Luglio2015

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anno III n.7 - Luglio 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta



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Rimmel 2015 La copertina del numero di Luglio è dedicata a Francesco De Gregori che abbiamo seguito nel suo Viva Voce Tour. Intanto cresce l’attesa per il concertoevento che il 22 settembre vedrà Francesco De Gregori sul palco dell’Arena di Verona dove proporrà live integralmente, e per la prima volta, il suo disco più amato (insieme ai suoi più grandi successi) in occasione dei 40 anni di “Rimmel” (pubblicato nel 1975). Ospiti di DE GREGORI saranno alcuni tra i più importanti artisti italiani, amici e colleghi del cantautore che si alterneranno sul palco per

omaggiare le sue canzoni più amate. Dopo Malika Ayane, Caparezza, Elisa, Fedez, Giuliano Sangiorgi, Checco Zalone, Fausto Leali, Ambrogio Sparagna e L’Orage, si aggiunge anche Ligabue. Una partecipazione straordinaria, quella di Luciano, che suggella l’amicizia tra lui e Francesco: i due artisti infatti hanno già collaborato insieme nell’ultimo disco di De Gregori, “VIVAVOCE”, in un emozionante duetto sulle note di “Alice”, riproposta in una versione inedita ed apprezzata dai fan di entrambi i cantautori.

Altro appuntamento del mese di Luglio è quello con il Giffoni Fim Festival, nelle nostre pagine troviamo un bilancio dell’edizione fatto dal direttore Gubitosi, mentre sui nostri canali online è disponibile un’ampia galleria fotografica delle varie giornate e degli ospiti che si sono susseguiti al festival. Ancora, nell’ordine, troviamo le interviste a Perimetro Cubo, Roberta di Lorenzo, Edea, Maurizio Chi, fino ad arrivare alle nostre rubriche Arte, Emergiamo, Aces in my book, Concerti e Teatro.

Foto in copertina di Domenico Ruggiero

www.backstagepress.it



FRANCESCO DE GREGORI

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16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.

ROBERTA DI LORENZO

19 EDEA

21 MAURIZIO CHI

24 ARTE

27 EMERGIAMO

28 ACES IN MY BOOK

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ph Domenico Ruggiero

Francesco De Gregori Rimmel 1975 tx Alfonso Papa

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rosegue con grande successo il “VIVAVOCE Tour” di FRANCESCO DE GREGORI, con cui l’artista presenta live “VIVAVOCE”, il doppio album certificato disco di platino (certificazioni FIMI/GfK Italia) dove rivisita con arrangiamenti inediti 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio.

Durante il “VIVAVOCE Tour” Francesco De Gregori è accompagnato dalla sua band formata da Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle(pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax).

ph Domenico Ruggiero

Queste le prossime date del “VIVAVOCE Tour” (prodot-

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to e organizzato da Caravan e F&P Group): l’1 agosto al Teatro di Verdura di PALERMO, il 2 agosto all’Anfiteatro Falcone e Borsellino di ZAFFERANA ETNEA (Catania), il 5 agosto al Teatro D’Annunzio di PESCARA, il 6 agosto all’Arena Gigli di PORTO RECANATI (Macerata), il 9 agosto al Simmetrie Arezzo Festival 2015 di AREZZO, l’11 agosto al Canneto Beach di MARINA DI LEPORANO (Taranto), il 13 agosto al Campo Sportivo di TORRENOVA (Messina), il 17 agosto all’Arena Negombo di ISCHIA(Napoli), il 19 agosto alla Villa Bertelli di FORTE DEI MARMI (Lucca), il 4 settembre all’Arena Ponte Alto di MODENA e il 7 settembre in Piazza Papa Giovanni XXIII a VIGGIANO (Potenza). Prodotto da Guido Guglielminetti, “VIVAVOCE” (Caravan/Sony Music) contiene “Il futuro”, cover del brano “The future” di Leonard

Cohen, che De Gregori ha riadattato in italiano e proposto spesso live nei suoi concerti, ora per la prima volta in una versione registrata in studio, e una versione de “La ragazza e la miniera”, arrangiata e realizzata da Ambrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare Italiana. Il quarto singolo estratto dall’album(dopo “Alice”, in una nuova versione cantata in duetto con Ligabue, “La donna cannone”, in una nuova versione che vede la collaborazione di Nicola Piovani che ne ha arrangiato e diretto gli archi, e “Generale”),attualmente in rotazione radiofonica, è “LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE ‘68”, nella nuova versione contenuta in “VIVAVOCE”. L’album è disponibile nei negozi tradizionali (in una versione standard - doppio cd - e in una versione deluxe limitata e numerata - 4 vinili, doppio cd e booklet), in digital download e su tutte le piattaforme streaming.


