Bari Economica n.3/2010

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ma anche un’opportunità per crescere, sono rimasti in pochi. Tra questi in Italia non possiamo non citare chi - come il governatore della Banca d’Italia - non si stanca di ricordarci che solo dal superamento del sottoutilizzo delle risorse al Sud, dell’insoddisfacente funzionamento dei mercati e della modesta qualità dell’azione pubblica nel Mezzogiorno può venire quell’innalzamento del tasso di crescita di cui ha bisogno l’Italia. I più preferiscono operazioni più discutibili e più semplici, limitandosi a utilizzare analisi e mappe banali – come quelle elaborate da Luca Ricolfi - sulla diversa capacità di produrre ricchezza che hanno le Regioni italiane (intendendo per ricchezza la capacità di produrre beni e servizi per il mercato). Trascurando invece che non tutto il benessere di una nazione passa attraverso il mercato, come conferma proprio il caso italiano. L’Italia è di gran lunga più ricca di quanto non dica il suo prodotto interno lordo (si veda il libro di Alberto Alessina e Andrea Ichino, L’Italia fatta in casa, Mondadori). Molto del benessere italiano, e non solo del Mezzogiorno, non passa affatto per il mercato, ma per altre forme di economia. E non ci si sta riferendo tanto alla economia criminale o a quella irregolare, ma all’economia famigliare che molto influisce nelle dinamiche produttive e sociali del nostro Paese. Con riferimento al Sud poi per avere un’idea della sua ricchezza occorre non solo riferirsi alla economia irregolare e criminale, ma pure a quella del dono e dello scambio reciproco, ad una forma di economia che ha sempre avuto spazi e che ora – al tempo di internet – appare in forte espansione a livello globale, soprattutto nei Paesi più sviluppati.

“La svolta federalista dell’Italia va portata avanti soprattutto se consente di aumentare l’efficienza del settore pubblico”

Le considerazioni fatte servono a ribadire che il Mezzogiorno non è dunque soltanto uno spazio che vive alle spalle della parte più ricca del Paese, un luogo nel quale dominano lo spreco di risorse pubbliche e le attività criminali, ma anche uno spazio nel quale vivono altre forme di economie che meritano attenzione, e dove vi sono poi risorse ingenti che non sono usate al meglio o che vengono sprecate. Pensare al Sud come ad un luogo

popolato da fannulloni, parassiti e spendaccioni è largamente un luogo comune di classi dirigenti nazionali che sono impaurite e non riescono nemmeno più a capire i vantaggi che possono venire dal mantenimento di uno Stato nazionale nelle partite che si svolgono nell’Unione Europea e nelle sedi internazionali. Anche sulla svolta federalista dell’Italia occorre poi essere chiari: va portata avanti soprattutto se consente di


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