Punti di incontro

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PUNTI DI INCONTRO interculturale e interreligioso

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace


Sommario 6

Prologo.

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Presentazione.

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Prima parte: La proposta da Assisi ad Arantzazu. 13 14 14

Introduzione alla prima parte. 1. Impostazione iniziale: tre ipotesi. 2. Fondamentazione della proposta. 2.1. Tre domande. 2.2. Tre risposte. 2.3. Una conclusione. 3. Formulazione della proposta. 4. Applicazione e sviluppo della proposta: quattro apprendimenti basilari. 4.1. L'apprendimento della limitazione della condizione umana. 4.2. L'apprendimento del senso della gratitudine. 4.3. L'apprendimento dell'ascolto della propria coscienza. 4.4. L'apprendimento del significato della dignitĂ umana.

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Seconda parte: 80 preghiere religiose e testi universali perla pace. 23 25 26 28 30 32 34 36 38 42 44 46 48 50 52 52 53 55 56 57 58 59 60 61

Introduzione alla seconda parte. 1. Preghiere religiose per la pace. Budismmo. Induismo. Islamismo. Giainismo. Scintoismo. Sikhismo. Religioni tradizionali africane. Religioni amerindie. Zoroastrismo. Giudaismo. Bahaismo. Cristianesimo. 2. Testi universali per la pace. Pace come esigenza e desiderio. Ragioni per la pace. AssurditĂ della violenza. Pace come processo. ...che comincia dall'interno. Pace e azione. Pace ed etica. Pace e giustizia. Pace e amore.


PUNTI DI INCONTRO

Prólogo «Mi riscopro in fuga da me stesso quando con me stesso mi ritrovo» José Bergamin

Come è difficile affacciarci alla soglia della profondità del nostro essere! Tempo per la riflessione, per la formulazione di risposte proprie anche alle domande realmente essenziali. Tempo, pertanto, per essere noi stessi, per essere liberi, per spogliarci dalle zavorre e dagli ormeggi. Tempo per essere e non solo per stare. Tempo per vivere, coscienti della grandezza ineguagliabile della specie umana, capace della smoderatezza di creare, di immaginare, di reinventare, di anticiparsi. Insieme allo stupore verso l'esistenza, verso il fatto inesorabile di essere vivi, la capacità distintiva di ogni persona: la facoltà di meditare, di svelare, di innovare, di essere creativo, di compiere gesti inattesi, di credere nella speranza. Capacità per cercare e scoprire strade nuove, per inventarle, per diffondere senza sosta, senza mai indietreggiare, semi di futuro capaci di costruire, passo dopo passo, granello dopo granello, l'altro mondo possibile, quello che sogniamo per le generazioni future, assumendo così il nostro impegno supremo. Julián Marías diceva che è molto difficile osservare ciò che abbiamo sempre sotto gli occhi. Dobbiamo imparare a vedere oltre i punti concreti evidenziati dai mass media. Dobbiamo vedere «gli invisibili», per poter trasformare l’impossibilità di oggi in possibilità di domani. Si tratta di configurare un «nuovo sguardo». Un nuovo sguardo verso gli altri, uno sguardo trasparente e lucido. «Maestra, aiutami a guardare!», chiedeva con forza una bambina uruguaiana, mentre scendeva dall'autobus che la conduceva per la prima volta sulla riva del mare. Aiutare a guardare, a saperci guardare a vicenda come passeggeri in viaggio sulla stessa barca, verso la stessa destinazione. Ecco il «nuovo sguardo» di Baketik, di e da Arantzazu, del suo disegno per la pace e per la risoluzione dei conflitti, in cui la forza è sostituita dalla parola. È necessario vivere intensamente ogni istante. È tempo di azione, non di riposo, ma di risveglio. È tempo di saper distinguere l’essenziale dall'accessorio. Consapevoli dell'impellenza del compito, per porre i valori etici al centro stesso del nostro comportamento quotidiano. Dobbiamo essere accorti, sempre all'erta, preavvertiti. Non più spettatori indifferenti, ricettori distratti, bensì attori, fattori mobilizzanti. È questa la differenza fondamentale ispirata da Jonan Fernandez in questo libro «Punti di Incontro» tra culture e credenze. Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

Questo libro di Baketik è uno dei pochi testi – specchio di un autore anch'esso insolito - in cui l'introspezione e la volontà di delineare spazi di convergenza e di dialogo si fonda sull'intrepida esplorazione, innanzi tutto, di sé stessi, dell'inesorabile e fantastica realtà dell'esistenza. E da questa tremula esperienza dell'essere vivi sorgono quattro apprendimenti basilari: l'apprendimento della limitazione della condizione umana (e della sua infinita grandezza); l'apprendimento del senso della gratitudine (e dell'esigenza); l'apprendimento dell'ascolto della propria coscienza (requisito propedeutico per gli altri comportamenti e azioni); e l'apprendimento del significato della dignità umana (concetto basilare, «nucleo duro» di ogni possibile intendimento, comprensione, amicizia). Dopo alcune splendide preghiere religiose per la pace, il libro ci presenta alcuni «testi universali», che concludono con quelli concernenti «pace e amore». È una conclusione obbligata, perché «amore» è la parola chiave, è la luce che illumina i percorsi che ci ostiniamo con tenacia a voler offrire in eredità alle generazioni future: ... «non possiamo indugiare / abbattere / le alte barriere /che ci circondano, / gli sbarramenti / che imprigionano / quel poco che rimane / di amore / sulla terra»... Trovare punti di incontro, di dialogo, dai quali scaturisca gradualmente la possibilità di sostituire la forza con la parola. «Null'altro mi rimane se non la mia voce.. / ma la nostra missione è la parola» ci ricorda Miquel Martí i Pol. «... / Dobbiamo dire l'indicibile / quello che non vuole essere ascoltato / se intendiamo vivere / a testa alta / e guardare negli occhi i nostri figli.» Evitare che la routine prevalga, evitare di cedere, giorno dopo giorno, palmo dopo palmo, gli spazi della nostra diversità, della nostra indipendenza. La condizione umana, creatrice e libera, sul filo delle certezze e incertezze. A Teotihuacan, scrissi: «Nulla so, solo che sono, / solo che sono qui / turbato. / Solo che vedo, penso, e tremo. / Nulla sono, solo so, / perplesso e confuso, / che quando è emerso l'uomo / —coscienza della terra, / e del mare / e del vento e delle nuvole— / l'universo è stato invaso dalla luce, / da creatori»... Ogni attimo del mistero, chissà del miracolo, della vita colto, vissuto: ... «Quando giunga la sera / ti dirò / se ho vissuto il giorno / che volevo / al mio risveglio. / Ti dirò / se ho saputo / non accettare / l’inaccettabile; / se ho saputo / cercare e scoprire / strade nuove / e smettere di percorrere / quelle già tracciate; / se ho saputo dare /, e darmi; / se ho saputo / svelare nuove scorciatoie / verso l'amore»… Sì, tutto è possibile. La capacità di creare è il nostro patrimonio supremo. È la speranza: «Non incatenare nessuno al ceppo del mai» come ha scritto genialmente José Ángel Valente. Le nostre ali, senza zavorre né ormeggi, per un volo all'altezza della dignità umana. Questo prezioso libro ci aiuta ad orientarci nella nebbia, per effettuare un buon decollo. Federico Mayor Zaragoza

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Presentazione del libro

Questo libro è promosso e pubblicato da Baketik, un centro per la pace fondato il 14 ottobre 2006 ad Arantzazu (Oñati, Paese Basco). In questo centro confluiscono due concetti: pace e etica. La sua azione è il risultato di questa fusione. La sua missione consiste, in primo luogo, nell'approfondimento dell'etica come fondamento per la pace e per una risoluzione costruttiva dei conflitti e, in secondo luogo, nella promozione della più ampia divulgazione possibile delle conclusioni di questa elaborazione. Propugnatori di questo progetto sono stati i Francescani del Santuario di Arantzazu, che, per concretarlo, hanno creato la Fondazione Arantzazu Baketik. L'ispirazione francescana, asse portante del progetto, include la determinazione che il carattere del Centro sia laico, aconfessionale, autonomo, pluralista e aperto tanto a laici come a credenti di distinte confessioni. Per delega dei francescani, il Centro per la pace opera sotto la supervisione di un Consiglio Rettore, espressione delle distinte sensibilità che convivono nella società basca. Conta, inoltre, un Comitato di Consulenza composto da Federico Mayor Zaragoza, Miguel Herrero y Rodríguez de Miñón, José Saramago, Iñaki Gabilondo, Daniel Innerarity, Victoria Camps, Jose Antonio Marina, Matteo Zuppi e Massimo Reschiglian. Baketik è ubicato ad Arantzazu, sullo sfondo di uno straordinario scenario naturalistico incastonato nel comune di Oñati, in Guipùzcoa, un Santuario in cui la presenza francescana risale ad oltre 500 anni fa. Oltre al suo profondo significato religioso e all'immensa bellezza del suo intorno, il luogo rappresenta un punto di riferimento importante nel contesto della società basca per diversi motivi. Tra gli altri, perché offre rifugio e sostegno al suo desiderio di pace, per l'impegno riposto nell'attenzione verso la lingua basca, perché è la soglia di emblematiche scalate, per il suo vincolo con il mondo dell'arte e della cultura e perché ha ospitato poeti, musicisti e pittori. Per esempio, 50 anni fa, artisti quali Saénz de Oiza, Laorga, Oteiza, Chillida, Basterretxea, Eulate, Lucio Muñoz o Xabier Egaña parteciparono alla costruzione o alla progettazione di diversi elementi della nuova Basilica. 8


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È questo il contesto che permea il Centro per la pace Baketik. In particolare, a Gandiaga Topagunea, proprio accanto alla Basilica, è stato concepito un edificio recente e moderno destinato a rappresentare uno spazio di incontro e di dialogo. L'idea di questo libro nasce in questo contesto, in cui confluiscono, intrecciandosi, la spiritualità francescana, l’aspirazione alla pace, i principi etici, un ambiente di creazione artistica e culturale e l'impatto assoluto di una natura impressionante. Arantzazu si delinea e si proietta verso il futuro come luogo di incontro e di accoglienza per quanti abbiano intrapreso una ricerca oltre i confini o nelle profondità del proprio essere. Per quanti ricercano nella spiritualità, nella natura, nell'arte, nella cultura, nella solidarietà, nella pace... In questo humus germina un'intuizione e comincia la gestazione di questo libro. Un processo che, una volta avviato, assume vita propria, orientando il proprio cammino verso destinazioni impreviste, che ridelineano i contorni del progetto iniziale. L'intuizione del primo momento è quella di pubblicare e diffondere un libro che ci aiuti ad approfondire la nostra comprensione del mondo e della sua complessità attraverso la sublimazione della pace e della dignità umana sviluppata da distinte culture e religioni. Viviamo in un mondo nel quale, a livello sia locale che planetario, è in gioco la convivenza con l’«Altro». Questo incontro con il diverso non si vive solo negli aeroporti, nei viaggi o nella politica internazionale. Si vive anche tra vicini, nella scuola, nel lavoro, per strada o nell'ambito della famiglia. In tutto il mondo ci dibattiamo tra lo «scontro» e l’«alleanza» tra le civiltà. Nel nostro quartiere incontriamo persone con differenti culture, identità, religioni e abitudini. In un contesto globale, ma anche locale, è in gioco la convivenza, il rispetto verso la diversità, i diritti umani e la pace. La mancanza di conoscenza, i pregiudizi, l'ignoranza e la distanza verso quelli che consideriamo gli «altri», rappresentano spesso gli ostacoli da sormontare. E grazie alla conoscenza, all'avvicinamento, all'apertura e al rispetto verso gli «altri» si può abbattere tale ostacolo. Un cammino per l’accoglienza della diversità e la comprensione dell'«Altro» può essere aperto conoscendo quanto ogni religione e ogni cultura ha sognato, desiderato, implorato e lottato per la pace, sin dal profondo della sua identità. Conoscerne le tracce scritte in poemi, discorsi e preghiere delle distinte culture e religioni. Confermare, attraverso queste testimonianze, quanto siamo simili, nonostante le differenze. Favorire, partendo dal vissuto, l'ascolto e l'empatia verso coloro che non sono come noi. Vederci e sentirci, in definitiva, simili. Ed è così, con questa intuizione e con queste riflessioni, che inizia il viaggio di questo progetto. Con l’obiettivo iniziale di pubblicare un libro in diverse lingue che raccolga testi e preghiere interreligiose e interculturali per la pace, con una vasta distribuzione locale, auspicando che possa essere presentato e conosciuto anche in ambito internazionale. 9