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ph Domenico Ruggiero


Intanto cresce l’attesa per il concerto-evento “RIMMEL2015”, che il 22 settembre vedrà Francesco De Gregori sul palco dell’Arena di Verona dove proporrà live integralmente, e per la prima volta, il suo disco più amato (insieme ai suoi più grandi successi) in occasione dei 40 anni di “Rimmel” (pubblicato nel 1975). Ospiti di DE GREGORI saranno alcuni tra i più importanti artisti italiani, amici

e colleghi del cantautore che si alterneranno sul palco per omaggiare le sue canzoni più amate. Dopo Malika Ayane, Caparezza, Elisa, Fedez, Giuliano Sangiorgi, Checco Zalone, Fausto Leali, Ambrogio Sparagna e L’Orage, si aggiunge anche LIGABUE tra gli ospiti di FRANCESCO DE GREGORI il 22 settembre all’Arena di Vero-

na per “RIMMEL2015”. Una partecipazione straordinaria, quella di Luciano, che suggella l’amicizia tra lui e Francesco: i due artisti infatti hanno già collaborato insieme nell’ultimo disco di De Gregori, “VIVAVOCE”, in un emozionante duetto sulle note di “Alice”, riproposta in una versione inedita ed apprezzata dai fan di entrambi i cantautori.

ph Domenico Ruggiero

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Giffoni Film Festival

Il 2016 sarà il nostro stargate

tx Margherita Zotti

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hiederò al ministro Franceschini di fare una legge speciale per il Giffoni Experience affinché venga tutelato come patrimonio nazionale. Non serve molto, anche qualcosa di piccolo, ma di certo. Punta subito dritto al futuro del Giffoni Experience Claudio Gubitosi nel corso della tradizionale conferenza stampa di chiusura del Festival. Un’edizione “veramente bellissima” si è chiusa. “Abbiamo frantumato tutti i record dello scorso anno - ha evidenziato il direttore - grazie soprattutto alla forza e all’entusiasmo del mio team e nonostante la situazione di precarietà che vive costantemente il Festival”. Così, il direttore ha voluto anzitutto analizzare i problemi atavici degli ultimi anni, durante i quali il “team non ha percepito stipendi anche per 14 mensilità. Con la loro pazienza nell’accettare questa situazione sono i primi, veri grandi sostenitori del Giffoni, insieme alle aziende fornitrici che ci sono state vicine accettando molti disagi nei pagamenti e a tutto il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, Presidente in testa, che con fideussioni personali regge tutto il Festival”.

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Rimarcando come tutto ciò sia inaccettabile, il direttore ha così annunciato le sue prossime intenzioni. “Voglio dare una scossa all’Italia intera. Vedo troppa archeologia culturale nel nostro Paese. È per questo che noi vogliamo cambiare, senza crogiolarci nei successi del passato. Il 2016 rappresenterà per noi uno ‘stargate’, una nuova era, che si inaugura con la Giffoni Multimedia Valley. Vorremmo prendere altri venticinque giovani creativi dai 20 ai 30 anni ma non possiamo farlo se prima non cambiano le cose. Voglio scuotere le coscienze. Vorrei che tornasse in voga lo stile italiano: noi siamo e raccontiamo “la grande bellezza”, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo, senza preoccupazioni nel futuro”. Gubitosi comunque assicura: “Noi non ci fermeremo. Né alzeremo bandiera banca. Andremo avanti con tutta la nostra forza. Vogliamo svegliare l’Italia e questa regione mobilitando l’universo Giffoni, social e global, e si sa che quando i nostri ragazzi si incazzano sono capaci di qualunque rivoluzione”. “Il nostro progetto è sta-

to più volte visionato dai commissari europei per il controllo e abbiamo sempre avuto la bandiera verde. Purtroppo stiamo ancora scontando un terribile deficit per gli anni del 2009 e del 2007 quando ci hanno prima fatto spendere risorse e poi non ce le hanno assegnate. In questi anni non abbiamo trasferito a nessuno la nostra paura, men che meno ai ragazzi così pieni di voglia di vivere il loro Giffoni. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti, ma siamo stanchi. Discuteremo sicuramente di questo deficit che non è solo un problema nostro ma di tutti. Vogliamo procedure snelle e liquidazioni nei tempi previsti. Questa deve essere la grande sfida della Campania in Europa. Se dovessimo avere le garanzie che ci auguriamo per il Por 2014-2020, allora vi dirò cosa ci aspetta il futuro. Mancano 150 giorni a dicembre e in questi mesi dobbiamo mettere in ordine i finanziamenti vecchi, guardare ai nuovi e puntare sull’ingresso dei privati. Giffoni con questa edizione finisce e parte. Nascerà nel 2016 e vi invito tutti al lieto evento ma dobbiamo arrivarci pronti».


