Rischio biologico in Odontoiatria

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Rischio biologico in Odontoiatria Uso dei DPI e dei sistemi barriera

Copyright © 2015 Tecniche Nuove S.p.A. Modulo didattico 1 - RSPP-DDL aggiornamento 2015 Ateco 86 Studi odontoiatrici

QUADERNI dello STUDIO DENTISTICO BALESTRO - 2015 A cura di Dr.ssa Balestro Francesca Dott. Balestro Giuseppe Dr.ssa Peron Carla Perucchi Evelin Dott. Volpato Andrea

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Sommario 1. INTRODUZIONE 2. PREVENZIONE CONTRO LA CONTAMINAZIONE CROCIATA Prevenzione contro il rischio biologico 2.1. Il lavaggio delle mani 2.2. Uso di DPI 2.2.1. Guanti a protezione dell’operatore 2.2.2. Mascherine e protezioni respiratorie 2.2.3. Occhiali protettivi e schermi facciali 2.2.4. Camice 2.2.5 Altri dispositivi di protezione 3. PROTEZIONE CON SISTEMI BARRIERA 4. PREPARAZIONE DELLO STUDIO QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE

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1. INTRODUZIONE Il cavo orale è una barriera fondamentale nella difesa dai microrganismi presenti nell’ambiente esterno. L’organismo infatti, tramite la bocca, è costantemente in contatto con gli agenti microbici presenti nell’aria, nei cibi e nei liquidi. Per questi microrganismi il cavo orale rappresenta un formidabile habitat di sviluppo. Nel cavo orale, inoltre, esistono varie “nicchie ecologiche” che favoriscono la crescita di alcune specie batteriche a discapito di altre. Esempi di “nicchie ecologiche” sono la saliva, la lingua, la gengiva, il solco gengivale e i denti. Alla nascita il cavo orale è sterile​ . Esso viene rapidamente colonizzato da una flora batterica prevalentemente aerobia​ .1 Con la prima dentizione compaiono anche microrganismi anaerobi2: questi, con l’avanzare dell’età, diventano prevalenti. La popolazione microbica del cavo orale è, quindi, composta sia di microrganismi assolutamente innocui che di agenti eziologici3 di patologie4 infettive ben più gravi. Tra i più preoccupanti per la popolazione ricordiamo: ➔ virus Herpes Simplex HSV1 e HSV2 ➔ virus dell’epatite B e C (HBV e HCV) ➔ virus dell’AIDS (HIV) ➔ batteri e virus responsabili delle infezioni delle vie aeree superiori ➔ agenti eziologici di affezioni polmonari virali e batteriche (tubercolosi) Le infezioni sopracitate riconoscono come tipica modalità di trasmissione il contatto diretto con i fluidi e il sangue del soggetto infetto: ​ contatto parenterale​ . Tutte le indagini epidemiologiche, eseguite sia in Europa che negli Stati Uniti, continuano a confermare che il rischio biologico più rilevante resta, ancor oggi, quello relativo all’epatite. Nonostante questo, gli organi di informazione continuano a dare notevole pubblicità e diffusione al pericolo di trasmissione dell’HIV. Il portatore di epatite possiede una concentrazione virale molto elevata tanto nel sangue quanto nella saliva. Il virus è molto resistente sia all’ambiente esterno che ai normali presidi di profilassi igienica. Al contrario, il portatore di HIV, anche nella fase conclamata della malattia, presenta concentrazioni virali elevate solo nel sangue e la saliva non costituisce affatto un veicolo elettivo di infezione. Il virus risulta, inoltre, molto labile, tanto da essere inattivato facilmente dalla semplice esposizione alla luce naturale e all’aria per brevissimo tempo. In odontoiatria esistono quindi dei precisi rischi​ .

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AEROBIO = che vive in presenza di aria ANAEROBIO = che vive in assenza di aria 3 EZIOLOGICO = capace di indurre uno stato di malattia 4 BATTERIO PATOGENO = è un batterio in grado di invadere i tessuti di un organismo umano e di moltiplicarvisi, danneggiando il normale funzionamento dell’organismo ospite con la produzione di sostanze tossiche 2

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2. PREVENZIONE CONTRO LA CONTAMINAZIONE CROCIATA L’ambiente odontoiatrico è un luogo ad alto rischio perché: ➔ vi è un continuo passaggio di persone ➔ non vi sono sistemi di isolamento fra la sala operatoria e l’ambiente esterno ➔ vi è un continuo passaggio fra le varie aree (sala operatoria, segreteria, laboratorio) ➔ vi è una continua produzione di contaminanti ad alto rischio: si lavora in mezzo ai liquidi organici (saliva, sangue, pus) ➔ vi è una grande quantità di materiali, strumenti e oggetti contaminati e che si possono contaminare L’obiettivo della prevenzione è evitare, quanto più possibile, la CONTAMINAZIONE CROCIATA, cioè la trasmissione di una malattia infettiva, tramite contagio diretto e/o indiretto, da un portatore ad un’altra persona.

