BibliHospice: catalogo manualistica 2013

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Biblioteca Itinerante Hospice “Gianni Papetta” Catalogo Manualistica 2013

La raccolta della Biblioteca Itinerante Hospice “Gianni Papetta” si articola in diverse sezioni, quali: manualistica hospice, narrativa, saggistica e varia, bambini e ragazzi, audiolibri etc. Il presente opuscolo descrive, titolo per titolo, i documenti della sezione che caratterizza la raccolta e la differenzia da quella di qualsiasi altra biblioteca. Con una scheda relativa al contenuto del volume, desunta dal sito internet della casa editrice che lo pubblica, si danno informazioni più o meno dettagliate (fornendo anche l’indice quando possibile) sugli aspetti affrontati all’interno della monografia, sull’autore e su quanto può rivelarsi utile per operare una scelta puntuale.


Autore: Ancelin Schützenberger, Anne Titolo: Uscire dal lutto. Superare la propria tristezza e imparare di nuovo a vivere Collana: Psiche Pubblicazione: Di Renzo, 2009 (88 pagine)

Descrizione La vita è fatta di cambiamenti e di perdite di ogni tipo, per i quali dobbiamo elaborare il lutto: morte, storie d’amore finite, licenziamento o pensionamento, esilio, traslochi... Spesso non abbiamo né l’energia, né la libertà di spirito, né la capacità di prendere decisioni positive e passiamo il nostro tempo a “ruminare”. Superare la propria tristezza e imparare a vivere di nuovo, ritrovare la pace interiore, la serenità, dare un altro senso alla propria vita: questa è la ragion d’essere di questo libro. Per uscire dal lutto, è necessario - vitale - ridarsi la carica, lasciare la presa, perdonare, accettare la perdita. Per farlo esistono delle tecniche e tutte passano per lo stesso cammino: circondarsi di amici, concedersi qualche piacere, ricostituire una scorta di “vitamine” emozionali...

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L’autore Anne Ancelin Schützenberger (1919), psicologa e psicoterapeuta francese, professore emerito all’Università di Nizza, è nota la grande pubblico per i suoi importanti contributi nel campo della cosiddetta “psicogenealogia”. Cresciuta a Parigi, dove ha compiuto i suoi studi, prima in matematica, poi in legge, in psicologia e in lettere, studi che ha dovuto interrompere a causa della Seconda Guerra Mondiale, nel corso della quale ha preso parte alla resistenza. Ha trascorso 3 anni negli Stati Uniti, dove si è specializzata in psicologia sociale e in dinamica dei gruppi e dove ha partecipato ai corsi dell’Istituto Moreno. Si è formata allo psicodramma con Jacob Levi Moreno, alla comunicazione non verbale con Erwin Goffmann alla scuola della Pennsylvania, alla terapia breve di emergenza con Diana Everestine, alla psicoanalisi con Robert Gessain e Françoise Dolto, all’analisi di gruppo con Sigmund Heinrich Foulkes, alla dinamica dei gruppi con gli allievi di Kurt Lewin. Ha inoltre lavorato con Carl Rogers, Margaret Mead e Gregory Bateson, e con il cosiddetto gruppo di Palo Alto. Ha partecipato all’organizzazione di un comitato per la creazione di un’associazione internazionale di psicoterapia di gruppo (lo IAGP), della quale è stata segretario generale e presidente. Ha inoltre organizzato il Primo Congresso Internazionale di Psicodramma. A partire dagli anni ’70, ha iniziato a interessarsi a metodi di cura complementari per i malati di cancro e al sostegno psicologico per i malati e i loro familiari. Dal 1967 dirige le ricerche del laboratorio di psicologia sociale e psicologia clinica, animando seminari e gruppi di formazione in tutto il mondo. Ha inoltre fondato una scuola francese di psicodramma, continuando l’insegnamento e il perfezionamento dello psicodramma e dei metodi di gruppi. Il suo grande merito è quello di aver presentato al grande pubblico il suo lavoro sula psicogenealogia, in particolare nel libro La sindrome degli antenati, divenuto un best-seller in tutto il mondo. Il suo contributo ha permesso a numerosi terapeuti di integrare l’aspetto transgenerazionale nella loro pratica psicanalitica. In particolare, Anne Ancelin Schützenberger volge la propria attenzione al contesto, ai fenomeni e alle situazioni nel proprio contesto familiare, storico, economico, culturale, nazionale e psico-storico. La ricchezza del suo approccio dipende dalla varietà dei suoi punti di vista: psicologia, psicoanalisi, psicologia sociale, antropologia culturale, terapia familiare e comunicazione non verbale, ovvero il linguaggio del corpo e l’uso dello spazio. Dopo il ritiro dall’attività accademica, ha proseguito la propria formazione sulla chiarificazione dei legami trans generazionali, dei segreti di famiglia, della lealtà invisibile e dei lutti non elaborati di perdite personali e familiari.

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Autore: DeSpelder, Lynne Ann Strickland, Albert Lee Titolo: The last dance. L'incontro con la morte e il morire Collana: Lexis. Tanatologia Pubblicazione: CLUEB, 2005 (442 pagine)

Descrizione Ampiamente riconosciuto come best-seller nel suo ambito disciplinare, The Last Dance, giunto ormai alla settima edizione negli Stati Uniti, illustra lo stato dell'arte e offre una copertura esauriente e interdisciplinare delle questioni relative alla morte, al morire e al lutto. Integrando il lato sperimentale e quello accademico, così come la dimensione emotiva e quella intellettuale degli studi sulla morte, questo notevole manuale combina solide basi teoriche e di ricerca con applicazioni pratiche alla vita. The Last Dance è quel trattato sull'incontro con la morte e il morire che è necessario in questo momento in Italia a tutti coloro che si occupano a qualche titolo della morte e del morire. In altri termini, questo trattato ci dice che non si comincia dall'anno zero, che sulla morte e il morire ci sono conoscenze consolidate, studi accurati e fondati, un'immensa bibliografia e impostazioni originali ed eccellenti dei quali non si può fare a meno nelle teorie, nei discorsi e nella pratica clinica sulla morte e il morire.

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Autore: Hennezel, Marie Titolo: Morire a occhi aperti Collana: I Draghi Pubblicazione: Lindau, 2006 (144 pagine)

Descrizione Siamo in tanti a domandarci come moriremo. Temiamo, giustamente, di terminare la nostra vita in uno stato di disfacimento inaccettabile, relegati in un letto, incontinenti, dementi. Abbiamo paura di diventare un peso per le nostre famiglie e per la società. Se siamo stati testimoni di certe situazioni penose, tendiamo a domandarci cosa sarà di noi e ci prefiguriamo gli scenari più drammatici. Come morire? Come mantenere la nostra dignità fino alla fine? L’eutanasia è il solo modo per morire dignitosamente? Decidere di morire è un atto di coraggio? Significa prendere in mano il nostro destino? In realtà raramente ci si accorge dell’inferno che si fa vivere ai propri cari programmando la propria morte. Un sinistro conto alla rovescia, che terrorizza, che paralizza la vita e le relazioni. Una tristezza infinita. C’è un’altra risposta possibile a questo desiderio di essere protagonisti di una morte dignitosa. Avere il coraggio di vivere lo svolgimento degli eventi, anche quando si perde la propria autonomia. Affidare il proprio corpo infermo nelle mani di chi ci ama, vivere questo scambio difficilmente esprimibile in cui la vulnerabilità richiama la tenerezza dei 5


gesti, in cui la fiducia reciproca genera un sentimento di dignità incomparabile. Se c’è libertà nell’anticipare la propria morte, nello sceglierne l’ora, se c’è nel rifiutare il proprio decadimento, ci sono una libertà e una dignità ancora più forti e ancora più belle nell’accettazione a occhi aperti della realtà. Si può così trarre un grande insegnamento, non dalla morte ma dalla vita. Gli ultimi momenti della persona amata possono essere l’occasione per spingersi insieme il più lontano possibile, in un’intimità e in una profondità in certi casi mai raggiunte prima. Si crede di conoscere tutto dell’altro, ed ecco che in questi ultimi momenti emergono tesori di umanità. Nonostante le piaghe della malattia o della vecchiaia, l’essere umano ha ancora qualcosa da trasmettere. L'autore Marie de Hennezel è un’autrice celebre per le sue riflessioni sulla morte, tratte dalle esperienze di accompagnamento ai morenti. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo La morte amica; La dolce morte e Il passaggio luminoso.

