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CONTIENE I.P.

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mar 2015 n. 3

Gli amici di Romero


...tanto per cominciare

Ritorna la primavera I

l 21 marzo è il primo giorno di primavera. La natura, che sembra risvegliarsi dal letargo della stagione fredda, ritorna a crescere in tutto il suo splendore di luce e colori. Sempre il 21 marzo, dal 1996, si celebra in Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Voluta dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, questa giornata è diventata un appuntamento di incontro e di riflessione con i

familiari delle vittime innocenti della crudeltà e bestialità delle mafie. Una giornata per ricordare i familiari di magistrati, poliziotti, giornalisti e cittadini ammazzati dalla criminalità organizzata, che non risparmia neanche bambini come Nicolino “Cocò” (3 anni) e Angelica (2 anni). Una giornata per impegnarsi affinché questi drammi non possano ripetersi mai più. Una responsabilità che viene richiesta anche ai più picco-

li come te, inseriti nel mondo della scuola e delle amicizie. Un impegno, ad esempio, che ti chiede di denunciare i bulli (e le “bulle”…) che nascosti dietro la loro vigliaccheria, maltrattano i più piccoli e i deboli. La lotta contro la mafia comincia quindi dal parlare e agire con sincerità; dal farsi aiutare dagli adulti di cui ci si può fidare; dal coraggio di aprirsi agli altri, per unire le forze e far crescere la giustizia e la pace. PM MARZO 2015

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Good News & Fine People a cura di Pablo Sartori

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pensare che fino a qualche anno fa, c’erano ancora persone – come il rettore dell’università americana di Harvard, Laurence Summers – convinte che le donne non sono portate per lo studio delle scienze perché “inadatte inadatte al calcolo matematico!”.

Una simile affermazione è stata clamorosamente smentita dall’esperienza della professoressa iraniana Mar yam Mirzakhani, prima donna a ricevere la medaglia Fields, una specie di premio Nobel per le discipline matematiche, conferito ogni quattro anni a studiosi con meno di 40 anni. Un riconoscimento meritatis-

simo per la 38enne Maryam, che dal 2008 insegna matematica all’università di Stanford, USA. Ma anche un premio che può servire a dare «coraggio alle giovani scienziate e alle matematiche», come afferma la dottoressa, sicura «che ci saranno altre donne che vinceranno questo tipo di premi nei prossimi anni».

La tenacia

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Fin da bambina, Maryam, aveva coltivato una grande passione: leggere libri. E un sogno: diventare scrittrice, no di certo una matematica di fama mondiale, esperta di “geometria non euclidea sulle superfici iperboliche”. Negli anni delle scuole elementari e medie nella sua Teheran, quando la guerra tra Iran e Iraq stava volgendo al termine, i giovani studenti esploravano librerie e biblioteche alla ricerca di libri da leggere, che all’epoca costavano poco. «Appartenevo a una generazione fortunata» ricorda Maryam, dove gli studenti più meritevo-

REGINA

della

MATEMATICA I segreti di una donna straordinaria

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Attualità a cura di p. Elio Boscaini

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al 19 giugno 2009 Asia Bibi, 49 anni, si trova in carcere. Questa mamma cristiana di cinque figli, contadina del Punjab, Pakistan, è stata arrestata e condannata a morte per blasfemia, ossia per aver offeso la religione islamica e il profeta Maometto. La donna, oggetto di false accuse, attende che la Corte suprema pakistana riconosca, finalmente, la sua palese innocenza. O che le pressioni internazionali convincano il presidente Mamnoon Hussain a concederle la grazia. Il 2 marzo 2011, sempre in Pakistan, veniva ucciso da un commando di fondamentali-

sti islamici Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze religiose, che aveva costatato che le accuse mosse a Asia erano del tutto infondate e frutto di odio personale. Shahbaz si era impegnato a servire l’umanità povera e sofferente, i cristiani e i bisognosi, e a costruire ponti di solidarietà e amore tra le due religioni, cristiana e musulmana. A giugno dello scorso anno i media ci avevano raccontato di Meriam Hibrahim, la donna sudanese, mamma di due

bimbi, liberata dalla prigione di Khartoum dove era stata rinchiusa per essersi rifiutata di convertirsi all’islam. Ottenuta la grazia e risparmiata dalla condanna a morte, ora vive con il marito negli Stati Uniti. È testimone di «quanti cristiani sono perseguitati o uccisi nel mondo, soprattutto donne. Troppe donne nel mondo rischiano ancora di morire a causa della loro fede. Troppe Meriam non sono abbastanza fortunate come lo sono stata io».

I martiri

Il mondo assiste in silenzio

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Perseguitati per la fede La persecuzione dei cristiani è un fenomeno che sta dilagando. Soprattutto in alcuni Paesi africani dove organizzazioni terroristiche islamiste sono in armi contro i cristiani. È il caso della

Nigeria, sconvolta nel nord dai continui attacchi di Boko haram. D’altra parte, pure altrove – come nel nord della Siria e dell’Iraq – movimenti armati, sempre di ispirazione islamica, si accaniscono contro varie minoranze, ma in primo luogo contro i cristiani, costretti a emigrare per salvarsi.