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Da un'idea scaturisce un'altra, l’elaborazione del progetto ha coinciso con un processo di sviluppo di Baketik e del Santuario di Arantzazu. Stiamo lavorando intorno alla necessità di individuare riferimenti per identificare un punto di incontro tra credenti, non credenti in Dio e credenti di diverse religioni, capace di rispettare tutte le identità. Stiamo riflettendo in questa direzione e ci muoviamo con l'intuizione che, grazie alla bussola dell'etica, possiamo avvicinarci a questo punto di incontro. In diversi momenti della sua storia Arantzazu ha rappresentato un punto di riferimento per la speranza, la pace o la rinascita culturale. Oggi, all'inizio del secolo XXI, il Santuario si interroga su quale sia il contributo specifico che Arantuzazu può apportare al mondo che lo circonda. La risposta a questa domanda si sostanzia nella sintesi di due concetti: etica e Assisi. Solidi come le fondamenta del Santuario, tutti i valori di Arantzazu possono riassumersi in un'idea, etica: la risposta della coscienza alle esigenze prospettate dal rispetto della dignità umana, la supremazia della persona, l’impegno per la centralità della dignità dell'uomo, principale progetto dell'essere umano. La comprensione profonda del suo senso più elevato, della sua sublimazione, configura l'etica come una spiritualità pre-religiosa e pre-ideologica, una piattaforma capace di rispettare e accogliere l’opzione, la credenza, la religione e il cammino di ogni persona e di ogni cultura. Arantzazu si vincola ad Assisi in un incontro fisico e simbolico con la città e ciò che rappresenta. Oltre ad essere la culla di San Francesco e il centro di riferimento francescano, dal 1986 questa città si è proiettata anche come la capitale mondiale del dialogo interreligioso. Rappresenta, in questo senso, un importantissima evoluzione interreligiosa. Assisi apre il dialogo. Il seguente passo è che il dialogo possa identificare punti di incontro solidi. Da Arantzazu e da Baketik desideriamo rinvigorire il dialogo interreligioso iniziato ad Assisi con questa intuizione: promuovere l'etica come una spiritualità laica e interreligiosa, come un punto di incontro per vivere e convivere in società diverse e formate da diversi. Ci troviamo immersi nel processo di ricerca intorno a questa ipotesi di lavoro. Nel corso del processo, abbiamo potuto rilevare progressi che desideriamo condividere e mettere in comune. È così che l'intuizione iniziale di pubblicare un libro di preghiere interreligiose e interculturali per la pace si intesse con questa seconda intuizione, che ci spinge ad una ricerca di quanto di più profondo e sublime possa sviluppare l'etica per cercare nessi di convivenza nella diversità. Insieme riformulano l'idea di questo progetto. Questo libro è la confluenza di entrambe le intuizioni, che si integrano e potenziano. Pertanto, la sua struttura si compone di due parti: la prima 10


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contiene una proposta per avvicinarci ad un punto di incontro interreligioso e interculturale, la seconda comprende un insieme di poemi e preghiere per la pace di differenti religioni e culture. La loro somma ci consente di affrontare uno stesso tema da due prospettive complementari: la prima, più riflessiva e intellettuale, la seconda, più percettiva ed emozionale. Il risultato è una sinergia che ci offre l'occasione di avvicinarci agli «Altri» con la mente e con il cuore, attraverso un'esperienza di empatia. Empatia per comprendere come, nel corso della storia, diverse culture hanno trascritto le aspirazioni più profonde dell'essere umano. Ed empatia per comprendere come possiamo condividerle eticamente nel presente e nel futuro. Il risultato finale è questo volume: «Punti di incontro interculturale e interreligioso». Si rivolge a tre destinatari principali. In primo luogo, a tutti i cittadini o le cittadine di qualsiasi luogo e cultura. È rivolto a tutti coloro che si sentono coinvolti in queste tematiche. Intende promuovere la riflessione e, se ne fosse il caso, l'azione per vivere e convivere meglio. In secondo luogo, va diretto al mondo dell'educazione, sia agli educatori, sia gli alunni e le loro famiglie. La prima parte del libro suggerisce di quattro apprendimenti basilari che possono essere utili per aiutare i professori e le famiglie ad affrontare i conflitti della convivenza e la formazione personale, abbracciando prospettive ampie e nuovi orizzonti. In terzo luogo, il libro è rivolto agli agenti istituzionali, politici, accademici e sociali le cui competenze e responsabilità possono essere vincolate alla sfida dell'avvicinamento ad un'alleanza delle civiltà a livello locale o globale. Si propone di suscitare la speranza concreta che sia possibile trovare un punto di incontro elementare tra civiltà, culture e religioni, nel mondo, ma anche tra i vicini.

Baketik

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Prima parte: LA PROPOSTA DA ASSISI AD ARANTZAZU

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INTRODUZIONE ALLA PRIMA PARTE La proposta di un punto di incontro per credenti, non credenti in Dio, credenti di diverse religioni e persone e gruppi di diverse identità ideologiche, culturali o nazionali, prende il nome di «Da Assisi ad Arantzazu». Tale proposta si presenta in maniera sintetica. Un altro libro la descrive in modo più ampio e particolareggiato. È il frutto di una riflessione personale dell'autore e dell'esperienza di Baketik ad Arantzazu. Si presenta, forse, con una certa audacia, ma con umiltà e serenità. Audace è certamente l’intenzione di volerci avvicinare ad un punto di incontro nella differenza. Eppure questa audacia è compensata dalla consapevolezza delle limitazioni. Siamo coscienti dell'irraggiungibilità della meta, una meta impossibile alla luce della condizione umana, imperfetta, incompiuta e sempre in cammino. La pretesa è audace, l'intenzione è umile, l'atteggiamento sereno. Non aspiriamo a scoprire nulla, solo a condividere un'idea imperfetta e limitata che dovrà essere, come minimo, migliorata e corretta e che, nel migliore dei casi, possa, chissà, far scaturire altre idee capaci di avvicinarci un po' di più all'ideale di una migliore comprensione dell'umanità. Il percorso vitale dell'autore di questa proposta si è sviluppato nell'area di confine in cui si incontrano credenti e non credenti, a volte da un lato, a volte dall'altro della frontiera. Uno dei suoi impegni personali è stato sempre quello di identificare linguaggi e codici che entrambi i versanti potessero comprendere e condividere. E questa proposta è saldamente vincolata a questa intenzione. La proposta formulata rinuncia a pretese di rigore accademico o filosofico, è un suggerimento che si impernia sul vissuto, sull'osservazione e sull'analisi della propria esperienza vitale. Il suo stile, pertanto, è quello di chi suggerisce, non di chi giudica.

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1. Impostazione iniziale: tre ipotesi Il dialogo interreligioso e interculturale ha compiuto importanti passi in avanti dagli incontri di Assisi, dal Parlamento delle religioni, fino ad arrivare alla formulazione del concetto dell'Alleanza delle Civiltà. Tuttavia, la sfida di identificare un codice etico universale in grado di costituire una piattaforma per la comprensione tra le diverse civiltà, religioni, culture e ideologie presenti nel pianeta, non ha dato ancora i frutti sperati. Non siamo stati capaci di delineare un punto di incontro di base. Sullo sfondo di questa realtà e con l'obiettivo di favorire un maggior avvicinamento a questo punto di incontro, formulo la proposta «Da Assisi ad Arantzazu», articolata su tre ipotesi iniziali. ·Prima ipotesi: nuovo punto di partenza La prima ipotesi è che, il punto di partenza o la strategia più adeguata per configurare questo ambito comune e condiviso non sorga, possibilmente, dalla ricerca immediata di un'etica normativa. È possibile che non si sia ancora preparati per accoglierla e che sia necessario avviare il processo da un punto di partenza più aperto e meno intricato, è persino possibile che non si riesca mai a definirla perché, chissà, la diversità del genere umano e la sua condizione limitata rendano impossibile la condivisione un'etica normativa. ·Seconda ipotesi: condividere apprendimenti Tuttavia, ciò non comporta l’impossibilità di identificare un punto di incontro efficace per l’articolazione di una convivenza pacifica in un mondo plurale, con società diverse e formate da diversi. La seconda ipotesi è che, chissà, invece di cercare di condividere un codice normativo, dobbiamo condividere, per il momento e come primo passo, un insieme di apprendimenti di base che consentano di vivere e convivere meglio. Metterci d’accordo per stimolare e promuovere un ventaglio di pedagogie stimolate e promosse da ogni civiltà, ogni religione e ogni cultura, in funzione della propria intrinseca comprensione del mondo. ·Terza ipotesi: quattro apprendimenti basilari La terza ipotesi è che queste pedagogie condivise possono sintetizzarsi in quattro apprendimenti basilari: l'apprendimento della limitazione della condizione umana, l’apprendimento del senso della gratitudine, l’apprendimento dell'ascolto della coscienza e l’apprendimento del significato della dignità umana. Si tratta di apprendimenti fondati su basi solide, con possibilità di sviluppo aperte alla fiducia nelle qualità migliori dell'essere umano, in qualsiasi angolo del pianeta.

2. Fondamentazione della proposta Le tre ipotesi congetturate prefigurano la proposta che si esporrà in seguito. È, tuttavia, necessario che sia preceduta da un percorso propedeutico di riflessione, che ci condurrà fino alla sua formulazione. Questo percorso consta di tre domande, tre risposte e una conclusione, che, insieme, ne costituiscono la fondamentazione

2.1. Tre domande Tendo a ritenere che il disorientamento esistenziale del nostro tempo e le difficoltà per vi14


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vere e convivere in società diverse e di diversi sono direttamente vincolate all'estromissione di tre domande basilari: ·Prima domanda: l’essere umano vive nel mondo per ripiegarsi su se stesso, circondato da ciò che controlla o per aprirsi a ciò che lo supera e lo trascende? Dobbiamo vivere la nostra vita rinchiusi o aperti. Rinchiusi in noi stessi o aperti all'altro, agli altri, a quanto sia «altro» da sé... È una scelta cruciale che coinvolge l'orientamento della nostra esistenza e si intreccia con quanto può aiutarci a comprendere il legame che ci unisce, pur nella differenza. È determinante per identificare le prospettive in base alle quali mettiamo a fuoco la nostra vita. ·Seconda domanda: la spiritualità è una capacità propria di tutti gli esseri umani o è limitata a quelli che professano una religione? Può una persona non religiosa comprendere e sviluppare tutto il suo potenziale umano senza aprirsi alla propria dimensione spirituale? E d'altra parte, le persone che professano una religione sono realmente aperte alla spiritualità? Se la dimensione spirituale, oltre ad essere fondamentale, può aiutarci a comprendere gli elementi più specificamente e originariamente umani, ci imbattiamo in un grave problema, perché oggi questa realtà è stata sradicata ed è circondata di pregiudizi. ·Terza domanda: cos’è l'etica e cosa significa nella pratica, rappresenta o no il valore primario che guida la vita? Baketik definisce l'etica come lo sforzo della coscienza per rispondere alle esigenze prospettate dal rispetto della dignità umana. Potremmo dire che è l'espressione più elevata (spirituale) di considerazione verso il prossimo (di apertura all'altro). È la chiave per la convivenza. Il problema suscitato da questa questione è duplice. Da una parte, ci si chiede se l'etica è presente o assente nella nostra realtà quotidiana. Dall'altra, e nel caso in cui sia presente, se il ruolo che riveste è nodale o accessorio. Vale a dire, se è in grado di condizionare le nostre decisioni o se svolge una funzione puramente «decorativa».

2.2. Tre risposte Può sembrare, forse, che tali domande non sottintendano, in principio, una relazione diretta con la ricerca di un punto di incontro interreligioso, interculturale e interideologico. Può sembrarlo perché il vincolo di unione non è superficiale, bensì profondo. Le risposte a queste tre domande ci aiuteranno a definire il nesso intrinseco che le collega alla proposta che formuliamo e al suo obiettivo. ·Rinchiusi o dischiusi La mia convinzione è che l'essere umano non vive nel mondo per ripiegarsi su sé stesso, circondato solo da ciò che controlla, ma per aprirsi a quanto lo supera e lo trascende. L'essere umano vive per ricercare la felicità e il senso della propria esistenza, non rinserrandosi in sé stesso, ma superandosi, vivendo in costante ricerca, in rapporto e in contatto con l'altro, con gli altri, con quanto sia «altro» da sé. In questo gioco di parole, «l'altro» rappresenta le persone con le quali conviviamo, che ci sono vicine, «gli altri» sono gli esseri umani diversi da noi per qualsiasi motivo e «quanto sia altro da sé» si riferisce ai misteri che ci circondano, ai quali non sappiamo trovare una spiegazione definitiva: la vita, l'amore, l’essere umano, la morte, l'universo...

