si conclude questa sfida, di fronte ai media e ai seed e venture capitalist; è lì che i sogni potranno concretizzarsi o ridursi a mera illusione. Eppure, per ogni partecipante,

Nidi | TecNOfrontiere

avrà certamente rappresentato qualcosa in più rispetto all’entrare o meno nell’olimpo della graduatoria finale. è stata scuola di vita, ha consentito di crescere, ha trasformato l’insegnamento lineare tra docente e studente in un più costruttivo approccio collaborativo tra ragazzi e coach, con un mutato atteggiamento che ha generato ulteriore innovazione, in una realtà aperta e dinamica che ha favorito al massimo livello lo scambio di idee e il dialogo tra le menti creative dei giovani, via via più pronti a scorgere tra i “paletti” le opportunità, sotto forma di strumenti, metodologie e competenze utili a proteggere e consolidare lo slancio verso l’imprenditorialità. Nidi | TecNOfrontiere ha rappresentato, in piccola scala, un modello che nel prossimo futuro tenterà di andare al di là dei “confini” del Partenariato, per diventare “IL” Progetto della regione Basilicata in tema di innovazione e start up.


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Terzo anno: write the future Nei prossimi tre anni dovremo pensare da grandi, allenarci ad un futuro da Agenzia Regionale dell’Innovazione. Possiamo farlo, ripensando al percorso di questo primo triennio. Possiamo farlo ricalibrando le azioni - alleggerendo qualche funzione e caricandone altre - e integrando i servizi nella direzione di una crescita qualitativa delle aziende, della creazione di impresa e della valorizzazione della ricerca. Sono dimensioni che conosciamo e che abbiamo esplorato in profondità, mettendo al servizio del territorio servizi, funzioni, risorse umane - e non solo, competenze. Nei prossimi tre anni dopo esserci spesi al massimo sul terreno, per conoscerne le insidie, e le opportunità, vorrei che Basilicata Innovazione potesse operare in maniera più mirata, lavorando allo scouting di tecnologie, investendo energie e risorse alla ricerca delle migliori e più innovative frontiere esistenti nel mondo, da spostare qui in Basilicata per

alimentare la competitività delle imprese.

Senza trascurare nessuno, nè in termini dimensionali, nè per ambito produttivo, dobbiamo puntare ad essere a fianco delle aziende più strutturate e più orientate all’innovazione e al mercato. è a loro che dovremo chiedere di fare da

traino al resto del panorama produttivo. Sono loro che potranno produrre un deciso scatto culturale. Un nostro obiettivo prioritario è la crescita del PIL regionale. Per centrarlo abbiamo bisogno di ottimizzare tutti i nostri servizi. Quelli che nei primi tre anni sono stati focalizzati verso la specifica esigenza dell’impresa, in maniera mirata e verticale, nei prossimi tre anni dovranno essere utilizzati a geometria variabile, pronti ad essere fusi per soddisfare più compiutamente le esigenze della competitività aziendale, dell’incubazione di nuove imprese o della valorizzazione della ricerca.

Siamo pronti a crescere, nel pieno rispetto degli equilibri e garantendo al territorio la nostra autonomia e terzietà; siamo anche pronti per diventare un interlocutore puntuale e privilegiato per le strutture Regionali, un supporto strategico e operativo sul fronte della formazione, dell’innovazione, della ricerca. Dopo aver conosciuto in profondità il tessuto economico e produttivo lucano, possiamo ora contribuire ad innescare dinamiche positive per lo sviluppo, interpretando in maniera moderna e corretta il ruolo di un’Agenzia che vive e lavora al fianco delle imprese, scopre quelle a più alto

potenziale, valorizza le risorse esistenti. Dobbiamo pensare da grandi, senza perdere di vista il nostro vero ruolo. Potremo così contribuire concretamente alla realizzazione di una “politica dell’innovazione” coordinata, che massimizzi l’impatto positivo di tutti gli strumenti regionali e diventi carburante inesauribile della crescita e dello sviluppo di questa regione.

Dobbiamo pensare da grandi, per contribuire a creare un nuovo ecosistema di tipo aggregativo, capace di fare massa critica e di avere continuità nel tempo, garantire mercati di sbocco, aprire nuovi orizzonti. Un sistema non rigido ma modificabile, flessibile e sempre in grado di ascoltare il mercato globale. Per orientare, anticipare, competere. Ed essere vincenti. Paolo Cattapan Direttore di Basilicata Innovazione



Ideazione e progettazione grafica: Michele Cignarale. Testi: Vito Verrastro. Coordinamento editoriale: Antonella Di Noia. Stampa: Tipografia Zaccara. Foto: Salvatore Laurenzana e Google Image

Innovazione è la dimensione applicativa di un’invenzione o di una scoperta. L’innovazione riguarda un processo che garantisce risultati maggiori, efficaci e migliorativi rispetto a ciò che va ad innovare.



Contrada Tora Centomani, 11 85100 Potenza, Italy . tel 0971 1800511 www.basilicatainnovazione.it


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