PAKISTAN Stato dell’Asia meridionale, con capitale Islamabad. Su una superficie di 803.940 kmq, vivono circa 200 milioni di persone. La lingua nazionale è l’urdu, mentre l’inglese è quella ufficiale. Il 97% della popolazione è di religione islamica. I cristiani, 2 milioni e 800mila, rappresentano solo l’1,6% della popolazione

BOKO HARAM È un’organizzazione terroristica islamica, attiva dal 2002, che opera nel nord della Nigeria, Camerun, Niger e Ciad. Fedele al suo nome – deriva da una frase in lingua hausa, che significa “l’istruzione occidentale è proibita” – il gruppo ha come obiettivo l’imposizione della legge islamica con il terrore e la violenza

cristiani alla persecuzione contro i cristiani

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Speciale

San ROMERO d'America

La gioia di una mamma salvadoregna per la prossima beatificazione di Oscar Romero a cura di Pablo Sartori

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aro papa Francesco, oggi tutti noi che siamo qui a San Salvador ci siamo svegliati pieni di emozione alla notizia che tu, finalmente, hai dato il tuo parere positivo al riconoscimento della santità del nostro amato padre, il vescovo Oscar Romero. Per la chiesa “monseñor” – così lo chiamiamo noi qui – sarà “martire e santo”; per il popolo cristiano dell’America Latina lo era già, anche prima di quel tragico 24 marzo 1980, quando venne ammazzato da un killer, mentre celebrava

la messa nella cappella di un ospedale. Per 35 anni abbiamo aspettato questo momento di gioia; per 35 anni tutti noi abbiamo gridato: “Romero està presente”. Perché lo abbiamo sentito amico e compagno di strada durante i 16 anni di guerra civile, finita nel 1996, che è costata la vita a più di 75mila persone. Perché è con noi nella lotta per la pace e la giustizia oggi, quando nel Paese dilagano le “maras”, le bande giovanili finanziate dai narcotrafficanti che seminano violenza e uccidono gli innocenti. PM MARZO 2015

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La buona notizia di Oscar Caro Francesco, io avevo appena 15 anni quando con mia madre ascoltavo alla radio le omelie del vescovo Romero. Grazie a lui ho conosciuto il vangelo di Gesù e ho capito quanto sia importante per noi cristiani credere nel Dio della vita e mettersi al servizio dei più poveri. Le sue parole sono sempre state chiarissime e facili da capire, anche dalla gente semplice come me che non ha studiato. Ti scrivo alcune sue frasi che per me sono state importanti, perché mi hanno fatto capire che per incontrare Dio non bisogna guardare il alto ma attorno a noi. Egli infatti “cammina con noi, a fianco dei piccoli e degli ultimi”... “Una religione fatta di messa domenicale ma di settimane ingiuste non piace al Signore. Una religione di molte preghiere ma con l’ipocrisia nel cuore non è cristiana. Una Chiesa che pensa a sistemarsi e a stare bene, per ottenere soldi e comodità, ma che si dimentica di protestare contro le ingiustizie, non è la vera Chiesa voluta da Gesù Cristo” (4 dicembre 1977)

“Se la Chiesa deve essere dove è Dio, deve essere con i poveri. Oggi è il momento di cercare questo bambino Gesù, ma non nelle belle immagini dei presepi, bensì tra i bambini che non mangiano a sufficienza, che stasera sono andati a letto senza aver cenato. Cerchiamolo tra i ragazzi che vendono i quotidiani e che dormono

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New Mondiario

La Grande È arrivato il nuovo Mondiario per il prossimo anno scolastico

a cura di Antonio Romero

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a Grande Pace. Sì, è questo il titolo nel nuovo Mondiario PM: la Grande Pace e non la Grande Guerra. Partiamo dalle date che segnano due importanti anniversari che cadono nel 2015. La prima è il 24 maggio 2015: 100 anni fa l’Italia entrava in quella che la storia ricor-

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da come la Prima guerra mondiale. Le altre ricorrenze riguardano invece la Seconda guerra mondiale. Esse sono il 27 gennaio e il 25 aprile 2015, date in cui si ricordano, rispettivamente, i 70 anni della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz, e i 70 anni della liberazione dell’Italia dal fascismo e dal nazismo, con la conseguente fine della guerra. Ricordare l’inizio o la fine di una guerra diventa anche l’occasione per pensare e approfondire il tema della pace, la vera e unica strada che l’umanità può percorrere oggi se vuole permettere a tutti gli abitanti del pianeta di vivere una vita in piena libertà e dignità.

Progetto Legal

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l progetto di solidarietà del Mondiario PM 2015-2016 è in favore dei bambini, bambine, ragazzi e adolescenti dei quartieri popolari di Santa Rita, nella regione nordest del Brasile. In un contesto sociale profondamente segnato da situazioni di povertà, violenza e criminalità organizzata, la comunità comboniana locale è impegnata in una coraggiosa azione di legalità e pace, in aiuto alle migliaia di minori “a rischio” della zona. Il progetto, denominato Progetto Legal, è seguito da padre Saverio Paolillo e fratel Francesco D’Aiuto, che assieme ai bambini e adolescenti e ai loro animatori hanno dato vita a tante iniziative quali il Centro di Difesa dei diritti, la Pastorale dei Minori, la Cooperativa dei raccoglitori di rifiuti, il doposcuola gratuito, la ludoteca e i laboratori “creativi” di arte, musica, danza e artigianato. In questi luoghi di “pace e rispetto”, la giovane comunità di Santa Rita tenta di sconfiggere la povertà e la violenza con le sole “armi” nonviolente della legalità, la formazione, la cultura e lo sport. Si tratta di una sfida coraggiosa e appassionante alla quale ciascuno di noi, secondo le proprie possibilità, è chiamato a rispondere.

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