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ph Alfonso Papa


ph Alfonso Papa

Infine, Gubitosi ha lanciato un avviso ai privati. “Non è possibile – ha sottolineato – che le grandi compagnie energetiche, telefoniche e aeree non siano nostri sponsor, noi che portiamo la luce e l’energia, noi che facciamo parlare i ragazzi, noi che colleghiamo i giovani di tutto il mondo. Inoltre – ha rimarcato – sono tre anni che il Ministero delle Politiche Giovanile non ci finanzia. Chi meglio di noi e più di noi produce progetti per i giovani? Chi meglio di noi racconta questa generazione con le sue sfumature e i suoi cambiamenti? Chi vuole Giffoni, da adesso, se lo deve anche meritare. Vorrei che anche i nostri imprenditori

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salernitani ci sostenessero. Basterebbe che cento di loro investissero 5mila euro. Un piccolo gesto per darci tutti una mano, senza considerare il rientro di immagine che ognuno di loro avrebbe. Siamo il festival più low cost del paese. Noi costiamo un terzo del Cinema di Roma e un sesto di quello di Venezia con continua destagionalizzazione, esportazione del brand, occupazione e valorizzazione del territorio locale e regionale. Tutti dicono di essere orgogliosi di Giffoni ma adesso è necessario fare uno sforzo insieme e passare dalle parole ai fatti”.

la di scandaloso se anche loro, i nostri veri protagonisti, ci finanziassero in un moderno crowdfunding. Non sarebbero più solo giurati ma produttori di Giffoni”. Infine, ringraziando nuovamente il presidente del Giffoni, Pietro Rinaldi, e il sindaco, Paolo Russomando, Gubitosi ha ricordato la sinergia con il territorio. “Venezia aspetta ancora il Palazzo del Cinema da sessant’anni, mentre noi per la Cittadella ci abbiamo messo venti anni e siamo quasi pronti anche con la Multimedia Valley, simbolo di un sistema di collaborazione che ha funzionato”.

Il direttore si è poi rivolto anche ai giurati: “Non vedo nul- © Riproduzione riservata



Perimetro Cubo L’ultima ovvietà

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erimetro Cubo è un duo romano nato dall’incontro tra il cantautore Luigi Santilli e Andrea Orsini, chitarrista, arrangiatore e polistrumentista. Come avviene quest’incontro e come nasce il duo?

tx Alfonso Papa

sieme, ci siamo trovati bene stanza recente, ma ci sono ed è nata questa cosa un po’ anche delle cose che vanno indietro nel tempo. E’ frutcuriosa. to delle analisi, di fotografie Perimetro Cubo, come duo, di momenti particolari della è un nome, un concetto che vita, molto guardando all’innon esiste in matematica ed terno di se stessi. Musicalè un po’ un gioco tra due re- mente, invece, i pezzi sono altà ed anime molto diverse diventati anche li un tentativo tra loro. di raccontare queste sensazioni con le atmosfere musi“L’ultima ovvietà” una secali un po’ diverse tra di loro; rie di racconti di incontri, con brani acustici, brani rock desideri, rimpianti. Ci pree via dicendo cercando di non senti questo lavoro? fare cose tutte uguali.

ph Massimo Melone

Conosco Andrea da tanti anni ed essendo lui polistrumentista l’ho conosciuto proprio perché volevo migliorare il mio suonare la chitarra ed invece abbiamo cominciato a riarrangiare delle L’album nasce, possiamo Oltre a me ed Andrea l’album cose che avevo scritto. Da li poi dire, in momenti diversi è stato registrato con la collaè nata una collaborazione ed abdella mia vita. La gran parborazione di musicisti molto biamo cominciato a scrivere aste della produzione è abba-


bravi che sono: Pierpaolo Ranieri (basso), Pasquale Angelini (batteria e percussioni), Alessandro Forte (piano e tastiere) e Stefano Semprini (violino). I musicisti che hai appena menzionato, sono poi gli stessi che vi accompagneranno nei live? L’idea è quella, molti di loro ci saranno e ci piacerebbe che fosse così, ma non sempre si riesce a far coincidere gli impegni di tutti. Ogni brano si presenta con una propria identità, una sorta di anima musicale che caratterizza il testo. E’ stato

un aspetto voluto? Magari dipendente dal fatto che i brani non sono tutti nati nello stesso periodo? Un po’ è avvenuto in modo naturale nella costruzione stessa dei brani e poi nella finalizzazione del lavoro c’è stata anche un po’ una ricerca verso questo aspetto, una volontà di non seguire gli stessi cliché. L’ultima ovvietà può essere in qualche modo legato alla società attuale, ove magari con la globalizzazione tutto sembra in qualche modo troppo ovvio ma che poi in realtà non lo è?