Prevenzione contro il rischio biologico I liquidi biologici rappresentano una tra le più importanti fonti di infezione. Si rende quindi necessario adottare delle misure precauzionali valide nel contatto con i liquidi biologici, tali da evitare la diffusione di patologie infettive. Queste misure, dette MISURE DI PROTEZIONE GENERALE, sono definite come “le misure idonee da adottare per prevenire l’esposizione parenterale, cutanea e mucosa nei casi in cui si preveda un contatto accidentale con sangue o liquidi biologici”. La contaminazione della Sala Operatoria, degli operatori e dei pazienti avviene in due modi diversi: ➔ RICADUTA: produzione di particelle (0.5-50µm) che restano sospese per 24 ore. Le più piccole (il 95% circa) arrivano fino a livello degli alveoli polmonari ➔ CONTATTO: fra mucose o cute lacerata e liquidi biologici contaminati. La strategia operativa messa in atto per la ​ PREVENZIONE DELL’INFEZIONE CROCIATA si basa su 5 tipi di interventi: 1. lavaggio delle mani 2. uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) 3. protezione con sistemi barriera e massimo utilizzo di materiale monouso e monodose 4. decontaminazione, detersione e disinfezione della zona operativa e dello strumentario 5. corretto uso dell’autoclave e controllo del suo funzionamento In questo modulo parleremo dei primi 3.

2.1. Il lavaggio delle mani Il lavaggio delle mani da parte del personale sanitario rimane sicuramente il metodo di prevenzione più semplice, efficace e fondamentale per prevenire la trasmissione delle infezioni. Si è osservato che un programma di controllo che preveda un rigoroso intervento sul lavaggio delle mani è in grado di prevenire circa il 40% di tutte le infezioni nosocomiali. È possibile distinguere i microrganismi presenti nelle mani in: ➔ flora occasionale o transitoria ➔ flora residente o abituale o profonda La ​ flora transitoria è costituita da microrganismi che provengono dall’ambiente e vengono acquisiti con il contatto. Frequentemente sono patogeni e antibiotico resistenti, di norma sopravvivono per lunghi periodi (fino a 24 ore) e sono facilmente rimovibili con il lavaggio. La ​ flora residente è costituita da microrganismi normalmente presenti sulla cute nelle sue anfrattuosità e nelle ghiandole e dotti sebacei​ . Di solito questi microrganismi sono scarsamente virulenti e solo raramente determinano infezione a meno che non vengano introdotti nell’organismo tramite procedure invasive o in pazienti gravemente compromessi in cui determinano manifestazioni di tipo opportunistico.

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LA MANO PRENDE GERMI ➔ dalla cute del paziente ➔ dalle ferite del paziente ➔ dal pus del paziente ➔ dalle secrezioni del paziente ➔ dal viso del personale sanitario ➔ dal corpo del personale sanitario ➔ dalle mani del personale sanitario ➔ dai vestiti del personale sanitario LA MANO TRASFERISCE GERMI ➔ dalla biancheria sporca ➔ dagli asciugamani umidi ➔ da bacinelle e lavandini ➔ dai bagni LA MANO CONTAMINA ➔ pazienti operati ➔ bambini ➔ malati gravi ➔ malati cronici ➔ anziani ➔ personale sanitario LA MANO INFETTA ➔ le attrezzature sanitarie ➔ biancheria pulita ➔ bagni ➔ piatti e posate ecc … Per la rimozione di questo tipo di flora non è sufficiente il semplice lavaggio, ma va utilizzato un antisettico che arrivi negli anfratti cutanei e riduca la carica microbica cutanea. Come già detto, il lavaggio delle mani rappresenta la più importante misura per ridurre il rischio di trasmissione delle infezioni. Deve essere effettuato accuratamente e immediatamente dopo il contatto con sangue e altri materiali biologici, con attrezzature e oggetti contaminati e tra una prestazione e l’altra su pazienti diversi, anche se sono stati indossati i guanti Lavaggio sociale Sostanza utilizzata ➔ Detergente o sapone comune Tempo di lavaggio ➔ 1 minuto Obiettivo del lavaggio ➔ Allontanare lo sporco e la maggior parte della flora transitoria Tecnica ➔ Inumidire con acqua tiepida mani e polsi ➔ Insaponare palmo, dorso e spazi interdigitali ➔ Sfregare energicamente per 15-30 secondi ➔ Sciacquare con acqua corrente ➔ Asciugare le mani accuratamente con salviette monouso, eliminando ogni traccia di umidità che favorirebbe la crescita di microrganismi ➔ Se non è disponibile il rubinetto a gomito è necessario provvedere alla chiusura della manopola con la salvietta utilizzata per l’asciugatura Indicazioni ➔ Prima di procedure pulite e non invasive (distribuzioni del cibo, farmaci, pressione arteriosa) ➔ All’ingresso nei reparti normali 36016 Thiene (Vicenza) Via M. Corner, 1 - ☏ 0445 380320 - studiobalestro@pec.it - www.studiodentisticobalestro.com 02 set 2015 - SDB - Rischio biologico in Odontoiatria Modulo didattico 1 - RSPP-DDL aggiornamento 2015 - Ateco 86 Studi odontoiatrici - 14/14