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Siamo esseri irrimediabilmente limitati, incompiuti, imperfetti e il senso dell'esistenza và ricercato ben oltre noi stessi. Ripiegati all'interno di quello che controlliamo e conosciamo, ci imbattiamo incessantemente nella nostra limitazione e disorientamento esistenziale. L'osservazione dei nostri percorsi e di quelli di chi ci circonda o ci ha preceduto apporta un altro contributo a conforto di questa tesi. Trascorriamo la vita ricercando in direzioni a volte sensate, a volte assurde o bizzarre, la pienezza che non possediamo, né possiamo possedere. Ci ribelliamo contro le nostre limitazioni, nel tentativo di ignorarle o di aggirarle. Nascosta dietro la ricerca del denaro, della sicurezza, del potere, del protagonismo o di qualsiasi causa, persino della lotta per un mondo più giusto, si trova spesso la tensione disperata verso una pienezza irraggiungibile, la nostalgia di un paradiso che trascende l’umano. Un paradiso che non rientra nei limiti di ciò che, da soli, possiamo controllare. Il rapporto con quanto esiste oltre noi stessi costituisce la nostra essenza ed è in questo rapporto che l'esistenza comincia ad orientarsi e a intravedere il proprio senso. In questo rapporto, al di là di ogni differenza, possiamo cominciare a riconoscerci come simili, che condividono la stessa condizione limitata e la stessa capacità di aprirsi a quanto ci supera e trascende. Tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, dal colore, dal sesso, dalla religione o dalla condizione, sono uniti da questo duplice legame, intessuto di limitazione e trascendenza. ·Seconda risposta: presenza o assenza di capacità di spiritualità La nostra apertura a ciò che ci trascende ci mette in contatto con la nostra capacità di spiritualità, valore costitutivo proprio degli esseri umani. La spiritualità, secondo la mia esperienza, è capacità di accogliere (ricettività) per prendere coscienza, entrare in contatto e stabilire un rapporto (sviluppare un processo) con le realtà che dinamizzano la vita, in un senso più profondo e immateriale. Queste realtà possono essere legate alla fede e a tutto ciò che questa comporta, si tratterebbe, in tal caso, di una spiritualità religiosa, e possono essere legate, sul piano religioso, ma anche non religioso, ad esempio, all'amore per la vita, alla solidarietà verso gli altri, all'incondizionalità nell'amare, alla serenità nei confronti della morte, alla generosità, alla speranza, alla capacità di perdono o di riconciliazione, alla prodigalità etica, all'identificazione con la natura, alla sensibilità per l'arte, alla creatività... La spiritualità assumerebbe, in questa ottica, il significato di ricettività e di processo relazionale con tutte queste realtà. Ciò implica che non è sufficiente, ad esempio, sapere che l'amore è il motore del mondo e della vita. Oltre a saperlo, è necessario sviluppare la propria ricettività e intraprendere un processo relazionale in grado di interagire con tale realtà. Un processo relazionale che può comportare approfondimento, sublimazione, interiorizzazione, azione, gratitudine o semplicemente ascolto, osservazione o contemplazione. La rimozione della dimensione spirituale dell'essere umano genera un vuoto che richiede di essere, in qualche modo, colmato. Normalmente, il riempimento di questo vuoto avviene mediante la creazione di «assoluti» sostitutivi. Potremmo sintetizzarli in due categorie: gli assoluti dell'individualismo (sicurezza, denaro, protagonismo, possessione, controllo, famiglia, status, immagine propria, etc.), interamente incentrati sull'«io e i miei», e gli assoluti ideologici (cause politiche, religiose, sociali, quotidiane o di qualsiasi altro tipo), che si focalizzano su un principio in grado di produrre sicurezza. Ritengo che lo spiegamento del potenziale umano di ogni individuo richieda lo sviluppo della sua capacità spirituale, senza l’appoggio di falsi assoluti e indipendentemente dalla religione professata o dalla scelta di non professarne alcuna. Tale innalzamento dalla te16


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rrenalità e dalla materialità rende possibile la comprensione dell'altro, superando la dimensione dei gesti o delle parvenze grazie all'approfondimento. La dimensione spirituale dell'essere umano consente di guardare e di vedere il «diverso» non come strumento, bensì come finalità a sé stante, unica e irripetibile, soggetto di diritti, dignità e rispetto. ·Terza risposta: l'etica come elemento primario o secondario L'etica è, a mio giudizio, l’elemento primario, non può essere secondario né condizionato dalle situazioni contingenti. L’essenziale non è il denaro, né il possesso, né il potere, né la sicurezza, né la propria immagine, né il protagonismo, né l'ideologia, né le cause sociali o politiche che si difendono. L’essenziale è darsi, rispondere alle esigenze prospettate dal rispetto della dignità umana. Questa visione non sottovaluta l’importanza del denaro, della sicurezza, della nostra ideologia o delle nostre posizioni politiche o di altro tipo, semplicemente la ridimensiona. Se l’essenziale è il denaro o un'idea politica tenderemo a rivestirla di un valore assoluto. Assumerà un’importanza tale da spingerci a adottare la logica de «il fine giustifica i mezzi». Tutto può essere ammesso purché ci consenta di ottenere ciò che per noi è essenziale. Ed è questo il punto di origine di buona parte dei conflitti devastanti che sovvertono i vincoli di convivenza. L'etica non è solo l’essenziale, è anche il principale progetto dell'essere umano, la cui definizione si impernia su due tratti distintivi fondamentali: la capacità di amare e quella di discernere tra il bene e il male. L'etica non è altro che il processo capace di sviluppare queste due capacità. L'etica è l’impegno per plasmare la condotta umana nella direzione del bene. Il fondamento dell'etica e della dignità dell'uomo risiede nell'amore verso il prossimo, infatti, a che serve la capacità di distinguere il bene dal male se non a evitare di recare danno l'altro, se non a essere giusto con lui /lei? L'amore è stato definito nel secolo passato dal filosofo francese Nédoncelle come «la volontà di promozione dell'altro in quanto altro» Ed è il rispetto della dignità dell'altro, questa volontà di promozione dell'altro in quanto tale, la vera giustificazione dell'etica. In definitiva, possiamo affermare che la prima capacità dell'essere umano è la capacità di amare e che per poterla sviluppare abbiamo bisogno di una seconda capacità, quella di distinguere il bene dal male, cioè la capacità etica. La mia percezione mi spinge a pensare che siamo in grado di discernere tra il bene e il male —possediamo un senso etico— per poter amare, capacità caratterizzante che ci costituisce come esseri umani. La nostra facoltà di amare e di distinguere il bene dal male descrive più di ogni altra la vocazione al rapportarsi, all'aprirsi e all'incontrarsi con l'altro, fondamento costitutivo dell'essere umano al di là di ogni differenza di origine o identità. Il paradosso dell'etica è che ci induce a vivere esperienze di incondizionalità e a comprendere la realtà trascendente dell'essere umano.

2.3. Una conclusione Il percorso che abbiamo sviluppato nel paragrafo precedente, attraverso tre domande e tre risposte sfocia nella seguente conclusione, sulla quale si fonda la nostra proposta. Etica e spiritualità rappresentano due capacità universali insite in ogni essere umano, il cui sviluppo congiunto come principio vitale può condurre ad importanti progressi nella vita e nella convivenza tra gli individui e tra le collettività: 17


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·Per vivere meglio Etica e spiritualità insieme possono aiutare ad identificare un orientamento personale e vitale nel contesto del disorientamento esistenziale che caratterizza i nostri tempi. Non si tratta, ovviamente, di una formula magica, né di un percorso scritto o descritto. Si tratta di meri riferimenti orientativi, perché, naturalmente, a ogni persona spetta il compito di sviluppare il proprio cammino. ·Per convivere meglio La commistione tra etica e spiritualità può aiutarci a convivere meglio in un mondo complesso e pluralista. Persone di diverse origini, identità o culture possono condividere alcune premesse fondamentali per un mutuo rispetto e comprensione, senza ledere, anzi potenziando, la nostra fede, le nostre convinzioni, credenze, tradizioni o identità individuali. ·Per educare meglio Etica e spiritualità delineano un punto di partenza educativo in grado di consentire una riflessione riorientativa sull'educazione, con vocazione universale, capace di creare nuove basi per gerarchizzare, ordinare e semplificare la dispersione e la molteplicità dei principi, dei valori, delle abilità e dei risultati che la scuola pretende di promuovere per la formazione della persona. Affinché questa proposta sia utile per vivere, convivere ed educare meglio, l'etica della dignità umana deve essere sublimata spiritualmente, compresa profondamente nel suo senso più elevato come principale progetto dell'essere umano. In altre parole, deve essere vissuta a partire dalla nostra capacità di spiritualità. Nel corso della storia, la guerra si è rifugiata in una sublimazione etica ed estetica della propria «nobiltà». La pace richiede una sublimazione etica e spirituale capace di dispiegare una forza simile a quella che ha sostenuto, per secoli, l'idea della «nobiltà della guerra».

3. Formulazione della proposta Sulla base delle riflessioni sviluppate, la Proposta da Assisi ad Arantzazu si articola in cinque punti: 1. La base L'etica può rappresentare la spiritualità condivisa del nostro tempo, una spiritualità pre-religiosa e pre-ideologica, un'etica laica e interreligiosa capace di rendere possibile un accordo e una comprensione sociale umanistica e universale a beneficio della persona e della convivenza, sia in ambito locale sia in ambito internazionale. 2. L'alveo La proposta non può essere trasmessa o condivisa sulla base di un codice normativo, bensì mediante un insieme di premesse per l’educazione della persona che richiedono, in ogni civiltà, religione o cultura, un processo di sperimentazione, e, insieme, libertà di sviluppo e fiducia nelle qualità migliori dell'essere umano. 3. Il contenuto Le premesse per l’educazione della persona si accorpano in quattro apprendimenti basilari: l'apprendimento della limitazione della condizione umana, l’apprendimento del

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senso della gratitudine, l’apprendimento dell'ascolto della coscienza e l’apprendimento del significato della dignità umana. 4. L'accordo Questa proposta suggerisce di preparare e di promuovere un accordo interreligioso e interculturale per sviluppare questi apprendimenti in libertà, con la consapevolezza che non possono essere considerati una meta o progetto compiuto bensì, nel migliore dei casi, il gradino che precede il successivo gradino. 5. L'obiettivo La ricerca di punti di incontro affronta, abitualmente, il rischio di puntare al consenso etico, senza prendere in considerazione l'identità. Ma non vi è un incontro reale se non si preservano le rispettive specificità. L'etica non è solo consenso, è anche percezione di realtà uniche ed eterogenee. La volontà e l'obiettivo della proposta è promuovere ciò che, nel pieno rispetto e tutela delle diverse identità, può unirle.

4. Applicazione e sviluppo della proposta: quattro apprendimenti basilari Da questi quattro apprendimenti, che applicano e sviluppano la proposta, possono emanare due grandi potenzialità: risvegliare nell'individuo la conoscenza vitale di quanto possiede di più specificamente e, al contempo, universalmente umano e, su tale base, intessere una rete di comprensione, rispetto e accettazione mutua tra identità diverse. Ma, forse, ancora più cruciale, è non stabilire formule di comportamento univoche o codici normativi da interiorizzare mimeticamente o ai quali tutti debbano aderire senza alcuna distinzione. Gli apprendimenti identificano la roccia, il fondamento solido sul quale instaurare la costruzione dell'uomo, dell'individuo, della società e dell'educazione, operando con libertà e fiducia verso ogni persona, verso ogni cultura e religione nel momento di tracciare e sviluppare il proprio percorso.