Direi di si ed è un po’ lo spirito di questo titolo, che è anche un po’ autoironico nel senso che l’ultima ovvietà richiama un qualcosa di profondamente banale ma anche la canzone a cui fa riferimento risulta esser e poi una canzone molto amara in cui non c’è neanche uno spiraglio di ottimismo vuol rappresentare che anche le cose, che viste da fuori, sembrano banali, un film già visto quando le viviamo sulla nostra pelle diventano dei percorsi e delle esperienze molto complesse. © Riproduzione riservata

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Roberta Di Lorenzo

Adesso Guardami

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l tuo ultimo lavoro discografico “Adesso Guardami”, undici brani molto autobiografici ci racconti un po’ l’album? Anzitutto c’è un nome importante che vorrei citare ed è quello di Paolo Iafelice che è il produttore di questo album, che è riuscito a farmi ritornare sulle scene in quanto ero un po’ indecisa se scrivere un album o meno, ma poi confrontandomi con lui mi ha spinto a realizzare questo lavoro. Adesso Guardami è semplicemente una richiesta di attenzione, penso che un aspetto abbastanza tralasciato oggi è quello della cura verso le cose e verso le persone. Adesso Guardami è quindi come un adesso ascoltami.

stasi, per cui la trasformazione è inevitabile. Per me è stato così, il dolore di cui parlo è un dolore che viene affrontato e superato. Tutte le emozioni che una persona vive sono dei colori che fanno parte della nostra vita, quindi non solo dolore, sofferenza ma anche ironia un accumulo di sentimenti.

tx Alfonso Papa

fermarsi a guardare.

E’ una società che fagocita, quindi siamo spesso parte di questo meccanismo velocissimo. Ciò anche per la musica, pensiamo a quanta musica gira, musica molto bella ma anche musica spazzatura, tutti suonano, tutti cantano perché adesso ci sono questi mezzi che permetDel resto, questo è un tono di farlo, il che è un concetto molto attuale bene quando tutto ciò è nella società moderna. Il supportato dalla qualità mettersi in gioco e non ma dall’altro canto è un

Parli di piccole cose della vita di tutti i giorni, amore, sofferenza, ma soprattutto rinascita. Quanto è importante non arrendersi e trovare la forza per ripartire? Io considero la crisi come un buon trampolino di lancio per ripartire, quando c’è crisi significa che ci si sta ponendo un punto di domanda e quindi ci stiamo spostando da una

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male perché confonde mol- biografia con il coraggio di to di più rispetto al passato. espormi e non nascondermi dietro frasi fatte o storie Questo è il tuo terzo al- che non sono mie, ma ho bum, tu scrivi sia i testi scelto di parlare proprio di che la musica. Come è me e della mia vita. cambiato, in questo arco di tempo, il tuo modo di E’ un album che va a completare la mia esperienza scrivere? musicale anche dal punto E’ cambiato in maniera pa- di vista della musica. rallela a quanto sono cambiata io. Il primo album era Nel brano che da il titolo un album molto coraggio- all’album c’è un passaggio so era un lavoro molto clas- che dice “restituire al palsico non sembrava nean- co quello che mi ha dato”. che di una debuttante. Nel Com’è il tuo rapporto con secondo c’è stato un salto il palco e con il pubblico nella musica, un album che che ti segue? lasciava capire bene cosa volevo. Con questo metto Di grande onestà, sinceriuna nuova pietra, un’auto- tà, umiltà. Anche se negli

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anni passati ci sono stati dei momenti di grande sicurezza ed anche un pizzico di arroganza, ma poi andando avanti si fa il percorso inverso e si capisce che ci sono tanti vuoti ancora da colmare e quindi si restituisce un po’ quello che lui ti da. Se ci si approccia, da un punto di vista artistico, senza bugie senza menzogne il ritorno è sicuramente appagante. Cerco di unire i caratteri della mia vita, con i caratteri della mia arte, fondendo il tutto. © Riproduzione riservata


Edea

dall’Africa

tx Alfonso Papa

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hi è Edea e quando la musica irrompe nella tua vita?

personale. Invece poi, pian escursioni anche in inglese. piano, visto e considerato l’interesse, è diventato un Tutto questo perché io mi sento molto, molto, interqualcosa di più serio. nazionale essendo appunEdea è una cantante italoafricana, che nasca a Mi- Dall’Africa il tuo nuovo to italo-africana ma anche lano da madre africana e album, ricco di conta- sotto il punto di vista mupadre milanese, ma ad un minazioni e con spirito sicale perché ho sempre anno viene trapiantata nel multiculturale , del resto cantato sia in italiano che teramano e da li comincia tu fondi la cultura italia- in inglese ed anche toccana fare le prime esperienze na con quella africana. Ci do vari stili. sul palco tramite la musica. parli un po’ dell’album? Quindi ho proprio voluto A sedici anni comincia a Si “Dall’Africa” è proprio e cercato che questo disco fare le prime esperienze nato pensando ad unire fosse così, completamente live, non pensando assolu- la cultura africana a quel- diverso da quello che già tamente che tutto ciò po- la italiana, soprattutto ad c’era in circolazione, altritesse diventare un lavoro, unire stili diversi, quindi menti non mi avrebbe riiniziando per puro diver- pop, jazz, blues tutto in specchiata al 100% ; invece timento e gratificazione un unico disco che poi ha “Dall’Africa è stato proprio