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Autore: Kast, Verena Titolo: L'esperienza del distacco Collana: Economici di qualità (EQU) Pubblicazione: Red, 2005 (144 pagine)

Descrizione La morte di una persona cara è solo un caso particolare di separazione; accade che l'essere umano debba accomiatarsi anche da un ideale, da un rapporto matrimoniale, da un vecchio modo di essere. Di fronte a questo l'atteggiamento più comune è il rifiuto di prendere atto della perdita subita, che invece va vissuta a fondo: la civiltà occidentale tende a esorcizzare la morte nascondendola in molti modi, mentre le singoli persone, non elaborando il lutto, bloccano il loro sviluppo psichico e rischiano stati depressivi. Verena Kast, sulla scorta di una lunga esperienza come psicoterapeuta, utilizza come materiale di studio i sogni dei suoi pazienti, interpretati alla luce delle teorie di C.G. Jung. La sua conclusione è che vivere a fondo tutte le fasi della separazione diventa il primo passo per lasciarsi alle spalle il passato e per guardare avanti. L'autrice Verena Kast è presidente dell'Associazione internazionale di psicologia analitica. Delle sue opere, red! ha già pubblicato: La coppia, Le fiabe di paura, Liti in famiglia, La migliore amica. 7


Autore: Kübler-Ross, Elisabeth Titolo: Impara a vivere, impara a morire. Riflessioni sul senso della vita e sull'importanza della morte Collana: I piccoli libri Pubblicazione: Armenia : 2001 (128 pagine)

Descrizione Questo libro, strutturato informa dialogica, affronta delicatissimi argomenti, quali l'eutanasia, il dolore nel corso di una lunga malattia, la difficoltà da parte degli adulti di accettare la morte di un bambino, il suicidio. L'intento dell'autrice è quello di far riflettere sul senso della vita e sull'importanza della morte. Autore: Kübler-Ross, Elisabeth Titolo: La morte è di vitale importanza Collana: L’uomo e l’ignoto Pubblicazione: Armenia, 2004 (206 pagine)

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Descrizione La morte è un momento di passaggio sublime e dolcissimo che ciascuno di noi può sperimentare con serenità lasciandosi alle spalle i rimpianti terreni e la paura del distacco dalle persone amate. L’autore Elisabeth Kübler-Ross (Zurigo, 8 luglio 1926 - Scottsdale, Arizona, 24 agosto 2004) è stata medico, psichiatra e docente di medicina comportamentale. Nata con parto trigemellare a Zurigo, in Svizzera, decise che avrebbe intrapreso la carriera medica già fin dall’infanzia, contro il volere del padre. È stata membro dell’International Voluntary Service for Peace durante la Seconda Guerra mondiale. Fu quindi nel 1945 che decise con determinazione di incentrare i propri studi sulla morte e sul morire. Dopo essersi laureata in medicina presso l’Università di Zurigo, dove aveva conosciuto il suo futuro marito e compagno di corso Emanuel “Manny” Robert Ross, dal quale ebbe due figli, si trasferì negli Stati Uniti nel 1958. Lavorando nei principali ospedali a New York, Colorado, e Chicago, rimase impressionata dal modo in cui venivano solitamente trattati i pazienti terminali, che venivano isolati e spesso sottoposti ad abusi. Elisabeth Kübler-Ross iniziò a tenere seminari per cambiare l’approccio del personale medico e infermieristico nei confronti di chi sta per lasciare questa vita. Nel 1995 si è ritirata in Arizona lasciando l’attività professionale. Dalle sue esperienze con i malati terminali ha tratto il libro Sulla morte e sul morire pubblicato nel 1969, che ha fatto di lei una vera autorità sull’argomento.Viene infatti considerata la fondatrice della psicotanatologia. Con psicotanatologia, o tanatologia psicologica, si definisce il sostegno psicologico davanti alla morte, sia per i pazienti terminali (accompagnamento alla morte) sia per i loro parenti (supporto durante le fasi terminali della malattia del congiunto, ed elaborazione del lutto in seguito al decesso). Il settore della psicotanatologia ha iniziato a svilupparsi presso gli hospice e le lungodegenze, grazie all’apporto di alcuni autori. Elisabeth Kübler-Ross, in particolare, viene considerata la fondatrice dell’approccio psicotanatologico con il suo modello a 5 fasi; le diverse fasi, da lei individuate attraverso molti colloqui ed osservazioni cliniche, rappresentano le principali “tappe di elaborazione psicologica” dell’evento-morte per chi riceve una diagnosi infausta: diniego, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione.

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Autore: Ostaseski, Frank Titolo: Saper accompagnare. Aiutare gli altri e se stessi ad affrontare la morte Collana: Oscar Saggi Pubblicazione: A. Mondadori, 2006, (108 pagine)

Descrizione Nella nostra società la morte è vista soprattutto come un fatto clinico. Ma essa è in realtà qualcosa di più: è un momento di enorme valore psicologico, emotivo, spirituale. Il nostro rapporto con la morte dipende dal nostro rapporto con il dolore, con noi stessi, con quanti ci amano e con quanti amiamo, con la nostra concezione della divinità o i nostri valori fondamentali, come l'altruismo. Di enorme importanza, per la qualità di vita dei nostri ultimi giorni, sono le persone che ci circondano. Purtroppo molto spesso i familiari, gli amici, persino il personale sanitario, sono impreparati di fronte alla sofferenza estrema e alla fine. Ben consapevole di ciò, Frank Ostaseski offre in questo libro un utile spunto di riflessione per tutti, laici e credenti, su come accompagnare i morenti nei loro ultimi istanti. Senza pretendere di impartire lezioni o ricette infallibili, ma aiutando a far emergere quella parte naturalmente gentile e capace di accogliere la sofferenza altrui che è parte integrante del nostro essere umani.

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Autore: Rustici, Fiorella Titolo: Morire senza paura. Come aiutare una persona che sta per lasciarci e noi stessi Collana: Medianità Pubblicazione: Hermes, 2005 (175 pagine)

Descrizione Un libro ricco di conoscenza sulla Dimensione della Morte, che descrive quello che accade alla persona prima, durante e dopo la morte del corpo, e cosa succede all’anima – o forma astrale – e a tutti gli strati energetici ad essa collegati, quando vengono frammentati. La forma astrale è composta da parti differenti che comprendono ciò che abbiamo ereditato dagli antenati, quello che ci portiamo dietro dalle nostre vite passate e ciò che costruiamo giorno per giorno grazie agli attimi di consapevolezza della vita presente. Dopo la morte, la parte di anima più positiva ed spiritualmente evoluta entra nel Tunnel di Luce dove incontra gli Esseri che la conducono ai Mondi Superiori. Viceversa le parti di anima collegate alla mente inferiore-animale, più degradate spiritualmente, attraversano il Tunnel delle Tenebre e le Dimensioni Inferiori. Quando si muore, il corpo fisico torna alla terra, ma la mente non può farlo perché è composta da energie diverse. Parti di essa allora trasmigrano insieme a parti di forma astrale nei familiari e parenti, negli amici e nei conoscenti ancora vivi. 11


Durante la fase finale dell’esistenza, la persona rivede il film della propria vita e la sua coscienza osserva sia le azioni positive fatte con amore, etica e responsabilità, sia i mostri energetici che invece ha creato con cattiveria, odio, rancore, invidia, omissioni, e paure. Questo testo racconta anche cosa accade a chi che muore per incidente, infarto o morte improvvisa, e insegna come comportarsi nei riguardi di un caro trapassato per non fare di lui “un’anima in pena” e per non diventare tali noi stessi quando sarà il nostro momento. L’Autrice dà molti consigli pratici sulle cose da fare o da far eseguire al malato nel tempo di vita che gli rimane, per ricaricarlo energeticamente e renderlo sereno e in pace con la propria coscienza.