4.1. L'apprendimento della limitazione della condizione umana Tutti gli esseri umani sono transitori, limitati, incompiuti e non sanno né possono raggiungere tutte le mete. La coscienza dei propri limiti è una premessa imprescindibile dell'etica. Senza la coscienza della nostra imperfezione è impossibile comprendere l’«altro». La mia stessa realtà si trasforma in una piattaforma attraverso la quale posso accedere al significato più profondo della solidarietà o della dignità umana. Senza l'umiltà che sorge dalla propria limitazione, l'empatia, l'amore o la generosità sono mere espressioni di superbia o di superiorità. L'umiltà che sorge dalla propria limitazione è requisito imprescindibile per l'empatia con l'«altro» richiesta dall'etica. È questo il punto di incontro. La coscienza della limitazione è, inoltre, premessa essenziale per lo sviluppo della nostra capacità di spiritualità. Essere consapevoli dei nostri limiti ci apre a ciò che ci trascende. Essere consapevoli della nostra imperfezione ci permette di affidarci alle realtà capaci di dinamizzare la vita, nel senso più profondo e immateriale. Nuovamente, l'umiltà che sorge dalla limitazione si erige a piattaforma imprescindibile. Chi si considera autosufficiente e perfetto, chi crede di controllare e di poter controllare tutto, non solo non avverte la necessità di aprirsi a ciò che lo trascende, ma né sa, né può farlo. L'apprendimento

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della limitazione della condizione umana è, in definitiva, principio di realtà imprescindibile per comprendere il senso profondo dell'etica, della spiritualità e della sinergia che intercorre tra entrambe.

4.2. L'apprendimento del senso della gratitudine Riferendoci all'etica abbiamo sottolineato che comporta due conseguenze: sviluppare la nostra capacità di amare e quella di discernere il bene dal male. Per quanto concerne la prima, la gratitudine è una manifestazione fondamentale della nostra capacità di amare perché apre il nostro cuore «all'altro» e a quanto sia «altro da sé». Per quanto concerne la seconda, essere grati è riconoscere ciò che è meritevole di essere ritenuto buono. Implica, pertanto, porre l’accento sul bene. L'etica è lo sforzo della coscienza per rispondere alle esigenze prospettate dal rispetto della dignità umana. Non possiamo avvicinarci alla comprensione della dignità dell'uomo senza la volontà di identificare in quanto ci circonda e in quanti ci circondano le caratteristiche migliori della condizione umana e delle sue creazioni. Per tutti questi motivi il senso della gratitudine è direttamente vincolato all'etica. È condizione della stessa. Per agire eticamente dobbiamo sviluppare la nostra capacità di essere grati. Questa pedagogia comporta un processo di apprendimento che ci conduca sia a scoprire tutte quelle realtà che ci accompagnano e meritano una manifestazione cosciente della nostra profonda gratitudine, perché doni della vita, sia a essere capaci di reagire con un gesto di gratitudine. La gratitudine spinge ad un movimento verso l’interno, di elaborazione interiore, nel quale intervengono i sentimenti e le ragioni, e a un movimento verso l’esterno, che implica una sublimazione di quanto merita di essere valorizzato. L'espressione cosciente della gratitudine profonda fa parte nettamente di un processo spirituale. È una mediazione che rende possibile la nostra apertura alla spiritualità.

4.3. L'apprendimento dell'ascolto della propria coscienza Il discernimento di ciò che consideriamo etico spetta esclusivamente a noi. Fa parte integrante della nostra libertà. Una libertà che non deve essere confusa con l’impunità o infallibilità, perché significa responsabilità. Possiamo richiamarci a riferimenti obiettivi e soggettivi in grado di indirizzare, inizialmente, il nostro discernimento tra ciò che è etico e ciò che non lo è. Tuttavia, tale processo si elabora come libertà responsabile, nel dialogo interiore con la nostra coscienza. I problemi possono sorgere quando la comunicazione interiore si è deteriorata o quando possiamo spingerci solo fino ai livelli più superficiali della coscienza. In qualsiasi caso, nel discernimento di ciò che è etico, il ruolo dell'ascolto della coscienza più profonda non è sostituibile. È una capacità di cui gli esseri umani sono dotati per differenziare il bene dal male e per attuare eticamente. L'ascolto della coscienza, d'altra parte, è un'attività chiaramente spirituale. Ci mette in contatto con quelle realtà capaci di dinamizzare la vita, nel senso più profondo e immateriale. Ci apre alla comprensione di quanto supera e trascende il limitato mondo della razionalità obiettiva. L'ascolto della coscienza, in definitiva, è lo sviluppo della nostra capacità di spiritualità.

4.4. L'apprendimento del significato della dignità umana La dignità dell'uomo è l'essenza comune a tutti che ci spinge a guardarci e a vederci non come un mero strumenti, bensì come finalità a sé stante. E in quanto finalità ci trasformiamo in soggetti degni di rispetto, depositari degli stessi diritti. L'apprendimento della dignità umana significa aprirsi all'altro. Vedere in lui o lei una parte di me. Significa sentire che la persona che esce al mio incontro soffre come io soffro, gioisce come io 20


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gioisco, teme come io temo, ride come io rido, sogna come io sogno, ama come io amo... Imparare ciò che significa la dignità umana è capire che una parte di me è nell'altro e una parte dell'altro in me. La parte che condividiamo è la dignità umana. La dignità umana è il fondamento dell'etica. Siamo limitati, ma non siamo solo limitazione, siamo anche capacità creativa illimitata. Siamo alveo e capacità di spiritualità. Possiamo aprirci a quanto ci supera e trascende. Possiamo riconoscere, avvalorare e godere coscientemente di realtà meritevoli della manifestazione della nostra profonda riconoscenza. La nostra limitazione e la nostra potenzialità ci rendono degni di rispetto e di uguaglianza. La dignità umana ci permette di cogliere quanto di migliore ci sia nell'essere umano. Ci avvicina alla sua realtà trascendente, ci fa comprendere il senso profondo della nostra identità e ci insegna a rispettare quella degli altri. E ci fa riscoprire la speranza nell'essere umano. La dignità umana rappresenta la fiducia nell'essere umano, nonostante tutto. Tutto ciò richiede lo spiegamento della capacità di spiritualità. Questi quattro apprendimenti non si evincono da libri, da studi o ricerche. Sorgono da un'esperienza vitale e personale. I loro contenuti non devono essere letti come dettami, bensì come un’esperienza da condividere nella volontà di aprirsi a qualsiasi suggerimento. Nel corso di questa esperienza, cogliamo un elemento ricorrente, una caratteristica propria di questi apprendimenti che deve essere sottolineata: sono inesauribili. Non si impara una volta per tutte. Si impregnano di livelli di significazione e di densità che rimangono nell'ombra fino al momento in cui sono svelati e compresi in una rinnovata dimensione espressiva. L'apprendimento suggerito nell'ambito di queste nuove didattiche consiste nell'attingere, volta a volta, alla loro fonte di conoscenza di vita e convivenza, che, in ogni nuova circostanza e di fronte ad ogni nuovo periplo vitale, è in grado di tracciare nuove prospettive e nuovi orizzonti. Questa proposta e i suoi quattro apprendimenti sono un mero apporto. Come possiamo avvalercene? Noi spargiamo i semi, se qualcosa in loro può essere detto o offerto al mondo, i semi daranno i loro frutti, nel momento in cui maturino. Se, invece, sono erronei, non germineranno e rappresenteranno un tentativo fallito, che pur ci ha insegnato qualcosa. In ogni caso, questa proposta non può essere intesa solo attraverso una comprensione intellettuale, deve innestarsi sul vissuto e sull'esperienza diretta, per essere compresa nel suo senso più profondo deve essere vissuta in prima persona. Vivere profondamente il significato e le implicazioni di ciascun cammino di apprendimento. In questo modo potremo avvalerci di questa proposta, viverla e lasciarla agire in noi. Una delle chiavi che ho appreso nel corso della mia vita è che non sempre si tratta di individuare la soluzione giusta, spesso si tratta, essenzialmente, di aver fiducia. Nel corso del nostro percorso esistenziale abbiamo il compito di creare le condizioni per migliorare il mondo e la vita. Questa proposta è un tentativo di creare le condizioni necessarie per avvicinarci ad un punto di incontro interreligioso e interculturale che possa contribuire a una migliore comprensione dell'esistenza e della convivenza in società diverse e formate da «diversi». Presentiamo la nostra proposta e il nostro libro con questa speranza. Ci ricorda Václac Havel che «La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un senso, a prescindere dai suoi risultati». Jonan Fernandez Erdozia Direttore di Baketik Centro per la pace di Arantzazu 21


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Seconda parte: 80 PREGHIERE RELIGIOSE E TESTI UNIVERSALI PER LA PACE

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INTRODUZIONE ALLA SECONDA PARTE

La seconda parte di questo libro si articola, a sua volta, in due paragrafi. Il primo raccoglie preghiere religiose per la pace provenienti da tutto il mondo. Il secondo, incorpora una selezione di testi per la pace con una vocazione universale, che riunisce autori dei cinque continenti. In totale consta di 80 citazioni. Naturalmente, non vi si leggono tutte quelle che dovrebbe contenere, ce ne sono tante altre, fortunatamente, che un libro intero non basterebbe a racchiuderle, nemmeno dieci. L'aspirazione alla pace ha riferimenti interminabili nel corso dell'intera storia dell'umanità e in tutti i paesi e culture. Non è, pertanto, una selezione con pretese di esaustività, ma solo il campione di una realtà molto più ampia. Potremo comprovare come da continenti diversi e da fedi diverse l'idea sublime della pace e di quanto sia ad essa legato è capace di unirci, nel profondo del nostro essere uomini, sormontando qualsiasi differenza. La selezione delle religioni e delle preghiere, nell'ordine in cui sono state inserite, assume come punto di partenza l'incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986. La prima preghiera di ogni religione è stata recitata in occasione dell'incontro. La scelta dei testi universali per la pace è stata guidata dal criterio di selezione del gruppo di lavoro di Baketik. Abbiamo cercato testi di tutti i continenti e culture, di personalità universali, ma anche testi con un accentuato significato creativo ed etico. Ci siamo permessi di iniziare e di concludere la selezione di preghiere e testi con due poemi di Bitoriano Gandiaga (1928-2001), frate francescano di Arantzazu, uno dei poeti più brillanti e profondi della letteratura in lingua basca. La sua personalità e la sua poesia incarnano la confluenza che scaturisce dal Santuario di Arantzazu: spiritualità, cultura, natura e pace.

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Sono andato alla ricerca della pace Sono andato alla ricerca della pace Molte volte sono andato lontano alla ricerca della pace, sono andato alla ricerca della pace, con l'eterna speranza che la pace che non avevo in me l’avrei trovata lì, lontano. Sono andato lontano alla ricerca della pace, ma senza una speranza fondata; la pace che non avevo in me anche lì era lontana di una lontananza inaccessibile. Mi sono fermato lì (mai più sarei andato lontano) fissando lo sguardo dentro di me, e ho cominciato a lavorare, a rimettere a posto una per una le mie scompigliate passioni. Mentre stavo facendo ordine dentro di me mi si sono illuminati l'interno e il contorno. Mai più me ne andrò lontano, la pace non è lontana, la sua fonte è dentro sé stessi. Bitoriano Gandiaga

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1. Preghiere religiose per la pace Buddismo Induismo Islamismo Giainismo Scintoismo Sikhismo Religioni tradizionali africane Religioni amerindie Zoroastrismo Giudaismo Bahaismo Cristianesimo

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Buddismo Il Buddismo è un mezzo di trasformazione individuale e sociale diffuso nel Nord Est dell'India da Siddhārtha Gautama (Buddha) intorno al secolo V a.C. Il suo obiettivo è la comprensione diretta e personale della realtà che, nel suo insieme, trascende tutte le categorie usuali del pensiero, per sviluppare la coscienza, la bontà e la saggezza, qualità che conducono allo stato dell'Illuminazione. Il numero di buddisti nel mondo oscilla tra i 230 e i 1.500 milioni. È una cifra difficile da determinare, principalmente a causa delle circostanze socio-politiche e culturali che caratterizzano la Cina.