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pensato per starmi addosso africana credo che sia mio come se fosse un vestito cu- dovere farlo perché mi sento anch’io un po’, non dico cito da un sarto. diversa, ma mi piacerebbe Nella grafica della coper- che si capisse che non c’è tina, più che un vestito niente di male nell’avere è proprio come un’im- nel proprio territorio perpronta della pelle quella sone con abitudini diverse. che porti, per cui forse c’è Certo nel rispetto delle reancora un qualcosa di più gole. marcato e più personale di quello che può essere un Se ognuno di noi cercasse di rispettare gli altri, all’iabito? nizio di ogni cosa, sarebbe Si è vero e mi rendo conto tutto più facile. con piacere che per fortuna si nota tutto quello che vo- Il video del brano vede imporlevo far emergere da questo collaborazioni tanti, tra gli altri citiamo lavoro. Duccio Forzano, come arIl singolo, da il titolo riva l’incontro con Ducall’album, un richiamo cio? forte alle origini e se vogliamo per altri versi mol- Ci siamo conosciuti tramito attuale oggi. Quanto è te amici comuni e poi per importante il legame con caso lui ha ascoltato il brale origini e quanto può no proponendomi questa collaborazione. In quindici aiutare la musica in ciò? giorni ci siamo organizzati, E’ veramente molto impor- ed abbiamo praticamente tante, sembrava che oggi fatto il video. Ed è venuto fossero superate tante cose come il razzismo, le discriminazioni, ma poi dai fatti di tutti i giorni ci si rende conto che non è affatto così. Per cui di strada da fare ce ne è assolutamente tanta per dichiarare la cosa superata. penso che la musica da questo punto di vista aiuti, perché i messaggi che viaggiano con la musica arrivano direttamente al cuore senza fare strani giri. Io essendo, appunto, italo-

fuori un lavoro che sembra studiato da mesi, ma come vi dicevo è stato tutto abbastanza veloce ed immediato. Sono soddisfattissima, Duccio Forzano è un professionista che non ha bisogno di presentazioni e sapevo di essermi messa in mani professioniste appunto. Tu sei al primo album, ma vanti già tantissime collaborazioni di rilievo, ci racconti una che ricordi particolarmente? Il ricordo che ho più nel cuore è sicuramente con Gatto Panceri, che è una persona straordinaria, siamo rimasti amici, ci sentiamo spesso e mi da sempre dei preziosissimi consigli. © Riproduzione riservata

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Maurizio Chi

Gli occhi al mare

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opo i primi due singoli, abbastanza ironici, arriva “Gli occhi al mare” molto più riflessivo rispetto ai precedenti. Ci parli del brano?

tx Alfonso Papa

nel prossimo autunno. nalità sia dal punto di vista Puoi anticiparci qualco- ritmico che dal punto di sa? vista del testo.

In realtà abbiamo chiuso l’album da pochi giorni, posso anticiparvi che nell’album ci saranno quasi Gli occhi al mare è un’e- tutte le sfaccettature della sigenza da parte mia, un urgenza nell’esprimere il bisogno di confrontarsi. Diciamo che tutto il mio progetto musicale è l’album che uscirà in autunno verte appunto sulla comunicazione e sui contrasti. Gli occhi al mare forse è il brano che meglio esprime questo concetto in quanto è un mettersi forse dalla parte più adeguata a guardare il mare, quindi non dal mare verso la riva, bensì dalla riva verso l’orizzonte. Ti da quella sensazione di sperare e confrontarsi con qualcosa che non si conosce, qualcosa che sta mia personalità. Non sono al di la dell’orizzonte stesso. canzoni una uguale all’alI singoli fino ad ora pre- tra, come già si è visto con sentati faranno parte di i singoli presentati, molto un album, che vedremo diversi tra loro, ogni canzone ha una propria perso-

E’ un album vario, sia un po’ come sono io e sia come dovrebbe essere la musica oggi.