Autore: Rustici, Fiorella Titolo: Morire senza paura : come aiutare una persona che sta per lasciarci e noi stessi Collana: Itinerari Pubblicazione: Hermes, 2005 (PAGINE)

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Descrizione L'hospice è un luogo di cura destinato ad accogliere il malato affetto da patologia cronica e inguaribile. Esso rappresenta non solo un luogo, ma anche una filosofia terapeutica che, attraverso le cure palliative, si propone di intervenire sulle dimensioni fisiche, psicologiche, sociali e spirituali della sofferenza. Vegliate con me è il primo scritto della fondatrice del movimento hospice pubblicato in lingua italiana; da esso emerge chiaramente il fondamento spirituale cui si rifà chi ha deciso di 'vegliare' accanto a chi è prossimo al 'passaggio' dalla vita alla morte. Una scelta che può dischiudere orizzonti ricchi di speranza per i medici, i malati e i familiari. Il testo raccoglie cinque saggi in cui l'autrice descrive il cammino che l'ha portata a creare il primo hospice di concezione moderna. Riscoprire le origini cristiane delle moderne cure palliative non può essere un limite per chi non vive un'esperienza religiosa, ma costituisce indubbiamente per i credenti uno stimolo forte alla testimonianza. L’autore Cicely Saunders (1918-2005) è la fondatrice del movimento hospice, che ha promosso e diffuso, prima in Inghilterra e poi nel resto del mondo, l'importanza delle cure palliative, quel complesso di cure mediche, psicologiche, spirituali e sociali che si propongono di avere un approccio globale nei confronti dei malati inguaribili. Per questo ha fondato a Londra nel 1965 il St. Christopher hospice, punto di riferimento ancora oggi per tutta la comunità dei curanti impegnati in questo tipo di medicina.

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Curatori: Bonetti, Marco Rossi, Marina Viafora, Corrado Titolo: Silenzi e parole negli ultimi giorni di vita Collana: Scienze umane e sanità Pubblicazione: Franco Angeli, 2003 (264 pagine)

Descrizione La ricerca di fondo che anima e unifica i contributi raccolti nel presente volume si articola attorno al confronto tra diverse interpretazioni della dimensione umana della morte e del morire. Si tratta perciò di un approccio essenzialmente antropologico, presupposto ineludibile, per quanto riguarda il livello assistenziale, di ogni programma di umanizzazione dell'assistenza al malato terminale e, per quanto riguarda il livello più specificamente etico, passaggio obbligato di un'adeguata istruzione dei problemi che insorgono nel contesto delle Cure Palliative. Sviluppatosi nella prospettiva dell'umanizzazione del morire, contro il progressivo impoverimento umano cui il morire è esposto all'epoca della tecnicizzazione della medicina, il movimento delle cure palliative non è esente da una connotazione di ambiguità: tentativo di socializzazione del morire, oppure nuova forma di medicalizzazione? La soluzione di questa ambiguità richiede di ravvivare l'intenzionalità originaria delle Cure Palliative: aiutare a vivere fino alla fine. É in sostanza l'intenzione di valorizzare il tempo del morire, ottrarlo alla deriva della residualità, al rischio della logica 14


della "rottamazione". Nel presupposto che, anche nella fase terminale, un paziente rimane persona e in quanto tale in grado, se posto nelle adeguate intenzioni, di fare dell'ultimo tratto della sua vita, un'esperienza di crescita. E tuttavia, se questo presupposto offre un chiaro orientamento, si deve tener conto delle difficoltà che la pratica dell'accompagnamento del malato terminale comporta. Di fronte alla richiesta di prestazioni di alta intensità solidaristica che l'accompagnamento comporta, come non notare l'incongruenza tra questa richiesta e il diffuso atteggiamento di "apatia" che si pone nei confronti della sofferenza in termini di pregiudiziale rifiuto? Se per concetto di "terapia" viene tradizionalmente inteso solo l'intervento finalizzato a risolvere o migliorare uno stato negativo, com'è possibile un impegno terapeutico in una realtà che è inguaribile? Con quali motivazioni alimentare l'impegno terapeutico-assistenziale? Su quali livelli di competenza si possono o si devono investire le proprie aspirazioni professionali anche per la cura del malato per il quale "non c'è più niente da fare" in termini di guaribilità? I curatori Marco Bonetti, dirigente medico esperto in organizzazione dei Servizi e di formazione in ambito socio-sanitario, referente del programma formativo della Regione Veneto per lo sviluppo della rete di cure palliative. È curatore del volume "Il dolore è narrato: la comunicazione con il malato oncologico Grave", Centro Scientifico Editore, Torino 2001. Marina Rossi, psicologa, psicoterapeuta ed esperta in formazione professionale, è funzionario regionale della Direzione Piani e Programmi Socio-Sanitari della Regione Veneto, incaricata della progettazione e realizzazione delle iniziative formative regionali per lo sviluppo dei servizi di assistenza e cura ai malati in stato di particolare gravità. Corrado Viafora, professore di Filosofia morale presso l'Università di Padova, insegna Bioetica nella Facoltà di Scienze della Formazione e nella Facoltà di Medicina e Chirurgia

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nella Facoltà di Medicina e Chirurgia. Fa parte nella stessa università del Corpo Docente del Dottorato di ricerca in Metodologia clinica e del Corso di Perfezionamento in Bioetica, è presidente del Comitato di Bioetica del Dipartimento di Pediatria. Dal 1988 coordina la ricerca e le attività di formazione del Progetto Etica e Medicina della Fondazione Lanza. È membro della European Society for Philosophy of Medicine and Health Care. È autore di Fondamenti di Bioetica, Ambrosiana Editrice, Milano 1989 e curatore di: Vent'anni di Bioetica: idee, protagonisti, istituzioni , Gregoriana Editrice, Padova 1990; Comitati Etici: una proposta bioetica per il mondo sanitario , Gregoriana Editrice, Padova 1995; Quando morire? Bioetica e diritto nel dibattito sull'eutanasia, Gregoriana Editrice, Padova 1996. Dirige, insieme a P. Benciolini, la Collana "Etica e Medicina", pubblicata da CIC Edizioni Internazionali, Roma. Parte I. Aspetti socio-sanitari nell'assistenza al malato terminale Federico Neresini, L'organizzazione sociale e il malato terminale: la società veneta di fronte alla fine della vita. Anna Mancini Rizzotti, Pratica delle donne ed esperienze di volontariato nell'accompagnamento del malato terminale. Renzo Pegoraro, Nuovi riti nella compassione religiosa? Una fase di transizione nella realtà veneta. Parte II. Silenzi e parole nella ricerca di senso Salvatore Natoli, Le figure del patire nel mondo occidentale. Corrado Viafora, Le figure del morire nel mondo occidentale. Giuseppe Goisis, Di fronte al patire e al morire: la ricerca dei significati in una condizione estrema. Parte III. Le dimensioni professionali nell'assistenza al malato terminale Adriano Paccagnella, C. Mastromauro, S. Zizzetti, S. Paro, La gestione della fase terminale: come sono cambiati pensiero e pratica degli oncologi. Pierangelo Lora Aprile, Il medico di famiglia nell'assistenza al malato in cure palliative Adriana Dal Ponte, Carlo Tenni, Renata Brolis, Il ruolo dell'infermiere nelle cure palliative. Gabriella Morasso, Adriano Lagostena, L'assistenza psicologica al malato terminale. Lisa Sartori, L'educazione professionale nell'Unità di cure palliative. Lucio Pinkus, L'integrazione della dimensione personale e della dimensione professionale nell'assistenza al malato terminale. Parte IV. Aspetti istituzionali nell'assistenza al malato terminale Pietro Gonella, L'assistenza al malato terminale: il ruolo dell'Amministrazione di un'azienda ULSS. Marco Bonetti, Filippo Palumbo, Marina Rossi, Cure palliative: il programma formativo della Regione Veneto. Giunta Regionale del Veneto, Linee di indirizzo per l'assistenza al malato neoplastico grave e in condizioni di terminalità e per lo sviluppo delle Cure Palliative.