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➔ All’inizio e fine del turno di servizio ➔ Dopo l’uso dei servizi igienici ➔ Dopo aver mangiato o fumato ➔ Dopo il rifacimento dei letti ➔ Prima di qualsiasi contatto con pazienti particolarmente a rischio (neonati, immunodepressi) È necessario ➔ Rimuovere monili (anelli, braccialetti, orologi da polso) in quanto raccolgono sporcizia, consentono l’annidamento dei microrganismi e possono lesionare i guanti ➔ Arrotolare le maniche al di sopra del gomito o usare maniche corte per consentire una migliore procedura di lavaggio ed evitare di contaminare o bagnare il camice o la divisa ➔ Tenere le unghie corte e pulite, in quanto il maggior numero di contaminanti si riscontra nell’area subungueale (in particolare, se le unghie sono lunghe, in quanto risultano più difficile da pulire) ➔ Evitare l’uso di smalto e di unghie finte poiché lo smalto per unghie screpolato può favorire la crescita di un numero più elevato di microrganismi sulle unghie Modalità operative ➔ Avvicinarsi al lavandino senza appoggiarsi al bordo per non contaminare la divis ➔ Aprire il rubinetto e regolare temperatura e flusso dell’acqua: l’uso di acqua tiepida favorisce la solubilizzazione dello sporco e l’azione del detergente, risultando anche più confortevole per l’operatore; l’acqua troppo calda (superiore a 40°C) dilata maggiormente i pori della cute, ma può contribuire all’insorgenza di fenomeni irritativi. Bagnare le mani e i polsi: contribuisce a diluire il detergente concentrato, con minor irritazione per la cute. Prelevare la dose di sapone liquido o antisettico dal dispenser (per le quantità fare riferimento alle indicazioni del produttore): usare preferibilmente prodotti liquidi in dispenser (evitare il rabbocco); le saponette solide si contaminano più frequentemente e, se proprio non ci sono alternative al loro uso, devono essere sciacquate dopo l’uso e poste su una griglia drenante. Distribuire uniformemente il prodotto su palmo e dorso di entrambe le mani, strofinando con movimenti morbidi e circolari ogni dito e tra ciascun dito e, infine, il resto delle mani e i polsi; se sotto le unghie si è accumulato dello sporco, rimuoverlo prima sotto l’acqua corrente con bastoncini appositi o con le unghie dell’altra mano. Assicurare un tempo di applicazione/strofinamento di almeno 15 secondi, o secondo le indicazioni del produttore, per permettere al prodotto di svolgere la propria azione detergente e/o antisettica. Risciacquare con cura per evitare che residui di sapone possano irritare la cute e per allontanare sporco e microrganismi portati in sospensione dal lavaggio. Asciugare tamponando mani e polsi con una o più salviette di carta: un’accurata asciugatura effettuata senza strofinare la cute aiuta a prevenire irritazioni e screpolature dovute agli agenti chimici/termici/meccanici; l’uso di asciugamani usa e getta è da preferire a quelli di tela, anche se a rullo, che si contaminano facilmente. Usare la salvietta di carta per chiudere il rubinetto: evita la contaminazione delle mani.