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1 Che tutti gli esseri ovunque afflitti dalle sofferenze del corpo e della mente siano subito liberati dalle loro malattie. Che le creature spaventate smettano d'avere paura, che quelle in catene tornino libere. Che quelle prive di potere lo trovino e che la gente pensi ad aiutarsi a vicenda. Che le creature smarrite in deserti impervi e spaventosi, bambini, anziani, indifesi, siano protette dai caritatevoli spiriti celesti e che presto raggiungano la Buddhità. Incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986

2 Ora, nel seno della affettuosa generosità e premura del Buddha, ogni credente di qualsiasi religione del mondo trascenda le differenze di religione, razza e nazionalità, dimentichi le piccole differenze e si unisca nell'unità per studiare con sincerità un cammino che conduca all'annichilazione dei conflitti sulla terra, alla costruzione di un mondo senza armi, all'edificazione del benessere e della pace nel regno dell'uomo, per poter ottenere, così, per il mondo del futuro luce e felicità senza fine. Che Budha ci conceda la sua affettuosa generosità e benedizione affinché le nostre preghiere divengano realtà. Religion for Peace, 1973, WCRP

3 Egli riunisce quelli che sono separati, rincuora quelli che sono fraterni; Egli è pacificatore, amante della pace, appassionato della pace, diffusore delle parole che costruiscono la pace. «Digha Nikaya» XIII. Tevigga Sutta «Tevigga Sutta» è il tredicesimo dei 39 discorsi che compongono il Digha Nikaya, la prima delle cinque collezioni che completano il Sutta Pitaka che, a sua volta, è uno dei tre canoni che completano il Pali Tipitaka del Theravada, il primo corpus buddista della storia, compilato intorno all'anno 100 a.C.

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Induismo L'induismo è una tradizione religiosa dell'India, conosciuta come la «religione eterna.» Non è frutto di un fondatore, non è né una religione né una filosofia, ma la somma di entrambi, un insieme di credenze metafisiche e religiose, di culti, di abitudini e rituali che conformano una tradizione, senza un dogma unico, né un’organizzazione centrale. La sua dottrina è raccolta in quattro libri sacri, i Veda, che, insieme agli Upanishad, configurano l'insieme dei testi che si considerano oggetto di rivelazione. Il numero degli induisti comprende oltre 800 milioni di persone. In India, gli induisti rappresentano l’81,3% del totale della popolazione.

4 O Dio, guidaci dall'irreale al reale. O Dio, guidaci dalle tenebre alla luce. O Dio, guidaci dalla morte all'immortalità'. Shanti, Shanti, Shanti a voi tutti. O Signore Dio Onnipotente, che la pace regni nelle regioni celesti. Che la pace regni sulla terra. Che le acque siano di ristoro. Che le erbe siano sane, e che alberi e piante rechino a tutti la pace. Che tutti gli esseri caritatevoli rechino a noi la pace. Che la Legge Vedica diffonda la pace in tutto il mondo. Che ogni cosa sia per noi fonte di pace. Che la tua stessa pace, conceda a tutti la pace e che venga anche a me. Incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986

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5 Che tutti i venti, gli oceani, le erbe, le notti e i giorni, la madre terra, il padre cielo, tutta la vegetazione, il sole, possano essere amabili verso di noi. Cerchiamo di seguire sempre il sentiero della bontà, come il sole e la luna si muovono eternamente nel cielo. Siamo caritatevoli l'uno verso l'altro. Non uccidiamo né siamo violenti l'uno verso l'altro. Cerchiamo di conoscere e di apprezzare i punti di vista degli altri. E uniamoci. Dio, che è amichevole, benevolente, onnipervadente, misura di ogni cosa, sovrano, signore del dialogo, possa riversare le sue benedizioni su di noi... Oh Signore, allontana da me l’indiscrezione e l’arroganza; controlla la mia mente. Metti fine alla trappola dei desideri senza fine. Allarga la sfera della compassione e aiutami ad attraversare l'oceano dell'esistenza. Religion for Peace, 1973, WCRP

6 Sia pace al cielo e alla terra; sia pace alle acque, sia pace alle piante e agli alberi! Che tutti gli dei mi concedano pace! Che questa invocazione alla pace diffonda la pace! Che questa invocazione alla pace porti la pace! Con la pace ammansisco il terribile, con la pace ammansisco il crudele, Con la pace ammansisco ogni male, per permettere che pace prevalga, che la felicità prevalga! Che ogni cosa sia pacifica per noi! Atharva Veda 19.9.14 È il quarto Veda dell'induismo. È il libro dei rituali e raccoglie 731 inni, denominati saunaka e paippalada.

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Islamismo Religione monoteistica basata sugli insegnamenti del Libro Sacro del Corano. La seconda fonte di dottrina e di diritto dell'Islam è rappresentata dagli Hadice, o Tradizioni Profetiche, e dalla Sunna o raccolta storica degli atti e degli insegnamenti del Profeta Maometto. L'Islam si basa su cinque pilastri: la professione di fede «non esiste altro Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo inviato» (Shahadah); il rituale di adorazione (al-Salaah); la carità (zakaah), il pellegrinaggio verso la Mecca (Hajj), il digiuno di Ramadan (Saum). Si stima che, attualmente, vi siano circa mille ottocento milioni di fedeli musulmani.

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7 Nel nome di Allah, clemente, il misericordioso. Sia lode al Signore dell'Universo, che ci ha creato in tribù e nazioni; affinché potessimo conoscerci, non disprezzarci a vicenda. Se il nemico propende per la pace, anche voi fate altrettanto e abbiate fiducia in Dio, perché il signore e' colui che ode e conosce ogni cosa… e i servi di Dio, Santi sono quelli che camminano, sulla Terra con umiltà, e nel rivolgerci a loro, diciamo: «PACE».

Encuentro interreligioso celebrado en Asís 1986

8 In verità coloro che credono e operano il bene, in virtù de la loro fede, saranno guidati da Allah nei Giardini delle Delizie dove scorrono ruscelli. Dove la loro orazione sarà: Gloria a Te, Allah! E il loro saluto: Pace! E concluderanno i loro discorsi dicendo: Lode ad Allah, Signore dei mondi! Corano 10, 10-11 Il Corano è una raccolta di discorsi di Maometto, ricordati dai suoi discepoli, riuniti, scritti e pubblicati dopo la sua morte. Per i musulmani il Libro Sacro del Corano è stato rivelato a Maometto da Dio.

9 «Aiuta tuo fratello sia esso ingiusto o vittima di un’ingiustizia» Anas rispose: «Inviato di Dio, capisco di dover aiutare chi sia vittima di un’ingiustizia, ma come potrei mai aiutare un ingiusto?» Egli rispose: «Impediscigli di essere ingiusto, così lo aiuterai». Hadith di Bukhari Muhammad Ismâ'îl al-Bukhârî è uno dei più autorevoli trasmettitori di Hadith (letteralmente «racconti»), raccolta di aneddoti su Maometto e altri fondatori dell'Islam. 31


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Giainismo Religione dell'India risalente al secolo VI a.C., basata sugli insegnamenti di Mahavira. Sostiene che la non-violenza è la religione suprema e insiste nella sua rigorosa osservanza nel pensiero, nella parola e nelle azioni, a livello individuale e sociale. Il testo sacro Tattvartha Sutra lo riassume in una frase: «tutta la vita si sostiene reciprocamente». Il suo codice di condotta si concreta nell'osservanza di cinque voti: Ahimsa (non-violenza), Satya (verità), Asteya (non rubare), Brahmacharya (castità) e Aparigraha (non possessività). Attualmente, il giainismo conta circa quattro milioni di fedeli.

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10 La pace e l'amore universale sono l'essenza del vangelo predicato da tutti gli Illuminati. Il Signore ha predicato che la serenità d'animo è il Darma. Io perdono le creature tutte, che tutte le creature perdonino me. Per tutte nutro amicizia, per nessun'inimicizia. So che la violenza e' la radice di ogni miseria al mondo. La violenza, in realtà, e' il laccio della schiavitù. «Non fare male ad alcun essere vivente». Questa e' la via eterna, perenne e inalterabile alla vita spirituale. Un'arma, per quanto potente, può essere sempre soppiantata da una migliore; tuttavia nessun'arma sarà migliore della non violenza e dell'amore. Incontro interreligioso di Assisi 1986

11 Conducimi dalla morte alla vita, dalla falsità alla verità. Conducimi dalla disperazione alla speranza, dal timore alla fiducia. Conducimi dall'odio all'amore, dalla guerra alla pace. Lascia che la pace riempia il nostro cuore, il nostro mondo, il nostro universo. Satish Kumar Antico monaco giainista residente in Inghilterra e difensore del disarmo nucleare.

12 L'uomo deve abbattere l’ira con il perdono, soggiogare l'orgoglio con l’umiltà, superare l'ipocrisia con la semplicità, e l'avarizia con la gioia. Samanasuttam 136 Insieme di 756 «gathas» o inni raccolti da Acarya Shri Vidyanandaji, accettati dalle diverse correnti giainiste.

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Shintoismo Il termine Shinto si riferisce alle attività sviluppate dai giapponesi per venerare tutte le divinità del cielo e della terra (kami); risale alle origini del popolo giapponese. Alcuni kami sono molto locali e sono conosciuti come spiriti o guardiani di un luogo particolare, mentre altri rappresentano oggetti o eventi naturali più generali. È considerata una religione, un culto popolare, definibile come un tipo di animismo naturalista che si associa alla venerazione agli antenati, profondamente in sintonia con la cultura giapponese. È praticato da 100 milioni di persone (principalmente in Giappone).

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13 Sebbene i popoli vivono oltre il mare che ci circonda, io credo che sono tutti nostri fratelli, perché ci sono dei problemi costanti in questo mondo? Perché si levano i venti e le onde nel mare che ci circonda? Sinceramente desidero che il vento spazzi subito via le nuvole che avvolgono le cime delle montagne. Incontro interreligioso di Assisi 1986

14 Oh altissimo, aiutaci a illuminare con la tua luce l’oscura condizione del mondo! Sii buono con noi, tuoi umili servi e regalaci la benedizione della tua illuminazione come a coloro che sono importanti per il compimento della tua volontà! Oh altissimo, ispira i tuoi servi attraverso il mondo affinché compiano nuovi sforzi per guidare i tuoi figli che si allontanano dalla retta via, e possano vivere e agire nella fede che è stata loro insegnata dai grandi fondatori delle religioni! Benedici tutti i leader spirituali con la tua energia e concedici di dare aiuto, gioia, sollievo e rifugio a coloro che soffrono! Religions for Peace, 1973, WCRP

15 Guarda il cielo come se fosse tuo padre, la terra come se fosse tua madre, e tutte le cose come se fossero tuoi fratelli e sorelle. Oracolo di Kami di Atsuta Il santuario di Atsuta è il secondo santuario più venerato del Giappone; qui si conserva la spada Kusanagi, uno dei simboli nazionali nipponici.

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Sikhismo La religione sikh fu fondata in India dal Guru Nanak (1469-1539 d.C.). La dottrina basilare del sikhismo consiste nella credenza in un unico dio e negli insegnamenti dei Dieci Guru del sikhismo, raccolti nel libro sacro dei sikhs, il Guru Granth Sahib. Il sikhismo stabilisce tre principi che devono guidare la condotta quotidiana: ricordare Dio invocandolo costantemente e praticando la meditazione, guadagnarsi da vivere con mezzi onesti e condividere con gli altri i frutti del proprio lavoro come espressione dell'amore e della compassione verso l'umanitĂ . 23 milioni di persone abbracciano questa religione, la maggior parte delle quali vivono nella provincia indiana del Punjab.

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16 Dio ci interroga a proposito delle nostre azioni, non delle nostre vesti; La verità sovrasta ogni cosa, ma ancora più in alto c’è la vera vita. Sapere che raggiungiamo Dio quando amiamo, e che la vittoria prevale solo se le sue conseguenze non sconfiggono nessuno. Incontro interreligioso di Assisi 1986

17 Che prevalga il regno della giustizia! Che si uniscano i credenti nell'amore! Che i cuori dei credenti siano umili, ma elevata la loro saggezza, e possano essere guidati nella loro saggezza dal Signore. Religion for Peace, 1973, WCRP

18 Dice Nanak, chi ama davvero si assorbe per sempre nell'amato. Chiunque tratti in modo diverso buoni e cattivi, realmente non ama, ma calcola. Asa-ki-Var Asa Ki Var è una collezione di 24 strofe scritte dal Guru Nanak Devji, fondatore del sikhismo.

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PUNTI DI INCONTRO

Religioni tradizionali

africane

È incongruente classificare tutte le religioni africane in un unico capitolo, alla luce della diversità culturale e religiosa che presentano. In Africa avviene un incontro fondamentale tra l’influsso di due religioni, entrambe estranee al continente: il cristianesimo e l'islamismo. I culti tradizionali conservano la loro importanza sia nei paesi dell'Africa occidentale (Guinea Bissau, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Togo, Benin) sia in quelli dell'Africa orientale e meridionale (Tanzania, Malawi, Mozambico, Zimbabwe, Botswana, Madagascar). Diversi studi stimano che i praticanti delle diverse religioni tradizionali africane siano, in totale, circa 68 milioni di persone.