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Imparare a dirsi addio: quando una vita volge al termine

Parlare ai bambini e ai ragazzi

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Autore: Arènes, Jacques Titolo: Dimmi, un giorno morirò anch'io? Collana: Professione genitore Pubblicazione: Edizioni scientifiche Magi, 2001 (134 pagine)

Descrizione Le domande piĂš sconcertanti che i bambini, prima o poi, rivolgono ai genitori e le risposte che i genitori, prima o poi, dovrebbero dare. Il volume analizza la pedagogia della rinuncia e del lutto, fenomeni inseparabili dalla vita. Il problema della sofferenza, il dolore psicologico legato alla perdita, la metamorfosi dell'adolescenza e il lutto dell'infanzia, l'elaborazione del lutto in psicoanalisi sono i temi centrali dell'opera.

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Autore: Boni, Cesare Titolo: Vado e torno. La verità della vita e della morte vissuta e raccontata da un ragazzo per i ragazzi e per gli adulti Collana: Oltre la vita Pubblicazione: Amrita : 2009 (100 pagine)

Descrizione Enrico cade accidentalmente in un fiume e sarà salvato dal suo cane. Avrà però avuto il tempo di fare una NDE, un’esperienza di prossimità della morte, un’esperienza né paurosa né tragica, ma di grande libertà interiore e di grande crescita. Dopo l’incidente gli pare d’avere un nuovo paio d’orecchie e due occhi nuovi: il mondo, infatti, non è più lo stesso di prima, perché visto attraverso nuovi valori. La storia, omaggio appassionato alla vera natura delle cose e degli uomini, si ispira a personaggi e fatti reali e consente di affrontare, anche con i più giovani, il grande “non detto”, la grande paura: cosa ci aspetta “dopo”. Formulato espressamente per un pubblico di adolescenti e pre-adolescenti e corredato di note-guida per genitori e insegnanti, il libro è già in uso in molte scuole italiane sia come testo di studio che di libera lettura. L’autore Cesare Boni, tanatologo, per anni docente alla scuola di specializzazione in Psicologia del ciclo della vita dell’Università Statale Federico II di Napoli, è autore di Dove va l’anima dopo la morte.

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Autore: Schaefer, Dan Titolo: Come dirlo ai bambini. Come aiutare i bambini e gli adolescenti ad affrontare la morte di qualcuno Collana: Guide Pubblicazione: Sonda, 2009 (176 pagine)

Descrizione Cosa significa morire? Perché le persone muoiono? E gli animali? Cosa succede al loro corpo? Sono queste alcune delle domande che restano nella mente della maggior parte dei bambini che si trovano a dover affrontare l’esperienza della “perdita”. Le famiglie affrante dal dolore tendono affettuosamente a evitare l’argomento, ma «far finta di niente» può essere molto dannoso per bambini e adolescenti che sono nell’impossibilità di esprimere ciò che sentono e di elaborarlo con il sostegno dell’adulto. Sulla base della lunga esperienza professionale e personale, Dan Schaefer ha concepito un metodo per affrontare con i bambini il tema della morte. Con un linguaggio immediato ma preciso e facendo riferimento alle più diffuse teorie contemporanee sulla psicologia infantile e sull’elaborazione del lutto, Schaefer insiste sull’importanza di esprimere i sentimenti e le emozioni legate alla perdita, prima di tutto da parte di adulti, punto di riferimento per i figli che hanno bisogno di «essere educati» alle separazioni e agli abbandoni. 20


Un manuale che fornisce agli adulti le strategie necessarie per assistere i bambini colpiti da dolori e traumi, per aiutarli a gestire il complesso mix di emozioni attraverso un linguaggio che i bambini possono comprendere. Il volume raccoglie anche molti esempi di dialoghi ed esperienze in rapporto alle diverse tipologie di perdite (morte improvvisa, dopo una lunga malattia, suicidio, omicidio, morte di un familiare, di un amico, di un animale da compagnia) che possono suggerire le parole da utilizzare per offrire una spiegazione e dare un supporto emotivo che favorisca l’elaborazione e l’espressione dei sentimenti legati alla perdita. L’autore Dan Schaefer è uno straordinario conferenziere noto a livello internazionale. Attraverso l’attività più che ventennale presso l’impresa di onoranze funebri di famiglia, ha avuto modo di occuparsi dell’impatto che la morte e il lutto hanno sulle persone, nelle imprese e in particolare sui bambini. Ha elaborato delle strategie per il miglioramento delle prestazioni professionali durante il lutto, per la gestione dello stress aziendale e per la riduzione degli effetti del lutto stesso nell’ambiente di lavoro. Come dirlo ai bambini è nato proprio da questa esperienza di relazione con persone che hanno subito la perdita di un familiare o di una persona cara. È docente presso numerose facoltà universitarie di tanatologia. Consulente per enti nazionali, pubblici e locali, tra cui New York City Health and Hospitals Corporation, New York City Board of Education, New Jersey League of Municipalities, Veterans Administration Health Care System, Survivors of the Shield, e TAPS, un’organizzazioneche si occupa dei familiari dei cadutiin guerra. Inoltre fa parte dell’American Society of Training and Development e dell’Institute of Management Consultants. 21


Autore: Serina, Clara Titolo: I bambini raccontano… la morte. Riflessioni sulla vita Pubblicazione: Clara Serina, 2001 (301 pagine)

Descrizione Ascoltare i bambini su ciò che è poco dicibile: la morte, il dolore, la paura. Le storie scorrono veloci e intense. Il lettore può viaggiare attraverso i racconti dei bambini. "La nostra mente ci fa pensare alla morte tutti i giorni" dice Joaozinho, un bambino brasiliano. Il dire e il non dire, essere travolti e vivere insieme lo stupore delle emozioni. "Quando avevo cinque anni e andavo a dormire, avevo gli incubi" racconta Claudiane. "Io non ho potuto salutare mia nonna perché nessuno mi ha detto che stava morendo" dice Margot. Il colloquio è un'arte. L'autrice si rivolge al bambino accogliendolo, attenta a osservare reazioni e vissuti sia personali che del bambino stesso. I piccoli intervistati hanno la possibilità di esprimersi e di interagire con l'immaginario emotivo e la fantasia. Una guida per cogliere nuovi orizzonti di comunicazione con i propri figli su argomenti ancora oggi poco accessibili. Il lettore trasforma l'immaginario che ha del bambino, lo avvicina e lo può aiutare a crescere in modo più consapevole e felice. 22