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2.2. Uso di DPI 2.2.1. Guanti a protezione dell’operatore I liquidi biologici e il sangue dei pazienti rappresentano un’importante forma di contaminazione e di rischio di infezione crociata. Il sangue può rimanere annidato sotto le unghie e resistere a tutte le normali tecniche di lavaggio delle mani fino a 4 giorni dal momento dell’imbrattamento. I guanti vanno dunque indossati per ogni attività che, in qualunque modo, preveda un contatto diretto o indiretto con i liquidi biologici del paziente. I ​ guanti chirurgici e da esplorazione devono essere ​ Dispositivi Medici e quindi marcati CE ai sensi del D.Lgs. 46/97 – direttiva 93/42/CEE. In effetti questi guanti assolvono la duplice funzione sia di protezione dell’operatore (DPI – D.Lgs. 475/92 – direttiva 89/686/CEE) che del paziente (Dispositivo Medico – D.Lgs. 46/97 – direttiva 93/42/CEE). L’operatore Sanitario che interagisce con un orificio5 del paziente deve indossare guanti che siano Dispositivi Medici mentre gli altri operatori esposti a rischio biologico ma che non vengono in contatto con orifizi del paziente devono indossare guanti che siano DPI. CHIRURGICI STERILI (PROTEZIONE RISCHIO CHIMICO/BIOLOGICO) Guanti monouso ipoallergenici in puro lattice di gomma naturale, con superficie esterna micro ruvida e sufficientemente lunghi da essere indossati sopra i polsini dei camici. Vanno indossati in tutte le fasi di manipolazione, diretta e indiretta, del sangue o altri materiali biologici. CHIRURGICI NON STERILI (PROTEZIONE RISCHIO CHIMICO/BIOLOGICO) Guanti monouso ipoallergenici in puro lattice di gomma naturale o in vinile o in nitrile con bordo arrotondato, alta resistenza alla rottura, superficie esterna micro ruvida e sufficientemente lunghi in modo da essere sempre indossati sopra i polsini dei camici. Essi vanno indossati in tutte le fasi di manipolazione, diretta ed indiretta, del sangue o di altri materiali biologici. ANTITAGLIO (PROTEZIONE RISCHIO INFORTUNIO) Esistono dei presidi di protezione in fibra para–aramidica al 100% (kevlar) che possono essere utilizzati come sottoguanto durante gli interventi chirurgici a maggior rischio di taglio e/o abrasione e comunque in tutti quei campi lavorativi che presentano un rischio più accentuato. I guanti in kevlar possono essere riutilizzati. Questi guanti sono: elasticizzati al polso, ambidestro, in fibra spectra o in kevlar con garanzia di una buona resistenza al taglio, buona destrezza e sensibilità operativa, sterilizzabile in autoclave a vapore. Ai fini della protezione ANCHE nei confronti di agenti biologici, per esempio quando si debbano manipolare strumenti contaminati (vedi linea di sterilità) il guanto antitaglio andrà abbinato al guanto monouso CATEGORIA III D.Lgs. 475/92. I 3 prodotti più utilizzati sono: ➔ Lattice naturale (da esplorazione o chirurgici = sterili) ➔ Nitrile (da esplorazione) ➔ Vinile È dimostrato6 che i guanti in nitrile e in lattice rappresentano, nei confronti dei liquidi, una barriera efficace molto più significativa di quelli in vinile, quelli in nitrile maggiore anche di quelli in lattice, ma meno efficace del doppio paio di guanti in lattice.7 I guanti non sostituiscono la necessità di lavarsi le mani, in quanto queste si possono contaminare durante la rimozione dei guanti stessi e perché è anche dimostrato che l’integrità della funzione barriera dei guanti è direttamente proporzionale al tempo di utilizzo degli stessi. Durante la chirurgia e l’attività clinica si sviluppano micro-perforazioni che non sono immediatamente riconoscibili dallo staff. Queste micro-perforazioni si moltiplicano dopo 60–90 minuti di lavoro dei guanti stessi: dopo 90 minuti si hanno micro-perforazioni nel 15.4% dei casi, dato che arriva al 23.7% con l’aumentare del tempo di lavoro. Non sono 5

ORIFICIO = termine che in anatomia indica qualsiasi apertura avente funzione di sbocco o di comunicazione con un canale o con una cavità. “In-use barrier integrity of gloves:latex and nitrile superior to vinyl” Rego A, Reley L. Rego Dufresne Laboratories, Mission Viejo, CA, USA. Am J Infect Control 1999 Oct;27(6):542. 7 “Comparison of blood transmission through latex and nitrile glove materials”. Mansouri M. Tidley M, Sanati KA, Roberts C. Departiment of Occupational Health, Princess of Wales Hospital, ABM University Health Board, Bridgend, CF31 1RQ, UK. Occup Med (Lond) 2010 Jan 22. 6