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19 Dio Onnipotente, Grande Dito che non possiamo evitare per legare il nodo; Tuono Tumultuoso che spacca i grandi alberi; Signore Onnivedente che vede dall'alto anche le impronte dell'antilope su una roccia qui in terra; Tu sei colui che non esita a rispondere alla nostra chiamata; Tu sei la pietra angolare della pace. Incontro interreligioso di Assisi 1986

20 La pace sia con noi. DÏ che il paese può stare tranquillo. La pace sia con noi. E che i paesi possano continuare a crescere. La pace sia con noi. DÏ che la gente e la moltitudine e i branchi possano prosperare ed essere liberi dalle malattie. La pace sia con noi. e possa la terra continuare a essere fertile e la zucca trasformarsi in recipiente. La pace sia con noi. Che vi sia consenso e che ogni parola malata sia cacciata via nel deserto, nel bosco vergine. La pace sia con noi. Litania per la pace dei Kikuyu, Kenya Gli antenati del popolo Kikuyu giunsero in Kenya dal 1200 al 1600, durante le emigrazioni Bantu. La base culturale dell'odierno popolo Kikuyu sembra provenire dai primi coloni della zona, i Thagicu. 39


PUNTI DI INCONTRO

21 Oh Dio che mi hai donato una notte di pace, dona pace anche al mio giorno. Dovunque io possa andare fa' che il mio cammino porti la pace Oh Dio, guida i miei passi. Quando io parli, allontana da me la calunnia. Quando io sia affamato, preservami dalla mormorazione. Quando io sia soddisfatto, preservami dall'orgoglio. Trascorro i miei giorni chiamandoti. Oh Signore che non ha Signore. Borana, Kenya I Borana del Kenya sono uno dei gruppi che abbandonarono le regioni montagnose del sud dell'Etiopia, in seguito al grande movimento migratorio che coinvolse il popolo Oromo, nel secolo XVI.

22 Olisa, dall'occhio che vede lontano, sostieni l'igname e il coltello, chi voglia che io gliene dia un poco, lo mangerà. Donaci salute; donaci una lunga vita; donaci da mangiare e da bere. Benedici i nostri bambini: Che il padre istruisca il suo bambino; e che il figlio, da parte sua, si prenda cura del padre. Che ciascuno si realizzi secondo i propri pensieri Che sia pieno di bene chi pensa con bontà; Ma che il male perseguiti chi pensa con malvagità. Igbo, Nigeria Gli Igbo rappresentano uno dei gruppi etnici africani più estesi. La maggior parte degli Igbo risiede nell'area sud-orientale della Nigeria, della cui popolazione rappresentano il 17 %; altri gruppi significativi sono presenti in Camerun e Guinea Equatoriale.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

23 Che Dio ci conceda la pace e la salute del corpo, permetta che la gente nera e rossa viva sulla terra in pace e viva nel mondo per avere il cuore gioioso Che la nostra vita sia lunga e profonda e che una bianca gallina guidi la nostra strada verso il cielo (il firmamento). Serer, Senegal Nel secolo XIV, sotto la pressione dei Fulani, che cercavano di spingere tutti i popoli della regione a convertirsi all'Islamismo, i Serer abbandonarono le terre della valle del fiume Senegal per stabilirsi nell'area nord-occidentale del Gambia e nelle valli dei fiumi Sine e Saloum in Senegal.

24 Nostro padre, questo è il tuo universo, questa è la tua volontà : Che vi sia pace, lascia le anime della gente tranquille. L'arte di nostro padre tolga ogni male dal nostro cammino. Nuer, Sudan Provenienti dall'ovest, i Nuer si sono stabiliti, meno di 200 anni fa, lungo le sponde del fiume Baro, nella regione di Gambela (Etiopia) e nel sud del Sudan, nella parte orientale della Provincia dell'Alto Nilo, nella regione di Nasir.

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PUNTI DI INCONTRO

Religioni

amerindie Il termine «amerindio» indica la miriade di popoli e culture indigene che vivevano nel continente americano prima dell'arrivo degli europei. La colonizzazione culturale e le epidemie hanno provocato la scomparsa di un gran numero di popoli e culture e hanno spinto questi popoli a formare nuove confederazioni per rispondere alla «conquista» dell'America da parte degli Europei. Secondo Mètreux, etnologo francese, dalla Terra del Fuoco all'estremità nord del Canada, tutte le tribù indigene credono nell'esistenza di un Grande Spirito, principio e causa di tutte le cose, dal quale dipendono la vita e la morte. Questa sorta di animismo si appoggia sull'uso di metafore naturali per definire la divinità e in un sentimento di interdipendenza tra gli esseri umani, le piante e gli animali. Un'altra caratteristica comune è l'assenza di un senso della «storia», poiché prevale la narrativa come formulazione della memoria collettiva, che privilegia la funzione delle «storie» come veicolo di trasmissione culturale privilegiato.

25 O Grande Spirito, elevo il mio Kalumeth a Te. Ai tuoi messaggeri, i quattro venti, ed alla Madre Terra, che provvede ai tuoi figli. Donaci la saggezza per insegnare ai nostri figli ad amare, rispettare e ad essere gentili tra di loro, in modo che essi crescano con una mentalità di pace. Impariamo a condividere i buoni frutti che ci procuri su questa Terra. Incontro interreligioso di Assisi 1986

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

26 Grande Spirito del sud, la cui calda brezza di compassione scioglie il ghiaccio che circonda i nostri cuori, la cui fragranza parla delle lontane primavere ed estati, dissolvi le nostre paure, accendi il nostro amore alla fiamma delle realtà vere e vive. Insegnaci che chi è davvero forte è anche gentile, chi è saggio impartisce giustizia con misericordia, chi è davvero coraggioso rafforza il suo valore con la compassione. Grande Spirito dell'est, la terra dalla quale sorge il sole, con le tue montagne altissime e libere e vaste praterie, regalaci la benedizione di conoscere la pace che deriva dalla purezza dello sforzo e della libertà che deriva, come un abito che fluisce nei venti, da una vita ben disciplinata. Insegnaci che la fine è meglio del principio e che il sole che sorge non viene glorificato in vano. Dalle sette preghiere sacre

27 Non cercare il tuo esclusivo beneficio, pensa anche alla gente. Se godi di abbondanza, non dire «l'altro non mi importa, non devo annoiarmi con loro». Se sei fortunato nella caccia, condividila con gli altri. Non solo, mostra loro i bersagli più favorevoli, quando ci sono molti leoni marini che possono essere colpiti facilmente. Lascia che gli altri abbiano, ogni tanto, la parte che sarebbe stata tua. Se desideri accumulare tutto per te, la gente si allontanerà e nessuno desidererà la tua compagnia. Se un giorno ti ammalassi, nessuno ti visiterebbe perché, tu non ti sei preoccupato per loro. A Yamana non piace la gente che agisce in modo egoistico. Iniziazione degli Yamana Gli Yamana («gente»), sono indigeni nomadi, la cui sussistenza era basata sulla raccolta, che abitavano da circa 6.000 anni la Terra del Fuoco.

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PUNTI DI INCONTRO

Zoroastrismo Lo Zoroastrismo nasce intorno al 1600-1200 a.C. nella regione nord-occidentale dell'Iran (Persia) sulla base degli insegnamenti del Zarathustra, trascritti nell'Avesta (insieme di Gathas o inni metrici, codificato in maniera ordinata verso l'anno 600 d.C.). Si basa sul culto monoteistico ad Ahura Mazda (il «Signore della Saggezza») e su un dualismo etico, che contrapponendo la Verità (Asha) alla Menzogna (Druj), impregna l'universo intero. Il destino di una persona dipende dalla scelta per l’una o per l’altra. Conta, secondo stime recenti, circa 2,6 milioni di seguaci.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

28 Preghiamo Dio affinché sradichi ogni miseria dal mondo: affinché la comprensione trionfi sull'ignoranza, la generosità sull'indifferenza, la fiducia sul disprezzo, e la verta trionfi sulla menzogna. Incontro interreligioso di Assisi 1986

29 Con le ginocchia piegate, con le mani giunte, anelo che lo spirito sacro che opera dentro di me si esprima con forza: per questo amore e comprensione, verità e giustizia; per la saggezza di discernere tra apparenza e realtà che può attenuare le sofferenze degli uomini sulla terra. Dio è amore, comprensione, saggezza e virtù. Amiamoci l’un l’altro, pratichiamo la misericordia e il perdono, dona a noi la pace. Lascia che la mia gioia nasca da una vita generosa verso gli altri, dal bene fatto agli altri. La felicità risiede in colui che fa sgorgare la felicità negli altri esseri umani. Religion for Peace, 1973, WCRP

30 Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso. Shayast-na-Shayast 13.29 Shayast-na-Shayast («la purezza e l'impurezza»), è uno dei testi in Pahlavi (scrittura persiana) considerati sacri, che trasmettono gli insegnamenti di Zoroastro. 45


PUNTI DI INCONTRO

Giudaismo Religione la cui pratica si basa sugli insegnamenti contenuti nella Torah (i cinque libri sacri della Legge: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). È la fonte principale dei sette precetti morali che ogni essere umano come tale è tenuto a osservare e dei 613 precetti religiosi che devono essere rispettati dagli Ebrei. I precetti biblici sono stati commentati, interpretati e ampliati dalle distinte esegesi che hanno plasmato nella scrittura le tradizioni orali: la «Mishná» e l'insieme al quale appartiene, il Talmud. Si ritiene che vi siano 17 milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

31 Venite, saliamo al monte del Signore, affinché possiamo camminare sui sentieri dell'Altissimo. E delle nostre spade faremo zappe, e delle nostre lance falci. Una nazione non leverà più la spada contro l'altra e l’arte della guerra non sovrasterà il mondo. E nessuno avrà paura, perché la bocca del Signore degli Eserciti ha parlato. Incontro interreligioso di Assisi 1986

32 Ciò che non desideri per te non fare al tuo prossimo. Questo è tutta la Torah (Legge); il resto è solo commento. Talmud, «Shabbath» 31a Il Talmud è un ampio compendio di discussioni rabbiniche intorno alla legge, l'etica, i costumi e la storia degli Ebrei.

33 Per domare l'odio, aiuta il nemico prima di aiutare l’amico. Tosefta, «Baba Metzia» 2.26 La «Tosefta» raccoglie commenti e interpretazioni non inserite nella Mishna (insieme di leggi tradizionali e di interpretazioni della Torah). «Bava Metzia» è un trattato che si integra nella quarta delle sei parti (Sedarim) in cui si articola il Mishná. 47


PUNTI DI INCONTRO

Bahaismo Es una religión monoteísta cuyos fieles siguen las enseñanzas de Bahá’u’lláh, su profeta y fundador: hay un único Dios que va revelando su voluntad a la humanidad de forma progresiva. Según el punto de vista bahá’í, cada una de las grandes religiones introducidas por los Mensajeros de Dios constituyen etapas sucesivas en el desarrollo espiritual de la civilización. La idea central del bahaísmo gira en torno a la humanidad como una única raza y al día de su unificación en una sociedad mundial. El bahaísmo está ampliamente extendido en el mundo y se compone de aproximadamente seis millones de fieles en el mundo.

34 Sii generoso nella prosperità e riconoscente nell'avversità. Sii retto nel giudizio e cauto nel linguaggio. Sii una lampada per coloro che camminano nell'oscurità, e un rifugio per lo straniero. Sii gli occhi per il cieco e la luce che guida i passi dell'errante. Sii un soffio di vita per il corpo dell'umanità, rugiada per i prati del cuore umano, e frutta nell'albero dell'umiltà. Incontro interreligioso di Assisi 1986 48


Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

35 Quando l'amore si sia realizzato e i legami spirituali ideali uniscano i cuori degli uomini, tutta la razza umana si eleverà, il mondo, radiante e spirituale, non cesserà mai di crescere, e la felicità e la serenità dell'essere umano si amplieranno senza limiti. La guerra e la tensione saranno sradicate, lontano dal disaccordo e dal dissenso la pace universale unirà le nazioni e la gente di tutto il mondo. L'umanità convivrà come una famiglia, si fonderà come le onde del mare, brillerà come le stelle del firmamento, e maturerà come il frutto di uno stesso albero. Qui risiede la gioia e la felicità dell'essere umano. Qui risiede l'illuminazione dell'uomo, della gloria eterna e della vita eterna; è questa la concessione divina. Abdu’l-Bahá, «Promulgazione della Pace Universale» Prima di morire, Bahá'u'lláh nominò come successore e unico interprete dei suoi insegnamenti il figlio maggiore, Abdu'l-Bahá. Bahá'u'lláh lo indicò come «Centro del Patto», chiedendo a tutti i bahá'ís che lo considerassero Custode della Fede. Tuttavia, Bahá'u'lláh continua ad essere l'unico profeta del Bahaismo.