I bambini insegnano la strada da percorrere attraverso le parole del cuore. "Io dovevo decidere nel sogno la luce o rimanere nel mio corpo" riferisce Alessia che poi ci racconta quali indicazioni il sogno le ha dato per rimanere viva. La cornice poetica nella quale l'autrice presenta i racconti ci accompagna in modo rassicurante verso ciò che spaventa. Rispetto e sacralità nel fluire del tempo fra vita e morte. Dall'india, al Brasile, all'Italia i bambini rivelano lo stesso dramma, il senso di esclusione dal mondo dell'adulto e il desiderio di una nuova comunicazione. Il testo consente la scoperta e l'utilizzo di uno strumento che dona nuovi significati al dialogo, nella vita quotidiana. Autore: Voglino, Cristiana Titolo: Aiutami a non aver paura Pubblicazione: Claudiana, 2009 (224 pagine)

Descrizione L'esperienza della malattia grave di un bimbo ci coglie impreparati: è sconvolgente, incomprensibile. Cristiana Voglino racconta la ricerca di senso e di aiuto negli umanissimi, scambi con le persone incontrate in ospedale – altri genitori e bimbi, ma anche medici, chirurghi, infermieri, maestri, psicologi, terapisti della riabilitazione… – con storie e riflessioni che toccano nel profondo. 23


Un giorno un bambino affetto da una gravissima malattia, affaticato dalla quotidianità e preoccupato di dover affrontare un domani incerto, è riuscito a dire: "Aiutami a non avere paura". La sua richiesta di aiuto è risuonata profondamente dentro di me quando, da genitore, ho vissuto la terribile esperienza di un figlio malato e ho dovuto affrontare, a mia volta, la Grande Paura. Io, questa storia non avrei voluto scriverla, ma le parole hanno preso vita da sole nell'intenso dialogo con le persone incontrare in questo durissimo ma ricco cammino verso quella che chiamo "pedagogia del coraggio". L’autore Cristiana Voglino, attrice, cantante, danzatrice e musicista, ha scritto testi di metodologia e didattica teatrale e musicale su cui conduce corsi e seminari in Italia e all'estero.

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Autore: A. F. Lieberman, N. C. Compton, P. Van Horn, C. Ghosh Ippen Titolo: Il lutto infantile. La perdita di un genitore nei primi anni di vita Collana: Aspetti della psicologia Pubblicazione: Il Mulino, 2007 (176 pagine)

Descrizione La morte di una persona amata rappresenta l'esperienza emotiva piÚ dolorosa vissuta dagli esseri umani. Nel caso poi in cui sia un bambino a perdere un genitore, per lui principale fonte di sicurezza e benessere, questo tipo di evento può assumere dimensioni catastrofiche, con conseguenze assai destabilizzanti sul piano evolutivo. Per essenza prematura, la morte del genitore di un bambino porta con sÊ orrore e tragedia al massimo grado. Il volume espone in modo chiaro e diretto un insieme di linee guida che presiedono al trattamento di bambini vittime di un lutto traumatico precoce. Vengono illustrate le reazioni alla perdita, le complicazioni che possono emergere nel processo di elaborazione del lutto, gli approcci di valutazione, gli interventi clinici. Attraverso alcuni casi sono esemplificate le risposte dei piccoli alla morte del genitore e le strategie che psicologi e famigliari possono mettere in atto per assicurare ai bambini uno sviluppo adeguato, pur nel contesto di una situazione cosÏ problematica.

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L’autore Alicia F. Lieberman, Nancy C. Compton, Patricia Van Horn e Chandra Ghosh Ippen, psicologhe cliniche, operano nell'ambito del Child Trauma Research Project, un programma della UCLA condotto presso il San Francisco General Hospital. Il programma fa parte delle iniziative del SAMHSA-National Child Traumatic Stress Network, nel cui ambito Lieberman dirige l'Early Trauma Treatment Network.

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Imparare a dirsi addio: quando una vita volge al termine

Suggerimenti per gli operatori

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Curatore: Cianfarini, Maurizio Titolo: La malattia oncologica nella famiglia. Dinamismi psicologici ed aree d'intervento Collana: Biblioteca di testi e studi Pubblicazione: Carocci, 2011 (120 pagine)

Descrizione Tutte le culture sanitarie riconoscono ormai che nel momento in cui una patologia colpisce una persona, viene coinvolta immediatamente tutta la famiglia: la sua relazione interna e la sua relazione con l’esterno. La famiglia è la prima rete relazionale e la prima dimensione soggettiva dell’individuo; ha un suo specifico equilibrio ed una sua stabilità che dovrebbero essere mantenuti e preservati anche di fronte ad eventi critici e potenzialmente devastanti come la malattia oncologica; la famiglia è infatti il contesto all’interno del quale il malato risponde all’esperienza del cancro. Analizzare l’impatto della malattia oncologica nella famiglia, quindi, implica necessariamente l’utilizzo di una prospettiva multifattoriale, in quanto le dinamiche e i soggetti coinvolti sono molteplici e solo tramite un’analisi integrata di ogni aspetto si può arrivare alla comprensione del fenomeno. Comprensione utile a fini conoscitivi ma soprattutto per offrire al paziente oncologico e alla sua famiglia un supporto idoneo e completo. Il volume affronta temi strettamente correlati a un fondamentale percorso di cura: il benessere della persona nella sua interezza ed integrità tridimensionale (fisicapsichica-esistenziale). Un percorso che tenga conto della 28


possibilità di un’assistenza di cura continuativa che esca dalle mura ospedaliere; un percorso di cura che rispetti e cerchi di garantire i ritmi quotidiani ed una serenità familiare; un percorso che non abbandoni la famiglia nello stesso momento in cui la malattia, in caso di guarigione o di decesso della persona cara, lascia il luogo ove si è generata. Indice Prefazione. La malattia oncologica nel contesto familiare di Maurizio Cianfarini Tumori infantili, famiglia e PTSD di Gianni Biondi La relazione famiglia-équipe curante come risorsa in oncologia pediatrica di Patrizia Rubbini Paglia La famiglia "dentro" la malattia di Maurizio Cianfarini Comunque genitori. L’importanza del sostegno genitoriale nell’esperienza di malattia di Raffaella Restuccia Diagnosi e familiari: chi va preso in carico? di Nilla Verzolatto Famiglia e familiarità: la paura del contagio in oncologia di Maurizio Cianfarini Valutazione dei bisogni di assistenza e cura del paziente oncologico: confronto tra popolazioni di Chiara Corvasce La malattia oncologica nella senescenza di Luigi Scoppola È possibile vivere con il morire? L’esperienza di pazienti e famiglie nell’assistenza domiciliare di Giampiero Morelli Il bisogno di sapere: come, quando e perché di Maurizio Cianfarini L’Associazione "Moby Dick" si presenta Il curatore Supervisore di gruppi di lavoro, Maurizio Cianfarini lavora alla U.O. di oncologia, Azienda universitaria Policlinico Umberto I di Roma. È presidente dell'Associazione per le unità di cura continuativa Moby Dick e direttore del corso in Psicologia oncologica e delle malattie organiche gravi.

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Curatori: Albano, Ugo - Florida, Rita - Lisi, Patrizia, Martinelli - Nicola Titolo: La dignità nel morire. Intervento sociale, bioetica, cura del fine vita Pubblicazione: La meridiana, 2010 (PAGINE?)