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evidenziate differenze nella percentuale di micro-perforazioni nei guanti del chirurgo, della prima assistente e delle assistenti chirurgiche. La maggioranza delle micro-perforazioni (66.7%) è stata evidenziata nel guanto sulla mano sinistra, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare. A questa evidenza scientifica va aggiunta una ulteriore considerazione: i guanti perforati esercitano un “effetto pistone” con risalita del sangue all’interno del guanto.8,9 Il rischio di micro-perforazioni aumenta considerevolmente se i guanti vengono lavati o peggio ancora sterilizzati. Utilizzando 2 paia di guanti viene considerevolmente ridotto il pericolo di passaggio di sangue o liquidi attraverso micro-perforazioni.10,11 Il principale problema dei guanti in lattice è dato dalla possibilità di determinare reazioni allergiche che, pur trattandosi attualmente di eventi rari, si può ritenere che siano in aumento progressivo sia tra gli operatori sanitari sia tra i pazienti. L’allergia da lattice può essere da contatto con la cute o da inalazione di particelle di lattice. La sintomatologia che ne consegue è molto varia e va dal semplice angioedema locale, alla tosse, all’asma fino alla più grave reazione anafilattica mortale.12 È molto importante registrare sulla cartella del paziente un’eventuale allergia e considerare ogni primo segno di reazione nel personale di studio. Indicazioni generali per l’uso di guanti medicali ➔ Avere le mani pulite per prevenire la trasmissione di infezioni: i guanti non rappresentano una barriera assoluta; in caso di rottura o micro-foratura la flora cutanea (residente e transitoria) presente sulle mani potrebbe contaminare il paziente o gli oggetti (ferri, sonde, cateteri,...) che si stanno manipolando per non contaminare il contenitore da cui i guanti sono prelevati ➔ Tenere le unghie corte per evitare sollecitazioni eccessive sulla punta delle dita dei guanti e conseguenti lesioni ➔ Non indossare anelli e braccialetti in quanto non consentono una buona igiene delle mani e potrebbero lesionare i guanti ➔ Evitare che le maniche della divisa vengano a contatto con i guanti ➔ Se necessaria una protezione per braccia e corpo, usare camici monouso (o riutilizzabili con capacità di barriera) a manica lunga ➔ e, soprattutto … NON STERILIZZARE ! Procedura di utilizzo Indossare i guanti ➔ Indossare sempre guanti nuovi evitandone l’eccessivo stiramento e tirandoli alla base delle dita per calzarli ➔ verificando che non siano troppo stretti o eccessivamente larghi sui polpastrelli o sul palmo della mano Sostituire i guanti ➔ tra diversi tipi di procedure sul paziente se rimangono a lungo a contatto con sangue o altri liquidi organici ➔ in caso di contatto con sostanze chimiche in grado di danneggiarli ➔ con cadenza regolare in caso di intervento chirurgico prolungato (verificare il tempo di permeazione con il fornitore) al massimo ogni ora di lavoro ➔ se c’è un prolungato contatto con sudore o altri liquidi organici ➔ tra un paziente e l’altro ➔ quando presentano lacerazioni, fori, danneggiamenti ➔ dopo il contatto con il paziente ➔ dopo ogni procedura in cui può aver avuto luogo una contaminazione Rimozione ➔ rimuovere un guanto partendo dal polsino ➔ tenerlo nella mano rimasta con il guanto ➔ con la mano libera rimuovere il secondo guanto prendendolo dall’interno 8

“Concentration f bacteria pasing through puncture holes in surgical gloves”. Harnoss JC, Partecke LI, Heidecke CD, Hubner NO, Kramer A, Assadian O. Am J Infect Control. 2009 Oct 10. 9 “Incidence of microperforation for surgical gloves depends on duration of wear” Parteck LI, Goerdt AM, Langner I, Jaeger B, Assadian O, Heidecke CD, Kramer A, Hubner NO. Infect Control Hosp Epidemiol, 2009 May;30(5):409-14 10 “Prospective randomized assessment of single versus double-gloving for general surgical procedures” Na’aya HU, Madziga AH, Eni UE. Niger J Med. 2009 Jan-Mar; 18(1):73-4. 11 “Study of blood contact in simulated surgical needlestick injuries with single or double latex gloving” Wittmann A, Kralj N, KoverJ, Gasthaus K, Hofmann F. Infect Control Hosp Epidemiol. 2009 Jan;30(1):53-6 12 “Natural rubber latex allergy” Deval R, Ramesh V, Prasad GB, Jain AK, Indian J Dermatol Venereol Leprol. 2008 Jul-Aug;74(4):304-10. 36016 Thiene (Vicenza) Via M. Corner, 1 - ☏ 0445 380320 - studiobalestro@pec.it - www.studiodentisticobalestro.com 02 set 2015 - SDB - Rischio biologico in Odontoiatria Modulo didattico 1 - RSPP-DDL aggiornamento 2015 - Ateco 86 Studi odontoiatrici - 14/14


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➔ infilare il primo guanto all’interno del secondo Dopo l’uso ➔ smaltire i guanti nel contenitore dei rifiuti pericolosi ➔ non riutilizzarli e non lavarli ➔ lavarsi le mani