Tu sei siciliano, ma per il video del brano “Gli occhi al mare” avete scelto la laguna veneziana, come mai?


to che poi ha delle partico- le poi tutto il lavoro avvielarità uniche come quelle ne in maniera quasi automatica e senza particolari della laguna. problemi. Invece da un punto di vista della realizzazione, ci Com’è oggi fare musica sono state diverse colla- per un artista emergente? borazioni importanti, ce Io credo nella bellezza del ne parli? web, perché a me ha aiutaDiverso come lo sono tutti i mari della nostra peni- Giacomo Triglia e Mirella to molto è ovvio che quello sola, noi abbiamo la for- Nania mi hanno dato tanto che fai deve avere un suo tuna di essere circondati dal punto di vista umano. effetto, certo c’è sicuramendal mare e mai un mare è L’incontro con Giacomo è te più concorrenza, ma l’aavvenuto in modo molto scoltatore sa discriminare uguale all’altro. casuale, gli scrissi ed an- ed apprezzare il lavoro di Far vedere la bellezza di che se ero un emergente qualità da quello più apquesto mare, del mare del- ho ricevuto risposta, mi ha prossimativo e non profesla laguna credo sia una in- ascoltato e si è messo a di- sionale. terazione tra me che sono sposizione del nostro prosiciliano abituato a naviga- getto musicale. re dall’isola verso i luoghi sconosciuti all’approdare Quando le cose partono in un posto come il Vene- con questo slancio natura- © Riproduzione riservata E’ stata scelta la laguna di Venezia perché un po’ il Veneto è la mia regione adottiva, io vivo a Padova da tre anni ma poi per il fascino e la bellezza di un mare completamente diverso.

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ndo CHIMICA corsi collettivi e individuali di:

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tx Marica Crisci

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Renè Magritte

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Questa non è una pipa(1928)

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l surrealista che ha avuto un maggior successo e riscontro nel suo pubblico è stato senza ombra di dubbio Renè Magritte (1898-1967). Nel campo grafico e pubblicitario è stato il più copiato e ancora oggi è fonte di ispirazione nel campo della comunicazione. Nelle sue opere surrealiste c’è sempre un misto tra umorismo e senso di macabro. Infatti vediamo spesso rappresentate figure di uomini con bombetta in situazioni assurde, stupefacenti e illogiche (Golconda - 1953). In altre opere invece, vediamo rappresentate figure di donna associate al mare e con

il volto avvolto in un panno (La storia centrale - 1928). La sua esistenza che lo rendeva apparentemente tranquillo, in realtà era una difesa ad un dramma vissuto da piccolo e che lo ha segnato per tutta la vita. All’età di quattordici anni, infatti, la madre si suicidò e fu ritrovata annegata con una camicia avvolta in viso. La sua fortuna arrivò piuttosto tardi quando Magrittè diede più importanza al pensiero che alle emozioni e fu proprio questo cambiamento a differenziarlo dagli altri surrealisti. L’opera che esprime questo cambiamento è “Questa non è una pipa” (1928). Si tratta

di una rappresentazione bidimensionale ed elementare di un oggetto comune, la pipa, accompagnata da una frase francese “ceci n’est pas une pipe”. La frase destabilizza subito lo spettatore. Ciò che voleva comunicare l’artista era evidente: l’oggetto disegnato non è una pipa e non è reale, ma è solo la sua rappresentazione bidimensionale. Per Magritte l’arte non copia e non ricrea la realtà, ma è un linguaggio convenzionale proprio come la scrittura. © Riproduzione riservata

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Better Place due luglio

tx Alfonso Papa milaq

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ome tutti i nostri lavori, “Veronica” è frutto e risultato delle idee di tutti noi quattro e del confronto continuo all’interno del nostro gruppo. Una sintesi partorita dal caos, insomma. Un lavoro di squadra al quale hanno collaborato nuovi amici, nuovi collaboratori. Un’avventura stimolante. Dunque, Luca, raccontaci “Veronica”, che affronta le piazze e gli store digitali, e i BetterPlace. Cominciamo da “Veronica”, allora. Diciamo subito che è parte di un viaggio, esistenziale e musicale. E’ iniziato con “La stazione” e “Salvatemi”, proseguirà con “Londra”, e a ottobre diventerà un disco. Aggiungeremo anche una cover italiana, che dobbiamo ancora decidere, ma sarà rigorosamente live, com’è nello stile della band, registrata durante uno dei nostri concerti estivi. Anche il titolo è top secret, per ora. Ma solo perché non lo sappiamo. “Veronica”, allora. Di che parla? E’ la personificazione di un luogo, Cattolica, che abbiamo frequentato, d’estate soprattutto. In questo brano condividiamo sensazioni, emozioni, immagini. Abbiamo fotografato i suoi angoli, interiorizzato sapori e profumi, elaborato le sue