Descrizione “Uno Stato che saprà rispettare le scelte di fine vita, sarà più capace di rispettare le tante straordinarie vite che siamo.” (Piergiorgio Welby) Oggi, “assistere i morenti” rappresenta un dovere fondamentale della società civile nei confronti delle persone. Il fenomeno è nuovo perché oggi si muore sempre più spesso in ospedale lontano da casa e dall’affetto dei propri cari. E l’ospedale, costretto ad accogliere molti malati in fase terminale, si trova impreparato. Un tempo l’assistenza alle persone gravemente malate era un compito che ricadeva sulle famiglie, mentre oggi tra la struttura sanitaria e la famiglia si genera una frattura. Il malato, così, si trova affidato alle cure di un’istituzione sanitaria, pubblica o privata, che dispone di mezzi e personale specializzato, ma non in grado di compensare la perdita delle relazioni umane. Si muore in stanze d’ospedale impersonali, male e soli. L’isolamento che circonda colui che sta per morire non è solo un fenomeno psicologico ma è soprattutto una conseguenza del nostro modo di organizzare il momento della 30


della morte. Questo contesto configura un ambito assolutamente inedito eppure cruciale in cui collocare l’azione di un servizio sociale che operi per ricucire la frattura relazionale tra il paziente, i suoi cari e il sistema sanitario. In quella frattura si consumano, infatti, decisioni di straordinaria densità sul fine vita. Di questo non si discute né si pubblica. Queste pagine, le prime in assoluto su un tema ormai evitato dall’ipocrisia ed eluso dalle polemiche, sono scritte con lucidità e coraggio, competenza e partecipazione. Senza quella relazione risanata, infatti, non è possibile recuperare fino in fondo il senso profondo della compassione dalla quale può maturare la decisione sul momento ultimo. Nessuna norma giuridica, infatti, può sostituire il valore etico di un accompagnamento sensibile e umano che consenta a ciascuno di aspirare a congedarsi con dignità. Prefazione di Mina Welby Introduzione dell’On. Donella Mattesini Capitolo 1. Promozione e difesa della vita di Patrizia Lisi 1.1 Una storia per la vita 1.2 Per una cultura della vita 1.3 Bioetica e servizio sociale: quali connessioni? 1.4 Il servizio sociale a servizio della bioetica 1.5 Assistente sociale, servizio sociale ed etica sociale 1.6 Progettare “il sociale” 1.7 La progettazione sociale nei percorsi di cura 1.8 Conclusioni Capitolo 2. Eutanasia o cultura positiva della morte? di Rita Floridia 2.1 Il significato attuale della morte 2.2 L’eutanasia 2.3 Dolore e sofferenza come realtà umana 2.4 L’accompagnamento relazionale nel processo di fine vita 2.5 L’assistente sociale nel processo di accompagnamento relazionale di fine vita 2.6 Conclusioni

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Capitolo 3. Un progetto di vita per la non autosufficienza di Nicola Martinelli 3.1 La metafora del viaggio 3.2 Il panorama normativo di riferimento 3.3 Il testamento biologico 3.4 Significato del testamento biologico 3.5 Metodologie e strumenti per attuare il testamento biologico 3.6 Un modello di testamento biologico 3.7 Il ruolo delle professioni d’aiuto 3.8 Il valore della spiritualità 3.9 Conclusioni Capitolo 4. L’aiuto tra competenze relazionali ed atteggiamenti etici di Ugo Albano 4.1 Saper stare di fronte al dolore 4.2 Professionisti competenti 4.3 Competenze professionali tra “fare” ed “essere” 4.4 Competenza professionale nell’insuccesso 4.5 La competenza etica 4.6 Nella cassetta degli attrezzi 4.7 Alla ricerca delle nostre radici cristiane Autori Bibliografia

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Autore: Larson, Dale G. Titolo: Aiutare chi soffre. Una guida per chi offre relazioni di aiuto a persone colpite da lutti e malattie terminali Collana: Persone Pubblicazione: La 2007 (302 pagine)

meridiana,

Descrizione Perché aiutiamo? Aiutare è un’espressione sana e naturale della natura umana? E perché molti fra coloro che svolgono professioni d’aiuto cadono nel burnout? Come si può essere premurosi ed emotivamente coinvolti senza subirne le drammatiche conseguenze? Quali sono le abilità essenziali per aiutare gli altri e come si possono apprendere? Cosa rende efficaci un’équipe e un gruppo di supporto? Come può il lavoro del caregiver essere un cammino di scoperta, crescita personale e al tempo stesso un servizio agli altri? Infine, quali sono le forze che alimentano il prendersi cura degli altri e come possiamo svilupparle al massimo in noi stessi, nelle organizzazioni di volontariato e nella nostra società? Queste domande delineano diversi aspetti della sfida di aiutare gli altri. Questo libro si rivolge a volontari, infermieri, medici, assistenti sociali, religiosi, counsellor e a tutti coloro che si trovano impegnati in relazioni d’aiuto. Attraverso un approccio pratico, al lettore sono offerti strumenti per la conoscenza e l’acquisizione di specifiche abilità psicologiche, indispensabili per accrescere la sua efficacia. Sebbene numerosi esempi riguardino gli hospice, i reparti di oncologia e la psicoterapia, queste pagine offrono stimoli densi a chiunque si trovi ad assistere 33


persone colpite da lutti o da malattie gravi. Non sfugga il senso ampio e sociale della relazione di cura: ogni volta che si risponde al dolore dell’altro, si offre un prezioso contributo, in fondo, alla creazione di una società e un mondo più attenti e sensibili. Prefazione Ringraziamenti PARTE I - Esplorare il mondo interiore dell’“helper” Capitolo 1: L’helper che è in tutti noi Capitolo 2: La sfida dell’helping: il coinvolgimento emotivo Capitolo 3: Alla ricerca di un equilibrio: gestire lo stress dell’aiuto Capitolo 4: Confidare o tenere nascosti i segreti PARTE II - La sfida interpersonale Capitolo 5: La relazione d’aiuto Capitolo 6: Le parole che guariscono: le competenze comunicative nella relazione di aiuto PARTE III - Creare un sistema attento ai bisogni di chi è in difficoltà Capitolo 7: Il team dei caregiver Capitolo 8: Il caregiver collettivo: verso una societá attenta e premurosa Appendice Burnout: uno strumento per l’autovalutazione Note

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Autore: Ruszniewski, Martine Titolo: Di fronte alla malattia grave. Pazienti, famiglie, operatori sanitari Collana: Percorsi e strumenti Pubblicazione: Borla, 2000 (240 pagine)

Descrizione Consentire una migliore comprensione dei processi psichici per alleviare l'angoscia di morte costituisce lo scopo di questo libro che affronta tutte le fasi della malattia grave e descrive con precisione le risposte da fornire al turbamento psichico di ognuno dei protagonisti: il paziente, i familiari, il personale sanitario. L'autrice si basa su numerose situazioni cliniche concrete per analizzare la molteplicità delle interrelazioni di fronte alla morte. La prima parte, dedicata al sorgere delle sofferenze, fa un inventario dei principali meccanismi di difesa degli operatori sanitari e dei pazieni. La seconda parte tratto del lavoro psichico che deve essere condotto dai familiari e dal malato messi di fronte a una morte ineluttabile. La terza parte affronta la dinamica che coinvolge il rapporto fra chi cura e chi è curato e definisce la collaborazione terapeutica da stabilire nel tentativo di tenere a bada la morte. Destinato a tutte le professioni mediche e paramediche, ma anche alle famiglie messe di fronte alla fine della vita di un familiare, quest'opera illustra con un'estrema precisione le principali difficoltà da vincere nell'assistenza terapeutica. 35