2.2.2. Mascherine e protezioni respiratorie Come già detto, tutte le maschere destinate a proteggere le vie respiratorie ​ di chi le indossa devono recare il marchio CE ai sensi della direttiva 89/686/CEE. Il Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato, considerate le linee guida della Commissione Europea del 17.12.99, ha emanato la ​ circolare 759470 del 22 maggio 2000 per puntualizzare i requisiti che devono possedere le maschere destinate a proteggere le vie respiratorie di chi le indossa. La circolare, oltre a fornire indicazioni agli organismi notificati in virtù della direttiva 89/686/CEE in merito al rilascio della certificazione CE per le maschere respiratorie, precisa che: ➔ tutte le maschere immesse in commercio per svolgere la funzione di protezione delle vie respiratorie devono essere conformi al disposto della direttiva 89/686/CEE sui dispositivi di protezione individuale cui sono assoggettate, e devono recare il marchio CE ➔ le maschere recanti il marchio CE in virtù della direttiva 93/42/CEE sui dispositivi medici, devono recare una chiara avvertenza secondo cui​ non svolgono alcuna funzione di protezione delle vie respiratorie ➔ le maschere di altro tipo, non disciplinate da direttive europee, non possono recare il marchio CE e devono essere accompagnate da una avvertenza che indichi chiaramente che non garantiscono in alcun modo la protezione delle vie respiratorie di chi le indossa. Quando vanno indossate ➔ preparazione dello strumentario ➔ manipolazione di sostanze, materiali e strumentario infetto ➔ attività di sterilizzazione ➔ manipolazione di rifiuti Come vanno indossate ➔ posizionare la maschera sul volto in modo da coprire sia la bocca che il naso ➔ legare i lacci superiori dietro la testa e inferiori dietro la nuca ➔ una volta indossata non va mai abbassata ➔ manipolarla solo tramite i lacci o gli elastici auricolari per mantenerla pulita ➔ rimuoverla slacciando i lacci senza toccare la parte anteriore ➔ una volta utilizzata gettarla nel contenitore per rifiuti speciali ➔ eseguire un accurato lavaggio delle mani Si ricorda, ancora una volta, che le mascherine destinate a proteggere le vie respiratorie di chi le indossa NON SONO quelle chirurgiche !

2.2.3. Occhiali protettivi e schermi facciali È necessario che sui dispositivi di protezione degli occhi e del viso sia presente la marcatura CE come dispositivi per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di ​ categoria II ai sensi del D.Lgs. 475/92 e posseggano una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica ​ UNI-EN 166​ . Gli occhiali protettivi e gli schermi facciali devono essere indossati per l’esecuzione di tutte le procedure che comportano un rischio di esposizione delle mucose orali, nasali e congiuntivali, a sangue o altri fluidi biologici (interventi chirurgici, intubazione, endoscopia, broncoscopia e durante il lavaggio di questi strumenti).

2.2.4. Camice Il camice ha lo scopo di prevenire il contatto diretto di abiti e cute del personale sanitario con sangue e materiale infetto. Quando utilizzarlo? ➔ in caso di contatto con escrezioni e secrezioni da parte di pazienti incontinenti o con infezioni respiratorie ➔ ogni qualvolta si entra nella stanza di un paziente altamente contagioso. 36016 Thiene (Vicenza) Via M. Corner, 1 - ☏ 0445 380320 - studiobalestro@pec.it - www.studiodentisticobalestro.com 02 set 2015 - SDB - Rischio biologico in Odontoiatria Modulo didattico 1 - RSPP-DDL aggiornamento 2015 - Ateco 86 Studi odontoiatrici - 14/14


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Quando utilizzare dei camici particolari ? ➔ in caso di manovre a maggiore rischio di esposizione a spruzzi, schizzi o contatto di grosse quantità di sangue o altri fluidi (interventi chirurgici) utilizzare camici plastificati o comunque fabbricati con materiali non penetrabili da parte di fluidi ➔ per l’accesso ad aree particolari o a pazienti in isolamento è necessario indossare un camice sterile e monouso. N. B. - II camice da lavoro va cambiato spesso (ogni giorno!!). Camice monouso in TNT L’indumento realizzato in TNT deve garantire un’ottima vestibilità e movimenti senza provocare strappi al tessuto. È necessario che sia presente la marcatura CE come dispositivi per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria III ai sensi del D.Lgs. 475/92 e possegga una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica ​ UNI-EN 340, EN 369, EN 467, EN 465 Cat.3 tipo 4​ .

2.2.5 Altri dispositivi di protezione Le norme relative alla protezione degli operatori prevedono l’impiego di vari dispositivi per evitare l’esposizione a schizzi e il contatto con materiali biologici. In aggiunta ai mezzi già elencati, si possono citare: gli occhiali e gli schermi di protezione per occhi e viso, da utilizzare durante le manovre in cui è possibile schizzarsi, stivali di gomma o soprascarpe impermeabili quando vi è il rischio di bagnarsi.