atmosfere. Tutto questo è diventato il viaggio, parte di un viaggio, con la felicità dell’arrivo e la malinconia della partenza, quando si torna alla quotidianità. Parlavi anche di nuove e importanti collaborazioni. Nel mondo di BetterPlace sono entrati due musicisti importanti che hanno dato un nuovo abito al sound della band. Sono: Vince Pastano, chitarrista di Vasco Rossi e Luca Carboni, e Antonello D’Urso, chitarrista di Alice e dello stesso Carboni. Abbiamo anche cambiato studio di registrazione: “Veronica” è stata costruita nelle “Ex Cantine Studio” di Simone Casadio Pirazzoli a Imola. Importantissimo il supporto di Filippo Baietti e Chiara Beccherini. Queste professionalità ci hanno consentito di fare un salto di qualità necessario per rinnovarci, dopo i primi tre anni di attività. Con “Veronica” abbiamo voluto conservare la nostra identità, la nostra vena cantautorale, riservando cura e attenzione, come sempre, ai testi, in italiano. L’abito musicale, invece, spazia oltremanica, strizzando l’occhio a sonorità post-rock e british. Contaminazioni e mix di culture latine e anglosassoni. Raccontaci i BetterPlace.

Siamo due fratelli, Marco Floridi, che suona la batteria, e io, Luca, voce e tastiere. E due amici d’infanzia, Fabio Zini, il nostro chitarrista, e Mattia Lassi, il basso. La nostra passione per la musica si manifesta più o meno a tredici anni, sui banchi delle scuole medie. Nel 2012 cominciamo a fare musica insieme, ciascuno col suo stile, i suoi gusti, le sue inclinazioni. Un mix esplosivo, che riusciamo sempre a ricondurre a sintesi, insomma. Il primo EP, autoprodotto, s’intitola “Lentamente”. Verrà migliorato grazie al contributo di Roberto Bassi, arrangiatore di Alessandra Amoroso, e pubblicato all’inizio del 2014. Che è stato un anno magico, stando alla vostra biografia. Si, sempre quell’anno c’è la partecipazione al Trofeo RoxyBar di Red Ronnie, con la vittoria di una puntata che ci consente di salire sul palco con musicisti del calibro di Nek e Tricarico. Poi partecipiamo alle selezioni di UNA VOCE PER IL MEDITERRANEO, qualificandoci tra i dodici finalisti su un centinaio di partecipanti in tutta Italia. E saremo tra i quattro vincitori nella finale di Milo, Catania, con esibizione dal vivo assieme a Franco Battiato, Arisa, Riita Pavone, Cristiano De Andrè. La rassegna, peraltro, è dedicata a Fabnrizio De Andrè, al quale abbiamo dedicato “Salvatemi”, brano che abbiamo proposto assieme a “La stazione”. Decisamente, un anno magico. © Riproduzione riservata

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50th Karlovy Vary International Film Festival.

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arlovy Vary, Repubblica Ceca. In questa suggestiva cittadina incuneata in una vallata boschiva di un verde smeraldo, dal 3 all’11 luglio si è svolto uno dei festival cinematografici più interessanti dell’Europa Orientale e non solo. Attraversata da un canale che lambisce dolcemente il suo corpo vivo di Hotel e Spa, di ristoranti, bar e pasticcerie con i loro dehor e le terrazze colmi di tavolini; un corpo vivo di chioschi di cibo alle-

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stiti per l’occasione e dedicati al famelico popolo dei cinefili e di chioschetti più decorosi, bianchi come il latte, elegantemente inseriti nel contesto architettonico, riservati invece ai cacciatori di souvenir; un corpo vivo di vetrine zeppe di porcellane Thun e cristalli di Boemia o semplicemente a disposizione degli amanti dello shopping compulsivo, come ovunque.

numerose fontanelle dalle quali zampilla la tipica acqua termale di qui, caldissima e benefica e quello dei professionisti del cinema accreditati, segnati dall’immancabile collana di nastro arancione, alla quale è affidato il badge del festival, che danza gioiosamente a destra e a sinistra e rimbalza orgogliosamente sullo stomaco ad ogni passo. Anche questo è uno scorrere placido e tranquillo, proprio come quello del canaParallelo al canale, scorre il le, ma che restituisce un’atmofiume umano dei turisti, che sfera frizzante, una sensazione non manca di ristorarsi alle allo stesso tempo di protagoni-


smo e condivisione. Ovunque i visi appaiono segnati da una leggiadra serenità, certo, ma anche da una voglia seminale di partecipare, di conoscere, di confrontarsi. Giunto alla sua 50a edizione non senza traversie storiche e politiche di rilievo - il festival di Karlovy Vary si offre quale osservatorio privilegiato di talenti, incubatore di idee e proposte da e su un cinema fresco e tendenzialmente giovane (tante le opere prime di rilievo) e che non ha deluso le aspettative, tenendo appunto fede alla sua vocazione verso un cinema indipendente e d’autore, fatto di storie minime, spesso marginali e molto spesso a tinte forti e piuttosto cupe: una rappresentazione della realtà capace di insinuarsi negli stati d’animo dello spettatore (come solo il cinema sa fare) e la cui eco resta a lungo, anche molto dopo la visione. Frammenti di una realissima finzione, di personaggi talvolta geograficamente distanti, ma sempre umanamente vicinissimi, immagini che per nove giorni si sono rincorse sui tanti schermi del festival, componendo una proposta artisticamente seria, puntellata da qualche concessione più glamour e pop, da Richard Gere, testimonial hollywoodiano, ad Harvey Keitel (per il film “Youth - La giovinezza” del nostro Paolo Sorrentino), alla Master Class di oltre due ore, tenuta da George A. Romero, di fronte a giovanissimi entusiasti. Senza ovviamente