Autori: Coordinamento Nazionale dei Gruppi di auto mutuo aiuto per il Lutto - Associazione A.M.A. Auto Mutuo Aiuto Onlus, Trento Titolo: Un aiuto a dire addio...: atti del 9. convegno nazionale lutto e auto/mutuo aiuto, Trento, marzo 2009 Pubblicazione: 2009 (Trento: Tecnolito grafica) (151 pagine) Programma del Convegno Venerdì 6 marzo 14.00 Accoglienza e registrazione partecipanti 14.45-15.15 Apertura dei lavori e saluto del coordinamento (Stefano Bertoldi e Dario Pangrazzi) Saluto delle autorità 15.15-15.45 Da Siracusa a Trento. Un anno di cammino dei gruppi A.M.A. della Sicilia (Luigi Corciulo) 15.45-17.15 L’abbraccio del gruppo… Testimonianze Coordina: Giovanna Saccani Contributi di: ADVAR di Treviso; Associazione A.M.A. Milano, Monza Brianza; Associazione A.M.A. Ceprano; Servizio Cure palliative e Associazione A.M.A. Trento 17.15-17.45 Pausa 17.45-19.00 Il lavoro in rete nei progetti di sostegno al morente e alla sua famiglia: esperienze in Trentino Alto Adige Coordina: Fabio Folgheraiter Presentazione di: Opuscolo “Vivere nel lutto” realizzato da gruppi associativi della Provincia di Bolzano (Renate Torggler, Renato Decarli , Wanda Farina); Progetto di prevenzione al suicidio in Provincia di Trento (Anna Portolan, Fio36


za Bernardi, Salvatore Biondo); Servizio Cure palliative e Hospice dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Carlo Tenni e Luca Ottolini) 21.00 Serata musicale con la partecipazione del coro di montagna “Croz Corona” di Campodenno (TN) Sabato 7 marzo 9.00-10.00 Tavola rotonda La vita del gruppo: nascita e utilità, sviluppi possibili, distacco Coordina: Livia Crozzoli Aite Cosa sono i gruppi di auto/mutuo aiuto e loro utilità (Giampiero Genovese); Alcune problematiche nell’esperienza di gruppo (Arnaldo Pangrazzi); Il distacco dal gruppo (Luigi Colusso); Nuove frontiere dell’auto/ mutuo aiuto (Stefano Bertoldi). 10.00-10.30 Dibattito 10.30-11.00 Il Bambino perduto. Il lutto dei genitori dopo la morte del bambino in periodo prenatale e al momento del parto (Carmen Unterthiner) 11.00-11.30 Coffee break 11.30-13.00 Coordina: Enrico Cazzaniga. Esperienze legate al lutto in Italia... Cure palliative domiciliari Reggio Emilia (Denis Saccani); I gruppi on-line per il sostegno alle persone in lutto dell’Ass. Gruppo Eventi di Roma (Paola Sciocchetti); Corrispondenze - la comunicazione epistolare come modalità di supporto alla persona in lutto (Nicola Ferrari); Gruppi per familiari di persone in stato vegetativo a Crotone (Paola Perziano); I gruppi d’auto aiuto nel lutto perinatale (Claudia Ravaldi); Auto Mutuo Aiuto per elaborare il lutto a Pordenone (Elisa Scian); Inchiesta “Strage continua” sulle vittime della strada (Elena Valdini). ... e all’estero Aspettando il lutto: l’esperienza dei gruppi a.m.a. per i familiari dei desaparecidos in Kossovo (Francesco Gradari); e37


Funerali Laici in Austria (Elisabeth Valland). 15.00-18.00 Workshop 1. Lutto e sessualità (Enrico Cazzaniga, Riccarda Viola) 2. Alcolismo e lutto (Dario Pangrazzi, Luigi Zoldan) 3. Il suicidio (Brieda Barbara, Zamarian Regina, Arnaldo Pangrazzi) 4. La perdita di un figlio (Irene Gibitz, Alida Zanovello, Mirella Ballarin) 5. Fratelli in lutto (Sandra Venturelli, Giovanna Geranzani) 6. La malinconia nei lutti irrisolti (Angela Deluca, Cecilia Dalrì, Giovanna Saccani) 7. Spiritualità e lutto (Ornella Scaramuzzi, Luigi Corciulo) 8. Separati e divorziati (Fiorenza Bernardi, Orlando Voltolini, Nicola Ferrari) 9. Nodi critici e risorse del facilitatore: confronto tra esperienze (Stefano Bertoldi, Livia Crozzoli Aite) 10. Imparare a dire addio: il lutto degli operatori, accogliersi per accompagnare. Laboratorio formativoesperienziale (Giampiero Genovese) - max. 30 persone 11. Collage delle emozioni. Tecnica per facilitare l’espressione delle proprie emozioni (Anna Luisa Frigo, Marzia Rucli) - max. 25 persone 18.30-19.00 Conclusione della giornata Coordina: Luigi Colusso, Arnaldo Pangrazzi Domenica 8 marzo - Festa della donna 9.00-10.30 Sessione facoltativa Il laboratorio del cuore: fare la pace con il dolore. Incontro teorico e pratico di meditazione (Barbara Monti) 10.30-10.45 Coffee break 10.45-11.45 Sintesi dei workshop (Alessandra Gianotti, Erika Bugna) 11.45-12.15 Chiusura dei lavori e anticipazioni sul prossimo Convegno 12.15-12.45 Compilazione questionari ECM

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Relatori Mirella Ballarin* (Presidente Ass. “Star bene insieme”, Alessandria);Fiorenza Bernardi, Salvatore Biondo (volontari Progetto Prevenzione Suicidio, Trento); Stefano Bertoldi (Fondatore Ass. A.M.A. Trento); Barbara Brieda (iniziatrice gruppi a.m.a. per persone che hanno tentato il suicidio e familiari, Gaiarine–Tv);Enrico Cazzaniga* (Consulente gruppi a.m.a. per persone in lutto, Milano); Luigi Colusso* (Responsabile ADVAR Progetto Rimanere Insieme, Treviso); Luigi Corciulo* (Cappellano ospedaliero, iniziatore di programmi locali per il lutto, Siracusa); Livia Crozzoli Aite* (Fondatrice gruppo Eventi, formatrice operatori sanitari e volontari cure palliative, Roma); Cecilia Dalrì (Facilitatrice gruppo “Un aiuto a dire addio”, Trento); Renato Decarli (Coordinatore Caritas Servizio Hospice, Bolzano); Angela Deluca (Volontaria Ass. A.M.A. Trento); Wanda Farina (Facilitatrice gruppo “Uniti dalla Speranza”, Ass. A.M.A. Bolzano);Nicola Ferrari (Psicopedagogista, esperto in assistenza psicologica nel lutto naturale e traumatico, Suzzara-Mn); Fabio Folgheraiter (Docente di Servizio Sociale all’Università Cattolica di Milano); Anna Luisa Frigo (Medico, esperta in bioetica ed accompagnamento spirituale, Monfalcone-Go); Giampiero Genovese* (Responsabile del Servizio di supporto al lutto attraverso i gruppi a.m.a., Antea Ass., Roma); Giovanna Geranzani*, Riccarda Viola* (Volontarie Ass. A.M.A. Milano, Monza, Brianza); Irene Gibitz (Operatrice Servizio per i gruppi a.m.a., Bolzano); Francesco Gradari (Coordinatore Tavolo Trentino con il Kossovo in Kossovo, Trento); Barbara Monti (Insegnante di meditazione, comunicazione e tecniche di guarigione, Bolzano); Luca Ottolini (Responsabile Servizio cure palliative– hospice, Trento); Arnaldo Pangrazzi* (Sacerdote camilliano, docente di Formazione Pastorale clinica, iniziatore di gruppi a.m.a., Roma); Dario Pangrazzi* (Facilitatore dei gruppi per separati e divorziati e per il lutto, Cles-Tn); Paola Perziano (Psicologa Ist. Sant’Anna a sostegno 39