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3. PROTEZIONE CON SISTEMI BARRIERA Facciamo un esempio: quando piove, frapponiamo fra il nostro corpo e la pioggia un impermeabile, in modo tale che l’acqua, non potendo attraversare l’ostacolo rappresentato dalla parte esterna della tela cerata, non possa giungere fino alla nostra pelle. L’impermeabile altro non è che un “sistema barriera”. Nella pratica odontoiatrica la produzione di “pioggia” contaminata è massiccia, continua e non specifica solo di particolari settori (es. chirurgia). I sistemi barriera utilizzati per isolare il campo operatorio ➔ PELLICOLA TRASPARENTE​ e pellicola in alluminio ➔ TNT​ Tessuto Non Tessuto ◆ per protezioni superfici: assorbente (non importante la permeabilità all’aria) ◆ per protezione operatori: non assorbente (importante la permeabilità all’aria) ◆ buona resistenza meccanica (coesione delle fibre e direzione di intreccio) ◆ non dovrebbe avere cuciture, dovrebbe essere antistatico ◆ è ottimale se è drappeggiabile ◆ colore preferito: azzurro o verde ◆ può essere autoclavato (problema del lavaggio dei camici in cotone) ➔ MASCHERINE ORO NASALI​ , calzari, cappellini, camici ◆ BFE (Bacterial Filtration Efficiency): buone se BFE superiore al 90% ◆ ∆P (differenza di pressione interno-esterno): buone se ∆P uguale a 2.8 mmHg ◆ migliori: TNT (associazione di più teli con fibre diverse) ◆ cambiarle ogni ora (l’umidità riduce la capacità filtrante) ➔ GUANTI ◆ politene: NO (si possono utilizzare solo sopra altri guanti, nel caso si debbano toccare oggetti mentre si è in assistenza) ◆ vinile: da usarsi solo in caso di allergia al lattice (vedi oltre) ◆ lattice: per essere buono deve: non influire sulla sensibilità tattile, essere impermeabile a qualsiasi sostanza, resistere alle perforazioni, non avere perforazioni, non avere odore o sapore, non causare allergie, avere costo accettabile, non essere scivoloso ◆ attenzione allo sviluppo di IRRITAZIONI ● Per un eccessivo sviluppo della flora batterica cutanea ● Per alterazioni del ciclo di rinnovo dello strato corneo della cute ◆ attenzione allo sviluppo di ALLERGIE ● A causa della polvere d’amido utilizzata come lubrificante ● A causa degli acceleratori e additivi utilizzati nel processo di vulcanizzazione ➔ OCCHIALI, VISIERE ◆ attenzione: le visiere NON possono essere utilizzate al posto delle mascherine ma devono aggiungersi alla protezione offerta da queste ultime.

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4. PREPARAZIONE DELLO STUDIO Per quello che riguarda questo aspetto occorre: ➔ predisporre gli strumenti necessari prima della seduta clinica su un apposito vassoio in modo da aprire il meno possibile, a lavoro in corso, cassetti ed armadi per non rischiare, così, di contaminare materiale e strumenti che potranno essere necessari per i pazienti successivi ➔ proteggere i vassoi che contengono gli strumenti con teli monouso, da sostituire dopo ogni paziente ➔ rivestire il riunito (braccio di lavoro, maniglie delle lampade, tastiere dei comandi, faretra, lampade fotopolimerizzatrici, senza occluderne però i fori di areazione) con pellicole protettive: questo non esonererà dalla pulizia e disinfezione dopo ogni paziente ma ridurrà la carica inquinante dei microorganismi aumentando il livello di disinfezione finale raggiunto ➔ evitare di toccare con guanti contaminati le varie suppellettili dell’ambulatorio, i cassetti e tutto il loro contenuto, gli strumenti e le apparecchiature puliti, il tubo radiogeno ➔ l’aria soffiata in bocca deve essere decontaminata, utilizzando ad esempio filtri assoluti, e comunque l’aria non deve essere captata dall’ambiente interno ➔ procedere, dopo l’uso su ogni paziente, alla disinfezione ed al passaggio in autoclave dei manipoli degli strumenti rotanti e degli ablatori del tartaro ad ultrasuoni, delle cannule di aspirazione non monouso, di tutti gli strumenti non monouso utilizzati e di quelli di cui si può presumere un eventuale, se pur accidentale, inquinamento ➔ provvedere alla disinfezione delle apparecchiature e dello strumentario non autoclavabili utilizzati durante la seduta (ad es. lampada polimerizzatrice) con idoneo disinfettante ➔ procedere alla detersione e disinfezione delle superfici del riunito odontoiatrico partendo dalle zone meno contaminate (lampada, faretra) per arrivare a quelle più contaminate (sputacchiera e tubi di aspirazione), con idoneo disinfettante dopo la cura di ogni paziente ➔ gli aspirasaliva devono essere decontaminati dopo ogni paziente utilizzando 1 litro di soluzione disinfettante, o altrimenti è possibile adottare accorgimenti equivalenti quali valvole di non ritorno ➔ predisporre il contenitore per la decontaminazione dello strumentario ➔ gettare negli appositi contenitori tutto il materiale monouso utilizzato durante la seduta ➔ predisporre il contenitore per la raccolta dei rifiuti infetti ed il contenitore antiforatura per la raccolta degli strumenti acuminati e/o taglienti (aghi, bisturi, ecc…) Come limitare la contaminazione durante l’intervento 1. Far fare al paziente prima di ogni seduta uno sciacquo della durata di 1 minuto con un collutorio contenente clorexidina allo 0,2%. Vediamo, brevemente, alcune delle principali caratteristiche di questa sostanza. Essa: a. è indicata per l’uso prima e dopo le procedure chirurgiche orali e per le infezioni del cavo orale b. può determinare la comparsa di effetti collaterali: pigmentazione bruna su denti o mucose, restauri in composito, manufatti protesici e lingua; desquamazione della mucosa di rivestimento; alterazione della sensibilità gustativa; lieve tumefazione della parotide; ecc, c. se usata cronicamente può determinare resistenza batterica d. ha elevato potere battericida 2. Utilizzare sempre l’Aspirazione ad Alta Velocità (AVA) 3. Utilizzare, dove possibile la diga di gomma 4. Non toccare niente con i guanti contaminati che non sia protetto da 5. sistemi barriera o sia disinfettabile (es. lampada, seggiolino, cassetto)

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QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE

1.