rinunciare all’immancabile e onnipresente “red carpet”, a guardia del quale spiccano due figure esili e slanciate, inarcate sotto il peso di un globo di cristallo, che come due angeli custodi, sono anche il simbolo più significativo del festival, il Crystal Globe. Il premio che non

e Harvey Keitel in un gustoso siparietto, alle prese con l’ingombrante Crystal Globe e con le sue infinite e inaspettate possibilità di utilizzo.

caratterizza solo la gara, ma che attraverso i deliziosi cortometraggi in bianco e nero, che fanno da sigla alle proiezioni, segna anche lo spirito goliardico e ironico della manifestazione. Cogliere le tendenze di un cinema che lascia poco spazio al compromesso, che restituisce una realtà troppo spesso drammatica, che attraverso un sguardo entomologico scava le viscere di personaggi disadattati o in difficoltà, non significa per forza rinunciare alla leggerezza. Andate a guardarli sul canale Youtube del festival queste brevi pillole di leggerezza, per capire di cosa parlo: troverete Danny DeVito, Hellen Mirren, Jude Low, John Malkovich, Mel Gibson

cifre offrono chiaramente il segno della sua abbondanza: 12.857 partecipanti accreditati, tra cui 10.623 Festival Pass, 547 cineasti, 1.017 film industry e 670 giornalisti e critici; 135.105 biglietti venduti; 488 proiezioni di cui 199 presentate da registi e/o interpreti; 233 film presentati, di cui 35 anteprime mondiali, 26 prime presentazioni a un festival internazionale e 123 anteprime europee. Sono stati inoltre presentati 25 cortometraggi e 40 documentari.

Impossibile ovviamente restituire la varietà di proposte cinematografiche di un festival come Karlovy Vary, le cui

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l progetto di prevenzione ai rischi del gioco d’azzardo patologico entra nel vivo ed a sei mesi dall’inizio, molteplici sono le attività in corso. Venerdì 24 Luglio, alle ore 18.00, presso l’anfiteatro “Vanvitelli” di Valle di Maddaloni si svolgerà il terzo evento di prevenzione; in quest’occasione i protagonisti saranno i bambini ed i ragazzi. Difatti mentre i genitori potranno prendere informazioni e materiali presso gli stand informativi, per i più giovani sono previsti giochi, animazione e laboratori creativi con l’intento di trascorrere un pomeriggio in armonia ed allegria all’insegna dei giochi di una volta.

Tra le altre cose, si sta organizzando una “caccia al tesoro” che vedrà il coinvolgimento di tutti i partecipanti in giochi di abilità, d’intuito e di gruppo fino a concludere il percorso con una sorpresa finale. Altra attività di rilievo, del progetto è lo sportello di ascolto, aperto lo scorso maggio e che ogni martedì dalle 16:00 alle 18:00 mette a disposizione supporto legale, mediazione familiare e assistenza psicologica sia per chi è affetto da dipendenza da gioco d’azzardo e sia per i familiari o semplicemente per chi vuole avere maggiori informazioni sulla problematica. E’ attiva anche una linea telefonica 327.882.7597 ove è possibile richiedere informazioni.

Poi ancora, prevenzione sul territorio, con il coinvolgimento dei tanti volontari delle associazioni partner che stanno distribuendo materiale informativo nelle piazze, scuole, parrocchie, associazioni, etc A tal proposito è stata messa a punto, anche, una lettera d’intenti che le associazioni promotrici del progetto stanno facendo sottoscrivere alle tante realtà presenti sul territorio. Con tale lettera, si condivide il messaggio e le azioni del progetto e si partecipa attivamente alla divulgazione dello stesso. Infine, proprio in questi ultimi giorni, è partita una campagna con testimonial del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo e della musica che con grande entusiasmo stanno aderendo in modo massiccio, con l’intento di raggiungere quante più persone con l’intento di far dire basta a chi è già preso dal gioco ma ancor di più prevenire il problema soprattutto informando i più giovani. Tutte le attività possono essere seguite sul sito web del progetto www.gameoverstopaldolore. com e sulla pagina facebook “Game Over. Stop al Dolore a casa del Giocatore”. © Riproduzione riservata




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