sostegno dei familiari di persone in stato vegetativo, Crotone); Anna Portolan (Coordinatrice Progetto Prevenzione Suicidio A.P.S.S., Trento); Claudia Ravaldi (Psichiatra e psicoterapeuta, promotrice gruppi on line su mortalità perinatale e abortività, Firenze); Marzia Rucli (Psicologa, volontaria U.O. Oncologia, Monfalcone-Go); Denis Saccani (Medico palliativista, Associazione Volontari Assistenza Domiciliare, Reggio Emilia); Giovanna Saccani* (Presidente e coordinatrice A.V.D., Reggio Emilia); Ornella Scaramuzzi* (Medico, formatrice e iniziatrice di gruppi “Fuori dal Buio”, Bari); Elisa Scian (Coordinatrice Progetto “Prendersi cura”, Pordenone); Paola Sciocchetti (Facilitatrice gruppi a.m.a on-line per il lutto,Roma); Carlo Tenni (Coordinatore Servizio cure palliative–hospice, Trento); Renate Torggler (Assistente spirituale Ospedale di Bolzano); Carmen Unterthiner (Psicologa, autrice del libro “Unser Kind ist nicht mehr”, Bolzano); Elena Valdini (Giornalista, autrice del libro “Strage continua”, Piacenza); Elisabeth Valland (Teologa, organizzatrice di Funerali Laici, Graz-Austria);Sandra Venturelli (Coordinatrice Ass. A.M.A. Trento); Orlando Voltolini (Facilitatore gruppo per separati e divorziati, Trento);Regina Zamarian (Docente Corso di Laurea in Infermieristica, Ass. “Insieme si può”, Pordenone); Alida Zanovello (Ass. A.M.A. Bolzano); Luigi Zoldan* (Coordinatore volontari Hospice, facilitatore gruppi per il lutto, Belluno). *Membri del Comitato di Coordinamento Nazionale dei gruppi di auto/mutuo aiuto per il sostegno alle persone in lutto.

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Autore: Zanon, Renzo Titolo: Elementi di etica per operatori socio-sanitario Collana: Sociale & Sanità Editore: Maggioli, 2010 (546 pagine)

Descrizione In questi anni recenti è andata emergendo sempre più la rilevanza di una formazione di tutte le figure professionali operanti nell’ambito dei servizi sanitari, socio-sanitari e assistenziali, a un sapere non solo tecnico ma anche umano. Una formazione che sappia coniugare insieme sapere professionale e sapere esistenziale, competenze tecniche, competenze umane e relazionali e competenze etiche. Anche gli Operatori socio-sanitari (Oss), impegnati a gestire quotidianamente relazioni di aiuto con persone in situazioni di sofferenza, di disagio, di disabilità, di malattia, sono chiamati a porre sempre maggiore attenzione alla dimensione etica e deontologica della loro professione, ispirata al rispetto della persona umana e dei suoi diritti. La formazione degli operatori deve significare prima di tutto promozione e trasmissione di valori quali il rispetto per la persona, l’accoglienza, la giustizia, la fraternità, la solidarietà, correlati al principio primario della centralità dell’uomo, affinché le prestazioni di cura e di assistenza non siano soltanto gesti ‘tecnici’, freddi e razionali, ma si trasformino in un atto di compassione e di amore. Troppo spesso si dimentica che nei servizi sanitari, sociosanitari e socio-assistenziali la centralità del cittadino utente è garantita soltanto dalla centralità (e quindi dalla 41


formazione umana e non soltanto professionale) di chi vive e opera quotidianamente nei servizi, assicurandone la continuità e lo svolgimento. Il volume, nato dall’attività didattica dell’autore, si propone di offrire alcuni elementi di conoscenza e alcuni spunti di riflessione su temi di valenza etica, che toccano aspetti della cura e dell’assistenza, per essere strumento utile nella formazione, sia di base sia continua, degli Operatori socio-sanitari. è necessario e opportuno, infatti, trovare un po’ di tempo per ripensare al tema del dolore, della sofferenza, dell’esistenza, della vita e della morte: non ci si può prendere cura dell’uomo senza mettere in gioco l’immagine dell’uomo, e cioè anche di noi stessi. Il volume fa parte di una serie dedicata ai temi più importanti e attuali del lavoro nelle strutture socio-sanitarie per anziani ideata e coordinata dal Comitato esecutivo dell’A.N.S.D.I.P.P. (Associazione Nazionale dei manager del Sociale, Direttori e Dirigenti di Istituzioni Pubbliche e Private in ambito assistenziale, socio-sanitario ed educativo - www.ansdipp.it).

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Autore: Ayres Marques Titolo: Il volto e la voce del tempo Editore: Associazione BrasiLeMarche, 2005 (144 pagine)

Descrizione Il volto e la voce del tempo. Un Ponte tra Generazioni è un progetto di educazione alla Grande Età che intende creare, attraverso la fotografia, un ponte generazionale per promuovere l’avvicinamento, il dialogo e la comprensione tra giovani e anziani, e rappresenta il tentativo di sintetizzare in un solo progetto due tipi diversi di intervento: da una parte la fotografia terapeutica e dall’altra l’animazione di comunità. La decisione di utilizzare la fotografia con gli anziani è maturata durante il corso di formazione per animatori in case di riposo, realizzato nella città di Ancona nei primi mesi del 2003. L’idea, all’inizio molto vaga, ha preso forma mano a mano che sono venuto a conoscenza di altre esperienze analoghe, realizzate in altri paesi, soprattutto in Inghilterra e in Francia. Per l’elaborazione del progetto è stato fondamentale il confronto e lo scambio di opinioni con altri fotografi e animatori, con psicologi, psichiatri, assistenti sociali ed educatori che si sono interessati alla fotografia come strumento terapeutico e di crescita personale. Dal 2003 al 2005 ho potuto mettere in pratica e sperimentare, valutare, correggere e perfezionare il progetto iniziale attraverso il mio lavoro di animatore in diverse case di riposo della provincia di Ancona. (dal blog) 43


Autore: Monaldi, Giulia Titolo: L'educazione alla morte. “Non sono più i bambini a nascere dai cavoli ma i vecchi a sparire tra i fiori” Editore: UNIMC, 2011 (121 pagine)

Descrizione “Questo studio vuole indagare il rapporto della società contemporanea con la morte focalizzando l’attenzione sulla famiglia che, nonostante le numerose trasformazioni subite, continua giustamente a rimanere la sede principale dell’educazione e della crescita degli individui. La prima parte del I capitolo muove dalla constatazione di una schizofrenia. Da un lato, come dimostrano gli storici e i sociologi presi in considerazione, attraverso processi storico culturali complessi, la morte è stata sempre più allontanata dalla realtà familiare, a favore di una crescente ospedalizzazione. Dall’altro lato, essa è presente continuamente grazie ai mezzi di comunicazione che occupano un tempo ed uno spazio consistente all’interno delle intimità famigliari. Tutto ciò compromette il pensiero e la rappresentazione della morte, sempre meno naturale e sempre più realtà minacciosa e violenta. L’allontanamento si palesa anzi tutto nel linguaggio, che tende all’utilizzo di eufemismi e generalizza: quello che le parole non devono esprimere è l’irrimediabilità, la durezza.” (dall’introduzione) 44


Collana BibliHospice I volumi pubblicati

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Per consultare il catalogo completo della raccolta: www.hospicetime.com

Per informazioni pi첫 dettagliate: Alessandro Finucci, responsabile bibliotecario afinucci@gmail.com

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