36 Vi chiedo di concentrare ogni pensiero del cuore sull'amore e l'unità. Se sorge un pensiero di guerra, sostituitelo con il pensiero più forte di pace. Il pensiero dell'odio deve essere dissipato dal più forte pensiero dell'amore. I pensieri di guerra sfociano nella distruzione di ogni armonia, benessere e significato. I pensieri dell'amore costruiscono fraternità, pace, amicizia e felicità. Abdu’l-Bahá, «Conversazioni a Parigi» 49


PUNTI DI INCONTRO

Cristianesimo Insieme di dottrine e comunità che, nonostante i diversi atteggiamenti, pratiche e dottrine, professano la loro fede in Gesù di Nazareth, il figlio di Dio che si è incarnato, è morto ed è risuscitato: Cristo. Si stabilisce, pertanto, una nuova relazione tra Dio e gli uomini: Dio annuncia la Buona Notizia (il Vangelo) attraverso il figlio, Gesù. La vita di Gesù, quindi, rappresenta il culmine della rivelazione di Dio agli uomini: Dio Padre che, come manifestazione di amore, consegna suo Figlio per la salvezza degli uomini. Conformano il cristianesimo circa 1.100 milioni di fedeli (59% cattolici, 29,5% protestanti, 9,5% ortodossi, 2% altri).

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

37 Beati i Pacifici perché saranno chiamati Figli di Dio. Io dico a voi che udite: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi molestano. Se qualcuno vi percuote su una guancia, porgetegli anche l'altra, e a coloro che vi rubano il mantello, non vietate di prendere anche la tonaca. E ciò che volete gli altri vi facciano fatelo anche a loro. Incontro interreligioso di Assisi 1986

38 Voi avete udito che fu detto: «Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico». Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Matteo, 5.43-48 Il «Vangelo secondo Matteo» è uno dei quattro Vangeli del Nuovo Testamento.

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O Signore, fa di me uno strumento della tua pace: Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore. Dove è offesa, ch'io porti il Perdono. Dove è discordia, ch'io porti l'Unione. Dove è dubbio, ch'io porti la Fede. Dove è errore, ch'io porti la Verità. Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia. Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce. O Maestro, fa ch'io non cerchi tanto: Essere consolato, quanto consolare. Essere compreso, quanto comprendere. Essere amato,quanto amare. Poiché sì è: Dando, che si riceve; Perdonando che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna. Attribuito a San Francesco d’Assisi

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PUNTI DI INCONTRO

2. Testi universali per la pace

Pace come esigenza e desiderio 40 Restituitemi mio padre, restituitemi mia madre; restituitemi i miei anziani; restituitemi i miei figli e le mie figlie. Restituitemi me stesso, restituitemi la razza umana. Fintanto che questa vita dura, questa vita, restituitemi la pace che non avrà mai fine. Sankichi Toge Poeta giapponese che fu sorpreso a tre chilometri dall'esplosione atomica di Hiroshima. Aveva 28 anni. Dopo la guerra divenne un leader pacifista. È morto nel 1956.

41 Immagina che tutti vivano la loro vita in pace. Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno. John Lennon (1940-1980) Musicista e compositore britannico. Integrante e fondatore del gruppo The Beatles.

42 Questo è il nostro grido. Questa è la nostra preghiera. Pace nel mondo. Iscrizione che appare sul piedistallo della statua costruita nel 1958 nel Parco della Pace di Hiroshima. La statua è dedicata a Sadako Sasaki (1943-1955), vittima della bomba atomica di Hiroshima Un’antica tradizione nipponica afferma che chi fosse riuscito a realizzare mille gru con la tecnica dell'origami avrebbe potuto esprimere un desiderio agli dei. Sadako pensò che non sarebbe stato giusto desiderare la guarigione solo per lei e chiese che l'impegno cui dedicava i suoi sforzi potesse portare la pace e la guarigione a tutte le vittime del mondo. Durante i 14 mesi trascorsi in ospedale, riuscì a completare 644 delle 1.300 gru di carta che si era proposta di realizzare, utilizzando qualsiasi carta a sua disposizione, persino le confezioni di cartone dei farmaci. L’impatto emotivo della sua storia superò i confini del Giappone, rendendola un punto di riferimento mondiale per tutti i movimenti pacifisti.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

43 Scrivo in difesa del regno dell'uomo e della sua giustizia. Chiedo la pace. e la parola. Ho detto «silenzio», «ombra», «vuoto» eccetera. Dico «dell'uomo e della sua giustizia», «oceano pacifico», ciò che mi permettono di dire. Chiedo la pace e la parola. Blas de Otero, «Pido la paz y la palabra» (1916-1979) poeta di Bilbao, uno dei principali rappresentanti della poesia sociale degli anni cinquanta.

Ragioni per la pace 44 Dobbiamo dedicare i nostri umili sforzi alla costruzione di un mondo più giusto e più umano. E desidero dichiarare con enfasi: Questo mondo è possibile. Per creare questa nuova società, dobbiamo stringere le mani amichevolmente, senza odio e rancore, dimostrare una grande determinazione e non esitare a difendere la verità e la giustizia. Perché sappiamo che non possiamo spargere semi a pugni chiusi. Per seminare dobbiamo aprire le mani. Adolfo Pérez Esquivel (1931-) scultore, architetto e pacifista argentino. Nel 1980 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno a favore dei diritti umani in America Latina. Attualmente, è uno dei più attivi nelle proteste contro l'Area di Libero Commercio delle Americhe.

45 La pace sorge dalla nostra capacità di apportare quanto vi sia di migliore in noi e tutto ciò che siamo, per creare un mondo che sostenga tutti gli esseri umani. Ma sorge anche dalla capacità di assicurare uno spazio che consenta agli altri di apportare quanto di migliore vi sia in ciascuno di loro e tutto ciò che sono. Hafsat Abiola (1970-) Giovane attivista nigeriana, dedicata alla promozione della donna, della gioventù e della democrazia nel suo paese e nel resto del mondo. 53


PUNTI DI INCONTRO

46 È un buon momento per ripetere che nessuna guerra viene mai vinta. È buono ricordare che la guerra non è mai una vittoria. Non importa se i libri di storia ci dicono il contrario. I costi psicologici e materiali della guerra sono talmente elevati che qualsiasi trionfo è una vittoria di Pirro. Solamente la pace può vincere, e che la pace vinca significa non solo evitare il conflitto armato, ma anche individuare modi per sopprimere le cause della violenza individuale e collettiva: ingiustizia e oppressione, ignoranza e povertà, intolleranza e discriminazione. Dobbiamo costruire un nuovo sistema di valori e di atteggiamenti per sostituire la cultura della guerra che, per secoli, ha influenzato il corso della civiltà. La pace che vince significa il trionfo del nostro impegno per stabilire, su una base democratica, un nuovo quadro sociale di tolleranza e generosità, dal quale nessuno si senta escluso. Federico Mayor Zaragoza (1934-) Biochimico di formazione. È stato Direttore Generale dell'UNESCO (1987-1999). Nominato nel 2000 dal Segretario Generale dell'ONU Co-Presidente del Gruppo di esperti di Alto Livello per l'Alleanza delle Civiltà. È, inoltre, membro del Comitato Onorario del Coordinamento Internazionale per il Decennio di Promozione di una Cultura della Non Violenza e della Pace.

47 La causa della libertà e della giustizia riceve risposte di empatia sin dai più remoti angoli del pianeta. Gente pensante e sensibile ovunque, indipendentemente dal credo o dal colore, comprende la necessità umana, profondamente radicata, di vivere un'esistenza impregnata di significato... Coloro che sono sufficientemente fortunati da vivere in società che riconoscono i pieni diritti politici possono aiutare i meno fortunati in altre aree del nostro convulso pianeta. Uomini e donne giovani, preparati per imprimere la propria impronta nel mondo, potrebbero desiderare di rivolgere i propri sguardi oltre le proprie frontiere, verso le terre immerse nell'ombra dei diritti perduti... Vi prego, usate la vostra libertà per promuovere la nostra. Aung San Suu Kyi (1945-) figura emblematica dell'opposizione birmana contro la dittatura militare al potere dal 1962. Premio Nobel per la Pace nel 1991.

48 Se non dimentichiamo i conflitti di ieri, non avremo con chi giocare domani. Proverbio Hausa, Nigeria Con sus 22 millones de miembros el pueblo Hausa es el grupo étnico más grande de Africa Central. El País Hausa comprende una región de más de 140.000 kilómetros cuadrados de superficie de Nigeria, donde llevan viviendo más de 1.000 años.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

Absurdo de la violencia 49 La violenza può essere nascosta solo dalla menzogna e la menzogna può sostenersi solo con la violenza. Aleksandr Solzhenitsyn (1918-) Storiografo, poeta, drammaturgo e romanziere russo. La sua opera è incentrata sui Gulag, i campi di lavoro sovietici. Ricevette il premio Nobel per la Letteratura nel 1970 e fu esiliato nel 1974.

50 La guerra è una fuga codarda dai problemi della pace. Thomas Mann (1875-1955) Scrittore tedesco, con cittadinanza statunitense, autore di La Montagna Incantata e Premio Nobel per la Letteratura nel 1929.

51 La guerra è dapprima la speranza che dopo si possa star meglio; poi l'attesa che l'altro stia peggio; poi la soddisfazione che anche l'altro non stia meglio; e, infine, la sorpresa che tutti e due stiamo peggio. Karl Kraus (1874-1936) Scrittore austriaco. Considerato lo spirito più critico, satirico e mordace della Vienna dei primi anni del secolo XX. È noto per le critiche feroci ai difetti della borghesia e degli ambienti artistici e letterari «consacrati».

52 La violenza non è pratica perché la vecchia legge dell'«occhio per occhio» finisce per rendere tutto il mondo cieco, ed è immorale perché genera una spirale discendente che porta alla distruzione di tutti. Martin Luther King (1929-1968) Attivista del Movimento per i Diritti Civili degli afro-americani negli Stati Uniti, Premio Nobel per la Pace nel 1964. Ha organizzato numerose marce per il diritto al voto, per la non discriminazione e altri diritti civili fondamentali.

53 Nessun'arma ha mai risolto un problema etico. Può imporre una soluzione, ma non può garantire che sia giusta. Ernest Hemingway (1899-1961) Scrittore e giornalista statunitense. Premio Nobel per la Letteratura nel 1954.

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PUNTI DI INCONTRO

Pace come processo 54 La ricerca della pace e del progresso non può esaurirsi dopo alcuni anni con una vittoria o una sconfitta. Non dobbiamo rilassarci né abbandonare mai la ricerca della pace e del progresso, con tutti i suoi tentativi ed errori, con i successi e le sconfitte. Dag Hammarskjold (1905-1961) (Svezia) Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) dall'aprile 1953 fino al 18 settembre 1961, giorno in cui muore in un incidente aereo nel corso di una missione per risolvere il conflitto sul Katanga tra lo Zaire e il Congo Belga.

55 Qualsiasi stupido intelligente può fare le cose più grandi, più complesse e più violente. Ma ci vuole un tocco di genio, e molto coraggio, per muoversi nella direzione opposta. Albert Einstein (1879-1955) Nato in Germania e cittadino degli Stati Uniti dal 1940, è lo scienziato più noto e rilevante del secolo XX. Nel 1905, mentre era ancora un giovane fisico sconosciuto, impiegato all'Ufficio Brevetti di Berna (Svizzera), pubblicò la Teoria della Relatività Speciale (RS).

56 Perché ci sia pace nel mondo, è necessario che le nazioni vivano in pace. Perché ci sia pace fra le nazioni, le città non devono battersi le une con le altre. Perché ci sia pace fra le città, i vicini devono andare d'accordo. Perché ci sia pace fra i vicini, è indispensabile che nelle case regni l'armonia. Perché nelle case ci sia pace, bisogna trovarla nel proprio cuore. Tao Te Ching Capitolo XLIX La parola «Taoismo» deriva da un grafema della lingua cinese che si legge «Tao». Il termine è spesso interpretato come «via» o «cammino», ma il suo significato è molto più vasto e potrebbe corrispondere a «intuizione, sensibilità, spontaneità, vita» o, più astrattamente, a «senso o significato». Il Taoismo è, innanzitutto, una filosofia e, solo in secondo luogo, una religione. Concepisce l'universo come un equilibrio di forze e sottolinea l'intima relazione tra l'uomo e la natura. Si è sviluppato a partire dal Tao Te Ching, un sistema filosofico basato sugli scritti di Lao Tzu (VI secolo a. C.).