La flora transitoria è costituita da ❏ Microrganismi frequentemente patogeni ma sensibili agli antibiotici, di norma sopravvivono per lunghi periodi (fino a 24 ore) e sono facilmente rimovibili con il lavaggio ❏ Microrganismi frequentemente patogeni e antibiotico resistenti, di norma sopravvivono per lunghi periodi (fino a 24 ore) e sono facilmente rimovibili con il lavaggio ❏ Microrganismi non patogeni 2. La flora residente è costituita da microrganismi ❏ scarsamente virulenti e facilmente acquisibili dall'esterno ❏ che di nome vengono acquisiti dall'ambiente esterno ❏ normalmente presenti sulla cute nelle sue anfrattuosità e nelle ghiandole e dotti sebacei 3. Sul camicie monouso in TNT è necessario che sia presente ❏ la marcatura CE come dispositivi per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria III ai sensi del D.Lgs. 475/92 e possegga una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 340, EN 369, EN 467, EN 465 Cat.3 tipo 4 ❏ la marcatura CE come dispositivi per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria IV ai sensi del D.Lgs. 498/92 e possegga una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 340, EN 369, EN 467, EN 465 Cat.3 tipo 4 ❏ la marcatura CE come dispositivi per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria III ai sensi del D.Lgs. 498/92 e possegga una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 340, EN 369, EN 467, EN 465 Cat.3 tipo 4 4. Indicare l'affermazione sbagliata riguardo i guanti ❏ I guanti in lattice possono essere sostituiti da guanti in vinile in caso di allergie ❏ i guanti in lattice possono definirsi buoni se non hanno odore ❏ i guanti in lattice possono definirsi buoni anche se sono scivolosi 5. Il batterio patogeno ❏ è in grado di invadere i tessuti di un organismo umano danneggiando il normale funzionamento dell'organismo ospite senza produrre sostanze tossiche ❏ è in grado di invadere i tessuti di un organismo umano ma non è in grado di moltiplicarsi ❏ è in grado di invadere i tessuti di un organismo umano e di moltiplicarvisi, danneggiando il normale funzionamento dell'organismo ospite con la produzione di sostanze tossiche 6. Per limitare la contaminazione durante l'intervento è bene far fare al paziente prima di ogni seduta ❏ uno sciacquo della durata di 2 minuti con un collutorio contenente clorexidina allo 0,5% ❏ uno sciacquo della durata di almeno 5 minuti con un collutorio contenente clorexidina allo 0,2% ❏ uno sciacquo della durata di 1 minuto con un collutorio contenente clorexidina allo 0,2% 7. La mascherina deve essere indossata ❏ in caso di manipolazione di sostanze, materiali e strumentario infetto e rifiuti ma non durante le attività di sterilizzazione e la preparazione dello strumentario ❏ durante le attività di sterilizzazione, la preparazione dello strumentario, ma non in caso di manipolazione di sostanze, materiali e strumentario infetto e rifiuti ❏ durante le attività di sterilizzazione, la preparazione dello strumentario, la manipolazione di sostanze, materiali e strumentario infetto, la manipolazione dei rifiuti 8. È necessario che sugli occhiali protettivi sia presente la marcatura CE come dispositivi ❏ per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria II ai sensi del D.Lgs. 475/92 e posseggano una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 166 ❏ per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria III ai sensi del D.Lgs. 475/92 e posseggano una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 180 ❏ per “protezione da gocce e spruzzi liquidi” di categoria I ai sensi del D.Lgs. 475/92 e posseggano una certificazione che attesti i requisiti prescritti dalla norma tecnica UNI-EN 290

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9.

Il portatore di epatite ❏ possiede una concentrazione virale molto elevata nel sangue e poco elevata nella saliva, per questo in ambito odontoiatrico il virus è poco resistente ai normali presidi di profilassi igienica ❏ possiede una concentrazione virale trascurabile sia nella saliva che nel sangue, per questo i normali presidi di profilassi igienica sono sufficienti ❏ possiede una concentrazione virale molto elevata tanto nel sangue quanto nella saliva. Il virus è molto resistente sia all’ambiente esterno che ai normali presidi di profilassi igienica 10. Le mascherine oro-nasali possono definirsi buone se ❏ BFE superiore al 90% ❏ BFE superiore al 70% ❏ >BFE superiore al 80%

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