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

...che comincia dall'interno 57 Cinque grandi nemici della pace albergano in noi: avarizia, ambizione, invidia, rabbia e orgoglio. Sconfiggendoli potremmo infallibilmente godere della pace perpetua. Petrarca (1304-1374) Poeta e umanista italiano, la sua influenza si percepisce in autori quali Lope de Vega, Francisco de Quevedo, Luis de Góngora, William Shakespeare ed Edmund Spenser.

58 Come fragili esseri umani siamo capaci del bene maggiore e, al contempo, del male maggiore. La trasformazione avverrà solo quando ognuno di noi sia capace di lottare senza sosta con sé stesso per perdonare di più, per essere più compartecipe, più amico, e soprattutto, più gioioso, sapendo che, per un ineffabile miracolo della tolleranza, possiamo cambiare mentre gli altri che ci circondano cambiano a loro volta. Mairead Corrigan (1944-) (Belfast) Fondatrice, insieme a Betty Williams, dell'Organizzazione Gente per la Pace, un'organizzazione che ha cercato di individuare soluzioni pacifiche al conflitto armato nordirlandese. Nel 1976 ha ricevuto, insieme alla Williams, il Premio Nobel per la Pace.

59 Il lavoro, l'amore e il pensiero produttivo sono possibili solo se una persona può scegliere, quando sia necessario, la tranquillità e la solitudine. Potersi ascoltare è la condizione essenziale per il rapporto con gli altri. Erich Frömm (1900-1980) Rilevante psicologo sociale e umanista tedesco.

60 Se nella nostra vita di ogni giorno possiamo sorridere, se possiamo essere pacifici e felici, non solo tutti noi, ma ciascuno di noi ne trarrà beneficio. Questo è la tipologia più essenziale di lavoro per la pace. Thich Nhat Hahn (1926-) Monaco buddista da oltre quarant'anni e attivista per la pace, nominato per il Premio Nobel. Rifugiato politico in Francia dal 1972 a causa della sua lotta pacifica, iniziata durante la guerra in Vietnam.

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PUNTI DI INCONTRO

Pace e azione 61 Alimentiamo nel nostro intimo la gentilezza e la comprensione della pace. Ciò farà scorrere intorno a noi una brezza serena che ci bisbiglia, come il sussurro delle foglie: La pace non scaturisce dalla contemplazione, ma dall'azione! Pauline Tangiora Maori di Aotearoa (Nuova Zelanda). È la prima donna a essere nominata rappresentante del Consiglio Mondiale dei Paesi Indigen.

62 La pace non è l'assenza del conflitto, bensì la presenza di alternative creative che ci aiutino a risolvere il conflitto. Dorothy Thompson (1893-1961) Giornalista americana e considerata da «The Times» (1938) una delle due donne più influenti degli Stati Uniti È stata la prima giornalista ad essere espulsa dalla Germania nazista.

63 L'indifferenza dilata gli abissi che dividono. La carità tende a tutti la sua mano e così, impercettibilmente, come un movimento tellurico, avvicina i mondi. Andrea Riccardi Fondatore e Presidente della Comunità di Sant'Egidio.

64 Il pericolo più grande del nostro futuro è l'apatia. Jane Goodall Naturalista e primatologa inglese che ha dedicato la sua vita allo studio del comportamento degli scimpanzé in Africa.

65 I posti più caldi dell'inferno sono riservati a quanti, in tempo di grande crisi morale, preservarono la propria neutralità. Dante (1265–1321) Poeta fiorentino. La sua opera maestra, La Divina Commedia è considerata una dei capolavori della letteratura universale.

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Pace ed etica

66 La non violenza non è un vestito che possiamo indossare e togliere quando ci pare. Abita nel cuore e deve costituire una parte inscindibile del nostro essere. Mahatma Gandhi (1869-1948) Pensatore e politico indiano. Instaurò nuovi metodi di lotta e nei suoi programmi respinse la lotta armata e predicò la non-violenza. Auspicava una totale fedeltà ai dettami della coscienza, spingendosi, persino, se necessario, alla disubbidienza civile. Il carteggio mantenuto con Tolstoj ha influenzato il suo concetto di resistenza non violenta.

67 È vero che esiste un terribile squilibrio tra le forze che proclamano la necessità della guerra e le forze morali che difendono il diritto alla pace, ma è altrettanto vero che nulla nel corso della storia ha mai vinto la volontà degli uomini se non la volontà di altri uomini. José Saramago (1922-) Scrittore, giornalista e drammaturgo portoghese, Premio Nobel per la Letteratura 1998.

68 La pace, nel senso di assenza della guerra, è di scarso valore per chi sta morendo di fame o di freddo. Non eliminerà il dolore delle torture inflitte a un prigioniero politico, né consolerà coloro che hanno perso i propri cari nelle inondazioni causate da un insensato disboscamento in un paese vicino. La pace può persistere solo dove i diritti umani sono rispettati, dove la gente ha da mangiare e dove individui e nazioni sono liberi . Tenzin Gyatso (1935-) All'età di cinque anni fu riconosciuto come reincarnazione del XIII Dalai Lama. In seguito all'invasione del Tibet da parte dell'esercito cinese, a 15 anni, il 17 novembre di 1950, fu dichiarato capo di stato in esilio. Premio Nobel per la Pace nel 1989, per la sua opposizione costante all'uso della violenza nella lotta della sua gente per recuperare la libertà, ha rivelato al mondo il Conflitto del Tibet e la situazione nel suo paese. È membro del Comitato Onorario del Coordinamento Internazionale per il Decennio di Promozione di una Cultura della Non Violenza e della Pace.

69 Noi possiamo lavorare insieme per un modo migliore, con uomini e donne di buona volontà, che irradiano la qualità intrinseca dell'essere umano. Affinché ciò sia efficace, il mondo ha bisogno di un'etica globale con valori che diano significato alle esperienze di vita e, più delle istituzioni religiose e dei dogmi, sostengano la dimensione immateriale dell'umanità. I valori 59


PUNTI DI INCONTRO

umani universali dell'amore, della compassione, della solidarietà, della preoccupazione verso gli altri e della tolleranza devono formare le basi per questa etica globale, che dovrebbe permeare la cultura, la politica, gli scambi, la religione e la filosofia. E dovrebbe anche permeare la famiglia allargata delle Nazioni Unite. Wangari Maathai (1940-) Attivista politica ed ecologista keniana. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per i «suoi contributi allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla pace». È la prima donna africana a ricevere questo riconoscimento.

Pace e giustizia 70 Ho giurato di non tacere dinnanzi alla sofferenza e all'umiliazione degli esseri umani. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità aiuta l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia chi provoca il dolore, non chi lo soffre. Elie Weisel (1928-) Scrittore rumeno, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, ha dedicato tutta la sua vita a scrivere e a raccontare gli orrori dell'Olocausto, con la ferma intenzione di evitare che si ripeta nel mondo una simile barbarie. Premio Nobel per la Pace nel 1986.

71 Com'è possibile non parlare di guerra, povertà e disuguaglianza quando chi ne è colpito non ha voce per parlare? Isabel Allende (1942-) Scrittrice e drammaturga cilena. È considerata la più popolare romanziera latinoamericana. Ha venduto più di 35 milioni di copie dei suoi libri e le sue opere sono state tradotte in oltre 27 lingue. Figlia di Tomás Allende, diplomatico e cugino di Salvatore Allende.

72 Qualsiasi definizione di una cultura per la pace deve affrontare il problema del raggiungimento della giustizia per le comunità e gli individui che non possiedono i mezzi per competere o per avanzare senza un’assistenza strutturata e un aiuto solidale. Mahnaz Afkhami Fondatrice e Presidente di «Women's Learning Partnership» e Direttrice Esecutiva della «Foundation for Iranian Studies». Ex ministro per gli «Affari delle Donne» in Iran. Esiliata negli Stati Uniti, da oltre trent'anni è impegnata a favore dei diritti della donna e ha fondato varie organizzazioni non governative internazionali per il miglioramento della condizione femminile.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

73 Una società si abbrutisce infinitamente di più infliggendo regolarmente il castigo, che non sopportando, di tanto in tanto, il delitto. Oscar Wilde (1854-1900) Scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. Uno dei drammaturghi più rilevanti della Londra vittoriana, celebre per il suo acuto e sagace ingegno.

74 Se vogliamo un mondo di pace e di giustizia dobbiamo porre, con decisione, l'intelligenza al servizio dell'amore. Antoine de Saint-Exupery (1900-1944) Scrittore e aviatore francese, autore de «Il piccolo Principe». Studiò all'Università di Friburgo.

Pace e amore 75 Se desideri la pace con il tuo nemico, devi lavorare insieme a lui. Così diventerà il tuo socio. Nelson Mandela (1918-) Primo presidente del Sudafrica ad essere eletto democraticamente con suffragio universale. Importante attivista contro l'apartheid, fu incarcerato per 27 anni. Premio Nobel per la Pace nel 1993.

76 L’amore è, per la sua stessa natura, estraneo al mondo, ed è per questo, piuttosto che per la sua eccezionalità, che è non solo apolitico, ma antipolitico, forse la più potente di tutte le forze umane antipolitiche. Hannah Arendt (1906-1975) Teorica politica tedesca. Nelle sue opere affronta il tema della natura del potere, la politica, l'autorità e il totalitarismo in generale, oltre alla Shoah. Le sue acute analisi sulla società che la circondava, la rendono una delle più grandi pensatrici di tutti i tempi.

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PUNTI DI INCONTRO

77 Io credo che l'amore per la verità sia alla base della vera virtù e che la virtù basata sulla menzogna può arrecare solo danno. Bertrand Russell (1872-1970) Premio Nobel per la Letteratura nel 1950, fu uno dei più eminenti filosofi e matematici del secolo XX. Scrisse su una vasta gamma di temi, dai fondamenti della matematica e della teoria della relatività al matrimonio, i diritti delle donne e il pacifismo. Nel 1962, a 90 anni, intervenne nella crisi dei missili di Cuba per evitare che si scatenasse un attacco militare. Di fronte alla minaccia di una guerra nucleare, ha redatto, insieme ad Albert Einstein, un manifesto dal quale scaturirono le Conferenze Pugwash.

78 Di fronte ad alcune idee ti arresti perplesso, in particolare alla luce dei peccati dell'uomo, senza sapere se devi combatterle con la forza o con l’amore per l’umanità. Scegli sempre: «Combatterò con l’amore per l’umanità». Se radichi nella tua mente questa consapevolezza, potrai conquistare il mondo intero. L’umiltà dell'amore è una forza inappagabile; è più forte di ogni altra cosa e non vi è nulla che le possa essere paragonato. Fyodor Dostoyevsky - I fratelli Karamazov (1821-1881) Romanziere russo del secolo XIX. È considerato uno dei più grandi scrittori della letteratura russa e riconosciuto, spesso, come il fondatore dell'esistenzialismo. La sua opera I fratelli Karamazov è considerata un capolavoro della letteratura e uno dei più grandi romanzi mai scritti.

79 Il miglioramento della vita si è ottenuto solamente sulla base di una trasformazione della coscienza, nella misura in cui la legge della violenza è stata sostituita, nella coscienza degli uomini, dalla legge dell'amore. Leo Tolstoj (1828-1910) Romanziere russo che ha influenzato la letteratura e la politica del suo paese. Insieme a Fëdor Dostoevskij, è tra i giganti della letteratura russa del secolo XIX. Le sue più famose opere sono Guerra e Pace e Anna Karenina.

80 Non possiamo modificare il passato, ma possiamo modificare il nostro atteggiamento nei suoi confronti. Sradicare il senso di colpa e coltivare il perdono. Sradicare l’arroganza e seminare l’umiltà. Sostituisci l’odio con l’amore, solo così potremo costruire un presente rassicurante e un futuro promettente. Maya Angelou (1928-) Poetessa statunitense, saggista e attrice, importante figura del movimento americano a favore dei diritti civili.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

La pace porta alla pace La pace porta alla pace La pace al cammino verso la pace. La pace porta alla pace La pianta della pace viene dalla comprensione reciproca: la sua radice è il rispetto, e l'accettazione il suo fiore. Bitoriano Gandiaga

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